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toxoplasma gondii - Società Italiana di Neonatologia

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Dopo 24 sett<br />

Pirimetamina sulfa<strong>di</strong>azina<br />

+ acido folinico<br />

Alla nascita IgG, IgM,IgA<br />

IgG IgM WB per madre e figlio<br />

Esami clinici strumentali<br />

STRATEGIE DI TRATTAMENTO<br />

Percorso <strong>di</strong>agnostico per la gravida con infezione<br />

acuta/sieroconversione e nel feto<br />

Infezione Acuta<br />

Spiramicina<br />

Controlli ecografici<br />

Diagnosi Prenatale<br />

PRC su LA>18sett<br />

4-6 sett dalla sieroconversione<br />

Ecografia normale<br />

Positiva<br />

Negativa<br />

(spiramicina)<br />

Pirimetamina sulfa<strong>di</strong>azina<br />

+ acido folinico<br />

Anomalie ecografiche<br />

In caso <strong>di</strong> infezione materna certa o sospetta è normalmente in<strong>di</strong>cato un trattamento con<br />

spiramicina, alla dose <strong>di</strong> 3 milioni <strong>di</strong> unità ogni 8 ore, allo scopo <strong>di</strong> prevenire la trasmissione<br />

materno-fetale dell’infezione. Questa prassi terapeutica si basa sui risultati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> osservazionali<br />

che hanno mostrato una potenziale capacità della spiramicina nel prevenire la trasmissione materno<br />

fetale dell’infezione. Perché tale trattamento risulti efficace è tuttavia importante che la terapia<br />

venga iniziata il più precocemente possibile dopo l’infezione materna. E’ stato infatti <strong>di</strong>mostrato<br />

che un trattamento iniziato entro 3 settimane dalla sieroconversione riduce il rischio <strong>di</strong> trasmissione<br />

rispetto ad un trattamento iniziato più tar<strong>di</strong>vamente (9,10). In assenza <strong>di</strong> infezione fetale la terapia<br />

con spiramicina va proseguita senza interruzioni fino al parto. La terapia con spiramicina è<br />

generalmente ben tollerata. Gli effetti indesiderati sono rari e rappresentati da <strong>di</strong>sturbi<br />

gastrointestinali (nausea, vomito, <strong>di</strong>arrea), reazioni cutanee da ipersensibilità e occasionalmente<br />

parestesie transitorie.<br />

In caso <strong>di</strong> infezione fetale accertata è in<strong>di</strong>cato mo<strong>di</strong>ficare il trattamento, sostituendo la spiramicina<br />

con l’associazione pirimetamina-sulfa<strong>di</strong>azina. A <strong>di</strong>fferenza della spiramicina, questi farmaci sono<br />

infatti capaci <strong>di</strong> superare in modo significativo la barriera placentare, potendo quin<strong>di</strong> curare già in<br />

utero l’infezione fetale. La pirimetamina si somministra per via orale alla dose <strong>di</strong> 50 mg/<strong>di</strong>e e la<br />

sulfa<strong>di</strong>azina <strong>di</strong> 3 g/<strong>di</strong>e ripartiti in 2-3 somministrazioni. Questo trattamento è controin<strong>di</strong>cato nel<br />

primo trimestre <strong>di</strong> gravidanza per la potenziale teratogenicità della pirimetamina e dovrebbe essere<br />

evitato in prossimità del termine della gravidanza per il rischio <strong>di</strong> kernicterus nel neonato legato al<br />

sulfami<strong>di</strong>co. L’uso <strong>di</strong> questa associazione richiede inoltre un supplemento <strong>di</strong> folati (calcio folinato<br />

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