ESSERE - Maggio - Giugno 2011.pdf - CSA Arezzo
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INCHIESTA: il futuro non aspetta<br />
Il futuro non aspetta<br />
di Alberto Mancini<br />
La realtà che ci circonda e l’uomo stesso, con ciò che fa e che vuole fare, con<br />
ciò che è e che vuole essere, non si fermano mai. E non può che essere così.<br />
Affermare che ‘il futuro non aspetta’, che cioè, comunque vadano le cose,<br />
il futuro verrà - qualunque sia l’impegno di ciascuno a costruire la propria<br />
esistenza o quella dei suoi simili che lo accompagnano in questa strada che<br />
è la vita -, può apparire un luogo comune, un’affermazione scontata e quasi<br />
indolore, forse neppure degna di riflessione.<br />
Ma, se la breve frase è stata posta come titolo per questo numero della rivista,<br />
qualche ragione c’è, e forse nemmeno così scontata.<br />
Qui, anzitutto, si cercherà di vedere se, più o meno recentemente, è cambiato<br />
qualcosa sotto l’aspetto culturale nel modo di pensare il futuro, e se l’eventuale<br />
modo, che attualmente va per la maggiore nel nostro mondo occidentale, di<br />
guardare al futuro può condurci verso un mondo migliore.<br />
La nostra civiltà da qualche tempo sembra interessarsi meno al futuro. Ne<br />
sono un sintomo i numerosi aforismi attribuiti a personaggi illustri a noi vicini<br />
nel tempo o contemporanei, nei quali non si fa che affermare che il passato<br />
non esiste più, il futuro non esiste ancora e che, dunque, l’unica cosa sensata<br />
che può fare un essere intelligente e pragmatico come è l’uomo attuale, è<br />
vivere nel presente e agire solo per il presente. Tra i moltissimi ne cito uno di<br />
Albert Camus, tratto da L’uomo in rivolta, 9 : “La vera generosità verso il<br />
futuro consiste nel donare tutto al presente”.<br />
1 – Il futuro ‘nel passato remoto’<br />
Fino a pochi secoli fa l’idea che l’uomo ne aveva, ai vari livelli sociali, si può<br />
forse riassumere così.<br />
Chi deteneva il potere pensava, in termini di futuro, a ciò che riguardava il suo<br />
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