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Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura

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aver ucciso i due agenti. Ma questo non è bastato a cancellare<br />

l’ombra terribile di quella sera. Ecco perché, a<br />

distanza di tanti anni, ha fatto il possibile per aggirare e<br />

sventare il blitz che avrebbe dovuto portare alla cattura<br />

dei rapitori di Farouk.<br />

Caldo, caldo infernale e un’umidità che incolla i vestiti<br />

alla pelle. C’erano trentasette gradi all’ombra quel<br />

10 luglio <strong>del</strong> ’92. Pino Scaccia, inviato <strong>del</strong> Tg1 è a Orgosolo<br />

da due giorni. Vuole incontrare <strong>Mesina</strong> e si fa accompagnare<br />

da un fotografo di Olbia che lo conosce<br />

molto bene. Insieme fanno una passeggiata lungo Corso<br />

Repubblica, parlano <strong>del</strong> sequestro, <strong>del</strong>la possibilità<br />

che nelle ore successive l’ostaggio torni a casa. È a questo<br />

punto che Graziano ha un’intuizione che viene da<br />

lontano, dalla frequentazione carceraria con esponenti<br />

<strong>del</strong> terrorismo politico. Sorprendendo il suo interlocutore,<br />

chiede: «Ce l’hai un telefonino? Dammi il numero.<br />

Ti chiamo appena il bambino è libero, così tu puoi dare<br />

la notizia in televisione».<br />

Quella informazione è arrivata alle 23,05. Pochi minuti<br />

dopo, la prima rete televisiva ha interrotto le trasmissioni:<br />

“Farouk Kassam, il bimbo sequestrato circa<br />

sei mesi fa a Porto Cervo, è stato liberato”. Trillano i telefoni<br />

<strong>del</strong> ministero <strong>del</strong>l’Interno, esplode la rabbia di<br />

Stato: “Non è vero, Farouk non è affatto libero”. A chi<br />

credere? Rintracciato a Orgosolo, <strong>Mesina</strong> gioca al rilancio<br />

<strong>del</strong>la sua immagine: «Vedete un po’ voi a chi credere.<br />

Io vi dico che il bambino è sano e salvo, una persona<br />

di mia fiducia l’ha consegnato a un rappresentante <strong>del</strong>la<br />

famiglia Kassam».<br />

La confusione, in quei minuti, è grande. Non bisogna<br />

sorprendersene. Nei giorni immediatamente prece-<br />

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denti il rilascio c’è tra l’altro a Orgosolo troppa gente,<br />

soprattutto troppa strana gente. Compreso un milanese<br />

che si presenta da <strong>Mesina</strong> come fratello di un colonnello<br />

dei carabinieri. «Voglio andare al Supramonte, lei deve<br />

dirmi con chi e con che cosa». Facilissimo: «Sul Supramonte<br />

vada da solo. Sta là, lo vede? Piuttosto, si ricordi<br />

di portarsi dietro un chilo di sale grosso. Casomai dovesse<br />

perdersi, ha i chicchi per segnare la strada». Dove<br />

finisce l’incursione di personaggi folcloristici e comincia<br />

quella dei servizi di sicurezza?, dove finisce la passerella<br />

dei megalomani e comincia quella <strong>del</strong> Sisde? Tra<br />

l’altro, <strong>Mesina</strong> non vuole confessarlo neppure a se stesso,<br />

ma è infuriato: si sente tradito dal padre <strong>del</strong>l’ostaggio<br />

(che ha imboccato una trattativa parallela), sa che<br />

mai e poi mai potrà sedersi al tavolo <strong>del</strong>la vittoria. «Ve<br />

l’immaginate una conferenza stampa con me, Parisi,<br />

Mura e Farouk?». Impossibile, sa bene che le forze <strong>del</strong>l’ordine<br />

non possono stringere alleanze con uno come<br />

lui. Anzi, stanno tentando di metterlo ai margini <strong>del</strong>la<br />

vicenda per evitare che passi come un salvatore <strong>del</strong>la<br />

patria.<br />

Bisogna tenere presente questi particolari per capire<br />

l’intreccio degli avvenimenti nel giorno più lungo <strong>del</strong><br />

rapimento. La verità di Graziano <strong>Mesina</strong>, così come avviene<br />

nella polemica sul pagamento <strong>del</strong> riscatto, è molto<br />

lontana da quella ufficiale. Dice di aver saputo che polizia<br />

e carabinieri si apprestavano a catturare la banda.<br />

L’avevano individuata, accerchiata e, pian piano, avanzavano<br />

verso la prigione di Farouk. In un primo momento<br />

l’offensiva era prevista per lunedì, poi era stata<br />

rinviata per ragioni sconosciute. Probabilmente si stava<br />

studiando il modo di ridurre i rischi al minimo, cattura-<br />

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