IL PARTO La gestazione dura in media 340 giorni e ... - Le Cicogne
IL PARTO La gestazione dura in media 340 giorni e ... - Le Cicogne
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<strong>IL</strong> <strong>PARTO</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>gestazione</strong> <strong>dura</strong> <strong>in</strong> <strong>media</strong> <strong>340</strong> <strong>giorni</strong> e per la fattrice il parto è un evento del<br />
tutto naturale, che nella maggior parte dei casi non richiede il nostro <strong>in</strong>tervento.<br />
Quando però la data si avvic<strong>in</strong>a, occorre seguire l’evolversi della situazione<br />
con molta attenzione, per poter tempestivamente <strong>in</strong>tervenire qualora <strong>in</strong>sorgessero<br />
complicazioni.<br />
Un mese prima le mammelle com<strong>in</strong>ciano a riempirsi, aumentando di volume.<br />
Con l’avvic<strong>in</strong>arsi dell’evento si ha <strong>in</strong>oltre un progressivo rilassamento dei legamenti<br />
pelvici, con conseguente abbassamento della groppa e allungamento<br />
della vulva. In questo periodo la fattrice com<strong>in</strong>cia anche a essere più statica e<br />
meno sciolta nei movimenti, ma va comunque tenuta <strong>in</strong> esercizio fisico facendola<br />
accedere al paddock tutti i <strong>giorni</strong>.<br />
Qualora il parto dovesse avvenire <strong>in</strong> un posto diverso da quello <strong>in</strong> cui vive abitualmente,<br />
è consigliabile effettuare il trasferimento proprio <strong>in</strong> queste ultime<br />
settimane di <strong>gestazione</strong>, così da garantire alla cavalla il tempo necessario per<br />
sviluppare gli anticorpi contro i patogeni del nuovo ambiente che poi trasmetterà<br />
al neonato attraverso il colostro.<br />
Da una settimana a un giorno prima del parto com<strong>in</strong>ciano a manifestarsi rapide<br />
modificazioni delle mammelle, che aumentano ulteriormente di volume<br />
e <strong>in</strong>iziano a secernere un liquido giallastro che si trasformerà poi <strong>in</strong> colostro<br />
nelle ore precedenti il parto. Può capitare che <strong>in</strong> cavalle primipare tali modificazioni<br />
non avvengano, e che esse com<strong>in</strong>c<strong>in</strong>o a produrre latte solo a parto<br />
avvenuto.<br />
Negli ultimi <strong>giorni</strong> di <strong>gestazione</strong> può accadere che la fattrice manifesti atteggiamenti<br />
anomali, come alzare la coda e sfregarla contro le pareti del box;<br />
si tratta perlopiù di naturali reazioni ai leggeri dolori addom<strong>in</strong>ali causati dai<br />
movimenti del puledro nel ventre della cavalla.<br />
Da pochi <strong>giorni</strong> prima del parto alla vigilia la mammella può perdere qualche<br />
goccia di colostro che, raggrumandosi <strong>in</strong>torno ai capezzoli, forma i cosiddetti<br />
“tappi di cera”. In questo periodo il calcolo del calcio nel latte - <strong>media</strong>nte kit<br />
disponibili <strong>in</strong> commercio - può aiutare a stabilire con precisione il momento<br />
del parto.<br />
In questa fase è opportuno trasferire la fattrice <strong>in</strong> un box allestito a sala parto<br />
che, oltre ad avere misure adeguate (almeno 3,5x3,5m), dovrà essere pulito,<br />
tranquillo e con abbondante paglia come lettiera. A parto avvenuto, la paglia<br />
sporca e bagnata andrà rapidamente asportata e sostituita con paglia pulita.<br />
Qualora non fosse possibile adibire un box a sala parto, si può lasciare che<br />
la cavalla partorisca nel paddock. In questo modo, però, sarà più difficoltoso<br />
tenerla sotto costante controllo, soprattutto di notte.<br />
Nelle 24-48 ore che precedono il parto:<br />
- le mammelle della fattrice appaiono dolenti ed edematose e la loro secrezione<br />
diventa biancastra: ormai, è vero colostro;<br />
- il feto com<strong>in</strong>cia a partecipare attivamente al parto, posizionandosi nella maniera<br />
corretta per uscire.<br />
LE CICOGNE . RIAB<strong>IL</strong>ITAZIONE & RIPRODUZIONE CAVALLI SPORTIVI . VIA NOVARA 4E . 28010 AgRATE CONTURBIA (NO) . TEL/FAx +39.0322.832393 . www.LECICOgNE.COm
<strong>IL</strong> <strong>PARTO</strong><br />
1° stadio - Iniziano le contrazioni, che possono <strong>dura</strong>re 1-2 ore. <strong>La</strong> fattrice non<br />
ha appetito, mostra segni di irrequietezza (lievi sudorazioni, irritabilità, movimenti<br />
della coda, guardarsi il fianco) alternati a momenti di tranquillità. In<br />
questa fase mantiene il pieno controllo degli eventi, tant’è che - se disturbata -<br />
può bloccare il processo ritardando il parto. <strong>La</strong> cervice com<strong>in</strong>cia a dilatarsi.<br />
2° stadio - <strong>Le</strong> contrazioni uter<strong>in</strong>e esercitano una pressione sugli <strong>in</strong>vogli fetali<br />
pieni di liquido, che <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e si rompono facendolo fuoriuscire. <strong>La</strong> “rottura delle<br />
acque” (circa 20 litri) rappresenta l’entrata ufficiale nel 2° stadio del parto.<br />
Da questo momento è importante tenere sotto controllo i tempi con un orologio,<br />
perché a regola non dovrebbero mancare più di 15-30 m<strong>in</strong>uti alla fuoriuscita<br />
del puledro. Se dopo questo lasso di tempo l’espulsione non fosse ancora<br />
avvenuta, il puledro potrebbe essere posizionato scorrettamente e si renderebbe<br />
pertanto necessario un tempestivo <strong>in</strong>tervento del veter<strong>in</strong>ario.<br />
Dal momento <strong>in</strong> cui si rompono le acque, la fattrice <strong>in</strong>izia a esercitare delle<br />
vigorose contrazioni addom<strong>in</strong>ali e il sacco amniotico com<strong>in</strong>cia a fuoriuscire<br />
dalla vulva come un pallonc<strong>in</strong>o lattescente, sp<strong>in</strong>to fuori dai piedi anteriori del<br />
puledro, posti uno leggermente avanti all’altro. Dopo questa fase la fattrice <strong>in</strong><br />
genere si sdraia su un fianco estendendo le gambe.<br />
Durante la fuoriuscita del puledro, la cavalla può essere aiutata solo quando<br />
sp<strong>in</strong>ge: dopo aver rotto la membrana che avvolge i piedi del neonato, lo si afferra<br />
per i pastorali e lo si tira leggermente, assecondando così la sp<strong>in</strong>ta della<br />
madre.<br />
Se il sacco che fuoriesce per primo dalla vulva è di colore rosso si ha un prematuro<br />
distacco placentare. In questo caso bisogna chiamare il veter<strong>in</strong>ario con<br />
urgenza, perché il puledro è <strong>in</strong> pericolo di vita.<br />
In condizioni normali, predisponendosi all’uscita il puledro si posiziona con la<br />
testa <strong>in</strong> avanti, <strong>in</strong>filata fra le zampe anteriori. Essa è ricoperta da una membrana,<br />
che occorre rompere e allontanare rapidamente dalle narici perché<br />
impedisce al puledro di respirare.<br />
Una volta uscita la testa, le contrazioni della madre aumentano <strong>in</strong> maniera<br />
spasmodica per favorire il passaggio delle spalle, che costituiscono la zona<br />
anatomicamente più larga del puledro. A loro fuoriuscita f<strong>in</strong>almente avvenuta,<br />
la cavalla si concede una breve pausa di riposo che prelude allo sforzo f<strong>in</strong>ale,<br />
consistente nell’esercitare le forti sp<strong>in</strong>te necessarie per espellere prima le<br />
anche e poi i garretti.<br />
Nelle fasi im<strong>media</strong>tamente successive all’espulsione del feto la fattrice rimane<br />
sdraiata per qualche m<strong>in</strong>uto a riposare a fianco del puledro, con il cordone<br />
ombelicale ancora attaccato. In questo periodo il puledro riceverà l’ultimo<br />
sangue della placenta, che è ancora attaccata all’utero. Il cordone si rompe generalmente<br />
entro 5-6 m<strong>in</strong>uti dalla nascita, quando fattrice e puledro com<strong>in</strong>ciano<br />
a muoversi, sangu<strong>in</strong>ando leggermente. Se il sangu<strong>in</strong>amento è abbondante<br />
bisogna comprimere il cordone vic<strong>in</strong>o al punto <strong>in</strong> cui si è rotto, con un’apposita<br />
p<strong>in</strong>za (clemmer) precedentemente sterilizzata, f<strong>in</strong>o a quando l’emorragia non<br />
risulterà bloccata.<br />
Il moncone del cordone ombelicale - che costituisce una facile via d’accesso<br />
per <strong>in</strong>sidiosi batteri - va im<strong>media</strong>tamente dis<strong>in</strong>fettato, <strong>in</strong>dossando guanti <strong>in</strong><br />
lattice, con clorexid<strong>in</strong>a allo 0,5 % o t<strong>in</strong>tura di iodio.<br />
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3°stadio - fase chiamata anche “processazione della placenta”, consistente<br />
nell’espulsione della placenta che pende dalla vulva <strong>media</strong>nte vigorose contrazioni,<br />
è la fase conclusiva del parto.<br />
Per evitare che la cavalla, calpestandola, la laceri e la contam<strong>in</strong>i è necessario<br />
attorcigliare la parte più esterna <strong>in</strong> un grosso nodo, che con il suo peso avrà<br />
anche l’effetto di facilitarne il distacco.<br />
Se la placenta non viene espulsa entro 3 ore dal parto si ha la cosiddetta<br />
“ritenzione placentare”, che richiede un rapido <strong>in</strong>tervento del veter<strong>in</strong>ario per<br />
evitare rischi di <strong>in</strong>fezioni uter<strong>in</strong>e e di lam<strong>in</strong>ite nella fattrice. Non bisogna comunque<br />
mai cercare di staccarla esercitando una trazione, perché si possono<br />
causare gravi danni all’apparato riproduttore della cavalla.<br />
Una volta espulsa, la placenta andrebbe sempre esam<strong>in</strong>ata da un veter<strong>in</strong>ario<br />
che possa valutarne l’<strong>in</strong>tegrità e lo stato generale, <strong>in</strong>dici della salute del puledro<br />
e delle condizioni dell’utero della cavalla.<br />
Anche dopo aver espulso la placenta la cavalla può manifestare disagio ed<br />
eventualmente s<strong>in</strong>tomi colici dovuti alle contrazioni post parto, che favoriscono<br />
l’<strong>in</strong>voluzione dell’utero (ritorno alle dimensioni orig<strong>in</strong>ali). Se questi dolori sono<br />
forti e la cavalla si agita, non permettendo al puledro di mangiare, si può <strong>in</strong>tervenire<br />
somm<strong>in</strong>istrandole un analgesico.<br />
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