fairs first summer without Prima interview itma, the day ... - La Spola

40 production
The stronghold that hopes
La roccaforte che vuol rompere l’assedio
to smash the siege
di Matteo Grazzini
It’s the first real link in the textile production chain and the first bastion that totters when economic crisis or competition strikes. Yet it’s also the first
point of reference for those with imagination, far-reaching vision and the capacity to understand and interpret the trends and needs of fashion. For
several years now, the textile production chain has been hit hard by the economic crisis. Its repercussions include a loss of jobs, fierce competitors
with headquarters that are extremely far from Italy and an incomparably skilled taskforce that’s forced to face a market that’s still more anchored to
price than to quality. For all of these reasons, experts within the textile-clothing sector scrutinize the wellbeing of the textile production chain with
ever-increasing interest. The one hundred brands participating in Florence’s Pitti Filati and Expofil in Paris (a fair dedicated to niche research and
quality) constitute an authentic stronghold—the hub of historic made-in-Italy products. And this is precisely the place that’s a point of reference for
the market.
‘Judging by orders, the sector’s barometer indicates stormy weather, partly because 2012 didn’t pick up the baton from the dynamic start seen at
the beginning of 2011; instead, today is more linked to last year’s final stages which ended with extreme effort. If we look at KG products, forecasts
for the rest of the year are negative,’ explains Guido Pagliai, from Spicciano’s textile production industry, who’s president of the Prato Industrial
Union’s Group for Textile chain production and weaving factories. ‘If 2011 went well until September, then in 2012, we have already witnessed
signs of a slow-down. If ready-made fashion doesn’t give us a hand, we’ll have to prepare ourselves for a difficult second semester. On the other
hand, from the fairs we expect to reach a better understanding about whether our product is a trend in and of itself. It appears that way, but one of
the salon’s objectives is to gain visiting clients.’
When discussing expectations with regards to global markets, the conversation turns to cut-and-dried politics and economics. ‘The Union works
Primo anello vero della filiera e primo baluardo a vacillare sotto i colpi della crisi e della concorrenza. Ma anche primo riferimento per chi
ha fantasia, capacità di vedere lontano, di capire il mercato e di interpretare mode e necessità.
Quello della filatura è, ormai da anni, uno dei settori più colpiti dalla crisi: posti di lavoro persi, concorrenti agguerriti con sedi ben lontane
dall’Italia, capacità inarrivabili ma mercato ancorato più a logiche di prezzo che di qualità: per questo tutti gli addetti ai lavori del settore
del tessile-abbigliamento guardano con occhi sempre più interessati allo stato di salute delle filature.
I cento marchi presenti a Pitti Filati a Firenze e la nicchia di ricerca e qualità di Expofil a Parigi sono la roccaforte intorno alla quale si
muove il made in Italy storico ed è proprio da qui che arriva un punto sul mercato.
A giudicare dagli ordini il barometro indica burrasca, anche perchè il 2012 ha raccolto il testimone non dal 2011 iniziato in grande
dinamicità ma da quello che ha chiuso con il fiatone.
“Se guardiamo ai kg prodotti – spiega Guido Pagliai, della Filatura di Spicciano, presidente del Gruppo Filature e Tessiture
dell’Unione Industriale Pratese – le previsioni per il resto dell’anno sono negative. Se il 2011 era andato bene fino a settembre nel 2012 già
adesso abbiamo segnali di frenata e se non ci aiuta un po’ il pronto moda ci dobbiamo preparare aun secondo semestre difficile. Dalle fiere ci
aspettiamo invece di capire se il nostro prodotto è in tendenza e pare che sia così, ma il salone serve anche per farsi visitare dai clienti”.
E se la domanda invece tocca le aspettative a livello di mercati globali si passa alla politica e all’economia spicciola: “L’Unione – spiega
Pagliai – lavora sul concetto di reciprocità ma ci sono tanti interessi in ballo e dipende da governi e politici. Di sicuro quando manca il
lavoro manca un adeguato prezzo remunerativo e non riesco a capire come faccia qualcuno ad andare avanti con i prezzi bassi che sta