ESSERE - Maggio - Giugno 2011.pdf - CSA Arezzo
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iflessiva: porta soluzioni più che problemi perché è riconosciuta da chiunque<br />
come un problema (anche dal neonato),<br />
8 - Dalla depressione non deriva rabbia ma faticate decisioni, determinazione,<br />
assertività che possono contenere elementi di rabbia nella misura in cui<br />
contengono ancora paura non risolta, amore impaurito, inespresso, nascosto,<br />
9 - Un dolore che non conosce la fiducia, la speranza, la fede avvitandosi<br />
su sé stesso, si trasforma in una depressione sorda, cupa, maligna che può<br />
generare furore e follia,<br />
0 - La rabbia è esternazione di persone paurose (fragili, pervertite nei bisogni)<br />
che abusano di potere, si concedono alla violenza, mancano di rispetto. È<br />
loro estranea la pietrificante consapevolezza di essere loro stessi una Gorgone<br />
(Simbolo di perversione, nemiche di Atena: dea della sapienza, della saggezza<br />
e dell’arte). Rifuggono la consapevolezza, gli specchi e la relazione.<br />
Le Erinni si incaricano, incattivendosi persecutorie di tutto il resto, insieme<br />
a vergogna, sensi di colpa, risentimento… infilateci voi a vostro gusto ed a<br />
vostra scienza tutte le voci che con tanta confusione l’umanità e la ψcomania<br />
imperante cercano di richiudere in una sua nomenklatura della deprivazione<br />
Noi (io) viceversa, parliamo di paura, furore, morte, cecità da una parte e di<br />
speranza, coscienza, vita dall’altra.<br />
Cosa ci spinge, però, in una direzione o nell’altra? Ci spinge la quota di amore<br />
o di diffidenza che, attorno a noi, in fase evolutiva ci ha predisposti ad un<br />
atteggiamento di fondo di apertura o di chiusura. Isolamento (solitudine)<br />
diffidenza e attacco contro relazione speranza, curiosità.<br />
Uso tanti apparenti sinonimi per sottolineare le infinite possibili variazioni,<br />
sfaccettature, diversità. Una infinità di variabili che si organizzano su una<br />
gaussiana fra benessere o sofferenza cioè fra soluzioni progressive o regressive<br />
cioè dettate dalla speranza o dalla paura cioè apertura o isolamento cioè amore<br />
o odio cioè guerra o pace, cioè vita o morte…. E ognuno le sente con il proprio<br />
spettro affettivo.<br />
Ma che farne allora di questa rabbia che ancora ci possiede? Ecco il bello:<br />
rubriche<br />
ascoltarla senza arrendervicisi sentirne le ragioni andarci al fondo scendere fra<br />
le viscere ed il cuore dei bisogni dove animali d’angoscia risalgono dagli abissi<br />
degli incubi primordiali. Borrellie e treponemi a colonizzare parassiti e cercare<br />
ospiti dove riprodurre pupe e larve ed ancora spirochete, DNA replicanti appesi<br />
alla loro esistenza di attesa eterna: infettare, riprodursi, infestare e uccidere<br />
e noi… desti a trasferire morte e paura con i mezzi della nostra civiltà. Una<br />
irrazionalità pensosa, una devastante presunzione, da incubo, fatta di acciaio<br />
e tritolo e sangue, uno spazio di morte a mordere l’universo… senza più<br />
nemmeno le ragioni del vibrione noi che una ragione spodestata rende le bestie<br />
peggiori. Allora aprire gli occhi e da lì piano piano risalire alla veglia, adattarsi<br />
alla luce e, finalmente, guardare negli specchi. Allora io incontrerò me stesso<br />
con il mio fardello e con il mio compito: non il mio nemico e, finalmente, la<br />
conoscenza. Finalmente potrò scegliere il bene, non agire il male, finalmente<br />
conoscerò il bello ed il buono. Etica ed estetica ci troveranno in piedi sereni<br />
padroni della verità con lo sguardo saggio e forte della consapevolezza e della