Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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tutto succede e tutto si decide, il dibattito politico stagna<br />
sul <strong>caso</strong>-Sofri e sulla intenzione <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la<br />
Repubblica di decidere in autonomia. Ovvero infischiandosene<br />
<strong>del</strong> parere <strong>del</strong> ministro Guardasigilli.<br />
Che c’entra <strong>Mesina</strong> con tutto questo? A possibili sviluppi<br />
positivi <strong>del</strong> <strong>caso</strong> non accenna il deputato diessino<br />
Francesco Carboni che lo va a trovare in carcere. Non<br />
ne parla nemmeno il difensore, avvocato Enrico Aimi,<br />
che si limita a inviare una lettera di incoraggiamento:<br />
non darti per vinto. Non ne sa nulla, infine, neanche la<br />
crocerossina <strong>del</strong>la grazia, quella Greca Deiana di Modena<br />
che da anni bazzica per parrocchie, ministeri e segreterie<br />
di partito nella speranza di riuscire a tirarlo<br />
fuori dalla cella.<br />
Negli ambienti parlamentari si parla con una certa<br />
insistenza di un inciucino carcerario, un’operazione<br />
trasversale che mette insieme (una volta tanto) maggioranza<br />
e opposizione. Circola, circolerebbe, una lista di<br />
persone da graziare. Lista da girare a Ciampi in cambio<br />
di un benevolo silenzio-assenso non appena verrà concessa<br />
la libertà a Sofri. I leghisti gradirebbero, per esempio,<br />
la scarcerazione dei lagunari che hanno asssaltato<br />
anni fa il campanile di piazza san Marco a Venezia. Alleanza<br />
Nazionale invece vedrebbe volentieri il ritorno a<br />
casa di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Non<br />
trapela, stranamente, la lista dei candidati di Forza Italia:<br />
i maligni dicono che il premier avrebbe solo l’imbarazzo<br />
<strong>del</strong>la scelta, altri propendono per difficoltà su un<br />
accordo interno.<br />
Illazioni. Alla luce <strong>del</strong> sole non c’è nulla, men che<br />
meno ci potrebbe essere un elenco di detenuti che in<br />
nome di una perversa par condicio possono tornare li-<br />
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beri. Resta tuttavia una certezza: a <strong>Mesina</strong> la grazia è stata<br />
negata e nulla autorizza a credere ci possa essere un<br />
ripensamento. Eppure il ripensamento c’è stato ma nessuno<br />
ne chiederà conto al ministro. A cose ormai fatte,<br />
in piena euforia da celebrazione televisiva, Castelli va<br />
addirittura in tivù con <strong>Mesina</strong>. Officia un conduttore<br />
felice e curiale nella sua untuosità cardinalizia. Nel corso<br />
<strong>del</strong>la trasmissione tivù, si chiacchiera, si parla di taglie<br />
per favorire la cattura degli assassini di un benzinaio<br />
ucciso a Lecco, si litiga sulla riforma giudiziaria appena<br />
varata ma neppure una domandina semplice semplice<br />
sulla grazia che prima non c’era e adesso c’è. Non<br />
ha questo tipo di curiosità neanche Gavino Angius, presidente<br />
dei senatori Ds, che pure si dichiara soddisfatto<br />
per la liberazione di <strong>Mesina</strong>.<br />
L’interrogativo su cosa sia avvenuto tra agosto e novembre<br />
<strong>del</strong> 2004 resterà, con tutta probabilità, un mistero.<br />
Vietato dire che il ministro ha cambiato idea. Il<br />
suo portavoce ricorda di aver sempre sostenuto una sola<br />
tesi: «La pratica <strong>del</strong>la grazia è in itinere». Vorrà dire<br />
che avranno capito male i giornalisti, il direttore <strong>del</strong> carcere<br />
di Voghera e il giudice di sorveglianza di Pavia che<br />
s’è affrettato a comunicare un’informazione che evidentemente<br />
non aveva alcuna importanza: la grazia era<br />
in itinerere e lui ha creduto, anzi l’ha messo per iscritto,<br />
che fosse stata respinta.<br />
Il silenzio è desolante e assoluto quando l’Ansa lancia<br />
un flash alle 12,54 <strong>del</strong> 23 novembre: Ciampi grazia<br />
<strong>Mesina</strong>. Nient’altro.<br />
La procedura prevede la scarcerazione immediata<br />
ma bisogna fare i conti con un ultimo refolo di sfortuna:<br />
c’è sciopero dei magistrati e quindi nessuno invia l’ordi-<br />
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