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<strong>Giosuè</strong><br />
Il conquIstatore<br />
dI canaan<br />
serie Biografie bibliche<br />
numero tredici<br />
John G. Butler<br />
LBC Publications<br />
Copyright © 2007 by John G. Butler.© 2012 <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia<br />
© 2012 tradotto e pubblicato in italiano dalla <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia
GIosuÈ Il conquIstatore dI canaan<br />
Serie Biografie bibliche<br />
Numero tredici<br />
IsBn edIZIone ItalIana 978-1-927021-32-3<br />
titolo originale dell’opera: Joshua The Conqueror of Canaan<br />
Copyright © 2007 by John G. Butler.© 2012 <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia<br />
© 2012 tradotto e pubblicato in italiano dalla <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia<br />
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curatori: Antonio Consorte, Pastore Eliseo Lattuca<br />
traduttore: Massimo Masella<br />
revisore: Valerio di Dio<br />
Impaginatore: Manuela Cristallo<br />
tipografia: Soc. Coop. Multimedia a r.l.<br />
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in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo – compreso quello elettronico – senza il<br />
permesso scritto dell’editore, fatta, eccezione per brevi citazioni che facciano parte di<br />
articoli o recensioni critiche.<br />
Salvo diversa indicazione le citazioni bibliche sono tratte dalla Versione Riveduta<br />
in testo originale dal Dott. Giovanni Luzzi (capo revisore). Società Biblica Britannica<br />
e Forestiera, 1972.
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l’autore<br />
L’autore, John G. Butler, è nato e cresciuto in una piccola comunità agricola<br />
dell’Iowa centro-settentrionale. Veterano della marina militare<br />
statunitense, ha frequentato il Tennessee Temple College e si è laureato<br />
al Cedarville College.<br />
Ha predicato per oltre quarantacinque anni, di cui trentacinque trascorsi<br />
come pastore di quattro comunità (Williamsburg, Ohio; Detroit,<br />
Michigan; Chicago, Illinois; e Clinton, Iowa).<br />
È autore dei ventisette volumi della serie Biografie bibliche, ha completato<br />
dieci volumi della serie Studi sul Salvatore e sta completando<br />
la pubblicazione del coMMentarIo analItIco esPosItIVo dell’intera<br />
BIBBIa in 14 volumi. Sposato da oltre quarant’anni, ha tre figli e cinque<br />
nipoti.<br />
5
I libri<br />
Bible Biography (Serie Biografie bibliche)<br />
Le esperienze dei personaggi biblici possono impartire molte utili<br />
lezioni sulla fede, la giusta condotta e il servizio cristiano. Dio avrebbe<br />
potuto fare delle Scritture un libro di regole, ma ha scelto saggiamente<br />
di includere delle biografie istruttive ed entusiasmanti di persone in<br />
carne e ossa con cui possiamo facilmente identificarci. La serie Biografie<br />
bibliche (Bible Biography Series) è uno studio di ventisette personaggi<br />
biblici prominenti, le cui vite forniscono molte verità importanti<br />
per ogni persona di qualunque età o cultura.<br />
Questi libri sono studi interpretativi delle Scritture che lasciano che<br />
le Scritture stesse determinino l’argomento e le lezioni. Sono anch’essi<br />
strutturati ampliamente per dare organizzazione e chiarezza allo studio.<br />
Essendo biografici, mettono in risalto le realtà pratiche del testo.<br />
Insegnano però anche molte lezioni dottrinali relative allo studio.<br />
La serie comprende libri su<br />
aBraMo, lot, GIusePPe, GIacoBBe, MosÈ, GIosuÈ, Gedeone, sansone,<br />
rut, saMuele, daVIde, elIa, elIseo, eZecHIa, GIona, neeMIa, MardocHeo,<br />
GIoVannI BattIsta, PIetro, Paolo, danIele, saloMone, noÈ,<br />
Isacco, saulo, GlI eroI, GIoBBe.<br />
(SERIE STUDI SUL SALVATORE)<br />
Lo scopo di questi studi è quello di far conoscere la persona e l’opera<br />
del nostro grande Salvatore, Gesù Cristo. Nonostante molti parlino<br />
7
<strong>Giosuè</strong><br />
di Cristo con grande disinvoltura, come se avessero un rapporto di familiarità<br />
con Lui, in realtà non lo conoscono davvero. La giusta conoscenza<br />
corregge molti errori dottrinali ed è particolarmente necessaria<br />
quando si tratta di Gesù Cristo. Le questioni realmente importanti riguardo<br />
alla nostra esistenza possono essere comprese solo in base alla<br />
nostra conoscenza di Cristo.<br />
Questi libri sono scritti nello stesso stile della serie Biografie bibliche<br />
e dallo stesso autore. Sono quindi studi interpretativi delle Scritture<br />
riguardo a Gesù Cristo, strutturati ampliamente per mantenere organizzazione<br />
e chiarezza.<br />
La serie è composta da dieci volumi:<br />
l’IncarnaZIone, I MIracolI, le ParaBole, GlI IncontrI, I seGuacI, Il<br />
serMone sul Monte, le PreGHIere, la crocIfIssIone, la resurreZIone<br />
e Il rItorno dI crIsto.<br />
8
Introduzione<br />
La serie Biografie bibliche è una serie di libri scritti da John G. Butler<br />
che trattano di diversi personaggi della Bibbia. Sono degli studi espositivi<br />
organizzati dettagliatamente, schematizzati e ricchi di applicazioni<br />
pratiche delle Scritture alla vita quotidiana. Questi libri sono scritti<br />
in un linguaggio semplice da comprendere per chiunque, e a livello<br />
teologico e morale prendono una posizione netta e tradizionalista<br />
tanto impopolare quanto necessaria ai nostri tempi. Questi libri sono<br />
molto utili per i predicatori che hanno bisogno di materiale per sermoni<br />
e lezioni, ma rappresentano anche un ottimo strumento per lo studio<br />
personale della Bibbia. Inoltre, in virtù della scrupolosa organizzazione,<br />
possono essere utilizzati per preparare lezioni per la scuola domenicale<br />
o per qualsiasi studio biblico. La Serie Biografie bibliche completa<br />
contiene ventisette volumi che si concentrano su<br />
aBraMo, lot, GIusePPe, GIacoBBe, MosÈ, GIosuÈ, Gedeone, sansone,<br />
rut, saMuele, daVIde, elIa, elIseo, eZecHIa, GIona, neeMIa, MardocHeo,<br />
GIoVannI BattIsta, PIetro, Paolo, danIele, saloMone, noÈ,<br />
Isacco, saulo, GlI eroI, GIoBBe.<br />
(SERIE STUDI SUL SALVATORE)<br />
L’autore, John G. Butler, è originario dell’Iowa ed è stato un ministro<br />
battista per quasi mezzo secolo dedicandosi al pastorato per più di<br />
trentacinque anni in Ohio, Michigan, Illinois e Iowa. Ha frequentato la<br />
Tennesee Temple University e la Cederville University nel periodo in cui<br />
9
<strong>Giosuè</strong><br />
queste università avevano un orientamento fortemente tradizionalista<br />
concentrato sulla Bibbia e su elevati standard di santità. Inoltre, è<br />
anche un veterano della Marina Militare Americana.<br />
Come già detto in precedenza, tra le altre sue opere vi sono<br />
ventisette volumi della serie Biografie bibliche, ha completato dieci<br />
volumi della serie Studi sul Salvatore e sta completando la stesura e la<br />
pubblicazione del coMMentarIo analItIco esPosItIVo dell’intera<br />
BIBBIa in 14 volumi. Sposato da oltre quarant’anni, ha tre figli e cinque<br />
nipoti.<br />
10
Indice<br />
PreMessa ................................................................................ 13<br />
1. cHIaMato da dIo ................................................................ 15<br />
A. La persona per la chiamata .................................................... 15<br />
B. La particolarità della chiamata ............................................... 30<br />
2. l’esordIo del serVIZIo ...................................................... 39<br />
A. Il momento dell’esordio ......................................................... 41<br />
B. Il mandato per l’esordio ......................................................... 45<br />
C. La mobilitazione nell’esordio ................................................. 56<br />
3. esPlorando GerIco ........................................................... 65<br />
A. L’accoglienza delle spie........................................................... 68<br />
B. La ricompensa dalle spie ........................................................ 81<br />
C. Il ritorno delle spie ................................................................ 84<br />
4. attraVersando Il GIordano ......................................... 89<br />
A. La moltitudine nella traversata .............................................. 93<br />
B. Il miracolo nel passaggio ....................................................... 108<br />
C. I memoriali del passaggio ...................................................... 114<br />
5. la consacraZIone Per Il coMBattIMento .................119<br />
A. La circoncisione degli uomini ................................................121<br />
B. La commemorazione della pasqua ........................................128<br />
C. Il confronto del capitano .......................................................134<br />
6. la conquIsta dI GerIco ....................................................143<br />
A. Il messaggio della conquista .................................................146<br />
B. La marcia per la conquista.....................................................148<br />
C. La magnificenza della conquista ............................................154<br />
D. La misericordia nella conquista .............................................161<br />
E. Le maledizioni nella conquista ..............................................167<br />
11
<strong>Giosuè</strong><br />
7. corruZIone In Israele ......................................................171<br />
A. Il disastro di Ai .......................................................................175<br />
B. La disperazione di <strong>Giosuè</strong> ......................................................180<br />
C. La denuncia da parte di Dio ...................................................186<br />
D. La punizione di Achan ...........................................................194<br />
8. Il conflItto con aI ............................................................209<br />
A. La comunicazione riguardo la guerra ....................................212<br />
B. La conduzione alla guerra .....................................................218<br />
C. La convocazione dopo la guerra ............................................229<br />
9. l’astuZIa dI GaBaon ..........................................................241<br />
A. I dettagli dell’inganno............................................................245<br />
B. La scoperta dell’inganno .......................................................253<br />
C. La denuncia dell’inganno ......................................................258<br />
10. la caMPaGna Per GaBaon ...............................................265<br />
A. L’ingresso nella campagna ....................................................269<br />
B. Lo straordinario nella campagna ...........................................280<br />
C. Le esecuzioni nella campagna ...............................................288<br />
D. L’espansione della campagna ................................................297<br />
11. la conquIsta del nord .................................................305<br />
A. L’impostazione per la conquista ............................................307<br />
B. Il successo nella conquista ....................................................314<br />
C. Il sommario della conquista ..................................................319<br />
12. Il coMPletaMento del coMPIto ...................................327<br />
A. La dichiarazione del leader ...................................................328<br />
B. La divisione del paese ...........................................................336<br />
C. L’ambiguità dei proprietari terrieri ........................................348<br />
13. consIGlI Per Israele..........................................................353<br />
A. Il congedo dei soldati ............................................................354<br />
B. La preoccupazione dell’apostasia ..........................................363<br />
C. La sfida per il servizio ............................................................370<br />
fontI ............................................................................................. 379<br />
12
Premessa<br />
Uno dei più valorosi personaggi descritti dalla Bibbia è senz’altro<br />
<strong>Giosuè</strong>. Nessuno scandalo, fallimento morale, o ribellione hanno<br />
intaccato la sua vita. L’unica cosa negativa detta di <strong>Giosuè</strong> ha a che<br />
fare con i gabaoniti; una critica indiretta in cui non viene neanche<br />
menzionato il suo nome. Fu fedele a Dio fino al giorno della sua morte,<br />
e la sua influenza contagiò Israele in modo positivo per molti anni a<br />
seguire. Fu uno dei più grandi leader che Israele abbia mai avuto, come<br />
militare e statista. In ambedue le posizioni egli eccelleva come pochi<br />
dei suoi predecessori e dei suoi successori.<br />
Come leader militare, <strong>Giosuè</strong> ottenne i suoi più grandi successi e<br />
la sua più durevole fama. Egli condusse Israele a grandi vittorie sugli<br />
Amalechiti nel deserto e sugli Amorei ad est del Giordano mentre<br />
Mosè era ancora in vita. Dopo la morte di Mosè, <strong>Giosuè</strong> fece ciò per cui<br />
divenne più noto, cioè la conquista di Canaan. Fu un’opera magnifica, e<br />
il suo studio prenderà la maggior parte del nostro libro. <strong>Giosuè</strong> credeva<br />
nel vincere le guerre, come il Generale MacArthur, egli non ammetteva<br />
sostituti per la vittoria. Pochi generali, se mai ci fossero stati, hanno<br />
guidato un esercito in modo così vittorioso come <strong>Giosuè</strong>.<br />
Come statista, <strong>Giosuè</strong> ebbe la non invidiabile posizione di succedere<br />
a Mosè, un eccezionale uomo di Dio. Lo sostituì egregiamente e<br />
governò Israele con grande saggezza dal primo momento. La sua abilità<br />
nel governare si evidenzia nella divisione della terra tra le tribù e nel<br />
risolvere i vari problemi che le stesse ebbero nel possederla. <strong>Giosuè</strong>,<br />
diversamente dai politici, non governò evidenziando la sua popolarità<br />
13
<strong>Giosuè</strong><br />
con i voti raccolti, ma mettendo in evidenza la sua virtù. Le sue parole<br />
(vedi il nostro ultimo capitolo) non sono redatte in termini ambigui, per<br />
guadagnarne popolarità a discapito della verità. Inoltre, il suo obiettivo<br />
era l’obbedienza e la lealtà a Dio.<br />
Lo studio di questo valoroso personaggio, è di grande esempio.<br />
<strong>Giosuè</strong> dimostra che possiamo vivere una vita vittoriosa in questo<br />
mondo malvagio e che possiamo sopraffare il nemico anche se a volte<br />
può sembrare invincibile. La vita di <strong>Giosuè</strong> ci indica l’aiuto divino per<br />
vivere una vita vittoriosa, e dimostra che la chiave della vittoria è la<br />
nostra relazione con Dio.<br />
14
Vari testi<br />
CAPITOLO 1.<br />
chiamato da dio<br />
Quando cominciamo a leggere il libro di <strong>Giosuè</strong>, che narra il suo<br />
grande lavoro come conquistatore di Canaan, egli ci viene presentato<br />
improvvisamente ed immediatamente. La presentazione, semmai,<br />
è veramente breve. Ci afferma semplicemente che <strong>Giosuè</strong> era il figlio<br />
di Nun, che era stato il ministro di Mosè, e che ora era il suo successore.<br />
Questa introduzione nei primi due versi del libro di <strong>Giosuè</strong> non ci<br />
dicono altro sulla sua persona o su qualche altro particolare della sua<br />
chiamata da parte di Dio per tale incarico. Ma possiamo trovare altro<br />
su questo argomento in altre parti della Scrittura. Quindi in questa<br />
parte introduttiva dello studio di <strong>Giosuè</strong>, esamineremo altri libri della<br />
Bibbia per imparare di più sulla persona chiamata da Dio ad essere il<br />
successore di Mosè e sulla sua vocazione particolare. Questo ci darà<br />
una buona presentazione e ci aiuterà, inoltre, nello studio del libro che<br />
prende il suo nome.<br />
a. la Persona Per la cHIaMata<br />
Prima che una persona venga selezionata per un colloquio di lavoro,<br />
viene esaminato il suo passato. Cioè, la sua vita viene esaminata<br />
per vedere che tipo di persona sia mai stato prima. La sua famiglia,<br />
i suoi precedenti impieghi, le sue abitudini ed altri aspetti della sua<br />
15
<strong>Giosuè</strong><br />
vita vengono analizzati con cura. Qui noi faremo lo stesso con <strong>Giosuè</strong>,<br />
esaminando le Scritture. La nostra indagine riguarderà <strong>Giosuè</strong> nel suo<br />
ruolo di figlio, soldato, servo, superiore e spia. Mentre esamineremo<br />
ognuno di questi ruoli che egli ricoprì nella sua vita, prima di essere il<br />
successore di Mosè, scopriremo molte delle sue importanti caratteristiche<br />
che gli diedero le credenziali e le qualifiche per subentrare e<br />
per essere il conquistatore di Canaan. Queste scoperte ci forniranno<br />
inoltre delle importanti lezioni su che tipo di persona abbiamo bisogno<br />
di essere per servire Dio e per essere conquistatori dei mali di Canaan<br />
nelle nostre proprie vite.<br />
1. figlio<br />
<strong>Giosuè</strong> era il “figlio di Nun” (<strong>Giosuè</strong> 1:1). Questo ruolo di figlio era,<br />
certamente, il primo ricoperto nella vita di <strong>Giosuè</strong>. Per esaminarlo,<br />
considereremo la citazione del suo essere figlio, il significato del suo<br />
nome, e l’importanza del momento della sua nascita.<br />
La citazione del suo essere figlio. Per trenta volte nella Bibbia, <strong>Giosuè</strong><br />
è menzionato come “figlio” - specificamente come “figlio di Nun”<br />
(la versione Diodati lo chiama “Non” in 1 Cronache 7:27). Suo padre<br />
sarà stato sicuramente onorato dal fatto che durante gli anni, per ben<br />
trenta volte, <strong>Giosuè</strong> sarà stato citato come figlio di Nun. Egli era il tipo<br />
di persona che portava onore e non disgrazia ai propri genitori.<br />
In contrasto, c’è un altro uomo nelle Scritture che, come <strong>Giosuè</strong>, era<br />
della tribù di Efraim (1 Re 11:26), il cui nome cominciava con la lettera<br />
“G”, ed il cui padre aveva un nome che iniziava con la lettera “N”, che<br />
ebbe una storia totalmente diversa. Era Geroboamo figlio di Nebat,<br />
un uomo malvagio che la Bibbia cita in continuazione come colui che<br />
portò Israele al peccato (1 Re 16:26,31; 2 Re 3:3; 10:29;13:2,11, ecc.).<br />
ventuno volte nelle Scritture, Geroboamo è citato come figlio di Nebat,<br />
e in molte di queste occasioni, è chiaramente specificato che spinse<br />
Israele a peccare. Che grande disgrazia è dovuta essere per Nebat il<br />
fatto che Geroboamo era indicato come suo figlio.<br />
16
Chiamato da Dio<br />
Ci sono molti figli come Geroboamo, in cui nessun genitore si vorrebbe<br />
identificare. Se <strong>Giosuè</strong> avesse vissuto in questo modo, sarebbe<br />
stata sicuramente una grande disgrazia per Nun l’essere menzionato<br />
come suo padre. Ma egli visse una vita nobile così da onorare il suo<br />
genitore. Abbiamo bisogno di vivere in questo modo, perché dal modo<br />
in cui onoreremo i nostri genitori, Dio si interesserà a noi per il suo servizio.<br />
Chi disonora i propri genitori terreni, sarà poco utile a Dio. Se si<br />
disonora il proprio padre terreno, si farà lo stesso anche per il proprio<br />
Padre celeste. La presenza del proprio nome negli elenchi di una chiesa,<br />
è causa di imbarazzo per essa? È la dichiarazione di essere cristiano,<br />
un disonore per Suo Figlio?<br />
Il significato del suo nome. Quando <strong>Giosuè</strong> nacque, fu chiamato<br />
Oshea (che la versione Diodati traduce con “Hosea” riferendosi una<br />
sola volta a <strong>Giosuè</strong> [Deuteronomio 32:44] ed altre innumerevoli volte<br />
all’ultimo re del Regno del Nord di Israele, ed altre successive volte al<br />
profeta dell’Antico Testamento che scrisse l’omonimo libro). Il nome<br />
significa “salvezza”. Mosè cambiò il suo nome in <strong>Giosuè</strong>: “E Mosè dette<br />
ad Hoscea, figliuolo di Nun, il nome di <strong>Giosuè</strong>” (Numeri 13:16). <strong>Giosuè</strong><br />
è la traduzione del nome ebraico “Jehoshua” abbreviato in “Joshua”.<br />
Questo nuovo nome significa “Yahweh è salvezza”. Per cambiare<br />
il nome, Mosè semplicemente mise come prefisso al nome Oshea<br />
(pronunciato “Oshua” nel nuovo nome), il nome “YEH” (pronunciato<br />
“Gieh”), una forma abbreviata del nome “Yahweh”. Così combinando<br />
“Yeh” e “Oshua” si ottenne Jehoshua, normalmente abbreviato in Joshua.<br />
Malgrado il motivo del cambiamento del nome non sia spiegato<br />
fino a quando non si arriva all’episodio delle dodici spie inviate in Canaan,<br />
ciò non significa che questo sia accaduto in quel frangente. Keil<br />
crede che “è molto probabile che Mosè gli abbia dato questo nuovo<br />
nome prima e dopo la sconfitta degli Amalechiti”. Sarebbe stato la circostanza<br />
certamente più opportuna per potergli cambiare il nome.<br />
“È molto significativo il fatto che il nome “<strong>Giosuè</strong>” sia stato scelto<br />
dal nostro benedetto Signore qui sulla terra. Gesù è la forma latina<br />
17
<strong>Giosuè</strong><br />
del greco Joshua [...] possiamo vedere in questo Joshua dell’Antico Testamento,<br />
un tipo di Gesù del Nuovo Testamento” (Henry Ironside).<br />
Il fatto che <strong>Giosuè</strong> portasse il nome del grande Redentore, ci ricorda<br />
che l’indispensabile credenziale nel servire Dio e per conquistare i mali<br />
della vita, è la predominanza di Gesù nella nostra vita. Non saremo mai<br />
di grande utilità nel servire Dio, o non avremo grande successo nello<br />
sconfiggere i mali della nostra vita, senza la presenza di Gesù Cristo in<br />
noi. Il suo nome deve stare su noi, non letteralmente come fu nel caso<br />
di <strong>Giosuè</strong>, ma in redenzione, in spirito, ed in potenza.<br />
L’importanza del momento della sua nascita. L’ordine di nascita fu<br />
significativo nella vita di <strong>Giosuè</strong>. Tuttavia, il periodo di nascita di una<br />
persona non è stato e non sarà mai un fattore nel determinare o predire<br />
il comportamento di una persona - contrariamente a quanto affermano<br />
molti psicologi e psichiatri dei nostri giorni. Il loro pensiero<br />
è un grappolo di sciocchezze che non troverà mai un appoggio nelle<br />
Scritture. Non è altro che un mucchio di scuse per giustificare un comportamento<br />
spesso sconveniente.<br />
Il significato del momento della nascita di <strong>Giosuè</strong> che qui consideriamo,<br />
è in relazione con l’ultima piaga d’Egitto. Secondo 1 Cronache<br />
7:27, <strong>Giosuè</strong> era il primogenito di Nun. Questo significa che durante<br />
la prima notte della Pasqua ebraica in Egitto, era <strong>Giosuè</strong> che doveva<br />
essere protetto dal sangue dell’agnello. L’ultima grande piaga che colpì<br />
il paese d’Egitto, prima dell’esodo d’Israele fu infatti, la morte dei<br />
primogeniti. La protezione da questa piaga fu ottenuta mettendo del<br />
sangue di un agnello sullo stipite delle porte delle case. Dopo aver fatto<br />
ciò è scritto che, “quel sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete;<br />
e quand’io vedrò il sangue passerò oltre, e non vi sarà piaga [la morte<br />
dei primogeniti] su voi per distruggervi, quando percoterò il paese d’Egitto”<br />
(Esodo 12:13). Se <strong>Giosuè</strong> non fosse stato protetto quella notte,<br />
non avrebbe potuto essere il successore di Mosè. Ciò enfatizza il fatto<br />
che una credenziale, per ogni età, per poter servire Dio e poter sconfiggere<br />
i nemici della nostra anima, è quella di essere protetti dal sangue<br />
dell’Agnello, Gesù Cristo, con la salvezza dell’anima.<br />
18
2. schiavo<br />
Chiamato da Dio<br />
<strong>Giosuè</strong> nacque in Egitto quando Israele soffriva la schiavitù di quella<br />
nazione. Quindi, <strong>Giosuè</strong> conosceva bene lo schiocco della frusta dei<br />
sorveglianti, i corpi stanchi, gli ingiusti ed oppressivi ordini quotidiani<br />
per gli schiavi israeliti, in Egitto. Egli vide le sofferenze che gli egiziani<br />
infliggevano alla sua gente, e senza dubbio ne sperimentò molte su se<br />
stesso.<br />
Anche se nessuno con un minimo di carità augurerebbe una tale<br />
ingiusta schiavitù ad alcuna persona, dobbiamo notare che i tempi difficili<br />
non fanno così male come molti ci fanno credere. Possono essere<br />
utili a formare il carattere. L’afflizione è un amico migliore del carattere,<br />
rispetto al benessere. I giorni bui della depressione e delle tempeste<br />
svilupparono il carattere in molta gente (inclusi i miei genitori) degli<br />
anni venti e dei primi anni trenta, del secolo scorso. Il lusso il cui vivono<br />
molti giovani al giorno d’oggi, fa giusto il contrario. Molti (soprattutto<br />
i politici) vorrebbero sostenere che la povertà fa regredire la gente.<br />
Ma la condizione attuale della gente benestante non giustifica queste<br />
dichiarazioni. Il problema del benessere non sono i soldi, è un problema<br />
morale. Non è la carenza di contanti, ma di personalità che tiene<br />
le persone in questa bassa condizione. Se ponessimo tali persone in<br />
un hotel di lusso, in poche settimane diventerebbe una discarica, perché<br />
non avrebbero il carattere per lavorare e prendersene cura. D’altra<br />
parte, Abramo Lincoln, senza alcun programma politico di Welfare<br />
(benessere) di sostegno a suo favore, si è elevato da una capanna per<br />
diventare il presidente degli Stati Uniti. E <strong>Giosuè</strong> si elevò dalla schiavitù<br />
per diventare il grande conquistatore di Canaan. Se ci aspettiamo di<br />
fare qualcosa per Dio e conquistare i mali di Canaan della nostra vita,<br />
abbiamo bisogno di una fede che può sopportare le difficoltà. Coloro<br />
che hanno poca fede che non possono resistere quando i banchi della<br />
chiesa non sono imbottiti o quando la chiesa non è dotata di aria condizionata,<br />
non potranno mai fare molto per Dio o conquistare molti<br />
mali nella loro vita.<br />
19
3. soldato<br />
<strong>Giosuè</strong><br />
La prima apparizione di <strong>Giosuè</strong> nella Bibbia è come un soldato, in<br />
occasione della guerra contro Amalec vicino al monte Sinai. Quando<br />
Israele arrivò a Refidim, dopo pochi mesi dalla loro uscita dall’Egitto,<br />
furono attaccati dagli Amalechiti. Mosè quindi nominò <strong>Giosuè</strong> come<br />
leader militare per condurre la guerra contro di essi. “E Mosè disse a<br />
<strong>Giosuè</strong>: Facci una scelta d’uomini ed esci a combattere contro Amalec;<br />
domani io starò sulla vetta del colle col bastone di Dio in mano” (Esodo<br />
17:9). Impariamo molte cose buone di <strong>Giosuè</strong> in questo riferimento<br />
a lui come militare. Egli fu un soldato provato, perspicace, puntuale e<br />
promosso.<br />
Un soldato provato. Mosè non avrebbe sicuramente scelto <strong>Giosuè</strong><br />
come condottiero militare se egli non avesse dimostrato in altre occasioni<br />
che era in grado di ricoprire tale incarico. È possibile che inizialmente<br />
<strong>Giosuè</strong> abbia provato le proprie abilità militari nell’esercito egiziano,<br />
perché “gli stranieri erano comunemente utilizzati nell’esercito<br />
egiziano” (John Rea). Mosè avrebbe quindi visto tale attitudine ritornando<br />
in Egitto. Inoltre, Mosè, che “era potente nelle sue […] opere”<br />
(Atti 7:22) incluse le opere militari quando era ancora membro della<br />
famiglia di Faraone, avrebbe potuto addestrare <strong>Giosuè</strong> in questo campo;<br />
sarebbe stato, inoltre, normale per un tale leader saggio cercare<br />
uomini da addestrare. Possiamo quindi facilmente concludere che <strong>Giosuè</strong><br />
fece bene il suo addestramento, proprio come fece nell’esercito<br />
egiziano. Così come <strong>Giosuè</strong> dimostrò il suo valore nell’esercito egiziano,<br />
allo stesso modo Mosè lo scelse come un graduato nelle proprie<br />
truppe. Come vedremo successivamente nella vita di <strong>Giosuè</strong>, egli fu<br />
provato in incarichi minori, per poi ottenere più grandi responsabilità.<br />
È lo stesso per noi nel servizio a Dio.<br />
Un soldato perspicace. Mosè ordinò a <strong>Giosuè</strong> di “scegliere” (Esodo<br />
17:9) degli uomini per l’esercito per combattere Amalec. <strong>Giosuè</strong> fu<br />
il responsabile di questo compito. Fu suo incarico mettere gli uomini<br />
20
Chiamato da Dio<br />
giusti nelle truppe. Avrebbe dovuto essere quindi perspicace per poter<br />
scegliere le persone giuste, in quanto doveva essere in grado di distinguere<br />
le abilità militari dalle qualità umane. Una carenza di perspicacia<br />
avrebbe imbottito l’esercito israeliano di gente incompetente, risultando<br />
il tutto disastroso per la successiva battaglia contro gli Amalechiti.<br />
L’abilità di discernere le persone, è una capacità importante non<br />
solo nella selezione dei soldati, come nel caso di <strong>Giosuè</strong>, ma anche in<br />
ogni aspetto della vita. È una capacità che svilupperemo grandemente<br />
conoscendo la Parola di Dio. Ciò è molto importante quando si tratta di<br />
distinguere le personalità. Se si applicano le norme della Parola di Dio<br />
alla vita delle persone, non c’è inganno nel percepire la presenza di una<br />
personalità o meno. Forse non saremo in grado di discernere alcune<br />
abilità o capacità. Ma non abbiamo scuse se dimostriamo personalità<br />
nelle nostre scelte. Le scelte politiche durante le elezioni di molti cristiani,<br />
indicano che essi non sono molto addentrati nella Parola di Dio,<br />
perché spesso votano per il peggior candidato. La persona che i giovani<br />
cristiani sposano rivela spesso un problema di discernimento ed inoltre<br />
evidenzia il grande pericolo di tale carenza in tema di personalità.<br />
Un soldato puntuale. Forse il più importante tratto di <strong>Giosuè</strong>, che<br />
impariamo la prima volta che viene menzionato nelle Scritture, è che<br />
egli sapeva come ubbidire agli ordini. “<strong>Giosuè</strong> fece come Mosè gli aveva<br />
detto” (Esodo 17:10). La sua obbedienza era puntuale, era cioè sincera,<br />
null’altro se non questo. Appena Mosè ordinava, <strong>Giosuè</strong> obbediva<br />
come farebbe un buon soldato.<br />
L’obbedienza è molto importante nella vita. Una storia che si racconta<br />
di un ragazzo che cercava lavoro in un negozio, ci illustra tutto<br />
ciò. Il proprietario del negozio chiese al ragazzo cosa sapesse fare. La<br />
risposta fu: quello che gli si diceva di fare. Senza sorpresa, fu assunto<br />
all’istante. È lo stesso per il lavoro fatto per Dio. Se si obbedisce a suoi<br />
ordini, si viene assunti al suo servizio. Se non si riesce in questo, si<br />
manca il più importante requisito per essere arruolati nell’esercito di<br />
21
<strong>Giosuè</strong><br />
Dio. Non solo questo ci squalificherebbe dal servizio a Dio, ma non ci<br />
farebbe sconfiggere i mali della vita.<br />
Un soldato promosso. <strong>Giosuè</strong> fu davvero vittorioso nella sua impresa<br />
militare contro gli Amalechiti (“E <strong>Giosuè</strong> sconfisse Amalec e la sua<br />
gente, mettendoli a fil di spada” [<strong>Giosuè</strong> 17:13]). Il suo successo, senza<br />
sorprese, fu seguito da una promozione. La promozione fu da parte di<br />
Dio. “E l’Eterno disse a Mosè: “Scrivi questo fatto in un libro, perché<br />
se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a <strong>Giosuè</strong> che io cancellerò interamente<br />
di sotto al cielo la memoria di Amalec” (Esodo 17:14). Il fatto<br />
che Dio ordinò a Mosè di trascrivere la guerra di Amalec con <strong>Giosuè</strong> è<br />
“un chiaro accenno del suo [di <strong>Giosuè</strong>] lavoro futuro come strumento<br />
designato per eseguire la vendetta Divina sui Suoi nemici” (Pink). Poiché<br />
né Mosè, né <strong>Giosuè</strong> in quel momento sapevano che quell’ordine<br />
dato da Dio fu impartito perché sarebbe poi stato il successore, possiamo<br />
vedere in questo comando, una promozione da parte di Dio stesso.<br />
<strong>Giosuè</strong> fece un lavoro eccezionale come leader militare incaricato in<br />
questa battaglia contro Amalec, quindi Dio iniziò a promuoverlo verso<br />
un più elevato grado. Questa promozione ci insegna una lezione già<br />
considerata. Se siamo fedeli nei piccoli doveri, saremo promossi a più<br />
grandi responsabilità. <strong>Giosuè</strong> fu fedele nel sottomettere gli amalechiti;<br />
pertanto, gli fu dato successivamente l’incarico di sottomettere tutta la<br />
terra di Canaan. La ragione per cui molti non sono molto usati nell’opera<br />
di Dio, è perché non sono stati trovati fedeli nei piccoli incarichi.<br />
Se Dio non può fidarsi di te in piccole cose, Egli certamente non darà<br />
incarichi più importanti.<br />
4. servo<br />
Nel primo verso del libro di <strong>Giosuè</strong> viene descritto come “ministro”<br />
di Mosè. Tre altre volte, la stessa parola ebraica è stata utilizzata per<br />
descrivere il fatto che <strong>Giosuè</strong> fosse il servo di Mosè. La parola significa<br />
“servire, sottostare, prestare servizio presso” (Gesenius). Un al-<br />
22
Chiamato da Dio<br />
tro verso delle Scritture descrive la posizione di servo di <strong>Giosuè</strong> come<br />
“<strong>Giosuè</strong>, figliuolo di Nun, che ti serve [Mosè]” (Deuteronomio 1:38). La<br />
stessa descrizione è usata da Elia nella sua relazione con Dio “Com’è<br />
vero che vive l’Eterno, l’Iddio d’Israele, di cui io son servo” (1 Re 17:1).<br />
Tale affermazione ci suggerisce una prontezza di servizio, nell’accezione<br />
ebraica, specifica una vicinanza pronta per eseguire gli ordini.<br />
<strong>Giosuè</strong>, come Eliseo (1 Re 19:21), fu servo del suo predecessore per<br />
molti anni prima di assumerne la posizione. E in questo stato di servo<br />
di Mosè, <strong>Giosuè</strong> dimostrò molti tratti importanti del suo carattere. Li<br />
possiamo vedere nella sua umiltà, la sua onestà, il suo udito, la sua<br />
santità e i suoi eroi. Tutti questi aspetti sono importanti credenziali per<br />
la promozione nel servizio per Dio e per conquistare i mali di Canaan.<br />
Umiltà. La prima citazione di <strong>Giosuè</strong> come servo di Mosè la troviamo<br />
in Esodo 24:13. Poco dopo che <strong>Giosuè</strong>, come capo dell’esercito<br />
Israelita sconfisse Amalec. Ci si aspetterebbe che, con una tale alta<br />
posizione, come capo dell’esercito di Israele, e dopo un tale successo<br />
militare, si possa leggere di servi di <strong>Giosuè</strong>, ma non di <strong>Giosuè</strong> stesso<br />
con tale incarico. Questo avrebbe richiesto una grande dose di umiltà<br />
da parte sua; ma a <strong>Giosuè</strong> non mancava tale requisito.<br />
Ci vuole molto carattere per comportarsi egregiamente in basso<br />
dopo essere stati in alte posizioni. Normalmente pensando all’umiltà<br />
ed al servizio, pensiamo a quella richiesta per servire in mansioni<br />
di basso livello prima di svolgerne altre più in vista in cui è richiesta<br />
modestia. Ma l’umiltà che <strong>Giosuè</strong> dovette possedere per scendere da<br />
una posizione elevata ad una di servo di Mosè dovette essere molto<br />
più grande. <strong>Giosuè</strong> superò il test di umiltà a pieni voti. Anche noi<br />
dobbiamo superare la prova dell’umiltà se vogliamo servire Dio bene<br />
e conquistare i mali di Canaan. L’orgoglio porta alla sconfitta, non alla<br />
vittoria, ma l’umiltà conosce la via che porta alla vittoria.<br />
Onestà. Nella sua posizione di servo, <strong>Giosuè</strong> rivelò anche la sua affidabilità.<br />
Quando Mosè salì sul monte Sinai per il primo soggiorno di<br />
23
<strong>Giosuè</strong><br />
quaranta giorni, prese <strong>Giosuè</strong> con lui (Esodo 24:13). Da qualche parte<br />
sulla salita del monte, Mosè dovette lasciare <strong>Giosuè</strong> da solo, mentre<br />
egli avrebbe continuato ad essere da solo con Dio per ricevere meravigliose<br />
rivelazioni. Così <strong>Giosuè</strong> fu lasciato da solo sul monte per quaranta<br />
giorni. “Che prova della sua fedeltà [...] è questo!” (Pink). Invece,<br />
Aronne e i figli d’Israele nella pianura sottostante il monte non fecero<br />
bene quando furono lasciati soli. Furono coinvolti in una sporca idolatria<br />
che produsse un comportamento depravato.<br />
Ciò che siamo quando restiamo da soli, rivela chiaramente il nostro<br />
vero carattere. Il comportamento di <strong>Giosuè</strong> quando fu lasciato solo sul<br />
monte dimostrò certamente che ci si poteva fidare di lui. Dio può e<br />
vuole utilizzare questo tipo di persone. Ma se manca la fedeltà, il servizio<br />
per Dio sarà estremamente limitato.<br />
Udito. Quando Mosè e <strong>Giosuè</strong> scesero dalla vetta dopo la prima<br />
udienza di quaranta giorni di Mosè con Dio sul Sinai, sentirono il rumore<br />
della baldoria idolatra che si alzava dal campo di Israele. “Or <strong>Giosuè</strong>,<br />
udendo il clamore del popolo che gridava, disse a Mosè: “S’ode un fragore<br />
di battaglia nel campo” (Esodo 32:17). E Mosè rispose: “Questo<br />
non è né grido di vittoria, né grido di vinti; il clamore ch’io odo è di<br />
gente che canta” (Esodo 32:18). Anche se <strong>Giosuè</strong> non sentì distintamente<br />
come Mosè, non possiamo essere qui critici su cosa egli udì,<br />
bisognerebbe comunque complimentarsi con lui anche se non ascoltò<br />
distintamente come fece Mosè. <strong>Giosuè</strong> udì il rumore proveniente dalla<br />
sfrenatezza idolatrica, e non aveva nulla di buono da dire a riguardo.<br />
Lui non la descrisse come arte o stimata cultura, come alcuni descrivono<br />
oggi tali suoni. Il suo ascoltare fu migliore di questo! Sentì il male. Il<br />
suo ascoltare era in grado di discernere il male. Mosè semplicemente<br />
definì che tipo di male era.<br />
Abbiamo molti credenti oggi che hanno problemi di udito spirituale.<br />
È particolarmente evidente nella musica che tollerano. Quali cose<br />
volgari si sentono oggi nelle nostre chiese. Chi non riesce a sentire il<br />
24
Chiamato da Dio<br />
male in questi suoni non dispone dell’udire di <strong>Giosuè</strong>! Il discernimento<br />
del nostro udito spesso rivela la nostra condizione spirituale. Se non si<br />
riesce ad ascoltare bene spiritualmente, non si può essere scelti spesso<br />
da Dio per il Suo servizio.<br />
Santità. Abbiamo già visto che <strong>Giosuè</strong> aveva delle buone qualità<br />
spirituali, ma la santità del suo cuore prima di diventare successore di<br />
Mosè si vede soprattutto quando egli è nella posizione di suo servo.<br />
A seguito alla sentenza di Dio sugli israeliti per la loro condotta idolatra,<br />
Mosè spostò la tenda di convegno fuori dell’accampamento, dove<br />
andò a parlare con Dio. Quando terminava il suo colloquio presso la<br />
tenda, e tornava al campo dove erano gli israeliti, “<strong>Giosuè</strong>, figliuolo di<br />
Nun, suo giovane ministro, non si dipartiva dalla tenda” (Esodo 33:11).<br />
Il soggiorno presso la tenda di convegno ci dice che <strong>Giosuè</strong> non era a<br />
disagio in presenza di Dio. Egli avrebbe potuto restare in presenza di<br />
Dio per un lungo periodo di tempo senza annoiarsi. Egli non sarebbe<br />
corso a casa dalla Chiesa per accendere la TV e guardare lo sport di<br />
domenica. Le riunioni speciali non lo avrebbero sconvolto, ma sarebbe<br />
stato desideroso di essere presente ad ogni riunione. <strong>Giosuè</strong> aveva<br />
una mentalità spirituale. Era preoccupato per la santità. L’essere serio<br />
in tale fatto lo qualificava necessariamente per essere successore di<br />
Mosè e per essere un conquistatore di Canaan. La preoccupazione per<br />
la santità è importante per tutti noi. Se si ha poco interesse per la santità,<br />
Dio avrà scarso interesse nel servirsi di noi nella Sua vigna.<br />
Eroi. Fu nella sua posizione di servo di Mosè, che fu rivelato chi<br />
erano gli eroi di <strong>Giosuè</strong>. Accadde quando ci fu un grave problema nel<br />
campo durante il soggiorno di Israele nel deserto. Il problema fu affrontato<br />
da Mosè quando ottenne settanta uomini con cui condividere<br />
tale peso. Questi uomini nel comprovare il loro rivestimento spirituale<br />
per l’incarico ricevuto, cominciarono a profetizzare spontaneamente<br />
nel campo. Quando alcuni altri (Eldar e Medad) la cui nuova posizione<br />
<strong>Giosuè</strong> ignorava, cominciarono a profetizzare, egli protestò con Mosè<br />
25
<strong>Giosuè</strong><br />
dicendo: “Mosè, signor mio, non glielo permettere!” (Numeri 11:28).<br />
La reazione di <strong>Giosuè</strong>, anche se ingiustificata, come egli avrebbe presto<br />
scoperto, rivelò che era molto legato a Mosè e, quindi, protettivo verso<br />
il suo onore (“Sei tu geloso per me?”) [Numeri 11:29]. In termini di oggi<br />
diremmo che Mosè era l’esempio e l’eroe di <strong>Giosuè</strong>.<br />
Chi sono i nostri eroi e i nostri esempi, rivela molto del nostro carattere.<br />
Coloro a cui i giovani sono attaccati, sono un indicatore di dove<br />
stanno andando. La folla di Elvis, ad esempio, oggi non sta andando nel<br />
campo missionario! Se si ammirano uomini di carattere, si riceverà un<br />
sostegno per svilupparne uno proprio. Ma quando i tuoi eroi sono le<br />
putride stelle popolari di questo mondo, sei seriamente candidato ad<br />
avere grossi guai.<br />
5. Superiore<br />
Quando Mosè selezionò gli uomini per esplorare Canaan, Dio disse<br />
a Mosè che gli uomini dovevano essere “tutti dei loro principi” (Numeri<br />
13:2). Mosè obbedì, e ciascuna delle dodici spie “erano tutti capi dei<br />
figliuoli d’Israele” (Numeri 13:3). Dal momento che <strong>Giosuè</strong> era uno dei<br />
dodici uomini scelti da Mosè per esplorare Canaan, voleva dire che<br />
aveva una posizione superiore nel campo. Era il capo (o uno dei capi),<br />
della tribù di Efraim (Numeri 13:8). Il nonno di <strong>Giosuè</strong>, Elishama, era<br />
stato il capo della tribù di Efraim (Numeri 10:22, cfr. 1 Cronache 7:26,<br />
27), quando Israele uscì dall’Egitto e iniziarono la loro marcia nel deserto.<br />
Se fosse stato ancora il capo e <strong>Giosuè</strong> un capo subordinato a lui o<br />
se <strong>Giosuè</strong> stesso fosse diventato il capo in quel tempo, è secondario. Il<br />
punto qui è, che <strong>Giosuè</strong> aveva una posizione elevata nella sua tribù - se<br />
non la prima posizione, almeno uno delle più alte.<br />
Essere un superiore nel campo non necessariamente significa che<br />
era un uomo buono, come dimostrarono le dieci spie incredule. Ma<br />
da come gestirono tale posizione viene mostrato che tipo di uomini<br />
erano. <strong>Giosuè</strong> gestì bene la sua posizione. Egli non era come i politici<br />
che guadagnano con l’alta posizione a discapito del comportamento.<br />
26
Chiamato da Dio<br />
La posizione di responsabilità rovina molti uomini - potremmo dire ciò<br />
quasi per la maggior parte di essi. Una volta che un uomo ottiene una<br />
posizione elevata, impara come scendere a compromessi per tentare<br />
di rimanere popolare con le persone. La posizione e la popolarità diventano<br />
più importanti della verità e della giustizia. Ma non era il caso<br />
di <strong>Giosuè</strong>. Il modo in cui si comportò, come uno dei capi delle tribù<br />
d’Israele, gli diede diverse buone credenziali per essere il successore di<br />
Mosè. Possiamo affermare che poteva essere elevato ad una posizione<br />
di prestigio pur senza danneggiare il suo carattere. Avete la personalità<br />
per sopravvivere ad una posizione elevata? Se così non fosse, vi potete<br />
dimenticare che Dio vi affidi una qualsiasi posizione importante nella<br />
sua vigna.<br />
6. Spia<br />
Come accennato in precedenza, <strong>Giosuè</strong> fu scelto per essere uno<br />
dei dodici uomini incaricati ad esplorare Canaan (Numeri 13:8). Questo<br />
dovere, rivela altre qualità del suo eccellente carattere. L’attività di<br />
spionaggio soprattutto ci racconta del suo coraggio, la sua fermezza e<br />
la sua anzianità - elementi che ci descrivono il buon carattere di <strong>Giosuè</strong>.<br />
Coraggio. Per essere disposti ad andare in Canaan ed esplorarne il<br />
paese per quaranta giorni (Numeri 13:25) ci voleva una grande dose di<br />
coraggio. Oltre che soggiornare nella natura - non c’erano motel o alberghi<br />
in cui alloggiare e nessun fast-food al quale potevano mangiare<br />
- dovevano stare molto attenti a non mostrarsi, infatti Canaan non era<br />
una terra ospitale con gli stranieri. La missione delle spie era pericolosa.<br />
Ogni spia metteva letteralmente la propria vita in prima linea per<br />
compiere questo incarico.<br />
È chiaro che si può essere un uomo cattivo pur avendo il coraggio<br />
di rischiare la propria vita in qualche avventura. Dieci delle spie erano<br />
uomini coraggiosi pur essendo uomini malvagi. Quindi il solo eroismo<br />
non significa necessariamente un buon carattere. Tuttavia, la mancanza<br />
27
<strong>Giosuè</strong><br />
di coraggio qui certamente avrebbe dimostrato un carattere malvagio.<br />
Ma <strong>Giosuè</strong> superò bene la prova del coraggio. Così, quando successivamente<br />
inviò i due uomini ad esplorare Gerico, non fu un ipocrita,<br />
chiedendo loro di fare qualcosa che non avrebbe avuto il coraggio di<br />
fare egli stesso. Non era come alcuni dei nostri politici che sono stati<br />
obiettori di coscienza, ma quando sono diventati funzionari eletti non<br />
hanno esitato a dare ordini di invasione di altri Paesi. Abbiamo alcuni,<br />
nell’opera cristiana, come questi politici. A titolo di esempio, alcuni leader<br />
in chiesa, che non sono disposti a sacrificare se stessi per l’opera<br />
del Signore, non esitano a chiedere e ad esortare gli altri al sacrificio.<br />
Sono come i cattivi leader religiosi del tempo di Gesù di cui ha detto<br />
di fare come dicono, ma non come fanno: “Fate dunque ed osservate<br />
tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le opere loro; perché<br />
dicono e non fanno” (Matteo 23:3).<br />
Fermezza. Questo eccellente attributo del personaggio di <strong>Giosuè</strong> è<br />
probabilmente quello che è più vivamente rivelato dalla sua opera di<br />
spionaggio. Quando le dodici spie tornarono, dieci di loro “screditarono<br />
presso i figliuoli d’Israele il paese che avevano esplorato” (Numeri<br />
13:32). Ma due delle spie, <strong>Giosuè</strong> e Caleb, dissero la verità (Numeri<br />
14:6-9). Essi dimostrarono che sarebbero rimasti fedeli alla verità.<br />
Più tardi nel libro dei Numeri, questa costanza è riassunta come segue:<br />
“[...] Caleb e <strong>Giosuè</strong> [...] hanno seguito il SIGNORE fedelmente.”<br />
(Numeri 32:12 - NRV). “Seguito il SIGNORE fedelmente” è un grande<br />
elogio. Non si può fare di meglio. Questa è la fermezza assoluta per il<br />
Sovrano, ed è indispensabile per essere al servizio di Dio.<br />
L’eccellenza della loro costanza fu provata dalla prova della popolarità<br />
e dalla prova della persecuzione. Questi sono due esami che rivelano<br />
rapidamente la qualità della fermezza di chiunque.<br />
− In primo luogo, ci fu l’esame della popolarità. <strong>Giosuè</strong> e Caleb erano<br />
in minoranza. Nel gruppo di spie erano in un rapporto di dieci a due.<br />
Inoltre, come vedremo più avanti, la relazione non era popolare per<br />
28
Chiamato da Dio<br />
la gente. Ma malgrado ciò, <strong>Giosuè</strong> e Caleb stettero fermi nella verità.<br />
Tale fermezza non è la norma; la popolarità avrebbe preso il controllo<br />
di tanta gente al loro posto. L’atteggiamento tipico della maggior parte<br />
delle persone è espresso in un aneddoto divertente tratto dal Reader<br />
Digest. Si racconta di un candidato per la posizione di assessore<br />
che venne intervistato dal Consiglio comunale. Nell’intervista, un<br />
membro del Consiglio chiese al candidato quanto faceva due più due.<br />
L’uomo rispose, “quanto vuole che faccia?” Questa risposta piacque<br />
al Consiglio e così fu assunto. La risposta dimostrava che era disposto<br />
a fare ciò che era popolare, fosse stato giusto o sbagliato; e il Consiglio<br />
era ovviamente della stessa idea. La maggior parte delle persone<br />
si cura poco della verità, della giustizia, dei fatti e della fedeltà. Essi<br />
sono più interessati a ciò che è popolare. La folla è la loro guida. Ma<br />
non era il caso di <strong>Giosuè</strong>, la popolarità non era il principio che lo guidava.<br />
Egli avrebbe potuto anche rimanere da solo - un prerequisito<br />
indispensabile per essere un leader cristiano.<br />
− In secondo luogo, ci fu la prova della persecuzione. Siccome alla folla<br />
non piacque il messaggio di <strong>Giosuè</strong> e Caleb, in mezzo ad essa si “parlò<br />
di lapidarli” (Numeri 14:10). Non solo <strong>Giosuè</strong> e Caleb sperimentarono<br />
quindi la mancanza di popolarità, ma anche, di massima, la<br />
persecuzione. Ma questo non li cambiò. Essi restarono fedeli al loro<br />
impegno per la verità. Ma Dio intervenne e liberò <strong>Giosuè</strong> e Caleb<br />
dall’essere lapidati. “Ma la gloria dell’Eterno apparve sulla tenda di<br />
convegno a tutti i figliuoli d’Israele” (ibid.) e il tentativo di lapidarli<br />
cessò istantaneamente. Ma se Dio non li avesse liberati, era evidente<br />
che sarebbero morti prima di qualsiasi eventuale compromesso.<br />
A differenza di <strong>Giosuè</strong> e Caleb, molte persone cambiano le loro posizioni<br />
a causa della persecuzione. In chiesa, alcuni sono così deboli<br />
nella fede, che bastano un po’ di disagi per influenzare negativamente<br />
il loro impegno. Ma fino a quando non si riesce a prendere una posizione<br />
anche sotto costrizione, non si potrà essere di grande utilità per Dio.<br />
29
<strong>Giosuè</strong><br />
Anzianità. Grazie alla sua fedeltà nell’opera di spionaggio, <strong>Giosuè</strong> fu<br />
uno dei due uomini più anziani degli israeliti ad attraversare il Giordano<br />
ed a entrare nella terra di Canaan. Quando <strong>Giosuè</strong> morì, era il più<br />
anziano o il secondo più anziano in vita in Israele (se Caleb era vivo ed<br />
anziano). Ciò avvenne a causa della sentenza di Dio sugli israeliti che<br />
avevano dato credito alla cattiva relazione delle dieci spie, anziché al<br />
buon resoconto delle altre due, rifiutandosi di entrare in Canaan, come<br />
Egli aveva comandato. Dio disse ai ribelli, “I vostri cadaveri cadranno in<br />
questo deserto […] dall’età di venti anni in su, e che avete mormorato<br />
contro di me, non entrerete di certo nel paese nel quale giurai di farvi<br />
abitare; salvo Caleb, figliuolo di Gefunne, e <strong>Giosuè</strong>, figliuolo di Nun.”<br />
(Numeri 14:29,30). La longevità non è sempre indice di una vita devota,<br />
né il morire da giovani indica l’empietà, ma nel caso di <strong>Giosuè</strong> (e anche<br />
di Caleb) fu certamente una testimonianza Divina. L’età di <strong>Giosuè</strong> fu<br />
una testimonianza vivente, per gli israeliti, della sua obbedienza a Dio.<br />
La sua anzianità esortava a vivere una vita santificata. I credenti più<br />
anziani dovrebbero chiedersi se nella loro vecchiaia sono un esempio<br />
di fede forte e matura o se sono solo delle permalose persone anziane.<br />
B. la PartIcolarItà della cHIaMata<br />
Dio ci ha dato nella sua Parola alcuni dettagli significativi sulla chiamata<br />
di <strong>Giosuè</strong> ad essere il successore di Mosè. Le chiamate Divine<br />
narrate nelle Scritture, date ai grandi santi di Dio, anche se variano<br />
nei dettagli e nelle circostanze, incarnano tutte i principi importanti<br />
che riguardano ogni chiamata e la rivelazione della volontà di Dio per<br />
l’uomo. Tali istruzioni sono richieste e ricevute con partecipazione da<br />
persone buone, ma quelli che hanno poco interesse per la volontà di<br />
Dio, naturalmente, trovano queste chiamate di scarso interesse.<br />
Per esaminare i particolari della chiamata divina data a <strong>Giosuè</strong> successore<br />
di Mosè, si prenderà in considerazione la preparazione, la supplica,<br />
la rivelazione, la consacrazione e la carica, interessati in questa<br />
vocazione.<br />
30
1. la preparazione<br />
Chiamato da Dio<br />
Prima che <strong>Giosuè</strong> diventasse il successore di Mosè, gli fu dato per<br />
circa quarant’anni una preparazione specifica. Molto di essa è evidenziata<br />
osservando la persona di <strong>Giosuè</strong>. Naturalmente, tutta la vita di<br />
<strong>Giosuè</strong> potrebbe essere definita come un tempo di preparazione per<br />
l’attività, infatti Dio guida tutte le nostre vite in modo tale da prepararci<br />
giorno per giorno per ciò che avverrà al suo servizio. Ma la preparazione<br />
specifica iniziò per <strong>Giosuè</strong> fin dal momento che Israele si trovava<br />
nella zona del Monte Sinai. Lì <strong>Giosuè</strong> fece esperienze come generale<br />
dell’esercito. Lì Dio ordinò a Mosè di esaminare i piani di guerra con<br />
<strong>Giosuè</strong>. È lì che <strong>Giosuè</strong> divenne un servo di Mosè, un compito che conservò<br />
per trentotto anni. L’essere servo di Mosè diede a <strong>Giosuè</strong> una<br />
buona formazione pratica. Gli procurò una visione del lavoro quotidiano<br />
che Mosè, nella sua posizione di leadership, svolgeva.<br />
La lunga preparazione data a <strong>Giosuè</strong> per essere il successore di<br />
Mosè, sottolinea che è spesso richiesta un lungo tirocinio per il servizio<br />
di Dio. Ciò, tuttavia, non va d’accordo con la carne. Alla carne non piace<br />
il lavoro quotidiano, la pratica, l’istruzione, e lo studio che sono indispensabili<br />
per preparare adeguatamente una persona per una posizione<br />
o per un mandato futuro. Ma una lunga preparazione è d’obbligo se<br />
vogliamo riuscire nell’incarico. Quando <strong>Giosuè</strong> prese il posto di Mosè,<br />
la Scrittura dice: “[...] fu riempito dello spirito di sapienza” (Deuteronomio<br />
34:9). Non si diventa “pieni di spirito di sapienza” durante una<br />
notte! E <strong>Giosuè</strong> doveva essere “pieno di spirito di sapienza”, perché doveva<br />
affrontare un compito enorme. Aveva le spalle abbastanza larghe<br />
per sostituire Mosè. Nessuna meraviglia per l’enorme durata della sua<br />
preparazione. Allo stesso Mosè fu imposta una lunga preparazione per<br />
l’incarico che assunse a ottanta anni come guida degli israeliti. <strong>Giosuè</strong><br />
avrà avuto la stessa età quando subentrò a Mosè.<br />
Il procrastinare è spesso un problema per alcuni che assumono una<br />
responsabilità, ma l’essere impreparati può essere un grande problema.<br />
Andare in battaglia, prima di avere un’appropriata preparazione o assu-<br />
31
<strong>Giosuè</strong><br />
mere un ufficio prima di essere qualificati, significa prepararsi al caos<br />
per tutte le persone eventualmente coinvolte. Un giocatore di football<br />
americano che ha troppa fretta di indossare le sue protezioni prima di<br />
giocare, non farà bene sul campo e in breve tempo tornerà in panchina<br />
incapace di proseguire la partita. Così accade nel servizio di Dio.<br />
Abbiamo bisogno di sottolineare di più in chiesa il tempo della preparazione.<br />
Molte volte la gente viene spinta in posizioni di grande responsabilità<br />
molto prima che essi siano stati adeguatamente preparati<br />
per tale compito. Mettere le persone in posizioni di responsabilità spirituale<br />
troppo in fretta fa male sia a loro che all’opera di Dio. Paolo avverte<br />
di non mettere un “novizio [giovane convertito]” (1 Timoteo 3:6)<br />
in un alto incarico nella comunità. Sia che nominiamo o eleggiamo o<br />
personalmente aspiriamo al servizio nella vigna di Dio, non dobbiamo<br />
disprezzare il tempo lungo di preparazione che è necessario. La preparazione<br />
è fondamentale se ci aspettiamo di servire Dio con successo.<br />
2. la supplica<br />
Il fatto che <strong>Giosuè</strong> sarebbe stato certamente il successore di Mosè<br />
viene dimostrato nella supplica di quest’ultimo a Dio per il suo successore:<br />
“E Mosè parlò all’Eterno, dicendo: “L’Eterno, l’Iddio degli spiriti<br />
d’ogni carne, costituisca su questa radunanza un uomo che esca davanti<br />
a loro ed entri davanti a loro, e li faccia uscire e li faccia entrare,<br />
affinché la radunanza dell’Eterno non sia come un gregge senza pastore”<br />
(Numeri 27:15-17). Mosè fece questa richiesta subito dopo che Dio<br />
gli aveva ribadito che non gli avrebbe consentito di portare gli israeliti<br />
nella terra promessa, significando che Israele avrebbe avuto bisogno<br />
di un nuovo leader.<br />
Un presupposto importante per l’apprendimento della volontà di<br />
Dio è la preghiera (la responsabilità della preghiera qui è stata principalmente<br />
di Mosè non di <strong>Giosuè</strong> anche se la chiamata riguardava<br />
quest’ultimo - il nobile interesse di <strong>Giosuè</strong> nella preghiera si vedrà più<br />
avanti nel libro di <strong>Giosuè</strong>). Quelli che dedicano poco tempo alla pre-<br />
32
Chiamato da Dio<br />
ghiera non riusciranno a comprendere bene la volontà di Dio. La mancanza<br />
di preghiera per quanto riguarda la volontà di Dio rivela una carenza<br />
di interesse per il volere Divino. E coloro che non sono interessati<br />
a tale volontà non la impareranno mai. Non entriamo nella volontà di<br />
Dio per caso. È naturale andare fuori strada e non nella giusta direzione.<br />
Quindi, per fare la volontà di Dio, è necessario adottare delle misure<br />
serie per poterla compiere seriamente. La mancanza di una fervida<br />
preghiera indica che non lo stiamo facendo.<br />
La preghiera di Mosè indica che non aveva già pensato in particolar<br />
modo a <strong>Giosuè</strong> prima di pregare. Questo ci può sorprendere, ma<br />
non è una riflessione cattiva su Mosè. <strong>Giosuè</strong> stesso può non avere<br />
pensato a se stesso come candidato per il succedere a Mosè. Essendo<br />
uno spirito umile, <strong>Giosuè</strong> avrà senza dubbio considerato altri come più<br />
probabili canditati alla sostituzione di Mosè. “<strong>Giosuè</strong> può avere aderito<br />
[alla preghiera di Mosè], pensando per tutto il tempo a Caleb, il cuor<br />
di leone, o al sacerdote Fineas [la sua galanteria è ricordata in Numeri<br />
25], o ad uno dei figli di Mosè, come suoi successori” (F.B. Meyer). Ma<br />
la preghiera contribuì a rivelare la giusta scelta. Quante scelte sbagliate<br />
avremmo potuto evitare se fossimo stati più seri nella preghiera, della<br />
ricerca della volontà di Dio.<br />
3. la rivelazione<br />
Dopo che Mosè pregò per un successore, “E l’Eterno disse a Mosè:<br />
“Prenditi <strong>Giosuè</strong>, figliuolo di Nun, uomo in cui è lo spirito; poserai la<br />
tua mano su lui” (Numeri 27:18). Questa rivelazione di Dio ci fornisce<br />
un altro importante aiuto per quanto riguarda la conoscenza della volontà<br />
di Dio, vale a dire, dobbiamo conoscere la Sua Parola, se vogliamo<br />
comprendere la Sua volontà. È stata la Parola di Dio (per via orale in<br />
questo caso) che ha rivelato la volontà di Dio a Mosè. Vi è un’allarmante<br />
superficialità sulla Parola nelle nostre chiese oggi, e questo favorisce<br />
l’ignoranza sulla volontà di Dio. Pertanto, non è un caso che così tanti<br />
membri di Chiesa siano lontani dalla volontà di Dio nella loro vita.<br />
33
<strong>Giosuè</strong><br />
La Parola di Dio potrebbe non precisare il nome esatto o la decisione<br />
sull’incarico che si sta assumendo, come ha fatto nel caso di Mosè<br />
e <strong>Giosuè</strong>. Ma fornirà molti principi sia negli insegnamenti, che nelle<br />
esperienze fatte, in modo da fornirci una guida adeguata per conoscere<br />
la volontà di Dio nella nostra vita. Conoscere bene la Parola di Dio<br />
vuol dire conoscere bene la Sua volontà.<br />
4. la consacrazione<br />
Non è indispensabile avere una cerimonia pubblica e formale per<br />
confermare la volontà di Dio in ogni situazione o chiamata, ma quando<br />
il servizio è importante e pubblico, è saggio ed utile dare il dovuto<br />
onore alla volontà di Dio. Così nel caso di <strong>Giosuè</strong>, una comprensibile<br />
cerimonia pubblica fu decretata da Dio per rendere noto alla congregazione,<br />
in modo solenne, che <strong>Giosuè</strong> doveva essere il successore di<br />
Mosè quando egli sarebbe morto. Dio disse: “E l’Eterno disse a Mosè:<br />
“Prenditi <strong>Giosuè</strong>, figliuolo di Nun, uomo in cui è lo spirito; poserai la<br />
tua mano su lui, 19 lo farai comparire davanti al sacerdote Eleazar e<br />
davanti a tutta la radunanza, gli darai i tuoi ordini in loro presenza, 20<br />
e lo farai partecipe della tua autorità, affinché tutta la radunanza dei<br />
figliuoli d’Israele gli obbedisca […] E Mosè fece come l’Eterno gli aveva<br />
ordinato” (Numeri 27:18-20, 22). C’erano due parti principali di questa<br />
ordinazione - l’imposizione delle mani e l’incarico. I nostri servizi di<br />
ordinazione includono normalmente anche queste due parti.<br />
L’imposizione delle mani. Una pubblica imposizione delle mani è<br />
una forma solenne per riconoscere una chiamata a un servizio di consacrazione<br />
a Dio. Può essere un momento molto significativo sia per<br />
la persona chiamata che per i presenti al servizio di ordinazione. Dobbiamo<br />
ricordare, comunque, che la pubblica imposizione delle mani,<br />
non determina una chiamata, la riconosce solamente in modo formale.<br />
È Dio che determina la chiamata. La nostra vocazione non è stabilita<br />
dagli uomini. Noi cerchiamo Dio nella preghiera e nella Sua Parola, per<br />
34
Chiamato da Dio<br />
conoscere la Sua volontà verso la nostra chiamata. Quindi, mentre le<br />
pubbliche cerimonie di ordinazione sono appropriate, non sono necessarie,<br />
né per la determinazione, né per il compimento di una vocazione.<br />
Ci sono momenti in cui gli uomini veramente chiamati da Dio<br />
possono essere impopolari ai poteri forti e, pertanto, non si tiene una<br />
pubblica cerimonia che riconosca la chiamata. In quei momenti abbiamo<br />
bisogno di ricordare che l’approvazione principale indispensabile<br />
non è quella degli uomini, ma il riconoscimento di Dio.<br />
La carica. In genere abbiamo un sermone o due per i nostri servizi di<br />
ordinazione. Spesso li chiamiamo “l’incarico per la comunità” e “l’incarico<br />
del candidato”. Sono sermoni di esortazione, sia alla comunità,<br />
che per colui che si sta ordinando (spesso chiamato candidato al ministero).<br />
Nell’ordinamento di <strong>Giosuè</strong>, tali incarichi furono dati da Mosè.<br />
Deuteronomio 31 narra sia l’incarico che Mosè diede alla radunanza,<br />
che quello dato al candidato.<br />
− In primo luogo, l’incarico per la comunità. Il messaggio dato da Mosè<br />
alla congregazione (che viene ripetuto più volte in Deuteronomio 31)<br />
ha avuto almeno quattro punti:<br />
(1) Mosè parlò del capo della congregazione. La comunità fu informata<br />
che <strong>Giosuè</strong> doveva essere il loro nuovo leader (Deuteronomio 31:3).<br />
L’ordinazione denota la posizione di colui che si sta insediando.<br />
(2) Mosè parlò della terra. Disse che Dio avrebbe dato la terra di<br />
Canaan agli israeliti, sotto la guida di <strong>Giosuè</strong>.<br />
(3) Mosè parlò della vita che gli israeliti dovevano mostrare. Egli<br />
esortò il popolo dicendo “Siate forti, fatevi animo, non temete e<br />
non vi spaventate di loro” (Deuteronomio 31:6). La loro vita ora non<br />
avrebbe dovuto essere piena di paura e di debolezza, ma di coraggio<br />
e forza.<br />
(4) Mosè parlò del Signore. “[…] perché l’Eterno, il tuo Dio, è<br />
quegli che cammina teco; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà”<br />
(Deuteronomio 31:6). Il messaggio sul Signore fu che li avrebbe<br />
35
<strong>Giosuè</strong><br />
aiutati ad avere il tipo di vita che aveva loro esortati a vivere.<br />
Le congregazioni hanno bisogno di ascoltare la predicazione durante<br />
un culto di ordinamento, perché se non capiscono la chiamata di<br />
un ministro o il rispetto e lo seguono, l’opera non progredirà. <strong>Giosuè</strong><br />
sarebbe stato un grande leader, ma gli israeliti dovevano seguirlo o non<br />
avrebbero sperimentato le benedizioni che Dio aveva in serbo per loro.<br />
Migliaia perirono nel deserto anche se Mosè era un eccellente leader,<br />
perché respinsero la sua chiamata, non lo rispettarono e seguirono.<br />
− In secondo luogo, l’incarico del candidato. Dopo essersi rivolto alla<br />
congregazione, Mosè parlò a <strong>Giosuè</strong> e “gli diede i suoi ordini, come<br />
l’Eterno aveva comandato per mezzo di Mosè” (Numeri 27:23). Gran<br />
parte di questo messaggio a <strong>Giosuè</strong> sarà ripetuto da Dio stesso, come<br />
vedremo nel prossimo capitolo. Notiamo tre punti principali nel messaggio<br />
di Mosè a <strong>Giosuè</strong>.<br />
(1) Mosè parlò dell’atteggiamento di <strong>Giosuè</strong>. “Poi Mosè chiamò <strong>Giosuè</strong>,<br />
e gli disse in presenza di tutto Israele: “Sii forte e fatti animo<br />
[…] non temere e non ti perdere d’animo” (Deuteronomio 31:7,8).<br />
Questa esortazione fu molto simile a quella che Dio diede agli israeliti,<br />
per come sarebbe dovuta essere la loro vita. <strong>Giosuè</strong> non doveva<br />
essere debole e pauroso, ma forte, coraggioso e risoluto.<br />
(2) Mosè parlò dell’incarico di <strong>Giosuè</strong>. “Perché tu entrerai con questo<br />
popolo [come loro leader] nel paese che l’Eterno giurò ai loro padri<br />
di dar loro, e tu sarai quello che gliene darai il possesso” (Deuteronomio<br />
31:7). Bisogna ricordare ai predicatori il loro dovere quando si<br />
predica durante un culto di ordinazione. Molti predicatori dimostrano<br />
di non conoscere il loro dovere, oppure non vogliono farlo.<br />
(3) Mosè parlò del sostegno che <strong>Giosuè</strong> avrebbe avuto nel compiere<br />
il suo incarico: “E l’Eterno cammina egli stesso davanti a te; egli sarà<br />
con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà” (Deuteronomio 31:8). Il<br />
messaggio di Mosè a <strong>Giosuè</strong> non minimizzò le difficoltà future, ma<br />
nemmeno la dinamica (la potenza di Dio) a portata di mano.<br />
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Chiamato da Dio<br />
Mosè diede alcuni buoni messaggi durante il servizio di ordinazione<br />
di <strong>Giosuè</strong>. I predicatori che annunciano la Parola durante le cerimonie<br />
di ordinazione farebbero bene a usare le linee guida di Mosè. Considerando<br />
alcuni sermoni di insediamento pastorale, sarebbe un grande<br />
miglioramento.<br />
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