9/settembre - Santuario della Guardia

9/settembre - Santuario della Guardia 9/settembre - Santuario della Guardia

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La Madonna della Guardia - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova - Mensile - Imprimé à Taxe reduite - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale di Genova - Italia osservatorio - memoria - comunicazione - proposta Mensile del Santuario di Nostra Signora della Guardia - Genova Più forti di prima. L’importanza di essere “resilienti”. Credo nel dialogo e nella pace. Il ruolo delle religioni. ... e c’era la Madre di Gesù Gv. 2,1 9// settembre 2010 2010

La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova - Mensile - Imprimé à Taxe reduite - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale di Genova - Italia<br />

osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

Più forti di prima.<br />

L’importanza di essere “resilienti”.<br />

Credo nel dialogo<br />

e nella pace.<br />

Il ruolo delle religioni.<br />

... e c’era la Madre di Gesù<br />

Gv. 2,1<br />

9// <strong>settembre</strong><br />

2010<br />

2010


le rubriche<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

20<br />

26<br />

30<br />

4<br />

14<br />

19<br />

2<br />

Associato all’U.S.P.I.<br />

Unione Stampa<br />

Periodica Italiana<br />

e Maria si recò in fretta verso la regione...<br />

Nel nome del Libro.<br />

di Gianfranco Parodi<br />

L’incontro-scontro tra Cristiani e Islam.<br />

nell’Anno Sacerdotale, alla <strong>Guardia</strong><br />

Benedetto XV e la <strong>Guardia</strong> <strong>della</strong> Pace di Anna Gatti<br />

editoriale<br />

Provocazioni,<br />

tra cavalli e... puledre<br />

osservatorio<br />

E tu,<br />

quanto ti senti forte?<br />

le ragioni del credere<br />

Sulle vie dell’amicizia<br />

cronache<br />

il ricordo e la preghiera<br />

Stampa B.N. MARCONI s.r.l.<br />

Passo Ruscarolo, 71 - 16153 Genova<br />

Tel. 010.651.59.14<br />

di Marco Granara<br />

servizio di Mirco Mazzoli,<br />

Alma Severino,<br />

Enrico Quaglia<br />

servizio di Mirco Mazzoli,<br />

Ivana Zanobelli<br />

scrivere, rispondere di Marco Granara<br />

la<strong>Guardia</strong> dei piccoli<br />

di Marina Parodi,<br />

Nucci Scipilliti<br />

succede in Chiesa... di Alma Severino<br />

4 pagine centrali<br />

<strong>Guardia</strong> 520.<br />

Ricorrenza o ripartenza?<br />

il sommario sommario<br />

La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Anno 115 o n. 09<br />

Autorizzazione n. 2/84 del 17.1.1984<br />

del Tribunale di Genova


a proposito<br />

di Fernando Primerano<br />

Settembre! Abbiamo da poco celebrato con fede e solennità la festa <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

il 29 agosto e il nuovo mese, che apre le porte all’anno sociale e vede tutti riprendere le proprie<br />

attività lavorative, scolastiche e pastorali, propone più volte l’immagine di Maria Santissima.<br />

La incontriamo nella sua Natività (8 <strong>settembre</strong>), ne veneriamo il Nome (12 <strong>settembre</strong>), la contempliamo<br />

Addolorata ai piedi <strong>della</strong> Croce (15 <strong>settembre</strong>) e ne facciamo memoria con il titolo di<br />

B.V.M. <strong>della</strong> Mercede (24 <strong>settembre</strong>).<br />

La Natività di Maria dimostra che la storia è guidata dallo Spirito di Dio che prepara l’ingresso di<br />

Cristo nel mondo. Ecco per noi l’invito a lasciarci guidare dallo Spirito nella Chiesa per essere,<br />

come Maria, porta di salvezza. Circa il nome di Maria, se diverse sono state le interpretazioni date<br />

lungo i secoli, esse sempre sono state legate al rapporto <strong>della</strong> Madre con il fi glio Gesù e alla salvezza<br />

operata da Lui. Da questa festa impariamo, come Maria, a fare di Cristo e del Vangelo il<br />

baricentro del nostro essere. Maria Addolorata ai piedi <strong>della</strong> Croce. In quel contesto di estremo<br />

dolore e di estrema gioia per la salvezza, Gesù ci ha donato come madre la sua Mamma. Ecco<br />

l’incoraggiamento a vivere da cristiani veri e convinti, senza alcun timore, perché Cristo ha vinto<br />

e redento il mondo. Infi ne la memoria <strong>della</strong> B.V.M. delle Mercede, titolo sorto in un particolare momento<br />

storico (1218) con la fondazione di un Ordine nato per la liberazione dei cristiani prigionieri.<br />

Ogni titolo dato a Maria Santissima narra un suo materno, concreto intervento nella nostra storia<br />

umana. Lei è presente e ci guida in tutti i momenti bui o luminosi delle nostre giornate.<br />

In questo numero affronteremo il tema delle religioni che si incontrano e dialogano. Benedetto<br />

XVI, nel 2008, negli USA, a conclusione del suo discorso ai rappresentanti delle religioni affermò:<br />

“Il nostro dialogo non si ferma ad individuare un insieme comune di valori, ma si spinge innanzi<br />

ad indagare il loro fondamento ultimo. Non abbiamo alcun motivo di temere, perché la verità ci<br />

svela il rapporto essenziale tra il mondo e Dio”.<br />

Altro tema importante riguarda una nostra capacità umana: la resilienza. E’ l’istinto a reagire con<br />

forza d’animo per ricostruire il cammino <strong>della</strong> vita di fronte a vicende complesse o negative. Si<br />

noterà come l’ambiente culturale e i valori scelti nel tempo hanno una fondamentale importanza<br />

nell’esercizio di questa vitale capacità. Se vogliamo usare alcune parole pronunciate dall’Arcivescovo<br />

di Genova Angelo Bagnasco in occasione <strong>della</strong> Festa <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, potremmo affermare<br />

che, “se respiriamo culturalmente” l’aria del Vangelo, diventerà a noi connaturale affrontare con<br />

la forza che viene dal Cristo ogni situazione esistenziale.<br />

Affrontiamo con fi ducia il futuro e affi diamolo alla Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>: “Maria, madre di Verità<br />

e aiuto dei cristiani, guidaci sempre nel cammino <strong>della</strong> vita”.<br />

Don Fernando<br />

3


scrivere, rispondere<br />

lettere a la<strong>Guardia</strong><br />

L’iter <strong>della</strong> nostra rivista “la<strong>Guardia</strong>”<br />

dal cestino al... bagno!<br />

Buon pomeriggio, monsignor Granara, poche righe o forse tante per esprimerle la mia gratitudine. Gratitudine,<br />

per il mensile del santuario che indirettamente aiuta i miei ragazzi a restare comunque collegati<br />

con la chiesa. A scriverle è un papà cattolico critico ma osservante, convinto che la chiesa è comunque fatta<br />

di uomini che spesso non ascoltano i messaggi di Dio e che tuttavia, interpretandoli, danno dei messaggi<br />

positivi a chi li vuole ascoltare. Il problema è proprio questo, fare ascoltare, coinvolgere una gioventù disincantata,<br />

e tenerla in comunicazione con il Supremo. Per quel che mi riguarda, sono stato riconvertito,<br />

come tanti genitori immagino, dalla prima comunione del mio primogenito che ora ha quasi quarant’anni.<br />

Da allora ho visto che mentre mia moglie ed io ci stavamo riavvicinando, inizialmente per amore del<br />

fi glio, ma anche perché riscoprivamo nella struttura <strong>della</strong> chiesa, anche se un po’ tanto arcaica, valori<br />

granitici d’amore... i giovani, dopo la cresima, praticamente fi niti i riti dell’adolescenza, fuggivano con<br />

la più totale indifferenza. Con gli anni anche i nostri tre ragazzi, due maschi ed una femmina, hanno<br />

esercitato un graduale allontanamento dalla chiesa, quasi irrevocabile. È qui che negli ultimi tempi<br />

interviene il mensile; guardato con sospetto anche dal sottoscritto che, i primi tempi devo dire la<br />

verità, lo ha cestinato con superfi cialità. Poi un giorno, come spesso accade, per caso e, a quanto mi<br />

risulta non accade quasi mai nulla per caso, l’ho aperto e l’ho letto. L’ho trovato così interessante<br />

che mi sono ritirato in bagno per leggerlo più comodamente. E casualmente l’ho abbandonato in<br />

bagno... come tutti i successivi, scoprendo dopo diversi mesi, con immenso piacere, che i miei<br />

due ragazzi ne citavano gli articoli con interesse e soddisfazione. Per carità, per questo non sono<br />

diventati improvvisamente osservanti ma... da alcuni anni stanno facendo dei bei piccoli passi.<br />

Tutto qua. È da tanto che glielo volevo dire... Dimenticavo anche che, nel frattempo, la mia<br />

devozione verso la Vergine, un tempo freddina e... piuttosto protestante, è aumentata.<br />

Grazie, grazie di cuore, a lei ed alle persone che collaborano al mensile.<br />

Grazie infi nite per le sue preziose risposte piene di equilibrio e tanto vicine anche<br />

ai giovani. Possa la Chiesa continuare a crescere per avvicinarsi sempre di più<br />

all’uomo. Di nuovo un caro saluto,<br />

Gennaro S. – Genova<br />

4<br />

Risponde<br />

mons. Marco<br />

Granara,<br />

rettore<br />

del <strong>Santuario</strong><br />

rettore@santuarioguardia.it


“Momento atteso,<br />

stimolo<br />

per pensare...”<br />

Un grazie al <strong>Santuario</strong> e alla<br />

redazione <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> per il lavoro<br />

svolto. Per me il mensile è un<br />

momento atteso, trovo stimoli per<br />

pensare alla mia vita guidata dalla<br />

fede e riscopro motivazioni.<br />

Sandra Z. – Savona<br />

Grazie davvero a voi, Gennaro e<br />

Sandra, anche a nome dei nostri collaboratori<br />

de “la<strong>Guardia</strong>”. Lavorare<br />

a lungo, spesso nel silenzio e, qualche<br />

volta, senza riscontri diretti, è faticoso<br />

e, talvolta, ci si chiede se poi sarà<br />

almeno utile. Basta una testimonianza<br />

come la vostra per dirci che vale<br />

proprio la pena seminare... Il vostro<br />

cenno di “presenza” non ci piace solo<br />

perché lusinghiero, ma ci conforterà<br />

sempre e comunque l’apporto anche<br />

critico. Essere tramiti fedeli di una<br />

Verità che ci trascende e ci precede,<br />

è rischioso per noi. Non abbiamo<br />

mai la presunzione di interpretarla<br />

bene, come non siamo sempre sicuri<br />

di parlare la lingua <strong>della</strong> gente<br />

del nostro tempo, così variegata.<br />

Aiutateci a farlo. Vi ringraziamo<br />

in anticipo. Sarebbe un vero delitto<br />

spendere forze, tempo e denaro, nella<br />

presunzione di comunicare, quando,<br />

per nostra insensibilità, questo non<br />

riuscisse. È già diffi cile farci capire<br />

per la natura stessa di quanto abbiamo<br />

da comunicare (“chi ha orecchi<br />

intenda”! diceva Gesù, sapendo<br />

come può essere complesso il cuore<br />

dell’uomo), guai a noi se perdessimo<br />

la lunghezza d’onda dei nostri<br />

interlocutori. Posso chiedervi una<br />

cosa ancora? Come avete passato<br />

ai fi gli, con discrezione e rispetto,<br />

una possibile proposta che viene da<br />

“la<strong>Guardia</strong>”, perché non trovare<br />

la stessa strada <strong>della</strong> fi duciosa attenzione,<br />

anche verso altri? Volete<br />

essere così nostri collaboratori a<br />

distanza? A risentirci.<br />

Nella speranza<br />

di non “troncare<br />

e sopire”...<br />

Monsignore Reverendissimo<br />

Leggo sul numero 7 <strong>della</strong> rivista la<br />

lettera <strong>della</strong> signora Elena di Milano,<br />

con la quale mi trovo totalmente<br />

d’accordo e resto invece abbastanza<br />

perplesso per la sua risposta. Lei<br />

infatti appigliandosi all’argomento<br />

<strong>della</strong> trave e <strong>della</strong> pagliuzza taglia<br />

corto su ogni possibilità di discussione<br />

in merito a certi atteggiamenti<br />

<strong>della</strong> gerarchie ecclesiastiche. Io<br />

penso invece che quando un cristiano<br />

cerca di far notare a chi si pone in<br />

una posizione di superiorità rispetto<br />

a lui, che certi atteggiamenti possono<br />

essere controproducenti, non<br />

lo fa certo per il gusto <strong>della</strong> maldicenza<br />

o <strong>della</strong> critica fi ne a se stessa,<br />

ma se mai per rendere un servizio<br />

alla Chiesa che ama e che vorrebbe<br />

vedere sempre aderente allo spirito<br />

del Vangelo. Le faccio un esempio:<br />

se io, ultimo tra i cristiani, decido un<br />

giorno di uscire con le scarpette rosse,<br />

un mantello di velluto ornato di<br />

ermellino e i vestiti tempestati di oro<br />

e pietre preziose, al massimo sono<br />

preso per un tipo un po’ originale,<br />

ma così facendo non allontano certo<br />

altre persone dalla chiesa. Se invece<br />

ad assumere certi atteggiamenti è il<br />

capo <strong>della</strong> chiesa cattolica (o i suoi<br />

più stretti collaboratori) e questo fa<br />

in modo che molta gente si allontani<br />

dalla chiesa stessa perché disturbata<br />

dall’uso eccessivo di tanta ricchezza<br />

e se lui (o loro) di questo non si rendono<br />

conto, sarei colpevole se queste<br />

cose non gliele dicessi. In altre<br />

parole, se io fossi il papa (o un suo<br />

collaboratore) e venissi a sapere che<br />

l’eccessivo sfarzo dei paramenti che<br />

uso, o l’esagerato dispendio di mezzi<br />

pubblici e privati che si attiva ogni<br />

qualvolta mi muovo o mi mostro<br />

in pubblico, lungi dal convertire i<br />

“tiepidi” (come penso che avvenga)<br />

allontana invece anche le persone<br />

più sensibili, sarei ben contento<br />

che qualcuno mi segnalasse queste<br />

situazioni perché avrei modo di adeguarmi<br />

immediatamente cambiando<br />

senz’altro stile di vita. E di questo<br />

non potrebbe che trarne vantaggio<br />

la chiesa intera. Mi domando perciò<br />

perché voi preti, per piaggeria o<br />

semplice rispetto reverenziale, cercate<br />

sempre di “troncare e sopire”<br />

(reminiscenze manzoniane.....) ogni<br />

critica a chi sta più in alto di voi:<br />

siete proprio sicuri di fare un buon<br />

servizio alla Chiesa?<br />

Antonio F. – Genova Sestri<br />

Caro Antonio,<br />

perché mi chiama “monsignore<br />

reverendissimo”? Non bastava un<br />

semplice “caro don Marco”? Una<br />

simpatica ironia,la sua? Se invece<br />

è altro… ahi! Vede che anche lei,<br />

come molti, non riesce a svestirsi<br />

di una certa mentalità? Il “monsignore<br />

reverendissimo” o il familiare<br />

“don” sono “solo forme” o toccano<br />

la “sostanza”? Se le forme segnano<br />

e toccano la sostanza, non c’è dubbio<br />

che dobbiamo lavorare – senza<br />

dar loro più peso di quel che hanno<br />

– all’evoluzione delle stesse verso<br />

la semplicità evangelica. È quello<br />

che fa la Chiesa da decenni. Chi<br />

ricorda? Chiesa “per” i poveri,<br />

o chiesa “con” i poveri, o chiesa<br />

“dei” poveri, o chiesa “di” poveri…<br />

Se ne parlò molto al Concilio<br />

Vaticano II. Forse lei ricorda (non<br />

conosco la sua età) che, anche per<br />

questa maturazione, siamo passati<br />

dai “fl abelli” e “sedie gestatorie”<br />

di stile faraonico – usati ancora dal<br />

semplice Papa-contadino Giovanni<br />

XXIII – alla vendita <strong>della</strong> tiara (il<br />

“triregno”) da parte di Paolo VI,<br />

al taglio delle “code” cardinalizie<br />

ecc... Ma non potrebbe procedere<br />

un po’ più speditamente questa<br />

“obbedienza conciliare” verso<br />

la semplifi cazione? Lei dice di sì<br />

e io concordo, ma lo sa che, nel<br />

frattempo, non pochi vorrebbero<br />

ritornare sui fasti antichi (ma di<br />

5


quale antichità e tradizione si parla?<br />

Non certo di quella apostolica o dei<br />

primi Padri...)? Siamo così arrivati<br />

a vedere, recentemente, i bei polsini<br />

del maglioncino nero, sfoggiato da<br />

Papa Benedetto dalla loggia vaticana<br />

il giorno <strong>della</strong> sua elezione. Poi<br />

è successo che il maglioncino nero<br />

venisse sostituito dai polsini bianchi<br />

con relativi gemelli... Di chi il merito<br />

o la colpa? Forse del vecchio<br />

cardinale bavarese che ogni giorno<br />

andava in uffi cio, vestito da semplice<br />

prete, col suo basco da parroco di<br />

campagna, conversando con la gente<br />

e salutando persino i gatti del colonnato<br />

di San Pietro? Chi gli ha “detto/<br />

imposto” che “doveva” vestire a un<br />

altro modo? Opportunità? Quieto<br />

vivere e libertà dell’intellettuale che<br />

di solito viaggia molto più in alto<br />

del suo abbigliamento? Del resto,<br />

per me non è questione di “troncare<br />

o sopire” le osservazioni al Santo<br />

Padre. Spero che anche per lei non<br />

sia un “dovere di cattolico” quello<br />

di dargli addosso comunque, magari<br />

secondo le “verità” dell’ultimo titolo<br />

dei giornali non sempre benevoli e<br />

onesti con lui!? È di questi giorni<br />

la notizia riportata da Repubblica<br />

(non dall’Osservatore Romano) che<br />

le strombazzate “scarpette rosse di<br />

Prada” indossate dal Papa sono<br />

invece dell’artigiano ciabattino<br />

Adriano Stefanelli originario di<br />

Novara, che si sente onorato di<br />

fornire abitualmente da cinque anni<br />

al Papa le sue scarpe su misura...<br />

Altro discorso è da tenere verso gli<br />

abbigliamenti delle celebrazioni liturgiche.<br />

Anche il vecchio parroco di<br />

campagna più scalcagnato, indossa<br />

abiti rituali che avrebbero il compito<br />

di far intravedere i “cieli nuovi e la<br />

terra nuova”. Li concediamo, con<br />

queste motivazioni, anche al Papa?<br />

Anche questa sarebbe una mascherata?<br />

O piuttosto un modesto tentativo<br />

di far cogliere, anche attraverso<br />

un rito, una realtà che ci trascende e<br />

che, peraltro, ci compete?<br />

Davvero sto cercando di “troncare<br />

6<br />

lettere a la<strong>Guardia</strong><br />

e sopire” le obiezioni legittime?<br />

Davvero desidero una Chiesa “paludata”<br />

invece che la chiesa umile<br />

del Vangelo? A me parrebbe di no.<br />

Solo vorrei realisticamente dire che<br />

certe evoluzioni hanno bisogno –<br />

per tutti – di motivazioni sempre più<br />

chiarite da una visione di fede che<br />

spesso non è così chiara. È questo<br />

“il” problema: non accettare criteri<br />

tutto sommato mondani nella vita<br />

<strong>della</strong> Chiesa, in alto e in basso. Le<br />

“forme”, pur signifi cative, vengono<br />

dopo. Fatta la debita distinzione tra<br />

le forme rituali con relative motivazioni<br />

e lo stile di vita personale, tutti<br />

però dobbiamo lavorare sulla linea<br />

<strong>della</strong> coerenza evangelica. L’aver<br />

scritto alla lettrice Elena di Milano<br />

che “chi ha avuto di più da Dio deve<br />

dare di più” non era già suffi ciente?<br />

Cosa avrei dovuto dirle di più, per<br />

dire da che parte sto?<br />

Sogno<br />

il mio Vescovo che...<br />

Caro Rettore, sa cosa sogno quando<br />

penso alla mia Chiesa? Per<br />

esempio sogno di vedere un giorno<br />

il mio vescovo camminare per le<br />

strade <strong>della</strong> città, senza cortei di<br />

macchine o sirene oppure -perché<br />

no?- sogno di incontrarlo magari<br />

sull’autobus, passeggero in mezzo<br />

agli altri, che attacca discorso con<br />

la gente intorno a lui. Sono fuori di<br />

testa? Forse sì, però mi piacerebbe<br />

tanto che accadesse. Non prendono<br />

forse l’autobus milioni di persone<br />

senza che nessuno lo trovi strano?<br />

Certo che se si vestisse di rosso e<br />

col sottanone, eh sì, sarebbe un po’<br />

strano, ma con un normale clergyman,<br />

perché no? Mi immagino<br />

anche la scena, le prime volte, poi<br />

ci si abitua e diventerebbe una cosa<br />

normale: “Ma guarda, non è il vescovo?<br />

Ma no! Ma sì, è proprio lui!<br />

Buon giorno, eminenza, dove va?”<br />

E così comincia un contatto, una<br />

condivisione, per lo meno del mez-<br />

zo di trasporto. Lo so che fi or fi ore<br />

di benpensanti saprebbero darmi<br />

mille buone ragioni per giustifi care<br />

la non convenienza e l’assurdità di<br />

un simile comportamento, ma come<br />

ho detto, è un sogno. Però, mi dica<br />

la verità, non pensa anche lei che se<br />

si avverasse sarebbe magnifi co?<br />

Silvana – Ge Sampierdarena<br />

Il suo sogno, cara Silvana, se lei<br />

vuole, è già una realtà: il suo Arcivescovo<br />

spesso lo si vede a piedi,<br />

vestito da semplice prete, per i vicoli<br />

<strong>della</strong> città dove è cresciuto da bambino.<br />

Il suo Arcivescovo ha anche<br />

scandalizzato più d’uno perché, in<br />

visita pastorale nel centro storico,<br />

ha ricevuto e ascoltato un gruppo di<br />

prostitute dei vicoli. Il suo Arcivescovo<br />

spesso, qui al <strong>Santuario</strong> – se<br />

ha un minimo di tempo – dopo aver<br />

mangiato sulla piazza la focaccia<br />

genovese con la sua gente, invita<br />

qualcuno al bar <strong>della</strong> piazza per<br />

prendersi un caffé. Poi, a volte,<br />

troverà lo stesso Vescovo agghindato,<br />

verso le celebrazioni, come<br />

un damerino. Giusto? Sbagliato?<br />

A qualcuno piace così, ad altri la<br />

cosa fa problema. Che le devo dire?<br />

Cosa farei io? Quando mi faranno<br />

Arcivescovo, Cardinale o Papa... le<br />

saprò dire.<br />

Dico a lei, come all’amico Antonio<br />

di cui sopra, che la tensione<br />

verso la semplicità evangelica è<br />

un dovere per tutti, soprattutto per<br />

quanti – più in alto – dovrebbero<br />

darci esempio. Vescovi e preti...<br />

“damerini” o “sbracati”? Da parte<br />

sua e nostra, rimane il dovere<br />

di sognare il meglio, denunciare<br />

con amore eventuali distorsioni in<br />

merito, dare noi stessi esempio di<br />

coerente sobrietà, senza ridurre i<br />

problemi alla cura delle forme. Se<br />

poi, noi ecclesiastici, certe lezioni<br />

non le vogliamo capire... non si<br />

preoccupi, che ci pensano già certi<br />

fatti ad obbligarci a cambiare! La<br />

verità non fa preferenza di persone<br />

e ha una sua inesorabilità.


di Gianfranco Parodi<br />

Nel nostro viaggio attraverso la storia<br />

<strong>della</strong> Chiesa in Italia ed in Europa,<br />

abbiamo fi nora registrato un percorso<br />

di crescita più o meno costante. La<br />

Chiesa dei primi secoli si irrobustiva anche nella<br />

sua struttura, sempre nuove popolazioni venivano<br />

convertite al cristianesimo e, anche quando da<br />

oriente giunsero i barbari, grande fu l’abilità degli<br />

uomini di chiesa nel trattare con loro e nel farli<br />

confl uire nell’alveo <strong>della</strong> fede cristiana. Dunque<br />

un percorso sempre positivo di crescita? No, perché<br />

si registrarono anche sconfi tte e dolorose perdite.<br />

Accadde infatti che a partire dal secolo VII, con una<br />

rapidità impressionante, tutte quelle zone, che erano<br />

state culla del cristianesimo o che avevano visto il<br />

sorgere di importanti chiese rette da grandi santi e<br />

illuminate dal sapere di importanti teologi, nel giro<br />

di pochi decenni videro lo scomparire di ogni presenza<br />

cristiana e l’affermarsi in maniera massiccia<br />

dell’Islam. La predicazione del profeta Maometto,<br />

attivo nella penisola arabica nel VII secolo, pur<br />

partendo dalla Bibbia, aveva dato luogo<br />

infatti ad una nuova religione<br />

le fonti del credere<br />

Nel nome del Libro.<br />

L’incontro-scontro<br />

tra Cristiani e Islam.<br />

che incontrò subito il favore delle genti arabe.<br />

Fu così che l’impero bizantino, nel volgere di pochi<br />

anni perse praticamente tutti i domini del Medio<br />

Oriente e dell’Africa settentrionale. Palestina,<br />

Egitto, Turchia (vere e proprie culle del cristianesimo<br />

nascente) ma anche Tripolitania e Tunisia<br />

(dove avevano operato grandi santi come Agostino<br />

e Cipriano) in breve furono poste sotto il governo<br />

di sceicchi. Nei secoli successivi tale domino poi<br />

si sarebbe esteso anche alla penisola iberica e alle<br />

regioni meridionali dell’Italia.<br />

Successivamente, specie ai tempi delle crociate, si<br />

parlerà molto dei metodi violenti con cui i Musulmani<br />

tolsero di mezzo i Cristiani. Invece le cose non<br />

andarono esattamente così: proprio per rispetto alla<br />

matrice biblica comune, l’atteggiamento degli arabi<br />

musulmani nei confronti dei cristiani fu di una certa<br />

tolleranza. Mentre ogni buon musulmano aveva il<br />

dovere di convertire gli infedeli questo non valeva<br />

per chi era già fedele di una religione “del Libro”.<br />

Quindi i cristiani erano teoricamente<br />

liberi di continuare a<br />

professare la loro religione. Praticamente<br />

però nella vita sociale<br />

ed economica essi erano discriminati<br />

rispetto agli islamici,<br />

tanto che in molti scelsero di<br />

convertisti per migliorare le<br />

proprie condizioni di vita.<br />

Poi tutti sappiamo quello che<br />

è successo: secoli di guerre,<br />

assalti, rapine, razzie e violenze<br />

di ogni genere hanno<br />

costellato le reciproche<br />

storie, condizionando con<br />

la loro nefasta ombra la<br />

possibilità di una pacifi ca<br />

convivenza fi no ai giorni<br />

nostri.<br />

7


Nei numeri scorsi abbiamo visto diverse<br />

fi gure di sacerdoti legati tutti in qualche<br />

modo al santuario, ma dalla <strong>Guardia</strong><br />

ha iniziato il suo cammino anche un<br />

grande papa, Giacomo Della Chiesa che prenderà<br />

il nome di Benedetto XV. Era nato a Genova Pegli<br />

nel 1854 e data la vicinanza col monte Figogna fi n<br />

da bambino aveva imparato a salire al santuario e<br />

anche da pontefi ce gli restò sempre legato da grande<br />

amore. Fu lui che lo defi nì “santuario principe<br />

<strong>della</strong> ligure terra”, lo insignì del titolo di “basilica”<br />

e gli concesse una liturgia propria. Forse uno dei<br />

pochi momenti di gioia del suo sofferto pontifi cato lo<br />

provò quando i genovesi gli portarono in dono una<br />

grande statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>: la<br />

fece porre in un piccolo tempio nei giardini vaticani<br />

che diventò così il suo monte Figogna dove spesso<br />

andava a pregare per la pace. Infatti, era stato eletto<br />

papa nel <strong>settembre</strong> 1914 mentre l’Europa era appena<br />

precipitata in un confl itto mondiale destinato a durare<br />

quattro anni e che si sarebbe rivelato come il più<br />

spaventoso bagno di sangue <strong>della</strong> storia dell’uomo<br />

fi no a quel momento.<br />

Giacomo Della Chiesa fi sicamente era piccolo e<br />

mingherlino, con una pronunciata scoliosi e un<br />

viso pallido e sofferente, ma a dispetto <strong>della</strong> sua<br />

precaria prestanza fi sica dimostrò subito sicurezza<br />

e decisione, idee ben chiare e acutezza nei giudizi.<br />

Il suo papato segna l’inizio di un nuovo modo di<br />

porsi <strong>della</strong> stessa Chiesa. Nei secoli passati nessuno<br />

si stupiva se lo Stato Pontifi cio partecipava<br />

direttamente a guerre o si alleava con l’uno o l’altro<br />

contendente per la conquista o la difesa di territori.<br />

Ma ora la situazione è mutata: lo Stato Pontifi cio<br />

dopo Porta Pia non esiste più e per Benedetto XV<br />

il mandato di Gesù a Pietro e ai suoi successori di<br />

pascere il gregge del Signore viene assunto con una<br />

rilevante novità: il gregge non si identifi ca più<br />

solo nella Chiesa, ma in tutta l’umanità e il papa<br />

8<br />

nell’Anno arte sacra Sacerdotale, sulla cima del alla monte <strong>Guardia</strong><br />

di Anna Gatti<br />

Benedetto XV e<br />

la <strong>Guardia</strong> <strong>della</strong> Pace<br />

è il padre di tutti. È con questa visione che spende<br />

tutte le sue energie nell’attività diplomatica per<br />

convincere le potenze a desistere dalla guerra.<br />

Non esita a condannarla duramente defi nendola<br />

“orrenda carnefi cina che disonora l’Europa”, “inutile<br />

strage”, “la più fosca tragedia dell’odio umano<br />

e dell’umana demenza”. Le sue forti defi nizioni<br />

rivolte a tanti Stati cattolici che avrebbero voluto<br />

il papa dalla loro parte a benedire le loro truppe,<br />

gli procurarono critiche, nemici, insulti, accuse di<br />

viltà. Per la prima volta la Chiesa non prendeva<br />

posizione in un confl itto, ma anzi si schierava con<br />

le vittime e il papa apertamente dichiarava di avere<br />

una posizione di “perfetta imparzialità verso tutti i<br />

belligeranti, quale si conviene a chi è Padre comune<br />

e tutti ama con pari affetto i suoi fi gli”.<br />

Non fu capito e la sua voce rimase inascoltata, ma<br />

non per questo si rassegnò: diede vita in Vaticano a<br />

una centrale operativa per l’assistenza ai prigionieri<br />

di guerra, con iniziative per il rimpatrio specie<br />

dei feriti e dei malati; si tennero contatti con i soldati<br />

al fronte e le loro famiglie favorendo lo scambio di<br />

notizie, si portarono soccorsi alle persone e alle<br />

regioni più colpite, come ai contadini russi vittime<br />

di una spaventosa carestia e si cercò in ogni modo di<br />

alleviare le sofferenze delle popolazioni.<br />

La storia ha poi dimostrato quanto giuste e sagge<br />

fossero le sue parole e le sue intuizioni, ma in quel<br />

periodo <strong>della</strong> storia così drammatico Benedetto conobbe<br />

più amarezza e dolore che soddisfazioni. Una<br />

delle poche fu forse l’apprendere nel 1921, l’anno<br />

prima <strong>della</strong> sua morte, che in una piazza di Costantinopoli,<br />

era stata inaugurata una sua statua di sette<br />

metri dove era scritto: “Al grande Pontefi ce dell’ora<br />

tragica mondiale Benedetto XV benefattore dei popoli<br />

senza distinzione di nazionalità e di religione<br />

in segno di riconoscenza l’Oriente. 1914-1919”. E<br />

questo nella città cuore dell’Islam!


pescando nel tesoro... cose nuove e antiche<br />

Provocazioni, tra cavalli<br />

editoriale e... puledre<br />

di Marco Granara<br />

Agosto 2010. Noi qui,<br />

si sta celebrando<br />

la nostra novena<br />

<strong>della</strong> Madonna. Dai<br />

giornali nazionali e dai canali<br />

televisivi ci vengono proposti<br />

gli show di un pittoresco personaggio<br />

nordafricano che viene<br />

a far visita al “popolo italiano”<br />

(in ferie) portando con sé quaranta<br />

cavalli e uno stuolo di<br />

donne amazzoni, sue... guardie<br />

del corpo. Il “nostro” – per non<br />

rimanere da meno – gli fornisce<br />

500 (!)... puledre (scusate,<br />

“leggiadre fanciulle”) italiane,<br />

recuperate e foraggiate dal nostro<br />

ministero degli esteri tra le<br />

migliaia di odalische che gravitano<br />

ormai da sempre a Roma<br />

intorno ai palazzi del potere.<br />

E che la festa cominci! Cosa<br />

non si fa mai per il bene del<br />

popolo! Se le nuove iniziative<br />

commerciali passano anche da<br />

lì, perché no? Non lo insegnò<br />

un nostro celebre Macchiavelli<br />

che “il fi ne giustifi ca i mezzi”?<br />

Ebbene, alla bella faccia di<br />

ogni principio morale, che lo<br />

show cominci pure! Il magico<br />

showman africano premette<br />

al grande gioco una lezione di<br />

catechismo di uno dei tanti tipi<br />

di Islam. “Convertitevi all’Islam,<br />

prima di essere anticipate e<br />

travolte dall’inesorabile futuro.<br />

Sì, perché tra pochi decenni, la<br />

maggioranza degli abitanti europei<br />

sarà di religione islamica.<br />

E beh! Ha ragione il giovanotto.<br />

Stando così le cose, se gli islamici<br />

fanno almeno 5/6 fi gli per<br />

famiglia e i nostri, quando va<br />

bene, ne fanno uno... il conto è<br />

presto fatto: fra vent’anni saranno<br />

molti di più i Muhammad, gli<br />

Omar, gli Alì e le Jasmine che<br />

i Luca, i Roberto o le nostre<br />

Marine, Silvia o Lucia. “Se poi<br />

volete che io fermi le invasioni di<br />

lungo<br />

disperati che salgono dall’Africa<br />

affamata, dovete darmi, tra tutti,<br />

occhio e croce, 5 miliardi di bruscolini<br />

(scusate, di Euro). Tanti<br />

me ne occorrono per tener bravi<br />

– con buone o cattive maniere<br />

– i disperati del sud. Poco dopo,<br />

si dia inizio alle danze, al rodeo<br />

dei miei e dei vostri cavalli. Le<br />

vostre puledre, nel frattempo,<br />

per essere ‘aperte e moderne’,<br />

si leggeranno un po’ di Corano<br />

e qualcuna magari farà le prime<br />

prove di abiura dalla propria<br />

(?) religione cristiana”. Mentre<br />

i cavalli corrono tra abbracci e<br />

sorrisi dei capi e fi umi di retorica,<br />

la task force (ora si chiama<br />

così) degli imprenditori italiani<br />

si mescola dove sanno loro per<br />

siglare accordi economici che<br />

verranno bene al nostro popolo<br />

per superare la crisi. La farsa<br />

fi nì prestino, qualcuno abbozzò<br />

qualche inutile rilievo e poi<br />

“vissero a lungo felici, mazziati<br />

e contenti”.<br />

E io, povero cretino, sto ancora<br />

a scrivere di queste cose? Povero<br />

illuso! Il pittoresco personaggio<br />

è tornato alla sua tenda,<br />

la nostra gente è tornata dalla<br />

ferie e, accidenti, deve fare conti<br />

che tornano sempre meno.<br />

Ma meno male che riprende il<br />

campionato di calcio, che Cassano<br />

sarà in nazionale e avrà<br />

un bel bimbo in primavera, il<br />

gettito dell’enalotto continua a<br />

salire, i nostri giovani per fare<br />

una festicciola di compleanno<br />

si accerteranno che ci sia anche<br />

la coca e per dare l’addio<br />

al celibato/nubilato (si fa per<br />

dire!...) si chiuderanno in una<br />

sauna (l’ho scoperto in questi<br />

giorni: 25 euro cad.) a sudare e<br />

disquisire di altissimi ideali.<br />

Ora basta! Rasento il sadismo<br />

e chiedo scusa ai nostri quasi<br />

schifati lettori. Voglio solo chiedermi<br />

cosa si può dire in merito<br />

dalla <strong>Guardia</strong>. Rassegnarsi e<br />

zittire? Aggiungere chiacchiere<br />

a chiacchiere? O... O che? Qui, alla<br />

<strong>Guardia</strong>, quando a fi ne ’400 la società<br />

del tempo e la stessa chiesa,<br />

ammalate e moribonde, stavano<br />

languendo, venne una Donna, una<br />

“ donna dagli occhi aperti” – l’unica<br />

che si era accorta che la festa di<br />

nozze di Cana stava trasformandosi<br />

in dramma per sposi e commensali,<br />

quella che ha a cuore che la festa<br />

dei suoi fi gli non degradi in tragedia<br />

– “quella lì”, venne a chiedere a<br />

un umile padre di famiglia – senza<br />

impaurirlo con diagnosi troppo<br />

crude come ho fatto io nelle note<br />

di cui sopra – di darle una mano a<br />

“costruire”...<br />

Senza paura, perché c’è Qualcuno<br />

a cui la nostra storia sta a cuore<br />

più che a noi, giullari da paese dei<br />

balocchi. Con determinazione, nonostante<br />

la complessità del compito<br />

e tirando fuori tutte le risorse che<br />

Dio ha messo in ognuno di noi.<br />

Non è più tempo di rassegnazione,<br />

di assuefazione, di “si è sempre fatto<br />

così”, di “ci penserà il Signore”...<br />

Tanto meno è tempo di disperazione<br />

o di fuga per chi dice di credere.<br />

È tempo di sfida e di speranza<br />

insieme. È tempo di svolta epocale<br />

imposta a chi, per fede e per<br />

amore, non è riuscito a prevenire i<br />

“tempi nuovi” e ha bisogno di sentirsi<br />

scavalcare dalla Provvidenza<br />

di Dio che invece non dorme. Sono<br />

i tempi <strong>della</strong> dilatazione del cuore<br />

di Gerusalemme, dell’ampliamento<br />

fi ducioso dei confi ni <strong>della</strong> Chiesa,<br />

già presente, coi “semi del Verbo”,<br />

anche in altre culture e in altre<br />

espressioni religiose.<br />

Ma per i “cristiani barricati” sul<br />

comodo passato, sarà tempo di<br />

“stridore di denti”, di un bussare<br />

frenetico perché Qualcuno ci apra<br />

e sarà triste sentirsi dire da nostro<br />

Padre: “Non vi conosco”! E tuttavia,<br />

la Madonna <strong>della</strong> “Vedetta” (Guar-<br />

9<br />

dia), continua a dire ai nuovi Pareto:<br />

“Non abbiate paura! Rimboccatevi<br />

le maniche, costi quello che costi e<br />

costruite con Me”!


10<br />

osservatorio<br />

resilienza<br />

di Mirco Mazzoli<br />

La spia più eclatante<br />

sono gli omicidi in famiglia,<br />

che costellano<br />

le cronache: uomini che<br />

uccidono mogli o fi danzate perché<br />

non sopportano la fi ne <strong>della</strong><br />

storia. In realtà ci sono anche altri<br />

segnali, quotidiani, meno tragici<br />

ma comunque gravi: l’incapacità<br />

ad affrontare le diffi coltà, la fuga<br />

quando le situazioni si fanno<br />

spinose, la rimozione <strong>della</strong> sofferenza<br />

dalla cultura <strong>della</strong> società.<br />

Gli esperti chiamano il problema<br />

mancanza di “resilienza” e se la<br />

parola sembra difficile si può<br />

tradurre più semplicemente con<br />

“forza d’animo”.<br />

La tentazione di affermare che c’è<br />

sempre meno forza d’animo in<br />

giro è forte e facile, come ripetere<br />

che un tempo tutto andava meglio.<br />

Forse, però, come spesso accade, è<br />

ciò che non appare a valere di più:<br />

quanti resilienti esistono, donne<br />

e uomini forti e silenziosi, che<br />

ci abitano vicino, che affrontano<br />

circostanze che se fossero capitate<br />

a noi...! Spesso, però, uno neppure<br />

lo sa di essere forte dentro, fi nché<br />

non ci si trova.<br />

“Credo di essere stata creativa,<br />

nel senso che in qualche modo,<br />

sempre nel mio piccolo, sono<br />

stata capace di creare la bellez-<br />

E tu, quanto<br />

ti senti<br />

forte?<br />

za e l’ordine partendo dal caos<br />

e dal disordine; credo di essere<br />

stata allegra e di aver saputo<br />

sdrammatizzare, di aver trovato<br />

sempre prima una cosa positiva<br />

che una negativa (la tristezza, lo<br />

sconforto, l’attesa e l’incertezza<br />

sono sempre state in agguato, ma<br />

i giorni passavano ed io e i miei<br />

cari c’eravamo, quindi valeva la<br />

pena guardare avanti); credo di<br />

essere stata fl essibile perché mi<br />

sono adattata ad una vita diversa,<br />

scomoda, senza le comodità<br />

di casa ed ho comunque portato<br />

avanti quelli che erano all’epoca<br />

i miei programmi di studio<br />

e di lavoro, anzi, forse sono<br />

anche migliorata professionalmente!”.<br />

“Il terremoto<br />

ha cambiato<br />

me, la<br />

mia città,<br />

la mia famiglia,<br />

i<br />

miei amici,<br />

le mie<br />

abitudini e<br />

mi ha anche<br />

‘permesso’ di<br />

scoprire questa<br />

parte di me, la<br />

parte resiliente appunto,<br />

che prima non<br />

conoscevo”.<br />

Chi scrive è Valeria Ciciotti, 28<br />

anni. “Il terremoto” è quello che<br />

ha colpito l’Aquila, il 6 aprile<br />

scorso. La testimonianza è stata<br />

raccolta dalla Caritas. Valeria è<br />

uno dei tanti piccoli simboli <strong>della</strong><br />

forza degli Aquilani, che in questi<br />

giorni affrontano un nuovo<br />

sciame sismico. Accerta l’esistenza<br />

<strong>della</strong> forza e le strategie<br />

per farla crescere, la possibilità<br />

di dare agli altri e a se stessi<br />

nuove speranze, malgrado distruzione<br />

e dolore. Valeria imbocca<br />

il cambiamento, trasforma<br />

il trauma in una via verso


l’umano: si dà da fare e si mette<br />

a disposizione soprattutto di anziani<br />

e bambini, nella tendopoli<br />

di Centi Colella. Ha modo così<br />

di approfondire anche il suo studio,<br />

costruisce la sua tesi di laurea<br />

in psicologia proprio sulla<br />

capacità di resilienza dei bambini<br />

aquinali. Aiutare gli altri e non<br />

rinunciare al proprio percorso.<br />

Tutto questo “è stato per me un<br />

grande dono – conclude Valeria<br />

- perché ho potuto fare esperienza,<br />

ho potuto toccare con mano<br />

la bellezza di aiutare gli altri e di<br />

aiutarmi allo stesso tempo”.<br />

C’è un’altra esperienza che<br />

oggi rende concreto in modo<br />

particolare il concetto di forza<br />

d’animo: si sta svolgendo a 700<br />

metri di profondità, in Cile.<br />

33 minatori sono intrappolati<br />

dal 5 agosto nel crollo <strong>della</strong><br />

miniera di San Jose. Come si<br />

sa, staranno là sotto forse per<br />

altri tre, quattro mesi, il tempo<br />

necessario a mettere in atto una<br />

perforazione del terreno suffi -<br />

ciente a farli uscire. I minatori<br />

sono diventati un esempio di<br />

resilienza per tutto per il loro<br />

paese e per il mondo: hanno<br />

resistito per 15 giorni isolati<br />

da tutti, mantenendo<br />

calma e senso del grup-<br />

Resistere agli urti <strong>della</strong> vita,<br />

credere nelle possibilità di domani.<br />

Avere resilienza.<br />

La “forza” nelle parole<br />

FORTEZZA È:<br />

- avere il coraggio delle proprie idee;<br />

- sapersi sacrifi care per realizzare gli ideali in<br />

cui si crede;<br />

- saper trasformare le diffi coltà in opportunità di<br />

crescita;<br />

- saper resistere alle derisioni, alle sollecitazioni, alle suggestioni<br />

degli altri;<br />

- essere perseveranti nel bene;<br />

- portare a termine ciò che si è iniziato;<br />

- non temere il parere degli altri;<br />

- vincere le proprie paure.<br />

RESILIENZA È:<br />

- dal latino RE-SALIO che signifi ca: saltare, rimbalzare;<br />

- in fi sica: è la resistenza che oppongono i corpi ed i metalli alla<br />

rottura per colpi e per urti;<br />

- nelle scienze sociali: è la capacità dell’essere umano, di affrontare<br />

le diffi coltà <strong>della</strong> vita, superarle ed uscirne rafforzato;<br />

- è la capacità di resistere e di sopravvivere continuando ad avere<br />

fede nella vita ;<br />

- è la capacità di usare l’esperienza nata da situazioni diffi cili per<br />

costruire il futuro, per cambiare punto di vista, per scoprire il<br />

positivo anche nelle situazioni più dolorose;<br />

- è quella qualità che permette di continuare a vivere nonostante<br />

tutto;<br />

- è l’arte che consente di risalire sulla barca quando si è rovesciata.<br />

E.Q.<br />

po quando non potevano avere<br />

la certezza di essere raggiunti.<br />

E ora che sono in contatto con<br />

il mondo ma chiusi per lungo<br />

tempo ancora, hanno rafforzato<br />

l’organizzazione, la divisione<br />

dei compiti, gli impegni comuni,<br />

ascoltano musica, giocano.<br />

E pregano insieme: la notizia<br />

più signifi cativa in merito l’ha<br />

data “Missionline”, il sito di<br />

“Mondo e Missione”, riferendo<br />

che i minatori hanno chiesto che<br />

fosse calato nel tubo di collegamento<br />

un crocifi sso. Cibo per il<br />

corpo, la mente, lo spirito ed<br />

esperienza di comunità. Nella<br />

caverna del mondo, i minatori<br />

cileni indicano cosa è essenziale<br />

all’uomo, per resistere e ritornare<br />

alla luce, fuori dalle lacerazioni<br />

<strong>della</strong> vita.<br />

11


12<br />

resilienza<br />

Costruire la casa<br />

sulla roccia<br />

di Alma Severino<br />

intervista ad Anna Oliverio Ferraris*<br />

La mancanza di forza<br />

d’animo o resilienza<br />

è da considerare un<br />

‘problema delle generazioni<br />

nuove’?<br />

Ci sono sempre state anche<br />

nel passato persone, famiglie e<br />

anche comunità meno resilienti<br />

di altre. Uno stile di vita meno<br />

individualista di quello attuale<br />

garantiva però una maggiore<br />

interdipendenza tra gli individui<br />

- i familiari, i vicini di casa, gli<br />

amici, la parentela - cosicché era<br />

più facile per i meno resilienti<br />

(in generale o in un particolare<br />

momento dell’esistenza) appoggiarsi<br />

a coloro che avevano<br />

maggiore capacità (o possibilità,<br />

per la posizione che avevano in<br />

famiglia, nella parentela o nella<br />

comunità) di reagire ai colpi<br />

<strong>della</strong> vita, ossia di riprendersi e<br />

di ricostruirsi. Va anche ricordato<br />

che la capacità di resilienza di<br />

una persona, di una famiglia o di<br />

un gruppo può variare nel corso<br />

degli anni.<br />

Le generazioni dei nostri nonni<br />

possedevano la capacità di re-<br />

sistere agli urti <strong>della</strong> vita e di<br />

trovare la forza di ripartire e<br />

combattere e risalire la china<br />

mentre le generazioni attuali<br />

non ne hanno la volontà?<br />

Non si può generalizzare, ma<br />

indubbiamente ci sono state<br />

generazioni che si sono riconosciute<br />

in un ideale comune, il<br />

che rappresenta una forza che<br />

sostiene nei momenti critici, fornisce<br />

identità e obiettivi (anche se<br />

qualche volta può portare, come<br />

nel caso del nazismo, a conseguenze<br />

nefaste). Per esempio,<br />

nonostante le due guerre mondiali<br />

molti di coloro che nacquero<br />

nei primi decenni dei Novecento<br />

credevano nel Progresso, ossia<br />

in una evoluzione positiva del<br />

mondo e <strong>della</strong> società nonostante<br />

le guerre e le distruzioni di cui<br />

erano testimoni. Questa fi ducia<br />

che le cose sarebbero cambiate<br />

in meglio, dava loro la forza per<br />

sperare, impegnarsi, combattere<br />

e, soprattutto, per collaborare<br />

in vista di un futuro diverso.<br />

Oggi, per una serie di motivi, è<br />

piuttosto diffusa la convinzione<br />

di poter regredire, come società,<br />

invece di progredire (si pensi al<br />

fenomeno del precariato, alla<br />

disoccupazione giovanile, alla<br />

crisi economica, all’aumento<br />

dei divorzi, all’inaffidabilità<br />

<strong>della</strong> classe politica) e questo<br />

crea in molti la convinzione che<br />

non serve impegnarsi. Ma una<br />

convinzione di questo tipo porta<br />

all’isolamento e diffonde un clima<br />

di sfi ducia.<br />

I recenti fatti di cronaca con<br />

protagonisti uomini e donne<br />

(più spesso uomini) omicidi e<br />

successivamente suicidi per<br />

i fallimenti tra coppie o per<br />

problemi in famiglia sono da<br />

considerare parte del problema<br />

<strong>della</strong> mancanza di resilienza?<br />

Sono persone che non riescono a<br />

trovare né in sé né fuori di sé la<br />

capacità di immaginarsi una vita<br />

diversa, soluzioni alternative che<br />

consentono di riorientarsi, ricostruirsi,<br />

di continuare a sperare<br />

in una via d’uscita anche nei momenti<br />

critici. Hanno imboccato<br />

un tunnel di cui non riescono a<br />

vedere la fi ne. Questa incapacità<br />

può dipendere da svariati fattori,


Chi è Anna Oliverio Ferraris<br />

Anna Oliverio Ferraris è esperta di rilievo internazionale sui temi <strong>della</strong> crescita,<br />

dello sviluppo e dell’età evolutiva. Psicologa, docente universitaria a<br />

Torino e Roma, formatore, conferenziere e saggista, è stata membro <strong>della</strong> Consulta<br />

Qualità <strong>della</strong> Rai e del Comitato Nazionale di Bioetica. Collabora regolarmente e<br />

da anni con riviste e quotidiani nazionali. Tra i principali temi di applicazione del<br />

suo studio e del suo insegnamento i problemi <strong>della</strong> crescita, i nuovi media, il disadattamento, il<br />

bullismo, i fattori protettivi e il recupero, l’adolescenza, la devianza minorile, la pedofi lia, l’adozione,<br />

la comunicazione in classe e in famiglia. Tra i suoi volumi: “Psicologia <strong>della</strong> paura”, Boringhieri; “Il<br />

bambino e l’adulto”, Laterza; “Crescere. Genitori e fi gli di fronte al cambiamento”, R. Cortina; “Zone<br />

d’ombra. Storie di normale psicopatologia”, Giunti; “TV per un fi glio” Laterza; “Il volto e la maschera.<br />

Il fenomeno <strong>della</strong> pedofi lia e l’intervento educativo” (con B. Graziosi), Valore Scuola; “La macchina<br />

<strong>della</strong> celebrità”, Giunti; “Le domande dei bambini”, Rizzoli; “Il cammino dell’adozione”, Rizzoli; “La forza<br />

d’animo”, Rizzoli; “Dai fi gli non si divorzia”, Rizzoli; “Non solo amore. I bisogni psicologici dei bambini”,<br />

Giunti; “Arrivano i nonni!” Rizzoli; “La sindrome Lolita”, Rizzoli; “Chi manipola la tua mente”, Giunti.<br />

come una totale mancanza di<br />

controllo dei propri impulsi,<br />

una dipendenza patologica dal<br />

partner, una fragilità psicologica<br />

dovuta alla mancanza di sostegno<br />

affettivo nei primi anni di vita e<br />

di una formazione effi cace nel<br />

corso <strong>della</strong> crescita, vale a dire<br />

una guida, una educazione, dei<br />

punti di riferimento affettivi<br />

e culturali, dei modelli forti e<br />

positivi in cui poter identifi carsi.<br />

Una scarsa resilienza va spesso<br />

di pari passo con una immagine<br />

di sé negativa e con uno scarso<br />

rispetto degli altri.<br />

La mancanza di forza d’animo<br />

e di resistenza alle avversità<br />

colpisce più pesantemente gli<br />

uomini o le donne? Leggendo<br />

gli ultimi fatti di cronaca<br />

sembra che il problema sia più<br />

grave per gli uomini: il maschio<br />

si è forse un po’ smarrito?<br />

Non ci sono statistiche in proposito<br />

e non credo ci siano differenze<br />

tra i due sessi per quanto<br />

riguarda la resilienza, le differenze<br />

riguardano semmai le modalità<br />

di reazione alla mancanza di<br />

resilienza. Le donne tendono più<br />

spesso degli uomini a ripiegarsi<br />

su se stesse, a colpevolizzarsi, a<br />

cadere in depressione, a rifugiarsi<br />

nell’anoressia o altri disturbi<br />

psicosomatici.<br />

Quando è iniziato il problema<br />

di perdita <strong>della</strong> capacità di<br />

resistere agli inevitabili urti e<br />

contrattempi <strong>della</strong> vita?<br />

Non c’è un tempo uguale per<br />

tutti. Varia da caso a caso anche<br />

perché le cause possono essere<br />

molteplici nella stessa persona,<br />

nella stessa comunità o famiglia.<br />

Questa nuova “lacuna” è conseguenza<br />

di errori educativi<br />

di genitori troppo permissivi<br />

o troppo assenti ed eventualmente<br />

quali potrebbero essere<br />

gli insegnamenti necessari per<br />

inculcare in noi stessi e nei nostri<br />

fi gli la resilienza?<br />

Nella formazione <strong>della</strong> resilienza<br />

non sono d’aiuto né i genitori<br />

troppo permissivi, né quelli assenti<br />

o disinteressati, né quelli<br />

invadenti che non lasciano spazi<br />

di libertà ai fi gli e non rispettano<br />

quella giusta distanza che ci deve<br />

essere tra le persone anche quando<br />

vivono insieme e si vogliono<br />

bene. In tutti questi casi i fi gli<br />

rischiano di crescere insicuri, con<br />

pretese eccessive nei confronti<br />

degli altri, incapaci di reggere le<br />

frustrazioni e di reagire in modi<br />

positivi. Un genitore deve saper<br />

dare affetto e protezione ma<br />

anche richiedere il rispetto delle<br />

regole fondamentali <strong>della</strong> convivenza.<br />

Deve saper fornire una<br />

guida chiara e coerente ma anche<br />

lasciare degli spazi di libertà.<br />

Deve avere una scala di valori<br />

che consenta ai fi gli di orientarsi<br />

nel mondo in cui viviamo, di<br />

distinguere i buoni dai cattivi<br />

maestri. Certo, non tutto dipende<br />

dallo stile educativo dei genitori,<br />

è importante che al di fuori <strong>della</strong><br />

famiglia, nella società, ci sia un<br />

clima vivibile e coerente. E che<br />

ognuno possa sentirsi cittadino<br />

responsabile e partecipe.<br />

* psicologa, docente universitaria,<br />

saggista di fama internazionale,<br />

autrice del libro “La forza d’animo”<br />

(Rizzoli, 2003)<br />

13


di Marina Parodi, Nucci Scipilliti<br />

14<br />

la<strong>Guardia</strong><br />

dei piccoli Gratis avete ricevuto...<br />

Clic e la lampadina si accende. Clic e la<br />

lampadina si spegne. È un gesto che ripetiamo<br />

così tante volte nelle nostre giornate,<br />

che non ci rendiamo neanche più<br />

conto di che conquista e che dono sono<br />

la corrente elettrica e la lampadina.<br />

Quando salta la luce, corriamo a cercare<br />

le candele, è anche affascinante restare<br />

alla luce tremolante <strong>della</strong> fi ammella, ma<br />

se fosse sempre così? Dobbiamo essere<br />

davvero grati all‛ingegno degli uomini che<br />

hanno fatto sì che oggi la luce elettrica sia<br />

disponibile nelle case, senza dimenticare<br />

che per tante persone nel mondo non<br />

è ancora così. Per lungo tempo le fonti<br />

di luce artifi ciale sono state torce fatte<br />

con rami di alberi resinosi, primitive lampade<br />

ad olio (la più antica di cui abbiamo<br />

testimonianza risale a 400 mila anni fa!) e<br />

candele di grasso animale (sego) o di cera<br />

d‛api, inventate<br />

dai Romani.<br />

Fino alla<br />

fi ne del 1700<br />

non ci furono<br />

evoluzioni significative<br />

e<br />

l‛illuminazione<br />

restava un<br />

costoso privilegio<br />

di pochi.<br />

Alla fine del<br />

1700, la rivoluzioneindustriale<br />

spinse<br />

a cercare tecnologie<br />

migliori<br />

LA LUCE ELETTRICA<br />

e più economiche per l‛illuminazione, soprattutto<br />

per non fermare le macchine di<br />

notte. Vennero perfezionate le lampade<br />

ad olio e sperimentate le prime lampade<br />

a gas. Nel 1800 Alessandro Volta donò<br />

al mondo la rivoluzionaria pila elettrica e<br />

già due anni dopo partirono i primi esperimenti<br />

di luce elettrica e si costruirono i<br />

primi modelli di “lampada ad arco”, usati<br />

soprattutto per illuminare grandi spazi<br />

(capannoni industriali, stazioni, teatri).<br />

Parallelamente iniziarono gli studi che<br />

porteranno poi all‛invenzione <strong>della</strong> lampadina<br />

a incandescenza, nella quale un<br />

fi lo di metallo attraversato da corrente<br />

elettrica diventa incandescente ed<br />

emette luce. Anche se molti scienziati<br />

contribuirono a questo risultato, il riconoscimento<br />

legale sull‛invenzione <strong>della</strong><br />

lampada a incandescenza lo ottenne Thomas<br />

Alva Edison<br />

che il 21<br />

ottobre 1879<br />

accese una<br />

lampadina a<br />

incandescenza<br />

che funzionò<br />

per 40 ore. Le<br />

lampadine furono<br />

poi miglioratedall‛impiego<br />

di fi lamenti<br />

di tungsteno e<br />

nel 1907 se ne<br />

iniziò la produzioneindustriale.<br />

SE VUOI, ANIMA IL DISEGNO CON I COLORI DELLA TUA FANTASIA!


<strong>Guardia</strong> 520.<br />

Ricorrenza o ripartenza?<br />

di Mirco Mazzoli<br />

Come vivere nove giorni di prepaarazione<br />

alla festa <strong>della</strong> Madonna na<br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>? Ci sono due modi: i:<br />

ripetere una consuetudine o coogliere l’occasione per rifl ettere e cambiare. e.<br />

Farsi davvero simili a Benedetto Pareto, a<br />

cui - ormai 520 anni fa - la Madonna disse: :<br />

“Dammi una mano a costruire”. Sperando di i<br />

non cadere dall’albero di fi co per prendere<br />

sul serio la questione. Manco a dirlo, alla<br />

<strong>Guardia</strong> credono sia meglio fare di novena<br />

e festa quella occasione di cambiamento. E<br />

insistono nella convinzione che ciò valga non<br />

solo per il singolo ma per la società, genovesi<br />

e foresti, visto che ormai la festa <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> ha chi la celebra in<br />

tutti i continenti. Su questa ambizione la novena ovena<br />

affronta ogni anno temi stringenti per la Chiesa Chi<br />

e la società: testimonianza del Vangelo, educazione,<br />

matrimonio, responsabilità politica, giovani,<br />

migranti... La domanda è: che faccio, io? posso<br />

essere cristiano senza essere consapevole del mio<br />

ruolo nel mondo? Può reggere la costruzione <strong>della</strong><br />

devozione senza le architravi di una fede che rende<br />

responsabili e attivi per il bene di tutti?<br />

UN TEMPO PER LA SOCIETÀ<br />

CHE VUOLE RIPARTIRE DAGLI ULTIMI<br />

Con gli incontri sul piazzale ogni giorno <strong>della</strong><br />

novena, le meditazioni, i rosari, i testimoni, il San-<br />

La festa <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

La novena e la festa 2010,<br />

la responsabilità del domani,<br />

il futuro <strong>della</strong> famiglia.<br />

tuario del Figogna<br />

spiega i e rinnova i l’i l’invito i di<br />

Maria a chiunque lo voglia ascoltare. Lo fa con<br />

convinzione perché sulle parole <strong>della</strong> Madonna c’è<br />

un sigillo di garanzia: in pienezza di Vangelo, è<br />

una buona notizia rivolta agli ultimi. Cioè a partire<br />

e con il coinvolgimento degli ultimi. Di ultimi<br />

alla <strong>Guardia</strong> in nove giorni ne vedi proprio tanti.<br />

Sembra che la casa di Maria li cerchi, li voglia.<br />

Persone ai margini. Li vedi indifesi, arresi. E poi<br />

ci sono quelli che si vedono ultimi per difendersi,<br />

quelli che ripetono con Pareto: “Ma io sono un<br />

poveraccio, mi prenderanno per matto”. La frega-<br />

(continua a pag. II)<br />

I


Guradia 520, ricorrenza o ripartenza?<br />

(segue da pag. I)<br />

tura – ma anche la salvezza – è che proprio e sempre<br />

dagli ultimi parte Dio per costruire cambiamento.<br />

“Nel 1490 - ripete don Marco Granara, rettore <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> – Maria non chiede ai potenti dell’epoca.<br />

In un tempo profondamente squalifi cato sul piano<br />

sociale e personale, la Madonna domanda ad un uomo<br />

umile, un laico, di fare una piccola cappella. E da<br />

quel ‘poco’ sul monte discendono nei secoli grandi<br />

cose: una devozione diffusa, che è arrivata anche in<br />

Vaticano, un rinnovamento spirituale popolare, maturazioni<br />

e scelte ispirate alla santità. Sono gli umili a<br />

portare avanti le storie di Dio e la nostra storia <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> non fa eccezione. Anche oggi, in famiglia,<br />

sul lavoro, negli ambienti di vita, nella cultura,<br />

nell’economia, nella politica, nella chiesa, laici e<br />

consacrati insieme, Maria insiste perché ciascuno<br />

faccia la propria piccola parte: per quanto squalifi<br />

cato, è proprio da ognuno di noi che può partire la<br />

ricostruzione di coscienze e di società come Dio le ha<br />

pensate”. Novena e festa 2010 sono state, dunque, un<br />

tempo per la società che vuole ripartire dagli ultimi:<br />

II<br />

non solo una società che ha gli ultimi al centro ma<br />

una società che crede nel loro apporto.<br />

UN TEMPO PER LA SOCIETÀ<br />

CHE VUOLE INCONTRARE L’ALTRO<br />

La <strong>Guardia</strong> resta uno dei simboli più potenti <strong>della</strong> fede<br />

locale ma ormai ha superato i confi ni. Alla novena e<br />

alle celebrazioni <strong>della</strong> festa 2010 è evidente la presenza<br />

e la devozione dei migranti, soprattutto sudamericani<br />

ed asiatici. Per loro è come trovare un po’ di casa nella<br />

casa di Maria. Accanto al sacrifi cio del distacco dalla<br />

loro terra, nei loro occhi cogli la tempra <strong>della</strong> fede e la<br />

latitudine <strong>della</strong> cristianità. La <strong>Guardia</strong>, però, ha superato<br />

i confi ni anche in direzione opposta, sempre stando sui<br />

passi di chi lascia il proprio paese: nei secoli la Madonna<br />

dei genovesi ha seguito i genovesi, emigranti,<br />

missionari, espatriati e ha messo casa lontano, con<br />

santuari, parrocchie e cappelle: così in Argentina e<br />

Cile, così in Costa d’Avorio, dove i fedeli hanno potuto<br />

per la prima volta celebrare la festa nel nuovo santuario<br />

guardiano di Bounoua, innalzato grazie all’impegno


degli Orionini. Patrimonio di migliaia di fedeli che non<br />

hanno mai visto Genova, la <strong>Guardia</strong> invita alla condivisione<br />

con l’altro: non più solo la Madonna di Genova,<br />

ma la Madre di tutti.<br />

UN TEMPO PER LA SOCIETÀ<br />

CHE VUOLE DARSI UN FUTURO<br />

Il Card. Angelo Bagnasco,<br />

nominato<br />

Arcivescovo di Genova<br />

proprio il 29<br />

Agosto del 2006, ha<br />

chiara questa dimensione<br />

oltre i confi ni<br />

regionali. Da presidente<br />

<strong>della</strong> CEI,<br />

consapevole dell’at-<br />

tenzione <strong>della</strong> stampa, ,<br />

indirizza le sue omelie e<br />

“guardiane” ai geno-<br />

vesi ma anche a tutti ti i<br />

In un’agenda i santuari<br />

delle diocesi di Liguria<br />

C i<br />

siamo anche noi <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>. “Il Cittadino”,<br />

settimanale cattolico di Genova,<br />

presenta l’Agenda 2011 “Terra di Santuari”.<br />

Giorno dopo giorno, oltre 150 santuari delle<br />

diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato,<br />

Chiavari, Tortona, Genova, Savona-Noli,<br />

Albenga-Imperia, Ventimiglia-Sanremo:<br />

per ognuno di essi, cenni di storia, arte,<br />

tradizione, cultura e turismo religioso. In<br />

omaggio agli abbonati de “Il Cittadino” e al<br />

prezzo di 10 euro per tutti gli altri, l’Agenda<br />

2011 è disponibile da ottobre presso la<br />

redazione del settimanale, in Via Serra 6A,<br />

16122 Genova. Per informazioni e per prenotare<br />

copie del volume telefonare o inviare<br />

un fax al n. 0105704389 oppure inviare un<br />

e-mail all’indirizzo info@ilcittadino.ge.it<br />

gli altri. Dalle sue parole si capisce che la memoria<br />

dell’apparizione <strong>della</strong> Madonna è un tempo forte,<br />

collettivo, per fotografare lo stato di salute dell’uomo<br />

e <strong>della</strong> società, nell’ottica <strong>della</strong> fede. Al centro <strong>della</strong><br />

sua attenzione, per questa Festa 2010, la famiglia, le<br />

(continua a pag. IV)<br />

LA SPEZIA-SARZANA-BRUGNATO<br />

CHIAVARI<br />

TORTONA<br />

GENOVA<br />

SAVONA-NOLI<br />

ALBENGA-IMPERIA<br />

VENTIMIGLIA-SANREMO<br />

2011<br />

AGENDA<br />

Regione Ecclesiastica Ligure<br />

Terra di Santuari<br />

GGuida ai pellegrinaggi<br />

III<br />

IL CITTADINO<br />

Settimanale Cattolico


Guradia 520, ricorrenza o ripartenza?<br />

(segue da pag. III)<br />

nascite, i giovani. L’analisi del Card. Bagnasco<br />

è chiarissima: “L’Italia non gode di buona salute<br />

sul piano <strong>della</strong> natalità. Che gli altri paesi non se<br />

ne preoccupino è scontato, che non ce ne preoccupiamo<br />

e non ce ne occupiamo noi è stolto. La<br />

Liguria, poi, si trova nelle primissime posizioni in<br />

quella che è una vera corsa verso la morte”. Per il<br />

Cardinale la scarsità di bambini è già ora un “inverno<br />

demografi co” e prefi gura un “futuro autunnale”. Le<br />

cause? Economiche e politiche, certo, perché non si<br />

fa ancora abbastanza per difendere la famiglia che<br />

può costruire il futuro. Ma, avverte l’Arcivescovo,<br />

a far stagnare le nascite è anche un fattore culturale:<br />

“Un clima suadente - lo defi nisce - un certo<br />

modo di pensare non maggioritario ma invadente<br />

e subdolo” che ti suggerisce fi losofi e del tipo: “La<br />

vita è solo tua, dopo la morte non c’è nulla, godi e<br />

lasciati andare alle sensazioni”. “Anche la coppia e la<br />

famiglia acquistano una leggerezza particolare, una<br />

inconsistenza che frana davanti agli urti <strong>della</strong> vita e<br />

dei rapporti. In una visione così sembra esserci poco<br />

spazio per il dono di sé. Possiamo dire che viene a<br />

mancare la speranza, la capacità di credere al futuro:<br />

e porre al mondo dei fi gli ha sempre a che fare con il<br />

futuro!” Il Card. Bagnasco torna invece ad indicare<br />

la cultura <strong>della</strong> fedeltà: “Tale prospettiva forse intimorisce<br />

e spaventa - osserva - ma qui si inserisce<br />

la potenza del Cristo. La fedeltà vera è infatti la<br />

E venne un uomo... di nome Oreste<br />

IV 18<br />

traccia di Dio nel mondo”. Servono matrimoni<br />

fondati sul reale, non sul fantastico: l’amore vive<br />

la passione reciproca ma conosce anche “la ripetizione<br />

quotidiana di azioni e doveri che sembrano<br />

grigi” ma in realtà “sono come la pioggia tranquilla e<br />

continua che bagna la terra e la feconda”. La fedeltà<br />

quotidiana e umile alle piccole cose fa “crescere e<br />

misura la sostanza dell’amore”. Si tratta di essere<br />

sposi e poi genitori adulti, famiglie fondate in Dio,<br />

che vogliono trasmettere la vita ed educarla. Già.<br />

Perché una volta fatti, i fi gli non sono fi niti. Anzi:<br />

l’educazione è la sfida <strong>della</strong> Chiesa Italiana<br />

fi no al 2020. “Non possiamo assistere rassegnati<br />

allo sbando <strong>della</strong> confusione valoriale che porta<br />

all’individualismo, uccide i rapporti, impoverisce<br />

il vivere sociale”, afferma il Cardinale alla <strong>Guardia</strong>.<br />

“I giovani non cercano questo, chiedono altro con<br />

modi spesso indiretti, che richiedono da parte nostra<br />

di essere raccolti con attenzione e compresi. Per<br />

questo i Vescovi italiani hanno scelto come obiettivo<br />

del decennio la sfi da educativa, consapevoli - assieme<br />

ai loro sacerdoti - che non c’è evangelizzazione<br />

senza educazione integrale <strong>della</strong> persona e senza<br />

educatori autentici e convinti. Un compito che vogliamo<br />

affi dare qui alla mani materne di Maria”. La<br />

Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> saprà come raccogliere<br />

questo affi damento. Certo anche con le mani e<br />

il cuore dei suoi fedeli.<br />

T ra i testimoni più rilevanti intervenuti alla novena <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, va ricordato almeno<br />

Paolo Ramonda. Laico, sposato, padre di tre fi gli più nove, nove bambini che hanno<br />

vissuto o vivono situazioni di disagio e sofferenza e diventati parte <strong>della</strong> famiglia. Paolo è il<br />

successore di Don Oreste Benzi, fondatore <strong>della</strong> Comunità<br />

Papa Giovanni XXIII. Ai pellegrini presenti Paolo Ramonda<br />

ha spiegato l’esperienza di apertura al Vangelo e al bisogno<br />

del prossimo, l’incontro con la Comunità e con il carisma di<br />

don Oreste. Per tutta la novena la <strong>Guardia</strong> ha ospitato anche<br />

una mostra sulla vita e l’opera di Don Oreste, che pochi<br />

anni prima <strong>della</strong> morte, avvenuta nel 2007, era stato in visita<br />

al <strong>Santuario</strong> del Figogna: in una ventina di pannelli di grande<br />

effi cacia, le origini e il percorso di un uomo intimamente unito<br />

a Dio, capace di servire con un sorriso autentico i bisogni e le<br />

sofferenze dell’altro, dai più giovani ai più poveri, e di lasciare<br />

alla sua Comunità l’impegno a vivere nella Chiesa - come dice<br />

lo statuto - “condividendo la vita degli ultimi e conducendo<br />

una vita da poveri”.


di Alma Severino<br />

Succede in Chiesa<br />

5 SETTEMBRE – Papa Benedetto XVI in visita a Carpineto Romano in occasione<br />

del bicentenario <strong>della</strong> nascita di un abitante illustre di tale luogo: Vincenzo Gioacchino Raffaele<br />

Luigi Pecci, divenuto Papa col nome di Leone XIII. Vincenzo Pecci nacque a Carpineto Romano<br />

(allora nello Stato Pontifi cio), piccola località che oggi annovera meno di cinquemila abitanti, dalla<br />

famiglia dei conti Pecci. Nel 1843 venne consacrato Arcivescovo ad personam e inviato come Nunzio<br />

in Belgio. In seguito venne nominato Vescovo di Perugia e Cardinale. Fu eletto Papa nel 1878, dopo<br />

Pio IX. A questo Papa si deve la prima Enciclica sociale cristiana – la Rerum Novarum – che ha<br />

segnato profondamente il magistero dei Papi successivi, ma anche un’importante apertura al mondo<br />

scientifi co e una diffi cile opera di mediazione diplomatica nei confl itti tra Paesi.<br />

12/19 SETTEMBRE – Primo congresso mondiale di giornalisti cattolici in Africa. L’Unione<br />

Cattolica Internazionale <strong>della</strong> Stampa (UCIP) per la prima volta realizza il suo Congresso Mondiale<br />

in un Paese dell’Africa. Si svolge a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, e il tema centrale è<br />

“Media al servizio <strong>della</strong> giustizia, <strong>della</strong> pace e <strong>della</strong> buona governabilità in un mondo di disuguaglianza<br />

e povertà”. Gli organizzatori hanno detto che “questa circostanza permette che il Congresso<br />

diventi un’occasione straordinaria per comprendere la vera vita in Africa e le sue distinte realtà”.<br />

1/2/3 OTTOBRE – “Fratelli è possibile?” - Seconda edizione del Festival francescano. Nelle piazze<br />

di Reggio Emilia i francescani saranno a disposizione per il dialogo e molti protagonisti <strong>della</strong> scena<br />

culturale italiana, tra cui il fi losofo Massimo Cacciari, lo scrittore Vincenzo Cerami, lo psicologo<br />

Alessandro Meluzzi, il giornalista Antonio Sciortino terranno lezioni magistrali per sviscerare la<br />

questione di questa nuova domanda “Fratelli è possibile?”, in un momento storico in cui la rifl essione<br />

sul tema delle relazioni si fa sempre più pregnante.<br />

Sembra normale...<br />

I miei fi gli? dalle 17 alle 20 vedono i cartoni<br />

animati e in casa regna la pace.<br />

... ma non lo è<br />

Molta M lt TV e poca attività tti it fi sica.<br />

I bambini italiani sono<br />

tra i più grassi d’Europa,<br />

oltre uno su cinque è<br />

sovrappeso o obeso<br />

(Dati: Progetto PERISCOPE)<br />

19


le ragioni<br />

del credere<br />

20<br />

dialogo<br />

di Mirco Mazzoli<br />

intervista ad Alberto Quattrucci*<br />

Nel 1986 Papa Giovanni<br />

Paolo II<br />

pregava ad Assisi<br />

con le guide delle<br />

principali religioni del mondo.<br />

Da allora la Comunità di<br />

Sant’Egidio ha tenuto desto<br />

quello che lo stesso pontefi ce<br />

defi nì “lo spirito di Assisi, il<br />

messaggio <strong>della</strong> Pace”. Perché<br />

la Comunità si sentì chiamata<br />

ad impegnarsi anche su questo<br />

fronte, considerando le numerose<br />

attività che già aveva in<br />

piedi?<br />

Non si tratta tanto di un “fronte”<br />

in più o in meno di impegno,<br />

insomma di una cosa in più da<br />

fare. Voglio dire che la Giornata<br />

di Preghiera del 27 ottobre<br />

1986 trovò noi di Sant’Egidio<br />

profondamente già vicini e già<br />

“consonanti” con quello spirito<br />

di Assisi inaugurato quella sera<br />

da Giovanni Paolo II. Si trattava<br />

dello spirito più genuino del<br />

Concilio Vaticano II e <strong>della</strong> forza<br />

del dialogo tanto sottolineata da<br />

Paolo VI per primo. È in questo<br />

spirito che era nata nel 1968<br />

la Comunità di Sant’Egidio,<br />

quello di un dialogo rispettoso<br />

ma aperto a 360 gradi con tutti,<br />

nell’orizzonte <strong>della</strong> pace. Poi abbiamo<br />

avuto la grazia e la fortuna<br />

di lavorare con Giovanni Paolo II<br />

Sulle vie dell’<br />

e con il Pontifi cio Consiglio per<br />

il Dialogo Interreligioso – allora<br />

Segretariato per il Dialogo con<br />

i non-cristiani – per preparare<br />

Assisi ’86. Il Papa stesso ci ha<br />

incoraggiato e chiesto di continuare<br />

gli anni successivi. Queste<br />

le origini spirituali e storiche di<br />

quel pellegrinaggio di pace che<br />

abbiamo umilmente servito in<br />

questi venticinque anni, e che vogliamo<br />

continuare a servire verso<br />

i luoghi e nelle forme con cui il<br />

Signore vorrà condurci...<br />

Impegnarsi per la pace, a partire<br />

dal dialogo tra le religioni,<br />

cioè tra gli uomini che credono<br />

che Dio è pace. Sappiamo<br />

che sono tanti i movimenti,<br />

le congregazioni religiose, le<br />

aggregazioni laicali cristiane e<br />

non cristiane che si spendono in<br />

questo senso. È un’azione a fondo<br />

perduto? Quali frutti avete<br />

raccolto dal 1986 ad oggi?<br />

Credo fermamente, e ne sono<br />

sempre più convinto, che proprio<br />

nel tempo in cui viviamo – ma<br />

forse è sempre stato così – sono<br />

proprio le “azioni a fondo perduto”<br />

quelle che procurano il maggior<br />

guadagno spirituale, umano<br />

e, alla fi ne, anche economico. In<br />

una parola: solo la gratuità ha la<br />

forza di costruire la pace, e la pace<br />

per tutti. Voglio anche aggiungere<br />

che il vero risultato del dialogo<br />

è la continuità, è il fatto che il<br />

dialogo non fi nisce – lo diciamo<br />

oggi con un certo orgoglio –, il<br />

dialogo non si è mai interrotto in<br />

questo ultimo ventennio. Questo<br />

nonostante il dramma dell’11<br />

<strong>settembre</strong> 2001 e tutto ciò che<br />

ha fatto seguito. Molti, proprio<br />

di fronte al dramma degli ultimi<br />

dieci anni, i primi dieci del nuovo<br />

secolo ed i più cruenti degli<br />

ultimi cinquanta, hanno in modi<br />

diversi affermato l’inutilità del<br />

dialogo. Noi rispondiamo: non<br />

sapete cosa sarebbe il mondo se<br />

il dialogo fi nisse, solo un inferno<br />

per tutti... Vorrei poi affermare<br />

che in questo tempo dominato<br />

dal solo valore del mercato sono<br />

proprio le azioni a “fondo perduto”,<br />

cioè assolutamente gratuite,<br />

quelle che possono risollevare le<br />

sorti del mondo, economia compresa.<br />

Si potrebbe poi raccontare<br />

i tanti negoziati di pace a buon<br />

fi ne realizzati dalla Comunità di<br />

Sant’Egidio in questi anni, grazie<br />

a questo movimento di dialogo...<br />

ma questo è solo la conseguenza<br />

del discorso appena fatto.<br />

Qual è stata l’impronta di papa<br />

Benedetto XVI sul cammino<br />

iniziato dal suo predecessore?


amicizia<br />

Direi che Benedetto XVI intende<br />

continuare nel cammino del<br />

dialogo iniziato da Giovanni<br />

Paolo II, lo ha detto più volte,<br />

in modo estremamente esplicito<br />

partecipando al nostro incontro<br />

di Napoli nel 2007 e parlando<br />

ai rappresentanti religiosi, così:<br />

“Nel rispetto delle differenze<br />

delle varie religioni, tutti siamo<br />

chiamati a lavorare per la pace<br />

e ad un impegno fattivo per<br />

promuovere la riconciliazione<br />

tra i popoli. È questo l’autentico<br />

‘spirito di Assisi’, che si oppone<br />

ad ogni forma di violenza e<br />

all’abuso <strong>della</strong> religione quale<br />

pretesto per la violenza… La<br />

Chiesa cattolica intende continuare<br />

a percorrere la strada<br />

del dialogo per favorire l’intesa<br />

fra le diverse culture, tradizioni<br />

e sapienze religiose. Auspico<br />

vivamente che questo spirito si<br />

diffonda sempre più soprattutto<br />

là dove più forti sono le tensioni,<br />

là dove la libertà e il rispetto<br />

per l’altro vengono negati e<br />

uomini e donne soffrono per le<br />

conseguenze dell’intolleranza e<br />

dell’incomprensione.” Il Papa<br />

lo ha ribadito nel messaggio<br />

dell’anno passato, in collegamento<br />

diretto con Cracovia, per<br />

i 70 anni dallo scoppio <strong>della</strong><br />

Seconda Guerra mondiale.<br />

Religioni e popoli<br />

nell’orizzonte <strong>della</strong> pace.<br />

L’esperienza <strong>della</strong><br />

Comunità di Sant’Egidio.<br />

Il Pontificio Consiglio per il<br />

Dialogo Interreligioso ha inviato<br />

anche questo anno un<br />

messaggio di felicitazioni ai<br />

buddisti per la loro festa di Vesakh/Hanamatsuri<br />

2010 nello<br />

scorso mese di maggio: vi si<br />

legge che la Chiesa riconosce<br />

che cristiani e buddisti condividono<br />

“valori come il rispetto<br />

per la natura di tutte le cose,<br />

la contemplazione, l’umiltà,<br />

la semplicità, la compassione<br />

e la generosità. Questi valori<br />

contribuiscono a una vita di<br />

non violenza, equilibrio e sobrietà”.<br />

La “spiritualità” è<br />

dunque una strada trasversale<br />

che supera le differenze tra le<br />

“religioni”?<br />

Questa condivisione di valori è<br />

un fatto molto positivo. Nel Concilio<br />

Vaticano II, nel documento<br />

Nostra Aetate, si parla di “semi<br />

di verità” presenti nelle diverse<br />

religioni, superando in questo<br />

modo pregiudizi antichi. Si<br />

tratta di una grande piattaforma<br />

di alleanza tra le religioni,<br />

allo scopo di rendere<br />

il mondo più umano, umano<br />

perché più spirituale. È lo<br />

spirito, infatti, l’aspetto più<br />

concreto <strong>della</strong> vita, perché<br />

è ciò che la rende umana.<br />

E le religioni possiedo-<br />

no un grande tesoro ed hanno una<br />

grande responsabilità. Ma perché,<br />

mi chiedo, quando si parla <strong>della</strong><br />

strada dello spirito si dice che<br />

aiuta a “superare” le differenze,<br />

come se le differenze fossero un<br />

fatto negativo? Forse l’ideale è<br />

essere tutti uguali? Direi che le<br />

differenze sono una grande ric-<br />

chezza, aspetti diversi dell’azione<br />

(continua<br />

a pag. 20)<br />

21


Sulle vie dell’amicizia<br />

(segue da pag. 19)<br />

dello spirito nel mondo. Il fi ne del<br />

dialogo non è affatto superare o<br />

tanto meno annullare le differenze,<br />

ma, al contrario, collaborare<br />

tra diversi, stretti in una alleanza<br />

per un mondo di pace, più giusto<br />

e più umano. Questa è la sfi da da<br />

raccogliere.<br />

In viaggio verso Cipro, nel<br />

giugno scorso, Benedetto XVI<br />

ha dichiarato che i musulmani<br />

sono “nostri fratelli” e con loro,<br />

“nonostante le diversità”, i cristiani<br />

sono chiamati a costruire<br />

“una convivenza sempre<br />

più fruttuosa” esercitando la<br />

“capacità del dialogo”. Possiamo<br />

pensare con realismo al<br />

dischiudersi di orizzonti in cui<br />

lo scontro religioso non sia più<br />

preso a motivo o pretesto dello<br />

scontro tra popoli? Quale ruolo<br />

possono esercitare i cristiani e i<br />

cattolici in particolare nel confl<br />

itto israelo-palestinese?<br />

È vero, ho trovato estremamente<br />

ricche e piene di speranza la parole<br />

che, nelle diverse occasioni,<br />

Benedetto XVI ha pronunciato<br />

nei giorni di Cipro. A proposito<br />

del rapporto con i musulmani il<br />

Papa ha parlato esattamente di<br />

“capacità rinnovata di dialogo”<br />

a cui i cristiani sono chiamati. Si<br />

sottolinea ancora una volta che il<br />

dialogo non è una sorta di “optional”<br />

o di aggiunta secondaria, ma<br />

parte integrante e costitutiva <strong>della</strong><br />

fede stessa. Per quanto riguarda<br />

“orizzonti in cui lo scontro religioso<br />

non sia più preso a motivo o<br />

pretesto dello scontro tra popoli”<br />

direi che tali orizzonti si sono<br />

aperti da tempo. Le ragioni degli<br />

22<br />

Basilica SS. Annunziata del Vastato (Genova).<br />

La chiesa ospita la preghiera<br />

<strong>della</strong> Comunità di Sant’Egidio a Genova.


scontri non sono mai state di carattere<br />

religioso, anche se appena<br />

pochi giorni fa di nuovo in India<br />

gruppi di Indù hanno malmenato<br />

alcune famiglie cristiane, per un<br />

problema di passaggio di bestiame…<br />

insomma, chiaramente<br />

si tratta di pretesti legati a facili<br />

forme identitarie, che nulla hanno<br />

a che fare con motivi religiosi. I<br />

veri motivi dei confl itti di ieri – ed<br />

oggi ancor di più – sono e restano<br />

quelli economici. Credo, anche in<br />

tal senso, che i cristiani possono e<br />

debbano giocare un grande ruolo<br />

nel confl itto israelo-palestinese,<br />

come nella pacifi cazione di ogni<br />

conflitto. La pace è un bene<br />

troppo grande per lasciarne la<br />

responsabilità ai politici… e<br />

nel quadro del cristianesimo, lo<br />

credo fermamente, un ruolo tutto<br />

particolare è quello <strong>della</strong> Chiesa<br />

cattolica, legato al suo carattere<br />

specifi co di universalità. Credo sia<br />

chiamata, per dirla con Paolo VI,<br />

ad essere maestra di umanità per<br />

l’intera famiglia dei popoli <strong>della</strong><br />

terra. Si tratta di una grande ed<br />

entusiasmante responsabilità.<br />

La pace ha bisogno di dialogo<br />

ma parlare non basta. Quali<br />

sono le azioni concrete di cui ha<br />

bisogno la pace oggi? Quali le<br />

azioni svolte da Sant’Egidio?<br />

Parlare è l’inizio dell’agire, per<br />

gli uomini e le donne di religione<br />

parlare è sempre il primo passo,<br />

ma non una volta per tutte: deve<br />

essere il primo passo quotidiano.<br />

Non bisogna smettere di parlare,<br />

siamo popoli <strong>della</strong> parola e la<br />

parola è vita, è speranza, è futuro.<br />

Viviamo in un mondo che<br />

preferisce i numeri dell’economia<br />

alle parole dell’amicizia, e così<br />

emargina nel silenzio i deboli e i<br />

poveri, quelli che non producono,<br />

quindi che non contano. I poveri<br />

hanno bisogno soprattutto di parole,<br />

come tutti noi. La solitudine,<br />

cioè l’assenza di parole, è la malattia<br />

più grave e rende più grave<br />

ogni malattia. Perché “parlare” si<br />

ritiene un fatto “non concreto”?<br />

Si continua a contrapporre parole<br />

e fatti, in un mondo dominato<br />

dall’economia, e da un’economia<br />

in fallimento. Ha ancora senso<br />

fare così? Dal dialogo di Sant’Egidio<br />

con tutti, soprattutto con quelli<br />

considerati dai più come “nemici”,<br />

è nata la pace per popoli interi,<br />

in Africa, in America Centrale,<br />

in Asia. È l’effetto di una parola<br />

che si trasforma in pace per uno<br />

Stato perché tocca i cuori. È uscito<br />

recentemente un nostro libro intitolato<br />

“Fare Pace”. Racconta di<br />

alcuni tra i processi di pace giunti<br />

a buon fine, promossi e curati<br />

dai membri <strong>della</strong> Comunità di<br />

Sant’Egidio. Mozambico, Guatemala,<br />

Algeria, Burundi, Kossovo,<br />

Costa d’Avorio, Albania, Guinea<br />

Conakry… ma il libro continua<br />

nella vita di ogni giorno… tutti<br />

possono fare pace.<br />

È innegabile che la Comunità<br />

di Sant’Egidio ha contribuito<br />

a cambiare l’approccio al tema<br />

<strong>della</strong> pace tra le religioni, rendendolo<br />

universalmente più<br />

mediatico, accostando fi sicamente<br />

i leader spirituali e i loro<br />

popoli, tessendo reciproche<br />

amicizie. A sua volta, si può<br />

dire che questa esperienza di<br />

pace ha cambiato la Comunità<br />

di Sant’Egidio?<br />

Sì, sicuramente questa esperienza<br />

ha cambiato la Comunità, come<br />

ogni esperienza vissuta con fede<br />

e con generosità. È cresciuta in<br />

noi, solo per fare uno tra i tanti<br />

esempi, la convinzione nella<br />

forza illimitata del dialogo tra<br />

uomini e donne di fede diversa,<br />

una forza davvero senza confi ni.<br />

Infatti il dialogo cambia il cuore<br />

e la mente <strong>della</strong> gente. E siamo<br />

convinti che solo cambiando i<br />

cuori e le menti noi possiamo<br />

cambiare il mondo: anche le<br />

strutture politiche più resistenti<br />

possono essere cambiate, se cambiamo<br />

i cuori e le menti. L’opposto<br />

non sempre è vero: strutture<br />

trasformate possono non cambiare<br />

i cuori, ma cuori trasformati<br />

cambiano le strutture. Questa è la<br />

grande forza delle religioni. Ma<br />

attenzione: le religioni sono forti<br />

quando sono libere. Esse hanno<br />

potere quando non sono schiave<br />

del potere politico ed economico.<br />

Infatti, esse possono usare la politica<br />

e l’economia per cambiare<br />

il mondo, ma mai le religioni e<br />

le culture possono essere usate<br />

dalla politica e dall’economia:<br />

pena la perdita del loro potere e il<br />

tradimento <strong>della</strong> loro stessa natura.<br />

Questa esperienza, iniziata 42<br />

anni fa, ci ha portato lontano, ma<br />

la strada è sempre la stessa, ieri<br />

come oggi e, crediamo, domani:<br />

la via dell’amicizia.<br />

* Segretario Generale<br />

degli Incontri Internazionali<br />

Uomini e Religioni<br />

<strong>della</strong> Comunità di Sant’Egidio<br />

23


una volta una<br />

chiesa nata sulla<br />

spiaggia del mare<br />

C’era<br />

alle porte di Genova.<br />

Si dice che lì, fuori dal<br />

cuore pulsante <strong>della</strong> città primitiva,<br />

fossero sbarcati Nazario e<br />

Celsio, i primi evangelizzatori<br />

dei liguri, e avessero iniziato la<br />

predicazione del Vangelo. La<br />

chiesa fu chiamata San Pietro<br />

“alla porta”: presagio che la<br />

novità ha bisogno di attesa per<br />

essere accettata?<br />

Non è raro che la posizione<br />

geografi ca determini il destino<br />

o, se vogliamo, la vocazione di<br />

un luogo. San Pietro in Banchi,<br />

come oggi si chiama la chiesa<br />

ricostruita nel ’500, ha raccolto<br />

la sfida. Nel 1984 un gruppo<br />

di persone ha fondato presso<br />

la chiesa il “Centro Banchi”,<br />

porta aperta alla ricerca e al<br />

dialogo offerta a chiunque, indipendentemente<br />

dalla nazionalità<br />

e dalla fede religiosa. Il Centro<br />

Banchi si è dato come pezzo<br />

forte di riferimento la frase di<br />

San Pietro riportata negli Atti<br />

degli Apostoli (10, 34-35): “In<br />

verità mi sto rendendo conto che<br />

24<br />

dialogo<br />

di Ivana Zanobelli<br />

La vocazione all’incontro del<br />

Centro Banchi di Genova<br />

Appuntamento<br />

Dio non fa preferenza di persone,<br />

ma chiunque teme Dio e pratica<br />

la giustizia, a qualunque popolo<br />

appartenga, è a lui accetto”.<br />

“Quando abbiamo iniziato - dice<br />

Maria Rosa Zerbo, una delle<br />

animatrici del centro - ci siamo<br />

resi conto che Banchi poteva<br />

diventare un punto nevralgico<br />

per promuovere l’incontro tra<br />

le persone provenienti da paesi<br />

più disparati. Abbiamo lavorato<br />

molto, grazie all’aiuto di Don<br />

Marino Poggi e di Don Antonio<br />

Balletto, sulla formazione<br />

e sul dialogo che non possono<br />

essere lasciati alla sola buona<br />

volontà”.<br />

Da dove inizia l’incontro?<br />

“Prima di tutto da un lavoro<br />

personale fatto su noi stessi per<br />

liberarci dai preconcetti. Questo<br />

è il primo obiettivo. Da utenti di<br />

YouTube o Facebook potremmo<br />

illuderci che la comunicazione e<br />

la conoscenza siano processi ormai<br />

facili, anzi potremmo essere<br />

convinti di essere persone accoglienti,<br />

invece la paura di perdere<br />

i diritti faticosamente conquistati<br />

e la voglia di libertà a scapito<br />

degli altri ci inducono a costruire<br />

muri diffi cili da abbattere. Travolti<br />

dalla fretta non dedichiamo<br />

tempo a rifl ettere e a coltivare la<br />

relazione con noi stessi.<br />

Il secondo obiettivo da perseguire<br />

per il dialogo è un lavoro sulla<br />

relazione con l’altro, chiunque<br />

esso sia, anche il familiare più<br />

vicino. Gli screzi in famiglia ci<br />

rivelano quanto sia diffi cile incontrarsi<br />

con la diversità. Se poi<br />

l’altro appartiene a una cultura<br />

sconosciuta le diffi coltà si moltiplicano”.<br />

Cosa si scopre nell’incontro?<br />

“Che le domande di fondo, le<br />

domande di senso - cosa vuol dire<br />

essere uomini e donne? perché<br />

la sofferenza? cosa c’è oltre la<br />

vita? - appartengono a tutti gli<br />

esseri umani. È un cammino di<br />

ricerca che approda al dialogo<br />

e aiuta a diventare più solidali,<br />

a sentirsi cittadini del mondo e<br />

fratelli universali”.<br />

Come organizza il Centro Banchi<br />

il dialogo?<br />

“Oltre ai percorsi di ricerca, dagli<br />

inizi abbiamo promosso incontri


fuori le “mura”<br />

ecumenici, interreligiosi, tra differenti<br />

gruppi etnici e abbiamo<br />

ospitato persone di culture diverse,<br />

Eritrei, Etiopici, Nigeriani, Indiani<br />

offrendo loro una sede per<br />

incontrarsi. Grazie all’aiuto di<br />

personalità di spicco come Don<br />

Marino Poggi, Don Gianfranco<br />

Calabresi, la teologa Graziella<br />

Merlatti, studiosa delle diverse<br />

fedi religiose, Itala Ricaldone<br />

di SAE (Segretariato Attività<br />

Ecumeniche), organizziamo<br />

mensilmente, il sabato mattina,<br />

un incontro di approfondimento<br />

su una religione, accompagnato<br />

da testimonianze di appartenenti<br />

a quella fede e seguito da un<br />

buffet”.<br />

Perché ne vale la pena?<br />

“Perché viviamo sullo stesso<br />

pianeta: ogni incontro mancato<br />

si trasforma in scontro. Quando<br />

l’incontro è facilitato viviamo<br />

meglio, fuori dal pessimismo e<br />

dalla depressione”.<br />

Ha una storia signifi cativa da<br />

raccontare?<br />

“Avevo a scuola un alunno di<br />

famiglia musulmana proveniente<br />

dal Marocco. Mi sono permessa<br />

di invitare i genitori<br />

agli incontri di Banchi. Dopo<br />

aver visto l’ambiente e aver<br />

partecipato al dialogo il papà<br />

è venuto da me e mi ha pregato<br />

di iscrivere il fi glio all’ora di<br />

religione ‘perché entrambi<br />

crediamo in Dio e, piuttosto<br />

che lasciare mio figlio nel<br />

vuoto, voglio che si confronti<br />

con la fede degli altri’. Aveva<br />

respirato il rispetto che è<br />

l’atteggiamento essenziale<br />

per un incontro. Se una<br />

persona vive e testimonia<br />

la sua fede con coerenza<br />

l’incontro succede. Tante<br />

vie, infatti, portano allo<br />

stesso centro. Perché,<br />

se non è vero che ogni<br />

religione vale l’altra,<br />

quando si vive con<br />

coerenza la propria<br />

fede ci si trova in<br />

Dio”.<br />

La Chiesa di<br />

S. Pietro in Banchi<br />

a Genova.<br />

25


26<br />

cronache<br />

Una foto e... un’idea per il prossimo futuro<br />

Ardimentosi questi amici, che per ben due volte<br />

all’anno compiono una traversata/pellegrinag-<br />

precedenti. La nostra storia passata ha registrato un<br />

continuo affl usso notturno (e non c’erano allora<br />

gio per via di monti dalle zone dell’Alessandrino torce elettriche, cellulari di garanzia e altri con-<br />

(Arquata, Ovada, ecc.) al <strong>Santuario</strong>. Questa foto forti...) nella notte <strong>della</strong> vigilia del 29 agosto. I più<br />

ritrae il gruppo nella tappa alle Capanne di Mar- maturi ricordano una notte molto affollata di arrivi<br />

carolo, durante lo scorso inverno. Complimenti! da ogni dove. Allora, all’arrivo, si riposava dov’era<br />

Qualche tempo fa, un altro gruppo, con signora possibile: la Basilica <strong>Santuario</strong> stessa diventava un<br />

ottantacinquenne (!), è arrivato al <strong>Santuario</strong> a piedi grande bivacco di gente che pregava e poi dormiva<br />

da Campoligure. Altri da Crocefi eschi/Savignone. qua e là... Oggi altri Santuari attuano espressioni di<br />

Altri dal Levante ligure... Da questo ardire e da devozione simili, o per via di monti (es. Oropa...),<br />

incontri con altri gruppi ancora di amici cammi- o in campagna (es. Loreto, Assisi...) o in città (dal<br />

natori, sta facendosi strada l’idea di un comune centro di Roma al Divino Amore...).<br />

pellegrinaggio a piedi, in piena notte, con arrivo Dall’idea di pochi - con questa notizia - speriamo di<br />

all’alba al <strong>Santuario</strong>, per la prima Messa delle sette aver contattato, interessato e forse entusiasmato molti<br />

nel giorno <strong>della</strong> Festa <strong>della</strong> Madonna. Ci sono due altri. Camminatori, vi fate sentire per tempo?<br />

Ancora una tappa in vista per Maria <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>:<br />

Cheremule (SS)<br />

Ci scrive l’amico Piero Marras – lui abita nel<br />

milanese, ma è un sardo purosangue – con la<br />

notizia che il Consiglio comunale di Cheremule<br />

(Sassari) ha dato parere positivo e sostegno all’iniziativa<br />

di una nuova Cappellina alla Madonna<br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, sulla cima del Monte Cuccuruddu<br />

che sovrasta il paese sardo. C’è l’interesse<br />

del Sindaco Salvatore Masia, del nuovo Vescovo<br />

del luogo, il consenso del Parroco Don Salvatore<br />

Delogu, l’interesse di potenziali fi nanziatori... La<br />

piccola statua <strong>della</strong> Madonna in ceramica, dal no-<br />

stro <strong>Santuario</strong>, è già arrivata ed ha sostato a lungo<br />

nella sala del Consiglio comunale di Cheremule.<br />

Lì il Vescovo di Sassari Mons. Paolo Atzei ha benedetto<br />

la statua e ha dato il consenso a procedere<br />

alla nuova cappella.<br />

Sono solo le premesse, cariche di Fede e di entusiasmo<br />

da parte di altri uomini e donne semplici<br />

e valorosi come il primo, Benedetto Pareto. Una<br />

bella storia che continua e si ripete. Ieri in Australia,<br />

oggi in Sardegna. Il seguito ve lo racconteremo e<br />

speriamo presto.


cronache<br />

Nuova Cappella <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

in Gualdrà di Savignone - Inaugurazione<br />

una bella realtà, sognata da molti anni, quella<br />

È <strong>della</strong> nuova Cappella dedicata alla Madonna<br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> in località Gualdrà, nella Parrocchia<br />

di San Bartolomeo di Vallecalda, comune di<br />

Savignone (GE). Il merito non è certo del nostro<br />

Rettore del <strong>Santuario</strong>, che da qualche tempo funge<br />

da amministratore parrocchiale in quella Comunità<br />

dell’entroterra genovese.<br />

Il merito è <strong>della</strong><br />

gente del<br />

posto. Era successo che un piccolo quadretto in<br />

ceramica <strong>della</strong> nostra Madonna fosse collocato<br />

sul ciglio <strong>della</strong> strada di quella piccola, ridente e<br />

fantastica località dell’appennino ligure. Ormai da<br />

anni, oltre che per i residenti del luogo era diventata<br />

sosta obbligata di rifl essione e preghiera per chi<br />

faceva una piacevole passeggiata/pellegrinaggio<br />

fi n lassù. Ci voleva proprio una Cappella! Ora c’è.<br />

Piccola (può contenere all’interno un massimo di<br />

10 persone!), bianca, essenziale, pulita... una bella<br />

immagine <strong>della</strong> discreta presenza del divino sul nostro<br />

cammino <strong>della</strong> vita. Chi vorrà pellegrinare fi n<br />

lassù - lasciata la statale in località Besolagno (a 5<br />

km dall’uscita autostradale di Busalla) – potrà salire<br />

per 2 km di strada asfaltata fi no alla cappella. Qui,<br />

troverà un sedile per riposare, una Bibbia in facciata<br />

per consultare e pregare, l’acqua fresca di una fonte<br />

carica di simboli e di salute, un panorama mozzafi ato<br />

sulla Valle Scrivia superiore e tanta pace... Cosa<br />

può volere di più un pellegrino che ha bisogno, nella<br />

vita, di soste salutari? Per la gente del posto – una<br />

piccola comunità che si sta rinnovando e ringiovanendo<br />

– sta diventando il suo “cuore”. Inaugurata,<br />

con Messa solenne del nostro Rettore, nonché Parroco<br />

del luogo, Don Marco, il mercoledì 18 agosto,<br />

con una grande partecipazione di gente.<br />

Festa a Calice Ligure: i 150 anni del <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

Stanno celebrandolo, questo solenne anniversario,<br />

mentre andiamo in stampa. Ne diamo doverosa,<br />

anche se frettolosa, notizia, nell’attesa che gli amici<br />

di Calice ci mandino i particolari del tutto. Sappiamo<br />

di un solenne triduo di preparazione e <strong>della</strong><br />

Messa conclusiva del Vescovo di Savona, Vittorio<br />

Lupi. Vogliamo sottolineare che, dal nostro <strong>Santuario</strong>,<br />

abbiamo seguito e sostenuto l’impegno di quel<br />

bel gruppo di abitanti locali che tengono in piedi<br />

il <strong>Santuario</strong> locale, lassù sulla costa a custodia di<br />

Calice e di una bella fetta del ponente ligure. Per<br />

questo, il nostro vice rettore mons. Piero Parodi,<br />

ha raggiunto la parrocchia di Calice per presiedere<br />

una delle serate con la S. Messa del triduo e ha<br />

notato con piacere tanta gente e tanto fervore. A<br />

risentirci in merito.<br />

27


Son partiti due amici...<br />

Sì, “partiti” per il ritorno a casa. Erano nostri carissimi amici e, ambedue, molto legati e collabotivi<br />

con la Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>.<br />

Claudio Zanelli, di Rivarolo. Marito di Lina e<br />

papà di Eugenio. Dal tempo <strong>della</strong> sua Fede ritrovata,<br />

grazie anche alla testimonianza del suo<br />

giovane ingegnere dell’Ansaldo dove lavorava,<br />

la sua vita, già onesta e generosa, ebbe una<br />

svolta. Aperto ad ogni bisogno, era da sempre<br />

impegnato nell’ANPI, collaborò col Padre<br />

Fusi dell’Istituto per sordomuti, col gruppo di<br />

Calvari per le vacanze dei disabili, con Cursillo<br />

di Cristianità, con la Chiesa e il Centro di<br />

Banchi, con l’ASCUR di Rivarolo per l’avvio<br />

al lavoro dei ragazzi delle fasce più deboli,<br />

insieme all’inseparabile Lina, come volontario<br />

all’accoglienza del nostro <strong>Santuario</strong>. Ancora,<br />

per la Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> di Variana in Val<br />

Borbera, si era attivato per anni con gli amici<br />

del luogo al ripristino e alla conservazione di<br />

quel santuario <strong>della</strong> Madonna. Un altro piccolo<br />

Pareto... Indimenticabile Claudio!<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

28<br />

cronache<br />

■ Martedì 15 giugno - Sapone Francesco<br />

e Maria Grazia ricordano al <strong>Santuario</strong><br />

il loro 25° anniversario di Matrimonio.<br />

■ Mercoledì 16 giugno - Da Sestri Levante<br />

(GE) un gruppo di pellegrini guidati<br />

dalla sig.ra Gina.<br />

■ Giovedì 17 giugno - la parrocchia di S.<br />

Margherita di Marassi (GE) con 50 pellegrini<br />

guidati da p. Francesco; Gruppo laici<br />

Domenicani (20 p.) con P. Alberto Orizio; da<br />

Chieti la parrocchia di S. Maria Maddalena<br />

con don Giovanni; Levo Albino e Ansini<br />

Paola ricordano il 25° di Matrimonio.<br />

■ Venerdì 18 giugno - da Milano un<br />

Gruppo anziani visita il <strong>Santuario</strong>.<br />

■ Sabato 19 giugno - Matrimonio di<br />

Balbi Luca e Strata Roberta; Gruppo di 45<br />

persone dalla Val d’Aosta; Parrocchia S.<br />

Stefano di Asti; Asilo di S. Giulia (25 p.).<br />

■ Domenica 20 Giugno - Parrocchia<br />

di Castello d’Agogna (PV) (55 p.) con<br />

don Antonio; parrocchia S. Francesco di<br />

Montecatini Terme (40 p.); Parrocchia di<br />

Ciserano (BG) (50 p.) con don Sergio Morandi;<br />

Parrocchia di S. Andrea di Morego<br />

Gabriele Sometti, <strong>della</strong> parrocchia del Tabernacolo.<br />

Marito inseparabile di Marisa. Papà, nonno<br />

e amico squisito con tutti. Da anni ormai veniva<br />

al Nostro <strong>Santuario</strong> per la sua devozione personale<br />

e, soprattutto, come guida responsabile di un folto<br />

gruppo <strong>della</strong> terza età <strong>della</strong> sua Parrocchia e <strong>della</strong> sua<br />

zona a levante <strong>della</strong> città. Era qui ancora quest’anno,<br />

poco più di un mese fa, coi suoi amici e con Marisa. Sì,<br />

era un po’ più fragile, si vedeva, ma ancora indomito<br />

e sempre sulla breccia. Chi dimenticherà il suo eterno<br />

sorriso? Lo specchio <strong>della</strong> sua anima, bella come quella<br />

di un bambino. Noi ci ripromettiamo di portarlo come<br />

esempio: basterebbero alcune coppie (una per zona)<br />

di questo tipo e tutti gli anziani <strong>della</strong> città potrebbero<br />

usufruire e godere <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, <strong>della</strong> Madonna e<br />

del suo <strong>Santuario</strong> come gli amici del Tabernacolo,<br />

con grande soddisfazione di tutti. Chi prenderà il suo<br />

posto? Una domanda impegnativa e diffi cile. Ma, alla<br />

Madonna, anche questo è possibile.<br />

(GE) con il parroco don Serafi no Torre;<br />

1° Vicariato Urbano di Genova.<br />

■ Mercoledì 23 Giugno - da Ivrea l’Associazione<br />

Arma Aereonautica.<br />

■ Giovedì 24 Giugno - da S. Stefano al<br />

Mare (IM) Gruppo anziani (50 p.).<br />

■ Sabato 26 Giugno - da Paternò don<br />

Vito (Orionino) con 18 ragazzi; da Varese<br />

il Gruppo ACLI (46 p.); da Mele (GE) un<br />

gruppo di donne (10 p.) <strong>della</strong> Parrocchia<br />

di S. Antonio Abate.<br />

■ Domenica 27 Giugno - al <strong>Santuario</strong><br />

il Gruppo di Separati Cristiani; da Livellato<br />

con il Cristo processionale, l’Arca<br />

<strong>della</strong> Madonna e la corale un gruppo<br />

di pellegrini con il parroco don Enea<br />

Lagomarsino; Gruppo <strong>della</strong> Scuola Primaria<br />

di S. Vittore di Olona (52 bambini<br />

e insegnanti); sr. Giuliana Abbadessa<br />

– suora Guannelliana – con 60 persone<br />

<strong>della</strong> Casa S. Giuseppe; da Grosseto un<br />

Gruppo con disabili; da Soregno Gruppo<br />

Amici di don Orione (45p.).<br />

■ Martedì 29 giugno - Parrocchia di S.<br />

Teodoro di Genova (40 p.) con P. Em-


I comandamenti<br />

<strong>della</strong> famiglia<br />

di Marcello Monticone<br />

Non dire falsa testimonianza. Dire<br />

bugie, ragazzi, non porta a<br />

molto. Ma anche per gli adulti non<br />

c’è molta differenza. Insomma c’è<br />

chi mente sui soldi che porta a casa di<br />

stipendio (succede davvero), c’è chi<br />

mente sui suoi debiti di gioco, sulla sua<br />

dipendenza dall’alcool o dal gioco, c’è chi mente<br />

sui voti o sulla sua condotta scolastica, universitaria.<br />

Un vortice dal quale non si riesce sempre ad<br />

uscire. Il più delle volte quando accade il risultato<br />

è disastroso. Le cronache nere o bianche ce lo<br />

raccontano. B.M. e R.D. si sono separati da poco<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

momenti di vita<br />

manuele; Rossi Giuseppe e Parodi Maria<br />

Gabriella ricordano il 25° di Matrimonio.<br />

■ Giovedì 1 luglio - Criteri Valentino e<br />

Cevasco M.Giuliana ringraziano la Madonna<br />

per il 60° di Matrimonio.<br />

■ Sabato 3 Luglio - pellegrinaggio mensile<br />

diocesano presieduto dall’Arcivescovo,<br />

Card. Angelo Bagnasco.<br />

■ Domenica 4 luglio - parrocchia di S.<br />

Eugenio di Crevari con Cristo processionale;<br />

25° di Matrimonio di Langella<br />

Peppino e Lucia; da Varazze l’UNITALSI<br />

(80 p.)<br />

■ Martedì 6 luglio - da Trieste la parrocchia<br />

di S. Vincenzo de Paoli con don<br />

Dario.<br />

■ Sabato 10 luglio - da Lerca (Cogoleto)<br />

la Confraternita del S. Rosario con Cristo<br />

processionale; da Milano Gruppo S. Rita<br />

(50 p.); da Davagna (GE) don Lorenzo<br />

con 70 pellegrini.<br />

■ Domenica 11 luglio - 50° di Matrimonio<br />

di Bozzini Giuseppe e Lavezzoli<br />

Bruna; Gruppo di Suore Salesiane che si<br />

stanno preparando ai Voti Perpetui.<br />

e ripensando alla propria storia non<br />

sono riusciti a mettersi d’accordo<br />

neanche su chi abbia cominciato con<br />

le bugie e si battagliano a suon di avvocati.<br />

M.B. ha raccontato per molti mesi<br />

di aver frequentato l’università, superato<br />

esami in modo più o meno brillante, salvo<br />

poi dover arrendersi all’evidenza, scoperto da<br />

due genitori occupati in altre faccende e accortisi<br />

tardi dell’inganno. Il problema è che ha cercato di<br />

farli fuori. Com’è triste mentire (costretti o meno<br />

dalle esigenze, non fa differenza) a chi è parte<br />

importante <strong>della</strong> tua vita.<br />

■ Domenica 18 luglio - da Busto Arsizio<br />

(CN) un gruppo di 50 persone; anche da<br />

Filettole (PI) 50 pellegrini.<br />

■ Domenica 25 luglio - inizio Esercizi<br />

Spirituali per Religiose proposti da<br />

Sr. Maria Teresa Crescini e da P. Lino<br />

Maggioni.<br />

■ Lunedì 26 luglio - Festa dei nonni nel<br />

ricordo dei Santi Gioacchino ed Anna.<br />

■ Sabato 31 luglio - 50° di Matrimonio<br />

di Guzzardi Giuseppe.<br />

■ Domenica 1 agosto - Pellegrinaggio<br />

<strong>della</strong> Confraternita di S. Olcese (GE) con<br />

il Cristo processionale.<br />

■ Mercoledì 4 agosto - da Veduggio e<br />

Colzano 40 pellegrini.<br />

■ Sabato 7 agosto - pellegrinaggio<br />

diocesano mensile presieduto da Mons.<br />

Luigi Palletti, Vicario Generale; parrocchia<br />

di S. Vincenzo di Sarola (IM) con il<br />

parroco don Claus.<br />

■ Domenica 20 agosto - Parrocchia<br />

di S. Giacomo di Molassana (GE) con il<br />

Cristo processionale.<br />

■ Venerdì 13 agosto - da Pisa don Giu-<br />

29


Giuseppe Noli 81 anni<br />

Serra Riccò (GE)<br />

Anna Maria Barattino 92 anni<br />

Mongiardino Ligure (AL)<br />

Bartolomeo Piccardo 96 anni<br />

Albenga (SV)<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

30<br />

il ricordo e la preghiera<br />

Silvio Patrone 85 anni<br />

Serra Riccò (GE)<br />

Caterina Rebuffo 66 anni<br />

Genova<br />

Giovanni Parodi 86 anni<br />

Genova-Prà<br />

Fausto Risso (Nino) 80 anni<br />

Genova<br />

Dario Rebuffo 70 anni<br />

Genova<br />

Maria Racrebbi 99 anni<br />

Bargagli (GE)<br />

seppe Guerri e Mons. Amedeo Nannini<br />

con due pullman.<br />

■ Domenica 15 agosto - parrocchia di S.<br />

G.B. alla Costa di Rivarolo e S. Caterina<br />

di Begato con il parroco don Giuseppe;<br />

Parrocchia di Porrotto (FE) con don Carlo<br />

Fortini.<br />

■ Martedì 17 agosto - Comunità Pastorale<br />

S. Pietro da Verona di Seveso (MI)<br />

50 p. con don Paolo; Gruppo (40 p.) di<br />

Torrazza Costa (PV).<br />

■ Giovedì 19 agosto - da Campoligure<br />

(GE) 50 pellegrini con don Carlo<br />

Oliveri.<br />

■ Sabato 21 agosto - 50° di professione<br />

religiosa di sr. Lonigilda; parrocchia di S.<br />

Nicola di Sestri con P. Alberto.<br />

Silvano Delorenzi 64 anni<br />

Isola del Cantone (GE)<br />

Caterina Pitto Bocciardo 84 anni<br />

Genova-S. Martino<br />

Emilio Repetto 71 anni<br />

Genova-Sant’Eusebio<br />

Michele Ratto 87 anni<br />

Mainetto-Serra Riccò (GE)<br />

Mario Villa 72 anni<br />

Genova<br />

Sabato Santoro 96 anni<br />

Ovada (AL)<br />

■ Giovedì 26 agosto - gruppo di Saluggia<br />

(VC) con don Enrico; Associazione Sorriso<br />

di Padre Pio (Caserta) con Mons. Andrea<br />

Rizzo; Oratorio S. Michele di Recco.<br />

■ Sabato 28 agosto - Gruppo “Grilli”<br />

(50 p.)<br />

■ Domenica 29 agosto - SOLENNITA’<br />

<strong>della</strong> MADONNA DELLA GUARDIA.<br />

Opera Giosuè Signori del Righi (GE) (25<br />

p.); Gruppo di Rapallo (47 p.)<br />

■ Lunedì 30 agosto - Seminario Regionale<br />

Umbro (30 p.); Parrocchia S.<br />

Pietro di Cremeno (20 p.) con il Parroco<br />

don Serafi no Torre; Parrocchia Castel S.<br />

Giovanni (PC).<br />

■ Martedì 31 agosto - da Torino 40 professori<br />

e sacerdoti del Liceo salesiano.


Amministrazione<br />

Via Serra, 6 A<br />

16122 Genova - Tel. 010.561033<br />

e-mail: amministr.guardia@libero.it<br />

Con approvazione ecclesiastica<br />

informazioni utili<br />

Abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>” 2010<br />

Italia: Ordinario € 15,00 Sostenitore € 30,00<br />

Estero: Ordinario € 26,00 Sostenitore € 37,00<br />

$ 30 $ 50<br />

Gli abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>”, si possono fare,<br />

oltre che al <strong>Santuario</strong>, anche presso:<br />

- Uffi cio Amm.vo, Via Serra 6/A (solo mattino)<br />

tel. 010 561033 e-mail: amministr.guardia@libero.it;<br />

- Uffi cio Pastorale <strong>della</strong> Curia, P.zza Matteotti 4;<br />

- Libreria San Paolo, P.zza Matteotti 31/R;<br />

- Libreria L.D.C., Via Rolando 63/R.<br />

Conto Corrente Postale n. 387167<br />

IBAN: IT30 I 07601 01400 000000387167<br />

intestato a: <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Orari<br />

Il <strong>Santuario</strong> è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle 12 e dalle<br />

14 alle 19,00. Nei giorni festivi dalle ore 7 alle 19,00 ininterrottamente<br />

(nell’ora solare la chiusura è alle 18,30).<br />

Sante Messe<br />

Ora Solare festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 16.<br />

Celebrazione penitenziale ore 9,15.<br />

feriali: ore 9,30 - 16.<br />

sabato: ore 9,30 - 11<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 16.<br />

Ora Legale festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 17 - 18.<br />

Celebrazione penitenziale ore 9,15.<br />

feriali: ore 9,30 - 11 - 17.<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 17.<br />

Rosario<br />

domenica e festivi ore 10 e ore 16 alla Cappella dell’Apparizione.<br />

Tutti i giorni feriali in Basilica ore 17,00 (ora<br />

solare) ore 18,00 (ora legale).<br />

Indirizzo <strong>Santuario</strong> N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

piazza <strong>Santuario</strong>, 4 - 16014 Ceranesi (GE)<br />

L’uffi cio abbonamenti, offerte<br />

e Sante Messe del <strong>Santuario</strong> è<br />

aperto dalle ore 8,30 alle 12,00 e<br />

dalle ore 14,00 alle 17,00.<br />

Foto defunti:<br />

formato tessera € 25,00.<br />

Foto dei Gruppi:<br />

formato grande € 50,00.<br />

Foto dei Bambini: pubblicazione <strong>della</strong><br />

foto gratuita per i bambini nuovi abbonati.<br />

C/C Bancario n. 59722/80 Banca Carige - Sede<br />

di Genova - IBAN: IT79 Q 06175 01400 000005972280<br />

intestato a: Amministrazione <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Telefoni<br />

Prefi sso da tutta Italia Genova compresa: 010;<br />

prefi sso internazionale dall’estero: +39 010.<br />

Segreteria 010 72351<br />

Centralino 010 7235810<br />

Fax segr. 010 7235805<br />

Suore 010 7235813<br />

Rettore 010 7235811 (solo ore pasti)<br />

Vice Rettore 010 7235809<br />

E-mail <strong>Santuario</strong>: segreteria@santuarioguardia.it<br />

E-mail Rettore: rettore@santuarioguardia.it<br />

sito internet: www.santuarioguardia.it<br />

Per soggiornare al <strong>Santuario</strong><br />

Il <strong>Santuario</strong> è attrezzato per accogliere persone<br />

singole, famiglie e gruppi anche numerosi. La<br />

gestione dell’accoglienza è stata da tempo affi -<br />

data a Cooperative di servizi e a trattorie private.<br />

Le condizioni e le prenotazioni si possono trovare<br />

al numero <strong>della</strong> segreteria del <strong>Santuario</strong>.<br />

Per arrivare al <strong>Santuario</strong> con il servizio A.T.P.<br />

BOLZANETO FF.SS. - SANTUARIO (dal 19 <strong>settembre</strong> 2010 al 19 giugno 2011)<br />

FESTIVI da Bolzaneto: 08.50 - 10.40 - 13.20 - 16.20<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 09.50 - 12.00 - 14.40 - 17.15<br />

FERIALI da Bolzaneto: 08.35 - 15.05 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

STAZIONE FERROVIARIA BRIGNOLE - SANTUARIO - AUTOLINEA GRAN TURISMO<br />

(dal 19 <strong>settembre</strong> 2010 al 19 giugno 2011 - ad esclusione del 1° maggio)<br />

FESTIVI dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza Verdi): 08.30 - 16.00<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 14.40<br />

FERIALI dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza Verdi): 08.10 - 14.45 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

Fermate intermedie: Piazza De Ferrari, Stazione FS Principe, Via Milano, Piazza Montano, Piazza Pallavicini, Via Pastorino.<br />

Per informazioni: Tel. 010 54674410 oppure www.atp-spa.it<br />

Redazione<br />

Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Anna Gatti, Ilaria Giusto,<br />

Gianfranco Parodi,<br />

Marcello Monticone, Marina Parodi,<br />

Enrico Quaglia, Nucci Scipilliti,<br />

Alma Severino, Laura Siccardi,<br />

Ivana Zanobelli.<br />

Direttore Responsabile<br />

Fernando Primerano<br />

Responsabile di redazione<br />

Mirco Mazzoli<br />

Fotografi e<br />

Michele Ferraris,<br />

archivio fotografi co<br />

31<br />

I dati personali di ogni singolo abbonato vengono usati esclusivamente per la gestione degli abbonamenti in conformità alla vigente legge sulla privacy (n. 675 del 31-12-96)<br />

La testata “La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.


Si poteva chiamare “serva” e lo ha<br />

fatto, si poteva riconoscere “umile”,<br />

senza retoriche e senza ipocrisie, e lo<br />

ha fatto, riconoscendo il ruolo di Dio<br />

“quel Dio, fedele ai nostri padri e alla<br />

sua santa alleanza, per sempre.” Ma<br />

non poteva certo riconoscersi “peccatrice”,<br />

perché solo Lei era conscia<br />

di una “Grazia” che da subito e da<br />

sempre l’aveva “concepita senza<br />

peccato”. L’innocenza originaria –<br />

pensata per ogni uomo e ogni donna<br />

dal Dio che voleva l’uomo e la donna<br />

“simili a noi” – era rimasta, nella<br />

realtà, solo prerogativa sua e, nella<br />

speranza, meta possibile ancora per<br />

tutti nella realtà dei “cieli nuovi e delle<br />

terre nuove”. Lei – il riferimento <strong>della</strong><br />

nostra nostalgia di divino – non può<br />

che essere invocata perché preghi<br />

“per noi peccatori”. Ci può bastare?<br />

Lo stesso Gesù aveva pregato il Padre<br />

nel cenacolo per quanti, mentre<br />

lui tornava al Padre, sarebbero rimasti<br />

nel mondo con tutte le sue ambiguità.<br />

E aveva esplicitamente precisato<br />

che non avrebbe solo pregato per i<br />

presenti a quella cena – i dodici – ma<br />

anche “per tutti coloro che, grazie alla<br />

loro predicazione, avrebbero creduto<br />

in Lui”. Non siamo noi in una... botte<br />

di ferro? Spalle abitualmente coperte<br />

dalla preghiera dell’ormai “sempre<br />

vivente” Gesù e da sua Madre. Che<br />

cosa vogliamo di più per non avere<br />

paura?<br />

Genova Aeroporto<br />

“Ora pron obis peccatoribus”<br />

(particolare dell’affresco <strong>della</strong> navata centrale di A.G. Santagata).<br />

la<strong>Guardia</strong> uardia<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

16122 GENOVA - TARIFFA ASSOCIAZIONI SENZA FINI DI LUCRO:<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE<br />

D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB GENOVA<br />

MENSILE - N. 09 - SETTEMBRE 2010

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