Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
azienda <strong>del</strong>l’area industriale di Genova. L’altro, Elio<br />
Ferralis, 65 anni, è titolare di una piccola agenzia di import-export.<br />
Gli inquirenti sono avari di dettagli sull’operazione.<br />
Dicono comunque che i genovesi stavano<br />
consegnando a Graziano sei caricatori di kalashnikov<br />
comprati in Svizzera. Si sono fatti precedere da una telefonata:<br />
«Abbiamo trovato sei cioccolate. Te le portiamo<br />
domattina».<br />
E la mattina, puntuali, salgono su un rapido che parte<br />
alle 7,55 dalla stazione di Genova-Brignole. Arrivano<br />
ad Asti, dove il termometro segna 35 gradi, alle 9,35. In<br />
cinque minuti coprono, a piedi, la distanza e premono<br />
un campanello in via Guttuari 5. Ferralis, che non si è<br />
mai ripreso dopo un brutto incidente stradale, è invalido<br />
e non riesce a muoversi con sicurezza per via di una<br />
paralisi alle braccia. L’amico, che non ha di questi problemi,<br />
tiene una sacca dove ci sono le “cioccolate” commissionate<br />
(così dichiarano) da <strong>Mesina</strong>. Alle loro spalle,<br />
discreti e invisibili, decine di poliziotti. Due pistole, 500<br />
cartucce, un passamontagna e (pare) un mitragliatore<br />
vengono invece trovati a San Marzanotto. Da chi e<br />
quando? Il rigore non deve essere eccessivo se quella<br />
casa, visitata e fotografata dai cronisti <strong>del</strong> quotidiano<br />
«L’Unione Sarda» dopo il primo sopralluogo, viene<br />
perquisita una seconda volta il giorno successivo. Non<br />
c’erano sigilli, indicazioni di nessun tipo che vietassero<br />
l’ingresso o comunque informassero che l’accesso era<br />
proibito ai non addetti ai lavori. Nel mostrare l’appartamento<br />
sottosopra a uso e consumo <strong>del</strong>la stampa, Michele<br />
Quai rammenta che qualche tempo prima <strong>Mesina</strong><br />
aveva notato alcune stranezze: una serratura forzata, un<br />
vetro sostituito. Anche questo è un tentativo di preco-<br />
146<br />
stituirsi un alibi per scaricare tutto sui soliti, invadentissimi<br />
servizi segreti?<br />
Molti mesi più tardi, l’avvocato Pier Navino Passeri,<br />
che nonostante sia stato nominato d’ufficio profonde<br />
grande impegno in questo difficile processo, non mancherà<br />
di farlo rilevare in aula. «Perché non è stato fatto<br />
alcun accertamento per verificare se sulle armi vi fossero<br />
le impronte <strong>del</strong> mio cliente?». Una domanda che resta,<br />
insieme ad altre purtroppo, senza risposta. Favorendo,<br />
indipendentemente da quella che è la verità, la<br />
cultura <strong>del</strong> sospetto, la sindrome <strong>del</strong> complotto, come<br />
la chiama ironicamente un magistrato. Il sostituto procuratore<br />
Mauro Mura accetta intanto di dare qualche<br />
informazione alla pubblica opinione. E racconta che<br />
l’inchiesta sulle armi di Asti è nata «per pura casualità»<br />
durante intercettazioni telefoniche e ambientali disposte<br />
nel corso <strong>del</strong> rapimento di Farouk Kassam. «Questa<br />
storia viene fuori da una rilettura di quegli atti». Una rilettura,<br />
che significa? Il giudice <strong>del</strong>la procura antimafia<br />
spiega con chiarezza: «Avevamo acquisito materiale di<br />
vario genere che, a suo tempo, abbiamo vagliato con<br />
un’ottica particolare, quella di un’indagine su un sequestro<br />
di persona. Poi abbiamo rivisto tutto in chiave diversa.<br />
E da lì siamo partiti». Mura non si sbilancia su<br />
una vicenda che appare così improbabile, così poco credibile,<br />
così assurda per certi versi: a un passo dalla grazia,<br />
<strong>Mesina</strong> è impazzito? «Non ne ho idea. Io so che<br />
ognuno deve vivere facendo quello che sa fare. Gli incidenti<br />
di percorso capitano proprio a questa gente, ai vigilati<br />
speciali voglio dire».<br />
Man mano che ci si interroga su cosa possa essere<br />
realmente accaduto, emergono nuovi particolari. Pare<br />
147