Eco n. 75 - Maggio 10:Layout 1 - Eco della Brigna
Eco n. 75 - Maggio 10:Layout 1 - Eco della Brigna
Eco n. 75 - Maggio 10:Layout 1 - Eco della Brigna
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Per i primi due giorni sono stato presso<br />
la comunità dei Giuseppini del<br />
Murialdo a Kissy, cittadina-appendice<br />
di Freetown. Da lì ci siamo spostati a<br />
Lunsar, sede del Progetto che mi ha<br />
visto impegnato nei due mesi di stage.<br />
Lunsar è una cittadina fortemente<br />
caratterizzata dalla presenza di istituti<br />
scolastici, due in particolare rappresentano<br />
un forte polo d’attrazione per<br />
moltissimi giovani che si spostano dai<br />
propri villaggi per poter studiare. I due<br />
istituti di maggior prestigio sono<br />
gestiti dalla Missione dei Padri<br />
Giuseppini del Murialdo, presenti in<br />
Sierra Leone da oltre trent’anni.<br />
I due istituti sono il “Murialdo<br />
Secondary School” (liceo) ed il “Saint<br />
Joseph Vocational Institute” (scuola<br />
professionale). Ogni giorno arrivano<br />
circa 1.500 giovani nelle due scuole;<br />
agli stessi, i Padri garantiscono un pasto<br />
giornaliero (riso e plassas) e per gli studenti<br />
del Vocational la possibilità di<br />
lavorare all’interno del Compound nel<br />
periodo delle vacanze estive. Nel pomeriggio<br />
il Vocational accoglie gli adulti<br />
per l’alfabetizzazione e l’insegnamento<br />
di discipline tecnico-pratiche.<br />
La mia attività di tirocinante ha visto la<br />
realizzazione concreta di due laboratori<br />
d’informatica donati dalla Regione<br />
Siciliana, per un totale di 42 postazioni<br />
dotate di: unità centrale, schermo 19”,<br />
UPS, e collegamento intranet (tramite<br />
HUB) ed internet, differenziato per i<br />
due istituti: al Vocational tramite antenne<br />
wireless, al Murialdo con la posa di<br />
un’antenna satellitare (SIGNIS).<br />
Entrambi gli istituti, nelle ore di lezione,<br />
godono <strong>della</strong> corrente elettrica, grazie a<br />
dei generatori alimentati a gasolio. In tal<br />
modo è possibile l’uso delle attrezzature<br />
nei laboratori <strong>della</strong> scuola professionale<br />
differenziati in: falegnameria, metallurgia,<br />
meccanica e agricoltura.<br />
Il lavoro da me svolto ha richiesto<br />
conoscenze tecniche e manualità per<br />
la realizzazione delle due aule informatiche.<br />
Dal posizionamento delle<br />
singole postazioni, alla messa in rete e<br />
configurazione delle stesse.<br />
Il rapporto con la gente locale è stato<br />
di grande intesa, collaborazione e amicizia.<br />
Sia i tecnici che gli insegnanti<br />
delle due scuole, così pure i religiosi<br />
<strong>della</strong> Missione ed i ragazzi delle scuole<br />
hanno sempre avuto parecchia<br />
stima e gratitudine per le attività svolte<br />
all’interno del Compound.<br />
Entrare in relazione con la popolazione<br />
locale non è stato difficile; le persone<br />
incontrate non solo a Lunsar ma<br />
anche durante le escursioni e missioni<br />
nei villaggi erano tutte molto cordiali,<br />
educate e generose nonostante la grande<br />
ed inimmaginabile povertà.<br />
Andare nei villaggi, incontrare la<br />
gente, i tantissimi bambini capaci di<br />
gioire per una caramella, montare una<br />
pompa a mano per un pozzo che<br />
avrebbe rivoluzionato la vita del villaggio<br />
stesso diminuendo il rischio di<br />
malattie endemiche… il piazzare un<br />
mulino per la pulitura del riso… andare<br />
nelle scuole… donare una caramella<br />
ed un sorriso, giocare con i bambini,<br />
andare a Messa la domenica, vivere<br />
Natale e Capodanno sotto il cielo<br />
stellato <strong>della</strong> Sierra Leone, la possibilità<br />
di “farsi tutto a tutti”… sono esperienze<br />
che hanno segnato non solo la<br />
mia vita privata dal punto di vista<br />
umano e spirituale, ma che mi hanno<br />
permesso di fare un’esperienza senza<br />
eguali nell’ambito <strong>della</strong> cooperazione<br />
internazionale in cui si riceve più di<br />
quanto si pensa di dare.<br />
Nella pagina accanto, in alto, villaggio di Rokolon:<br />
arriva l'acqua dopo il montaggio <strong>della</strong> pompa a mano;<br />
in questa pagina a sinistra, bambini nel villaggio di Kent;<br />
in basso, imbarcazione donata dalla Regione Siciliana<br />
ai pescatori nel villaggio di Tombo.<br />
È stata un’esperienza che ho cercato e<br />
voluto, rinunciando anche al lavoro da<br />
cui mi sono licenziato prima di partire,<br />
ai dissidi per le palesi preoccupazioni in<br />
famiglia ed alle tante prove da superare<br />
in ogni momento delle giornate passate<br />
in Sierra Leone. Alla domanda “rifaresti<br />
questa esperienza?” penso che avendo<br />
letto quanto precede risulta evidente…<br />
risponderei: “Certamente! Il tempo di<br />
preparare la valigia! C’è tanto da fare…<br />
tanto.” Anche tornando al quotidiano<br />
non si ritorna dall’Africa così per come<br />
si era partiti. Senti che quella gente, quegli<br />
occhi che hai incrociato tra le strade<br />
polverose ti chiamano!<br />
D’altro canto devo pure confessare<br />
una nota personale. Chi studia cooperazione<br />
deve sempre tener presente,<br />
forse più degli altri, quello che è il<br />
progetto di vita che ci si prefigge. Da<br />
questa esperienza mi sono reso conto<br />
che è davvero difficile poter pensare<br />
di fare il cooperante sul campo curando<br />
anche gli affetti avendo una vocazione<br />
al creare una propria famiglia. È<br />
pur vero che la figura del cooperante<br />
prevede svariate specializzazioni che<br />
partono comunque dall’esperienza e<br />
dall’azione concreta tra la gente.<br />
Essere cooperante sul campo è una<br />
scelta di vita radicale.<br />
7e