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Il Diario di Mastro Titta

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I pochi esempla'ri 'rimasti. tlella ptl})I)lica:eione<br />

<strong>di</strong> A. Atlemollo Le Giustizie a Roma.<br />

si trovano ven<strong>di</strong>biU nella Lib1"e'ria Man­<br />

::oni <strong>di</strong> EUSEO MOLINO lloma, C01"SO<br />

N. 28.1- 284, al p1"e?J::O d'l Li1"e (lieci ..<br />

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A. ADEMOLLO<br />

LE ANNOTf\ZIONI DI IIASTRO TITTA<br />

CARNEFICE ROMANO<br />

SUPPLIZI E SUPPLIZIATI<br />

81l18T1Z1B E8EGUITE DA GIO. BATT. BUGATTI<br />

E DAL 8UO 8UCCE880KII<br />

(1796-1870)<br />

APPENDICE DI DOCUDNTI<br />

CITTA DI CASTELLO<br />

8. LAPI TIPOGRAFO EDITORE<br />

1886<br />

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HAIVARO COtlEGE lIBRARY<br />

H. NELSON GAY<br />

IIISORGIMENTO COLLECTION<br />

COOLlDGE FUND<br />

1931<br />

PROPRIETÀ LETTERARIA<br />

I<br />

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SUPPLIZI E SUPPLIZIATI il{ ROMA<br />

DAL SECOLO DECIMOQUARTO IN POI<br />

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Nella mia pubblicazione Le giustizie a Roma J, oltre<br />

il Libro dell' Abate Ghezzi ileI quale sono registrati i<br />

supplizi eseguiti nella città dal 1674 al 1740, e le relazioni<br />

dei processi e morte dell' Abate Rivarola, del<br />

Conte Trivelli e dei fratelli Missori, recai le Annotazioni<br />

del Carnefice Giambattista Bugatti dal 1796 al<br />

1840, corredandole <strong>di</strong> un saggio storico sulla Ghigliottina<br />

e <strong>di</strong> notizie intorno a quell'esecutore <strong>di</strong> giustizia<br />

che per il primo applicò in Roma la macchina<br />

<strong>di</strong> morte perfezionata in Francia. Or bene j le Annotazioni<br />

del Bugatti e le mie notizie erano incomplete,<br />

poichè l'opera o, per <strong>di</strong>r meglio, le operazioni del Bugatti<br />

non ebbero termine col 1840, ma continuarono<br />

invece fino al 1864.<br />

Grazie pertanto a cortese comunicazione dell' egregio<br />

sig. Luigi Moran<strong>di</strong>, il quale ha inoltre bellamente<br />

riassunte le notizie da esso raccolte circa le<br />

Annotazioni ed il loro autore in una Nota su <strong>Mastro</strong><br />

J Roma. _ Forzani 1882.<br />

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8 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI IN ROMA<br />

zolo. Gli altri se<strong>di</strong>ci erano volgari assassini <strong>di</strong> strada.<br />

e vanno compianti per la mala compagnia che ebbero<br />

nelli ultimi momenti <strong>di</strong> vita.<br />

Non posso, nà potendolo vorrei, rifare qui la storia.<br />

della ghigliottina in Italia, già tracciata nel mio relativo<br />

Saggio stampato nella detta pubblicazione, l ma<br />

in conferma <strong>di</strong> quanto ivi affermai ricordo altri supplizi<br />

<strong>di</strong> decapitazione in Roma nel secolo decimosesto.<br />

Primo, quello celebre dei caraffeschi, Duca <strong>di</strong> Pa­<br />

Hano, Conte d'Alife e Don Leonardo <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ne, decapitati<br />

in Tor <strong>di</strong> Nona nel marzo 1661 j il Car<strong>di</strong>nale fu<br />

strangolato in Castel S. Angelo. Poi l'altro <strong>di</strong> un<br />

cappuccino <strong>di</strong> nome Curzio da Cave decl1pitato in Ponte<br />

la mattina del lO Luglio 1566, dove nel 4 Agosto 1668<br />

eguale supplizio toccò a Messer J acopo Margani ed a<br />

Madonna Caterina dell' Anguillara, moglie <strong>di</strong> mellser<br />

Ban<strong>di</strong>no Piccolomini gentiluomo senese.! TI supplizio<br />

della forca già. in uso da molto tempo non applicavasi,<br />

neppure nel cinquecento, ai condannati <strong>di</strong> casta privilegiata,<br />

quali erano gli ecclesiastici ed i nobili.<br />

L'eguaglianza davanti alla pena, se non alla legge,<br />

venne in Roma soltanto dopo la rivoluzione.<br />

Di casta privilegiata non si consideravano, tranne<br />

fossero nobili <strong>di</strong> nascita, i poveri menanti o fogliettanti<br />

condannati a morte in Roma, che vanno regisLrati nel<br />

lungo martirologio della libertà. dì pensare e <strong>di</strong> scrivere.<br />

Gli Abati Rivarola e Volpini (1708 e 1720) il<br />

Conte Trivelli (1737) furono decapitati, 3 ma Niccolò<br />

1 Ve<strong>di</strong> Giustizie a Roma, p. 145.<br />

• Reco nell'Appen<strong>di</strong>ce un Documento riguardante il supplizio dei<br />

Caraffa e i Processi Verbali degli altri supplizi redatti dalla Compa·<br />

gnia <strong>di</strong> S. Giovanni deoollato (Documenti N. 1. 2 e S.)<br />

• Ve<strong>di</strong> Giustizie <strong>Il</strong> Roma, p. 80.60. 90.126 e 198. Pel Conte Trivelli<br />

reco nell'Appen<strong>di</strong>ce il testo della Sentenza (Documento N. '.)<br />

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DAL SECOLO DECIMOQUARTO IN POI 9<br />

Franco (1569) Annibale Cappello (1587) e Bernar<strong>di</strong>no<br />

Scatolari (1685) morirono sulla forca. Abbastanza<br />

noto il Franco, che fu la prima vittima dei crudeli<br />

e<strong>di</strong>tti <strong>di</strong> Pio V contro i gazzettanti, se pure impulso<br />

determinante alla condanna <strong>di</strong> lui non venne dal suo<br />

famoso <strong>di</strong>stico per certe latrine fatte fare dal Papa.<br />

Poco o punto noti il Cappello e lo Scatolari, intorno<br />

ai quali, o almeno alle loro condanne, pe,sso recare<br />

qualche notizia.<br />

Curzio Benassai in un Foglio <strong>di</strong> A '1-"lisi da Roma<br />

<strong>di</strong>retto al Bali Ippolito Agostini signore <strong>di</strong> Caldana<br />

in data 9 ottobre i587 I scriveva: - "Annibal Cappello<br />

Menante qua principalissimo per havere straparlato<br />

oltre misura nello scriver nuove è stato scoperto et<br />

perseguitato con or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> S. S. sia appiccato subito<br />

che s'havesse in le mani della giustizia ma egli se ne<br />

scampò via <strong>di</strong>cesi sotto il favore dell' Ambasciatore <strong>di</strong><br />

Francia, ma hoggi s'è detto che sia stato preso che<br />

sendo vero saria una malissima nuova per lui. "<br />

Pur troppo la malissima nuova era vera. Un altro<br />

foglio <strong>di</strong> Avvisi del 23 ottobre 2 reca:<br />

<strong>Il</strong> Quel capo <strong>di</strong> Novellanti Aniballe Capello dopo<br />

essere stato scomunicato da Sua Santità et cascato in<br />

censura et pene ecclesiastiche per haver scritto a <strong>di</strong>versi<br />

principi contro ogni dovere et giustitia cose<br />

poco lecite <strong>di</strong> questa corte, è stato finalmente preso<br />

a Pesaro, <strong>di</strong> dove se ne viene legato qua per ricevere<br />

il condegno gastigo delle sue mal<strong>di</strong>cenze:"<br />

I Co<strong>di</strong>ce della· Biblioteca <strong>di</strong> Siena DV. 1. - Vi sono Lettere<br />

ed Avvisi <strong>di</strong> Roma <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> Curzio Benassai <strong>di</strong>retti al BaH Ippolito<br />

Agostini signore <strong>di</strong> Caldana in data 24 aprile, S detto, 9<br />

ottobre, 18 <strong>di</strong>cembre 1587 e agosto 1589.<br />

• Archivio <strong>di</strong> Firenze, Avvui <strong>di</strong> Roma, Filza <strong>di</strong> N. 4027 verde.<br />

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DAL SECOLO DECIMOQUARTO IN POI 11<br />

chi (Innocenzo XI)' lo. gloria <strong>di</strong> aver ricominciata lo.<br />

serie con lo. forca cui fu appiccato il povero Scatolari<br />

- L'inviato savojardo Negri, che non era favorevole<br />

allo Scatolari perchè il foglietto <strong>di</strong> lui se manda fonri<br />

da quei <strong>di</strong> Farnese (il Palazzo, residenza dell'Ambasciatore<br />

francese avverso a Casa Savoja) onde si asteneva.<br />

dal proporlo al Ministro San Tommaso per le sue comunicazioni,<br />

scrive in da.ta 2 agosto 1685: "Presente-<br />

usoire per opera <strong>di</strong> uno spione, il quale travestito gli andò a parlar!!<br />

e lo oonsigliò ohe era meglio se ne torn&B8e à oasa, e non temesse<br />

<strong>di</strong> oosa aloDDa e oosl essendo usoito <strong>di</strong> chiesa fu subito preso dalla<br />

corte, et menato in Torre <strong>di</strong> nona .•<br />

__ Alli U <strong>di</strong> J.uglio fu tagliata la testa in prigione a IIOlHliguore<br />

Amodei sopradetto per l'homici<strong>di</strong>c che hnveva fatto, et altri delitti<br />

e partioolarmente per le pasquinate che gli furono trovate. <strong>Il</strong> 1\110<br />

corpo stette esposto in ponte per un hora et poi fu portato alla<br />

chiesa <strong>di</strong> S. Salvatore del lauro dove stette tutto il giorno, et poi<br />

la sera a notte fu portato a sepellire a S. Marco perohè era Venetiano<br />

.•<br />

<strong>Il</strong> Governatore Spada nel suo <strong>Diario</strong> entra in più minuti partioolari<br />

oiroa il delitto che fu oommesso nel 2 giuguo, ma finisoe 001 <strong>di</strong>re<br />

del povero Monsignore: - " Fu dunque, quando il rigore della giustizia<br />

non lo permettesse per questo capo, per al tre 8crittur8 proibite<br />

da lui confessate decapitato in Tor<strong>di</strong>nona il 14 Luglio .•<br />

E pei Marchese Manzoli gli Avviai reoano:<br />

(Urbinate) 6 Dicembre 1686-"Lune<strong>di</strong> mattina nel Cortile deUeCarceri<br />

<strong>di</strong> Torre <strong>di</strong> Nona fu tagliata la testa al Marchese Manzoli, sendo<br />

dopo il suo eadavere trasportato a pie<strong>di</strong> delle 80ale <strong>di</strong> Campidoglio<br />

a pubblioa vista e poi nella Piazza Giudea furono appiccati due altri;<br />

tutti per causa <strong>di</strong> libelli famosi .•<br />

E il Gigli registra:<br />

Decemhre 1686 - "Al primo <strong>di</strong> Dicembre era stato la notte decollato<br />

nelle Carceri <strong>di</strong> Campidoglio il Marchese Manzoli Bentivogli<br />

Bolognese per un libro <strong>di</strong> pasquinate che li era stato trovato in Casa,<br />

senza che lui confes.assA mai cosa alcuna, ma convinto per 2 testimonij,<br />

li quali furno l'istessa mattina impicoati in piazza Giudea:<br />

il corpo del Marchese decollato stette tutto il giorno esposto a piè<br />

<strong>di</strong> Campidoglio, et <strong>di</strong>cesi che uno de testimonij, prima <strong>di</strong> morire<br />

<strong>di</strong>sse, che loro l'hnvevano accusato <strong>Il</strong>. torto, essendo quello innocente.<br />

Ma ciò che si fusse; fu poi notat.o che tutti quelli, che ebbero parte<br />

nella sua Morte, perirono malamente, .. t fra li altri un Notaro mori<br />

furioso, il Car<strong>di</strong>nnle Ve rospi mori all'improviso. Pietro Colangelo<br />

che allora era fiscale ùi Campidoglio morì ùi notte vomitnndo moHo<br />

II&ngue .•<br />

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DAL SECOLO DECUIOQUARTO IN POI 18<br />

ban<strong>di</strong> generali, che ingiungono quella <strong>di</strong> morte, e<br />

S. Santità ne resta con. somma inquietu<strong>di</strong>ne." l<br />

Pianto <strong>di</strong> coccodrillo! - il male era fatto. - Ricominciato<br />

oramai il sistema, Roma doveva vedere,<br />

sempre con l'abituale in<strong>di</strong>fferenza, alt.re esecuzioni capitali<br />

<strong>di</strong> poveri martiri colpevoli soltanto <strong>di</strong> avere<br />

messo in carta il proprio pensiero sui fatti che vedevano<br />

e raccontavano.<br />

I pontificati <strong>di</strong> Alessandro. vm (Ottoboni), d' Innocenzo<br />

XII (Pignatelli), d'Innocenzo xm (Conti) e<br />

<strong>di</strong> Benedetto XIII (Orsini) passarono immuni da tanta<br />

vergogna. - non così quello <strong>di</strong> Clemente XI (Albani)<br />

che volle il sangue del Rivarola e del Volpini, nè<br />

l'altro <strong>di</strong> Clemente XII (Corsini) che non seppe perdonare<br />

al Conte Trivelli, mentre perdonò al prete complice<br />

<strong>di</strong> lui.<br />

Ma quanto profonda pietà destano nell'animo <strong>di</strong><br />

chi ripensi il lungo martirologio, scritto col ferro e col<br />

fuoco dei pat.iboli cattolico-romani, queste povere vittime<br />

<strong>di</strong> un'opera che oggi merita <strong>di</strong> essere conosciuta<br />

ed onorata come precursora della grand'arte giornalistica<br />

elevata a tanta potenza con la stampa quoti<strong>di</strong>ana!<br />

Ed a loro nessuno pensa! Si eriga e presto .un monumento<br />

a Giordano Bruno, la cui strana figura rifulge<br />

illuminata dalle fiamme fra le quali sparì - credo <strong>di</strong><br />

essere stato io il primo a chiederlo un tale monumento!<br />

- ma si memorino anche gli altri, chè il Bruno<br />

l Debbo alla cortesia del sig. Domenico Perrero la comunicazione<br />

dei <strong>di</strong>spacci del N egri al San Tommaso.<br />

• Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce della Gao:zettG d'Italia N. 172 e 12& del 1875<br />

8,1 anche il mio articolo Giordano Bruno li Don Arcangelo LoUi nel<br />

N. 6 (bili) 1885 dell' AteneQ iCaliano.<br />

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16 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI IN ROMA<br />

"Quell'eretico inglese, che fece quella sceleritl\, che<br />

Bcrissi, nellr. Chiesa <strong>di</strong> san Pietro, è stato abbrugiato<br />

vivo con haverseli dati molti colpi <strong>di</strong> fuoco nel corpo<br />

con torce accese, mentre che lo. conducevano al patibuIo,<br />

nel quale è stato con tanta fermezza che ha<br />

dato da ragionare assai."<br />

Nel 1594, altri casi, così raccontati da Marc'Antonio<br />

Valena nelle sue Memorie ine<strong>di</strong>te: l<br />

"Facendo la processione con il Santissimo Sacramento<br />

g1i Monaci <strong>di</strong> Sant'Agata, un Luterano Inglese<br />

volle gettare il Santissimo in terra, fu <strong>di</strong>feso da<br />

fedeli che l'accompagnavano e fu preso da essi e<br />

mandato nella Inquisizione, dove per esserci stato altre<br />

volte e relasso fu menato in carretto avanti detta chiesa,<br />

gli furono tagliate le mani, gli avevano messo la mordacchia,<br />

con torcie accese lo brugiavano per la strada,<br />

fu condotto in Campo <strong>di</strong> Fiori e fu brugiato vivo, era<br />

giovane <strong>di</strong> trenta anni in circa."<br />

"Poco tempo doppo fu brugiato vivo un Luterano<br />

vecchio con barba longa., andava <strong>di</strong>sputando per la<br />

strada con dui Capuccini."<br />

Dio mi guar<strong>di</strong> dallo scusare le azioni <strong>di</strong> questi fanatici,<br />

ma Roma papale doveva intendere che essa<br />

faceva dei martiri, precisamente come Roma pagana<br />

aveva fatto coi seguaci del cristianesimo. E il nome<br />

<strong>di</strong> questi martiri ehi lo sa?<br />

Nell'Anno Santo centesimo del 1600 la brutta storia<br />

ricomincia. Gli Avvisi del 12 febbrajo recano: "In S.<br />

Marcello l'altro hieri fu fatto prigione un heretico il<br />

I Ve<strong>di</strong> il mio articolo: Uno ,erittore <strong>di</strong> aneddoti romani nel seeolo<br />

d


DAL SECOLO DECIMOQUARTO IN POI 17<br />

quale, <strong>di</strong>cono, mentre quel Parrocchiano haveva fatto<br />

un battesmo si era accostato al fonte battesmale per<br />

rubbare l'olio santo . della Cresima, et fu condotto al<br />

Sant'Uffitio dove si purgherà si hp,verà qualche mal<br />

humore, et succedendo questi casi simili quasi vado<br />

credendo quel che in Roma si <strong>di</strong>ce per il volgo che<br />

il Papa habbi avuto avviso che sieno partiti molti heretici<br />

da <strong>di</strong>versi luoghi per esser in Roma all' Anno<br />

Santo a far <strong>di</strong> burle simili, et farsi ammazzare, ma se<br />

sarà vero, quà gliene caveranno la voglia."<br />

Ma non pare che gliela cavassero la voglia. La propaganda<br />

protestante s'infiltrava nel clero alto e basso.<br />

È noto il fatto <strong>di</strong> Monsig. Marc'Antonio de Dominis<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> Bpalatro. Men noto ciò che avvenne<br />

dopo la sua morte. Lascio la parola al Valena:<br />

"L'Arcivescovo <strong>di</strong> Spalatro apostatò et andò in Inghilterra<br />

con un Monaco Benedettino j finsero <strong>di</strong> ritornare<br />

cattolici j venuti in Roma furono ribenedetti j<br />

fra poco tempo l'Arcivescovo morì e fu sotten'ato<br />

nella chiesa della Minerva. Per via <strong>di</strong> certe lettere<br />

fu scoperto che ancora persisteva nell'eresia, fu <strong>di</strong>sotterrato<br />

et il cadavere fu brugiato in Campo <strong>di</strong><br />

Fiore j il Monaco Benedettino per alcuni furti fatti<br />

in San Pietro fu degradato e giustiziato." l<br />

I Riguarda il processo <strong>di</strong> questo Arcivescov() un curiolO documento<br />

che trovo nel Regesto delle Carte 8tro::ziane dell' Archivio<br />

<strong>di</strong> Firenze pubblicato dall' illustre Comm. Guasti. È una lettera<br />

del Car<strong>di</strong>nal MiUini al Nunzio a Firenze del 15 marzo 16\1;:<br />

• Molto IU.'· et R.mo S," Essendosi, il giorno <strong>di</strong> S. Tomaso, publi-<br />

06mente letta et eseguita la sentenza' contra Marc'Antonio de Dominis,<br />

già arcivescovo <strong>di</strong> Spalatro, heretico relasso et fintamente<br />

convertito, <strong>Il</strong> parso bene a N. S,,· che V.S. habbi intiera notitia <strong>di</strong><br />

questo fatto, per valersene, secondo la sua prU!lenza, alle occasioni.<br />

Mi ha però or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> mandnrle, como fo, copia della sentenza;<br />

con avvertirla ohe, sotto pena <strong>di</strong> scomunica latae sententiae, ella<br />

2 - AnT:\lOLJ,O, lIf"Rfro TUffi,<br />

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18 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI IN ROMA<br />

Anche peggiore del rogo era altro supplizio in<br />

uso pei delitti d'eresia, <strong>di</strong> sortilegio, e congeneri, che<br />

non dava una morte più o meno imme<strong>di</strong>ata, ma a<br />

poco a poco, a centellini. Racconta Giovanni RucelIai<br />

nel suo Zibaldone quareSimale l <strong>di</strong> aver veduto<br />

nell'Anno Santo 1450 due donne murate in due pilastri<br />

della Chiesa <strong>di</strong> S. Pietro, solo con una buca dove si<br />

porge loro il mangiare. Ignoro se le due donne del<br />

1450 fossero murate per condanna <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ce o per penitenza<br />

spontanea, ma è un fatto notorio che la Santa<br />

romana Inquisizione adottò nel suo co<strong>di</strong>ce penale la muratura<br />

a vita. Nel processo celebre che portò al patibolo<br />

il Carnesecchi (1567) furono condannati ad esser<br />

murati in vita Girolamo Guastavillani gentiluomo, Filippo<br />

Capiduro dottore in legge, Ottaviano Fioravanti<br />

mercante bolognese e Girolamo dal Pozzo <strong>di</strong> Faenza,<br />

quest'ultimo per essere inutile alla galera. Ed un secolo<br />

più tar<strong>di</strong>, l'uso <strong>di</strong> questa pena durava ancora i <strong>di</strong>fatti<br />

fra le donne ree del sordo macello! <strong>di</strong> mariti me<strong>di</strong>ante<br />

l'acqua tofana (1659) molte furono murate nelle carceri<br />

dell' Inquisizione, secondo riferisce Giacinto Gigli.<br />

Sarebbe qui fuori <strong>di</strong> luogo qualsiasi cenno circa le<br />

giustizie non capitali che si eseguivano per la citta<br />

quasi a pubblico <strong>di</strong>vertimento, come la corda, il cavalletto,<br />

la frusta tura delle meretrici, ed altre piacevolezze<br />

non ne faccia per sè copia, nè la <strong>di</strong>a ad altri i ma sia obligat.a.<br />

quando da cotesta Nuntiatura. ritorni a. Roma, in termine <strong>di</strong> 15<br />

giorni. consignarla al Santo Offitio. Si contenta però S. Beatitu<strong>di</strong>ne<br />

che V. S. lo. possa leggere a due o tre de' più qualificati soggetti<br />

della sua Nuntiatura ....•<br />

l M. S. posseduto dal sig. TempIe Leader - Ve<strong>di</strong> Archivio della<br />

Societit romana ecc. 1881, Fas. ,. p. 668.<br />

I L'espressione è del Pallavicino, Vita à'Ale8Bandro VII. Ve<strong>di</strong> il<br />

<strong>Il</strong>UO JCilteri deU' Acqua To.fana - Roma 1881,<br />

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22 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI IN ROMA<br />

"C'est dans ce mouvement que consiste l'habilité<br />

du Barigel: car si les bras du patient ont été tournés<br />

avec justesse, iI souffre moins, et n'est point en danger<br />

d'8tre estropié.<br />

"Les bras du patient étant tournés vers les dos, le<br />

Barigellui lie les deux poings enaemble, entre la main<br />

et l'article du braso <strong>Il</strong> se sert pour cela d'une ligature<br />

très-forte, et très-douce composée de plusieurs<br />

gros fils, cu trèl!-petites cordes mones enveloppées<br />

dans un cuir mince, et tendre cousu proprement qui<br />

font une corde de neuf à. <strong>di</strong>x lignes de <strong>di</strong>ametre j après<br />

qu'iI a lié les deux poignets ensemble, il attache la<br />

boucle qu'iI fait de cette ligature à. la grosse corde,<br />

qui doit tenir le patient suspendu en l'air. Alors il<br />

embrasse le patient par le milieu des cuisses, et l'éleve<br />

en l'air pendant que les Sbires tirent la grosse corde<br />

passée dans une poulie attachée au plat-fond, et quand<br />

le patient est à. une hauteur raisonnab]e, et que la<br />

grosse corde est attachée à. une boucle de fer scellée<br />

dans la mllraille, le Barigel lache le patient le plus<br />

doucemEmt qu'il lui est possible, afin que le déboitement<br />

des épaules soit moina douloureux, et moins sujet<br />

à. estropier le patient.<br />

C'tlst alors que le criminel ressent des douleurs<br />

qu'iI est impossible d'exprimer, parce que la pesanteur<br />

de son corps déboite ses épaules, et renverse ses<br />

bras par-dessus sa t8te d'une maniere infiniment douloureuse.<br />

<strong>Il</strong>" doit demeurer en cet état pendant une<br />

]leu1'e, à. moins qu'il ne lui survienne une foiblesse si<br />

consitlerab]c, que les Medecins declarent qu'ils en craignent<br />

les suites, ou que par l'aveu de sa faute, et la<br />

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24 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI IN ROMA<br />

ne peut pas durer davantage, il fut détaché et rela.ché<br />

quelque tems après faute de preuves.<br />

"Mais comme tout le monde n'a pas la meme<br />

adresse, ni la mame force de reins, ceux que l'on applique<br />

à cette torture souffrent au-delà de ce qu'on<br />

peut <strong>di</strong>re. En peu de momens il sont couverts de<br />

sueur, ils ont de frequentes défaillances. On les fait<br />

revenir, non pas II:vec le foliet, comme (In <strong>di</strong>t qu'on<br />

eu use en d'autres Pals avec ceux qui sont étE'ndus<br />

sur le chevalet, mais en leur souffiant de l'eau de la<br />

Reine d' Hongrie au visage, avec cetto precaution qua<br />

le Barigel les en avertit auparavant, afin de les empecher<br />

de faire quelque mouvement qui feroit remuer la<br />

corde, et -leur causeroit une augmentation de douleurs.<br />

"Car quoique cette question soit très-rude, on conserve<br />

cepeLdant toute l' humanité possible envers ceux<br />

qui y sont appliqués. La chambre OÙ ils souffrent est<br />

bien close, les J uges, les Medecins, et les Questionnaires<br />

sont en silence, et ne font pas le moindre mou­<br />

vement j on compatit au malheureux, et comme si le<br />

mouvement de l'air pouvoit augmenter sa peine, on<br />

prend toutes les précautions imaginables pour qu' il<br />

soit dans un profond repos.<br />

"La Question qu'on appelle la veille, parce qu'on<br />

suppose, que celui qui y est appliqué pendant douze<br />

heures entieres, ne peut dormir à. cause des douleurs<br />

vives et continuelles qu'il y souare. On en va juger<br />

par la description que j'en vais faire.<br />

"Le criminel étant dépolii1lé tout nud, est rasé<br />

entierement j on lui atta che les bras derriere le dos,<br />

de la mame maniere et avec la mame attention que<br />

j'ai remarqué dans le Volume précedent qu'on les at-<br />

,<br />

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-<br />

DAL SECOLO DECIMOQUARTO IN POI 25<br />

tache à, ceux que l'OD doit appliquer lÌ. II!- question de<br />

la corde. On le fait asseoir lÌ. terre, et on lui lie les<br />

pieds à, un long, et un gros bil.ton, les plus écartés<br />

l'un de l'autre qu'il est possible. Dans cet état trois<br />

ou quatre hommes l'élevent en l'air environ à,la hauteur<br />

de 4 pieds; et pendant qu'ils le tiennent étendu,<br />

on attache la corde qui lui lie les bras lÌ. un crampon<br />

scellé dans le mur à <strong>di</strong>x pieds de hauteur. . On attache<br />

avec une autre corde le baton, où les pieda<br />

sont arretès, ii un autre crampon scellé dans le mur opposé<br />

environ à six pieds de hautellr, et on met aouN<br />

les feasea du patient un traitteau de quatre piede<br />

de hauteur, au milieu duquel il y a une cheville quarrée<br />

d'environ quatre à cinq pouces de hauteur, et de 9 à lO<br />

!ignes en quarré sur laquelle on pose 1'08 sacrum du patient,<br />

c'est ce qui le doit solltenir sans remuer, et surquoi<br />

tout le corps doit porter pendant tout le tema que<br />

doit durer la torture. S'il glisse de dessus ce pivot, il<br />

sent aussi-t6t Ies douleurs de la corde, qui lui déboite<br />

les épaules, parce qu'il n'a que ce solltien: on le remet<br />

aussi-t6t sur ce douloureux pivot, où il faut que son<br />

corps repose dans un équilibre, qui ne manque paa<br />

de lui causer Ies plus vivea douleurs que l'on se puisse<br />

figurer. On <strong>di</strong>t que les trois OÙ quatre premieres<br />

heures sont Ies plus <strong>di</strong>fficiles à soutenir, parce que<br />

Ies sens étant encore alors dans toute leur vivacité,<br />

sont bien plus t'usceptibles de douleurs, que qUll.lld ilI'!<br />

se trollvent affoiblis, émollssés et prosternés, ponr me<br />

servir d'un terme usité parmi Ies l\ledecÌlls. <strong>Il</strong> arrh-e<br />

or<strong>di</strong>nairement que le patient se vuide pendant ces<br />

quatre premieres heul'es; c'est un soulagement pour<br />

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26 SUPPLiZI E SUPPLIZIATI IN ROMA<br />

lui; quand il ne le fait point, tout est à. craindre pour<br />

sa vie.<br />

" Qllelque accident qui lui arrive dans cet état de<br />

douleurs, on ne lui donne d'autre soulagement que quelques<br />

goutes d'eau de la Reine de Hongrie qu'on lui<br />

soufRe au visage, après l'en avoir averti; afin que la<br />

surprise ne lui fasse pas faire quelque mouvement qui<br />

augmenteroit ses douleurs, en le faisant sortir du pivot<br />

qui le supporte, on ne lui donne jamais autre<br />

chose.<br />

"Dans cet" état il sue abondamment; c'est une<br />

suite dIO la contrainte OÙ il est, et des douleurs qu'il<br />

ressent. La sueur <strong>Il</strong>e la partie superieure de la tete<br />

se rassemble au bout du nés; et on <strong>di</strong>t qu'elle lui<br />

cause une inquietude et une démangeaison insupportable.<br />

Celui qui y fut appliqué à Civita-Vecchia, étoit<br />

un habile homme, et point du tl'ut novice dans l'art de<br />

sot'ìtenir un pareiI tourment. Quand la goute de sueur<br />

parvenue au bout du nés commençoit à l'incommoder,<br />

il la souffioit en l'air, et s'en délivroit ainsi. TI avoit<br />

souffert la veille, avant d'etre condamné aux Galeres<br />

pour toute sa vie, c'est-à-<strong>di</strong>re, qu'il avoit commis un<br />

crime qui meritoit la mort, et que n'ayant l)as voulu<br />

l'avoiier à. la question, on avoit commué la peine de<br />

mort, à. laquelle on n'avoit pt'ì le condamner, en celle<br />

des Galeres à perpetuité.<br />

"Au reste OD a une attention extreme à ne pc.int<br />

augmenter les douleurs du patient, en le touchant Oli<br />

en causant quelque mouvement dans la chambre OÙ il<br />

E'st. Les fenetres sont fermées, il y a des poeles de<br />

fen, fluand il fait fl·oicl. Les :M:edecins et les Chirurgiells<br />

sont dans une chambre voisine; de tems en tems<br />

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30 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI IN ROAIA<br />

terre, il s'y éten<strong>di</strong>t, et s'y en,dormit paisiblement; -on<br />

le laissa dormir jusqu' à deux heures avant le jour<br />

qu'on le reveilla pour lui faire entendre la Messe, le<br />

Confesseur lui parla encore e11 particulier, lui donna<br />

l'absolution, et lui appliqua l' Indulgence in artÌl:ulo<br />

mortis, dont le Pape gratifie ceux qui se trouvent en<br />

cet état, on lui fit entendre la Messe, il y communia,<br />

et après son action de grace, on le fit dejellner. Comme<br />

ce devoit etre son dernier repas, les Confreres le presserent<br />

de s'en bien acquitter, il le fit, et tout le monde<br />

fut content de ses bonnes manieres. Son confesseur<br />

le reprit ensuite, et l'heure étant arrivée, on l'avertit<br />

qu'il étoit tems de prendre le chemin du Ciel. <strong>Il</strong> auroit<br />

bien volontiers <strong>di</strong>fferé ce voyage encore vingtcinq<br />

ou trente ans; mais on l'assura si positivemllnt qu'il<br />

<strong>di</strong>fferoit son bonheur en <strong>di</strong>fferant son depart, qu' il se<br />

leva alegramente, et suivit la procession qui avoit déja<br />

commencé à marcher.<br />

"Le Boureau ne l'avoit pas encore approché, il se<br />

presenta à la porte de la salle, et lui <strong>di</strong>t civilement<br />

le chapeau bas, en lui presentant un J ule, mon frere,<br />

voilà pour faire <strong>di</strong>re une Messe pour le repos de ton<br />

ame. Après ces douces paroles, il mit son chapeall,<br />

et lui lia les mains sans lui 6ter les menottes, et les<br />

bras d'une maniere qu'il ne pouvoit pas avoir aucun<br />

mouvement, il tenoit par derriel'e avec son commis les<br />

bout.s de ces cordes afin que le patient ne lui échap­<br />

pll.t pas.<br />

"La Confrairie de la mort marchoit à la tete, les<br />

Confreres étoient revetus de lenrs sacs, et avoient le<br />

visage couvert. <strong>Il</strong>s psalmo<strong>di</strong>oient d'un ton lugubre le<br />

Miserere: Ies renitena bleils les suivoient, et les blanclI<br />

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DAL SECOLO DECIMOQUARTO IN POI 31<br />

ayant le poste d'honneur marchoient les derniers, ils<br />

psaImo<strong>di</strong>oient d'un ton lugubre le meme Psaume du<br />

meme ton, et pour ne pas s'interrompre, ils psalmo<strong>di</strong>oient<br />

les uns après les autres de maniere que quand<br />

une Compagnie chantoit les autres se taisoient. Les<br />

Barigels des Villes des environs, et les Sbires marchoient<br />

après les Confrairies i ils étoient habillés comme<br />

en un jour de Fetes, le gargousier couvert d'une plaque<br />

d'argent, le pistolet il. la ceinture, et la carabine entra<br />

Ies bras, ils faisoient deux files, au milieu desquelles<br />

marchoit le patient, sui vi, et tenu par le Boureau et<br />

son commis, et entouré de son Confesseur et de plusieurs<br />

Religieux ses Consolateurs et Confortateurs, qui<br />

avoient tous à. la main des écrans de carton, assez<br />

grands, Otl ét,)ient representés les l\fysteres de la Passion<br />

de Notre Seigneur, ils les tenoient devant le patient<br />

afin qu'il ne pll.t appercevoir la potence Otl il<br />

alloit finir ses jours. <strong>Il</strong>s passerent en cet ordre par<br />

la seconde rue qui conduit il. la PIace d'Armes: il n'y<br />

auroit pas eu de prudence de passer par. la grande<br />

me, elle est étroite, le portail de l'Eglise de la Paroisse<br />

y est placé, et si par un effort bien concerté, le<br />

patient avoit pll. mettre seulement le pied sur le terrein<br />

privilegié qu'on appelle il 8acrato, la Justice et<br />

le Boureau auroient perdus leurs peines, le criminel<br />

auroit été en lieu de st1reté, et malhenr il. ceux qui<br />

lui auroient voulu faire la moindre violence i quelque<br />

repugnance que nos Peres eussent à. donner azile à<br />

ces sortes de gens, il ell.t fallu recevoir, et proteger<br />

celui-ci, on s'exposer à. etre lapidés par le peupIe, qui<br />

n'eftt pas respecté en pareille occasion, ni nos personnes,<br />

ni le Hen sacré où noua étions. Les processionil<br />

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36 SUPPLIZI E SUPPLIZIATI iN ltOMA<br />

traverses à. tenona, et à moptoises, une à. ehaque<br />

extremité, et une envil'On à quinze pouces au-dessue<br />

de celle qui ferme le chas3is j c'est sur cette traversa<br />

que le patient à genoux pose son cotì j au-dessus de<br />

cette traverse est la traverse mobile en coulisse -qui<br />

se meut dans les rainures des montanI!. Sa partie<br />

inferieure est garnie -d'un large couperet de 9 à.<br />

10 pouces de 101lgueur, et de 6- pouces de largeur,<br />

bien tranchant, et bien aiguisé. La partie superieure<br />

est chargée d'un poids de plomb de soixante à quat"e-vingt<br />

livres fortement attaché à. la traverse; on<br />

leve cette traverse meurtriere jusqu'à un pouce ou 2<br />

près de la traverse d'en haut, à. laquelle on l'attache<br />

avec une petite corde, lorsque le Barigel fait signe à.<br />

l'executeur, il ne fait que couper cette petite corde,<br />

et la coulisse tombant à plomb sur le cotì du patient<br />

le lui coupe tout net, et sans danger de manquer<br />

son coup./"<br />

Non credo si possa desiderare descrizione più preci8a<br />

<strong>di</strong> quella che il Padre Labat fa della mannaia<br />

al principio del secolo decimottavo, la quale mannaia<br />

aveva senza dubbio lo stesso meccanismo usato per<br />

le -decapitazioni sino dal secolo decimosesto, e non<br />

I!oltanto in Roma l, nel quale è forza riconosoere il modello<br />

della futura ghigliottina. E la ghigliottina. ci<br />

porta <strong>di</strong>filato al Carnefice Giambattista Bugatti, il<br />

penultimo dei carnefici romani, e senza dubbio il più<br />

benemerito -<strong>di</strong> tutti i numerosi suoi predecessori nella<br />

carica. Carnefice modello, e artisttt veramente degno<br />

del teatro nel quale era chiamato ad agire e del<br />

J Veùi il ricordato mio Sag!Jio sulla. Gl<strong>Il</strong>gliu'tilia.<br />

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46 SUPPI,.JZI E ,sU.PPUZIATI IN ROMA ECC.<br />

Velluti nel ta6eruglio presso il Palazzo Chigi al Corso<br />

non era stato il cappellaio Locatelli ed anche oggi<strong>di</strong><br />

vi è chi <strong>di</strong>ce, non so con quale fondamento, <strong>di</strong> cono-;­<br />

Bcere il vero uccisore.<br />

<strong>Il</strong> Monti ed il 'fognetti appartengono alla list.a<br />

del Carnefice successivo, che pure rechiamo.<br />

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delle Giustizie esegUite da Gio. Batta. Bugatti<br />

e dal suo sucessore Vincenzo Baldueel


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ANNOTAZIONI DELLE GIUSTIZIE 53<br />

74 Gluapppe Gatti ( Impiccati e squartati al Po-<br />

75 Mattla Gatti polo li 12 febbraio 1805, per<br />

76 Valentino Margherl grassatori.<br />

77 DomenIco Civitella, impiccato il <strong>di</strong> suddetto, per grassatore.<br />

78 Luigi Masi, impiccato a Fermo li BO marzo 1805, per<br />

avere sverginato una zitella, datile <strong>di</strong>versi colpi e<br />

ucciso il padre della suddetta.<br />

79 Filippo Mazzocchl t Imp!ccati. e squartati a Ponte<br />

80 Giuseppe Guglia 11 lO ?lUgnO 1805, per grassaton.<br />

81 Sebastiano Spadonl, impiccato a lesi li 4 settembre 1805,<br />

per avere ucciso il fratello carnale e gettato nel pozzo.<br />

82 Luigi Glovansantl forzato, impiccato in Civitavecchia li<br />

23 settembre 1805, per avere ucciso <strong>Il</strong>n forzato.<br />

83 Nlccola Allcolls, impiccato e squm·tato alla Merluzza il<br />

primo ottobre 1805, per assassinj.<br />

84 Santi Morettl, impiccato e squartato al Ponticello fuori<br />

<strong>di</strong> Porta San Paolo 1805 dall'aiutante, per grassazione.<br />

85 Gioacchino q.m Bernar<strong>di</strong>no Rlnaldl, mazzolato e squartato<br />

in Campo <strong>di</strong> Fiore li 9 ottobre 1805, per avere<br />

ucciso la moglie gravida <strong>di</strong> due figli ed il garzone.<br />

A6 Paolo Salvati, impiccato e squartato in Macerata li 11<br />

<strong>di</strong>cembre 1805, per avere grassato il corriere del Papa<br />

ed un forastiere.<br />

87 Bernardo Fortuna, impiccato e squartato a Ponte Felice<br />

li 22 aprile 1806, per avere grassato il corriere <strong>di</strong><br />

Francia.<br />

88 Pasquale Rastelll, i?npiccato e squartato in Amelia li 20<br />

maggio 1806, per omici<strong>di</strong>o e grassazione.<br />

H9 Tommaso Rotllle.I, impiccato a Ponte li 9 giugno 1806,<br />

per aver ferito leggennente un ufficiale francese.<br />

90 Bernar<strong>di</strong>no Salvati, impiccato in Rieti li 12 luglio 1806,<br />

per avere ucciso un suo compare.<br />

91 Giuseppe Pistillo detto Fatino, impiccato e squartato<br />

in Terracina li 13 agosto 1806, per grassatore.<br />

92 Giuseppe Agnone, impiccato e squartato in Terracina<br />

li 13 agosto 1806, per grassazione.<br />

93 Giuseppe Chiappa, mazzolato e squal·tato in Macerata<br />

li 25 settembre 1806, per sicario, cioè fu incomben-<br />

"<br />

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72 ANNO'rAZIONI DELLE GIUSTIZIE<br />

414 Andrea Severi figlio del vivente Antonio, romano. <strong>di</strong><br />

anni 28, vaccinaro ; rei ambedue <strong>di</strong> grassazioni e furti<br />

qualificati ed omici<strong>di</strong>o, decapitati ai Cerchi li lO<br />

settembre 1853.<br />

415 Vinoenzo lanooll <strong>di</strong> Ronciglione, reo <strong>di</strong> grassazione ed<br />

omici<strong>di</strong>o;<br />

416 Franoesoo Valentlnl <strong>di</strong> Letera;<br />

417 Franoesoa Levante vedova Ferruccini, per omici<strong>di</strong>o:<br />

tutti e tre decapitati a Viterbo li 8 ottobre 1853.<br />

418 Francescu Le.ndrl <strong>di</strong> Marino, condannato a morte per<br />

omici<strong>di</strong>o preme<strong>di</strong>tato li 12 ottobre 1853.<br />

419 Gustavo Paolo Epamlnonda Rambem del fu Gustavo,<br />

<strong>di</strong> Ravenna, ex finanziere, <strong>di</strong> anni 28;<br />

420 Gustavo Marlonl <strong>di</strong> Giuseppe, d'anni 29, <strong>di</strong> Forli. ex<br />

finanziere; y<br />

421 Ignazio Manolnl <strong>di</strong> anni 30, <strong>di</strong> Ascoli, ex finanziere;<br />

tutti e tre per omicidj commessi il primo il SO<br />

aprile 1849, in persona del Padre Aquila Domenicano,<br />

Parroco alla Croce <strong>di</strong> Monte Mario j il secondo<br />

del Padre Pelliccia.jo Domenicano, Parroco della Minervo.,<br />

li 2 maggio a S. Calisto, per or<strong>di</strong>ne del crudelissimo<br />

Zambianchi Capitano de' Finanzieri, ed<br />

altri Sacerdoti uccisero; condannati al taglio della<br />

testa li 24 gennaio 18M, a Cerchi e morti impenitenti<br />

recando scandolo con bestemmie continuate.<br />

422 Sante Costantlnl da Fuligno, . scapolo, <strong>di</strong> anni 24, complice<br />

nell'assassinio del Commendatore Conte Pellegrino<br />

Rossi; condannato il <strong>di</strong> 15 novembre 1848 al<br />

tai/Zio della testa in via de' Cerchi li 22 luglio 1854<br />

alle ore 6 e un quarto.<br />

423 Pietro Chiappa<br />

424 Landerlo Civitella<br />

425 Paolo Dolci<br />

426 Filippo Dolci<br />

il primo <strong>di</strong> anni 22, il secondo<br />

<strong>di</strong> anni 30, il terzo<br />

<strong>di</strong> anni 26, ed il quarto <strong>di</strong><br />

anni 24, tutti Velletrani e<br />

rei <strong>di</strong> grassazioni ed omicidj;<br />

condannati al taglio<br />

della testa, giustizia eseguita<br />

li 9 agosto 1854 alla<br />

Piazza <strong>di</strong> S. Carlo in Vel-<br />

1etri.<br />

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74 ANNOTAZIONI DELLE GIUSTIZIE .<br />

sazione, condannato all'ultimo supplizio H 27 giugno<br />

1855.<br />

442 Arberto Cicoria <strong>di</strong> Città <strong>di</strong> Castello, per ladrocinio e<br />

omici<strong>di</strong>o condannato all'ultimo suppUzio H 26 giugno<br />

1855.<br />

44S Giosuè Mattloll <strong>di</strong> Viterbo, per grassazioni condannato<br />

all'ultimo supplizio in Viterbo;<br />

444 Neri Domenico Vetralla, rei <strong>di</strong> grassazione; condannato<br />

all'ultimo supplil$io li SO giugno 1855.<br />

445 Benedetto Ferri <strong>di</strong> Casali <strong>di</strong> Viterbo, reo <strong>di</strong> grassazione<br />

condannato a morte a Viterbo li SO giugno 1855.<br />

446 Salvatore Tarnalll <strong>di</strong> Casali <strong>di</strong> Viterbo, reo <strong>di</strong> grassazione<br />

condannato alla morte in Viterbo H SO giugno<br />

1855.<br />

447 Antonio del fu Fer<strong>di</strong>nando De Felici, romano, <strong>di</strong> anni 35,<br />

<strong>di</strong> professione cappellaro, per attentato commesso in<br />

persona dell'Emo. Car<strong>di</strong>nale Antonelli segretario <strong>di</strong><br />

Stato, condannato a morte li lllugHo 1855 in via de'<br />

Cerchi.<br />

448 Pietro Clprlnl <strong>di</strong> Viterbo, <strong>di</strong> anni 19, per grassazione<br />

condannato a morte in Monte Rosi li 7 agosto 1865.<br />

449 Giacomo Salvatori <strong>di</strong> Valle pietra <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Subiaco,<br />

per omici<strong>di</strong>o, condannato alla morte esemplare li 17<br />

agosto 1855 in Subiaco.<br />

450 Luigi Sarra nativo <strong>di</strong> S. Angelo, <strong>di</strong> anni 29 e .•<br />

451 Nicola Arrlgoll nativo <strong>di</strong> Treia, <strong>di</strong> anni 22, decapitati<br />

in Civitavecchia il 18 ottobre 1855.<br />

452 Alessandro Guenzl <strong>di</strong> SinigagHa, <strong>di</strong> anni 81, per omici<strong>di</strong>o;<br />

eseguita. la giustizia in Toscanella. H 15 ottobre 1855.<br />

45S Germano Projettl reo fu decapitato in Civita Castellana<br />

li 18 ottobre 1855.<br />

454 AroaAgelo Fln8ltraro da S. Buceto, per aver ucciso la.<br />

propria. moglie decapitato in Amelia. H 20 ottobre 1855.<br />

455 Pietro Paoe ( Rei <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una gio-<br />

456 Gluaeppe Partenzl vane, decapitati in Spoleto<br />

457 Martino HOIII li 28 ottobre 1855.<br />

458 Maria HOllettl t Rei <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o in persona.<br />

459 Sereftno Benfatti della. propria moglie, decapitati<br />

in Perugia. H ... 1855.<br />

460 Giovanni DI GIuseppe <strong>di</strong> Faenza,. <strong>di</strong>· anni 86, reo per<br />

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76 ANNOTAZIONI DELLE GIUSTIZIE<br />

ci<strong>di</strong>o preme<strong>di</strong>tato decapitato in Palombara il giorno<br />

<strong>Il</strong>udetto.<br />

476 Nicola De Bonls <strong>di</strong> Marcellina, <strong>di</strong> anni 27, per omici<strong>di</strong>o<br />

preme<strong>di</strong>tato decapitato come sopra il giorno sudetto.<br />

477 Antonio De Angells <strong>di</strong> Marcellina, <strong>di</strong> anni 27, per omici<strong>di</strong>o<br />

preme<strong>di</strong>tato decapitato come sopra il giorno<br />

sudetto.<br />

478 Achilie Malaccarl <strong>di</strong> Ancona, <strong>di</strong> anni SO, per aver ucciso<br />

il proprio padre decapitato in Ancona li 26 gennaio<br />

1857.<br />

479 Domenloo Carlonl <strong>di</strong> S. Valentino <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Perugia,<br />

<strong>di</strong> anni 40, per omici<strong>di</strong>o e grassazione decapitato in<br />

Perugia li 7 mal'ZO 1857.<br />

480 Anaoleto Marohettl <strong>di</strong> Giulianello, <strong>di</strong> anni 85, per omici<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> un uomo ed una donna e poi per avere incen<strong>di</strong>ato<br />

una. casola <strong>di</strong> gra.no decapitato in Monte<br />

Fortino li 5 maggio 1857.<br />

481 Domenloo Capolel del fu Ottavio, <strong>di</strong> Marino, per aver<br />

ucciso il Governatore <strong>di</strong> Marino Luigi Giuliani, decapitato<br />

in Marino li 2 maggio 1857.<br />

482 Franoesoo Ellsel <strong>di</strong> Velletri, <strong>di</strong> anni 28, per omici<strong>di</strong>o volontario<br />

decapitato in Civita Castellana li 22 decembre<br />

1857.<br />

48S Seraftno Cluool <strong>di</strong> Subiaco, <strong>di</strong> anni 34, reo <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o<br />

con animo deliberato <strong>di</strong> rubare ed altri delitti, decapitato<br />

in Subiaco li 23 gennaio 1858.<br />

484 Davldde Fosohettl <strong>di</strong> Bassanello, <strong>di</strong> anni 32, per omici<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> una donna decapitato in Orfe li 16 marzo 1858.<br />

485 GIuseppe Berlarelll <strong>di</strong> Viterbo, <strong>di</strong> anni 22, decapitato in<br />

Viterbo li 23 giugno 1858 per omici<strong>di</strong>o e grassazione.<br />

486 Carlo Camparlnl <strong>di</strong> Viterbo, <strong>di</strong> anni 21, per omici<strong>di</strong>o<br />

e grassazione morto in Viterbo il giorno suddetto.<br />

487 AlpInI GIorgIo,<br />

488 Sebbastlano Filippo,<br />

489 Rossi Pietro <strong>di</strong> S. Martino, per grassazione decapitati<br />

nella Città. <strong>di</strong> Spoleto li 17 agosto 1858.<br />

490 Vlnoenzo Pagliara <strong>di</strong> Frosinone, per omici<strong>di</strong>o con animo<br />

dehl)erato, decapitato in Frosinone li 18 ottobrtl 1858.<br />

491 Pietro Malolottl, per omici<strong>di</strong>o e sgrasso decapitato in<br />

Perllgia li 28 ottobre 1858.<br />

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A.NNOTAZIONI DELLE GIUSTIZIE 79<br />

In Roma. a.d<strong>di</strong> 21 luglio 1866 Francesoo Ruggerl e Pasqua.e<br />

Berarcll.<br />

In Supino ad<strong>di</strong> 11 febbraio 1867 'aolo Caprara,<br />

In Frosinone ad<strong>di</strong> 11 marzo 1867 Giovanni Capri,<br />

In Veroli ad<strong>di</strong> 12 marzo 1867 Ignazio Bubatl,<br />

In Za.garolo ad<strong>di</strong> 8 ottobre 1867 Asoenzo 'allfermantl,<br />

In Palestrina ad<strong>di</strong> 2S Maggio 1868 PlU!quale Dloorl,<br />

In Roma ad<strong>di</strong> 24 novembre 1868 Monti Giuseppe e Tognettl<br />

Gaetaao,<br />

In Rocca <strong>di</strong> Papa ad<strong>di</strong> 14 luglio 1869 Franoesco Martin',<br />

In Palestrina adal 9 luglio 1670 Agablto Bellomo,<br />

E questa è stata. l'ultima, per ora ........ lo sarà per<br />

sempre ?<br />

Jl&pporto aillinistro den'Interno ed il Pelami ohe vive tuttora, ma<br />

mal ridotto <strong>di</strong> mente e <strong>di</strong> corpo, volle recarsi in persona dalllinistro<br />

a perorare la causa del condannato.<br />

Questi fu ricondotto in Roma e detenuto in carcere, e dopo il<br />

oambiamento <strong>di</strong> governo fu rimeuo in libertà.<br />

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APPENDICE DI DOCUMENTI<br />

1. - Supplizio dei Caraft"a (1561)<br />

2. - Supplizio <strong>di</strong> Curzio da Cave Cappucino (1566)<br />

S. - Supplizio <strong>di</strong> Caterina dell'Anguillara. (1568)<br />

4. - Sentenza. <strong>di</strong> morte contro il Conte Enrico Trivelli. (1787)<br />

5. - Relazione del supplizio <strong>di</strong> Troilo Savelli (1592)<br />

6. - Privilegio per liberazione <strong>di</strong> conda.nnati a morte.<br />

7. - Spese <strong>di</strong> Giustizia nei secoli XVI e XVIL<br />

6 - ADEIIOLLO, Jlaatro fitta.<br />

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84 APPENDICE DI DOCUllENTI<br />

tutti gli astanti et li <strong>di</strong>sse: siate testimoni come io perdono<br />

al Papa, al Re <strong>di</strong> Spagna et al Governatore et Fiscale<br />

et altri nemici miei, poi postolo a sedere sopra una<br />

scragna li pose il carnefice il capestro al collo et dopo<br />

hauerlo fatto molto stentare lo finì pur all'ultimo <strong>di</strong><br />

strangolarlo. Andorno poi al Duca <strong>di</strong> Palliano qual condussero<br />

in Torre <strong>di</strong> Nona et. nel descender dalla prigione<br />

<strong>di</strong> Castel Sant'Angelo <strong>di</strong>mandò dove lo conduceuano, et<br />

allhora il Bargello non gli volse <strong>di</strong>re che lo conducessero<br />

a far morire, ma solo gli <strong>di</strong>sse che lo conduceua in Torre<br />

<strong>di</strong> Nona et più altro non sapea sino a qual hora, al chè<br />

detto Duca rispose che ben sapea che lo conduceuano<br />

alla morte, che Christo glielo aueua rivelato et che <strong>di</strong><br />

gratia gli lasciassero scriuere una lettera al figlio, così<br />

ridottosi nella Camera doue sta prigione con sigurtà. <strong>di</strong><br />

non far fuga Gioanni da Nepi, interessato anch' egli in<br />

questo negotio esso Duca dettò due lettere - L'una. al<br />

figlio l'altra alla sorella, le quali sono ueramente christiane.<br />

Poi fu condotto a Torre <strong>di</strong> Nona doue a lui et<br />

al Cont.e <strong>di</strong> Aliffe et Don Leonardo <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ne fu troncata<br />

la testa. Morì il Duca <strong>di</strong>spostissimo eccetto che<br />

nell'istesso voler porre il capo sotto il ceppo o tagliuola<br />

cominciò a <strong>di</strong>re aiutatemi dA gratia tentatione obrenuntio<br />

8atano et finalmente fu ispe<strong>di</strong>to. <strong>Il</strong> Conte <strong>di</strong> Aliffe si<br />

<strong>di</strong>ce che ragionaua anch' egli alcune parole chIistiane<br />

pure era fuori <strong>di</strong> sè - Don Leonardo <strong>di</strong> Carain6 morì<br />

finalmente <strong>di</strong>sposto. Delli corpi loro segui questo: il<br />

car<strong>di</strong>nale fu portato nella chiesa Transpertina, il Duca,<br />

et il Conte d'Alifie et Don Leonardo, furono portati lo<br />

mattino per tempo in Ponte. <strong>Il</strong> Duca in un cadeletto<br />

piccolo ed aRsai miserabile, oue giaeeua con una ueste<br />

<strong>di</strong> pelle intorno con due torse rosse per ciascun capo il<br />

Conte d'Aliffe et Don Leonardo erano coricati in terra<br />

su due miserabili tapeti lunghi due brazzi o circa et poi<br />

tutti infangati et calpestati dal numero delle genti che<br />

andauano a uedere. <strong>Il</strong> Car<strong>di</strong>nale è stato portato poi a<br />

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APPENDICE DI DOCUMENTI 85<br />

sepellire alla Minerua et si <strong>di</strong>ce anco il Duca. Gli altri<br />

dui <strong>di</strong>cono che li parenti trattino <strong>di</strong> condurgli a Napoli.<br />

Da Roma li viij de Marzo MDLXI.<br />

All'<strong>Il</strong>l.mo et Ecc.mo SiO.<br />

et P.ron suo oss.mo<br />

<strong>Il</strong> Sig. Duca <strong>di</strong> Mantua<br />

in Mantua<br />

Di V. E.<br />

Humil.mo Servidore<br />

.p.nee.e. Th.Dnloft<br />

(Archivio Gonzaga - Ca1·teggio<br />

da Roma ad annum)<br />

Pubblicato dall'egregio Cav. ANTONIO BEllTOLOTTI nel Giornale<br />

n P.Muro dti GiOl1Gfti l° Aprile 1886.<br />

DOCUMENTO N. 2.<br />

1566. - "Martedì 9 <strong>di</strong> Luglio a ore quattro <strong>di</strong> notte<br />

si trovarono li deputati <strong>di</strong> nostra Compagnia in Torre <strong>di</strong><br />

N ona nel quale luogo ci fu consegnato per dover morire<br />

per via <strong>di</strong> giustizia<br />

Curzio cappuccino da Cave,<br />

il quale avendo fatto la confessione si rese in colpa dei<br />

sua peccati, e pregò il Signore Id<strong>di</strong>o a dargli fortezza<br />

nell'estremo punto e domandò perdono a tutti. Disse che<br />

aveva dato in fiera <strong>di</strong> Farfa a Giannagolo Maria ducati<br />

60 d'oro a conto <strong>di</strong> quello che deve avere da lui, del che<br />

non ne appare ricevuta. Ed in Cave <strong>di</strong>ede ducati 55 <strong>di</strong><br />

moneta a messer Gaspare agente <strong>di</strong> messer Valero Cre-<br />

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86 APPENDICE DI DOCUMENTI<br />

ma<strong>di</strong>o, del che non ne appare ricevuta. Ed a Gianpietro<br />

da Segni in fiera <strong>di</strong> Farfa ducati 20 <strong>di</strong> moneta, che manco<br />

ne appare ricevuta. E quando lui venne a Roma, Menico<br />

<strong>di</strong> Julio Cieco gli aveva dati ducati 6 <strong>di</strong> paoli, i quali<br />

lui li deve avere e vuole gli sieno restituiti. E del resto<br />

dei suoi ere<strong>di</strong>ti e debiti ne appare scrittura. E non avendo<br />

da <strong>di</strong>re altro fece fine.<br />

"La mattina si <strong>di</strong>sse messa dopo la quale si comunicò<br />

Curzio da Cave con gran<strong>di</strong>ssima devozione. Accompagnato<br />

in Ponte processionalmente Curzio fu decapitato<br />

e dappoi abbruciato. La sera se ne levò la cenere, alla<br />

qnale si <strong>di</strong>ede sepoltura."<br />

DOCUMENTO N. 3.<br />

"Marte<strong>di</strong> notte venendo il mei·cole<strong>di</strong>, a <strong>di</strong> 3 d'Agosto<br />

1568, alle sei ore <strong>di</strong> notte in Roma fu menata nel luogo<br />

solito della Compagnia della Misericor<strong>di</strong>a in Torre <strong>di</strong><br />

Nona per esser fatta morire per via <strong>di</strong> giustizia madonna<br />

Caterina dell'Anguillara, la quale resasi in colpa dei sua<br />

peccati e confessatasi <strong>di</strong>sse perdonare a tutti quelli che<br />

l'avessero offesa siccome ancora desidera che sia perdonato<br />

a lei e volendo fare un co<strong>di</strong>cello al testamento ultimamente<br />

da lei fatto, <strong>di</strong>sse restando fermo il detto testamento<br />

e le cose contenute in esso, lascionne scu<strong>di</strong><br />

venti ai poveri vergognosi, e ducati <strong>di</strong>eci alla Compagnia<br />

<strong>di</strong> San Giuseppe sotto Campidoglio, e <strong>di</strong>chiarò ancora che<br />

il legato dei cento cinquanta ducati l'anno, lasciato da<br />

lei nel prefato testamento a messer Ban<strong>di</strong>no Piccolomini<br />

gentiluomo sanese suo ultimo marito, s'intenda libero,<br />

e che non abbia a concorrere al pagamento <strong>di</strong> nessun<br />

lascito: ma che se gli debbano pagare liberissimamente<br />

senza farlo stentare, o litigare, ed in che luogo vorrà. lui:<br />

e questo tanto volendo stare e vivere insieme con li suoi<br />

figliuoli, quanto nOi perchè questo rimette nel suo libero<br />

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APPENDICE DI DOCUNENTI &9<br />

rum et incorporandorum et perpetuae infamiae. Mandantes<br />

propterea ut supra<strong>di</strong>ctus Comes Erricus Trivelli ducatur<br />

et duci debeat ad solitum justitiae locum, ibique alto palco<br />

erecto per Ministrum Justititiae ad id deputatum caput a<br />

collo amputetur et omnino abscindatur, ita et taliter quod<br />

penitus moriatur et anima ab eius corpore separetur, ut<br />

eidem' sit con<strong>di</strong>gna poena sceleris patrati, et in ahorum<br />

transeat exemplum, et pro praemissorum omnium executione<br />

mandatum, sive mandata quaecumque desuper<br />

necessaria et opportuna decernenda et relaxanda fore et<br />

esse duximus, prout decernimus, et relaxamns ac exeq\li<br />

mandamus et ita <strong>di</strong>cimus, pronunciamus, decernimus,<br />

declaramus, <strong>di</strong>ffinitione sententiamus non solum sed<br />

etiam etc.<br />

1ta pronunciavi Ego Philippus Miragli Locumtenens.<br />

Data <strong>di</strong>e 23 Februarii 1737, Felice Fortunato, et Raymundo<br />

Simonetti Praesentibus testibus etc.<br />

DOCUMENTO N. 5.<br />

Relazione <strong>di</strong> alcuni delitti del sig. Troilo Savelli decapitato<br />

nel Pontificato <strong>di</strong> Clemente VI<strong>Il</strong>.<br />

La nobilissima Casa Savelli per antichità e <strong>di</strong>gnità.<br />

Suprema godeva in Roma un prepotente dominio - Silia<br />

Savelli fu 1::no de' maggiori Oapitani che possa vantare<br />

questa nobilissima Casa potente <strong>di</strong> molte Castella, che<br />

fece guerra con Alessandro Sesto a favore dei Colonnesi,<br />

nel cui tempo pose in pie<strong>di</strong> un esercito <strong>di</strong> ventimila<br />

combattenti per riparare ai mali che faceva il Duca Valentino<br />

collegato con li Francesi per il matrimonio seguito<br />

con Donna Carlotta <strong>di</strong> Francia. .<br />

Troilo Savelli, <strong>di</strong> cui prendo a parlare, non sarebbe<br />

stato inferiore <strong>di</strong> forze e <strong>di</strong> audacia per abbattere qualsiasi<br />

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90 APPENDICE DI DOCUKENTI<br />

prepotenza, pronto, ar<strong>di</strong>to, marziale, sfacciato nella fronte,<br />

asSistito da Giove, risoluto <strong>di</strong> morte, allevato però, e<br />

nudrito però dalla <strong>di</strong>sciplina della madre, poco conto faceva<br />

delle <strong>di</strong> lei ammonizioni nella sua vita immoderata.<br />

E questo giovanetto <strong>di</strong> 16 anni fece amicizia assai stretta<br />

con un tal Cola Gaetano basta-rdo <strong>di</strong> Onorato Gaetano,<br />

che fu Protonotario Apostolico, ed ambedue questi giovanetti<br />

vivevano con gran<strong>di</strong>ssima rilassatezza. Margherita<br />

Savelli, che sentiva le quoti<strong>di</strong>ane querele de' suoi<br />

vassalli per le molestie del figliuolo, strepitava con minacciose<br />

ammonizioni a segno hle, che per li continui<br />

richiami, e per le moltiplicate querele, che tuttavia più<br />

<strong>di</strong> giorno in giorno crescevano, <strong>di</strong>sperata <strong>di</strong> poter più vivere<br />

in cosi angustiati termini, risolvette <strong>di</strong> portarsi alli<br />

pie<strong>di</strong> del Padre Comune come effettivamente fece senza<br />

altro riguardo al proprio sangue, col quale s'aperse, e<br />

con volto bagnato <strong>di</strong> lacrirue lo pregò a voler dare qualche<br />

mortificazione al figliuolo acciò si emendasse de' vizi.<br />

TI Papa aveva avuti contro il sig. Savelli una quantità.<br />

<strong>di</strong> memoriali sopra li suoi trascorsi parte successi<br />

in Roma., e parte f .1Ori, cioè nei propri Stati, che in sostanza<br />

contenevano le violenze fatte ai sud<strong>di</strong>ti, levato<br />

l'onore a nobili matrone, deflorate le vergini, e fatti<br />

uccidere molti suoi vassalli, che da lui erano scoperti<br />

contrari, temevano grandemente li popoli, che si trovavano<br />

a lui soggetti, per esperienza che ne avevano della<br />

<strong>di</strong> lui <strong>di</strong>ssolutezza nell'operare, e dare or<strong>di</strong>ni ven<strong>di</strong>cativi.<br />

TI Papa avendo inteso cosi la madre sensibilmente<br />

querelarsi, pensò <strong>di</strong> mandare 200 sbirri in n suo principato,<br />

e farlo catturare. La cagione <strong>di</strong> ciò non tanto<br />

derivava dall'espressioni della madre, quanto dal senso,<br />

che prodotto aveva un tal Tarquinio Barnelli mercante,<br />

la figliuola del quale era 'stata violata dal suddetto Troilo<br />

in un castello degli Orsini, dove aveva preso riposo in<br />

quella notte, lo. cui famiglia fece un gran<strong>di</strong>ssimo strepito<br />

appresso il Papa, che ragionevolmente aveva stabilito<br />

<strong>di</strong> farlo catturare.<br />

MllZio Piatti, Gentiluomo del Car<strong>di</strong>nale Giarulano<br />

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APPENDICE DI DOCUMENTI 91<br />

tanto stimato in Corte, attestò al Papa, che Troilo Savelli<br />

aveva fatta lega con Cola Gaetano per sovvertire<br />

quei popoli e renderli al suo dominio, onde sdegnato Papa<br />

Clemente <strong>di</strong>sse che traboccava la sua pazienza, e rovesciava<br />

in tal forma, che non poteva trattenere il corso<br />

all'emenda de' suoi vizi. Fu con gran<strong>di</strong>ssima celerità.<br />

spe<strong>di</strong>to a Roma il processo <strong>di</strong> detti carcerati per informare<br />

la Corte. <strong>Il</strong> Papa volle sapere, che persone fossero.<br />

Disse il Podestà: Padre santo, vi sono alcuni sicarj del<br />

sig. Troilo Savelli, che ha.nno fatto molti omicidj j e però<br />

il Papa or<strong>di</strong>nò, che fossero condotti a Roma, ed esaminati<br />

Fu ubbi<strong>di</strong>to al Papa, ma penetrato l'in<strong>di</strong>zio dal sig. Troilo,<br />

or<strong>di</strong>nò alli suoi esecutori, che riscuotessero li suoi vassalli<br />

dalle mani della Corte Secolare. Questi vicino a Sinigaglia,<br />

mentre il Podestà passava con 12 sbirri, fu incontrato<br />

dagli esecutori del Savelli, che gli fecero a fronte <strong>di</strong>cendo:<br />

Siamo sbirri ancora noi, e vogliamo godere li vostri privilegij<br />

<strong>di</strong> modo che si posero alla <strong>di</strong>fesa. <strong>Il</strong> Podestà. a<br />

cavallo rispose: Signori, questi sono esecutori del Papa,<br />

che vuoI fare la giustizia de' delinquenti, però sono inviato<br />

a pO!3ta a Roma, acciò niuno ar<strong>di</strong>sca d'impe<strong>di</strong>re<br />

il viaggio. Questi con più ar<strong>di</strong>re essendosi approssimati<br />

quanto sarebbero tre canne, essi gli presentarono avanti<br />

le loro carabine, <strong>di</strong>cendo: Noi vogliamo li nostri uomini,<br />

che sono stati presi a Sinigagliaj poichè hanno da servire<br />

il nostro principe Savelli. <strong>Il</strong> Podestà non replicò alle<br />

parole <strong>di</strong> questi temerarj, ma fuori gli esecutori incominciarono<br />

a sparare, ed essencio morti nella baruffa tre<br />

uomini del Papa, e tre della parte opposta, li carcerati,<br />

che videro pigliare le loro <strong>di</strong>fese, cominciarono a far forza<br />

<strong>di</strong> fuggire, onde gli altri feriti rimasti delli do<strong>di</strong>ci per non<br />

perdere la vita si posero in fuga, abbandonando imprese,<br />

onde restarono li delinquenti carcerati in libertà..<br />

Riferito il caso tremendo al Pontefice, questo sdegnato<br />

anche per gli altri misfatti <strong>di</strong> sopra narrati, or<strong>di</strong>nò la<br />

cattura del sig. Troilo, come ribello del Papa. Non era<br />

stata fatta consapevole la madre sopra questo accidente,<br />

che travagliata dalle continue agitazioni, ritornò dal Papa,<br />

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APPENDICE DI DOCUMENTI 95<br />

Questa gratia della liberatione del prigione si doverà<br />

domandar per uno delli doi giorni sudetti, & quando per<br />

quelli non vi fusse occasione, <strong>di</strong>mandarlo per il giorno<br />

della Natività della Gloriosa Vergine nostr'Advocata, una<br />

delle feste principali della nostra Archiconfraternita,<br />

overo in altre festività, acciocchè tal gratia ogni anno<br />

sia adempita, & non resti vacua per benefitio <strong>di</strong> tal prigione<br />

condennato, & honore della nostra Archiconfraternita,<br />

& per quest'effetto il Camerlengo doverà ricordare<br />

un mese avanti al SS. Primicerio, & Guar<strong>di</strong>ani<br />

questo negozio.<br />

Quest'opera pia se facci per mera carità, e non per<br />

premio temporale, acciocchà sia più grata a Id<strong>di</strong>o. Et<br />

perchè li SS. Primicerio, & Guar<strong>di</strong>ani conoscono li bisogni<br />

della Compagnia; dopo fatta stia in arbitrio loro <strong>di</strong> accet.tare<br />

o <strong>di</strong>mandare qualche elemosina dal prigione liberato,<br />

& questo sin tanto che piacerà a sua Divina M8.<strong>Il</strong>stà<br />

<strong>di</strong> accrescerla lu modo, che non habbi bisogno <strong>di</strong> tal subvenimento.<br />

Ma s'el pregione sa.rà de' nostri fratelli non<br />

doverà. essere astretto, nà ricercato pagare cosa alcuna,<br />

sol che la spesa della cera, o altra che per tal effetto si<br />

farà, nel resto si lasci al suo beneplacito se vorrà dare,<br />

o no, elemosina alcuna alla Compagnia.<br />

Li Vesperi, & Messe che in tal solennità si <strong>di</strong>ranno si<br />

cantino solo <strong>di</strong> Canto fermo che si faranno per il medesimo<br />

effetto, si fuga parimente ogni fausto, & ostentatione<br />

superflua, & particolarmente de musica, ma con molta devotione,<br />

& quiete li fratelli anderanno <strong>di</strong>cendo il Te Deum<br />

laudamusj li Salmi Bene<strong>di</strong>ctus Dominus Deus Ismel, &<br />

Magnificat, alla piana, & all'uso Cappuccino che sarà <strong>di</strong><br />

maggior e<strong>di</strong>ficatione nostra, & de gl'altri il tutto a laude,<br />

et gloria de Dio, & della sua Santissima Madre, pregandola<br />

che sicorne ileI giorno della sua Santissima Natività la nostra<br />

Compagnia la prima volta usci fuori, & in uno mede&imo,<br />

si à ottenuto la tal prima gratia della liberatione<br />

del pregione, cosi si degni esserci sempre propitia, impetrando<br />

dal suo Santissimo figliuolo, a i vivi libertà <strong>di</strong> Spirito,<br />

et <strong>di</strong> Corpo, & a morti, 'luiete perpetua.<br />

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98 SPESE DI GIUSTIZIA NEI SECOLI XVI E XVII<br />

DOCUMENTO N. 7<br />

Spese <strong>di</strong> Giustizia<br />

1.il,j. - 13 julii carnifex habuit julios tres pro amputatione<br />

capitis Johannis Baptistre familiaris D.'<br />

Julii de Na'rnia ..<br />

» I augusti carnifex habuit ducatus tres auri pro<br />

eius salario mensis julii proxime preteriti.<br />

» - XXX augusti carnifex pro suspendendo Pdrum<br />

Augustinum assassinum habuit julios 3.<br />

» - 'Jj novembris carnifex habuit carlinos quattuor<br />

pro frustan<strong>di</strong>s duobus.<br />

li> - XXI novembris idem habuit julios sea: pro suspendendo<br />

et igne cremando quemdam falsatorem<br />

monetarum.<br />

« - vij X. bris pro iustitia Marcelli de Vicovaro<br />

falsatoris moneta rum qui fùit igne cremati,<br />

videlicet pro lignis funis cathena furca et vectura<br />

pre<strong>di</strong>ctarum rerum in totum carI. xviifi<br />

vete'res sunt de camera ducato 1. auri bolo<br />

xxxxij 1/2,<br />

» XXXI X. bris carnifex habuit carI. quattuor pro<br />

suspendendo Matliiam perusinum homicidam.<br />

1516. - xfi Januarii carnifex habuit carlo sex pro frustan<strong>di</strong>s<br />

per urbem tribus qui ludebant cum<br />

cartis falsi.q •<br />

» - XI martii idem ltabuit julios sex pro ampldando<br />

'1Itanum et caput cuidam homicidre.<br />

" - Xl martii idem habuit julios tres pro suspendendo<br />

quemdam assassinum ad Turrim none.<br />

" - XI,nartii idem habuit julios se:c pro suspendendo<br />

et igne cremando magistrum Ioahnnem<br />

cMrurgum hyspanum.<br />

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100 SPESE DI GIOSTIZIA NEI SECOLI XVI E XVII<br />

tia Desiderii et julios tres pro supendendo<br />

fratrem Thomasium.<br />

I52'J - 25 septembris Albertus magister Justitire pro<br />

eius salario uniusmensis habuit ducatus tres.<br />

" - 25 septembris Gabriel cancellarius Barisellipro<br />

emen<strong>di</strong>s l'ebus necessariis ad amputandum<br />

manum t:UJusdam magistri Joannis Galli architectoris<br />

habuit julios tres.<br />

1585 Nota de denari che deue hauer il mastro 'de Justitia<br />

dalla Camera per le justitie fatte per ipso dalli<br />

xiij de marzo per finir alli xx d'e J ugno 1585<br />

In primis per hauere frustata J oanna<br />

spagnola a <strong>di</strong> xiij <strong>di</strong> marzo 1585. . . . juli 1 b"j S<br />

Item deue hauer per hauere frustato hieronino<br />

da Pesola mulacterj de Girardo francese<br />

all'14 d'aprilo . . . . . . . . . . " S " "<br />

Item per hauere frustato duj volte Julio<br />

da Camerino et l'ultima volta moza l'orechia<br />

.••••....•..•••. "S,,"<br />

Item più per hauer appichato J oanitto da<br />

Traetto. . . . • . . • . • • •• "S b. 7i!<br />

Item hauer appiccato, et squartato herardo<br />

de Rocha Guiglelmo. . • . . • • • ,,10 " "<br />

Item per hauer moza la mano et appiccato<br />

Petro da. Corduba spagnolo alli 8 de maio, " 7 b. S<br />

A <strong>di</strong> <strong>di</strong>cto el <strong>di</strong>cto mastro hebbe per mano<br />

del signor barisciello de denari li avanzarono<br />

che li forno dati et fara. <strong>di</strong>eta justitia a bon<br />

conto. . . . . . . . • . . . . , . " S " n<br />

Et più hebbe a <strong>di</strong> xv de maio per mano<br />

de cancellero pure ad bon conto della supra<br />

<strong>di</strong>eta Justitia haut.i de Romanellio. .' "5",,<br />

Item più deue hauere per hauere frostato<br />

Luiduico cremonese . • • • • . . . . juli 1 b. 5<br />

Item per hauer frustato Cupido da Santo<br />

Seuerino.. • • • • • • . • • • " 1 b.<br />

Item per hauer frustato Rudolpho fran.<br />

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102 SPESE DI GIUSTIZIA NEI SEOOLI XVI E XVII<br />

Alfonso da Bologna mozza la mano, impiccato et squartato<br />

in Piazza <strong>di</strong> san Pietro.<br />

<strong>Il</strong> suo servitore frustato.<br />

Coccia da Montorio impiccato.<br />

Frate Nicolò perugino impiccato et squartato.<br />

Per quatro capezze comprate per il bargello.<br />

Per un focone per tenagliare Costantino da bono accorso.<br />

Per un bandreto per tagliare la mano ad Alfonso da<br />

Bologna et una forcina.<br />

1528 a <strong>di</strong> 4 Gennaro julii 5 a Vincenzo Capitanio del<br />

Campidolio sono per tanto pacò al Ministro della Justitia<br />

per frustar et forare la lingua a Domenico <strong>di</strong><br />

Antonello per blasfema per mandato del signor Benatore.<br />

1540 4 febb. scu<strong>di</strong> S et bajocchi 50 al Boia per squartar<br />

Guccio de Parma et frustar doi altri.<br />

" 16 Luglio, carlini 15 al mastro Marchetto boja sonno<br />

per sua mercede de tre frustate.<br />

1542 12 luglio, ducati 2 a lo ministro de la Justitia sono<br />

per sua mercede de havere strascinato et impiccato<br />

Federico d'Abruco.<br />

" 18 luglio. carlini 10 per lo cavallo et quello che<br />

menava lo cavallo che strascinò Federico de Abruco.<br />

1546 21 settembre et deve dar a <strong>di</strong> detto scuto uno bolo<br />

50 pagati al mastro della Giustitia per havere appiccato<br />

hieronimo Franciosi luterano et abrustlÌato.<br />

1589 f5 gennaio, scu<strong>di</strong> 2 baj. 60 pagati a Monsignor de<br />

Milo per hauer degradato il Bellocchio.<br />

1591 8 febb. a M'. Vescovo <strong>di</strong> Milo Dcu<strong>di</strong> 7 bol 80 per<br />

far degradare frate Attanasio de Neri, frate Pietro<br />

de Nicolò Castelletto 9 frate Andrea della Castelluccia.<br />

1599 5 ottobre a Monsignor vescovo <strong>di</strong> Sidonia"per la mecede<br />

della degradazione <strong>di</strong> fra Celestino da Verona<br />

capucino decapitato scu<strong>di</strong> 2 paja 50.<br />

" Nota delle spese fatte per la giustizia seguita in<br />

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SPESE DI GIUSTIZIA NEI SECOLI XVI E xvn 103<br />

Campo <strong>di</strong> fiori sotto il 2 del corrente mese <strong>di</strong> Gennaro<br />

1662 della persona <strong>di</strong> Gio. Francesco Betti da Sorano,<br />

soldato.<br />

Per tavole numero S4 servite per fare il palco e<br />

la scala per salirvi a ragione <strong>di</strong> ba,jocchi do<strong>di</strong>oi 6<br />

mezzo l'una in tutto sou<strong>di</strong> quattro e bajocchi 25,<br />

scu<strong>di</strong>. . . . . . • • . • • . • . 4,25<br />

Per tre travicelli per fare li cavalletti <strong>di</strong> lunghezza.<br />

<strong>di</strong> palmi 18 l'uno giuli do<strong>di</strong>ci. • . . . . 1,20<br />

Per oinque filagne rer fare le forche <strong>di</strong> lunghezza<br />

<strong>di</strong> palmi 18 l'una che ne furono prese due <strong>di</strong> più<br />

per fare la giunta perchè le forche erano basse sopra<br />

il palco giuli <strong>di</strong>eci. . . • . . • • . . . 1"<br />

Per un travicello grosso per chiodarci le tavole<br />

della scala. . • . • . . . . . . . .• 0,30<br />

Per nove filagne seruite per fare li pie<strong>di</strong> alli oa.valetti<br />

e traverse sotto essi per renderli sicuri, le<br />

zeppe per fermare le forte in terra et in cima. <strong>di</strong><br />

esse <strong>di</strong> palmi 12 l'una giuli tre<strong>di</strong>ci e mezzo. 1,35<br />

Per chio<strong>di</strong> libre se<strong>di</strong>ci tra grossi e piccoli a baioochi<br />

oinque la libra giuli otto . . " . . • . 0,80<br />

Per doi libre <strong>di</strong> candele <strong>di</strong> sego . . . • . . 1,15<br />

Per la mercede <strong>di</strong> sei falegnami che hanno fatto<br />

il palco cavaI etti scale e forche giuli sei per ciascuno.<br />

. . . . . . . . . . • • . . 3,60<br />

Per vino e magnare per li medesimi. . • . . 1,20<br />

Per tre carrette servite una per portare tavole<br />

e travicelli in campo <strong>di</strong> fiore, una per condurre il<br />

patiente per Roma e l'altra per condurre le tavole<br />

e forche alla stantia. del mastro scu<strong>di</strong> . .. 2 "<br />

Per doi torcie grosse e lunghe seruite per far<br />

lume alli detti falegnami . . . . . . • . • . 1"<br />

Totale . . • 16,85<br />

« Signori Piero e Filippo Nerli depositari della R.<br />

Camera apostolica si oompiaceranno pagare a Carlo del<br />

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SPESE DI GIUSTIZIA NEI SECOLI XVI E XVII<br />

Per carretta in condurre il patiente scu<strong>di</strong> .<br />

Per tavola messa. alla. carretta per sedere il<br />

patiente ........•....••<br />

Per arrotatura. <strong>di</strong> cortello et a.ccetta per squartare.<br />

. . . . . . • . . . . . • .•••<br />

Per le ceste per portare li quarti alla Tolfa .<br />

Per porta tura. <strong>di</strong> esse ceste. . • . . '. . .<br />

Per stora per mettere sotto alle forche. .<br />

Per vettura <strong>di</strong> cavallo che serui per portare li<br />

quarti sino alla. Tolfa per quattro giorni in raggione<br />

<strong>di</strong> 5 giuli al giorno s.. • • • .<br />

Per mercede del mastro <strong>di</strong> giustitia per quattro<br />

giornate a raggione '<strong>di</strong> dui scu<strong>di</strong> il giorno s .•<br />

Per corda. per attaccare li quarti. . • . .<br />

Per ca.vallo seruito per cavalcare il mastro <strong>di</strong><br />

giustitia. a raggione <strong>di</strong> 5 giuli al giorno . '<br />

Totale<br />

105<br />

1 <strong>Il</strong><br />

010<br />

040<br />

1 J)<br />

050<br />

030<br />

2 <strong>Il</strong><br />

8 J)<br />

OSO<br />

2 <strong>Il</strong><br />

1520<br />

Dalla nota delle spese per la squartatura <strong>di</strong> Prospero<br />

Cafolla da Mirolo, i cui quarti furono trasportati al Ca.stellanio,<br />

per la strada. d'Anagni, luogo ove commise i delitti,<br />

tolgo soltanto le seguenti, fatte a. <strong>di</strong> 15 Ottobre 1672:<br />

« Per stora seruita per squartare scu<strong>di</strong>. . . O 30<br />

Cf Per mercede del mastro a raggione <strong>di</strong> due<br />

scu<strong>di</strong> il giorno. • • . . . . • • . . . ., 6»<br />

A <strong>di</strong> 2 <strong>di</strong>cembre 1675 fu squartato nella piazza del<br />

Popolo Carlo Paluzi da. Cesena, la cui spesa importò<br />

scu<strong>di</strong> 26, 89, fra. cui questa:<br />

Cf Per mercede del mastro <strong>di</strong>' giustitia per essere<br />

andato fuori <strong>di</strong> Roma nella giusta de' Regnicoli<br />

ad attaccare li quarti, scu<strong>di</strong>. . • . • • . 2»<br />

Poniamo fine al secolo XVII con questa intestazione<br />

<strong>di</strong> conto:<br />

« Lista delle spese fatte dalli luogotenenti del Barigello<br />

<strong>di</strong> Roma, per il palco fatto nella Piazza. del Popolo<br />

per la giustitia. seguita. Lunedl 22 agosto 1695 nello Per-<br />

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ARCHIVIO STORICO<br />

PER LE<br />

PROVINCE NAPOLETANE<br />

PUBBLICATO<br />

A CURA DELLA SOCIETÀ DI STORIA PATRIA<br />

Anno XVI. - Fascicolo m.<br />

NAPOLI<br />

R. TIPOGRAFIA FRANCESCO GIANNINI & FIGLI<br />

Cisterna dell'Olio, 2 a 'l<br />

1891


NECROLOGIE<br />

ALESSANDRO ADEMOLLO<br />

<strong>Il</strong> 22 giugno 1891 è morto a Firenze il comm. ALESSANDRO<br />

ADEMOLLO, Consigliere della Corte dei Conti. Era nato, anche<br />

a Firenze, il 22 novembre 1826. A noi non spetta. tener parola<br />

della molta e varia attività da lui spiegata nel campo degli stu<strong>di</strong>i<br />

storici, trattando con pre<strong>di</strong>lezione argomenti della storia della.<br />

società italiana e della storia musicale, specie del secolo XVIII.<br />

Le sue monografia, in parte raccolte in volumi, in parte sparse<br />

ancora per riviste e giornali, sono tutte notevoli per la copia<br />

dei documenti ine<strong>di</strong>ti ° rari sui quali s'appoggiano, e par un<br />

certo garbo che gli era proprio nella forma deU' esposizione.<br />

Ci basti notare che, tra queste monografie, alcune sì riferiscono<br />

a persone e cose napoletane; ed è bene ricordarne qui i titoli:<br />

I. <strong>Il</strong> carteggio dell'Ab. Galiani (in Rassegna settimanale,<br />

n." 24, a. 1878) - II. ]t Principe <strong>di</strong> San3a, Firenze, Tipogr.<br />

della Gazzetta d'Italia, 1878 -::- La Disfida <strong>di</strong> Barletta e l'Infanda<br />

Lues (Rioista EU1'opea, 15 aprile 1879) - IV. Una<br />

nuova na1'1'a,;ione della Disfida <strong>di</strong> Ba1'letta (Rassegna settimanale,<br />

n.o 22, a. 1879) - V. Bartolomeo Intieri e l'Ab. Galiani,<br />

Firenze, Tipogr. della Gazzetta d'Italia, 1879 - VI. La<br />

Spada del Duca Valentino (Fan/ulla della domenica, n.o 23-4,<br />

1879) - VII. L'Ab. Galiani e i carteggi dei suoi tempi (Opinione,<br />

n.o 297. a. 1879) - VIII. Scritti inedt"ti <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando<br />

Galiani (Rassegna Settimanale, n.o 75, a. 1879 - IX. <strong>Il</strong> carteggio<br />

<strong>di</strong> Maria Carolina <strong>di</strong> Napoli ( Qpinione, n.O 310 -<br />

a. 1979) - X. Nuooi documenti su Maria Carolina (Opinione,<br />

n.o 338, a. 1879 - XI. L'Ab. Galiani e fobelisco solare, Trani,<br />

1880, (per nozze BelLrani-Iatta) - XII. La famiglia e l'ere<strong>di</strong>tà<br />

dell'Ab. Galiani (Nuoca Antologia, 15 ott. 1880) XIII. - L'Ab.<br />

Galiani in articulo mortia (Fan/alla della domenica, n.o 43,


- 878-<br />

9.. 1881) - Di un personaggio napoletano tratta anche la monografia:<br />

La bell' Adriana ed altre virtuose del suo tempo alla<br />

Corte <strong>di</strong> Mantova, Città <strong>di</strong> Castello, Lapi, 1888 i e varie pa·<br />

gine curiose per la storia della società napoletana del settecento<br />

, nell'altra: Corilla Olimpica, Firenze, Ademollo, 1887.<br />

Ed anche ora s' é pubblicata postuma un' operetta, alla quale<br />

l'Ademollo attese negli ultimi giorni della sua vita: Un avventuriere<br />

francese in Italia nella seconda metà del settecento,<br />

Bergamo, Cattaneo, 1891; dove si tratta largamente del soggiorno<br />

a Napoli <strong>di</strong> quell'avventuriere, o meglio, <strong>di</strong> quella coppia<br />

d'avventurieri, che furono Angelo Gondar e sua moglie Sara.<br />

MATTEO CAMERA<br />

B. C.<br />

<strong>Il</strong> 18 decembre 1891, è morto, più che ottantenne, in Amalfi,<br />

sua patria, Matteo Camera pregiato cultore degli stu<strong>di</strong> storici.<br />

Di lui, e delle opere sue messe a stampa, si darà speciale notizia<br />

nel prossimo fascicolo dell'Archivio.


Harry Nelson Gay<br />

Newton, Massachusetts, 4 August 1870 – 12 August 1932, midnight, l’hôpital de Monaco, le quartier des Salines, Principauté de Monaco

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