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settembre 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 57 rigine palermitana di santa Silvia, madre di san Gregorio Magno, viene difesa a discapito di quella ragusana. Grazie alla fama di queste prime opere fu accolto nel 1702 nell’Accademia degli Spensierati di Rossano, tre anni più tardi nell’Accademia dell’Arcadia di Roma dove fu soprannominato Lipario Triziano, mentre gli Incuriosi della stessa città lo denominarono il Rosciano. L’opera che lo rese famoso e per cui viene maggiormente ricordato fu la Biblioteca Sicula sive de scriptoribus Siculis qui tum vetera, tum recentiora specula illustrarunt, notitiae locupletissimaeuna biografia degli uomini illustri della Sicilia, ornata dei loro rispettivi ritratti, un repertorio realizzato sull’esempio della Biblioteca Neapolitana di Niccolò Toppi. Fu la prima pubblicazione sistematica di bibliografia siciliana con ampie notizie sulle vite degli autori. Giovanni Battista Caruso e Francesco Serio prepararono degli emendamenti e rimaneggiamenti dell’opera che però non furono mai pubblicati. Per tutto il XVIII e XIX secolo non furono edite opere simili e per lungo tempo la Biblioteca restò l’unico archivio degli autori siciliani. Il secondo tomo della Biblioteca fu concluso solo nel 1714, ma già dopo il primo volume Mongitore fu insignito di un canonicato presso la cattedrale di Palermo e conquistò l’apprezzamento di Ludovico Antonio Muratori e di molti altri insigni autori. Giuseppe Emanuele Ortolani nella sua Biografia degli uomini illustri della Sicilia, pubblicata nel 1817 riconobbe, però, che nonostante i numerosi elogi rivolti all’opera più nota di Mongitore, in essa erano presenti anche dei difetti, per esem- Nella pagina accanto: antiporta illustrata in Auria Vincenzo, Antonino Mongitore, La Sicilia inventrice, o vero, le invenzioni lodevoli nate in Sicilia, opera del d. Vincenzo Auria palermitano. Con li divertimenti geniali, osservazioni, e giunte all’istessa di d. Antonino Mongitore sacerdote palermitano, Palermo, Felice Marino, 1704. Sopra: rappresentazione di un’eclisse di sole raccontata da Mongitore come fatto straordinario. In A. Mongitore, Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili, tomo I, Palermo, 1742, p.342 pio, alcuni autori greci risultavano annoverati come siciliani e certi autori classici antichi erano confusi tra loro, ma Ortolani li giustificava ritenendoli errori del tempo in cui l’opera fu realizzata piuttosto che dell’uomo, ottenendo un giudizio positivo sull’autore che definì «uomo di sì grandi fatiche, […] scrittore così laborioso, e facile, e così zeloso amator della patria» 1 . Nel 1717 Antonino Mongitore fu incaricato dalla Deputazione del Regno di Sicilia di stilare dei nuovi atti Parlamentari del Regno, premettendovi un’introduzione storica. La motivazione ufficiale fu che dovevano essere redatti dopo un lungo lasso di tempo trascorso dalla loro ultima pubblicazione del 1695, in realtà la Deputazione, preoccupata dal nuovo programma regio di Vittorio Amedeo II di Savoia, asceso al trono alla fine della guerra di successione spagnola, auspicava una nuova edizione degli Atti parlamen-

settembre 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 57<br />

rigine palermitana <strong>di</strong> santa Sil<strong>via</strong>,<br />

madre <strong>di</strong> san Gregorio Magno, viene<br />

<strong>di</strong>fesa a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> quella ragusana.<br />

Grazie alla fama <strong>di</strong> queste prime<br />

opere fu accolto nel 1702 nell’Accademia<br />

degli Spensierati <strong>di</strong><br />

Rossano, tre anni più tar<strong>di</strong> nell’Accademia<br />

dell’Arca<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Roma dove<br />

fu soprannominato Lipario Triziano,<br />

mentre gli Incuriosi della stessa<br />

città lo denominarono il Rosciano.<br />

L’opera che lo rese famoso e<br />

per cui viene maggiormente ricordato<br />

fu la <strong>Biblioteca</strong> Sicula sive de scriptoribus<br />

Siculis qui tum vetera, tum recentiora<br />

specula illustrarunt, notitiae<br />

locupletissimaeuna biografia degli uomini<br />

illustri della Sicilia, ornata dei<br />

loro rispettivi ritratti, un repertorio<br />

realizzato sull’esempio della <strong>Biblioteca</strong><br />

Neapolitana <strong>di</strong> Niccolò Toppi. Fu<br />

la prima pubblicazione sistematica<br />

<strong>di</strong> bibliografia siciliana con ampie<br />

notizie sulle vite degli autori. Giovanni<br />

Battista Caruso e Francesco<br />

Serio prepararono degli emendamenti<br />

e rimaneggiamenti dell’opera<br />

che però non furono mai pubblicati.<br />

Per tutto il XVIII e XIX secolo non<br />

furono e<strong>di</strong>te opere simili e per lungo<br />

tempo la <strong>Biblioteca</strong> restò l’unico archivio<br />

degli autori siciliani.<br />

Il secondo tomo della <strong>Biblioteca</strong><br />

fu concluso solo nel 1714, ma già<br />

dopo il primo volume Mongitore<br />

fu insignito <strong>di</strong> un canonicato presso<br />

la cattedrale <strong>di</strong> Palermo e conquistò<br />

l’apprezzamento <strong>di</strong> Ludovico<br />

Antonio Muratori e <strong>di</strong> molti altri<br />

insigni autori.<br />

Giuseppe Emanuele Ortolani<br />

nella sua Biografia degli uomini illustri<br />

della Sicilia, pubblicata nel 1817<br />

riconobbe, però, che nonostante i<br />

numerosi elogi rivolti all’opera più<br />

nota <strong>di</strong> Mongitore, in essa erano<br />

presenti anche dei <strong>di</strong>fetti, per esem-<br />

Nella pagina accanto: antiporta illustrata in Auria Vincenzo, Antonino<br />

Mongitore, La Sicilia inventrice, o vero, le invenzioni lodevoli nate in Sicilia,<br />

opera del d. Vincenzo Auria palermitano. Con li <strong>di</strong>vertimenti geniali, osservazioni,<br />

e giunte all’istessa <strong>di</strong> d. Antonino Mongitore sacerdote palermitano, Palermo,<br />

Felice Marino, 1704. Sopra: rappresentazione <strong>di</strong> un’eclisse <strong>di</strong> sole raccontata da<br />

Mongitore come fatto straor<strong>di</strong>nario. In A. Mongitore, Della Sicilia ricercata<br />

nelle cose più memorabili, tomo I, Palermo, 1742, p.342<br />

pio, alcuni autori greci risultavano<br />

annoverati come siciliani e certi autori<br />

classici antichi erano confusi tra<br />

loro, ma Ortolani li giustificava ritenendoli<br />

errori del tempo in cui<br />

l’opera fu realizzata piuttosto che<br />

dell’uomo, ottenendo un giu<strong>di</strong>zio<br />

positivo sull’autore che definì «uomo<br />

<strong>di</strong> sì gran<strong>di</strong> fatiche, […] scrittore<br />

così laborioso, e facile, e così zeloso<br />

amator della patria» 1 .<br />

Nel 1717 Antonino Mongitore<br />

fu incaricato dalla Deputazione<br />

del Regno <strong>di</strong> Sicilia <strong>di</strong> stilare dei<br />

nuovi atti Parlamentari del Regno,<br />

premettendovi un’introduzione<br />

storica. La motivazione ufficiale fu<br />

che dovevano essere redatti dopo un<br />

lungo lasso <strong>di</strong> tempo trascorso dalla<br />

loro ultima pubblicazione del 1695,<br />

in realtà la Deputazione, preoccupata<br />

dal nuovo programma regio <strong>di</strong><br />

Vittorio Amedeo II <strong>di</strong> Savoia, asceso<br />

al trono alla fine della guerra <strong>di</strong> successione<br />

spagnola, auspicava una<br />

nuova e<strong>di</strong>zione degli Atti parlamen-

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