ESSERE - Maggio - Giugno 2011.pdf - CSA Arezzo
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ubriche<br />
6<br />
determinazione.<br />
Signori non c’è potere che vi risarcisca: stuprate, uccidete, torturate, esigete<br />
pure tributi di sangue: sarete comunque voi le vostre vittime.<br />
Ecco, questa è la verità: dentro e fuori di me io e gli altri. Amica rabbia rotta<br />
breve nel mio mare oceano leggi questo racconto d’amore che porti tatuato nei<br />
denti, nutri il mio coraggio, dai energia al mio dolore e strada e cammino alla mia<br />
dolorosa conoscenza, siediti al desco del tuo amorevole nemico incontralo con<br />
parole di verità quella verità colta dentro, nel suo riflesso, o meglio nel riflesso<br />
dei suoi incubi dentro di me. Risorgeremo insieme dalla rabbia, dalla morte<br />
dopo quella discesa agli inferi della conoscenza, alle viscere della confusione<br />
dove potersi guardare negli occhi io, lui e me.<br />
Ecco la rabbia non si trasforma, la rabbia ci trasforma o nelle peggiori bestie<br />
abbrutite da una ragione pervertita, o in esseri umani che possiedono la<br />
conoscenza, se sapremo interrogarla. Uniamo ragione e coscienza, diamoci<br />
senso ed emozione, saturiamoci della nostra amorevole reciproca umanità.<br />
Tornando nello psicologo qui posso dire: che l’ego attiene all’individuo,<br />
all’egotismo ed alle barricate e al possesso, là dove il sé ambiguo, rutilante,<br />
inafferrabile: attiene all’attesa, all’angoscia al dolore al furore ed alla fiduciosa<br />
reciprocità della cura, del bene in comune, alla fede. Sappiate poi che il sé<br />
dolente quando si solleva ed agisce e persegue le sue soluzione è alla fine<br />
festoso, amorevole, felice. Parafrasando Gandhi: al limite, partiti da dove la<br />
rabbia uccide, dopo la traversata del dolore, arriveremo con l’occhio sereno e la<br />
forza della verità là dove la tenerezza darà anche senso al morire. Ricorderemo<br />
che libertà è liberazione.<br />
Tutto ciò è molto presuntuoso da parte mia, ma spero che, a suo modo, sia<br />
chiaro: anche per il guerriero più feroce e disumano, quello spaventato solo<br />
dalla paura, c’è un’ora, almeno una volta, mentre stanco torna a casa verso<br />
sera, che lo accoglie il perdono di un sole basso, di una luce calda e cheta<br />
che illumina l’anima di tutto, di tutti e allora gli scivola morbida dentro una<br />
pace eterna, una meraviglia da bambini, una coscienza di tenerezza e di amore,<br />
sfuggitagli fino a quel momento e, finalmente, il sonno.<br />
Questo forse allora noi possiamo dire soluzione.