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58 la Biblioteca di via Senato Milano – settembre 2012 tari che potesse contrastare il ridimensionamento della nobiltà feudale e la stesura del catasto fondiario perseguite dal nuovo sovrano. La scelta dell’autore ricadde su Mongitore proprio perché noto per l’ostilità al nuovo regnante. Ai Parlamenti generali ordinari et straordinarij furono anteposte le Memorie istoriche che si rivelarono un vero e proprio programma di restaurazione del potere del clero e della nobiltà feudale dell’isola. Il governo sabaudo impedì la vendita e la diffusione dell’opera, fece sequestrare tutte le copie che furono bruciate pubblicamente per volere del vicerè Annibale Maffei. La carriera di Mongitore si rivolse nuovamente a temi religiosi, infatti tra il 1719 e il 1720 scrisse quattro libri che furono pubblicati in due tomi con il titolo Palermo divoto di Maria Vergine e Maria Vergine protettrice di Palermo (opera definita dal Mira “poco comune” e in possesso della BvS). In questi testi l’autore invitava i credenti a una devozione assoluta alla Madonna, fede caratterizzata da pratiche di mortificazione fisica e completa obbedienza alle au- torità religiosa. Negli stessi anni Mongitore fondò l’Accademia dei Geniali con la collaborazione di Gaetano Giardina e la Colonia Oretea degli Arcadi, inoltre fu accolto come membro dell’Accademia degli Infimi Rinnovati di Nardò. Nel 1721 pubblicò un’importante relazione dal grandissimo valore storico, L’atto pubblico di fede solennemente celebrato nella città di Palermo à 6 aprile 1724 dal Tribunale del S’Uffizio di Sicilia dedicato alla Maestà Carlo VI Imperatore e III di Sicilia in cui veniva descritta l’ultimo “autodafé” avvenuto in Sicilia, una ceri- monia pubblica, introdotta dall’Inquisizione spagnola, durante la quale venivano compiute le condanne decretate dall’istituzione ecclesiastica. La Biblioteca di via Senato ne possiede una prima edizione ben conservata, marginosa e corredata da 4 grandi tavole incise da Francesco Cichè raffiguranti il processo davanti alla Cattedrale, la processione dal palazzo del Sant’uffizio, la processione a cavallo e il rogo alla Marina. I condannati erano suor Geltrude Maria Cordovana di s. Agostino di Caltanisetta e fra Romualdo, arrestati perché membri eretici della setta dei Quietisti o Molinisti. L’operato del Mongitore fu tanto apprezzato dagli Inquisitori siciliani che lo premiarono con una croce d’oro, la nomina a consultore del tribunale del s.Uffizio e con il finanziamento della pubblicazione. Nel 1730 fondò l’Accademia degli Ereini, istituzione protetta dal principe di Resuttana, Federico Napoli, nata con l’obiettivo di rivaleggiare con l’Accademia del Buon Gusto ispirata al moderato riformismo di Muratori. Per la nuova istituzione Sopra: Antonino Mongitore, L’atto pubblico di fede solennemente celebrato nella città di Palermo à 6 aprile 1724 dal Tribunale del S. Uffizio di Sicilia, Palermo, Agostino & Epiro, 1724, illustrazione del rogo alla Marina. Sotto: Antonino Mongitore, Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili, tomo I, Palermo, 1742, p. 252. «Musica asinesca inventata da un palermitano, scegliendo 4 asini di diversa voce, che nello stesso tempo coi loro diversi ragli facessero un concerto musicale»

settembre 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 59 Sopra e a destra: illustrazioni di mostri marini. In A. Mongitore, Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili, tomo II, p. 98/99 Mongitore pubblicò Rime degli Ereini di Palermo, con lo pseudonimo di Mopso Triseldo. Nel 1735 in occasione dell’incoronazione di Carlo Borbone a Palermo compose Il Discorso istorico su l’antico titolo di Regno concesso all’isola di Sicilia opera posseduta dalla Biblioteca di via Senato in prima edizione con l’antiporta allegorica incisa dal messinese Antonio Bova dove sono raffigurati Carlo III assiso in trono, la dea dell’Abbondanza (o la Sicilia?) e il vecchio Palermo, con il serpente avvolto sul braccio, che tiene alta la corona del re. Mongitore sottolineò «il ruolo alienabile di capitale di Palermo, cuore di Bibliografia DBI, vol. 75, Roma, pp. 669-672. DOMENICO SCINÀ, Prospetto della storia letteraria della Sicilia, Palermo, Lorenzo Dato, 1824 un Regno libero dal diritto pontificio dell’Investitura, e» diede «al tempo stesso rilievo all’autonomia giuridica e disciplinare della Chiesa isolana». Dopo essere entrato a far parte delle Accademie dei Gioviali di Catania e degli Aretusei di Siracusa NOTE 1 GIUSEPPE EMANUELE ORTOLANI, Biografia degli uomini illustri della Sicilia ornata dei loro rispettivi ritratti compilata dall’avvocato Dr. Dn. Giuseppe Emanuele Ortolani e da altri letterati, Napoli, Nicola Gervasi, 1817, tomo 2. Mongitore si dedicò alla stesura di Sicilia ricercata nelle cose più memorabili un’opera che avrebbe dovuto essere composta da 9 volumi con storie curiose di avvenimenti naturali mostruosi e inspiegabili, ma ne furono pubblicati solo sei. All’interno della produzione di un uomo tanto erudito, stupì la presenza di un tale libro ricco di fandonie pseudo scientifiche. Anche la sua morte restò legata a un racconto leggendario, si dice infatti che morì di apoplessia a 80 anni dopo aver trascorso la notte leggendo un tomo del Codex Diplomaticus di Di Giovanni.

58 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – settembre 2012<br />

tari che potesse contrastare il ri<strong>di</strong>mensionamento<br />

della nobiltà feudale<br />

e la stesura del catasto fon<strong>di</strong>ario<br />

perseguite dal nuovo sovrano. La<br />

scelta dell’autore ricadde su Mongitore<br />

proprio perché noto per l’ostilità<br />

al nuovo regnante. Ai Parlamenti<br />

generali or<strong>di</strong>nari et straor<strong>di</strong>narij furono<br />

anteposte le Memorie istoriche che<br />

si rivelarono un vero e proprio programma<br />

<strong>di</strong> restaurazione del potere<br />

del clero e della nobiltà feudale dell’isola.<br />

Il governo sabaudo impedì la<br />

ven<strong>di</strong>ta e la <strong>di</strong>ffusione dell’opera, fece<br />

sequestrare tutte le copie che furono<br />

bruciate pubblicamente per<br />

volere del vicerè Annibale Maffei.<br />

La carriera <strong>di</strong> Mongitore si rivolse<br />

nuovamente a temi religiosi,<br />

infatti tra il 1719 e il 1720 scrisse<br />

quattro libri che furono pubblicati<br />

in due tomi con il <strong>titolo</strong> Palermo <strong>di</strong>voto<br />

<strong>di</strong> Maria Vergine e Maria Vergine<br />

protettrice <strong>di</strong> Palermo (opera definita<br />

dal Mira “poco comune” e in possesso<br />

della BvS). In questi testi l’autore<br />

invitava i credenti a una devozione<br />

assoluta alla Madonna, fede caratterizzata<br />

da pratiche <strong>di</strong> mortificazione<br />

fisica e completa obbe<strong>di</strong>enza alle au-<br />

torità religiosa.<br />

Negli stessi anni Mongitore<br />

fondò l’Accademia dei Geniali con<br />

la collaborazione <strong>di</strong> Gaetano Giar<strong>di</strong>na<br />

e la Colonia Oretea degli Arca<strong>di</strong>,<br />

inoltre fu accolto come membro<br />

dell’Accademia degli Infimi Rinnovati<br />

<strong>di</strong> Nardò.<br />

Nel 1721 pubblicò un’importante<br />

relazione dal gran<strong>di</strong>ssimo valore<br />

storico, L’atto pubblico <strong>di</strong> fede solennemente<br />

celebrato nella città <strong>di</strong> Palermo<br />

à 6 aprile 1724 dal Tribunale del<br />

S’Uffizio <strong>di</strong> Sicilia de<strong>di</strong>cato alla Maestà<br />

Carlo VI Imperatore e III <strong>di</strong> Sicilia in<br />

cui veniva descritta l’ultimo “autodafé”<br />

avvenuto in Sicilia, una ceri-<br />

monia pubblica, introdotta dall’Inquisizione<br />

spagnola, durante la quale<br />

venivano compiute le condanne<br />

decretate dall’istituzione ecclesiastica.<br />

La <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> ne<br />

possiede una prima e<strong>di</strong>zione ben<br />

conservata, marginosa e corredata<br />

da 4 gran<strong>di</strong> tavole incise da Francesco<br />

Cichè raffiguranti il processo davanti<br />

alla Cattedrale, la processione<br />

dal palazzo del Sant’uffizio, la processione<br />

a cavallo e il rogo alla Marina.<br />

I condannati erano suor Geltrude<br />

Maria Cordovana <strong>di</strong> s. Agostino<br />

<strong>di</strong> Caltanisetta e fra Romualdo, arrestati<br />

perché membri eretici della setta<br />

dei Quietisti o Molinisti. L’operato<br />

del Mongitore fu tanto apprezzato<br />

dagli Inquisitori siciliani che lo<br />

premiarono con una croce d’oro, la<br />

nomina a consultore del tribunale<br />

del s.Uffizio e con il finanziamento<br />

della pubblicazione.<br />

Nel 1730 fondò l’Accademia<br />

degli Ereini, istituzione protetta dal<br />

principe <strong>di</strong> Resuttana, Federico Napoli,<br />

nata con l’obiettivo <strong>di</strong> rivaleggiare<br />

con l’Accademia del Buon Gusto<br />

ispirata al moderato riformismo<br />

<strong>di</strong> Muratori. Per la nuova istituzione<br />

Sopra: Antonino Mongitore,<br />

L’atto pubblico <strong>di</strong> fede solennemente<br />

celebrato nella città <strong>di</strong> Palermo à 6<br />

aprile 1724 dal Tribunale del S.<br />

Uffizio <strong>di</strong> Sicilia, Palermo, Agostino<br />

& Epiro, 1724, illustrazione del rogo<br />

alla Marina.<br />

Sotto: Antonino Mongitore,<br />

Della Sicilia ricercata nelle cose più<br />

memorabili, tomo I, Palermo, 1742,<br />

p. 252. «Musica asinesca inventata da<br />

un palermitano, scegliendo 4 asini <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versa voce, che nello stesso tempo<br />

coi loro <strong>di</strong>versi ragli facessero un<br />

concerto musicale»

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