Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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tologia professionale. Ma continuare a parlarne significa<br />
davvero alimentare il mito, nel senso peggiore <strong>del</strong><br />
termine. Significa trascinare nello star-system una figura<br />
che, osservata anche con l’occhio più benevolo e distaccato,<br />
non può essere punto di riferimento. Il primo a<br />
esserne cosciente è proprio Graziano <strong>Mesina</strong> che, invitato<br />
da quattrocento studenti <strong>del</strong>le scuole superiori di<br />
Oristano, si è preparato a ribadire un concetto fondamentale:<br />
«Non fate come me». Non fate come lui che la<br />
vita se l’è quasi <strong>del</strong> tutto distrutta, scaraventata in una<br />
trincea da dove difficilmente si esce vivi. Forse ha ragione<br />
il suo amico Gigi Riva, calciatore patrono di <strong>Sardegna</strong>,<br />
quando dice che «in fondo Graziano è figlio <strong>del</strong>la<br />
sua epoca, di una periferia che doveva fare quotidianamente<br />
i conti con la miseria e la violenza. Non lo dico<br />
per giustificare, ma soltanto per capire».<br />
Di importante, davvero notevole, è stato il comportamento<br />
in carcere dove vendersi o annientarsi è questione<br />
di un attimo. <strong>Mesina</strong> ha un formidabile sistema<br />
nervoso, una forza interiore che meriterebbe un congresso<br />
scientifico: non ha mai avuto un verbale disciplinare,<br />
non ha mai litigato, non è mai entrato nelle grazie<br />
di un direttore. Non è un pentito (non potrebbe esserlo),<br />
ha custodito la dignità come un tesoro segreto, l’ha<br />
difesa contro tutto e contro tutti. Senza perdere la testa<br />
una sola volta. Quando gli hanno fatto sapere che l’istanza<br />
di grazia era stata respinta, non ha iniziato lo<br />
sciopero <strong>del</strong>la fame, non ha minacciato il suicidio, non<br />
si è sciolto in pianto sul palcoscenico di Maurizio Costanzo.<br />
Ha scelto, come sua abitudine, il silenzio.<br />
Non accade spesso che quando un detenuto va via<br />
lo saluti una specie di ovazione, il battimani frenetico<br />
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dei compagni di galera e quello degli agenti di polizia<br />
penitenziaria che hanno convidiviso con lui mille giornate<br />
senza fine. Con lui è successo.<br />
Non ha rinnegato neppure un minuto <strong>del</strong>la sua esistenza,<br />
non ha smentito qualche accusa palesemente<br />
falsa, accusa strumentale a una politica giudiziaria che<br />
puntava a seppellirlo vivo. Questo è un capitolo che<br />
non intende riaprire mai più.<br />
Fine <strong>del</strong>la guerra. Graziano <strong>Mesina</strong> entra nel ritrettissimo<br />
club dei graziati. A distanza di sicurezza dal<br />
mondo.<br />
Cagliari, dicembre 2004<br />
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