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Eco n. 75 - Maggio 10:Layout 1 - Eco della Brigna

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e14<br />

Un trasi MANCU DIU!<br />

di Pino Di Miceli<br />

Per raccontare una<br />

città si possono<br />

scegliere dei punti di<br />

vista, stili, registri.<br />

Ci si può affidare ad<br />

una certa quantità<br />

di documenti e<br />

testimonianze o si<br />

può inventare tutto.<br />

Alcune idee di fondo hanno guidato<br />

Peppuccio Tornatore nel progetto,<br />

poi realizzato, di allestire una<br />

omaggio cinematografico alla sua<br />

Baarìa. Con il risultato di un grande<br />

affresco che ci racconta il Novecento<br />

di un grosso paese siciliano.<br />

Ma quali sono tali idee di fondo? Per<br />

raccontare una città si possono scegliere<br />

dei punti di vista, stili, registri. Ci si<br />

può affidare ad una certa quantità di<br />

documenti e testimonianze o si può<br />

inventare tutto. Tornatore ha scelto<br />

alcune modalità già presenti nella sua<br />

filmografia; ma in Baarìa, film di alte<br />

pretese estetiche, una di esse balza in<br />

primissimo piano ed in certi momenti<br />

diventa esclusiva. Cerchiamo di capirne<br />

le caratteristiche.<br />

Innanzitutto, nel presente articolo non si<br />

intende recensire il film. Non ne avrei le<br />

capacità. Anche se, da felliniano incallito,<br />

alcune scene, per analogie e/o differenze,<br />

mi riportano ad Amarcord.<br />

La modalità di cui stiamo parlando è<br />

quella che serve a Tornatore nella rappresentazione<br />

del gioco continuo tra la<br />

micro storia personale/familiare e<br />

quella dei grandi avvenimenti.<br />

In questo gioco va a situarsi la città, a<br />

metà strada tra una famiglia allargata e<br />

un mondo in miniatura. E come viene<br />

narrata la città? O, meglio, come narra<br />

la Bagheria di Tornatore? Come si<br />

esprime?<br />

Attraverso una coralità: esito di<br />

un’amplificazione di vicende personali<br />

da un lato e di una riduzione di<br />

vicende a più ampio respiro dall’altro:<br />

così, almeno, si direbbe. Ed è lì che la<br />

modalità di cui sopra viene a galla.<br />

La storia piccola o grande, la cronaca,<br />

i comportamenti, le abitudini, i rituali<br />

vengono narrati attraverso l’aneddoto<br />

e più spesso la “battuta”, rimasti nella<br />

memoria collettiva ma ancora tramandata,<br />

e di cui si dimentica l’origine, la<br />

paternità, la veridicità (o la completa<br />

falsità), ma sempre con una dose enorme<br />

di verosimiglianza.<br />

Questa modalità sconfina nel dare

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