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Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura

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Profondamente diversi sotto numerosi punti di vista,<br />

Matteo Boe e Graziano <strong>Mesina</strong> hanno qualcosa in<br />

comune: coerenza, un poderoso istinto di conservazione<br />

che li aiuta a uscire da situazioni pericolose, capacità<br />

di sopravvivenza in condizioni dove altri cedono più facilmente<br />

al patteggiamento. Eppure l’uno e l’altro cadono<br />

da dilettanti. In Barbagia si dice che il latitante deve<br />

avere paura <strong>del</strong>le tre effe: fontana, festa, femmina.<br />

Per Boe è fatale l’ultimo <strong>caso</strong>: la moglie va a trovarlo in<br />

Corsica portandosi dietro, bagaglio al seguito, un reparto<br />

di poliziotti. Che, quando arrivano sul posto, lo<br />

intrappolano, gli trovano addosso un’inutile carta d’identità<br />

(intestata a un inesistente Giulio Manca di Bortigali)<br />

e la prova-bomba <strong>del</strong>la sua partecipazione al rapimento<br />

Kassam, le foto-ricordo scattate davanti alla<br />

grotta nelle campagne di Lula.<br />

Non è meno stupefacente la “caduta” di <strong>Mesina</strong>, che<br />

pure riesce ad attraversare molte stagioni da latitante e,<br />

prova forse più impegnativa, quasi trent’anni di galera.<br />

Intercettazioni telefoniche disposte dalla procura distrettuale<br />

antimafia portano alla luce il progetto d’un<br />

sequestro su commissione: glielo chiedono due genovesi<br />

un po’ così che vogliono vendicarsi <strong>del</strong> teleimbonitore<br />

Men<strong>del</strong>la, colpevole di aver divorato i loro risparmi.<br />

In vista di quello che si annuncia un colpo clamoroso,<br />

da mettere a segno addirittura a Montecarlo, <strong>Mesina</strong><br />

chiede ai suoi “clienti” un piccolo rifornimento d’armi.<br />

E quelli vanno a portargliele senza sapere di essere scortati<br />

dai carabinieri.<br />

Più che vivere da ricercato, per <strong>Mesina</strong> è stato certamente<br />

più rischioso vivere da carcerato «per anni ventinove<br />

e giorni sette», come gli ha ricordato il giudice nel-<br />

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la sentenza di concessione <strong>del</strong>la libertà condizionale.<br />

All’interno <strong>del</strong>le prigioni circolano personaggi d’ogni<br />

genere. Per esempio Vittorio Andraus, killer penitenziario<br />

per conto <strong>del</strong>la ’ndrangheta, conosciuto a Badu ’e<br />

Carros. Poi c’è Pasquale Barra “O’ animale”, squartatore<br />

scelto, anche lui conosciuto a Nuoro, specialista <strong>del</strong>la<br />

vivisezione: durante un’ora d’aria ha letteralmente affettato<br />

il gangster Francis Turatello concludendo l’opera<br />

con un morso di disprezzo al palpitante fegato <strong>del</strong>la<br />

vittima. Tra le altre conoscenze importanti ci sono poi<br />

Angelo Epaminonda (detto “il Tebano”), il nappista<br />

Martino Zichitella. L’elenco potrebbe essere infinito.<br />

Quel che ha salvato <strong>Mesina</strong> è stata forse la sua naturale<br />

ritrosia, anzi la diffidenza a stringere amicizie, a<br />

concedere familiarità. Ha sempre preferito l’isolamento,<br />

anche duro, ai soggiorni di gruppo con <strong>del</strong>atore<br />

compreso.<br />

Pochi sanno che in carcere ha tenuto un diario. Pagine<br />

e pagine di quaderno a righe che nascondeva nel cestino<br />

<strong>del</strong>la cartastraccia. «L’ho distrutto quando mi sono<br />

accorto che avevo troppi occhi addosso». Stessa decisione<br />

quando la noia gli ha fatto prendere in mano il<br />

pennello. Dipingeva soprattutto nature morte: quando<br />

il direttore <strong>del</strong>la prigione gli ha chiesto un quadro-ricordo,<br />

ha fatto a pezzi le tele. Non voleva si pensasse<br />

che dietro la richiesta <strong>del</strong> dono, ci fosse una proposta di<br />

protezione o comunque di benevolenza nei suoi confronti.<br />

<strong>Lo</strong> sostiene la convinzione che quando si tradisce o<br />

ci si vende è «perché uno, così, ci è nato. Quando una<br />

mela non è buona prima o poi fa il verme. Per fare certe<br />

cose devi averci l’indole». Lui, che una certa indole<br />

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