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50 ni. Qualcosa di sottilmente inquietante pare non abbandonare neppure le tavole più vivaci, come Le Louvre des marionettes, in cui la calma apparente di una visita al museo viene adombrata dalle onde del mare che si staccano da un quadro e minacciano di travolgere un’assorta visitatrice. L’artificio e il perturbante diventano l’orizzonte del quotidiano, e per un processo straniante di metonimia, Grandville disegna un pubblico di spettatori che sono “tutt’occhi” verso Venere all’opera, partecipanti “tutt’orecchie” ad un concerto, o un parterre di applausi in Apocalypse du ballet, dove le trasformazioni si rincorrono a ritmo forsennato. Non mancano trovate visionarie, come il giocoliere che muove mondi come se fossero biglie o i ponti gettati da un pianeta all’altro, anticipazioni geniali dell’arte che sarebbe poi venuta (la Bataille des cartes), né mancano momenti di forte impatto, quasi lirico: Pérégrinations d’une comète è uno di questi, dove al didi mostri, animali e visioni deformate, rimane il candore della cometa e del suo strascico sorretto da stelle a illuminare con lampadari di pianeti il nero profondo del cielo. Grandville è consapevole della difficoltà d’interpretazione dei suoi disegni e pare schermirsi quando, alla fine del testo, fa rimproverare la NOTE 1 EUGENIO DI RIENZO, «A la Plume et au Crayon»: saggio su Grandville, in Scritti in onore di Giovanni Macchia, Milano, Mondadori, 1983, I, p. 889. 2 Traduzione: «Le vostre ispirazioni non mi bastano più, sono stanco della vostra tirannia; sono stato fin troppo modesto sin Soluzione del rebus: A-croix moi A mi-lecteur neuf fées pâque homme sept imbécile qui se casse la tête pour me deviner = Ah! Crois moi, ami lecteur, ne fais pas comme cet imbécile etc. = Ah! Credimi, amico lettore, non fare come quell’imbecille che si spacca la testa per capire i miei disegni! Matita dalla Piuma: «la plupart de vos dessins ne son que de logogriphes […], obscurs, monotones, hieroglyphiques». 4 È a conoscenza delle critiche che circolano già da tempo ora, è arrivato il momento che l’universo impari a conoscermi. Da oggi si cambia musica; andrò dove mi porterà la fantasia; e sarò io la mia guida: Viva la libertà!» Più in basso: «tu ordinerai il materiale che avrò raccolto nelle mie escursioni; formulerai giorno per giorno, dispensa per dispensa, la Genesi dell’universo che avrò in- la Biblioteca di via Senato Milano – settembre 2012 sul suo lavoro, e che alimentano l’immagine dell’artista sconvolto e impazzito per la perdita dei figli e della moglie, e umiliato dalla seconda sposa che pare che dei suoi disegni ne facesse bigodini. Eppure rilancia, e conclude Un autre monde con un rebus, un’immagine criptica per rispondere a chi condannava i suoi disegni incomprensibili: al centro un obelisco inciso, omaggio ad Athanasius Kircher e al pieno revival ottocentesco per l’Egitto, e un uomo che vi sbatte contro la testa. La soluzione? Nella didascalia. Bibliografia Alberto Castoldi, Grandville & company. Il perturbante nell’illustrazione romantica, Bergamo, Lubrina, 1987. Philippe Kaenel, Le métier d’illustrateur: 1830-1880. Rodolphe Töpffer, J-J Grandville, Gustave Doré, Paris, Messene, 1996. Philippe Kaenel, Les rêves illustrés de J.J. Grandville, in “Revue de l’Art”, 1991, n. 92. Philippe Kaenel, Autour de J.J. Grandville: les conditions de production socio-professionelles du livre illustré «romantique», in “Romantisme”, 1984, n. 43. Philippe Kaenel, Le Buffon de l’humanité. La zoologie politique de J.J. Grandville, in “Revue de l’Art”, 1986, n. 74. Antonello Negri, introduzione a Un autre monde, ristampa anastatica per Mazzotta, Milano, 1982. ventato». 3 «Il Dottor Puff inventa la filosofia del travestimento per superare la filosofia della storia» e «La maschera sarà ormai una verità». 4 «la maggior parte dei vostri disegni non sono altro che logogrifi, oscuri, monotoni, criptici».

settembre 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 51 BvS: il Fondo Milano La poetica dei Cento anni di Giuseppe Rovani Un contributo alla tradizione romanzesca dell’Italia unita Quando il 31 dicembre 1856 Giuseppe Rovani (1818- 1874), noto critico milanese, diede avvio alla pubblicazione, in appendice sulla “Gazzetta ufficiale di Milano”, della sua opera maggiore, Cento anni, stampandone la prefazione dal titolo Sinfonia del romanzo – poi Preludio in volume – la crisi del romanzo storico, la sfiducia nell’efficacia di tal genere, la volontà di allontanamento da evasioni esotiche e sentimentali e di superamento di strutture stereotipate necessaria per riaffermarne la dignità letteraria vennero messe a nudo. Tre romanzi storici pubblicati – Lamberto Malatesta o I masnadieri degli Abruzzi (1843), Valenzia Candiano o La figlia dell’ammiraglio (1844), Manfredo Pallavicino o I Francesi e gli Sforzeschi (1845-1846) – e uno convertito «tutto quanto in fidibus per la sua pipa casalinga» 1 dopo il saggio manzoniano sul Romanzo storico e, in genere, de’ componimenti misti di storia e d’invenzione, avevano portato l’autore ad abbandonare la stesura di opere narrative a vantaggio di altre esperienze: aveva insegnato e partecipato ai moti del ’48, riparato a Lugano, aveva collaborato con la Tipografia Elvetica di Ca- BEATRICE PORCHERA polago e, tornato a Milano, aveva riassunto l’impiego come bibliotecario alla Braidense, pubblicando in contemporanea articoli riguardanti la letteratura, il teatro, le arti figurative e la musica, in particolare su due testate, “L’Italia musicale” e la “Gazzetta ufficiale di Milano”, diventando una delle firme più celebri della città meneghina. 2 Ma dopo esserne rimasto lon- tano per dieci anni, Rovani decise di affrontare nuovamente la forma romanzo giustificando così la sua scelta: «Noi abbiamo pensato di fare questo lavoro non già pel desiderio di tornare alle abitudini giovanili in forza delle quali abbiamo scritti tre o quattro romanzi storici; ma anzi, per far tutt’all’opposto; perché, a rigore, noi non vogliamo fare nemmeno un romanzo, giusta il volgare concetto Veduta ottocentesca (1835-1838) del Duomo arrivando da via Cappellari, raccolta nell’opera Milano nelle vecchie stampe, a cura di P. Arrigoni, vol. I, Milano, Comune di Milano, 1969

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ni. Qualcosa <strong>di</strong> sottilmente inquietante<br />

pare non abbandonare neppure<br />

le tavole più vivaci, come Le Louvre<br />

des marionettes, in cui la calma apparente<br />

<strong>di</strong> una visita al museo viene<br />

adombrata dalle onde del mare che si<br />

staccano da un quadro e minacciano<br />

<strong>di</strong> travolgere un’assorta visitatrice.<br />

L’artificio e il perturbante <strong>di</strong>ventano<br />

l’orizzonte del quoti<strong>di</strong>ano, e<br />

per un processo straniante <strong>di</strong> metonimia,<br />

Grandville <strong>di</strong>segna un pubblico<br />

<strong>di</strong> spettatori che sono “tutt’occhi”<br />

verso Venere all’opera, partecipanti<br />

“tutt’orecchie” ad un concerto, o un<br />

parterre <strong>di</strong> applausi in Apocalypse du<br />

ballet, dove le trasformazioni si rincorrono<br />

a ritmo forsennato. Non<br />

mancano trovate visionarie, come il<br />

giocoliere che muove mon<strong>di</strong> come se<br />

fossero biglie o i ponti gettati da un<br />

pianeta all’altro, anticipazioni geniali<br />

dell’arte che sarebbe poi venuta (la<br />

Bataille des cartes), né mancano momenti<br />

<strong>di</strong> forte impatto, quasi lirico:<br />

Pérégrinations d’une comète è uno <strong>di</strong><br />

questi, dove al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> mostri, animali<br />

e visioni deformate, rimane il candore<br />

della cometa e del suo strascico<br />

sorretto da stelle a illuminare con<br />

lampadari <strong>di</strong> pianeti il nero profondo<br />

del cielo.<br />

Grandville è consapevole della<br />

<strong>di</strong>fficoltà d’interpretazione dei suoi<br />

<strong>di</strong>segni e pare schermirsi quando, alla<br />

fine del testo, fa rimproverare la<br />

NOTE<br />

1 EUGENIO DI RIENZO, «A la Plume et au Crayon»:<br />

saggio su Grandville, in Scritti in onore<br />

<strong>di</strong> Giovanni Macchia, Milano, Mondadori,<br />

1983, I, p. 889.<br />

2 Traduzione: «Le vostre ispirazioni non<br />

mi bastano più, sono stanco della vostra tirannia;<br />

sono stato fin troppo modesto sin<br />

Soluzione del rebus: A-croix moi<br />

A mi-lecteur neuf fées pâque homme<br />

sept imbécile qui se casse la tête<br />

pour me deviner = Ah! Crois moi,<br />

ami lecteur, ne fais pas comme cet<br />

imbécile etc. = Ah! Cre<strong>di</strong>mi, amico<br />

lettore, non fare come quell’imbecille<br />

che si spacca la testa per capire i miei<br />

<strong>di</strong>segni!<br />

Matita dalla Piuma: «la plupart de<br />

vos dessins ne son que de logogriphes<br />

[…], obscurs, monotones, hieroglyphiques».<br />

4 È a conoscenza delle<br />

critiche che circolano già da tempo<br />

ora, è arrivato il momento che l’universo impari<br />

a conoscermi. Da oggi si cambia musica;<br />

andrò dove mi porterà la fantasia; e sarò<br />

io la mia guida: Viva la libertà!»<br />

Più in basso: «tu or<strong>di</strong>nerai il materiale<br />

che avrò raccolto nelle mie escursioni; formulerai<br />

giorno per giorno, <strong>di</strong>spensa per <strong>di</strong>spensa,<br />

la Genesi dell’universo che avrò in-<br />

la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – settembre 2012<br />

sul suo lavoro, e che alimentano l’immagine<br />

dell’artista sconvolto e impazzito<br />

per la per<strong>di</strong>ta dei figli e della<br />

moglie, e umiliato dalla seconda sposa<br />

che pare che dei suoi <strong>di</strong>segni ne facesse<br />

bigo<strong>di</strong>ni. Eppure rilancia, e<br />

conclude Un autre monde con un rebus,<br />

un’immagine criptica per rispondere<br />

a chi condannava i suoi <strong>di</strong>segni<br />

incomprensibili: al centro un<br />

obelisco inciso, omaggio ad Athanasius<br />

Kircher e al pieno revival ottocentesco<br />

per l’Egitto, e un uomo che<br />

vi sbatte contro la testa. La soluzione?<br />

Nella <strong>di</strong>dascalia.<br />

Bibliografia<br />

Alberto Castol<strong>di</strong>, Grandville & company.<br />

Il perturbante nell’illustrazione romantica,<br />

Bergamo, Lubrina, 1987.<br />

Philippe Kaenel, Le métier d’illustrateur:<br />

1830-1880. Rodolphe Töpffer, J-J<br />

Grandville, Gustave Doré, Paris, Messene,<br />

1996.<br />

Philippe Kaenel, Les rêves illustrés de J.J.<br />

Grandville, in “Revue de l’Art”, 1991, n. 92.<br />

Philippe Kaenel, Autour de J.J. Grandville:<br />

les con<strong>di</strong>tions de production socio-professionelles<br />

du livre illustré «romantique»,<br />

in “Romantisme”, 1984, n. 43.<br />

Philippe Kaenel, Le Buffon de l’humanité.<br />

La zoologie politique de J.J. Grandville, in<br />

“Revue de l’Art”, 1986, n. 74.<br />

Antonello Negri, introduzione a Un autre<br />

monde, ristampa anastatica per Mazzotta,<br />

Milano, 1982.<br />

ventato».<br />

3 «Il Dottor Puff inventa la filosofia del<br />

travestimento per superare la filosofia della<br />

storia» e «La maschera sarà ormai una verità».<br />

4 «la maggior parte dei vostri <strong>di</strong>segni<br />

non sono altro che logogrifi, oscuri, monotoni,<br />

criptici».

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