PROFETI 04 ISSR Ger Ez APOCALITTICA - Home Page FTTR
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– Ali e movimento (vv.11-12). Due sono sospese e si toccano (forse fanno da sostegno) le<br />
altre coprono il corpo. Non le agitano come in Is 6: il vento/spirito li sospinge; si muovono<br />
in avanti.<br />
– Fuoco (vv.13-14). Carboni = torce; fuoco = bagliori (+ baleno, v.14, aggiunta).<br />
IL CARRO CELESTE: le ruote (vv.15-21) [Secondo inserimento - discepoli]<br />
I discepoli identificano il mezzo di trasporto con il carro dell’arca. La descrizione non è<br />
sempre coerente, ma il riferimento è importante. Giustificano il funzionamento delle ruote e<br />
la loro mobilità in tutte le direzioni: il primo non è ben chiaro (doppie ruote inserite l’una<br />
nell’altra), la seconda è subordinata totalmente al movimento dei viventi, in piena sincronia<br />
con loro, perché partecipano della loro stessa vita. Gli occhi, elementi decorativi, borchie<br />
scintillanti, invadono tutto, ruote e corpo degli animali.<br />
Zona intermedia = il firmamento/piattaforma: v.22<br />
Funge da supporto e separazione. La volta di cristallo è posata sulla testa dei «viventi». Altrove<br />
<strong>Ez</strong>echiele vede i cherubini portare il trono sulla loro testa (10,1), stendendo le ali<br />
(11,22). Per il modello cosmico della creazione del firmamento, cf. Gen 1; Sal 150,1; Sir<br />
43,1-10 (è parte dell’inno).<br />
– Il rumore (vv.23-25) [Terzo inserimento - discepoli]. Il rumore delle ali (che però non si<br />
agitano) e di Dio sopra il firmamento interrompe il meraviglioso silenzio. L’autore costruisce<br />
l’immagine seguendo due schemi classici: cf. Sal 93,3-4; 65,8; Is 17,12. La «voce» di<br />
Dio è il tuono (eb. qôl, Sal 29) e rimane, naturalmente, sopra il raqia‘, firmamento.<br />
Zona superiore = trono-figura: vv.26-27<br />
La descrizione è sempre più sfumata per rispetto e timore. I paragoni alludono più che<br />
precisare: il personaggio seduto in trono è una fonte di luce e di splendore (cf. Es 24,10). La<br />
figura kĕmar’eh ’ādām/םָדאָ הֶא ְרַמְכ, “come l’aspetto di un uomo” riflette Gen 1,26-28:<br />
l’uomo immagine di Dio fonda ogni linguaggio religioso.<br />
L’arcobaleno - la gloria di JHWH (vv.28).<br />
L’arcobaleno suggerisce l’idea di pace tra Dio e gli esiliati (cf. Gen 9), benché venga<br />
sottolineato soprattutto lo splendore (cf. Sir 43,11-12). Alla fine il profeta identifica la visione:<br />
è la Gloria del Signore. Sono i segni esterni della presenza del Signore (Es 24,16;<br />
16,10; <strong>Ez</strong> 43,1-5; 8,4). È un tema chiave nella profezia di <strong>Ez</strong>echiele sacerdote-profeta: è la<br />
presenza di Dio che ha abbandonato il tempio (<strong>Ez</strong> 10) e che vi ritornerà (<strong>Ez</strong> 44).<br />
Dopo il silenzio, si ode la voce 17 . <strong>Ez</strong>echiele riconosce la «Gloria» e l’adora. All’inizio<br />
del libro la Gloria di Dio esce dalla sua dimora celeste per visitare un esiliato in Babilonia<br />
e offre un segno di pace. Il Signore non è soggetto a frontiere, anche la terra straniera diventa<br />
in qualche modo «eletta» per la presenza del popolo di Dio.<br />
Vocazione e missione – visione del libro: 2,1-3,11<br />
In questa seconda parte audizione e parola prevalgono sulla visione. Quasi tutta la scena<br />
è discorso di Dio, eccetto il rito di consegna del rotolo. Stile: le frequenti ripetizioni legano<br />
e producono un avanzamento lento del racconto con l’effetto di sottolineare alcuni termini o<br />
temi (cf Gen 1). Emergono tre elementi presenti nella vocazione di <strong>Ger</strong>emia: * invio: 2,3-5<br />
17 B. LANG, cit., Bib 64 (1983) 225-230, sostiene che il testo della “Visione” comprendeva <strong>Ez</strong> 1,28-2,2 con il<br />
contenuto del messaggio di JHWH al profeta. Forse il testo originario riportava soltanto l’esortazione ad alzarsi<br />
(<strong>Ez</strong> 2,1.2b sarebbero redazionali, ivi n.17, p.229).<br />
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