Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
a essersi definitivamente arreso. Ai carabinieri che lo<br />
accompagnano al cellulare durante una pausa <strong>del</strong> dibattimento,<br />
confida sconsolato: «Non vengo più, ormai è<br />
inutile. Hanno fatto tutto loro, completino pure l’opera,<br />
io non ci posso fare più nulla».<br />
Parte da lontano questa storia. Ha una premessa che<br />
va fatta per capire una <strong>del</strong>le chiavi interpretative. Ne<br />
parla il sostituto procuratore Francesco Saluzzo, pubblico<br />
ministero al processo di Asti. «Una vendetta da<br />
parte <strong>del</strong>lo Stato? <strong>Mesina</strong> mi disse che l’ex capo <strong>del</strong>la<br />
polizia Parisi, il giudice Mura e addirittura il ministro<br />
degli Interni, Nicola Mancino, avevano giurato di fargliela<br />
pagare. Troppi protagonisti sulla scena perché la<br />
cosa possa sembrare credibile».<br />
Non resta che rimettersi ai fatti.<br />
Rientrato nel soggiorno obbligato sulla scia <strong>del</strong>le<br />
polemiche legate al sequestro Kassam, <strong>Mesina</strong> rilascia<br />
un’intervista a un giornale di Asti: «Non mi stupirei se<br />
mi rischiaffassero dentro». Questa sgradevole sensazione<br />
lo perseguita, ne parla in ogni occasione, dovunque<br />
gli capiti di vedere gente. Si sta precostituendo un<br />
alibi? Certo è che adesso è tornato a una vita meno movimentata<br />
anche se stretta in angolo da rigorose misure<br />
di vigilanza. Trascorre parecchie ore nella casa di San<br />
Marzanotto, neanche cinque chilometri dalla città, dove<br />
fa il magazziniere per conto di Michele Quai, l’impresario<br />
edile di Fonni che, offrendogli un lavoro, l’ha<br />
fatto uscire in libertà condizionale. Un’occupazione vera<br />
e propria <strong>Mesina</strong> non ce l’ha, deve giusto badare (ma<br />
neanche tanto) agli attrezzi sistemati in garage e, quando<br />
ne ha voglia, coltivare pomodori e melanzane nel<br />
minuscolo orticello che si affaccia sulla strada provin-<br />
142<br />
ciale. Sebbene nessuno possa sostenerlo ufficialmente,<br />
è evidente che l’offerta di Quai sia un segno di solidarietà,<br />
una mano tesa verso un amico che stava da troppi<br />
anni in carcere.<br />
<strong>Mesina</strong>, che ha l’obbligo di rientrare entro una certa<br />
ora, ha un buon rapporto coi carabinieri <strong>del</strong> posto. La<br />
pattuglia incaricata di verificarne la presenza a casa, gli<br />
telefona con una mezz’ora d’anticipo. «Graziano, tra<br />
un po’ passiamo». <strong>Mesina</strong> li aspetta al balcone o sulla<br />
porta, qualche volta scambia una parola per combattere<br />
noia e solitudine, offre un bicchierino <strong>del</strong>la bottiglia di<br />
Vecchia Romagna che tiene su un pensile <strong>del</strong>la cucinotta.<br />
Non c’è moltissimo da fare, salvo osservare il passaggio<br />
veloce <strong>del</strong>le automobili o ascoltare il ronzìo permanente<br />
di zanzare giganti, più fastidiose e aggressive <strong>del</strong>le<br />
loro consorelle sarde.<br />
Di solito la mattina Graziano arriva ad Asti di buon’ora.<br />
Bussa all’appartamento di via Guttuari, proprio<br />
di fronte alla stazione ferroviaria, dove Michele Quai<br />
abita con la sua compagna Stella Bianco, il figlio Claudio<br />
e Annie, un vecchio e aristocratico levriero afgano<br />
nero. Porta la biancheria da lavare e aspetta il pranzo<br />
leggendo i giornali. Di pomeriggio, pennichella e poi rientro<br />
a San Marzanotto.<br />
I rapporti col padrone di casa sono eccellenti. Michele<br />
Quai, che ha passato i sessanta, è un sardo da manuale,<br />
bronzetto nuragico: carnagione scura, guance incavate<br />
e capelli ebano, il tutto concentrato in un’altezza<br />
che forse non va oltre il metro e sessanta. Emigrato <strong>del</strong>la<br />
prima generazione, è arrivato ad Asti nel ’62, muratore.<br />
Mattone su mattone, fatica su fatica, è riuscito con gli<br />
anni a metter su un’impresina edile che, nei momenti<br />
143