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38<br />

PAGINE CHE PARLANO DI LIBRI<br />

Dal <strong>di</strong>ritto al rifiuto, passando<br />

dai manoscritti: nuovi libri per amare i libri<br />

<strong>di</strong> annette popel pozzo, luigi mascheroni e matteo noja<br />

LE FONTI DEL DIRITTO<br />

NEL FONDO ENNIO CORTESE<br />

Primo volume del Catalogo a<br />

stampa del Fondo Ennio Cortese<br />

contenente complessivamente<br />

quattrocentotre schede, relative a<br />

cinque manoscritti, cinque incunaboli e<br />

trecentonovantatre cinquecentine <strong>di</strong><br />

storia del <strong>di</strong>ritto, comprese nella<br />

biblioteca privata del professore a<br />

supporto della sua attività <strong>di</strong>dattica e<br />

scientifica, e recentemente acquisita<br />

dalla <strong>Biblioteca</strong> del <strong>Senato</strong>. Il deposito<br />

del Fondo Cortese (dal punto <strong>di</strong> vista<br />

dell’importanza paragonabile al primo<br />

nucleo del “Fondo degli statuti” del<br />

1870) “permette <strong>di</strong> considerare la<br />

<strong>Biblioteca</strong> del <strong>Senato</strong> come depositaria<br />

del più completo sistema <strong>di</strong> fonti del<br />

<strong>di</strong>ritto per la storia italiana tardo<br />

me<strong>di</strong>evale e moderna: i tre livelli<br />

normativi (<strong>di</strong>ritto statutario locale,<br />

legislazione delle signorie e degli antichi<br />

stati, <strong>di</strong>ritto comune) sono presenti<br />

contemporaneamente con un grado <strong>di</strong><br />

organicità assai elevato e con un<br />

accurato corredo catalografico”. Oltre<br />

all’aspetto meramente bibliografico,<br />

viene dato grande risalto agli aspetti<br />

legati specificamente all’esemplare che<br />

comprende la descrizione della legatura,<br />

la ricerca sugli eventuali possessori e<br />

sulle provenienze, il riconoscimento<br />

delle note manoscritte e delle postille e<br />

la segnalazione <strong>di</strong> eventuali tracce<br />

censorie. Il volume <strong>di</strong> oltre quattrocento<br />

pagine è corredato da sei in<strong>di</strong>ci, da una<br />

corposa bibliografia finale, e da un DVD<br />

con la fotoriproduzione dei frontespizi<br />

delle e<strong>di</strong>zioni censite. Seguirà un<br />

secondo tomo de<strong>di</strong>cato alle e<strong>di</strong>zioni dei<br />

secoli XVII-XIX, per un totale <strong>di</strong> oltre<br />

mille e<strong>di</strong>zioni, che costituiscono la<br />

sezione antica del Fondo Cortese.<br />

<strong>Biblioteca</strong> del <strong>Senato</strong> della<br />

Repubblica. “Catalogo del Fondo<br />

Ennio Cortese. Manoscritti,<br />

Incunaboli e Cinquecentine.”<br />

A cura <strong>di</strong> Alessandra Casamassima,<br />

prefazione <strong>di</strong> Renato Schifani,<br />

presentazione <strong>di</strong> Marcello Dell’Utri,<br />

introduzioni <strong>di</strong> Sandro Bulgarelli,<br />

Emanuele Conte, Ennio Cortese<br />

(apparato iconografico a cura<br />

<strong>di</strong> Spazio Visivo).<br />

Firenze, Leo S. Olschki, 2012,<br />

p. xx-428, € 120,00<br />

PERICOLOSISSIMO,<br />

QUINDI DA LEGGERE<br />

Èun saggio che racconta,<br />

incastrandolo in un tempo<br />

lunghissimo che va dal mondo<br />

greco-romano alla modernità, un<br />

evento apparentemente <strong>di</strong> poco conto,<br />

non certo roboante come una guerra,<br />

una rivoluzione o una invenzione<br />

scientifica, ma in realtà capace <strong>di</strong><br />

cambiare silenziosamente con la forza<br />

<strong>di</strong> un’idea la sotria del mondo<br />

occidentale. Il ritrovamento <strong>di</strong> un libro<br />

perduto e pericolosissimo, imitato dai<br />

poeti, me<strong>di</strong>tato dai filosofi, avversato<br />

dalla Chiesa e inseguito dai bibliofili: il<br />

De Rerum Natura <strong>di</strong> Lucrezio. Un poema<br />

la cui dolcezza dei versi è potente tanto<br />

quanto le idee che contiene.<br />

la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – settembre 2012<br />

Scritto dallo storico e critico<br />

americano Stephen Greenblatt, questo<br />

libro ha vinto il premio Pulitzer per la<br />

saggistica nel 2012. Un libro molto<br />

curioso, quello <strong>di</strong> Greenblatt, su un libro<br />

assolutamente straor<strong>di</strong>nario, quello <strong>di</strong><br />

Lucrezio. Un libro che con quella<br />

capacità narrativa tipica degli storici<br />

anglosassoni e che spesso manca a<br />

quegli italiani, troppo accademici e dalla<br />

penna pesante, ci racconta tra abbazie,<br />

misteri, furti e omici<strong>di</strong>, eretici arsi vivi, il<br />

potere rivoluzionario <strong>di</strong> un testo scritto<br />

cambiando il pensieri <strong>di</strong> interi popoli per<br />

interi secoli.<br />

Questa storia racconta dunque <strong>di</strong><br />

come improvvisamente il mondo abbia<br />

de<strong>via</strong>to in una nuova <strong>di</strong>rezione. Agente<br />

<strong>di</strong> questa trasformazione non fu una<br />

rivoluzione, un esercito implacabile<br />

davanti alle porte <strong>di</strong> una città o la<br />

scoperta <strong>di</strong> un continente sconosciuto.<br />

Qunado il momento chiave arrivò, quasi<br />

600 anni fa, fu attutito e quasi<br />

impercettibile nascosto <strong>di</strong>etro spesse<br />

mura in un luogo remoto. Non ci furono<br />

gesta eroiche, osservatori impegnati a<br />

registrare il grande evento per I posteri,<br />

né segni celesti o terrestri a in<strong>di</strong>care che<br />

le cose erano cambiate per sempre. Un<br />

giorno un uomo esile, affabile e sagace<br />

allungò il braccio, prese un manoscritto<br />

vetusto dallo scaffale <strong>di</strong> una biblioteca,<br />

si rese conto con un brivido <strong>di</strong> ciò che<br />

aveva scoperto e or<strong>di</strong>nò che il testo<br />

venisse copiato. Fu tutto qui.<br />

Tra poeti antichi, monaci<br />

me<strong>di</strong>evali, artisti rinascimentali e politici<br />

moderni, Il Manoscritto racconta <strong>di</strong><br />

come l’umanista italiano Poggio<br />

Bracciolini, segretario <strong>di</strong> otto papi,<br />

raffinato collezionista <strong>di</strong> manoscritti, nel<br />

1417, in un’epoca in cui per un co<strong>di</strong>ce si<br />

poteva anche uccidere, ritrovò<br />

nell’abbazia tedesca <strong>di</strong> Fulda l’unica<br />

copia sopravvissuta del De Rerum<br />

Natura, il poema <strong>di</strong> 7400 esametri<br />

scritto nel primo secolo avanti Cristo

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