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Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura

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gione deve essere allestita preventivamente assieme alla<br />

scelta degli itinerari da percorrere, i luoghi in cui incontrare<br />

gli emissari. Deve essere infine previsto un eventuale<br />

trasferimento per evitare che l’ostaggio memorizzi<br />

rumori (aerei, treni) e particolari (un certo tipo di vegetazione,<br />

un tetto in lontananza). Nulla deve essere lasciato<br />

al <strong>caso</strong>. Durante il rapimento dei fratelli torinesi<br />

Giorgio e Marina Casana uno dei carcerieri, per pigrizia,<br />

acquistava a giorni alterni nella stessa bottega quattro<br />

etti di morta<strong>del</strong>la. Troppi per non destare sospetti.<br />

Per l’economista Antonio Sassu (docente presso l’università<br />

di Cagliari), più che di fronte a un’azienda<br />

(«mancano le strutture organizzate per parlarne in questi<br />

termini»), siamo davanti a una cooperativa che nasce<br />

e muore col rapimento. Senza l’ancoraggio all’ambiente<br />

pastorale, qualunque iniziativa sarebbe destinata al fallimento:<br />

a parte i liberi professionisti raccattati per l’occasione<br />

(il basista, i vivandieri, i riciclatori), serve una<br />

manovalanza sicura, secondini <strong>del</strong>la criminalità assolutamente<br />

bisognosi di danaro fresco. La solidarietà che<br />

consente al latitante di sopravvivere alla macchia non è<br />

fatta solo di parole. C’è un costo da coprire: rifugi notturni,<br />

ospitalità, cibo, vestiti e silenzi hanno un prezzo.<br />

La vita fuori dalla legge costa molto, fortuna che l’industria<br />

dei rapimenti tira e solo raramente ha manifestato<br />

segni di crisi. In ogni <strong>caso</strong> non rende ricchi. Il professor<br />

Sassu è <strong>del</strong>l’opinione che comunque valga la pena di<br />

giocare la partita. «Due sono gli aspetti dietro chi fa<br />

queste scelte. Primo: scarsità di danaro liquido da parte<br />

di chi deve fare il sequestro. Pastori, operai <strong>del</strong> settore<br />

agricolo e industriale, generici senza una specifica professione:<br />

hanno di che vivere ma non riescono mai a<br />

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mettere insieme somme che permettano di realizzare un<br />

progetto. Il riscatto, sia pure nella misura di qualche milione<br />

di lire, copre questo bisogno. Al secondo punto<br />

c’è il latitante che ha continuamente necessità di danaro:<br />

visto che deve stare nascosto, perché non far fruttare<br />

la situazione?»<br />

L’aspetto singolare è che in <strong>Sardegna</strong> si possa costituire<br />

una cooperativa tra soci che sono, per vocazione<br />

regionale, profondamente individualisti. Questo spiega<br />

l’arretratezza di tanta economia sarda, l’indifferenza<br />

verso nuove iniziative. Basta pensare alla pastorizia:<br />

movimento di ventimila persone, coinvolge appena cinque<br />

su cento addetti alle attività produttive. Se non tirasse<br />

avanti con sistemi arcaici, se seguisse le indicazioni<br />

e gli stimoli <strong>del</strong> mercato, sarebbe un formidabile moltiplicatore<br />

di benessere e occupazione.<br />

L’incapacità dei sardi a “fare società” ha sempre tenuto<br />

la pastorizia al palo. Figuriamoci se si può “fare<br />

società” per un rapimento: la convergenza di interessi<br />

tra persone diverse (appartenenti a mondi e a culture<br />

differenti) comincia e finisce col riscatto. D’altra parte,<br />

il basista – spesso un personaggio molto vicino all’ostaggio<br />

– non ha nulla da spartire con i carcerieri o col<br />

commando noleggiato per il colpo.<br />

L’ultimo mito da sfatare è quello <strong>del</strong>la miseria. Area<br />

depressa uguale area violenta: è soltanto un luogo comune.<br />

Ricerche economiche hanno dimostrato esattamente<br />

il contrario. Più la società è ricca, più alto è il tasso<br />

di criminalità; più la società è squilibrata, più numerosi<br />

sono i reati contro il patrimonio pubblico e le sue<br />

fragili truppe. Nella catena <strong>del</strong> sequestro, il latitante è<br />

l’anello finale. Non gli appartiene l’organizzazione né la<br />

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