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BELLEZZA E SERIETÄ DEL MATRIMONIO - Don Curzio Nitoglia

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<strong>BELLEZZA</strong> E <strong>SERIETÄ</strong> <strong>DEL</strong> <strong>MATRIMONIO</strong><br />

d. CURZIO NITOGLIA<br />

27 giugno 2011<br />

http://www.doncurzionitoglia.com/matrimonio_bellezza_e_serieta.htm<br />

Nel sentimentalismo si ricerca la “consolazione<br />

sensibile”, ossia il “piacere” e si puÇ cadere facilmente<br />

nel disordine ascetico (apparizionismo) e morale. Questa<br />

É la conseguenza pratica dell’errore ascetico<br />

dell’Americanismo o teoretico del sentimentalismo (o<br />

esperienza religiosa) del Modernismo.<br />

● Abbiamo giÅ visto che l’UOMO É composto<br />

di anima e di corpo e che le sue facoltÅ<br />

superiori (intelletto e volontÅ) devono<br />

procedere assieme nel raggiungimento del<br />

suo Fine ultimo, educando, innalzando<br />

(pars contruens) e non soltanto<br />

mortificando (pars destruens) la sua<br />

sensibilitÅ (passioni e istinti). La sola<br />

repressione o “mortificazione” negativa<br />

degli istinti, senza uno scopo positivo,<br />

finirebbe per ossessionare e tormentare la<br />

fantasia umana e per riaccendere e rafforzare le passioni disordinate. Quindi É<br />

necessaria, oltre la mortificazione dei sensi, anche la loro sublimazione o<br />

innalzamento vero un Fine superiore naturale e soprannaturale. Gli autori di ascetica<br />

e mistica insegnano che nella “guerra dei sensi vincono i poltroni” (DON BOSCO), ossia<br />

non bisogna lottare faccia a faccia contro le tentazioni sensuali, ma distogliere la<br />

fantasia, l’immaginazione e il pensiero da esse per volgerli positivamente su un altro<br />

oggetto, preferibilmente soprannaturale (“atto anagogico”, SAN GIOVANNI <strong>DEL</strong>LA CROCE).<br />

CosÜ pure quando “il sangue sale al cervello” per la collera É meglio tacere e rinviare<br />

ogni tentativo di spiegazione a quando É tornata la calma, altrimenti l’ira s’infiamma<br />

sempre di piá e prende il sopravvento sulla ragione. Percià LA MORTIFICAZIONE O<br />

“REPRESSIONE” COSTITUISCE LA FASE INIZIALE E NEGATIVA <strong>DEL</strong>L’EDUCAZIONE UMANA, come il<br />

‘timor servile’ di Dio É inizio della Sapienza che É il ‘timor filiale’ É amoroso. Come<br />

il timor servile non É cattivo in sä ma É imperfetto, cosÜ la mortificazione o<br />

“repressione” non É cattiva ma va ultimata e perfezionata dalla sublimazione<br />

dell’istinto. Non fare il male É conditio sine qua non per fare il bene, ma non É<br />

ancora agire positivamente bene in atto. “Evita il male e fa il bene. Questo É tutto<br />

l’uomo”, dice la S. Scrittura. Essa non si ferma alla pars destruens, ma ci invita anche<br />

a quella construens.<br />

● Per VIVERE BENE E STABILMENTE IL <strong>MATRIMONIO</strong> (unione di un uomo e una donna sino a che<br />

morte non li separi, in vista della pro-creazione e dell’amore mutuo) É necessario che<br />

chi lo contrae (i due coniugi) sia maturo, ossia sia divenuto veramente in atto cià che<br />

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É in potenza: “essere umano, intelligente e libero”, che ha saputo - durante il corso<br />

della vita prematrimoniale - imparare ad acquisire un controllo sulla propria<br />

sensibilitÅ, ossia sul proprio istinto concupiscibile ed irascibile. GiÅ dall’adolescenza<br />

si deve insegnare ai giovani che l’istinto concupiscibile o sessuale É ordinato alla procreazione<br />

nel Matrimonio e che l’istinto irascibile o aggressivitÅ, É ordinato a<br />

difendere sä e il prossimo da un ingiusto aggressore (giustizia) e a sormontare gli<br />

ostacoli al raggiungimento del proprio Fine (felicitÅ o beatitudine).<br />

● La RETTA RAGIONE e la DOTTRINA CRISTIANA hanno sempre insegnato che l’uomo É<br />

padrone di se stesso e responsabile dei suoi atti, che il peccato originale ha ferito ma<br />

non distrutto la natura umana e il libero arbitrio. Il FREUDISMO, che purtroppo oggi É<br />

prevalente anche in ambiente catto-progressista, insegna tutto il contrario, anzi<br />

spinge l’uomo a dipendere dai propri istinti, che non vanno educati e neppure<br />

innalzati o nobilitati, ma soddisfatti in maniera sfrenata e parossistica. Tale ideologia<br />

psico-analitica rovina l’uomo e quindi il Matrimonio, la famiglia e la SocietÅ che non<br />

trovano un terreno stabile su cui fondarsi e perdurare, ma un coacervo di istinti i<br />

quali prevalgono sulla ragione libera e rendono l’uomo simile ad una “pecora matta”.<br />

Se il Matrimonio oggi É in crisi lo si deve alla mancanza di stabilitÖ dei soggetti che lo<br />

contraggono, i quali sono stati annichilati dalla cultura contemporanea predominante<br />

(freudismo e neo-modernismo), che “costruisce sulla sabbia e non sulla roccia”.<br />

● Pertanto per affrontare e vivere sino alla fine il Matrimonio É indispensabile<br />

l’educazione naturale e soprannaturale del corpo e dell’anima umana (sensibilitÅ,<br />

intelletto e volontÅ). Occorre che l’uomo sappia ORDINARE, INCANALARE e TRASPORRE verso<br />

il suo Fine le proprie energie o passioni. Questo lavoro di sottomissione delle potenze<br />

inferiori a quelle superiori, dello spostamento o INNALZAMENTO <strong>DEL</strong>L’ENERGIA<br />

<strong>DEL</strong>L’INFERIORE VERSO IL SUPERIORE deve essere diretto dalla buona volontÅ e illuminato<br />

dalla sana ragione. Se l’uomo riesce a nobilitare le facoltÅ inferiori o sensibili verso il<br />

Fine ultimo, mediante la ragione e la volontÅ, giungerÅ ad essere padrone o non<br />

schiavo degli interessi verso gli oggetti sensibili (piaceri sensibili e aggressivitÅ).<br />

L’uomo, a differenza dell’animale, puà indirizzare l’energia sensibile o inferiore verso<br />

un Fine naturalmente e soprannaturalmente superiore.<br />

● Occorre sapere insegnare che L’ISTINTO SESSUALE O RIPRODUTTIVO NELL’UOMO SI TROVA<br />

SEMPRE ASSOCIATO AL BISOGNO DI AMORE RAZIONALE (volere il bene dell’altro, all’altro ed<br />

essere riamati dall’altro) E DI DONAZIONE. Quindi É erroneo disgiungere il piacere<br />

dall’amore di benevolenza o di altruismo, sarebbe puro egoismo, naturalmente<br />

parlando, e peccato mortale da un punto di vista soprannaturale. Dio ha voluto unire<br />

il piacere sensibile agli atti ordinati al mantenimento dell’individuo (nutrizione) e<br />

della specie (riproduzione). Se il piacere É subordinato al fine (mantenersi in vita o<br />

pro-creare) allora É lecito, ma se lo si vuole per se stesso (ob solam voluptatem)<br />

come fine ultimo e non come mezzo, allora vi É il disordine e il peccato. L’uomo deve<br />

vivere il Matrimonio non solo fisicamente, ma anche e soprattutto nella sfera<br />

dell’anima e dello “spirito” (che É l’anima in Grazia di Dio). Ossia i due sposi<br />

debbono fondare la loro unione non solo sull’attrazione fisica, ma anche sulle qualitÅ<br />

intellettuali, morali e spirituali che li accomunano. Infatti se tra loro non v’É nulla in<br />

comune di duraturo (e solo l’anima e lo spirito durano in eterno), col passar del<br />

tempo e l’appassire del corpo, che per definizione É corruttibile, il legame verrÅ<br />

fatalmente meno e il Matrimonio crollerÅ.<br />

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● <strong>MATRIMONIO</strong> E UNIONE MISTICA. Chi vive nello stato religioso di castitÅ perfetta deve<br />

trasporre l’amore umano al livello soprannaturale e vivere il Matrimonio con Dio<br />

(‘Unione trasformante’ o ‘terza via mistica’ dei ‘perfetti’, vedi SAN TOMMASO D’AQUINO,<br />

S. Th., II-II, q. 24, a. 9). Si tratta dell’amore di benevolenza o del bene dell’Altro e<br />

non del proprio (egoismo o concupiscenza), che comporta reciprocitÅ e convivenza.<br />

Solo vivendo soprannaturalmente la vita della Grazia assieme a Dio, il religioso potrÅ<br />

essere fedele ai suoi voti, altrimenti la natura lo travolgerÅ e gli farÅ amare la<br />

creatura piá del Creatore. Ora la definizione del peccato mortale É proprio questa:<br />

“Aversio a Deo et conversio ad creaturas” (SAN TOMMASO).<br />

I medici (radiologi e psichiatri) hanno recentemente studiato le attivitÅ del cervello<br />

sia nell’amore naturale che in quello spirituale ed hanno sperimentato che nell’amore<br />

naturale o sessuale É l’ipotalamo che agisce maggiormente, mentre nell’amore<br />

spirituale o durante la meditazione É il lobo frontale che lavora di piá e in questo<br />

secondo stato il benessere psicologico e la salute psichica sono ben superiori al primo<br />

stato.<br />

● I LIMITI <strong>DEL</strong>L’AMORE UMANO. Occorre essere realisti e sapere che ogni conoscenza e<br />

amore puramente umano É limitato, caduco, contingente e finito come l’uomo<br />

stesso. Percià bisogna evitare l’illusione dell’amore ideale, assoluto, romantico,<br />

perfetto tra marito e moglie. La conseguenza É che non ci si deve meravigliare dei<br />

limiti del proprio coniuge e neppure dei propri. Infatti É impossibile realizzare<br />

umanamente la FelicitÅ assoluta. Molti Matrimoni falliscono poichä fondati su questa<br />

illusione, che non tiene conto della finitezza della natura umana. Solo Dio visto faccia<br />

a faccia in Paradiso puà darci questa felicitÅ perfetta. Anche la Fede É vissuta<br />

soprannaturalmente quanto alla sostanza, ma quanto al modo nel chiaro oscuro (Fides<br />

est de non visis) e presenta, cosÜ, il “rovescio della medaglia”, ossia la paura delle<br />

difficoltÅ da affrontare e delle rinunce da compiere per vivere coerentemente la<br />

Fede informata dalla CaritÅ. Onde il religioso deve saper accettare i limiti della sua<br />

vita spirituale su questa terra e anche le deficienze delle persone (fedeli e<br />

confratelli) che lo circondano e soprattutto le sue, per vivere soprattutto in ordine a<br />

Dio, che sarÅ pienamente raggiunto solo con la morte, la quale É l’inizio della vera<br />

vita. Non si deve mai attendere la felicitÅ piena su questa terra, ma solo nell’al di lÅ.<br />

Se il consacrato s’illude su se stesso, sui confratelli, sui fedeli, pensando che gli<br />

possano dare la pace dell’animo e felicitÅ perfetta, va incontro alla rovina della sua<br />

vocazione, come pure se s’illude di poter avere un’unione perfetta e stabile con Dio<br />

su questa terra, la quale s’intravede alla fine della vita spirituale (terza via dei<br />

perfetti o mistica), che É un avangusto della Visione Beatifica del Paradiso, la quale<br />

soltanto ci dÅ la FelicitÅ o Beatitudine perfetta ed eterna. ã inutile e dannoso<br />

immaginare l’anima gemella, il principe azzurro, il confratello o il fedele ideale su<br />

questa terra, non si vive assieme a una “Idea”, ma a una persona concreta in carne e<br />

ossa con tutti i suoi limiti e pregi. Essa la incontriamo nello stato in cui Dio ci fa<br />

vivere, il marito nella moglie e viceversa, con tutti i suoi difetti, e il religioso nei<br />

confratelli e fedeli, che Dio gli fa avvicinare e viceversa (anche i fedeli debbono<br />

sopportare il sacerdote).<br />

● BISOGNA VIVERE POSITIVAMENTE LE LIMITAZIONI NEL <strong>MATRIMONIO</strong>. Se si riesce a far tesoro dei<br />

propri limiti e degli altrui - grazie alla virtá di umiltÅ, che coincide con la veritÅ e la<br />

realtÅ creaturale - finita dell’essere umano - allora le sofferenze, i disagi, le<br />

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imperfezioni della convivenza di due persone limitate, che col passar del tempo<br />

diventa difficile, aiutano i coniugi a perfezionarsi e a santificarsi. Infatti li rendono<br />

piá maturi e consapevoli della finitudine della natura umana. Per vivere stabilmente<br />

assieme all’altro occorre capirlo e farsi capire da lui e quindi penetrare piá a fondo<br />

(intus-legere) se stessi e il prossimo. Se l’uomo resta solo con se stesso prende piá<br />

difficilmente coscienza dei propri difetti e sopporta piá difficilmente quelli degli altri<br />

e gli imprevisti della vita (É il pericolo degli “scapoloni”, delle “zitellone” e dei<br />

“religiosoni”). ã il rischio della duritia cordis, che corrono i religiosi o i “signorini”, i<br />

quali vedono nella vita ritirata solo un rifugio dalle sofferenze di questa vita e di<br />

questo mondo. Invece la vita religiosa o celibataria serve a darsi totalmente a Dio e al<br />

prossimo per amor di Dio e quindi rende piá altruisti e compassionevoli verso le<br />

miserie proprie e altrui. Per una vita vera occorre sacrificio, comprensione, perdono,<br />

aiuto reciproco e altruismo.<br />

● UNIONE <strong>DEL</strong>LE VOLONTå E NON SENTIMENTALISMO. Nel Matrimonio come nella vita religiosa,<br />

bisogna che il sentimento sia subordinato alla volontÅ e alla ragione e non abbia il<br />

primato, come vorrebbero i modernisti che fanno del sentimentalismo e<br />

dell’esperienza la parte principale della vita umana e spirituale. Si puà dire che il<br />

modernismo É, come la Rivoluzione francese, “satanico nella sua essenza”, rivoltato<br />

e rivoltoso. Percià il vero amore tra marito e moglie É un atto della volontÅ piá<br />

ancora che del sentimento, il quale non deve essere distrutto, ma subordinato alla<br />

parte superiore dell’anima spirituale. Nel sentimento si ricerca la “consolazione<br />

sensibile” ossia il “piacere” e si puÇ cadere facilmente nel disordine morale. Questa<br />

É la conseguenza pratica dell’errore teoretico del sentimentalismo. Bisogna amare<br />

l’altro in Dio, uscendo da se stessi, “trascendendosi” con l’aiuto della Grazia divina.<br />

Uscire da sä senza annichilarsi, senza esaurirsi, bisogna acquistare perfezione<br />

spirituale donando amore a Dio e al prossimo. SENECA diceva: “Io ho quel che ho<br />

donato”. SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE raccomanda: “Esto conca, non canal, sii un<br />

serbatoio non un semplice canale”. Infatti il serbatoio si riempie di acqua e quella<br />

che sopravanza la dÅ al canale, mentre l’acquedotto o canale trasmette l’acqua<br />

ricevuta dal serbatoio al suo termine e non mantiene per sä nulla, invece il serbatoio<br />

É sempre pieno. CosÜ deve essere nella vita matrimoniale e spirituale, dare senza<br />

perdere tutto. In questa ottica se i coniugi hanno delle divergenze, anche profonde,<br />

di carattere possono sormontarle “trascendendosi” ossia uscendo da sä, dal proprio<br />

comodo o punto di vista per tendere a Dio amando l’altra parte propter Deum. Tutto<br />

cià presuppone spirito di sacrificio e di abnegazione, senza il quale la vita É sterile<br />

poichä egocentrica ed egoistica, ossia il contrario della definizione di vita, che come<br />

diceva ARISTOTELE est in motu, seu movere seipsum, ossia la vita consiste nel<br />

movimento di crescita e di arricchimento e non nell’esaurimento o nella limitazione<br />

egoistica. Fondare tutto sull’Io, che É caduco e perituro, significa costruire sul nulla.<br />

Ma ex nihilo, nihil fit. Ergo ipsum fieri est impossibile.<br />

● ã MEGLIO UN <strong>MATRIMONIO</strong> BURRASCOSO CHE UNA SEPARAZIONE DOLOROSA E DEFINITIVA. I medici<br />

hanno dimostrato, con statistiche alla mano, che i figli di divorziati soffrono di piá e<br />

presentano danni psicologici maggiori dei figli di una coppia stabile ma in “lotta<br />

continua”. Infatti dopo il divorzio non c’É piá speranza di ricominciare, di perdonare,<br />

di capirsi per amore reciproco e dei figli, mentre una coppia litigiosa puà far tesoro<br />

delle diversitÅ e apprendere l’arte di imparare dall’altro, con la capacitÅ di<br />

sopportazione, di sacrificio, di rinuncia, di perdono e la voglia di ricominciare, che<br />

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sono le stesse virtá le quali si trovano alla base della vita spirituale dei laici e dei<br />

religiosi. San STANISLAO KOSKA diceva: vita communis, mea maxima penitentia! Ora<br />

senza penitenza c’É la rovina spirituale. “Se non farete penitenza perirete tutti alla<br />

stessa maniera” ci ha insegnato il Vangelo. Quindi analogamente senza sacrificio c’É<br />

anche la rovina del Matrimonio.<br />

● NON SI DEVE FISSARE SUL CONIUGE LA TENDENZA UMANA VERSO L’ASSOLUTO. Ogni uomo anela a<br />

Dio e “il nostro cuore É inquieto sino a che non riposa in Lui” (S. AGOSTINO). Se ci si<br />

illude di trovare riposo in un essere umano si fallisce e il Matrimonio o la vita di<br />

comunitÅ viene meno. Il cuore diventa inquieto e cerca un “paradiso” artificiale o in<br />

relazioni extra-matrimoniali o nell’alcool o peggio nella droga. ã lo stesso rischio che<br />

si corre spiritualmente nell’apparizionismo o ricerca smodata di apparizioni e<br />

rivelazioni private, che potrebbero essere soprannaturali o meno, in quanto si cerca<br />

di avere un “dio” tangibile, che si sente, si vede, si ascolta, senza bisogno della<br />

Rivelazione pubblica (S. Scrittura e Tradizione apostolica) presentata e interpretata<br />

dalla Gerarchia ecclesiastica, che sola É garanzia di VeritÅ divina.<br />

● LA DISTINZIONE DEI SESSI. “Maschio e femmina Dio li creà”, recita la S. Scrittura.<br />

Purtroppo l’ideologia femminista, che ha tolto alla donna ogni caratteristica<br />

femminile, materna e sponsale ha prevalso e ha disgregato le famiglie. Infatti senza<br />

distinzione di sesso, divisione di compiti, il Matrimonio, la famiglia sono un caos: la<br />

moglie fa il marito, il marito fa la moglie e i figli diventano sbandati. GiÅ MAO TSE<br />

TUNG aveva detto: “Rendi l’uomo una mezza donna, la donna un mezzo uomo e cosÜ<br />

governerai facilmente su mezze cose”. Da cià si vede anche L’IMPORTANZA <strong>DEL</strong>LA FORMA<br />

CRISTIANA DEI GOVERNI. Infatti un Governo che si fonda sulla Morale naturale, non vÜola<br />

la Rivelazione e i primi princÜpi per sä noti della retta ragione, renderÅ piá facile<br />

vivere virtuosamente nella SocietÅ, nella famiglia e singolarmente. L’uomo É<br />

“animale socievole per natura” (ARISTOTELE), non puà non vivere in Societas o Polis. Se<br />

la Polis o Societas nella quale vive lo aiuta ad agire virtuosamente tutto sarÅ piá<br />

facile per lui, la famiglia e lo Stato stesso. Ma se la Polis lo ostacola nella vita<br />

virtuosa allora tutto si complica. ã per questo che PIO XII ha detto: “Anche dalla<br />

forma data agli Stati dipende in gran parte la salvezza della anime”. Quindi occorre<br />

evitare i due errori opposti per difetto (laicismo) e per eccesso (esagerato<br />

spiritualismo o clericalismo angelistico). Infatti il primo - separando lo Stato dalla<br />

Religione - porta il caos nelle famiglie e negli individui, che sono separati<br />

indirettamente anche da Dio. Il secondo fa dell’uomo non “un animale naturalmente”<br />

socievole, che vive in Societas, Polis e Stato e che, quindi, non puà non fare politica,<br />

vita comune o “virtá di prudenza applicata al vivere in SocietÅ” (SAN TOMMASO<br />

D’AQUINO). Ma vorrebbe renderlo – per un esagerato e insano spiritualismo o angelismo<br />

– un animale disincarnato “naturalmente conventuale” (contraddictio in terminis),<br />

invece la vita religiosa dipende da una chiamata divina e soprannaturale e non É<br />

iscritta nella natura umana, la natura non esige la Grazia. La “vocazionite acuta o<br />

cronica” É una deformazione dell’intelletto clericalista, che vorrebbe rendere il<br />

mondo un seminario. Ma la vocazione É un Consiglio divino e non un Precetto. Per<br />

costoro É sempre valido il motto di PASCAL: “chi vuol far l’angelo finisce per fare la<br />

bestia”. Occorre “distinguere per unire”, e non per contrapporre, sia il ruolo del<br />

marito che quello della moglie, per unirli armonicamente nel Matrimonio, ognuno al<br />

suo posto; sia il ruolo del sacerdote e del laico, il quale non É un chierichetto del<br />

primo, ma deve portare Gesá nella sua famiglia, nel suo ambiente di lavoro e nella<br />

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SocietÅ. Questa É la RegalitÅ sociale - ossia politica - di Cristo (cfr. PIO XI, Quas<br />

primas, 1925). SAN PIO X ha detto: “Noi non possiamo non fare politica”, il suo motto<br />

era: “Instaurare e restaurare tutto [anche la Polis] in Cristo”. PIO XI ha detto che “il<br />

trono confina con l’altare”. La sana dottrina e la retta ragione insegnano che come<br />

“la Grazia non distrugge la natura, ma la perfeziona”, cosÜ la Religione non distrugge<br />

la Polis o Societas, ma la perfeziona. Il laicismo vorrebbe separare ed estinguere la<br />

Grazia e la Religione (pan-statismo), lo spiritualismo esagerato o angelismo<br />

clericalista vorrebbe distruggere la natura e la SocietÅ (panvocazionismo/conventualista)<br />

per rendere il mondo una immensa “frateria”. Se la<br />

moglie sta sempre fuori casa e non si occupa amorevolmente dei figli e del marito, si<br />

va verso il divorzio, se invece sta troppo prepotentemente dentro e tirannicamente<br />

sopra la casa si ha il dispotismo “mammista”, che rovina soprattutto i figli e allontana<br />

il marito da casa. CosÜ se il sacerdote si allontana troppo dal santuario va verso il<br />

divorzio con Dio, mentre se vuol rendere il mondo un convento e dominare<br />

tirannicamente i fedeli allora o rovina coloro che lo seguono come automi,<br />

chiamandoli lui e non Dio, oppure li allontana dalla Religione, disgustandoli col suo<br />

modo di fare eccessivamente angelista.<br />

● “Senza di Me non potete fare nulla” ci ha detto Gesá nel Vangelo. Cià vale nella<br />

vita del singolo, in quella matrimoniale e in quella religiosa. “Tra il dire e il fare c’É<br />

di mezzo il mare”, dice il proverbio. Ora noi abbiamo detto tante belle cose sul<br />

Matrimonio (col coniuge e con Dio), ma ci resta da metterle in pratica. Che Dio ci<br />

conceda la forza di portare a termine cià che abbiamo iniziato. Nos cum prole pia,<br />

benedicat Virgo Maria!<br />

d. CURZIO NITOGLIA<br />

27 giugno 2011<br />

http://www.doncurzionitoglia.com/matrimonio_bellezza_e_serieta.htm<br />

[1] Cfr. Adolfo Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, Roma-Bruxelles, DesclÄe, 1928.<br />

[2] Cfr. Andrew Newberg – Eugene d’Aquini, Dio nel cervello, Milano, Mondatori, 2002, pp. 104, 112-<br />

113, 127-128.<br />

[3] Cfr. Jurg Willi, Che cosa tiene insieme le coppie, Milano, Mondadori, 1992, pp. 7-11.<br />

[4] Cfr. Battista Mondin, L’uomo: chi É? Elementi di antropologia filosofica, Milano, Massimo, 1982;<br />

Mario Pangallo, Il Creatore del mondo: breve trattato di teologia filosofica, Roma, Leonardo da Vinci,<br />

2004; Vincenzo Benetollo, Morale e felicitÑ: i fondamenti dell’etica, Bologna, ESD, 1996; Franco Amerio,<br />

La Dottrina della Fede: dogma, morale, spiritualitÑ, Milano, Ares, 1982; Carlo Dragone, Spiegazione del<br />

Catechismo di San Pio X, Alba, Paoline, 1956, ristampa anastatica, Verrua Savoia (TO), CLS, 2008;<br />

Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Roma, Paoline, 1960, ristampa anastatica.<br />

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