fairs first summer without Prima interview itma, the day ... - La Spola

Two novelties characterized Prato’s textile industry during the first months of 2012, which saw new appointments for the heads of the city’s
Industrial Union and the Consortium Pratotrade. While the young Andrea Cavicchi appeared on the scene as head of the industrialists,
Pratotrade’s change was no less significant: Alessandro Benelli left his post to Sandro Ciardi, another representative of Prato’s green textile sector.
It was a quasi natural ‘succession’ between two entrepreneurs with similar experiences and outlooks. Ciardi, 45, is an ex-textile expert who became
the leader of enterprises like Ultra and Dinamo. More recently, he’s acted as a consultant for the Master Loom brand, part of the Emmetex
Group, where he starting working straight out of school. PCiardi’s a world traveler even as far as fairs are concerned. An attentive observer, he has
always scrutinized details within the textile sector, and has found himself at the head of a consortium that is currently emerging from tough times
which implied cutting down on personnel, downsizing headquarters and being ultra-careful with costs. The difficult economic situation overall is to
blame, as well as cuts to funding once allotted by various institutions, including, first and foremost, the Region.
What does the Pratotrade you inherited look like?
Benelli’s work was challenging during this difficult moment but he proved skillful when it came to handling the problems at hand. Pratotrade
continues to be a consortium with fifty registered members including all of the district’s most representative companies and entrepreneurs which
are Prato’s greatest asset.
What are the first steps to take?
It’s not that we have few members, but they do need to be increased. In order to achieve this goal, new opportunities for development have to
be created. We’ve got to provide new services and strengthen those created in the past. Direct internationalization is one of our main issues. We
plan to participate in various missions abroad, organizing several workshops in emerging countries. We’re looking to adopt a formula featuring
five to ten companies and host meetings targeted toward the most important economic realities of China, Brazil and Russia, to name a few. It’s
fundamental to have select targets. And then, we’ve got the fairs to consider…
Speaking of fairs…Prima was not exactly a success.
We’re in a stop-and-go phase, in the sense that the fair started off really well, thanks in part to its synergy with Pitti Filati. Then, the two dates
became difficult for exhibitors, or one of them at least. In fact, the July schedule was perfect, with collection presentation planned two months
in advance in respect to Milano Unica and Première Vision. It was the one in February that proved too close to Milan and Paris. Since it no
I primi mesi del 2012 sono stati forieri, a Prato, di due novità rilevanti nel mondo dell’imprenditoria tessile, con i cambi al vertice dell’Unione
Industriale e del consorzio Pratotrade. Se alla guida degli industriali è arrivato un giovane, Andrea Cavicchi, non da meno è stato il cambio
nelle stanze di Pratotrade, dove Alessandro Benelli (passato tra l’altro nella “squadra” di Cavicchi all’Unione) ha lasciato il testimone a
Sandro Ciardi, un altro rappresentante della linea verde tessile pratese.
Una “successione” quasi naturale tra due imprenditori dal percorso e dalle vedute simili: Ciardi, 45 anni, ex perito tessile diventato poi leader
di imprese come Ultra e Dinamo e da poco anche consulente per il marchio Master Loom, del Gruppo Emmetex, là dove aveva iniziato a
lavorare una volta terminato il percorso scolastico.
Appassionato di politica e sport, viaggiatore del mondo fosse solo per le tante fiere a cui prende parte e attento osservatore delle cose del tessile
Ciardi si è ritrovato sulla prima poltrona di un consorzio che esce da un periodo difficile: taglio del personale, ridimensionamento della sede e
tanta attenzione ai costi.
Tutto a causa di una situazione economica generale difficile e anche dei tagli ai finanziamenti che una volta arrivavano dalle istituzioni,
Regione in primis.
Che Pratotrade si è trovato in eredità?
Il lavoro di Benelli è stato duro in un momento molto difficile ma è stato bravo a gestire i problemi. Pratotrade rimane un consorzio con una
cinquantina di iscritti, tutte aziende e imprenditori tra i più rappresentativi del distretto, ovvero il tesoro di Prato.
Quali sono le prime mosse da fare?
Gli associati non sono pochissimi ma vanno aumentati e per farlo bisogna creare nuove opportunità di sviluppo, dare servizi nuovi e potenziare
quelli già attivati in passato. Uno dei temi principali è l’internazionalizzazione diretta. Parteciperemo a più missioni all’estero, organizzeremo
più workshop nei paesi emergenti con la formula di cinque-dieci aziende che fanno incontri mirati con le realtà economiche più importanti di
Cina, Brasile e Russia, per fare degli esempi. Bisogna avere dei target mirati. E poi le fiere...
A proposito di fiere. Prima non è stata esattamente un successo.
Siamo in una fase di stop & go, nel senso che la fiera era iniziata benissimo grazie anche alla sinergia con Pitti Filati, poi le due date sono
diventate difficili per gli espositori o, meglio, una delle due. La data di luglio era infatti perfetta, con due mesi di anticipo per la presentazione
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