il Foglio del Comune di Pinzolo - N. 8 giugno 2009
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PERSONE<br />
insieme ai m<strong>il</strong>itari italiani.<br />
Alle 22.30 circa venne da me <strong>il</strong> mio Attendente<br />
(un certo Mozzega <strong>di</strong> Verona) con l’or<strong>di</strong>ne<br />
vocale <strong>del</strong> Colonnello Comandante <strong>del</strong> Distretto<br />
<strong>di</strong>retto a tutti gli Ufficiali <strong>di</strong> rientrare in caserma<br />
(allego una foto degli Ufficiali <strong>del</strong> Distretto).<br />
Così rientrai (notando che c’erano però <strong>il</strong> solo<br />
tenente Clementi e maggiore Tosi, mi sembra)<br />
e nella casermetta a sud-ovest quale alloggio<br />
dei m<strong>il</strong>itari, alta circa mt. 10, trascorsi la notte<br />
lasciando scappare su richiesta molti m<strong>il</strong>itari<br />
calandosi dalle finestre con lenzuola annodate,<br />
mentre carri armati tedeschi giravano costantemente<br />
intorno: si u<strong>di</strong>vano intanto spari e cannonate<br />
varie una <strong>del</strong>le quali aveva abbattuto <strong>il</strong><br />
cancello <strong>di</strong> entrata custo<strong>di</strong>to con guar<strong>di</strong>a armata<br />
degli Alpini uccidendo pure i m<strong>il</strong>itari nella “garritta”<br />
<strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a ed abbattendo poi la palizzata<br />
ed <strong>il</strong> cancello <strong>del</strong> Distretto.<br />
Dal comando <strong>del</strong> Distretto nella nottata avevo<br />
telefonato <strong>di</strong>verse volte all’amico Rosa S<strong>il</strong>vio<br />
tenente aiutante maggiore <strong>del</strong> Comando <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o<br />
generale Canegallo, chiedendo Disposizioni e<br />
ottenendo risposte prima <strong>di</strong> “rinforzare la guar<strong>di</strong>a”,<br />
poi <strong>di</strong> “togliere la guar<strong>di</strong>a”, ecc… Infine non<br />
ottenendo più risposa rimasi in attesa <strong>di</strong> novita’<br />
senza e senza intervento <strong>di</strong> altri Ufficiali.<br />
Alla mattina soldati tedeschi armati <strong>di</strong> mitra<br />
ci or<strong>di</strong>narono <strong>di</strong> uscire dalla porta <strong>di</strong> entrata degli<br />
Alpini dove un tedesco faceva deporre le armi<br />
ai m<strong>il</strong>itari che poi venivano scortati in massa in<br />
via Perini che era completamente stracolma <strong>di</strong><br />
m<strong>il</strong>itari italiani controllati dai tedeschi con mitra<br />
spianati e pronti a sparare.<br />
Io Ufficiale all’uscita consegnai la pistola e<br />
notando che <strong>il</strong> tedesco la maneggiava però male,<br />
me la feci restituire, parlando in tedesco “geben<br />
Sie mir zuruch e gliela riconsegnai dopo averla<br />
scaricata e proseguii con gli altri.<br />
Mi erano vicini pure in <strong>di</strong>visa insieme agli altri<br />
m<strong>il</strong>itari l’amico Pernici Carlo <strong>di</strong> Arco e l’Attendente,<br />
(<strong>del</strong> quale avremmo notizia poi che si era<br />
consegnato ai Tedeschi) e invece <strong>di</strong> proseguire<br />
con la massa <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari <strong>di</strong>retti verso<br />
<strong>il</strong> centro città scortati da tedeschi armati, in via<br />
Perini, mi <strong>di</strong>ressi con loro, approfittando <strong>del</strong>la logica<br />
confusione generale, in senso contrario alla<br />
<strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la colonna <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata ma compatta<br />
che veniva accompagnata al Campo <strong>di</strong> Concentramento<br />
<strong>di</strong> Gardolo e, chiedendo al tedesco <strong>di</strong><br />
scorta più vicino a me “Darf ich hir gehen?” ed<br />
ottenendo un’ “ja” senza altre spiegazioni. (Devo<br />
r<strong>il</strong>evare ora che a mia insaputa un amico che faceva<br />
parte <strong>del</strong>la colonna e che conoscendomi<br />
aveva seguito la scena – certo Grazioli Vittorio<br />
<strong>di</strong> Molina <strong>di</strong> Ledro che finì tra i prigionieri in Germania<br />
– mi riferì anni dopo che un tedesco aveva<br />
IL FOGLIO DEL COMUNE DI PINZOLO<br />
<strong>di</strong>retto <strong>il</strong> mitra<br />
per spararmi<br />
dato che andavo<br />
in senso contrario<br />
alla colonna,<br />
ma che per fortuna<br />
non sparò).<br />
Più avanti forzatamente<br />
passai<br />
anche davanti ad<br />
una postazione <strong>di</strong><br />
tedeschi armati<br />
con mitragliatrice<br />
in posizione<br />
<strong>di</strong> sparo (davanti<br />
all’entrata <strong>del</strong>la<br />
Caserma <strong>del</strong> 17°<br />
Fanteria) ed io<br />
ripetendo loro la<br />
frase già accennata<br />
ma senza<br />
risposta proseguii<br />
fino a girare l’an-<br />
da sinistra, Pope, Ten. Rome<strong>di</strong>o Binelli,<br />
Pope, un tenente<br />
golo <strong>del</strong>la strada laterale che portava in via Vittorio<br />
Veneto dove avevo la mia camera privata<br />
accanto alla camera <strong>del</strong>l’amico Pernici Carlo.<br />
I padroni <strong>di</strong> casa molto preoccupati ci aiutarono<br />
dandoci dei viveri e indossati degli abiti civ<strong>il</strong>i<br />
da noi già posseduti, con l’amico Pernici, salutato<br />
l’attendente che intendeva tornare a Verona<br />
ci avviammo in bicicletta verso la campagna<br />
lungo l’A<strong>di</strong>ge “mas desert” per allontanarci dalla<br />
città che era tutta controllata dai tedeschi che ci<br />
avrebbero bloccati subito.<br />
Purtroppo anche la campagna invece era controllata<br />
e all’”alto là” <strong>di</strong> una pattuglia con <strong>di</strong>versi<br />
morti intorno venimmo perquisiti (anche perquisendo<br />
la cartella <strong>del</strong>la bicicletta) e spiegammo<br />
in tedesco che tornavamo a Rovereto dove era la<br />
nostra abitazione perché a Trento si era creata<br />
una grande confusione e la situazione era molto<br />
grave: ci or<strong>di</strong>narono poi <strong>di</strong> proseguire, ma poco<br />
dopo un’altra pattuglia ci ricontrollò nuovamente<br />
ed un tedesco poi ci accompagnò in una radura<br />
<strong>del</strong>la campagna dove c’erano un gruppo <strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari<br />
separati da un gruppo <strong>di</strong> civ<strong>il</strong>i.<br />
- R<strong>il</strong>evo che prima <strong>di</strong> fuggire ed evitare anche<br />
i rischi connessi, io avevo valutato che i tedeschi<br />
avevano già perso la guerra e che in circa 15<br />
giorni sarebbe finita ma ad ogni modo arrischiai<br />
<strong>di</strong> scappare e fu bene in quanto la guerra andò<br />
avanti ancora un paio <strong>di</strong> anni -<br />
Col mio amico, entrambi in borghese naturalmente<br />
restammo là con <strong>il</strong> dubbio <strong>di</strong> essere ormai<br />
prigionieri definitivamente e mentre lui sotterrava<br />
le foto e tutto quello che lo poteva in<strong>di</strong>viduare<br />
quale m<strong>il</strong>itare, io in possesso, solo <strong>di</strong> foto e<br />
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