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Filattiera e la sua Pieve - Memorie di Lunigiana

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Oberto Obizzo I si stabili’ sui gioghi dell’Appennino<br />

Ligure-Tortonese-Piacentino, nelle alte valli del<strong>la</strong> Trebbia e dello Staffora e in<br />

quest’ultima valle, centro del suo dominio, pose <strong>la</strong> propria residenza nel<strong>la</strong> rocca <strong>di</strong><br />

Orama<strong>la</strong>, unico castello fortificato del<strong>la</strong> valle e quel<strong>la</strong> venne poi da sempre<br />

considerata <strong>la</strong> cul<strong>la</strong> dei Ma<strong>la</strong>spina.<br />

Successivamente Oberto Obizzo I fece costruire una serie <strong>di</strong> castelli che<br />

sarebbero <strong>di</strong>venuti formidabili punti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e principalmente <strong>di</strong> controllo per il<br />

traffico delle merci che costituiva con i pedaggi una grossa fonte <strong>di</strong> ricchezza.<br />

I Ma<strong>la</strong>spina facevano pagare molto cari questi pedaggi e talvolta arrivavano<br />

ad assaltare essi stessi le carovane comportandosi come briganti da strada. Il loro<br />

castello <strong>di</strong> Vil<strong>la</strong>franca fu chiamato Malvido e poi Malnido (nel <strong>di</strong>ploma conferito<br />

dall’imperatore Federico a Opizone nel 1164) per i pedaggi da rapina e per le<br />

ruberie poste <strong>di</strong>rettamente in atto da loro a spese delle carovane che transitavano<br />

dal passo del<strong>la</strong> Cisa.<br />

Poco si sa <strong>di</strong> suo figlio Alberto I e del nipote Obizzo II, ma sicuramente il<br />

figlio <strong>di</strong> quest’ultimo Alberto II <strong>di</strong>venne noto col nome <strong>di</strong> Ma<strong>la</strong>spina. Cio’ appare<br />

nell’atto <strong>di</strong> pace <strong>di</strong> Luni stipu<strong>la</strong>to nel 1124 tra il vescovo Andrea da una parte e il<br />

marchese Alberto II detto il Ma<strong>la</strong>spina dall’altra.<br />

Nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>visione tra Corrado e Opizzino nel 1221, a Corrado l’ Antico<br />

(1253) vennero assegnati i posse<strong>di</strong>menti al<strong>la</strong> destra del<strong>la</strong> Magra, mentre Obizino<br />

(1301) cambiando nell’arme lo “spino secco” in “spino fiorito” ebbe parte dei<br />

territori al<strong>la</strong> sinistra del fiume.<br />

La <strong>di</strong>visione poi non fu solo dei beni ma aral<strong>di</strong>ca, in quanto venne<br />

mo<strong>di</strong>ficato lo stemma <strong>di</strong> famiglia. Quello dello spino secco portava uno spino con<br />

sei rami, uno verticale e cinque orizzontali, tre dei quali voltati a sinistra e due a<br />

destra, tutti con aculei.Quello dello spino fiorito portava uno spino verde con sei<br />

rami, uno verticale e cinque orizzontali tre dei quali a destra e due a sinistra,<br />

terminanti con tre piccoli globetti bianchi in croce alle estremita’ in modo da<br />

formare un piccolo fiore. Lo stemma originario aveva uno spino secco nero in<br />

campo d’oro con il motto “ad mede<strong>la</strong>m” (mi offre rime<strong>di</strong>o).<br />

I membri del casato si moltiplicarono e cosi’ lo stemma venne spesso<br />

mo<strong>di</strong>ficato; il piu’ conosciuto e’ pero’ quello che mostra un leone rampante<br />

coronato affiancato dai rami alternativamente, dello spino secco o fiorito o<br />

emtrambi. E’ da ricordare che il leone rampante bianco venne assegnato a<br />

Corrado detto l’Antico ( 1253) da Luigi IX re <strong>di</strong> Francia per l’aiuto ricevuto dal<br />

Ma<strong>la</strong>spina nel<strong>la</strong> crociata d’Egitto del 1248.<br />

Opizzino o Opizzone (1301), secondogenito <strong>di</strong> Federico (1264) “fu lo<br />

stipite dei Marchesi e Signori <strong>di</strong> Vil<strong>la</strong>franca”. La <strong>sua</strong> vedova marchesana Tobia<br />

Spino<strong>la</strong>, tutrice dei figli ancora in minor eta’, merita <strong>di</strong> esser ricordata come colei<br />

che “compose, or<strong>di</strong>no’ e stabili’” gli STATUTI per Aul<strong>la</strong> e altre sue terre. (Gli<br />

Statuti <strong>di</strong> Aul<strong>la</strong> del 1303 sono conservati dal Dott. Francesco Raffaelli e dal Dott.<br />

Lorenzo Ferri <strong>di</strong> Bagnone).<br />

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