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Gioia di credere? Ebbene sì! - Santuario della Guardia

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Perio<strong>di</strong>co ROC - La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 07/08 anno 117 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />

7-8/luglio-agosto 2012<br />

<strong>Gioia</strong> <strong>di</strong> <strong>credere</strong>?<br />

<strong>Ebbene</strong> <strong>sì</strong>!<br />

Perché la Chiesa si è data<br />

l’“Anno <strong>della</strong> Fede”.<br />

Intervista al Card. A. Bagnasco.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Genova<br />

osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />

... e c’era la Madre <strong>di</strong> Gesù<br />

Gv. 2,1


il Sommario<br />

7 le fonti del <strong>credere</strong> lavoro e catechismo. leone XIII e pio X<br />

gianfranco paro<strong>di</strong><br />

8 la guar<strong>di</strong>a... oltre la guar<strong>di</strong>a la guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> tortona (al)<br />

enrico quaglia<br />

9 e<strong>di</strong>toriale maria, presente e... “silenziosa”<br />

marco granara<br />

10 osservatorio “torniamo a bordo!” l’italia e la responsabilità<br />

enrico quaglia, mirco mazzoli<br />

15 le ragioni del <strong>credere</strong> un anno per entusiasmarci <strong>di</strong> fede<br />

ivana zanobelli, alma severino<br />

22 maria apparve e <strong>di</strong>sse... la salette, maria chiede conversione<br />

ilaria giusto<br />

25 cronache<br />

30 il ricordo e la preghiera<br />

4 scrivere e rispondere<br />

marco granara<br />

23 succede in chiesa<br />

alma severino<br />

24 due minuti per pensare<br />

nucci scipilliti, laura siccar<strong>di</strong><br />

Associato all’U.S.P.I.<br />

Unione Stampa<br />

Perio<strong>di</strong>ca Italiana<br />

Stampa B.N. MARCONI s.r.l.<br />

Passo Ruscarolo, 71 - 16153 Genova<br />

Tel. 010.651.59.14<br />

laguar<strong>di</strong>a dei piccoli 14<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

pensierino <strong>della</strong> sera 23<br />

l’eroismo del quoti<strong>di</strong>ano 25<br />

marcello monticone<br />

La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Anno 117 o n. 07/08<br />

Autorizzazione n. 2/84 del 17.1.1984<br />

del Tribunale <strong>di</strong> Genova


fernando primerano<br />

a Proposito<br />

Ci stiamo avvicinando alla celebrazione dell’Anno <strong>della</strong> Fede: per questo guardare<br />

a Maria è per ogni cristiano necessario. Chi più <strong>di</strong> lei, chiamata a <strong>credere</strong> che sarebbe <strong>di</strong>venuta<br />

la Madre Dio, può aiutarci a vivere bene questo tempo <strong>di</strong> Grazia? Se rileggiamo<br />

il Capitolo 11 <strong>della</strong> Lettera agli Ebrei, che parla <strong>della</strong> fede, si capisce imme<strong>di</strong>atamente<br />

quanto Maria, protagonista dell’apertura del nuovo Testamento, superi nella fede lo stesso<br />

Abramo, erede <strong>della</strong> promessa <strong>di</strong> Dio. Ne sottolineo solo pochi passaggi. “Per fede, noi sappiamo<br />

che i mon<strong>di</strong> furono formati dalla parola <strong>di</strong> Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile”<br />

(v. 3): Maria ha creduto che sarebbe <strong>di</strong>ventata Madre senza conoscere uomo,<br />

per l’azione dello Spirito Santo, <strong>di</strong> cui fino ad allora nessuno aveva ancora parlato. “Per fede,<br />

Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in ere<strong>di</strong>tà, e partì senza<br />

sapere dove andava” (v.8): Maria ha detto: “Sono la serva del Signore” senza sapere<br />

cosa questo comportasse; solo dopo la nascita <strong>di</strong> Gesù, Simeone al tempio le pre<strong>di</strong>sse che<br />

una spada le avrebbe attraversato l’anima. “Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la<br />

possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare madre, perché ritenne degno <strong>di</strong> fede colui che glielo aveva promesso” (v. 11):<br />

Maria ha creduto che sarebbe <strong>di</strong>ventata madre senza concorso d’uomo perché<br />

glielo assicurava l’Angelo invitandola semplicemente a non temere. “Per fede, Abramo,<br />

messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio...<br />

Egli pensava infatti che Dio è capace <strong>di</strong> far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche<br />

come simbolo” (vv.17-19): quanto più elevata è la fede <strong>di</strong> Maria alla quale Dio ha chiesto, in<br />

nome <strong>di</strong> tutta l’umanità, <strong>di</strong> essere compartecipe <strong>della</strong> redenzione che il suo figlio stava<br />

per portare a compimento con l’offerta <strong>di</strong> se stesso sul patibolo <strong>della</strong> Croce. Maria lo ha seguito,<br />

l’ha visto insultare, flagellare, crocifiggere e trafiggere con la lancia. Quanta fede aveva<br />

Maria per <strong>credere</strong> nella risurrezione <strong>di</strong> Gesù quando tra le mani aveva solo quel corpo<br />

le cui con<strong>di</strong>zioni rendevano impossibile <strong>credere</strong> che sarebbe potuto tornare in vita? Come<br />

ha fatto Maria? Lei è stata in ascolto, ha cercato e goduto una profonda intimità con<br />

Dio sino ad assomigliargli tanto da essere sua collaboratrice nella realizzazione <strong>di</strong> un mistero<br />

che supera la stessa creazione del mondo: l’incarnazione del Figlio <strong>di</strong> Dio, la passione e la risurrezione<br />

<strong>di</strong> Cristo. Eccola quin<strong>di</strong> agli albori <strong>della</strong> Chiesa perché come madre continuasse a<br />

guidare le membra del Corpo mistico <strong>di</strong> Cristo verso la pienezza <strong>della</strong> luce. Quest’Anno <strong>della</strong><br />

Fede sarà per tutti l’occasione<br />

<strong>di</strong> seguire il suo esempio:<br />

conoscere <strong>di</strong> più<br />

Dio, per amare come<br />

lui e portare a tutti<br />

la gioia del Signore<br />

Risorto. La Madonna<br />

<strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

sia nostra compagna<br />

in questo progetto<br />

che sarà opera dello<br />

Spirito Santo.<br />

Buona lettura.<br />

Don Fernando<br />

3


scrivere e rispondere<br />

Ma, a questo punto... a chi <strong>credere</strong>?<br />

Con tutte queste Madonne che apparirebbero, parlerebbero, piangerebbero... non ci capiamo<br />

più niente. La cosa non ci convince, eppure sono sempre <strong>di</strong> più gli amici che partono, i <strong>di</strong>scorsi<br />

che si moltiplicano, le <strong>di</strong>visioni che si registrano nella comunità cristiana tra chi aderisce e<br />

chi vitupera. Mah! Non riesco a capire... E dalla Chiesa, silenzio! Possibile che ciascuno debba<br />

arrangiarsi per conto suo e a suo rischio e pericolo? Mi può <strong>di</strong>re una parola?<br />

Pino e Anna Maria B. - Genova<br />

Grazie del con<strong>di</strong>zionale che ha usato all’inizio del suo scritto. Altro è <strong>di</strong>re “è” e altro <strong>di</strong>re “sarebbe”,<br />

altro <strong>di</strong>re “avrebbe detto”, altro <strong>di</strong>re “ha detto”. La Chiesa non è in silenzio, “ha parlato”, soprattutto<br />

<strong>di</strong> fronte a fenomeni ricorrenti e particolarmente coinvolgenti. Ancora recentissimamente, la Santa<br />

Sede ha reso pubblico un documento in materia – già pubblicato da Paolo VI solo per i Vescovi, primi<br />

responsabili <strong>di</strong> questa materia e oggi signifi cativamente proposto a tutti – un documento che <strong>di</strong>ce che è<br />

il Vescovo locale (dove il fenomeno avverrebbe) il titolato a “<strong>di</strong>re la sua” con autorevolezza da riconoscere<br />

e rispettare, non altri. Ma il problema non è del Vescovo che “non prenderebbe posizione”, ma <strong>di</strong><br />

quanti – <strong>di</strong>sobbedendo a una elementare norma <strong>di</strong> comportamento corretto – non lo stanno a sentire<br />

e fanno <strong>di</strong> testa loro, ascoltando “altri” (anche preti, frati e forse anche vescovi che non c’entrano<br />

niente) che <strong>di</strong>cono il contrario senza esserne deputati e garantiti dall’Alto. Per questa strada, nella<br />

Chiesa <strong>di</strong> tutti i tempi, sono nate le eresie, gli scismi, le <strong>di</strong>visioni. Chi non ricorda i più recenti<br />

che stanno facendo tribolare il Papa e la Chiesa ancora oggi? Se ne preparano altri ancora?<br />

Povero Papa! Spesso si ha l’impressione che il silenzio, la pazienza e la prudenza da parte<br />

<strong>della</strong> Chiesa, per scongiurare fratture peggiori, siano invece visti come spazio opinabile<br />

e percorribile per tutte le suggestioni emergenti. “Avete il Nuovo e l’Antico Testamento,<br />

il Pastor <strong>della</strong> Chiesa che vi guida e questo basti a vostro salvamento!”<br />

Co<strong>sì</strong> <strong>di</strong>ceva... l’altro ieri, il nostro grande Dante Alighieri! Anno <strong>della</strong> Fede, il<br />

prossimo 2012! Anche per questo!<br />

4


I nostri fi gli,<br />

pelandroni<br />

e impertinenti?<br />

Mio fi glio è meglio quando<br />

va a scuola. D’estate non fa<br />

niente. Da mattina a sera su<br />

un <strong>di</strong>vano. Non è che si riposa<br />

dopo le fatiche <strong>di</strong> un anno<br />

<strong>di</strong> scuola. Non ha voglia <strong>di</strong><br />

fare nulla, è <strong>di</strong>verso. Conosco<br />

molte situazioni simili,<br />

<strong>di</strong> ragazzi e ragazze che se ne<br />

stanno sfaticati, e non perché<br />

oggi c’è la crisi e non si<br />

trova lavoro, ma perché non<br />

hanno motivazioni. Se provi<br />

a fargli la morale, ti si rivoltano,<br />

ma tanto si sa... sono<br />

adolescenti, e tutto continua<br />

come prima! Ci sono ragazzi<br />

che stanno co<strong>sì</strong> per mesi, per<br />

anni... Con preoccupazione<br />

dei genitori, che brontolano<br />

ma non riescono a risolvere<br />

la situazione. Come vincere<br />

questo atteggiamento <strong>di</strong> rinuncia?<br />

Rosa Maria R. - Chiavari<br />

“Due scapaccioni e si butta<br />

giù dal <strong>di</strong>vano” <strong>di</strong>rebbe qualcuno<br />

sbrigativamente. Altri,<br />

come <strong>di</strong>ce lei: “Son ragazzi, che<br />

ci vuol fare? Ci vuole pazienza...”.<br />

Intransigenza o resa?<br />

Lagne o rimbrotti infi niti? A<br />

me pare che non sia questo il<br />

problema. Fin che il “problema”<br />

sono “loro” e non “noi che<br />

co<strong>sì</strong> l’ abbiamo fatti e cresciuti”,<br />

siamo fuori strada. Non<br />

solo non risolviamo, ma aggraviamo<br />

le situazioni. E, quando<br />

<strong>di</strong>co “noi”, non intendo solo i<br />

singoli genitori, ma tutto il contesto<br />

educativo (o <strong>di</strong>seducativo)<br />

risponde mons. marco granara, rettore del santuario<br />

rettore@santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

che abbiamo creato, sosteniamo<br />

e permettiamo. La <strong>di</strong>agnosi,<br />

co<strong>sì</strong>, rimane troppo complessa<br />

e rischia i soliti <strong>di</strong>scorsi un po’<br />

qualunquistici. Ma per la terapia,<br />

non partirei con interventi<br />

verso <strong>di</strong> loro. Mi sembrerebbe<br />

più corretto cominciare a darci<br />

il tempo che occorre – senza<br />

trovarci scuse (“non ho tempo,<br />

lavoriamo in due e siamo<br />

stanchi, non ne siamo capaci,<br />

è colpa <strong>della</strong> televisione, delle<br />

cattive compagnie, <strong>della</strong> scuola,<br />

<strong>della</strong> parrocchia...”) – per<br />

“rifl ettere e capire” prima <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>care, reprimere o intervenire<br />

con frasi fatte. Il <strong>di</strong>scorso<br />

si fa lungo e qui non c’è spazio<br />

per un trattato. Ma il “voler<br />

bene” si chiama “tempo trovato<br />

per questo”. Siamo onesti! Non<br />

servono insegnamenti caduti<br />

dall’alto da parte <strong>di</strong> un adulto<br />

giu<strong>di</strong>ce inesorabile, occorrono<br />

molti “fatti”, umili e feriali,<br />

che un tempo si chiamavano<br />

“buon esempio”.<br />

Si può fare<br />

l’abitu<strong>di</strong>ne<br />

anche al peggio?<br />

Reverendo rettore, mi accorgo<br />

<strong>di</strong> questo e non so<br />

come pensarla. Le cronache<br />

<strong>di</strong> questi mesi ci raccontano<br />

<strong>di</strong> bambini che muoiono in<br />

Italia e tutti ne parliamo e ne<br />

soffriamo, e <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong><br />

bambini che vengono uccisi<br />

nei paesi in guerra, violati,<br />

abusati, torturati, usati come<br />

scu<strong>di</strong> umani e non versiamo<br />

una lacrima. Capisco che c’è<br />

una gradualità umana anche<br />

nel sentire dolore, e quello<br />

che è troppo lontano ci colpisce<br />

meno, altrimenti non<br />

vivremmo più. Ma mi resta<br />

questa domanda: perché siamo<br />

fatti co<strong>sì</strong>? Come com-patire<br />

in modo costruttivo?<br />

Pier Luigi S. - Genova Quarto<br />

Qualcuno <strong>di</strong>ce che l’abitu<strong>di</strong>ne<br />

al male è una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

istintiva. Mi pare che, tra le<br />

righe, lo pensi anche lei... Del<br />

resto la gradualità <strong>della</strong> presa<br />

<strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> certi drammi è<br />

connaturale al nostro stesso appren<strong>di</strong>mento.<br />

Il problema che<br />

lei solleva è davvero molto serio.<br />

Qualcuno ha detto o scritto<br />

che “c’è <strong>di</strong> peggio <strong>di</strong> un animo<br />

malvagio, è un animo assuefatto”.<br />

Nei tempi antichi dei nostri<br />

bisnonni, la mortalità infantile<br />

mieteva migliaia <strong>di</strong> vittime.<br />

Non è mai stata una bazzecola<br />

la morte <strong>di</strong> un bambino, neppure<br />

allora. C’era forse dell’Altro<br />

che dava i criteri per affrontare<br />

e vivere i drammi senza superfi -<br />

cialità, ma anche senza <strong>di</strong>sperazioni<br />

paralizzanti. Oggi, quelli<br />

che chiamiamo “i nostri”, sono<br />

numericamente sempre meno e<br />

spesso iper-protetti e, nel frattempo,<br />

la globalizzazione anche<br />

<strong>della</strong> comunicazione ha<br />

fatto <strong>di</strong>ventare il mondo un villaggio<br />

e co<strong>sì</strong> i “nostri” potrebbero<br />

essere anche i bambini siriani<br />

ammazzati dal terrorismo<br />

locale, i bimbi <strong>di</strong>laniati dalle<br />

bombe e curati da Emergency,<br />

come quelli <strong>di</strong>strutti dalle terribili<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita nel corno<br />

d’Africa... Che fare? Scrollarseli<br />

<strong>di</strong> dosso per non soccombere? O<br />

vivere, come ci ha detto Gesù,<br />

vedendo in ognuno <strong>di</strong> loro un<br />

5


scrivere e rispondere<br />

nostro fratello, con quanto<br />

consegue nella <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> attenzioni e risorse? Credo<br />

che questa sia l’unica strada.<br />

Ma – per favore – senza scuse e<br />

senza retoriche!<br />

Cristianesimo<br />

o stoicismo?<br />

“Sforzatevi <strong>di</strong> entrare per<br />

la porta stretta”. Caro don,<br />

quanti problemi mi fa questa<br />

frase <strong>di</strong> Gesù. Come bisogna<br />

intenderla? È il rispetto <strong>di</strong><br />

una certa morale? È il rinnegare<br />

se stessi (che per inciso<br />

mi fa problema allo stesso<br />

modo)? È una porta uguale<br />

per tutti? E se Gesù stesso ci<br />

<strong>di</strong>ce che sono pochi quelli<br />

che la trovano, non partiamo<br />

sconfitti in partenza? Perché<br />

quello che è <strong>di</strong> Dio deve essere<br />

sempre co<strong>sì</strong> contrario al<br />

“facile”? Mi perdoni, quando<br />

cerco <strong>di</strong> darmi risposte da<br />

solo, il mio cervello <strong>di</strong>venta<br />

un labirinto e mi incattivisco.<br />

Gian Maria N. - Ventimiglia<br />

“Tutto è grazia” scriveva<br />

qualcuno... Niente stoicismo<br />

per essere cristiani. Solo fiducia<br />

che “chi ha iniziato in noi il<br />

suo <strong>di</strong>segno, lo porterà fino in<br />

fondo”. E non è poi co<strong>sì</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

percorrere la strada stretta.<br />

Importante la questione <strong>della</strong>...<br />

“porta” da imbroccare. La<br />

nostra “Porta” è Gesù. È solo<br />

questione <strong>di</strong> <strong>credere</strong> che “quella<br />

porta” conduce a libertà,<br />

salvezza, gioia. Sì, è ancora e<br />

6<br />

solo questione <strong>di</strong> “<strong>credere</strong>” in<br />

modo giusto. Le scelte sono solo<br />

in questo senso. Poi tutto è più<br />

facile e persino bello! Rivedete<br />

la storia <strong>di</strong> quanti ci hanno creduto.<br />

Più felice il primo Francesco,<br />

il bellimbusto <strong>di</strong> Assisi,<br />

o l’ultimo Francesco, quello del<br />

Cantico delle creature? Sì, è<br />

solo questione <strong>di</strong> crederci!<br />

Quando anche<br />

i “maggiordomi”<br />

fan problema...<br />

Caro Monsignore, ho seguito<br />

come tutti la vicenda del<br />

maggiordomo del papa che<br />

sottraeva carte riservate. Ci<br />

crederà che io sono rimasto<br />

colpito da un altro fatto?<br />

E precisamente: quando le<br />

cronache parlavano <strong>di</strong> ‘maggiordomo’<br />

ho pensato ad un<br />

titolo onorifico, non immaginavo<br />

fosse proprio il “maggiordomo”<br />

che, tra le altre<br />

cose, serve a tavola la persona<br />

del papa versandogli la spremuta<br />

nel bicchiere (come si è<br />

visto nei servizi dei tg)! Ora<br />

mi chiedo: ma è proprio necessario?<br />

Ma è proprio Vangelo?<br />

Mi rendo conto che dovrei<br />

guardare alle mie gran<strong>di</strong><br />

incoerenze, e ne ho davvero<br />

tante, ma se il “capo” è venuto<br />

per servire, perché il suo<br />

successore - non <strong>di</strong>co questo<br />

papa, ma il papa in genere<br />

- si fa servire a tal punto da<br />

non riempirsi il bicchiere da<br />

solo? Scusi, sono dettagli. A<br />

me piace molto questo papa,<br />

lo <strong>di</strong>co con sincerità, è un<br />

uomo che mi pare semplice,<br />

appassionato, <strong>di</strong> fede chiara.<br />

Un grande papa. Ma dopo<br />

il Triregno <strong>di</strong> Paolo VI forse<br />

sarebbe bene togliere anche<br />

maggiordomi e servitù. Piccoli<br />

gesti, gran<strong>di</strong> risultati.<br />

Ettore P. - Genova<br />

Se il problema è solo questo,<br />

invece che “maggiordomo” lo<br />

potremmo chiamare “colf” o<br />

“badante” e il problema sarebbe<br />

risolto... Nessuno si scandalizza<br />

se, chi può, si fa aiutare<br />

per i problemi più spiccioli <strong>di</strong><br />

casa. Perché farne problema,<br />

per il Papa ottantasettenne,<br />

aver bisognoso <strong>di</strong> molte cose?<br />

Non saremo un po’ esagerati?<br />

Lei parla <strong>di</strong> una “realtà oggettiva”<br />

o dell’”immagine” che<br />

viene fuori da una serie <strong>di</strong> fonti<br />

più o meno ben motivate? Per<br />

me, se il Papa ha bisogno d’aiuto<br />

e si fa aiutare – anche perché<br />

lui ha ben altro da fare che<br />

lavarsi i calzini – fa benissimo<br />

a farlo. Se il Papa vivesse da<br />

nababbo, come un sovrano in<br />

una corte d’altri tempi, farebbe<br />

malissimo. Dopo <strong>di</strong> questo non<br />

so cosa <strong>di</strong>re, perché non conosco<br />

in concreto i meccanismi <strong>di</strong><br />

una Casa pontificia e non so se<br />

occorrano uno o più maggiordomi/colf/badanti<br />

o se il papa<br />

potrebbe farsi due uova al tegamino<br />

come altri poveri cristi.<br />

Mi lasci non scadere nel ri<strong>di</strong>colo<br />

e, tra tutti, finiamola <strong>di</strong> fare<br />

le pulci al Papa, al colore delle<br />

sue scarpe, alla scelta dei suoi<br />

collaboratori, all’organizzazione<br />

del suo servizio! Quel che è<br />

troppo, davvero stroppia!


le Fonti del Credere<br />

gianfranco paro<strong>di</strong><br />

Lavoro e Catechismo.<br />

Leone XIII e Pio X.<br />

Nel numero <strong>di</strong> Maggio abbiamo incontrato<br />

la fi gura <strong>di</strong> Papa Pio IX. Oggi vogliamo<br />

fare un cenno ai suoi due imme<strong>di</strong>ati successori:<br />

Leone XIII e Pio X. Entrambi i papi si<br />

trovarono a guidare la Chiesa in un tempo molto<br />

<strong>di</strong>ffi cile: le posizioni assunte dal loro predecessore<br />

non avevano certo favorito il <strong>di</strong>alogo col mondo<br />

laico. Quest’ultimo da parte sua non perdonava<br />

alla Chiesa <strong>di</strong> aver per molti secoli polarizzato le<br />

coscienze e <strong>di</strong> aver imposto una certa visione <strong>della</strong><br />

vita che sembrava contrastare con la libertà<br />

<strong>di</strong> pensiero. Nello stesso tempo le pessime con<strong>di</strong>zioni<br />

delle classi lavoratrici, <strong>di</strong> cui la Chiesa<br />

sembrava non accorgersi (tranne le eccezioni costituite<br />

dalle fi gure che abbiamo visto nei numeri<br />

precedenti), spingevano un numero sempre più<br />

alto <strong>di</strong> lavoratori ad arruolarsi nelle fi le del socialismo,<br />

<strong>di</strong> certo non tenero nei confronti <strong>della</strong><br />

Chiesa. In questo contesto, alla morte <strong>di</strong> Pio<br />

IX, nel 1878 fu eletto papa Vincenzo Pecci che<br />

assunse il nome <strong>di</strong> Leone XIII. Non possiamo<br />

per ragioni <strong>di</strong> spazio fare una sua biografi a, vogliamo<br />

solo <strong>di</strong>re che una volta eletto pontefi ce<br />

capì subito che la Chiesa non poteva continuare<br />

nell’isolamento voluto dal suo predecessore. Pertanto,<br />

pur mantenendo posizioni dottrinali non<br />

molto <strong>di</strong>fformi da quelle fi nora professate e proseguendo<br />

nella politica <strong>di</strong> ostilità verso lo Stato<br />

Italiano, cercò comunque <strong>di</strong> riallacciare contatti<br />

con gli altri Stati, bruscamente interrotti da<br />

Pio IX. Ma ciò che fa universalmente ricordare<br />

questo papa è l’innovativa presa <strong>di</strong> posizione<br />

in campo sociale. Infatti con la sua famosa<br />

enciclica “Rerum Novarum” decise che era ora<br />

<strong>di</strong> prendersi cura delle con<strong>di</strong>zioni dei lavoratori e<br />

<strong>di</strong> affrontare le sfi de <strong>della</strong> modernità, proponendo<br />

la Chiesa come guida spirituale internazionale.<br />

In questo senso correttamente gli fu attribuito<br />

il nome <strong>di</strong> “Papa dei lavoratori” e <strong>di</strong> “Papa<br />

sociale”. Nella sua enciclica infatti formulò i<br />

fondamenti <strong>della</strong> dottrina sociale <strong>della</strong><br />

Chiesa. In altre parole affrontò il problema<br />

dei <strong>di</strong>ritti e dei doveri del capitale e del<br />

lavoro cercando <strong>di</strong> me<strong>di</strong>are tra le posizioni <strong>di</strong><br />

orientamento socialista e rivoluzionario e quelle<br />

proprie del liberismo economico <strong>di</strong> impronta capitalista.<br />

Nonostante la salute malferma facesse<br />

presagire un pontifi cato <strong>di</strong> breve durata, il pontifi<br />

cato <strong>di</strong> Leone fu molto lungo: governò la<br />

chiesa fi no al 1903. Alla sua morte il conclave<br />

nominò papa Giuseppe Sarto, patriarca <strong>di</strong> Venezia,<br />

che assunse il nome <strong>di</strong> Pio X. Le posizioni<br />

teologiche del nuovo pontefi ce si rivelarono<br />

subito abbastanza conservatrici: famosa fu la sua<br />

opposizione intransigente al “modernismo”.<br />

Ma questo suo rigore fu applicato anche in altri<br />

campi, riformando signifi cativamente la<br />

Curia <strong>di</strong> Roma e richiamando sacerdoti e laici<br />

ad una rigorosa obbe<strong>di</strong>enza verso i loro vescovi.<br />

Personalmente condusse sempre una vita<br />

molto semplice ed umile. Capì che doveva<br />

essere attenuato il <strong>di</strong>vieto per i cattolici <strong>di</strong> partecipare<br />

alla vita politica dell’Italia. Li <strong>di</strong>spensò<br />

dal <strong>di</strong>vieto, specialmente nei “casi particolari” in<br />

cui essi ne riconoscessero “la stretta necessità pel<br />

bene delle anime e per la salvezza delle loro chiese”;<br />

li invitò anzi a perseguire la seria attività “già<br />

lodevolmente spiegata dai cattolici per prepararsi<br />

con una buona organizzazione elettorale alla vita<br />

amministrativa dei Comuni e dei Consigli provinciali”,<br />

co<strong>sì</strong> da favorire e promuovere “quelle<br />

istituzioni che si propongono <strong>di</strong> ben <strong>di</strong>sciplinare<br />

le moltitu<strong>di</strong>ni contro l’invadenza predominante<br />

del socialismo”. Ma i provve<strong>di</strong>menti che fanno<br />

comunque ricordare il suo pontifi cato furono l’emanazione<br />

del nuovo Catechismo (quello<br />

costituito da domande e risposte che i bambini<br />

dovevano stu<strong>di</strong>are a memoria e che i nostri lettori<br />

un po’ più attempati certamente ricorderanno)<br />

e la promulgazione del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Diritto<br />

Canonico. Pio X morì nel 1914. Quarant’anni<br />

dopo Pio XII lo proclamerà Santo.<br />

7


La Guar<strong>di</strong>a... oltre la Guar<strong>di</strong>a<br />

8<br />

enrico quaglia<br />

DIOCESI DI TORTONA:<br />

Il <strong>Santuario</strong> fu costruito da san Luigi<br />

Orione a seguito del voto che egli fece<br />

durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care<br />

alla Madonna un grande <strong>Santuario</strong> se<br />

i soldati del rione San Bernar<strong>di</strong>no fossero<br />

tornati sani e salvi. Il voto venne<br />

fatto il 29 Agosto del 1918: il 4 novembre<br />

la guerra fi niva. Il <strong>Santuario</strong> è stato solennemente<br />

consacrato da mons. Bongianino nel<br />

1991 e de<strong>di</strong>cato a Dio in onore <strong>della</strong> Beata<br />

Vergine Madre <strong>di</strong> Dio, venerata sotto il nome<br />

<strong>di</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a.<br />

COME ARRIVARCI:<br />

- in auto: autostrada Genova-Milano, uscita<br />

casello <strong>di</strong> Tortona.<br />

- in treno: il <strong>Santuario</strong> è in città e quin<strong>di</strong> è<br />

possibile dalla stazione ferroviaria raggiungerlo<br />

a pie<strong>di</strong> all’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> Via don Sparpaglione<br />

n. 4.<br />

Foto: Stefano Perfumo<br />

Il <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

Don Orione - Tortona (AL)


e<strong>di</strong>toriale<br />

marco granara<br />

Maria, presente e...<br />

“silenziosa”<br />

Silenziosa, quasi sempre<br />

zitta, ma “sempre presente”!<br />

È co<strong>sì</strong> Maria <strong>di</strong> Nazareth<br />

come viene fuori<br />

dal Vangelo e dalla prima<br />

tra<strong>di</strong>zione cristiana.<br />

Mai una “<strong>di</strong>va” in passerella.<br />

Non ha mai rubato il ruolo a<br />

Gesù, è sempre e solo in funzione<br />

<strong>di</strong> Lui. “Appare”, nel<br />

Nuovo Testamento, solo per<br />

invitare ad orientarsi a<br />

Gesù e poi subito “scompare”!<br />

A tutto campo, c’è solo<br />

Gesù e lo stesso Gesù fa continuo<br />

riferimento al Padre.<br />

“Non sono venuto per<br />

fare una mia volontà, ma la<br />

volontà del Padre mio. E questa<br />

è la volontà del Padre mio,<br />

che nulla vada perduto <strong>di</strong> ciò<br />

che è suo”. E lei, Maria, sempre<br />

lì, in funzione <strong>di</strong> questo,<br />

come Gesù. Lei stessa, pur<br />

facendo fatica a comprenderlo,<br />

conserva nel cuore il<br />

“primato” che il ragazzino<br />

Gesù le aveva detto dopo la<br />

sua marachella al tempio <strong>di</strong><br />

Gerusalemme (si era fermato<br />

al tempio senza <strong>di</strong>re né tre e<br />

né quattro ai genitori che lo<br />

cercavano, affannati, per due<br />

giorni): “Non sapete che<br />

io devo occuparmi delle<br />

cose <strong>di</strong> mio Padre”? Questo<br />

e solo questo dovrebbe<br />

essere l’obiettivo <strong>di</strong> ogni devozione<br />

cristiana: “fare la vo-<br />

lontà del Padre”, “occuparsi<br />

delle sue cose”, “fare quello<br />

che Lui ci <strong>di</strong>rà”. Il resto è deviazione,<br />

prevaricazione. Per<br />

quali obiettivi? Per far <strong>di</strong>ventare<br />

“idolatrica” una “religione<br />

pura”? Altre immagini<br />

<strong>di</strong> Maria sono non veritiere.<br />

C’è da chiedersi a che scopo<br />

siano state costruite, da chi e<br />

perché, ancor oggi, co<strong>sì</strong> accre<strong>di</strong>tate.<br />

C’è da chiedersi anche<br />

se, a tutt’oggi, proseguire<br />

su questa via sia un buon servizio<br />

alla verità, alla nostra<br />

gente e a Maria stessa. C’è da<br />

chiedersi se lei gra<strong>di</strong>sca una<br />

manipolazione simile e a chi<br />

possa giovare… La prudenza<br />

del magistero autorevole<br />

<strong>della</strong> Chiesa – nessun altro<br />

se non “il Vescovo locale<br />

interessato a certi fatti in<br />

comunione col Papa”, come<br />

<strong>di</strong>ce un documento riservato<br />

pubblicato in questi giorni<br />

dall’Osservatore Romano<br />

– non è uno sfi zio eccessivo,<br />

è solo un rigoroso servizio<br />

alla verità, non intorno<br />

a questioni marginali<br />

<strong>della</strong> fede, ma intorno al<br />

centro stesso <strong>della</strong> Fede.<br />

L’eventuale apporto delle<br />

co<strong>sì</strong> dette “rivelazioni private”<br />

alla Fede del popolo cristiano<br />

non può prescindere<br />

da queste considerazioni. La<br />

verità – per volere <strong>di</strong> Gesù<br />

Cristo – è tutelata e garantita<br />

dall’alto dal Vescovo locale<br />

in comunione col Papa.<br />

Altri sono intrusi e indebiti<br />

prevaricatori. In questo numero<br />

<strong>della</strong> nostra rivista è riportato<br />

un autorevole intervento<br />

del nostro Car<strong>di</strong>nale<br />

Arcivescovo A. Bagnasco<br />

sul “perché” ha desiderato<br />

che l’immagine <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a preludesse<br />

a un serio “Anno <strong>della</strong><br />

Fede” voluto da papa Benedetto.<br />

È Papa Benedetto che<br />

da tempo insiste sul ritrovo<br />

<strong>di</strong> una “fede pensata,<br />

amica dell’intelligenza”<br />

e su questa linea è, da sempre,<br />

tutto il suo magistero.<br />

Non una fede da “emozioni<br />

miracolistiche comunque ricavate”:<br />

sarebbe un cattivo<br />

servizio a Maria e a tutto il<br />

<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio su <strong>di</strong> noi. Religioni<br />

del genere, religioni<br />

infi ciate <strong>di</strong> sentimentalismi<br />

e preghiere ripetute senza<br />

verifi che <strong>di</strong> coerenza nella<br />

carità (è la carità l’unico<br />

“<strong>di</strong>stintivo” in<strong>di</strong>cato da Gesù<br />

per una Fede “vera”!), soffocano<br />

e deturpano la Fede.<br />

Solo co<strong>sì</strong>, con Maria silenziosa<br />

e precisa nei suoi in<strong>di</strong>rizzi,<br />

faremo un buon lavoro per<br />

l’Anno <strong>della</strong> Fede, un buon<br />

servizio alla Chiesa e al travagliatissimo<br />

mondo.<br />

9


Un tempo <strong>di</strong> crisi<br />

può <strong>di</strong>ventare un’opportunità per migliorarci.<br />

“Torniamo a bordo!<br />

L’Itali<br />

enrico quaglia<br />

Le notizie che appaiono<br />

sui giornali e sulle<br />

TV ci presentano una situazione<br />

nazionale e internazionale<br />

molto <strong>di</strong>ffi cile al punto<br />

che qualcuno ha sostenuto<br />

che stiamo vivendo “la<br />

prima guerra mon<strong>di</strong>ale<br />

fi nanziaria” che, come<br />

tutte le guerre, provocherà<br />

“macerie” che si chiamano<br />

nuove povertà e <strong>di</strong>ffi coltà<br />

economiche soprattutto<br />

per le popolazioni meno abbienti.<br />

È utile però, <strong>di</strong> fronte<br />

ad una situazione sociale<br />

ed economica defi nita dalla<br />

Conferenza Episcopale<br />

Italiana “un <strong>di</strong>sastro antropologico”,<br />

cercare <strong>di</strong> capire<br />

quali sono state le cause <strong>di</strong><br />

questa situazione per poter<br />

poi iniziare una fase “<strong>di</strong> ricostruzione<br />

che a sua volta<br />

ci invita al ri-pensamento,<br />

alla ri-fl essione e al ri-torno”<br />

(cfr. “Il Consulente familiare”<br />

Aprile-Giugno, 2012).<br />

L’analisi <strong>di</strong> alcuni pensatori<br />

in<strong>di</strong>vidua le cause del “<strong>di</strong>sastro”<br />

nel fallimento <strong>di</strong><br />

una classe <strong>di</strong>rigente che a<br />

livello mon<strong>di</strong>ale ha pensato<br />

che lo sviluppo in chiave<br />

“consumista” potesse es-<br />

10<br />

sere senza fi ne. La fi nanza<br />

stessa, anziché essere al<br />

servizio dell’economia<br />

per fornirgli le risorse utili al<br />

suo sviluppo, ha pensato invece<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare “creativa”<br />

inventandosi dei propri prodotti<br />

non fondati su valori<br />

concreti che si sono poi rivelati<br />

dannosi. Le banche devono<br />

ri-pensare il loro ruolo<br />

e ri-tornare al passato,<br />

alle loro origini, alle ragioni<br />

che hanno portato alla<br />

loro nascita. Le banche sono<br />

strutture fondamentali<br />

per l’economia <strong>di</strong> ogni paese<br />

ma non devono cadere nella<br />

tentazione del profi tto ad<br />

ogni costo quanto piuttosto<br />

devono ri-tornare a servire<br />

l’economia raccogliendo i<br />

sol<strong>di</strong> dei risparmiatori per<br />

poi imprestarli alle famiglie<br />

ed alle aziende<br />

che saranno co<strong>sì</strong><br />

aiutate nei loro<br />

progetti <strong>di</strong> sviluppo,accontentandosi,<br />

per questo, <strong>di</strong> un<br />

giusto guadagno. La<br />

realtà produttiva, sotto<br />

la guida <strong>della</strong> politica,<br />

deve ri-pensare il suo ruolo<br />

intraprendendo iniziative<br />

volte alla sod<strong>di</strong>sfazione<br />

dei bisogni reali sia dei<br />

singoli che <strong>della</strong> collettività<br />

rispettando, nel contempo,<br />

l’ambiente, che è per<br />

noi cristiani “creazione”,<br />

cioè dono <strong>di</strong> Dio. Dobbiamo<br />

prendere atto che una<br />

intera generazione è stata illusa<br />

presentando la<br />

realtà come un<br />

enorme super-<br />

A. Ro<strong>di</strong>n,<br />

“Il Pensatore”.


” a e la responsabilità<br />

mercato dove è possibile<br />

potersi togliere ogni sod<strong>di</strong>sfazione<br />

pensando solo<br />

all’oggi perché in fondo “la<br />

vita è breve” e pensando<br />

solo a se stessi perché “solo<br />

tu sei importante”.<br />

Dove possiamo trovare la<br />

forza che può ri-sollevarci?<br />

Una prima necessità è quella<br />

<strong>di</strong> ri-tornare ad essere più<br />

responsabili, più capaci<br />

<strong>di</strong> progettare il futuro,<br />

più attenti ad una visione<br />

collettiva che abbia al<br />

centro il “bene comune”. Bisogna<br />

riscoprire il signifi cato<br />

delle parole coniate dai nostri<br />

padri come ad esempio<br />

Re-Pubblica, che signifi ca<br />

“Cosa Comune” cioè “bene<br />

<strong>di</strong> tutti” che nell’epoca <strong>della</strong><br />

globalizzazione assume un<br />

signifi cato universale perché<br />

riguarda tutta la terra, tutti<br />

i popoli, tutte le nazioni ormai<br />

legate da un destino comune.<br />

Se vogliamo uscire da<br />

questa crisi dobbiamo ritornare<br />

ad essere “adulti”,<br />

cioè persone capaci <strong>di</strong> “tornare<br />

a bordo” e <strong>di</strong> prendere<br />

il comando <strong>della</strong> nave per<br />

non farla affondare, capaci <strong>di</strong><br />

Futuro<br />

darsi delle regole sapendo<br />

che una vita senza limiti e<br />

senza autocontrollo ci porta<br />

inesorabilmente alla degenerazione<br />

personale e collettiva.<br />

Se pensiamo che conti solo<br />

la sod<strong>di</strong>sfazione del desiderio<br />

allora riteniamo che la nostra<br />

volontà non abbia valore<br />

e questo signifi ca rinunciare<br />

alla nostra umanità. Essere<br />

adulti signifi ca abbandonare<br />

l’autocompiacimento,<br />

il narcisismo, il pensare<br />

che le scelte possano sempre<br />

essere reversibili. Essere<br />

adulti signifi ca riprendere<br />

i posti <strong>di</strong> combattimento per<br />

sconfi ggere la rassegnazione,<br />

l’in<strong>di</strong>fferenza, la mancanza<br />

<strong>di</strong> speranza. Essere adulti “signifi<br />

ca proporre al ‘domani’<br />

il ‘pane <strong>di</strong> ieri’” (secondo una<br />

defi nizione <strong>di</strong> Enzo Bianchi,<br />

priore <strong>della</strong> Comunità <strong>di</strong><br />

Bose) “fatto <strong>di</strong> valori forti<br />

come la verità, la sobrietà,<br />

il pudore, il rispetto,<br />

la con<strong>di</strong>visione, la <strong>di</strong>screzione,<br />

la premura” (ibidem).<br />

Anche la realtà educativa,<br />

famiglie e scuola,<br />

deve ri-pensare il proprio<br />

ruolo. “Tornare a bordo” per<br />

genitori e insegnanti signifi -<br />

osservatorio<br />

ca assumersi la responsabilità<br />

dei propri giovani che si affi<br />

dano alla nostra esperienza<br />

<strong>di</strong> vita, che si aspettano da<br />

noi <strong>di</strong> essere guidati nella<br />

navigazione verso il loro futuro,<br />

<strong>di</strong>ventando capaci <strong>di</strong><br />

esercitare i propri <strong>di</strong>ritti ed i<br />

propri doveri, <strong>di</strong> saper usare<br />

la propria libertà nella verità<br />

e nell’amore, <strong>di</strong> essere aiutati,<br />

“in tempi <strong>di</strong> giovanilismo<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusa immaturità” (ibidem),<br />

a superare la loro adolescenza<br />

per <strong>di</strong>ventare adulti<br />

maturi e responsabili.<br />

Per noi cristiani, inoltre,<br />

“tornare a bordo” signifi ca<br />

essere più attenti agli insegnamenti<br />

<strong>della</strong> Chiesa<br />

raccolti nella “Dottrina Sociale”;<br />

signifi ca saper stare<br />

nel “mondo” senza essere del<br />

“mondo”, attenti cioè a non<br />

cadere nelle tentazioni <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare che possono<br />

affascinare ma che ci allontanano<br />

dal Vangelo. Signifi ca<br />

essere capaci <strong>di</strong> ri-conoscere<br />

gli errori in<strong>di</strong>viduali e collettivi<br />

commessi e consentire<br />

allo Spirito <strong>di</strong> illuminarci<br />

per progettare un domani<br />

migliore.<br />

11


La chiamano decrescita felice.<br />

Idea <strong>di</strong> nicchia o soluzione?<br />

Avere meno ed essere f<br />

12<br />

mirco mazzoli<br />

La ricetta uffi ciale è rigore<br />

e crescita. Quanto<br />

al rigore, almeno in teoria,<br />

sono tutti d’accordo. Sulla<br />

crescita invece no. La ricetta<br />

per tornare a stare “davvero”<br />

bene, <strong>di</strong>cono alcuni,<br />

non è crescere ma de-crescere.<br />

La chiamano “decrescita<br />

felice”.<br />

“‘Decrescita’ - spiega Enzo<br />

Parisi, presidente del ‘Circolo<br />

Territoriale per la Decrescita<br />

Felice’ <strong>di</strong> Genova<br />

- signifi ca fermare questa<br />

economia e tornare ad una<br />

<strong>di</strong>mensione locale <strong>della</strong> produzione<br />

e del consumo, basata<br />

sui beni essenziali e non<br />

sulle merci, sulla cooperazione<br />

e non sulla competizione,<br />

con una impronta ecologica<br />

sostenibile. ‘Felice’ vuol <strong>di</strong>re<br />

che questa riduzione ci porterebbe<br />

a cambiare la nostra<br />

cultura, vivendo in maggiore<br />

armonia con l’ambiente, recuperando<br />

socialità, pace e<br />

serenità”. Il Movimento per<br />

la Decrescita Felice nasce negli<br />

anni ’90 - ne è ispiratore<br />

e presidente nazionale Maurizio<br />

Pallante, saggista ed<br />

esperto <strong>di</strong> politica energetica<br />

e tecnologie ambientali -<br />

oggi conta 18 circoli in tutta<br />

Italia e fa parte <strong>di</strong> quella fi tta<br />

rete nazionale ed internazionale<br />

<strong>di</strong> esperienze alternative<br />

che lavorano per cambiare<br />

la testa ad una società giu<strong>di</strong>cata<br />

schiava del consumismo<br />

e <strong>della</strong> fi nanza. Dal 19<br />

al 23 settembre il mondo<br />

<strong>della</strong> decrescita si ritroverà<br />

a Venezia, per la “Terza<br />

Conferenza Internazionale<br />

sulla Decrescita, la<br />

Sostenibilità Ecologica e<br />

l’Equità Sociale”: accanto<br />

ai lavori riservati agli iscritti,<br />

sono previsti molti eventi collaterali<br />

aperti al pubblico per<br />

spiegare come e perché decrescere<br />

sarebbe la soluzione.<br />

“Siamo dominati dall’idea<br />

che sia necessario svilupparsi<br />

all’infi nito - commenta Enzo<br />

Parisi - e non riusciamo a capire<br />

che questa nostra cultura<br />

è frutto degli ultimi 200<br />

anni, non è sempre stato co<strong>sì</strong><br />

ed altre culture la pensano in<br />

modo <strong>di</strong>verso. La nostra è fi -<br />

glia <strong>di</strong> un potere economico<br />

che si è andato concentrando<br />

progressivamente nelle<br />

mani <strong>di</strong> pochi - basti pensare<br />

che 500 multinazionali controllano<br />

il 52% del PIL mon<strong>di</strong>ale<br />

- un potere globalizzato,<br />

antisociale, sfuggente alla<br />

politica, destinato a rendere<br />

il lavoro sempre più precario,<br />

in<strong>di</strong>fferente rispetto all’ambiente,<br />

teso a produrre e a far<br />

consumare quante più merci<br />

possibili, in<strong>di</strong>candole come<br />

beni necessari attraverso una<br />

accorta pubblicità”.<br />

Le strade sono due: o archiviare<br />

questa descrizione<br />

come tendenziosa e catastrofi<br />

sta o realizzare che stiamo<br />

dormendo un sonno troppo<br />

tranquillo e che occorre svegliarsi<br />

da questo imbonimento,<br />

smettendo <strong>di</strong> pensare che<br />

tutto alla fi ne si ristabilirà,<br />

senza una nostra assunzione<br />

<strong>di</strong> responsabilità.<br />

Ma come è possibile per me<br />

cambiare il mondo quando,


elici? Perché no!<br />

parlando <strong>di</strong> decrescita, tutti<br />

i più gran<strong>di</strong> problemi <strong>della</strong><br />

terra entrano in gioco e si aggrovigliano,<br />

dalla mal<strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>della</strong> ricchezza alla<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità,<br />

dall’effetto serra alle risorse<br />

energetiche non rinnovabili,<br />

dallo spreco alla <strong>di</strong>soccupazione?<br />

Che fare?<br />

“Non si può pensare <strong>di</strong> risolvere<br />

tutto insieme, magicamente<br />

- risponde Parisi - ma<br />

ciò non toglie che spetta anche<br />

a me fare ciò che è in mio<br />

potere. Devo cambiare il mio<br />

stile <strong>di</strong> vita, concepire una<br />

<strong>di</strong>versa scala <strong>di</strong> valori, dove<br />

il denaro e il possesso non<br />

sono al primo posto; devo<br />

puntare sull’essere, che trova<br />

il suo bene, il suo ben-essere,<br />

quando riscopre la socialità,<br />

il dono, la <strong>di</strong>mensione locale<br />

dell’economia, la terra e i<br />

Futuro<br />

suoi prodotti, la con<strong>di</strong>visione<br />

del lavoro, il tempo de<strong>di</strong>cato<br />

alla famiglia e alla spiritualità.<br />

Star bene non coincide con<br />

l’avere <strong>di</strong> più e decrescere non<br />

signifi ca impoverirsi, quanto<br />

piuttosto vivere ‘solo’ dell’in<strong>di</strong>spensabile<br />

per la felicità<br />

dell’uomo”. Tra le tante attività<br />

che il Circolo genovese<br />

mette in pie<strong>di</strong> per convincere<br />

<strong>di</strong> questo ritorno alle origini<br />

sono da segnalare i “Laboratori<br />

del saper fare”, che<br />

rinnovano quei saperi <strong>di</strong> una<br />

volta con cui si mantenevano<br />

le cose più che cambiarle, e<br />

gli “Orti Urbani”, per una<br />

agricoltura a <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong><br />

famiglia. Ma anche la collaborazione<br />

con la Consulta<br />

Energia del Comune <strong>di</strong><br />

Genova e la partecipazione<br />

alla “Rete per l’Altra Economia<br />

e il Consumo Consapevole”<br />

che nello scorso<br />

osservatorio<br />

maggio ha organizzato a Genova<br />

l’evento “La città che<br />

vogliamo”.<br />

Dunque, ciascuno può scegliere<br />

<strong>di</strong> vivere con meno e<br />

meglio. Ma, nel grande,<br />

cosa può cambiare? Il<br />

“Manifesto del Movimento<br />

per la Decrescita Felice”,<br />

fi rmato da personaggi quali<br />

Serge Latouche, economista<br />

e fi losofo francese, principale<br />

teorico <strong>della</strong> decrescita,<br />

e Carlin Petrini, fondatore<br />

<strong>di</strong> “Slow Food”, ha idee chiare<br />

e provocatorie: per riuscire<br />

a ridurre il debito pubblico e<br />

aumentare allo stesso tempo<br />

l’occupazione bisogna porre<br />

un termine alle gran<strong>di</strong> opere<br />

pubbliche giu<strong>di</strong>cate inutili<br />

e destinate ad accrescere il<br />

debito, alle spese militari, ai<br />

costi <strong>della</strong> politica, alla globalizzazione<br />

dell’economia<br />

e <strong>della</strong> fi nanza e potenziare,<br />

invece, quelle attività produttive<br />

nei settori che, tolti<br />

gli investimenti iniziali, consentono<br />

effettivi risparmi <strong>di</strong><br />

gestione e fanno stare meglio<br />

le persone: la ristrutturazione<br />

energetica degli<br />

e<strong>di</strong>fi ci, la riduzione delle<br />

per<strong>di</strong>te nelle reti idriche,<br />

il mantenimento <strong>della</strong> bellezza<br />

paesaggistica, il potenziamento<br />

dei trasporti<br />

pubblici locali, lo sviluppo<br />

delle fonti rinnovabili,<br />

l’agricoltura tra<strong>di</strong>zionale,<br />

il commercio locale...<br />

Insomma, per chi crede nella<br />

decrescita la ricetta è tornare<br />

sui propri passi. Quanti sono<br />

<strong>di</strong>sposti ad accettarlo?<br />

13


laGuar<strong>di</strong>a<br />

dei<br />

piccoli<br />

14<br />

I personaggi <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Salvezza<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

Giu<strong>di</strong>tta e la fi ducia in Dio<br />

La Bibbia ci fa conoscere<br />

molte fi gure <strong>di</strong> condottieri,<br />

re e profeti che hanno<br />

avuto un ruolo fondamentale<br />

nella storia <strong>di</strong> Israele, ma<br />

accanto ad essi pone anche<br />

alcune fi gure <strong>di</strong> donna che<br />

non sono meno importanti.<br />

Una <strong>di</strong> queste è Giu<strong>di</strong>tta, la<br />

cui storia, molto famosa e<br />

un po‛ forte nei fatti, vuole<br />

tuttavia essere simbolo<br />

<strong>della</strong> vittoria del Bene sul<br />

Male. C‛era un grande re,<br />

Nabucodonosor che stava<br />

conquistando tutte le terre:<br />

il suo esercito comandato<br />

dal generale Oloferne avanzava<br />

come un fi ume in piena<br />

uccidendo e <strong>di</strong>struggendo<br />

tutto al suo passaggio ed<br />

ormai era arrivato ai confi -<br />

ni <strong>della</strong> terra d‛Israele. Gli<br />

abitanti <strong>della</strong> Giudea erano<br />

spaventati, ma fi davano nel<br />

Signore: tutto il popolo si<br />

radunò nel tempio <strong>di</strong> Gerusalemme<br />

a pregare: “Ogni<br />

uomo o donna israelita e i<br />

fanciulli si prostrarono davanti<br />

al tempio e cosparso<br />

il capo <strong>di</strong> cenere e vestiti<br />

<strong>di</strong> sacco alzarono le mani<br />

al Signore...”. Ma l‛esercito<br />

<strong>di</strong> Oloferne pose l‛asse<strong>di</strong>o<br />

alla città <strong>di</strong> Betulia; per<br />

34 giorni i suoi abitanti resistettero,<br />

ma poi l‛acqua<br />

mancò nelle cisterne e la<br />

sete <strong>di</strong>venne terribile. Il<br />

popolo gridò ai capi <strong>di</strong> trattare<br />

la resa: meglio schiavi<br />

che morire <strong>di</strong> sete. “Resistiamo<br />

ancora cinque giorni<br />

fratelli e in questo tempo il<br />

Signore avrà misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

noi... Ma se proprio passeranno<br />

e non ci arriverà alcun<br />

aiuto, farò come chiedete”.<br />

Co<strong>sì</strong> decise Ozia, il capo<br />

<strong>della</strong> città. A questo punto<br />

entra in scena Giu<strong>di</strong>tta. Era<br />

vedova, senza figli, ancora<br />

giovane e bella, ma non<br />

pensava a nuove nozze e<br />

passava i suoi giorni nella<br />

preghiera e nel <strong>di</strong>giuno. Saputo<br />

<strong>della</strong> decisione presa<br />

dai capi li rimproverò: non si<br />

possono porre con<strong>di</strong>zioni a<br />

Dio, non si può contrattare<br />

con lui, Dio è Dio, bisogna<br />

solo fi darsi e pregare. Con<br />

coraggio Giu<strong>di</strong>tta decise <strong>di</strong><br />

andare nel campo nemico,<br />

sicura che il Signore, per<br />

mano sua, avrebbe aiutato<br />

Israele. Col capo cosparso<br />

<strong>di</strong> cenere si gettò a terra<br />

implorando Dio <strong>di</strong> darle<br />

forza per fare ciò che aveva<br />

deciso. Poi si tolse la veste<br />

da lutto e indossò gli abiti<br />

<strong>della</strong> festa, si profumò e si<br />

adornò con collane e <strong>di</strong>ademi<br />

e con la sua serva uscì dalla<br />

porta <strong>della</strong> città verso<br />

l‛accampamento nemico. Il<br />

generale Oloferne, quando<br />

la vide, restò ammirato dalla<br />

sua bellezza e dalla saggezza<br />

del suo parlare e la invitò<br />

nella sua tenda dove fece<br />

preparare un gran banchetto.<br />

Mangiò e bevve abbondantemente<br />

il generale, poi<br />

mezzo ubriaco e insonnolito<br />

crollò sul letto. Giu<strong>di</strong>tta<br />

allora prese la scimitarra lì<br />

accanto e tagliò la testa <strong>di</strong><br />

Oloferne. Con l‛aiuto <strong>della</strong><br />

sua serva, la raccolse e col<br />

favore <strong>della</strong> notte le due<br />

donne uscirono dall‛accampamento<br />

e tornarono nella<br />

città. “Lodate Dio – gridò<br />

Giu<strong>di</strong>tta al popolo accorso<br />

– che per mano mia ha<br />

schiacciato i nostri nemici.<br />

Ecco la testa <strong>di</strong> Oloferne.<br />

Il Signore lo ha colpito per<br />

mano <strong>di</strong> una donna. Sia lode<br />

al Signore!”.


Il problema centrale e più urgente <strong>della</strong> Chiesa<br />

è la qualità <strong>della</strong> fede dei credenti.<br />

Un anno per<br />

entusiasmarci <strong>di</strong> fede<br />

La Chiesa <strong>di</strong> Genova entra nell’Anno <strong>della</strong> Fede accompagnata dalla Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a,<br />

che a settembre comincia il suo pellegrinaggio in città. La “Peregrinatio Mariae” sarà solo<br />

l’inizio <strong>di</strong> un anno a cui la Diocesi sta lavorando da tempo perché sia ricco <strong>di</strong> opportunità e<br />

strumenti, da offrire a tutti coloro che vogliono riscoprire la fede nella gioia e in profon<strong>di</strong>tà. Ne<br />

abbiamo parlato con S.E. Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo <strong>di</strong> Genova e presidente<br />

<strong>della</strong> Conferenza Episcopale Italiana.<br />

intervista <strong>di</strong> ivana zanobelli a s.e. il card. angelo bagnasco<br />

La presentazione<br />

dell’Anno <strong>della</strong><br />

Fede alla stampa lo scorso<br />

21 giugno da parte <strong>di</strong><br />

Mons. Rino Fisichella,<br />

presidente del Pontifi cio<br />

Consiglio per la Promozione<br />

<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione,<br />

esprime, oltre<br />

che desiderio <strong>di</strong> celebrazione<br />

<strong>della</strong> bellezza <strong>della</strong><br />

fede, anche una grande<br />

preoccupazione quando<br />

parla <strong>di</strong> “crisi antropologica<br />

che ha lasciato l’uomo<br />

a sé stesso” e <strong>della</strong> “necessità<br />

<strong>di</strong> andare oltre la<br />

povertà spirituale in cui<br />

si trovano molti contemporanei”.<br />

La situazione<br />

non è rosea anche per la<br />

Chiesa genovese dove le<br />

panche sono sempre più<br />

vuote, <strong>di</strong>minuiscono i ma-<br />

trimoni e i battesimi e<br />

co<strong>sì</strong> via. L’Anno <strong>della</strong> Fede<br />

sarà davvero la priorità<br />

assoluta <strong>della</strong> Chiesa per<br />

l’anno 2013? Che ere<strong>di</strong>tà<br />

vorrà lasciare?<br />

La priorità in<strong>di</strong>viduata dal<br />

Motu Proprio “Annus Fidei”<br />

del Papa è la necessità <strong>di</strong> un<br />

risveglio e <strong>di</strong> una nuova con-<br />

sapevolezza <strong>della</strong> fede da parte<br />

dei credenti. Già dall’inizio<br />

del suo pontifi cato<br />

Benedetto XVI aveva detto<br />

che il problema centrale e<br />

più urgente <strong>della</strong> Chiesa nel<br />

mondo, e soprattutto in occidente,<br />

è la qualità <strong>della</strong> fede<br />

dei credenti, non la “non<br />

(continua a pag. 16)<br />

15


Un anno per entusiasmarci <strong>di</strong> fede<br />

(segue da pag. 15)<br />

fede” dei non credenti. Nel<br />

<strong>di</strong>scorso per gli auguri natalizi<br />

del 2011 il Santo Padre<br />

aveva sottolineato <strong>di</strong> aver<br />

vissuto nel corso <strong>di</strong> quell’anno<br />

due esempi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> <strong>della</strong><br />

bellezza e <strong>della</strong> gioia <strong>della</strong><br />

fede: la giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

<strong>della</strong> Gioventù a Madrid, con<br />

la partecipazione <strong>di</strong> 2 milioni<br />

<strong>di</strong> giovani, e il viaggio apostolico<br />

nel Benin dove era<br />

stato colpito dalla testimonianza<br />

<strong>di</strong> una fede entusiasta<br />

in Cristo Gesù e <strong>della</strong> gioia <strong>di</strong><br />

appartenere alla Chiesa da<br />

parte <strong>di</strong> una popolazione che<br />

vive situazioni <strong>di</strong> estrema miseria<br />

e <strong>di</strong> scarsa libertà religiosa.<br />

Benedetto XVI metteva a<br />

confronto questa esplosione<br />

<strong>di</strong> entusiasmo con la fede un<br />

po’ tiepida, stanca, a volte critica<br />

e lamentosa del mondo<br />

occidentale. Per essere annunciata,<br />

la fede non può apparire<br />

tiepida e languida, deve<br />

essere, invece, coraggiosa,<br />

gioiosa, piena <strong>di</strong> entusiasmo,<br />

certamente non superfi ciale<br />

ma profonda perché ra<strong>di</strong>cata<br />

nell’amore <strong>di</strong> Dio. Questa è la<br />

premessa per qualunque<br />

evangelizzazione. Non si può<br />

comunicare un fuoco spento<br />

ma un fuoco che brilla, illumina<br />

e riscalda.<br />

Abbiamo dunque un anno<br />

<strong>di</strong> tempo per riscoprire la<br />

positività e la bellezza <strong>della</strong><br />

fede ed essere più cre<strong>di</strong>bili<br />

come cristiani?<br />

La fede non può essere comunicata<br />

nella pesantezza,<br />

ma nella gioia e nella fl ui<strong>di</strong>tà<br />

del proprio volto e del proprio<br />

vivere. Chi possiede la<br />

16<br />

gioia la comunica, altrimenti<br />

la fede non è né attrattiva né<br />

contagiosa. Non si tratta <strong>di</strong><br />

gioia apparente o forzata per<br />

vendere un prodotto, ma <strong>di</strong><br />

gioia interiore che nasce,<br />

come per i <strong>di</strong>scepoli, dallo<br />

scoprire che Gesù è la ragione<br />

dell’esistenza, il senso <strong>di</strong> tutto.<br />

Senza <strong>di</strong> lui tutto si spe-<br />

“La fede non può<br />

essere comunicata<br />

nella pesantezza,<br />

ma nella gioia.<br />

Non si tratta<br />

<strong>di</strong> gioia apparente<br />

ma interiore che<br />

nasce dallo scoprire<br />

che Gesù è<br />

il senso <strong>di</strong> tutto”<br />

gne, non siamo più nulla, ci<br />

sentiamo persi. “Senza Dio<br />

non c’è futuro” ha detto Benedetto<br />

XVI in Germania, parole<br />

sintetiche che devono<br />

essere continuamente approfon<strong>di</strong>te.<br />

Noi corriamo il rischio<br />

<strong>di</strong> interpretare la gioia<br />

<strong>della</strong> fede in maniera banale<br />

e, invece, c’è una sostanziosità<br />

dentro che la rende impegnativa<br />

ma anche, proprio<br />

perché coinvolgente, ra<strong>di</strong>calmente<br />

bella. La verità su Dio è<br />

che “Deus Caritas est”, Dio è<br />

amore e, dato che tutti desideriamo<br />

amare ed essere amati<br />

perché veniamo dalla Trinità<br />

che è amore, comunione,<br />

famiglia, sappiamo che vivere<br />

l’amore è bello e entusia-<br />

smante, ma anche impegnativo.<br />

Quando il papa parla <strong>della</strong><br />

gioia <strong>della</strong> fede è perché la<br />

fede è un rapporto <strong>di</strong> amore<br />

con il “tu” <strong>di</strong> Cristo o, se vogliamo,<br />

con Dio che ci ha rivelato<br />

il suo “tu” e il suo volto<br />

in Gesù, un Dio che ama e<br />

chiede <strong>di</strong> essere riamato. Il<br />

“ma io vi <strong>di</strong>co” esigente <strong>di</strong><br />

Gesù è venuto a portarci l’anima<br />

dei comandamenti che<br />

entra nel cuore e non soltanto<br />

nell’azione. Questo non <strong>di</strong>minuisce<br />

la gioia, anzi. Se la<br />

gioia <strong>di</strong>minuisse, vuol <strong>di</strong>re<br />

che era superfi ciale, come in<br />

una coppia dove tutto va<br />

bene fi nché c’è l’innamoramento,<br />

poi quando incomincia<br />

l’amore vero, che è fatto<br />

<strong>di</strong> impegno, fedeltà, coerenza,<br />

quoti<strong>di</strong>anità, ripetizione<br />

dei gesti, allora voler bene <strong>di</strong>venta<br />

peso. La fede, come l’amore,<br />

se resta solamente<br />

emozione e innamoramento<br />

è bella, ma non dura.<br />

Molte sono le iniziative per<br />

promuovere una riscoperta<br />

<strong>della</strong> fede e certamente<br />

ogni <strong>di</strong>ocesi ne metterà in<br />

campo <strong>di</strong> proprie. A Genova<br />

lei ha scelto la “Peregrinatio<br />

Mariae”. Perché?<br />

Intanto bisogna precisare<br />

che la “Peregrinatio Mariae”<br />

è solo un inizio, la porta d’ingresso<br />

dell’Anno <strong>della</strong> Fede<br />

non è l’Anno <strong>della</strong> Fede. Perché<br />

la Madonna? Perché, essendo<br />

lei Madre <strong>di</strong> Dio e madre<br />

nostra, è colei che può<br />

introdurci al mistero <strong>di</strong> Cristo.<br />

Questo è un dato fondamentale<br />

<strong>di</strong> tipo teologico,<br />

ascetico e spirituale. Chi me-


“C’è una<br />

sostanziosità<br />

nella fede che<br />

la rende impegnativa<br />

ma anche,<br />

proprio perché<br />

coinvolgente,<br />

ra<strong>di</strong>calmente bella.<br />

Proprio come l’amore”<br />

glio <strong>di</strong> una madre conosce il<br />

figlio e può introdurci alla<br />

conoscenza dell’amore <strong>di</strong><br />

lui? La Madonna è anche la<br />

prima e più grande <strong>di</strong>scepola<br />

del Signore e verrà per le nostre<br />

strade e per le nostre<br />

chiese ad aiutarci, con la sua<br />

preghiera materna e il suo<br />

esempio, a incontrare il Figlio.<br />

A ogni stazione <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a nei<br />

ventisette vicariati <strong>della</strong> <strong>di</strong>ocesi,<br />

dal 22 settembre al 9 <strong>di</strong>cembre,<br />

sono previste tre catechesi<br />

obbligatorie su temi<br />

mariani: ‘Maria e l’incarnazione’,<br />

‘Maria e la Pasqua’,<br />

‘Maria modello e madre’. Ter-<br />

le ragioni del <strong>credere</strong><br />

minata la “Peregrinatio”, e<br />

co<strong>sì</strong> entrati attraverso Maria<br />

nell’Anno <strong>della</strong> Fede, abbiamo<br />

in<strong>di</strong>viduato nelle scuole<br />

vicariali, grande tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>della</strong> nostra Diocesi, un primo<br />

fondamentale momento<br />

<strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> crescita<br />

<strong>della</strong> fede e abbiamo proposto<br />

il Credo Apostolico in<br />

nove incontri che saranno<br />

offerti a catechisti, educatori,<br />

ministranti, ministri dell’eucarestia,<br />

operatori <strong>della</strong> carità,<br />

singoli parrocchiani. Tutti<br />

saranno invitati a un momento<br />

unitario a livello <strong>di</strong>ocesano<br />

<strong>di</strong> riscoperta del Credo.<br />

Sono in preparazione le<br />

tracce che rimandano molto<br />

alla Scrittura e al Catechismo<br />

<strong>della</strong> Chiesa Cattolica, sintesi<br />

autorevole e completa delle<br />

verità <strong>di</strong> fede. Assieme a questo<br />

inviteremo ogni parrocchia<br />

ad organizzare la novena<br />

<strong>di</strong> Pentecoste sul tema<br />

“Pregare con il Concilio” per<br />

non <strong>di</strong>menticare i cinquant’anni<br />

del Concilio Vaticano<br />

II. Stiamo preparando<br />

Per prepararsi all’Anno <strong>della</strong> Fede<br />

(11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013)<br />

• Sito ufficiale www.annusfidei.va, pre<strong>di</strong>sposto<br />

dal Pontificio Consiglio per la Promozione <strong>della</strong> Nuova<br />

Evangelizzazione.<br />

• Benedetto XVI, Lettera apostolica<br />

“Porta Fidei”<br />

• Benedetto XVI, La gioia <strong>della</strong> fede,<br />

Ed. S. Paolo, 2012<br />

• Congregazione per la Dottrina <strong>della</strong><br />

Fede, In<strong>di</strong>cazioni pastorali per<br />

l’Anno <strong>della</strong> Fede<br />

Il logo ufficiale dell’Anno <strong>della</strong> Fede.<br />

un sussi<strong>di</strong>o che potrà essere<br />

utilizzato dai parroci nelle<br />

parrocchie per la novena, ma<br />

anche a livello familiare e<br />

personale dai singoli fedeli.<br />

Insisteremo molto con i sacerdoti<br />

perché le omelie domenicali<br />

siano particolarmente<br />

curate. Esse sono,<br />

infatti, non solo un momento<br />

catechetico e omiletico,<br />

ma anche uno strumento <strong>di</strong><br />

evangelizzazione perché possono<br />

<strong>di</strong>ventare un momento<br />

<strong>di</strong> annuncio importante per<br />

le persone che vengono a<br />

messa occasionalmente per<br />

matrimoni, comunioni, battesimi<br />

e funerali. Stiamo pre-<br />

“La ‘Peregrinatio Mariae’,<br />

il pellegrinaggio <strong>della</strong><br />

statua <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a in città,<br />

è solo un inizio,<br />

la porta d’ingresso<br />

dell’Anno <strong>della</strong> Fede. La<br />

Madre <strong>di</strong> Dio<br />

e nostra ci introduce<br />

co<strong>sì</strong> al mistero <strong>di</strong> Cristo”<br />

parando delle tracce <strong>di</strong> omelie<br />

che i parroci potranno<br />

utilizzare, se lo riterranno<br />

utile. È pronta anche una<br />

traccia per aiutarci a riflettere<br />

sulla fede delle nostre comunità<br />

parrocchiali e dei gruppi,<br />

ma anche delle nostre famiglie<br />

e dei singoli. Si tratta<br />

<strong>di</strong> una traccia semplice, preparata<br />

assieme al Consiglio<br />

(continua a pag. 18)<br />

17


Un anno per entusiasmarci <strong>di</strong> fede<br />

(segue da pag. 17)<br />

Pastorale e al Consiglio Presbiterale,<br />

che vuole essere<br />

uno stimolo per capire lo stato<br />

<strong>di</strong> salute <strong>della</strong> nostra fede<br />

e quali possano essere i criteri<br />

e i parametri per valutare e<br />

metterci davanti al dono<br />

straor<strong>di</strong>nario <strong>della</strong> nostra<br />

fede. Infine, non c’è Anno<br />

<strong>della</strong> Fede senza la Carità: per<br />

questo il primo atto <strong>di</strong> carità<br />

già stabilito con i vicari foranei<br />

è che durante il pellegrinaggio<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a tutto ciò che sarà<br />

raccolto sarà de<strong>di</strong>cato ai Centri<br />

<strong>di</strong> Ascolto Vicariali.<br />

Proprio il Concilio Vaticano<br />

II, il cui anniversario<br />

segna l’inizio dell’Anno<br />

<strong>della</strong> Fede, ha sottolineato<br />

una fede cristocentrica<br />

che porta meno a parlare<br />

<strong>della</strong> Madonna e dei San-<br />

“Il pellegrinaggio<br />

ci porta a contemplare<br />

il cielo per contemplare<br />

meglio il mondo<br />

e i nostri fratelli<br />

ed essere pronti<br />

ad abbracciare<br />

la terra”<br />

ti tanto che la devozione<br />

popolare per Maria è più<br />

ra<strong>di</strong>cata negli anziani<br />

che non nei giovani. Come<br />

porsi <strong>di</strong> fronte a lei in<br />

modo corretto e, soprattutto,<br />

che cosa chiedere<br />

alla Madonna?<br />

La preoccupazione che la<br />

18<br />

pietà mariana non sia <strong>di</strong><br />

grande attualità può essere<br />

vera, tuttavia i miei confratelli<br />

vescovi italiani ed europei<br />

- francesi, tedeschi e<br />

dell’Europa dell’Est, ad esempio<br />

- restano sorpresi nel<br />

constatare che preparare e vivere<br />

bene alcune feste mariane<br />

e anche <strong>di</strong> santi suscita<br />

un’attenzione <strong>di</strong> popolo straor<strong>di</strong>naria.<br />

E alle manifestazioni<br />

sono presenti anche<br />

molti giovani. Un esempio<br />

per tutti è Lourdes. Io insisto<br />

molto perché i nostri giovani<br />

quin<strong>di</strong>cenni e se<strong>di</strong>cenni facciano<br />

questa grande esperienza<br />

formativa che muove<br />

il cuore e la mente e interroga<br />

sulla fede. A Lourdes c’è<br />

preghiera, sacramento, servizio,<br />

fraternità, senso <strong>della</strong><br />

Chiesa, internazionalità che<br />

apre orizzonti. Cosa chiedere<br />

a Maria? Io non mi sono mai<br />

fatto il problema o il timore<br />

che la Madonna possa in<br />

qualche modo oscurare Gesù.<br />

Cosa si chiede a una Madre?<br />

Tutto: protezione <strong>di</strong> madre,<br />

sguardo <strong>di</strong> benevolenza, <strong>di</strong><br />

attenzione, <strong>di</strong> presenza. Pensiamo<br />

alle nostre madri naturali,<br />

io ricordo la mia: il solo<br />

pensiero <strong>di</strong> lei e <strong>della</strong> sua preghiera<br />

mi incoraggiava e mi<br />

aiutava. Due cose soprattutto<br />

potremmo insistere a chiedere<br />

alla Madonna: il dono <strong>di</strong><br />

una fede più forte e gioiosa<br />

in Gesù, amore per la Chiesa<br />

e che ci accompagni nel nostro<br />

pellegrinare terreno.<br />

La Madonna che si mette<br />

in cammino e compie un<br />

pellegrinaggio per venirci<br />

“Cosa si chiede a<br />

una Madre? Tutto...<br />

Ma soprattutto<br />

il dono <strong>di</strong> una fede<br />

più forte e gioiosa<br />

in Gesù, l’amore per<br />

la Chiesa e che<br />

ci accompagni nel<br />

nostro pellegrinare<br />

terreno”<br />

ad incontrare è un simbolo<br />

suggestivo. Che messaggio<br />

possiamo trarne?<br />

Il primo messaggio del pellegrinaggio<br />

è che la vita è un<br />

cammino dalla terra al cielo,<br />

dal tempo all’eternità. Parlare<br />

del cielo e dell’eternità<br />

nella nostra cultura prevalentemente<br />

materialista e<br />

malata <strong>di</strong> onnipotenza, sembra<br />

danneggiare il tempo<br />

presente, invece è tutto il<br />

contrario: ci aiuta a guardare<br />

il cielo per conoscere e amare<br />

<strong>di</strong> più la terra, ci invita a incontrarci<br />

con gli altri e a conoscerli<br />

non solo come nostri<br />

simili, ma come fratelli e<br />

prossimi. Il pellegrinaggio,<br />

quello <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Guar<strong>di</strong>a ci invia verso il<br />

monte, verso l’alto, ci porta a<br />

contemplare il cielo per contemplare<br />

meglio il mondo e i<br />

nostri fratelli nella loro verità<br />

e <strong>di</strong>gnità. Soprattutto ci aiuta<br />

a essere pronti ad abbracciare<br />

la terra. C’è una bellissima<br />

pagina nei “Fratelli Karamazov”<br />

<strong>di</strong> Dostoevskij quando<br />

il monaco Alioscia, alla morte<br />

del suo starez Cosima, sotto<br />

il cielo stellato cade a terra<br />

e allarga le braccia per abbracciare<br />

il mondo. In modo<br />

poetico si può <strong>di</strong>re che, per<br />

abbracciare la terra, bisogna<br />

saper abbracciare il cielo.


Cibo, acqua, sale,<br />

luce. Fede è tutto.<br />

alma severino<br />

Nella lettera apostolica con la quale si<br />

in<strong>di</strong>ce l’Anno <strong>della</strong> Fede, che avrà<br />

inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo<br />

anniversario dell’apertura del Concilio<br />

Vaticano II e terminerà nella solennità<br />

<strong>di</strong> Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo,<br />

il 24 novembre 2013, Papa Benedetto<br />

XVI afferma: “La ‘porta <strong>della</strong> fede’ (cfr. At<br />

14,27) che introduce alla vita <strong>di</strong> comunione<br />

con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa<br />

è sempre aperta per noi. È possibile oltrepassare<br />

quella soglia quando la Parola <strong>di</strong> Dio<br />

viene annunciata e il cuore si lascia plasmare<br />

dalla grazia che trasforma. Attraversare quella<br />

porta comporta immettersi in un cammino<br />

che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo<br />

(cfr Rm 6,4), me<strong>di</strong>ante il quale possiamo<br />

chiamare Dio con il nome <strong>di</strong> Padre, e si<br />

conclude con il passaggio attraverso la morte<br />

alla vita eterna, frutto <strong>della</strong> risurrezione del<br />

Signore Gesù che, con il dono dello Spirito<br />

Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa<br />

gloria quanti credono in Lui (cfr Gv 4,8)”.<br />

“Non possiamo accettare - <strong>di</strong>ce ancora il Pontefice<br />

nella sua lettera apostolica - che il sale<br />

<strong>di</strong>venti insipido e la luce sia tenuta nascosta<br />

(cfr Mt 5,13-16): anche l’uomo <strong>di</strong> oggi può<br />

sentire <strong>di</strong> nuovo il bisogno <strong>di</strong> recarsi come la<br />

samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni<br />

<strong>di</strong> Benedetto XVI.<br />

invita a <strong>credere</strong> in Lui e ad attingere alla sua<br />

sorgente, zampillante <strong>di</strong> acqua viva (cfr Gv<br />

4,14). Dobbiamo ritrovare il gusto <strong>di</strong> nutrirci<br />

<strong>della</strong> Parola <strong>di</strong> Dio, trasmessa dalla Chiesa in<br />

modo fedele e del Pane <strong>della</strong> vita, offerti a sostegno<br />

<strong>di</strong> quanti sono suoi <strong>di</strong>scepoli (cfr Gv<br />

6,51)”. A 50 anni dal Concilio e a 20 anni<br />

dalla pubblicazione del “Catechismo <strong>della</strong><br />

Chiesa Cattolica”, Benedetto XVI <strong>di</strong>ce a<br />

tutti noi: “‘La Parola del Signore corra e sia<br />

glorificata’ (2Ts 3,1): possa questo Anno <strong>della</strong><br />

Fede rendere sempre più saldo il rapporto<br />

con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è<br />

la certezza per guardare al futuro e la garanzia<br />

<strong>di</strong> un amore autentico e duraturo. Le parole<br />

dell’apostolo Pietro gettano un ultimo<br />

squarcio <strong>di</strong> luce sulla fede: ‘Perciò siete ricolmi<br />

<strong>di</strong> gioia, anche se ora dovete essere, per<br />

un po’ <strong>di</strong> tempo, afflitti da varie prove, affinché<br />

la vostra fede, messa alla prova, molto<br />

più preziosa dell’oro – destinato a perire e<br />

tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra<br />

lode, gloria e onore quando Gesù Cristo<br />

si manifesterà. Voi lo amate pur senza averlo<br />

visto e ora, senza vederlo, credete in Lui.<br />

Perciò esultate <strong>di</strong> gioia in<strong>di</strong>cibile e gloriosa,<br />

mentre raggiungete la mèta <strong>della</strong> vostra fede:<br />

la salvezza delle anime’ (I Pt 1,6-9)”.<br />

(continua a pag. 20)<br />

19


Cibo, acqua, sale, luce. Fede è tutto.<br />

(segue da pag. 19)<br />

LA PEREGRINATIO MARIAE DEL 1949<br />

L’Arcivescovo <strong>di</strong> Genova, Car<strong>di</strong>nale Angelo<br />

Bagnasco, desidera che sia Maria, colei che<br />

porta Gesù sulle sue braccia, ad introdurre<br />

la Chiesa genovese all’Anno <strong>della</strong> Fede. La<br />

Statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a farà un<br />

“pellegrinaggio” in ogni vicariato <strong>della</strong> Diocesi.<br />

Come molti ancora ricordano, la “peregrinatio”<br />

più nota avvenne nel maggio<br />

del 1949: per decisione dell’Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> Genova S.E. Mons. Giuseppe Siri, la<br />

Statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a scese in<br />

città per essere vicina ai suoi figli che da poco<br />

erano usciti dalle atrocità <strong>della</strong> guerra.<br />

L’Arcivescovo recitò una preghiera per tale<br />

occasione nella Cattedrale <strong>di</strong> S. Lorenzo che<br />

terminava co<strong>sì</strong>: “Vi atten<strong>di</strong>amo dunque, o<br />

Madre nostra, venite tra tutti i vostri figli a<br />

ridestare fede e virtù, a rinsaldare fedeltà<br />

e amore fra tutti i fratelli; venite! La vostra<br />

venuta sarà il segno <strong>della</strong> concor<strong>di</strong>a e <strong>della</strong><br />

pace!” (20 marzo 1948).<br />

20<br />

Genova e l’Anno <strong>della</strong> Fede:<br />

ecco cosa si prepara<br />

In questo periodo in cui tutto il mondo è<br />

attanagliato da una crisi economico-finanziaria<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile gestione e superamento<br />

ecco che noi cristiani genovesi abbiamo<br />

l’opportunità <strong>di</strong> essere “visitati” dalla<br />

Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a che scende<br />

dal Monte Figogna per recarsi in mezzo<br />

alla gente <strong>di</strong> Genova affinché possa sentirsi<br />

confortata da una presenza dolce e rigeneratrice.<br />

Cerchiamo Gesù, ma dove lo<br />

cerchiamo se non in braccio a sua Madre?<br />

Quando Maria apparve a Benedetto Pareto,<br />

teneva fra le sue braccia il santo Bambino<br />

e l’umile conta<strong>di</strong>no nell’inginocchiarsi venerò<br />

Maria e adorò Gesù. Dal 22 settembre,<br />

dunque, la Madre <strong>di</strong> Gesù ci porterà il suo<br />

figliolo, e noi potremo co<strong>sì</strong> venerare Lei e<br />

pregare Gesù affinché ci doni nuovamente<br />

una fede feconda che spesso si<br />

è intiepi<strong>di</strong>ta e affievolita. Quella fede che<br />

può donarci un poco <strong>di</strong> serenità in questi<br />

tempi <strong>di</strong> crisi <strong>di</strong>fficile e precaria.<br />

• Dal 22 settembre al 9 <strong>di</strong>cembre la Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a visita i 27 vicariati <strong>della</strong><br />

Diocesi. Sono previste tre catechesi obbligatorie su temi mariani: “Maria e l’incarnazione”,<br />

“Maria e la Pasqua”, “Maria modello e madre”<br />

• Le offerte raccolte durante il pellegrinaggio <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a in ogni vicariato, saranno<br />

de<strong>di</strong>cate ai Centri <strong>di</strong> Ascolto Vicariali<br />

• Dopo la “Peregrinatio”, ormai pienamente nell’Anno <strong>della</strong> Fede, presso le scuole vicariali, un<br />

primo momento <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> crescita <strong>della</strong> fede con nove incontri sul “Credo Apostolico”<br />

per catechisti, educatori, ministranti, ministri dell’eucarestia, operatori <strong>della</strong><br />

carità, singoli parrocchiani<br />

• È previsto anche un momento unitario a livello <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> riscoperta del Credo<br />

• Saranno <strong>di</strong>sponibili tracce con riferimenti alla Scrittura e al Catechismo <strong>della</strong> Chiesa Cattolica<br />

• Ogni parrocchia sarà invitata ad organizzare la novena <strong>di</strong> Pentecoste sul tema “Pregare<br />

con il Concilio” per non <strong>di</strong>menticare i 50 anni del Concilio Vaticano II. Sarà <strong>di</strong>sponibile un<br />

sussi<strong>di</strong>o per i parroci ma anche per famiglie e singoli<br />

• Cura delle omelie non solo come strumento catechetico ed omiletico (per chi frequenta or<strong>di</strong>nariamente<br />

la Messa) ma anche come strumento <strong>di</strong> evangelizzazione e momento <strong>di</strong> annuncio<br />

importante per le persone che vengono a messa occasionalmente. A <strong>di</strong>sposizione dei sacerdoti,<br />

anche tracce <strong>di</strong> omelie.<br />

• È pronta anche una traccia per comunità parrocchiali, gruppi, famiglie e singoli, preparata<br />

assieme al Consiglio Pastorale e al Consiglio Presbiterale, che vuole essere<br />

uno stimolo per capire lo stato <strong>di</strong> salute <strong>della</strong> fede e come accoglierla pienamente.


Genova, 1949, Peregrinatio Mariae.<br />

le ragioni del <strong>credere</strong><br />

21


Maria apparve e <strong>di</strong>sse...<br />

22<br />

ilaria giusto<br />

La Salette,<br />

Maria chiede conversione<br />

19 paesino <strong>della</strong> Diocesi <strong>di</strong> Gre-<br />

Settembre 1846, La Salette,<br />

noble in Francia. Melanie e Maximin,<br />

due pastorelli, portano il gregge al pascolo<br />

come d’abitu<strong>di</strong>ne ma, a <strong>di</strong>fferenza del solito,<br />

si addormentano e, al risveglio, non trovano<br />

più il gregge. Si <strong>di</strong>vidono alla ricerca degli<br />

animali ed ecco Melanie, raggiunta subito da<br />

Maximin, vede una luce e, poi, sempre più<br />

chiara, la fi gura <strong>di</strong> una donna accovacciata<br />

con la testa tra le mani, piangente.<br />

“Avvicinatevi, <strong>di</strong>ce, non abbiate paura!<br />

Sono qui per darvi una grande notizia.” Il<br />

messaggio rimprovera la condotta degli abitanti<br />

<strong>di</strong> La Salette e, più in generale, degli uomini<br />

che vivono senza pensare a Dio.<br />

Ma soprattutto l’invito è alla conversione.<br />

Al centro <strong>di</strong> tale messaggio sta il “segreto”<br />

che essi devono custo<strong>di</strong>re fi no a nuovo or<strong>di</strong>ne.<br />

Nel 1851, dopo molteplici traversie, viene<br />

riconosciuta l’autenticità dell’apparizione<br />

separando, però, il destino del messaggio e<br />

dell’ideale <strong>di</strong> tale evento straor<strong>di</strong>nario<br />

dal destino dei veggenti. Il<br />

Vescovo del tempo <strong>di</strong>sse infatti:<br />

“La missione dei pastori è fi nita,<br />

comincia quella <strong>della</strong> Chiesa.”<br />

Ed ecco, co<strong>sì</strong>, che Melanie viene<br />

esclusa dall’istituto <strong>di</strong><br />

religiose presso le quali aveva<br />

già svolto il proprio cammino<br />

<strong>di</strong> noviziato e tacciata <strong>di</strong> essere<br />

squilibrata ed isterica, mentre<br />

Maximin viene escluso<br />

dal Seminario maggiore<br />

dove aveva intrapreso gli stu<strong>di</strong><br />

con buoni risultati. I segreti<br />

riguardano la Francia (perderà la fede intorno<br />

“all’anno 2000”), il mondo, “il Papa del<br />

futuro, che nessuno si aspetta” (Giovanni<br />

Paolo II? Primo Papa straniero dopo il Rinascimento):<br />

“Gli spareranno addosso, ma non<br />

riusciranno”. L’autenticità del messaggio <strong>di</strong><br />

conversione portato con questa apparizione<br />

e del segreto sono storicamente comprovati<br />

da documenti anche ine<strong>di</strong>ti e da autorevoli<br />

testimoni, ma ciò che più colpisce è, prima<br />

<strong>di</strong> ogni altra cosa, l’atteggiamento iniziale <strong>di</strong><br />

Maria: “Accovacciata, con la testa tra le mani<br />

e piangente” a signifi care il dolore dato al<br />

suo cuore dall’atteggiamento in<strong>di</strong>fferente<br />

<strong>di</strong> tanti che sembrano quasi aver <strong>di</strong>menticato<br />

e voler <strong>di</strong>menticare la voce<br />

<strong>della</strong> loro coscienza e del loro cuore.<br />

Altra cosa che colpisce è la forte e<br />

indefessa persecuzione perpetrata<br />

da alti prelati nei confronti dei giovani<br />

veggenti. I pastorelli, colpiti<br />

da ogni parte, non cessano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere<br />

e <strong>di</strong> testimoniare quanto<br />

loro accaduto, de<strong>di</strong>cando<br />

tutta la loro vita<br />

alla <strong>di</strong>ffusione del<br />

messaggio <strong>della</strong> Madonna<br />

co<strong>sì</strong> come Lei<br />

aveva loro chiesto. Dimostrazioni<br />

che possono<br />

essere tali solo<br />

se accompagnate da<br />

uno sguardo <strong>di</strong> fede<br />

che ogni “evento”<br />

soprannaturale <strong>della</strong><br />

nostra vita richiede e<br />

quasi esige.


succede in Chiesa<br />

alma severino<br />

• Luglio. Annunciato il tema scelto da Papa Benedetto XVI per la 46° Giornata Mon<strong>di</strong>ale <strong>della</strong> Pace,<br />

che verrà celebrata il 1° gennaio 2013: “Beati gli operatori <strong>di</strong> pace”. Il messaggio che il Papa <strong>di</strong>ffonderà<br />

per l’occasione “intende incoraggiare tutti a sentirsi responsabili riguardo alla costruzione <strong>della</strong> pace” in un<br />

contesto particolarmente complesso. Tra gli argomenti toccati dal messaggio pontifi cio, la pace interiore e<br />

quella esteriore, l’emergenza antropologica, il nichilismo, la libertà <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong> espressione, <strong>di</strong> credo religioso,<br />

una rifl essione etica sulla crisi economica e fi nanziaria, l’emergenza educativa, la crisi delle istituzioni,<br />

<strong>della</strong> politica e <strong>della</strong> democrazia. Non mancherà il ricordo del 50° anniversario del Concilio Vaticano II e<br />

dell’enciclica Pacem in terris del B. Papa Giovanni XXIII.<br />

• Luglio. Presentata da Mons. Orani João Tempesta, arcivescovo <strong>di</strong> Rio de Janeiro e presidente del<br />

Comitato organizzatore, la preghiera uffi ciale per la GMG 2013, la Giornata Mon<strong>di</strong>ale <strong>della</strong> Gioventù in<br />

programma appunto a Rio nel luglio 2013. La preghiera chiede a Dio Padre <strong>di</strong> aiutare i giovani ad essere<br />

“gli evangelizzatori <strong>di</strong> cui la Chiesa ha bisogno nel Terzo Millennio”, “i <strong>di</strong>scepoli missionari <strong>della</strong> nuova<br />

evangelizzazione”, “gran<strong>di</strong> costruttori <strong>della</strong> cultura <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> pace e protagonisti <strong>di</strong> un mondo<br />

nuovo”. L’appuntamento è stato posto sotto la protezione <strong>di</strong> cinque santi patroni e tre<strong>di</strong>ci intercessori, e tra<br />

questi ultimi fi gurano anche gli italiani Pier Giorgio Frassati e Chiara Luce Badano, la giovane savonese<br />

proclamata beata il 25 settembre 2010.<br />

• 20-23 settembre. Si svolge alla Citta<strong>della</strong> <strong>di</strong> Loppiano (Incisa in Val d’Arno) la terza e<strong>di</strong>zione del Loppianolab<br />

2012, laboratorio nazionale in cui mettere in rete “idee per l’Italia” organizzato dal Movimento<br />

dei Focolari con incontri pubblici, <strong>di</strong>battiti, workshop e tavole rotonde. In particolare la manifestazione è<br />

promossa dal Gruppo E<strong>di</strong>toriale Città Nuova, il Polo impren<strong>di</strong>toriale Lionello Bonfanti, l’Istituto Universitario<br />

Sophia e Loppiano Centro Internazionale. Titolo <strong>della</strong> terza e<strong>di</strong>zione: “Italia Europa. Un unico<br />

cantiere tra giovani, lavoro e innovazione”. Tra i temi principali: economia, cultura, formazione, citta<strong>di</strong>nanza,<br />

intercultura e comunicazione in rete; imprese, sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili; servizi alla persona,<br />

attenzione all’uomo, all’ambiente e al cibo locale; politica, famiglia, emergenza educativa, legalità, informazione,<br />

arte... Da segnalare, nel programma, almeno la Convention italiana <strong>di</strong> Economia <strong>di</strong> Comunione dal titolo<br />

“EdC come impegno personale e collettivo: una possibilità per tutti” de<strong>di</strong>cata a tutti coloro che vogliono<br />

ripensare espressioni e luoghi dell’economia <strong>di</strong> fronte alle sfi de dell’attuale scenario economico.<br />

Pensierino <strong>della</strong> sera<br />

MEDITATE GENTE, MEDITATE!<br />

Di ritorno dal giro delle bene<strong>di</strong>zioni delle case, un parroco mi <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong><br />

essere rimasto stupito dalla quantità <strong>di</strong> giocattoli che aveva visto nelle<br />

stanze dei bambini. Se poi erano un po’ più gran<strong>di</strong> c’erano un sacco <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>avolerie tecnologiche <strong>di</strong> cui il pover’uomo non sapeva neanche il nome.<br />

Ma siamo proprio sicuri che i nostri fi gli hanno bisogno <strong>di</strong> tutto questo?<br />

Non corriamo il rischio <strong>di</strong> “drogarli” <strong>di</strong> regali, col risultato <strong>di</strong> farne<br />

aumentare la richiesta come se non bastasse mai? Le troppe cose possono<br />

fare da anestetico alla creatività e alla fantasia, co<strong>sì</strong> importanti nei<br />

bambini; perciò non sentiamoci in colpa se qualche volta <strong>di</strong>ciamo: NO.<br />

23


2 minuti per pensare<br />

24<br />

Una pillola <strong>di</strong> saggezza... ... e un sorso <strong>di</strong> buon umore<br />

a cura <strong>di</strong> Enrico Quaglia DUE AMICI SI INCONTRANO<br />

È MEGLIO<br />

RIFUGIARSI<br />

NEL SIGNORE,<br />

CHE CONFIDARE<br />

NEI POTENTI<br />

(Sal 119)<br />

ah!<br />

ah!<br />

ah...<br />

ah...<br />

ah!<br />

nucci scipilliti, laura siccar<strong>di</strong><br />

BACIA QUALCUNO PRIMA DI PARTIRE<br />

L e ruote del treno stridono più che mai sui binari, in una gelida e piovosa giornata d’inverno.<br />

Gli scompartimenti sono zeppi <strong>di</strong> passeggeri infreddoliti e infasti<strong>di</strong>ti.<br />

Buon giorno!<br />

Improvvisamente un bambino si fa strada tra le gambe scortesi degli adulti, <strong>di</strong> quelli che<br />

soltanto a malincuore sono <strong>di</strong>sposti a lasciarti passare. Mentre suo padre rimane sulla porta,<br />

il bambino si siede accanto al fi nestrino, circondato da adulti che gli lanciano occhiate non<br />

proprio amichevoli. Che bambino coraggioso, penso.<br />

Mentre il treno entra in un tunnel, succede qualcosa <strong>di</strong><br />

assolutamente inaspettato e strano. Il ragazzino scivola<br />

via dal suo posto e mi mette la mano sul ginocchio. Per<br />

un momento penso che voglia oltrepassarmi per ritornare<br />

da suo padre, co<strong>sì</strong> mi scosto un poco per lasciarlo<br />

passare. Ma invece <strong>di</strong> proseguire, lui si sporge in avanti e<br />

allunga la testa verso <strong>di</strong> me. Vuole <strong>di</strong>rmi qualcosa, penso,<br />

e mi chino per ascoltare cosa abbia da <strong>di</strong>re, ma mi<br />

sbaglio ancora: lui mi dà un piccolo bacio sulla guancia.<br />

Con mia grande sorpresa il bambino dà un bacio<br />

anche a tutti i passeggeri vicini a me. Poi torna al suo posto<br />

e guarda contento fuori dal fi nestrino. Sono colpito: cosa<br />

succede? Un bambino che bacia degli adulti sconosciuti mi<br />

incuriosisce non poco. Guar<strong>di</strong>amo tutti interrogativamente<br />

suo padre. “È co<strong>sì</strong> felice <strong>di</strong> essere vivo”,<br />

<strong>di</strong>ce il padre. “È stato molto malato.”<br />

Il treno si ferma e padre e fi glio scompaiono tra<br />

la folla. Le porte si richiudono, ma posso ancora<br />

sentire sulla guancia il bacio del bambino, un bacio che ha<br />

scatenato qualcosa <strong>di</strong> profondo. Quanti adulti vanno in giro baciandosi per la<br />

pura gioia <strong>di</strong> essere vivi? Quanti mai considerano un privilegio l’essere vivi? Che cosa accadrebbe<br />

se solo cominciassimo a essere noi stessi? Il bambino ci aveva dato un dolce, ma serio,<br />

schiaffo in faccia: non lasciamoci morire prima che il nostro cuore smetta <strong>di</strong> battere.<br />

ALLA FERMATA DEL BUS.<br />

- Ciao, come va?<br />

- Abbastanza bene.<br />

- Ti sei sposato?<br />

- Non ancora<br />

- E cosa aspetti?<br />

- Aspetto il bus.


All’Aquila vinse il rugby<br />

Aprile 2009. Ore 3.32.<br />

6 La città dorme ed è meno<br />

tranquilla del solito. È un po’<br />

che tutto si muove da solo in<br />

modo a volte impercettibile,<br />

altre volte in modo più evidente.<br />

Ma mai in modo preoccupante.<br />

Poi il rombo.<br />

Un’interminabile sequela <strong>di</strong><br />

secon<strong>di</strong> nei quali ogni cosa<br />

sembra dotarsi <strong>di</strong> vita propria,<br />

<strong>di</strong>struttiva. Ore 3.32.<br />

magnitudo 6.2. Roba mai vista<br />

da queste parti. Crolla<br />

tutto quello che non dovrebbe<br />

crollare. Vecchio o<br />

nuovo non importa. Molti<br />

restano sotto le macerie.<br />

Molti altri no. Si danno da<br />

fare appena lo shock causato<br />

dal terremoto li abbandona.<br />

Molte sono le vittime accertate<br />

ma potevano essere <strong>di</strong><br />

più se non fossero prontamente<br />

intervenute le forze<br />

<strong>della</strong> protezione civile e<br />

l’eroismo del quoti<strong>di</strong>ano<br />

tutti i volontari che sono<br />

scesi per le strade ad aiutare<br />

chi ne avesse bisogno. E proprio<br />

<strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi atti <strong>di</strong><br />

eroismo vogliamo parlare,<br />

compiuto da alcuni giocatori<br />

dell’Aquila Rugby,<br />

che non appena avvertito il<br />

terremoto, sono scesi in strada<br />

e hanno salvato tre<br />

donne anziane sepolte sotto<br />

le macerie, scavando solo<br />

con le mani, spinti dalla <strong>di</strong>sperazione.<br />

Uno <strong>di</strong> questi<br />

giocatori si è caricato anche<br />

una bombola <strong>di</strong> ossigeno sulle<br />

spalle in<strong>di</strong>spensabile ad<br />

una donna per la respirazione.<br />

La notte del sisma aiutarono<br />

i pazienti dell’ospedale<br />

San Salvatore a uscire<br />

dalla struttura, che sembrava<br />

sciogliersi come burro sotto<br />

le scosse. Massimo, Lorenzo,<br />

Carlo, Antonio, Ollie, Dario e<br />

Stefano. Aggiungiamo una<br />

marcello monticone<br />

testimonianza che cre<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong>a valore al gesto. L’ispettore<br />

superiore <strong>di</strong> polizia Lorenzo<br />

C. ha poi raccontato la<br />

drammatica notte. “Arrivato<br />

all’ospedale la situazione era<br />

spaventosa. ‘Ci vorrebbe<br />

un’intera squadra <strong>di</strong> soccorso’,<br />

sentivo ripetere, fi nché<br />

proposi la mia squadra. Inviai<br />

un sms a tutti i ragazzi con su<br />

scritto: se tu e la tua famiglia<br />

state bene vieni all’ospedale<br />

perché c’è bisogno <strong>di</strong> te. La risposta<br />

<strong>di</strong> questi ragazzi, con<br />

un messaggio in cui mi <strong>di</strong>cevano<br />

semplicemente “eccomi”,<br />

ha permesso la messa in<br />

sicurezza <strong>di</strong> ben otto reparti<br />

dell’ospedale aquilano, tra cui<br />

quelli più <strong>di</strong>ffi coltosi come la<br />

lungodegenza e la geriatria<br />

nonostante le continue scosse<br />

che seguirono a quella fortissima<br />

delle 3,32. Sono orgoglioso<br />

<strong>di</strong> loro”.<br />

25


cronaca<br />

26<br />

NOVENA e FESTA <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

20 – 29 agosto:<br />

10 giorni <strong>di</strong> fi ne estate per...<br />

“fare il punto, pensare, pregare e ripartire con Lei!”<br />

Ogni giorno <strong>della</strong> novena...<br />

• Lo<strong>di</strong>: ore 9 - Vespri: ore 17<br />

• Messe: 9,30 – 11 – 17,30<br />

• “Contemplazione dei misteri” (Rosario): ore 10 - 15 - 21 dalla cappella dell’Apparizione.<br />

• Momento forte del “PUNTO” sul “Tema <strong>della</strong> giornata” dalle 18,30 alle<br />

20: un orario per facilitare la partecipazione anche <strong>di</strong> chi, in giornata, lavora.<br />

Mezz’ora <strong>di</strong> macchina e si è alla Guar<strong>di</strong>a, per una bella pausa quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> ascolto,<br />

rifl essione, preghiera (ve<strong>di</strong> sotto i “punti/tema”). Si conclude ogni giorno,<br />

dopo una breve cena spuntino, con la preghiera all’Apparizione (ore 21).<br />

Possibile, prenotando per tempo, anche soggiornare al santuario in continuità.<br />

Già <strong>di</strong>versi lo fanno, da <strong>di</strong>versi anni.<br />

La Vigilia... Pellegrinaggio <strong>della</strong> sera guidato dal Car<strong>di</strong>nale, alle 19 dalle Fonti delle<br />

acque minerali – Messa vigiliare – Veglia notturna alla Cappella dell’Apparizione – Illuminazione<br />

del <strong>Santuario</strong>, delle case e <strong>della</strong> Valle circostante.<br />

La grande Festa... S. Messe ore 7 - 8 - 9 - 12 - 16 - 17. Alle 18.30 Messa <strong>di</strong> chiusura<br />

all’Apparizione. Alle 10, alla Cappella dell’Apparizione: Messaggio alle Guar<strong>di</strong>e del<br />

mondo, Memoria e Supplica, Processione e Messa pontifi cale in Basilica col Car<strong>di</strong>nale<br />

Arcivescovo.<br />

Ore 21 - “Ora <strong>di</strong> contemplazione”: musiche <strong>di</strong> organo e violino, canti e brani classici mariani.<br />

Coor<strong>di</strong>na il M°. Damiano Profumo.


I “Temi del giorno” per “il punto”...<br />

ascoltando, ragionando, pregando, decidendo<br />

1) Il punto sulla Fede (20 agosto S. Bernardo).<br />

2) Il punto sulla Chiesa e le nostre Chiese locali (21 agosto S. Pio X).<br />

3) Il punto sulla “vera” devozione mariana (22 agosto Maria Regina).<br />

4) Il punto su un mondo “nuovo” globalizzato e più solidale (23 agosto S.<br />

Rosa da Lima).<br />

5) Il punto sulla “testimonianza/martirio” per una nuova profezia (24<br />

agosto S. Bartolomeo).<br />

6) Il punto sul dovere civico e la partecipazione politica (25 agosto S. Ludovico<br />

<strong>di</strong> Francia).<br />

7) Il punto sulla Fedeltà al progetto Famiglia (26 agosto Festa <strong>della</strong> Famiglia).<br />

8) Il punto sull’Educazione (27 agosto S. Monica).<br />

9) Il punto sulla Fede nel presente e il futuro dei giovani (28 agosto S. Agostino).<br />

Come detto sopra, ogni giorno – dalle 18,30 alle 21 – “il Punto” su questi temi: ci chiederemo<br />

“Che <strong>di</strong>re”? “Che fare”? Le ore <strong>di</strong> tardo pomeriggio e sera possono facilitare<br />

quanti, in giornata, sono impegnati col lavoro fuori casa. Giornate piene, quelle <strong>della</strong><br />

Novena, per tutti. Occasione grande <strong>di</strong> fi ne estate da non perdere!<br />

Nel contesto <strong>della</strong> Novena, c’è anche dell’altro...<br />

• Mostra dei primi 200 “ex voto” restaurati, in vista e in attesa del completo<br />

rinnovo dell’antica Sala degli ex voto e dei ceri.<br />

• Inizio allestimento Mostra delle foto antiche del <strong>Santuario</strong> e dei suoi<br />

Pellegrini. Accanto a quelle dell’archivio storico del <strong>Santuario</strong> potranno fi gurare<br />

anche quelle più signifi cative conservate e portate dai pellegrini stessi. Sceglierà<br />

una giuria <strong>di</strong> competenza. Le foto potranno essere restituite agli interessati.<br />

• Altro ancora in preparazione...<br />

27


cronaca<br />

Guar<strong>di</strong>a: Famiglia “al centro”!<br />

• Sono una dozzina le coppie <strong>di</strong> sposi<br />

che, a turno, animeranno le iniziative del<br />

<strong>Santuario</strong> a servizio delle Famiglie. I<br />

nomi, al momento, li tralasciamo: chi salirà alla<br />

Guar<strong>di</strong>a li potrà trovare, due coppie ogni domenica,<br />

al “Punto Famiglia” sul lato<br />

ovest del <strong>Santuario</strong>, sul piazzale dei ristoranti<br />

per intenderci. Là ogni Famiglia – ma, perché<br />

no, anche i singoli – potrà trovare una porta<br />

aperta, persone serene e <strong>di</strong>sponibili a<br />

rispondere a varie esigenze: da quelle più<br />

semplici come cambiare un neonato sul fasciatoio,<br />

scaldare un biberon, misurare la pressione<br />

alla nonna, fornire un cerotto o un’aspirina...<br />

a quelle più preziose come l’in<strong>di</strong>cazione<br />

<strong>di</strong> un libro per la coppia o l’educazione dei figli,<br />

qualche sussi<strong>di</strong>o per la preghiera familiare, fino<br />

a suggerire qualche pista <strong>di</strong> soluzione, un in<strong>di</strong>rizzo<br />

giusto per eventuali guai <strong>della</strong> Famiglia<br />

(problemi <strong>di</strong> emergenze economiche, <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenze<br />

patologiche come alcool, gioco d’azzardo,<br />

altro...). Ci sarà anche un angolino dove si<br />

potranno trovare, offerti dai pellegrini stessi,<br />

oggetti utili alla Famiglia (veri “pezzi <strong>di</strong> cuore”<br />

a <strong>di</strong>sposizione). Della ripresa del “pezzi <strong>di</strong><br />

cuore” vi parleremo più avanti.<br />

• In ogni domenica estiva, chi vorrà potrà<br />

concludere la giornata con una serata giù<br />

Sentite queste...<br />

C arlini Matteo e Rosa, <strong>di</strong> Genova Pegli.<br />

Lui 94 anni, lei poco meno. Sono<br />

sposati da 64 anni (fra qualche mese 65,<br />

“ma si portano avanti”, <strong>di</strong>ce la figlia), salgono<br />

al <strong>Santuario</strong> martedì 3 luglio per ringraziare<br />

la Madonna. “Fin che ho potuto sono<br />

sempre venuto alla Guar<strong>di</strong>a, a pie<strong>di</strong> da Pegli,<br />

tutte le domeniche dei mesi <strong>di</strong> maggio e<br />

<strong>di</strong> ottobre, i mesi <strong>della</strong> Madonna. Per tantissimi<br />

anni... Oggi mi tocca salire in macchina. Siamo<br />

sposati e abbiamo 5 figli, uno più bravo<br />

dell’altro.” Una meraviglia! Il figlio più grande<br />

– anche lui non più proprio giovane – li ha<br />

accompagnati salendo in bici, con un figlio a<br />

sua volta. Fanno invi<strong>di</strong>a e ci fanno pensare<br />

28<br />

alla “Casa delle Famiglie” a 100 metri dal<br />

<strong>Santuario</strong> sul lato est. Una vera oasi <strong>di</strong> pace.<br />

Lì, dopo la Messa del pomeriggio, la possibilità<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre, mangiucchiando anche<br />

uno spuntino/cenetta, i temi e le urgenze <strong>della</strong><br />

Famiglia oggi. In semplicità. Mentre i bambini<br />

giocano in un bel giar<strong>di</strong>no, i genitori o<br />

le coppie in genere, volendo, si appassioneranno<br />

con nuovi amici intorno ai problemi<br />

che più bruciano sulla pelle delle Famiglie<br />

<strong>di</strong> oggi. Prime due domeniche già<br />

avviate: una bellezza e un piacere.<br />

Alla Guar<strong>di</strong>a si può trovare ovunque un apposito<br />

volantino, che abbiamo provveduto a ristampare,<br />

che riporta tutto quanto detto finora e le<br />

altre iniziative che fanno parte del “PROGET-<br />

TO FAMIGLIA”. È solo questione, all’inizio, <strong>di</strong><br />

dare un’occhiata e poi verrà senz’altro la voglia<br />

a tutti, anche a te che ci leggi, <strong>di</strong> far conoscere<br />

tanto ben <strong>di</strong> Dio per le nostre Famiglie.<br />

ancora una volta cosa può combinare la<br />

Fede quando <strong>di</strong>venta cultura <strong>di</strong> vita<br />

or<strong>di</strong>naria! Quante <strong>di</strong> queste storie, alla<br />

Guar<strong>di</strong>a! Questa è la storia <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a: una<br />

“Storia Sacra”!<br />

Celebra la S. Messa un caro amico, già parroco<br />

a Genova per <strong>di</strong>versi anni ed ora parroco in<br />

una grande parrocchia <strong>di</strong> Lugano (Svizzera): è<br />

don Fiorenzo Maritan. È salito alla Guar<strong>di</strong>a<br />

per celebrare – proprio in questo giorno 3<br />

luglio – il trentesimo anniversario <strong>della</strong><br />

sua Prima Messa. Gli fanno corona un gruppo<br />

<strong>di</strong> amici che non lo hanno mai <strong>di</strong>menticato.<br />

Ma anche la Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a non<br />

ha mai <strong>di</strong>menticato un suo prete generoso.


La nonna <strong>di</strong> Patrik Susa,<br />

che vive coi genitori<br />

in Slovacchia,<br />

ha portato questa<br />

bella foto del nipotino.<br />

Un nuovo nostro<br />

lettore!!!<br />

Tornano i “tosatori” del santo monte:<br />

una fatica e una festa!<br />

B arba e capelli per la cima del Santo Monte<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a! Come ogni<br />

anno, ai primi <strong>di</strong> luglio si danno convegno,<br />

alle primissime luci dell’alba e si attacca...<br />

Un ronzio <strong>di</strong>ffuso – sembra quasi una musica<br />

e una preghiera – si sente per ore nell’aria del<br />

<strong>Santuario</strong>. E come la preghiera dell’Ora Prima<br />

dei monaci <strong>di</strong> un tempo, che coniugavano lavoro<br />

e preghiera per la gloria <strong>di</strong> Dio e per riproporre<br />

uno stile <strong>di</strong> vita fatto <strong>di</strong> essenzialità<br />

ispirata dalla Fede. Co<strong>sì</strong>, anche quest’anno, la<br />

squadra guidata dall’inossidabile Gian<br />

Carlo Ponte, fa questo regalo alla Madonna<br />

e ai suoi pellegrini. Sono nove<br />

quest’anno i “segaggin” <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a, dal<br />

più giovane Stefano Ponte, al più anziano<br />

Mario Boccardo. E poi Franco Balostro,<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

■ Sabato 2 giugno - Parrocchia Santi Nazario<br />

e Celso <strong>di</strong> Multedo con il Cristo processionale;<br />

Con don Giorgio Torre 50 pellegrini<br />

da S. Stefano <strong>di</strong> Larvego (GE).<br />

■ Domenica 3 giugno - Celebrano il loro<br />

matrimonio Piani Giuseppe e Caravani Roberta;<br />

Con Ettore Spandonari la Parrocchia<br />

N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Quaezzi (GE).<br />

■ Lunedì 4 giugno - Scuola Primaria “Maria<br />

Ausiliatrice” <strong>di</strong> Cesano Maderno (MI); Da Masone<br />

don Maurizio Benzi con 45 pellegrini.<br />

■ Martedì 5 giugno - Da Sti il Gruppo Vedovile<br />

Diocesano (42 p.); Comunità Alloggio<br />

<strong>di</strong> Bolzaneto e Rivarolo (20); I coniugi Poggio<br />

Aurelio e Luigina ricordano i 45 anni <strong>di</strong><br />

Matrimonio.<br />

Marco Cerruti, Massimiliano Ghiglione,<br />

Renzo Paro<strong>di</strong> (Marsèn), Riccardo Paro<strong>di</strong>,<br />

Gianni Rubino. Bravi, bravi, bravi! La loro<br />

generosità, la capacità <strong>di</strong> amicizia, la loro fede<br />

bella e <strong>di</strong>screta, ha trasformato non solo l’aspetto<br />

<strong>della</strong> cima del monte, ma una mattinata<br />

<strong>di</strong> fatica in un giorno <strong>di</strong> festa per<br />

tutti. È venuta voglia al rettore, per questo, <strong>di</strong><br />

allargare un’occasione del genere anche ad altri<br />

amici oltre i confi ni <strong>della</strong> Polcevera. “Se<br />

hanno voglia <strong>di</strong> lavorare seriamente, perché<br />

no?” Hanno detto i protagonisti attuali. Perché<br />

non darci una data fi ssa ogni anno<br />

(il primo lunedì <strong>di</strong> luglio?) e chiedere a quanti<br />

fossero capaci <strong>di</strong> un lavoro del genere <strong>di</strong> ritrovarsi<br />

alla Guar<strong>di</strong>a per un servizio co<strong>sì</strong> prezioso<br />

al <strong>Santuario</strong> dei padri? A risentirci...<br />

■ Mercoledì 6 giugno - Gruppo Associazione<br />

Maria Cristina da Genova.<br />

■ Giovedì 7 giugno - Parrocchia S. Michele<br />

<strong>di</strong> Mondovì (30 p.) con don Beppe.<br />

■ Sabato 9 giugno - Da Nervi un gruppo<br />

<strong>di</strong> maturan<strong>di</strong> dell’Istituto Emiliani con i Padri<br />

Somaschi; Mons. Carlo Canepa celebra la<br />

S. Messa per il 60° <strong>di</strong> Matrimonio <strong>di</strong> Agostino<br />

e Carla Martignone; Parrocchia dell’Ambrogiana<br />

da Montelupo Fiorentino (50 p.)<br />

con don Giorgio Gorini; Gruppo Dormitorio<br />

S. Bernardo in Genova; Da Gassolengo<br />

(PC) 30 persone con don Giuseppe Perotti.<br />

■ Domenica 10 giugno - 40° <strong>di</strong> Matrimonio<br />

<strong>di</strong> Mauro e Maria Teresa Scalabrini.<br />

■ Lunedì 11 giugno - Parrocchia <strong>di</strong> Ro-<br />

29


il ricordo e la preghiera<br />

Lina Canepa in Riva 84 anni<br />

Genova Teglia<br />

Alberto Graffione 79 anni<br />

Genova-Pegli<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

30<br />

Palma Ada Barabino 77 anni<br />

Geo - Bolzaneto (GE)<br />

Aldo Mantero 83 anni<br />

Genova-Molassana<br />

Angioletta (Rita) Testino 88 anni<br />

Genova<br />

Diomira Meirana 90 anni<br />

San Biagio (GE)<br />

vegno con don Giacomo e don Enzo; 40°<br />

<strong>di</strong> Matrimonio <strong>di</strong> Barbieri Bruno e Antonia;<br />

Ramunno Clau<strong>di</strong>o e Gabriella ricordano 35<br />

anni <strong>di</strong> Matrimonio.<br />

■ Martedì 12 giugno - Associazione DIAP-<br />

SI (50 persone); Gruppo Terza Età <strong>di</strong> Asso<br />

(CO) con Mons. Marino Gaio.<br />

■ Mercoledì 13 giugno - Da S. Miniato (PI)<br />

Coro delle Voci Bianche; Da Casella (GE)<br />

parrocchia S. Stefano con don Stefano Pepe.<br />

■ Giovedì 14 giugno - Cooperatori Salesiani<br />

da Torino; Da Camporone Ragazzi <strong>della</strong> Cresima<br />

con Genitori e parroco don Gino Vinci.<br />

■ Sabato 16 giugno - Un gruppo <strong>di</strong> pellegrini<br />

da Casale (AL); Da Prà don Clau<strong>di</strong>o<br />

Valente <strong>di</strong> S. M. Assunta con Cristi e cassa<br />

processionale <strong>della</strong> Madonna in occasione<br />

dei 300 anni <strong>della</strong> Parrocchia; Gruppo <strong>della</strong><br />

Comunità Laica Carmelitana; Al pomeriggio<br />

Parrocchia S. Paolo in Genova; In Cappella<br />

Matrimonio <strong>di</strong> Vicini Angelo e Carrara Vittoria.<br />

■ Domenica 17 giugno - Da Mainetto (GE)<br />

parrocchia <strong>della</strong> Mercede; Pellegrinaggio<br />

annuale del 1° Vicariato Urbano S. Teodoro,<br />

Lagaccio; Gruppo Separati Cristiani.<br />

■ Lunedì 18 Giugno - 50° <strong>di</strong> Matrimonio <strong>di</strong><br />

Turci Aristeo e Maria Luisa; Gruppo Missionario<br />

<strong>di</strong> Preghiera del Borghetto.<br />

Maria Bottino 51 anni<br />

Genova-Prà<br />

Elisa Balestreri 82 anni<br />

Orero - Serra Riccò (GE)<br />

Domenico Cervetto 60 anni<br />

Genova-Prà<br />

Carlo Moran<strong>di</strong> 63 anni<br />

Mignanego (GE)<br />

■ Martedì 19 giugno - Gruppo Terza Età<br />

<strong>della</strong> Parrocchia S. Giovanni Battista <strong>di</strong> Robecco<br />

sul Naviglio (MI).<br />

■ Mercoledì 20 giugno - 80 ragazzi dell’Oratorio<br />

<strong>della</strong> Parrocchia S. Tecla <strong>di</strong> Como;<br />

da Savignone 10 ragazzi del GREST; Gruppo<br />

da Salzano (VE) e Possagno (TV) con<br />

Mons. Giuseppe Vardanega e P. Lino Carlin.<br />

■ Giovedì 21 giugno - Giornata <strong>di</strong> spiritualità<br />

al <strong>Santuario</strong> dell’Associazione AVULS e<br />

Gruppo Vincenziano <strong>di</strong> Lanzo Torinese.<br />

Sabato 23 giugno - Da Cornigliano la Parrocchia<br />

<strong>di</strong> S. Giacomo; Gruppo <strong>di</strong> anziani<br />

<strong>della</strong> Residenza “Piccolo Brignole” <strong>di</strong> Rivarolo<br />

con Avo e S. Egi<strong>di</strong>o.<br />

■ Domenica 24 giugno - Da Livellato la Parrocchia<br />

con 1 Cristo e Cassa processionale<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a; 50° <strong>di</strong> matrimonio<br />

<strong>di</strong> Pasini Alberto e Giuliana; con don Torre<br />

Serafino la Parrocchia <strong>di</strong> S. Andrea <strong>di</strong> Morego.<br />

Giovedì 28 giugno - Parrocchia <strong>di</strong> S. Antonio<br />

Abate <strong>di</strong> sant’Angelo Lo<strong>di</strong>giano (MI).<br />

■ Sabato 30 giugno - Un gruppo <strong>di</strong> Molfetta<br />

in viaggio per Loourdes; alle ore 11 Mons.<br />

Francesco Anfossi Celebra la S. Messa nel<br />

50° <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione Sacerdotale; Parrocchia<br />

<strong>di</strong> S. Maria Assunta <strong>di</strong> Rivarolo alla Cappella<br />

dell’Apparizione.


informazioni utili<br />

Abbonamenti a “laGuar<strong>di</strong>a” 2012<br />

Italia: Or<strong>di</strong>nario 20,00 Sostenitore 30,00<br />

Estero: Or<strong>di</strong>nario 30,00 Sostenitore 37,00<br />

$ 35 $ 50<br />

Gli abbonamenti a “laGuar<strong>di</strong>a”, si possono fare, oltre<br />

che al <strong>Santuario</strong>, anche presso:<br />

- Ufficio Amm.vo, Via Serra 6/A (solo mattino) tel. 010 561033<br />

fax 010 2924108 e-mail: amministr.guar<strong>di</strong>a@libero.it;<br />

- Ufficio Pastorale <strong>della</strong> Curia, P.zza Matteotti 4;<br />

- Libreria San Paolo, P.zza Matteotti 31/R;<br />

- Libreria L.D.C., Via Rolando 63/R.<br />

Conto Corrente Postale n. 387167<br />

IBAN: IT30 I 07601 01400 000000387167<br />

intestato a: <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Orari<br />

Il <strong>Santuario</strong> è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle 12 e<br />

dalle 14 alle 19,00. Nei giorni festivi dalle ore 7 alle 19,00<br />

ininterrottamente (nell’ora solare la chiusura è alle 18,30).<br />

Sante Messe<br />

Ora Solare festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 16.<br />

feriali: ore 9,30 - 16.<br />

sabato: ore 9,30 - 11<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 16.<br />

Ora Legale festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 17.<br />

feriali: ore 9,30 - 11 - 17.<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 17.<br />

Rosario<br />

domenica e festivi ore 10 e ore 16 alla Cappella dell’Apparizione.<br />

Tutti i giorni feriali in Basilica ore 17,00 (ora<br />

solare) ore 18,00 (ora legale).<br />

In<strong>di</strong>rizzo <strong>Santuario</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

piazza <strong>Santuario</strong>, 4 - 16014 Ceranesi (GE)<br />

Amministrazione<br />

Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Tel. 010 561033 - Fax 010 2924108<br />

e-mail: amministr.guar<strong>di</strong>a@libero.it<br />

Con approvazione ecclesiastica<br />

Telefoni<br />

Prefisso da tutta Italia Genova compresa: 010;<br />

prefisso internazionale dall’estero: +39 010.<br />

Segreteria 010 72351<br />

Centralino 010 7235810<br />

Fax segr. 010 7235805<br />

Suore 010 7235813<br />

Rettore 010 7235811 (solo ore pasti)<br />

Vice Rettore 010 7235809<br />

E-mail <strong>Santuario</strong>: segreteria@santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

E-mail Rettore: rettore@santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

sito internet: www.santuarioguar<strong>di</strong>a.it<br />

Per soggiornare al <strong>Santuario</strong><br />

• Il <strong>Santuario</strong> è attrezzato per accogliere persone<br />

singole, famiglie e gruppi anche numerosi.<br />

La gestione dell’accoglienza è stata da tempo<br />

affidata a Cooperative <strong>di</strong> servizi e a trattorie private.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni e le prenotazioni si possono<br />

trovare al numero <strong>della</strong> segreteria del <strong>Santuario</strong>.<br />

Per arrivare al <strong>Santuario</strong> con il servizio A.T.P.<br />

Bolzaneto FF.SS. - <strong>Santuario</strong> - orario eStiVo (dal 25 giugno al 6 settembre 2012)<br />

FeStiVi da Bolzaneto: 07.00 - 08.00 - 08.40 - 09.50 - 11.00 - 12.00 - 13.35 - 16.00<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 07.50 - 09.00 - 10.05 - 11.10 - 12.00 - 12.50 - 14.25 - 18.15<br />

Feriali da Bolzaneto: 08.40 - 10.10 - 16.05<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 09.25 - 12.05 - 18.15<br />

Per informazioni: Tel. 010 7177210 oppure www.atp-spa.it<br />

L’ufficio abbonamenti, offerte<br />

e Sante Messe del <strong>Santuario</strong> è<br />

aperto dalle ore 8,30 alle 12,00<br />

e dalle ore 14,00 alle 17,00.<br />

Foto defunti:<br />

formato tessera 25,00.<br />

Foto dei Gruppi:<br />

formato grande 50,00.<br />

Foto dei Bambini: pubblicazione<br />

<strong>della</strong> foto gratuita per i bambini nuovi abbonati.<br />

Le quote <strong>di</strong> abbonamento non sono ritoccate per i meno abbienti. Per chi può - soprattutto ora che<br />

un nuovo provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> legge ha aumentato a <strong>di</strong>smisura le spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione - chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong><br />

aderire in libertà a rinnovare l’abbonamento con le quote sopra in<strong>di</strong>cate.<br />

C/C Bancario n. 59722/80 Banca Carige - Sede<br />

<strong>di</strong> Genova - IBAN: IT79 Q 06175 01400 000005972280<br />

intestato a: Amministrazione <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> N.S. <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a<br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Redazione<br />

Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Anna Gatti, Ilaria Giusto,<br />

Gianfranco Paro<strong>di</strong>,<br />

Marcello Monticone,<br />

Enrico Quaglia, Nucci Scipilliti,<br />

Alma Severino, Laura Siccar<strong>di</strong>,<br />

Ivana Zanobelli.<br />

Direttore Responsabile<br />

Fernando Primerano<br />

Responsabile <strong>di</strong> redazione<br />

Mirco Mazzoli<br />

Fotografie<br />

archivio fotografico<br />

I dati personali <strong>di</strong> ogni singolo abbonato vengono usati esclusivamente per la gestione degli abbonamenti in conformità alla vigente legge sulla privacy (n. 675 del 31-12-96)<br />

La testata “La Madonna <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a” fruisce dei contributi statali <strong>di</strong>retti <strong>di</strong> cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.


I due campanili del 1900<br />

S ta sorgendo il nuovo campanile. Siamo nel 1900: il vecchio – sulla destra <strong>della</strong> foto e nella<br />

foto più piccola a lato – è ormai decrepito e pericolante. Fulmini e intemperie si sono<br />

abbattuti e il povero vecchio campanile, senza <strong>di</strong>fese, si sta arrendendo. Anche questo un<br />

“pezzo” <strong>della</strong> faticosa costruzione mai fi nita del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Maria. Era iniziata<br />

con un invito/mandato <strong>di</strong> Maria a “costruire” e anche il valore simbolico del fatto non ha<br />

cessato – e non cessa – <strong>di</strong> proseguire. Un continuo richiamo anche per oggi? Con la crisi<br />

economica <strong>di</strong> questi tempi e con le esigenze graffi anti dei poveri vicini e lontani, non è che il<br />

<strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a possa prendersi il lusso, come si suol <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> fare e <strong>di</strong>sfare a piacimento.<br />

Ma il continuo bisogno <strong>di</strong> conservare, adattare a nuove esigenze, ripensare le<br />

strutture sembra un continuo richiamo a fare altrettanto verso la ben più importante<br />

“costruzione” <strong>di</strong> coscienze, famiglie, comunità secondo il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio. “Questi”<br />

sono i Santuari, che fanno puntare in alto - come i campanili - i nostri<br />

sguar<strong>di</strong>. La Madonna vuole che “questo” puntare in alto non abbia mai fi ne.<br />

laGuar<strong>di</strong>a<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>della</strong> Guar<strong>di</strong>a - Genova<br />

16122 GENOVA - ANNO 117 - N. 07/08 LUGLIO/AGOSTO 2012<br />

PERIODICO ROC - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />

(CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1 - MP/GENOVA NO/51/2011<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA - CMP GE AEROPORTO

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