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72 Una curva. La strada che si inerpica, quinte che scortano il viandante, fra due pareti di alberi. Spogli d’inverno, fioriti di primavera, verdi d’estate. Tinti di caldi marroni e inebrianti gialli d’autunno, quando la riflessione prende il posto dell’esuberanza, l’introspezione scalza la parola e il silenzio vince sul rumore. Lieve è la salita, ma catartica. Là, in cima, la strada termina. Si giunge alla fine del mondo. Per trovare la fine del mondo. Piccolo universo che rivoluziona coi suoi ritmi è Soriso. Gioia immensa del cuore, della testa, del palato è una sosta Al Sorriso. Elegante casa di paese, abituata con naturalezza a ricevere ospiti dai quattro angoli del mondo. Stanze ovattate che traboccano di spontaneità. Fiori, argenti e cristalli che narrano di dolci attenzioni e cure. Come per Guido Gozzano nella Signorina Felicita ovvero la Felicità (stampata ne I colloqui, di cui la Biblioteca di via Senato conserva copia della prima edizione, impressa a Milano, dai fratelli Treves nel 1911) «dolce è la casa in quella grande pace settembrina». Accolti da Angelo Valazza, gentiluomo piemontese d’altri tempi, leggero sarà riprendere il viaggio, un altro, ma questa volta non geografico, fra i piatti cucinati dalla moglie. Luisa, gentildonna schiva e raffinata, sensibile e forte al contempo, la Biblioteca di via Senato Milano – settembre 2012 Bvs: il ristoro del buon lettore Un Sorriso di Felicità Cucine e atmosfere gozzaniane a Soriso GIANLUCA MONTINARO Ristorante Al Sorriso Via Roma, 18 Soriso (No) Tel. 0322/983228 istruisce una partitura d’impianto classico, senza concessioni a frivolezze o mode. La musica dalle pietanze sprigiona nitida: la melodia netta, l’armonia al contorno soffusa, la coloritura lievemente sagomata, le rare sottolineature delle timbriche usate con maestria. Gli ingredienti narrano di una terra sabauda ancora indivisa fra Italia e Francia: tartufi, funghi, formaggi… ma anche pesci, crostacei e cacciagione. Felicità. Il battere del pendolo rallenta, mentre è «la mensa imbandita, per una cena d’altri tempi». Dalla cucina si sprigionano inebrianti aromi di «basilico, aglio e cedrina». Rassicurato da rassicuranti piatti, al viandante nulla allora apparirà più buono della patata ripiena d’uovo gratinata al Parmigiano e tartufo bianco o delle code di scampi alla nocciola tonda gentile con passata di zucca e mascarpone agli agrumi. E se ai golosi ravioli verdi con Bettelmatt erbe di montagna e burro spumeggiante d’alpeggio seguirà il magistrale fassone al Barolo con cipollotto e midollo altro non rimarrà che stappare, in un’unione d’amorosi sensi, un Conteisa di Angelo Gaja. Dal calice di cristallo stilleranno lacrime di bellezza, storie di vigna e cantina, terra e legno, pazienza e perizia. «Tu m’hai amato», Signorina Felicita, con lo stesso amore con cui la Felicità dispensa ogni giorno il suo Sorriso. Quando «scende la sera nel giardino antico della casa» si approssima il momento del distacco, «amaro senza fine». Perciò, ti prego, o mio lettore, non t’affrettare a ridiscendere la strada che ti porterà lontano dalla pace di quella casa e di quel piccolo universo: solo troverai «laggiù, oltre i colli dilettosi, il Mondo: quella cosa tutta piena di lotte e di commerci turbinosi».
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Una curva. La strada che si<br />
inerpica, quinte che scortano<br />
il <strong>via</strong>ndante, fra due<br />
pareti <strong>di</strong> alberi. Spogli d’inverno,<br />
fioriti <strong>di</strong> primavera, ver<strong>di</strong> d’estate.<br />
Tinti <strong>di</strong> cal<strong>di</strong> marroni e inebrianti<br />
gialli d’autunno, quando la riflessione<br />
prende il posto dell’esuberanza,<br />
l’introspezione scalza la parola e il<br />
silenzio vince sul rumore. Lieve è la<br />
salita, ma catartica. Là, in cima, la<br />
strada termina. Si giunge alla fine<br />
del mondo. Per trovare la fine del<br />
mondo. Piccolo universo che rivoluziona<br />
coi suoi ritmi è Soriso. Gioia<br />
immensa del cuore, della testa, del<br />
palato è una sosta Al Sorriso. Elegante<br />
casa <strong>di</strong> paese, abituata con naturalezza<br />
a ricevere ospiti dai quattro<br />
angoli del mondo. Stanze ovattate<br />
che traboccano <strong>di</strong> spontaneità.<br />
Fiori, argenti e cristalli che narrano<br />
<strong>di</strong> dolci attenzioni e cure. Come per<br />
Guido Gozzano nella Signorina Felicita<br />
ovvero la Felicità (stampata ne I<br />
colloqui, <strong>di</strong> cui la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong><br />
conserva copia della prima e<strong>di</strong>zione,<br />
impressa a Milano, dai fratelli<br />
Treves nel 1911) «dolce è la casa in<br />
quella grande pace settembrina».<br />
Accolti da Angelo Valazza, gentiluomo<br />
piemontese d’altri tempi,<br />
leggero sarà riprendere il <strong>via</strong>ggio,<br />
un altro, ma questa volta non geografico,<br />
fra i piatti cucinati dalla moglie.<br />
Luisa, gentildonna schiva e raffinata,<br />
sensibile e forte al contempo,<br />
la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – settembre 2012<br />
Bvs: il ristoro del buon lettore<br />
<br />
Un Sorriso <strong>di</strong> Felicità<br />
Cucine e atmosfere gozzaniane a Soriso<br />
GIANLUCA MONTINARO<br />
Ristorante Al Sorriso<br />
Via Roma, 18<br />
Soriso (No)<br />
Tel. 0322/983228<br />
istruisce una partitura d’impianto<br />
classico, senza concessioni a frivolezze<br />
o mode. La musica dalle pietanze<br />
sprigiona nitida: la melo<strong>di</strong>a<br />
netta, l’armonia al contorno soffusa,<br />
la coloritura lievemente sagomata,<br />
le rare sottolineature delle<br />
timbriche usate con maestria. Gli<br />
ingre<strong>di</strong>enti narrano <strong>di</strong> una terra sabauda<br />
ancora in<strong>di</strong>visa fra Italia e<br />
Francia: tartufi, funghi, formaggi…<br />
ma anche pesci, crostacei e<br />
cacciagione. Felicità. Il battere del<br />
pendolo rallenta, mentre è «la<br />
mensa imban<strong>di</strong>ta, per una cena<br />
d’altri tempi». Dalla cucina si sprigionano<br />
inebrianti aromi <strong>di</strong> «basilico,<br />
aglio e cedrina». Rassicurato<br />
da rassicuranti piatti, al <strong>via</strong>ndante<br />
nulla allora apparirà più buono della<br />
patata ripiena d’uovo gratinata al<br />
Parmigiano e tartufo bianco o delle<br />
code <strong>di</strong> scampi alla nocciola tonda<br />
gentile con passata <strong>di</strong> zucca e mascarpone<br />
agli agrumi. E se ai golosi<br />
ravioli ver<strong>di</strong> con Bettelmatt erbe <strong>di</strong><br />
montagna e burro spumeggiante<br />
d’alpeggio seguirà il magistrale fassone<br />
al Barolo con cipollotto e midollo<br />
altro non rimarrà che stappare,<br />
in un’unione d’amorosi sensi,<br />
un Conteisa <strong>di</strong> Angelo Gaja. Dal<br />
calice <strong>di</strong> cristallo stilleranno lacrime<br />
<strong>di</strong> bellezza, storie <strong>di</strong> vigna e cantina,<br />
terra e legno, pazienza e perizia.<br />
«Tu m’hai amato», Signorina<br />
Felicita, con lo stesso amore con cui<br />
la Felicità <strong>di</strong>spensa ogni giorno il<br />
suo Sorriso. Quando «scende la sera<br />
nel giar<strong>di</strong>no antico della casa» si<br />
approssima il momento del <strong>di</strong>stacco,<br />
«amaro senza fine». Perciò, ti<br />
prego, o mio lettore, non t’affrettare<br />
a ri<strong>di</strong>scendere la strada che ti<br />
porterà lontano dalla pace <strong>di</strong> quella<br />
casa e <strong>di</strong> quel piccolo universo: solo<br />
troverai «laggiù, oltre i colli <strong>di</strong>lettosi,<br />
il Mondo: quella cosa tutta<br />
piena <strong>di</strong> lotte e <strong>di</strong> commerci turbinosi».