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18 la Biblioteca di via Senato Milano – settembre 2012 NOTE 1 PAUL WESCHER, I furti d’arte: Napoleone e la nascita del Louvre, Torino,Einaudi, 1988 (prima edizione 1976 in tedesco). 2 L’opera viene ristampata una seconda volta nel 1815, seguita nel 1833 da un’ulteriore edizione dal polemico titolo Ricordo all’Italia intorno a’ benefizj della rivoluzione, che in versione spiegata contiene anche il testo dell’edizione del 1799. Nel testo del 1833 l’editore a chi legge dichiara: “Eccoti, amico lettore, i quadri de’ magni furti che l’anarchica Gallica canaglia commise nel tempo che scesi dalle Alpi per assassinare la miseranda nostra Italia!” 3 LUDOVICO ANTONIO MURATORI, Sopra le An- tichità Italiane, Firenze, Marchini, 1833, vol. 7, p. 163. 4 “Rizòmata Terra, Aria, Acqua, Fuoco – Il Ritorno di Brueghel all’Ambrosiana”, 27 marzo – 1 luglio 2012, Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Anche una volta finita la mostra, i Quattro Elementi saranno uniti, almeno virtualmente, grazie ad un progetto digitale. 5 CHARLES RAVAISSON-MOLLIEN, Les manuscrits de Léonard de Vinci. Fac-similés avec transcription littérale, traduction française, préface et table méthodique, Parigi, 1881–1891, vol. 1, pp. 8-9. 6 Nel Catalogo de’ capi d’opera si legge: “Tra li manoscritti in carta ve n’hanno due di A sinistra: il codice con le Opere di Virgilio, appartenuto a Francesco Petrarca e miniato da Simone Martini Torino, dove Carlo Emanuele IV di Savoia, sfuggito nella più sicura Firenze, aveva lasciato tutti i tesori del palazzo reale ai predatori napoleonici, che portarono a Parigi, per fare un solo esempio, i famosi manoscritti di Pirro Ligorio in trenta volumi. A Roma, i francesi – oltre al saccheggio di numerosissimi quadri, statue, busti, cammei, mobili, gioielli, argenteria, gobelins, porcellane etc. – non si fermarono nemmeno davanti alla celebre raccolta personale di Pio VI (Giannangelo Braschi, papa dal 1775 al 1799) per tacere delle preziosità della Biblioteca Vaticana. Nel lungo elenco del Catalogo sono messi in risalto “66 scritti innanzi il decimo terzo secolo; tra gli altri il famoso Virgilio Vaticano, il Terenzio, l’Antologia, ed una grammatica in lettere cubitali del quinto secolo” (p. XXVIII). Per saperne di più, si può vedere la dettagliata lista di tutti i 500 manoscritti e dei 136 libri a stampa portati dai commissari francesi a Parigi compilata nella Recensio manuscriptorum codicum qui ex universa Bibliotheca Vaticana selecti iussu Dni. Nri. Pii VI. Pont. M. prid. Id. Iul. an. 1797 procuratoribus Gallorum iure belli, seu pactarum induciarum ergo et initae pacis traditi fuere, pubblicata da Rinaldo Santalone nel Galileo, e dodici di Leonardo da Vinci, autografi” (p. XXVII). 7 Sulle vicende dell’Erbario, cfr. anche MARIA TERESA MONTI, L’erbario di Haller. Disavventure di una collezione naturalistica nella Lombardia asburgica, in: Archivio geobotanico(1998), pp. 173-179. Il BCIN (Réseau d’information sur la conservation) informando sullo stato di restauro dell’Erbario accenna anche alla deportazione napoleonica: “The Haller herbarium, originally taken as spoils of war during the Italian campaigns in 1796 in Pavia, is now preserved in the National Museum of Natural History of Paris” (http://www.bcin.ca/Interface/bcin.cgi; aperto il 27-07-2012).

settembre 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 19 1803 a Lipsia. 12 Tra i libri a stampa figurano la prima edizione illustrata della Divina Commedia dantesca (“Dante, Firenze, in foglio, 1481”, p. 137), la rarissima edizione del Decamerone di Boccaccio del 1472 di Mantova, che con nessuna copia censita in Italia figura oggi mondialmente in sole quattro copie, una delle quali collocata guarda caso, proprio presso la Bibliothèque Nationale, come del resto numerose prime edizioni incunaboli uscite dai torchi di Aldo Manuzio. Il prelato e futuro cardinale Giuseppe Antonio Sala notava nel suo diario a proposito della biblioteca personale di Pio VI che preziosi manoscritti e libri furono venduti per 11000 scudi ai librai romani Carlo e Filippo Barbiellini, mentre soltanto il valore delle legature era già pari a 15000 scudi. 13 Il salterio di papa Paolo III Farnese del 1542, riccamente illuminato, è ancora oggi presso la Bibliothèque Nationale (Parigi, BnF, ms. lat. 8880), mentre altre reliquie vennero incorporate nella biblioteca di Sainte-Geneviève. 14 Molti si presentano nelle legature alle armi di papa Braschi, come indica del resto Giuseppe Mazzatini nel suo Inventario dei manoscritti italiani delle biblioteche di Francia (Roma, 1886): “Fra i Codici che appartennero, come è indicato nel Codice 541, all’Ancien fond du Pape e che furono acquistati dal Daunou per la Biblioteca Nazionale di Parigi, erano quelli oggi segnati coi n. 539, 540, 541, 542, 543, 544, 546, 547. I primi sei contengono la Divina Commedia, e 8 GIUSEPPE VALENTINELLI, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, Venezia, 1868–1873, vol. 1, pp. 109ss. Cfr. anche VIT- TORIO MALAMANI, Memorie del Conte Leopoldo Cicognara, tratte da documenti originali, Venezia, Merlo, 1888, vol. 2, pp. 106–107. 9 La pubblicazione di GIAMBATTISTA CARLO GIULIARI, Nota degli oggetti d’arte portati via da Verona negli anni 1797 e 1810, in: Archivio Veneto 30 (1885), p. 437 e pp. 477–480, informa anche sulle restituzioni. 10 ORESTE MATTIROLI, L’opera botanica di Ulisse Aldrovandi (1549-1605), Bologna, Merlani, 1897, pp. 88-89. 11 Cfr. FRANCESCO MILIZIA & FRANÇOIS-RENÉ- JEAN DE POMMEREUL, De l’art de voir dans les beaux-arts; traduit de l’italien de Milizia; suivi des institutions propres à les faire fleurir en France et d’un état des objets d’art dont ses musées ont été enrichis par la guerre de la liberté, Parigi, 1797-1798. 12 Cfr. anche Correspondance des directeurs, XVII, S. 161–162. 13 GIUSEPPE ANTONIO SALA, Diario romano degli anni 1798–99, I: Dal 1 gennaio al 30 giugno 1798; II: Dal 1 luglio al 31 dicembre 1798, Roma, 1882. 14 LÉON DOREZ, Psautier de Paul III: reproduction des peintures et des initiales du manuscrit Latin 8880 de la Bibliothèque Nationale précédée d’un essai sur le peintre et le copiste du psautier, Parigi, 1909, p. 2, nota 2. gli ultimi due il Canzoniere del Petrarca; tutti meno il Codice 547, sono rilegati in marocchino con lo stemma di Pio VI impresso in oro su le coperte; il Codice 544 ha nel margine inferiore della prima pagina disegnato lo stesso stemma pontificio.” 15 I convogli lasciarono Roma rispettivamente il 9 aprile, il 9 maggio, il 10 giugno e l’8 luglio. Il 15 luglio François Cacault inviava a Parigi la famosa incisione raffigurante le file di carri tirati da bufali che trasportavano le opere d’arte da Roma al porto di Livorno. Cacault informava i superiori inoltre che quattro convogli avevano già raggiunto Livorno, mentre il quinto, con i manoscritti e libri, stava per mettersi in cammino. Il materiale fu imbarcato la notte dell’8 agosto e raggiunse Marsiglia pochi giorni dopo, il 16 agosto. Giustamente orgogliosi, i commissari comunicavano: “nous avons l’honneur de vous annoncer que les quatre convois de monumens des arts, fruit de la contribution imposée au Gouvernement romain, et embarqués à Livourne, sont heureusement arrivés dans le port de Marseille. Ainsi, voilà cette précieuse collection à l’abri des hazards de la mer et des attaques des ennemis de la France.” 16 Come sappiamo, una parte considerevole della “preziosa collezione” non ritornò mai più in Italia. CHARLES RACINET, Le Breviarium Romanum sur vélin de Nicolas Jenson appartenant à la bibliothèque Sainte-Geneviève, Parigi, 1858, pp. 46–50. 15 GIUSEPPE MAZZATINTI, Inventario dei manoscritti italiani delle biblioteche di Francia, Roma, 1886, vol. 1, p. 178. 16 Correspondance des directeurs de l’Académie de France à Rome, avec les surintendants des batiments, publiée d’après les manuscrits des Archives nationales par MM. Anatole de Montaiglon et Jules Guiffrey, XVII (1797-1804), Parigi, 1808, pp. 85–86, No. 9699.

settembre 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 19<br />

1803 a Lipsia. 12 Tra i libri a stampa figurano la prima<br />

e<strong>di</strong>zione illustrata della Divina Comme<strong>di</strong>a dantesca<br />

(“Dante, Firenze, in foglio, 1481”, p. 137), la rarissima<br />

e<strong>di</strong>zione del Decamerone <strong>di</strong> Boccaccio del 1472 <strong>di</strong> Mantova,<br />

che con nessuna copia censita in Italia figura oggi<br />

mon<strong>di</strong>almente in sole quattro copie, una delle quali<br />

collocata guarda caso, proprio presso la Bibliothèque<br />

Nationale, come del resto numerose prime e<strong>di</strong>zioni incunaboli<br />

uscite dai torchi <strong>di</strong> Aldo Manuzio. Il prelato e<br />

futuro car<strong>di</strong>nale Giuseppe Antonio Sala notava nel suo<br />

<strong>di</strong>ario a proposito della biblioteca personale <strong>di</strong> Pio VI<br />

che preziosi manoscritti e libri furono venduti per<br />

11000 scu<strong>di</strong> ai librai romani Carlo e Filippo Barbiellini,<br />

mentre soltanto il valore delle legature era già pari a<br />

15000 scu<strong>di</strong>. 13 Il salterio <strong>di</strong> papa Paolo III Farnese del<br />

1542, riccamente illuminato, è ancora oggi presso la<br />

Bibliothèque Nationale (Parigi, BnF, ms. lat. 8880),<br />

mentre altre reliquie vennero incorporate nella biblioteca<br />

<strong>di</strong> Sainte-Geneviève. 14 Molti si presentano nelle<br />

legature alle armi <strong>di</strong> papa Braschi, come in<strong>di</strong>ca del resto<br />

Giuseppe Mazzatini nel suo Inventario dei manoscritti<br />

italiani delle biblioteche <strong>di</strong> Francia (Roma, 1886): “Fra i<br />

Co<strong>di</strong>ci che appartennero, come è in<strong>di</strong>cato nel Co<strong>di</strong>ce<br />

541, all’Ancien fond du Pape e che furono acquistati dal<br />

Daunou per la <strong>Biblioteca</strong> Nazionale <strong>di</strong> Parigi, erano<br />

quelli oggi segnati coi n. 539, 540, 541, 542, 543, 544,<br />

546, 547. I primi sei contengono la Divina Comme<strong>di</strong>a, e<br />

8<br />

GIUSEPPE VALENTINELLI, Bibliotheca manuscripta<br />

ad S. Marci Venetiarum, Venezia,<br />

1868–1873, vol. 1, pp. 109ss. Cfr. anche VIT-<br />

TORIO MALAMANI, Memorie del Conte Leopoldo<br />

Cicognara, tratte da documenti originali,<br />

Venezia, Merlo, 1888, vol. 2, pp. 106–107.<br />

9 La pubblicazione <strong>di</strong> GIAMBATTISTA CARLO<br />

GIULIARI, Nota degli oggetti d’arte portati <strong>via</strong><br />

da Verona negli anni 1797 e 1810, in: Archivio<br />

Veneto 30 (1885), p. 437 e pp. 477–480,<br />

informa anche sulle restituzioni.<br />

10<br />

ORESTE MATTIROLI, L’opera botanica <strong>di</strong><br />

Ulisse Aldrovan<strong>di</strong> (1549-1605), Bologna,<br />

Merlani, 1897, pp. 88-89.<br />

11 Cfr. FRANCESCO MILIZIA & FRANÇOIS-RENÉ-<br />

JEAN DE POMMEREUL, De l’art de voir dans les<br />

beaux-arts; traduit de l’italien de Milizia;<br />

suivi des institutions propres à les faire fleurir<br />

en France et d’un état des objets d’art<br />

dont ses musées ont été enrichis par la guerre<br />

de la liberté, Parigi, 1797-1798.<br />

12 Cfr. anche Correspondance des <strong>di</strong>recteurs,<br />

XVII, S. 161–162.<br />

13<br />

GIUSEPPE ANTONIO SALA, Diario romano<br />

degli anni 1798–99, I: Dal 1 gennaio al 30<br />

giugno 1798; II: Dal 1 luglio al 31 <strong>di</strong>cembre<br />

1798, Roma, 1882.<br />

14<br />

LÉON DOREZ, Psautier de Paul III: reproduction<br />

des peintures et des initiales du manuscrit<br />

Latin 8880 de la Bibliothèque Nationale<br />

précédée d’un essai sur le peintre et le<br />

copiste du psautier, Parigi, 1909, p. 2, nota 2.<br />

gli ultimi due il Canzoniere del Petrarca; tutti meno il<br />

Co<strong>di</strong>ce 547, sono rilegati in marocchino con lo stemma<br />

<strong>di</strong> Pio VI impresso in oro su le coperte; il Co<strong>di</strong>ce 544 ha<br />

nel margine inferiore della prima pagina <strong>di</strong>segnato lo<br />

stesso stemma pontificio.” 15<br />

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I convogli lasciarono Roma rispettivamente il 9<br />

aprile, il 9 maggio, il 10 giugno e l’8 luglio. Il 15 luglio<br />

François Cacault in<strong>via</strong>va a Parigi la famosa incisione<br />

raffigurante le file <strong>di</strong> carri tirati da bufali che trasportavano<br />

le opere d’arte da Roma al porto <strong>di</strong> Livorno.<br />

Cacault informava i superiori inoltre che quattro convogli<br />

avevano già raggiunto Livorno, mentre il quinto,<br />

con i manoscritti e libri, stava per mettersi in cammino.<br />

Il materiale fu imbarcato la notte dell’8 agosto e<br />

raggiunse Marsiglia pochi giorni dopo, il 16 agosto.<br />

Giustamente orgogliosi, i commissari comunicavano:<br />

“nous avons l’honneur de vous annoncer que les quatre<br />

convois de monumens des arts, fruit de la contribution<br />

imposée au Gouvernement romain, et embarqués<br />

à Livourne, sont heureusement arrivés dans le<br />

port de Marseille. Ainsi, voilà cette précieuse collection<br />

à l’abri des hazards de la mer et des attaques des<br />

ennemis de la France.” 16 Come sappiamo, una parte<br />

considerevole della “preziosa collezione” non ritornò<br />

mai più in Italia.<br />

CHARLES RACINET, Le Bre<strong>via</strong>rium Romanum sur<br />

vélin de Nicolas Jenson appartenant à la bibliothèque<br />

Sainte-Geneviève, Parigi, 1858,<br />

pp. 46–50.<br />

15 GIUSEPPE MAZZATINTI, Inventario dei manoscritti<br />

italiani delle biblioteche <strong>di</strong> Francia,<br />

Roma, 1886, vol. 1, p. 178.<br />

16 Correspondance des <strong>di</strong>recteurs de l’Académie<br />

de France à Rome, avec les surintendants<br />

des batiments, publiée d’après les<br />

manuscrits des Archives nationales par MM.<br />

Anatole de Montaiglon et Jules Guiffrey,<br />

XVII (1797-1804), Parigi, 1808, pp. 85–86,<br />

No. 9699.

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