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ESSERE - Maggio - Giugno 2011.pdf - CSA Arezzo

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UNA DOMANDA<br />

AL DIRETTORE<br />

Caro Direttore,<br />

la solitudine è una brutta bestia quando non la si sceglie liberamente e, mi creda,<br />

caro direttore, quella degli anziani è la peggiore. Mi è venuta voglia di scriverle perché oggi,<br />

per me, è una giornata peggiore delle altre. Leggo sempre il suo bel periodico e mi rendo conto che ci<br />

sono tante forme di solitudine che provocano anche quel disagio giovanile che porta alla<br />

dipendenza da droga e da alcool. E, allora forse mi sbaglio: la solitudine degli anziani non è<br />

la peggiore ci sono tante altre solitudini non è vero?<br />

Scusi il mio piccolo sfogo confuso. La saluto cordialmente.<br />

Cara Maria Luisa,<br />

la tua lettera che ho riassunto (come tu mi hai chiesto e tagliato nelle parti<br />

personali) mi ha rattristato perché quella delle persone anziane è una solitudine<br />

veramente amara.<br />

Nella società contemporanea la solitudine è un problema che coinvolge<br />

drammaticamente milioni di persone e, come dici anche tu, ci sono tante<br />

solitudini. Ci sono giovani che si sentono soli perché non si riconoscono nel<br />

mondo degli adulti e non hanno alcuna fiducia nel futuro e a volte ricorrono a<br />

soluzioni approssimative e artificiali.<br />

Ci sono persone anziane che si ritrovano scaricate dalla famiglia e si sentono<br />

un peso ingombrante e mal tollerato.<br />

Ci sono solitudini antiche, come la vedovanza; e solitudini moderne, come le<br />

separazioni. C’è la solitudine di chi pur in compagnia si trova su posizioni così<br />

diverse che le parole sembrano incapaci di colmare i vuoti, quei vuoti che<br />

spesso portano all’incomunicabilità. Ma c’è anche chi si sente solo e scarica la<br />

colpa sugli altri; “nessuno mi capisce”, “nessuno mi vuole”.<br />

Viene il dubbio in questo caso che sia lui o lei ad avere il problema. Per questa<br />

“solitudine” ho avuto in più di un’occasione un consiglio in proposito e lo<br />

ripropongo: non dobbiamo mai interrogarci tanto su cosa gli altri hanno fatto<br />

per noi ma su quanto noi possiamo fare per gli altri. Se sei solo e nessuno ti<br />

vuole, puoi cercare tu gli altri e donare un po’ del calore della tua presenza.<br />

Vale per tutti. Magari anche per te Maria Luisa anche se può sembrarti più<br />

difficile. Scusami cara amica se ho affrontato il problema solitudine da angolature<br />

diverse che si discostano da ciò che mi scrivi, avremo modo di parlarne più<br />

specificatamente perché, come mi hai chiesto, ti scriverò privatamente e lo<br />

farò con piacere. Un abbraccio.<br />

Maria Luisa Cenciai – prov. Perugia<br />

Il Direttore

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