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settembre 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 13<br />

Sopra da sinistra: ritratto del botanico svizzero Albrecht von Haller; i cosiddetti “manoscritti <strong>di</strong> Francia” <strong>di</strong> Leonardo<br />

da Vinci, ancora oggi conservati presso l’Institut de France a Parigi<br />

venne però realizzato solo in parte. Dei Quattro Elementi<br />

<strong>di</strong> Brueghel solo due, Acqua e Fuoco, vennero<br />

restituiti all’Ambrosiana, mentre Terra ed Aria si trovano<br />

tutt’ora al Musée du Louvre; solo recentemente sono<br />

stati riuniti in una mostra a Milano, per la prima volta<br />

dopo duecento anni. 4 Un caso eclatante rappresenta<br />

anche quello del Co<strong>di</strong>ce Atlantico, che sarebbe quasi<br />

rimasto a Parigi, poiché il commissario austriaco incaricato<br />

della restituzione, il barone Franz Xaver von Ottenfels-Geschwind,<br />

aveva scambiato la grafia <strong>di</strong> Leonardo<br />

per dei caratteri cinesi (che è invece in caratteri<br />

romani, ma ribaltata da destra a sinistra e leggibile solo<br />

con uno specchio). Il Co<strong>di</strong>ce Atlantico tornò a Milano<br />

soltanto grazie agli interventi del ben più esperto commissario<br />

dello Stato della Chiesa, lo scultore Antonio<br />

Canova. I protocolli della vicenda sono stati e<strong>di</strong>ti dal<br />

conservatore del Louvre Charles Ravaisson-Mollien<br />

nella sua pubblicazione sui manoscritti <strong>di</strong> Leonardo. 5<br />

Un destino <strong>di</strong>verso ebbero gli altri do<strong>di</strong>ci co<strong>di</strong>ci vinciani,<br />

6 oggi noti infatti come “manoscritti <strong>di</strong> Francia”, che<br />

si trovano ancora collocati presso l’Institut de France a<br />

Parigi. Il Codex Ambrosianus <strong>di</strong> Petrarca, invece, è sì,<br />

fortunatamene, ritornato a Milano, ma porta su <strong>di</strong> sé<br />

una non piccola reminiscenza del periodo francese:<br />

nientemeno che una legatura <strong>di</strong> marocchino fatta fare<br />

da Napoleone nella <strong>Biblioteca</strong> Imperiale recante il suo<br />

grande supra libros “N” al centro dei piatti.<br />

<br />

Procedure analoghe ebbero luogo nelle altre città<br />

e biblioteche italiane. I commissari napoleonici erano<br />

evidentemente ben informati sulla permanenza dell’Erbario<br />

<strong>di</strong> Albrecht von Haller (1708-1777), consistente<br />

in 59 volumi con numerosi e rari specimina botanici,<br />

parte dell’omonimo Fondo Haller del professore<br />

svizzero (ma trapiantato a Gottinga) <strong>di</strong> anatomia, me-

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