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VOLUME I -<br />

INDICE<br />

1. Il Progetto ACTIVA<br />

1.1 L’Agricoltura non food (a cura di Giuseppe Croce, Elena Balducci, Marco Mazzoncini)<br />

1.1.a Principali colture e impieghi dell’agricoltura non-food 1<br />

1.1.b Mercato dell’agricoltura non-food: scenario generale 2<br />

1.1.c Politiche dell’agricoltura non-food: scenario generale 4<br />

1.1.d Il Protocollo di Kyoto 6<br />

1.1.e Le filiere non food in Toscana 9<br />

1.1.f Gli obiettivi del progetto Activa 10<br />

1.2 La metodologia di analisi: obiettivi e strumenti (a cura di Elena Balducci, Gianluca Brunori, Ad anella Rossi, Mariassunta Galli )<br />

1.2.a Introduzione 12<br />

1.2.b Lo stato dell’arte dell’attività scientifica 13<br />

1.2.c Le filiere e gli stakeholders: le griglie analitiche e i tavoli di filiera 14<br />

1.2.d L’analisi delle filiere non-food 20<br />

2. Analisi delle filiere non food<br />

2.1 Filiera biocarburanti (a cura di Marco Mazzoncini) – relazione introduttiva 29<br />

2.1.a Bibliografia ragionata<br />

2.1.b Riferimenti bibliografici<br />

2.2 Filiera biolubrificanti (a cura di Luca Lazzeri, Lorenzo D’Avino) – relazione introduttiva 53<br />

2.2.a Bibliografia ragionata<br />

2.2.b Riferimenti bibliografici<br />

2.3 Filiera colture dedicate da biomassa ad uso energetico (a cura di Enrico Bonari, Emiliano Piccioni) – relazione<br />

introduttiva 60<br />

2.3.a Bibliografia ragionata<br />

2.3.b Riferimenti bibliografici<br />

2.4 Filiera biopolimeri (a cura di Lorenzo D’Avino) – relazione introduttiva 70<br />

2.4.a Bibliografia ragionata<br />

2.4.b Riferimenti bibliografici<br />

2.5 Filiera coloranti (a cura di Luciana Angelini) – relazione introduttiva 76<br />

2.5.a Bibliografia ragionata<br />

2.5.b Riferimenti bibliografici<br />

2.6 Filiera fibre vegetali (a cura di Giampietro Venturi) – relazione introduttiva 88<br />

2.6.a Bibliografia ragionata<br />

2.6.b Riferimenti bibliografici<br />

2.7 Filiera fitofarmaci di origine vegetale (a cura di Luca Lazzeri) – relazione introduttiva 105<br />

2.7.a Bibliografia ragionata<br />

2.7.b Riferimenti bibliografici<br />

3. Analisi degli scenari<br />

3.1. Analisi degli scenari (a cura di Elena Balducci, Gianluca Brunori, Ad anella Rossi) 114<br />

3.2 Analisi dei vincoli e delle opportunità, (a cura di Mariassunta Galli, Enrico Bonari): 117<br />

3.2.a Filiera biocarburanti 116<br />

3.2.b Filiera biolubrificanti 125<br />

3.2.c Filiera colture dedicate da biomassa ad uso energetico 129<br />

3.2.d Filiera biopolimeri 136<br />

3.2.e Filiera coloranti 140<br />

3.2.f Filiera fibre vegetali 147<br />

3.2.g Filiera fitofarmaci di origine vegetale 151<br />

3.3 Individuazione delle ipotesi strategiche attuabili per ciascuna filiera in relazione ai diversi scenari<br />

(a cura di Elena Balducci, Gianluca Brunori, Ad anella Rossi) 157<br />

4. Sviluppo delle linee di intervento: orientamento della ricerca, delle iniziative politico-istituzionali e dei soggetti<br />

portatori di interesse (a cura di Giuseppe Croce)<br />

4.1. Uno scenario favorevole: percezione dei cambiamenti climatici e prezzi del petrolio 166<br />

4.2 Il vincolo dei prezzi di mercato 166<br />

4.3 Orientamenti nelle colture e nelle politiche del non food in Toscana 167<br />

4.3.a Oleaginose 167<br />

4.3.b Canapa 169<br />

4.3.c Piante tintorie 170<br />

4.3.d Pioppicoltura a ciclo breve e colture erbacee dedicate da biomassa 171<br />

4.3.e Piante amidacee per biopolimeri 172<br />

4.3.f Colture per bioetanolo 173<br />

4.4 Fattori critici di successo per il non food in Toscana 173


VOLUME II - ALLEGATI<br />

ALLEGATO A <strong>Report</strong> Tavoli di Filiera<br />

ALLEGATO B Database bibiliografico della ricerca (realizzazione database a cura di Elena Balducci)<br />

ALLEGATO C Questionario (realizzazione questionario a cura di Elena Balducci, Mariassunta Galli)<br />

ALLEGATO D Griglie dei soggetti delle filiere (realizzazione griglie a cura di Elena Balducci, Mariassunta Galli)<br />

ALLEGATO E Griglie delle categorie merceologiche<br />

ALLEGATO F Griglie dei fattori condizionanti<br />

ALLEGATO G Grigilie delle variabili di scenario<br />

ALLEGATO H Griglie degli scenari<br />

ALLEGATO I Griglie di analisi degli scenari<br />

ALLEGATO J Griglie delle possibilità di sviluppo<br />

ALLEGATO K Griglie delle ipotesi strategiche


1. Il Progetto ACTIVA<br />

1.1 L’Agricoltura non food<br />

1.1.a Principali colture e impieghi dell’agricoltura non food<br />

L’agricoltura per usi non alimentari raffigura una forma di agricoltura innovativa, un’alternativa per<br />

l’imprenditore agricolo da affiancare alle produzioni tradizionali ad uso alimentare, nell’ottica del concetto<br />

di “multifunzionalità”. L’agricoltura, infatti, non ha l’unica funzione di produzione del cibo, ma ha bensì<br />

molteplici funzioni che vanno dalla salvaguardia delle caratteristiche e della tipicità di un determinato<br />

territorio e della sua comunità, alla tutela del paesaggio e dell’ambiente. Da questo punto di vista, il settore<br />

del non food identifica l’immagine della rinnovabilità della materia prima agricola dalla quale è possibile<br />

trarre energia sotto varie forme (calore, elettricità, autotrazione, ecc.), materiali sostituibili a quelli di origine<br />

petrolchimica, prodotti ecologici, biodegradabili utilizzabili in un’ampia gamma di applicazioni industriali<br />

(settore conciario, tessile, cartario, meccanico, automobilistico, edilizio, artistico, cosmetico, ecc.).<br />

Nel quadro generale che si sta delineando a livello globale, dove i cambiamenti climatici, il progressivo<br />

esaurimento degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio), la salubrità ambientale, sono sempre più al<br />

centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, l’agricoltura non food rappresenta una concreta via<br />

percorribile che, parallelamente ad altre, si snoda verso un utilizzo sostenibile delle risorse.<br />

Le materie prime rinnovabili derivate dall’agricoltura si possono classificare in diversi modi, in funzione<br />

delle materie prime vegetali oppure, come nel presente progetto, in funzione delle destinazioni industriali. In<br />

funzione delle colture da cui derivano, si possono identificare le seguenti tipologie:<br />

Tab.1.1 Categorie di materie prime rinnovabili di origine agricola<br />

oli<br />

fibre<br />

amidi<br />

proteine<br />

biomasse lignocellulosiche<br />

coloranti e pigmenti<br />

princìpi attivi<br />

altri prodotti di nicchia<br />

Le prime 5 categorie coinvolgono potenzialmente ampie estensioni colturali e quantità già oggi valutabili a<br />

livello europeo nell’ordine dei milioni di tonnellate. Le coltura più estese a livello europeo sono il cotone, il<br />

colza e il lino da olio, con estensioni superiori ai 300.000 ha nella UE-15 Le ultime tre categorie sono per lo<br />

più destinate a produzioni di nicchia, a elevato valore aggiunto.<br />

Dal punto di vista degli usi industriali possiamo individuare grosso modo 7 grandi settori applicativi:<br />

Tab.1.2 Principali destinazioni industriali dei prodotti non food<br />

bioenergia<br />

polimeri<br />

lubrificanti<br />

solventi<br />

tensioattivi<br />

fibre<br />

prodotti per chimica fine *<br />

* Oli essenziali, Coloranti e tinture, Profumi, Prodotti farmaceutici, Prodotti di bellezza, Prodotti per la difesa delle piante, Prodotti<br />

intermedi per la chimica verde<br />

fonte IENICA Interactive European Network for Industrial Crops and their Applications<br />

Si tratta di una classificazione ancora generica, che apre per ogni settore individuato un ampio ventaglio di<br />

sottotipologie di prodotti. Di fatto risulta molto difficile stimare la quantità globale di usi industriali di<br />

materia prima di derivazione vegetale. Per un’idea più specifica delle dimensioni e della complessità di<br />

filiere che possono essere attivate dalle materie prime agricole, si considerino le tabelle 1.6 e successive.<br />

Il progetto Activa 1


1.1.b Mercato dell’agricoltura non food: scenario generale<br />

Il mercato mondiale annuale di questi prodotti è valutabile, secondo IENICA (Interactive European Network<br />

for Industrial Crops and their Applications), nell’ordine di 250 – 300 miliardi di dollari. Questo mercato<br />

include: carburanti, lubrificanti, plastiche e adesivi derivati da cereali e colture da radice; materiali compositi<br />

derivati da fibre naturali; prodotti a base di gomme e resine; altri di nicchia. Le materie prime predominanti<br />

sono fibre, oli e amidi.<br />

Nell'Unione Europea dal 1982 al 2002 gli stanziamenti per la ricerca e sviluppo del settore hanno superato i<br />

50 milioni di Euro (Karus e Kaup, 2003), anche se l’interesse agricolo per le colture non food è stato<br />

confinato dalla PAC dagli anni Novanta a oggi nei soli terreni a set-aside senza ricevere alcun incentivo dalla<br />

riforma di Agenda 2000. L’agricoltura per usi non alimentari continua a restare, da un punto di vista<br />

quantitativo, un settore marginale in Europa e in particolare in Italia. Nel nostro paese le colture non<br />

alimentari coprono poco più del 10% dei terreni messi a dimora (20.000 ettari circa, contro i 370.000 della<br />

Francia e i 350.000 della Germania) Tuttavia il mercato delle materie prime agricole nell’ultimo quinquennio<br />

è in ampia crescita, con un incremento del 50% dal 1998 al 2003. E nella sola Europa-15, escludendo energia<br />

e nuovi polimeri, il valore del prodotto finale supera i 20 miliardi di Euro l’anno.<br />

Tab.1.3 Prodotti dall’agricoltura non food: crescita del mercato globale<br />

t x 10 6<br />

1998 2003 1998 2003<br />

OLI VEGETALI 12.5 19.8 24.5 28.0<br />

AMIDI<br />

FIBRE NON<br />

LEGNOSE<br />

15.0 22.5 29.5 31.9<br />

23.4 28.4 46.0 40.1<br />

TOTALE 50.9 70.7 100.0 100.0<br />

Tab.1.4 Superfici coltivate con colture non food nella U.E.- 15 al 2003<br />

Colza<br />

Girasole<br />

Lino da olio<br />

Lino da fibra<br />

Canapa<br />

Totale<br />

ha x 10 3<br />

340<br />

68<br />

314<br />

170<br />

39<br />

931<br />

2003<br />

%<br />

36.5<br />

7.3<br />

33.7<br />

18.3<br />

4.2<br />

100.0<br />

%<br />

fonte: IENICA 2004<br />

Il progetto Activa 2


Tab. 1.5 Colture non food su terreni set-aside in Europa (000 ha)<br />

EUR-12 EUR-15<br />

1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99<br />

SET-ASIDE (1) 4640 5995 6411 5567 3978<br />

obbligatorio 3836 2052<br />

volontario 1731 1926<br />

non food 242 707 1041 660 393 415<br />

Cotone 383 423 473 502 510 508<br />

Lino da fibra 52 89 104 132 133 166<br />

Canapa 7 8 10 14 23 42<br />

Lino per olio 205 88 125 171 224 314<br />

Grano 150 160 180 175 205 245<br />

Mais 250 265 265 265 265 245<br />

Patata 119 120 120 140 133 133<br />

Barbabietola 26 24 33 31 31 32<br />

TOTALE 1434 1884 2351 2090 1917 2100<br />

NON FOOD<br />

Tab. 1.6 Oli vegetali: principali impieghi e mercato mondiale (esclusi impieghi energetici)<br />

Fonte UE DGVI<br />

IMPIEGO NON ALIMENTARE DI OLI VEGETALI E GRASSI ANIMALI 3.000.000 (t/anno)<br />

BIOLUBRIFICANTI: MERCATO POTENZIALE 370.000 (t/anno)<br />

BIO - INCHIOSTRI PER STAMPA: MERCATO 120.000 (t/anno)<br />

BIO - SOLVENTI: MERCATO 4.000.000 (t/anno)<br />

TENSIOATTIVI: MERCATO 2.000.000 (t/anno)<br />

LINOLEUM: DOMANDA (2003) 56.000.000 (m 2 /anno)<br />

fonte IENICA<br />

Tab.1.7 Amidi: principali impieghi e mercato mondiale<br />

CARTE E CARTONI 1.400.000 t<br />

PLASTICHE E DETERGENTI 1.100.000 t<br />

FERMENTAZIONE E ALTRI USI TECNICI 1.200.000 t<br />

TOTALE AMIDI SETTORE NON FOOD 3.700.000 t<br />

fonte IENICA<br />

Tab.1.8 Prodotti di nicchia: principali segmenti di mercato<br />

Oli essenziali - mercato mondiale 45.000 t/anno<br />

Piante aromatiche - mercato mondiale 50.000 t/anno<br />

Piante medicinali - mercato stimato 70.000 t/anno<br />

Raccolta europea di piante aromatiche e medicinali 20.000 – 30.000 t/anno<br />

Erboristeria - mercato europeo >7.000.000 euro/anno<br />

Coloranti per il settore tessile - mercato europeo >4.500.000 euro/anno<br />

fonte IENICA<br />

Le proiezioni di mercato al 2010-2020 condotte da uno studio UE - DG Enterprise nel 2000 stimano una<br />

potenzialità di crescita di 4 volte per i solventi di origine vegetale, di 5 volte per i tensioattivi (fino a<br />

sostituire completamente i prodotti di origine petrolchimica), di 6 volte per i biopolimeri (fino a raggiungere<br />

l’1% del mercato delle plastiche) e addirittura di 10 volte per i biolubrificanti (tab. 1.9).<br />

Nei più ottimistici degli scenari proposti (non da tutti condivisi) sono previsti fino a 40 milioni di ettari<br />

destinati nel 2020 alle colture non alimentari, comprese quelle per energia. Ma, per quanto autorevoli, sono<br />

stime inattendibili sia in eccesso che in difetto, utili al più per indicare una direzione di marcia. Infatti il trend<br />

di mercato dei prodotti da agricoltura non food è e sarà fortemente condizionato da una parte da processi<br />

Il progetto Activa 3


globali, quali gli effetti dei cambiamenti climatici o l’andamento dei prezzi del petrolio, e dall’altra dalle<br />

scelte politiche internazionali in risposta a questi processi.<br />

E’ di notevole interesse osservare l’effetto attuale e di scenario dello sviluppo delle colture non food sulla<br />

riduzione di emissioni di CO 2 e di altre emissioni gassose (espresse in ton equivalenti di CO 2). Ogni ton di<br />

materia prima agricola in sostituzione di omologhi prodotti di sintesi può consentire un risparmio oscillante<br />

tra le 2 e le 3 ton equivalenti di CO 2. In base alle valutazioni in tab. 1.10, l’attuale impiego delle materie<br />

prime agricole prodotte nella UE-15 produce un risparmio di 2 milioni di ton equivalenti di CO 2, cifra che<br />

potrebbe aumentare del 150% nei prossimi 10 anni<br />

Tab.1.9 Destinazioni industriali di materie prime rinnovabili nella U.E. Mercato 1998-2000 e previsioni<br />

S e t t o r i<br />

G l o b a l e<br />

( t x 1 0 3 )<br />

Tab.1.10 Riduzione di emissioni di gas effetto serra in funzione di differenti scenari<br />

(*) espresse come equivalenti CO2<br />

M e r c a t o a t t u a l e<br />

M a t e r i e p r i m e<br />

r i n n o v a b i l i<br />

( t x 1 0 3 )<br />

I n c i d e n z a<br />

( % )<br />

P r e v i s i o n i ( a 1 0 - 2 0 a n n i )<br />

M a t e r i e p r i m e<br />

r i n n o v a b i l i<br />

( t x 1 0 3 )<br />

I n c i d e n z a<br />

( % )<br />

P o l i m e r i 3 3 . 0 0 0 ( 1 9 9 8 ) 5 0 ( 1 9 9 7 ) 0 , 1 5 3 0 0 1 , 0<br />

L u b r i f i c a n t i 5 . 0 0 0 ( 1 9 9 9 ) 1 0 0 ( 1 9 9 9 ) 2 , 0 1 0 0 0 2 0 , 0<br />

S o l v e n t i 4 . 0 0 0 ( 1 9 9 9 ) 6 0 1 , 5 2 3 5 1 2 , 5<br />

S u r f a t t a n t i 2 . 3 0 0 ( 1 9 9 8 ) 4 6 0 2 0 , 0 0 2 3 0 0 1 0 0 , 0<br />

Settori<br />

Incidenza<br />

materie prime<br />

rinnovabili<br />

(%)<br />

Mercato attuale Previsioni (a 10- 20 anni)<br />

Riduzioni<br />

emissioni<br />

gassose (*)<br />

(t x 10 3 )<br />

Incidenza<br />

materie prime<br />

rinnovabili<br />

(%)<br />

Riduzioni<br />

emissioni<br />

gassose (*)<br />

(t x 10 3 )<br />

Polimeri 0,2 100 1 600<br />

Lubrificanti 2,0 200 20 2000<br />

Solventi 1,5 - 13 < 1000<br />

Surfattanti 20,0 1700 50-100 2000<br />

Totale - 2000 - 5600<br />

fonte IENICA - UE - DG ENTERPRISE<br />

fonte: IENICA - UE - DG ENTERPRISE<br />

Il progetto Activa 4


1.1.c Politiche dell’agricoltura non food: scenario generale<br />

Il ruolo delle produzioni non food, in questo panorama, è fortemente condizionato da una serie di fattori<br />

riguardanti essenzialmente il mercato e le politiche legate a questo comparto che si sviluppa in un intricato<br />

sistema di filiere agro-industriali le cui caratteristiche sono spesso assai differenziate tra loro. Ciascuna<br />

filiera è contraddistinta da fattori specifici, nonché da aspetti che interessano l’intero mondo del non food;<br />

dunque le possibilità di sviluppo di una filiera si verificheranno in relazione alle sue specificità, ma anche,<br />

sulla base dei fattori comuni che rappresentano concretamente le fondamenta di espansione del settore. Da<br />

ciò deriva che lo sviluppo del “non food” è, in primo luogo, determinato dall’andamento dei fattori comuni<br />

ed, in secondo luogo, da quello degli aspetti caratteristici di ciascuna filiera che potranno mettere in luce<br />

quale, tra i diversi ambiti di applicazione, avrà le maggiori possibilità di contribuire al processo di<br />

cambiamento in atto.<br />

I fattori comuni alle diverse filiere non food sono piuttosto numerosi, ma tra questi, quelli capaci di generare<br />

un condizionamento consistente, in tempi relativamente brevi, sono essenzialmente riconducibili alla recente<br />

riforma di medio termine della PAC che ha completamente rivoluzionato il quadro delle politiche agricole,<br />

all’applicazione del Protocollo di Kyoto, a seguito della ratifica da parte della Russia e, di estrema<br />

importanza, all’andamento dei prezzi del petrolio che ultimamente hanno registrato un continuo aumento.<br />

Riforma della PAC La riforma della PAC introduce una serie di misure nuove volte essenzialmente al<br />

riorientamento delle produzioni nei confronti del mercato e verso le esigenze del consumatore. Il<br />

conseguimento degli aiuti da parte dell’agricoltore risulta indipendente dalla destinazione colturale<br />

dell’azienda, in questo modo egli non risulta più precondizionato nella scelta (premio più o meno alto legato<br />

ad una coltura anziché ad un’altra), per cui è libero di coltivare ciò che risulta più conveniente, in quel<br />

momento, sul mercato. Questo particolare aspetto, legato all’introduzione del principio del disaccoppiamento<br />

degli aiuti, gioca senza dubbio un ruolo importante a favore delle colture non food; nella pratica, le pone in<br />

condizioni paritarie nei confronti di una qualsiasi altra coltura a destinazione alimentare, a differenza del<br />

passato durante il quale esse erano relegate in aree marginali, scarsamente produttive, normalmente destinate<br />

a set-aside. La nuova politica agricola, inoltre, prevede un premio aggiuntivo di 45 Euro/ha per colture<br />

energetiche, di cui fanno parte le filiere non food dei biocarburanti e delle biomasse da energia; queste<br />

ultime, possono anche usufruire di aiuti nazionali per coprire fino al 50% dei costi associati all'introduzione<br />

di colture pluriennali su terreni a riposo. Con queste premesse, la diffusione di tali colture risulta senza<br />

dubbio facilitata, in vista di una società sempre più consapevole delle problematiche ambientali che la<br />

circondano e nell’ambito della quale le colture non food rappresentano una reale alternativa alle tradizionali<br />

forme di produzione energetica.<br />

Protocollo di Kyoto L’applicazione del Protocollo di Kyoto risulta, altresì, estremamente importante nel<br />

panorama delle produzioni non food, in particolare con l'introduzione nell’Unione Europea del nuovo<br />

sistema per lo scambio transfrontaliero di quote di emissioni di gas a effetto serra che è entrata in vigore a<br />

partire da gennaio 2005 (in anticipo sul sistema mondiale che, secondo il Protocollo di Kyoto, sarà introdotto<br />

solo nel 2008). Secondo questo nuovo sistema, circa 10.000 imprese europee potranno acquistare e vendere<br />

permessi per l'emissione di anidride carbonica. Le imprese che saranno in grado di produrre livelli inferiori<br />

rispetto a quanto previsto dalle autorità nazionali avranno la facoltà di vendere le quote inutilizzate. In altri<br />

termini, se un'impresa supera i limiti imposti, potrà acquistare "diritti di inquinamento" da altre imprese in<br />

Europa che hanno ridotto le loro emissioni. Nel giro di pochi mesi si creerà un vero e proprio mercato di<br />

venditori e acquirenti di quote di inquinamento con lo scopo di incoraggiare le imprese a sviluppare e<br />

utilizzare tecnologie pulite. Per ulteriori approfondimenti sul protocollo di Kyoto vedi cap. 3.1.<br />

Prezzo del petrolio Il fattore che, attualmente, è in grado di condizionare maggiormente lo sviluppo<br />

dell’agricoltura non food è senza dubbio l’andamento dei prezzi del petrolio. L’autorevole rivista inglese<br />

“The Economist”, in un articolo relativo ai Biofuels del maggio 2005, riporta alcuni dati estremamente<br />

interessanti a riguardo. L’utilizzo dei biocombustibili risulterebbe competitivo nei confronti del petrolio, se il<br />

suo prezzo raggiungesse i 70 dollari al barile. Alla fine del mese di agosto del 2005, il petrolio ha<br />

effettivamente raggiunto i 70 dollari al barile, con il risultato della completa apertura competitiva del<br />

mercato ai prodotti ottenuti da agricoltura non food che potrebbero rappresentare la soluzione alle<br />

problematiche energetiche ed ambientali che si stanno sviluppando negli ultimi tempi. Il mercato del petrolio<br />

ha, dunque, un’influenza molto forte sulle effettive possibilità di espansione del settore del non food; negli<br />

Il progetto Activa 5


ultimi tempi i prezzi del petrolio hanno raggiunto valori mai registrati fino a questo momento e stime recenti<br />

dicono che sono destinati ad aumentare ulteriormente.<br />

Direttiva Reach Un ultimo fattore che vogliamo segnalare, dato il forte condizionamento che determinerebbe<br />

nei confronti dell’intero settore del non food, nel caso in cui entrasse in vigore, è un processo legislativo in<br />

corso ormai di realizzazione: la proposta di Direttiva Reach (acronimo di Registrazione Valutazione<br />

Autorizzazione delle Sostanze Chimiche). Dal momento della sua entrata in vigore, essa introduce obblighi di<br />

registrazione, e in molti casi anche di valutazione e di autorizzazione, delle sostanze chimiche ad oggi in uso<br />

senza alcun controllo (se non per quelle accertate come “pericolose”) in tutta l’industria europea. L’eventuale<br />

varo di questa Direttiva nel corso dell’attuale legislatura europea aprirebbe uno scenario decisamente più<br />

favorevole per le filiere non food, in quanto accelererebbe notevolmente la sostituzione di sostanze di<br />

sospetta o provata tossicità a favore di altre, tra cui molti prodotti di origine agricola, che al contrario non<br />

registrano problemi di tossicità, allergenicità, cancerogenicità ed a cui si somma tutta un’altra serie di qualità<br />

ambientali come biodegradabilità, basso impatto ambientale e rinnovabilità.<br />

In conclusione, possiamo registrare che i principali fattori capaci di condizionare il mercato e le politiche<br />

dell’agricoltura non food si stanno attualmente sviluppando verso una possibilità di applicazione sempre più<br />

concreta di questo settore. Gli equilibri che governano queste variabili sono particolarmente instabili, per cui<br />

sta alla capacità delle istituzioni politico-amministrative, scientifiche e delle associazioni, imprese,<br />

organizzazioni professionali che operano nell’ambito delle diverse filiere o che hanno un qualsiasi interesse<br />

al loro sviluppo, ad adoperarsi affinché il comparto riceva un’adeguata espansione.<br />

1.1.d Il Protocollo di Kyoto<br />

La "Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici" (UNFCCC), approvata a New York<br />

il 9 maggio 1992, costituisce il primo trattato internazionale riferito specificamente ai cambiamenti climatici.<br />

Lo strumento attuativo della Convenzione è il Protocollo di Kyoto, che impegna i Paesi industrializzati e<br />

quelli ad economia in transizione (i Paesi dell'est europeo) a ridurre complessivamente del 5,2% le principali<br />

emissioni antropogeniche di gas capaci di alterare l'effetto serra naturale del nostro pianeta, nel periodo<br />

2008-2012.<br />

I sei gas-serra considerati dal Protocollo sono:<br />

• l'anidride carbonica (CO2);<br />

• il metano (CH4 );<br />

• il protossido di azoto (N2O);<br />

• gli idrofluorocarburi (HFC);<br />

• i perfluorocarburi (PFC);<br />

• l'esafluoruro di zolfo (SF6);<br />

L'anno di riferimento per la riduzione delle emissioni dei primi tre gas è il 1990, mentre per i rimanenti tre è<br />

possibile scegliere tra il 1990 e il 1995. La riduzione complessiva del 5,2% viene ripartita in maniera diversa:<br />

per i Paesi dell'Unione europea nel loro insieme la riduzione deve essere dell'8%, per gli Stati Uniti la<br />

riduzione deve essere del 7% e per il Giappone del 6%. Nessuna riduzione, ma solo stabilizzazione, è<br />

prevista per la Federazione Russa, la Nuova Zelanda e l'Ucraina. Possono, invece, aumentare le loro<br />

emissioni fino all'1% la Norvegia, fino all'8% l'Australia e fino al 10% l'Islanda. Nessun tipo di limitazione<br />

alle emissioni di gas-serra è previsto per i Paesi in via di sviluppo.<br />

Tabella 1.11 - Gas serra<br />

Gas Incremento della<br />

Contributo al Principali fonti antropogeniche<br />

concentrazione(%) dal 1750 riscaldamento globale<br />

(%) *<br />

CO2 30 % 64 % prodotta dall'impiego dei combustibili fossili in tutte le<br />

attività energetiche e industriali, oltre che nei trasporti<br />

CH4 145 % 20 % prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti<br />

zootecnici e dalle coltivazioni di riso<br />

N2O 15 % 6 % prodotto nel settore agricolo e nelle industrie chimiche<br />

HFC Non applicabile Prodotto dall’aria condizionata e dall’industria chimica<br />

Il progetto Activa 6


PFC Non applicabile 10 % ** Prodotto nella produzione dell’alluminio<br />

SF6 Non applicabile Prodotto nella distribuzione dell’elettricità<br />

* Per poter valutare in modo intuitivo l'impatto che tutti questi composti hanno sull'atmosfera ai fini del riscaldamento globale del<br />

pianeta, è necessario aggregarli in un unico indice rappresentativo del fenomeno che viene misurato in chilogrammi di CO2<br />

equivalente. In altre parole, i quantitativi di CO, CH4, N2O si esprimono in chilogrammi di CO2 equivalente, in base a parametri di<br />

conversione calcolati tenendo conto dell'effetto che tali composti hanno sul fenomeno rispetto all'effetto della molecola di CO2,<br />

considerato pari a 1.<br />

** Tutti e tre i composti alogenati insieme<br />

Con la distinzione tra Paesi industrializzati (elencati nell’Allegato 1) e Paesi in fase di sviluppo, l’UNFCCC<br />

riconosce che i Paesi industrializzati sono responsabili per la maggior parte delle emissioni di gas effetto<br />

serra e che dispongono delle capacità istituzionali e finanziarie per ridurle.<br />

Per l'Unione europea il protocollo di Kyoto ha fissato una riduzione dell'8%, tradotta poi dal Consiglio dei<br />

Ministri dell'Ambiente dell'UE del 17 giugno 1998 negli obiettivi di riduzione delle emissioni dei singoli<br />

Stati membri. L’Unione Europea ha ratificato il Protocollo di Kyoto il 31 maggio 2002 e i 10 Paesi che sono<br />

di recente entrati a farne parte lo hanno tutti ratificato e hanno definito i loro obiettivi di riduzione delle<br />

emissioni tra il 6% e l’8%.<br />

Per l'Italia è stato stabilito che entro il 2008-2012 il nostro Paese debba ridurre le proprie emissioni nella<br />

misura del 6,5% rispetto ai livelli del 1990.<br />

L'Unione Europea ha raggiunto gli obiettivi dell’UNFCCC di mantenimento delle emissioni dell’anno 2000<br />

ai livelli del 1990, con una riduzione delle emissioni del 3,3% nel periodo 1990-2000. Nel 2001 le emissioni<br />

sono però cresciute dell’1%; non sono al momento disponibili i dati relativi agli anni successivi. Una parte<br />

considerevole dei progressi iniziali è stata attribuita alle forti riduzioni di emissioni attuate in Germania<br />

(18,3%), Inghilterra (12%) e Lussemburgo (44,2%).<br />

Dal 1990 le emissioni sono state ridotte principalmente nelle industrie manifatturiere, nel settore energetico e<br />

nelle piccole installazioni di combustibile, incluse quelle domestiche. Al contrario le emissioni di CO2 nel<br />

settore dei trasporti sono aumentate del 18% tra il 1990 e il 2000 e rappresentano il 21% delle emissioni<br />

totali.<br />

Per il conseguimento dei propri obiettivi, i Paesi industrializzati e ad economia in transizione possono<br />

“contabilizzare” come riduzione delle emissioni (secondo le decisioni negoziali assunte dalla Settima<br />

Conferenza sul Clima di Marrakesh) il carbonio assorbito dalle nuove piantagioni forestali e dalle attività<br />

agro-forestali (carbon sink) e utilizzare in maniera sostanziale i meccanismi flessibili (Clean Development<br />

Mechanism, Joint Implementation ed Emissions Trading), previsti dal Protocollo di Kyoto. In particolare:<br />

- Clean Development Mechanism (CDM) consente ai Paesi industrializzati e ad economia in transizione di<br />

realizzare progetti nei Paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini di riduzione<br />

delle emissioni di gas-serra e di sviluppo economico e sociale dei Paesi ospiti e nello stesso tempo generino<br />

crediti di emissione per i Paesi che promuovono gli interventi;<br />

- Joint Implementation (JI) consente ai Paesi industrializzati e ad economia di transizione di realizzare<br />

progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro Paese dello stesso gruppo e di utilizzare i<br />

crediti derivanti, congiuntamente con il Paese ospite;<br />

- Emissions Trading (ET) consente lo scambio di crediti di emissione tra Paesi industrializzati e ad economia<br />

in transizione: un Paese che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiore<br />

al proprio obiettivo può così cedere tali “crediti” a un Paese che, al contrario, non sia stato in grado di<br />

rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra.<br />

Nell'adempiere agli impegni di riduzione delle emissioni, ogni Paese elaborerà politiche e misure, come ad<br />

esempio:<br />

• il miglioramento dell'efficienza energetica in settori rilevanti dell'economia nazionale;<br />

• la protezione e il miglioramento dei meccanismi di rimozione e di raccolta dei gas ad effetto serra,<br />

• la promozione di metodi sostenibili di gestione forestale, di imboschimento e di rimboschimento;<br />

• la promozione di forme sostenibili di agricoltura;<br />

• la ricerca, promozione, sviluppo e maggiore utilizzazione di energia rinnovabile, di tecnologie per il<br />

“sequestro” e l'isolamento del biossido di carbonio e di tecnologie avanzate ed innovative compatibili<br />

con l'ambiente;<br />

Il progetto Activa 7


• la riduzione progressiva, o eliminazione graduale, delle imperfezioni del mercato, degli incentivi fiscali,<br />

delle esenzioni tributarie e di sussidi in tutti i settori responsabili di emissioni di gas ad effetto serra, ed<br />

applicazione di strumenti di mercato;<br />

• l'adozione di misure volte a limitare e/o ridurre le emissioni di gas ad effetto serra nel settore dei<br />

trasporti;<br />

• la limitazione e/o riduzione delle emissioni di metano attraverso il recupero e utilizzazione del gas nel<br />

settore della gestione dei rifiuti, nonché nella produzione, il trasporto e la distribuzione di energia.<br />

Il Protocollo di Kyoto sarebbe entrato in vigore il novantesimo giorno successivo alla data di ratifica di<br />

almeno 55 Parti della Convenzione (tra le quali i Paesi industrializzati le cui emissioni totali di biossido di<br />

carbonio rappresentano almeno il 55% della quantità totale emessa nel 1990). Il 18 novembre 2004 la<br />

Federazione Russa (17,4% delle emissioni di CO2 al 1990) ha ratificato il Protocollo ed è stata quindi<br />

raggiunta la maggioranza necessaria per l’entrata in vigore del Protocollo, che quindi è divenuto legalmente<br />

vincolante per le 128 Parti sottoscriventi a partire dal 16 febbraio 2005. Solo quattro paesi industrializzati<br />

non hanno ancora ratificato il Protocollo: Australia, Liechtenstein, Monaco e Stati Uniti. Le emissioni di<br />

Australia e Stati Uniti ammontano, insieme, a 1/3 dei gas-serra emessi dal mondo industrializzato.<br />

Il caso Italia - L'Italia ha ratificato il Protocollo di Kyoto attraverso la legge di ratifica n.120 del 1 giugno<br />

2002, nella quale si illustra il relativo Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.<br />

L'obiettivo di riduzione per l'Italia è pari al 6,5% rispetto ai livelli del 1990; pertanto, tenendo conto dei dati<br />

registrati al 1990, la quantità di emissioni assegnate all'Italia non potrà eccedere nel periodo 2008-2012 il<br />

valore di 487,1 Mt CO2 eq. (valore obiettivo per l'Italia).<br />

Tale obiettivo risulta abbastanza ambizioso considerando che dal 1990 ad oggi le emissioni italiane di gas<br />

serra sono già notevolmente aumentate e, senza l'applicazione di politiche e misure nazionali, sono destinate<br />

a crescere ancora. Ai fini di una chiara comprensione dello sforzo che l'Italia dovrà sostenere per raggiungere<br />

tale obiettivo, basti pensare che lo scenario di emissione "tendenziale" di gas serra al 2010 per l'Italia<br />

prevede dei livelli di emissione pari a 579,7 Mt CO2 eq. Secondo questo scenario, che tiene conto solo della<br />

legislazione vigente (ossia delle misure già avviate), rispetto all'obiettivo di Kyoto, si avrebbe un divario<br />

effettivo al 2010 di circa 93 Mt CO2 eq.<br />

Oltre allo scenario tendenziale è stato tracciato anche uno scenario di emissione "di riferimento" in cui si è<br />

tenuto conto degli effetti di provvedimenti, programmi e iniziative nei diversi settori già individuati dal<br />

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio; tali misure potranno consentire una riduzione delle<br />

emissioni di gas ad effetto serra per un valore di 51,8 Mt CO2 eq/anno nel periodo 2008-2012. Lo scenario di<br />

riferimento porterebbe quindi a dei valori di emissione pari a 528,1 Mt CO2 eq.<br />

Tenendo conto dello scenario di riferimento al 2010, rispetto all'obiettivo di riferimento esiste ancora un<br />

divario di circa 41 Mt CO2 eq. e quindi si rende necessario individuare ulteriori politiche e misure per ridurre<br />

i livelli di emissione 1 .<br />

Tabella 1.12 - Scenari di emissioni e obiettivi di riduzione al 2008-2012 (Mt CO2 eq.)<br />

Scenario tendenziale 579,7<br />

Scenario di riferimento 528,1<br />

Obiettivo di emissione 487,1<br />

Ulteriore riduzione necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo 41,0<br />

Le misure individuate dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica nel 2002 per<br />

coordinare gli interventi di riduzione delle emissioni nei diversi settori, si possono suddividere in tre macro<br />

gruppi:<br />

• le misure già individuate con provvedimenti, programmi e iniziative, che concorrono a definire il<br />

così detto "scenario di riferimento" al 2010, al quale corrisponde una riduzione pari a 51,8 Mt CO2 eq<br />

• le misure da attuare nel settore agricolo e forestale, con una riduzione di 10,2 Mt CO2 eq<br />

• le ulteriori misure di riduzione, sia a livello interno, sia mediante i meccanismi di cooperazione<br />

internazionale del Protocollo di Kyoto, necessarie per colmare il divario residuale di circa 30,8 Mt CO2 eq<br />

Le politiche approvate o decise, incluse nello scenario di riferimento riguardano principalmente:<br />

Il progetto Activa 8


• l'attuazione di programmi già previsti da leggi nazionali e direttive europee, nonché da decreti<br />

ministeriali, da delibere del CIPE, in materia di produzioni di energia, di riduzione dei consumi energetici,<br />

di smaltimento dei rifiuti, di miglioramento dell'efficienza nei trasporti;<br />

• le iniziative avviate in Cina, nei paesi del nord Africa e nei Balcani, che possono generare crediti di<br />

emissione o di carbonio attraverso i meccanismi di Clean Development Mechanism e Joint Implementation.<br />

http://www.conference-biomass.com/pdfs/Comunicato_stampa_maggio_2004.pdf<br />

http://www.dirittoambiente.com (ultimo accesso maggio 2005)<br />

www.minambiente.it/Sito/home.asp<br />

www.kyotoclub.org<br />

1.1.e Le filiere non food in Toscana<br />

Nell’ambito del progetto ACTIVA sono state indagate sette categorie di prodotti da agricoltura non food:<br />

Tab.1.13 Categorie di materie prime rinnovabili di origine agricola<br />

1. biocarburanti e biocombustibili (da amido o da olio vegetale)<br />

2. biolubrificanti<br />

3. biomasse lignocellulosiche da colture dedicate (legnose ed erbacee)<br />

4. biopolimeri<br />

5. coloranti vegetali<br />

6. fibre e derivati da coltura da fibra<br />

7. fitofarmaci di origine vegetale<br />

Questa classificazione non esaurisce il vasto campo di destinazioni industriali delle colture non food<br />

(pensiamo ad esempio ai settori della farmaceutica, dei solventi e ad altre applicazioni di chimica fine), ma<br />

risponde a tematiche ritenute di una certa rilevanza per le produzioni non food in Toscana, ognuna delle<br />

quali può attivare una o più filiere agroindustriali regionali.<br />

L’agricoltura toscana potenzialmente è in grado di produrre materie prime per tutte le categorie indagate.<br />

Alcune fanno parte dei grandi ordinamenti colturali della regione, a partire dal girasole (utilizzabile per usi<br />

energetici e per oli tecnici). Altre erano di fatto scomparse negli ultimi decenni, ma hanno radici profonde<br />

nella storia agricola toscana, come la canapa e il guado (Isatis Tinctoria). Altre ancora - es. alcune specie<br />

della famiglia delle Brassicacee - sono colture innovative per la Toscana, che dalle prime indicazioni<br />

sperimentali possono trovare un habitat adeguato e contribuire al miglioramento dei tradizionali<br />

avvicendamenti colturali della regione.<br />

Ma in Toscana, come nel resto d’Italia, le produzioni agricole per usi non alimentari sono rimaste confinate<br />

in questi anni nei terreni a set-aside, con estensioni del tutto marginali. Secondo il censimento del 2001, in<br />

Toscana le superfici a set aside ammontavano a circa 26.000 ettari, ma le superfici destinate a scopi non<br />

alimentari investivano non più di 369 ettari: meno dell'1% della superficie potenzialmente interessata.<br />

A eccezione delle biomasse forestali e della vivaistica, negli ultimi decenni non si sono sviluppate attività di<br />

un certo rilievo negli impieghi non alimentari delle risorse agricole.<br />

Tuttavia a partire dal 2001 – cogliendo per tempo la portata dei cambiamenti in atto, dalla politica della PAC<br />

alle questioni climatiche e della sostenibilità ambientale - la Regione e l’<strong>Arsia</strong> hanno assunto un ruolo attivo<br />

di promozione di studi di fattibilità e di progetti pilota per esplorare le potenzialità di questo settore.<br />

Ricordiamo in particolare:<br />

• la legge sulla canapa (L.R. n° 12 del 14/02/03), prima del genere in Italia, per un’azione pilota relativa<br />

agli aspetti produttivi e ambientali della coltivazione della canapa (Cannabis sativa L.) finalizzata e<br />

dimensionata alla creazione di una filiera tessile regionale economicamente equilibrata. Il progetto-pilota<br />

promosso da questa legge, e assegnato tramite bando alla Canapone srl di Scarlino, ha durata triennale<br />

ed è attualmente in corso (2004-2006);<br />

Il progetto Activa 9


• sempre nel settore canapa, l’<strong>Arsia</strong> ha promosso una “Valutazione tecnica-economica della coltivazione<br />

della canapa” a San Giovanni d’Asso, mentre il "Programma regionale di Azioni Innovative 2002-2003”<br />

ha finanziato due progetti distinti, finalizzati il primo alla sperimentazione di tecniche di macerazione<br />

della fibra (progetto “Toscanapa”) e il secondo a sostegno del recupero di tradizionali filiere artigianali<br />

nei territori rurali della Toscana (San Giovanni d’Asso, per la canapa, Valtiberina Toscana per il guado,<br />

Zeri per la lana);<br />

• un altro progetto di avanguardia nella realtà italiana ha riguardato la sperimentazione di una filiera<br />

regionale di biolubrificanti da girasole alto oleico in sostituzione di formulati di oli minerali, condotta<br />

con i progetti PRAI “Biovit” (2002-3) e “Dulvit” (2005), coinvolgendo tre importanti distretti industriali<br />

della Toscana: tessile di Prato, conciario di Santa Croce, e cartario di Lucca;<br />

• nel campo delle piante tintorie, ricordiamo la sperimentazione triennale condotta col supporto di <strong>Arsia</strong><br />

sul recupero della coltura del guado in Valtiberina, oltre al già citato progetto PRAI a sostegno dei<br />

territori rurali. A partire da circa un decennio all’interno di diversi progetti nazionali ed europei il DAGA<br />

in collaborazione con altri partner toscani (CIA Donne in Campo, aziende agricole della provincia di<br />

Pisa e Livorno, imprese tessili della provincia di Prato e di Arezzo), ha studiato oltre che gli aspetti<br />

agronomici della coltivazione di guado, reseda, robbia e di altre piante coloranti, anche gli aspetti relativi<br />

alla estrazione dei pigmenti e alla tintura con l’obiettivo di verificare la fattibilità di realizzare questa<br />

filiera nel territorio toscano;<br />

• nel campo dei fitofarmaci, prime prove di tecniche colturali su piante biocide da sovescio sono state<br />

condotte nel 2003 al centro di Cesa;<br />

• per quanto riguarda il settore agro-energetico, col progetto "Bioenergy Farm" (2001-2004) inserito nel<br />

Programma Nazionale Biocombustibili (PROBIO) della Regione Toscana, l’<strong>Arsia</strong> insieme alla SSSUP e<br />

ad altri partner toscani, ha cominciato a indagare, oltre all’impiego delle biomasse forestali e dei residui<br />

legnosi, anche le potenzialità di impiego nel territorio toscano delle colture dedicate – legnose ed erbacee<br />

- con l'obiettivo di dimostrare la fattibilità di un sistema aziendale ad elevata autosufficienza energetica,<br />

creare nuove opportunità di impresa nel settore agro-forestale e dare informazioni sulle possibilità dei<br />

nuovi sistemi tecnologici. Nel frattempo sono nati in Toscana i primi impianti dimostrativi a biomasse<br />

lignocellulosiche per usi termici, a partire dall’impianto di teleriscaldamento di Rincine in Mugello, fino<br />

ai nuovi progetti in Garfagnana, a Monticiano, Loro Ciuffenna e in altre aree.<br />

1.1.f Gli obiettivi del progetto Activa<br />

La presente ricerca ha l’obiettivo primario di presentare uno studio esplorativo sulle prospettive di sviluppo<br />

delle colture non alimentari in Toscana.<br />

A tale scopo, il lavoro nel suo insieme è stato suddiviso in una serie di sotto-obiettivi:<br />

1. Analisi degli scenari economici e di politica agricola Come è noto, l’agricoltura europea si trova di fronte<br />

a cambiamenti destinati ad avere un forte impatto nei prossimi anni, per l’effetto combinato delle riforme<br />

della PAC, del mutato quadro competitivo che deriva dall’allargamento dell’Unione e dagli accordi in seno<br />

al WTO e delle nuove politiche internazionali in campo ambientale, a partire dall’attuazione del Protocollo<br />

di Kyoto al progetto di direttiva europea REACH sulle sostanze chimiche, alle recenti direttive nel campo<br />

delle fonti rinnovabili di energia e dei biocarburanti. L’effetto combinato di questi fattori, come vedremo,<br />

apre prospettive nuove e di forte dinamicità per le filiere non food;<br />

2. Stato dell’arte della ricerca scientifica E’ stato realizzato una database delle ricerche esistenti a livello<br />

internazionale, più prossime alla fase di trasferimento dei risultati, per ciascuna delle sette filiere esaminate,<br />

tradotto successivamente in una bibliografia ragionata, in modo da offrire un quadro sintetico delle<br />

conoscenze già maturate nei vari settori e dei principali problemi ancora aperti su cui la ricerca toscana<br />

potrebbe indirizzarsi nei prossimi anni;<br />

3. Analisi dei vincoli e delle opportunità per lo sviluppo delle colture non food in Toscana Lo sviluppo di tali<br />

colture, oltre a criteri di natura agronomica e ambientale, è vincolato alle condizioni di fattibilità delle<br />

relative filiere industriali. Sono stati pertanto analizzati i vincoli e le opportunità di natura tecnica,<br />

economica, normativa e politica (incentivi, comunicazione) per la concreta attivazione di queste filiere in<br />

Toscana, considerando i loro principali segmenti. Più in dettaglio sono state analizzate:<br />

Il progetto Activa 10


- le principali categorie merceologiche in cui le colture non food si articolano;<br />

- i processi produttivi all’interno delle quali le colture esaminate sono o potrebbero essere inserite;<br />

- le politiche di prezzo e la formazione della catena del valore nelle filiere;<br />

- i principali punti critici di carattere merceologico e tecnologico;<br />

- i mercati attuali e potenziali delle principali categorie merceologiche di cui il settore non food si compone;<br />

- i principali vincoli e le opportunità di carattere culturale e normativo per l’attivazione delle filiere.<br />

4. Tavoli di filiera La metodologia di lavoro di ACTIVA ha consentito un ulteriore obiettivo che travalica in<br />

parte lo studio di scenario. Nel corso dei 18 mesi di durata della ricerca sono stati infatti attivati almeno tre<br />

Tavoli di filiera per ognuna delle sette categorie indagate, che hanno messo a confronto i diversi attori<br />

potenzialmente coinvolti: agricoltori, trasformatori primari e secondari, utilizzatori industriali, enti locali,<br />

enti di ricerca.<br />

Questi tavoli, oltre ad offrire elementi di conoscenza per lo studio di scenario che difficilmente potevano<br />

scaturire da una ricerca di natura bibliografica, hanno in vari casi favorito le reti di relazione tra i soggetti<br />

coinvolti e lo sviluppo di nuove idee progettuali, fino a simulare le condizioni per veri e propri Patti di filiera<br />

locali. La creazione di questi Patti è infatti la condizione fondamentale per lo sviluppo di nuove prospettive<br />

colturali in una regione e in un Paese che non può competere sulle politiche di prezzo dei mercati.<br />

Il progetto Activa 11


1.2 La metodologia di analisi: obiettivi e strumenti<br />

1.2.a Introduzione<br />

La ricerca condotta si è svolta in un arco temporale di un anno e mezzo (a partire dal marzo 2004)<br />

con l’obiettivo di giungere alla definizione di possibili linee strategiche di intervento ai fini dello<br />

sviluppo in Toscana delle filiere non food indicate nel precedente capitolo.<br />

Lo sviluppo delle filiere toscane può essere condizionato da vari livelli di intervento attuabili, in<br />

particolare, da tre differenti categorie di attori: da parte di istituzioni politico-amministrative<br />

(Regione, Province, Comunità Montane, ecc.), da parte di istituzioni scientifiche (Università, Istituti<br />

di ricerca, ecc.) ed, infine, da non trascurare, da parte di istituzioni che operano nell’ambito della<br />

filiera e/o che hanno un qualsiasi interesse allo sviluppo della stessa (associazioni, organizzazioni<br />

professionali, operatori della filiera, ecc.). E’ proprio dalla consapevolezza dell’importanza del ruolo<br />

dei vari stakeholders, potenzialmente coinvolgibili nel processo di sviluppo delle filiere non food,<br />

che il progetto di ricerca in oggetto ha seguito un approccio di tipo bottom-up, in modo da dare voce<br />

in capitolo a tutti i soggetti che realmente avrebbero potuto dare un contributo concreto a questo<br />

studio, ed in maniera tale da giungere alla comprensione della visione d’insieme della questione<br />

indagata. A tal scopo, sono stati organizzati dei “Tavoli di filiera” che hanno reso possibile il<br />

reperimento diretto delle opinioni dei diversi soggetti imprenditoriali, vale a dire di coloro che<br />

effettivamente operano nel contesto reale della filiera produttiva. In questo modo, è stato possibile<br />

usufruire di un efficace strumento di confronto da attuare tra i principali rappresentanti della filiera:<br />

dall'agricoltore all'imprenditore industriale, fino agli utilizzatori finali del prodotto.<br />

In definitiva, l’obiettivo dei “Tavoli di filiera” è stato quello di attivare ed incentivare una rete di<br />

cooperazione tra soggetti appartenenti a settori diversi (mondo agricolo, industriale, della ricerca,<br />

della divulgazione/trasferimento), allo scopo di individuare il fabbisogno di innovazione tecnica nel<br />

settore agricolo e industriale, di caratterizzare sinergie tra i settori e stimolare lo sviluppo di nuove<br />

forme di utilizzazione dei prodotti agricoli non alimentari, di analizzare le criticità economiconormative,<br />

di analizzare innovativi segmenti di filiera e verificarne l’applicabilità nella realtà<br />

toscana. Questa piattaforma di dati e di informazioni, sta alla base dell’analisi specifica prevista per<br />

le varie filiere non food ed, oltre a questo, è tuttavia evidente l’importanza di avvalorare la base di<br />

dati utili ai fini della ricerca, mediante informazioni di tipo puramente scientifico, derivanti dalla<br />

redazione dello stato dell’arte dell’attività scientifica relativo ai diversi settori del non food, con<br />

l’elaborazione di un database bibliografico realizzato per ciascuna filiera in oggetto. Tali database<br />

contengono le principali pubblicazioni scientifiche e non, i progetti di ricerca, i progetti pilota<br />

pregressi ed in atto e sono corredati da un’analisi ragionata che comprende: una rassegna ed una<br />

classificazione delle principali problematiche affrontate dalla ricerca in questo settore e dei risultati<br />

raggiunti, l’analisi dell’evoluzione delle ricerche nel tempo, l’individuazione dei principali problemi<br />

ancora aperti e delle innovazioni prodotte e rese disponibili per le imprese toscane.<br />

Oltre ai database bibliografici ed ai report dei tavoli di filiera, sono state redatte delle griglie<br />

estremamente utili ai fini dell’analisi complessiva delle filiere non food, inerenti le principali<br />

categorie merceologiche ed i relativi mercati attuali e potenziali, nonché i maggiori punti critici a<br />

livello tecnologico e merceologico e delle griglie concernenti i soggetti di filiera, in maniera tale da<br />

venire a conoscenza della rete di relazioni che si istaurano nell’ambito della filiera stessa.<br />

L’analisi delle filiere non food si avvale essenzialmente dei contributi derivanti dallo stato dell’arte<br />

dell’attività scientifica e dai report dei tavoli di filiera e si basa, fondamentalmente, sulla<br />

metodologia di analisi degli scenari, alla quale viene affiancata l’analisi dei vincoli e delle<br />

opportunità delle filiere in questione, in modo da poter integrare nell’analisi complessiva, le<br />

problematiche proprie delle varie filiere e i condizionamenti provenienti dal mondo esterno. Questi<br />

ultimi rappresentano il contesto generale in cui le filiere potrebbero avere o meno la facoltà di<br />

svilupparsi adeguatamente, in relazione al verificarsi o meno di un determinato scenario.<br />

L’analisi delle potenzialità e dei vincoli viene calata all’interno della realtà Toscana, in modo che<br />

essa risulti il più possibile realistica, ai fini dell’individuazione delle linee strategiche di intervento.<br />

La rilevanza di questa fase di analisi va ricercata nel fatto che, affinché le colture rappresentino una<br />

reale alternativa, è necessaria la contemporanea realizzazione di molteplici condizioni di disparata<br />

natura: politico/normativa, economica, tecnica, ambientale, sociale. La maggior parte di queste<br />

Il progetto Activa 12


presenta un carattere peculiare, in relazione alle specificità dell’ambiente in cui si inseriscono ed è da<br />

qui che nasce l’importanza di mettere a punto filiere, nel campo delle coltivazioni non food,<br />

rispondenti alle esigenze locali.<br />

L’analisi degli scenari ha lo scopo di mettere in luce le differenti situazioni realizzabili e come, in<br />

base al realizzarsi dell’una, anziché dell’altra, si modifichino in maniera sostanziale le linee<br />

strategiche di intervento. Lo sviluppo di una filiera, infatti, non è legato solo al verificarsi di<br />

determinate condizioni, come evidenziato in precedenza, ma esistono una serie di variabili che<br />

nonostante che agiscano in una realtà esterna alla filiera (contesto europeo, globale) hanno degli<br />

effetti diretti a livello locale. In particolare, negli ultimi tempi, gli scenari di riferimento per il settore<br />

del non food sono rappresentati fondamentalmente dalla Riforma di medio termine della PAC, dagli<br />

andamenti dei prezzi del petrolio, dall’applicazione del Protocollo di Kyoto. E’ chiaro come, al<br />

realizzarsi o meno di una situazione inerente a questi aspetti, si modifichino totalmente le prospettive<br />

di sviluppo di una filiera e si renderà quindi necessario agire in un determinato modo, invece che in<br />

un altro. Ad esempio, se il prezzo del petrolio raggiungesse i 70 dollari al barile, la filiera dei<br />

biocarburanti diventerebbe economicamente sostenibile, se i principali Paesi produttori di CO2<br />

ratificassero il Protocollo di Kyoto le filiere non food avrebbero un notevole impulso e così via…<br />

L’analisi degli scenari, corredata da tutti gli altri strumenti utilizzati nel corso di questo studio, ha<br />

permesso, in maniera efficace, di formulare ipotesi strategiche, ai fini dell’orientamento della ricerca,<br />

delle iniziative politico-istituzionali e dei diversi stakeholders per anni a venire, con lo scopo del<br />

conseguimento dello sviluppo delle filiere non food in Toscana.<br />

1.2.b Lo stato dell’arte dell’attività scientifica<br />

La redazione dello stato dell’arte dell’attività scientifica rappresenta il fondamento tecnicoscientifico<br />

della ricerca svolta nell’ambito del Progetto. Mediante l’elaborazione dei risultati ottenuti<br />

da questa fase di analisi, affiancati alle informazioni di carattere operativo - organizzativo derivanti<br />

dai tavoli di filiera, è stato possibile, infatti, estrapolare importanti considerazioni che hanno<br />

condotto alla formulazione delle ipotesi strategiche attuabili ai fini dello sviluppo delle filiere non<br />

food in Toscana.<br />

Lo stato dell’arte è stato predisposto attraverso la messa a punto di un database bibliografico,<br />

relativamente a ciascuna filiera non food indagata, inerente le pubblicazioni e i progetti, realizzate e<br />

condotti nel corso degli anni, che maggiormente hanno contribuito a caratterizzare gli attuali scenari<br />

del non food. La scelta di base è stata quella di includere tra le pubblicazioni anche quelle di<br />

carattere divulgativo, dato che talvolta esse possono prendere in considerazione aspetti peculiari non<br />

contemplati dai testi prettamente scientifici. Il database inerente le pubblicazioni contiene le seguenti<br />

informazioni (vedi tabella sottostante): l’autore, l’anno di pubblicazione, il titolo, i riferimenti, la<br />

parola chiave (Political/Normative, Economic, Environmental/Biological, Technological/Technical,<br />

Social), l’importanza (Bassa, Media, Alta) ed eventuali note e commenti.<br />

Pubblicazioni<br />

Autore Anno di pubblicazione Titolo Riferimenti Parola Chiave Importanza Note e commenti<br />

Per quanto riguarda i progetti, sono stati inclusi sia progetti di ricerca che progetti pilota, pregressi e<br />

in atto, al fine di non trascurare nessun aspetto che sarebbe potuto risultare di interesse per<br />

l’obiettivo di questo lavoro. Il database inerente i progetti contiene le seguenti informazioni (vedi<br />

tabella sottostante): l’ente finanziatore, il periodo di durata, il titolo, la tipologia (Internazionale,<br />

Nazionale, Regionale) ed eventuali note e commenti.<br />

Progetti<br />

Ente finanziatore Periodo di durata Titolo Tipologia Note e commenti<br />

I database, oltre a contribuire alla realizzazione degli scopi del progetto, hanno anche un’altra<br />

fondamentale funzione, quella della messa a disposizione di prodotti pronti per la divulgazione,<br />

attraverso il Servizio di Agrinnova Trasferimento (www.arsia.toscana.it) e mediante altre vie,<br />

usufruendo principalmente del web (es. siti internet di settore: chimicaverde, ecc.), ma non solo.<br />

Il progetto Activa 13


Questa tipologia di prodotto potrebbe risultare uno strumento molto utile ed efficace per i prossimi<br />

progetti di ricerca e per fornire un quadro della situazione del non food dettagliato a livello di<br />

ciascuna filiera, in atto e attuabile, a chiunque, e per qualsiasi motivo, possa interessare l’argomento.<br />

Ciascun database è, inoltre, corredato da un’analisi ragionata che ha lo scopo di dedurre, usufruendo<br />

delle pubblicazioni e dei progetti selezionati, l’evoluzione della ricerca e i principali risultati<br />

raggiunti, mettere in luce i maggiori problemi ancora aperti e, quindi, gli scenari futuri per la ricerca.<br />

I database bibliografici ed i report relativi all’analisi ragionata della bibliografia e dei progetti sono<br />

visionabili in Allegato.<br />

1.2.c Le filiere e gli stakeholders: le griglie analitiche e i tavoli di filiera<br />

Il quadro conoscitivo relativo allo stato dell’arte dell’attività scientifica è stato integrato, secondo la<br />

procedura di seguito descritta, con quello derivato dall’elaborazione delle informazioni acquisite a<br />

seguito della compilazione di griglie analitiche e dell’attività di reporting su quanto emerso in<br />

occasione dei tavoli di filiera.<br />

Nella prima fase di ricerca sono state utilizzate, come strumento di indagine, le griglie di rilevazione<br />

predisposte per caratterizzare le filiere in funzione degli operatori/soggetti in esse coinvolti nei<br />

diversi stadi di processo e delle relative categorie merceologiche, affidando la redazione delle<br />

medesime ai responsabili scientifici di filiera, già identificati nell’ambito della descrizione del<br />

Progetto Activa.<br />

In particolare, è stato caratterizzato il ruolo delle varie tipologie di soggetto operanti in modo diretto<br />

o indiretto nella filiera e le relazioni di questi con gli altri soggetti concorrenti alla filiera non food<br />

per la trasformazione delle materie prime di interesse per il Progetto, con riferimento alla realtà<br />

regionale.<br />

I soggetti presi in esame sono stati<br />

- produttori: soggetti agricoli che producono la materia prima;<br />

- trasformatori primari: soggetti industriali che operano una prima trasformazione della<br />

materia prima e che intrattengono un rapporto diretto con i produttori;<br />

- trasformatori secondari: soggetti industriali che rendono la materia prima semi-trasformata<br />

utilizzabile nei processi produttivi e non hanno un rapporto diretto con i produttori;<br />

- utilizzatori primari: soggetti industriali che utilizzano nel processo produttivo la materia<br />

prima trasformata;<br />

- utilizzatori secondari: soggetti industriali che utilizzano nel processo produttivo i prodotti<br />

intermedi derivanti dalla materia prima trasformata;<br />

- distributori: soggetti partecipanti alla fase distributiva del prodotto finale, direttamente o<br />

indirettamente a contatto con i consumatori;<br />

- consumatori: soggetti che acquistano il prodotto finito.<br />

Ciascuna tipologia è stata ulteriormente tipizzata in sottocategorie in funzione delle proprie<br />

specifiche caratteristiche.<br />

Nel caso dei produttori, trasformatori e utilizzatori sono stati identificati, come già anticipato, i<br />

soggetti imprenditoriali concorrenti alla filiera non food.<br />

A titolo di esempio si riporta un dettaglio della filiera dei biocarburanti relativo ai soggetti<br />

trasformatori:<br />

TRASFORMATORI<br />

Tipologie di impresa<br />

Concorrenti<br />

Industria di spremitura dei<br />

semi oleosi<br />

Industria di triturazione dei<br />

semi oleosi estere (paesi<br />

extracomunitari)<br />

Industrie di raffinazione<br />

dell’olio vegetale<br />

Industrie chimiche<br />

produttrici di bioetanolo<br />

estere (Brasile, Stati Uniti,<br />

Spagna)<br />

Industria di estrazione dello<br />

zucchero dalle materie<br />

prime agricole<br />

Industrie chimiche<br />

produttrici di bioetanolo<br />

(fermentazione)<br />

Le categorie merceologiche sono state invece caratterizzate in funzione del processo produttivo e del<br />

mercato di riferimento. Per ciascuna tipologia di prodotto sono state, infatti, acquisite informazioni<br />

Il progetto Activa 14


in merito alla fase di processo attraverso cui si ottiene tale prodotto, con il dettaglio dei punti critici<br />

più significativi da un punto di vista tecnologico e dell’operatore di filiera coinvolto (produttore,<br />

trasformatore, utilizzatore); mentre per gli aspetti più propriamente merceologici sono stati definiti i<br />

mercati attuali, i mercati potenziali e i relativi punti critici.<br />

A titolo di esempio si riporta il dettaglio della categoria merceologica “biodiesel” della filiera dei<br />

biocarburanti:<br />

BIOCARBURANTI (BIODIESEL)<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici merceologici<br />

“A” Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della Mercato nazionale dei Mercato nazionale dei carburanti Costo di produzione della<br />

Biodiesel<br />

tecnica colturale, al fine di carburanti (quantità di con una maggiore quota granella nei co nfronti delle<br />

stabilizzare le rese e biodiesel defiscalizzata: defiscalizzata e con specifiche aziende estere (Romania -<br />

ridurre i costi di 200.000 t da Finanziaria 2005) caratteristiche qualitative girasole, Germania, Francia,<br />

produzione<br />

(miscela al 5% con gasolio nei<br />

centri urbani e fino al 30% in<br />

periferia)<br />

Olanda, Canada - colza)<br />

Spremitura del seme Difficoltà di un adeguato<br />

Mercato del biodiesel per il Costo di produzione dell’olio nei<br />

(trasformatori)<br />

investimento (colza)<br />

riscaldamento di edifici pubblici confronti del mercato<br />

e privati, strutture agricole di<br />

diversa natura<br />

internazionale<br />

Raffinazione dell’olio Instabilità delle produzioni<br />

Mercato per l’alimentazione di Prezzo del biodiesel (ipotetico)<br />

(trasformatori)<br />

(girasole)<br />

motori marini (nautica da<br />

diporto) per la navigazione nelle<br />

acque interne e costiere, in<br />

ambienti soggetti a vincoli<br />

ambientali (riserve naturali,<br />

lagune, laghi, etc.)<br />

rispetto al prezzo del gasolio<br />

Trans-esterificazione Messa a punto di oli più<br />

Aumentata offerta della glicerina<br />

(trasformatori)<br />

idonei alla produzione di<br />

sul mercato (rif. mercato<br />

biodiesel (maggiore<br />

potenziale)<br />

capacità lubrificante)<br />

( Brassica carinata,<br />

Crambe abyssinica, etc.)<br />

Miscelazione (utilizzatori<br />

Difficoltà di definire accordi<br />

primari)<br />

interprofessionali sul prezzo a<br />

cui l’industria è disposta a<br />

ritirare la granella prodotta dagli<br />

agricoltori<br />

Scarsa conoscenza del<br />

consumatore nei confronti del<br />

biodiesel (necessità di maggiore<br />

informazione e comunicazione)<br />

(rif. mercato potenziale)<br />

Necessità di una chiara<br />

identificazione del biodiesel<br />

commercializzato<br />

In aggiunta alle informazioni di cui sopra, sono stati qualificati i prodotti di origine vegetale e di<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase di<br />

TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla fase di<br />

TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase di<br />

UTILIZZO Primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla fase di<br />

UTILIZZO Primario<br />

Petrolio (processo di<br />

raffinazione)<br />

Olio vegetale (da<br />

oleaginose)<br />

Gasolio per autotrazione<br />

e riscaldamento<br />

Etanolo<br />

Etanolo di origine<br />

vegetale (da cerali: sorgo<br />

zuccherino, grano, etc.)<br />

Benzina per autotrazione<br />

N da azotofissazione<br />

industriale<br />

Proteine vegetali<br />

(come mangimi o<br />

fertilizzanti)<br />

Gas metano per<br />

autotrazione e<br />

riscaldamento<br />

GPL per autotrazione e<br />

riscaldamento<br />

Olio vegetale tal quale Biodiesel Bioetanolo ETBE<br />

Energia elettrica<br />

origine convenzionale, reciprocamente equivalenti, derivati dalla fase di trasformazione o di cui è<br />

fatto un utilizzo primario. A titolo di esempio si riporta un dettaglio riferito alla filiera dei<br />

biocarburanti:<br />

In una seconda fase, il contributo conoscitivo fornito dai coordinatori scientifici di filiera è stato<br />

integrato con quanto emerso in occasione dei tavoli di filiera. Questa ultima attività ha, infatti,<br />

consentito di realizzare un incontro diretto con gli stakeholders, riconducibili sia alle tipologie di<br />

soggetto già elencate sia ai gestori degli output secondari (gestori dei sottoprodotti e dei coprodotti<br />

delle colture non food siano essi soggetti agricoli o industriali e i gestori dei rifiuti e dei reflui<br />

derivanti dai processi produttivi delle colture non food) che ai referenti di istituzioni scientifiche e di<br />

ricerca, organismi di assistenza tecnica, organizzazioni di settore e enti pubblici. L’obiettivo dei<br />

Il progetto Activa 15


tavoli di filiera è stato quello di coinvolgere gli operatori delle specifiche filiere non food nell’ambito<br />

di una discussione guidata, da un lato per favorire uno scambio di conoscenze sui processi in atto nel<br />

proprio settore di riferimento, dall’altro per raccogliere e quindi trasmettere al mondo della ricerca le<br />

opinioni, le esigenze, le aspettative degli operatori, così da poter delineare ipotesi progettuali e<br />

strategiche verso cui indirizzare le iniziative istituzionali (politiche e scientifiche) nel prossimo<br />

futuro.<br />

In particolare, l’attività dei tavoli di filiera, concentrata nel periodo autunno-invernale 2004/5, si è<br />

articolata su due livelli: la realizzazione di una discussione guidata e la messa a disposizione di<br />

griglie tematiche.<br />

La discussione guidata ha previsto tre sessioni, ciascuna delle quali articolata su una domanda<br />

chiave. In ogni sessione, ciascun partecipante è stato chiamato ad esprimere sinteticamente la propria<br />

opinione. Il tavolo non ha avuto carattere pubblico per facilitare la manifestazione di posizioni non<br />

ufficiali; in ogni modo, è stato predisposto un documento di sintesi (report dei tavoli di filiera).<br />

Seguono le domande chiave sulle quali sono state incardinate le diverse sessioni del tavolo di filiera.<br />

1 a sessione: Cosa vi ha spinto ad avvicinarvi alla filiera non food, a quali bisogni/aspettative è in<br />

grado di rispondere?<br />

La domanda era finalizzata a comprendere le motivazioni dei partecipanti in funzione delle quali è<br />

stata intrapresa un’attività collegata al non food e su come essa è in grado di soddisfare le loro<br />

aspettative.<br />

2 a sessione: Quali fattori indichereste come predisponenti/ostacolanti (fattori politici, economici,<br />

sociali, tecnici, normativi, ambientali) lo sviluppo della filiera non food?<br />

La domanda era finalizzata a raccogliere un giudizio sintetico sui principali fattori<br />

predisponenti/ostacolanti lo sviluppo del settore di riferimento:<br />

- tra i fattori politico-normativi, l’assetto delle normative nazionali e comunitarie, gli indirizzi<br />

delle politiche di settore, ecc.<br />

- tra i fattori economici, le dinamiche strutturali (es. i processi di globalizzazione), i rapporti<br />

tra i settori della produzione primaria e della trasformazione, gli incrementi di reddito<br />

aziendale, il mercato dei beni prodotti, ecc.<br />

- tra i fattori sociali, l'opinione pubblica, l'informazione del consumatore, la formazione degli<br />

operatori di filiera, ecc.<br />

- tra i fattori tecnici, i costi dei macchinari, l’efficienza delle tecniche e delle tecnologie, il<br />

livello di sperimentazione di processi innovativi, ecc.<br />

- tra i fattori ambientali, la riduzione degli impatti sull'ecosistema durante le varie fasi del<br />

processo produttivo, la possibilità di riuso/riciclo di determinati materiali, la biodegradabilità<br />

di sottoprodotti/coprodotti e dei residui, ecc.<br />

3 a sessione: Quali benefici pensate che possano derivare dalla filiera non food in futuro?<br />

La domanda era finalizzata ad ottenere un giudizio sintetico sui principali benefici apportati dalla<br />

filiera in relazione alla sua evoluzione nel breve e lungo termine.<br />

In occasione dei tavoli di filiera, sono state consegnate alcune griglie, inviate anche in formato<br />

elettronico, finalizzate a raccogliere ulteriori informazioni utili all’analisi di scenario e all’analisi dei<br />

vincoli e delle opportunità. Data la complessa articolazione della griglia, si rimanda all’Allegato D<br />

per una sua visione integrale; in questa sede si offre una sintesi degli assi principali della sua<br />

strutturazione:<br />

1 a sezione: è costituta da una scheda anagrafica per tracciare le caratteristiche più rilevanti<br />

dell’interlocutore (denominazione del soggetto, società/ente di appartenenza, attività prevalente,<br />

recapiti, tipologia di soggetto).<br />

2 a sezione: costituisce la griglia degli scenari e si suddivide in sottosezioni in funzione della<br />

tipologia di soggetto cui si rivolge. E’ prevista la rilevazione di informazioni sia di natura qualitativa<br />

Il progetto Activa 16


(in cui è proposta una domanda aperta) sia quantitativa (in cui si richiede di indicare quantità o<br />

prezzi). Si riportano le sezioni principali di cui si compone la suddetta griglia:<br />

- informazioni di natura qualitativa:<br />

- per produttori:<br />

Che cosa andrebbe a sostituire la coltura non food?<br />

Mettete o mettereste la coltura non food in rotazione? Se sì, con quali altre colture?<br />

Come valutate l'idoneità del vostro territorio alla coltura non food in questione (sia dal punto di vista delle rese che della qualità)?<br />

Quali implicazioni può avere l'introduzione di una coltura non food dal punto di vista ambientale (input chimici, irrigazione, input energetici, fertilità del suolo, ecc.)?<br />

Quali implicazioni può avere l'introduzione di una coltura non food dal punto di vista del reddito aziendale?<br />

Prevedete la possibilità di vendita e/o di utilizzo aziendale di co-prodotti derivanti dalla coltura non food in questione? Se sì, quali?<br />

A quali condizioni sarebbe possibile la coltivazione delle colture non food?<br />

- per trasformatori primari, trasformatori secondari, utilizzatori primari, utilizzatori secondari:<br />

Quali sono le caratteristiche merceologiche del prodotto convenzionale ritenute indispensabili?<br />

Quali sono le caratteristiche merceologiche del prodotto sostitutivo (ottenuto da colture non food) che potrebbero differenziare positivamente o negativamente il prodotto?<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, quali altre caratteristiche, oltre a quelle merceologiche, differenziano l'output finale (inteso sia in termini di prodotto finito, es. capo di<br />

abbigliamento, che di produzione finale, es. calore, energia) ottenuto attraverso processi che utilizzano materie prime di origine vegetale (colture non food)?<br />

A quali condizioni sarebbe possibile l’utilizzo del prodotto derivante da materia prima di origine vegetale (da colture non food?<br />

- per distributori:<br />

Quali caratteristiche merceologiche del prodotto ottenuto attraverso processi che utilizzano materie prime di origine vegetale (colture non food) sono ritenute importanti rispetto al<br />

prodotto convenzionale per favorirne il consumo?<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, quali altre caratteristiche, oltre a quelle merceologiche, differenziano l'output finale (inteso sia in termini di prodotto finito, es. capo di<br />

abbigliamento, che di produzione finale, es. calore, energia) ottenuto attraverso processi che utilizzano materie prime di origine vegetale (colture non food)?<br />

Quali condizioni possono favorire il consumo di questi prodotti?<br />

Nel caso specifico di un coinvolgimento nella gestione dei rifiuti/reflui:<br />

Prevedete una riduzione dei costi di gestione ambientale (smaltimento dei rifiuti, trattamento dei reflui, ecc.) con la messa in atto della filiera non food di riferimento?<br />

Su quali output di scarto, derivanti dalla/e coltura/e non food in questione, riservate le principali aspettative ai fini del loro recupero, riutilizzo e riciclaggio?<br />

Intravedete la possibilità di sviluppo di un mercato del compost di qualità derivante dal recupero dei materiali di scarto prodotti attraverso i processi produttivi relativi alla/e coltura/e<br />

non food di riferimento?<br />

- per organismi di ricerca, organismi di assistenza tecnica, organizzazioni di settore e<br />

amministrazioni pubbliche:<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, come può essere definito il livello della ricerca attualmente raggiunto relativamente al settore non food di appartenenza?<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, esiste la concreta possibilità di sviluppo della ricerca nell'ambito del settore non food di appartenenza (interesse, prospettive di sviluppo, ecc.)?<br />

Il livello di coinvolgimento della ricerca, secondo voi, dovrebbe essere regionale, nazionale o europeo/internazionale?<br />

Esistono squilibri nel livello di ricerca tra le diverse fasi della filiera (es. alcuni settori - agricolo, industriale, ecc. - sono attualmente più sviluppati di altri)? Quali dovrebbero essere<br />

gli aggiustamenti da perseguire e apportare?<br />

Esistono squilibri nel livello di ricerca tra le diverse filiere non food (es. una filiera più sviluppata di altre)? Quali dovrebbero essere gli aggiustamenti da perseguire e apportare?<br />

A vostro parere, è attualmente sufficiente il livello di ricerca relativo al rapporto tra le singole filiere e il contesto in cui sono inserite (impatti ambientali e socio economici, sinergie,<br />

ecc.)?<br />

Quanto giudicate essere importante il coinvolgimento diretto degli operatori della filiera nell'ambito dei progetti di ricerca?<br />

- informazioni di natura quantitativa:<br />

- per produttori, trasformatori primari, trasformatori secondari, utilizzatori primari,<br />

utilizzatori secondari, organismi di ricerca, organizzazioni di settore:<br />

Il progetto Activa 17


Estensione delle colture interessate - Coltura 1 (ha)<br />

Estensione delle colture interessate - Coltura 2 (ha)<br />

Estensione delle colture interessate - Coltura 3 (ha)<br />

Produzione complessiva (t)<br />

Resa del prodotto principale (t/ha)<br />

Resa co-prodotto/i (t/ha)<br />

Costi di produzione totali (Euro/ha)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/t)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/t)<br />

Resa di trasformazione/sintesi (%)<br />

Resa co-prodotto/i (%)<br />

Costo di trasformazione/sintesi (Euro/t)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/t)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/t)<br />

Resa di trasformazione/sintesi (%)<br />

Resa co-prodotto/i (%)<br />

Costo di trasformazione/sintesi (Euro/kg)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/kg)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/kg)<br />

Imprese coinvolte nel settore in Toscana (n°)<br />

Produttori<br />

Trasformatori primari<br />

Tradizionale<br />

(alimentare)<br />

Tradizionale<br />

(alimentare)<br />

Sostitutiva<br />

(non alimentare)<br />

Sostitutiva<br />

(non alimentare)<br />

Trasformatori secondari Convenzionale Sostitutivo (di origine vegetale)<br />

Utilizzatori (primari e secondari) Convenzionale<br />

Produzione complessiva del settore in Toscana (t; kg; m; n° pezzi; ecc.)<br />

Produzione aziendale (t; kg; m; n° pezzi; ecc.)<br />

Costo di approvvigionamento del prodotto trasformato (Euro/t; Euro/kg)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/t; Euro/kg; Euro/m; Euro/pz.; ecc.)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/t; Euro/kg;Euro/m; Euro/pz.; ecc.)<br />

Sostitutivo (di origine vegetale)<br />

3 a sezione: costituisce la griglia dei vincoli e delle opportunità. Si rivolge in modo indifferenziato a<br />

tutte le tipologie di soggetti anche se è richiesto all’interlocutore di specificare la propria<br />

appartenenza. In questo caso, la griglia si articola attraverso sette domande chiave, per ciascuna delle<br />

quali le risposte si presentano in forma semi-strutturata, pur prevedendo la possibilità di integrare e<br />

specificare quanto già indicato.<br />

Dal suo punto di vista quali informazioni possono condizionare la scelta produttiva e in che misura?<br />

Indicare per ciascuna tipologia sotto elencata in che modo le informazioni possono<br />

condizionare la scelta produttiva.<br />

Informazioni relative agli aspetti colturali<br />

(es. specifiche sulle tecniche colturali)<br />

Informazioni relative agli aspetti tecnici/tecnologici (es. disponibilità di macchine<br />

agricole/tecnologie di trasformazione)<br />

Informazioni relative agli aspetti economici<br />

(es. costi di produzione, forme di incentivazione)<br />

Informazioni relative agli aspetti di mercato<br />

(es. inserimento del prodotto sul mercato, dimensioni del mercato)<br />

Informazioni relative agli aspetti di carattere organizzativo<br />

(es. accordi di fornitura, contratti con l’industria di trasformazione)<br />

Informazioni relative agli aspetti amministrativi/burocratici (es. procedure autorizzative)<br />

Informazioni relative agli aspetti normativi<br />

(es. norme che regolano il potenziale utilizzo dei prodotti)<br />

Altro (specificare eventuali altre categorie di informazioni non indicate)<br />

Irrilevante Debole Considerevole Decisivo<br />

Il progetto Activa 18


Dal suo punto di vista in che modo le seguenti tipologie di servizi favoriscono e consolidano i rapporti tra gli operatori di filiera?<br />

Indicare per ciascuna tipologia in che modo alcuni servizi possono condizionare il<br />

rapporto tra gli operatori di filiera.<br />

Servizi di intermediazione da parte di organizzazioni di categoria, cooperative, soggetti<br />

pubblici, ecc.<br />

Servizi di supporto sul piano produttivo<br />

(es. contoterzismo)<br />

Servizi di consulenza sul piano tecnico<br />

Servizi di consulenza sul piano commerciale<br />

Servizi di consulenza sul piano finanziario<br />

Attività di ricerca e relativa disponibilità di risultati sperimentali trasferibili alla realtà<br />

locale<br />

Altro (specificare eventuali altri servizi non indicati)<br />

Irrilevante Debole Considerevole Decisivo<br />

Dal suo punto di vista quale dei seguenti aspetti organizzativi è da ritenersi più problematico per la strutturazione e/o il consolidamento della filiera:<br />

Indicare gli aspetti organizzativi ritenuti più problematici per la strutturazione della filiera. Più problematico/i<br />

Aspetti organizzativi legati al rapporto tra produttori e trasformatori primari<br />

Aspetti organizzativi legati al rapporto tra trasformatori primari e trasformatori secondari<br />

Aspetti organizzativi legati ai rapporti tra trasformatori e utilizzatori<br />

Aspetti organizzativi legati ai rapporti tra operatori di filiera e altri soggetti (es. enti di controllo e certificazione)<br />

Altro (specificare eventuali altri rapporti tra operatori di filiera non indicati)<br />

Dal suo punto di vista in che modo le varie politiche di finanziamento/agevolazione/supporto contribuiscono nella fase attuale alla strutturazione o al consolidamento della filiera?<br />

Indicare per ciascuna tipologia in che modo gli indirizzi politici possono contribuire alla<br />

strutturazione della filiera.<br />

Politiche agricole e di sviluppo rurale<br />

Politiche a supporto dell'innovazione industriale<br />

Politiche a sostegno dell'imprenditoria giovanile<br />

Politiche di agevolazione fiscale<br />

Politiche della formazione<br />

Politiche a supporto della ricerca applicata<br />

Altro (specificare eventuali altre politiche ritenute di interesse per la filiera)<br />

Irrilevante Debole Considerevole Decisivo<br />

Dal suo punto di vista quale politica di finanziamento/agevolazione/supporto è ritenuta strategicamente più rilevante per garantire nel futuro l’avvio o il consolidamento della<br />

filiera?<br />

Indicare gli indirizzi politici ritenuti strategicamente più rilevanti per la strutturazione della filiera. Strategicamente più<br />

rilevante/i<br />

Politiche agricole e di sviluppo rurale<br />

Politiche a supporto dell'innovazione industriale<br />

Politiche a sostegno dell'imprenditoria giovanile<br />

Politiche di agevolazione fiscale<br />

Politiche della formazione<br />

Politiche a supporto della ricerca applicata<br />

Altro (specificare eventuali altre politiche ritenute di interesse per la filiera)<br />

Dal suo punto di vista, in sintesi, quali dei seguenti aspetti rappresentano i vincoli più significativi per la filiera:<br />

(assegnare un punteggio da 1 a 10 in funzione della minore o maggiore importanza attribuita agli aspetti sotto elencati)<br />

Ecologici (es. impatti sull’ecosistema)<br />

Agro-pedo-climatici (es. adattabilità delle colture alle condizioni ambientali locali)<br />

Infrastrutturali (es. non adeguatezza della viabilità) e strutturali (es. inadeguatezza dei capannoni aziendali/industriali)<br />

Tecnici e tecnologici (es. adozione di macchine agricole, tecnologie di produzione o trasformazione non ordinarie)<br />

Organizzativi (es. rapporti con nuovi soggetti di filiera)<br />

Economici (es. costi aggiuntivi rispetto alla produzione/trasformazione di materie prime ordinarie)<br />

Di mercato (es. identificazione del mercato su cui posizionare il prodotto)<br />

Normativi (es. aspetti normativi specifici per il settore)<br />

Conoscitivi/culturali (es. conoscenze specifiche per la produzione/trasformazione di materie prime da colture non food)<br />

Dal suo punto di vista, in sintesi, quali dei seguenti aspetti rappresentano le opportunità più significative per la filiera:<br />

(assegnare un punteggio da 1 a 10 in funzione della minore o maggiore importanza attribuita agli aspetti sotto elencati)<br />

Agro-ambientali (es. aumento della fertilità per la diversificazione colturale) e paesaggistici (es. riqualificazione di aree abbandonate/marginali)<br />

Produttivi (es. valorizzazione di aree non competitive per produzioni convenzionali)<br />

Economici (es. incremento del reddito aziendale)<br />

Di mercato (es. sbocchi alternativi di mercato)<br />

Commerciali (es. immagine più caratterizzata della propria produzione)<br />

Agevolazioni pubbliche (es. finanziamenti, detassazioni, priorità nei finanziamenti ecc)<br />

Sicurezza sul luogo di lavoro (es. riduzione dei rischi da utilizzo di prodotti tossici)<br />

Riduzione dei costi di smaltimento o trattamento dei reflui rispetto ai processi industriali convenzionali<br />

Le informazioni rilevate attraverso le griglie e in occasione dei tavoli di filiera costituiscono la base<br />

conoscitiva propedeutica all’analisi delle filiere di cui è data descrizione nel paragrafo successivo.<br />

Il progetto Activa 19


1.2.d L’analisi delle filiere non food<br />

La metodologia di analisi adottata per lo studio delle filiere non food è stata strutturata in cinque diversi steps<br />

che partono dalla definizione del problema focale, vale a dire, in sostanza, l’obiettivo dell’analisi stessa, fino<br />

a giungere alla caratterizzazione delle linee di intervento attraverso le quali orientare la ricerca, le iniziative<br />

politico-istituzionali e gli impulsi provenienti dagli operatori delle filiere e/o da coloro che ne sono portatori<br />

di interesse. Precedentemente alle fasi di analisi vere e proprie è stata inserita una caratterizzazione dei<br />

principali aspetti delle filiere in oggetto, in maniera tale da avere, in prima battuta, un inquadramento<br />

generale dei tratti essenziali che possono contribuire al raggiungimento degli scopi del progetto.<br />

L’analisi delle filiere non food si avvale essenzialmente dei contributi derivanti dallo stato dell’arte<br />

dell’attività scientifica e dalla presa di coscienza delle esigenze, dei dubbi, delle perplessità e, dall’altro lato,<br />

delle potenzialità, dei punti di forza e delle realtà già attive ed operanti, acquisite con l’organizzazione di<br />

tavoli di filiera.<br />

Lo studio si basa fondamentalmente su due strumenti: la metodologia di analisi degli scenari e l’analisi dei<br />

vincoli e delle opportunità delle filiere in questione, in modo da poter integrare nell’analisi complessiva, le<br />

problematiche proprie delle varie filiere e i condizionamenti provenienti dal mondo esterno.<br />

Verranno di seguito illustrati gli steps dell’analisi, in relazione alla possibilità di poter delineare delle linee di<br />

intervento percorribili su vari fronti, al fine dello sviluppo delle filiere non food nella Regione Toscana.<br />

Step 1: Definizione del problema focale<br />

Il problema focale è stato definito, sulla base dell’obiettivo nodale del progetto, come l’insieme dei fattori<br />

strategici in funzione dei quali orientare la ricerca, le iniziative politico-istituzionali ed i programmi di<br />

intervento che potrebbero essere portati avanti da parte degli operatori delle filiere non food e dei vari<br />

soggetti portatori d’interesse, per supportare lo sviluppo delle filiere stesse in Toscana.<br />

Step 2: Identificazione e selezione dei fattori condizionanti<br />

Una volta definito il problema focale, il passo successivo è stato quello di identificare e selezionare i fattori<br />

condizionanti, vale a dire tutti i possibili fattori che in qualche modo, sia direttamente che indirettamente,<br />

possono influenzare l’attivazione ed il consolidamento delle filiere.<br />

Nello specifico, sono state redatte delle griglie, organizzate sulla base degli ambiti (politico/normativi;<br />

economici; ambientali/biologici; tecnico/tecnologici; sociali) e della scala spaziale (globale; europea;<br />

nazionale; regionale/locale) cui i fattori appartengono.<br />

Di seguito all’identificazione dei fattori condizionanti, è stata prevista una fase di analisi che consentisse di<br />

discriminarli in base alla loro utilità ai fini dell’analisi degli scenari o dei vincoli/opportunità. I fattori sono<br />

stati indicati nelle griglie nel modo seguente:<br />

- Fattore idoneo all’analisi di scenari: S<br />

- Fattore idoneo all’analisi dei vincoli/opportunità: V/O<br />

La selezione dei fattori, idonei all’una o all’altra analisi, è avvenuta in funzione del loro grado di<br />

dipendenza dal contesto della filiera: nel caso in cui il fattore fosse stato attinente alla realtà contestuale<br />

della filiera (aspetti legati agli operatori, alle fasi produttive, ai prodotti, alle materie prime, ecc.) è risultato<br />

idoneo all’analisi dei vincoli e delle opportunità, viceversa, nel caso in cui esso fosse stato esterno alla<br />

realtà della filiera (politiche agricole, andamenti di mercato, normative europee, ecc.), è risultato idoneo ai<br />

fini dell’analisi di scenario.<br />

Il progetto Activa 20


Tab. 1.14 Schema esemplificativo relativo all’organizzazione ed alla selezione dei fattori condizionanti,<br />

nell’ambito delle varie filiere esaminate.<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi<br />

SELEZIONE: V/O, S<br />

Globale<br />

SCALA SPAZIALE<br />

Ex.: Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto;<br />

Ex.: Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (Patto per lo sviluppo)<br />

per uscire dalla fase di sperimentazione e di progetti pilota e avviare vere e<br />

S X X X X<br />

proprie politiche di mercato del non food, attraverso la definizione comune<br />

dei prezzi, quantità e standard minimi di qualità delle forniture di materia<br />

prima vegetale;<br />

V/O X<br />

Economici<br />

Ex.: Andamento dei prezzi del petrolio; S X<br />

Ex.: Livello di redditività colturale delle colture in oggetto; V/O X X X<br />

Ambientali / Biologici<br />

Ex.: Andamento dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Ex.: Livello di biodiversità dell'agro-ecosistema, in relazione alla<br />

possibilità di diversificazione delle produzioni agricole;<br />

V/O X X X<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Ex.: Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze<br />

chimiche di origine minerale e/o sintetica;<br />

Ex.: Livello di informazione/formazione presso gli operatori della filiera,<br />

riguardo alle tecniche colturali, alle tecniche di estrazione, trasformazione<br />

ed alle specifiche tecnico-qualitative del prodotto;<br />

Sociali<br />

Ex.: Livello di informazione sulle problematiche sociali derivanti dai<br />

cambiamenti climatici globali;<br />

Ex.: Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori dei benefici<br />

ambientali e salutistici derivanti dall'utilizzo delle produzioni non food;<br />

Le griglie dei fattori condizionanti delle varie filiere non food sono visionabili in Allegato.<br />

SELEZIONE:<br />

V/O, S<br />

SELEZIONE:<br />

V/O, S<br />

SELEZIONE:<br />

V/O, S<br />

Globale<br />

Globale<br />

Globale<br />

Europea<br />

Europea<br />

Europea<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Nazionale<br />

Nazionale<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

S X X X X<br />

V/O X X X<br />

SELEZIONE<br />

: V/O, S<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

S X X X X<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 21


Step 3: Analisi degli scenari<br />

Una volta selezionati i fattori condizionanti utili all’analisi degli scenari, si è proceduto all’identificazione e<br />

all’analisi delle variabili di scenario 1 , vale a dire i fattori condizionanti effettivamente rilevanti ai fini<br />

dell’analisi di scenario.<br />

Le variabili di scenario vengono determinate ricorrendo ai concetti di Importanza e Certezza 1 , attribuendo un<br />

punteggio da 0 a 5 ai fattori condizionanti, in relazione allo schema mostrato di seguito. L’attribuzione del<br />

punteggio ha consentito di costruire un ordinamento gerarchico dei fattori attraverso cui identificare le<br />

variabili di scenario utili all’analisi degli scenari relativi alla possibilità di sviluppo delle diverse filiere non<br />

food in Toscana. Le variabili di scenario si identificano tra i fattori che hanno registrato un punteggio<br />

compreso tra 4,5 e 5.<br />

Ai due criteri (Importanza e Certezza) è stato attribuito il medesimo peso.<br />

Tab. 1.15 Descrizione fattore condizionante<br />

Ex.: Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto<br />

Importanza<br />

Nulla<br />

Scarsa<br />

Media<br />

Rilevante<br />

Elevata<br />

Molto<br />

elevata<br />

0 Nulla 0<br />

1 Scarsa 1<br />

2 Media 2<br />

3 Rilevante 3<br />

4 Elevata 4 X<br />

5 X<br />

Una volta determinate le variabili di scenario si è proceduto all’individuazione degli scenari.<br />

Per ciascuna variabile di scenario sono stati individuati tre scenari (Scenario 1, Scenario 2 e Scenario 3) che<br />

rispecchiassero un trend, rispettivamente, stabile rispetto a quello attuale, più positivo o più negativo nei<br />

riguardi dello sviluppo della filiera).<br />

Gli scenari sono stati riassunti in schemi sintetici analoghi a quello riportato di seguito (caso filiera<br />

biolubrificanti).<br />

Tab. 1.16 Esempio di schema per l’analisi degli scenari, caso dei biolubrificanti<br />

Scenari filiera biolubrificanti<br />

Variabili di scenario Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della Mancanza di diffusione<br />

della PAC<br />

coltivazione delle colture coltivazione delle colture della coltivazione di colture<br />

non food da non food da biolubrificanti non food da biolubrificanti<br />

biolubrificanti solo anche nei terreni non<br />

nell’ambito dei terreni<br />

riservati a set-aside<br />

riservati a set-aside<br />

b Applicazione a livello I nonilfenoli vengono I nonilfenoli vengono I nonilfenoli continuano ad<br />

nazionale della Direttiva sostituiti con prodotti di sostituiti con tensioattivi a essere impiegati (non<br />

2003/53/CE che vieta la analogo impatto basso impatto ambientale, applicazione della<br />

commercializzazione e ambientale, non biodegradabili che ben si Direttiva)<br />

1 Per la definizione dei termini tecnici fare riferimento al Glossario finale.<br />

Certezza<br />

Molto<br />

elevata<br />

5<br />

Totale<br />

Il progetto Activa 22<br />

4,5


l'impiego di nonilfenolo e di<br />

nonilfenolo etossilato<br />

c Direttiva 2003/87/CE che<br />

istituisce un sistema di<br />

scambio delle quote di<br />

emissione dei gas a effetto<br />

serra all'interno dell'UE<br />

d Livello di applicazione del<br />

Protocollo di Kyoto<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

e Andamento dei prezzi del<br />

petrolio<br />

f Grado di dipendenza dal<br />

mercato del petrolio<br />

g Andamento del processo di<br />

globalizzazione dei mercati<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

h Andamento dei cambiamenti<br />

climatici globali<br />

i Livello degli stock di risorse<br />

non rinnovabili (es. petrolio)<br />

biodegradabili adattano all’utilizzo<br />

combinato con i<br />

Il sistema di scambi di<br />

autorizzazioni per le<br />

emissioni di gas a effetto<br />

serra riceve un grado di<br />

sviluppo medio.<br />

Il livello di applicazione<br />

del Protocollo di Kyoto si<br />

stabilizza sui livelli attuali<br />

(non lo ratificano Stati<br />

Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

biolubrificanti<br />

Il sistema di scambi di<br />

autorizzazioni per le<br />

emissioni di gas a effetto<br />

serra si sviluppa<br />

notevolmente<br />

I principali paesi produttori<br />

di gas serra ratificano il<br />

Protocollo di Kyoto (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il<br />

vertice di Johannesburg nel<br />

2002, Australia)<br />

Il sistema di scambi di<br />

autorizzazioni per le<br />

emissioni di gas a effetto<br />

serra non si sviluppa<br />

pienamente.<br />

Alcuni dei principali Paesi<br />

firmatari, non applicano il<br />

Protocollo di Kyoto<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

Il prezzo del petrolio si<br />

stabilizza sui livelli attuali<br />

Utilizzo dei<br />

biolubrificanti fortemente<br />

di pendente dal mercato<br />

del petrolio (livello dei<br />

prezzi)<br />

Il processo di<br />

globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui<br />

livelli attuali<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in<br />

relazione all’esaurimento<br />

della risorsa stessa.<br />

Riduzione del grado di<br />

dipendenza dal mercato del<br />

petrolio, in relazione<br />

all’aumento dei prezzi del<br />

petrolio<br />

Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati<br />

subisce una riduzione<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Il prezzo del petrolio<br />

diminuisce riassestandosi ai<br />

livelli degli scorsi anni.<br />

Aumento del grado di<br />

dipendenza dal mercato del<br />

petrolio, in relazione ad una<br />

riduzione degli attuali<br />

prezzi del petrolio<br />

Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati<br />

aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali si assesta<br />

sugli attuali andamenti<br />

I consumi degli stock di<br />

risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali subisce un<br />

peggioramento rispetto ai<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

diminuire in maniera<br />

consistente in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali tende al<br />

miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in<br />

materia<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una<br />

riduzione dei consumi<br />

Una volta individuati gli scenari caratteristici per ciascuna filiera si è proceduto alla loro analisi dettagliata,<br />

caso per caso, relativamente ad ogni variabile di scenario. In questo modo, è stato possibile giungere alla<br />

determinazione delle possibilità di sviluppo delle varie filiere non food in Toscana che sono state poi<br />

riassunte in uno schema di sintesi finale.<br />

L’analisi degli scenari, in relazione a ciascuna variabile di scenario è stata condotta facendo uso di schemi<br />

sintetici che evidenziano, in sequenza:<br />

tre possibili scenari per ogni variabile di scenario analizzata (Scenario 1, Scenario 2 e<br />

Scenario 3, con un trend, rispettivamente, stabile rispetto a quello attuale, più positivo o più<br />

negativo nei riguardi dello sviluppo della filiera);<br />

gli effetti di tali scenari rispetto ad ambiti di diversa natura: economica (domanda, prezzi,<br />

redditività), tecnica/tecnologica (grado di innovazione), normativa (norme di settore), ambientale<br />

Il progetto Activa 23


(effetti sull’ambiente) e sociale (effetti sulla comunità), predisposti per ciascun scenario<br />

contemplato (Effetti 1, Effetti 2, Effetti 3);<br />

la valutazione complessiva delle possibilità di sviluppo in Toscana della filiera non food<br />

considerata (scarsa, limitata, buona, rilevante, elevata), in relazione a ciascuna variabile di<br />

scenario, sulla base degli effetti determinatisi.<br />

Tab 1.17 Schema esemplificativo relativo all’analisi di una variabile di scenario (caso biolubrificanti) con la<br />

relativa legenda che riporta i giudizi concernenti i trends e le possibilità di sviluppo della filiera in Toscana.<br />

Variabile di scenario Economica: Ex.: Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui Il prezzo del petrolio tende Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

livelli attuali.<br />

all’aumento continuo, in relazione riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

all’esaurimento della risorsa stessa. anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi per tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

soddisfare la crescente domanda di di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

biolubrificanti<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

sostanze chimiche pericolose, oltre ai di altre sostanze chimiche pericolose, settore che favoriscano l’impiego di<br />

nonilfenoli<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

biolubrificanti<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di utilizzo L’utilizzo dei biolubrificanti torna ad<br />

biolubrificanti con i conseguenti dei biolubrificanti con i conseguenti essere solo una possibilità attuabile tra<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

le tante per il rispetto e la salvaguardia<br />

dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 24


Legenda<br />

Trend Giudizio<br />

Negativo <br />

Stabile <br />

Positivo <br />

Possibilità di sviluppo della<br />

filiera in Toscana<br />

Giudizio<br />

Scarse *<br />

Limitate **<br />

Buone ***<br />

Rilevanti ****<br />

Elevate *****<br />

A seguito di queste elaborazioni è stato possibile creare un quadro riassuntivo, nel quale sono riportate le<br />

possibilità di sviluppo di ciascuna filiera analizzata in Toscana in relazione ai diversi scenari.<br />

Tab 1.18 Esempio di schema delle possibilità di sviluppo relative alla filiera biolubrificanti.<br />

Possibilità di sviluppo della filiera dei biolubrificanti in relazione ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Applicazione a livello nazionale della Direttiva<br />

2003/53/CE che vieta la commercializzazione<br />

e l'impiego di nonilfenolo e di nonilfenolo<br />

etossilato<br />

** ***** *<br />

c Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema<br />

di scambio delle quote di emissione dei gas a<br />

effetto serra all'interno dell'UE<br />

*** ***** **<br />

d Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto *** ***** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

f Grado di dipendenza dal mercato del petrolio ** ***** *<br />

g Andamento del processo di globalizzazione dei<br />

mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

i Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

L’analisi degli scenari ha permesso di giungere all’individuazione delle possibilità di sviluppo delle varie<br />

filiere in relazione all’avverarsi di un determinato scenario. Questo ha rappresentato lo strumento di base ai<br />

fini dell’individuazione delle strategie attuative elaborate a partire dalle ipotesi strategiche proposte nello<br />

step successivo.<br />

Step 4: Analisi dei vincoli e delle opportunità condizionanti lo sviluppo di ciascuna filiera<br />

Il progetto Activa 25


L’analisi dei vincoli e delle opportunità rappresenta la fase di ricerca attraverso cui ci si è proposti di dare<br />

sintesi, in termini di azioni incentivanti le filiere non food, a quanto già elaborato nelle griglie, nei report e<br />

nella discriminazione dei fattori condizionanti di cui è già stata data descrizione.<br />

A tale scopo è stata realizzata una lettura circostanziata attraverso cui le informazioni rilevate sono state<br />

riorganizzate secondo il seguente schema logico (Fig 1.1).<br />

Qualificazione del fattore<br />

in termini di vincolo e<br />

opportunità<br />

Fig 1.1 Schema logico<br />

Descrizione del fattore<br />

Ambito contestuale di filiera<br />

Fase di processo<br />

Soggetto<br />

Categoria merceologica<br />

In altre parole, i fattori di vincolo e opportunità sono stati organizzati in funzione dell’ambito contestuale di<br />

filiera cui sono riferibili (politico-normativo, economico, tecnico-tecnologico, biologico-ambientale, sociale)<br />

e, laddove era disponibile l’informazione, tale attribuzione è stata dettagliata in termini di fase di processo,<br />

soggetto di filiera e di categoria merceologica.<br />

Il prodotto ottenuto è stato quindi un’elencazione costituita dalla descrizione dei fattori di vincolo e di<br />

opportunità, qualificati in termini di ambito contestuale di filiera, di fase di processo, di soggetto di filiera, di<br />

categoria merceologica.<br />

Da tale analisi di dettaglio sono state derivate le ipotesi strategiche da adottare per la rimozione dei vincoli o<br />

la valorizzazione delle opportunità; quindi anche le ipotesi strategiche sono state organizzate in griglie in cui<br />

sono stati messi in evidenza<br />

- l’ambito contestuale cui appartengono (politico-normativo, economico, tecnico-tecnologico, biologicoambientale,<br />

sociale)<br />

- gli ambiti di attivazione in funzione dei soggetti attuatori della strategia:<br />

o istituzioni scientifiche<br />

o istituzioni, sia formali (es. associazioni dei produttori, organizzazioni di categoria) sia<br />

informali (es. singoli operatori della filiera), che operano a livello economico-organizzativo;<br />

o istituzioni politico-amministrative<br />

- categorie merceologiche direttamente interessate.<br />

Per qualificarne ulteriormente il significato, sono stati adottati due criteri aggiuntivi: Incidenza e Sensibilità.<br />

In particolare, l’incidenza indica la rilevanza dell’ipotesi strategica per la filiera, vale a dire il grado di<br />

importanza che essa riveste nel caso in cui venisse realmente applicata, mentre la sensibilità indica la<br />

suscettività della filiera ad essere modificata all’attivazione dell’ipotesi strategica, cioè la capacità<br />

dell’intervento preposto di sviluppare degli effetti sull’attuale assetto della filiera.<br />

Per tracciare un ordine gerarchico secondo cui definire gli interventi da attivare nel breve-medio termine (di<br />

cui sarà fornito il dettaglio nell’ultimo capitolo), i responsabili scientifici hanno provveduto a validare le<br />

ipotesi strategiche e ad attribuire un punteggio nel range 0 - 5 (0 nulla, 1 scarsa, 2 media, 3 rilevante, 4<br />

elevata, 5 molto elevata).<br />

Tab 1.19 Dettaglio estrapolato dalla griglia delle ipotesi strategiche predisposto per la filiera dei biopolimeri.<br />

Il progetto Activa 26


R istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI istituzioni politico-amministrative<br />

EO istituzioni formali e non che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico<br />

S sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata dall'attivazione di una strategia<br />

I incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera<br />

A applicazione di largo consumo (stoviglie, sacchetti, pneumatici, superassorbenti, teli, …)<br />

B applicazione con elevato valore aggiunto (es. protesi medicali, biocomposti, …)<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico /<br />

Normative<br />

tutte Integrare le<br />

politiche volte<br />

a disciplinare e<br />

promuovere<br />

processi<br />

produttivi a<br />

basso impatto<br />

per l'ambiente,<br />

il territorio e la<br />

salute dei<br />

consumatori<br />

A Avviare<br />

iniziative volte<br />

a promuovere<br />

la conoscenza<br />

dei<br />

biopolimeri,<br />

sia sul piano<br />

della<br />

comunicazione<br />

sia su quello<br />

della<br />

formazione<br />

I S medi<br />

a Cat<br />

mer<br />

5,0 4,0 4,5 PI e<br />

EO<br />

Ipotesi strategiche: filiera dei biopolimeri<br />

Economico I S media Cat<br />

mer Ambientali/Bi<br />

ologiche<br />

tutte Pianificare<br />

interventi per<br />

aumentare il<br />

grado di<br />

competitività<br />

delle<br />

produzioni<br />

regionali<br />

rispetto a<br />

quelle<br />

estere/extraco<br />

munitarie<br />

5,0 5,0 5,0 PI tutte Promuovere<br />

tavoli<br />

interprofession<br />

ali con<br />

l’obiettivo di<br />

garantire agli<br />

industriali la<br />

continuità e la<br />

qualità delle<br />

forniture e agli<br />

agricoltori i<br />

prezzi di ritiro<br />

5,0 3,0 4,0 EO tutte Acquisire un<br />

quadro<br />

conoscitivo per<br />

valutare i<br />

rischi correlati<br />

all'esclusione<br />

della fase<br />

agricola (per<br />

importazione<br />

di materie<br />

prime) e le<br />

conseguenti<br />

ripercussioni<br />

sul piano<br />

ambientale ed<br />

agroecosistemi<br />

co<br />

4,0 4,0 4,0 EO/PI A Avviare<br />

iniziative per<br />

la diffusione<br />

dei biopolimeri<br />

per la<br />

riduzione del<br />

livello di<br />

inquinamento<br />

da CO2<br />

determinato da<br />

plastiche<br />

ottenute da<br />

petrolio<br />

I S media Cat<br />

mer<br />

Tecniche /<br />

Tecnologiche<br />

5,0 3,0 4,0 R tutte Condurre<br />

sperimentazion<br />

i per<br />

sviluppare<br />

tecnologie in<br />

grado di<br />

utilizzare<br />

additivi di<br />

origine<br />

naturale<br />

(plasticizzanti,<br />

impermiabilizz<br />

anti, ecc.)<br />

5,0 3,0 4,0 PI A Condurre<br />

sperimentazion<br />

i per<br />

sviluppare<br />

impianti di<br />

compostaggio<br />

che prevedano<br />

la<br />

compostabilità<br />

dei biopolimeri<br />

I S media Cat<br />

mer<br />

4,0 4,0 4,0 R tutte Avviare<br />

iniziative di<br />

formazione<br />

tecnica per gli<br />

operatori di<br />

filiera:<br />

tecniche<br />

colturali,<br />

tecniche di<br />

trasformazione<br />

, specifiche<br />

tecnicoqualitative<br />

4,0 4,0 4,0 R A Informare<br />

l'opinione<br />

pubblica del<br />

positivo effetto<br />

ambientale<br />

determinato<br />

dai processi<br />

produttivi<br />

coinvolti nella<br />

filiera e del<br />

loro effetto<br />

sulla vivibilità<br />

del territorio<br />

Sociali I S media<br />

3,0 5,0 4,0 PI/R<br />

4,0 5,0 4,5 PI e R<br />

Il progetto Activa 27


Step 5: Individuazione delle ipotesi strategiche attuabili per ciascuna filiera in relazione agli scenari<br />

ipotizzati<br />

L’individuazione delle ipotesi strategiche attuabili per ciascuna filiera in relazione agli scenari ipotizzati<br />

usufruisce dei contributi derivanti dall’analisi degli scenari e dei vincoli/opportunità, al fine di mettere in<br />

luce le differenti situazioni realizzabili e come, in base al realizzarsi dell’una, anziché dell’altra, si<br />

modifichino in maniera sostanziale le linee strategiche di intervento proposte precedentemente. Lo sviluppo<br />

di una filiera, infatti, non è legato solo al verificarsi di determinate condizioni intrinseche ad essa (aspetti<br />

legati agli operatori, alle fasi produttive, ai prodotti, alle materie prime, ecc.), ma esistono una serie di<br />

variabili che, nonostante agiscano in una realtà esterna alla filiera (politiche agricole, andamenti di mercato,<br />

normative europee, ecc.), hanno ugualmente degli effetti diretti o indiretti su di essa.<br />

Nello specifico dell’analisi, sono state indicate le linee strategiche da perseguire nell’ipotesi in cui si<br />

verifichi il trend attuale (Scenario 1), una situazione con maggiori possibilità di sviluppo per la filiera<br />

(Scenario 2) e una situazione con minori possibilità di sviluppo (Scenario 3), in relazione alle diverse<br />

variabili di scenario considerate. Sono state, inoltre, contemplate le variabili di scenario più esemplificative<br />

che evidenziano una notevole influenza sulle possibilità di sviluppo delle varie filiere, in relazione al<br />

semplice cambiamento del loro stato (es. aumento continuo dei prezzi del petrolio, ratifica del Protocollo di<br />

Kyoto da parte dei principali Paesi produttori di gas serra, diffusione della coltivazione delle colture non<br />

food nei terreni non riservati a set-aside, ecc.).<br />

Glossario:<br />

- Sistema filiera: elementi contestuali all’intera filiera (singole fasi di processo, prodotti primari e<br />

secondari ottenuti e ottenibili, soggetti di filiera).<br />

- Scenario (Porter, 1985): visione internamente coerente di ciò che il futuro potrebbe essere.<br />

I “fattori di analisi”:<br />

- Fattori condizionanti: fattori capaci di condizionare lo sviluppo della filiera analizzata.<br />

- Variabili di scenario: rappresentano i fattori condizionanti rilevanti ai fini dell’analisi di scenario,<br />

selezionati in base ai criteri di Importanza e Certezza (vedi definizioni sottostanti).<br />

I “criteri di analisi”:<br />

- Importanza: indica la capacità del fattore condizionante di generare un impatto sul sistema filiera.<br />

- Certezza: indica la probabilità che un fattore condizionante condizioni realmente lo sviluppo della filiera<br />

analizzata.<br />

- Sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata all'attivazione di una strategia.<br />

- Incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera.<br />

Il progetto Activa 28


2. Analisi delle filiere non food<br />

2.1 Filiera biocarburanti - Relazione introduttiva<br />

Nell’ambito delle energie rinnovabili, quelle prodotte da biomasse possono essere ottenute a partire da<br />

prodotti di origine agricola prevalentemente ligno-cellulosici o da semi oleosi; nel primo caso la biomassa<br />

viene utilizzata in larga misura per la combustione (bio-combustibile), nel secondo, l’olio ottenuto dai semi<br />

per estrazione, dopo una serie più o meno intensa di trattamenti fico-chimici può essere utilizzato per<br />

combustione diretta al fine di produrre energia termica e/o elettrica o impiegato come bio-carburante<br />

(combustibile liquido che in miscela con l’ossigeno può produrre miscele esplosive all’interno di motori<br />

endotermici) per motori diesel nel settore dell’autotrazione (biodiesel).<br />

In analogia con altre filiere agro-energetiche, anche la filiera dei bio-carburanti si articola in una fase di<br />

produzione primaria (agricola) che termina con la produzione del seme oleoso (di girasole, colza, soia, ecc),<br />

una fase di prima trasformazione industriale o artigianale che prevede l’estrazione dell’olio dal seme, una<br />

fase di seconda trasformazione industriale che consiste in una serie di processi fisico-chimici che modificano<br />

le caratteristiche dell’olio grezzo in funzione della sua possibile destinazione ed infine la fase di utilizzazione<br />

in caldaie o in motori endotermici. Nel caso della produzione di olio vegetale più o meno modificato si parla<br />

di filiera olio vegetale; nel caso della produzione di biodiesel, che richiede necessariamente la seconda fase<br />

di trasformazione (da olio a biodiesel) si parla di filiera biodiesel che risulta inevitabilmente più “lunga”<br />

rispetto a quella dell’olio vegetale.<br />

Nel suo complesso la filiera dei biocarburanti offre vantaggi ambientali, agronomici e sociali ormai<br />

innegabili che recentemente hanno spinto in modo deciso la UE a stimolarne la diffusione di questa fonte di<br />

energia rinnovabile.<br />

Secondo le stime pubblicate da Kopetz (2004) (tabella 2.1), nell’ambito di un generale incremento<br />

dell’energia prodotta da biomasse, particolare rilevanza assumerebbe (in termini di incremento percentuale)<br />

quella ottenuta a partire dai biocarburanti (biodiesel e bioetanolo).<br />

Tabella 2.1 – Stima della quantità di energia prodotta dalle biomasse all’interno della U.E. (MTep).<br />

(Rielaborato da: Kopetz, 2003 in Renewable Energy in Europe (EREC), Draft copy January 2004)<br />

1995 2000 Obiettivi per il 2010<br />

Biomassa solida 42,9 48,4 102<br />

Biomassa gassosa 1,20 1,80 15<br />

Biocarburanti liquidi 0,40 0,90 18<br />

Biodiesel 0,28 0,70 -<br />

Bioetanolo 0,08 0,20 -<br />

Totale 44,5 51,1 135<br />

Una spinta decisiva all’utilizzazione dei biocarburanti è giunta nel 2003 con la Direttiva 2003/30 che indica<br />

come obiettivo per gli stati membri la sostituzione dei carburanti fossili con biocarburanti in misura del 2%<br />

entro il 2005 e del 5.75% entro il 2010.<br />

Nonostante ciò, la penetrazione e diffusione nel mercato del biodiesel è ancora scarsa e la filiera di<br />

produzione presenta dei punti di debolezza a diversi livelli che impediscono una diffusione più ampia<br />

dell’utilizzazione dei biocarburanti o dei biocombustibili.<br />

Sulla filiera pesa in modo determinante il maggiore costo dell’olio vegetale (e quindi del biodiesel) rispetto<br />

al gasolio di origine fossile. Infatti, sebbene si possa contare sugli utili derivanti dalla vendita del panello<br />

proteico (componente proteica dei semi oleosi che si ottiene a valle del processo di disoleazione) e della<br />

Il progetto Activa 29


glicerina (sottoprodotto del processo di trasformazione dell’olio vegetale in biodiesel), il costo di produzione<br />

del biodiesel risulta superiore a quello del gasolio tradizionale (circa il 40-50%). Ad incidere sui costi è per<br />

circa il 75% la materia prima agricola, cui vanno aggiunti i costi logistici più elevati connessi alla tipologia e<br />

alle dimensioni delle imprese di produzione.<br />

I problemi economici ed il modo come questi vengono percepiti dai protagonisti della filiera rappresentano<br />

un ulteriore vincolo allo sviluppo della filiera.<br />

Nel caso degli agricoltori, produttori della materia prima (semi oleosi), il prezzo di vendita della granella<br />

all’industria di trasformazione del biodiesel non è sufficiente a salvaguardare una adeguata redditività delle<br />

colture (sia in passato, considerando il regime di set-aside, sia oggi considerando l’aiuto di 45 /ha destinato<br />

alle colture da energia 1 ). Ciò ha indotto gli agricoltori ad estensivizzare in maniera non sempre razionale la<br />

coltivazione di queste specie con il risultato di ridurre drasticamente la produttività senza ridurre in misura<br />

più che proporzionale i costi; di fatto il costo per unità di prodotto non si è ridotto ed è spesso risultato dello<br />

stesso livello del prezzo di vendita. Si è quindi assistito al progressivo abbandono a livello nazionale delle<br />

colture “non food” coltivate su set-aside (da circa 62.500 ha nel 1994 a circa 4.000 nel 2004) e quindi alla<br />

riduzione dell’offerta di prodotto nazionale.<br />

Dall’altra parte, i trasformatori, produttori del biodiesel, lamentano scarsità di prodotto nazionale<br />

(potenzialmente preferibile visti i costi di trasporto della granella o direttamente dell’olio di colza e/o<br />

girasole dall’estero), prezzi della materia prima superiori a quelli medi del mercato mondiale e scarsa<br />

stabilità politica (e quindi la difficoltà di operare investimenti e scelte di medio-lungo periodo). Più volte<br />

l’industria ha provato ad instaurare con gli agricoltori un rapporto di fiducia offrendo loro contratti a prezzo<br />

definito ma senza fortuna. Ciò ad indicare la scarsa capacità di coordinamento nazionale e locale all’interno<br />

della filiera in grado di coinvolgere, oltre al Governo e alle Regioni, tutti gli attori della filiera, dal mondo<br />

agricolo, alle industrie ai distributori che si concretizza in una cronica mancanza di condivisione delle<br />

problematiche della filiera e nella scarsa partecipazione a tavoli di coordinamento interprofessionali.<br />

Un altro limite allo sviluppo della filiera dei biocarburanti è rappresentato dal regime di defiscalizzazione del<br />

biodiesel; questo prodotto, infatti, anche cercando di ridurre al massimo i costi di produzione, non è in grado<br />

di reggere la concorrenza del gasolio tradizionale derivato dal petrolio, ancora su prezzi relativamente<br />

“bassi”. I governi di alcune nazioni europee hanno quindi ritenuto opportuno incentivare la produzione di<br />

questi prodotti rinnovabili rinunciando all’accisa applicata normalmente su tutti i carburanti (0.458 /kg al<br />

31.12.2005). Ai prezzi attuali del gasolio, quello del biodiesel defiscalizzato risulta sufficientemente<br />

competitivo (vedi tabella 3.2).<br />

La quantità di biodiesel in regime di defiscalizzazione, secondo la legge Finanziaria 2005, si dovrà ridurre da<br />

300.000 a 200.000 t per i prossimi sei anni (2005-2010); allo stesso tempo con decreto n.96 del 2004 il<br />

governo ha stanziato 73 milioni di euro per la produzione di bioetanolo da utilizzare tal quale (4,5% dello<br />

stanziamento), per la produzione di Etbe (85,5%) e di additivi e riformulati (10%). Un segnale parzialmente<br />

positivo è la nuova norma introdotta dalla Finanziaria 2006 che vincola l’utilizzo di una quota del 10% del<br />

biodiesel defiscalizzato – ossia 20.000 t – alla “sottoscrizione di contratti di coltivazione realizzati<br />

nell’ambito di contratti quadro o intese di filiera”.<br />

Nel complesso sembra di assistere ad una frammentazione degli sforzi volti allo sviluppo le filiere dei<br />

biocarburanti che necessitano forse di un maggiore coordinamento tra tutte le parti chiamate in causa per<br />

trovare nuove sinergie ed evitare che le già scarse risorse a disposizione vengano sperperate senza così<br />

ottenere proficui risultati.<br />

Nei prossimi anni, oltre alla riduzione della quantità di biodiesel defiscalizzato, un ulteriore vincolo allo<br />

sviluppo della filiera dei biocarburanti potrebbe derivare dalla scelta del nostro governo di non rispettare<br />

quanto suggerito dalla Direttiva 2003/30, come risulta dal D.Lgs. del 30 maggio 2005, n. 128 (G.U. 12 luglio<br />

2005 n.160) che riduce le percentuali di sostituzione dei carburanti con biocarburanti indicate dalla Direttiva<br />

da 2,5% a 1% entro 31 dicembre 2005 e da 5,75% a 2,5% entro 31 dicembre 2010.<br />

1<br />

a livello comunitario, la nuova riforma della PAC offre un premio di 45 /ha (fino ad un massimo di 1.5 milioni di ettari coltivati<br />

nella UE) per la coltivazione di specie destinate alla produzione di energia.<br />

Il progetto Activa 30


La mancanza di produzioni reperibili sul territorio nazionale e quindi la difficoltà a ridurre i costi di<br />

trasporto, viene spesso richiamata dal mondo dall’industria di trasformazione primaria e secondaria come un<br />

limite allo sviluppo della filiera. Ci si trova di fronte ad un circolo vizioso che rappresenta uno dei maggiori<br />

vincoli allo sviluppo della filiera a livello nazionale: non si produce a sufficienza a livello nazionale perché il<br />

prezzo pagato dall’industria non risulta soddisfacente e quindi non si attiva neppure la domanda interna<br />

perché l’industria trova più convenite rivolgersi al mercato mondiale. Evidentemente l’attuale meccanismo,<br />

che prevede tra l’altro l’importazione di buona parte del fabbisogno di olio vegetale, tende a penalizzare le<br />

prime fasi della filiera: quella agricola e quella di prima trasformazione. In particolare quella agricola, di<br />

fatto, risulta esclusa dalla filiera perché, secondo l’industria di trasformazione secondaria, incapace di fornire<br />

un prodotto nazionale a prezzi simili a quelli internazionali ed in maniera costante nel tempo. Escludendo<br />

però la fase agricola dalla filiera, questa non può esprimere al meglio le proprie potenzialità in termini di<br />

riduzione dell’impatto ambientale (il trasporto dei semi oleosi, o dell’olio da loro estratto, dall’estero verso<br />

l’Italia, ha un costo energetico ed un impatto ambientale superiore a quello richiesto per trasferire a livello<br />

nazionale i semi oleosi dalle nostre aziende agricole ai centri di stoccaggio, triturazione e<br />

transesterificazione) e in termini di benefici per gli agroecosistemi (differenziazione delle colture agrarie,<br />

conservazione e protezione del territorio agricolo, ecc.).<br />

Superamento dei vincoli: le filiere olio/biodiesel<br />

Premesso che nel lungo periodo i biocarburanti non possono essere considerati sostituti dei carburanti<br />

convenzionali nei volumi in cui questi vengono attualmente impiegati, a causa della limitazione dei terreni<br />

disponibili, essi meritano di essere sfruttati insieme con altre forme di energia alternativa nel breve-medio<br />

periodo per i numerosi vantaggi che offrono.<br />

Il superamento delle barriere precedentemente identificate dovrebbe quindi passare attraverso l’incremento<br />

della redditività della fase agricola ed una maggiore condivisione delle problematiche della filiera da parte di<br />

tutti gli attori; a tale scopo si potrebbe operare secondo le seguenti direzioni:<br />

filiera biodiesel: (i) garantire la redditività delle produzioni agricole ai prezzi di vendita internazionali dei<br />

semi oleosi attraverso la riduzione dei costi di produzione agricola e di trasporto, e l’incremento della<br />

produttività delle colture oleaginose a destinazione non alimentare; (ii) istituire tavoli di concertazione<br />

interprofessionali permanenti;<br />

filiera olio vegetale: (i) espandere l’impiego dell’olio vegetale più o meno raffinato ai motori diesel veloci;<br />

(ii) espandere l’utilizzazione dell’olio di origine vegetale per la produzione di energia elettrica e/o termica.<br />

Questo tipo di utilizzazione dell’olio vegetale consente di raccorciare la filiera escludendo due soggetti come<br />

l’industria di produzione del biodiesel e quella petrolifera (che attualmente detiene il monopolio della<br />

distribuzione dei biocarburanti) in grado, con le loro scelte, di influenzare pesantemente la redditività dei<br />

diversi soggetti coinvolti nella filiera e lo sviluppo della filiera stessa.<br />

Per raggiungere questi obiettivi sarebbe auspicabile:<br />

• l’introduzione di misure nazionali di sostegno alle colture non alimentari indipendentemente dalla loro<br />

coltivazione su “set-aside”;<br />

• l’introduzione e/o diffusione di specie e tecniche colturali più idonee alla coltivazione di specie destinate<br />

alla produzione di biocarburanti, in grado di fornire produzioni quantitativamente e qualitativamente<br />

rispondenti alle esigenze dell’industria in relazione alla zona di produzione ed al ridotto impiego di<br />

energia sussidiaria;<br />

• informare in maniera più capillare e dettagliata sia i consumatori che gli agricoltori dei vantaggi<br />

connessi all’impiego dei bio-carburanti;<br />

• la creazione di filiere sperimentali in grado di collegare imprese agricole, trasformatori e aziende<br />

municipalizzate dei trasporti pubblici urbani ed extraurbani;<br />

• stabilire accordi di programma tra enti agricoli ed enti pubblici, importanti per definire una domanda<br />

chiara sia per i produttori che per i trasformatori, con costi di trasporto contenuti;<br />

• attenta valutazione dell’olio vegetale come fonte energetica destinata alla produzione di calore e/o<br />

elettricità sia dal punto di vista dei rendimenti, della tecnologia specifica e della normativa (esenzione di<br />

Il progetto Activa 31


accisa, classificazione merceologica del prodotto).<br />

A livello della produzione agricola, la riduzione dei costi potrebbe essere ottenuta attraverso la diffusione<br />

delle tecniche low-input nell’ambito di adeguate rotazioni colturali (che tendano a ridurre l’entità e la<br />

frequenza delle lavorazioni del terreno, migliorare l’efficienza delle concimazioni e la riduzione dell’impiego<br />

del diserbo chimico). Per quanto riguarda l’incremento della PLV, oltre all’utilizzazione dell’incentivo<br />

comunitario per la coltivazione di specie da energia, si potrebbe ipotizzare: l’introduzione di specie<br />

scarsamente esigenti ma sufficientemente rustiche da fornire soddisfacenti rese granellari anche in condizioni<br />

di coltivazione sub-ottimali, una migliore valorizzazione dei sottoprodotti (inclusi anche i glucosinolati nel<br />

caso delle brassicacee), la ripartizione tra tutti gli attori della filiera del valore aggiunto generato dalla filiera<br />

stessa. Allo stato attuale, questo ultimo sembra ridistribuirsi tra l’industria di trasformazione secondaria e gli<br />

utilizzatori primari (industria petrolifera) non garantendo così utili adeguati a tutti i protagonisti della filiera e<br />

compromettendo la stabilità di funzionamento della filiera.<br />

Nel complesso la filiera biodiesel risulterebbe un sistema estremamente rigido nei confronti delle variazioni<br />

di prezzi dei prodotti petroliferi e dell’olio di colza sul mercato mondiale; incomprimibile a livello agricolo,<br />

parzialmente comprimibile a livello di trasformatori primari e secondari. Infatti, il prezzo al quale l’industria<br />

di trasformazione secondaria è disposta ad acquistare olio di colza o di girasole per destinarlo alla<br />

trasformazione in biodiesel è pari a quello di riferimento mondiale sul mercato di Rotterdam (circa 630 /t<br />

nel dicembre del 2005).<br />

Dalle stime riportate in tabella 2.2 si può osservare che, agli attuali valori di mercato del petrolio e dell’olio<br />

di colza, la differenza tra biodisel defiscalizzato e gasolio per autotrazione è favorevole al biodiesel per 0,266<br />

/litro pur considerando un prezzo di acquisto della granella decisamente interessante per gli agricoltori<br />

(0,257 /kg rispetto ai più frequenti 0,210 - 0,220).<br />

Tabella 2.2 – Stima dei costi di produzione del biodiesel al 31.12.2005.<br />

costo granella oleaginosa<br />

olio estraibile *<br />

costo granella per produrre 1 kg/l di olio<br />

costo trasp., stocc., tritur.-estrazione, rettifica<br />

valorizzazione farine<br />

Costo olio<br />

costo esterificazione<br />

valorizzazione glicerina<br />

Costo del prodotto defiscalizzato al pompista<br />

oneri fiscali<br />

Costo del prodotto fiscalizzato al pompista<br />

differenza: Biodiesel defiscalizzato - Gasolio<br />

IVA<br />

ricarico pompista<br />

Costo gasolio fiscalizzato al consumatore<br />

Costo biodiesel defiscalizzato al consumatore<br />

differenza: Biodiesel defiscalizzato - Gasolio<br />

0,73<br />

BIODIESEL GASOLIO BIODIESELGASOLIO<br />

0,257<br />

0,420<br />

0,611<br />

0,198<br />

0,180<br />

0,629<br />

0,270<br />

0,039<br />

0,860<br />

0,458<br />

1,318<br />

-0,252<br />

0,172<br />

0,040<br />

1,072<br />

-0,303<br />

EURO/kg<br />

0,654<br />

0,458<br />

1,112<br />

0,222<br />

0,040<br />

1,375<br />

0,538<br />

0,174<br />

0,158<br />

0,554<br />

0,238<br />

0,034<br />

0,757<br />

0,403<br />

1,160<br />

-0,222<br />

0,151<br />

0,035<br />

0,943<br />

-0,266<br />

EURO/litro<br />

0,88<br />

0,576<br />

0,403<br />

0,979<br />

0,196<br />

0,035<br />

1,210<br />

Il costo della granella è stato stimato sulla base dei costi di produzione del girasole, sinteticamente riportati<br />

in tabella 2.3. Questi sono stati calcolati in base alla tecnica colturale impiegata in Toscana nei sistemi<br />

colturali a basso impiego dei mezzi tecnici, ipotizzando un livello di resa pari a 2 t/ha; il costo delle<br />

operazioni colturali è stimato sulla base delle tabelle FRIMAT pubblicate a cura dell’associazione dei<br />

contoterzisti che tengono conto sia delle ore di lavoro degli operatori sia del costo di ammortamento delle<br />

trattrici e delle operatrici.<br />

Il progetto Activa 32


Tabella 2.3 – Stima dei costi colturali del girasole al 31.12.2005 (tecnica di coltivazione low-input - pianura).<br />

COSTI COLTURALI DEL GIRASOLE - TECNICA LOW-INPUT<br />

Costi lavoraz. meccaniche<br />

Affossatura<br />

Aratura a 25 cm<br />

Erpicatura a dischi 1°<br />

Erpicatura rotativa 1°<br />

Concim.pres.solida<br />

Semina<br />

Diserbo<br />

Mietitrebbiatura<br />

Totale lavoraz. mccaniche (?/ha)<br />

Costi mezzi tecnici<br />

fertilizzanti<br />

sementi<br />

diserbanti<br />

Totale mezzi tecnici (?/ha)<br />

TOTALE COSTI VARIABILI (?/ha)<br />

premio produzioni energetiche<br />

TOT. COSTI VAR. (?/ha)<br />

RESA (Kg/ha)<br />

COSTO PROD. ?/kg<br />

11<br />

107<br />

44<br />

53<br />

20<br />

38<br />

35<br />

90<br />

398<br />

108<br />

30<br />

22<br />

160<br />

558<br />

45<br />

513<br />

2000<br />

0,257<br />

Sulla base dei dati riportati in tabella 3.3, si potrebbe ipotizzare che, in regime di defiscalizzazione, sarebbe<br />

possibile garantire anche alla prima fase della filiera una adeguata convenienza economica e che nel<br />

prossimo futuro, quando il prezzo del gasolio dovesse sfortunatamente attestarsi intorno a 1,4 /litro, il<br />

biodisel potrebbe essere commercializzato allo stesso prezzo del gasolio pur gravandolo della accisa su<br />

carburanti. In questa eventualità sarebbe compito del governo determinare un incentivo a tutti i livelli della<br />

filiera, consumatore compreso, per rendere tangibile il suo impegno nei confronti della conservazione<br />

dell’ambiente.<br />

Le filiere del bioetanolo<br />

Il bioetanolo è un alcool (etanolo o alcool etilico) ottenuto mediante un processo di fermentazione di diversi<br />

prodotti e sottoprodotti agricoli ricchi in amido e zucchero. La sua tecnologia di produzione è ampiamente<br />

collaudata e oggi rappresenta il carburante di origine vegetale più diffuso al mondo. L’uso di alcol di origine<br />

vegetale come carburanti per autotrazione – in particolare di etanolo – risale infatti ai primi del ‘900 quando<br />

Henry Ford ne promosse l’utilizzo, tanto che nel 1938 gli impianti del Kansas producevano già 18 milioni di<br />

galloni/anno di etanolo (circa 54.000 t/anno). Anche l’Italia nella seconda guerra mondiale faceva ricorso<br />

alla produzione di alcol come carburante.<br />

Il processo di produzione dell’etanolo<br />

Dato che la materia di base per produrre bioetanolo è lo zucchero, in teoria si possono impiegare numerose<br />

specie vegetali contenenti zuccheri a un livello più o meno polimerizzato. Le materie prime potenzialmente<br />

utilizzabili per la produzione di bioetanolo possono essere distinte nelle seguenti classi:<br />

1. Coltivazioni ad hoc (mais, sorgo, orzo, barbabietola e canna da zucchero);<br />

2. Residui di coltivazioni agricole e forestali;<br />

3. Eccedenze agricole temporanee ed occasionali;<br />

4. Residui di lavorazioni delle industrie agrarie e agro-alimentari;<br />

5. Rifiuti urbani.<br />

La fermentazione degli zuccheri<br />

La materia prima, in relazione alla propria origine, può fornire direttamente zuccheri in soluzione facilmente<br />

fermentabili (barbabietola e canna da zucchero) o zuccheri ottenuti dall’idrolisi dell’amido (cereali); in<br />

Il progetto Activa 33


entrambi i casi, si ottengono dei sottoprodotti ricchi di fibre.<br />

Se si considera ad esempio una delle colture più economiche ed efficienti per la produzione di alcol – la<br />

canna da zucchero – da un ettaro di coltivazione oggi si ottengono in media 25 t di zucchero e 8 t di melasso.<br />

Ma si tratta solo di 1/3 della biomassa disponibile, mentre le 50-60 t residue non commestibili, la bagassa,<br />

possono essere destinate alla coproduzione di energia elettrica e calore (cogenerazione).<br />

Se si fermentano cereali per ottenere il bioetanolo, i sottoprodotti della lavorazione possono essere utilizzati<br />

nella mangimistica. Orientativamente, si può stimare che il rendimento di bioetanolo, a partire da cereali, si<br />

aggiri intorno al 30% (30 kg di etanolo da 100 kg di cereali fermentati). Per i mangimi ottenuti come<br />

sottoprodotto si può stimare una resa più o meno analoga.<br />

Etanolo da biomassa lignocellulosica<br />

In alternativa, il bioetanolo può essere prodotto a partire da biomasse di tipo cellulosico - biomasse erbacee,<br />

arboree e così via - ovvero dalla gran parte dei prodotti o sottoprodotti delle coltivazioni. In questo caso la<br />

biomassa viene idrolizzata tramite trattamento con acido solforico per trasformare le catene complesse di<br />

polimeri in zuccheri semplici fermentescibili. Questi zuccheri successivamente vengono inviati alla<br />

fermentazione utilizzando microrganismi selezionati (lieviti o flore batteriche anche geneticamente<br />

modificate). Anche se impiega materie prime meno pregiate, questa seconda via è ancora molto costosa (30-<br />

40% in più rispetto alla fermentazione classica).<br />

Dopo il processo di fermentazione, l’alcol viene recuperato per distillazione ottenendo un primo<br />

biocarburante – etanolo idratato al 96% di volume - cui segue un processo di disidratazione che consente di<br />

ottenere etanolo anidro al 99,7% di volume.<br />

I carburanti derivabili dall’etanolo<br />

Etanolo idratato<br />

Questa soluzione, offrendo la possibilità di utilizzare direttamente l’alcol ottenuto per distillazione, è la più<br />

semplice ed economica. Ma i motori (a benzina e diesel) in questo caso devono subire leggere modifiche o<br />

essere concepiti espressamente per questo scopo. E’ la soluzione adottata in Brasile con i veicoli “100%<br />

etanolo” e in Svezia coi bus sviluppati da Scania con motori diesel. In questo caso il tasso di cetano è<br />

relativamente basso e il funzionamento a freddo pone qualche problema.<br />

Etanolo anidro in miscela con carburanti convenzionali<br />

Questa variante dipende essenzialmente dalla percentuale di etanolo nella benzina:<br />

- da 0 a 85% si può adottare la soluzione dei “"flexible fuel vehicles" (FFV) che possono utilizzare<br />

indifferentemente etanolo o benzina nello stesso serbatoio. Si tratta di veicoli speciali di cui esistono<br />

almeno una dozzina di modelli diversi negli Usa. In Europa, la Ford propone due modelli di FFV, la<br />

Ford Taurus e la Ford Focus;<br />

- il Brasile utilizza anche una miscela al 24% in media nei veicoli normali a benzina, senza modifiche del<br />

motore purché i materiali impiegati siano compatibili con un tasso così alto;<br />

- negli Usa e in Svezia si utilizza generalmente una miscela al 5-10% di etanolo senza modifiche del<br />

motore. Per evitare problemi di scomposizione della miscela, questa viene effettuata più a valle<br />

possibile, ossia direttamente alla pompa ("splash blending", mentre i brasiliani miscelano al deposito).<br />

Attualmente quasi tutte le vetture vendute negli Usa, compresi i modelli europei e giapponesi, hanno una<br />

garanzia del fabbricante per impiego dell’etanolo almeno al 10%;<br />

- in Europa le norme comunitarie fissano il tasso massimo di miscela con benzina senza piombo al 5%.<br />

L’alcol in questo caso è un additivo che non richiede alcuna modifica dei motori e della loro<br />

manutenzione, se non un controllo periodico del filtro.<br />

ETBE<br />

L’ETBE (etere etilbutilico) è ottenuto tramite reazione del bioetanolo con l'isobutilene e deriva solo al 47%<br />

da fonti energetiche rinnovabili. Tuttavia presenta caratteristiche tecnologiche e funzionali decisamente<br />

migliori di quelle dell’alcool di provenienza. L’ETBE non ha problemi di volatilità o di miscibilità con la<br />

benzina, possiede un numero di ottani elevato che permette di aumentare il tasso di compressione e di<br />

conseguenza l’efficienza del motore. In quanto etere, contiene anch’esso ossigeno nella molecola che gli<br />

Il progetto Activa 34


consente di contribuire al miglioramento delle emissioni veicolari di agenti inquinanti.<br />

L'ETBE è attualmente la filiera di utilizzo del bioetanolo più ampiamente diffusa in Europa. Ma a suo<br />

svantaggio, la produzione di ETBE necessita di infrastrutture e soprattutto di un carburante fossile – la nafta<br />

– che solo le grandi raffinerie possono offrire oggi a costi accettabili. Gli Usa inoltre potrebbero proibire il<br />

suo impiego per i possibili effetti nocivi degli eteri.<br />

Esterolo (bioetanolo/biodiesel)<br />

Un’altra filiera possibile, in fase di valutazione in Svezia e negli Usa, è l’esterolo, una miscela di bioetanolo<br />

e biodiesel. E’ un carburante previsto per l’impiego nei motori diesel, che dovrebbe combinare i vantaggi dei<br />

due biocarburanti di base: minori emissioni, riduzione di gas serra, migliore densità energetica dell’etanolo,<br />

prezzo competitivo, alcune modifiche ai motori. L’impiego di uno specifico catalizzatore a due vie col<br />

bioesterolo dovrebbe consentire un’ulteriore sensibile riduzione delle emissioni inquinanti.<br />

Il mercato mondiale<br />

Il bioetanolo oggi rappresenta il carburante di origine vegetale di maggior rilevanza di mercato, essendo la<br />

sua produzione mondiale stimabile tra 11 e 11,5 milioni di t/anno, di cui la stragrande maggioranza<br />

concentrata negli USA (6 milioni di t/anno in prevalenza da mais e materiali lignocellulosici) e in Brasile (in<br />

prevalenza da canna da zucchero). Oggi il bioetanolo viene utilizzato molto anche in Svezia, la nazione<br />

europea in cui si sta sviluppando di più il mercato del bioetanolo.<br />

L’interesse americano per l’etanolo, scemato dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza dell’enorme<br />

disponibilità di olio e gas, riprese già negli anni ’70, a seguito della prima crisi del petrolio, e alla fine del<br />

decennio diverse compagnie petrolifere misero in commercio benzina contenente il 10% di etanolo, il<br />

cosiddetto gasohol, avvantaggiandosi del cospicuo sussidio fiscale concesso all’etanolo. Con l’approvazione<br />

degli emendamenti al Clean Air Act (1990) da parte del Congresso Americano, che imponevano un<br />

contenuto minimo di ossigeno nelle benzine destinate alle aree metropolitane più inquinate, i programmi di<br />

sviluppo per l’etanolo negli Usa hanno ricevuto un ulteriore impulso.<br />

Oggi gli agricoltori americani operano in un mercato di circa 6 milioni di tonnellate all'anno di bioetanolo,<br />

favoriti da interessantissime agevolazioni fiscali, sia federali (53 cents per gallone, vale a dire 180 $/t) sia<br />

statali (dai 20 ai 60 cents per gallone aggiuntivi).<br />

Gli indirizzi sul bioetanolo in Italia<br />

In Italia la Finanziaria 2001 aveva già previsto un progetto sperimentale “bioetanolo” con un parziale sgravio<br />

fiscale dell’accisa per una dotazione di 15.493.706 annui, IVA inclusa, per tre anni, vale a dire<br />

un'agevolazione annuale massima di 12.911.000 per anno, IVA esclusa. In base alle informazioni<br />

presentate dall'Italia alla UE, la dotazione annua doveva essere finalizzata essenzialmente all’impiego di<br />

ETBE, secondo la ripartizione seguente:<br />

a) Bioetanolo: EUR 581.014<br />

b) ETBE derivato da alcol agricolo EUR 11.039.266<br />

c) Additivi derivati da biomasse EUR 645.572<br />

d) Riformulati derivati da biomasse EUR 645.572<br />

Ma fino ad oggi il provvedimento non aveva avuto attuazione, e solo nell’estate scorsa – 13 luglio 2005 - una<br />

circolare delle Dogane ha sbloccato la prima tranche di finanziamenti di 15 milioni.<br />

Nel frattempo la Finanziaria 2005 (Legge 30 dicembre 2004 n. 311) ha modificato questo provvedimento<br />

traslando il progetto bioetanolo al triennio 2005-2007 e, soprattutto, aumentando notevolmente il contributo<br />

finanziario alla riduzione di accisa, portandolo da 15 a 73 milioni di annui per le agevolazioni fiscali.<br />

Questo stanziamento consentirà di produrre in 3 anni circa 3 milioni di ettolitri di etanolo di origine agricola<br />

(da vinacce, da barbabietole e da cereali) da destinare principalmente alla trasformazione in Etbe.<br />

Nel marzo 2005 è stato siglato un accordo di filiera sul bioetanolo tra AssoDistil, Itabia, Cia, Coldiretti e<br />

Confagricoltura, che impegna i firmatari a promuovere la produzione e l’uso del bioalcol in Italia, ad<br />

individuare i bacini produttivi e le colture più idonee ed a valutare i costi/benefici delle varie opzioni.<br />

In seguito allo sblocco dei finanziamenti italiani al bioetanolo, il luglio scorso si è creata subito una nuova<br />

società commerciale, la Sibe (Società Italiana Bioetanolo), controllata dalle quattro principali realtà<br />

Il progetto Activa 35


nazionali nel campo della distillazione: Caviro, Ima (Distilleria Bertolino), Sedamyl (joint venture italobelga)<br />

e Alc Este (controllata a sua volta dalle società che operano nel settore della produzione di zucchero:<br />

Coprob-Italia zuccheri, Eridania, Sadam e Finbieticola). Questo nuovo soggetto si candida come unica realtà<br />

italiana in grado di fornire bioetanolo ad Ecofuel, la società del gruppo Eni che per il momento è l’unica<br />

società interessata a produrre in Italia ETBE e che dispone già degli impianti di trasformazione occorrenti<br />

presso Ravenna.<br />

2.1.a Filiera biocarburanti - Bibliografia ragionata<br />

Nei prossimi decenni è previsto un forte aumento della domanda di petrolio a livello mondiale e nell’UE si<br />

va delineando una sempre maggiore dipendenza dalle importazioni di greggio.<br />

Questo scenario è in contrasto con l’esigenza riconosciuta di ridurre le emissioni globali di gas ad effetto<br />

serra e in particolare con gli impegni assunti a Kyoto dai paesi industrializzati in merito all’avvio di<br />

programmi di riduzione delle emissioni nel prossimo decennio.<br />

La progressiva sostituzione a lungo termine del gasolio e della benzina convenzionali con altre fonti di<br />

energia rinnovabili, è motivata da una parte dall’esigenza di migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento<br />

energetico e dall’altra dalla necessità di ridurre l’impatto ambientale, in particolare quello sul clima indotto<br />

dal settore dei trasporti e del riscaldamento.<br />

Sin dalla prima crisi petrolifera del 1973 le biomasse vegetali sono state considerate come una fonte di<br />

energia alternativa ai combustibili fossili. Grande interesse riveste in particolare la possibilità di usare alcune<br />

colture per produrre carburanti o combustibili (liquidi) alternativi per veicoli diesel o benzina, vista la<br />

dipendenza pressoché totale dal petrolio del settore dei trasporti.<br />

Le colture utilizzabili a questo scopo possono essere ricondotte a due grandi gruppi:<br />

1. le colture ricche in zucchero o amido (barbabietola da zucchero, cereali estivi ed invernali, canna da<br />

zucchero e altre) che possono essere sottoposte a fermentazione per produrre alcool (bioetanolo);<br />

2. le colture oleaginose con semi ricchi in olio con diverse caratteristiche (colza, soia, girasole, palma,<br />

arachide, ecc.) dalle quali possono essere ottenuti oli vegetali che possono essere utilizzati per<br />

alimentare caldaie o motori diesel, generalmente in miscela con il gasolio di origine fossile; questi<br />

oli trasformati (sottoposti a trans-esterificazione) sono noti con il nome di “biodiesel”;<br />

Il biodiesel é ricavabile da più di 300 specie oleaginose ma nonostante ciò vengono utilizzati principalmente:<br />

l’olio di soia (Glycine max) nell’America del Nord e del Sud, l’olio di colza (Brassica napus var. oleifera) e<br />

di girasole (Helianthus annuus) in Europa, e l’olio di palma (Elais guineensis) in Paesi della fascia tropicale<br />

(Malesia, Indonesia Nigeria, Colombia).<br />

La produzione di olio da colture oleaginose all’interno della UE è passata da poco più di 3,3 Mt di olio del<br />

1973 a 6.1 Mt di olio nel 1981 superando le 10 Mt nel 2000. Probabilmente il tetto di 10 Mt rimarrà stabile<br />

nel tempo senza ulteriori crescite; infatti, per creare stabilità nel mercato internazionale, durante la campagna<br />

1993/1994 è stato ratificato l’accordo di Blair House tra USA e UE per l’Organizzazione Comune di<br />

Mercato dei semi oleosi. In questo contesto la UE si è impegnata a non superare i 5.128.000 ha investiti a<br />

oleaginose. Alla UE è stata inoltre concessa la superficie necessaria a produrre l’equivalente di 1 milione di t<br />

di farina di soia con l’impegno di destinare la relativa frazione oleosa alla produzione di biodiesel a scopo<br />

energetico. La UE, secondo stime della Commissione Europea, è autosufficiente per il 50% in oli vegetali e<br />

solamente per il 20% in farine proteiche; l’Unione infatti è il primo importatore mondiale di semi oleosi e il<br />

primo importatore e consumatore di pannelli proteici.<br />

Oltre a carburanti ottenuti dall’estrazione dell’olio dei semi oleosi, possono essere utilizzati come biocarburanti<br />

o bio-combustibili anche altri prodotti come gli oli di cucina usati e il biogas (ottenuto dalla<br />

fermentazione dei liquami o dei rifiuti domestici). Questi prodotti sono in genere disponibili in quantità<br />

limitata, ma hanno costi d’acquisto estremamente ridotti ed il loro uso consente di contenere i problemi (e i<br />

costi) associati a loro smaltimento come rifiuti.<br />

Tutti gli oli (più o meno raffinati) possono essere utilizzati anche per la combustione diretta in caldaia per<br />

produrre energia termica e elettricità.<br />

Caratteristiche degli oli vegetali e metodologie di estrazione - Gli oli vegetali non sono tutti uguali, ogni<br />

Il progetto Activa 36


specie oleaginosa produce un olio con caratteristiche specifiche, alcune delle quali influenzano le modi di<br />

utilizzo. Rispetto al gasolio, tutti si caratterizzano per la loro elevata viscosità, per il minore potere calorifico,<br />

per il numero di cetano abbastanza basso e per la scarsa distillabilità a pressione atmosferica.<br />

Scopo della tecnologia di estrazione dell’olio da semi oleosi (o da frutto nel caso della palma) è di<br />

conseguire la separazione delle componenti grasse e proteiche, fra loro non miscibili, pervenendo<br />

all'isolamento di ciascuna con il massimo di purezza e di rendimento, al costo minore, evitando inoltre<br />

l'insorgere di reazioni collaterali.<br />

Oggi le tecniche di estrazione sono di tipo meccanico (normalmente a pressione) o chimico (a solvente).<br />

Nella pratica, i due sistemi sono quasi sempre combinati. In linea indicativa, l'estrazione meccanica viene<br />

operata su semi contenenti materia grassa (MG) in quantità superiore al 20% (ad esempio per colza e<br />

girasole, che sono caratterizzati da contenuti iniziali di MG di circa il 40%) e consente di arrivare fino al 10-<br />

15 % residuo, mentre per valori inferiori si procede con quella chimica. Gli oli estratti con i solventi, prima<br />

di essere commerciati per scopi alimentari, richiedono una raffinazione che, quasi sempre, comprende<br />

trattamenti di degommaggio, deacidificazione, decolorazione, deodorazione e demargarinazione.<br />

Il principale prodotto del processo è l'olio grezzo, che può essere successivamente rettificato con una serie di<br />

trattamenti fisico-chimici che hanno lo scopo di correggere il pH, eliminare le impurezze (es.: lipidi gliceridi<br />

idratabili) e pigmenti (decolorazione). Con l'estrazione meccanica si ottiene inoltre il panello proteico o<br />

expeller mentre con l'estrazione chimica la farina proteica. Questa ultima, utilizzata nell'alimentazione<br />

animale, incide in modo critico sull'economia della produzione e della lavorazione dei semi oleosi. La<br />

produzione di olio di soia è, oggi, strettamente collegata alla domanda di farina proteica (il contenuto in<br />

proteine dei semi di soia è infatti superiore a quello di colza e girasole) e ciò vale, in misura minore, anche<br />

per le altre oleaginose. La UE e l’Italia in particolare, importa gran parte delle farine di estrazione di colza e<br />

girasole impiegate per la formulazione dei mangimi.<br />

Produzione e caratterizzazione tecnologica-merceologica del biodiesel - Rispetto al gasolio di origine<br />

fossile, l’olio di estrazione della maggior parte delle oleaginose non si presta ad essere utilizzato tal quale nei<br />

moderni motori diesel a causa, principalmente, della sua maggiore densità e viscosità che potrebbero<br />

determinare, nel lungo periodo, alcuni inconvenienti sul funzionamento e la longevità dei motori diesel<br />

veloci. Molti di questi inconvenienti sono, in parte, superabili trasformando i trigliceridi degli oli vegetali in<br />

esteri di alcoli leggeri monovalenti (metanolo, etanolo). Da qui la necessità di trasformare l’olio di girasole<br />

e/o di colza (o di qualunque altra specie vegetale ricca in olio), attraverso un processo chimico di transesterificazione<br />

che prevede di trattare l’olio vegetale con metanolo o etanolo al fine di ottenere metil- o etilestere<br />

e glicerina come sottoprodotto di reazione (tabella 2.4).<br />

Tabella 2.4 – Schema del processo di trans-esterificazione.<br />

1 molecola di + 3 molecole di 3 molecole di 1 molecola di<br />

trigliceride metanolo metilestere glicerina<br />

(100 kg di olio) (11 kg alcool) (100 kg) (11 kg)<br />

O<br />

CH2 - O - C - R1 R1 - COOR CH2 - OH<br />

CH - O -C - R2 + 3 ROH- _ R2 - COOR CH - OH<br />

O<br />

CH2 - O - C - R3<br />

O<br />

R3 - COOR CH2 - OH<br />

Dopo filtraggio, degommaggio l’olio viene trans-esterificato con metanolo in eccesso rispetto allo<br />

stechiometrico, in presenza di catalizzatore (normalmente alcalino - idrossido di potassio, idrossido di sodio<br />

o metilato di sodio) che aumentano la velocità e l'efficienza della reazione che può così avvenire a<br />

temperature e pressioni non elevate) a temperature comprese tra 40 e 70 °C, con formazione selettiva degli<br />

esteri metilici degli acidi grassi e di glicerina (De Vecchi et al., 1994). L’estere metilico che si ottiene prende<br />

il nome di “biodiesel” 2 utilizzabile nei motori diesel come carburante per autotrazione (puro o miscelabile<br />

2 La prima apparizione del termine “biodiesel” nella legislazione nazionale risale al novembre 1991 quando fu emanato il “decreto<br />

Il progetto Activa 37


con il gasolio) e negli impianti di riscaldamento civile come combustibile (tabella 2.5).<br />

Tabella 2.5 – Alcune proprietà degli oli vegetali e dei rispettivi metil-esteri confrontati col il gasolio di<br />

origine fossile (rielaborato da: J. Ortiz-Canavate, 1993).<br />

GASOLIO GIRASOLE COLZA<br />

Olio rett. Metil Estere Olio rett. Metil Estere<br />

Densità (Kg/l) 0.84 0.92 0.88 0.92 0.88<br />

Viscosità (cSt a 20°C) 5.1 65.8 7.7 77.8 7.5<br />

Viscosità (cSt a 50°C) 2.6 34.9 4.2 25.7 3.8<br />

Potere calor.sup. (MJ/l) 38.6 36.5 35.3 37.2 35.3<br />

Residuo Carb. (%) 0.15 0.42 0.05 0.25 0.02<br />

Zolfo b i (%) 0.29 0.01 0.01 0.001 0.001<br />

Analizzando i dati riportati nella tabella 3.5 si può dedurre che a fronte di un potere calorifico inferiore del<br />

10-15% rispetto al gasolio, l’olio esterificato presenta una massa volumica simile, una viscosità a 20 °C di<br />

poco superiore e come tale non significativa ai fini dell’impiego specifico; ciò ne permette l’utilizzazione in<br />

diversi settori: autotrazione, riscaldamento, usi in ambienti particolari. Il prodotto finale è costituito da una<br />

miscela di alcuni (6-7) metil esteri, non contiene zolfo e composti aromatici; contiene invece ossigeno in<br />

quantità elevata (non meno del 10%). Il sottoprodotto che si ottiene dal processo è il glicerolo (comunemente<br />

conosciuto come glicerina) che, dopo essere stato raffinato, può essere utilizzato dall’industria farmaceutica<br />

e cosmetica.<br />

Caratteristiche del Biodiesel - Le caratteristiche del metilestere di olio vegetale sono sensibilmente<br />

differenti da quelle dell'olio grezzo di partenza in quanto il processo di transesterificazione modifica<br />

profondamente le proprietà del prodotto avvicinandole a quelle del gasolio.<br />

Le proprietà del biodiesel sono state ampiamente studiate grazie alle numerose esperienze che sono state<br />

condotte dalle società petrolchimiche, dalle industrie automobilistiche e, in genere, dal mondo della ricerca,<br />

testando il bio-carburante sia su motori al banco di prova che direttamente su strade urbane ed extraurbane.<br />

Di seguito si riportano alcune delle principali caratteristiche del biodiesel.<br />

Numero di cetano, indica il comportamento del carburante in fase di accensione e quindi influenza<br />

l'avviamento a freddo, la combustione e la rumorosità del motore. Adeguati valori del numero di cetano, che<br />

per un gasolio normale oscillano da 40 a 55, assicurano quella facilità di accensione richiesta da costruttori<br />

ed utenti. Nella tabella 2.6 sono riportati i numeri di cetano per alcuni metil-esteri.<br />

Tabella 2.6 – Valori medi del numero di cetano di alcuni metilestere e del gasolio.<br />

Combustibile Numero di cetano<br />

Metil-estere di olio di soia 46-51<br />

Metil-estere di olio di colza 54<br />

Metil-estere di olio di girasole 49<br />

Metil-estere di olio di palma 62<br />

Gasolio 48<br />

Il numero di cetano dipende, oltre che dalla specie oleaginosa dalla quale si é prodotto l’olio, anche dalle<br />

condizioni climatiche della zona in cui cresce la coltura, in quanto climi diversi determinano una diversa<br />

composizione chimica dell’olio contenuto nei semi. Il numero di cetano dipende anche dalla miscela di acidi<br />

grassi presenti nel metilestere, ogni acido grasso infatti ha un proprio numero di cetano.<br />

Ruffolo-Conte” riguardante il contenimento dell’inquinamento nelle aree urbane. L’articolo 2 del decreto, al punto c, recita<br />

testualmente: “il combustibile denominato biodiesel, avente le caratteristiche merceologiche di cui all’allegato A al presente decreto,<br />

può essere destinato all’autotrazione per autoveicoli dotati di motori ad accensione spontanea”.<br />

Il progetto Activa 38


Il potere calorifico del biodiesel è leggermente inferiore a quello del gasolio (gli esteri hanno un potere<br />

calorifico attorno a 33 MJ/dm 3 , mentre il gasolio ha un potere calorifico medio di 35,4 MJ/dm 3 ); ciò<br />

determina un lieve aumento dei consumi, dell'ordine del 2-3%, che non è in ogni caso percepibile a causa<br />

dell'elevata oscillazione dei consumi in funzione del tipo di guida e percorso.<br />

La massa volumica del biodiesel é simile a quella del gasolio, questa dipende dalla massa volumica dell'olio<br />

grezzo di origine, ed il valore medio si aggira attorno a 0.88 kg/dm 3 . Questo parametro influenza<br />

notevolmente il funzionamento degli iniettori.<br />

Il numero di iodio fornisce informazioni sulla qualità del biodiesel, valori elevati compromettono la stabilità<br />

del prodotto mentre valori troppo bassi, indicativi di un alto contenuto di acidi saturi, influenzano<br />

negativamente il comportamento del biocarburanti alle basse temperature. Vale la pena segnalare che molte<br />

delle attuali norme sul biodiesel richiedono un numero di iodio inferiore a 120, ne deriva che il colza sembra<br />

essere, rispetto al girasole, la specie più idonea alla produzione di biodiesel per il minor numero di iodio<br />

nell’olio.<br />

La viscosità degli oli vegetali è decisamente superiore a quella del gasolio ed anche dopo il processo di<br />

esterificazione, la viscosità di un metilestere supera di 1,3 - 2,1 volte quella del gasolio. I valori normali di<br />

viscosità per un metil-estere di olio vegetale si aggirano attorno a 4,5 - 5 cSt. La presenza di glicerolo<br />

determina un aumento della viscosità, ma tale parametro è ovviamente influenzato anche dalla composizione<br />

in esteri della miscela del biocarburante.<br />

Il punto di infiammabilità (flash point) indica i gradi termici necessari ad infiammare il prodotto; ad alti punti<br />

di infiammabilità è associabile una maggiore sicurezza in fase di stoccaggio, trasporto e manipolazione del<br />

prodotto. Il punto di infiammabilità varia in funzione della natura dell’olio utilizzato per la produzione del<br />

metil-estere; nel caso di biodiesel da olio di colza il punto di infiammabilità è molto simile a quello del<br />

gasolio, mentre per gli altri metil-esteri è nettamente superiore. La normativa tecnica europea fissa a 120 °C<br />

il valore minimo per il biodiesel.<br />

Per l’insieme delle caratteristiche sopra ricordate, lo stoccaggio del biodiesel e delle sue miscele con il<br />

gasolio convenzionale non comporta particolari problemi nel corso del tempo. Uno studio statunitense ha<br />

evidenziato che non esistono sostanziali variazioni nelle prestazioni di un motore alimentato con biodiesel<br />

stoccato per due anni, rispetto all'utilizzo dello stesso combustibile appena prodotto.<br />

Certificazione merceologica del biodiesel - È stato ampiamente riconosciuta la necessità di standardizzare<br />

le proprietà fisiche e chimiche del biodiesel, come pure la definizione di metodologie comuni per<br />

determinare le proprietà degli esteri metilici. Infatti, solo tramite la creazione di parametri uniformati è<br />

possibile stimolare l’uso dei biocarburanti da parte delle industrie automobilistiche e favorire la fiducia del<br />

consumatore nel prodotto. Attualmente in Europa diversi paesi hanno definito normative specifiche.<br />

Relativamente al biodiesel, il 30 aprile 2001 sono state pubblicate dall'UNI due norme nazionali, con il<br />

numero UNI 10946 (per il biodiesel destinato ad autotrazione) e UNI 10947 (per il biodiesel da<br />

riscaldamento) che sostituiscono la precedente UNI 10625. Tali norme definiscono i requisiti minimi del<br />

biodiesel sotto il profilo merceologico per impieghi differenti (autotrazione e riscaldamento); a tale scopo<br />

indicano, per una serie di caratteristiche essenziali, i valori minimi e massimi accettabili e, per la<br />

determinazione degli stessi, i metodi analitici da utilizzare, principalmente tramite richiamo ad altre norme<br />

UNI o ISO. La legislazione nazionale, riprendendo le specifiche delle norme citate, definisce anche le<br />

caratteristiche fiscali che il biodiesel deve possedere per poter conseguire l'esenzione di accisa. Nella tabella<br />

2.7 sono riportate tali caratteristiche.<br />

Tabella 2.7 - Allegato art. 2, comma 2, DM 256/2003 - Caratteristiche fiscali per il biodiesel da impiegare<br />

per l’autotrazione e la combustione.<br />

2<br />

3<br />

Caratteristiche<br />

Valore<br />

(1) Unità di misura<br />

min max<br />

Metodo di prova<br />

Aspetto limpido esame visivo<br />

Metilesteri % m/m 96,5 EN 14103<br />

Monogliceridi % m/m 0,80 EN 14105<br />

Digliceridi % m/m 0,20 EN 14105<br />

Trigliceridi % m/m 0,20 EN 14105<br />

Il progetto Activa 39


4<br />

Metanolo(2) % m/m 0,20 EN 14110<br />

5<br />

Estere metilico di acido Linoleico(3) % m/m 12,0 EN 14103<br />

6<br />

Numero di iodio g I2/100g 120 EN 14111<br />

(1)Le caratteristiche e i metodi di prova sono ricavati dalle norme UNI 10946 e 10947 (o loro modifiche EN 14213-2002) che sostituiscono la<br />

norma UNI 10635, originaria della tabella allegata al precedente decreto 22 maggio 1998, n. 219.<br />

(2)(3)- Le caratteristiche non si applicano per il biodiesel destinato alla combustione.<br />

(4)- Nel caso di biodiesel destinato alla combustione il limite e' di 135 g I2/100g.<br />

- Per la determinazione del biodiesel in miscela con idrocarburi viene utilizzato il metodo pr EN 14078-2000<br />

Nel luglio 2003, infine, sono state pubblicate le seguenti norme europee, poi aggiornate nel dicembre dello<br />

stesso anno:<br />

EN 14213 - Heating fuels. Fatty acid methyl esters (FAME). Requirements and test methods.<br />

EN 14214 - Automotive fuels. Fatty acid methyl esters (FAME) for diesel engines. Requirements and test<br />

methods<br />

In conseguenza di questo, l'UNI ha avviato la procedura di ritiro delle due norme Nazionali citate nonché la<br />

contemporanea procedura di recepimento dei testi EN in lingua italiana. A breve quindi le norme nazionali<br />

verranno sostituite da quelle europee.<br />

Accanto a queste norme trova spazio, nel panorama normativo nazionale, il documento "Combustibili per<br />

autotrazione. Miscela di esteri metilici di acidi grassi (FAME) al (20-30)% (V/V) in gasolio. Requisiti e<br />

metodi di prova" sviluppato dal CUNA (Commissione Tecnica di Unificazione nell'Autoveicolo). Tale<br />

documento definisce i requisiti minimi e i metodi di prova per l'idoneità all'uso in veicoli diesel di miscele<br />

che contengono dal 20% al 30% (V/V) di FAME in gasolio. Le miscele di cui vengono fornite le specifiche<br />

sono destinate al solo impiego extra rete. Altre norme internazionali sono la ISO (ISO 14214) e la ASTM<br />

(ASTM D 6751) più usata negli Stati Uniti.<br />

Le specifiche tecniche assicurano che importanti parametri nella produzione del carburante siano rispettati<br />

(reazione di trans-esterificazione completa; rimozione della glicerina; rimozione del catalizzatore; rimozione<br />

dell’alcool; assenza di acidi grassi liberi).<br />

Grazie alla certificazione di prodotto, è oggi possibile riconoscere al biodiesel caratteristiche ben precise e<br />

stabili nel tempo che hanno permesso ad alcune case automobilistiche di garantire i propri motori anche se<br />

alimentati con biodiesel in miscela al 5% con gasolio (Audi, BMW, Mercedes, Seat, Skoda, Volvo e VW).<br />

Nel caso dell’olio vegetale puro, al di là delle problematiche intrinseche del prodotto, la mancanza di una<br />

vera e propria certificazione del prodotto potrebbe rappresentare un vincolo alla sua diffusione come<br />

carburante in motori diesel lenti.<br />

Utilizzazione del biodiesel per autotrazione - L'utilizzo di oli vegetali nei motori diesel non è un'idea<br />

nuova. Proprio Rudolf Diesel iniziò lo sviluppo del motore diesel utilizzando olio vegetale e durante<br />

l'Esposizione Universale di Parigi del 1900 la Otto Company presentò un piccolo motore capace di<br />

funzionare sia con gasolio che con olio vegetale o animale.<br />

Dalla II a Guerra ad oggi lo sviluppo tecnologico ha portato ad un uso quasi esclusivo dei combustibili fossili<br />

nel settore dell’autotrazione per la quale sono stati realizzati motori diesel sempre più ottimizzati soprattutto<br />

per quanto riguarda gli iniettori ed i sistemi di controllo, al punto da diventare poco flessibili nei confronti<br />

dei carburanti con i quali vengono alimentati. In questo contesto, i carburanti di origine vegetali furono<br />

progressivamente messi da parte a causa dell'alto costo di produzione e la scarsa costanza qualitativa del<br />

prodotto. Il tutto fu fortemente influenzato dalla politica di sviluppo dei paesi industrializzati basata su bassi<br />

costi del combustibile fossile.<br />

Attualmente i motori diesel moderni non sono più in grado di utilizzare gli oli vegetali naturali tal quali<br />

senza l’insorgere di diversi inconvenienti causati principalmente dalla maggiore densità e viscosità di questi<br />

rispetto al gasolio convenzionale. L’olio vegetale non trasformato può essere usato per brevi periodi di<br />

tempo ma a lungo andare si possono presentare inconvenienti essenzialmente riconducibili al deposito di<br />

materiali carboniosi, polimerizzazione in camera di combustione, polimerizzazione e/ossidazione parziale<br />

dell’olio immagazzinato con ulteriore aumento di viscosità, intasamento dei filtri da parte dei solidi sospesi,<br />

delle cere e dei prodotti ad alto punto di fusione, ecc. Molti di questi problemi possono essere superati<br />

impiegando l’olio grezzo in motori diesel a precamera di tipo rustico o in motori speciali (tipo Elsbett) o<br />

modificando le caratteristiche dell’olio vegetale al fine di renderle più simili a quelle del gasolio<br />

convenzionale per il quale sono progettati la stragrande maggioranza dei motori diesel moderni.<br />

Il progetto Activa 40


Adeguatamente modificati attraverso il già richiamato processo di trans-esterificazione, i metil-esteri degli<br />

oli vegetali (biodiesel) possono essere utilizzati in tutti i motori diesel oggi sul mercato senza alcuna<br />

modifica, se miscelati con il gasolio fino al 20-30%, o con piccoli accorgimenti nel caso di utilizzo al 100%.<br />

Utilizzando biodiesel miscelato con gasolio fino al 25% in volume, non si riscontrano problemi di<br />

compatibilità con i materiali, ma un carburante con un elevato contenuto di esteri (più del 30 %) causa<br />

inconvenienti quando entra in contatto con determinati composti che normalmente costituiscono le<br />

guarnizioni degli iniettori, delle pompe, ecc. Per questa ragione è normalmente sconsigliato l'utilizzo del<br />

biocarburante tal quale o in miscele ad alta percentuale di metil-esteri a meno di non sostituire le guarnizioni<br />

con materiali compatibili.<br />

L’impiego del biodiesel puro sembra determinare una diluizione dell’olio di lubrificazione del motore<br />

superiore rispetto al gasolio normale, in relazione al tipo di motore ed al tipo di lavoro a cui il mezzo è<br />

sottoposto. Tale diluizione non determina però significative conseguenze sul motore se l’olio lubrificante<br />

viene cambiato entro i normali intervalli consigliati.<br />

La durata di un motore alimentato a biodiesel non si discosta molto da quella di un motore a gasolio così<br />

come i tempi di manutenzione. Come ricordato, alcuni piccoli accorgimenti rendono il motore perfettamente<br />

compatibile anche con il biodiesel puro. A differenza del biodiesel, il gasolio causa un maggiore accumulo di<br />

ferro, alluminio, cromo e piombo nella coppa dell'olio.<br />

Tutti i risultati delle prove motoristiche indicano inoltre che il biodiesel non conduce a sostanziali differenze<br />

nel comportamento dei motori (potenza e coppia) se si utilizzano alcuni accorgimenti tecnici, mentre<br />

aumentano i consumi specifici, di circa il 10%, a causa del minore potere calorifico del metilestere.<br />

L’avviamento a freddo dei motori alimentati con biodiesel puro avviene senza problemi fino a -10 °C, con<br />

l’addizione di fluidificanti si può avviare il motore anche con temperature di -16 °C.<br />

Attualmente, le aziende petrolifere stanno utilizzando biodiesel in miscela fino al 5% per le sue qualità<br />

lubrificanti, infatti nei gasoli desolforati è necessario aggiungere additivi per fornire la lubricità necessaria<br />

affinché possa essere compatibile con la pompa e gli iniettori dei motori diesel. Il biodiesel utilizzato come<br />

additivo consente di ripristinare le corrette caratteristiche di lubricità del gasolio.<br />

Recentemente sono stati brevettati “kit” da installare direttamente sulle vetture dotate di motore diesel che<br />

consentono l’impiego diretto di olio vegetale raffinato; in pratica il ”kit” determina un riscaldamento<br />

dell’olio per diminuirne la viscosità e lo additiva con sostanze non dichiarate che eviterebbero la<br />

precipitazione di alcune componenti a basse temperature.<br />

Impiego del biodisel per il riscaldamento - Per quanto riguarda l’utilizzo del biodiesel per produrre energia<br />

termica e/o elettrica, la sperimentazione ha dimostrato che il suo impiego al posto del gasolio tradizionale<br />

nelle caldaie non crea alcun tipo di inconveniente, non richiede la sostituzione dei bruciatori ma solo di<br />

alcune guarnizioni di tenuta eventualmente non compatibili, operazione che ogni buon tecnico è in grado di<br />

compiere senza difficoltà. Per evitare interferenze e reciproche contaminazioni che potrebbero falsarne il<br />

comportamento, il biodiesel deve essere stoccato in cisterne che non contengano fondami di gasolio.<br />

La corretta regolazione della temperatura dei fumi e della quantità di aria utile alla combustione, unita ad una<br />

giusta lunghezza della fiamma della caldaia consente di migliorare il rendimento al punto da non notare<br />

apprezzabili variazioni di consumo nel passaggio. In questo settore il biodiesel viene utilizzato puro (100%<br />

metil-estere) e quindi i vantaggi "ambientali" che ne derivano sono più che evidenti.<br />

Al fine di analizzare le problematiche connesse con l'utilizzo dell’estere metilico per riscaldamento,<br />

nell’ambito del progetto "Probio", sottoprogetto "Agricoltura a servizio della città" sono state condotte<br />

alcune prove comparative tra gasolio e biodiesel per l'alimentazione di una caldaia da circa 100 kW.<br />

Altri usi – L’utilizzo del biodiesel nel settore agricolo è una ulteriore possibilità di applicazione di questa<br />

forma di energia rinnovabile molto interessante; infatti attraverso appropriate forme organizzative le aziende<br />

potrebbero produrre direttamente parte l’energia di cui hanno bisogno sotto forma di carburante per le<br />

macchine agricole e/o combustibile per il riscaldamento (delle abitazioni, locali di servizio, serre, impianti di<br />

essiccazione, motopompe, ecc.) e/o la produzione di energia elettrica. Queste possibilità sono ancora da<br />

esplorare e valutare, sopratutto dal punto di vista della convenienza economica dell’utilizzo di biodiesel<br />

puro, miscelato o piuttosto dell’olio vegetale tal quale.<br />

L'olio vegetale tal quale o rettificato (e anche le sue miscele con il gasolio) potrebbe costituire una alternativa<br />

di un certo interesse per utenze energetiche medio/grandi (5-15 MWe) utilizzando impianti particolarmente<br />

Il progetto Activa 41


semplici (basati sull’impiego di bruciatori per oli densi o motori diesel navali).<br />

Altre possibili utilizzazioni del biodiesel possono essere ricercate nell’alimentazione di motori diesel per il<br />

trasporto marino, fluviale e lacustre; di motori impiegati in miniera; per il funzionamento d’impianti di<br />

risalita in località sciistiche; per la produzione di elettricità in zone alpine ed in genere in tutti quegli<br />

ambienti ove risulta fondamentale ridurre le emissioni di gas nocivi.<br />

Il biodiesel e l’ambiente<br />

Effetto serra e biodiesel – L’impiego dei bio-carburanti e dei bio-combustibili di origine vegetale è<br />

attualmente una delle vie più concrete e percorribili in tempi brevi per ridurre in modo apprezzabile le<br />

emissioni di CO2 prodotte dal settore dei trasporti. Nell’ottica di un sistema di approvvigionamento<br />

energetico basato su fonti rinnovabili, quindi, la trasformazione di biomassa in carburanti, combustibili<br />

liquidi destinati al settore dell’autotrazione, assume pertanto un’importanza prioritaria.<br />

I combustibili fossili (petrolio, carbone, ecc.) contengono carbonio immagazzinato nella materia vegetale<br />

mineralizzata e che è disponibile in giacimenti fossili, invece i combustibili rinnovabili (biomasse)<br />

contengono il carbonio atmosferico sequestrato attraverso la fotosintesi e immagazzinato nelle strutture<br />

vegetali. Se apparentemente il destino del carbonio è lo stesso (immobilizzazione in composti chimici ad<br />

elevato contenuto energetico), in realtà è lo sfasamento temporale tra la fase di fissazione nella pianta e<br />

quella di utilizzazione a fini energetici che determina la rinnovabilità della risorsa e la riduzione delle<br />

emissioni. Le colture energetiche sono fonti di CO2 rinnovabile perché lo sfasamento temporale è breve e<br />

conseguentemente il loro utilizzo a fini energetici non provoca aumento netto di CO2 nell'atmosfera.<br />

Le colture “energetiche”, come tutte le altre, organicando il C atmosferico attraverso il processo fotosintetico<br />

e ripartendolo nelle diverse parti della pianta (semi, fusti, foglie, radici), determinano un “sequestro”<br />

temporaneo del C sottoforma organica. L’impiego energetico di queste colture può prevedere la combustione<br />

o gassificazione dell’intera biomassa o l’estrazione dell’olio dai semi oleosi; nel primo caso tutto il C<br />

organicato viene immesso nuovamente in atmosfera, nel secondo soltanto quello contenuto nei semi oleosi<br />

(circa il 30-40% del totale) viene reimmesso nel ciclo sottoforma gassosa mentre il restante va ad arricchire il<br />

“pool” di scambio presente nel terreno.<br />

Questo non significa che l'utilizzazione del biodiesel non comporti emissioni di CO2, ma che la CO2 emessa<br />

in fase di combustione è rinnovabile al 95%; il restante 5% è dovuto alle componenti non biogene (il<br />

metanolo di sintesi impiegato per la trasformazione dell'olio vegetale), e quindi non rinnovabili.<br />

Anche il carbonio contenuto nei sottoprodotti (panelli per l'industria zootecnica, glicerina, saponi) e nei<br />

rifiuti (acque di scarico e fumi al tubo di scappamento contenenti carbonio in forma diversa dalla CO2) è<br />

derivato dallo stesso C organicato dalla coltura e quindi considerato rinnovabile.<br />

Nel caso specifico del biodiesel, quindi, è chiaro come nell'intero ciclo di vita, ai fini dell'effetto serra deve<br />

essere considerata unicamente la CO2 fossile immessa nelle diverse fasi della filiera (processo di produzione<br />

primaria e industriale, trasporto, stoccaggio). Da un’analisi dell'intera filiera produttiva del biodiesel è stato<br />

rilevato che il bio-carburante ottenuto a partire da girasole risulta essere mediamente meno inquinante, in<br />

termini di CO2 emessa, rispetto a quello ottenuto da semi di colza, mentre entrambi sono nettamente<br />

vantaggiosi rispetto al combustibile fossile. Riassumendo i risultati di uno studio condotto in Italia dal<br />

Comitato Termotecnico Italiano (CTI) sul ciclo di vita del biodiesel, e convertendoli in kg di gasolio<br />

sostituito si ottengono i valori riportati nella tabella 2.8.<br />

Tabella 2.8 - Riduzione della CO2 immessa in atmosfera a seguito dell’impiego del biodiesel<br />

Max Min<br />

g CO2 risparmiata/kg gasolio sostituito 3.161 2.375<br />

Dai dati riportati nella tabella si può concludere che la sostituzione di un kg di gasolio con circa 1,13 kg di<br />

biodiesel (quantità equivalente in termini energetici) comporta il risparmio di una quantità di anidride<br />

carbonica variabile da 2,4 kg a 3,2 kg.<br />

Come detto in precedenza il gasolio è un combustibile fossile e quindi non rinnovabile per definizione,<br />

questo significa che oltre alle emissioni prodotte lungo la filiera produttiva che va dall'estrazione alla<br />

raffinazione e alla distribuzione del prodotto, si devono aggiungere anche le emissioni al tubo di scarico che,<br />

contrariamente a quanto accade per i biocarburanti, costituiscono un ulteriore apporto ai gas serra.<br />

Il progetto Activa 42


L'effetto serra, come noto, non è causato unicamente dalla CO2, ma anche da altri composti quali il metano,<br />

il protossido di azoto, il monossido di carbonio e altri composti organici volatili che partecipano al fenomeno<br />

con peso differente. Anche in questo caso si osserva un minore livello di emissioni per il biodiesel ricavato<br />

da girasole rispetto a quello ricavato da colza, indice di un minor utilizzo di mezzi e risorse durante il<br />

processo produttivo. Il confronto di entrambi i bio-carburanti con il gasolio, però, evidenzia che,<br />

considerando l’intero ciclo di vita, questi rilasciano nell’atmosfera una maggior quantità di CO, N2O e di<br />

CH4 . Considerando nel computo anche il contributo di questi gas è stato calcolato che la sostituzione di un<br />

kg di gasolio con circa 1,13 kg di biodiesel (quantità equivalente in termini energetici) comporta il risparmio<br />

di una quantità di gas serra (espressi in g di CO2 eq.) variabile da 2,4 kg a 0,4 kg in funzione delle tecniche di<br />

produzione adottate e dello scenario socio-economico di riferimento.<br />

Riduzione delle emissioni inquinanti - Secondo la letteratura nazionale e internazionale, per quanto riguarda<br />

le emissioni allo scarico dei motori, il biodiesel produce gas di scarico nel complesso meno inquinanti<br />

rispetto a quelli ottenuti da motori alimentati con gasolio (se utilizzato in motori a ciclo diesel ad iniezione<br />

diretta con qualche lieve adattamento).<br />

I principali inquinanti e i relativi impatti sull’ambiente e/o la salute sono riportati nella tabella 2.9.<br />

Tabella 2.9 - Inquinanti prodotti dalla combustione dei carburanti e loro impatto sull’ambiente (rielaborato da<br />

Autori vari).<br />

Inquinanti Impatti<br />

Anidride carbonica, fossile (CO2) Effetto serra<br />

Anidride solforosa (SO2) Acidificazione<br />

Metano (CH4) Effetto serra<br />

Monossido di carbonio (CO) Effetto serra<br />

Ossidi di azoto (NOx) Smog fotochimico, acidificazione, irritante<br />

Particolato Totale (PM) Effetti dannosi sull'uomo<br />

Protossido di azoto (N2O) Effetti dannosi per la fascia di ozono ed effetto serra<br />

L'emissione di CO2 al tubo di scappamento di un motore alimentato con biodiesel è pressoché uguale rispetto<br />

a quella misurabile per lo stesso motore alimentato a gasolio. Durante la combustione del biodiesel (biodiesel<br />

puro) le emissioni di CO, rispetto a quelle prodotte dal gasolio, sono mediamente inferiori del 40% mentre in<br />

miscela al 20% lo sono del 15% in meno. Il monossido di carbonio (CO) però, nell'ambito motoristico, non<br />

crea grandi problemi e può essere considerato un inquinante minore; di contro è considerato con attenzione<br />

come indice di cattiva combustione giacché si produce in carenza di ossigeno. Maggiore è il quantitativo<br />

emesso e maggiori sono i problemi in fase di combustione. L'ossigeno contenuto nei combustibili vegetali<br />

(mediamente il 10% nel biodiesel contro il 2% nel gasolio) favorisce la combustione e diminuisce le<br />

emissioni di CO.<br />

Per quanto riguarda il particolato (PM), la sua pericolosità varia molto in funzione delle specie chimiche che<br />

lo compongono e delle dimensioni medie delle sue particelle; su queste particelle solide è infatti adsorbita<br />

una quantità di sostanze aromatiche che sono considerate più o meno cancerogene e mutagene. Il biodiesel,<br />

contenendo una minore percentuale di molecole aromatiche rispetto al gasolio, produce quantità inferiori di<br />

tali sostanze e quindi i suoi effetti sulla salute sembrerebbero essere meno dannosi.<br />

Utilizzando il biodiesel nei motori diesel anche la ben nota fumosità di questi motori diminuisce<br />

notevolmente, fino al 70% circa.<br />

Un altro vantaggio del biodiesel è rappresentato della completa assenza di zolfo. Ovviamente la miscelazione<br />

gasolio/biodiesel comporta l'aumento di emissioni di SO2 in percentuale proporzionale al contenuto di<br />

combustibile fossile.<br />

Il punto dolente del biodiesel sono gli ossidi di azoto, attualmente considerati tra i composti maggiormente<br />

pericolosi. Mediamente si parla di un aumento delle emissioni di NOx del 10-13% rispetto al gasolio a causa<br />

dell'elevato contenuto di ossigeno del bio-carburante. In questo caso le miscele causano un aumento minore<br />

della emissione di NOx che si attesta attorno al 2-3 % per miscele al 20% (sempre rispetto al gasolio).<br />

La tabella 2.10 riassume i vantaggi del biodiesel rispetto al gasolio per quanto riguarda le emissioni<br />

inquinanti prodotte dalla combustione del bio-carburante nei motori. La variabilità dei valori dipende dal tipo<br />

Il progetto Activa 43


di motore impiegato e dal tipo di studio effettuato.<br />

Tabella 2.10 - Riduzione delle emissioni del biodiesel rispetto al gasolio (rielaborato da Autori vari).<br />

Emissioni inquinanti Biodiesel puro Miscela gasolio e biodiesel al 20 %<br />

Idrocarburi incombusti -67/-90 % -20/-30 %<br />

Monossido di carbonio -40/-50 % -12/-15%<br />

Particolato -30/-50 % -5/-20 %<br />

Biossido di zolfo -100% -20%<br />

Ossidi di azoto +10/+13 % +2/+3%<br />

Aldeidi - 80 % -13%<br />

L'utilizzazione del biodiesel nelle caldaie, anche se abbastanza diffusa a livello nazionale, non è stata oggetto<br />

di studi particolarmente approfonditi. Dall’esperienza PROBIO della Regione Lombardia risulta che la<br />

quantità di ossidi di azoto emessi dalla combustione del biodiesel è paragonabile a quella emessa dal gasolio<br />

e comunque inferiore ai limiti di legge (differenza non significativa di circa un 2% a favore del gasolio).<br />

Ancora meno significative sono le emissione di idrocarburi totali incombusti, per altro anch’esse a leggero<br />

favore del gasolio, che sono presenti nei fumi in quantità decisamente irrilevanti. Secondo questo studio, il<br />

biodiesel emetterebbe meno particolato rispetto al concorrente fossile (circa il 40% in meno per unità di<br />

energia del combustibile) ma in ogni caso le quantità in gioco sono comunque molto basse per entrambi i<br />

carburanti.<br />

Tali caratteristiche sottolineano l’importanza di utilizzare i biocarburanti per l’autotrazione e per il<br />

riscaldamento proprio nelle aree urbane, dove il problema dall’inquinamento atmosferico sta assumendo<br />

livelli critici sempre più spesso.<br />

Bilancio Energetico – Un altro criterio di valutazione della sostenibilità ambientale delle filiere agroindustriali<br />

destinate alla produzione di energia è rappresentato dal bilancio energetico dell’intero processo<br />

produttivo, ovvero dalla verifica della quantità di energia immessa nella filiera (input) rispetto a quella<br />

ottenibile al termine dei vari processi che costituiscono la filiera (output). A questo riguardo sono state<br />

condotte ricerche internazionali del tipo “Life Cycle Analysis” (LCA) con risultati variabili che dipendono<br />

dalle condizioni climatiche specifiche, dalle tecniche agronomiche e dalle tecnologie usate nella<br />

trasformazione.<br />

A livello nazionale sono state condotte ricerche sulla filiera biodiesel sia in Veneto che in Toscana, sia su<br />

colza che girasole. Quelle realizzate in Italia settentrionale da Bona (2001), che tengono conto anche<br />

dell’energia contenuta nei panelli proteici risultanti dalla triturazione dei semi oleosi, hanno evidenziato per<br />

il biodiesel ottenuto da olio di girasole saldi nettamente favorevoli alla filiera biodiesel; la quantità di energia<br />

in “uscita” dal sistema è risultata infatti circa 2,8 volte superiore a quella immessa. Le ricerche condotte in<br />

Toscana da Mazzoncini e collaboratori (2001) hanno evidenziato valori del rapporto output/input<br />

mediamente inferiori, non considerando l’output energetico derivante dal panello proteico. I risultati ottenuti<br />

in Italia a questo riguardo concordano anche con le ricerche effettuate da Staat e Vermeersch (1993) e da<br />

Vallet in Francia.<br />

Anche il Comitato Termotecnico Italiano (CTI) ha effettuato diverse analisi del ciclo di vita del biodiesel e<br />

nell’ambito del progetto Biofit, ha condotto uno studio che ha coinvolto diversi paesi europei, sia per quanto<br />

riguarda il girasole che il colza. Nella figura 2.1 viene confrontata l'energia richiesta dalle due filiere<br />

(biodiesel da girasole e colza considerando sia i contributi energetici dei panelli proteici che della glicerina)<br />

con quella richiesta dal gasolio per produrre un MJ di combustibile.<br />

Il progetto Activa 44


Figura 2.1 - Confronto tra i consumi di energia necessaria per produrre 1 MJ secondo le filiere dei biocarburanti<br />

(colza e girasole) e la filiera del gasolio convenzionale (fonte: Assobiodiesel).<br />

Dalla figura 2.1 si evince come, mediamente, il biodiesel ottenuto da colza sottintenda un maggiore consumo<br />

di risorse energetiche rispetto al biodiesel da girasole a causa della maggiore quantità di input mediamente<br />

necessari alla sua coltivazione. Ciò mette in evidenza il “peso” che sul bilancio energetico hanno le attività<br />

connesse alla produzione agricola (dal 40% al 70%), in particolare è risultato sempre evidente come la<br />

meccanizzazione agricola e la fertilizzazione giochino un ruolo fondamentale nel bilancio energetico della<br />

fase agricola e quindi nell'intera filiera.<br />

Le ricerche condotte dall’Università di Pisa a questo riguardo hanno evidenziato come, nel caso del girasole<br />

e della Brassica carinata, sia possibile ottenere rese soddisfacenti anche con un'apprezzabile riduzione degli<br />

input (Bonari et al., 2000; Cardone et al. 2003). La capacità del girasole e della Brassica carinata di<br />

rispondere in maniera soddisfacente a tecniche colturali a bassi input esterni ha reso possibile incrementare<br />

l’efficienza dell’energia immessa nel processo produttivo agricolo dedicato alla produzione del biodiesel da<br />

1,8 a 2,8 (rapporto output/input).<br />

Biodegradabilità e tossicità del biodiesel - Il biodiesel, oltre ai vantaggi ambientali connessi alla qualità delle<br />

emissioni gassose dei motori, al bilancio del C ed a quello energetico, presenta un elevato grado di<br />

biodegradabilità ed una minor tossicità rispetto al gasolio. Da un punto di vista chimico e biochimico, infatti,<br />

l’estere metilico presenta, rispetto al gasolio, una configurazione molecolare più "vantaggiosa" per quanto<br />

concerne la biodegradabilità. La catena lineare di carbonio con atomi di ossigeno alle estremità che<br />

caratterizza il biodiesel, è infatti più "semplicemente" attaccabile dai batteri che in natura degradano oli e<br />

grassi, rispetto al gasolio che è povero di ossigeno ed è costituito da una miscela complessa di idrocarburi<br />

con numerosi doppi legami, catene ramificate, anelli, ecc.<br />

Ricerche basate su analisi gas-cromatografiche condotte dall’Università di Idaho, hanno dimostrato che vari<br />

tipi di biodiesel (esteri etilici e metilici prodotti a partire da oli vegetali di diversa natura) sono rapidamente<br />

biodegradabili nel suolo; partendo da una concentrazione iniziale di 10.000 ppm, la percentuale media di<br />

degradazione primaria si aggira intorno all'81% in 28 giorni, contro un valore del 54% per il gasolio fossile.<br />

Con concentrazioni iniziali più elevate (100.000 ppm) nello stesso arco di tempo (28 giorni) oltre il 50% del<br />

biodiesel subisce una degradazione primaria, mentre solo il 16% del gasolio iniziale non è più rintracciabile<br />

come tale: in termini generali maggiore è la concentrazione iniziale, più elevata è la differenza di<br />

degradazione tra il biodiesel e combustibile fossile.<br />

L’Università di Idaho ha condotto studi anche sulla biodegradabilità in acqua delle miscele di biodiesel che<br />

hanno evidenziato come questo biocarburante in miscela al 50% con acqua "scompaia" e quindi si degradi ad<br />

Il progetto Activa 45


una velocità più che doppia rispetto al gasolio puro. Questa caratteristica rende il biodiesel particolarmente<br />

adatto ad essere impiegato in aree protette, nella nautica e per trasporti su terra ovunque sussista il pericolo di<br />

rilascio del carburante nell’ambiente.<br />

Dal punto di vista tossicologico (tossicità acuta per ingestione orale) prove su cavie hanno evidenziato che la<br />

LD50 (dose alla quale il 50% delle cavie muore) è risultato essere maggiore di 2.000 mg/kg per il biodiesel,<br />

che è il valore soglia di effetto non osservabile per una tossicità sistematica. In dettaglio la LD50 del biodiesel<br />

è risultata pari a 17.400 mg/kg (quale termine di paragone si consideri che quella del comune sale da cucina<br />

è circa 10 volte inferiore).<br />

Per quanto riguarda la tossicità del biodiesel per la fauna acquatica, sperimentazioni condotte negli USA su<br />

Daphnia magna in acqua con diverse concentrazioni di combustibile, hanno definito la tossicità relativa di<br />

vari tipi di biodiesel oltre a quella del gasolio rispetto al composto di riferimento (comune sale da cucina); i<br />

risultati hanno evidenziato, anche in questo caso, la minor tossicità del biodiesel rispetto al gasolio ma anche<br />

rispetto al comune sale da cucina.<br />

In generale si può concludere che il biodiesel puro presenta un tossicità molto inferiore rispetto al gasolio,<br />

con valori variabili in relazione al tipo di tossicità considerato e alla percentuale di impiego in miscele.<br />

Il mercato del biodiesel - Le quantità di biodiesel prodotte in Italia e all’Estero non sono il freddo incontro<br />

tra la domanda e l’offerta di un prodotto qualsiasi bensì il risultato della politica all’incentivazione di fonte<br />

energetiche alternative condotta da ogni Stato membro. Il costo del biodisel risulta infatti decisamente<br />

superiore a quello del gasolio di origine fossile (40-50%) e quindi questo prodotto verrebbe escluso dal<br />

mercato dei carburanti se i governi dei diversi Paesi della UE, riconoscendo i benefici ambientali connessi<br />

all’utilizzazione del biodisel hanno “creato” la convenienza economica alla sua produzione non gravandolo<br />

della accisa sui carburanti come ogni altro prodotto petrolifero utilizzato per questo scopo; naturalmente la<br />

“defiscalizzazione” è stata concessa dai diversi governi su quantità limitate che di fatto sono quelle<br />

attualmente sul mercato. Per l’Italia la quantità di biodiesel defiscalizzato commercializzabile fino al 2004 è<br />

stata di 300.000 t; con una decisione in netta controtendenza rispetto alle direttive della UE, nella finanziaria<br />

2004 la quantità di gasolio defiscalizzato è stata ridotta a 200.000 t .<br />

Il biodiesel è stato prodotto in Italia su scala industriale a partire dal 1992 e dal 1995 è stata concessa la<br />

defiscalizzazione su una quota di 125.000 t; almeno fino al 1998 il biodiesel prodotto in Italia (circa 95.000<br />

t) è stato prevalentemente impiegato come combustibile per il riscaldamento domestico riservando quindi la<br />

commercializzazione di questo prodotto alle compagnie di distribuzione del gasolio da riscaldamento.<br />

Successivamente, i maggiori incrementi dei consumi sono stati registrati da parte dell'industria petrolifera,<br />

che ha utilizzato il biodiesel come additivo del gasolio fossile fino al 5%.<br />

L’Europa e' attualmente il leader mondiale nella produzione di biodiesel con una produzione pari a oltre 1,3<br />

milioni di tonnellate nel 2003; il 23% viene prodotto in Italia (al terzo posto dopo Germania e Francia).<br />

L’evoluzione del mercato del biodiesel in Europa (figura 2.2) mette in evidenza come negli ultimi anni si sia<br />

verificato un continuo incremento della produzione italiana, anche se non paragonabile a quella della<br />

Germania.<br />

Il progetto Activa 46


Figura 2.2 - Evoluzione del mercato del biodiesel in Europa (fonte: Assobiodiesel)<br />

In Italia, nel 2003 sono state immesse al consumo 280.000 t di biodiesel; una quantità superiore del 33% a<br />

quella prodotta nel 2002 (210.000 t).<br />

Un quadro riassuntivo dell’impiego del biodiesel in Italia è riportato nella figura 2.3, dalla quale si evince<br />

che attualmente circa 70% della produzione viene utilizzata per l'autotrazione e il 30% come combustibile<br />

nelle caldaie.<br />

Figura 2.3 - Consumi di biodiesel in Italia per segmento di mercato (fonte: Assobiodiesel)<br />

La capacità produttiva dell'industria nazionale è attualmente di oltre 600.000 t annue (teoricamente in grado<br />

Il progetto Activa 47


di gestire la trasformazione di circa 715.000 ettari di oleaginose con resa granellare di 2 t/ha e 42% di olio),<br />

ma il sistema é ben lontano da tali traguardi e la ricaduta sul settore agricolo è per il momento molto limitata,<br />

visto che solo una minima parte della materia prima utilizzata dalle industrie italiane del biodiesel è di<br />

provenienza nazionale.<br />

In termini assoluti, il biodiesel resta un prodotto poco diffuso: le 280.000 tonnellate prodotte in Italia si<br />

confrontano con un consumo annuo nazionale di gasolio di origine fossile pari a circa 22 milioni di<br />

tonnellate.<br />

Le problematiche agronomiche connesse alla produzione di oleaginose destinate alla filiera dei<br />

biocarburanti - Sotto l’aspetto prettamente agricolo, la diffusione delle colture da energia, ed in particolare<br />

di quelle oleaginose adatte alla produzione di biocarburanti, apre nuove prospettive agronomiche ed<br />

economiche. Nell’ambito di un processo di integrazione tra l’industria e l’agricoltura, questa ultima può<br />

assumere un’ulteriore funzione di produttrice di beni non food e non soltanto di prodotti alimentari. Ciò<br />

consentirebbe una maggiore stabilizzazione (se non un incremento) dei redditi agricoli grazie<br />

all’ampliamento ed alla diversificazione dei mercati dei prodotti agricoli ed alla maggiore stabilità della loro<br />

domanda nell’ottica di un’agricoltura multifunzionale capace di mantenere il tessuto sociale attivo e<br />

rivitalizzare il mondo agricolo. La necessità di creare nuovi mercati sui quali collocare i prodotti a prezzi<br />

stabili è particolarmente sentita nel mondo agricolo dopo la revisione di medio termine della PAC (2004) che<br />

ha introdotto il regime di aiuto agli agricoltori disaccoppiato dalle produzioni. Molte specie di interesse<br />

agrario (le cosiddette commodities in particolare) hanno visto così ridotta la propria redditività fino al limite<br />

della convenienza economica alla loro coltivazione. Il premio ad ettaro (45 ) destinato alle colture<br />

energetiche introdotto nella PAC in occasione della stessa revisione di medio termine potrebbe<br />

rappresentare, insieme ad un adeguato prezzo di mercato delle biomasse utilizzabili a fini energetici, un<br />

importante alternativa per il mondo agricolo e per l’ambiente. Naturalmente questa opportunità (qualora<br />

risultasse tale) dovrebbe essere recepita dal mondo agricolo in modo agronomicamente corretto (inserendo<br />

quindi le colture da energia in avvicendamenti colturali che non compromettono la fertilità del terreno),<br />

tecnicamente idoneo alla produzione di energia (adattando quindi la tecnica colturale alla ricerca della<br />

massima riduzione possibile dell’energia immessa nel sistema produttivo) e svincolandosi, una volta per<br />

tutte, dall’utilizzazione del set-aside come superficie ove coltivare le specie da energia. L’utilizzazione dei<br />

terreni a set-aside ha infatti rappresentato uno dei limiti storici alla diffusione delle colture da energia spesso<br />

considerate in maniera eccessivamente estensiva tanto da determinare scarsa produttività per unità di<br />

superficie coltivata e ridotta disponibilità di materia prima nazionale per l’industria di trasformazione.<br />

Questa richiede generalmente semi (o olio) di colza e/o il girasole che acquista sui mercati mondiali a prezzi<br />

spesso inferiori a quelli sufficienti a garantire agli agricoltori italiani un’adeguata redditività. Occorre quindi<br />

che anche sul fronte economico la gestione di queste due specie (o altre non ancora diffuse) determini una<br />

riduzione dei costi di produzione per unità di prodotto. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso<br />

un incremento della produttività delle colture ed una riduzione degli input colturali.<br />

Dal punto di vista agro-ambientale, le colture oleaginose utilizzate per la produzione di biodiesel sono in<br />

grado di valorizzare tutti gli ambienti del nostro Paese ad eccezione della soia che si inserisce bene nei fertili<br />

terreni di pianura. Se adeguatamente inserite nel contesto aziendale, sia il colza che il girasole permettono<br />

l’adozione di rotazioni colturali più articolate e quindi un incremento della biodiversità, assolvono<br />

ottimamente al compito di colture da rinnovo, lasciando i terreni con buoni livelli di fertilità residua,<br />

rilasciano in superficie abbondanti residui colturali che, attraverso l’interramento, sono fonte di sostanza<br />

organica.<br />

Il progetto Activa 48


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Il progetto Activa 51


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Il progetto Activa 52


2.2 Filiera biolubrificanti - Relazione introduttiva<br />

I biolubrificanti possono essere utilizzati già oggi in molte applicazioni industriali (industria tessile,<br />

conciaria, cartaria, metallurgica, estrattiva e di escavazione, agroalimentare, farmaceutica e in<br />

agricoltura) come alternativa ecocompatibile ai lubrificanti derivati dal petrolio, generalmente senza<br />

richiedere particolari modifiche di processo o di impianto.<br />

Le colture al momento particolarmente interessanti per la produzione dei biolubrificanti sembrano essere:<br />

- il girasole alto oleico il cui olio, in alcune nuove varietà coltivate anche in Toscana nel corso del<br />

progetto Biovit, può contenere fino al 90% in acido oleico, caratteristica che conferisce buone proprietà<br />

ingrassanti ed un’elevata resistenza all’ossidazione;<br />

- alcune Brassicacee (la famiglia del colza), quali in particolare il Crambe abyssinica e la Brassica<br />

carinata, piante particolarmente rustiche il cui olio può mostrare contenuti compresi tra il 45 ed il 55%<br />

in acido erucico, caratteristica che conferisce buone proprietà lubrificanti.<br />

- altre oleaginose minori tra le quali ad esempio Euphorbia, Lunaria e Limnanthes che presentano<br />

ancora alcuni problemi agronomici, ma la cui composizione acidica potrebbe potenzialmente permettere<br />

di esplorare di ulteriori possibilità tecnologiche ed applicative.<br />

La disponibilità di queste due tipi di olio, unita alla loro miscibilità può consentire di produrre miscele e di<br />

modulare pertanto le caratteristiche tecnologiche del formulato in funzione dei singoli settori di utilizzo.<br />

Da un punto di vista del territorio, le oleaginose trattandosi di colture da rinnovo, contribuiscono ad<br />

innalzare il tenore in sostanza organica nei suoli (restituendo al terreno oltre il 50% della biomassa prodotta)<br />

e sono pertanto da considerare fondamentali in qualsiasi piano organico di rotazione consentendo di<br />

interrompere le monosuccessioni a mais o grano e contribuendo al mantenimento della fertilità dei terreni.<br />

Altra caratteristica fondamentale di queste colture è la ridotta richiesta di input esterni non richiedendo<br />

trattamenti sistematici di difesa e generalmente un ridotto consumo idrico.<br />

Purtroppo però la coltivazione di oleaginose è in una fase di contrazione anche in Toscana, e rappresenta un<br />

aspetto destinato ad aprire scenari agronomici ancora di non facile interpretazione. La nuova PAC, infatti,<br />

attraverso il disaccoppiamento che assegna all’agricoltore un premio non legato al tipo di coltivazione<br />

effettuata, non solo incentiva indirettamente le rotazioni e lo sviluppo di nuove colture, ma soprattutto<br />

responsabilizza l’agricoltura nella collocazione della produzione non solo nel settore alimentare ma anche in<br />

quello non alimentare. Ma, nello stesso tempo, considerando le produzioni potenziali ed il valore di mercato<br />

della granella, la coltivazione delle oleaginose è notevolmente meno redditizia di quella dei cereali, in<br />

considerazione delle rese ad ettaro chiaramente inferiori. Non è semplice intuire come il mercato reagirà a<br />

queste problematiche, se vogliamo opposte, ma è possibile affermare che le scelte che si renderanno<br />

indispensabili in questo settore sembrano comunque in grado di determinare ripercussioni non solo<br />

economiche ma anche sociali sull’intero comparto agricolo definito da “commodity”.<br />

Da un punto di vista industriale in Toscana sono presenti distretti industriali di fama internazionale<br />

potenzialmente ed in alcuni casi anche fattivamente impegnati in questo settore in quanto utilizzatori di<br />

elevate quantità di lubrificanti in alcune fasi produttive. Ci riferiamo ancora al distretto conciario di S. Croce<br />

(che si stima consumi circa 500-750 t/anno di oli minerali), al distretto tessile di Prato (che si stima ne<br />

consumi circa 1.000), al cartario di Lucca (che si stima consumi circa 3000 t/anno di lubrificanti per la<br />

maggior parte minerali ) ed al Lapideo delle Alpi Apuane. Alcuni industriali appartenenti a questi distretti si<br />

sono dimostrati particolarmente interessati all’utilizzo dei biolubrificanti e, anche grazie ai progetti PRAI-<br />

Biovit e Dulvit, hanno recentemente avviato le prime sperimentazioni a livello industriale con risultati di<br />

buon interesse applicativo.<br />

In seguito anche a queste sperimentazioni, nel settore tessile è già oggi disponibile un formulato a base<br />

vegetale caratterizzato da che ha buone prospettive di mercato anche in seguito al divieto della Direttiva<br />

Comunitaria 2003/53/CE di usare nonilfenoli e nonilfenoli etossilati dal 17 gennaio 2005. Una più larga<br />

applicazione nel distretto sta trovando difficoltà legate principalmente ad un prezzo unitario maggiore che<br />

solo in parte è bilanciato da un minore utilizzo del prodotto. Anche nel settore conciario è stato presentato<br />

un formulato a base vegetale, utilizzato tra l’altro nella produzione, brevettata, di una pelle anallergica e<br />

caratterizzato dall’assenza di alchilbenzeni tipici dei lubrificanti minerali e di aldeidi, fenoli ed altri composti<br />

ad elevata tossicità. Purtroppo, anche in questo caso, i formulati a base vegetale non hanno acquisito una<br />

Il progetto Activa 53


significativa quota di mercato nel distretto Pisano. Nel settore cartario, comparto di importanza strategica<br />

nella intera provincia di Lucca, la situazione è leggermente migliore, in quanto già negli anni ‘80 Raul<br />

Gardini propose di utilizzare le oleine di soia per la disincrostazione della carta da giornale, mentre<br />

successivamente è stata prodotta una carta “biocide-free” utilizzando l’acido acetico e i terpeni d’arancio.<br />

Risultano inoltre presenti già oggi formulati oleanti ad elevata rinnovabilità o a base vegetale e altre<br />

sperimentazioni a livello industriale hanno infatti confermato la possibilità di utilizzo di questi formulati ad<br />

elevata qualità nella produzione tissue. Una recente normativa tedesca ha introdotto standard molto<br />

restrittivi sui residui di oli (minerali) ammessi nel tissue, a conferma dell’interesse anche internazionale<br />

verso questo aspetto del ciclo produttivo anche in un’ottica di una sempre maggiore tutela del consumatore<br />

finale.<br />

Esperienze analoghe si registrano anche in altri settori produttivi con alcune esperienze sulla possibilità di<br />

utilizzare biolubrificanti nelle perforazioni per la produzione di energia geotermica a Larderello, e<br />

potenzialmente mostra ottime prospettive la sostituzione degli oli minerali nel settore lapideo in<br />

considerazione della totale dispersione nell’ambiente del prodotto dopo l’uso e delle ricadute sulla qualità<br />

dell’ambiente e degli operatori del settore.<br />

In tutti questi distretti, tranne quello cartario, i formulati lubrificanti sono utilizzati a dispersione<br />

nell’ambiente e lo sviluppo dell’uso di prodotti a base vegetale, in considerazione dell’elevata<br />

biodegradabilità e della loro ipotossicità, potrebbe contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale con<br />

benefici igienico-sanitario per gli operatori del settore e della cittadinanza e conseguentemente delle<br />

istituzioni in termini di minori spese sanitarie e di depurazione delle acque. Ecco perché la pubblica<br />

amministrazione potrebbe ritenere utile attivare interventi atti a compensare il differenziale di prezzo che<br />

eventualmente potrebbe determinarsi prima del raggiungimento di un’economia di scala, al fine di<br />

incentivare un più diffuso utilizzo dei biolubrificanti, giustificando tale intervento proprio con le ricadute<br />

sulla qualità dell’ambiente dell’intero distretto.<br />

In questa ottica, l’uso di biolubrificanti in alternativa ai formulati convenzionali deve essere inserito in<br />

programmi di sostituzione di prodotti pericolosi per la salute e per l’ambiente, attraverso la creazione di<br />

appositi marchi o certificazioni volti a valorizzare i processi produttivi interamente ecocompatibili, anche e<br />

soprattutto nell’ottica di una differenziazione dei prodotti sulla concorrenza globale. E’ questa infatti una<br />

possibilità che potrebbe consentire l’affermarsi di un nuovo mercato in cui il consumatore è disposto a<br />

pagare un prezzo maggiore per un manufatto prodotto con maggiore rispetto dell’ambiente e privo di residui<br />

di prodotti minerali o di sintesi.<br />

Una fase di ricerca e la sperimentazione agrotecnologica è comunque ancora da considerare<br />

indispensabile nei diversi settori industriali per lo sviluppo, la validazione e l’ottimizzazione industriale<br />

dell’applicazione dei biolubrificanti, nonché per l’allargamento dei settori di utilizzo, anche in risposta a<br />

chiare e conclamate emergenze ambientali. A tal riguardo, l’esempio delle problematiche legate ai materiali<br />

estrusi dalla costruzione di nuove gallerie (alta velocità, variante di valico ecc.) e che hanno condotto a<br />

severe limitazioni nel loro smaltimento a cielo aperto, sono essenzialmente legate all’uso di oli minerali che<br />

potrebbero, al momento solo in linea teorica, essere sostituiti da oli vegetali.<br />

Infine, un settore di grande importanza per lo sviluppo delle potenzialità dei biolubrificanti è la messa a<br />

punto di una sinergia con altre filiere al fine di ottimizzare l’uso dei sottoprodotti dell’olio incrementando<br />

l’ecoefficienza delle colture e riducendo i prezzi di vendita (che soprattutto nel caso dell’olio alto erucico<br />

sono ancora piuttosto alti): il pannello proteico residuo dei semi di girasole può essere utilizzato come<br />

mangime in zootecnia e come fertilizzante organico, mentre quello delle Brassicacee potrebbe essere<br />

utilizzato come ammendante per il miglioramento delle colture sfruttando l’azione biocida determinata dai<br />

prodotti di degradazione dei glucosinolati presenti in queste piante; oppure potrebbe essere detossificato e<br />

quindi usato come mangime estraendone questi composti che potrebbero a loro volta utilizzati in settori della<br />

chimica fine o medicali. Ci sono aziende che producono l’acido erucico puro per produrre erucammide e altri<br />

prodotti oleochimici utili a produrre ad esempio molte delle pellicole da cucina di uso comune. Infine,<br />

occorre anche accennare alle prospettive recentemente emerse nell’uso di oli vegetali come fonte di acidi<br />

grassi per la sintesi di esteri con alcoli speciali, sviluppo che potrebbe rappresentare, attraverso l’uso di<br />

diverse tecnologie non impattanti, un’alternativa a numerosi processi chimici convenzionali. In definitiva<br />

possiamo affermare che diversi settori industriali sono in attesa di nuovi oleanti con caratteristiche di<br />

ecosostenibilità analoghe a quelli vegetali.<br />

Il progetto Activa 54


Si deve infine considerare che il sistema economico italiano frazionato in molte piccole e medie<br />

imprese potrebbe essere più ricettivo rispetto alle proposte di innovazione e all’uso di composti e reagenti<br />

sempre più ecocompatibili, anche nell’ottica di una approvazione della proposta di regolamento denominata<br />

Reach, destinata a modificare sensibilmente la disponibilità e la scelta degli ausiliari alle produzioni<br />

industriali.<br />

Ma, come detto, per un reale sviluppo della filiera rimangono però alcuni vincoli ed ostacoli che di fatto<br />

limitano fortemente una diffusa applicazione commerciale dei prodotti disponibili.<br />

Il rapporto tra agricoltura e industria non è sempre stato idilliaco. Così il timore degli agricoltori è che<br />

l’industria richieda loro la materia prima senza preoccuparsi che risulti sufficientemente remunerativa o<br />

con richieste fluttuanti nel tempo. D’altro canto gli industriali temono che nonostante i loro sforzi verso la<br />

sperimentazione di questi prodotti l’agricoltura non segua le loro esigenze o, peggio, che in seguito a eventi<br />

siccitosi o altro la materia prima non sia sempre disponibile nelle quantità richieste, e ad un prezzo troppo<br />

elevato o comunque variabile nelle annate. Sarebbe pertanto quanto mai opportuno prevedere un “patto per<br />

lo sviluppo” e fissare dei prezzi stabili sulla base delle mutue esigenze. D’altronde gli agricoltori, ora che con<br />

la nuova normativa PAC ricevono un contributo uguale per tutte le colture, se potessero avere garantito un<br />

prezzo stabile e remunerativo potrebbero meglio pianificare la loro attività e si verrebbe così a formare un<br />

plafond di costanza di conferimento, che risulterebbe fondamentale anche per il mondo dell’industria.<br />

Anche il rapporto tra l’industria e i consumatori è molto delicato, condizionato da un crescente<br />

sentimento di sfiducia e ancora non sufficientemente in grado di rispondere ad una crescente richiesta di<br />

prodotti maggiormente rispettosi dell’ambiente.<br />

In questo senso sarebbe importante che ogni tassello della filiera (che nel campo dei biolubrificanti è<br />

particolarmente lunga) crescesse contemporaneamente, ottimizzandosi passo dopo passo.<br />

Tutta la filiera faticosamente costruita potrebbe svanire nel momento in cui l’industria decidesse di<br />

approvvigionarsi dell’olio vegetale sul mercato internazionale al prezzo più competitivo, aumentando le<br />

esternalità dovute ai costi di trasporto e soprattutto vanificando e disperdendo le citate ricadute nel settore<br />

agricolo, esponendosi così ai rischi della competizione con i paesi in via di sviluppo. Sembra perciò<br />

preferibile occupare una nicchia di mercato, difficilmente imitabile, frutto della proficua collaborazione di<br />

tutta la filiera e che pare l’unica in grado di garantire la massima qualità delle materie prime in gioco.<br />

Un ulteriore limite allo sviluppo è considerare le tematiche ambientali come un vincolo e ritenere che il<br />

consumatore non avverta l’esigenza di questa sostituzione, quando la mancata richiesta di ecocompatibilità<br />

è spesso dovuta al fatto che il mercato non conosce bene ciò che usa. E’ auspicabile invece comunicare con<br />

chiarezza gli sforzi fatti per il miglioramento della qualità del prodotto, delle condizioni igienico-sanitarie<br />

degli operatori, delle garanzie di salubrità per i consumatori e per l’ambiente. E proporsi verso le istituzioni e<br />

la società per un premio che valorizzi sia in fase produttiva che applicativa l’uso di prodotti a base vegetale<br />

in alternativa ai prodotti di origine fossile o sintetica.<br />

2.2.a Filiera biolubrificanti – Bibliografia ragionata<br />

Il database comprensivo di 31 progetti (descrivendone anche obiettivi e, ove possibile, risultati raggiunti)<br />

e 79 pubblicazioni a carattere scientifico e divulgativo tra le più significative degli ultimi 10 anni, evidenzia<br />

come la filiera dei biolubrificanti sia già stata oggetto di numerosi studi e mostri ampie possibilità<br />

applicative in diversi settori. Le molte applicazioni dei biolubrificanti (cfr. le categorie merceologiche<br />

descritte nel report) prevedono caratteristiche tecnologiche molto specifiche che possono essere ottenute<br />

attraverso specifiche additivazioni, ma anche attraverso una scelta oculata dell’olio base del formulato. Per<br />

questo motivo circa la metà delle pubblicazioni riportate (40) descrivono caratteristiche agronomiche,<br />

composizione dell’olio e utilizzi industriali relativi a oli derivati da non solo da specie diverse ma anche da<br />

specifiche cultivar, mentre le altre pubblicazioni trattano le caratteristiche tecnologiche dei biolubrificanti in<br />

generale (38).<br />

La maggioranza delle pubblicazioni citate (40) trattano (esclusivamente o meno) aspetti della<br />

composizione chimica degli oli considerati. Si è quindi dato importanza alle caratteristiche agronomiche<br />

Il progetto Activa 55


della coltivazione delle oleaginose (18), alle diverse applicazioni industriali (14), alle caratteristiche<br />

ambientali (ciclo di vita dei prodotti, certificazioni, biodegradabilità) (10) ed al mercato dei biolubrificanti<br />

(4).<br />

La filiera dei biolubrificanti è una delle più articolate tra quelle considerate ed una trattazione di tutti gli<br />

aspetti della filiera, considerando tutti i settori della ricerca interessati non può essere logicamente esaustiva;<br />

nonostante ciò, riteniamo che i progetti e le pubblicazioni degli ultimi dieci anni riportate nel database,<br />

contribuiscano a definire un quadro aggiornato delle problematiche biologico-ambientali (che rappresentano<br />

il 24,3% dei riferimenti bibliografici), tecnico-tecnologiche ( 51,3%), economiche (9,0%), sociali (7,7%) e<br />

politico-normative (7,7%), sulla base delle categorie concordate con il gruppo di lavoro.<br />

Sezione 1: Evoluzione della ricerca e risultati raggiunti<br />

Le colture oleaginose hanno avuto una notevole diffusione in Toscana sul finire dagli anni ‘80 grazie ai<br />

contributi stanziati dalla PAC, e le tecniche di coltivazione, in particolare del girasole e del colza, sono ben<br />

conosciute anche dagli agricoltori. La contrazione del mercato alimentare di queste colture ne ha ridotto<br />

drasticamente la coltivazione negli ultimi 10 anni (Casati, 2003), proprio quando ulteriori ricerche avevano<br />

individuato tecniche di coltivazione a ridotti input idrici e chimici senza che le rese ne fossero<br />

eccessivamente compromesse (Bonari et al.,1996; Mazzoncini et al., 2000, Paolini et al., 1998). Sono state<br />

contemporaneamente studiate altre colture oleaginose (Mosca, 1998; Benvenuti & Vannozzi, 2001) e le loro<br />

applicazioni industriali (Bondioli et al, 1998; Palmieri, 2002; Palmieri & Venturi, 2002), anche se spesso agli<br />

elevati standard qualitativi dell’olio non si associano produzioni economicamente compatibili di granella<br />

soprattutto nelle fasi di prima applicazione. Parte della ricerca di questi ultimi anni si è perciò focalizzata<br />

sulle applicazioni di alcune specifiche colture oleaginose ad elevato contenuto in acido erucico<br />

(caratterizzato da una elevata viscosità e punto di fumo), ben investigate le potenzialità dell’olio di colza e<br />

rapa (Gunstone, 2004a) e del Crambe abyssinica sia dal punto di vista agronomico (Fontana et al., 1998) che<br />

tribologico (Bondioli et al., 1998, Lazzeri et al., 1997), valutandone le potenzialità industriali (Lazzeri et al.,<br />

1999; Palmieri, 2001). Di altre piante con un elevato contenuto in acido erucico sono state valutate le<br />

potenzialità, ad esempio Eruca sativa (rucola) (Lazzeri et al, 2002), Lunaria annua ed altre Brassicacee<br />

minori (Mazzoncini & Angelini, 1999, Kimber & MC Gregor, 1995).<br />

Alcune applicazioni industriali richiedono specifiche caratteristiche tribologiche ai biolubrificanti, quali<br />

ad esempio un elevato potere ingrassante, caratteristica tipica di varietà con elevate quantità di acido oleico.<br />

Tale caratteristica è infatti presente nelle nuove varietà di girasole alto oleico, ma non solo (Mariani &<br />

Bellan, 1997) e trovano interesse applicativo in quanto l’impiego di prodotti oleanti a base minerale in alcune<br />

fasi del processo di produzione industriale, determina gravi problemi d’inquinamento dell’ambiente di lavoro<br />

(Bernini, 1999), dell’aria e delle acque superficiali anche in alcune aree industriali Toscane quali il settore<br />

conciario (Associazione Ambiente e Lavoro, 1996), tessile (Becattini, 2000) e cartario. Una soluzione<br />

potrebbe quindi essere fornita dall’uso di formulati a base vegetale opportunamente miscelati e/o addittivati,<br />

in sostituzione dei prodotti sintetici attualmente sul mercato. Alcune prime interessanti conferme a tale<br />

possibilità sono recentemente emerse nell’ambito del Progetto PRAI denominato BIOVIT in cui sono state<br />

svolte prove preindustriali sia nel distretto tessile che conciario Toscano per la sostituzione dei lubrificanti di<br />

sintesi con formulati a base di olio di girasole alto oleico (varietà con percentuali di acido oleico superiori<br />

all’80%). La tecnica di coltivazione del girasole alto oleico non è diversa da quella del girasole tradizionale<br />

(Benvenuti & Vannozzi, 2001, Monotti & Del Pino,1998), ed anche per le stime di produzione si può<br />

usufruire delle conoscenze acquisite (Villalobos et al, 1996). In Toscana il girasole, in particolare nelle<br />

province di Grosseto e Pisa, ha una collocazione ideale, tanto da diventarne un simbolo del paesaggio<br />

agricolo e non solo. Importante risulta anche in questo caso fornire opportuni collegamenti con il sistema<br />

agro-industriale (Belletti & Marescotti, 1997).<br />

Attualmente in Toscana, anche nell’ambito dei progetti BIOVIT e DULVIT, sono stati sperimentati<br />

biolubrificanti a base di olio di girasole alto oleico opportunamente addittivato per un’utilizzazione nel<br />

tessile (fase di cardatura in sostituzione di alchilbenzeni), nel conciario (fase di finissaggio ancora in<br />

sostituzione di alchilbenzeni) e nel cartario (come distaccanti nelle carte tissue e monolucide). Olio di<br />

Brassicacee è stato sperimentato nel settore conciario come alternativa agli oli di pesce.<br />

Un’altra possibile alternativa ai formulati di origine vegetale (o animale) è la produzione di oli di sintesi a<br />

partire da molecole naturali sulla base di una tecnologia già applicata a livello commerciale (Torback, 2002;<br />

Il progetto Activa 56


Vag et al. 2002); sembra però che questa direzione, pur presentando alcuni innegabili vantaggi ambientali<br />

rispetto ai prodotti convenzionali, non produca un reale vantaggio per l’agricoltura, in quanto non risulta<br />

legata alla costruzione di filiere agricole focalizzate ad incrementare la qualità dell’olio vegetale. Rimane<br />

comunque un’opzione di grande interesse per tutte quelle utilizzazioni in cui le performance ottenibili con i<br />

prodotti tal quali non risultano per l’utente finale paragonabili ai prodotti convenzionali.<br />

A livello normativo è stata recentemente approvata una decisione della Commissione Europea che<br />

stabilisce i criteri per il rilascio del marchio Ecolabel per i lubrificanti. In tale settore esistevano già alcune<br />

esperienze soprattutto nel Nord-Europa, ma questa normativa ha definito i criteri ecologici di<br />

biodegradabilità e tossicità comuni per tutti i componenti presenti nei lubrificanti con percentuali superiori<br />

allo 0.1% nel prodotto finale. Importante inoltre è il fatto che i formulati a marchio ecolabel dovranno<br />

contenere una percentuale minima di materie prime rinnovabili (oli vegetali o grassi animali): almeno il 50%<br />

in peso per gli oli idraulici, il 45% per i grassi, il 70% per gli oli per le catene e per tutti gli oli a dispersione<br />

ambientale (Commissione europea, 2002 e successivi draft sui criteri per il marchio europeo ecolabel per i<br />

lubrificanti). Questa disposizione potrebbe risultare di estremo interesse per lo sviluppo del settore vista la<br />

disponibilità del distretto pratese e lucchese di una certificazione a livello di distretto verso un sistema di<br />

gestione ambientale. In generale diversi studi si sono sviluppati sulla ecocompatibilità dei lubrificanti,<br />

confermando le potenziali ricadute ambientali in particolare in tutte le utilizzazioni a dispersione (McManus<br />

et al., 2003; Wightman et al, 1999; Ruffo, 2002).<br />

Anche l’utilizzo di oli e grassi nel settore della cosmesi (Gasparoli, 1998) e dei detergenti (Ruffo, 1994) e<br />

come disperdenti in agricoltura sono altri settori in chiara evoluzione perché si stanno approfondendo le<br />

implicazioni ambientali determinate dall’uso di prodotti di origine fossile sia da parte del legislatore che<br />

dell’opinione pubblica. Di buon interesse applicativo possono essere considerate anche alcune piante ricche<br />

di acidi grassi particolari (Mosca, 1998) come ad esempio l’acido laurico presente nei semi di Cuphea sp.<br />

(Moscheni et al., 1994).<br />

Altro settore che si sta sperimentando in Toscana con buoni risultati riguarda l’utilizzo di olio tal quale<br />

nella trivellazione di pozzi geotermici (Borgioli, comunicazione personale). Se confermati questi studi<br />

potrebbero portare all’applicazione di olio vegetale anche negli scavi di pozzi d’acqua e durante le<br />

operazioni di scavo delle gallerie dell’Alta Velocità e della Variante di Valico, con evidenti vantaggi<br />

ambientali.<br />

Sezione 2: Problemi ancora aperti e scenari futuri per la ricerca<br />

La presenza degli oli e dei grassi nei processi industriali è praticamente “ubiquitaria” (Gunstone, 2004b)<br />

e pare abbondantemente confermato che gli oli di origine minerale additivati chimicamente possono<br />

tecnicamente essere sostituiti con prodotti di origine vegetale senza significative variazione dei processi, e<br />

con analoghe performance tecnologiche (ad eccezione dei settori dove la biodegradabilità è un limite), ma<br />

anche con prezzi più elevati. A tal riguardo si deve però evidenziare che le esperienze fin qui attivate non<br />

hanno consentito di avvicinarsi ad un’economia di scala che permetta di ottimizzare il costo del prodotto<br />

finale. Tanto più che i divieti nell’utilizzo di alcuni additivi chimici in quanto inquinanti (come nel caso dei<br />

nonilfenoli e nonilfenoli etossilati nel settore tessile), aumentano di fatto i costi dei prodotti convenzionali, e<br />

tale aspetto normativo, unito alle previsioni dell’andamento del costo del petrolio nei prossimi anni,<br />

sembrano in grado di ridurre il divario di prezzo con i loro sostituti di origine agricola.<br />

Secondo le stime Henkel, più di 1 milione di tonnellate di oli vegetali saranno utilizzate dall'industria<br />

europea nel 2005, con una maggiore superficie destinata a colture industriali di 500.000 ettari, dei quali<br />

almeno 150.000 saranno coltivati a girasole alto oleico. Si prevede che nel 2010, nella sola UE, saranno<br />

coltivati 1 milione di ettari di colture oleaginose per usi industriali (stime ONIDOL e Rhòne Poulenc, 1999)<br />

per fornire materia prima per la produzione di lubrificanti, surfattanti e solventi (Benvenuti e Vannozzi,<br />

2001).<br />

E’ doveroso ricordare, però, che gli oli vegetali attualmente utilizzati nel settore non alimentare sono<br />

spesso analoghi a quelli alimentari: nell'industria dei lubrificanti sono comunemente usati l'olio di girasole<br />

varietà alto oleico, particolarmente apprezzato per la sua stabilità se usato per la frittura, e l'olio di colza<br />

(Vannini e Venturi, 1998). Un notevole incremento delle potenzialità tecnologiche e conseguentemente<br />

applicative del settore potrebbe derivare dall’utilizzo di nuove colture espressamente dedicate ad una<br />

Il progetto Activa 57


utilizzazione industriale (es. Cartamo o Brassica carinata), consentendo la produzione di oli con spiccate<br />

caratteristiche tecniche per utilizzazioni specifiche come per esempio la lubrificazione (Lazzeri et al., 1997).<br />

Tra le diverse applicazioni possibili, risulta perciò interessante promuovere la ricerca verso quelle di<br />

maggior peso in Toscana, in particolare nei settori in cui gli oli vengono utilizzati a dispersione ambientale<br />

(tessile, conciario), ma anche nei settori di trivellazione (per l’estrazione di energia geotermica, ma anche di<br />

acqua potabile) e lapideo (ad esempio nelle cave di marmo), oppure quando vengono a contatto con l’uomo<br />

(come nel settore conciario in fase di finissaggio, nel settore delle carte tissue, ma anche nel campo dei<br />

detergenti, della cosmesi e in agricoltura).<br />

Come già visto in altri settori della chimica verde, occorre ragionare nell’ottica del distretto industriale a<br />

ciclo chiuso (ARPAT, 2001) valorizzando l’utilizzo dei co-prodotti, in questo caso il panello proteico<br />

derivante dall’estrazione dell’olio nel settore della mangimistica, ma anche in altri settori (bioedilizia,<br />

produzione energetica, prodotti per l’agricoltura). In questo contesto di estremo interesse per gli scenari<br />

futuri della ricerca anche l’applicazione dei biolubrificanti come co-formulanti nei farmaci (e nei fitofarmaci)<br />

o nelle vernici, ovvero come surfattanti (Ruffo et al., 1999) o plasticizzanti.<br />

Proprio per la diversità delle caratteristiche tribologiche degli oli vegetali, le possibilità del loro utilizzo<br />

nell’industria sono molte, occorre ricerca e stimolo nella volontà politica di considerare l’esistenza di questi<br />

prodotti nella promulgazione delle leggi sui prodotti chimici.<br />

In questa filiera paradossalmente il problema potrebbe sorgere dal settore agricolo perchè se diverse<br />

oleaginose sono state studiate a livello sperimentale (Mosca, 1998), è pur vero che gli agricoltori sono<br />

sempre stati piuttosto restii ad utilizzare nuove colture di cui non conoscono avversità e tecniche colturali,<br />

soprattutto se non hanno certezze assolute di poter conferire tutto il prodotto ad un prezzo stabilito. Le<br />

reticenze verso le colture non food sono giustificate da esperienze negative anche piuttosto recenti<br />

riguardanti ad esempio jojoba o kenaf dove non si era approfondita sufficientemente la richiesta di prodotto<br />

(in termini qualitativi e quantitativi) da parte dell’industria.<br />

2.2.b Riferimenti bibliografici<br />

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Il progetto Activa 58


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Il progetto Activa 59


2.3 Filiera delle colture dedicate ad uso energetico – relazione introduttiva<br />

L’analisi delle effettive possibilità di attivare nelle aziende agrarie della Toscana la produzione di<br />

biomassa a destinazione energetica (energia termica e/o elettrica) da colture agrarie “dedicate” non può che<br />

prendere lo spunto da alcuni “elementi” di novità che sembrano sempre più caratterizzare l’agricoltura degli<br />

ultimi anni, nel nostro Paese come in tutta l’U.E.. Da un lato, il nostro mondo agricolo è sempre più<br />

chiamato ad abbandonare la produzione di derrate scarsamente “qualificate” o “competitive”, a vantaggio –<br />

tra l’altro - di una sempre maggiore valorizzazione degli usi “non alimentari” delle produzioni agricole nel<br />

quadro di un ruolo “multifunzionale” dell’agricoltura. A questo proposito appare ormai evidente come<br />

l’U.E. non intenda più continuare a sovvenzionare una agricoltura “convenzionale” e auspichi invece una<br />

adeguata revisione degli attuali sistemi (sia come processo che come prodotto) verso una maggiore e “più<br />

attiva” compatibilità ambientale dell’intero sistema produttivo agricolo, oltre che verso una maggiore<br />

sostenibilità economica del settore nel suo complesso. D’altro canto, il crescente bisogno di energia delle<br />

nostre società (possibilmente prodotta attraverso processi a basso impatto ambientale) e la contemporanea<br />

necessità di ridurre progressivamente le emissioni di gas-serra - ed in particolare della CO2 – suggeriscono<br />

un sempre maggiore ricorso alle fonti rinnovabili di energia e, fra queste, anche alle biomasse agroforestali<br />

ed agroindustriali.<br />

In questo contesto, in cui è a nostro avviso possibile intravedere anche l’opportunità di offrire ai nostri<br />

imprenditori agricoli ulteriori alternative alle produzioni mercantili tradizionali, è apparso del tutto logico<br />

chiedersi se vi fosse a livello regionale un possibile “spazio” per l’allestimento di una nuova specifica<br />

“filiera agroenergetica” basata – almeno parzialmente – anche sulla coltivazione di specie agrarie<br />

esclusivamente “dedicate” alla produzione di biomasse, da affiancare, evidentemente, alla più consolidata<br />

filiera della produzione di energia (soprattutto termica) dalle diverse biomasse di origine prevalentemente<br />

forestale.<br />

In verità, questa impostazione complessiva del problema, compresi i risvolti di carattere agroambientale<br />

che essa implica, era stata già recepita nel 1999 dal PNERB (Programma Nazionale per la valorizzazione<br />

delle Biomassa Agroforestali), i cui obiettivi fondamentali (tanto ambiziosi quanto condivisibili) sono<br />

individuabili, appunto, nella volontà di difendere l’ambiente e di ridurre la dipendenza energetica del nostro<br />

Paese nel modo più economico possibile, nel ricercare adeguate ricadute positive sullo sviluppo agricolo e<br />

sull’incremento dell’occupazione interna e, infine, nel contribuire alla difesa del territorio agroforestale nel<br />

suo complesso.<br />

E’ noto, infatti, come in numerosi Paesi europei l’impiego complementare delle colture dedicate nella<br />

produzione di energia (prevalentemente come calore) dalle biomasse agroforestali, costituisca da tempo un<br />

discreto “business”, sia a livello della imprenditoria “industriale” che si colloca a valle della produzione<br />

primaria, sia per gli agricoltori (come è accaduto, ad esempio, in alcuni Paesi scandinavi ed in Austria con<br />

prospettive di ulteriore crescita).<br />

Al riguardo, è comunque doveroso ricordare che qualunque tentativo di promozione e/o diffusione delle<br />

innovazioni di processo e/o di prodotto nel mondo agricolo deve necessariamente confrontarsi con la risposta<br />

più adeguata possibile a due domande che, più o meno consciamente e più o meno frequentemente, ogni<br />

agricoltore si pone: “cosa” e “come” coltivare? E’ altrettanto evidente che per rendere proponibili eventuali<br />

sistemi colturali “alternativi”, comprendenti anche le colture dedicate a destinazione energetica, nei vari<br />

ambienti agropedoclimatici della Regione, questi devono essere ovviamente valutati alla luce di molteplici<br />

chiavi di lettura, in rapporto almeno a tre livelli di sostenibilità: (1) agronomico-produttivo, (2) ecologicoambientale<br />

e (3) economico-organizzativo.<br />

Sul finire degli anni ’90, le specie potenzialmente più interessanti - individuate tra le diverse decine di<br />

quelle prese inizialmente in considerazione 1 - risultavano essere soprattutto il sorgo (Sorghum bicolor L.,<br />

Moench), il kenaf (Hibiscus cannabis L.), il panico (Panicum virgatum L.), alcune phalaris (Phalaris spp.),<br />

la kochia (Kochia scoparia Schrad.), il cardo (Cynara cardunculus L.), il miscanto (Miscanthus sinensis<br />

1 A questo proposito si ricorda, tra gli altri, il contributo del Progetto PRISCA finanziato dal MIPAF.<br />

Il progetto Activa 60


Anderss.), la canna comune (Arundo donax L.) e poche altre; le più promettenti in assoluto apparivano<br />

senz’altro: il sorgo da fibra, la canna comune, il miscanto ed il cardo (quest’ultimo negli areali più<br />

meridionali) peraltro adatti ai contesti agropedoclimatici della Toscana.<br />

Di contro, non altrettanto “longeva” e non altrettanto diffusa sul piano territoriale, appare ancora oggi la<br />

sperimentazione avviata nel nostro Paese sulla S.R.F. (Short Rotation Forestry), sia per quanto riguarda la<br />

messa a punto dei principali elementi della tecnica di impianto, di conduzione, di difesa, di raccolta e di<br />

stoccaggio, sia in merito alla scelta delle specie agroforestali (e/o delle varietà di queste) più adatte alla<br />

coltivazione molto fitta ed alla ceduazione ripetuta in ambiente mediterraneo. Allo stato attuale è possibile<br />

indicare cinque specie per le quali è stato registrato negli anni il maggiore interesse da parte degli operatori<br />

del settore perché coltivabili come ceduo a turno breve: salici (Salix spp.), pioppi (Populus spp.), robinia<br />

(Robinia pseudoacacia L.) ed eucalipti (Eucaliptus spp.). Per quanto riguarda il ceduo a turno breve delle<br />

arboree, si segnala lo sforzo compiuto dalla ricerca e dalla sperimentazione per contribuire ad una<br />

valutazione “aziendale”, ipotizzando che, anche negli ambienti mediterranei, la S.R.F. (con pioppi, salici,<br />

eucalipti, robinie, ecc.), si possa configurare come una vera e propria coltura agraria “dedicata”:<br />

a) di durata variabile (dai 10 ai 15 anni e quindi fuori rotazione),<br />

b) con un sesto di impianto decisamente fitto (fino a superare le10.000 piante/ha),<br />

c) regolarmente ceduata ad intervalli decisamente brevi (2 o 3 anni), nella quale una adeguata<br />

capacità di ricaccio della pianta/ceppaia garantisca nel tempo la produzione di nuova biomassa,<br />

d) pressoché integralmente meccanizzata in tutte le fasi del ciclo produttivo.<br />

A livello regionale, si sottolinea che l’attività di ricerca sulle caratteristiche bioagronomiche e produttive<br />

delle specie dedicate può valersi di prove di lungo periodo, anche in alcune aree litoranee, su terreni<br />

normalmente destinati ad accogliere ordinamenti colturali tradizionali del comparto cerealicolo-industriale<br />

e/o cerealicolo-zootecnico. Tenendo conto del quadro conoscitivo già acquisito, le specie di maggiore<br />

interesse da un punto di vista agropedoclimatico risultano essere: tra le erbacee annuali, il sorgo da fibra; tra<br />

le erbacee poliannuali, il miscanto, la canna comune e il cardo; tra le specie arboree, il pioppo 2 .<br />

Nell’ambito del progetto Bioenegy Farm, sono state condotte alcune sperimentazioni nella pianura<br />

litoranea pisana che hanno consentito una prima valutazione comparativa delle caratteristiche tecnicoproduttive<br />

delle colture in oggetto e chimico-fisiche delle biomassa prodotta.<br />

Con lo scopo di fornire elementi utili per valutare la proponibilità delle filiere agroenergetiche in<br />

Toscana, si indica una estrema sintesi dei “punti di forza” e dei “punti di debolezza” che appaiono oggi<br />

definibili per le colture dedicate di cui sopra.<br />

Sorgo (Sorghum bicolor)<br />

Specie erbacea annuale<br />

Produttività media annuale: 28,2 t s.s./ha<br />

Contenuto in ceneri: 5,6%<br />

Percentuale di silice nelle ceneri: 33,1<br />

- Punti di forza: si inserisce facilmente negli ordinari avvicendamenti produttivi presenti nelle<br />

aziende agrarie delle Toscana. L’impiego di questa specie come fonte di biomassa ad uso energetico<br />

può essere favorito dalla semplicità delle varie operazioni colturali del tutto analoghe a quelle<br />

effettuate per le altre colture erbacee di pieno campo. Inoltre, trattandosi di coltura annuale non<br />

vincola i terreni per più di una stagione.<br />

2 Per maggiori dettagli si rimanda al Quaderno <strong>Arsia</strong> 6/2004 “Colture per la produzione di biomasse ad uso energetico”.<br />

Il progetto Activa 61


- Punti di debolezza: i maggiori problemi della coltura si registrano a carico della qualità della<br />

biomassa, sia per l’alto contenuto in ceneri e silice della sua sostanza secca sia per l’alta umidità che<br />

ancora la caratterizza a maturità della pianta.<br />

Miscanto (Miscanthus sinensis)<br />

Specie rizomatosa poliennale<br />

Produttività media annuale: 28,2 t s.s./ha<br />

Contenuto in ceneri: 2,8%<br />

Percentuale in silice nelle ceneri : 56<br />

- Punti di forza: la produzione media annua di sostanza secca è piuttosto elevata (pari o<br />

superiore a quella del sorgo) ed è risultata inferiore soltanto a quella della canna.<br />

- Punti di debolezza: più esigente in termini di disponibilità idriche (soprattutto se confrontato<br />

con la canna comune); la meccanizzazione delle operazioni di trapianto non è ancora perfettamente a<br />

punto; il ripristino del terreno dopo la coltura è ostacolato dalla vitalità dei rizomi residui; la<br />

biomassa, infine, è caratterizzata da un elevato tenore in silice.<br />

1. Punti di forza: è senz’altro la specie da energia<br />

2. Canna comune (Arundo donax)<br />

3.<br />

Specie 4.<br />

rizomatosa poliennale<br />

Produttività 5.<br />

media annua: 37,4 t s.s./ha<br />

<br />

6. Contenuto in ceneri: 5%<br />

Percentuale 7.<br />

in silice nelle ceneri: 44<br />

8.<br />

9.<br />

- Punti di forza: è senz’altro la specie da energia più produttiva tra quelle sperimentate<br />

nell’ambiente mediterraneo. Mostra grande adattabilità nei confronti dei diversi tipi di terreno e a<br />

condizioni udometriche caratterizzate da ridotte precipitazioni. E’ specie poliennale, in grado di<br />

mantenere costante ed elevata la sua produttività per molto tempo ed è una componente tipica del<br />

nostro paesaggio rurale. Protegge il terreno dall’erosione in maniera efficace.<br />

- Punti di debolezza: il costo della messa in opera dei rizomi è ancora molto alto sia per il<br />

prezzo dei rizomi stessi (che si ridurrà con il diffondersi di vivai produttori) che per la non perfetta<br />

meccanizzazione di questa operazione. E’ specie abbastanza invasiva ed è necessaria un’accurata<br />

operazione prima di intraprendere la coltivazione di altre colture. La biomassa è caratterizzata da un<br />

elevato contenuto in ceneri con un tenore in silice piuttosto alto.<br />

Cardo (Cynara cardunculus)<br />

§ Specie poliennale<br />

§ Produttività media annua: 11.4 t s.s./ha<br />

§ Contenuto in ceneri: 13,9%<br />

§ Percentuale in silice nelle ceneri: 15%<br />

Il progetto Activa 62


- Punti di forza: è una pianta molto rustica che ben si adatta ad areali con scarse risorse idriche<br />

e nutritive e difficili da valorizzare. E’ una coltura facile da propagare per seme e può fornire altri<br />

prodotti oltre alla biomassa (es. semi per l’estrazione di olio). Il prodotto ottenuto appare di più facile<br />

stoccaggio.<br />

- Punti di debolezza: le produzioni registrate nei nostri ambienti non sono elevate (anche<br />

rispetto alle altre colture) e la qualità della biomassa non appare molto pregiata per la presenza di<br />

un’alta percentuale di ceneri.<br />

Pioppo in SRF: Per quanto riguarda più specificamente la S.R.F. di pioppo, sono state allestite a partire<br />

dall’inverno 1995/96, presso il centro interdipartimentale “E. Avanzi” (San Piero a Grado, Pisa), una serie di<br />

prove sperimentali tese, da un lato, a chiarire due fondamentali aspetti della tecnica colturale (sesto di<br />

impianto e ritmo interannuale di ceduazione) e, dall’altro, a verificare quale potesse essere il più conveniente<br />

livello di intensificazione colturale (alto e basso input) da adottare. In ogni caso, per tutti gli impianti di<br />

S.R.F., è stato impiegato materiale vegetale certificato (talee non radicate) di Populus deltoides cv. Lux,<br />

messe a dimora con una trapiantatrice da vivaio forestale.<br />

I dati mettono in luce alcune differenze fra le tesi poste a confronto:<br />

1. le rese medie più elevate sembrano ottenibili (senza differenze apprezzabili fra loro) con<br />

sesti di impianto tali da determinare investimenti unitari oscillanti fra le 10.000 e le 13.500 piante<br />

ha -1 , mentre con densità ancora maggiori le produzioni per unità di superficie si riducono di circa il<br />

10-15% ;<br />

2. dall’altra esperienza, emerge che il ritmo di ceduazione più soddisfacente sembra essere<br />

quello ogni tre anni, rispetto al quale appare particolarmente negativo il risultato produttivo medio<br />

corrispondente alla ceduazione più frequente (21.7, 15.1 e 9.0 t ha -1 anno -1 di s.s., rispettivamente<br />

per il taglio triennale, biennale ed annuale);<br />

3. a questo riguardo, però, occorre ricordare anche come in occasione della ceduazione<br />

triennale vengano inevitabilmente ad aumentare le frequenze delle “classi diametriche” più elevate<br />

del materiale ottenuto (anche sopra 6-7 cm), con possibili maggiori problemi di raccolta con<br />

macchine taglia-trincia-caricatrici.<br />

In generale possiamo riassumere i principali punti forza e debolezza come segue:<br />

- Punti di forza: è in grado di esprimere livelli produttivi interessanti anche sul piano<br />

quantitativo, ma il suo principale vantaggio è senz’altro quello di produrre una biomassa di primissima<br />

qualità: il contenuto in ceneri e la silice quivi contenuta sono estremamente ridotti rispetto alle colture da<br />

energia erbacee. La biomassa può anche avere usi alternativi (cellulosa, truciolati, ecc.). La coltura<br />

costituisce una buona protezione per il terreno dai fenomeni erosivi e un ottimo rifugio per la fauna<br />

selvatica.<br />

- Punti di debolezza: la meccanizzazione della raccolta, lo stoccaggio e la conseguente<br />

logistica devono essere perfezionate; molti tentativi della messa a punto di macchinari specifici sono<br />

Il progetto Activa 63


ancora costosi e non idonei. Non del tutto definita è la lunghezza del ciclo colturale in ambienti<br />

mediterranei. Rispetto ad alcune colture erbacee (ad esempio, canna e cardo) richiede un maggior<br />

numero di interventi sanitari .<br />

Nell’ambito del Progetto Bioenergy Farm sono state condotte alcune prime valutazioni economiche e di<br />

bilancio energetico che ovviamente hanno valore orientativo e non definitivo (anche perché riferite al<br />

contesto agropedologico caratterizzante la pianura pisana) e devono tenere conto sul piano tecnologico della<br />

qualità della biomassa ottenuta.<br />

Per quanto riguarda le valutazioni economiche, in linea di massima è possibile affermare che i costi<br />

colturali medi (siano essi relativi agli specifici mezzi di produzione impiegati sia riguardo gli oneri di<br />

meccanizzazione delle colture) non sembrano particolarmente diversi da quelli usualmente registrati nelle<br />

aziende agrarie della pianura pisana per le tradizionali colture erbacee di pieno campo in asciutto (del<br />

comparto cerealicolo industriale e/o cerealicolo zootecnico). Di contro, ad un livello superiore rispetto alle<br />

altre colture, si collocano nel nostro caso i costi “annualizzati” medi della canna e, in misura meno<br />

appariscente, anche quelli della SRF di pioppo; ciò deriva soprattutto dagli oneri relativi all’impianto delle<br />

due colture e, in particolar modo per la canna, al più elevato costo del materiale di propagazione.<br />

Per quanto riguarda invece l’entità della PLV stimata per le differenti colture sembrano registrarsi<br />

sostanziali differenze fra le stesse; in particolare appare di tutto rilievo quella della coltura della canna<br />

comune (decisamente superiore anche ai normali ricavi medi unitari delle colture cerealicole e/o oleaginose<br />

delle nostre zone), molto buona anche quella del miscanto e, in minor misura, quella della SRF di pioppo;<br />

piuttosto bassa quella del sorgo e del tutto inaccettabile quella del cardo. Anche i dati elaborati per il calcolo<br />

del reddito medio annuo per unità di superficie hanno fatto registrare il risultato economico migliore per la<br />

canna, seguita dal miscanto e dalla SRF di pioppo; del tutto inaccettabili quelli ottenuti dal sorgo e dal cardo<br />

(Tab 2.10).<br />

Tab 2.10 Valutazioni economiche sulle colture dedicate (S.Piero a Grado - Pisa) 3<br />

Sorgo Cardo Miscanto Canna SRF Pioppo<br />

Resa (t s.s./ha per anno) 22.5 10.1 22.6 30.9 17.2<br />

Costo mezzi tecnici (euro/ha per anno) 14.7 52 126 383 186<br />

Costo mezzi meccanici (euro/ha per anno) 698 438 519 690 530<br />

Costi totali (CT) (euro/ha per anno) 845 490 645 1073 716<br />

PLV (Euro/ha per anno) 876 346 1291 1786 996<br />

Ricavo lordo (euro/ha per anno) 31 -144 640 695 280<br />

Costo produzione biomassa (euro/t s.s.) 37.6 48.3 28.8 34.6 41.6<br />

Ricavo unitario (euro/t s.s.) 38.8 34.1 57.1 57.1 56.3<br />

Ricavo lordo unitario (euro/t s.s.) 1.2 -14.2 28.3 22.5 14.7<br />

Le valutazioni inerenti il bilancio energetico, (Tab 2.11), sia in ordine alle quantità assolute di energia<br />

prodotta per unità di superficie, sia in termini di più o meno elevati rendimenti dell’energia ausiliaria<br />

immessa nelle singoli coltivazioni, hanno prodotto i seguenti risultati: di particolare interesse sono i dati<br />

relativi alla coltura della canna comune, al miscanto, oltre alle valutazioni relativi alla SRF di pioppo che<br />

appaiono particolarmente interessanti anche per i sistemi colturali condotti al più basso livello di input.<br />

Tab 2.11 Bilancio energetico delle colture erbacee e della SRF di pioppo (S.Piero a Grado - Pisa)<br />

Sorgo Miscanto Canna SRF A SRF B<br />

Totale input 33.0 18.6 17.9 16.3 11.1<br />

Totale output 491.4 257.0 616.2 415.2 323.5<br />

Output/Input 14.9 13.8 34.4 25.5 29.3<br />

Output - Input 458.4 238.4 598.3 399.0 312.4<br />

Produttività energia Kg GJ -1<br />

930.3 1511.5 2087.8 1356.7 1556.1<br />

3 Per quanto riguarda i costi dei mezzi di produzione, sono stati presi a riferimento i valori monetari correnti al 31 dicembre 2002, mentre per la stima<br />

delle operazioni meccaniche sono state impiegate le tariffe regionali (al 31 dicembre 2002) dell’Associazione delle Imprese di meccanizzazione<br />

agricola di Pisa (ridotte del 20% per tenere conto dei relativi redditi di impresa). Le rese sono quelle medie ottenute dalla sperimentazione<br />

pluriennale, decurtate prudenzialmente del 20%, in modo da tenere presenti le differenze con il pieno campo.<br />

Il progetto Activa 64


L’organizzazione di filiere agroenergetiche a livello regionale ci pone di fronte alla necessità di<br />

qualificare la vocazionalità del territorio. A seguito di una prima lettura 4 , in cui sono stati presi in esame i<br />

territori maggiormente vocati per le colture dedicate (in funzione di parametri agropedoclimatici e logisticoorganizzativi)<br />

e la disponibilità di biomasse residuali da attività agricola già presente, appaiono identificabili<br />

almeno quattro comprensori potenzialmente privilegiati: un’area grossetana, un’area senese-aretina, un<br />

comprensorio “chiantigiano” (tra il sud della provincia di Firenze e il nord di quella di Siena) e un’area<br />

pisana (tra Valdera e Val di Cecina).<br />

Questa ultima analisi non ha assolutamente una valenza definitiva, dal momento che è evidentemente<br />

necessario produrre ulteriori approfondimenti e procedere ad una lettura congiunta alla disponibilità di<br />

residui legnosi di origine forestale.<br />

2.3.a Filiera delle colture dedicate ad uso energetico – bibliografia ragionata<br />

Nel trattare la filiera agro-energetica attraverso le diverse possibili chiavi di lettura, disciplinari e<br />

interdisciplinari, l’attività di ricerca ha prodotto un quadro conoscitivo assai articolato che riflette<br />

l’intersettorialità che deriva dai diversi ambiti coinvolti e dalle svariate figure professionali che ne prendono<br />

parte. In tal senso anche l’attività di ricerca rivolta alle colture dedicate per la produzione di biomassa ha<br />

trattato problematiche che rispondono alle necessità e ai quesiti di più varia natura che col tempo si sono<br />

presentati.<br />

In una prima fase, l’analisi ha utilizzato una base bibliografica scientifica da cui sono derivate una serie di<br />

valutazioni successivamente verificate anche attraverso una base bibliografica di carattere più divulgativo.<br />

I riferimenti richiamati nel database frutto del presente lavoro contribuiscono a definire un quadro<br />

aggiornato delle problematiche biologico-ambientali (che rappresentano il 14,4% dei riferimenti<br />

bibliografici), tecnico-tecnologiche (65%), economiche (10,3%), sociali (4%) e politico-normative (6,3%),<br />

così come concordato con il gruppo di lavoro.<br />

Nel presente contribuito si richiama altresì una ulteriore selezione dei riferimenti bibliografici contenuti<br />

nel database.<br />

Sezione 1: Evoluzione della ricerca e risultati raggiunti<br />

Nel panorama più generale che caratterizza le colture non food (rispondere a requisiti di<br />

multifunzionalità, favorire la sostituzione di prodotti di sintesi con prodotti naturali, diffondere pratiche a<br />

basso impatto ambientale,…), le cosiddette “colture dedicate” per la produzione di biomassa a destinazione<br />

energetica sono oggetto di notevole attenzione da parte del mondo scientifico soprattutto per l’ottimizzazione<br />

dell’intero processo produttivo al fine di ottenere un bilancio energetico positivo; requisito questo che ne<br />

condiziona ovviamente la sostenibilità. Per questa ragione le ricerche agronomiche condotte in quest’ultimo<br />

decennio hanno prestato particolare attenzione all’individuazione e alle selezione di specie (e varietà e/o<br />

cloni) ritenute “a priori” più adatte ai vari ambienti agropedoclimatici e che richiedono comunque pratiche<br />

agronomiche (lavorazioni del terreno, concimazioni, irrigazioni) ad alta efficienza energetica.<br />

Per garantire l’ottenimento di elevate prestazioni produttive si è in molti casi proceduto alla selezione<br />

genetica di varietà e cloni (Scarascia-Mugnozza, Ceulemans et al. 1997; Venendaal, Jørgensen et al. 1997;<br />

Jodice e Vecchiet 2001), ma anche alla messa a punto di tecniche colturali, sia per le specie erbacee (Ricca<br />

1996; Christou 1998) che per quelle arboree (Ceulemans, McDonald et al. 1996; Bonari 2001), capaci di<br />

rispondere nel modo più efficace alle caratteristiche agro-pedo-climatiche del luogo (Bonari 2004).<br />

Gli approfondimenti relativi alla fisiologia e all’ecologia di tali colture hanno anche reso possibile<br />

l’individuazione delle loro primarie esigenze nutrizionali, pedologiche e climatiche, ed hanno fornito<br />

informazioni utili a definire la più idonea scelta varietale e dell’impostazione del sito di impianto (Facciotto<br />

1998; Facciotto e Schenone 1998) e della migliore gestione dell’impianto medesimo, con particolare<br />

riferimento (1) alla densità e alla frequenza di raccolta (Ferm, Hytonen et al. 1989; Auclair e Bouvarel 1992;<br />

4 Realizzata dal Laboratorio Land Lab della Scuola Superiore S.Anna.<br />

Il progetto Activa 65


Hytonen 1994; Hytonen 1995; Hytonen 1996; Kopp, Abrahamson et al. 1997; Armstrong, Johns et al. 1999;<br />

Ceulemans e Deraedt 1999; Bisoffi e Facciotto 2000; Bonari 2001; Benetka, Bartakova et al. 2002; Ciria, E.<br />

et al. 2002; Labrecque e Teodorescu 2003; Bonari, Picchi et al. 2004; Ciria, Mazon et al. 2004), (2) alla<br />

valutazione delle esigenze nutritive specie-specifica (Ceccarini, Angelini et al. 1999; Foti, Cosentino et al.<br />

1999; Berthelot, Ranger et al. 2000; Foti e Cosentino 2001; Christou, Mardikis et al. 2003) e (3) ad una lotta<br />

efficace ed efficiente alle avversità conosciute (Allegro 1997; Allegro 1998; Allegro 1999; Allegro e Della<br />

Beffa 2001; Berthelot 2001; Allegro e Giorcelli 2004).<br />

Parallelamente a questo tipo di ricerca, sono stati sviluppati alcuni prototipi specifici per una gestione<br />

quanto più possibile meccanizzata delle colture; la sperimentazione di macchinari e di cantieri specializzati<br />

per la piantagione (Pari e Venturi 1999; Balsari, Airoldi et al. 2002; Balsari, Airoldi et al. 2002) e per la<br />

raccolta (Vecchiet, Jodice et al. 1994; Spinelli, Ricci et al. 1998; Venturi, Huisman et al. 1998; Venturi e Pari<br />

1999; Pari e Sissot 2000; Spinelli e Spinelli 2000; Spinelli e Verani 2000; Spinelli 2001; Verani e Spereio<br />

2003) si è posta l’obiettivo di fornire soluzioni efficienti da un punto di vista tecnico ed economico (anche se<br />

molte delle problematiche risultano ancora non del tutto risolte).<br />

Nell’ottica di una maggiore diffusione delle colture dedicate (in forma complementare ed integrata<br />

rispetto agli ordinamenti produttivi già esistenti) risulta di grande interesse anche l’integrazione di queste con<br />

la possibile logistica dei residui agricoli (potature) e forestali (ramaglie). Per poter disporre efficacemente di<br />

questo tipo di biomassa è comunque indispensabile identificare le modalità per organizzare efficienti cantieri<br />

per la raccolta, la gestione, lo stoccaggio e la distribuzione della biomassa stessa; in molte occasioni, infatti,<br />

si tratta di materiale già presente sul territorio ma diffuso in modo più o meno casuale nello spazio,<br />

caratterizzato da un bassissimo valore intrinseco e, quindi, di difficile concentrazione (Di Blasi, Tanzi et al.<br />

1997; Spinelli e Spinelli 1998; Spinelli, Spinelli et al. 1998; Spinelli e Spinelli 2000; Spinelli e Verani 2000;<br />

Pari e Sissot 2001; Pari e Sissot 2001), anche tenuto conto che, in particolare per i residui di origine<br />

forestale, i comprensori di maggiore produttività sono tipicamente serviti da una rete viaria scarsamente<br />

efficiente.<br />

Infine, nel settore della conversione energetica, la ricerca ha soprattutto mirato a sviluppare tecniche di<br />

combustione in grado di ottimizzare il rendimento della biomassa lignocellulosica, grazie ad impianti<br />

altamente efficienti sul piano della termo-conversione, con bassissime emissioni volatili e caratterizzati da un<br />

elevato grado di meccanizzazione (Strehler 1999; Zevenhoven-Onderwater, Backman et al. 2001;<br />

Zevenhoven-Onderwater, Backman et al. 2001; Fiedler 2004; Johansson, Leckner et al. 2004; Kjallstre e<br />

Olsson 2004; Ohman, Nordin et al. 2004).<br />

Nell’ambito della produzione di calore da combustibile lignocellulosico (e/o anche nella cogenerazione di<br />

calore ed energia elettrica) la ricerca si può considerare abbastanza matura, tanto che i livelli di rendimento e<br />

di automazione delle caldaie sono del tutto paragonabili a quelle delle caldaie alimentate da combustibili<br />

fossili. Non altrettanto sembra possibile affermare qualora si faccia riferimento agli impianti (soprattutto se<br />

di piccole e medie dimensioni) destinati alla produzione di sola energia elettrica.<br />

Sezione 2: Problemi ancora aperti<br />

Se, come prima accennato, per la selezione delle specie e delle varietà più idonee la ricerca garantisce già<br />

oggi una base conoscitiva abbastanza soddisfacente, alcune lacune sono tuttora riscontrabili per quanto<br />

concerne le conoscenze delle esigenze idriche, le risposte fisiologiche alle variazioni dei principali elementi<br />

climatici (soprattutto della temperatura) e i cicli di accrescimento delle specie sottoposte a ritmi di<br />

ceduazione non usuali. L’acquisizione di tali informazioni permetterebbe la definizione di modelli di crescita<br />

per le diverse colture, utili alla pianificazione “territoriale” della produzione di biomassa ed alla sua<br />

“gestione” integrata a livello di filiera.<br />

Al fine di rendere le colture dedicate economicamente più vantaggiose, ulteriori approfondimenti<br />

sperimentali sono necessari anche per la messa a punto della meccanizzazione di alcune fondamentali<br />

operazioni di piantagione e di raccolta. In molti casi, infatti, la ricerca non ha superato la fase prototipale ed è<br />

evidente che proprio in questo ambito si senta la maggiore esigenza di approfondire e risolvere quella che<br />

sembra essere ancora oggi uno dei principali ostacoli per una produzione economicamente vantaggiosa. I<br />

problemi maggiori si riscontrano comunque per le specie arboree con particolare riferimento alla raccolta di<br />

S.R.F. e alla piantagione di colture poliennali rizomatose.<br />

Il progetto Activa 66


Per quel che riguarda invece la raccolta e la gestione dei residui agroforestali, le problematiche ancora<br />

aperte non sono tanto legate alla messa a punto dei macchinari per la raccolta e per la successiva gestione<br />

della biomassa, quanto alla effettiva capacità degli attuali operatori di coordinare la concentrazione e la<br />

raccolta del materiale disperso nel territorio; in questo caso le criticità della filiera appaiono più di carattere<br />

socio-economico che tecnico.<br />

In merito alla produzione di calore, se per il combustibile lignocellulosico da specie legnosa la ricerca può<br />

essere considerata sufficientemente matura, resta ancora da sviluppare una valida tecnologia di combustione<br />

della biomassa erbacea, che com’è noto, è sovente caratterizzata da elevati contenuti in ceneri (per lo più<br />

spesso bassofondenti) che possono danneggiare le caldaie attualmente disponibili sul mercato.<br />

Sezione 3: Scenari futuri per la ricerca<br />

Alla luce della bibliografia esaminata, si ritiene che una più ampia diffusione delle colture dedicate possa<br />

essere agevolata da un ulteriore approfondimento sperimentale delle seguenti tematiche:<br />

• messa a punto di tecniche colturali per la produzione e piantagione del materiale di propagazione;<br />

• approfondimento delle conoscenze sulla “fisiologia della produzione” delle specie legnose (da S.R.F.)<br />

destinate alla produzione di biomassa, così da prevederne il possibile rendimento nei diversi ambienti<br />

agropedoclimatici attraverso più attendibili modelli di crescita;<br />

• classificazione qualitativa della biomassa attraverso la messa a punto di una metodologia di<br />

“standardizzazione” che consenta all’utente di accedere ad un prodotto di qualità nota, costante e<br />

affidabile;<br />

• miglioramento degli itinerari tecnologici (più affidabili sul piano tecnico e più efficienti sul piano<br />

economico) per la raccolta della biomassa nelle diverse condizioni operative (in particolare nella pratica<br />

di S.R.F.);<br />

• elaborazione di adeguate strategie progettuali per l’utilizzo delle colture dedicate in interventi di<br />

riqualificazione ambientale: fasce tampone, diaframmi a difesa dall’inquinamento acustico, schermi<br />

visivi, incremento biodiversità, ecc…<br />

Ad integrazione delle tematiche sopraelencate, si ritiene utile indicare a titolo esemplificativo alcune<br />

esperienze già realizzate o in corso, che se contestualizzate alla realtà toscana, potrebbero costituire ambiti di<br />

particolare interesse per la realizzazione di progetti pilota nella programmazione di interventi integrati alla<br />

produzione di biomassa da colture dedicate: messa a punto di impianti a biomasse per la climatizzazione<br />

delle colture protette (Mineo 2004); organizzazione di distretti agricoli multifunzionali (es. frutticoltura<br />

specializzata associata alla produzione di biomassa – Spinelli 2003); allestimento di forme integrate tra<br />

processi agroindustriali e produzione di biomassa da colture dedicate (es. utilizzo di lolla e biomassa da<br />

S.R.F. di pioppo per l’alimentazione di impianti per la produzione di energia elettrica e vapore utilizzato per<br />

l’ottenimento di riso paraboiled – Repetti 2004).<br />

Il progetto Activa 67


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behaviour prediction versus bench scale agglomeration tests." Fuel 80: 1503-1512.<br />

Il progetto Activa 69


2.4 Filiera biopolimeri - Relazione introduttiva<br />

I biopolimeri o bioplastiche (BP) sono polimeri preparati attraverso processi biologici, che conferiscono al<br />

prodotto finale un’elevata biodegradabilità. Possono essere: di origine sintetica come ad esempio i derivati<br />

da alcuni poliesteri, da alcune poliesteriammidi, da alcol polivinilico (come l’Hydrolene® prodotto a<br />

Montecatini) oppure derivati da materiali di origine vegetale e quindi rinnovabili come l’amido e le<br />

miscele di amido (come il Mater-Bi® della Novamont di Novara, che usa mais o il Solanyl®, che usa bucce<br />

di patate), l’acido polilattico (PLA) derivato da zuccheri (come il Natureworks® della Natureworks LLC<br />

finora prodotto da mais), la cellulosa o la lignina, i poliidrossialcanoati (PHA) e altri.<br />

L’amido ed il destrosio finora utilizzati per la produzione delle maggiori quantità di BP provengono da<br />

mais alimentare e sono reperiti secondo le disponibilità e i prezzi del mercato internazionale. L’amido, con<br />

rese leggermente inferiori rispetto al mais (9,1 t ha -1 ), potrebbe anche essere derivato da patata (8,2 t ha -1 ),<br />

frumento tenero (5,5 t ha -1 ), orzo (5,3 t ha -1 ) riso o sorgo. Il destrosio utilizzato da Natureworks LLC è oggi<br />

estratto da mais prodotto nei dintorni (400.000 t di mais per 140.000 t di PLA), ma da un punto di vista<br />

tecnologico si potrebbe prevedere di utilizzare anche altri materiali, quali barbabietola da zucchero o patate.<br />

Di estremo interesse ambientale (ma di minor interesse per il settore agricolo) sono le sperimentazioni per<br />

produrre BP da materiali di scarto, come ad esempio quelli derivanti dall’industria agroalimentare<br />

(conserviera, casearia e della lavorazione del pomodoro), ma anche da alghe, stoppie di mais o da raccolta<br />

differenziata della frazione organica dei rifiuti urbani.<br />

Un’altra applicazione nel settore, che in prospettiva potrebbe essere molto interessante per l’agricoltura<br />

toscana, è la sostituzione nei BP degli oli minerali (utilizzati in percentuali ridotte per la loro azione<br />

plasticizzante e in generale per migliorare le proprietà fisiche del prodotto finale) con biolubrificanti di<br />

origine vegetale ad elevato valore tecnologico aggiunto.<br />

Le applicazioni dei BP già sperimentate e commercializzate riguardano diversi settori: sono, o saranno a<br />

breve sul mercato, sacchetti, imballaggi, superassorbenti, pneumatici, protesi biomedicali, biocompositi (BP<br />

associati a fibre di lino o canapa in sostituzione della fibra di vetro); nel settore agricolo sono<br />

commercializzati come vasetti per piante, supporti per il lento rilascio di feromoni o fertilizzanti, teli per<br />

pacciamatura o solarizzazione. Quasi tutti i tipi di plastiche convenzionali sono sostituibili da BP, tuttavia a<br />

causa del prezzo maggiore sarebbe opportuno sviluppare in particolare quei settori in cui la biodegradabilità<br />

sia in grado di conferire un valore aggiunto al prodotto. Emblematico l’esempio dei teli per pacciamatura in<br />

Mater-Bi® dove l’agricoltore, anziché sostenere il costo di rimozione del telo ed il successivo costo di<br />

smaltimento dopo il suo uso (considerato rifiuto pericoloso a causa della presenza di residui di fertilizzanti e<br />

fitofarmaci), può interrarli con una semplice fresatura, beneficiando tra l’altro dell’azione fertilizzante in<br />

seguito alla naturale decomposizione del BP. In generale, quindi, lo sviluppo dei BP sembra particolarmente<br />

interessante soprattutto nello sviluppo di piccole aziende che utilizzano le bioplastiche come materie prime<br />

per produrre e distribuire manufatti per varie applicazioni.<br />

Il consumo di plastica pro-capite si attesta<br />

sui 10 kg l’anno, con la previsione di<br />

raggiungere i 100 kg entro fine secolo.<br />

Rispetto al mercato delle plastiche derivate da<br />

petrolio, che nel 2003 in Europa superava i 40<br />

milioni di tonnellate annue (con un tasso di<br />

crescita del 4-5%), i BP avevano un mercato<br />

di sole 35-40.000 t/anno, incentrato<br />

principalmente sul consumo di imballaggi,<br />

(Fig 2.4). Per questo le potenzialità di crescita<br />

del settore sono quindi molto elevate (nel<br />

2001 il consumo era stato di sole 25.000 t):<br />

la previsione è che in Europa saranno<br />

utilizzate fino ad 1 milione di t nel 2010 e<br />

fino a 5 milioni nel 2020. Le potenziali<br />

imballaggi<br />

costruzioni<br />

elettrico/elettronico<br />

automobilistico<br />

sport/tempo libero<br />

agricoltura<br />

altri mercati<br />

biopolimeri<br />

Fig 2.4 Suddivisione del consumo di plastiche in Europa a<br />

15 paesi nel 2003, i biopolimeri rappresentano meno dello<br />

0.1%. Fonte:IBAW<br />

ricadute sul mondo agricolo (anche in riferimento al territorio toscano) sono pertanto di assoluto interesse.<br />

Il progetto Activa 70


Infatti, se nel mondo la capacità produttiva dei BP nel 2002 era già di 250-300.000 t/anno, di queste circa il<br />

90% erano costituite da BP derivati da materie prime rinnovabili derivate dall’agricoltura.<br />

Ad oggi praticamente non esistono ancora colture dedicate alla produzione di BP, nonostante la filiera sia<br />

già presente sul mercato nazionale ed internazionale, così la materia prima viene reperita in base al prezzo<br />

più basso e non sulla base di pluriennali accordi di filiera agro-industriale (sebbene si stiano sviluppando<br />

interessanti esperienze anche in Italia in questa direzione). In definitiva la concorrenza a livello di prezzi con<br />

il mercato delle plastiche, settore già ampiamente collaudato ed affermato, dove il costo degli impianti è già<br />

stato ammortizzato e che opera ad un livello di economia di scala, risulta molto difficile. Quantomeno senza<br />

poter beneficiare, almeno in questa prima fase di sviluppo, di forme di sostegno da parte<br />

dell’amministrazione pubblica, giustificate ampiamente dall’internalizzazione dei costi ambientali: come<br />

dimostrano diversi studi del ciclo di vita dei prodotti (LCA), l’utilizzo di BP determina notevoli benefici<br />

ambientali, sia in termini di energia consumata che in termini di risparmio di CO2.<br />

Al contrario, in Italia il settore dei BP, non beneficia di alcun tipo di aiuto pubblico, neanche di forme di<br />

defiscalizzazione analoghe a quelle previste per il biodiesel. In Germania a partire dal 2005 e fino al 2012,<br />

una norma consente ai distributori di non dover pagare le tasse sugli imballaggi costituiti da BP, né di far in<br />

modo che venga recuperato (per il riciclaggio o l’incenerimento) almeno il 60 % del prodotto consegnato.<br />

Ciò risulta di estremo interesse per i produttori, in quanto la raccolta e il riciclaggio della plastica è<br />

un’attività in perdita (a differenza di altri settori quali la produzione di compost, vetro o alluminio riciclati).<br />

Nel 2002 il contributo impegnato dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) per il recupero della plastica<br />

superò i 130 milioni di euro, più della metà del contributo per la raccolta di tutti i materiali. Aumentare il<br />

consumo di BP permetterebbe di reinvestire tali finanziamenti, ma solo se il loro destino finale fosse la<br />

produzione di compost e non certo quello di plastica riciclata. Il destino post-consumo dei BP è un<br />

argomento di estremo interesse che merita di essere approfondito.<br />

Esistono nel mondo cinque diversi marchi che certificano la compostabilità<br />

di un prodotto e possono essere utilmente utilizzati per i BP, quelli esistenti in<br />

Europa si basano sulla norma EN 13432 (adottata anche come UNI<br />

dall’Italia). Il marchio può riferirsi a compostabilità in impianto di<br />

compostaggio industriale o a compostabilità domestica (come nel caso del<br />

marchio “OK compost Home” della società belga di certificazione Vinçotte),<br />

dove la temperatura e l’azione dei microrganismi sono ridotte. Per quanto<br />

riguarda il compostaggio industriale, il marchio maggiormente diffuso in<br />

Europa è quello promosso da IBAW (International Biodegradable Polymers<br />

Association & Working Groups). (Fig 2.5) presente in Germania, Austria,<br />

Regno Unito, Svizzera, Olanda e presto in Belgio e Francia, che grazie ad un<br />

accordo con 4 aziende che rappresentano il 90% del mercato dei BP in<br />

Europa, ad aprile 2005 aveva certificato 100 prodotti (di cui 50 già sul<br />

mercato), corrispondenti a 22.000 ton di BP.<br />

Fig 2.5 Marchio IBAW che<br />

indica che il prodotto e<br />

compostabile secondo la norma<br />

L’incremento della raccolta della frazione organica, che corrisponde a circa il 30% del peso dei rifiuti<br />

domestici, sembra essere l’unico modo per raggiungere gli obiettivi, disattesi anche in Toscana, del Decreto<br />

Legislativo 22/97 (art. 24 comma 1) che prevedeva di raggiungere, entro il 2003, una quota minima del 35%<br />

di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. L’utilizzo di imballaggi biodegradabili opportunamente raccolti e<br />

compostati industrialmente con la frazione organica, consentirebbe di ridurre gli scarti in uscita dall’impianto<br />

di compostaggio, che sono conferiti (dietro pagamento) in discarica; l’utilizzo del sacchetto biodegradabile<br />

per la raccolta, se posto in appositi contenitori areati, permette una perdita in peso del 15-20%, riducendo<br />

così i costi di trasporto e gli onerosi costi di pulizia dei cassonetti, qualora si continui ad utilizzare questo<br />

metodo di raccolta sebbene diverse esperienze indicano che la raccolta a domicilio della frazione organica (il<br />

cosiddetto “porta a porta”) consente di avere un rifiuto con minore quantità di “impurezza”. Ad ogni modo<br />

sembra accertato che l’uso di plastiche compostabili contribuisca a sensibilizzare i cittadini ad una raccolta<br />

del materiale organico maggiormente mirata alla qualità del compost e alla riduzione degli scarti.<br />

E’ doveroso sottolineare che, sulla base di queste considerazioni, sembra fondamentale rivedere il<br />

processo di compostaggio industriale, pensando di differire il vaglio di raffinazione dopo un primo periodo<br />

di compostaggio, in modo che i BP (ed altri materiali compostabili) siano così in avanzata fase di<br />

decomposizione e non vengano conferiti in discarica.<br />

Il progetto Activa 71


La Commissione Europea è molto attenta al tema della tossicità degli imballaggi stabilendo i limiti di<br />

cessione e i materiali utilizzabili (Dir. 89/109/CEE, 94/62/CE e successive integrazioni). E’ presumibile che<br />

in futuro il legislatore attiverà meccanismi atti ad incrementare l’uso di imballaggi biodegradabili. Un<br />

emendamento ad una legge di orientamento agricolo, passato in prima lettura all’unanimità al Parlamento<br />

francese l’11 ottobre 2005, stabilisce che dal 1 gennaio 2010 in Francia non potranno essere venduti o<br />

distribuiti sacchi e imballaggi in plastica non biodegradabile. Tale emendamento, che ha colto di sorpresa gli<br />

stessi produttori di BP, in Senato è stato rivisto riducendo l’obbligo ai soli sacchetti di plastica, ma<br />

determinerà comunque un rapido sviluppo del mercato dei BP. In Italia esiste un precedente analogo, anche<br />

se di diversa portata, che riguarda il divieto di commercializzazione di bastoncini per la pulizia delle orecchie<br />

non biodegradabili (L. 93/2001 art. 19). L’Irlanda nel 2002 ha imposto una tassa di 15 centesimi per ogni<br />

sacchetto per la spesa in plastica acquistato, riducendone di fatto il consumo del 90%, recuperando 12<br />

milioni di euro l’anno da destinare a fondi ambientali e incrementando il consenso dell’opinione pubblica.<br />

D’altronde i consumatori giudicano estremamente positiva la sostituzione degli imballaggi con BP e li<br />

considerano i prodotti da imballaggio maggiormente ecocompatibili (secondo il 90% degli intervistati di un<br />

sondaggio svolto a Kassel). Per non perdere questo “bollino” virtuale sembra indispensabile puntare su<br />

prodotti effettivamente ecocompatibili (100% da materie prime rinnovabili, OGM-free, compostabili) e<br />

proporli con chiarezza e univocità mediante campagne di sensibilizzazione non solo ai consumatori, ma<br />

anche ai responsabili delle forniture delle mense aziendali, delle sagre paesane, della pubblica<br />

amministrazione (Green Public Procurement).<br />

Infine sembra importante sottolineare, come testimonia il caso francese, che uno sviluppo dei BP che<br />

comprenda l’agricoltura (utilizzando colture dedicate per produrre BP da risorse rinnovabili e patti di filiera)<br />

può avvantaggiarsi dell’interesse politico e dell’opinione pubblica verso il mantenimento del territorio.<br />

2.4.a Filiera biopolimeri – Bibliografia ragionata<br />

Seguendo la divisione proposta da IBAW (International Biodegradable Polymers Association & Working<br />

Groups), i biopolimeri si distinguono in polimeri biodegradabili derivati da fonti non rinnovabili e<br />

biopolimeri biodegradabili derivati da materie prime rinnovabili. Tra questi ultimi, un’ulteriore<br />

suddivisione, che è opportuno considerare nel contesto del progetto ACTIVA, è la divisione in polimeri<br />

derivati da scarti di vegetali o misti (bucce di patata, rifiuti caseari, alghe, ossa, rifiuti organici urbani) e<br />

quelli derivati da materie prime di origine vegetale (essenzialmente amido e acido lattico, ma anche lignina e<br />

cellulosa). Tra questi non sembrano esistere in letteratura descrizioni di colture dedicate alla produzione di<br />

biopolimeri, nè tantomeno di esperienze volte a definire le specie o le cultivar particolarmente idonee a<br />

questo utilizzo salvo il caso di alcune sperimentazioni e della coltivazione di piante geneticamente<br />

modificate negli Stati Uniti per la produzione di Metabolix TM . Novamont e Natureworks, i principali<br />

produttori di biopolimeri di origine vegetale presenti sul mercato italiano, acquistano l’amido rispettivamente<br />

sul mercato internazionale di Rotterdam o sul mercato locale del Nebraska, nei dintorni dello stabilimento<br />

produttivo.<br />

E’ ancora presto perciò per parlare di una vera e propria filiera agro-industriale dei biopolimeri, anche<br />

perché la filiera e l’attività di ricerca connessa è alimentata principalmente dagli stessi produttori di polimeri<br />

convenzionali o da aziende loro dirette concorrenti.<br />

Sotto queste pressioni il settore è in continua evoluzione, nonostante ciò riteniamo che i 44 progetti e le 69<br />

pubblicazioni degli ultimi dieci anni riportate nel database contribuiscano a definire un quadro aggiornato<br />

delle problematiche biologico-ambientali (che rappresentano il 27,5% dei riferimenti bibliografici), tecnicotecnologiche<br />

( 53,6%), economiche (4,4%), sociali (10,1%) e politico-normative (4,4%), sulla base delle<br />

categorie concordate con il gruppo di lavoro.<br />

Sezione 1: Evoluzione della ricerca e risultati raggiunti<br />

Tralasciando l’uso del corno per produrre cucchiai o gioielli, la ricerca sui biopolimeri ha inizio con il<br />

brevetto del 1869 della celluloide a partire da cellulosa. Nel corso del ‘900 l’avvento della petrolchimica<br />

indirizzò le ricerche verso i polimeri, con l’unica interessante eccezione delle ricerche (a partire dagli anni<br />

’20), condotte per sopperire alle eccedenze agricole riguardanti la plastica di soia promossa da Henry Ford,<br />

che nel 1941 produsse un prototipo di “macchina di plastica”. Ma, di fatto, l’unico biopolimero che<br />

sopravvisse all’avvento delle plastiche fu il cellophane derivato da cellulosa.<br />

Il progetto Activa 72


Tuttavia la ricerca sui biopolimeri come sostituti biodegradabili della plastica ha avuto inizio solo sul<br />

finire degli anni ’80, ed inizialmente ha dovuto affrontare principalmente problemi relativi alla eccessiva<br />

biodegradabilità dei materiali. In questi ultimi 15 anni le prestazioni tecnologiche dei biopolimeri hanno<br />

raggiunto in moltissimi casi quelle delle plastiche convenzionali; contemporaneamente la ricerca nel campo<br />

della petrolchimica ha portato le plastiche convenzionali a penetrare in quasi tutte le fasce di mercato,<br />

permettendo la commercializzazione di costosissimi prodotti dalle prestazioni eccezionali e viceversa la<br />

diffusione planetaria di materiali di largo consumo a prezzi irrisori. Il mercato dei biopolimeri non ha potuto<br />

che inseguire queste tendenze (De Wilde, 2003) e la ricerca si è cimentata in questa corsa impari, favorita<br />

solo dal ritiro dal mercato di alcuni prodotti per problemi sanitari (es. PVC a contatto con gli alimenti) o<br />

ambientali (Buttignol et al., 1996), alla chiusura di alcuni stabilimenti perché pericolosi (es. Porto Marghera),<br />

al rialzo dei prezzi petroliferi ed in generale dalle istanze ambientaliste sollevate dai consumatori. Nel corso<br />

di questi anni oltre cinquanta diversi biopolimeri sono stati brevettati, decine di aziende si sono presentate sul<br />

mercato e molte sono anche fallite, sostanzialmente a causa di una scarsa visibilità in un mercato dominato<br />

da grosse aziende multinazionali, o perché il materiale (o il suo processo di produzione) implicava costi<br />

eccessivi o scarsa biodegradabilità. A questo proposito nel 2000 il Comitato Europeo di Normalizzazione ha<br />

accettato la norma EN 13432, che stabilisce inequivocabilmente i parametri per determinare la<br />

compostabilità dei materiali di imballaggio, fornendo oggettivi criteri per determinare la biodegradabilità di<br />

un biopolimero. La scelta europea di sostenere imballaggi biodegradabili (Weber, 2000) è stata concretizzata<br />

con il finanziamento di numerosi progetti di ricerca, tanto è vero che la maggioranza dei progetti finanziati<br />

negli ultimi anni dall’Unione Europea sui biopolimeri riguardano, più o meno direttamente, gli imballaggi.<br />

In effetti molti autori (Garde et al, 2000; Tosin et al., 1996; De Wilde & Boelens, 1998 ) concordano che lo<br />

sviluppo delle bioplastiche è direttamente correlato al loro destino finale e che una volta certificata la<br />

compostabilità dell’imballaggio è necessario valorizzare questa caratteristica attraverso lo sviluppo della<br />

raccolta differenziata dei rifiuti organici.<br />

Dato il costo nettamente superiore delle bioplastiche, essenzialmente dovuto ad economie di diversa scala<br />

e all’ammortamento degli investimenti in innovazione, oggi la ricerca (Steinbüchel; 2003; Peppas & Langer;<br />

1995; Chiellini & Solaro, 2003; Kaplan, 1998) è mirata verso prodotti nei quali la biodegradabilità ha un<br />

valore aggiunto molto elevato: protesi medicali, film liquidi per pacciamatura, nanotecnologie, biocompositi<br />

(Cinelli et al, 2003; Mohanty et al., 2004; Baiardo et al., 2004; Chandra & Rustgi, 1998); mentre, per i<br />

prodotti già disponibili sul mercato, gli studi sono rivolti ad abbassare i prezzi, utilizzando materie prime a<br />

costo zero come i rifiuti organici (Sakai et al., 2004; Fernandes et al., 2002, Chiellini et al., 2001), o residui<br />

vegetali (Feil, 1995) come ad esempio le stoppie di mais. Diversi altri studi sono volti a definire le qualità<br />

ambientali dei biopolimeri mediante la ricerca di nuove certificazioni ambientali (Dornburg et al., 2004), la<br />

valutazione del ciclo di vita dei prodotti (Patel, 2003; Arena et al., 2003), il miglioramento degli effetti della<br />

mineralizzazione dei biopolimeri nel suolo (Bellia et al., 2000) o nella produzione di compost (Estermann &<br />

Schwarzwälder, 1998).<br />

Recentemente sono stati messi a punto additivi che favoriscono la degradabilità della plastica<br />

convenzionale; questo settore non riguarda però lo sviluppo dei biopolimeri da fonti rinnovabili e anzi<br />

potrebbe indirizzare la ricerca verso il “miglioramento” delle plastiche convenzionali, piuttosto che verso lo<br />

sviluppo di filiere agro-industriali.<br />

Di sicuro interesse per ARSIA sono i risultati raggiunti nelle applicazioni di prodotti per l’agricoltura<br />

(film per pacciamatura, supporti per trappole a feromoni ecc.) (AA.VV., 2001) dove non si sono rese<br />

necessarie particolari innovazioni, ma semplicemente il collaudo di questi materiali in specifiche prove<br />

agronomiche.<br />

Sezione 2: Problemi ancora aperti<br />

Il contenuto tecnologico nella produzione di biopolimeri è probabilmente il più elevato rispetto a quello<br />

presente in tutte le altre filiere analizzate in questo lavoro, e infatti la bibliografia specializzata attiene<br />

prevalentemente al settore chimico-industriale, piuttosto che al settore agro-ambientale. Risulta perciò molto<br />

importante ai fini dello sviluppo di filiere locali che questi due settori di ricerca indaghino sia le potenzialità<br />

di migliorare il prodotto in rapporto alle necessità tecnologiche utili a migliorare le prestazioni del prodotto<br />

finale sia, viceversa, a ridurre i costi di processo.<br />

La ricerca potrebbe contribuire ad analizzare e risolvere questi problemi ancora aperti, diversi a seconda<br />

delle applicazioni, nell’ottica di una ottimizzazione dei parametri agroambientali, individuando varietà e<br />

Il progetto Activa 73


tecniche colturali che permettano di ottenere performance sempre migliori nelle analisi del ciclo di vita dei<br />

prodotti (Patel, 2003).<br />

In generale, la ricerca ambientale sui prodotti dovrebbe essere in grado di associare univocamente un<br />

livello di “ecologicità” ai diversi materiali plastici; questo indice dovrebbe considerare rinnovabilità,<br />

compostabilità e quantità di gas serra emessi per la produzione di un’unità di prodotto.<br />

Come in tutti i campi della chimica verde risulta necessario indagare meglio l’integrazione delle filiere,<br />

favorendo la costruzione di quei cicli di materia prima e materia di scarto che hanno consentito lo sviluppo<br />

della petrolchimica.<br />

Sezione 3: Scenari futuri per la ricerca<br />

Esiste una grande opportunità per la ricerca agroambientale su questi temi: una volta costituitosi il<br />

mercato dei biopolimeri, infatti, occorrerà migliorare la produzione di materia prima fornendo all’industria<br />

materiali ambientalmente compatibili e meno costosi in modo da ridurre i costi dell’intera filiera. In<br />

quest’ottica, applicazioni interessanti per l’industria dei biopolimeri potrebbero provenire, ad esempio, dalla<br />

ricerca sulle varietà di mais che producono amido ad alto contenuto di amilosio (o viceversa varietà waxi ad<br />

elevato contenuto di amilopectina). Come accennato, l’amido per produrre bioplastiche potrebbe provenire<br />

anche da colture dedicate che richiedono minori input rispetto al mais, quali ad esempio sorgo zuccherino o<br />

patata ( Fishman et al. 1994; Feil, 1995), uno scenario possibile per la ricerca potrebbe perciò valutare<br />

l’utilizzo di altre cultivar, evidenziando le differenze che questo comporterebbe nell’analisi del ciclo di vita<br />

dei prodotti e sul costo di produzione.<br />

Altro settore di potenziale sviluppo della ricerca è l’utilizzo di oli vegetali con precise caratteristiche<br />

biochimiche per la produzione di sostanze addittivanti necessarie nella fase di polimerizzazione, ovvero utili<br />

a migliorare le qualità del prodotto finale ad esempio in funzione surfattante o plasticizzante.<br />

L’acido lattico in quanto producibile con fermentazioni batteriche a partire da zucchero (e quindi da<br />

svariate fonti rinnovabili, comprese quelle a costo zero) sembra ad oggi essere la materia prima che offrirà<br />

maggiori possibilità di ricerca (Sakai et al., 2003), sia nel campo dell’approvvigionamento della materia<br />

prima, sia nel campo delle biotecnologie per la fermentazione batterica e sia in quello dell’innovazione di<br />

processo.<br />

In realtà è molto difficile stabilire gli scenari futuri per la ricerca in un mercato così complesso e<br />

potenzialmente di dimensioni enormi, si pensi ad esempio ai possibili sviluppi in campo medicale o<br />

all’esplosione della ricerca nel campo dei biocompositi nel caso venisse vietata la commercializzazione della<br />

lana di vetro.<br />

2.4.b Riferimenti bibliografici<br />

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Il progetto Activa 74


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Sakai K., Taniguchi M., Miura S., Ohara H., Matsumoto T. and Shirai Y.,2003. Making Plastics from Garbage: A Novel Process of Poly-L-<br />

Lactate Production from Municipal Food Waste, Journal of Industrial ecology, Vol. 7, Issues 3-4 - Industrial Ecology of Biobased Products<br />

Steinbüchel A., 2003, Biopolymers, Volume 10, General Aspects and Special Applications, Weinheim,Germany: Wiley, ISBN 3527302298.<br />

Tosin M., Degli Innocenti F., Bastioli C., 1996. Effect of the Composting Substrate on Biodegradation of Solid Materials Under Controlled<br />

Composting Conditions - Journal of Environmental Polymer Degradation, Vol. 4, No. 1.<br />

Weber J.C.,2000. Biobased Packaging Materials for the Food Industry Status and perspectives<br />

http://www.mli.kvl.dk/foodchem/special/biopack/html/mission_1.htm<br />

Il progetto Activa 75


2.5 Filiera coloranti – Relazione introduttiva<br />

I coloranti naturali, di origine vegetale o animale, sono stati impiegati per millenni nel settore tessile,<br />

cosmetico, alimentare e in quello artistico (dai dipinti su tela e tavola ai tessuti e arazzi, alla miniatura). La<br />

maggior parte di essi sono stati soppiantati verso la fine del XIX secolo con l'avvento di quelli sintetici,<br />

caratterizzati da una maggiore uniformità e costi più contenuti.<br />

Recentemente nei Paesi industrializzati si sta assistendo ad un crescente interesse verso i prodotti di<br />

origine naturale, e tra questi i coloranti vegetali, percepiti come più salubri e più rispondenti alle esigenze di<br />

un consumatore maggiormente attento alla qualità della vita e alla tutela dell’ambiente. Le caratteristiche di<br />

maggiore biodegradabilità e compatibilità ambientale che caratterizzano i coloranti di origine naturale<br />

stanno aprendo nuove opportunità di impiego in diversi settori industriali che tradizionalmente si rivolgono a<br />

materie prime provenienti da sintesi chimica. I coloranti di origine naturale potrebbero in parte sostituire i<br />

coloranti chimici utilizzati nel settore tessile, come l’anilina e altri derivati aromatici ricavati perlopiù da<br />

sottoprodotti del petrolio, andando ad interessare una particolare fascia di mercato indirizzata a un<br />

consumatore attento non solo alla qualità del prodotto finito, ma anche alle caratteristiche di salubrità delle<br />

materie prime utilizzate, dalla fibra ai prodotti di finissaggio quali mordenti, coloranti e sbiancanti.<br />

L’impiego dei coloranti nei diversi settori produttivi, è oggi disciplinato da normative ben precise che<br />

indicano le sostanze consentite. Tali disposizioni di legge sono dettate dalla necessità di proteggere il<br />

consumatore da sostanze non controllate dal punto di vista dell’innocuità. La legislazione attuale si basa su<br />

alcune direttive dell’Unione Europea, recepite in Italia senza particolari modifiche, tuttavia la normativa<br />

comunitaria sui coloranti è in continua evoluzione soprattutto per quanto riguarda la non tossicità e<br />

l'innocuità nei diversi settori d’impiego.<br />

Nel tessile, l’uso di tecnologie e di prodotti chimici non ottimizzati dal punto di vista ambientale nei<br />

processi di trasformazione e nobilitazione, determina un sensibile impatto sia sull’ambiente e sulla salute dei<br />

lavoratori. A questo proposito la Direttiva 2002/61 CE ha posto delle restrizioni in materia di immissione sul<br />

mercato e d’ uso di alcune sostanze e preparati pericolosi, tra cui i coloranti azoici che possono rilasciare una<br />

o più ammine aromatiche potenzialmente cancerogene in concentrazione superiore a 30 ppm negli articoli<br />

finiti o nelle parti colorate degli stessi. Pertanto, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori,<br />

tali coloranti non devono essere usati in articoli tessili e in cuoio che potrebbero entrare in contatto diretto e<br />

prolungato con la pelle o la cavità orale umana. Inoltre, le crescenti segnalazioni di Dermatiti Allergiche<br />

da Contatto (DAC) da indumenti hanno reso ancora più sentito questo problema da parte del consumatore e<br />

dell’industria che tradizionalmente utilizza coloranti di sintesi. In Italia infatti, sulla base di un’indagine<br />

condotta su oltre 40.000 casi, si stima che le DAC da indumenti alla metà degli anni ’90 rappresentassero<br />

circa il 10% delle DAC extraprofessionali. Come documentano numerosi studi scientifici, l'industria tessile<br />

ha utilizzato in tempi recenti, e tuttora utilizza largamente, prodotti che hanno un'azione allergizzante<br />

(Francalanci, 2002).<br />

Secondo alcune recenti ricerche (Francalanci, 2002; Seidenari e Giusti, 2002) l'allergia non è imputabile<br />

alle fibre tessili in sé, ma ai prodotti usati per il trattamento e il finissaggio delle stesse, e in primo luogo i<br />

coloranti e le resine apprettanti. E' ormai dimostrato, infatti, che i "coloranti dispersi" (chiamati così perché<br />

utilizzati nella tecnica di tintura delle fibre detta "per dispersione") sono i principali responsabili della<br />

dermatite allergica da contatto.<br />

Oltre agli aspetti salutistici anche gli aspetti ambientali legati all’uso dei coloranti di sintesi stanno<br />

assumendo un’attenzione crescente da parte dei diversi soggetti coinvolti nella filiera. Molti distretti tessili<br />

sono infatti caratterizzati da un elevato carico inquinante, e l’uso spesso indiscriminato di coloranti di sintesi,<br />

nonché di altre sostanze chimiche impiegate nella fase della tintura e del finissaggio, comporta non pochi<br />

problemi di compatibilità con le normative vigenti sulla tutela dell’ambiente. Secondo i dati del Ministero<br />

dell’Ambiente il settore tessile produrrebbe dal 2 al 4% di tutti i rifiuti industriali. I regolamenti sull’uso dei<br />

coloranti in campo tessile si limitano a considerare l’inquinamento delle acque di scarico delle industrie, le<br />

emissioni nell’atmosfera, i problemi di stoccaggio delle materie prime, ecc., senza tenere conto delle<br />

conseguenze che l’uso dei coloranti può provocare sulla salute umana sia degli operatori dell’industria che<br />

del consumatore finale.<br />

Il progetto Activa 76


Questa analisi, infine, non può prescindere da considerazioni relative agli aspetti economici e sociali che<br />

hanno coinvolto il settore tessile il quale è andato incontro negli ultimi decenni a un processo di<br />

destrutturazione che ha visto il trasferimento sia delle tecnologie che degli stessi impianti di produzione<br />

verso i paesi dell’Est Europa o del Sud - Est asiatico nei quali il costo del lavoro è più basso rispetto ai paesi<br />

occidentali. Vanno considerati pertanto gli effetti ambientali e sociali connessi alla delocalizzazione delle<br />

attività più inquinanti (come quella del finissaggio e tintura) e Labour-intensive verso questi paesi, seguendo<br />

condizioni di minori costi collegate spesso a minori garanzie sociali e a normative ambientali meno<br />

stringenti.<br />

I processi produttivi, le caratteristiche delle materie prime, le tecniche estrattive e le<br />

modalità di applicazione principalmente nel settore tessile<br />

Le piante in grado di fornire coloranti sono numerose e molto diversificate sia per caratteristiche<br />

botaniche (appartengono infatti a famiglie botaniche diverse) sia per areale di origine ed esigenze climatiche,<br />

che per ciclo biologico e organo della pianta utilizzabile per la produzione di pigmenti (radice, foglie,<br />

infiorescenze, semi ecc.). Molte regioni del centro Italia (Marche, Toscana, Umbria, Lazio, ecc.) vantano<br />

una lunga tradizione nella coltivazione di specie tintorie e nell’impiego di coloranti naturali nell’artigianato<br />

locale d’arte.<br />

Fino alla fine del XIX secolo, tutti i colori erano di origine naturale e la gamma di tali sostanze coloranti e<br />

la loro distribuzione geografica era molto ampia. Nel 1856 , l’inglese Perkin sintetizzò, a partire dall’anilina,<br />

il primo colorante sintetico, la malveina. Nel 1880 fu ottenuto il primo brevetto di sintesi dell’indaco dal<br />

tedesco A. von Baeyer da anilina, formaldeide e acido cianidrico. Alla fine del 1800 i coloranti sintetici<br />

erano già talmente diffusi che avevano quasi completamente sostituito molti coloranti naturali decretandone<br />

il loro graduale abbandono.<br />

Tra i coloranti naturali che potrebbero sostituire i coloranti di sintesi nel settore tessile troviamo:<br />

a) coloranti derivati dalle piante (classificazione del Colour index C.I. 75.000-75.999). Tra quelli più<br />

diffusi:<br />

- alizarina (da radici di Rubia tinctorium) C.I. 75330<br />

- luteolina ( da Reseda luteola) C.I. 75590<br />

- indaco naturale (da Isatis tinctoria, Indogofera tinctoria e Polygonum tinctorium) C.I. 75780<br />

b) coloranti per alimenti. Tra quelli più diffusi:<br />

- annatto, bissina, norbissina (da Bixa orellana)<br />

- acido carminio e acido chermetico (da insetti del genere Dactylopius spp. e Porphyrophora<br />

spp.)<br />

- curcumina (da Curcuma longa) C.I. 75300<br />

- carotenoidi (da specie diverse) C.I. 75130<br />

- clorofille (da spinacio e ortica) C.I. 75810<br />

- rosso di barbabietola, betanina<br />

c) coloranti minerali:<br />

- Al (C.I. 77000 – 77019)<br />

- Ca (C.I. 77220 – 77250)<br />

- C (C.I. 77265 – 77268)<br />

- Fe (C.I. 77485 – 77543)<br />

- Mg (C.I. 77711 – 77718)<br />

- Mn (C.I. 77726 – 77755)<br />

Tra le numerose specie in grado di fornire coloranti vegetali ve ne sono alcune che, più di altre,<br />

presentano elevate potenzialità produttive ed un più facile inserimento nei tradizionali ordinamenti colturali.<br />

Tra queste degne di attenzione sono alcune specie in grado di fornire i tre colori fondamentali quali il<br />

rosso (Rubia tinctorum per l’alizarina), il giallo (Reseda tintoria per la produzione di luteolina) e il blu<br />

(Isatis tintoria e Polygonum tinctorium per la produzione di indaco).<br />

Un ruolo fondamentale per la produzione di indaco naturale è svolto da alcune specie erbacee come Isatis<br />

tintoria, originaria dell’areale europeo, e Polygonum tinctorium originario della penisola Indocinese che,<br />

hanno presentato ottime potenzialità produttive, e possibilità di realizzarne la coltivazione in modo<br />

completamente meccanizzato impiegando mezzi e tecniche disponibili per le tradizionali colture agrarie.<br />

Il progetto Activa 77


Anche per numerose altre specie, quali reseda, robbia, camomilla dei tintori, ginestra dei tintori e altre, la<br />

sperimentazione agronomica fin qui condotta ha mostrato buona adattabilità all’ambiente di coltivazione,<br />

disponibilità di varietà ed ecotipi caratterizzati da buoni livelli produttivi per resa e contenuto in principi<br />

coloranti (www.agr.unipi.it/colorinaturali).<br />

La tintura con colori naturali, ad eccezione dell’indaco, prevede una fase di estrazione del colorante,<br />

generalmente in acqua o in solventi polari, per la predisposizione del bagno di tintura. I parametri che variano<br />

in questa prima fase sono la concentrazione del bagno e il rapporto in peso tra sostanza colorante e filato<br />

(ovvero il rapporto tra la quantità di polvere colorante impiegata e il peso del filato da tingere), la temperatura<br />

e i tempi di estrazione. La fase successiva è il procedimento di tintura vera e propria che consiste<br />

nell’immersione della fibra (in fiocco, in filo o pezza) preventivamente mordenzata, nel bagno di tintura in<br />

condizioni di pH, temperatura e tempi variabili a seconda del tipo di fibra e dell’intensità del colore che<br />

vogliamo ottenere. Lo stesso bagno di tintura può essere utilizzato ulteriormente per ottenere minori intensità<br />

di colorazione. La tintura con l‘indaco segue invece procedimenti di tipo diverso. Si può realizzare una tintura<br />

“al tino” mediante fermentazione dell’indaco che va incontro a riduzione biologica del colorante, oppure<br />

attraverso la riduzione dell’indaco con idrosolfito di sodio.<br />

Le diverse realtà che stanno utilizzando coloranti naturali sono perlopiù attive nel settore dell’artigianato<br />

artistico. La tintura con colori vegetali permette la realizzazione di prodotti di ottima qualità su fibre sia<br />

animali che vegetali, impiegando mordenti meno tossici e inquinanti in sostituzione del cromo e di altri metalli<br />

pesanti. L’uso di questi mordenti, nonché di agenti di finissaggio più eco-compatibili, consente comunque un<br />

legame stabile tra colorante e fibra e conferisce alla colorazione naturale una solidità alla luce e al lavaggio<br />

poco lontana da quella che caratterizza i prodotti realizzati con coloranti sintetici.<br />

Per la tintura naturale le principali difficoltà sono rappresentate prevalentemente dalla dimensione<br />

produttiva: finché parliamo in termini di impresa artigianale la tintura naturale si avvale di procedimenti nei<br />

quali le conoscenze e l’esperienza del tintore, unite a tempi di realizzazione più lunghi, giocano un ruolo<br />

cruciale permettendo la realizzazione di prodotti di alta qualità.<br />

Più difficile appare il trasferimento su scala industriale delle tecniche della tintura naturale che pongono<br />

ancora molte problematiche di tipo tecnico quali la difficoltà di controllare automaticamente i tempi e le<br />

condizioni delle diverse fasi del processo. Anche la formulazione del colorante, sotto forma di polvere o di<br />

estratto, può influire sulla qualità del risultato, essendo in molti impianti, difficile effettuare la tintura con le<br />

polveri ricavate dalle piante. A questo scopo risulta necessario investire in ricerca per ovviare a queste<br />

difficoltà e poter mettere a punto tecniche di tintura che si adattino alla tintura industriale.<br />

Problemi ancora aperti<br />

Nella fase di produzione della materia prima le problematiche ancora irrisolte sono di tipo agronomicoproduttivo<br />

(organizzazione aziendale, tecnica colturale, stagionalità delle produzioni, stoccaggio), di tipo<br />

tecnologico (disponibilità di impianti che richiedano bassi costi di allestimento e di gestione e che siano in<br />

grado di operare on-farm), di tipo economico-sociale (costo finale di produzione del colorante, interventi di<br />

sostegno per la realizzazione di impianti di trasformazione e/o estrazione, formazione degli operatori) ed<br />

infine ecologico e ambientale (logistica dei trasporti, bilanci agro-ambientali, gestione dei reflui, consumo di<br />

acqua e energia).<br />

Sempre per quanto riguarda la fase della produzione agricola la verifica di medio termine della Politica<br />

Agricola Comunitaria può rappresentare una grande possibilità per le colture a destinazione non alimentare,<br />

tra cui le piante da coloranti. Infatti il “disaccoppiamento” previsto dalla nuova PAC assegna un premio<br />

indipendentemente dal tipo di coltivazione effettuata e incentiva indirettamente le rotazioni e lo sviluppo di<br />

nuove colture.<br />

Un grosso punto critico che dovrà necessariamente essere superato per avviare una filiera locale è la<br />

scarsa disponibilità di materiale di propagazione gamica o agamica opportunamente selezionato,<br />

indispensabile per l’attivazione della filiera su scala almeno aziendale. All’interno del progetto Spindigo è<br />

stato riprodotto seme di Isatis tintoria in quantità sufficiente per intraprendere la coltivazione su scala<br />

aziendale, ma non sufficiente per realizzare coltivazioni su vaste superfici. Per quanto riguarda il Polygonum<br />

tinctorium -specie da indaco molto più produttiva rispetto al guado e in grado di fornire indaco di migliore<br />

qualità- si rende necessario ampliare la superficie delle colture da seme presenti nella pianura pisana al fine<br />

di aumentare la produzione del seme e provvedere alla sua selezione. Inoltre per reseda, robbia o altre specie<br />

Il progetto Activa 78


pur disponendo di varietà selezionate, queste non sono disponibili in quantità sufficiente per avviare la<br />

coltivazione e pertanto si rende necessario procedere alla loro moltiplicazione.<br />

Sempre per quanto riguarda la tecnica colturale, un problema ancora non sufficientemente risolto è la<br />

messa a punto di un’opportuna strategia di controllo delle piante infestanti che con la loro presenza possono<br />

andare ad incidere negativamente sulla qualità del prodotto. La non disponibilità di erbicidi chimici registrati<br />

per essere impiegati su queste nuove colture può rendere difficile un adeguato controllo delle piante<br />

infestanti soprattutto nelle primissime fasi dopo l’emergenza. In particolare alcune piante coloranti, come il<br />

Polygonum tinctorium presentano una grande affinità con le principali Polygonaceae macroterme<br />

(Polygonum aviculare, Polygonum laphatifolium ecc.) che infestano le nostre colture primaverili-estive.<br />

Isatis tintoria è considerata addirittura una specie infestante pericolosa in molti stati del Nord America, per la<br />

sua elevata rusticità e capacità di diffusione sia per seme che per porzioni di rizoma.<br />

Difficoltà, seppur di minor rilevanza perché ormai quasi completamente risolte, esistono in relazione alla<br />

meccanizzazione di queste colture. Gli aspetti legati all’organizzazione aziendale, alla logistica della<br />

raccolta, stoccaggio ed estrazione sono particolarmente importanti per la coltura del guado in quanto le foglie<br />

devono essere “processate” immediatamente dopo la raccolta poiché i precursori dell’indaco presenti nelle<br />

foglie fresche sono molto instabili e vanno incontro a rapida degradazione. Questo comporta la necessità di<br />

organizzare le coltivazioni in diversi lotti di produzione, di raccolta ed estrazione in modo commisurato alla<br />

capacità di lavoro degli impianti. Sempre per il guado la stagionalità delle produzioni che comporta una<br />

gestione discontinua degli impianti, può essere superata organizzando delle semine scalari con diversi turni<br />

di taglio. Meno problematica risulta la raccolta e la trasformazione di reseda e robbia che richiedono un<br />

processo di essiccazione, cernita e successiva eventuale macinazione per ridurre la droga in polvere.<br />

La fase di estrazione, in particolare per l’indaco, richiede ulteriori studi sia di base che applicativi, al fine<br />

di definire meglio le condizioni di estrazione e ottimizzare così la resa (ancora troppo lontana dalla resa<br />

potenzialmente ottenibile) nonché la qualità del prodotto ottenuto (in termini di purezza). In questa fase un<br />

altro problema è rappresentato dall’elevato costo di produzione dovuto principalmente alla bassa resa e alla<br />

disponibilità di impianti che richiedono elevati costi di allestimento e di gestione. Questo problema potrebbe<br />

in parte, essere eventualmente risolvibile con una gestione consortile o cooperativa degli impianti per<br />

contenere i costi.<br />

Nella fase di tintura un aspetto importante da considerare è l’esigenza di avere tinture uniformi e resistenti<br />

alla luce, di adattare le macchine industriali utilizzate con colori di sintesi alla tintura naturale e di avere a<br />

disposizione una vasta gamma di colori per poter rispondere alle esigenze di mercato.<br />

E’ necessario acquisire maggiori conoscenze sulle tipologie di formulazione dei coloranti naturali. Per<br />

alcuni tipi di tintura ad esempio potrebbe essere utilizzata la polvere colorante (paragonabile alla droga<br />

prodotta dalle piante officinali) mentre in altri casi potrebbe essere necessario poter disporre di estratti, da<br />

utilizzare negli impianti presenti nelle tintorie industriali.<br />

Le questioni ancora in sospeso sono legate, da un lato al fatto che si tratta di una filiera ancora “giovane”<br />

e dall’altro alla complessità della filiera stessa che in ogni sua fase ha implicazioni non solo di tipo tecnico,<br />

ma anche macro e micro economiche, politico - normative, ambientali e socio - territoriali.<br />

Confrontando però le diverse esperienze dei presenti al tavolo di filiera, le problematiche di tipo tecnicoproduttivo<br />

hanno assunto un ruolo secondario rispetto alla necessità di investire in comunicazione e<br />

divulgazione per far meglio comprendere al consumatore il significato di questi nuovi prodotti. Molti dei<br />

presenti, soprattutto coinvolti nella parte terminale della filiera, hanno messo in evidenza come al momento<br />

le possibilità di collocamento sul mercato di prodotti tessili naturali siano modeste e come sia prioritario<br />

favorire la comunicazione per ampliare le possibilità di mercato. La necessità di comunicare in modo<br />

adeguato e corretto al consumatore il significato e il valore salutistico e ambientale di un prodotto tessile,<br />

colorato con colori naturali e unito a fibre naturali potrebbero consentire di lanciare la filiera anche in<br />

presenza di alcune delle problematiche tecniche prima ricordate. In questo quadro risulta a nostro avviso<br />

importante tutelare l’agricoltore che rappresenta sicuramente l’anello più debole della filiera per far sì che<br />

parte del valore che si viene ad aggiungere alla materia prima ritorni almeno in parte alla fase della<br />

produzione consentendo così l’avvio di una filiera nazionale di fibre e colori naturali stabile e duratura.<br />

Il progetto Activa 79


Vantaggi e potenzialità di una filiera dei coloranti naturali regionale – I settori del tessile, della<br />

bioedilizia e delle pelli<br />

In Toscana sono presenti distretti industriali tessili di fama internazionale, quali il distretto tessile di Prato<br />

e quello del Casentino. Le aziende pratesi che operano in questo settore tessile sono generalmente piccole e<br />

medie imprese. Sono circa 8.000 aziende che hanno da 2 a 7 addetti. Nel Casentino operano 221 piccole<br />

imprese del tessile e dell’abbigliamento con 1-2 addetti per un totale di circa 265 addetti. Per le piccole<br />

medie imprese è difficile investire in nuove competenze ed innovazione e in generale in ricerca.<br />

L’impiego di fibre e coloranti naturali, all’interno di una filiera innovativa, potrebbe generare nuove<br />

opportunità di sviluppo sia per gli agricoltori che per le piccole e medie imprese del settore tessile. I coloranti<br />

di origine naturale potrebbero in parte sostituire i coloranti chimici utilizzati nel settore tessile andando ad<br />

interessare una particolare fascia di mercato indirizzata a un consumatore attento non solo alla qualità e alla<br />

salubrità delle materie prime utilizzate, ma anche alle ripercussioni sull’ambiente che comportano i<br />

procedimenti di tintura e finissaggio.<br />

Nuove opportunità per coloranti e materie prime rinnovabili, da impiegare nel settore tessile, vengono<br />

fornite anche dai vincoli normativi posti dalle direttive comunitarie che limitano l’impiego di coloranti di<br />

sintesi ritenuti tossici e responsabili dei crescenti casi di dermatiti allergiche da contatto. L'impiego dei<br />

coloranti nel settore tessile è, infatti, disciplinato da normative ben precise che indicano le sostanze e le dosi<br />

consentite. A tal proposito la direttiva 61/2002 CE ha bandito l’utilizzo di 23 coloranti di tipo azoico ed ha<br />

posto delle restrizioni alla immissione sul mercato di altre sostanze coloranti di sintesi ritenute pericolose.<br />

Per far sì che i colori naturali possano trovare una loro posizione sul mercato attuale devono essere<br />

presentati non come un’alternativa ai colori sintetici ma come qualcosa di diverso rispetto a questi ultimi.<br />

Devono essere messe in luce le caratteristiche positive di questi prodotti cioè la loro “atossicità”, e<br />

“anallergicità”, la sostenibilità ambientale, non meno importante la possibilità di avere un capo unico ed il<br />

legame con il territorio che possono avere queste prodotti, frutto di antiche tradizioni che si ripropongono.<br />

Per realizzare tutto questo è necessario sì informare realmente il consumatore, ma allo stesso tempo si<br />

devono formare anche agricoltori e tintori in modo da ottenere il miglior prodotto possibile e garantire oltre a<br />

tutte le caratteristiche positive dei coloranti naturali finora elencate, anche l’aspetto qualitativo. In questo<br />

quadro diventa di fondamentale importanza la tracciabilità del prodotto, dalle materie prime impiegate, al<br />

prodotto finito. Questo aspetto potrebbe andare a rappresentare un ulteriore un punto di forza per le aziende<br />

di tutta la filiera, rendendo competitivi i colori naturali prodotti nei paesi europei anche con quelli di origine<br />

extra - europea, sovente originati dallo sfruttamento della mano d’opera. In questo modo i nostri prodotti<br />

acquisterebbero un maggiore valore aggiunto dovuto alla loro sostenibilità etica.<br />

Lo sviluppo del mercato del tessile ecologico ha indotto le aziende a porre attenzione non solo alla<br />

provenienza e al tipo di fibra, ma anche alle altre sostanze chimiche che normalmente vengono impiegate<br />

nella fabbricazione del prodotto (mordenti, coloranti, sbiancanti e altri ausiliari). Quando le aziende decidono<br />

di utilizzare fibre tessili naturali, l’uso di un colorante di sintesi può compromettere la naturalità del<br />

prodotto, ricercata da un consumatore sempre più attento alla qualità, alle tematiche ambientali e alla tutela<br />

della propria salute.<br />

Per quanto riguarda la certificazione, diversi organismi di certificazione, più o meno legati alla filiera<br />

dell’agricoltura biologica, si stanno interessando al tessile. ICEA ha definito i disciplinari per il tessile<br />

biologico, ai quali hanno aderito alcune aziende tessili, ed inoltre si sta muovendo in accordo con IFOAM<br />

per definire e uniformare questi standard produttivi anche a livello internazionale.<br />

A tutela del consumatore è stata istituita fin dagli inizi degli anni novanta, l’etichetta ecologica europea<br />

Ecolabel, con il regolamento comunitario 880/92, con l’obiettivo di incentivare la presenza sul mercato di<br />

prodotti e servizi ‘puliti’. Il simbolo della margherita attesta infatti, che il prodotto su cui è apposto ha un<br />

ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita, dalla produzione all’utilizzo, allo smaltimento finale.<br />

L’Ecolabel non può essere concesso a prodotti alimentari, farmaceutici, e dispositivi medici.<br />

Nel campo dell’edilizia per la pittura di esterni ed interni, i coloranti naturali potrebbero andare a<br />

sostituire i coloranti di sintesi in un formulato che include anche altri componenti organici naturali.<br />

Attualmente nella produzione di vernici vengono utilizzate circa 40.000 sostanze chimiche diverse che molto<br />

spesso vengono introdotte sul mercato senza un’analisi attenta del loro grado di tossicità per gli esseri viventi<br />

e del loro impatto sull’ambiente che ci circonda. Secondo Roberto Mosca - titolare della Spring Color,<br />

Il progetto Activa 80


un’azienda che da molti anni opera della bioedilizia - molte sostanze già dichiarate tossiche vengono ancora<br />

tranquillamente usate. Un dato per riflettere: da ogni tonnellata di pitture e vernici evaporano circa 400 kg di<br />

solventi tossici per l’uomo e dannosi per l’ambiente.<br />

Tra i componenti delle vernici acriliche o viniliche in particolare, sono presenti solventi alcuni dei quali<br />

riconosciuti cancerogeni dal Ministero della Sanità. Ma non solo i solventi sono i responsabili dei danni alla<br />

nostra salute, le vernici infatti sono composte anche da pigmenti (le materie coloranti), le cariche (le materie<br />

rinforzanti) e le colle (le materie leganti).<br />

Studi condotti dai più importanti enti di tutela della salute pubblica hanno verificato la tossicità di alcuni<br />

di questi materiali, ed in certi casi ne è stata provata la cancerogenicità, ma ancora molto c’è da fare.<br />

Nella composizione delle vernici ancora oggi possiamo trovare la presenza di metalli pesanti, estremamente<br />

pericolosi per la salute e per l’ambiente, come il cadmio, il cromo, il mercurio, l’arsenico e il titanio.<br />

Ovviamente va tenuto presente che una sostanza ha una carica di pericolosità che varia a seconda delle<br />

tecniche d’uso utilizzate, e a seconda della percentuale in cui esse sono presenti nel prodotto finito.<br />

La Bioedilizia propone l’utilizzo di prodotti che la natura mette a disposizione, senza costi ed aggravi<br />

aggiuntivi, prodotti a basso impatto ambientale, che permettono di vivere e sentirsi meglio nella propria<br />

abitazione. La soluzione quindi va cercata in tecniche e sostanze del tutto naturali.<br />

Tutti i componenti delle vernici e delle pitture utilizzate dalle ditte produttrici di materiali bioedili sono<br />

sempre dichiarate (la cosiddetta etichetta “trasparente”), secondo un codice etico che richiede la massima<br />

trasparenza sulla biografia del prodotto. Sono prodotti composti da materie prime naturali rinnovabili, esenti<br />

da emissioni nocive, la cui trasformazione avviene nel rispetto della natura, con l’esclusione di materie prime<br />

di sintesi petrolchimica. Si tratta di composti ottenuti da resine vegetali, oli vegetali, gomme e colle, oli<br />

essenziali, coloranti vegetali, prodotti di origine animale, sostanze minerali naturali elaborate.<br />

L’utilizzo di questi materiali evita i rischi di allergie e gli effetti dannosi conosciuti e non conosciuti, dei<br />

prodotti chimici derivati dal petrolio. La bioedilizia utilizza sostanze interamente naturali che mantengono la<br />

traspirabilità delle superfici trattate, mentre i pigmenti costituiti da terre naturali e materie prime vegetali,<br />

non comportano inquinamento essendo biodegradabili e offrono colori molto stabili, vivi e piacevoli al tatto.<br />

Un altro settore che potenzialmente potrebbe utilizzare coloranti naturali è quello della pelle, settore che<br />

annovera tra la provincia di Pisa e Firenze, nel cosiddetto comprensorio del cuoio toscano, ben 400 concerie<br />

con 10.000 addetti, con una dimensione media di 12 addetti per azienda e con un fatturato distrettuale di<br />

2.065.828.000 euro, sul quale le esportazioni incidono per il 40% (dati 2003). Nel distretto di Santa Croce<br />

sull’Arno è inoltre presente il Consorzio “Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale” che utilizza i tannini,<br />

presenti nel tronco e nella corteccia di alberi di diverse specie. La produzione di pellame conciato al vegetale<br />

è rivolta a quei manufatti che richiedono il diretto contatto con il corpo (ad es. i cinturini degli orologi,<br />

calzatura, borsetteria, valigeria, cinture, selleria, accessori e arredamento). Negli ultimi anni si è assistito ad<br />

un aumento delle concerie che fanno concia al vegetale. L'estrazione di queste sostanze avviene nel pieno<br />

rispetto dell'ambiente, con metodi che ne garantiscono la salvaguardia permettendo altresì la naturale<br />

ricrescita delle piante. Questo tipo di produzione, se abbinato a colorazioni con pigmenti di origine vegetale,<br />

può ridurre i rischi di allergie e irritazioni, completando un ciclo di lavorazione totalmente naturale che<br />

esclude metalli pesanti e altre sostanze chimiche di sintesi potenzialmente dannose per la salute. Una<br />

adeguata azione di comunicazione al consumatore, supportata da politiche di marchio e tracciabilità<br />

potrebbe valorizzare questi prodotti più rispettosi dell’ambiente e della salute dei consumatori.<br />

2.5.a Filiera coloranti - Bibliografia ragionata<br />

La realizzazione di un database contenente la bibliografia e i progetti di ricerca aventi come argomento i<br />

coloranti naturali di origine vegetale ha avuto come scopo quello di fare un inventario dello stato dell’arte<br />

della filiera considerata, analizzando l’evoluzione della ricerca nel tempo, i principali risultati raggiunti e i<br />

problemi ancora aperti.<br />

E’ stata fatta una selezione delle pubblicazioni esistenti riportando nel database solo quelle ritenute<br />

essenziali per un’analisi della struttura in essere della filiera ed identificare tutte le incertezze che possono<br />

influire su essa.<br />

Il progetto Activa 81


Tra le molte pubblicazioni di carattere storico-culturale relative alla tintura naturale e all’identificazione<br />

dei pigmenti naturali nei manufatti antichi, sono stati selezionati solo alcuni contributi ritenuti più<br />

significativi per non divergere troppo dagli obiettivi definiti. Inoltre, sono stati privilegiati quei lavori che,<br />

indipendentemente dal tipo di pubblicazione, sono stati giudicati capaci di fornire indicazioni su argomenti di<br />

possibile interesse per i diversi soggetti interessati alla filiera (ricercatori, produttori agricoli, trasformatori<br />

industriali, utilizzatori, ecc.).<br />

La ricerca bibliografica include sia pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali (24) ed internazionali<br />

(74), su giornali tecnici o divulgativi (6), su libri (11) ed infine presentazioni a convegni e brevi note, per un<br />

totale di 173 titoli selezionati. Lo studio delle piante tintorie e dei coloranti naturali è stato oggetto di<br />

approfondimento anche di alcune tesi di laurea e di dottorato della Facoltà di Agraria di Pisa (9) e di Firenze<br />

(1).<br />

Fra i lavori selezionati prevalgono nettamente quelli a carattere biologico e biochimico (65), seguono i<br />

lavori di tipo agronomico (56). Sono state raccolte anche 22 pubblicazioni a carattere storico-sociale che<br />

permettono di evidenziare l’importanza che i coloranti naturali hanno avuto nel passato per l’intero<br />

continente europeo. Inoltre, sono stati selezionati quattro articoli che riguardano lo studio dei coloranti su<br />

tessuti antichi e reperti archeologici, anche se la letteratura esistente su questo argomento è ampia e<br />

approfondita, ma solo marginalmente attinente agli scopi che ci siamo prefissati.<br />

Sono solo 11 i lavori che affrontano più direttamente aspetti economici, principalmente legati all’entità<br />

della produzione, ai settori d’impiego e alle diverse problematiche dell’applicazione industriale. Più limitate<br />

sono le informazioni relative ai costi di produzione e alla consistenza e prospettive del mercato dei coloranti<br />

naturali. Alcune di queste pubblicazioni non sempre possono essere considerate rappresentative dell’attuale<br />

situazione in quanto risalgono agli inizi degli anni ’90.<br />

Da questa analisi emerge come le conoscenze riguardo ai principi attivi e alla caratterizzazione<br />

fitochimica delle piante coloranti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, siano state<br />

sufficientemente definite, perlomeno su alcune specie. Per quanto riguarda la definizione della tecnica<br />

agronomica, si è dato spazio prevalentemente alla valutazione delle caratteristiche produttive realizzando<br />

degli screening tra genotipi di numerose specie coloranti, selezionate tra quelle di possibile coltivazione nel<br />

nostro paese. Lo studio della tecnica agronomica è stato condotto principalmente in Germania nel bacino<br />

turingico dal Thuringer Landesanstalt fur Landwirtsschaft e in Italia centrale dal Dipartimento di Agronomia<br />

e Gestione dell’Agroecosistema. Inizialmente, sono state realizzate prove agronomiche di campo su scala<br />

parcellare finalizzate prevalentemente alla caratterizzazione bio–agronomica e alla valutazione del livello<br />

produttivo quanti-qualitativo e solo negli ultimi anni, nell’ambito di alcuni progetti europei (Progetto di<br />

Ricerca Europeo Spindigo) sono state realizzate coltivazioni di pieno campo che hanno permesso anche di<br />

approfondire lo studio delle problematiche legate alla meccanizzazione delle diverse operazioni colturali.<br />

Le ricerche si sono inizialmente orientate allo studio di numerose specie di potenziale impiego nel settore<br />

alimentare, cosmetico e tessile e alcuni lavori elencano le specie botaniche, gli organi della pianta utilizzabili<br />

e i principi attivi. A questo proposito il riferimento sicuramente più completo e più recente è il testo “Le<br />

monde des teinture naturelles” di Dominique Cardon che riunisce le conoscenze scientifiche e tecniche sui<br />

coloranti naturali presenti in circa 300 piante e in una trentina di animali di tutto il mondo. Molti lavori e<br />

progetti di ricerca hanno consentito di approfondire le conoscenze su quelle specie tintorie per le quali si<br />

intravedono maggiori prospettive applicative, quali Isatis tintoria L., Polygonum tinctorium Ait., Reseda<br />

luteola L. e Rubia tinctorium L., per le quali sono state individuate rispettivamente 38, 23, 20, 18<br />

pubblicazioni. Circa 25 lavori hanno riguardato anche altre specie tintorie di minore importanza quali<br />

Amaranthus spp., Beta vulgaris L., Calendula officinalis L., Anthemis tinctoria L., Carthamus tinctorius L.,<br />

Bixa orellaria L. e Tagetes spp. E’ da notare l'interesse largamente prevalente per le specie da indaco<br />

naturale che oltre ad essere quelle maggiormente studiate sono anche quelle su cui rimangono aperte ancora<br />

alcune questioni relative sia alla fase di coltivazione e di produzione della materia prima (come ad esempio il<br />

controllo delle piante infestanti e la produzione delle sementi) che all’estrazione del pigmento colorante. Tra<br />

le piante da indaco, gli studi riportati mettono in evidenza l’elevata potenzialità produttiva di Polygonum<br />

tinctorium che nonostante abbia origine asiatica presenta elevate capacità di adattamento alle condizioni<br />

ambientali dell’Europa centro-meridionale.<br />

Le ricerche relative a Reseda luteola L. dimostrano che la coltivazione di questa specie annuale non<br />

presenta particolari difficoltà tecniche: il problema principale è semmai legato alla reperibilità di quantitativi<br />

Il progetto Activa 82


di sementi tali da permettere la coltivazione su scala aziendale. Alcuni studi hanno messo in evidenza le<br />

problematiche anche nella coltivazione e nella produzione della droga di Rubia tinctorum L., rappresentata<br />

dalle radici. Queste contengono diversi principi coloranti di cui il principale è rappresentato dall’alizarina,<br />

che raggiunge il contenuto massimo a partire dal secondo-terzo anno di età. Questa specie presenta pertanto<br />

costi di produzione più elevati sia per il più lungo ciclo di coltivazione che per la difficoltà a meccanizzare<br />

completamente le diverse operazioni colturali. Anche in questa specie, come per le altre, non si dispone di<br />

materiale di propagazione selezionato e disponibile in quantità sufficiente per intraprendere la coltivazione.<br />

Solo un numero limitato di pubblicazioni (3) ha fornito informazioni di tipo tecnologico riguardo alla fase<br />

di estrazione dei pigmenti su scala aziendale, mentre il problema della valutazione qualitativa dei coloranti è<br />

stato affrontato in un solo studio relativo peraltro al caso specifico dell’indaco naturale in studi realizzati<br />

nell’ambito del Progetto SPINDIGO.<br />

Pochissimi sono gli studi che definiscono le condizioni ottimali di estrazione dei principi coloranti di<br />

reseda e robbia e che affrontano le problematiche dell’estrazione della materia prima colorante su scala<br />

aziendale. L’essiccamento della materia prima vegetale e la sua triturazione fino all’ottenimento di polveri di<br />

diversa finezza, così come avviene per molte piante officinali, può essere seguita dalla formulazione<br />

dell’estratto vegetale. Tuttavia, solo un lavoro affronta questo aspetto e rimangono aperte ancora molte<br />

problematiche, dalla scelta del solvente, ai tempi di estrazione, al rapporto solvente/soluto e alla sua<br />

stabilizzazione.<br />

La produzione dell’indaco dalle diverse specie presenta una fase di estrazione molto complessa e alcuni<br />

lavori hanno affrontato questo aspetto mettendo a punto metodiche di analisi e quantificazione. Poche sono<br />

le conoscenze finora acquisite relative alla produzione di indaco naturale su larga scala e i risultati più recenti<br />

sono stati ottenuti nell’ambito del Progetto di Ricerca europeo SPINDIGO. Essi hanno rappresentato<br />

un’importante evoluzione permettendo il passaggio dalla scala di laboratorio a quella aziendale, tuttavia, si<br />

rendono necessarie ancora iniziative di innovazione tecnologica finalizzate a migliorare l’efficienza del<br />

procedimento, sia dal punto di vista produttivo che del contenimento dei costi.<br />

Le pubblicazioni che forniscono informazioni riguardo alle tecniche di tintura naturale sono 11 e riportano<br />

informazioni sulle tecniche di tintura impiegate a livello artigianale e amatoriale. Mancano completamente<br />

informazioni relative agli aspetti tecnici che l’impiego dei coloranti naturali comporta nella tintura<br />

industriale, ai limiti applicativi in termini di adattamento/adeguamento degli impianti e ai costi della tintura<br />

naturale. Da questa lacuna emerge conseguentemente la necessità di realizzare programmi di ricerca per la<br />

messa a punto ed il trasferimento delle tecniche di tintura naturale, ormai consolidate a livello artigianale, su<br />

scala industriale. Sempre per quanto riguarda la fase di tintura, sono state individuate 5 pubblicazioni che<br />

affrontano nello specifico l’indispensabile passaggio della riduzione chimica della molecola dell’indaco nella<br />

sua forma “leuco” necessaria per la tintura delle fibre. Tuttavia, anche in questo caso le possibili vie<br />

alternative a quelle chimiche (come ad esempio l’elettro-riduzione) vengono testate su scala di laboratorio e<br />

scarsi sono gli studi relativi al trasferimento di queste nuove metodologie su scala industriale.<br />

Infine, poche sono le informazioni e gli studi relativi all’adattamento degli impianti industriali di tintura ai<br />

coloranti naturali e all’ottimizzazione delle tecnologie disponibili, sebbene queste conoscenze risultino di<br />

notevole importanza per l’attivazione della filiera su scala industriale. Nel passaggio dalla tintura artigianale<br />

a quella industriale dovrebbero essere rivisti criticamente i singoli passaggi del processo di estrazione, di<br />

tintura e finissaggio accertando i loro effetti sulla resa e sulla qualità del prodotto finale.<br />

Pochissimi sono i lavori che affrontano in modo organico tutta la filiera dei coloranti vegetali, dalla<br />

produzione della materia prima alle tecniche di tintura, evidenziando i punti critici e le sue potenzialità,<br />

nonché analizzando la sostenibilità economica e ambientale della filiera stessa.<br />

Alcune pubblicazioni, 9 per l’esattezza, trattano la possibilità dell’impiego dei coloranti naturali in altri<br />

settori rispetto al tessile come, ad esempio, quello cosmetico e alimentare o impieghi completamente diversi<br />

come quello delle fitomedicine e dei prodotti erboristici.<br />

I Progetti di ricerca relativi alla filiera Coloranti naturali di origine vegetale realizzati in anni recenti non<br />

sono numerosi sia a livello europeo che nazionale. La maggior parte delle ricerche è stata incentrata sulla<br />

fase di coltivazione delle principali specie tintorie, sulla tecnica di estrazione dei principi coloranti e sulla<br />

massimizzazione delle produzioni.<br />

Uno dei primi progetti realizzati è stato il Progetto di Ricerca sulle Colture Alternative PRisCA finanziato<br />

Il progetto Activa 83


e promosso dal Ministero delle Politiche Agricole che ha operato dal 1992 al 1997 ed ha visto impegnate le<br />

Università di Bologna, Firenze, Pisa, Palermo e Sassari. Sono state effettuate prove di adattabilità di diverse<br />

specie alle diverse condizioni pedo-climatiche e per ciascuna di queste sono state confrontate varietà ed<br />

ecotipi valutandone la resa e il contenuto in principi coloranti. Parallelamente, hanno preso l’avvio alcune<br />

iniziative progettuali nell’ambito del Regolamento Comunitario 2052/88, obiettivo 5b a favore dell'ambiente<br />

e di uno sviluppo sostenibile di aree svantaggiate situate in diverse Regioni, quali Veneto, Marche, Lazio e<br />

Sardegna.<br />

Le conoscenze acquisite all’interno di questo progetto hanno consentito di avviare il Progetto Cilestre<br />

(Cilestre era il nome con cui veniva chiamato in Italia il pigmento blu ottenuto dal guado, cioè l’indaco),<br />

promosso dall’Università di Bologna e finanziato dall’Agenzia di Sviluppo Agricolo delle Marche (ASSAM)<br />

che ha coinvolto, dal 1996 al 2000, otto aziende agricole in una sperimentazione agronomica su guado,<br />

reseda, robbia, nonché su altre specie coloranti. Dal 1998 al 2000 si è svolto il Progetto di Ricerca Regionale<br />

relativo allo “Sviluppo di produzioni vegetali ad alto valore aggiunto per gli ecosistemi collinari e montani<br />

del Lazio”. La Ricerca è stata coordinata e promossa da ARSIAL in collaborazione con il Consorzio Agrital<br />

Ricerche ed è stata finanziata dalla regione Lazio nel quadro del Regolamento CEE 2081/93 obiettivo 5b,<br />

Asse I sottoprogramma 1 Misura I.1.1. Per le piante coloranti lo scopo del progetto è stato quello di valutare:<br />

l'adattabilità delle diverse specie alle condizioni locali, le migliori tecniche agronomiche, la risposta di<br />

genotipi diversi, le possibilità di meccanizzazione della raccolta, le possibilità di estrazione dei principi<br />

coloranti e la qualità del prodotto ottenibile.<br />

Un importante passo è stato rappresentato dalla realizzazione del Progetto di Ricerca Europeo Air-CT94-<br />

0981 “Cultivation and Extration of Natural Dyes for Industrial Use in Natural Textiles Production” che ha<br />

fatto acquisire a questo settore importanza internazionale. All’interno di questo progetto, coordinato dal Prof<br />

Vetter del Thuringer Landesanstalt fur Landwirtsschaft, sono stati realizzati studi su Isatis tinctoria,<br />

Polygonum tinctorium, Reseda luteola, Solidago virgaurea, Rubia tinctorum, Serratula tintoria,<br />

Chrysanthemum vulgare, Centaurea jacea e Anthemis tintoria di possibile coltivazione in Europa, con lo<br />

scopo di mettere a punto tecniche di coltivazione ed impiego sostenibili. Nell’ambito del progetto sono stati<br />

affrontati diversi aspetti, dallo studio delle esigenze pedoclimatiche, alla messa a punto di tecniche colturali<br />

ottimali, dall’impianto, alla raccolta, alla fertilizzazione e al controllo delle specie infestanti. Una volta<br />

raccolto, il materiale vegetale è stato impiegato per l’estrazione dei principi coloranti i quali sono stati testati<br />

in una serie di prove di tintura al fine di caratterizzare i principali parametri qualitativi, incluso l’uso di<br />

ausiliari e mordenti, l’impiego di acqua e il trattamento dei reflui. E’ stato infine studiato l’impatto<br />

ambientale della produzione dei coloranti naturali ed i costi. Il progetto di ricerca si è concluso nel 1997 ed<br />

ha messo in evidenza come alcuni aspetti rimangano ancora aperti relativamente alla produzione del<br />

materiale di propagazione, all’ottimizzazione del livello produttivo e, nel caso dell’indaco, i costi ancora<br />

elevati e la conseguente competizione da parte dell’indaco di importazione. Al fine di garantire alte rese e<br />

alti standard qualitativi, in relazione alle esigenze dell’industria, il progetto ha messo in evidenza l’esigenza<br />

di portare avanti ulteriormente la ricerca sia di base che applicativa, per ottimizzare la fase di produzione e di<br />

estrazione–formulazione. Poco è stato fatto, relativamente ad alcune specie studiate, riguardo alla messa a<br />

punto di metodi di estrazione/formulazione che garantiscano l’ottenimento di prodotti di qualità a costi<br />

concorrenziali, così come del tutto carente è l’individuazione di impianti di estrazione e concentrazione<br />

dell’estratto di costo contenuto e in grado di operare con costi sostenibili di gestione.<br />

Infine, dal 2001 al 2004 è stato realizzato il Progetto di Ricerca Europeo “SPINDIGO – The Sustainable<br />

Production of plant-derived INDIGO”, che si proponeva di introdurre colture di piante da indaco naturale nei<br />

sistemi agricoli europei. Il Progetto ha presentato una struttura fortemente interdisciplinare, interessando 11<br />

Partner appartenenti a diversi Paesi europei, consentendo così di esplorare un’ampia area geografica, dalla<br />

Finlandia alla Spagna. Esso ha previsto azioni di ricerca e di sviluppo relative sia alla fase della produzione<br />

della materia prima che a quella di estrazione ed utilizzazione industriale del prodotto finito. Esso si è<br />

articolato in diversi sotto–obiettivi:<br />

1. identificazione delle specie più appropriate per le diverse regioni geografiche;<br />

2. messa a punto di tecniche agronomiche per una produzione sostenibile;<br />

3. sviluppo di tecniche di estrazione che possano essere utilizzate nelle singole aziende e che<br />

permettano una rapida ed efficace estrazione dell’indaco dalle piante coltivate;<br />

4. sviluppo di un processo biotecnologico per la purificazione dell’indaco;<br />

Il progetto Activa 84


5. la standardizzazione e il controllo di qualità dell’indaco naturale prodotto;<br />

6. lo studio dell’impatto ambientale relativo all’introduzione di nuove specie e nuove tecnologie.<br />

Le prove sperimentali portate avanti nei tre anni del Progetto, sia in laboratorio che in campo su superficie<br />

parcellare o su larga scala, hanno mostrato che delle tre specie da indaco naturale coltivate (Polygonumn<br />

tinctorium, Isatis tinctoria and Isatis indigotica), I. tinctoria si è dimostrata coltivabile in Inghilterra,<br />

Finlandia e Spagna, mentre P. tinctorium ha dato buoni raccolti in Germania. Le due specie di Isatis e P.<br />

tinctorium si sono comunque rivelate adatte soprattutto al clima italiano dove si sono registrati ottimi risultati<br />

di resa produttiva e di indaco, arrivando ad una resa potenziale di 100 kg/ha di polvere blu da Isatis spp. e<br />

ben 300 kg/ha da P. tinctorium. Le rese effettive, però, sono state effettivamente inferiori a causa di un<br />

processo di estrazione non ancora ottimizzato. In Italia sono comunque possibili fino a 5 raccolti per I.<br />

tintoria e 3 per P. tinctorium, mentre in Spagna si sono toccati i 7 raccolti per Isatis tintoria, mentre il<br />

Polygonum tinctorium non ha dato buoni risultati. Alla fine del progetto, è stata collezionata un’ampia e<br />

ingente banca semi delle specie studiate. E’ stato, inoltre, messo a punto un impianto pilota relativamente<br />

semplice per l’estrazione dell’indaco direttamente on-farm. Nel corso dei tre anni si è ottenuto un indaco con<br />

una purezza del 20-30%, mentre sono in corso nuove ricerche per incrementare la purezza del prodotto<br />

naturale. L’indaco prodotto nell’ambito del Progetto è stato usato con successo da alcune case di moda per la<br />

produzione di nuove linee di abbigliamento che si sono avvalse, non solo della colorazione naturale, ma<br />

anche di fibre naturali come lana, cotone e seta, canapa e ortica. I test di tintura effettuati per comparare<br />

l’indaco naturale con quello sintetico hanno messo in evidenza una buona resistenza alla luce, allo<br />

sfregamento e al lavaggio facendo registrare alti valori DIN per la qualità della tintura. I prodotti finiti sono<br />

stati presentati ad importanti rassegne internazionali di moda (come Pitti immagine uomo). Si sono studiati<br />

anche meccanismi di riduzione batterica per ridurre l’indaco in forma leuco prima della tintura al fine<br />

sfruttare il processo naturale di riduzione batterica, in alternativa alla riduzione chimica.<br />

Lo studio dell’impatto ambientale che le nuove colture potrebbero avere nei diversi sistemi agricoli<br />

europei, ha messo in evidenza come i problemi maggiori siano legati alla perdita di azoto nel terreno e alla<br />

possibilità che le piante di I. tintoria si riproducano spontaneamente diventando a loro volta infestanti.<br />

Il Progetto ritiene di avere raggiunto la maggior parte degli obiettivi sopra identificati e i diversi Partner<br />

del Progetto possono sostenere di aver accumulato collettivamente un’esperienza sulla produzione<br />

dell'indaco naturale estremamente più grande che in qualsiasi altro luogo nel mondo. Tuttavia, rimangono<br />

aperti ancora alcune problematiche:<br />

1. la mancanza di una sufficiente richiesta commerciale da parte dell’industria tessile;<br />

2. problemi tecnici nell’estrazione dell’indaco, processo che vede la perdita di significanti<br />

porzioni dell’indaco potenzialmente presente nella coltura, ma che non viene recuperato con<br />

l’estrazione. Questo porta conseguentemente a minori rese finali, minore purezza e, allo<br />

stesso tempo, ad un incremento del costo del prodotto finito.<br />

I due aspetti non sono completamente scollegati uno dall’altro. Uno dei Partner, la ditta Critical Processes<br />

(UK), sta attualmente affrontando in maniera molto attiva i problemi tecnici relativi all’impianto di<br />

estrazione on-farm. Presso il Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema di Pisa, anch’esso<br />

Partner del progetto, continuano gli studi di laboratorio e su scala aziendale per individuare le condizioni che<br />

potrebbero ottimizzare la resa e la qualità dell’indaco. Risolvere i problemi di estrazione consentirà di<br />

avvicinarsi alla resa potenziale di indaco dalle piante raccolte che è stata dimostrata nel progetto. Le case di<br />

moda e le tintorie industriali che hanno utilizzato l’indaco prodotto durante il progetto, lo hanno trovato nel<br />

complesso soddisfacente. Gli agricoltori che hanno coltivato le piante da indaco naturale, hanno osservato<br />

che le coltivazioni sono state facilmente gestibili in termini di input richiesti e rese e si sono dimostrati molto<br />

interessati a coltivare aree più grandi. Ci sono altri coltivatori che vorrebbero diventare veri e propri<br />

produttori di indaco. Un processo di estrazione ottimizzato potrà senza dubbio aiutare a realizzare l’obiettivo<br />

generale del progetto.<br />

Questo progetto è stato l’unico che ha contribuito a colmare un vuoto di conoscenze più volte evidenziato<br />

dai soggetti e dalle imprese interessate all’attivazione di questa filiera e l’unico che ha affrontato le diverse<br />

problematiche in modo organico, interdisciplinare e approfondito, sia dal punto di vista scientifico che<br />

tecnico.<br />

Il progetto Activa 85


La mancanza di una sufficiente richiesta commerciale da parte dell’industria, che interessa un po’ tutti i<br />

coloranti naturali, può essere in parte affrontata avviando azioni di sostegno ed indirizzo, che possano<br />

influenzare in maniera decisiva lo sviluppo del mercato per questa filiera (es. la comunicazione ai cittadini ed<br />

agli operatori supportata dalle istituzioni, le politiche di marchio e tracciabilità). Parallelamente, è<br />

indispensabile definire dei disciplinari di produzione/estrazione e utilizzare un marchio che attesti la<br />

tracciabilità del prodotto. Altrettanto importante è intensificare la sperimentazione in comparti diversi dal<br />

tessile, quali il settore della pelle, delle vernici e della cosmesi naturale per aumentare le possibilità<br />

d’impiego dei coloranti naturali.<br />

2.5.b Riferimenti bibliografici<br />

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Il progetto Activa 87


2.6 Filiera fibre - Relazione introduttiva<br />

La disponibilità mondiale di fibre è stimata pari a 54,2 milioni di tonnellate (Kozlowski et al., 2003)<br />

comprendente anche poliesteri, poliacrilonitrili, poliammidi, polipropilene, oltre alle fibre naturali, vegetali e<br />

animali (lana, ecc.). Il consumo pro-capite è in continuo incremento nel mondo; dal 1960 al 2000, nonostante la<br />

popolazione sia raddoppiata (da 3 a oltre 6 miliardi), si è passati infatti da meno di 5 a quasi 9 kg; l'incremento<br />

medio è quindi di circa 100 grammi all'anno, ma è molto più alto nei Paesi industrializzati.<br />

La produzione di fibre vegetali deriva per il 40% da foreste e per il 60% da colture (Van Dam, 1999). Queste<br />

colture a livello mondiale interessano globalmente circa 35 milioni di ettari senza sostanziali variazioni negli<br />

ultimi 20 anni (Tab 2.12). La coltura di gran lunga prevalente è il cotone (oltre 85%), seguita a grandissima<br />

distanza da juta e affini (attorno al 5%). Le produzioni oscillano attorno a 25 milioni di tonnellate delle quali<br />

circa 18 (oltre 70%) costituite da cotone (Tab 2.13).<br />

Per quasi tutte le specie si rileva una netta tendenza all'incremento delle rese areiche (Tab 2.14). Le colture da<br />

fibra sono coltivate prevalentemente in Asia, che ha quasi il 60% della superficie e oltre il 55% della produzione<br />

(i Paesi grandi produttori sono Cina, India e Pakistan); Africa e Nord-Centro America concorrono ciascuna con<br />

circa il 15% alla superficie totale, ma il primo continente fornisce meno del 7% della produzione mentre il<br />

secondo arriva ad oltre il 15% (Tab 2.15 e 2.16).<br />

L'Europa contribuisce con solo il 2,6% delle superficie e il 3,4% delle produzioni. Nell'Unione Europea le piante<br />

da fibra, con oltre 650.000 ettari, sono coltivate su un terzo dei 2 milioni di ettari destinati alle colture non<br />

alimentari. Nell'insieme i 10 Stati di prossima ammissione non raggiungono 23.000 ettari (Tab 2.17).<br />

Nell'Unione Europea attuale domina nettamente il cotone, per le ampie superfici dei Paesi prettamente<br />

mediterranei, mentre nei Paesi dell'Est di prossima ammissione prevale il lino. In tutti i casi le rese areiche sono<br />

superiori a quelle riscontrabili a livello mondiale.<br />

Nell'ultimo trentennio, nell'Europa a 15, cotone e lino mostrano una tendenza a crescere con una timida<br />

comparsa della canapa negli ultimi anni (Fig 2.6). Nei nuovi Stati membri lino e canapa mostrano un lieve<br />

decremento delle superfici.<br />

Il mercato delle fibre vegetali a livello mondiale riguarda oltre 6 milioni di tonnellate (Tab 2.18) con netta<br />

prevalenza (circa 90%) del cotone, per un valore (Tab 2.19) di oltre 7 miliardi di dollari (circa 95% il cotone).<br />

Come si può notare l'Europa è un importatore netto, con grandi volumi di materia prima acquistata e<br />

relativamente piccole quantità di prodotto finito esportato. Finora si è avuta convenienza ad importare non solo<br />

le fibre di colture non adatte ai nostri ambienti, ma anche quelle di colture che sono ben adattate alle condizioni<br />

pedoclimatiche europee.<br />

Un cenno alla situazione italiana: nelle statistiche della FAO sono riportati 3.000 ettari di lino che in realtà non<br />

sono coltivati. Si possono ricordare circa 900 ettari di canapa e quasi 700 ettari di kenaf.<br />

Tab 2.12 - Evoluzione delle superfici (ha • 1000) coltivate nel mondo con le principali colture da fibra (dati FAO).<br />

Periodo Canapa Juta e affini Lino Sisal Cotone Ramié Abaca Agave Altre colture Totale<br />

1981-1985 248 2.852 1.385 651 33.739 58 206 53 292 39.484<br />

1986-1990 188 2.428 1.246 525 32.316 278 129 56 305 37.471<br />

1991-1995 73 2.031 703 433 33.609 77 123 55 290 37.395<br />

1996-2000 59 1.836 478 360 33.501 89 132 53 316 36.825<br />

2001 63 1.748 594 373 34.421 117 127 53 312 37.808<br />

2002 63 1.694 607 366 30.264 117 127 53 312 33.604<br />

Il progetto Activa 88


Quindi in pratica non siamo produttori di materia prima. Siamo però fortissimi importatori di fibre vegetali con<br />

oltre 300.000 t per un valore di quasi 450 milioni di dollari (Tab 2.20). Le esportazioni sono pari a circa il 3% in<br />

quantità e al 4,6% in valore rispetto alla materia prima importata. Anche in Italia è il cotone la fibra vegetale che<br />

monopolizza il mercato (95% in quantità e 90% in valore). La canapa, che rappresenta appena l'1-2‰ del<br />

commercio totale, è la fibra che recupera di più (27%) nel rapporto fra importazione ed esportazione.<br />

In sintesi: della cinquantina di piante da fibra coltivate nel mondo, quelle di reale importanza sono poche e le<br />

colture sono dislocate prevalentemente in Paesi in via di sviluppo. L'Europa produce limitati quantitativi di<br />

cotone, al sud, e di lino, al nord; è un forte importatore di materia prima ed un modesto esportatore di prodotto<br />

finito. Attualmente si può riscontrare un notevole interesse in alcuni Paesi già membri dell'Unione (Francia,<br />

Olanda, Germania, Inghilterra ed anche Italia, Polonia, Ungheria, ecc.); si ha una domanda ampia e crescente di<br />

fibre di alta qualità per l'industria tessile e non tessile (Tuback, 2002) ma la produzione è fortemente determinata<br />

dagli aiuti della UE che guidano le motivazioni sia dei produttori agricoli che dell'industria (Alex et al., 2003).<br />

Fig 2.6 - Evoluzione delle superfici di colture da fibra nei 15 Paesi dell'Unione Europea e nei 10 nuovi Stati membri<br />

(dati FAO).<br />

Il progetto Activa 89


Questa è una sintetica fotografia della situazione degli ultimi tempi. Cosa si può prevedere per il prossimo<br />

futuro?<br />

Prospettive: aspetti positivi e negativi<br />

È facile prevedere che il passaggio da una Unione Europea composta da 15 Stati membri ad una a 25, poi a 28,<br />

avrà notevoli effetti sull'agricoltura, che si sommeranno a quelli già provocati dalle proposte di Agenda 2000 e<br />

dalla introduzione dell'Euro. In particolare:<br />

1) probabilmente caleranno gli aiuti, perché calerà il budget dedicato all'agricoltura, che inoltre dovrà essere<br />

suddiviso fra un maggior numero di partners;<br />

2) sicuramente verrà data maggior importanza agli aspetti ambientali, sia riguardo alle modalità di produzione,<br />

sia riguardo alle caratteristiche del prodotto ottenuto.<br />

Entrambi gli effetti possono essere ritenuti favorevoli alla diffusione di colture non alimentari. L'agricoltura<br />

europea infatti dovrà ancor più confrontarsi con il mercato mondiale. Riguardo alle grandi commodities (cereali,<br />

zucchero, ecc.), difficilmente riuscirà ad essere competitiva con Paesi le cui agricolture sono molto ben<br />

strutturate, con grandi aziende, disponibilità di professionalità e servizi (ad es. USA, Canada, ecc.), o con Paesi<br />

in via di sviluppo dove la manodopera costa poco (ad es. India, Cina, ecc.). Potrà invece con buona probabilità<br />

Tab 2.13 - Evoluzione delle produzioni mondiali (tx1000) delle principali colture da fibra (dati FAO)<br />

Periodo Canapa Juta e Lino Sisal Cotone Ramiè Abaca Agave Altre Totale<br />

affini<br />

colture<br />

1981-1985 148 3.831 728 481 16.289 68 114 61 253 21.972<br />

1986-1990 133 3.696 819 397 17.214 302 74 61 273 22.970<br />

1991-1995 63 3.418 637 353 18.763 100 84 66 246 23.730<br />

1996-2000 63 3.302 489 337 18.793 141 98 62 291 23.574<br />

2001 61 3.350 712 305 21.179 201 98 54 276 26.236<br />

2002 61 3.222 721 346 18.719 201 99 54 279 23.702<br />

Tab 2.14 - Evoluzione delle rese areiche (t/ha) delle principali colture da fibra (dati FAO)<br />

Periodo Canapa Juta e Lino Sisal Cotone Ramiè Abaca Agave Altre<br />

affini<br />

colture<br />

1981-1985 0.60 1.34 0.53 0.74 0.48 1.17 0.55 1.14 0.87<br />

1986-1990 0.71 1.52 0.66 0.76 0.53 1.09 0.57 1.09 1.90<br />

1991-1995 0.86 1.68 0.91 0.81 0.56 1.30 0.68 1.19 0.85<br />

1996-2000 1.07 1.80 1.02 0.93 0.56 1.59 0.74 1.15 0.92<br />

2001 0.96 1.92 1.20 0.82 0.62 1.72 0.78 1.03 0.88<br />

2002 0.97 1.90 1.19 0.94 0.62 1.72 0.78 1.03 0.89<br />

competere riguardo a colture le cui produzioni sono difficilmente e costosamente trasportabili, per grande<br />

volume, basso peso specifico, o comunque altre caratteristiche peculiari che complessivamente consigliano, lo<br />

impongono, una prima trasformazione in loco, a volte in grado di conferire un soddisfacente valore aggiunto.<br />

Queste colture di solito richiedono un basso input nella fase agricola e perciò si inseriscono bene in una<br />

agricoltura sostenibile. I prodotti ottenuti, essendo di origine vegetale, sono generalmente apprezzati da una<br />

fascia sempre più larga di consumatori che tende a privilegiare, e a volte anche a pagare di più, prodotti ritenuti<br />

amici dell'ambiente.<br />

Le suddette considerazioni sono condivise dall'Unione Europea che, soprattutto finanziando ricerca e sviluppo,<br />

tende a favorire la diffusione delle colture non alimentari. Dal 1982 al 2002 gli stanziamenti per lo sviluppo del<br />

settore hanno superato 50 milioni di Euro (Karus e Kaup, 2003).<br />

Nei più ottimistici degli scenari proposti (non da tutti condivisi) sono previsti fino a 40 milioni di ettari destinati<br />

nel 2020 alle colture non alimentari, comprese quelle per energia.<br />

Il progetto Activa 90


In questa prospettiva è prevedibile che anche le colture da fibra possano avere un notevole sviluppo. Si<br />

presentano diversi aspetti favorevoli ed altri, non di poco conto ma superabili, sfavorevoli. Sono tutti noti, ma è<br />

il caso di ricordarli.<br />

Fra i favorevoli:<br />

a) quelli relativi all'agricoltura:<br />

1) Opportunità di allargare gli avvicendamenti inserendo colture che si differenziano da quelle tradizionali per<br />

esigenze nutrizionali, capacità competitive verso le infestanti, durata e collocazione del ciclo, soggezione ad<br />

insetti e malattie, ecc.. Ciò in particolare negli areali in cui ripetute successioni troppo strette hanno reso e<br />

rendono più difficili il controllo delle infestanti e i problemi fitosanitari.<br />

2) Possibilità di sfruttare regolamenti comunitari, nazionali o regionali che comportino aiuti aggiuntivi legati<br />

all'impegno di adottare itinerari tecnici più rispettosi dell'ambiente. Gli obiettivi possono essere il contenimento<br />

della lisciviazione dei nitrati, la riduzione dell'impiego di antiparassitari o diserbanti, la difesa dall'erosione, ecc..<br />

Nel perseguire alcuni di questi obiettivi, l'introduzione di colture da fibra potrebbe giocare un ruolo di rilievo.<br />

3) Possibilità di ripartire i rischi dovuti al clima o al mercato giostrando su un più ampio numero di colture.<br />

b) quelli relativi agli utilizzatori:<br />

4) Rivalutazione dei prodotti di origine vegetale, in particolare delle fibre in contrapposizione a quelle sintetiche.<br />

Ciò soprattutto per la destinazione tessile nell'ambito della quale si inserisce prepotentemente il fattore moda,<br />

con eccezionali effetti moltiplicativi del valore aggiunto nel corso dei successivi passaggi. Anche il settore<br />

dell'arredo sembra seguire il trend di quello del vestiario, aprendo una nuova destinazione d'uso finora<br />

praticamente sconosciuta.<br />

5) Le nuove conoscenze tecniche che ora permettono un più vantaggioso impiego di fibre naturali in sostituzione<br />

o in miscela con quelle sintetiche. È il caso dei biocomposti e dei tessuti non tessuti che hanno, e avranno, un<br />

mercato in espansione con una vasta gamma di destinazioni d'uso. Di conseguenza, si ritiene che, nel settore<br />

delle fibre, così come in quello degli oli, sia elevatissima la potenzialità di sostituzione di materie prime derivate<br />

dalla petrolchimica con altre rinnovabili di origine vegetale (Askew, 2003).<br />

6) La richiesta e la produzione di paste di cellulosa derivate da fibre non legnose sembrano in aumento a livello<br />

mondiale, tanto che nel 2010 potrebbero raggiungere o superare il 15% contro il 7% del 1995 e l'11% del 1999<br />

(Van Dam, 1999); ciò su un totale stimato di 480 milioni di tonnellate, contro le 270 del 1999. L'incremento sarà<br />

favorito dalla necessità di limitare il taglio di foreste e dalla possibilità di usare le promettenti tecnologie che si<br />

stanno rendendo disponibili.<br />

7) Lo sviluppo di nuove destinazioni (suggestive per la possibilità di catturare l'interesse del consumatore e dei<br />

mass media) quali la bioedilizia e l'industria automobilistica.<br />

Tab 2.15 Superficie coltivata (ha*10 3 ) con le principali colture da fibra suddivisa per continenti (media triennio 2000-<br />

2002) (Dati FAO)<br />

Coltura Totale Africa Asia Europa Oceania N-C<br />

America<br />

S America<br />

Canapa 62 30 28 4<br />

Juta e aff. 1.712 23 1.637 22 14 16<br />

Lino 550 10 127 408 5<br />

Sisal 372 95 6 59 212<br />

Cotone 32.268 4.726 19.750 502 369 5.381 1.540<br />

Ramie 111 111<br />

Abaca 130 2 110 1 17<br />

Agave 53 4 29 20<br />

Altre<br />

colture<br />

311 242 14 6 48 1<br />

Totale 35.568 5.098 21.788 960 375 5.531 1.816<br />

Il progetto Activa 91


Tab 2.16 Produzione delle principali colture da fibra (t*10 3 ) suddivisa per continenti (media triennio 2000-2002)<br />

(Dati FAO)<br />

Coltura Totale Africa Asia Europa Oceania N-C<br />

America<br />

S America<br />

Canapa 57 32 21 4<br />

Juta e aff. 3.203 20 3.105 46 13 18<br />

Lino 651 9 302 336 4<br />

Sisal 355 65 21 77 191<br />

Cotone 19.554 1.684 11.395 522 583 4.041 1068<br />

Ramie 189 188 1<br />

Abaca 101 1 74 1 25<br />

Agave 54 4 28 22<br />

Altre<br />

colture<br />

275 44 69 4 58 101<br />

Totale 24.439 1.823 15.390 925 587 4.219 1.435<br />

8) La prospettiva di altre destinazioni minori, quali substrato per le colture dei funghi, lettiera per allevamenti<br />

soprattutto di cavalli, pacciamatura per colture ortive, protezione antierosiva delle scarpate, ecc..<br />

9) La possibilità di impiegare, quali coprodotti, componenti minori derivate da alcune piante da fibre nei settori<br />

della cosmetica, della medicina e della chimica fine, aumentando così la redditività delle colture.<br />

Ai fattori positivi già noti, ai quali probabilmente potrebbero esserne aggiunti altri, se ne contrappongono alcuni<br />

negativi, di seguito ricordati con suggerimenti per superarli.<br />

1) La bassa competitività nei riguardi sia di materie prime di origine sintetica, sia di altre fibre vegetali<br />

importate. Ne consegue la necessità di ottenere prodotti di pregio in grado di assorbire i costi della materia prima<br />

valorizzandone la qualità. Devono perciò poter essere evidenti la tracciabilità dell'intero processo e le<br />

caratteristiche del prodotto finito. Quest'ultimo deve poter essere contraddistinto dall' "ecolabel". Devono anche<br />

essere valorizzate le caratteristiche multiuso comuni a molte piante da fibra. Alcuni sottoprodotti potrebbero<br />

divenire coprodotti.<br />

Tab 2.17 Superfici, produzioni e rese areiche delle principali colture da fibra coltivate nei 15 Paesi dell’UE e nei 10 di<br />

recente ammissione (media triennio 2000-2002) (Dati FAO)<br />

Paesi Superficie Produzione Resa areica<br />

Canapa Lino Cotone Canapa Lino Cotone Canapa Lino Cotone<br />

(ha*10 3 ) (t*10 3 ) (t/ha)<br />

Austria<br />

Belgio<br />

Lussemburgo<br />

13.9 16.7 1.2<br />

Danimarca<br />

Finalndia<br />

Francia 0.2 71 0.3 75.0 1.71 1.06<br />

Geramania<br />

Grecia 401.7 428.0 1.06<br />

Irlanda<br />

Italia 3.0<br />

Olanda 4.5 26.8 5.89<br />

Portogallo<br />

Spagna 9.1 61.2 89.2 12.3 53.3 109.0 1.36 0.87 1.22<br />

Svezia<br />

Regno Unito 18 28.0 1.56<br />

Il progetto Activa 92


Unione<br />

Europea (15)<br />

Cipro<br />

9.3 171.6 490.9 12.7 200.3 536.0 1.37 1.17 1.09<br />

Repubblica<br />

Ceca<br />

Estonia<br />

7.5 16.8 2.25<br />

Ungheria 0.1 0.1 1.0<br />

Lettonia 1.9 1.1 0.57<br />

Lituania<br />

Malta<br />

7.4 5.8 0.78<br />

Polonia 0.1 4.8 0.1 9.7 1.0 2.03<br />

Slovacchia<br />

Slovenia<br />

0.8 0.4 0.20<br />

Nuovi stati<br />

membri<br />

0.2 2.5 0.0 0.2 33.9 0.0 1.39 1.51 0.0<br />

Unione<br />

Europea (25)<br />

9.4 194.1 490.9 12.9 234.2 5.37 1.37 1.21 1.09<br />

Tab 2.18 Commercio mondiale (quantità in t) di fibre vegetali (media triennio 2000-2002) (Dati FAO)<br />

Fibre Totale Africa Asia Europa Oceania N-C<br />

America<br />

S America<br />

Canapa Imp 9.006 97 2.321 5.861 1 691 35<br />

Exp 4.967 31 922 3.485 1 349 179<br />

Juta Imp 324.884 26.142 257.780 26.486 3.571 3.222 7.683<br />

Exp 358.642 249 345.256 10.735 15 2.387 1<br />

Lino Imp 138.033 1.581 40.514 93.216 50 852 1.821<br />

Exp 146.012 5.418 517 139.783 7 255 31<br />

Sisal Imp 72.753 5.469 13.074 39.983 787 11.536 1.904<br />

Exp 71.429 31.571 919 3.262 6 415 35.256<br />

Cotone Imp 5.629.153 155.327 3.213.711 1.359.903 122 539.702 360.387<br />

Exp 5.632.388 1.011.674 1.661.183 353.866 708.377 1.608.711 288.578<br />

Ramie Imp 2.042 64 1.843 134<br />

Exp 1.769 1.769<br />

Abaca Imp 32.051 147 7.730 18.297 4 5.836 37<br />

Exp 29.748 3 16.911 116 4 952 11.762<br />

Agave Imp 549 11 61 32 445<br />

Exp 9 1 6 2<br />

Altre<br />

colture<br />

Imp 6.092 4.113 230 1.124 22 580 23<br />

Exp 60.679 1.052 931 592 58.103<br />

Totale Imp 6.214.563 192.951 3.357.264 1.544.902 4.557 562.419 372.469<br />

Exp 6.305.643 1.049.999 2.028.408 511.845 708.410 1.671.172 335.809<br />

2) La bassa competitività nei riguardi di colture tradizionali. È necessario ottimizzare le fitotecniche in modo da<br />

migliorare la redditività globale dell'intero avvicendamento. Gli interventi tecnici non devono perciò essere<br />

pensati in funzione delle singole colture, ma dell'intero avvicendamento. Devono essere valutati (e,<br />

se positivi, economicamente compensati!) gli effetti sull'ambiente.<br />

3) La mancanza di un sistema di valutazione della qualità rapido, oggettivo e riconosciuto. Le caratteristiche del<br />

materiale (pianta intera, stelo, porzione corticale, fibra macerata, fibra già lavorata, ecc.) devono poter essere<br />

Il progetto Activa 93


giudicate in modo da consentire una remunerazione basata sul valore reale del prodotto senza dar luogo a<br />

contenziosi.<br />

4) L'ultimo e principale fattore negativo. Non esiste una vera e propria filiera in grado di applicare e sfruttare le<br />

conoscenze sugli effetti di fattori ambientali, tecniche colturali, modalità di raccolta e prime lavorazioni nei<br />

riguardi delle caratteristiche qualitative.<br />

Tab 2.19 Commercio mondiale (valore in $*10 3 ) di fibre vegetali (media triennio 2000-2002) (Dati FAO)<br />

Fibre Totale Africa Asia Europa Oceania N-C<br />

America<br />

S America<br />

Canapa Imp 8.668 268 2.819 4.725 3 666 186<br />

Exp 5.158 180 1.749 2.868 7 275 77<br />

Juta Imp 91.516 9.478 64.574 11.855 549 1.902 3.158<br />

Exp 82.017 96 76.577 4.166 77 1.159 2<br />

Lino Imp 290.445 5.151 81.037 198.708 140 1.281 4.128<br />

Exp 282.486 6.056 891 275.144 11 353 31<br />

Sisal Imp 46.650 3.599 8.346 26.886 634 6.381 804<br />

Exp 36.092 18.554 1.721 4.145 19 535 11.118<br />

Cotone Imp 7.444.774 218.567 4.186.351 1.852.647 199 710.396 476.613<br />

Exp 6.631.487 1.256.369 1.869.836 391.606 905.663 1.967.556 240.457<br />

Ramie Imp 6.893 72 6.334 487<br />

Exp 6.141 6.139 2<br />

Abaca Imp 34.180 107 6.810 20.130 43 7.140 260<br />

Exp 24.758 14.843 411 35 393 9.075<br />

Agave Imp 375 24 47 13 1 291<br />

Exp 13 3 7 1 2<br />

Altre<br />

colture<br />

Imp 4.942 959 542 2.299 60 1.053 28<br />

Exp 21.056 1.305 1.284 943 1 17.523<br />

Totale Imp 7.928.442 238.225 4.356.860 2.117.263 1.628 728.819 485.955<br />

Exp 7.089.208 1.282.563 1.973.047 679.224 905.816 1.987.794 260.762<br />

Tab 2.20 Commercio iatliano di fibre vegetali (media triennio 2000-2002) (Dati FAO)<br />

Coltura Quantità Valore Rapporto imp/exp Importanza relativa<br />

Quantità Valore<br />

(t) $*10 3<br />

(%) (%)<br />

Abaca Imp<br />

Exp<br />

48<br />

1<br />

88<br />

2<br />

2.27 0.02 0.02<br />

Cotone Imp<br />

Exp<br />

290.770<br />

7.601<br />

399.834<br />

14.009<br />

3.5 94.5 89.92<br />

Lino Imp<br />

Exp<br />

14.182<br />

1.567<br />

41.375<br />

5.944<br />

14.37 4.61 9.31<br />

Canapa Imp<br />

Exp<br />

354<br />

64<br />

1.042<br />

291<br />

27.93 0.12 0.23<br />

Juta Imp<br />

Exp<br />

1.092<br />

30<br />

441<br />

41<br />

9.3 0.35 0.1<br />

Sisal Imp 731 915<br />

10.38 0.24 0.21<br />

Altre<br />

colture<br />

Exp 46 95<br />

Imp 527 939<br />

Exp 11 77<br />

8.2 0.17 0.21<br />

Il progetto Activa 94


Totale Imp 307.770 444.634<br />

Exp 79.320 20.459<br />

4.6 100 100<br />

Gli operatori di ogni anello della catena difficilmente conoscono le esigenze e le priorità di quelli delle fasi<br />

successive e questi ultimi non sanno cosa poter richiedere alle fasi precedenti e quale è l'impegno e il costo delle<br />

loro richieste. È ancora una catena<br />

formata da tratti di anelli saldi alternati ad altri mal connessi fra loro che rischiano di staccarsi se l'intensità dello<br />

sforzo viene incrementata. E va detto che negli ultimi tempi si è avuto un notevole miglioramento rispetto a<br />

quando si assisteva solo ad un dialogo fra sordi con ripetute dichiarazioni di interesse da parte delle componenti<br />

(sia agricole che industriali) che però non riuscivano ad incontrarsi.<br />

Un fattore di miglioramento: la qualità<br />

Cosa è necessario fare per migliorare il sistema? Le iniziative possibili sono innumerevoli, anche recentemente<br />

messe in evidenza (Di Candilo et al., 2003), ma è opportuno sottolineare un aspetto particolare. Possono<br />

innanzitutto essere ricordate due recenti autorevoli affermazioni: L'unico modo perché l'agricoltura europea<br />

possa competere nel mercato mondiale delle fibre lignocellulosiche è produrre materia prima di elevata qualità<br />

che consenta un elevato valore aggiunto (Van Dam, 1999). L'idea di base per assicurare un futuro competitivo a<br />

canapa e lino è produrre sempre fibra di alta qualità con le caratteristiche specifiche richieste a seconda dei casi<br />

dal mercato del tessile oppure del non tessile (Kessler et al., 1999; Pecenka, 2002).<br />

La carta vincente sembra essere la qualità, o, meglio, specifiche caratteristiche qualitative. Si deve puntare<br />

quindi in modo deciso sulla qualità. Ma cosa è la qualità? Fra le tante definizioni sembra appropriata la seguente:<br />

"qualità è l'insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto che gli conferiscono la capacità di<br />

soddisfare esigenze espresse o implicite". Quindi tante qualità, tanti parametri per definirle, tante metodologie e<br />

tanti strumenti per misurarle, tanti modi e tanti mezzi per produrle, tanti tipi di domanda, tante differenze di costi<br />

e di prezzi, ecc.. La definizione di qualità è dunque dinamica e si riferisce di volta in volta alle esigenze del<br />

trasformatore, del consumatore<br />

Tab 2.21 Confronto orientativo fra colture annuali da fibra. Un maggior numero di asterischi indica una situazione<br />

comparativamente più favorevole nel confronto fra specie.<br />

Fattori a confronto Canapa Lino Kenaf Sorgo da fibra<br />

Disponibilità di conoscenze su:<br />

Fitotecnica di base *** *** ** **<br />

Effetti/fattori ambientali *** *** ** **<br />

Effetti/fattori agronomici *** *** *(*) *<br />

Disponibilità di seme ** *** * *(*)<br />

Disponibilità varietà specifiche * *** * *<br />

Effetto su avvicendamento *** *** ** *<br />

Sensibilità a malattie e insetti *** ** * **<br />

Meccanizzazione di base *** *** ** **<br />

Meccanizzazione specifica *** **(*) * **<br />

Essiccamento in campo *** *** * *<br />

Conservabilità *** *** * *(*)<br />

Qualità destinazione tessile *** *** * *<br />

Qualità altre destinazioni *** *** ** *<br />

Tab 2.22 Confronto orientativo fra colture annuali da fibra. Un maggior numero di asterischi indica un maggior<br />

livello di esigenze.<br />

Fattori a confronto Canapa Lino Kenaf Sorgo da fibra<br />

Il progetto Activa 95


Esigenze termiche * ** *** ***<br />

Esigenze idriche * * *** *<br />

Esigenze nutrizionali * * * ***<br />

Esigenze lavorazioni e prep<br />

terreno<br />

** *** ** *<br />

Esigenze difesa da malerbe * *** ** **<br />

Temp. Minim germin (°C) 1-10 0-2 12 10-14<br />

Zero di vegetazione (°C) 1 5-9 15-16 10<br />

Temp Ottimale accresc. (°C) 15-25 15-20 25-28 20-28<br />

Coeff. Di evapotrasp. (L*kg -1 ) 300-500 800-1100 400-500 200-300<br />

Quantità di seme 1 (kg*ha -1 ) 35-60 120-140 20-30 6<br />

Distanza tra le file (cm) 12-20 8-10 50 50<br />

Semi germinabili 1 (n*m -2 ) 150-170 2.000-2.200 100-120 20-22<br />

Densità di piante (n*m -2 )<br />

Emergenza 120-150 1.800-2.000 80-90 14-18<br />

Raccolta 90-100 1.500-1.800 30-40 12-15<br />

Epoca di semina Marzo/aprile Marzo/aprile Maggio/giugno Aprile/maggio<br />

Epoca di raccolta Luglio/agosto Luglio/agosto Ottobre/novembre Settembre<br />

Durata ciclo colturale (d) 80-170 80-170 100-180 100-140<br />

Asportazioni (kg*t -1 di s.s.)<br />

N 10-15 2-3 10-20<br />

P2O5 2-6 7-8 1-2 5-7<br />

K2O 15-17 3-4 4-8<br />

CaO 9-16 6-7 4-5<br />

1 per le baby hemp la quantità di seme è di 80 kg*ha -1 e la densità programmata alla raccolta è di circa 400 piante (n*m -2 )<br />

o di chiunque richiede e acquista una materia prima o un prodotto lavorato. Per ora forse ci si deve accontentare<br />

del vecchio detto: "la qualità è quella che il compratore vuole e paga".<br />

Ma come può essere valutata la qualità? Non è facile. C'è un bisogno "disperato" di sviluppare un metodo<br />

europeo per classificare le nuove fibre (Newman, 1999). Varie metodologie sono in fase più o meno avanzata di<br />

studio (Frederiksen et al., 1999a, 1999b; Jensen e Lilholt, 1999; Bjerring et al., 1999; Oliveros et al., 1999;<br />

Petterson et al., 1999; Rheinländer et al., 1999; Rennebaum et al., 1999; Toftegaard e Lilholt, 1999a,<br />

1999b), La qualità delle piante da fibra può essere valutata in termini di caratteristiche microscopiche,<br />

ultrastrutturali, composizione chimica, proprietà fisiche (Olesen, 1999) e tali caratteristiche della materia prima<br />

devono sempre essere messe in relazione con quelle del prodotto finale. E, poiché le caratteristiche di<br />

quest'ultimo dipendono da quelle della materia prima e possono essere influenzate nel corso delle successive fasi<br />

del processo di lavorazione, è indispensabile comprendere le relazioni fra materiale di partenza e operazioni di<br />

lavorazione (Van Dam, 1999).<br />

Il requisito per costruire effettivamente un sistema qualità è quindi capire le correlazioni fra composizione,<br />

morfologia, struttura, proprietà delle fibre attraverso appropriate analisi chimiche e fisiche (Eenink et al., 1996).<br />

Vanno valutate le differenze fra specie, e nell'ambito di queste fra varietà; vanno valutati gli effetti sulla qualità<br />

dovuti a tecniche colturali, grado di maturazione, modalità di raccolta, modalità e tempi di macerazione,<br />

separazione fibra, prime lavorazioni, ecc. per poter operare scelte opportune e apportare le modifiche richieste<br />

per ottenere i prodotti voluti. Va ricordato che il materiale vegetale è molto disomogeneo: ad esempio nella<br />

canapa si hanno differenze marcate fra piante maschili e femminili, alte e basse, cresciute rade o fitte, in fase più<br />

o meno avanzata di maturazione (Venturi, 1963; Venturi e Amaducci, 1996, 1997, 1999; Naumenko, 2002) e la<br />

variabilità delle caratteristiche qualitative della fibra in uno stelo è sia trasversale che verticale (Venturi e<br />

Amaducci, 2003).<br />

Il progetto Activa 96


È perciò necessario un controllo costante della qualità con metodologie non distruttive per valutare le proprietà<br />

fondamentali, funzionali, tecniche, di processo, in funzione della destinazione del prodotto (Kessler e Kessler,<br />

2002).<br />

La variabilità delle caratteristiche qualitative nel tempo e nello spazio, e quindi la mancanza di standardizzazione<br />

e i cambiamenti decisivi a livello morfologico e chimico durante le fasi di lavorazione, sono un aspetto negativo<br />

dei materiali biobasati.<br />

Questi svantaggi possono però essere trasformati in vantaggi se la variabilità è trasformata in versatilità (Kessler<br />

e Kessler, 2002).<br />

Tab 2.23 Confronto orientativo fra alcune colture annuali da fibra.<br />

Fattori a confronto Canapa Lino Kenaf Sorgo da fibra<br />

Biomassa fresca (t*ha -1 ) 30-50 20-40 70-100<br />

Biomassa secca (t*ha -1 ) 12-15 5-9 8-12 20-40<br />

Steli freschi (t*ha -1 ) 25-40 20-30 56-80<br />

Steli s.s. (t*ha -1 ) 10-12 5-7 8-12 16-30<br />

Fibra s.s. (t*ha -1 ) 1-2 0.7-1.8 1-2.5 3.5-4.5<br />

Umidità<br />

Pianta (%) 65-70 75-80 30-40<br />

Steli (%) 50-60 70-80 70-80<br />

Steli/biomassa (% fresco) 65-70 55-60 80-85<br />

Steli/biomassa (% secco) 40-45 70-75 65-70 75-80<br />

Fibra grezza stelo (%) 15-30 20-30 10-12 10-20<br />

Cellulosa (% s.s.) 60-70 55-70 30-50 35-45<br />

Emicellulosa + pectina (% s.s.) 5-15 2-20 22-33 25-30<br />

Lignina (% s.s.) 3-14 2-15 8-19 8-13<br />

Altezza piante (cm) 150-400 60-120 150-350 300-500<br />

Diametro basale (mm) 1-7 2-4 10-15 15-25<br />

Fibra<br />

lunghezza (mm) 16-40 10-14 8-18<br />

larghezza (ppm) 25-45 8-25 20-35<br />

Le colture di possibile interesse per il centro Italia<br />

Le colture da fibra coltivate su grandi superfici nel mondo sono poche e su tutte, come già detto, domina il<br />

cotone. Quali sono di interesse per l'Italia Centrale?<br />

Tecnicamente potrebbero essere forse una decina in grado di adattarsi concretamente alle condizioni<br />

pedoclimatiche. In realtà solo canapa, lino, kenaf e sorgo da fibra possono essere prese in considerazione per la<br />

capacità di adattarsi all'ambiente e di poter rientrare negli avvicendamenti tradizionali senza provocare<br />

particolari sconvolgimenti. Possono essere ricordate anche ginestra, ortica e ramiè, che però hanno problemi<br />

molto diversi rispetto alle specie annuali sopra citate, così come il cotone attualmente non sembra potersi<br />

spingere tanto a nord. Senza entrare in dettagli, può essere interessante un sintetico confronto fra colture, in<br />

modo da fornire informazioni per orientare le scelte.<br />

Dalla tabella 2.21 risulta una prevalenza relativa delle due colture più antiche, canapa e lino, su kenaf e sorgo da<br />

fibra. Va però messo in evidenza che anche per le prime, la superiorità è solo relativa pertanto è necessario<br />

approfondire le conoscenze soprattutto alla luce delle nuove possibili destinazioni d'uso. Anche le colture antiche<br />

vanno "ripensate".<br />

È perciò utile conoscerne, e confrontarne, alcuni aspetti quali esigenze, asportazioni, fitotecniche, livelli<br />

produttivi, caratteristiche qualitative, ecc. (Tab. 2.22 e 2.23), tenendo conto delle variabilità dei dati dovute ad<br />

ambiente, cultivar, fitotecnica.<br />

Il progetto Activa 97


Possibili nuove destinazioni d'uso<br />

Va ricordato che le colture da fibra, e in particolare la canapa, sono colture multiuso. Questa caratteristica può e<br />

deve essere sfruttata valorizzando scarti e sottoprodotti che in diversi casi possono divenire addirittura<br />

coprodotti. Deve però essere chiaro che il componente di valore non è lo stelo, ma la fibra e quindi si deve<br />

puntare ad ottimizzare la produzione di quest'ultima (Graf et al., 2003; Venturi, 2004; 2005).<br />

Le fibre vegetali, cellule singole o gruppi di cellule, in funzione della combinazione tra le tre principali<br />

componenti (cellulosa, emicellulosa e lignina) presentano in modo variabile caratteristiche che hanno interesse<br />

differente per l’uomo a seconda degli obiettivi perseguiti. Caratteristiche positive sono: la proprietà di isolare da<br />

quella calorica l’elettricità; la biodegradabilità; la resistenza soprattutto alla trazione; la reattività a modifiche<br />

chimiche. Caratteristiche negative sono: la incostanza dimensionale, l’igroscopicità può far cambiare il volume<br />

in funzione dell’assorbimento di umidità peraltro controllabile con trattamenti già noti; la combustibilità,<br />

anch’essa controllabile con trattamenti, che al contrario può essere considerata un vantaggio qualora si volesse<br />

ricavare energia a fine ciclo del prodotto.<br />

Ai già citati tradizionali impieghi delle fibre vegetali, alla fine del secolo scorso si sono aggiunte nuove<br />

possibilità: di queste ultime verrà riferito sulla base della bibliografia più recente.<br />

Biocompositi, Sono prodotti con una vastissima gamma di impieghi, nei quali fibre lignocellulosiche sono<br />

mescolate ad altri materiali. Le matrici rinforzate delle fibre possono essere a base di plastica, particelle legnose,<br />

metalli, polimeri, ceramiche etc.<br />

L’idea innovativa di utilizzare fibre naturali per rinforzare matrici polimeriche è stata sviluppata a partire dal<br />

1989, creando nuovi materiali chiamati biocompositi. Da allora il settore è molto cresciuto, tanto che nell’ultimo<br />

decennio il mercato europeo delle plastiche rinforzate con fibre ha avuto performance migliori di quello delle<br />

termoplastiche.<br />

I biocompositi sono impiegati in svariati settori, in ognuno dei quali si fanno apprezzare per caratteristiche<br />

diverse che, di volta in volta, assumono un ruolo di differente importanza: ad esempio minor peso nell’industria<br />

automobilistica, capacità isolante in bioedilizia, degradabilità in agricoltura, riciclabilità in generale e, non<br />

ultima, capacità con opportune combinazione di avere un’ottima forza nonostante la minor densità. Nei<br />

compositi l’efficienza del rinforzo di fibra dipende dalla capacità di trasferire lo sforzo dalla matrice alla fibra.<br />

Ciò è ostacolato dalla scarsa adesione tra superficie idrofila della fibra e polimeri idrofobi normalmente usati<br />

come matrici: trattamenti chimici possono migliorare tale adesione e perciò le proprietà meccaniche preservando<br />

la biodegradabilità.<br />

Industria automobilistica<br />

L’impiego di materiali non metallici nel settore dei trasporti (autovetture, aerei, ferrovie) ha radici lontane, da<br />

quando Henry Ford disegnò l’architettura di un’automobile interamente in polimeri.<br />

Attualmente l’industria automobilistica sembra dare importanza al minor peso e alla resistenza che, se le fibre<br />

sono posizionate in modo da essere parallele alla direzione delle forze applicate, può essere paragonabile a<br />

quella dei polimeri rinforzati o delle fibre di vetro.<br />

In realtà, se in un primo tempo (anni ottanta e inizio anni novanta) l’impiego nell’industria automobilistica di<br />

fibre naturali non legnose in sostituzione di quelle legnose o derivate da residui del tessile ha preso il<br />

sopravvento, successivamente ci si è resi conto dell’importanza di altri aspetti quali:<br />

- bassa densità con possibile riduzione dal 10 al 30% del peso;<br />

- interessanti proprietà meccaniche ed acustiche;<br />

- favorevoli proprietà durante la lavorazione (minore usura degli utensili);<br />

- possibilità di costruire in un solo passaggio anche elementi complessi;<br />

- favorevole comportamento in caso di incidente (alta stabilità, assenza di schegge);<br />

- favorevole ecobilancio sia nella fase produttiva che in quella di utilizzo (il minor peso consente risparmio di<br />

carburante);<br />

- benefici per la salute in confronto alle fibre di vetro;<br />

- assenza di componenti gassosi tossici (in confronto a resine fenoliche legate al legno e a fibre di cotone<br />

riciclato);<br />

Il progetto Activa 98


- prezzi vantaggiosi in confronto alle tecnologie usate in precedenza e alle fibre sintetiche (il cui costo è legato<br />

al petrolio).<br />

Questi aspetti hanno evidentemente importanza se una ventina delle principali case automobilistiche (Audi,<br />

BMW, Citroen, Daimler Chrysler, FIAT, Ford, Mitsubishi, Nissan, Opel, Peugeot, Renault, Rover, Saab, SEAT,<br />

Toyota, Volkswagen, Volvo) usa, in diverse parti della vettura di diversi modelli, fibre vegetali, che presentano<br />

inoltre un ottimo isolamento dal calore, permettono di risparmiare energia termica nelle operazioni di riciclo ed<br />

hanno anche una buona e riproducibile qualità.<br />

Con le tecnologie attuali possono essere usati da 5 a 10kg di fibre naturali per auto (escluse le imbottiture dei<br />

sedili). Per i 15-20 milioni di autovetture prodotte annualmente in Europa si può avere una richiesta da 75000 a<br />

200000t di fibre vegetali per anno. Poiché la produzione di un ettaro può variare da 2 a 4 t, ciò significa da un<br />

minimo di 20000 ad un massimo di 100000 ettari.<br />

Il mercato può diventare ancora più ampio qualora si possa disporre di nuove tecnologie che abbassino i costi e<br />

migliorino le prestazioni dei prodotti. In effetti, valide tecnologie per ottenere biocompositi sono già disponibili<br />

e diverse altre paiono promettenti. Le fibre vengono confrontate con i materiali tradizionali anche per aspetti<br />

particolari come ad esempio gli “odori”. Per utilizzare i materiali da fibre anche in parti esterne delle vetture è<br />

necessario ridurre il maggiore assorbimento di acqua.<br />

L’impiego consistente di fibre naturali nell’industria automobilistica è relativamente recente, iniziato prima in<br />

Germania e, con un ritardo di circa due anni, in altri paesi europei tra cui l’Italia. Nel 2000 il consumo di fibre<br />

naturali nell’industria automobilistica è stato di 20000t, con previsioni fino a 50-70000t per il 2005 e fino a<br />

100000t per il 2010. Se il prezzo della fibra si manterrà intorno a 0,5-0,6 Euro per kg si tratta di un mercato<br />

nell’ordine dei 50-60 milioni di euro.<br />

Come si può notare, negli ultimi anni l’incremento è stato notevole: la fibra di lino finora ha fatto la parte del<br />

leone: ciò a causa dell’insufficiente disponibilità di altre fibre.<br />

Solo il 20-50% delle fibre deriva da colture effettuate in paesi dell’UE. E’ perciò evidente l’importanza di<br />

sviluppare a livello europeo fitotecniche e metodologie in grado di abbassare i costi e di assicurare una<br />

sostanziale produzione negli anni di materiale con le caratteristiche richieste dall’industria. L’ampiezza<br />

potenziale del mercato e quindi le opportunità per l'agricoltura giustificano sostanziosi impegni della ricerca per<br />

raggiungere tale obiettivo.<br />

Grande importanza nello sviluppo del settore hanno anche le direttive europee sul ciclo di vita delle autovetture.<br />

Nel settembre del 2000, Consiglio dei Ministri e Parlamento Europeo hanno emanato una direttiva in proposito.<br />

E’ previsto che dal 2015 la percentuale di riuso, riciclo e recupero sia pari almeno al 95% in base al peso del<br />

veicolo. A seconda di come tale percentuale dovrà essere calcolata potrebbe presentarsi oppure no un problema<br />

per l’impiego di fibre vegetali.<br />

L’espansione del settore è legata anche alla introduzione di nuovi modelli; si ritiene infatti che ciascun nuovo<br />

modello di vettura possa, a seconda della tipologia, aumentare la domanda di fibre vegetali da 500 a 3000t per<br />

anno.<br />

Un forte incremento dell’impiego di fibre naturali, nel settore automobilistico, è previsto anche per il mercato<br />

americano. Dai 155 milioni di dollari nel 2000 si dovrebbe passare a 1380 milioni nel 2005.<br />

Bioedilizia<br />

L’impiego di fibre naturali nel settore delle biocostruzioni è di crescente interesse, sia per gli effetti isolanti che<br />

con funzione di alleggerimento o per rinforzare strutture portanti.<br />

Per l’isolamento acustico o termico vengono tradizionalmente impiegate fibre di vetro o polistirolo: entrambi<br />

possono essere sostituiti da fibre naturali che forniscono risultati equivalenti o migliori, richiedono meno energia<br />

per la produzione e sono meno soggette ad attacchi di muffa se all’esterno.<br />

In Europa al settore delle costruzioni può essere attribuito il 50% dell’esaurimento delle risorse naturali, il 55%<br />

dell’inquinamento atmosferico, il 40% della produzione di rifiuti e il 45% del consumo energetico, che per<br />

laterizi e legno è calcolato mediamente pari a 60.000 kWh per famiglia.<br />

E’ evidente il vantaggio ambientale che deriverebbe da un più ampio uso di fibre vegetali: anche in questo caso,<br />

come per tutti gli altri impieghi, il confronto con altri materiali deve considerare tutti gli aspetti non solo<br />

globalmente, ma anche singolarmente, attribuendo a ciascuno di essi il peso che ha nella specifica abitazione in<br />

cui si opera.<br />

Il progetto Activa 99


Dei 20 milioni di m 3 di materiale usato come isolante in Germania, solo il 5% ha origine naturale. Per favorire<br />

un maggiore impiego si è quindi iniziato un programma che prevede un aiuto massimo di 40 Euro per m 3 se si<br />

utilizza materiale naturale rispondente a prestabiliti criteri, tra i quali che almeno il 75% sia costituito da risorse<br />

rinnovabili. Si tratta per la maggior parte di prodotti per isolamento, ma sono certificati anche alcuni pavimenti.<br />

Di grande interesse l’uso di fibre vegetali (canapa in particolare) per rinforzare materiali cementizi e aumentarne<br />

resistenza e durata nel tempo, soprattutto in condizioni di elevata variabilità climatica.<br />

Altri impieghi<br />

Fra gli impieghi inusuali di biocompositi sono ricordati ad esempio i giubbotti protettivi antimine per gli<br />

artificieri.<br />

Le fibre vegetali, mescolate in varie percentuali con fibre sintetiche, vengono usate per formare materiale tessile<br />

permeabile, tessuti non-tessuti usati con funzioni di rinforzo, drenaggio, separazione, protezione etc. Trovano un<br />

impiego crescente nelle autostrade, in aree costiere etc. per evitare frane ed erosioni e sempre più in campo<br />

agricolo come pacciamatura e per conservazione del suolo, in particolare in orticoltura. Materiali a fibre vegetali<br />

hanno anche il vantaggio di essere degradati in tempi più brevi in confronto ad esempio ai poliesteri.<br />

Va ricordato infine un ulteriore aspetto: quello sull’ambiente. L’impiego di fibre vegetali nei biocompositi può<br />

avere anche un notevole impatto sull’ambiente. Ad esempio per ogni kg di fibra di canapa che sostituisce fibra di<br />

vetro nei compositi vengono risparmiati 1,4 kg di CO 2 per l’intero ciclo di vita, dalle fasi di produzione agricola<br />

fino al riciclo del prodotto finale.<br />

L’impatto sull’ambiente dell’impiego di fibre vegetali per destinazioni di uso diverso deve essere sempre<br />

valutato considerando l’intera catena e applicando le tecniche della LCA che utilizzano appositi indicatori.<br />

Questi ultimi assumono significato e peso diverso a seconda delle situazioni e degli obiettivi che si intende<br />

perseguire.<br />

Gli effetti sull’ambiente dell’uso di fibre vegetali nel settore dell’automobile sono stati confrontati con quelli<br />

dell’impiego di polimeri tradizionali. Si tratta di studi molto complessi i cui risultati non possono essere<br />

generalizzati perché possono variare, anche notevolmente, a seconda della destinazione dei sottoprodotti o<br />

coprodotti, delle fonti energetiche utilizzate, delle metodologie di lavorazione etc.<br />

Un esempio è lo studio sulla canapa di Gartner e Reinhardt, che considera alcuni scenari e rapporta gli effetti a<br />

quelli derivanti dal numero di abitanti per ettaro. Il contrasto tra canapa e polimeri comporta differenze variabili.<br />

Per entità e direzione, in funzione del parametro considerato e della destinazione dei sottoprodotti, ad esempio<br />

lettiere per cavalli o edilizia.<br />

I coprodotti possono quindi essere un fattore importante di vantaggio o svantaggio. Va anche ricordato che, con<br />

il rapidissimo sviluppo di nuove tecnologie, le condizioni del processo possono cambiare e mutare gli effetti<br />

sull’ambiente.<br />

Ne deriva l’inopportunità di generalizzare acriticamente i risultati delle ricerche senza tener conto delle<br />

specifiche situazioni in cui si opera.<br />

Possibilità di miglioramenti<br />

La filiera può essere migliorata globalmente migliorando le singole fasi. Di grande importanza sembra essere<br />

l’operazione di decorticazione, fase situata in posizione intermedia tra le attività agricole e quelle industriali, che<br />

assorbe una percentuale elevata dei costi, ha ampi margini di miglioramento e costituirà l’obiettivo principale di<br />

ricerca del prossimo futuro. In particolare dovranno essere messe a punto tecniche in grado di consentire di<br />

mantenere le fibre il più possibile parallele. Una fase di decorticazione precedente della raccolta può influire<br />

sulle caratteristiche del biocomposito, ad esempio sulle proprietà acustiche. Per migliorare la filiera, oltre che di<br />

tecnologie valide, è necessario disporre anche di metodi di misura validi per un controllo di qualità costante e<br />

generalizzato.<br />

A conclusione sono utili alcune informazioni sul commercio italiano di fibre vegetali.<br />

Globalmente le importazioni sovrastano le esportazioni, che rappresentano solo il 3% della quantità e il 4,6% del<br />

valore. Cotone e, con largo distacco, lino, sono le fibre che vengono maggiormente importate ed esportate.<br />

Rispetto al totale, le importazioni di fibre di cotono ricoprono il 94% in quantità e il 90% in valore.<br />

Il progetto Activa 100


Per canapa e lino, le due colture che possono essere realizzate anche nei nostri ambienti, i rapporti import-export<br />

sono normalmente migliori di quelli del totale delle fibre. Rispetto alle importazioni, le esportazioni di canapa e<br />

lino rappresentano l’11 e il 18% in quantità e il 14 e 28% in valore. Pur tenendo conto dello scarso peso relativo<br />

delle due specie nell’ambito del commercio nazionale di fibre, va evidenziato che le esportazioni hanno, per<br />

entrambe, una importanza numerica molto superiore (3-4 volte per il lino e 6-7 volte per la canapa) a quella delle<br />

importazioni.<br />

Vanno anche evidenziate le differenze tra il valore unitario delle fibre importate e di quelle esportate. Per la<br />

canapa il valore aggiunto medio è di oltre 1600 dollari per tonnellata, pari ad oltre il 50% del valore iniziale.<br />

Da quanto sopra è facile trarre alcune considerazioni:<br />

- nell’ambito di un mercato mondiale, con una globalizzazione sempre più spinta, le fibre delle colture adatte<br />

ai nostri ambienti hanno una importanza minima;<br />

- se rapportate a specifiche aree possono invece rivestire un notevole interesse, pur restando quasi sempre<br />

colture di nicchia;<br />

- le nuove destinazioni d’uso delle produzioni hanno buone prospettive, ma in molti casi e in molti ambiti non<br />

sono ancora mature: non esistono ancora le filiere;<br />

- in questo momento l’unica destinazione in grado di fornire un reddito è quella tessile: l’unica ad alto valore<br />

aggiunto;<br />

- è su questa destinazione che si deve puntare mettendo a punto, nella fase agricola e nelle successive, tutte le<br />

tecniche che consentano di aumentare il livello produttivo migliorando la qualità e rendendo costanti negli<br />

anni entrambi i fattori.<br />

2.6.a Filiera fibre – Bibliografia ragionata<br />

L'obiettivo è fornire agli operatori della filiera uno strumento dal quale partire per ottenere le necessarie<br />

informazioni.<br />

Le pubblicazioni e i progetti di ricerca riportati sono stati selezionati fra molti altri perché ritenuti in grado di<br />

costituire una prima base per approfondire le conoscenze su una molteplicità di aspetti di attuale ed eventuale<br />

futuro interesse.<br />

La ricerca bibliografica, limitata all'ultimo decennio e soprattutto agli anni più recenti senza tener conto del<br />

livello di collocazione editoriale, ha consentito di selezionare 189 titoli di interesse per la filiera Fibre vegetali.<br />

Sei pubblicazioni trattano aspetti generali relativi a caratteristiche delle fibre, processi di trasformazione e<br />

destinazioni d'uso; 63 riguardano la canapa, 58 il lino, 2 entrambe le specie e 58 il kenaf.<br />

Fra i lavori selezionati prevalgono nettamente quelli a carattere ambientale-biologico o tecnico-tecnologico<br />

(ciascuno con circa la metà del totale per tutte le specie), rispetto a quelli di tipo politico-economico-sociale<br />

(assenti per il lino e solo 6 e 4 rispettivamente per canapa e kenaf).<br />

Non si è invece ritenuto opportuno classificare i lavori per "importanza", giudizio estremamente soggettivo in<br />

funzione dell'interesse dei lettori.<br />

Nella scelta sono stati privilegiati lavori che, indipendentemente dal tipo di pubblicazione (riviste<br />

scientifiche, giornali tecnici o divulgativi, libri, presentazioni a convegni, brevi note, ecc.), sono stati giudicati<br />

capaci di fornire indicazioni su argomenti di possibile interesse per potenziali operatori (ricercatori, produttori<br />

agricoli, trasformatori industriali, utilizzatori, ecc.) della filiera.<br />

Gli argomenti trattati sono quindi decine e, in funzione di specifiche esigenze di conoscenze, dai lavori scelti<br />

sembra possibile risalire a fonti più ampie e approfondite.<br />

In particolare sono stati considerati lavori su fitotecnica (dalla scelta varietale alla raccolta), effetti ambientali,<br />

caratteristiche qualitative, anche in relazione a metodologie di produzione, tecniche di trasformazione, anche in<br />

funzione delle destinazioni d'uso, queste ultime trattate da differenti punti di vista.<br />

Le pubblicazioni scelte riguardano solo gli ultimi anni. È un criterio più valido per gli aspetti di<br />

trasformazione che non per quelli della fase agricola per la quale molte conoscenze sono state ottenute nella<br />

seconda metà del secolo scorso.<br />

Il progetto Activa 101


Informazioni in proposito possono essere reperite per la canapa da Accademia dei Georgofili (Quaderni<br />

2003) e per il kenaf nel costituendo database del Progetto Eurokenaf in atto.<br />

I Progetti di ricerca relativi alla filiera Fibre vegetali realizzati in anni recenti sono numerosissimi a livello<br />

europeo e, in pochi casi, nazionale. Di questi ben sessantacinque possono rivestire interesse in generale per<br />

aspetti di trasformazione o per argomenti specifici riguardanti canapa, lino e kenaf.<br />

La maggior parte delle ricerche è stata incentrata sulle fasi di lavorazione della fibra e soprattutto su nuove<br />

destinazioni d'uso dei prodotti. Sono state oggetto di studio metodologie innovative e loro effetti sulle<br />

caratteristiche del prodotto in funzione della destinazione.<br />

A partire dagli anni '90 dello scorso secolo, 23 progetti hanno riguardato le fibre vegetali in generale (19 sulla<br />

fase industriale della filiera, spesso per destinazioni non tradizionali); 9 la canapa (3 su miglioramento genetico o<br />

su aspetti della fase agricola; gli altri su una o più delle fasi successive); solo 5 il kenaf; 25 il lino per il quale<br />

sono interessanti anche le iniziative nazionali, ma con obiettivi comuni in diversi Paesi, sviluppate nella prima<br />

metà degli anni ottanta.<br />

Per molti Progetti i risultati (reperibili in rete in forma riassunta) sono stati soddisfacenti ed in qualche caso<br />

brillanti, per le nuove conoscenze ottenute, la risoluzione di problemi specifici, la messa a punto di nuove<br />

tecnologie.<br />

Dall'esame globale, e a posteriori, sembra possibile notare come abbiano prevalso pur lodevoli impegni<br />

settoriali, ma sia mancata quella necessaria visione globale della filiera, che si può riscontrare solo negli ultimi<br />

progetti in atto.<br />

Alla ricerca sono stati posti degli obiettivi, spesso raggiunti. I singoli anelli non sono stati però collegati per<br />

creare una solida catena.<br />

D'altra parte aspetti organizzativi, indagini sulla convenienza e valutazioni di mercato non sono compiti della<br />

ricerca tecnica agronomica o industriale.<br />

I colli di bottiglia<br />

Dall'esame della bibliografia, dall'indagine sui Progetti più recenti o in atto, dai tavoli di filiera emergono<br />

alcune indicazioni, d'altra parte prevedibili e già note a chi impegnato nel settore.<br />

Fase agricola. Va premesso l'interesse largamente prevalente per la canapa (fibra lunga a destinazione tessile<br />

con forte valore aggiunto; fibra corta anche per impieghi tecnici; canapulo varie destinazioni meno remunerative;<br />

seme per impieghi di nicchia). Il lino può essere preso in considerazione, ma è necessario capire se e dove può<br />

essere coltivato e comunque va prevista la forte competizione dei produttori di tutti gli ambienti europei dove la<br />

coltura ha antica e consolidata tradizione. Il kenaf ha qualche limite agronomico e solo destinazioni tecniche,<br />

sicuramente meno remunerative di quella tessile.<br />

La canapa dunque: tre problemi (o forse uno maggiore più due minori) da affrontare e risolvere. A)<br />

Meccanizzare la raccolta tenendo conto della necessità di utilizzare le macchine da lino per le fasi successive. B)<br />

Sviluppare la macerazione su scala industriale sfruttando le conoscenze già ottenute a livello di impianto pilota.<br />

C) Assicurare la disponibilità di sementi delle varietà adatte a specifiche condizioni di coltura.<br />

Sono inoltre necessarie molte ricerche di ulteriore messa a punto, di rifinitura e soprattutto di adeguamento di<br />

tecniche valide in termine generale a specifiche condizioni di coltura.<br />

Fase industriale. Probabilmente sarebbero vincenti innovazioni (quali?). Più realisticamente è necessario<br />

ottimizzare le tecnologie disponibili per il lino adattandole alla canapa. Vanno studiati i singoli passaggi<br />

accertando i loro effetti su resa (perdite) e su qualità del prodotto finale.<br />

Si tratta di sfruttare operativamente le indicazioni ottenibili da un continuo controllo di qualità esteso ad<br />

ognuna delle fasi della filiera.<br />

Probabilmente il primo passo è l'acquisizione di conoscenze sulle interazioni fra stigliatura e tipologia degli<br />

steli, per una effettiva messa a punto di questa fase post-raccolta.<br />

Intera filiera. Indispensabile un raccordo fra le successive fasi. Ciascun operatore deve essere consapevole<br />

delle esigenze delle fasi successive e conscio di cosa può offrire la fase precedente. Deve inoltre sapere quali<br />

sono le ripercussioni economiche del grado di corrispondenza fra quanto offerto e quando richiesto. Ciò potrà<br />

permettere di intervenire con scelte tecniche puntualizzate su specifiche fasi della filiera in modo da ottimizzare<br />

il bilancio tecnico-economico della intera filiera.<br />

Il progetto Activa 102


Sintesi<br />

Ricerca fase agricola. Indirizzata operativamente e prioritariamente sui tre punti sopra indicati.<br />

Parallelamente però andrebbero approfondite le conoscenze su risposta fisiologica della pianta a fattori<br />

ambientali (luce, ecc.) e di tecnica colturale, ovvia la futura utilità pratica nell'applicazione di tali conoscenze.<br />

Ricerca fasi successive. Adeguamento alla canapa delle attrezzature disponibili per il lino. Priorità alla fase di<br />

stigliatura che deve essere messa a punto in funzione delle tipologie di steli (obiettivo è diminuire le perdite e la<br />

percentuale di canapulo residuo).<br />

Sono richieste innovazioni di processo e di prodotto.<br />

Intera filiera. Diffusione delle conoscenze per favorire raccordi fra operatori delle fasi in sequenza.<br />

Indagini di mercato (domanda, tipologia di prodotti, prezzi, ecc.)<br />

Creare organizzazione di filiera (assicurare al produttore il ritiro del prodotto a un prezzo prestabilito;<br />

assicurare alla fase industriale costanza di quantità e qualità del prodotto) raccordando le differenti destinazioni<br />

di prodotti e coprodotti.<br />

Creare immagine forte basata su garanzia di qualità, tracciabilità e caratteristiche specifiche (basso input<br />

ambientale in tutte le fasi produttive, caratteristiche di salubrità del prodotto) di interesse per i consumatori.<br />

Individuare nuove destinazioni.<br />

2.6.b Riferimenti bibliografici<br />

BAlex R., Kessler R.W., Kohler R., Mayer G., Nebel K., Tubach M., 2003. Factors of influence for a sustainable fibre business.<br />

Proceeding 4th International Symposium "Materials from renewable Resources", 11-12 Sept., Erfurt, Germany, 39.<br />

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"Materials from renewable Resources", 11-12 Sept., Erfurt, Germany, 33.<br />

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Di Candilo M., Ranalli P., Liberalato D., 2003. Gli interventi necessari per la reintroduzione della canapa in Italia. Agroindustria 2 (1), 27-36.<br />

Eenink K., van Kemenade T., Modder H., van Dam J., van Roekel G.J., van Hazendonk H., Bos H., Jongsma T., 1996. Agrofibres for use in thermoplastics<br />

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May, Copenhagen, Denmark, 35.<br />

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Il progetto Activa 103


Schroeder K., 2002. The innovative potential and the barriers for applying plant fibre composites in new fields of the industry. 3rd International Congress<br />

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Van Dam J. E. G., 1999. Optimization of methods of fibre preparation from agricultural raw materials. Natural Fibres Performance Forum, 27-28 May,<br />

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Venturi G., Amaducci M.T., 1996. Caratteristiche biologiche di alcune cultivar di canapa. Sementi Elette 6, 23-32.<br />

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Venturi G., Amaducci S., 2003. Canapa: una coltura antica in una prospettiva moderna. Accademia dei Georgofili. Lettura tenuta in giugno, in press.<br />

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Venturi G., 2005. Le colture da fibra: situazione aatuale e prospettive. Agroindustria, in press.<br />

Il progetto Activa 104


2.7 Filiera fitofarmaci — Relazione introduttiva<br />

L’interesse nel valutare nuove tecniche a ridotto impatto ambientale nella difesa delle colture agrarie è<br />

un’emergenza ambientale molto sentita dalle amministrazioni locali e dalla pubblica opinione, ed anche in<br />

questo settore le molecole di origine vegetale possono rappresentare una possibile risposta ad elevata<br />

ecocompatibilità. Le molecole naturali, infatti, sono come noto biodegradabili, rinnovabili e nella<br />

maggioranza dei casi ipotossiche nei confronti dell’uomo e una sostituzione di molecole di sintesi con<br />

prodotti con queste caratteristiche, oltre che agli attesi benefici ambientali ed igienico-sanitari, potrebbe<br />

consentire anche importanti ricadute sociali in quanto l’agricoltore stesso potrebbe diventare non solo<br />

utilizzatore, ma anche produttore dei principi attivi necessari per la difesa delle proprie colture, ritagliandosi<br />

un guadagno (o un risparmio) economico che oggi è ad esclusivo appannaggio della grande industria dei<br />

fitofarmaci.<br />

Uno degli obiettivi di questo lavoro è stato pertanto quello di analizzare le conoscenze e le potenzialità<br />

delle molecole vegetali nella difesa delle colture agrarie, e di individuare nuovi sbocchi per l’agricoltura<br />

toscana.<br />

In questo contesto sono state evidenziate due strategie possibili:<br />

a. La coltivazione di piante miglioratrici, bioattive, non solo determina una maggiore varietà<br />

nelle rotazioni con incremento della biodiversità aziendale, ma consente con il loro sovescio di<br />

incrementare il tenore in sostanza organica nel suolo e contemporaneamente di apportare al terreno<br />

molecole biocide allelopatiche nel controllo di alcuni patogeni. Scopo principale è di migliorare la<br />

fertilità chimica e biologica dei terreni al fine di accrescere le difese intrinseche del sistema agricolo<br />

e conseguentemente diminuire, nel tempo, la necessità di interventi per il controllo dei patogeni. In<br />

questo caso la filiera è quindi molto corta ed è opportuno utilizzare piante adatte ai nostri climi, in<br />

grado di produrre in tempi relativamente ristretti buone quantità di biomassa e la cui coltivazione<br />

richieda il minore impatto possibile sull’agroecosistema. La tecnica dei sovesci è una pratica<br />

tradizionale nella nostra coltura contadina, ma oggi possono essere utilizzate essenze diverse da<br />

quelle convenzionali (favino, orzo, lupino ecc.) con accresciute potenzialità nel migliorare fertilità e<br />

autoimmunità dell’agroecosistema. Tra queste è compresa la viola che libera acido metilsalicilico, la<br />

ruta, la Facelia e, più recentemente, numerose sperimentazioni hanno riguardato l’utilizzo di<br />

Brassicaceae (Juncea, Rucola, rafano ecc) che al momento dell’interramento liberano nel suolo<br />

isotiocianati e di sorgo (Sudangrass) che contiene composti cianogenici quali l’acido prussico.<br />

b. La coltivazione di piante come fonte di principi attivi che, trasformati in formulati<br />

dall’industria agrochimica, ritornano al mondo agricolo che li utilizza in alternativa ai tradizionali<br />

fitofarmaci di sintesi. Di questa categoria fanno parte piante coltivate per produrre estratti, infusi, oli<br />

essenziali, farine o simili, ivi compresa un’ampia gamma di essenze che però non sono coltivabili<br />

nelle condizioni climatiche italiane (quali l’olio di Neem, la Teofrasia, il Chrysantemum da cui si<br />

estrae il piretro, la Quassia, il Picrosma, la Ryania, le leguminose tropicali da cui si estrae il<br />

rotenone). Non sono state considerate nemmeno le molecole sintetizzate sulla base della formula<br />

chimica delle molecole naturali (come è avvenuto per il Callisto brevettato da Syngenta con potere<br />

erbicida e in generale per i principi attivi scoperti in Amazzonia e riprodotti per via sintetica).<br />

Alcune esperienze applicative sono in corso utilizzando farine di semi di Brassica carinata, e<br />

preparati a base di aglio e cipolla, peperoncino o nicotina.<br />

Rimane inoltre di grande interesse, anche se non centrato sul tema della fitoiatria in senso stretto, la<br />

possibilità di usare molecole vegetali nella difesa delle colture, non solo come principi attivi, ma anche come<br />

coadiuvanti o disperdenti. In quest’ottica la coltivazione di piante il cui olio può essere utilizzato in<br />

sostituzione degli oli di origine minerale nella produzione di co-formulanti per gli agrofarmaci (sia di<br />

origine sintetica che naturale), è un’opzione che potrebbe richiedere elevati quantitativi di prodotti, con delle<br />

evidenti ricadute su diversi segmenti del comparto agricolo.<br />

Il contesto normativo ed i dossier registrativi di questa filiera sono particolarmente complessi, in quanto il<br />

legislatore è molto attento ai rischi correlati all’immissione sul mercato di fitofarmaci di sintesi<br />

potenzialmente tossici per l’ambiente e per l’uomo. Lo dimostra l’imposizione di restrizioni e controlli per<br />

l’uso di numerosi fitofarmaci fino a prevederne l’eliminazione (come nel caso del Bromuro di Metile la cui<br />

abolizione è prevista all’interno del Protocollo di Kyoto), la proposta comunitaria cosiddetta Reach (in fase<br />

di approvazione dalla Commissione recentemente insediatasi) che riguarda la valutazione delle<br />

Il progetto Activa 105


caratteristiche ambientali e tossicologiche dei prodotti chimici di sintesi e di origine fossile, l’obbligo di<br />

redigere onerosi dossier registrativi per la loro commercializzazione di molecole biocide ed i limiti di residui<br />

a cui devono attenersi i prodotti agroalimentari.<br />

Nei prossimi anni, l’Unione europea prevede di regolamentare anche i metodi di utilizzo degli<br />

agrofarmaci come ad esempio la certificazione delle attrezzature o lo smaltimento dei contenitori di<br />

fitofarmaci dopo l’uso. Già ad oggi, comunque, qualsiasi prodotto fitoiatrico immesso sul mercato deve<br />

essere registrato; questo comporta che, tra la scoperta di una nuova molecola di sintesi e la sua<br />

commercializzazione, intercorrono molti anni, necessari alla preparazione dei dossier registrativi<br />

generalmente molto costosi. Pare incomprensibile che anche per i prodotti di origine naturale si prevedano<br />

dossier analoghi a quelli dei prodotti di sintesi, non tenendo quindi in alcuna considerazione la maggiore<br />

ecocompatibilità intrinseca nell’uso di prodotti naturali, soprattutto nel caso in cui si tratti di vegetali<br />

significativamente presenti nella nostra dieta quali ad esempio l’aglio o le Brassicaceae. A livello europeo,<br />

viceversa, per le molecole naturali è proposto un approccio a "step": se un primo gruppo di studi non<br />

evidenzia impatti significativi, è possibile ottenere subito la registrazione, altrimenti vengono richiesti studi<br />

più approfonditi e così via. La Commissione europea (DG V) sta studiando la revisione della lista 4 (che<br />

comprende le sostanze di origine vegetale) al fine di prevedere per queste molecole una registrazione<br />

semplificata anche se il nodo di difficile interpretazione è la definizione delle unità di prodotto che dovranno<br />

essere considerate per le prove di registrazione, non risultando applicabili le indicazioni valide per le<br />

molecole di sintesi.<br />

In Italia il DPR 290/2000, stabilì che le sostanze di origine naturale potevano essere immesse sul mercato<br />

senza registrazione, determinando una deregulation del settore che secondo alcuni operatori ha demotivato le<br />

società produttrici dalla ricerca di nuovi prodotti di origine naturale, in quanto non difendibili a livello di<br />

registrazione, determinando complessivamente una sorta di squalifica del prodotto agrofarmaceutico a base<br />

vegetale. Questa legge è stata successivamente bocciata dalla Commissione europea ed abrogata in Italia con<br />

una normativa approvata in chiusura legislazione, ricreando quindi la situazione ante DPR. Rimane al vaglio<br />

del MiPAF la possibilità di stilare ed aggiornare (e quindi supervisionare) una lista di sostanze denominate<br />

corroboranti (e non fitofarmaci) di origine naturale per le quali non è necessaria la registrazione. Tale lista<br />

dovrebbe comprendere ad esempio sostanze come la propoli o la polvere di roccia, ma nello stesso tempo<br />

escludere composti più chiaramente biocidi come il rotenone o l’azadiractina.<br />

L’agricoltura di qualità, parola chiave per tutti i settori dell’agricoltura italiana, tra gli altri parametri<br />

individua nella riduzione dell’impatto sugli agroecosistemi un aspetto in grado di caratterizzare e qualificare<br />

ulteriormente il prodotto finale. In questo caso, l’esperienza dell’agricoltura biologica è per molti aspetti<br />

esemplificativa, ma dobbiamo anche considerare che altre forme di agricoltura di qualità, volte alla<br />

"massima" riduzione possibile dell’impatto, sono garantite ad esempio da alcuni marchi della grande<br />

distribuzione, che si è dimostrata molto interessata ad innovazioni tecniche in grado di garantire la salute del<br />

consumatore e un maggiore rispetto dell’ambiente.<br />

Lo sviluppo dei fitofarmaci di origine naturale trova quindi buone prospettive applicative anche se<br />

bisogna ricordare che il loro utilizzo richiede un approccio diverso e differenti strategie di difesa delle<br />

colture in quanto raramente la sostituzione integrale ed acritica dei prodotti convenzionali con omologhi<br />

naturali si è mostrata in grado di fornire risultati soddisfacenti. Le esperienze più interessanti sono state<br />

ottenute mediante sinergie tra le diverse tecniche come ad esempio il sovescio di piante ad azione biocida a<br />

cui segue la solarizzazione, come prevedono alcuni disciplinari proposti dalla grande distribuzione (Ortofinfiniper)<br />

e in corso di attuazione in campi di orticole in Sicilia, Sardegna, Lazio, Campania e Puglia.<br />

Inoltre, le molecole vegetali sono generalmente in grado di sviluppare effetti sinergizzanti legati alle<br />

elevate quantità di sostanza organica e di proteine associate a queste molecole, come ad esempio le farine di<br />

Brassica carinata che sono state inizialmente valutate per le loro proprietà ammendanti piuttosto che per la<br />

loro azione biocida. L’apporto sistematico di sostanza organica determina infatti un effetto allelopatico che<br />

favorisce i meccanismi di competitività tra i patogeni e di autoimmunità dell’agroecosistema,<br />

consentendo un ulteriore vantaggio nella difesa delle colture. Le molecole biocide di origine naturale sono<br />

generalmente caratterizzate da una minore tossicità non solo per l’uomo ma anche per l’ambiente, con un<br />

effetto più "soft" non solo in quanto i principi attivi sono presenti in concentrazioni molto inferiori rispetto ai<br />

prodotti di sintesi, ma anche perché il rilascio delle molecole bioattive è modulato e tamponato dalle<br />

interazioni con la sostanza organica e l’ambiente. La maggiore complessità dei sistemi naturali consente<br />

nello stesso tempo una maggiore versatilità, nel senso di poter osservare la natura e sfruttare la varietà di<br />

Il progetto Activa 106


sostanze, mezzi di difesa, concentrazioni ed equilibri che l’evoluzione ha prodotto e che spesso consentono<br />

una gestione olistica della fertilità chimica e biologica dei terreni, mentre l’approccio della chimica classica<br />

tende a individuare la cura a una specifica malattia della pianta, spesso senza tenere nel giusto conto i<br />

meccanismi naturali di risposta nel medio e lungo periodo.<br />

La difesa delle colture non dovrebbe invece prescindere dalla fertilità del suolo e il rilancio dei sovesci<br />

sia con piante tradizionali che con essenze miglioratrici del suolo è in grado di determinare positive ricadute<br />

anche sull’aspetto nutrizionale, aspetto non marginale se si considera che le matrici su cui lavora l’industria<br />

dei fertilizzanti organici sono in genere di natura animale e contengono molto spesso quantità non<br />

trascurabili di metalli pesanti. Con questi presupposti gli agricoltori che seguono queste pratiche potranno<br />

trarne vantaggio sia dal punto di vista dell’immagine delle loro produzioni che per una migliore e meno<br />

impattante gestione dell’azienda ed anche per un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie del loro<br />

ambiente di lavoro. Tale vantaggi diverranno anche economicamente quantificabili nel caso in cui alcune<br />

sostanze chimiche siano proibite (come è successo nel caso del bromuro di metile) privando tutti gli<br />

agricoltori di prodotti convenzionali molto diffusi e di fatto indispensabili nei sistemi di coltivazione<br />

convenzionali.<br />

Giova infine ricordare che la riduzione dell’impiego di fitofarmaci e soprattutto dei trattamenti a<br />

calendario esclude il rischio di contestazioni in seguito alla presenza di residui chimici superiore ai limiti di<br />

legge, con evidenti ricadute sulla qualità delle produzioni e dell’ambiente di lavoro degli addetti alla<br />

produzione.<br />

Ciononostante, la diffusione dei fitofarmaci naturali al di fuori del settore dell’agricoltura biologica è ad<br />

oggi limitata ad alcuni prodotti e/o tecniche (solarizzazione, piante nematocide) in considerazione di<br />

numerosi vincoli di diversa natura.<br />

Numerosi dei nuovi prodotti a base vegetale mostrano infatti un rapporto costo-beneficio nel breve<br />

periodo non sostenibile per una produzione convenzionale. Gli estratti da prodotti naturali, infatti, sono<br />

caratterizzati da costi più elevati rispetto ai prodotti di origine chimica, anche se lo sviluppo di principi attivi<br />

prodotti localmente ed il raggiungimento di un’economia di scala potrebbero limare queste differenze.<br />

Rimane da definire il costo sociale dei prodotti impattanti in modo da poter prevedere aiuti o premi agli<br />

agricoltori che sostituiscano o limitino l’uso di fitofarmaci di sintesi. Inoltre la reale efficacia di un<br />

trattamento è molto spesso correlata con la persistenza, aspetto che è destinato a penalizzare le molecole<br />

naturali in quanto molto spesso la breve persistenza di un prodotto è direttamente collegata alla<br />

biodegradabilità dello stesso.<br />

In alcuni paesi l’efficacia di un fitofarmaco non fa parte del dossier registrativo risultando di<br />

responsabilità del produttore, mentre in Italia per portare a termine l’iter di registrazione sono richiesti anche<br />

dati di efficacia. Ciò è auspicabile come forma di tutela di chi acquista il prodotto e per non squalificare il<br />

settore, ma non è certo facilmente applicabile anche ai prodotti vegetali che, al pari di quelli sintetici, devono<br />

mostrare un’efficacia superiore all’80% del controllo. Molto spesso, infatti, la valutazione dell’efficacia è<br />

erroneamente scambiata per valutazione della ripetibilità dei risultati, parametro che nel caso di molecole<br />

naturali può variare notevolmente in considerazione dei numerosi fattori che concorrono al risultato finale<br />

del trattamento nel breve periodo e che viceversa è più stabile nei trattamenti con prodotti di sintesi. Inoltre,<br />

l’esigenza dei prodotti di origine naturale di essere supportati da un punto di vista tecnico al fine di<br />

ottimizzare i risultati è sicuramente maggiore rispetto ai fitofarmaci di sintesi. Il collegamento tra il<br />

produttore, il tecnico agronomo e l’utilizzatore devono essere pertanto i più stretti possibile, e a tal scopo è<br />

necessario formare i tecnici affinché forniscano informazioni chiare e dettagliate agli utilizzatori.<br />

Altri vincoli alla diffusione di questi prodotti sono legati alla loro reperibilità, nonché alla loro<br />

compatibilità con i disciplinari del biologico e dell’integrato, così come anche una carente informazione ai<br />

consumatori finali è un fattore che può penalizzare l’uso di prodotti a ridotto impatto nella coltivazione: non<br />

è facile far arrivare all’utilizzatore finale non solo un prodotto, ma anche un’idea, un progetto, spiegare il<br />

valore di un sovescio rispetto a una bromurazione, magari a discapito di parametri estetici, anche se è vero<br />

che il consumatore è sempre più attento ai parametri qualitativi, ambientali e sociali secondo cui un articolo è<br />

stato prodotto.<br />

Lo sviluppo della filiera, pur se in teoria potenzialmente di interesse sia da un punto di vista commerciale<br />

che ambientale, è quindi ostacolato fortemente da una serie di fattori tecnici ed economici e dovrebbe<br />

pertanto beneficiare di incentivi e normative volte ad incoraggiare la limitazione o l’abbandono di particolari<br />

Il progetto Activa 107


composti di sintesi ad elevato impatto ambientale. Tra questi, il bromuro di metile, vietato a partire dal 2005<br />

in tutti i paesi industrializzati nell’ambito del protocollo di Kyoto in considerazione dei sui effetti dannosi<br />

sulla fascia dell’ozono, può rappresentare nei prossimi anni un’importante settore di sviluppo delle molecole<br />

naturali, non essendo al momento ancora state presentate sul mercato alternative chimiche di efficacia<br />

analoga al bromuro di metile. La Toscana pur non risultando a livello nazionale tra le prime Regioni<br />

consumatrici di bromuro di metile, utilizzava tale fumigante in zone altamente vocate quali la Versilia e la<br />

Lucchesia. Il bromuro di metile svolge una forte azione di sterilizzazione del terreno, inibendo la naturale<br />

fertilità dello stesso e una delle possibili strategie alternative è quella di perseguire un ripristino<br />

dell’equilibrio della microflora del suolo attraverso una sinergia tra diverse tecniche a ridotto impatto<br />

ambientale in cui le molecole vegetali ad azione biocida possono ritagliarsi uno spazio importante. Tra<br />

queste si ricordano:<br />

• L’utilizzo di funghi antagonisti e in generale di lotta biologica<br />

• La solarizzazione che prevede la copertura con teli di plastica (anche biodegradabile) per un<br />

sufficiente numero di giorni, al fine di riscaldare il suolo in seguito all’irradiazione solare.<br />

• La biofumigazione che, attraverso il sovescio o all’apporto di estratti o disidratati di piante, prevede<br />

il contemporaneo apporto di grandi quantità di sostanza organica che una volta idratata mostra<br />

fenomeni di idrolisi e fermentazione con liberazione di sostanze ad elevata attività biocida.<br />

• L’utilizzo di portainnesti resistenti che pur se caratterizzati da costi elevati possono risultare<br />

fondamentali per la coltivabilità di un suolo ad elevata carica patogena<br />

• La sterilizzazione con vapore o potassa che però, se è vero che ha un basso impatto in termini di<br />

biodegradabilità e tossicità dei prodotti, non si può dire altrettanto in termini di consumi energetici e<br />

produzione di CO2 , soprattutto se applicata nei mesi invernali.<br />

2.7.a Filiera fitofarmaci — Bibliografia ragionata<br />

Analizzando la filiera dei fitofarmaci vegetali, l’attività di ricerca ha evidenziato un quadro conoscitivo<br />

assai articolato per quanto riguarda le alternative non chimiche e biologiche, mentre al momento non<br />

risultano altrettanto approfonditi gli studi e le conoscenze sia scientifiche che soprattutto applicative sulle<br />

potenzialità delle molecole vegetali ad azione biocida o allelopatica nella difesa delle colture agrarie. Inoltre<br />

in natura esistono numerosi sistemi di difesa e conseguentemente il numero di molecole vegetali<br />

potenzialmente disponibili è elevatissimo. Pertanto in una prima fase si è ritenuto necessario svolgere una<br />

selezione preliminare sulla base della bibliografia scientifica al fine di individuare, e quindi successivamente<br />

approfondire, solo i settori che maggiormente rispondevano agli obiettivi del progetto. Tale azione di<br />

selezione preliminare è stata svolta attraverso l’analisi di nove pubblicazioni generali (Cutler e Cutler, 2000;<br />

Del Fabro, 2001; Gamliel, 2000; Palmieri, 1998; Muccinelli, 2000; Swain, 1977; Bell, 1981; Liener, 1980;<br />

Wood, 1982) che ha consentito di individuare un quadro generale delle molecole vegetali secondarie dotate<br />

di attività biologica (composti antibiotici) e di raggrupparle a grandi linee in classi di composti con<br />

caratteristiche simili. In particolare le classi individuate in questo primo screening sono state le seguenti:<br />

1. Alcaloidi — Molecole naturali che sin dall'antichità hanno avuto un largo impiego come farmaci<br />

sono generalmente caratterizzate da una volatilità molto ridotta e svolgono pertanto la loro azione<br />

essenzialmente per ingestione. Risultano pertanto attivi principalmente per i loro effetti tossici o<br />

fago-inibenti sugli insetti sebbene possano avere un effetto secondario anche nei confronti dei<br />

funghi. E’ un gruppo di composti molto ampio caratterizzati da un’intensa attività fisiologica e dalla<br />

loro alcalinità per la presenza di uno o più gruppi NH2. Questa classe comprende anche composti<br />

ad elevata tossicità per l’uomo, quali la nicotina del tabacco o una serie di molecole tristemente note<br />

per i loro effetti psicotropi.<br />

2. Terpeni e terpenoidi. I terpeni sono essenzialmente idrocarburi composti da lunghe catene<br />

dell’unità isoprenica la cui formula puo' schematizzarsi in C5H8. Possono essere lineari e/o ciclici e<br />

sono tra i componenti principali degli oli essenziali delle piante sottoforma di miscele di sostanze<br />

che conferiscono a ogni fiore o pianta un caratteristico odore o aroma. Sono terpeni il geraniolo, il<br />

mentolo, la canfora, il limonene e lo squalene, mentre vengono classificati come terpenoidi quando<br />

contengono unità isopreniche più o meno modificate. Tali composti sono presenti nelle cellule<br />

dell’epidermide e del periderma di numerose piante che conseguentemente risultano maggiormente<br />

resistenti all’attacco di alcuni patogeni e generalmente sono sintetizzati anche in seguito all’attacco<br />

Il progetto Activa 108


del patogeno. Alcuni composti di questa classe conferiscono alle Composite una chiara azione<br />

nematocida ed in alcuni casi sono risultati tossici per batteri gram-positivi. Alcuni diterpenoidi<br />

presenti nella pianta del tabacco possono svolgere un’azione antifungina nei confronti di numerosi<br />

funghi patogeni. Generalmente tali composti sono presenti nella pianta in quantità molto ridotta e<br />

conseguentemente il loro interesse applicativo può essere considerato al momento limitato ad alcuni<br />

settori, anche se rimangono da esplorare le proprietà antisettiche di numerosi composti.<br />

3. Glucosidi. I glucosidi sono composti costituiti dall'unione di un glucide e di un elemento non<br />

zuccherino chiamato aglicone genericamente dotato di proprietà biologiche ed in alcuni casi da<br />

un’elevata tossicità. Sono composti di elevato interesse in quanto generalmente accumulati in<br />

abbondanti quantità nelle cellule sotto forma di precursori ipotossici e che solo in seguito a lesioni<br />

cellulari sono in grado di liberare, per via enzimatica, i principi attivi ad azione biocida. A questo<br />

gruppo di composti appartengono i composti attivi prodotti dagli allil sulfossidi dell’aglio e cipolla, i<br />

glucosinolati delle Brassicacee, la diurrina del sorgo, i benzochinoni delle pere e del grano, la<br />

linamarina e lotaustralina del lino e del trifoglio, le saponine della medica e molti altri composti<br />

minori. Per tali caratteristiche gran parte di queste molecole si prestano ad una utilizzazione pratica<br />

in alcuni settori della difesa delle colture agrarie.<br />

4. Tannini. I tannini sono sostanze polifenoliche con un peso molecolare superiore a 500 Dalton,<br />

caratterizzati da un’elevata reattività con le proteine. Per questa caratteristica i tannini sono stati usati<br />

per secoli per la concia delle pelli in quanto in grado di reagire e bloccare le proteine cutanee del<br />

pellame. Sono presenti negli organi vegetativi di alcune piante quali il sorgo, sia nella loro forma<br />

solubile che condensata. Tra questi può essere segnalato l’acido clorogenico presente anche in<br />

concentrazioni dell’1-1,5% in farine esauste di girasole, ed in grado di svolgere un’azione inibente<br />

l’attività enzimatica di proteinasi, amilasi e lipasi.<br />

5. Inibitori di proteasi. Gli inibitori di proteinasi di origine vegetale sono proteine di basso peso<br />

molecolare che nella cellula svolgono la funzione di inibire sia le proteinasi endogene che quelle<br />

esogene. In alcune specie selvatiche é stato osservato che la loro espressione costituisce una difesa<br />

naturale della pianta poiché i geni che li codificano vengono espressi a seguito dello stress indotto<br />

dalla masticazione della foglia da parte dell'insetto. Dopo l'ingestione da parte dell'insetto, gli<br />

inibitori attuano il loro effetto sulle proteinasi dell'apparato digerente (principalmente tripsina e<br />

chimotripsina) bloccando di fatto la digestione. Tali composti presenti principalmente in un ampio<br />

numero di famiglie quali Solanacee, Leguminose, Brassicacee, Amarantacee e Chenopodiacee<br />

appartengono generalmente alle glicoproteine e la loro attività aumenta in seguito all’attacco del<br />

patogeno (sistema indotto da ferita). La maggior parte degli inibitori sono termolabili e tale tecnica è<br />

infatti utilizzata per migliorare il valore nutrizionale della soia o della medica per l’alimentazione del<br />

bestiame. Potrebbero prestarsi ad una utilizzazione come inibitori di alcune fasi della digestione di<br />

alcuni insetti, anche particolarmente dannosi, quali la piralide del mais.<br />

6. Altri composti. Sono ovviamente noti moltissimi altri composti che conferiscono alcune resistenze<br />

alla pianta tra i quali lignine, glicoproteine, fenoli, enzimi litici che però nella maggior parte dei casi<br />

non si prestano ad una utilizzazione su scala industriale.<br />

A questa prima, generale classificazione dei composti ad azione biocida vanno infine aggiunti altri<br />

composti vegetali che, pur se generalmente caratterizzati da un limitatissimo effetto biocida, si potrebbero<br />

comunque prestare ad un’utilizzazione nella gestione della difesa delle colture agrarie. Ci riferiamo in<br />

particolare all’utilizzo di oli vegetali nella formulazione di principi attivi anche di sintesi o in sostituzione<br />

degli oli minerali nel controllo di alcuni insetti epigei quali le cocciniglie.<br />

La gamma di composti potenzialmente interessanti è quindi estremamente ampia, anche se alcuni sistemi<br />

di difesa sono stati studiati principalmente per gli aspetti biochimici legati alla interazione pianta-patogeno.<br />

Non sono stati infatti considerati i composti generalmente indicati come Fitoalessine, cioè composti di difesa<br />

sintetizzati dalla pianta "de novo" solo in seguito all’attacco del patogeno, tra le quali possono essere<br />

ricordati gli isoflavonoidi, i flavonoidi, le coumarine, i furani e poliacetileni e molte altre molecole che<br />

hanno in comune la caratteristica di non sembrare adatte ad essere estratte (o comunque gestite) al di fuori<br />

del sistema pianta e pertanto ad oggi lontane da un’applicazione pratica nella difesa delle colture agrarie. Pur<br />

se in un prossimo futuro questo scenario potrà modificarsi radicalmente, al momento tali molecole sono<br />

ritenute di scarso interesse per lo sviluppo degli obiettivi del Progetto.<br />

Il progetto Activa 109


Una seconda selezione rispetto alle molecole attualmente in studio e/o in fase di utilizzo è stata effettuata<br />

sulla base della possibilità di coltivazione delle piante alle nostre latitudini, al fine di poter coinvolgere su<br />

scala regionale, così come richiesto dagli obiettivi del Progetto, l’intera filiera produttiva: i produttori<br />

agricoli, i trasformatori agro-industriali, fino agli utilizzatori finali che in questo specifico settore sono<br />

ancora gli agricoltori. Per questi motivi non sono state approfondite le conoscenze su alcune molecole<br />

riportate in letteratura e che in alcuni casi sono già applicate a livello commerciale. Ci riferiamo, per citarne<br />

solo alcune, ad Azadiractina (Capella et al., 2000), Ryania (Muccinelli, 2000), Quassia e Rotenone (Int.<br />

Programme on Chemical Safety). Tali molecole, benché potenzialmente molto interessanti per il sistema<br />

agricolo toscano (in qualità di utilizzatore finale) pur se in alcuni casi sono addirittura già presenti sul<br />

mercato ed applicate non solo in agricoltura biologica, non sono state ritenute di interesse in quanto non<br />

producibili in Toscana.<br />

Altro aspetto che è stato tenuto nella massima considerazione per inquadrare i sistemi maggiormente<br />

interessanti è stato il quadro normativo, in considerazione della sua complessità. In quest’ottica, pur<br />

considerando di potenziale interesse nella difesa delle colture l’utilizzo di numerose molecole definite "di<br />

erboristeria", è stato scelto di indirizzare questo studio verso sostanze che possono essere utilizzate non come<br />

estratti, ma direttamente alle concentrazioni naturalmente presenti in piante (o loro semi o frutti) la cui<br />

coltivazione risulti economicamente sostenibile.<br />

Sulla base di queste restrizioni e scelte nella compilazione del database, nonostante la vastità e la<br />

dispersività del settore, riteniamo che i progetti e le pubblicazioni degli ultimi dieci anni riportate<br />

contribuiscano a definire un quadro aggiornato delle problematiche biologico-ambientali, tecnicotecnologiche,<br />

economiche, sociali e politico-normative.<br />

Sezione 1: Evoluzione della ricerca e risultati raggiunti<br />

Tutto questo considerato, è stato ritenuto interessante approfondire in questa sede principalmente il livello<br />

delle conoscenze di alcuni sistemi dei glucosidi che, provenendo da colture storicamente presenti nei nostri<br />

ambienti di coltivazione, possono essere prodotti alle nostre latitudini anche a costi contenuti. In particolare<br />

sono riportati nel database studi relativi a:<br />

1. Disulfidi prodotti in seguito a degradazione di tessuti di aglio e cipolla ( 14 citazioni bibliografiche)<br />

in cui sono descritti gli effetti fungicidi e antibiotici (Coventry et al., 2002; Yu, 1999) ed repellenti o<br />

insetticidi (Boyd e Alverson, 2000; Dugravot et al., 2003; Flint et al., 2005; Gurusubramanian e<br />

Krishna, 1996; Hori, 1996; Huang et al., 2000). Non risulta che estratti vegetali di aglio o cipolla<br />

abbiano mostrato alcun effetto nei confronti di nematodi.<br />

2. Composti cianogenici prodotti dal sistema durrina-glucosidasi tipico del sorgo bicolor (Donohoe,<br />

2004) e della cassava. Tale sistema enzima-substrato è in grado di produrre acido cianidrico (HCN)<br />

(Moller et al., 1993) di provata tossicità nei confronti di insetti e nematodi. Tali molecole, a<br />

conferma della loro attività biologica anche alle concentrazioni alle quali sono naturalmente presenti<br />

nelle piante (Poulton, 1990), sono responsabili di alcuni chiari e conosciuti effetti antinutrizionali<br />

quando somministrate nella dieta alimentare del bestiame (Vough & Kassel, 2002). Tale<br />

problematica ha condotto negli ultimi decenni alla selezione di varietà a basso contenuto di diurrina,<br />

e viceversa un utilizzo di queste piante nella difesa delle colture agrarie non può non prevedere<br />

l’utilizzo delle vecchie varietà ad elevato effetto antinutrizionale nel bestiame (Schneider e<br />

Anderson, 1991). Questo può consentire un loro utilizzo in tempi relativamente ridotti, non<br />

richiedendo l’applicazione di lunghi studi di selezione e miglioramento genetico.<br />

3. Composti di degradazione dell’idrolisi enzimatica dei glucosinolati, sistema tipico della famiglia<br />

delle Brassicaceae. Anche in questo caso, al pari dei composti cianogenici del sorgo, i prodotti di<br />

idrolisi dei glucosinolati (isotiocianati, tiocianati, nitrili, epitionitrili) sono stati individuati come i<br />

responsabili del noto effetto gozzigeno in animali nutriti con foraggi e/o farine prodotti da piante<br />

della famiglia delle Brassicacee e che condusse, negli anni ‘90 alla selezione di varietà di colza a<br />

ridottissimo contenuto in glucosinolati (varietà 0) o in glucosinolati ed acido erucico (varietà 00).<br />

Un’altra caratteristica molto interessante di questa famiglia di composti è che sono conosciuti in<br />

natura oltre 120 diversi tipi di glucosinolati con diverse caratteristiche chimiche della catena laterale<br />

residua (R) e conseguentemente con diverse potenzialità biocide dei diversi prodotti di degradazione.<br />

L’elevato contenuto di questi composti negli organi vegetativi di alcune Brassicacee ha reso<br />

possibile l’uso delle piante tal quali nella difesa delle colture agrarie attraverso i cosiddetti sovesci,<br />

Il progetto Activa 110


sia verdi ( Lazzeri et al., 2003; Lazzeri et al., 1999; Brown e Morra, 1997; Lazzeri e Manici, 2001) e<br />

sia, più recentemente, secchi (Lazzeri et al., 2002). In questi ultimi anni tale sistema è stato<br />

sperimentato come alternativa al Bromuro di Metile (Cebolla et al., 2000). L’uso di parti di<br />

Brassicacee ha fornito buoni risultati nel controllo di numerosi patogeni appartenenti al gruppo dei<br />

funghi (Manici et al., 1999, Stevens et al., 1999; Manici et al., 2000; Rosa et al., 1999; Smolinska et<br />

al., 2003), dei nematodi (Tacconi et al., 1999, Mojahedi et al., 1991, McLeod et al., 2001) degli<br />

elateridi (Furlan et al, 2004), nel controllo di alcune erbe infestanti (Brown e Morra, 1995, 1996) ed<br />

anche di alcune patologie del post-raccolta (Mari et al., 1998, 2002). L’interesse verso questo<br />

sistema di difesa, e per la sua tecnica di applicazione, denominata biofumigazione, ha condotto nel<br />

2004 all’organizzazione del primo simposio internazionale "Biofumigation: a possibile alternative to<br />

methyl bromide?" con la partecipazione di oltre 120 ricercatori provenienti da 14 paesi e con una<br />

rappresentanza di 14 Ditte private interessante al suo sviluppo. I lavori citati nel database relativi a<br />

tale esperienza sembrano confermare come ormai i temi siano maturi per un’ampia applicazione di<br />

tale tecnica a ridotto impatto.<br />

4. Saponine. Le saponine (o saponosidi) sono dei glicosidi di origine vegetale che prendono il nome<br />

dalla Saponaria officinalis, da cui furono riscontrati per la prima volta. Sono composti in grado di<br />

abbassare la tensione superficiale in soluzioni acquose e di formare soluzioni colloidali<br />

schiumeggianti e che possono essere usati come emulsionanti.<br />

Si ritiene che le saponine siano utilizzate dalle piante come sistemi difensivi contro organismi<br />

patogeni, in particolare funghi.<br />

Strutturalmente, le saponine sono formate dall'unione di residui zuccherini (come glucosio, fruttosio,<br />

galattosio, arabinosio od altri) con una molecola non zuccherina detta aglicone (nel caso specifico<br />

anche sapogenina). Questa struttura particolare è la responsabile dell'attività detergente delle<br />

saponine in quanto gli zuccheri formano una sezione idrosolubile mentre l'aglicone risulta essere<br />

liposolubile. Sono presenti in numerose specie tra le quali l’erba medica (Bialy et al., 2004) e si<br />

ritiene che le saponine siano utilizzate dalle piante come sistemi difensivi contro organismi patogeni,<br />

in particolare funghi (Odoardi e Tava, 1999) ed insetti quali la ricamatrice del melo e la tignoletta<br />

della vite (Tava e Odoardi, 1996).<br />

Sezione 2: Problemi ancora aperti e scenari futuri per la ricerca<br />

In considerazione della relativa novità della filiera e dell’ampiezza delle problematiche della difesa delle<br />

colture agrarie e di tutti i settori che richiedono l’uso di molecole ad azione biocida, rimangono ancora aperti<br />

numerosi problemi. Anche in considerazione di quanto riportato nella sezione 1 rimane sicuramente da<br />

approfondire la valutazione, in alcuni casi anche attraverso ricerche di base, dei diversi sistemi biochimici di<br />

difesa al fine non solo di individuare quelli potenziamente più interessanti tra quelli conosciuti, ma anche, e<br />

se vogliamo soprattutto, di ampliare le conoscenze ed individuarne di nuovi. Nello stesso tempo la possibilità<br />

di sostituire fitofarmaci di sintesi con prodotti vegetali pare susciti già oggi un grande interesse nel mondo<br />

produttivo, ma proprio la possibilità di utilizzare questi prodotti naturali su ampia scala, pur se caratterizzati<br />

da rinnovabilità, biodegradabilità ed ipotossicità, necessita comunque di studi approfonditi sul loro impatto<br />

sull’ambiente e sull’uomo, considerando che si tratta di prodotti che sono, per l’effetto stesso a cui mirano (la<br />

lotta contro agenti patogeni), potenzialmente a rischio ambientale ed igienico-sanitario.<br />

Oltre che a definire le diverse potenzialità applicative dei sistemi di difesa rimane inoltre da chiarire la<br />

possibile sinergia di questi sistemi biochimici vegetali con altri sistemi di lotta fisici (solarizzazione, vapore<br />

e molti altri) e biologici (organismi antagonisti) al fine di individuare per le diverse problematiche, non tanto<br />

esclusivamente dei composti vegetali alternativi ai composti di sintesi, ma delle tecniche di difesa delle<br />

colture che permettano un sempre minore ricorso all’uso di composti chimici. In quest’ottica, pare<br />

fondamentale rivisitare le tecniche di coltivazione oggi applicate nei vari settori agricoli alla luce delle buone<br />

pratiche agricole tradizionali applicate prima dell’avvento della chimica in agricoltura, al fine di creare le<br />

condizioni per una minore pressione degli organismi patogeni. Ci riferiamo ad esempio alla riscoperta di<br />

concetti base quali il rilancio delle rotazioni, dei sovesci, alla migliore gestione della fertilità dei terreni,<br />

all’applicazione di una sempre maggiore biodiversità dei sistemi agricoli.<br />

Infine pare di grande interesse applicativo allargare l’applicazione di sistemi maggiormente rispettosi<br />

dell’ambiente non solo alla fase di coltivazione ma anche alle fasi del post-raccolta e alle fase di<br />

trasformazione industriale e di commercializzazione così come rimane ancora praticamente inesplorata la<br />

possibilità di applicare molecole naturali anche al di fuori dei sistemi agricoli.<br />

Il progetto Activa 111


Pur considerando prioritarie le interazioni con altre tecniche e l’approfondimento di tematiche di<br />

agroecologia, occorre sottolineare che la ricerca, sia quella di base che quella applicata tramite progetti<br />

finalizzati, sembra poter consentire, anche in tempi brevi, di avviare sperimentazioni e progetti pilota che<br />

confermino la possibilità di sostituire, anche su scala industriale, alcuni fitofarmaci di sintesi.<br />

2.7.b Riferimenti bibliografici<br />

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Il progetto Activa 112


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Il progetto Activa 113


3.1 Analisi degli scenari<br />

3. Analisi degli scenari<br />

Variabili di scenario Le variabili di scenario sono state identificate tra i fattori condizionanti lo<br />

sviluppo delle filiere mediante l’attribuzione di punteggi secondo i criteri di importanza e certezza (vedi Par.<br />

1 step 3). Le tabelle complete relative all’identificazione di tali variabili per le varie filiere non food sono<br />

riportate in Allegato Xh.<br />

Le variabili di scenario emerse da questa fase di analisi riguardano essenzialmente aspetti politico/normativi,<br />

economici ed ambientali/biologici. Nella maggioranza dei casi, i fattori condizionanti relativi agli aspetti<br />

tecnici/tecnologici e sociali non hanno riscontrato un punteggio sufficiente per poter essere classificati come<br />

variabili di scenario. Questo risultato potrebbe essere dovuto alla preminenza nei vari ambiti del non food di<br />

politiche, di normative, di aspetti economici e di mercato, di fattori ambientali che caratterizzano in maniera<br />

particolare il contesto di scenario; al contrario, in generale, gli aspetti tecnici e sociali sono più tipici del<br />

contesto di riferimento interno alla filiera, configurandosi di volta in volta come vincoli o opportunità al suo<br />

sviluppo.<br />

Per quanto riguarda gli aspetti economici ed ambientali, nella maggioranza dei casi, le variabili di scenario<br />

sono risultate comuni a tutte le filiere. E’ il caso dell’andamento dei prezzi del petrolio e del processo di<br />

globalizzazione dei mercati tra gli aspetti economici, e dell’andamento dei cambiamenti climatici globali e<br />

del livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio) tra quelli ambientali.<br />

Per quanto concerne le politiche e le normative, la situazione si presenta differenziata, vale a dire che è<br />

possibile fare una distinzione tra quelle che sono le norme di carattere generale e quelle che sono, invece,<br />

normative di settore che pur riguardando specificatamente ciascuna filiera fanno parte integrante dell’analisi<br />

di scenario dato il loro carattere di obbligatorietà, su cui l’operatore della filiera non ha libertà di azione.<br />

Variabili di carattere generale Le norme e le politiche di carattere generale che sono risultate variabili di<br />

scenario nella maggioranza dei casi, sono rappresentate dalla Riforma di medio termine della PAC, dal<br />

Protocollo di Kyoto ed in diverse situazioni anche la Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di<br />

scambio di quote di emissione di gas serra, in linea con i provvedimenti per l’applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto stesso.<br />

Principali variabili di settore Tra le normative di settore risultate variabili di scenario possiamo segnalare tra<br />

le principali:<br />

- colture energetiche la Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia elettrica da<br />

fonti rinnovabili;<br />

- biocarburanti la Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dei biocarburanti e il Dlgs. 30<br />

maggio 2005, n. 128 (Gazzetta Ufficiale 12 luglio 2005 n. 160) in attuazione<br />

della stessa Direttiva, che riducono la percentuale nazionale di utilizzo di<br />

biocarburanti al di sotto di quella programmata; la Finanziaria 2005 che<br />

riduce il contingente defiscalizzato per il biodiesel e stanzia dei fondi per la<br />

produzione di bioetanolo ed Etbe;<br />

- fibre vegetali il Reg. 1251/99 che implica la semina della canapa con varietà certificate<br />

con THC


di recepimento della Direttiva 67/548/CEE relativa alla classificazione,<br />

imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose.<br />

Le variabili di scenario risultate per ciascuna filiera si presentano in numero variabile compreso tra 8 e 11,<br />

determinando una buona uniformità numerica, nonostante la presenza di aspetti peculiari caratterizzanti<br />

ciascuna filiera.<br />

Tra i fattori che non sono risultati variabili di scenario è fondamentale segnalarne alcuni per i quali al<br />

momento non ci sono ancora le condizioni perché possano influenzare realmente lo sviluppo della filiera<br />

dato il loro attuale stato di non applicazione (caratterizzati quindi da un basso punteggio relativo al<br />

parametro della certezza), ma che, se fossero attuati, potrebbero incidere enormemente sulle possibilità di<br />

sviluppo delle filiere stesse. Ci riferiamo in maniera particolare alla capacità di inserimento della gestione<br />

delle terre agricole tra le azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto)<br />

che potrebbe effettivamente essere motivo di impulso per molte attività di tipo agricolo e in maniera<br />

particolare per le produzioni non food.<br />

Scenari Una volta determinate le variabili di scenario si è proceduto alla definizione degli scenari che sono<br />

stati sintetizzati per ciascuna filiera nelle griglie visionabili in Allegato (Allegato Xi “Griglie scenari”). Nello<br />

specifico sono stati individuati tre possibili scenari realizzabili in base a ciascuna variabile di scenario,<br />

corrispondenti, rispettivamente, all’evolversi del trend attuale degli eventi, ad un trend più positivo per lo<br />

sviluppo della filiera rispetto a quello attuale e ad un trend più negativo, in maniera tale da riuscire a coprire<br />

una gamma soddisfacente di situazioni avverabili nel prossimo futuro.<br />

Lo strumento della visualizzazione sintetica degli scenari mediante l’utilizzo di tabelle risulta il modo più<br />

efficace per consentire una pratica consultazione delle alternative che si prefigurano per le numerose<br />

variabili in gioco.<br />

Analisi di scenario La fase successiva riguarda l’analisi degli scenari vera e propria che è stata condotta<br />

valutando gli effetti relativi a ciascuna variabile indagata. Anche in questo caso, è stato ritenuto opportuno<br />

adottare delle griglie sintetiche come strumento di visualizzazione dell’analisi, data la numerosità dei dati da<br />

valutare (Allegato Xj).<br />

La griglia prevede, per ciascun scenario relativo alla variabile considerata, l’elaborazione degli effetti che<br />

questi potrebbero determinare su vari aspetti di differente natura: economica (domanda, prezzi, redditività),<br />

tecnica/tecnologica (grado di innovazione), normativa (norme di settore), ambientale (effetti sull’ambiente) e<br />

sociale (effetti sulla comunità). In base all’analisi degli effetti è stato possibile identificare le possibilità di<br />

sviluppo di ciascuna filiera non food rispetto a quella particolare variabile. La scala delle possibilità di<br />

sviluppo si articola in cinque livelli, da scarse ad elevate, indicati con un equivalente numero di asterischi (da<br />

1 a 5).<br />

Dal punto di vista economico si è ritenuto fondamentale inserire la domanda relativa al prodotto innovativo<br />

indagato nell’ambito della filiera di riferimento, la redditività del settore, così come i prezzi relativi ai<br />

prodotti usati convenzionalmente, che normalmente risultano essere strettamente correlati alla domanda del<br />

bene alternativo non food. E’ risultato poi basilare l’inserimento degli effetti sulla normativa di settore, data<br />

la sua peculiarità in relazione alle varie filiere indagate. Infine, non potevano essere trascurati gli effetti sulla<br />

ricerca scientifica a livello tecnico e tecnologico, sull’ambiente e sulla comunità.<br />

Risultati I risultati relativi alle possibilità di sviluppo delle filiere non food, in relazione a ciascuna variabile<br />

di scenario sono stati riassunti, per ciascuna filiera, in una tabella finale riportata qui di seguito..<br />

Da una valutazione complessiva dell’analisi degli scenari si evince che il trend attuale (Scenario 1) porta a<br />

possibilità di sviluppo delle filiere che nella maggior parte dei casi sono “buone” o, in alternativa, “limitate”<br />

(rispettivamente, 3 e 2 asterischi). Questo secondo caso si verifica molto spesso nell’ambito degli aspetti<br />

politico/normativi, ad esempio quando a livello nazionale sono stati presi dei provvedimenti normativi<br />

peggiorativi rispetto a quanto previsto dalla normativa europea o dalla normativa nazionale in materia,<br />

relativamente agli anni pregressi, o ancora nel caso in cui si verifichino inadempimenti rispetto agli obblighi<br />

normativi posti a livello europeo o imposizioni di limiti di legge troppo stringenti. Abbiamo visto, infatti,<br />

precedentemente, che ciascuna filiera è caratterizzata da una particolare normativa di settore che molto<br />

spesso gioca un ruolo fondamentale nell’ambito degli scenari prospettabili e quindi delle possibilità di<br />

sviluppo della filiera stessa.<br />

Il progetto Activa 115


Per quanto riguarda, invece, lo scenario più positivo (Scenario 2), le possibilità di sviluppo risultano essere<br />

generalmente “elevate” o “rilevanti” (rispettivamente, 5 e 4 asterischi), mentre per ciò che concerne lo<br />

scenario più negativo (Scenario 3), si registrano in genere possibilità di sviluppo “scarse” o “limitate”<br />

(rispettivamente, 1 e 2 asterischi).<br />

Il quadro di analisi sviluppato denota, in sostanza, una situazione che in linea generale possiamo definire<br />

positiva, dato che per la maggioranza delle variabili di scenario contemplate, il trend attuale offre già buone<br />

possibilità di sviluppo per le varie filiere in questione, le quali divengono elevate nella maggior parte dei casi<br />

relativi ad un trend più positivo rispetto a quello attuale.<br />

Risulta fondamentale l’integrazione di questi risultati con la successiva fase di analisi dei vincoli e delle<br />

opportunità, in maniera tale da poter evidenziare le reali possibilità di sviluppo delle filiere non food, in<br />

relazione alle differenti strategie attuabili in risposta all’avverarsi dei diversi scenari ipotizzati.<br />

Il progetto Activa 116


3.2 Analisi dei vincoli e delle opportunità:<br />

Nei contenuti il seguente paragrafo è stato strutturato essenzialmente sulla base di quanto riportato dai<br />

responsabili scientifici di filiera nei vari contributi previsti dal progetto: <strong>Report</strong> dei tavoli di filiera, <strong>Report</strong><br />

sulla bibliografia ragionata, Griglie merceologiche, Griglie dei soggetti di filiera.<br />

A seguito di una lettura finalizzata, da tali contributi sono stati estratti quanto più fedelmente le<br />

riflessioni sui fattori di vincolo ed opportunità, organizzate secondo l’impostazione già descritta nella<br />

metodologia.<br />

3.2.a Filiera dei biocarburanti<br />

A partire dalla prima crisi petrolifera del 1973 grande interesse ha rivestito la possibilità di usare la<br />

biomassa per produrre carburanti liquidi alternativi per veicoli diesel o a benzina, vista la dipendenza<br />

pressoché totale dal petrolio del settore dei trasporti, aggravata da una crescente richiesta dei combustibili<br />

fossili. Questo scenario è in contrasto con l’esigenza riconosciuta di ridurre le emissioni globali di gas a<br />

effetto serra e in particolare con gli impegni assunti a Kyoto dai paesi industrializzati in merito all’avvio di<br />

programmi di riduzione nel prossimo decennio. La progressiva sostituzione a lungo termine del gasolio e<br />

della benzina convenzionali con altre fonti di energia rinnovabili è quindi motivata da una parte dall’esigenza<br />

di migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e dall’altra dalla necessità di ridurre l’impatto<br />

ambientale, in particolare gli effetti sul clima indotti dal settore dei trasporti e del riscaldamento.<br />

I materiali biologici possono essere usati in vari modi come carburanti o combustibili:<br />

la barbabietola da zucchero, i cereali e altre colture possono essere sottoposti a fermentazione per<br />

produrre alcool (bioetanolo), utilizzabile come componente della benzina, come carburante in forma pura,<br />

oppure come additivo per la benzina dopo conversione in ETBE (Ethyl tertiary butyl ether) per reazione con<br />

isobutene (un sottoprodotto della raffinazione);<br />

gli oli vegetali (da colza, soia, girasole, palma ecc.) possono essere convertiti in sostituti del gasolio<br />

utilizzabili sia in forma pura che in miscela con il gasolio stesso. Questi oli trasformati sono noti col nome di<br />

“biodiesel”, che costituisce un biocarburante particolarmente versatile e facilmente praticabile dal punto di<br />

vista tecnico, date le ben note conoscenze relative alla gestione agronomica delle colture oleaginose,<br />

sopratutto nei paesi dell’area mediterranea, e la disponibilità di tecnologie ormai “mature” anche per quanto<br />

riguarda la trasformazione industriale dell’olio in biocarburante;<br />

i materiali organici di rifiuto possono essere convertiti in energia utilizzabile come carburante per<br />

autotrazione: gli oli di cucina esausti in biodiesel, il letame e la frazione organica dei rifiuti domestici in<br />

biogas e i cascami vegetali in bioetanolo. Le quantità sono in genere limitate, ma non comportano costi<br />

d’acquisto ed il loro uso consente di ridurre i problemi (e i costi) associati allo smaltimento dei rifiuti.<br />

Particolare attenzione sarà dedicata al biodiesel e a suoi co-prodotti, ad eccezione di alcune brevi<br />

annotazioni sui principali vincoli tecnico-tecnologici ed economici dell’olio tal quale, del bioetanolo e<br />

dell’ETBE.<br />

Oli vegetali: biodiesel<br />

Opportunità:<br />

(ambito economico; fase di produzione 1 ) sotto l’aspetto prettamente agricolo, la diffusione delle<br />

colture da energia, in particolare di quelle atte alla produzione di biocarburanti, apre nuove<br />

prospettive agronomiche ed economiche. Nell’ambito di un processo di integrazione tra l’industria e<br />

l’agricoltura, quest’ultima può assumere una ulteriore funzione di produttrice di beni non food e non<br />

più soltanto di prodotti alimentari. Ciò consentirebbe una maggiore stabilizzazione (se non un<br />

incremento) dei redditi agricoli grazie all’ampliamento ed alla diversificazione dei mercati dei<br />

prodotti agricoli ed alla maggiore stabilità della loro domanda. Si presenta dunque un quadro di<br />

agricoltura multifunzionale capace di mantenere il tessuto sociale attivo e rivitalizzare il mondo<br />

agricolo.<br />

1 Il termine “ambito” si riferisce all’ambito di filiera coinvolto ed il termine “fase” si riferisce alla fase di filiera.<br />

Il progetto Activa 117


(ambito tecnico; fase di produzione) per quanto riguarda le oleaginose si segnala che il colza e il<br />

girasole sono specie che costituiscono un importante mezzo a disposizione dell’agricoltore per la<br />

gestione ottimale dei terreni:<br />

o permettono l’adozione di rotazioni colturali più articolate ed il rispetto di turni più lunghi;<br />

o assolvono ottimamente al compito di colture da rinnovo, lasciando i terreni con buoni livelli<br />

di fertilità residua;<br />

o rilasciano in superficie abbondanti residui colturali che, attraverso l’interramento, sono fonte<br />

importante di sostanza organica.<br />

(ambito tecnologico e ambientale; fase di consumo) l’utilizzo del biodiesel nel settore agricolo è una<br />

possibilità di diffusione molto interessante, infatti con appropriate forme organizzative le aziende<br />

potrebbero produrre in parte l’energia di cui hanno bisogno, sotto forma di carburante per le<br />

macchine agricole in genere o anche come combustibile per il riscaldamento delle serre. Queste<br />

possibilità sono ancora da valutare ed esplorare, sopratutto dal punto di vista della convenienza<br />

economica dell’utilizzo di biodiesel miscelato o piuttosto dell’olio tal quale. Altre possibili<br />

utilizzazioni possono essere ricercate nell’alimentazione di motopompe irrigue; di motori diesel per<br />

il trasporto marino, fluviale e lacustre; di motori impiegati in miniera; per il funzionamento<br />

d’impianti di risalita in località sciistiche; per la produzione di elettricità in zone alpine e, in genere,<br />

in tutti gli ambienti ove risulta fondamentale ridurre le emissioni di gas nocivi. Ai fini ambientali, la<br />

qualità dell’aria delle aree urbane costituiscono il campo di applicazione più interessante, in<br />

particolare le utilizzazioni dell’olio vegetale esterificato in motori a ciclo diesel con modesti o nulli<br />

adattamenti, o come olio grezzo da impiegare in motori diesel a precamera di tipo rustico o in motori<br />

speciali (tipo Elsbett) o, infine, a ciclo esotermico. In entrambi i casi infatti si possono ottenere<br />

apprezzabili riduzioni nelle emissioni nocive derivanti dall’intenso traffico automobilistico delle<br />

grandi città e nel consumo di carburanti di origine fossile per riscaldamento.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) gli esteri degli oli vegetali possono essere<br />

utilizzati in tutti i motori diesel oggi sul mercato senza alcuna modifica, se miscelati con il gasolio<br />

fino al 20-30%, o con piccoli accorgimenti nel caso si utilizzasse biodiesel puro.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) la durata di un motore alimentato a biodiesel<br />

non si discosta molto da quella di un motore a gasolio così come i tempi di manutenzione. Come<br />

specificato sopra alcuni piccoli accorgimenti rendono il motore perfettamente compatibile anche con<br />

il biodiesel puro.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) tutti i risultati delle prove indicano inoltre<br />

che il biodiesel non conduce a sostanziali differenze nel comportamento (potenza e coppia) dei<br />

motori se si utilizzano alcuni accorgimenti tecnici.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) attualmente quasi tutte le case<br />

automobilistiche dichiarano che i loro veicoli sono compatibili con il biodiesel, case<br />

automobilistiche come la Peugeot e la Renault sperimentano sui propri motori il biodiesel in miscela<br />

con gasolio. In Germania alcune case automobilistiche hanno omologato il biodiesel puro su alcuni<br />

dei loro modelli, come ad esempio Mercedes, BMW, Volvo, SEAT, Skoda, Volkswagen, Ford,<br />

Caterpillar.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per riscaldamento) per quanto riguarda l’utilizzo del biodiesel<br />

per produrre energia termica negli impianti di riscaldamento, la sperimentazione ha dimostrato che il<br />

suo impiego al posto del gasolio tradizionale nelle caldaie non crea alcun tipo di inconveniente, non<br />

richiede la sostituzione dei bruciatori ma solo di alcune guarnizioni di tenuta eventualmente non<br />

compatibili, operazione che ogni buon tecnico è in grado di compiere senza difficoltà.<br />

(ambito ambientale; fase di consumo per riscaldamento) nel riscaldamento la possibilità di utilizzare<br />

biodiesel puro (100% biodiesel) produce inevitabilmente maggiori vantaggi "ambientali".<br />

(ambito ambientale; fase di consumo) il confronto con il gasolio evidenzia che i biocombustibili, se<br />

si considera l’intero ciclo di vita, rilasciano nell’atmosfera una minore quantità di monossido di<br />

carbonio, particolato, biossido di zolfo, aldeidi, oltre ovviamente ad una diminuzione delle emissioni<br />

di CO 2. 2<br />

(ambito ambientale; fase di consumo) oltre ai vantaggi ambientali connessi al bilancio energetico e<br />

della CO 2, il biodiesel presenta un elevato grado di biodegradabilità e una minor tossicità rispetto al<br />

gasolio: da un punto di vista chimico e biochimico, l’estere metilico presenta rispetto al gasolio una<br />

2 Per maggiori dettagli si rimanda al <strong>Report</strong> sulla bibliografia ragionata.<br />

Il progetto Activa 118


configurazione molecolare più "vantaggiosa" per quanto concerne la biodegradabilità. La catena<br />

lineare di carbonio, con atomi di ossigeno alle estremità che caratterizza il biodiesel è infatti più<br />

"semplicemente" attaccabile dai batteri che in natura degradano oli e grassi, rispetto al gasolio che è<br />

povero di ossigeno ed è costituito da una miscela complessa di idrocarburi con numerosi legami<br />

doppi, catene ramificate, anelli ecc.<br />

(ambito economico e tecnologico; fase di consumo) a sintesi di quanto già descritto<br />

precedentemente, è stato riconosciuto come importante opportunità la pronta introduzione in<br />

commercio del biodiesel sia nel settore dell’autotrazione in miscela con gasolio di origine fossile<br />

senza variazioni sostanziali delle prestazioni motoristiche, sia nel settore del riscaldamento<br />

(ambito economico; intera filiera) operare a livello locale potrebbe rendere più semplice il<br />

raggiungimento di accordi di filiera e, soprattutto, valorizzare alcune caratteristiche peculiari della<br />

nostra Regione come la presenza di ampie superfici vocate alla produzione di colture oleaginose<br />

(Toscana litoranea e centro-meridionale), l’esperienza maturata nel settore da moltissimi agricoltori,<br />

la volontà di voler continuare a mantenere negli avvicendamenti colturali specie come il girasole o la<br />

colza, la presenza di collaudati ed efficienti reti di raccolta e stoccaggio dei prodotti (in provincia di<br />

Pisa, Livorno, Siena, Arezzo, ecc.), la presenza di significative industrie di trasformazione primaria<br />

(in provincia di Firenze) e secondaria (in provincia di Livorno) e l’esistenza di un polo petrolifero di<br />

notevoli dimensioni nella zona portuale di Livorno. Tali caratteristiche potrebbero consentire<br />

l’esercizio delle attività della filiera in un’area limitata (teoricamente, assimilandola ad un cerchio, il<br />

raggio non dovrebbe superare i 100-150 km), ciò consentirebbe di ridurre gli inevitabili costi di<br />

trasporto. In questo contesto, la presenza al tavolo di coordinamento di rappresentanti qualificati dei<br />

consumatori primari e secondari dovrebbe consentire di definire le quantità commercializzabili<br />

annualmente su questa base, produttori e trasformatori dovrebbero impegnarsi a fornire le quantità di<br />

biocarburanti stabilite individuando il prezzo di vendita in maniera da rendere vantaggiosa per tutti<br />

la partecipazione alle attività della filiera; non si dovrebbe escludere anche un intervento della<br />

Regione a titolo di riconoscimento dei benefici ambientali prodotti dall’attivazione della filiera.<br />

Vincoli:<br />

(ambito politico ed economico; fase di produzione) con la riforma di “Agenda 2000”, l’UE ha ridotto<br />

il pagamento specifico per i semi oleosi, allineandolo a quello per le altre coltivazioni di seminativi.<br />

Questo ha determinato una forte contrazione degli investimenti e delle produzioni nel settore a<br />

partire dell’annata 2002/2003. In Italia si sono più che dimezzati i raccolti a soia e girasole e sono<br />

quasi del tutto scomparsi quelli a colza.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) utilizzando il biodiesel miscelato con gasolio<br />

fino al 20% in volume, non si riscontrano problemi di compatibilità con i materiali, ma un carburante<br />

con elevato contenuto di esteri (più del 30 %) causa inconvenienti quando entra in contatto con<br />

determinati composti che normalmente costituiscono le guarnizioni degli iniettori, delle pompe, ecc.<br />

Per questa ragione è normalmente sconsigliato l'utilizzo del biocarburante tal quale o in miscele ad<br />

alta percentuale di metilesteri a meno di non sostituire le guarnizioni con materiali compatibili.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) l’impiego del biodiesel determina una<br />

diluizione dell’olio di lubrificazione del motore superiore rispetto al gasolio normale, in relazione al<br />

tipo di motore ed al tipo di lavoro a cui il mezzo è sottoposto. La diluizione non è però significativa<br />

nella maggior parte dei casi se l’olio viene cambiato entro i normali intervalli consigliati.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) a differenza del biodiesel, il gasolio causa un<br />

maggiore accumulo di ferro, alluminio, cromo e piombo nella coppa dell'olio.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo per autotrazione) tutti i risultati delle prove indicano che con il<br />

biodiesel aumentano i consumi specifici, di circa il 10%, a causa del minore potere calorifico del<br />

metilestere.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) la capacità produttiva dell'industria nazionale è di oltre 600mila<br />

tonnellate annue (teoricamente in grado di gestire la trasformazione di circa 715mila ettari di<br />

girasole). Ma il sistema é ben lontano da tali traguardi e la ricaduta sul settore agricolo è per il<br />

momento molto limitata, visto che solo un terzo della materia prima utilizzata dalle industrie italiane<br />

del biodiesel è di provenienza nazionale (le oleaginose “non food” sono state finora relegate nelle<br />

aree destinate al set-aside), il resto proviene da Francia e Germania<br />

Il progetto Activa 119


(ambito tecnologico e ambientale; fase di consumo) il punto dolente del biodiesel è il problema degli<br />

ossidi di azoto, attualmente considerati tra i composti maggiormente pericolosi. Mediamente si parla<br />

di un aumento delle emissioni di NOx del 10-13% rispetto al gasolio a causa dell'elevato contenuto<br />

di ossigeno del biocombustibile.<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnologico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo per<br />

riscaldamento) l'utilizzazione del biodiesel nelle caldaie, anche se abbastanza diffusa a livello<br />

nazionale, non è stato oggetto di studi particolarmente approfonditi.<br />

(ambito economico; fase di produzione) in teoria i biocarburanti rappresentano un’alternativa ideale<br />

poiché richiedono come unico investimento “a lungo termine” la creazione degli impianti per la<br />

produzione di questi nuovi carburanti e presentano caratteristiche di rinnovabilità e adattabilità ai<br />

sistemi di trasporto e stoccaggio attuali. Nonostante ciò, la penetrazione e la diffusione nel mercato<br />

del biodiesel è ancora scarsa e la filiera di produzione presenta dei punti problematici a diversi<br />

livelli. In prima fila si trovano gli agricoltori produttori della materia prima che non riconoscono alle<br />

colture “non food” un sufficiente interesse economico di là dell’importo compensativo che ricevono<br />

per ogni ettaro coltivato sul “set-aside”. Ciò dipende dalla “disaffezione” degli agricoltori nei<br />

confronti di queste colture, determinata in parte dalla scarsa redditività di queste, conseguenza dei<br />

prezzi di conferimento all’industria più bassi rispetto a quelli spuntabili dalle stesse produzioni<br />

destinate al settore alimentare, e in parte dalla giusta convinzione che la redditività delle colture “non<br />

food” sia legata alla possibilità, concessa dalla UE, di coltivare a fini non alimentari le superfici<br />

destinate a “set-aside” senza per questo perdere il diritto al premio comunitario previsto per la messa<br />

a riposo di questi terreni. Si può osservare come le implicazioni della PAC circa il set-aside siano<br />

molto influenti negli sviluppi della filiera, e le variazioni della politica comunitaria possono essere<br />

determinanti negli orientamenti produttivi degli agricoltori. Infatti, la riduzione della percentuale dei<br />

terreni aziendali da destinare a “set-aside” o il mancato rinnovo della concessione a coltivarli con<br />

specie a destinazione non alimentare, determinerebbe una proporzionale contrazione delle<br />

produzioni “non food” con conseguente difficoltà di approvvigionamento da parte dell’industria e<br />

quindi una maggiore dipendenza dall’importazione.<br />

(ambito economico; fase di produzione) sulla filiera pesa in modo determinante il maggiore costo del<br />

biodiesel rispetto al gasolio di origine fossile. Infatti, sebbene si possa contare sugli utili derivanti da<br />

due sottoprodotti come il panello proteico e la glicerina, il costo di produzione del biodiesel risulta<br />

superiore a quello del gasolio tradizionale (circa il doppio). Ad incidere sui costi è per l'85% la<br />

materia prima agricola, cui vanno aggiunti i costi logistici più elevati e la tipologia e le dimensioni<br />

delle imprese di produzione.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) è stata rilevata la necessità di mettere a punto oli con una<br />

maggiore capacità lubrificante per la produzione di biodiesel (Brassica carinata, Crambe abyssinica,<br />

etc.).<br />

(ambito sociale ed economico; fase di consumo) è stata rilevata una scarsa conoscenza da parte del<br />

consumatore nei confronti del biodiesel, da cui deriva la necessità di maggiore informazione e<br />

comunicazione.<br />

(ambito economico e tecnologico; fase di consumo) è stata rilevata la necessità di una chiara<br />

identificazione del biodiesel commercializzato.<br />

(ambito economico; fase di produzione) l’attuale meccanismo, che prevede tra l’altro l’importazione<br />

di buona parte del fabbisogno di olio vegetale, tende a penalizzare la prima fase della filiera, quella<br />

agricola, che di fatto risulta esclusa dalla filiera perché, secondo l’industria di trasformazione,<br />

incapace di fornire un prodotto nazionale a prezzi simili a quelli internazionali in maniera costante<br />

nel tempo. Il superamento delle barriere economiche, di cui sopra, dovrebbe quindi passare<br />

attraverso l’incremento della redditività della fase agricola ed una maggiore condivisione delle<br />

problematiche della filiera da parte di tutti gli attori; a tale scopo si potrebbe operare secondo le<br />

seguenti direzioni:<br />

o ridurre i costi di produzione agricola e di trasporto;<br />

o incrementare la PLV delle colture oleaginose a destinazione non alimentare;<br />

o istituire tavoli di concertazione interprofessionali permanenti.<br />

La riduzione dei costi potrebbe essere ottenuta attraverso la diffusione delle tecniche low-input<br />

nell’ambito di adeguate rotazioni colturali (che tendano a ridurre l’entità e la frequenza delle<br />

lavorazioni del terreno, l’efficienza delle concimazioni e la riduzione dell’impiego del diserbo<br />

chimico).<br />

Il progetto Activa 120


(ambito tecnico; fase di produzione) è stata rilevata la necessità di ottimizzare la tecnica colturale, al<br />

fine di stabilizzare le rese e ridurre i costi di produzione. In particolare, è stato evidenziato come<br />

elemento di criticità la difficoltà di una adeguata densità di coltura per il colza e l’instabilità delle<br />

produzioni per il girasole.<br />

(ambito ambientale; fase di produzione) in occasione del tavolo di filiera è stata evidenziata da<br />

alcuni rappresentanti degli agricoltori la situazione di criticità che sta investendo il settore delle<br />

oleaginose in Toscana e del girasole in particolare. I costi espliciti della coltura sono in media di<br />

400-500 euro/ha, per cui occorrerebbe avere una resa di 30 q/ha minimo per avere un guadagno dalla<br />

sua coltivazione, stando agli attuali prezzi di vendita della granella che si aggirano intorno ai 15-16<br />

euro/q. Il raggiungimento di prezzi di vendita medi di 20-25 euro/q garantirebbe la ripresa<br />

economica del settore. I principali vincoli relativi al decollo della filiera biodiesel sono quindi<br />

essenzialmente di carattere economico (costi e prezzi di mercato e costi di transazione ai vari livelli<br />

della filiera). L’ostacolo economico potrebbe essere superato, nel caso, con l’aiuto della Regione che<br />

potrebbe fornire i mancati redditi agli operatori che ne necessitano o comunque curare l’aspetto<br />

organizzativo e di immagine da dare sul territorio.<br />

(ambito ambientale; fase di produzione) con l’esclusione della fase agricola, la filiera non può<br />

esprimere al meglio le proprie potenzialità in termini di riduzione dell’impatto ambientale (il<br />

trasporto dei semi oleosi, o dell’olio da essi estratto, dall’estero verso l’Italia, ha un costo energetico<br />

ed un impatto ambientale superiore a quello richiesto per trasferire a livello nazionale i semi oleosi<br />

dalle nostre aziende agricole ai centri di stoccaggio, triturazione e transesterificazione) e in termini di<br />

benefici per gli agroecosistemi (differenziazione delle colture agrarie, conservazione e protezione del<br />

territorio agricolo, ecc.).<br />

(ambito economico e politico; fase di utilizzo) in occasione del tavolo di filiera, gli utilizzatori<br />

dell’olio raffinato hanno specificato che l’acquisto dell’olio si caratterizza per l’assenza di<br />

tracciabilità, da cui deriva l’impossibilità di stabilirne la provenienza.<br />

(ambito tecnologico; fase di utilizzo) in occasione del tavolo di filiera, rappresentanti della fase di<br />

utilizzo hanno fatto presente che il biodiesel completamente derivato da olio di girasole non rispetta<br />

le specifiche tecniche, dato che è richiesto un numero di iodio pari a 120 e quello dell’olio di girasole<br />

è 125; andrebbe perciò addizionato con olio di colza che ha numero di iodio 114 (numero iodio soia<br />

uguale a 135).<br />

(ambito sociale; intera filiera) attualmente assistiamo ad una frammentazione degli sforzi volti allo<br />

sviluppo del settore; quello di cui la filiera necessita è una maggiore sinergia e coordinamento tra<br />

tutte le parti chiamate in causa per evitare che le già scarse risorse a disposizione vengano sperperate<br />

senza così ottenere proficui risultati.<br />

Coprodotti del biodiesel:<br />

Panelli proteici:<br />

Opportunità<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) sono stati rilevati come fattori incentivanti l’adozione e<br />

l’individuazione di varietà o ibridi quantitativamente e qualitativamente interessanti dal punto di<br />

vista proteico.<br />

Vincoli<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) è stato rilevato come fattore disincentivante l’assenza di<br />

indicazioni sull’origine della fonte proteica da utilizzarsi come mangime.<br />

Glicerina:<br />

Vincoli<br />

(ambito economico; fase di produzione) è stato rilevato come fattore disincentivante un potenziale<br />

surplus di offerta della glicerina sul mercato internazionale con corrispondente riduzione del prezzo<br />

del prodotto; ciò potrebbe produrre riflessi negativi sul costo di produzione del biodiesel<br />

Il progetto Activa 121


Segue l’elencazione di fattori tecnico-tecnologici ed economici indicati come fattori di criticità, in tal<br />

senso assimilabili a vincoli, del prodotto di riferimento:<br />

Olio tal quale:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) è stata rilevata la necessità di ottimizzare la tecnica colturale, al<br />

fine di stabilizzare le rese e ridurre i costi di produzione. In particolare è stata evidenziato come<br />

elemento di criticità la difficoltà di una adeguata densità di coltura per il colza e dell’instabilità delle<br />

produzioni per il girasole.<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnologico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo) è stata<br />

rilevata la necessità di adeguare la taratura del sistema di iniezione delle caldaie destinate ad<br />

utilizzare olio vegetale tal quale.<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnologico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo) è stata<br />

rilevata la necessità di mettere a punto motori endotermici destinati ad utilizzare olio vegetale tal<br />

quale.<br />

(ambito di filiera coinvolto: normativo; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo) è stata<br />

rilevata la mancanza in Italia di un riconoscimento normativo dell’olio vegetale tal quale come<br />

combustibile per autotrazione, per questo motivo non è attualmente commercializzabile a tale scopo.<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnologico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo) sono<br />

stati rilevati costi di istallazione relativamente alti per l’utilizzo dell’olio tal quale nell’autotrazione.<br />

(ambito di filiera coinvolto: economico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo) è stata<br />

rilevata la mancanza in Italia di un’adeguata caratterizzazione merceologica dell’olio vegetale tal<br />

quale.<br />

Attualmente i motori moderni non sono in grado di utilizzare gli oli vegetali naturali tal quali senza<br />

l’insorgere di diversi inconvenienti causati principalmente dalla maggiore densità e viscosità di questi<br />

rispetto al carburante diesel convenzionale. L’olio vegetale non trasformato può essere usato per brevi<br />

periodi, altrimenti si presentano inconvenienti essenzialmente riconducibili al deposito di materiali<br />

carboniosi, alla polimerizzazione in camera di combustione, alla polimerizzazione e ossidazione parziale<br />

dell’olio immagazzinato con ulteriore aumento di viscosità, all’intasamento dei filtri da parte dei solidi<br />

sospesi, delle cere e dei prodotti ad alto punto di fusione, ecc.<br />

In occasione del tavolo di filiera, alcuni partecipanti hanno suggerito che in assenza di misure di<br />

incentivo, la strada del biodiesel non è a loro avviso percorribile; l’unica via potrebbe essere quella<br />

dell’utilizzo tal quale dell’olio vegetale per usi termici.<br />

Bioetanolo:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) è stata rilevata la necessità di ottimizzare la tecnica colturale, al<br />

fine di stabilizzare le rese e ridurre i costi di produzione anche individuando le specie e le varietà più<br />

idonee ai diversi ambienti di coltivazione.<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di produzione) è stata rilevata la necessità di mettere a punto<br />

tecniche di produzione del bioetanolo a partire da scarti di produzione agricola al fine di ridurre i<br />

costi di produzione.<br />

(ambito economico; fase di produzione e consumo) è stato rilevato come fattore potenzialmente<br />

disincentivante il costo di produzione della materia prima agricola nei confronti della materia prima<br />

di origine fossile (petrolio), il prezzo del bioetanolo (ipotetico) rispetto al prezzo della benzina e la<br />

concorrenza del bioetanolo prodotto in paesi esteri (Brasile, Stati Uniti, Spagna), in via ipotetica<br />

notevolmente inferiore a quello nazionale.<br />

(ambito economico e sociale; fase di produzione e trasformazione) sono state rilevate difficoltà a<br />

definire accordi interprofessionali sul prezzo a cui l’industria è disposta a ritirare la materia prima<br />

prodotta dagli agricoltori.<br />

(ambito economico e sociale; fase di consumo) è stata rilevata una scarsa conoscenza del<br />

consumatore nei confronti del bioetanolo, da cui deriva la necessità di maggiore informazione e<br />

comunicazione.<br />

Il progetto Activa 122


ETBE:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) è stata rilevata la necessità di ottimizzare la tecnica colturale, al<br />

fine di stabilizzare le rese e ridurre i costi di produzione anche individuando le specie e le varietà più<br />

idonee ai diversi ambienti di coltivazione.<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di trasformazione) è stata rilevata la necessità di mettere a<br />

punto tecniche di produzione dell’ETBE a partire da bioetanolo prodotto da scarti di produzione<br />

agricola, al fine di ridurre i costi di produzione<br />

(ambito economico; fase di produzione e consumo) è stato rilevato come fattore potenzialmente<br />

disincentivante il costo di produzione della materia prima agricola nei confronti della materia prima<br />

di origine fossile (petrolio), il prezzo dell’ETBE (ipotetico) rispetto al prezzo della benzina e la<br />

concorrenza dell’ETBE prodotto in paesi esteri (Brasile, Stati Uniti, Spagna), notevolmente inferiore<br />

in via ipotetica a quello nazionale.<br />

(ambito economico e sociale; fase di produzione e trasformazione) sono state rilevate difficoltà a<br />

definire accordi interprofessionali sul prezzo a cui l’industria è disposta a ritirare la materia prima<br />

prodotta dagli agricoltori<br />

(ambito economico e sociale; fase di consumo) è stata rilevata una scarsa conoscenza del<br />

consumatore nei confronti dell’ETBE, da cui deriva la necessità di maggiore informazione e<br />

comunicazione.<br />

A seguito della realizzazione del <strong>Report</strong> sulla bibliografia ragionata, nell’ambito del Progetto Activa, il<br />

responsabile scientifico ha formulato le seguenti proposte per dare concretezza all’avvio di una filiera<br />

“toscana” dei biocarburanti:<br />

introdurre misure di sostegno al settore agricolo non alimentare;<br />

determinare la convenienza alla coltivazione delle colture oleaginose indipendentemente dall’aiuto<br />

finanziario al “set-aside”;<br />

garantire una maggiore attenzione da parte degli agricoltori per l’ottenimento di produzioni<br />

quantitativamente e qualitativamente rispondenti alle esigenze dell’industria;<br />

individuare e diffondere le colture erbacee più idonee alla produzione di biocarburanti, in relazione<br />

anche alla zona di produzione;<br />

selezionare i caratteri biochimici attraverso l’impiego di biotecnologie, che valorizzino le colture<br />

erbacee in funzione della loro destinazione a fini energetici;<br />

garantire disponibilità d’informazione sia per i possibili consumatori, sia per gli agricoltori;<br />

mettere a punto motori in grado di ottimizzare il rendimento energetico;<br />

creare filiere sperimentali in grado di collegare imprese agricole, trasformatori e aziende<br />

municipalizzate dei trasporti pubblici urbani ed extraurbani;<br />

differenziare le aliquote a favore dei biocarburanti onde renderli competitivi sul mercato;<br />

identificare le nicchie di mercato che potrebbero beneficiare maggiormente dell’impiego del<br />

biodiesel.<br />

Come per le precedenti filiere, alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle<br />

opportunità, esaminati congiuntamente ai fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi<br />

strategiche, contestualizzate alle realtà toscana. E’ fornito il dettaglio dei soggetti identificati per<br />

l’attivazione delle possibili strategie:<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI: istituzioni politico-amministrative<br />

EO: istituzioni, formali e non, che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico.<br />

Si segnala che quanto andiamo a proporre non è stato validato dal responsabile scientifico di filiera, in tal<br />

senso non disponiamo del punteggio in funzione della sensibilità e dell’incidenza.<br />

Cat<br />

mer 3<br />

Politico / Normative Sog<br />

tutte Promuovere tavoli interprofessionali e stipulare accordi quadro di filiera con l’obiettivo di passare EO<br />

3 Il codice “Cat mer” identifica la voce categorie merceologiche.<br />

Il progetto Activa 123


dalla fase di sperimentazione e di progetto pilota alla costruzione di filiere orientate al mercato<br />

(attraverso la definizione dei prezzi di ritiro della materia prima, delle quantità e degli standard<br />

qualitativi degli approvvigionamenti)<br />

tutte Avviare politiche di comunicazione e formazione per lo sviluppo della filiera dei biocarburanti<br />

(es. programmi formativi per gli operatori del settore, programmi informativi per i consumatori,<br />

programmi educativi nelle scuole)<br />

PI<br />

tutte Avviare politiche di marchio e di certificazione che garantiscano la tracciabilità dei biocarburanti<br />

(con riferimento al territorio di produzione, alla qualità e all'ecologicità dei materiali) e<br />

promuovere le certificazioni ambientali volontarie ISO14001ed EMAS a livello<br />

distrettuale/comprensoriale e di prodotto Ecolabel, anche in collegamento alla filiera dei<br />

biocarburanti<br />

PI<br />

tutte Istituire tavoli di concertazione a livello regionale composti dai principali attori della filiera con lo<br />

scopo di definire politiche di medio-lungo periodo (sia di sostegno economico che di promozione)<br />

PI EO<br />

tutte Integrare a livello nazionale e regionale le politiche dei settori industriale, agricolo e ambientale. PI<br />

tutte/ Adeguare a livello nazionale e regionale l'assetto normativo che regolamenta il settore dei<br />

PI<br />

olio<br />

tal<br />

quale<br />

biocombustibili (in particolare, si veda il dettaglio dell'olio tal quale).<br />

tutte Definire politiche nazionali e regionali volte specificamente a promuovere, riconoscere ed<br />

incentivare le filiere dei biocarburanti per il positivo impatto sull'ambiente e sul territorio e sulla<br />

salute dei cittadini e consumatori.<br />

PI<br />

tutte Definire disciplinari che identifichino le caratteristiche merceologiche dei biocarburanti<br />

commercializzati.<br />

PI<br />

olio Riconoscere da un punto di vista normativo l'olio tal quale come combustibile per autotrazione, PI<br />

tal<br />

quale<br />

attualmente non commercializzabile a questo scopo<br />

biodie Promuovere iniziative legislative per aumentare la percentuale di miscelazione consentita<br />

sel<br />

PI<br />

Cat<br />

mer<br />

Economico Sog<br />

tutte Acquisire informazioni ed elaborare scenari sulle potenzialità del mercato dei biocarburanti,<br />

valutando tutti i possibili canali di diffusione (es. acquisti verdi da parte delle pubbliche<br />

amministrazioni), e quantificare l'andamento dei prezzi delle varie categorie merceologiche<br />

R<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo sulla presenza a livello regionale di produttori di materia prima<br />

in aree circoscritte valutandone il potenziale di produzione e le alternative per l'abbattimento dei<br />

costi (es. collocazione dell'impianto di trasformazione entro un raggio di 50 km)<br />

R<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo sul livello di redditività ottenibile dai vari operatori della filiera<br />

per areali rappresentativi della realtà regionale<br />

R<br />

tutte Promuovere l'acquisizione dei titoli commerciali nell'ambito dei Certificati bianchi, Certificati<br />

verdi e RECS<br />

EO<br />

tutte Avviare iniziative per aumentare la redditività e la competitività della filiera, rispetto alle<br />

produzioni internazionali, favorendo azioni coordinate tra i vari operatori e ottimizzando le<br />

tecniche colturali al fine di stabilizzare le rese e ridurre i costi di produzione e trasformazione<br />

EO<br />

tutte Consolidare e aprire nuovi mercati incrementando la quota defiscalizzata e favorendo<br />

l'introduzione dei biocarburanti in aree sensibili da un punto di vista ambientale (es. aree protette)<br />

o socio-economico (es. aree agricole marginali rispetto agli ordinamenti colturali convenzionali)<br />

EO<br />

tutte/ Aumentare la quota defiscalizzata e più in generale ridurre l'accisa sui biocarburanti, con<br />

PI<br />

biodie particolare riferimento al biodiesel<br />

sel<br />

olio Acquisire informazioni sul rendimento e le tecnologie necessarie per l’utilizzo diretto degli oli R<br />

tal estratti dalle colture oleaginose da destinare alla produzione di calore e/o energia elettrica<br />

quale attraverso la combustione in caldaia, eliminando i vincoli economici imposti dalla<br />

transesterificazione dell'olio<br />

Cat<br />

mer<br />

Ambientali/Biologiche Sog<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo sulle implicazioni agro-ambientali correlate alla possibilità di<br />

inclusione/esclusione (es. a seguito dell’importazione della granella o dell'olio vegetale) della fase<br />

agricola dalla filiera<br />

R<br />

Il progetto Activa 124


tutte Acquisire informazioni sul livello di biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi industriali<br />

e sulla possibilità di smaltimento dei prodotti esausti<br />

tutte Valutare i bilanci ambientali (es. energetico, di carbonio, delle emissioni di gas serra) per<br />

tipologie di filiere differenziate e per areali rappresentativi del territorio regionale<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo sul grado di salubrità ambientale generabile a diversi livelli di<br />

attivazione delle filiere e dell'utilizzo dei biocarburanti<br />

tutte Simulare scenari alternativi in funzione delle quantità disponibili e dei prezzi ipotizzabili per i<br />

combustibili fossili<br />

tutte Promuovere iniziative per diffondere l'utilizzo dei biocarburanti in aree sensibili da un punto di<br />

vista ambientale (es. aree protette), valorizzando la diminuzione dell'inquinamento da CO2,<br />

dell'emissione di composti incombusti e di ossidi di zolfo<br />

tutte Acquisire informazioni tecniche e definire pratiche per valorizzare le caratteristiche<br />

agroambientali delle specie utili alla produzione di biocarburanti (es. l'effetto positivo determinato<br />

dall'essere colture da rinnovo e miglioratrici e dalle scarse esigenze idriche)<br />

tutte Acquisire informazioni per ottimizzare la gestione delle colture già presenti negli ordinamenti<br />

della nostra Regione e valutare l'impatto derivante dall'introduzione di nuove colture, per ridurre<br />

eventuali impatti da un punto di vista paesaggistico e agroambientale e valorizzarne alcune<br />

peculiarità (es. il girasole)<br />

Cat<br />

mer<br />

Tecniche / Tecnologiche Sog<br />

tutte Condurre sperimentazioni per valorizzare le potenzialità di utilizzo dei biocarburanti per le flotte<br />

di mezzi pubblici urbani in aree campione<br />

R<br />

tutte Condurre sperimentazioni per migliorare geneticamente le specie al fine di ottenere biocarburanti<br />

più adatti alla tecnologia motoristica attuale<br />

R<br />

tutte Mettere a punto una efficiente rete di raccolta e stoccaggio della granella da oleaginose e più in<br />

generale della biomassa utile alla produzione di biocarburanti<br />

SO/R<br />

tutte Acquisire informazioni e condurre sperimentazioni per ottimizzare le tecniche colturali al fine di<br />

abbattere i costi di produzione<br />

R<br />

olio Condurre sperimentazioni per migliorare la taratura del sistema di iniezione delle caldaie destinate R<br />

tal<br />

quale<br />

ad utilizzare olio vegetale tal quale<br />

olio Condurre sperimentazioni per mettere a punto motori endotermici destinati ad utilizzare olio tal R<br />

tal<br />

quale<br />

quale<br />

etbe Condurre sperimentazioni per mettere a punto tecniche di produzione dell'ETBE a partire da<br />

bioetanolo prodotto da scarti di produzione agricola (anche al fine di ridurre i costi di produzione)<br />

R<br />

biodie<br />

sel<br />

biodie<br />

sel/pa<br />

nelli<br />

protei<br />

ci<br />

Condurre sperimentazioni per mettere a punto oli più idonei alla produzione di biodiesel<br />

(maggiore capacità lubrificante)<br />

Condurre sperimentazioni per migliorare geneticamente le oleaginose al fine di ottenere come<br />

sottoprodotti panelli quantitativamente e qualitativamente interessanti da un punto di vista<br />

proteico<br />

Cat<br />

Sociali<br />

mer<br />

tutte Incentivare misure di sviluppo rurale di aree svantaggiate attraverso la coltivazione e la<br />

trasformazione di colture utili per la produzione di biocarburanti<br />

tutte Promuovere iniziative per far conoscere i benefici ambientali e salutistici derivanti dall'utilizzo<br />

dei biocarburanti, in sostituzione dei carburanti di origine fossile.<br />

tutte Promuovere iniziative per far conoscere la diminuzione del rischio per gli operatori delle filiere<br />

collegate ai combustibili fossili (es. rischi di tossicità o cancerogenicità)<br />

tutte Informare l'opinione pubblica del positivo effetto ambientale provocato dai processi produttivi<br />

coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla vivibilità del territorio<br />

tutte/ Informare sugli utilizzi e le caratteristiche dei biocarburanti commercializzati (in particolare,<br />

biodie favorire la conoscenza da parte dei consumatori sulle caratteristiche del biodiesel e del suo<br />

sel utilizzo: es. percentuali di miscelazione)<br />

Il progetto Activa 125<br />

R<br />

R<br />

R<br />

R<br />

R<br />

EO<br />

R<br />

R<br />

R<br />

PI<br />

PI<br />

PI<br />

PI<br />

PI


tutte Aumentare il grado di visibilità dell’intero processo produttivo e il livello di consapevolezza degli<br />

operatori<br />

tutte Avviare iniziative per promuovere l'utilizzo dei biocarburanti nell'ambito di strategie estese a tutte<br />

le fonti energetiche rinnovabili<br />

tutte/i Acquisire un quadro conoscitivo sulle implicazioni socio-economiche correlate alla possibilità di<br />

biodie inclusione/esclusione (es. a seguito dell’importazione della granella o dell'olio vegetale) della fase<br />

sel agricola dalla filiera<br />

3.2.b Filiera dei biolubrificanti<br />

Gli utilizzi dei biolubrificanti sono molteplici (nell’industria tessile conciaria, cartaria, metallurgica,<br />

estrattiva e di escavazione, meccanica, agroalimentare, oltre che come co-formulati), ma per quanto riguarda<br />

la loro produzione le colture che attualmente risultano più interessanti sono il girasole alto oleico, che in<br />

alcune nuove varietà coltivate in Toscana può raggiungere il 90% in acido oleico, richiesto dall’industria per<br />

le sue proprietà ingrassanti, e alcune brassicacee (la famiglia del colza, in particolare il Crambe abyssinica e<br />

la Brassica carinata) che sono piante particolarmente rustiche, ma con un contenuto in acido erucico che<br />

oscilla tra il 45 ed il 55% (richiesto dall’industria per le sue proprietà lubrificanti) e adattabili agli ambienti<br />

dove il girasole è poco produttivo. L’analisi dei vincoli e delle opportunità terrà come riferimento queste due<br />

categorie di prodotto, dettagliandone il riferimento laddove è possibile.<br />

Si segnala che otre a queste colture sono allo studio altre oleaginose, tra le quali Lunaria alba e<br />

Limnanthes annua che, tuttavia, presentano ancora alcuni problemi agronomici (come la germinabilità), ma<br />

che permetterebbero di disporre di ulteriori possibilità tecnologiche.<br />

Opportunità:<br />

Per tutte le categorie merceologiche:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) trattandosi di piante da rinnovo, esse contribuiscono al<br />

recupero della sostanza organica nei suoli (restituendo al terreno circa il 50% della biomassa<br />

prodotta) e sono molto utili in un piano di rotazioni consentendo di interrompere le monosuccessioni<br />

a mais o a grano. Non necessitano di trattamenti sistematici di fitofarmaci e sono caratterizzate da un<br />

ridotto consumo idrico. Inoltre, il girasole grazie alle sue profonde radici ha buone capacità<br />

fitodepuranti e ha mostrato buone rese, anche con un ridotto utilizzo di fertilizzanti, soprattutto se a<br />

lento rilascio (nella coltivazione a basso input si può ridurre la concimazione di 4 volte rispetto al<br />

mais).<br />

(ambito economico e tecnologico; fase di utilizzo e consumo) in Toscana sono presenti<br />

distretti industriali di fama internazionale particolarmente impattanti quali il distretto conciario di<br />

S.Croce, quello tessile di Prato e quello cartario di Lucca che hanno manifestato particolare interesse<br />

per i biolubrificanti.<br />

(ambito economico, sociale ed ambientale; fase di utilizzo e consumo) in alcuni casi lo<br />

sviluppo di biolubrificanti si è avuto a seguito di una emergenza ambientale che veniva pagata dalla<br />

comunità dei cittadini in termini di qualità della salute e conseguentemente dalle istituzioni in<br />

termini di spese sanitarie e di disinquinamento. Ecco perché la pubblica amministrazione potrebbe<br />

risultare interessata a compensare il differenziale di prezzo da prevedere prima del raggiungimento<br />

di un’economia di scala.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione e utilizzo) la possibilità di coltivare in Toscana varietà<br />

con un contenuto di acido oleico o di acido erucico, così elevato da non essere facilmente disponibili<br />

sul mercato potrebbe fornire all’industria prodotti tecnologicamente molto avanzati. In questo<br />

momento in Toscana, grazie anche ai progetti BIOVIT e DULVIT, si stanno sperimentando<br />

biolubrificanti derivati da girasole alto oleico additivati opportunamente (con sostanze di origine<br />

naturale) a seconda del settore di utilizzo: nel tessile (fase di cardatura in sostituzione di<br />

alchilbenzeni), conciario (fase di finissaggio ancora in sostituzione di alchilbenzeni) e cartario (come<br />

distaccanti nelle carte tissue e monolucide).<br />

(ambito tecnico; fase di utilizzo e consumo) considerando che in generale il lubrificante ha la<br />

caratteristica di poter essere usato in minori concentrazioni rispetto al lubrificante minerale a parità<br />

Il progetto Activa 126<br />

PI<br />

PI<br />

R


di prestazioni, permettendo di compensare i costi più alti, e che i costi degli oleanti rispetto a quelli<br />

di produzione finali sono irrisori (ad esempio sono circa l’1% nel tessile), i prezzi eventualmente<br />

maggiori risulterebbero comunque trascurabili a fronte delle potenziali ricadute positive per la<br />

sensibile riduzione di impatto sugli operatori, sull’ambiente e sui consumatori. E’ anche importante<br />

sottolineare che la sostituzione degli oli minerali con biolubrificanti generalmente non prevede<br />

variazioni di impianto né di processo, ma solo una ottimizzazione dei parametri operativi dovuti<br />

appunto alle variazioni nelle concentrazioni utilizzate, non richiede perciò significativi investimenti<br />

aggiuntivi.<br />

(ambito tecnico; fase di utilizzo e consumo) uno dei vantaggi più significativi consiste nella<br />

possibilità di realizzare prodotti con particolari caratteristiche qualitative, che utilizzando gli oli<br />

minerali erano impensabili. Il maggiore valore aggiunto si è riscontrato ad esempio con la<br />

sperimentazione nel settore conciario che, come il tessile, è da sempre molto sensibile alla possibilità<br />

di creare nuove mode e di differenziare le produzioni di qualità superiore.<br />

(ambito di filiera coinvolto: economico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità:<br />

utilizzo e consumo) il sistema economico italiano frazionato in molte piccole e medie imprese<br />

potrebbe essere più ricettivo rispetto alle proposte di innovazione e all’uso di composti e reagenti<br />

sempre più sofisticati ed ecocompatibili, anche nell’ottica della proposta di regolamento denominato<br />

Reach, destinato a modificare sensibilmente la disponibilità e la scelta degli ausiliari alle produzioni<br />

industriali.<br />

Per i co-prodotti:<br />

(ambito economico; fase di utilizzo e consumo) una grossa potenzialità dei biolubrificanti è<br />

la sinergia con altre filiere al fine di ridurre i prezzi di vendita (che soprattutto nel caso dell’olio alto<br />

erucico sono ancora piuttosto alti): il pannello proteico residuo dei semi di girasole può essere<br />

utilizzato come mangime in zootecnia, mentre quello delle brassicacee potrebbe essere utilizzato<br />

come corroborante per il miglioramento delle colture sfruttando l’azione biocida determinata dai<br />

prodotti di degradazione dei glucosinolati presenti in queste piante, oppure potrebbe essere<br />

detossificato e quindi usato come mangime estraendone questi composti che possono essere usati in<br />

medicina per la loro azione antitumorale.<br />

Per produzioni di acido erucico:<br />

(ambito economico e tecnico; fase di utilizzo e consumo) l’acido erucico puro può essere<br />

utilizzato per produrre glutammide e altri prodotti oleochimici utili a generare molte delle pellicole<br />

da cucina di uso comune.<br />

Vincoli:<br />

Per tutte le categorie merceologiche:<br />

(ambito tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: utilizzo e consumo) le maggiori<br />

potenzialità del settore si realizzano quando si viene a scoprire che con oli vegetali ad elevate<br />

prestazioni tecnologiche si possono raggiungere performance superiori rispetto ai prodotti minerali:<br />

se ad esempio nel settore cartario fosse messa a punto una formulazione in grado di determinare<br />

incrementi di allungamento della carta, probabilmente tutto il settore si convertirebbe a questi nuovi<br />

prodotti. Risulta perciò evidente come la ricerca e la sperimentazione siano indispensabili nei diversi<br />

settori industriali che utilizzano lubrificanti.<br />

(ambito tecnico; intera filiera) sono state registrate incertezze sia da parte del mondo agricolo<br />

che teme che l’industria non garantisca una sufficiente remunerazione e il ritiro di quantitativi<br />

costanti nel tempo, sia da parte del mondo industriale che teme che il settore primario non sia in<br />

grado di garantire quantitativi adeguati e ad un prezzo sufficientemente basso: per superare queste<br />

incertezze si rende quindi necessario un accordo di filiera.<br />

(ambito tecnico; intera filiera) tutta la filiera faticosamente costruita potrebbe svanire nel<br />

momento in cui l’industria decidesse di approvvigionarsi dell’olio vegetale sul mercato<br />

internazionale al prezzo più basso, aumentando le esternalità dovute ai costi di trasporto e soprattutto<br />

vanificando l’innovazione sperimentata in agricoltura, esponendosi così ai rischi della competizione<br />

con i Paesi esteri. Sembra perciò preferibile occupare una nicchia di mercato, difficilmente imitabile,<br />

Il progetto Activa 127


frutto della proficua collaborazione di tutta la filiera, che presumibilmente riuscirebbe ad avere<br />

maggiore visibilità proprio perché composta da diversi settori del mondo economico.<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: produzione)<br />

le colture oleaginose hanno avuto una notevole diffusione in Toscana sul finire dagli anni ‘80 grazie<br />

ai contributi stanziati dalla PAC. Il minore interesse di queste colture per scopi alimentari ne ha<br />

ridotto drasticamente la coltivazione negli ultimi 10 anni, proprio quando le ricerche avevano portato<br />

alla realizzazione di tecniche di coltivazione con una riduzione di input idrici e chimici senza che le<br />

rese fossero eccessivamente compromesse. La più recente riforma, che ha introdotto il<br />

disaccoppiamento, ha determinato una situazione di ulteriore incertezza per questo tipo di colture.<br />

(ambito di filiera coinvolto: normativo; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera<br />

filiera) a livello normativo è in via di approvazione una decisione della Commissione che stabilirà i<br />

criteri ecologici per il rilascio del marchio Ecolabel per i lubrificanti. E’ importante il fatto che i<br />

formulati a marchio Ecolabel dovranno contenere una percentuale minima di materie prime<br />

rinnovabili (oli vegetali o grassi animali).<br />

(ambito di filiera coinvolto:economico; fase di processo cui si riferisce il vincolo:<br />

distribuzione) per la filiera dei biolubrificanti si registrano difficoltà distributive rispetto a un<br />

mercato consolidato e globalizzato quale è quello dei lubrificanti minerali.<br />

(ambito di filiera coinvolto: sociale; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera)<br />

per la filiera dei biolubrificanti si rileva la necessità di una maggiore informazione e comunicazione<br />

agli utilizzatori industriali sotto la spinta di una crescente sensibilizzazione di operatori,<br />

consumatori, amministrazioni pubbliche e cittadini.<br />

Per i co-prodotti:<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnico e normativo; fase di processo cui si riferisce il vincolo:<br />

consumo) per la filiera dei mangimi zootecnici si rileva l’assenza d’indicazione sull’origine delle<br />

fonti proteiche.<br />

(ambito di filiera coinvolto: sociale; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera)<br />

per il settore agricolo si rileva una scarsa informazione agli agricoltori in merito alla possibilità di<br />

usare panelli proteici come corroboranti.<br />

Alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle opportunità, esaminati congiuntamente ai<br />

fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi strategiche, contestualizzate alla realtà<br />

toscana, per ciascun ambito di filiera. E’ fornito il dettaglio in merito alle categorie merceologiche, ai<br />

soggetti identificati per l’attivazione delle possibili strategie e al punteggio, in funzione dell’incidenza e delle<br />

sensibilità, attribuito dai responsabili scientifici di filiera:<br />

Soggetti<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI: istituzioni politico-amministrative<br />

EO: istituzioni (formali e non) che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico<br />

Criteri di attribuzione dell’importanza<br />

Sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata dall'attivazione di una strategia<br />

Incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico / Normative Punt Sog<br />

tutte Promuovere iniziative per garantire un grado di presenza a livello regionale di soggetti e<br />

competenze per l'avvio di progetti pilota già organizzati a livello di filiera<br />

5,0 PI<br />

tutte Implementare a livello regionale programmi di sostituzione dei lubrificanti impattanti (sulla salute<br />

umana e sull'ambiente) con biolubrificanti<br />

5,0 PI EO<br />

tutte Livello di applicazione della registrazione EMAS e del marchio Ecolabel 5,0 PI EO<br />

tutte Avviare iniziative volte a promuovere la conoscenza dei biolubrificanti, sia sul piano della 4,5 PI R<br />

comunicazione sia su quello della formazione<br />

EO<br />

tutte Promuovere iniziative a supporto dei settori manifatturieri cui è associata una normativa tecnica<br />

che richiede la completa dichiarazione dei componenti di prodotto e la loro derivazione naturale<br />

4,5 PI EO<br />

tutte Istituire tavoli di concertazione a livello regionale, composti dagli attori principali di filiera, per 4,5 PI EO<br />

Il progetto Activa 128


definire politiche di medio-lungo periodo R<br />

tutte Definire politiche di marchio e tracciabilità dei biolubrificanti, per garantire il prodotto e<br />

trattenere parte del valore aggiunto sul territorio di produzione<br />

4,0 PI EO<br />

tutte Stipulare accordi quadro di filiera per favorire il passaggio dalla fase di sperimentazione all'avvio<br />

di vere e proprie filiere<br />

4,0 PI EO<br />

tutte Istituire forme di riconoscimento/certificazione a livello regionale relativamente ai benefici<br />

prodotti dall'attivazione della filiera sul territorio<br />

4,0 EO PI<br />

tutte Adeguare a livello nazionale e regionale l'assetto normativo che regolamenta il settore dei<br />

biolubrificanti<br />

3,5 PI EO<br />

tutte Integrare le politiche volte a disciplinare e promuovere processi produttivi a basso impatto per<br />

l'ambiente, il territorio e la salute dei consumatori<br />

3,0 PI EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Economico Punt Sog<br />

tutte Definire piani di valorizzazione dei sottoprodotti (farine e/o panello proteico per l'alimentazione 5,0 EO o<br />

animale)<br />

R<br />

tutte Promuovere tavoli interprofessionali con l’obiettivo di garantire agli industriali la continuità e la<br />

qualità delle forniture e agli agricoltori i prezzi di ritiro<br />

5,0 EO/PI<br />

tutte Promuovere a livello di impresa l'applicazione della Certificazione ambientale volontaria (UNI<br />

EN ISO 14001), la Registrazione ambientale volontaria EMAS, il marchio ecologico di prodotto<br />

Ecolabel, Ökotest<br />

5,0 EO/PI<br />

tutte Definire iniziative a sostegno della competitività dei biolubrificanti nei confronti dei lubrificanti<br />

convenzionali<br />

5,0 EO/PI<br />

tutte Pianificare strategie gestionali integrate con le PMI tessili, conciarie, cartarie, ecc. 5,0 EO<br />

colza<br />

4,5 PI<br />

e Definire iniziative a sostegno della competitività delle produzioni regionali rispetto al mercato<br />

giraso estero-extraeuropeo<br />

le<br />

tutte Definire piani di promozione delle colture da biolubrificanti ottimizzando la logistica di<br />

4,5 PI e<br />

produzione, raccolta e trasformazione per l'abbattimento dei costi<br />

EO<br />

tutte Promuovere a livello di distretto politiche di qualità e di certificazione ambientale (es. Agenda 21<br />

e EMAS)<br />

4,0 EO<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo per quantificare le potenzialità del mercato e il posizionamento<br />

dei prodotti<br />

4,0 R/EO<br />

tutte Definire piani di intervento per garantire un livello di redditività soddisfacente per i differenti<br />

operatori di filiera<br />

4,0 PI/EO<br />

tutte Definire strategie mirate per valorizzare le potenzialità delle aree più vocate alla coltivazione di 3,0 PI e<br />

specie da biolubrificanti (es. Toscana litoranea, Toscana centro-meridionale)<br />

EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Ambientali/Biologiche Punt Sog<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali:<br />

5,0 R PI<br />

conservazione e miglioramento della fertilità del suolo per il ruolo di colture da rinnovo<br />

nell'avvicendamento<br />

EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali: utilizzo di 5,0 R PI<br />

colture no-GM<br />

EO<br />

tutte Promuovere processi produttivi industriali che utilizzano prodotti biodegradabili a basso impatto<br />

ambientale<br />

5,0 PI<br />

tutte Promuovere la diffusione dei biolubrificanti negli areali in cui gli impianti di depurazione delle<br />

acque hanno difficoltà a mantenere standard qualitativi al di sotto dei limiti di legge<br />

5,0 PI/EO<br />

tutte Promuovere la diffusione dei biolubrificanti nei settori in cui è stato vietato l'utilizzo dei<br />

nonilfenoli a seguito del nuovo assetto normativo<br />

5,0 PI/EO<br />

girasole<br />

oleagin Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali: scarse<br />

ose ad<br />

alto esigenze idriche; adattabilità a tecniche di coltivazione low input e biologiche<br />

erucico<br />

4,0 R PI<br />

EO<br />

biolubri<br />

ficante<br />

Promuovere iniziative di valorizzazione di colture tipiche del paesaggio regionale<br />

da<br />

girasole<br />

4,0 EO e<br />

PI<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali: possibilità 3,0 R PI,<br />

Il progetto Activa 129


di diversificare le produzioni agricole EO<br />

tutte Promuovere iniziative per la diffusione delle colture da biolubrificanti e relative filiere per il<br />

contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per le produzioni<br />

convenzionali<br />

3,0 PI/EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare i benefici derivanti dalla copertura invernale 2,0 R PI<br />

dei suoli<br />

EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Tecniche / Tecnologiche Punt Sog<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per la messa a punto di formulati diversi in relazione ai<br />

diversi impieghi industriali<br />

5,0 R<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per l'utilizzo dei biolubrificanti in comparti diversificati 5,0 R EO<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per ottimizzare i parametri operativi industriali 5,0 R EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare la disponibilità di varietà altamente<br />

produttive e con alto contenuto di acido oleico/acido erucico<br />

3,5 EO<br />

tutte Presenza a livello regionale dell'industria di estrazione 3,5 EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Sociali Punt Sog<br />

tutte Informare i consumatori in merito ai benefici derivanti dai biolubrificanti (con particolare<br />

riferimento ai rischi di allergie; tossicità...)<br />

5,0 PI R<br />

tutte Informare l'opinione pubblica del positivo effetto ambientale provocato dai processi produttivi<br />

coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla vivibilità del territorio e sulla salubrità dell'ambiente<br />

di lavoro<br />

5,0 PI R<br />

tutte Possibilità di creazione di una nuova immagine sociale di distretto 5,0 PI R<br />

tutte Aumentare il grado di visibilità dell’intero processo produttivo e il livello di consapevolezza degli<br />

operatori<br />

4,5 PI<br />

tutte Avviare iniziative di formazione tecnica per gli operatori di filiera: tecniche colturali, tecniche di<br />

estrazione, tecniche di trasformazione, specifiche tecnico-qualitative<br />

3,0 PI R<br />

tutte Definire strumenti di regolamentazione della responsabilità sociale d'impresa, anche per<br />

controllare i fenomeni di sfruttamento della manodopera a basso costo in Paesi extraeuropei<br />

2,0 PI<br />

3.2.c Filiera delle biomasse lignocellulosiche a destinazione energetica<br />

La possibilità di inserire colture da biomassa lignocellulosica negli ordinamenti produttivi è stata<br />

dibattuta a partire dagli anni ’90, ma l’attenzione si concentrava prevalentemente sull’introduzione di tali<br />

colture sulle superfici a set-aside. I recenti orientamenti politici, con particolare riferimento a quelli della<br />

politica agricola comunitaria, stanno delineando un nuovo contesto, nell’ambito del quale le colture<br />

energetiche, tra cui quelle da biomassa, stanno acquisendo un ruolo equiparabile ai seminativi convenzionali.<br />

Il contributo riconosciuto e richiesto all’agricoltura per lo sviluppo e la tutela dei territori rurali si sta<br />

modificando notevolmente (si veda in proposito la c.d. legge di orientamento, ossia il Dlgs. 228/2001). Ciò<br />

se da un lato genera nuove opportunità per gli imprenditori agricoli (che possono diventare referenti per una<br />

fattiva gestione e manutenzione del territorio a seguito di contratti e convenzioni con le pubbliche<br />

amministrazioni), dall’altro sottolinea che l’attività produttiva, connessa all’agricoltura, concorre<br />

all’erogazione di servizi di interesse collettivo. In tal senso, le colture da biomassa non solo costituiscono<br />

una produzione di interesse economico, ma anche l’occasione per contribuire all’abbattimento dei gas-serra,<br />

alla diffusione di colture con un basso o positivo impatto ambientale, alla riqualificazione di terreni agricoli<br />

in cui le colture convenzionali sono state abbandonate garantendone la manutenzione.<br />

Nell’analisi che segue ci richiamiamo a tipologie di prodotto che possono essere distinte in quattro<br />

categorie qualitative, a seconda della pezzatura e delle proprietà della biomassa:<br />

biomassa erbacea (biomassa da colture erbacee dedicate, residui di colture erbacee<br />

tradizionali, residui industria agro-alimentare)<br />

biomassa legnosa in pezzature maggiori (tradizionale legna da ardere, tronchetti, fusti<br />

interi, paleria). Questo materiale normalmente ha già un mercato proprio, con l’eccezione<br />

Il progetto Activa 130


Vincoli:<br />

degli scarti delle industrie di prima e seconda trasformazione del legno (refili, sciaveli,<br />

toppi) che possono essere destinati anche alla cippatura<br />

biomassa legnosa cippata ottenuta da colture arboree dedicate a turno breve o da residui di<br />

tipo legnoso, comunque in pezzatura omogenea.<br />

segatura di polpa di legno, non utilizzabile tal quale per la conversione energetica, ma<br />

ideale per la produzione di pellet di qualità.<br />

Per tutte le categorie merceologiche:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) se per la selezione delle specie e delle varietà più idonee<br />

già oggi disponiamo di una base conoscitiva abbastanza soddisfacente, alcune lacune sono<br />

tuttora riscontrabili per quanto concerne le esigenze idriche, le risposte fisiologiche alle<br />

variazioni dei principali elementi climatici (soprattutto della temperatura) e i cicli di<br />

accrescimento delle specie sottoposte a ritmi di ceduazione non usuali. L’acquisizione di tali<br />

informazioni permetterebbe la definizione di modelli di crescita per le diverse colture, utili alla<br />

pianificazione “territoriale” della produzione di biomassa e alla sua “gestione” integrata a<br />

livello di filiera.<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di produzione) al fine di rendere le colture dedicate<br />

economicamente più vantaggiose, è necessario mettere a punto la meccanizzazione di alcune<br />

fondamentali operazioni di piantagione e di raccolta. In molti casi, la sperimentazione non ha<br />

superato la fase prototipale ed è evidente che proprio in questo ambito si senta l’esigenza di<br />

approfondire e risolvere quella che sembra essere ancora oggi uno dei principali ostacoli per<br />

una produzione economicamente vantaggiosa. I problemi maggiori si riscontrano per le specie<br />

arboree (con particolare riferimento alla raccolta di S.R.F.), e alla piantagione di colture<br />

poliennali rizomatose.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo) per quanto riguarda la produzione di calore, se la<br />

tecnologia per il combustibile lignocellulosico da specie legnosa può essere considerata<br />

sufficientemente matura, quella per la combustione della biomassa erbacea resta ancora da<br />

sviluppare essendo caratterizzata da elevati contenuti in ceneri (spesso bassofondenti) che<br />

possono danneggiare le caldaie attualmente disponibili sul mercato.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) è necessario mettere a punto tecniche colturali per la<br />

produzione e piantagione del materiale di propagazione.<br />

(ambito di filiera coinvolto: economico e tecnologico; fase di processo cui si riferisce il<br />

vincolo: utilizzo e consumo) è necessaria una classificazione qualitativa della biomassa<br />

attraverso la messa a punto di una metodologia di “standardizzazione” che consenta all’utente<br />

di accedere ad un prodotto di qualità nota, costante e affidabile.<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di consumo) è emersa come valutazione comune che<br />

la sostenibilità ambientale dell’impianto di conversione sia necessariamente vincolata ad una<br />

piccola scala. E’ condivisa l’opinione di dover sviluppare tecnologie adeguate allo scopo, tali<br />

da ottenere costi di esercizio economicamente competitivi rispetto ad altre attività.<br />

Contrariamente ci sarebbe il rischio di generare un’applicazione tecnologica assistita che<br />

determina un’attività economica non duratura nel tempo.<br />

(ambito sociale ed economico; fase di consumo) nella costruzione di una linea di produzione è<br />

necessario creare a valle un mercato che riconosca un prezzo equo al prodotto energetico dal<br />

momento che non c’è altra fonte che ci consente di legare in modo così stretto la produzione di<br />

energia con la cura del territorio.<br />

(ambito ambientale ed economico; intera filiera) l’organizzazione di una filiera delle biomasse<br />

richiede di movimentare volumi notevoli che possono determinare costi di trasporto gravosi,<br />

con una riduzione del valore aggiunto derivante dall’attività. In tal senso è auspicabile operare<br />

su raggi non superiori a 50-80 Km, anche per rendere il sistema più efficiente da un punto di<br />

vista ambientale.<br />

(ambito normativo; fase di trasformazione) è emersa la necessità di una legislazione che<br />

regolamenti in modo più definito le fonti da cui derivano i combustibili e le modalità di<br />

utilizzo delle stesse. In particolare, è stata delineata una situazione che talvolta presenta<br />

elementi di non chiarezza tra gli impianti a biomasse e i termovalorizzatori (soprattutto quando<br />

Il progetto Activa 131


si tratta di impianti di grandi potenze), da cui deriva una problematica gestione delle ceneri<br />

ottenute (oggi riconosciute come rifiuti) che potrebbero avere un’interessante applicazione in<br />

agricoltura.<br />

(ambito politico; intera filiera) rispetto alla organizzazione di filiere non food, con particolare<br />

riferimento a quella delle biomasse, è stato sottolineato come elemento di debolezza lo<br />

scollamento delle politiche dei diversi Ministeri e degli Assessorati Regionali.<br />

(ambito normativo/economico e ambientale; fase di consumo) è stato rilevato che la<br />

legislazione nazionale tende a privilegiare forme di incentivazione rivolte al mondo industriale<br />

coinvolto nella produzione di energia da grandi centrali, il cui approvvigionamento spesso non<br />

ha una ricaduta locale ma usufruisce di importazioni, anche dall’estero, di grossi quantitativi di<br />

biomassa.<br />

(ambito normativo e sociale; intera filiera) in generale sono stati indicati come elementi<br />

sensibili di ogni innovazione di processo e prodotto, la legislazione e la<br />

comunicazione/informazione dal momento che in molti casi non sono in equilibrio con lo<br />

“stato dell’arte” della sperimentazione.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo) nell’ambito della produzione di calore da combustibile<br />

lignocellulosico (e/o anche nella cogenerazione di calore ed energia elettrica) la ricerca si può<br />

considerare abbastanza matura, tanto che i livelli di rendimento e di automazione delle caldaie<br />

sono del tutto paragonabili a quelle alimentate da combustibili fossili. Non altrettanto sembra<br />

possibile affermare qualora si faccia riferimento agli impianti (soprattutto se di piccole e medie<br />

dimensioni) destinati alla produzione di sola energia elettrica.<br />

(ambito economico e normativo; intera filiera) gli strumenti resi operativi dalla legislazione<br />

vigente non sono applicati compiutamente. In particolare, sono emersi alcuni richiami in<br />

merito alla necessità:<br />

o di una maggiore valorizzazione dello strumento degli “accordi quadro e di<br />

programma” settoriali e territoriali a livello regionale, anche per facilitare convenzioni<br />

tra l’imprenditorialità agricola e il settore dei servizi, in modo tale da aumentare il<br />

valore aggiunto derivabile dalla produzione di energia (es. erogazione di servizi di<br />

teleriscaldamento a favore di enti pubblici). A questo proposito è stato rilevato da più<br />

interlocutori che la Regione Toscana si è mostrata particolarmente sensibile a questo<br />

argomento;<br />

o della costruzione di “tavoli forti” a livello nazionale per definire politiche energetiche<br />

per l’agricoltura (es. certificati verdi di lungo periodo che facilitino la conversione da<br />

aziende agricole a vocazione agroalimentare ad aziende agricole energetiche);<br />

o di una applicazione compiuta e quanto più estesa delle direttive comunitarie (con<br />

particolare riferimento alla Direttiva Biocombustibili 2003/30/CE).<br />

Per quanto riguarda le tipologie di prodotto già elencate, si richiamano i vincoli tecnico-tecnologici ed<br />

economici di maggiore rilevanza:<br />

Legna in ciocchi:<br />

(ambito tecnologico; fase di produzione) tutte le fasi produttive presentano scarse possibilità di<br />

meccanizzazione; le operazioni vengono ordinariamente realizzate con motosega, trattori forestali,<br />

verricelli e rimorchi. Anche la movimentazione del materiale e l’alimentazione delle caldaie viene<br />

realizzata a mano.<br />

(ambito normativo; fase di consumo) non esistono parametri qualitativi attraverso cui classificare la<br />

legna in ciocchi.<br />

Cippato:<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di utilizzo) a seconda della biomassa di partenza la<br />

meccanizzazione può essere più o meno spinta. Il trasporto è conveniente se effettuato soltanto per<br />

distanze brevi (25 km circa).<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di utilizzo) il cippato presenta tipicamente un’umidità<br />

elevata che ne complica lo stoccaggio e ne riduce la qualità come combustibile. Viene normalmente<br />

prodotto a partire da attività stagionali (silvicole o agricole) che portano ad una disomogenea<br />

Il progetto Activa 132


distribuzione dell’offerta del prodotto nell’arco dell’anno, a fronte di una domanda che può essere<br />

costante per tutto l’anno.<br />

(ambito normativo; fase di consumo) non esistono normative di qualità del prodotto, nella generalità<br />

dei casi il controllo è effettuato direttamente dal consumatore.<br />

Paglie:<br />

(ambito economico; fase di utilizzo) dato il ridotto valore commerciale il suo trasporto è realizzabile<br />

soltanto per ridotte distanze (circa 25 km)<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo) sono necessarie apparecchiature specifiche per la gestione<br />

delle presse (movimentazione, apertura, alimentazione caldaia) e particolari caldaie per la<br />

combustione di questa biomassa con alto contenuto in ceneri<br />

Residui agro-industriali (gusci, semi, sanse):<br />

(ambito di filiera coinvolto: economico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: utilizzo) dato il<br />

ridotto valore commerciale il suo trasporto è realizzabile soltanto per ridotte distanze (circa 25 km)<br />

(ambito di filiera coinvolto:normativo; fase di processo cui si riferisce il vincolo: utilizzo) il DPCM<br />

8/03/02 sancisce che siano utilizzabili come biomasse combustibili soltanto legno vergine e scarti<br />

della sola lavorazione meccanica di prodotti agricoli, per cui non deve esserci nessun trattamento<br />

chimico nel processo industriale.<br />

Pellet:<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di trasformazione) il processo di pellettazione ha un costo<br />

abbastanza elevato e la tecnica può essere ancora perfezionata.<br />

(ambito normativo; fase di consumo) non è definita una normativa sulla qualità del prodotto a livello<br />

nazionale.<br />

Opportunità:<br />

(ambito economico; fase di produzione) particolarmente favorevoli alla colture da biomasse<br />

risultano essere i seminativi che non sono più competitivi per le produzioni convenzionali a<br />

seguito dei cambiamenti avvenuti nel mercato e negli indirizzi politici.<br />

(ambito tecnico-tecnologico; fase di produzione) l’ipotesi di conversione alle colture<br />

energetiche trova un contesto favorevole, dal punto di vista logistico, nelle aziende di pianura<br />

che si sono strutturate appoggiandosi a grossi contoterzisti. Nella generalità dei casi si tratta di<br />

un contoterzismo con notevoli capacità di adattamento del parco macchine a quello che il<br />

mercato richiede.<br />

(ambito economico; fase di produzione) il mondo della finanza di progetto sta mostrando un<br />

crescente interesse nei confronti della tematica energetica, con particolare riguardo a quella<br />

collegata al mondo dell’imprenditorialità agricola.<br />

(ambito tecnologico e socio-economico; intera filiera) per quanto riguarda la costruzione della<br />

filiera sono state indicate due strategie percorribili:<br />

o “allungare la filiera all’interno del settore primario” riconoscendo nuovi ruoli<br />

all’agricoltura nella fornitura dei servizi calore, la cui applicabilità è strettamente<br />

connessa ad uno snellimento delle procedure autorizzative e burocratiche;<br />

o identificare applicazioni sul piano tecnologico (semplici ed economiche) che rendano<br />

direttamente utilizzabili all’interno dell’azienda le biomasse e più in generale le fonti<br />

energetiche di derivazione agricola.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) per garantire l’ottenimento di elevate prestazioni<br />

produttive si è in molti casi proceduto alla selezione genetica di varietà e cloni, ma anche alla<br />

messa a punto di tecniche colturali, sia per le specie erbacee che per quelle capaci di<br />

rispondere nel modo più efficace alle caratteristiche agro-pedo-climatiche del luogo.<br />

(ambito tecnologico ed economico; fase di produzione e utilizzo) sono stati sviluppati alcuni<br />

prototipi specifici per una gestione quanto più possibile meccanizzata delle colture; la<br />

sperimentazione di macchinari e di cantieri specializzati per la piantagione e per la raccolta si è<br />

posta l’obiettivo di fornire soluzioni efficienti da un punto di vista tecnico ed economico<br />

(anche se molte delle problematiche risultano ancora non del tutto risolte).<br />

Il progetto Activa 133


(ambito tecnico-tecnologico; fase di produzione e utilizzo) nell’ottica di una maggiore<br />

diffusione delle colture dedicate (in forma complementare ed integrata rispetto agli<br />

ordinamenti produttivi già esistenti) risulta di grande interesse l’integrazione di queste con la<br />

logistica dei residui agricoli (potature) e forestali (ramaglie). Per poter disporre efficacemente<br />

di questo tipo di biomassa è comunque indispensabile identificare le modalità per organizzare<br />

efficienti cantieri per la raccolta, la gestione, lo stoccaggio e la distribuzione della biomassa<br />

stessa; in molte occasioni, infatti, si tratta di materiale già presente sul territorio, ma diffuso in<br />

modo più o meno casuale nello spazio, caratterizzato da un bassissimo valore intrinseco e,<br />

quindi, di difficile concentrazione, anche tenuto conto che i residui di origine forestale sono<br />

accessibili da una rete viaria scarsamente efficiente.<br />

(ambito tecnologico; fase di consumo) nel settore della conversione energetica, sono state<br />

sviluppate tecniche di combustione in grado di ottimizzare il rendimento della biomassa<br />

lignocellulosica, grazie ad impianti altamente efficienti sul piano della termo-conversione, con<br />

bassissime emissioni volatili e caratterizzati da un elevato grado di meccanizzazione.<br />

(ambito ambientale; fase di produzione) si stanno delineando interessanti strategie progettuali<br />

per l’utilizzo delle colture dedicate in interventi di riqualificazione ambientale: fasce tampone,<br />

diaframmi a difesa dall’inquinamento acustico, schermi visivi, incremento biodiversità, etc.<br />

(ambito economico e ambientale; intera filiera) è necessario quantificare economicamente le<br />

esternalità positive originate dalla produzione di biomassa, in modo tale da attivare interventi<br />

di incentivazione proporzionali alla riduzione di costi sociali determinata da attività produttive<br />

che generano cicli virtuosi da un punto di vista ambientale.<br />

Co-prodotto:<br />

E’ stato rilevato che i residui delle ceneri potrebbero essere riutilizzati e commercializzati come<br />

fertilizzante generando un guadagno aggiuntivo per l’agricoltore.<br />

Alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle opportunità, esaminati congiuntamente<br />

ai fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi strategiche, contestualizzate alle realtà<br />

toscana, per ciascun ambito di filiera. E’ fornito il dettaglio in merito ai soggetti identificati per l’attivazione<br />

delle possibili strategie e all’importanza attribuita dai responsabili scientifici di filiera in funzione<br />

dell’incidenza e della sensibilità:<br />

Soggetti<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI: istituzioni politico-amministrative<br />

EO: istituzioni (formali e non) che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico<br />

Criteri di attribuzione dell’importanza<br />

Sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata dall'attivazione di una strategia<br />

Incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera.<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico / Normative Punt Sog<br />

tutte Promuovere politiche a supporto dell'utilizzo del calore e della cogenerazione nella produzione di 5,0 PI R<br />

energia elettrica<br />

EO<br />

tutte Promuovere linee prioritarie di intervento in campo agri-energetico per l'utilizzo di finanziamenti<br />

comunitari, nazionali e regionali nell'ambito dello sviluppo rurale<br />

5,0 PI EO<br />

tutte Promuovere linee prioritarie di intervento per l'utilizzo di finanziamenti comunitari, nazionali e<br />

regionali negli ambiti di intervento dei fondi strutturali (in particolare, ricerca e<br />

innovazione/creazione di infrastrutture)<br />

5,0 R EO<br />

tutte Promuovere tavoli interprofessionali e stipulare accordi quadro di filiera con l’obiettivo di passare<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetto pilota alla costruzione di filiere orientate al mercato<br />

(attraverso la definizione dei prezzi di ritiro della materia prima, delle quantità e degli standard<br />

qualitativi degli approvvigionamenti).<br />

5,0 EO<br />

tutte Promuovere i distretti bioenergetici 5,0 EO PI<br />

tutte Promuovere forme innovative di accordo tra pubbliche amministrazioni e imprenditoria agroforestale<br />

per l'erogazione di servizi energetici<br />

5,0 EO PI<br />

Il progetto Activa 134


tutte Promuovere un'azione coordinata delle politiche regionali in campo agroforestale 4,5 OI<br />

tutte Promuovere un'azione coordinata tra le agenzie regionali e provinciali operanti nei settori agroforestali,<br />

energetici e ambientali<br />

4,5 PI<br />

tutte Disciplinare le politiche di marchio e di certificazione affinché sia garantita la tracciabilità di<br />

prodotti con valore strettamente legato al territorio e al positivo impatto sull'ambiente<br />

4,5 EO PI<br />

tutte Adeguare l'assetto normativo rispetto alle politiche di settore 4,5 PI<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per il settore energetico in modo concordato tra i<br />

ministeri/assessorati per l'agricoltura, l'industria e l'ambiente<br />

4,0 PI<br />

tutte Identificare strumenti di supporto differenziati per la destinazione a fini energetici di biomasse e<br />

di rifiuti<br />

4,0 PI EO<br />

tutte Promuovere la diffusione di titoli ambientali negoziabili e titoli di efficienza energetica (certificati<br />

verdi, certificati bianchi, RECS)<br />

4,0 EO<br />

tutte Promuovere le certificazioni ambientali volontarie e i marchi ecologici (EMAS, ISO 14001,<br />

ECOLABEL)<br />

3,0 EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Economico Punt Sog<br />

tutte Disciplinare e controllare il commercio internazionale di biomassa 5,0 EO PI<br />

tutte Promuovere la vendita diretta di energia da parte delle aziende garantendo incrementi di<br />

redditività<br />

5,0 EO<br />

tutte Aumentare la competitività delle imprese italiane nei confronti di quelle comunitarie ed<br />

5,0 EO R<br />

extracomunitarie<br />

PI<br />

tutte Garantire un sufficiente grado di reperibilità della biomassa a livello regionale/comprensoriale 5,0 EO PI<br />

tutte Favorire il ritiro della biomassa prodotta a livello regionale/comprensoriale da parte degli<br />

utilizzatori<br />

5,0 EO PI<br />

tutte Promuovere accordi interprofessionali sul prezzo della biomassa dal produttore primario<br />

all'utilizzatore finale<br />

5,0 EO PI<br />

tutte Garantire un’adeguata produzione a livello nazionale in adempimento al D.Lgs. 387/2003 5,0 EO PI<br />

tutte Garantire un'adeguata assistenza tecnico-progettuale per richieste di finanziamento/incentivo 5,0 EO PI<br />

tutte Garantire una vantaggiosa defiscalizzazione per i processi produttivi e di consumo dell'energia<br />

prodotta da biomasse<br />

5,0 EO PI<br />

tutte Incentivare forme di cooperazione tra più operatori per garantire l'esercizio delle fasi di filiera in<br />

un'area limitata (100-150 Km), ad alta vocazione, garantendo una ricaduta economica a livello<br />

locale e riducendo i costi di trasporto<br />

5,0 EO PI<br />

tutte Valorizzare la presenza a livello regionale di ampie superfici vocate 5,0 EO PI<br />

R<br />

tutte Promuovere forme di green public procurement da parte delle amministrazioni pubbliche 4,0 EO<br />

tutte Valorizzare sul piano dei vantaggi economici l'acquisto di titoli commerciali ambientali 4,0 EO<br />

tutte Promuovere la valorizzazione delle ceneri con relativo adeguamento normativo 4,0 EO PI<br />

R<br />

tutte Garantire l'ottenimento di un utile equamente distribuito tra tutte le fasi della filiera bioenergetica 4,0 EO PI<br />

R<br />

tutte Valorizzare le certificazioni ambientali volontarie e i marchi ecologici come vantaggio<br />

competitivo per le aziende<br />

4,0 EO PI<br />

tutte Promuovere il teleriscaldamento da biomassa nell'ambito dei certificati bianchi e la produzione di<br />

energia da biomassa nell'ambito dei certificati verdi<br />

4,0 PI EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Ambientali/Biologiche Punt Sog<br />

tutte Incentivare la concentrazione della produzione di biomassa in areali circoscritti e ad alta<br />

5,0 EO<br />

vocazione per ridurre i consumi energetici di trasporto e garantire pratiche colturali a ridotto<br />

impatto ambientale<br />

PI<br />

tutte Valutare il contributo multifunzionale delle colture da biomassa: fitodepurazione, frangivento e<br />

frangirumori, ricarica falde acquifere, creazione habitat per selvaggina, mantenimento del<br />

paesaggio e della biodiversità<br />

4,5 R<br />

tutte Valutare i vantaggi sul piano delle riduzione del prelievo idrico a seguito dell'introduzione di<br />

colture da biomassa<br />

4,0 R<br />

tutte Valutare i vantaggi sul piano della conservazione del suolo a seguito dell'introduzione di colture<br />

da biomassa (es. copertura invernale dei suoli, aumento di sostanza organica)<br />

4,0 R<br />

Il progetto Activa 135


tutte Valutare i vantaggi sul piano dell'agrobiodiversità dovuto alla possibilità di diversificare<br />

l'ordinamento colturale<br />

3,0 R<br />

Cat<br />

mer<br />

Tecniche / Tecnologiche Punt Sog<br />

tutte Ottimizzare il processo di recupero del calore nella produzione di energia elettrica 5,0 R EO<br />

tutte Finalizzare i programmi di ricerca all'innovazione tecnologica per le filiere agri-energetiche 5,0 R PI<br />

tutte Garantire una sufficiente diffusione di progetti dimostrativi rappresentativi del livello di<br />

conoscenza tecnico-tecnologica acquisita<br />

5,0 R PI<br />

tutte Aumentare l'efficienza dei rendimenti della generazione elettrica da biomassa 5,0 R EO<br />

tutte Aumentare l'efficienza delle tecnologie di combustione della biomassa con altri combustibili 5,0 R EO<br />

tutte Favorire la creazione di reti di eccellenza sul piano scientifico e della sperimentazione 5,0 R PI<br />

tutte Aumentare il livello di economicità delle tecnologie di microgenerazione (


dell’individuazione dei vincoli e delle opportunità, i fattori sono stati presi in esami complessivamente (per<br />

tutte le categorie merceologiche), con alcune informazioni di dettaglio per i biocompositi con fibre vegetali 4 .<br />

Vincoli:<br />

Per tutte le categorie merceologiche:<br />

(ambito economico; fase di produzione e consumo) la filiera dei biopolimeri è già presente sul<br />

mercato nazionale ed internazionale, anche se la concorrenza con il mercato delle plastiche, settore<br />

già ampiamente collaudato e operante ad un livello di economia di scala, risulta molto difficile se<br />

non verranno attivate forme di sostegno da parte dell’amministrazione pubblica, giustificate<br />

ampiamente dall’internalizzazione dei costi ambientali, quantificabili con una analisi dell’intero<br />

ciclo di vita dei prodotti. Il settore dei biopolimeri, al presente, non si avvantaggia di alcun tipo di<br />

aiuto pubblico, neanche di forme di defiscalizzazione analoghe a quelle previste per il biodiesel.<br />

(ambito economico e tecnico-tecnologico; fase di utilizzo e consumo): per tutti i prodotti che<br />

internalizzano i costi dello smaltimento, con particolare riferimento a quelli utilizzati in agricoltura,<br />

si rendono necessarie campagne di sensibilizzazione verso gli utilizzatori finali. A questo proposito,<br />

potenzialità interessanti potrebbero avere i contenitori in biopolimeri per fitofarmaci e fertilizzanti, o<br />

comunque contenitori per i quali è previsto lo smaltimento dopo l’uso. Si rende quindi necessario<br />

sperimentare nuovi prodotti e confrontarli con i prodotti tradizionali esistenti sul mercato,<br />

considerando tra i costi di filiera anche quelli necessari allo smaltimento.<br />

(ambito economico; fase di utilizzo e consumo): dato il costo nettamente superiore delle<br />

bioplastiche, essenzialmente dovuto alla mancanza di economie di scala e all’ammortamento degli<br />

investimenti in innovazione, si rileva un fabbisogno di conoscenza per l’ottenimento di prodotti nei<br />

quali la biodegradabilità ha un valore aggiunto molto elevato: protesi medicali, film liquidi per<br />

pacciamatura, nanotecnologie, biocompositi. Per i prodotti già disponibili sul mercato, si rende<br />

necessario abbassare i prezzi, utilizzando materie prime a costo zero come i rifiuti organici o i<br />

residui vegetali, come ad esempio le stoppie di mais. Più in generale è necessario avvalorare le<br />

qualità ambientali dei biopolimeri mediante studi su nuove certificazioni ambientali, analisi del ciclo<br />

di vita dei prodotti, miglioramento degli effetti della mineralizzazione dei biopolimeri nel suolo o<br />

nella produzione di compost.<br />

Opportunità:<br />

Per tutte le categorie merceologiche:<br />

(ambito economico; fase di consumo): per sopperire a forme di defiscalizzazione non previste per<br />

legge, potrebbe essere accolta la proposta di un’importante associazione di amiderie francesi che, al<br />

fine di sostenere e consolidare il mercato dei biopolimeri, promuoverà una riduzione delle tasse a<br />

favore di chi utilizza imballaggi biodegradabili.<br />

(ambito ambientale ed economico; fase di utilizzo e consumo): la promozione dei biopolimeri può<br />

trovare un elemento di forza nella diffusione di imballaggi ecocompatibili e compostabili, che<br />

sondaggi recentemente condotti indicano come un’applicazione particolarmente apprezzata anche<br />

dall’opinione pubblica. Questo utilizzo può trovare ulteriore stimolo nel consolidamento della filiera<br />

del compost di qualità a seguito della raccolta della frazione organica dei Rifiuti Solidi Urbani con<br />

imballaggi biodegradabili.<br />

(ambito ambientale; fase di trasformazione) studi sul ciclo di vita dei prodotti (LCA come<br />

standardizzato dalle ISO 14040) hanno confrontato il consumo d’energia e le emissioni di CO 2<br />

necessarie alla produzione del polietilene (PE) con quelle necessarie alla produzione di biopolimeri a<br />

partire da amido di mais, acido polilattico e PHA, verificando riduzioni dal 15 all’80%, variabili in<br />

funzione del materiale biopolimerico utilizzato: maggiori per i pellet di amido e leggermente<br />

inferiori per il PHA, che necessita di maggiore energia per essere prodotto.<br />

(ambito economico; fase di produzione e trasformazione) i biopolimeri possono essere molto diversi<br />

tra loro, almeno quanto lo sono i tipi di plastiche tradizionali oggi in commercio (PE, PET, PS,<br />

PVC…), anche in considerazione degli innumerevoli settori d’applicazione. Questo comporta che in<br />

4 A questo proposito si segnala la convergenza con la filiera delle fibre vegetali.<br />

Il progetto Activa 137


un mercato così ampio sussistano ampi margini di sviluppo non solo per la trasformazione di<br />

biopolimeri, ma anche per la produzione della materia prima.<br />

(ambito tecnico; fase di consumo) potenzialità particolarmente interessanti per il settore agricolo si<br />

prevedono per le seguenti tipologie di prodotto: (1) teli per pacciamatura e solarizzazione in Materbi,<br />

alcune prime sperimentazioni hanno mostrato risultati molto incoraggianti anche in Toscana, dove i<br />

teli biodegradabili sono stati sperimentati in primavera e autunno su pomodoro, cavolo e melone; (2)<br />

piccoli tunnel di Materbi di durata inferiore al mese (dove il consumo di PE è molto elevato): il<br />

Materbi sembra consentire una maggiore trasparenza all’infrarosso e la sua maggiore traspirabilità<br />

non sembra ostacolare il mantenimento delle idonee condizioni di umidità all’interno della serra; (3)<br />

teli in biopolimeri per contenere le infestanti durante interventi di riforestazione; (4) supporti per<br />

trappole a feromoni per le quali sono necessari semplici collaudi con prove agronomiche; (5) tutori<br />

per piante, anelli di sostegno per potature, vasi e fitocelle.<br />

(ambito economico; fase di consumo) per quanto riguarda i prodotti di uso comune, un importante<br />

incentivo potrebbe venire dal green procurement: il rapporto tra enti pubblici e biopolimeri è ancora<br />

tutto da costruire, sono perciò auspicabili leggi ad hoc che favoriscano, oltre al consumo di prodotti<br />

riciclati nella pubblica amministrazione, l’utilizzo di prodotti biodegradabili e derivati da fonti<br />

rinnovabili.<br />

(ambito tecnico-tecnologico; fase di trasformazione): il contenuto tecnologico nella produzione di<br />

biopolimeri è particolarmente elevato. Risulta perciò molto importante indagare le potenzialità di<br />

miglioramento delle prestazioni del prodotto finale e la riduzione dei costi di processo in rapporto<br />

alle necessità di utilizzo. Allo stesso modo la ricerca agroambientale dovrebbe migliorare la<br />

produzione di materia prima per fornire all’industria materiali in grado di ridurre i costi di<br />

polimerizzazione. Applicazioni interessanti per l’industria dei biopolimeri potrebbero provenire dalla<br />

ricerca su varietà di mais che producono amido ad alto contenuto di amilosio (o viceversa varietà<br />

waxi ad elevato contenuto di amilopectina). Come accennato, l’amido per produrre bioplastiche<br />

potrebbe provenire anche da colture che richiedono minori input rispetto al mais, quali ad esempio<br />

sorgo zuccherino o patata. L’acido lattico prodotto grazie alla fermentazione batterica dello zucchero<br />

(quindi da svariate fonti rinnovabili, comprese alcune a costo zero) sembra essere la materia prima<br />

che offrirà maggiori possibilità alla ricerca, nel campo dell’approvvigionamento della materia prima,<br />

nel campo delle biotecnologie per la fermentazione batterica, in quello dell’innovazione di processo.<br />

(ambito economico; fase di produzione) possibilità di diversificare la destinazione delle produzioni<br />

da parte delle aziende agricole.<br />

Biocompositi:<br />

Una nota specifica spetta ai biocompositi, ossia biopolimeri con fibre vegetali in sostituzione di<br />

materiali compositi di origine sintetica (plastiche e fibra di vetro), ottenuti dall’assemblaggio dei due<br />

componenti.<br />

Vincoli:<br />

(ambito tecnico-tecnologico; fase di produzione) si rende necessario individuare varietà ed ibridi<br />

quantitativamente e qualitativamente interessanti.<br />

Opportunità:<br />

(ambito economico; fase di consumo) l’utilizzo dei biocompositi, oltre a trovare applicazione nei<br />

settori interessati dai biopolimeri, si estende a quello delle costruzioni (es. sostegno temporaneo dei<br />

terrapieni, tubature interrate temporanee, recupero di scarpate e cave).<br />

Alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle opportunità, esaminati congiuntamente<br />

ai fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi strategiche, contestualizzate alle realtà<br />

toscana, per ciascun ambito di filiera. E’ fornito dettaglio in merito alle categorie merceologiche, ai soggetti<br />

identificati per l’attivazione delle possibili strategie, alla media del punteggio attribuito dai responsabili<br />

scientifici di filiera in funzione della sensibilità e dell’incidenza per ciascuna singola strategia:<br />

Soggetti attuatori:<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

Il progetto Activa 138


PI: istituzioni politico-amministrative<br />

EO: istituzioni (formali e non) che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico<br />

Criteri di attribuzione dell’importanza:<br />

Incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera<br />

Sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata dall'attivazione di una strategia<br />

Nel caso specifico, si segnala che le categorie merceologiche fanno riferimento a due tipologie:<br />

A: applicazione di largo consumo (stoviglie, sacchetti, pneumatici, superassorbenti, teli,…)<br />

B: applicazione con elevato valore aggiunto (es. protesi medicali, biocomposti, …).<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico / Normative Punt Sog<br />

A Avviare iniziative volte a promuovere la conoscenza dei biopolimeri, sia sul piano della<br />

comunicazione sia su quello della formazione<br />

5,0 PI<br />

tutte Applicare forme di divieto di commercializzazione di materiali non biodegradabili quando ne<br />

esistono di sostituitivi (es. art. 19 L. 93/2001)<br />

5,0 PI<br />

tutte Integrare le politiche volte a disciplinare e promuovere processi produttivi a basso impatto per 4,5 PI<br />

l'ambiente, il territorio e la salute dei consumatori<br />

EO<br />

tutte Definire politiche di marchio e tracciabilità dei biopolimeri, per garantire il prodotto e trattenere<br />

parte del valore aggiunto sul territorio di produzione<br />

4,5 PI EO<br />

tutte Istituire tavoli di concertazione a livello regionale, composti dagli attori principali di filiera, per 4,5 PI EO<br />

definire politiche di medio-lungo periodo<br />

R<br />

tutte Promuovere iniziative per garantire un grado di presenza a livello regionale di soggetti e<br />

competenze per l'avvio di progetti pilota già organizzati a livello di filiera<br />

4,5 PI EO<br />

tutte Promuovere iniziative per garantire un grado di presenza a livello regionale di soggetti e di<br />

competenze per l'avvio di progetti pilota già organizzati a livello di filiera<br />

4,0 PI<br />

tutte Stipulare accordi quadro di filiera per favorire il passaggio dalla fase di sperimentazione all'avvio<br />

di vere e proprie filiere<br />

4,0 PI EO<br />

tutte Promuovere iniziative per la diffusione biopolimeri attraverso canali preferenziali: settore<br />

alimentare e delle ristorazione; settore sanitario-ospedaliero; settore dei rifiuti e del<br />

compostaggio; bioedilizia<br />

4,0 PI EO<br />

Promuovere iniziative per ottenere il riconoscimento dei costi sociali derivanti dallo smaltimento 4,0 PI EO<br />

delle plastiche convenzionali<br />

R<br />

tutte Istituire forme di riconoscimento/certificazione a livello regionale relativamente ai benefici<br />

prodotti dall'attivazione della filiera sul territorio<br />

3,5 EO PI<br />

tutte Adeguare a livello nazionale e regionale l'assetto normativo che regolamenta il settore dei<br />

biopolimeri<br />

2,5 PI EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Economico Punt Sog<br />

imball Promuovere iniziative di defiscalizzazione degli imballaggi di origine vegetale<br />

aggi<br />

5,0 PI<br />

tutte Promuovere iniziative per il raggiungimento di economie di scala, sia a livello agricolo che<br />

industriale, per la riduzione del costo finale del prodotto<br />

4,5 EO PI<br />

tutte Pianificare interventi per aumentare il grado di competitività delle produzioni regionali rispetto a<br />

quelle estere/extracomunitarie<br />

4,0 EO<br />

tutte Promuovere tavoli interprofessionali con l’obiettivo di garantire agli industriali la continuità e la<br />

qualità delle forniture e agli agricoltori i prezzi di ritiro<br />

4,0 EO PI<br />

tutte Promuovere iniziative per garantire un grado di presenza a livello regionale di soggetti e<br />

competenze per l'avvio di progetti pilota già organizzati a livello di filiera<br />

4,0 PI<br />

tutte Avviare iniziative per la valorizzazione di materie prime a costo zero (sottoprodotti vegetali, rifiuti 4,0 PI EO<br />

organici, alghe)<br />

R<br />

tutte Promuovere iniziative di integrazione con altre filiere della chimica verde 4,0 PI EO<br />

tutte Avviare iniziative di valorizzazione delle aree vocate a livello regionale per la coltura di amidacee<br />

dedicate<br />

4,0 EO PI<br />

tutte Avviare iniziative di valorizzazione degli additivi naturali con proprietà plasticizzanti 3,5 PI EO<br />

R<br />

B Promuovere iniziative di penetrazione in mercati ad elevato valore aggiunto (teli pacciamanti e 3,5 EO<br />

Il progetto Activa 139


solarizzanti, cosmesi, giochi per bambini, protesi medicali, pneumatici, superassorbenti)<br />

tutte Promuovere a livello di impresa l'applicazione della Certificazione ambientale volontaria (UNI<br />

EN ISO 14001), la Registrazione ambientale volontaria EMAS, il marchio ecologico di prodotto<br />

Ecolabel.<br />

3,0 EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Ambientali/Biologiche Punt Sog<br />

tutte Avviare iniziative per la valorizzazione della biodegradabilità dei prodotti utilizzati, la smaltibilità<br />

dei prodotti esausti, la riduzione dell'inquinamento atmosferico da incenerimento (in particolare,<br />

diossine)<br />

4,5 PI<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo per valutare i rischi correlati all'esclusione della fase agricola<br />

(per importazione di materie prime) e le conseguenti ripercussioni sul piano ambientale ed<br />

agroecosistemico<br />

4,0 R<br />

A Avviare iniziative per la diffusione dei biopolimeri per la riduzione del livello di inquinamento da<br />

CO2 determinato da plastiche ottenute da petrolio<br />

4,0 PI<br />

Cat<br />

mer<br />

Tecniche / Tecnologiche Punt Sog<br />

tutte Condurre sperimentazioni per sviluppare tecnologie in grado di utilizzare additivi di origine<br />

naturale (plasticizzanti, impermiabilizzanti, ecc.)<br />

4,0 R<br />

A Condurre sperimentazioni per sviluppare impianti di compostaggio che prevedano la<br />

compostabilità dei biopolimeri<br />

4,0 R<br />

Cat<br />

mer<br />

Sociali Punt Sog<br />

tutte Avviare iniziative di formazione tecnica per gli operatori di filiera: tecniche colturali, tecniche di<br />

trasformazione, specifiche tecnico-qualitative<br />

4,0 PI R<br />

A Informare l'opinione pubblica del positivo effetto ambientale determinato dai processi produttivi<br />

coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla vivibilità del territorio<br />

4,5 PI R<br />

tutte Aumentare il grado di visibilità dell’intero processo produttivo e il livello di consapevolezza degli<br />

operatori<br />

4,0 PI<br />

A Avviare iniziative per coinvolgere "utilizzatori critici": es. ortofrutta biologica, prodotti per<br />

l'infanzia, prodotti a marchio Ecolabel<br />

4,0 PI EO<br />

3.2.e Filiera dei coloranti<br />

I coloranti naturali, di origine vegetale o animale, sono stati impiegati per millenni nel settore tessile,<br />

cosmetico, alimentare e in quello artistico (dai dipinti su tela e tavola ai tessuti e arazzi, alla miniatura). La<br />

maggior parte di essi sono stati soppiantati verso la fine del XIX secolo con l'avvento di quelli sintetici,<br />

caratterizzati da una maggiore uniformità e da costi più contenuti.<br />

Recentemente nei Paesi industrializzati si sta assistendo ad un crescente interesse verso i prodotti di<br />

origine naturale, tra questi i coloranti vegetali percepiti come più salubri e più rispondenti alle esigenze di un<br />

consumatore maggiormente attento alla qualità della vita e alla tutela dell’ambiente. Le caratteristiche di<br />

maggiore biodegradabilità e compatibilità ambientale che caratterizzano i coloranti di origine naturale sta<br />

aprendo nuove opportunità di impiego in diversi settori industriali che tradizionalmente si rivolgono a<br />

materie prime provenienti dalla sintesi chimica.<br />

Con particolare riferimento al settore tessile, tra le numerose specie in grado di fornire coloranti<br />

vegetali ve ne sono alcune che, più di altre, presentano elevate potenzialità produttive ed un più facile<br />

inserimento nei tradizionali ordinamenti colturali. Tra queste degne di attenzione sono alcune specie in grado<br />

di fornire i tre colori fondamentali quali il rosso (Rubia tinctorum per l’alizarina), il giallo (Reseda tintoria<br />

per la produzione di luteolina) e il blu (Isatis tintoria e Polygonum tinctorium per la produzione di indaco).<br />

Anche per numerose altre specie, quali camomilla dei tintori, ginestra dei tintori e altre, la sperimentazione<br />

agronomica fin qui condotta ha mostrato buona adattabilità all’ambiente di coltivazione, disponibilità di<br />

varietà ed ecotipi caratterizzati da buoni livelli produttivi per resa e contenuto in principi coloranti<br />

(www.agr.unipi.it/colorinaturali). I dettagli relativi ai fattori di vincolo ed opportunità per ciascuna delle<br />

specie sopraindicate sono stati sviluppati in modo esauriente nei report contenenti rispettivamente la<br />

Il progetto Activa 140


ibliografia ragionata e il resoconto del tavolo di filiera, a cui rimandiamo. Nel caso specifico saranno messi<br />

in evidenza i fattori di carattere più generale concernenti l’uso tessile e sarà fornito un quadro più generale<br />

con riferimento agli elementi di vincolo tecnologico ed economico (così come evidenziato nelle griglie<br />

merceologiche dal responsabile scientifico di filiera) su altri possibili utilizzi dei coloranti naturali (cosmetici<br />

naturali, pellame, vernici per la bioedilizia).<br />

Categoria merceologica: tessile<br />

Lo sviluppo del mercato del tessile ecologico ha indotto le aziende a porre attenzione non solo alla<br />

provenienza e al tipo di fibra, ma anche alle altre sostanze chimiche che normalmente vengono impiegate<br />

nella fabbricazione del prodotto (mordenti, coloranti, sbiancanti e altri ausiliari). Quando le aziende decidono<br />

di utilizzare fibre tessili naturali, l’uso di un colorante di sintesi può compromettere la naturalità del prodotto,<br />

ricercata da un consumatore sempre più attento alla qualità, alle tematiche ambientali e alla tutela della<br />

propria salute.<br />

Opportunità:<br />

(ambito tecnologico; fase di utilizzo) la tintura con colori vegetali permette la realizzazione di prodotti<br />

di ottima qualità su fibre sia animali che vegetali, impiegando mordenti meno tossici e inquinanti in<br />

sostituzione del cromo e di altri metalli pesanti. L’uso di questi mordenti, nonché di agenti di<br />

finissaggio più eco-compatibili, consente comunque un legame stabile tra colorante e fibra e<br />

conferisce alla colorazione naturale una solidità alla luce e al lavaggio, poco lontana da quella che<br />

caratterizza i prodotti realizzati con coloranti sintetici.<br />

(ambito economico; fase di utilizzo) in Toscana sono presenti distretti industriali tessili di fama<br />

internazionale, quali il distretto tessile di Prato e quello del Casentino. Queste aziende mostrano in<br />

genere interesse ma soffrono la concorrenza (come del resto l’intero comparto tessile italiano) di quei<br />

paesi (Cina, Turchia, India) dove i costi di produzione sono estremamente bassi. La scelta vincente<br />

sembra essere quella di collocarsi su mercati al di fuori della concorrenza dei Paesi extra - europei<br />

precedentemente citati – offrendo prodotti quanto più customerizzati anche attraverso l’utilizzo dei<br />

coloranti naturali.<br />

(ambito economico; fase di distribuzione) il consumatore è disposto a pagare il 20% in più per un<br />

prodotto che presenta non solo la certificazione ambientale ma anche quella etica. A questo proposito<br />

la Regione Toscana, oltre ad aver aderito alla certificazione EMAS 2, ISO 14000 ed Ecolabel ha<br />

definito e aderito alla Certificazione etica e ambientale SA 8000 mettendo a disposizione delle risorse<br />

che consentono alle imprese di coprire il 50% dei costi di certificazione.<br />

(ambito tecnologico; fase di produzione) esiste un know–how per ottenere un processo produttivo a<br />

partire dalla semina fino all’ottenimento delle polveri coloranti secondo processi eco-compatibili, è<br />

quindi necessario creare strutture di estrazione dei coloranti vegetali in loco per ottenere una<br />

contrazione della filiera (da sviluppare su un raggio di 50 km). In questo modo si potranno ridurre i<br />

costi di produzione andando a valorizzare a pieno le piante coloranti come risorsa rinnovabile.<br />

(ambito economico; fase di utilizzo, distribuzione, consumo) all’interno del settore tessile è possibile<br />

sviluppare non solo prodotti per il tessile-abbigliamento, ma anche altri prodotti per l’arredamento e la<br />

casa, quali tovaglie, tendaggi, rivestimenti e tessuti per il bagno, settori di “nicchia” che completano il<br />

quadro delle opportunità.<br />

(ambito normativo/economico; intera filiera) per quanto riguarda la concorrenza originata dai coloranti<br />

naturali di origine extra – europea, disponibili sul mercato a costi minori, è importante offrire garanzie<br />

sull’origine dei prodotti italiani attraverso un percorso di tracciabilità della materia prima A titolo di<br />

esempio si ricorda che attualmente l’indaco indiano, ottenuto da Indigofera spp., è spesso adulterato<br />

con l’indaco di sintesi e non si ha la certezza sulla autenticità della sua origine biologica.<br />

(ambito normativo; intera filiera) nuove opportunità per coloranti e materie prime rinnovabili, da<br />

impiegare nel settore tessile, vengono fornite anche dai vincoli normativi posti dalle direttive<br />

comunitarie che limitano l’impiego di coloranti di sintesi ritenuti tossici e responsabili dei crescenti<br />

casi di dermatiti allergiche da contatto. L'impiego dei coloranti nel settore tessile è, infatti,<br />

disciplinato da normative ben precise che indicano le sostanze e le dosi consentite. A tale proposito<br />

la direttiva 61/2002 CE ha bandito l’utilizzo di 23 coloranti di tipo azoico e ha posto delle restrizioni<br />

alla immissione sul mercato di altre sostanze coloranti di sintesi ritenute pericolose.<br />

Il progetto Activa 141


(ambito normativo e tecnico-tecnologico; fase di produzione e trasformazione) per qualificare i<br />

prodotti tessili è indispensabile definire disciplinari di produzione ed estrazione dei coloranti naturali.<br />

Vincoli:<br />

(ambito tecnologico; fase di trasformazione e utilizzo) finché parliamo in termini di impresa<br />

artigianale la tintura naturale si avvale di procedimenti nei quali le conoscenze e l’esperienza del<br />

tintore, unite a tempi di realizzazione più lunghi, giocano un ruolo cruciale permettendo la<br />

realizzazione di prodotti di alta qualità. Più difficile appare il trasferimento su scala industriale delle<br />

tecniche della tintura naturale che pongono ancora molte problematiche di tipo tecnico quali la<br />

difficoltà di controllare automaticamente i tempi e le condizioni delle diverse fasi del processo.<br />

Anche la formulazione del colorante, sotto forma di polvere o di estratto, può influire sulla qualità<br />

del risultato, essendo in molti impianti, difficile effettuare la tintura con le polveri ricavate dalle<br />

piante. A questo scopo risulta necessario investire in ricerca per ovviare a queste difficoltà e poter<br />

mettere a punto tecniche di tintura che si adattino alla tintura industriale. Nel passaggio dalla tintura<br />

artigianale a quella industriale dovrebbero essere rivisti criticamente i singoli passaggi del processo<br />

di estrazione, di tintura e finissaggio accertando i loro effetti sulla resa e sulla qualità del prodotto<br />

finale.<br />

(ambito economico e tecnologico; fase trasformazione) sono i costi di estrazione e di formulazione<br />

del pigmento ad incidere maggiormente sul costo di produzione dei pigmenti vegetali (oggi i<br />

coloranti naturali si trovano ad avere prezzi ancora più alti rispetto a quelli di sintesi). Oltre al costo,<br />

come fattore di vincolo si segnala la necessità di una minore quantità di pigmento e procedimenti di<br />

tintura più rapidi e più facilmente automatizzabili nella tintura con colori di sintesi.<br />

(ambito tecnico-tecnologico; fase di produzione e trasformazione) nella fase di produzione e<br />

trasformazione della materia prima le problematiche ancora irrisolte sono di tipo agronomicoproduttivo<br />

(organizzazione aziendale, tecnica colturale, stagionalità delle produzioni, stoccaggio), di<br />

tipo tecnologico (disponibilità di impianti che richiedano bassi costi di allestimento e di gestione e<br />

che siano in grado di operare on-farm), di tipo economico-sociale (costo finale di produzione del<br />

colorante, interventi di sostegno per la realizzazione di impianti di trasformazione ed estrazione,<br />

formazione degli operatori) ed infine ecologico e ambientale (logistica dei trasporti, bilanci agroambientali,<br />

gestione dei reflui, consumo di acqua e energia).<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) un grosso punto critico che dovrà necessariamente essere<br />

superato per avviare una filiera locale è la scarsa disponibilità di materiale di propagazione gamica o<br />

agamica opportunamente selezionato, indispensabile per l’attivazione della filiera su scala almeno<br />

aziendale.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) un problema ancora non sufficientemente risolto è la messa a<br />

punto di un’opportuna strategia di controllo delle piante infestanti che con la loro presenza possono<br />

andare ad incidere negativamente sulla qualità del prodotto. La non disponibilità di erbicidi chimici<br />

registrati per essere impiegati su queste nuove colture può rendere difficile un adeguato controllo<br />

delle piante infestanti soprattutto nelle primissime fasi dopo emergenza. In particolare alcune piante<br />

coloranti, come il Polygonum tinctorium presenta una grande affinità con le principali Polygonaceae<br />

macroterme (Polygonum aviculare, Polygonum laphatifolium ecc.) che infestano le nostre colture<br />

primaverili-estive.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) difficoltà, seppur di minor rilevanza perché ormai quasi<br />

completamente risolte, esistono in relazione alla meccanizzazione di queste colture.<br />

(ambito tecnico-tecnologico; fase di produzione e trasformazione) Gli aspetti legati<br />

all’organizzazione aziendale, e alla logistica della raccolta, dello stoccaggio e dell’estrazione sono<br />

particolarmente importanti per la coltura del guado in quanto le foglie devono essere “processate”<br />

immediatamente dopo la raccolta poiché i precursori dell’indaco presenti nelle foglie fresche sono<br />

molto instabili e vanno incontro a rapida degradazione. Questo comporta la necessità di organizzare<br />

le coltivazioni in diversi lotti di produzione, di raccolta e di estrazione in modo commisurato alla<br />

capacità di lavoro degli impianti. Sempre per il guado la stagionalità delle produzioni che comporta<br />

una gestione discontinua degli impianti, può essere superata organizzando delle semine scalari con<br />

diversi turni di taglio. Meno problematica risulta la raccolta e la trasformazione di reseda e robbia<br />

Il progetto Activa 142


che richiedono un processo di essiccazione, cernita e successiva eventuale macinazione per ridurre la<br />

droga in polvere.<br />

(ambito tecnologico; fase di trasformazione) la fase di estrazione, in particolare per l’indaco, richiede<br />

ulteriori studi sia di base che applicativi, al fine di definire meglio le condizioni di estrazione e<br />

ottimizzare così la resa (ancora troppo lontana dalla resa potenzialmente ottenibile) nonché la qualità<br />

del prodotto ottenuto (in termini di purezza). In questa fase, un altro problema è rappresentato<br />

dall’elevato costo di produzione dovuto principalmente alla bassa resa e alla disponibilità di impianti<br />

che richiedono elevati costi di allestimento e di gestione. Questo problema potrebbe in parte, essere<br />

eventualmente risolvibile con una gestione consortile o cooperativa degli impianti per contenere i<br />

costi.<br />

(ambito tecnologico; fase di utilizzo) nella fase di tintura un aspetto importante da considerare è<br />

l’esigenza di avere tinture uniformi e resistenti alla luce e di avere a disposizione una vasta gamma<br />

di colori per poter rispondere alle diverse esigenze di mercato. E’ inoltre necessario acquisire<br />

maggiori conoscenze sulle tipologie di formulazione dei coloranti naturali. Per alcuni tipi di tintura<br />

ad esempio potrebbe essere utilizzata la polvere colorante (paragonabile alla droga prodotta dalle<br />

piante officinali), mentre in altri casi potrebbe essere necessario poter disporre di estratti, da<br />

utilizzare negli impianti presenti nelle tintorie industriali.<br />

(ambito sociale; fase di consumo) confrontando le diverse esperienze emerse in fase di tavolo di<br />

filiera, le problematiche di tipo tecnico-produttivo hanno assunto un ruolo secondario rispetto alla<br />

necessità di investire in comunicazione e divulgazione per far meglio comprendere al consumatore il<br />

significato di questi nuovi prodotti. Molti dei presenti, soprattutto coinvolti nella parte terminale<br />

della filiera, hanno messo in evidenza come al momento le possibilità di collocamento sul mercato di<br />

prodotti tessili naturali siano modeste e come sia prioritario favorire la comunicazione per ampliare<br />

le possibilità di mercato.<br />

(ambito ambientale; fase di produzione) lo studio dell’impatto ambientale che le nuove colture<br />

potrebbero avere nei diversi sistemi agricoli europei, ha messo in evidenza come i problemi maggiori<br />

siano legati alla perdita di azoto nel terreno e alla possibilità che le piante di Isatis tintoria si<br />

riproducano spontaneamente diventando a loro volta infestanti.<br />

(ambito ambientale; fase di trasformazione e utilizzo) la trasformazione e l’utilizzo dei coloranti<br />

naturali pone comunque il problema della gestione dei rifiuti solidi e liquidi (costo elevato delle<br />

analisi chimiche, impianti con requisiti adeguati, scarichi idrici con COD e BOD conforme) e di un<br />

consumo elevato di acqua.<br />

(ambito sociale; fase di consumo) si rileva la necessità di una maggiore comunicazione e<br />

informazione nei confronti sia degli operatori della filiera che dei consumatori in merito alle<br />

caratteristiche del prodotto finito. Il mondo della ricerca, le imprese, le associazioni ambientaliste e<br />

del biologico devono lavorare insieme al fine di accrescere la consapevolezza nel consumatore e<br />

negli operatori del valore addizionale insito nei colori e nelle fibre naturali e dei rischi per la salute<br />

connessi con l’uso di coloranti di sintesi, spesso tossici e/o cancerogeni.<br />

(ambito economico e sociale; intera filiera) si rileva la necessità di organizzare meglio la filiera<br />

anche attraverso specifiche organizzazioni di prodotto.<br />

Categoria merceologica: pellame<br />

La produzione di pellame conciato al vegetale è rivolta a quei manufatti che richiedono il diretto<br />

contatto con il corpo (ad es. i cinturini degli orologi, calzature). Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento<br />

delle concerie che fanno concia al vegetale. L'estrazione di queste sostanze avviene nel pieno rispetto<br />

dell'ambiente, con metodi che ne garantiscono la salvaguardia permettendo altresì la naturale ricrescita delle<br />

piante. Questo tipo di produzione, se abbinato a colorazioni con pigmenti di origine vegetale, può ridurre i<br />

rischi di allergie e irritazioni, completando un ciclo di lavorazione totalmente naturale che esclude metalli<br />

pesanti e altre sostanze chimiche di sintesi potenzialmente dannose per la salute. Una adeguata azione di<br />

comunicazione al consumatore, supportata da politiche di marchio e tracciabilità potrebbe valorizzare questi<br />

prodotti più rispettosi dell’ambiente e della salute dei consumatori.<br />

Vincoli:<br />

(ambito tecnologico; fase di utilizzo) è necessario mettere a punto il processo di concia, tintura, e<br />

finissaggio, non esiste infatti una sperimentazione relativa all’impiego di coloranti naturali vegetali<br />

nella tintura della pelle. Non si conosce come i coloranti naturali vegetali reagiscano al contatto con<br />

Il progetto Activa 143


le altre sostanze impiegate nel processo sia di concia, sia di ingrassaggio e finissaggio e come i<br />

colori naturali vegetali applicati alla pelle reagiscano con le sostanze concianti (in questo caso i<br />

tannini) e quando vanno applicati (prima o dopo la concia; prima o dopo l’ingrasso?), o quali altre<br />

sostanze possano essere impiegate per la concia al naturale alternative ai tannini (rabarbaro?<br />

coloranti stessi?).<br />

(ambito tecnologico; fase di utilizzo) non si conosce la qualità delle tinture ottenute e la loro<br />

resistenza ai fattori di alterazione come la luce, la traspirazione etc.<br />

(ambito sociale; intera filiera) si rileva la necessità di maggiore comunicazione e informazione nei<br />

confronti sia degli operatori della filiera che dei consumatori sulle caratteristiche del prodotto finito.<br />

Il mondo della ricerca, le imprese, le associazioni ambientaliste e del biologico devono lavorare<br />

insieme al fine di accrescere la consapevolezza nel consumatore del valore addizionale insito nei<br />

prodotti con pelli conciate, colorate e rifinite con prodotti naturali; inoltre è necessario far capire al<br />

consumatore e agli operatori i rischi per la salute connessi con l’uso di coloranti di sintesi, concianti<br />

e ausiliari, spesso tossici e cancerogeni.<br />

(ambito sociale ed economico; intera filiera) si rileva la necessità di organizzare meglio la filiera<br />

anche attraverso specifiche organizzazioni di prodotto e di garantire maggiore integrazione tra i<br />

diversi soggetti che operano lungo la filiera e di tracciabilità delle materie prime.<br />

Categoria merceologica: vernici per bioedilizia<br />

Tutti i componenti delle vernici e delle pitture utilizzate dalle ditte produttrici di materiali bioedili<br />

sono sempre dichiarate (la cosiddetta etichetta “trasparente”), secondo un codice etico che richiede la<br />

massima trasparenza sulla biografia del prodotto. Sono prodotti composti da materie prime naturali<br />

rinnovabili, esenti da emissioni nocive, la cui trasformazione avviene nel rispetto della natura, con<br />

l’esclusione di materie prime di sintesi petrolchimica. Si tratta di composti ottenuti da resine vegetali, oli<br />

vegetali, gomme e colle, oli essenziali, coloranti vegetali, prodotti di origine animale, sostanze minerali<br />

naturali elaborate.<br />

Vincoli:<br />

(ambito tecnologico; fase di utilizzo) non c’è una estesa sperimentazione al riguardo, quindi si rileva<br />

la necessità di perfezionare molti procedimenti, di mettere a punto le diverse miscele pittoriche sia<br />

per interni che per esterni, di individuare solventi e composti che siano rispondenti alla norme di<br />

sicurezza vigenti e conformi ai disciplinari della bioarchitettura; di acquisire conoscenze in merito<br />

alla resistenza delle miscele pittoriche (soprattutto da esterni) ai fattori di scolorimento (in<br />

particolare alla luce).<br />

(ambito sociale; fase di utilizzo e consumo) si rileva la necessità di maggiore comunicazione e<br />

informazione nei confronti sia degli operatori della filiera che dei consumatori sulle caratteristiche<br />

del prodotto finito. Il mondo della ricerca, le imprese, le associazioni ambientaliste e della<br />

bioarchitettura devono lavorare insieme, al fine di accrescere la consapevolezza nel consumatore del<br />

valore addizionale insito nelle vernici, colori e pitture murali formulate con prodotti naturali sicuri<br />

per la salute del consumatore e per far capire al consumatore e agli operatori i rischi per la salute<br />

connessi con l’uso di vernici e pitture che spesso presentano composti tossici e cancerogeni.<br />

Categoria merceologica: cosmetici naturali<br />

Il colorante naturale è uno dei tanti composti che rientra nella cosmesi naturale. Può rientrare tra i<br />

componenti del cosmetico solo se rientra tra le sostante ammesse nell’Allegato 4 del DL 713 dell’11 ottobre<br />

1986 e successive modificazioni; in caso contrario deve essere presentata una richiesta con relativa domanda<br />

al Comitato Scientifico Nazionale di Cosmesi e al Comitato Scientifico dei prodotti destinati al consumatore.<br />

Vincoli:<br />

(ambito tecnologico; fase di trasformazione e utilizzo) un aspetto critico dell’inserimento del<br />

colorante naturale nella miscela è relativo alla purezza delle materia prima colorante. Le impurità<br />

devono essere caratterizzate e se elevate, rientrare tra quelle ammesse nell’Allegato 4 del DL 713<br />

dell’11 ottobre 1986 e successive modificazioni<br />

Il progetto Activa 144


(ambito tecnologico; fase di trasformazione e utilizzo) si rileva la necessità di ricerca sul fronte delle<br />

materie prime per trovare nuovi conservanti, emulsionanti, e tensioattivi utilizzabili nella cosmesi<br />

naturale.<br />

(ambito sociale; fase di utilizzo e consumo) si rileva la necessità di maggiore comunicazione e<br />

informazione nei confronti sia degli operatori della filiera che dei consumatori sulle caratteristiche<br />

del prodotto finito e di far capire al consumatore e agli operatori i rischi per la salute connessi con<br />

l’uso di composti tossici, allergenici e cancerogeni.<br />

(ambito normativo; intera filiera) si rileva la necessità di mettere a punto disciplinari di produzione<br />

da parte di ICEA e del CCPB.<br />

A seguito del tavolo di filiera, realizzato nell’ambito del Progetto Activa, il responsabile scientifico ha<br />

formulato le seguenti proposte per dare concretezza all’avvio di una filiera Toscana dei coloranti naturali di<br />

origine vegetale nel breve periodo.<br />

portare avanti la ricerca sia di base che applicativa per ottimizzare la fase di produzione e di<br />

estrazione–formulazione al fine di garantire alte rese e alti standard qualitativi in relazione alle<br />

esigenze dell’industria<br />

individuare le specie coloranti più adatte ai diversi ambienti e le varietà vegetali in grado di produrre<br />

quantità elevate di pigmenti. Riprodurre o moltiplicare il materiale vegetale da fornire agli<br />

agricoltori al fine di avviare le coltivazioni su scala locale. Al momento è disponibile solo il seme di<br />

guado mentre, la quantità di materiale di riproduzione di reseda, robbia e poligono è tuttora modesta<br />

mettere a punto metodi di estrazione/formulazione che garantiscano l’ottenimento di prodotti di<br />

qualità a costi concorrenziali. Ottimizzare la fase impiantistica per abbassare i costi di allestimento e<br />

di gestione<br />

avviare azioni di sostegno ed indirizzo, che possano influenzare in maniera decisiva lo sviluppo di<br />

mercato per questa filiera (es. la comunicazione ai cittadini e agli operatori economici, supportata<br />

dalle istituzioni, e le politiche di marchio e tracciabilità). Definire disciplinari di<br />

produzione/estrazione e utilizzazione di un marchio che attesti la tracciabilità del prodotto.<br />

Un’iniziativa di questo tipo è in corso in Val Tiberina Toscana con il marchio “Pianta blu” che<br />

garantisce l’origine dell’indaco naturale da guado prodotto in quel territorio<br />

fornire una diffusa e precisa informazione agli agricoltori riguardo alle tecniche colturali, alle<br />

tecniche di estrazione e alle specifiche tecnico-qualitative del prodotto (purezza etc.)<br />

intensificare la sperimentazione in comparti diversi dal tessile, quali il settore della pelle, delle<br />

vernici e della cosmesi naturale per aumentare le possibilità d’impiego dei coloranti naturali<br />

promuovere una stretta collaborazione tra i diversi enti di ricerca coinvolti nelle varie fasi della<br />

filiera, dagli aspetti più legati alla produzione e all’estrazione, a quelli connessi con i processi e le<br />

tecnologie manifatturiere<br />

realizzare soprattutto a livello regionale, accordi tra tutti i vari attori della filiera, basati su una<br />

definizione chiara e condivisa di prezzi, quantità e standard minimi di qualità<br />

creare un Coordinamento Nazionale per la filiera dei coloranti naturali nell’ambito della quale<br />

costituire uno spazio aperto per la condivisione di informazioni, conoscenze e progettualità dalla fase<br />

di produzione a quella della lavorazione dei colori naturali, anche alla luce dei recenti vincoli<br />

normativi proposti nella Direttiva Reach. Questa iniziativa dovrà operare secondo una visione<br />

comune e condivisa sui coloranti naturali di origine vegetale creando delle sinergie con quanto si sta<br />

facendo per le fibre vegetali e per la filiera del tessile ecologico o bio che utilizzi fibre e colori<br />

naturali made in Italy con lo scopo di coinvolgere operatori economici ad ogni livello della catena<br />

del valore.<br />

Come per le precedenti filiere, alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle<br />

opportunità, esaminati congiuntamente ai fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi<br />

strategiche, contestualizzate alle realtà toscana. E’ fornito il dettaglio dei soggetti identificati per<br />

l’attivazione delle possibili strategie:<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI: istituzioni politico-amministrative<br />

Il progetto Activa 145


EO: istituzioni formali e non che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico.<br />

Si segnala che quanto andiamo a proporre non è stato validato dal responsabile scientifico di filiera, in<br />

tal senso non disponiamo del punteggio in funzione della sensibilità e dell’incidenza.<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico / Normative Sog<br />

tutte Definire politiche di promozione dei prodotti biologici nel settore del tessile, della PI EO<br />

bioedilizia, della lavorazione delle pelli e della cosmesi naturale<br />

R<br />

tutte Definire disciplinari di produzione (es. eco-textile, tessile bio, ecc) e di tracciabilità per i<br />

coloranti naturali<br />

PI EO<br />

tutte Integrare le politiche volte a disciplinare e promuovere processi produttivi a basso impatto<br />

per l'ambiente, il territorio e la salute dei consumatori<br />

PI<br />

tutte Avviare iniziative volte a promuovere la conoscenza dei coloranti naturali, sia sul piano<br />

della comunicazione sia su quello della formazione<br />

PI EO<br />

tutte Definire politiche di marchio e tracciabilità dei coloranti naturali, per garantire il prodotto<br />

al consumatore e trattenere parte del valore aggiunto sul territorio di produzione<br />

PI EO<br />

tutte Adeguare a livello nazionale e regionale l'assetto normativo che regolamenta il settore dei<br />

coloranti naturali<br />

PI<br />

tutte Promuovere iniziative per garantire un adeguato grado di presenze a livello regionale, in<br />

termini di soggetti e di competenze, per l'avvio di progetti pilota già organizzati a livello di<br />

filiera<br />

PI EO<br />

tutte Implementare a livello regionale programmi di sostituzione dei coloranti pericolosi con PI EO<br />

coloranti naturali<br />

e R<br />

tutte Promuovere iniziative a supporto della bioedilizia cui è associata una normativa tecnica PI EO<br />

che richiede la completa dichiarazione dei componenti di prodotto e la loro derivazione<br />

naturale<br />

R<br />

tutte Istituire tavoli di concertazione a livello regionale, composti dagli attori principali di<br />

filiera, per definire politiche di medio-lungo periodo<br />

PI EO<br />

tutte Stipulare accordi quadro di filiera per favorire il passaggio dalla fase di sperimentazione<br />

all'avvio di vere e proprie filiere<br />

EO PI<br />

tutte Istituire forme di riconoscimento e certificazione a livello regionale relativamente ai<br />

benefici prodotti dall'attivazione della filiera<br />

PI<br />

Cat<br />

Economico<br />

mer<br />

tutte Definire iniziative a sostegno della competitività delle produzioni regionali rispetto al<br />

mercato extraeuropeo<br />

tutte Promuovere tavoli interprofessionali con l’obiettivo di garantire agli industriali la<br />

continuità e la qualità delle forniture e agli agricoltori i prezzi di ritiro<br />

tutte Promuovere a livello di impresa l'applicazione della Certificazione ambientale volontaria<br />

(UNI EN ISO 14001), la Registrazione ambientale volontaria EMAS, il marchio ecologico<br />

di prodotto Ecolabel, la certificazione etica<br />

tutte Promuovere a livello di distretto politiche di qualità e di certificazione ambientale (es.<br />

Agenda 21 e EMAS)<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo per quantificare le potenzialità del mercato e il<br />

posizionamento dei prodotti<br />

tutte Definire strategie per garantire un livello di redditività soddisfacente per tutti gli operatori<br />

di filiera<br />

tutte Definire strategie mirate per valorizzare le potenzialità delle aree più vocate alla<br />

coltivazione di specie da coloranti naturali (es. Toscana litoranea, Val Tiberina Toscana)<br />

tutte Definire strategie di valorizzazione degli impianti di estrazione già esistenti e di PMI già<br />

interessate ad utilizzare coloranti naturali<br />

tutte Definire piani di promozione delle colture da coloranti ottimizzando la logistica di<br />

produzione, raccolta e trasformazione per abbattere i costi<br />

Cat<br />

Ambientali/Biologiche<br />

mer<br />

robbia, Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali:<br />

guado scarse esigenze idriche; adattabilità a tecniche di coltivazione low input e biologiche<br />

PI<br />

EO PI<br />

PI EO<br />

EO<br />

R<br />

PI EO<br />

R<br />

EO<br />

EO PI<br />

Il progetto Activa 146<br />

R PI<br />

EO


e scarse esigenze idriche; adattabilità a tecniche di coltivazione low input e biologiche EO<br />

reseda<br />

robbia, Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali: R PI<br />

guado,<br />

conservazione e miglioramento della fertilità del suolo per il ruolo di colture da rinnovo EO<br />

reseda,<br />

camom nell'avvicendamento<br />

illa dei<br />

tintori,<br />

ginestr<br />

a<br />

tintoria<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali: R PI<br />

possibilità di diversificare le produzioni agricole<br />

EO<br />

tutte Promuovere iniziative per la diffusione delle colture da coloranti e delle relative filiere per EO PI<br />

il contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per le produzioni<br />

convenzionali<br />

tutte Promuovere processi produttivi industriali che utilizzano prodotti biodegradabili PI<br />

tutte/g Promuovere iniziative di valorizzazione di colture tipiche del paesaggio regionale EO PI<br />

uado<br />

Cat<br />

Tecniche / Tecnologiche<br />

mer<br />

tutte Avviare iniziative per garantire sufficiente materiale di propagazione R EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare la disponibilità di varietà altamente EO<br />

produttive e con alto contenuto di composti coloranti, caratterizzate da rese stabili e adatte<br />

a diversi ambienti di coltivazione<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per sviluppare tecnologie e impianti in grado di R<br />

migliorare la resa dei pigmenti coloranti e la loro purezza<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per la messa a punto di formulati diversi in relazione R<br />

ai diversi impieghi industriali<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per l'utilizzo dei coloranti naturali in comparti<br />

R<br />

alternativi al tessile, quali la pelle, le vernici, la cosmesi.<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per ottimizzare i parametri operativi industriali per la R<br />

tintura con coloranti naturali rispetto a quelli di sintesi<br />

tutte Condurre attività di sperimentazione per sviluppare le tecniche di tintura naturale a scala R<br />

industriale<br />

Cat<br />

Sociali<br />

mer<br />

tutte Avviare iniziative di formazione tecnica per gli imprenditori agricoli PI R<br />

tutte Avviare iniziative di valorizzazione delle conoscenze/competenze già acquisite in alcune PI EO<br />

aree della Toscana (es. Val Tiberina Toscana)<br />

tutte Informare i consumatori in merito ai benefici derivanti dai coloranti naturali (con<br />

PI R<br />

particolare riferimento, all'abbassamento di rischi da allergie; tossicità; dermatiti da<br />

contatto da coloranti chimici dispersi, ecc.)<br />

tutte Informare l'opinione pubblica sul positivo effetto ambientale determinato dai processi PI R<br />

produttivi coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla vivibilità del territorio<br />

tutte Promuovere iniziative per far conoscere la diminuzione del rischio per gli operatori delle PI R<br />

filiere collegate ai coloranti sintetici<br />

tutte Definire strumenti di regolamentazione della responsabilità sociale d'impresa, anche per PI<br />

controllare i fenomeni di sfruttamento della manodopera a basso costo in Paesi<br />

extraeuropei<br />

tutte Aumentare il grado di visibilità dell’intero processo produttivo e il livello di<br />

PI<br />

consapevolezza degli operatori<br />

3.2.f Filiera delle fibre vegetali<br />

L’utilizzo delle fibre vegetali è assai diversificato e riconducibile alla produzione di filati e tessuti, a<br />

più elevato valore aggiunto, di fibre tecniche nei settori bioedili, automobilistici, geotessili, di cellulosa e di<br />

Il progetto Activa 147


energia. Nello specifico l’attività di ricerca del Progetto Activa ha concentrato la propria attenzione sulle<br />

potenzialità della canapa e, in misura minore, sul kenaf, con riferimento all’uso tessile e non.<br />

Opportunità:<br />

Per tutte le categorie merceologiche ad uso tessile:<br />

(ambito tecnico ed economico; intera filiera) le specie vegetali da fibra sembrano rispondere bene<br />

alle odierne istanze socio-economiche: da un lato, si presentano come ottima alternativa colturale per<br />

gli agricoltori in risposta ai nuovi assetti di mercato che più testimonianze hanno descritto come<br />

estremamente sfavorevoli soprattutto per le colture industriali; dall’altro, si caratterizzano per essere<br />

conducibili con tecniche a basso impatto ambientale e per fornire materie prime che rientrano nelle<br />

produzioni eco-compatibili.<br />

Per tutte le categorie merceologiche ad uso non tessile:<br />

(ambito tecnologico ed economico; intera filiera) i potenziali utilizzi assai diversificati costituiscono<br />

un valido presupposto per il posizionamento di nuovi prodotti derivati da fibre vegetali<br />

(biocompositi), cellulosa per carte pregiate (intera pianta), lettiere per animali o substrati per<br />

ortofloricoltura (parti legnose della pianta), materiali adsorbenti per inquinanti oleosi.<br />

Per i prodotti ottenuti dalla canapa:<br />

(ambito tecnico ed economico; intera filiera) la Regione Toscana è all’avanguardia in questo settore:<br />

in alcune zone del Senese esistono già piccole filiere artigianali basate sulla coltivazione della<br />

canapa, nate grazie a progetti orientati ad uno sviluppo rurale sostenibile.<br />

(ambito economico; fase utilizzo e distribuzione) per quanto riguarda la capacità di penetrazione del<br />

mercato da parte dei prodotti eco-compatibili, una recente indagine di mercato ha evidenziato una<br />

reazione positiva dei confezionisti e delle aziende tessili del distretto di Prato che già propongono un<br />

campionario che comprende prodotti derivati da fibre naturali, canapa compresa.<br />

(ambito economico; fase di trasformazione) attribuendo alla canapa le potenzialità per andare a<br />

costituire la nuova identità toscana e italiana del tessile, è sentita l’esigenza di distinguere i prodotti<br />

derivati dalla canapa all’interno del variegato mondo delle fibre naturali, ampliando le opportunità di<br />

mercato anche al di fuori di quei canali di vendita nei quali questi prodotti hanno già avuto successo<br />

(per esempio nell’ambito dei parchi naturali, dove il consumatore riconosce il valore della<br />

salvaguardia ambientale del “prodotto canapa”) e creando un “marchio canapa italiana” basato su<br />

canapa prodotta, tessuta e confezionata in Italia e preferibilmente tinta con coloranti naturali.<br />

(ambito tecnico; intera filiera) esiste un know-how per ottenere un processo produttivo a partire dalla<br />

semina fino alla filatura senza l’utilizzo di prodotti chimici.<br />

(ambito economico; fase di trasformazione) con riferimento alle aziende del tessile pratese (in<br />

particolar modo la piccola e media impresa) si segnala uno stato di sofferenza determinato dalla<br />

concorrenza (come del resto l’intero comparto tessile italiano) di quei Paesi (Cina, Turchia, India)<br />

dove i costi di produzione sono estremamente bassi. La scelta vincente più che cercare prodotti di<br />

alta qualità a bassi costi (che condurrebbe all’importazione) sembra essere quella di collocarsi su<br />

mercati al di fuori della concorrenza dei Paesi extra-europei precedentemente citati. In tal senso la<br />

canapa risponderebbe pienamente all’esigenza di differenziarsi.<br />

(ambito economico; fase di utilizzo e distribuzione) oltre al tessile, altre opportunità di mercato<br />

possono essere: (a) la bioedilizia per uso di pannelli fonoassorbenti (b) il settore auto per pannelli e<br />

selleria. (c) la realizzazione di truciolari leggeri a base di canapulo (d) i geotessili per uso di tessuti e<br />

“tessuti non tessuti” applicati come supporti per il manto stradale, protezione delle dighe, filtri<br />

drenanti e rinforzi per gli argini;<br />

Vincoli:<br />

Per tutte le categorie merceologiche a uso tessile:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione e trasformazione) si segnalano i seguenti punti critici tecnici e<br />

tecnologici: reperimento sementi certificate di varietà idonee; ottimizzazione della fitotecnica (dalla<br />

scelta varietale alla raccolta) in relazione alle specifiche situazioni di coltura; messa a punto di<br />

Il progetto Activa 148


macchine agricole e impianti industriali di grande efficienza in grado di garantire costanza di qualità<br />

della fibra; necessità di innovazione continua.<br />

(ambito economico; fase di produzione) si segnalano i seguenti punti critici merceologici: costi di<br />

produzione elevati in confronto alle fibre sintetiche e naturali di importazione; dimensioni limitate<br />

dell'offerta perciò difficoltà nell'avvio della filiera; difficoltà ad assicurare uniformità e costanza di<br />

produzione.<br />

(ambito economico; fase di trasformazione e utilizzo): mancanza di standard di qualità accettati da<br />

trasformatori e utilizzatori finali.<br />

Per tutte le categorie merceologiche ad uso non tessile:<br />

(ambito economico; fase di trasformazione e utilizzo) si segnalano i seguenti punti critici: costo della<br />

materia prima e filiera da organizzare.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione e trasformazione) si segnalano i seguenti punti critici tecnici e<br />

tecnologici: reperimento di sementi di varietà idonee certificate (soprattutto per kenaf);<br />

ottimizzazione di qualche aspetto della tecnica colturale; miglioramento dell'efficienza nella raccolta<br />

meccanica anche solo con adattamento delle macchine esistenti; per ciascuno dei settori,<br />

miglioramento degli impianti esistenti o realizzazione di nuovi impianti con tecnologie innovative.<br />

Per i prodotti ottenuti dalla canapa:<br />

(ambito economico; fase di trasformazione, utilizzo e distribuzione) per quanto riguarda la capacità<br />

di penetrazione da parte dei prodotti eco-compatibili, una recente indagine di mercato ha evidenziato<br />

che il problema maggiore risultano essere i prezzi troppo alti del prodotto finito.<br />

(ambito economico; fase di trasformazione, utilizzo e distribuzione) gli andamenti ciclici delle<br />

richieste da parte dell’alta moda, che comunque ha manifestato un crescente interesse, portano a<br />

considerare il contributo di questo settore utile solo a livello di immagine.<br />

(ambito economico; fase di produzione e trasformazione) rispetto alla diffusa volontà di utilizzare<br />

produzioni italiane, tutelate anche attraverso uno specifico marchio, si rileva la scarsità della<br />

produzione nazionale, in gran parte assorbita dal settore dell’alta moda.<br />

(ambito economico; fase di produzione e trasformazione) è necessario creare strutture di stigliatura e<br />

più in generale di trasformazione in loco per ottenere una filiera corta (da sviluppare su un raggio di<br />

50-100 km). In questo modo si potranno ridurre i costi di produzione andando a valorizzare a pieno<br />

la canapa come risorsa rinnovabile.<br />

(ambito economico; fase di utilizzo e consumo) per quanto concerne gli usi non tessili della canapa<br />

(materiali geotessili, bioedili, automobilistici) si segnalano come fattori disincentivanti la potenziale<br />

domanda di ingenti quantità ma a prezzi molto bassi; la scarsa reattività del mercato nazionale a<br />

questi prodotti innovativi, con particolare riferimento ai geotessili (un fattore disincentivante è<br />

rappresentato dall’odore del pannello stampato di canapa diverso da quelli dei pannelli<br />

convenzionali).<br />

(ambito economico; fase di produzione e trasformazione) dalle analisi economiche condotte durante<br />

il progetto Toscanapa, è risultato indispensabile integrare l’agricoltore nelle strutture di prima<br />

trasformazione (si parla di stigliatura, ovvero la separazione della fibra dallo stelo) per garantire un<br />

adeguato livello di redditività.<br />

(ambito economico e tecnico-tecnologico; intera filiera) le potenzialità di mercato dei prodotti<br />

derivanti dalla fibra di canapa sembrano elevate, ma è importante verificare attentamente i costi di<br />

produzione e la qualità dei prodotti di una filiera completa (dal campo al prodotto finito) costruita in<br />

un raggio di 50-100 km, definendo le modalità di conferimento; la continuità di rifornimento; la<br />

standardizzazione della materia prima.<br />

(ambito normativo; fase di produzione) sebbene a livello giuridico la disciplina sia ben<br />

regolamentata, gli agricoltori sottolineano la necessità di una più stretta collaborazione con le forze<br />

dell’ordine perché i controlli antidroga non impediscano il normale svolgimento delle pratiche<br />

colturali.<br />

(ambito sociale; fase di consumo) è stata registrata la necessità di fornire una maggiore informazione<br />

per sostenere la coltura della canapa nelle sue diverse possibilità di utilizzo e creare un’immagine<br />

forte basata sulla garanzia di qualità, tracciabilità e caratteristiche specifiche (basso input ambientale<br />

in tutte le fasi di prodotto, caratteristiche di salubrità del prodotto) di interesse per i consumatori.<br />

Il progetto Activa 149


(ambito tecnico-tecnologico; fase di produzione) la canapa ha tre problemi da affrontare e risolvere:<br />

meccanizzare la raccolta tenendo conto della necessità di utilizzare le macchine da lino per le fasi<br />

successive; sviluppare la macerazione su scala industriale sfruttando le conoscenze già ottenute a<br />

livello di impianto pilota; assicurare la disponibilità di sementi delle varietà adatte a specifiche<br />

condizioni di coltura. In generale, è necessario procedere ad un adeguamento per la canapa delle<br />

attrezzature disponibili per il lino, dando la priorità alla stigliatura per diminuire le perdite di<br />

canapulo residuo.<br />

Per i prodotti del kenaf:<br />

(ambito economico; fase di utilizzo) l’utilizzo del kenaf, a causa della sua fibra corta e rigida, è<br />

prevalentemente orientato a settori non tessili, con particolare riferimento al settore bioedile e<br />

automobilistico per i quali si rilevano rispettivamente per la bioedilizia problemi in termini di lenta<br />

risposta del mercato e per le auto problemi in termini di sensibilità all’umidità e di diverso odore da<br />

quello dei pannelli convenzionali).<br />

Alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle opportunità, esaminati congiuntamente<br />

ai fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi strategiche, contestualizzate alla realtà<br />

toscana, per ciascun ambito di filiera. E’ fornito dettaglio in merito ai soggetti identificati per l’attivazione<br />

delle possibili strategie e all’importanza attribuita dai responsabili scientifici di filiera in funzione<br />

dell’incidenza e della sensibilità:<br />

Soggetti<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI: istituzioni politico-amministrative<br />

EO: istituzioni (formali e non) che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico<br />

Criteri di attribuzione dell’importanza<br />

Sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata dall'attivazione di una strategia<br />

Incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico / Normative Punt Sog<br />

tutte Promuovere politiche volte a riconoscere e incentivare processi produttivi a basso impatto<br />

ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la salute dei consumatori<br />

5,0 PI<br />

tutte Promuovere tavoli interprofessionali e stipulare accordi quadro di filiera con l’obiettivo di passare<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetto pilota alla costruzione di filiere orientate al mercato<br />

(attraverso la definizione dei prezzi di ritiro della materia prima, delle quantità e degli standard<br />

qualitativi degli approvvigionamenti).<br />

5,0 EO<br />

tutte Diffondere l'applicazione della certificazione ambientale volontaria (UNI EN ISO 14001), la<br />

registrazione ambientale volontaria (EMAS), i marchi ecologici di prodotto (Ecolabel; Ökotest)<br />

5,0 PI<br />

tutte Promuovere esperienze di certificazione ambientale a livello distrettuale 5,0 PI EO<br />

tutte Attivare interventi da parte della Regione per il riconoscimento dei benefici prodotti<br />

dall'attivazione della filiera<br />

5,0 PI EO<br />

tutte Adeguare l'assetto normativo rispetto alle politiche di promozione della filiera 4,5 PI EO<br />

tutte Promuovere a livello regionale tavoli di concertazione tra i principali attori per la<br />

programmazione politico-economica di medio-lungo periodo<br />

4,5 PI EO<br />

tutte Rendere applicativi i programmi di sostituzione dei prodotti pericolosi per la salute e per<br />

l'ambiente (nel caso specifico collegati a prodotti ottenuti da coloranti naturali)<br />

4,0 PI EO<br />

tutte Regolamentare la normativa tecnica nell'ambito della bioedilizia con riferimento alla<br />

dichiarazione dei componenti di prodotto e della derivazione naturale degli stessi<br />

4,0 PI<br />

Cat<br />

mer<br />

Economico Punt Sog<br />

tutte Definire disciplinari di produzione/estrazione e di marchio che attesti la tracciabilità del prodotto<br />

(eco textile labels, tessile bio, …)<br />

5,0 PI EO<br />

tutte Aumentare la competitività delle produzioni regionali rispetto a quelle comunitarie ed<br />

5,0 EO PI<br />

extracomunitarie<br />

R<br />

tutte Garantire un adeguato livello di redditività delle colture da fibra, con particolare riferimento alla 5,0 EO<br />

Il progetto Activa 150


prima trasformazione (macerazione, strigliatura)<br />

tutte Diffondere tecniche caratterizzate da bassi costi di produzione colturale 5,0 EO<br />

tutte Garantire uno sbocco stabile sul mercato alle produzioni regionali e nazionali 5,0 EO<br />

tutte Promuovere accordi interprofessionali per concordare il prezzo dal produttore all'utilizzatore<br />

finale<br />

5,0 EO PI<br />

tutte Promuovere come vantaggio competitivo le certificazioni/registrazioni ambientali e i marchi<br />

ecologici<br />

5,0 EO<br />

tutte Valorizzare i prodotti di alta qualità posizionabili sui mercati di nicchia 5,0 EO<br />

tutte Aumentare la competitività delle colture da fibra rispetto alle altre colture (sia tradizionali che<br />

innovative)<br />

4,5 EO<br />

tutte Garantire la reperibilità delle produzioni sul territorio regionale e nazionale 4,5 EO<br />

tutte, in Valorizzare economicamente i coprodotti<br />

part.<br />

canapa<br />

4,5 EO<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo dei mercati potenziali 4,5 EO<br />

tutte Disciplinare l'acquisto di fibre da Paesi in cui non si rispettano i vincoli di ordine ambientale 4,0 PI<br />

tutte Valorizzare la presenza di ampie superfici vocate alla produzione di fibra 4,0 EO<br />

tutte Favorire sinergie positive tra le strategie gestionali delle imprese (agricola, tessile, bioedilizia) di<br />

un dato territorio<br />

4,0 EO PI<br />

tutte Disciplinare l'acquisto di fibre da Paesi in cui si ha lo sfruttamento della manodopera a basso 3,5 PI<br />

costo<br />

tutte Promuovere come vantaggio competitivo delle aziende la responsabilità sociale d'impresa 3,0 EO<br />

tutte Attivare la filiera in un'area concentrata (max raggio 100-150 km) per ridurre i costi di trasporto 3,0 EO PI<br />

Cat<br />

mer<br />

Ambientali/Biologiche Punt Sog<br />

tutte Valorizzare le implicazioni positive da un punto di vista ambientale determinate dall'adozione di<br />

certificazioni, registrazioni e marchi ecologici di prodotto<br />

5,0 PI<br />

tutte Valorizzare la presenza di ampie superfici vocate alle colture da fibra 5,0 PI EO<br />

R<br />

tutte Valorizzare la disponibilità di prodotti biodegradabili derivanti dal processo industriale 3,5 PI EO<br />

R<br />

tutte Valorizzare le possibilità di diversificazione colturale con effetto positivo sull'agro-biodiversità 3,0 EO PI<br />

R<br />

canap Valorizzare l'utilizzo di colture tipiche del paesaggio regionale 3,0 PI EO<br />

a<br />

R<br />

canap Valorizzare le caratteristiche della coltura, scarsamente esigente dal punto di vista agronomico e 2,5 EO<br />

a miglioratrice della fertilità del terreno<br />

Valorizzare il contributo di queste colture nelle aree a rischio di abbandono perché meno<br />

competitive per le produzioni convenzionali<br />

2,5 EO PI<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo sugli effetti ambientali derivati dalla riduzione di fibre di origine<br />

sintetica e relativa diminuzione delle emissioni di CO2<br />

2,0 RI<br />

Cat<br />

mer<br />

Tecniche / Tecnologiche Punt Sog<br />

tutte Valorizzare la disponibilità di impianti di trasformazione primaria (macerazione, stigliatura) in<br />

grado di garantire la qualità della fibra vegetale<br />

5,0 EO<br />

tutte Valorizzare la disponibilità di macchine per la raccolta, efficienti e in grado garantire la qualità<br />

del prodotto<br />

4,5 EO<br />

canapa Valorizzare la possibilità di variazioni a livello impiantistico e di processo e di ottimizzazione dei<br />

kenaf parametri operativi industriali per la tessitura di fibre vegetali innovative (canapa, kenaf) mediante<br />

adattamenti della filiera lino<br />

4,5 EO<br />

tutte Acquisire un quadro conoscitivo e avviare percorsi di sperimentazione per l'utilizzo delle fibre in<br />

comparti alternativi al tessile<br />

4,5 R<br />

tutte Valorizzare la presenza in ambito regionale di impianti di prima lavorazione della fibra vegetale o<br />

interessati ad utilizzarla<br />

4,5 EO<br />

tutte Ottimizzare la fitotecnica in relazione a specifiche situazioni colturali 4,0 R<br />

tutte Valorizzare la selezione di sementi certificate, caratterizzate da rese stabili e adatte ai diversi<br />

ambienti di coltivazione<br />

4,0 EO<br />

tutte Favorire nella fase di sperimentazione tecnologica la collaborazione tra gli enti di ricerca, gli<br />

imprenditori agricoli e gli imprenditori manifatturieri<br />

4,0 R EO<br />

Il progetto Activa 151


tutte Acquisire un quadro conoscitivo sulla possibilità tecniche di attuare/allungare la rotazione<br />

colturale in relazione all'aumento delle opportunità di diversificazione produttiva<br />

2,0 R<br />

Cat<br />

mer<br />

Sociali Punt Sog<br />

tutte Dare visibilità all'intero processo produttivo da parte dei diversi operatori di filiera 5,0 EO PI<br />

tutte Promuovere a livello regionale azioni volte alla preparazione tecnico-organizzativa degli<br />

imprenditori agricoli<br />

3,0 PI R<br />

tutte Promuovere iniziative di informazione rivolte ai consumatori finali (es. rischi allergenici) 3,0 PI R<br />

tutte Promuovere a livello regionale azioni volte all'acquisizione delle competenze necessarie all'avvio 2,0 PI R<br />

di filiere o alla formulazione di ipotesi progettuali<br />

EO<br />

3.2.g Filiera dei fitofarmaci di origine vegetale<br />

Sulla base delle diverse modalità attraverso cui si esplica l’azione biocida, possono essere distinte tre<br />

differenti tipologie di utilizzo, tali da considerarle categorie merceologiche distinte:<br />

colture miglioratrici bioattive, il cui effetto positivo sulla fertilità chimica e<br />

biologica dei terreni e sull’autoimmunità dell’agro-ecosistema, accresce le difese intrinseche del<br />

sistema agricolo e conseguentemente diminuisce la necessità degli interventi;<br />

colture destinate all’ottenimento di estratti e farine, utilizzabili in formulati come i<br />

prodotti di sintesi, i cui principi attivi hanno un’azione fitoiatrica;<br />

colture destinate alla produzione di molecole che contribuiscono alla difesa delle<br />

colture nella forma di coadiuvanti. Tra i possibili esempi si cita l’estrazione di oli per la<br />

produzione di co-formulati in sostituzione di quelli di origine minerale, utilizzo che sembra avere<br />

notevoli possibilità sia per i quantitativi superiori rispetto alla produzione di principi attivi, sia per i<br />

notevoli progressi ottenuti sul piano tecnologico che permettono di ottenere oli qualitativamente<br />

superiori 5 .<br />

Nell’analisi dei fattori di vincolo ed opportunità saranno prese in esame le prime due tipologie perché più<br />

direttamente attinenti la filiera di interesse per il progetto. Alla luce di quanto emerso nelle fasi di ricerca del<br />

progetto Activa, i principali fattori sono riassumibili come segue 6 :<br />

Vincoli:<br />

Per tutte le categorie merceologiche:<br />

(ambito tecnico; fase di consumo) nonostante le buone prospettive di sviluppo dei<br />

fitofarmaci di origine naturale, bisogna ricordare che il loro utilizzo richiede un approccio diverso<br />

alla difesa delle colture, in quanto raramente la sostituzione integrale di prodotti di sintesi si è<br />

mostrata in grado di fornire risultati soddisfacenti. Le esperienze più interessanti sono state ottenute<br />

mediante sinergie tra le diverse tecniche, come ad esempio il sovescio di piante ad azione biocida cui<br />

far seguire la solarizzazione, in linea anche a quanto previsto da alcuni disciplinari proposti dalla<br />

grande distribuzione e in corso di attuazione nell’orticoltura (in Sicilia, Sardegna, Lazio, Campania,<br />

Puglia).<br />

(ambito tecnico; fase di consumo) rispetto all’immissione di una molecola di sintesi, i cui<br />

prodotti di degradazione sono conosciuti e facilmente isolabili, le molecole naturali interagiscono<br />

con l’ambiente in modo complesso da cui deriva una maggiore difficoltà nell’analisi degli effetti.<br />

Applicando disegni sperimentali classici (a parcelle randomizzate di limitate dimensioni e per<br />

periodi brevi), risulta difficile stabilire la reale efficacia di queste molecole per le quali occorre<br />

sviluppare e finanziare la ricerca di nuove metodologie di studio e di sperimentazione.<br />

(ambito sociale; fase di consumo) le colture miglioratrici ad azione biocida e i prodotti di<br />

origine naturale devono essere supportati da un punto di vista tecnico al fine di ottimizzare i risultati,<br />

quindi il collegamento tra il produttore, il tecnico agronomo e l’utilizzatore deve essere quanto più<br />

5 A questo proposito si segnala la convergenza con la filiera dei biolubrificanti.<br />

6 E’ data indicazione quando il fattore si riferisce ad una specifica categoria merceologica.<br />

Il progetto Activa 152


stretto possibile. Nel trasferimento di conoscenza risulta fondamentale la formazione dei tecnici,<br />

quindi il ruolo che l’associazione di categoria può fornire in tal senso.<br />

Per i fitofarmaci di origine vegetale:<br />

(ambito economico; fase di distribuzione) un altro vincolo alla diffusione di questi prodotti è<br />

la scarsa organizzazione e capillarità della distribuzione.<br />

(ambito tecnico; fase di consumo) nel settore del florovivaismo, in concorrenza con altre<br />

realtà che non hanno interesse a contenere l’uso di sostanze pericolose, i limiti alla diffusione di<br />

molecole naturali sono dovuti alla loro efficacia in quanto le soglie di tolleranza estetica del prodotto<br />

finito sono praticamente nulle.<br />

(ambito economico; fase di produzione e consumo) è più conveniente economicamente<br />

registrare un prodotto di pieno campo piuttosto che per produzioni che riguardano le produzioni ad<br />

elevato impatto ambientale ma di piccole dimensioni (come le piccole coltivazioni di ortaggio in<br />

ambiente protetto). Questa situazione comporta una carenza di prodotti specifici per questi settori<br />

che potrebbero ottenere benefici particolarmente importanti dalla applicazione di molecole naturali.<br />

(ambito normativo; fase di produzione) in Italia il DPR 290/2001 stabilì che le sostanze di<br />

origine naturale potevano essere immesse sul mercato senza registrazione, questo ha comportato una<br />

deregulation del settore con conseguente squalifica del prodotto agro-farmaceutico. Una<br />

conseguenza immediata è stata quella di demotivare le società produttrici alla ricerca di nuovi<br />

prodotti di origine vegetale, in quanto non difendibili a livello di registrazione. Questa legge è stata<br />

bloccata dalla Commissione Europea; è ora al vaglio del MIPAF la possibilità di stilare, aggiornare<br />

(e quindi) supervisionare una lista di sostanze denominate corroboranti (e non fitofarmaci) per le<br />

quali non è necessaria la registrazione.<br />

(ambito normativo; fase di produzione) ad oggi, qualsiasi prodotto fitoiatrico immesso sul<br />

mercato deve essere registrato; i prodotti di sintesi o di origine naturale prevedono gli stessi dossier<br />

registrativi, caratterizzati da fasi autorizzative lunghe e costose, senza tenere in alcuna<br />

considerazione la maggiore ecocompatibilità intrinseca all’uso di prodotti naturali. La Commissione<br />

Europea DG VI sta studiando la revisione della lista che comprende le sostanze di cui parliamo per<br />

cui è prevista una registrazione semplificata. L’auspicabile aumento della concentrazione di<br />

molecole bioattive nelle varietà dedicate, attraverso interventi di selezione genetica classica, richiede<br />

però di definire quale unità di prodotto dovrà essere considerata per la registrazione.<br />

(ambito normativo; fase di consumo) occorre stabilire da subito la compatibilità di ciascuno<br />

di questi nuovi prodotti con disciplinari del biologico e dell’integrato, sebbene l’utilizzo di queste<br />

tecniche esclusivamente in specifici settori di mercato non consentirebbe il miglioramento di tutta<br />

l’agricoltura;<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) si segnala la necessità di supportare la ricerca e la<br />

sperimentazione di varietà con elevata attività biocida e dei prodotti maggiormente richiesti dai<br />

mercati.<br />

Per le colture miglioratrici ad azione biocida:<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) in generale, si segnalano due specifici punti critici: 1)<br />

per la produzione di sementi, un fabbisogno in termini di ricerca e sperimentazione per<br />

l’individuazione di varietà ad elevata attività biocida; 2) per la coltivazione, la necessità di<br />

ottimizzare la tecnica colturale al fine di ridurre i costi di produzione e i tempi fenologici della<br />

coltura da sovescio.<br />

(ambito sociale; fase di consumo e produzione): la produzione di sementi è fortemente<br />

limitata dalla scarsa informazione presso gli agricoltori dei principi di agroecologia e della<br />

convenienza nell’uso di queste tecniche che mirano ad accrescere la fertilità e l’autoimmunità<br />

dell’agroecosistema.<br />

Opportunità:<br />

Per i fitofarmaci di origine vegetale:<br />

(ambito economico; fase di consumo) la riduzione dell’impiego di fitofarmaci di sintesi e<br />

soprattutto dei trattamenti a calendario esclude il rischio di contestazioni in seguito alla presenza di<br />

residui chimici superiore ai limiti consentiti.<br />

Il progetto Activa 153


(ambito sociale e ambientale; fase di consumo): in generale, costituiscono un’importante<br />

opportunità per promuovere uno sviluppo eco-compatibile perché, contrariamente alle molecole di<br />

sintesi, rispondono a requisiti di rinnovabilità, biodegradabilità, ipotossicità, oltre a non produrre<br />

impatti sulle emissioni di CO 2. Inoltre, la riduzione dell’impiego di fitofarmaci di sintesi e<br />

soprattutto dei trattamenti a calendario migliora in modo evidente la qualità dell’ambiente di lavoro<br />

degli addetti alla produzione, soprattutto per quei settori in cui particolarmente elevato è il rischio<br />

sanitario degli operatori.<br />

(ambito tecnico; fase di produzione) con riferimento ad essenze coltivabili in Toscana,<br />

interessanti prospettive riguardano l’utilizzo di farina da semi di Brassica carinata non solo in pieno<br />

campo (sottoforma di pellet), ma anche in fase di post-raccolta, oltre alle farine di semi di aglio e<br />

nicotina. Con riferimento ad essenze coltivabili in Toscana, a costi contenuti, alcuni sistemi dei<br />

glucosidi sono da considerarsi di maggiore interesse 7 : (1) disulfidi prodotti in seguito a degradazione<br />

di tessuti di aglio e cipolla; (2) composti cianogenici prodotti dal sistema diumina-glucosidasi tipico<br />

del sorgo bicolor e della cassava; (3) composti di degradazione dell’idrolisi enzimatica dei<br />

glucosinolati, sistema tipico delle famiglie delle Brassicacee; (4) saponine da erba medica.<br />

(ambito tecnico; fase di consumo): nel florovivasmo riscontra interesse la possibilità di<br />

utilizzare colture miglioratrici in grado di ripristinare un buon livello di fertilità e conseguentemente<br />

di limitare il successivo uso di trattamenti fitosanitari di difesa.<br />

(ambito economico e sociale; fase di produzione e consumo) la produzione di fitofarmaci di<br />

origine vegetale genera una positiva ricaduta da un punto di vista sociale ed economico in quanto<br />

l’agricoltore stesso diventa produttore di composti ad azione biocida, ritagliandosi una nuova fonte<br />

di reddito (se immessi sul mercato) e/o risparmio (se riutilizzati in azienda), trasferendo localmente<br />

produzioni ordinariamente accentrate nelle mani di poche industrie agro-farmaceutiche. Da<br />

sottolineare che nel caso delle suddetta filiera, coloro che operano in forma diretta (azienda agricola)<br />

o indiretta (agroindustria di trasformazione di materiale vegetale e di conservazione di prodotti ortofrutticoli<br />

in fase post-raccolta) possono essere coinvolti nella fase di produzione, trasformazione,<br />

utilizzo e consumo di fitofarmaci di origine vegetale.<br />

(ambito normativo e economico; fase di produzione e consumo) le recenti restrizioni e<br />

controlli sul mercato degli agro-farmaci, tali da determinare anche l’eliminazione (come nel caso del<br />

Bromuro di metile a seguito dell’attuazione del Protocollo di Kyoto), rappresentano un altro fattore<br />

fortemente incentivante la produzione di fitofarmaci di origine vegetale. Questa valutazione se vale<br />

in senso generale, anche alla luce dei recenti indirizzi normativi a livello comunitario (es. Direttiva<br />

Reach), assume un significato ancora più pregnante nell’ambito di progettualità territoriali (es.<br />

distretti agricoli/agroindustriali biologici ed integrati) o commerciali (es. linee di prodotti<br />

commercializzate dalla grande distribuzione) orientate a garantire prodotti salubri ai consumatori.<br />

Per le colture miglioratrici ad azione biocida:<br />

(ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: consumo)<br />

la difesa delle colture trova nella fertilità del suolo un fattore sinergico di primaria importanza,<br />

infatti, l’aumento di sostanza organica sviluppa un effetto allelopatico che favorisce i meccanismi di<br />

competitività tra i patogeni e di autoimmunità dell’agroecosistema. In tal senso la difesa attraverso la<br />

pratica di sovesci (con colture miglioratrici ad azione biocida) produce una positiva ricaduta da un<br />

punto di vista ambientale anche perché costituisce un’alternativa alle matrici su cui lavora l’industria<br />

dei fertilizzanti organici, molto spesso contenente quantità non trascurabili di metalli pesanti.<br />

(ambito tecnico; fase di consumo) l’azione sterilizzante del bromuro di metile, il cui utilizzo<br />

non era particolarmente diffuso in Toscana, può essere ottenuta dal ripristino dell’equilibrio del<br />

suolo e dalla sinergia di diverse tecniche, difficilmente contestabili, anche se da applicare in modo<br />

differenziato a seconda della coltura. Tra le tecniche applicabili si ricordano: (1) l’utilizzo di funghi<br />

antagonisti e in generale di lotta biologica; (2) la solarizzazione per cui si applicano teli di plastica<br />

(anche biodegradabili) al fine di aumentare la temperatura del suolo in seguito all’irradiazione<br />

solare; (3) la biofumigazione che, oltre al sovescio di brassicacee o all’apporto di materiale<br />

proveniente da brassicacee di cui abbiamo parlato, prevede anche l’apporto di grandi quantità di<br />

sostanza organica che una volta bagnata mostra fenomeni di idrolisi e fermentazione con produzione<br />

di sostanze ad elevata attività biocida; (4) l’utilizzo di portainnesti resistenti che ha delle limitazioni<br />

7 Per un approfondimento si veda il <strong>Report</strong> sulla bibliografia ragionata prodotto nell’ambito del progetto.<br />

Il progetto Activa 154


derivanti dai costi elevati, ma che possono risultare fondamentali nella fase di ripristino della fertilità<br />

biologica di un suolo; (5) la sterilizzazione con vapore che però, se è vero che ha un basso impatto in<br />

termini di biodegradabilità e tossicità, non si può dire altrettanto in termini di consumi energetici e<br />

produzione di CO 2, soprattutto se applicata nei mesi invernali.<br />

(ambito tecnico; fase di consumo) nel florovivasmo riscontra interesse la possibilità di<br />

utilizzare colture miglioratrici in grado di ripristinare un buon livello di fertilità e conseguentemente<br />

di limitare il successivo uso di trattamenti fitosanitari di difesa.<br />

Alla luce degli elementi emersi nell’analisi dei vincoli e delle opportunità, esaminati congiuntamente ai<br />

fattori condizionanti, sono state individuate le seguenti ipotesi strategiche, contestualizzate alle realtà<br />

toscana, per ciascun ambito di filiera. E’ fornito dettaglio in merito alle categorie merceologiche, ai soggetti<br />

identificati per l’attivazione delle possibili strategie, alla media del punteggio attribuito dai responsabili<br />

scientifici di filiera in funzione della sensibilità e dell’incidenza per ciascuna singola strategia:<br />

Soggetti attuatori<br />

R: istituzioni scientifiche e di ricerca<br />

PI: istituzioni politico-amministrative<br />

EO: istituzioni (formali e non) che operano nella filiera sul piano organizzativo o economico<br />

Definizione di incidenza e sensibilità<br />

Sensibilità: indica la suscettività della filiera ad essere modificata dall'attivazione di una strategia<br />

Incidenza: indica la rilevanza della strategia per la filiera<br />

Cat<br />

mer<br />

Politico / Normative Punt Sog<br />

tutte Implementare a livello regionale programmi di sostituzione dei fitofarmaci di sintesi con quelli di<br />

origine vegetale<br />

5,0 PI EO<br />

tutte Inserire l'uso di molecole vegetali in alternativa ai fitofarmaci nei protocolli produttivi 5,0 PI<br />

tutte Integrare le politiche volte a disciplinare e promuovere processi produttivi a basso impatto per<br />

l'ambiente, il territorio e la salute dei consumatori<br />

4,5 PI EO<br />

tutte Promuovere iniziative per garantire un grado di presenza a livello regionale di soggetti e di<br />

competenze per l'avvio di progetti pilota già organizzati a livello di filiera<br />

4,5 PI R<br />

tutte Stipulare accordi quadro di filiera per favorire il passaggio dalla fase di sperimentazione all'avvio<br />

di vere e proprie filiere<br />

4,5 PI EO<br />

Istituire procedure preferenziali per la registrazione dei prodotti di origine vegetale, inclusi gli<br />

estratti vegetali<br />

4,5 PI<br />

tutte Promuovere iniziative per incoraggiare le grandi catene di distribuzione ad applicare protocolli<br />

produttivi che puntino alla riduzione dell'uso dei fitofarmaci di sintesi<br />

4,0 PI E0<br />

tutte Istituire forme di riconoscimento/certificazione a livello regionale relativamente ai benefici<br />

prodotti dall'attivazione della filiera sul territorio<br />

3,5 EO PI<br />

tutte Promuovere la ricerca tossicologica su fitofarmaci e su adjuvants in agricoltura 3,5 PI R<br />

tutte Avviare iniziative volte a promuovere, sia sul piano della comunicazione sia su quello della<br />

formazione, la conoscenza dei fitofarmaci di origine vegetale<br />

3,0 PI<br />

tutte Definire politiche di marchio e di tracciabilità dei fitofarmaci, per garantire il prodotto e trattenere<br />

parte del valore aggiunto sul territorio di produzione<br />

3,0 PI EO<br />

tutte Adeguare a livello nazionale e regionale l'assetto normativo che regolamenta il settore dei<br />

fitofarmaci<br />

3,0 PI<br />

tutte Istituire tavoli di concertazione a livello regionale, composti dagli attori principali di filiera, per 2,5 PI EO<br />

definire politiche di medio-lungo periodo<br />

R<br />

Cat<br />

mer<br />

Economico Punt Sog<br />

tutte Condurre sperimentazioni su sistemi colturali a ridotto impatto ambientale in grado di fornire<br />

un'alternativa economicamente compatibile ai fitofarmaci di sintesi<br />

5,0 R EO<br />

tutte Condurre sperimentazioni su trattamenti alternativi a quelli di sintesi per ridurre i costi e l'impatto<br />

ambientale della fumigazione<br />

5,0 R<br />

tutte Promuovere iniziative per il raggiungimento di economie di scala, sia a livello agricolo che<br />

industriale, per la riduzione del costo finale del prodotto<br />

5,0 EO<br />

Il progetto Activa 155


tutte Promuovere iniziative di diffusione dei fitofarmaci di origine vegetale per colture protette e/o ad<br />

alto reddito per sostenere economicamente l'avvio di una nuova filiera<br />

4,0 PI EO<br />

tutte Promuovere iniziative per l'introduzione di fitofarmaci di origine vegetale mediante canali<br />

preferenziali specifici (parchi naturali, aree protette, aree umide, ecc.)<br />

3,0 PI EO<br />

tutte Acquisire una quadro conoscitivo sul mercato potenziale e sul posizionamento dei prodotti 2,0 R<br />

Cat<br />

mer<br />

Ambientali/Biologiche Punt Sog<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali:<br />

5,0 R PI<br />

conservazione e miglioramento della fertilità del suolo anche attraverso la coltivazione di colture<br />

da sovescio nell'avvicendamento delle colture<br />

EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali quali 5,0 R PI<br />

biodegradabilità, ipotossicità e nessun effetto sull'anidride carbonica<br />

EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali quali 5,0 R PI<br />

aumento della biodiversità dell'agroecosistema<br />

EO<br />

tutte Promuovere iniziative di diffusione dei fitofarmaci di origine vegetale per le colture protette,<br />

riducendo l'impatto ambientale<br />

5,0 PI EO<br />

tutte Promuovere iniziative atte a incrementare il livello di sostanza organica nel terreno 4,5 PI EO<br />

tutte Promuovere iniziative per la diffusione delle colture da fitofarmaci e delle relative filiere per il 3,5 R PI<br />

contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per le produzioni<br />

convenzionali<br />

EO<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare i benefici derivanti dalla copertura invernale 2,5 R PI<br />

dei suoli (cover crops)<br />

EO<br />

Cat<br />

mer<br />

Tecniche / Tecnologiche Punt Sog<br />

tutte Definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le caratteristiche agrotecniche:<br />

5,0 R PI<br />

accorciamento della rotazione colturale limitando il consueto aumento di patogeni del terreno<br />

EO<br />

tutte Condurre sperimentazioni per mettere a punto ulteriori alternative vegetali, nell'ambito dei 4,0 R PI<br />

fitofarmaci, a sostanze di origine chimica e/o sintetica<br />

EO<br />

tutte Mettere a punto nei vari ambienti tecniche di coltivazione meno impattanti 4,0 EO R<br />

Cat<br />

mer<br />

Sociali Punt Sog<br />

tutte Promuovere iniziative per far conoscere la diminuzione del rischio per gli operatori delle filiere<br />

collegate ai fitofarmaci sintetici<br />

5,0 PI R<br />

tutte Informare i consumatori in merito ai benefici derivanti dai fitofarmaci di origine vegetale (con<br />

particolare riferimento all'abbassamento dei rischi di allergie; tossicità...)<br />

4,0 PI R<br />

tutte Aumentare il grado di visibilità dell’intero processo produttivo e il livello di consapevolezza degli<br />

operatori<br />

4,0 PI<br />

tutte Creare opportunità di sviluppo rurale ed industriale 4,0 EO<br />

tutte Informare l'opinione pubblica del positivo effetto ambientale provocato dai processi produttivi<br />

coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla vivibilità del territorio<br />

3,5 PI R<br />

tutte Avviare iniziative di formazione tecnica per gli operatori di filiera: tecniche colturali, tecniche di<br />

estrazione, tecniche di trasformazione, specifiche tecnico-qualitative<br />

2,5 PI R<br />

Il progetto Activa 156


3.3 Individuazione delle ipotesi strategiche attuabili per ciascuna filiera in relazione ai diversi<br />

scenari<br />

L’individuazione delle ipotesi strategiche attuabili per ciascuna filiera in relazione ai diversi scenari<br />

rappresenta l’ultima fase di analisi delle filiere non food ed ha lo scopo, come precisa il titolo<br />

stesso, di individuare le ipotesi strategiche (proposte nel paragrafo precedente relativo all’analisi dei<br />

vincoli e delle opportunità) effettivamente attuabili in funzione del verificarsi di un determinato<br />

scenario.<br />

L’analisi è stata condotta valutando le strategie, filiera per filiera, in maniera da evidenziare<br />

singolarmente gli interventi attuabili e renderli più facilmente applicabili mediante provvedimenti<br />

attuativi da parte dei vari soggetti preposti (enti pubblici, istituti di ricerca, operatori di filiera, ecc.).<br />

Nell’ambito della valutazione verranno indicate le linee strategiche da perseguire nell’ipotesi in cui<br />

si verifichi il trend attuale (Scenario 1), un trend con maggiori possibilità di sviluppo per la filiera in<br />

oggetto (Scenario 2) ed uno con minori possibilità di sviluppo (Scenario 3) (rif. Par. 3b. “Analisi<br />

degli scenari).<br />

Prima di partire con l’analisi delle strategie attuabili per singole filiere, si rende opportuno porre in<br />

evidenza un principio di linea di intervento strategico valido indistintamente per tutte le filiere<br />

studiate. Nel momento in cui si realizzassero le ipotesi dello Scenario 2, le strategie da attuare<br />

coinciderebbero con le ipotesi strategiche nel loro complesso, tenendo presente che andrebbe<br />

comunque rispettato un determinato ordine di attuazione, con riferimento al punteggio che è stato<br />

attribuito a ciascuna ipotesi strategica, in base ai criteri di Sensibilità e Incidenza (vedi Par. 2d step<br />

4 della metodologia). Nella pratica, quindi, tenendo conto delle risorse disponibili, i primi passi da<br />

condurre sarebbero quelli in direzione dell’attuazione delle strategie con il punteggio più alto (pari a<br />

5) e via via quelle con il punteggio più basso (4,5; 4; 3,5, 3; ecc.).<br />

Nell’ipotesi in cui si dovesse verificare lo Scenario 3, che presuppone la possibilità di uno scarso o<br />

limitato sviluppo per la filiera indagata, sarebbe nuovamente opportuno valutare bene le risorse<br />

disponibili e considerare di attivare solo le strategie strettamente necessarie all’attivazione del<br />

settore indagato; questo come principio generale, a prescindere dalle singole filiere indagate.<br />

Ai fini di una valutazione il più possibile oggettiva è fondamentale tenere presente che assai<br />

difficilmente potranno verificarsi contemporaneamente tutte le ipotesi previste da uno scenario. Con<br />

il termine “realizzazione” di un determinato scenario vogliamo considerare il caso in cui si<br />

verifichino la maggior parte delle condizioni considerate.<br />

Occorre, inoltre, tener presente che esiste una categoria di variabili di scenario particolarmente<br />

importanti, per le quali, il loro realizzarsi, nell’ambito dello Scenario 2 (quello che permette<br />

maggiori possibilità di sviluppo per la filiera), sarebbe in grado di condizionare fortemente lo<br />

sviluppo di tutte le filiere senza distinzioni. Ci riferiamo, nello specifico, all’andamento del prezzo<br />

del petrolio che fino a questo momento, dati i suoi livelli particolarmente elevati (negli ultimi tempi<br />

ha raggiunto livelli fino a 70 dollari al barile), ha favorito in maniera particolare l’attivazione di<br />

numerose filiere non food, in special modo quella dei biocombustibili, delle biomasse da energia,<br />

dei biolubrificanti e dei biopolimeri, ma che nel complesso ha influito su tutto l’andamento del<br />

settore. La ratifica del Protocollo di Kyoto da parte dei principali Paesi produttori di gas serra ha<br />

rappresentato un’altra variabile di scenario trainante, così come la possibilità di poter estendere la<br />

coltivazione delle colture non food anche sui terreni non riservati a set-aside a seguito della nuova<br />

Riforma della PAC.<br />

In aggiunta a questo, è opportuno considerare che ciascuna filiera presenta delle peculiarità, per cui<br />

in alcuni casi è sufficiente il realizzarsi di un singolo aspetto o di alcuni di essi, sempre<br />

relativamente allo Scenario 2, perché si inneschi un meccanismo per cui può risultare positiva<br />

l’attuazione di gran parte delle ipotesi strategiche. Ci riferiamo, ad esempio, nell’ambito della filiera<br />

delle fibre vegetali alla possibilità di ottenere un alleggerimento a livello burocratico mediante<br />

l’introduzione di un riconoscimento legale della canapa da fibra a livello nazionale che al momento<br />

rappresenta una delle maggiori problematiche, in grado in molti casi di condizionare fortemente la<br />

Il progetto Activa 157


sua coltivazione; o ancora nella filiera biocombustibili il ripristino del quantitativo defiscalizzato di<br />

biodiesel al livello degli anni passati o ad un livello superiore (300.000 t ed oltre) con<br />

l’approvazione della nuova finanziaria. Lo stesso accadrebbe nell’ambito della filiera dei<br />

biolubrificanti nel caso in cui i nonilfenoli venissero sostituiti con tensioattivi a basso impatto<br />

ambientale, biodegradabili che ben si adattano all’utilizzo combinato con i biolubrificanti stessi, per<br />

cui la filiera riceverebbe un notevole impulso, così come se nel campo dei biopolimeri avessero un<br />

adeguato sviluppo le normative volte alla limitazione di materiali organici persistenti (POP).<br />

L’analisi relativa alle singole filiere verrà concentrata sugli sviluppi che potrebbero essere<br />

determinati dal realizzarsi dello Scenario 1, il quale, rispecchiando il trend attuale degli eventi,<br />

risulta attualmente quello con maggiori probabilità di avverarsi. Per ciascuna filiera verranno<br />

indicate le principali strategie che si renderebbe opportuno attuare in questo frangente da parte dei<br />

rispettivi soggetti preposti (istituzioni scientifiche e di ricerca, istituzioni politico-amministrative,<br />

soggetti che operano direttamente nella filiera) e in considerazione delle categorie merceologiche<br />

che andranno ad interessare gli interventi strategici considerati (entrambi, soggetti e categorie<br />

merceologiche, sono indicati negli schemi delle ipotesi strategiche elaborati mediante l’analisi dei<br />

vincoli-opportunità, Allegato Xl.). Le strategie saranno indicate suddividendole nei vari ambiti<br />

applicativi considerati: Politico/Normativo, Economico, Ambientale/Biologico,<br />

Tecnico/Tecnologico e Sociale.<br />

Di seguito sono riportati gli schemi sintetici dell’analisi, messi a punto per ciascuna filiera<br />

produttiva.<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera colture dedicate da energia<br />

sono auspicabili interventi volti, in primo luogo, alla promozione di azioni<br />

coordinate di intervento sul settore, promuovendo delle linee prioritarie di<br />

intervento comuni tra le pubbliche amministrazioni, i soggetti<br />

imprenditoriali e le istituzioni scientifiche. Questo permetterebbe di riuscire<br />

ad orientare la ricerca per gli anni a venire in maniera concordata, così<br />

come le azioni a livello politico e normativo senza sprechi di tempo e<br />

risorse. Si rende auspicabile partire dalle esigenze degli operatori della<br />

filiera per capire le dinamiche in atto e poter intervenire tempestivamente,<br />

in maniera efficiente ed efficace. A tal proposito, risulta di fondamentale<br />

importanza la promozione di tavoli di concertazione, nonché di accordi<br />

quadro di filiera tra gli operatori, in modo da passare dalla fase di<br />

sperimentazione a quella di avvio di progetti pilota. Altro ambito di<br />

intervento di assoluta rilevanza risulta essere la disciplina delle politiche di<br />

marchio e certificazione a garanzia della tracciabilità dei prodotti, e<br />

l’adeguamento dell’assetto normativo rispetto alle politiche di settore.<br />

A livello Economico occorre attivarsi al fine di aumentare la competitività delle imprese italiane<br />

nei confronti di quelle comunitarie ed extracomunitarie, attraverso azioni<br />

dirette e una serie di azioni indirette che possono comunque avere una<br />

ricaduta su questo fattore strategico. Ci riferiamo alla promozione della<br />

vendita diretta di energia da parte delle aziende, alla promozione dei<br />

vantaggi economici legati all’acquisto di titoli commerciali ambientali, o<br />

meglio, alla promozione del teleriscaldamento da biomassa nell’ambito dei<br />

certificati bianchi ed alla produzione di energia da biomassa nell’ambito dei<br />

certificati verdi. Altro intervento che sta alla base del funzionamento<br />

ottimale della filiera a livello nazionale è quello di riuscire a garantire un<br />

sufficiente grado di reperibilità della biomassa a livello regionale e<br />

comprensoriale ed alla promozione di accordi interprofessionali sul prezzo<br />

Il progetto Activa 158


della biomassa dal produttore primario all’utilizzatore finale.<br />

occorre in primo luogo incentivare la concentrazione della produzione di<br />

biomassa in areali circoscritti e ad alta vocazione in modo da ridurre i<br />

consumi energetici legati al trasporto e garantire pratiche colturali a ridotto<br />

impatto ambientale. Occorre poi valutare, dal lato della ricerca scientifica,<br />

una serie di aspetti legati al ruolo multifunzionale delle colture da biomassa<br />

(fitodepurazione, frangivento, frangirumore, ricarica delle falde acquifere,<br />

creazione habitat per la selvaggina, mantenimento del paesaggio e della<br />

biodiversità), alla riduzione del prelievo idrico ed alla conservazione dei<br />

suoli.<br />

risulta fondamentale lavorare per aumentare l’efficienza dei processi<br />

(ottimizzare il processo di recupero del calore nella produzione di energia<br />

elettrica, aumentare l’efficienza dei rendimenti della generazione elettrica<br />

da biomassa e l’efficienza della combustione della biomassa con altri<br />

combustibili). Ancora prima, è importante acquisire un adeguato quadro<br />

conoscitivo delle prestazioni delle diverse tipologie di biomassa per la<br />

produzione di energia e delle caratteristiche varietali delle colture dedicate.<br />

L’altro aspetto significativo è quello di garantire una sufficiente diffusione<br />

di progetti dimostrativi rappresentativi del livello di conoscenza tecnicotecnologica<br />

acquisita.<br />

A livello sociale occorre essenzialmente favorire il coordinamento tra i soggetti coinvolti<br />

(organizzazioni di categoria, enti territoriali, associazioni ambientaliste,<br />

associazioni consumatori, ecc.) nel sostegno della produzione di energia da<br />

biomassa e promuovere azioni per sensibilizzare gli operatori economici ed<br />

i consumatori nei confronti dei temi energetici.<br />

A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera coloranti naturali<br />

è estremamente importante la definizione di politiche di marchio e<br />

tracciabilità dei coloranti naturali per garantire il prodotto al consumatore<br />

e determinare un valore aggiunto sul mercato valorizzando le produzioni<br />

di nicchia. In conseguenza a questo, occorre definire delle politiche di<br />

promozione dei settori in cui viene fatto uso di coloranti naturali, quali il<br />

tessile biologico, la bioedilizia, ecc., nonché i disciplinari di produzione<br />

nell’ambito degli stessi. Occorre, inoltre, avviare iniziative politiche sul<br />

piano della formazione e comunicazione per promuovere la conoscenza<br />

dei coloranti naturali e dei loro settori di impiego, così come<br />

l’implementazione di programmi di sostituzione dei coloranti pericolosi<br />

(cancerogeni, tossici, ecc.) per la salute dell’uomo. Ai fini dell’attivazione<br />

di una filiera stabile a livello regionale, è necessario istituire dei tavoli di<br />

concertazione composti dagli attori principali della filiera stessa, al fine di<br />

giungere alla definizione condivisa delle politiche di medio-lungo termine<br />

ed alla stipula di accordi quadro per favorire l’implementazione di progetti<br />

pilota e quindi di realtà applicative concrete.<br />

A livello Economico si rende auspicabile la definizione di iniziative a sostegno della<br />

competitività delle produzioni regionali/nazionali di coloranti naturali nei<br />

confronti di quelle estere-extracomunitarie, tra le quali sarebbe di notevole<br />

auspicio la stipula di accordi tra industriali e agricoltori, con lo scopo di<br />

garantire la continuità e la qualità delle forniture per i primi ed i prezzi di<br />

ritiro per i secondi. Risulta, inoltre, necessaria l’acquisizione di un<br />

Il progetto Activa 159


A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

dettagliato quadro conoscitivo relativamente alla reale quantificazione<br />

delle potenzialità di mercato dei coloranti naturali e del relativo<br />

posizionamento dei prodotti. Per quanto riguarda le realtà della filiera già<br />

attive ed operanti sul territorio regionale, occorre definire delle strategie<br />

per la loro valorizzazione e supporto, anche nei confronti di PMI che<br />

mostrano interesse a voler far parte della filiera produttiva o ad utilizzare<br />

coloranti naturali.<br />

occorre definire le linee prioritarie di intervento per valorizzare le<br />

caratteristiche agro-ambientali delle colture da coloranti naturali, quali<br />

l’adattabilità a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale e<br />

biologiche, le scarse esigenze idriche, la coltivazione di colture no-GM, la<br />

possibilità di diversificare le produzioni agricole anche in relazione al<br />

contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per<br />

le produzioni tradizionali.<br />

gli interventi di maggior rilievo da portare avanti a livello agricolo<br />

riguardano la messa a punto di varietà colturali caratterizzate da elevata<br />

produzione, da alto contenuto di coloranti naturali, da rese stabili ed adatte<br />

ai diversi ambienti di produzione, la garanzia di avere a disposizione<br />

materiale di propagazione sufficiente alle richieste sperimentali e di<br />

mercato e lo sviluppo di sistemi di meccanizzazione che coprano le varie<br />

esigenze colturali. A livello delle altre fasi della filiera occorre sviluppare<br />

tecnologie ed impianti per il miglioramento della resa dei pigmenti<br />

coloranti ed ottimizzare i parametri operativi industriali per la tintura con<br />

coloranti naturali rispetto a quelli di sintesi, anche allo scopo di sviluppare<br />

tecniche di tintura naturale a scala industriale.<br />

A livello Sociale occorre intraprendere un’azione informativa nei confronti dei consumatori<br />

per sensibilizzarli sui benefici derivanti dai coloranti naturali (riduzione<br />

dei rischi allergenici, delle dermatiti da contatto, ecc.) ed allo stesso tempo<br />

promuovere iniziative presso gli operatori, sia a livello di formazione<br />

tecnica che di riduzione del rischio durante l’attività lavorativa.<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera fibre vegetali<br />

sono auspicabili interventi volti alla promozione di politiche volte a<br />

riconoscere e incentivare processi produttivi a basso impatto ambientale, la<br />

tutela dell’ambiente e del territorio e la salute dei consumatori,<br />

all’organizzazione di tavoli interprofessionali ed alla stipula di accordi<br />

quadro di filiera con lo scopo di passare all’attivazione di progetti pilota<br />

uscendo dalla fase di sperimentazione. Altro aspetto fondamentale è<br />

rappresentato dalla cura dell’adeguamento normativo in conformità alle<br />

politiche di promozione della filiera e l’attivazione di interventi da parte<br />

della Regione volti al riconoscimento dei benefici prodotti dall’attivazione<br />

della filiera stessa.<br />

A livello Economico analogamente ad altre filiere, risulta fondamentale aumentare la<br />

competitività delle produzioni regionali e nazionali rispetto a quelle<br />

comunitarie del extracomunitarie, mediante vari sistemi tra cui la<br />

valorizzazione di prodotti e co-prodotti di alta qualità posizionabili su<br />

mercati di nicchia ad alto valore aggiunto, la disciplina dell’acquisto di<br />

fibre da Paesi in cui non vengono rispettati vincoli di carattere ambientale,<br />

la garanzia di reperibilità delle produzioni sul territorio (regionale e<br />

Il progetto Activa 160


A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

nazionale) e di uno sbocco stabile sul mercato. Altri aspetti di primaria<br />

importanza sono rappresentati dalla definizione di disciplinari di<br />

produzione/estrazione e di marchio in grado di attestare la tracciabilità del<br />

prodotto e dalla garanzia di un adeguato livello di redditività delle colture<br />

da fibra, con particolare riferimento alla prima trasformazione<br />

(macerazione, stigliatura).<br />

sono auspicabili interventi volti alla valorizzazione della presenza di ampie<br />

superfici vocate alle colture da fibra, del contributo di queste colture nelle<br />

aree a rischio di abbandono (meno competitive per le produzioni<br />

convenzionali), delle possibilità di diversificazione colturale con effetto<br />

positivo sull’agro-biodiversità e delle caratteristiche della coltura,<br />

scarsamente esigente dal punto di vista agronomico e miglioratrice della<br />

fertilità del terreno.<br />

è di primaria importanza attuare strategie volte a rendere disponibili<br />

macchine per la raccolta e impianti di trasformazione primaria<br />

(macerazione, stigliatura) sul territorio regionale, efficienti e in grado di<br />

garantire la qualità del prodotto. Occorre poi ottimizzare la fitotecnica in<br />

relazione a specifiche situazioni colturali, valorizzare la selezione di<br />

sementi certificate, caratterizzate da rese stabili e adatte ai diversi ambienti<br />

di coltivazione. A livello impiantistico e di processo è auspicabile<br />

l’ottimizzazione dei parametri operativi industriali per la tessitura di fibre<br />

vegetali innovative (canapa, kenaf) mediante adattamenti della filiera del<br />

lino, mentre a livello di percorsi di sperimentazione è di primaria<br />

importanza attivare l’utilizzo delle fibre in comparti alternativi al tessile.<br />

A livello sociale è di primaria necessità attivare percorsi di formazione-informazione che<br />

rendano visibile l’intero processo produttivo presso gli operatori della<br />

filiera e in contemporanea, azioni volte alla preparazione tecnicoorganizzativa<br />

degli imprenditori agricoli e iniziative rivolte ai consumatori<br />

finali.<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera biocombustibili<br />

le strategie da attuare, anche in questo caso, come nella gran parte delle<br />

filiere, riguardano la promozione di tavoli interprofessionali di<br />

concertazione, al fine di trovare accordi tra gli operatori e giungere<br />

auspicabilmente alla stipula di accordi quadro di filiera, mediante la<br />

definizione dei prezzi, delle quantità, degli standard qualitativi. Altri aspetti<br />

fondamentali da portare avanti sono l’adeguamento normativo, con<br />

particolare riferimento al riconoscimento dell’olio tal quale come<br />

combustibile per autotrazione ed al riposizionamento della quota<br />

defiscalizzata di biodiesel sui valori degli anni scorsi (almeno 300.000 t),<br />

da considerare poi la definizione di disciplinari che identifichino le<br />

caratteristiche merceologiche dei biocarburanti commercializzati.<br />

A livello Economico risulta importante, per l’avvio di progetti pilota, l’acquisizione di un quadro<br />

conoscitivo sul livello di redditività ottenibile dai vari operatori della filiera<br />

per areali rappresentativi della realtà regionale e puntare sull’abbattimento<br />

dei costi promuovendo l’attivazione della filiera in ambito regionale<br />

valutando il potenziale produttivo a livello agricolo. Occorre poi acquisire<br />

informazioni sulle potenzialità di mercato dei biocarburanti valutando i<br />

possibili canali di diffusione e quantificare l’andamento dei prezzi delle<br />

Il progetto Activa 161


A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

varie categorie merceologiche. E’ fondamentale, inoltre, valutare le<br />

possibili implicazioni socio-economiche legate alla possibilità di esclusione<br />

della fase agricola dalla filiera, a causa della possibilità di importazione<br />

diretta della granella e/o dell’olio dai mercati esteri.<br />

vanno perseguite strategie volte ad acquisire informazioni sul livello di<br />

biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi industriali e sulla<br />

possibilità di smaltimento dei prodotti esausti, a valutare i bilanci<br />

ambientali (energetico, di carbonio, delle emissioni di gas serra) per<br />

tipologie di filiere differenziate e per areali rappresentativi del territorio<br />

regionale. Vanno poi promosse iniziative per diffondere l’utilizzo dei<br />

biocarburanti in area sensibili dal punto di vista ambientale valorizzando gli<br />

effetti positivi sull’ambiente determinati dal loro utilizzo. E’ opportuno<br />

inoltre definire pratiche per valorizzare le caratteristiche agro-ambientali<br />

delle specie utili alla produzione di biocarburanti che determinerebbero<br />

vantaggi ambientali non indifferenti e la coltivazione di colture tipiche del<br />

territorio regionale (es. girasole, colza).<br />

sono auspicabili interventi relativi alla conduzione di sperimentazioni per la<br />

valorizzazione delle potenzialità di utilizzo dei biocombustibili per<br />

l’utilizzo nelle flotte dei mezzi pubblici urbani in ambito regionale e per la<br />

messa a punto delle tecnologie necessarie per l’utilizzo diretto dell’olio<br />

grezzo da destinare alla produzione di calore e/o energia elettrica.<br />

Valorizzare le sperimentazioni per la produzione di bioetanolo da scarti di<br />

produzione agricola (es. vinacce), per la messa a punto di oli più idonei alla<br />

produzione di biodiesel (più lubrificanti) e per migliorare le tecnologie<br />

motoristiche per aumentare l’efficienza dei biocarburanti per autotrazione.<br />

A livello sociale si rende auspicabile far conoscere all’opinione pubblica i benefici<br />

ambientali e salutistici derivanti dall’utilizzo dei biocarburanti in<br />

sostituzione del gasolio di origine fossile, promuovere l’informazione dei<br />

consumatori sugli utilizzi e le caratteristiche dei biocarburanti<br />

commercializzati (es. attuale vendita del biodiesel in miscela con il gasolio<br />

tradizionale).<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera biolubrificanti<br />

sono necessari interventi volti all’istituzione di tavoli di concertazione a<br />

livello regionale, composti dagli attori principali della filiera, per la<br />

definizione di politiche di medio-lungo periodo, alla promozione di<br />

iniziative per garantire un grado di presenza a livello regionale di soggetti e<br />

competenze per l’avvio di progetti pilota già organizzati a livello di filiera.<br />

Risulta di primaria importanza l’implementazione di programmi di<br />

sostituzione dei lubrificanti impattanti sulla salute umana e sull’ambiente<br />

con biolubrificanti e l’avvio di iniziative volte a promuovere la conoscenza<br />

dei biolubrificanti sul piano della comunicazione e della formazione.<br />

A livello Economico occorre applicare interventi volti alla definizione di iniziative a sostegno<br />

della competitività delle produzioni regionali rispetto a quelle estere ed<br />

extraeuropee e della competitività dei biolubrificanti rispetto ai lubrificanti<br />

convenzionali. Vanno, inoltre, applicate strategie per garantire agli<br />

industriali la continuità e la qualità delle forniture ed agli agricoltori i<br />

prezzi di ritiro della materia prima. E’ necessaria poi la promozione, sia a<br />

livello di impresa che di distretto industriale, dell’applicazione di<br />

Il progetto Activa 162


A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

Certificazioni e Registrazioni ambientali volontarie (ISO 14001 e EMAS) e<br />

marchi ecologici di prodotto (Ecolabel, ecc.) ai cui requisiti sono conformi<br />

i biolubrificanti e la definizione di piani di valorizzazione dei sottoprodotti<br />

(farine, panello proteico) che consentano di aprire un mercato anche per<br />

questi prodotti.<br />

risulta fondamentale definire le linee prioritarie di intervento per<br />

valorizzare le caratteristiche agro-ambientali delle colture preposte alla<br />

coltivazione dei biolubrificanti (scarse esigenze idriche, adattabilità a<br />

tecniche di coltivazione low-input e biologiche, utilizzo di colture no-GM)<br />

e promuovere la coltivazione di colture tipiche del territorio, anche al fine<br />

del contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive a<br />

cui queste colture si potrebbero ben adattare. Occorre, inoltre, avviare dei<br />

percorsi di valorizzazione delle produzioni industriali biodegradabili e a<br />

basso impatto ambientale come è il caso dei biolubrificanti, in maniera<br />

particolare nei settori di applicazione dove è stato bandito l’utilizzo dei<br />

nonilfenoli e in quegli areali in cui gli impianti di depurazione delle acque<br />

hanno difficoltà a mantenere standard qualitativi al di sotto dei limiti di<br />

legge.<br />

sono auspicabili essenzialmente interventi volti alla conduzione di attività<br />

di sperimentazione per ottimizzare i parametri operativi a livello industriale<br />

e per l’utilizzo dei biolubrificanti in comparti diversificati per i quali è<br />

fondamentale la messa a punto di formulati diversi in relazione ai diversi<br />

impieghi industriali.<br />

A livello sociale risulta di primaria importanza avviare iniziative di sensibilizzazione<br />

dell’opinione pubblica relativamente al positivo effetto ambientale<br />

provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera e del loro esito sulla<br />

vivibilità del territorio e sulla salubrità dell’ambiente di lavoro e campagne<br />

informative per i consumatori in merito ai benefici derivanti dall’utilizzo<br />

dei biolubrificanti (es.: eliminano i rischi di allergie e tossicità). Occorre<br />

poi puntare alla creazione di una nuova immagine sociale dei distretti<br />

industriali e del conseguente indotto produttivo. Rispetto agli operatori del<br />

settore, è necessario aumentare il grado di visibilità dell’intero processo<br />

produttivo ed il loro livello di consapevolezza, mediante l’organizzazione<br />

di corsi di formazione tecnica (tecniche colturali, tecniche di estrazione, di<br />

trasformazione, ecc.).<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera biopolimeri<br />

si rendono auspicabili interventi volti ad avviare iniziative per la<br />

promozione e la conoscenza dei biopolimeri e politiche indirizzate alla<br />

valorizzazione di processi produttivi a basso impatto per l’ambiente, il<br />

territorio e la salute dei consumatori. Altri aspetti fondamentali sono<br />

rappresentati dalla definizione di politiche di marchio e tracciabilità dei<br />

biopolimeri per una maggiore garanzia del prodotto e per il trattenimento<br />

del valore aggiunto sul territorio di produzione e dall’applicazione di forme<br />

di divieto di commercializzazione di materiali non biodegradabili, nel caso<br />

che ne esistano di sostitutivi tra i biopolimeri, nonché la loro diffusione<br />

mediante canali preferenziali: settore alimentare e della ristorazione, settore<br />

sanitario-ospedaliero, settore dei rifiuti e del compostaggio, bioedilizia. A<br />

livello di filiera occorre istituire tavoli di concertazione tra gli operatori per<br />

Il progetto Activa 163


garantire la presenza dei soggetti e le competenze a livello regionale per<br />

l’avvio di progetti pilota, per la definizione delle politiche di medio-lungo<br />

termine e per la stipula di accordi quadro di filiera.<br />

A livello Economico l’aspetto peculiare da curare nell’ambito degli interventi da programmare è<br />

l’aumento della competitività delle produzioni agricole regionali/nazionali<br />

rispetto a quelle estere-extraeuropee, dato che al momento la produzione<br />

dei biopolimeri avviene esclusivamente da materia prima non prodotta in<br />

Italia, per cui occorre puntare sulla valorizzazione della fase agricola della<br />

filiera. In conseguenza a questo, è necessario promuovere tavoli<br />

interprofessionali per garantire agli industriali la continuità e la qualità<br />

delle forniture ed agli agricoltori i prezzi di ritiro della materia prima ed al<br />

livello agricolo, avviare delle iniziative per la valorizzazione delle aree<br />

vocate in ambito regionale e nazionale per la coltivazione di amidacee<br />

dedicate. Occorre poi promuovere iniziative per il raggiungimento di<br />

economie di scala, sia a livello agricolo che industriale, per la riduzione del<br />

costo finale del prodotto. Per andare in questa direzione è possibile<br />

promuovere una serie di interventi volti, ad esempio, alla defiscalizzazione<br />

degli imballaggi di origine vegetale, alla valorizzazione dei co-prodotti<br />

ottenuti a fine filiera (es. compost), alla penetrazione delle produzioni in<br />

mercati ad alto valore aggiunto (teli pacciamanti e solarizzanti, cosmesi,<br />

A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

superassorbenti, ecc.).<br />

vanno impostate strategie volte alla valorizzazione della biodegradabilità<br />

dei prodotti utilizzati, della smaltibilità dei prodotti esausti, della riduzione<br />

dell’inquinamento atmosferico da incenerimento (diossine), per la<br />

riduzione del livello di inquinamento da CO2 rispetto a quello ottenuto con<br />

la produzione di plastiche convenzionali. Sul piano della ricerca scientifica<br />

è importante valutare le ripercussioni sul piano ambientale ed<br />

agroecosistemico correlati all’esclusione della fase agricola dovuta<br />

all’attuale importazione delle materie prime.<br />

risulta di primaria importanza lo sviluppo di sperimentazioni volte<br />

all’attivazione di impianti di compostaggio per biopolimeri che permettano<br />

di far partire il mercato del compost di qualità. Va inoltre affrontato lo<br />

studio di tecnologie in grado di utilizzare additivi di origine naturale<br />

(plasticizzanti, impermeabilizzanti, ecc.) nel processo produttivo dei<br />

biopolimeri.<br />

A livello sociale occorre avviare campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica<br />

riguardo ai benefici effetti ambientali derivanti dall’utilizzo dei biopolimeri<br />

ed avviare iniziative di coinvolgimento di “consumatori critici”<br />

nell’acquisto di prodotti in cui viene fatto uso di biopolimeri (es. ortofrutta<br />

biologica) o che sono realizzati con questi materiali (es. stoviglie usa e<br />

getta). E’ necessario, inoltre, avviare delle iniziative di formazione tecnica<br />

per gli operatori di filiera, anche per aumentare il loro grado di<br />

consapevolezza e visibilità dell’intero processo produttivo.<br />

A livello<br />

Politico/Normativo<br />

Strategie attuative filiera fitofarmaci di origine vegetale<br />

è auspicabile l’avvio di politiche volte a disciplinare e promuovere processi<br />

produttivi a basso impatto per l’ambiente, il territorio e la salute dei<br />

consumatori e iniziative per garantire un grado di presenza a livello<br />

regionale di soggetti e competenze per l’avvio di progetti pilota e per la<br />

Il progetto Activa 164


stipula di accordi quadro di filiera. Occorre implementare programmi di<br />

sostituzione dei fitofarmaci di sintesi con quelli di origine vegetale ed<br />

istituire delle procedure preferenziali per la registrazione dei prodotti di<br />

origine vegetale.<br />

A livello Economico è fondamentale puntare sulla messa a punto di fitofarmaci di origine<br />

vegetale in grado di fornire un’alternativa economicamente compatibile con<br />

i fitofarmaci di sintesi e promuovere iniziative per il raggiungimento di<br />

economie di scala, sia a livello agricolo che industriale, per la riduzione del<br />

A livello<br />

Ambientale/Biologico<br />

A livello<br />

Tecnico/Tecnologico<br />

costo finale del prodotto.<br />

occorre definire linee prioritarie di intervento per valorizzare le<br />

caratteristiche agro-ambientali, quali il miglioramento della fertilità dei<br />

suoli mediante la coltivazione di colture da sovescio nell’avvicendamento<br />

delle colture, la biodegradabilità, l’ipotossicità, l’aumento della biodiversità<br />

dell’agro-ecosistema, la mancanza di effetti relativamente all’inquinamento<br />

da CO2. Risulta, inoltre, necessario promuovere iniziative di diffusione dei<br />

fitofarmaci di origine vegetale per colture protette e mediante canali<br />

preferenziali specifici (parchi naturali, aree protette, ecc.), ai fini di una<br />

riduzione significativa dell’impatto ambientale, così come nell’ambito dei<br />

processi tradizionali di fumigazione.<br />

le strategie da attuare si identificano nella definizione di linee prioritarie di<br />

intervento per la valorizzazione delle caratteristiche agro-tecniche, come,<br />

ad esempio, l’accorciamento della rotazione colturale limitando il consueto<br />

aumento di patogeni nel terreno. E’necessario, in ogni caso, puntare alla<br />

messa a punto di tecniche colturali meno impattanti nei vari ambienti di<br />

coltivazione, in relazione all’utilizzo dei fitofarmaci di origine vegetale ed è<br />

fondamentale la conduzione di sperimentazioni per la messa a punto di<br />

ulteriori alternative vegetali.<br />

A livello sociale risultano di primaria importanza azioni rivolte agli operatori della filiera,<br />

nei termini di far conoscere la diminuzione del rischio per coloro che<br />

operano nell’ambito delle filiere collegate ai fitofarmaci sintetici e nei<br />

termini di iniziative di formazione tecnica ai vari livelli della filiera<br />

produttiva. Sono necessarie, inoltre, azioni informative nei confronti dei<br />

consumatori in merito ai benefici derivanti dell’acquisto di prodotti<br />

coltivati con l’utilizzo di fitofarmaci di origine vegetale.<br />

Dall’analisi delle strategie attuabili per ciascuna filiera emerge come le strategie necessarie a<br />

favorire lo sviluppo dei vari settori del non food mostrino una serie di aspetti in comune. Questo<br />

risulta un fattore importante per l’avvio delle azioni e delle iniziative proposte, le quali potrebbero<br />

essere impostate in un’ottica di visione collettiva della problematica dello sviluppo del non food,<br />

per poi differenziarsi in relazione alle peculiarità registrate nelle singole filiere.<br />

Tra questi aspetti possiamo ricordare:<br />

- tavoli di concertazione tra gli operatori della filiera per l’impostazione delle politiche di<br />

medio-lungo periodo, per la stipula di accordi quadro di filiera e per garantire la presenza a livello<br />

regionale di tutti i soggetti essenziali per l’attivazione di progetti pilota;<br />

- aumentare la competitività delle produzioni locali tramite politiche di marchio e<br />

certificazione a garanzia della tracciabilità e della riconoscibilità dei prodotti e a livello agricolo la<br />

valorizzazione e la promozione di iniziative per la diffusione delle produzioni caratteristiche del<br />

territorio regionale che mostrano una serie di caratteristiche agro-ambientali particolarmente<br />

favorevoli;<br />

Il progetto Activa 165


- azioni di informazione e comunicazione nei confronti sia dell’opinione pubblica che verso<br />

gli operatori del settore per mostrare i benefici ambientali e salutistici legati alla loro produzione e<br />

utilizzo.<br />

Il progetto Activa 166


4. Sviluppo delle linee di intervento: orientamento della ricerca, delle iniziative<br />

politico-istituzionali e dei soggetti portatori di interesse<br />

4.1 Uno scenario favorevole: percezione dei cambiamenti climatici e prezzi del petrolio<br />

La prima considerazione riguarda le grandi variabili dello scenario globale destinate ad avere un’influenza<br />

decisiva sullo sviluppo del mercato delle materie prime rinnovabili. In generale, questo scenario risulta<br />

decisamente favorevole allo sviluppo del non food. Ci riferiamo in particolare alla riforma della Politica<br />

Agricola Comunitaria - che col principio del disaccoppiamento per la prima volta consente un confronto<br />

reale della redditività delle produzioni non food con quelle alimentari – alla percezione dei cambiamenti<br />

climatici e all’aumento dei prezzi del petrolio.<br />

Questi ultimi due fenomeni in particolare hanno avuto un’accelerazione impressionante nel 2005. Gli effetti<br />

catastrofici dell’uragano Rita e altri eventi, quali la siccità che ha colpito a fine estate ampie zone<br />

dell’Amazzonia, contribuiscono a una presa di coscienza diffusa del problema. Ultimo segnale è stata la<br />

Conferenza di Nairobi a fine ottobre sull’effetto dei cambiamenti del clima sui laghi, con le testimonianze<br />

delle foto da satellite, comparate negli anni, della velocità di prosciugamento di numerose aree lacustri.<br />

E’ importante sottolineare il carattere difficilmente reversibile dei due trend, almeno nel medio periodo. Un<br />

eventuale andamento incrementale dei due trend, come avvenuto negli ultimi due anni, può modificare molto<br />

più rapidamente del previsto gli orientamenti della politica e dei mercati.<br />

In questa evoluzione di orientamenti l’agricoltura non food – con l’offerta di materie prime “rinnovabili” e<br />

di cicli virtuosi del carbonio – può avere un peso sicuramente crescente. Soprattutto se venissero riconosciute<br />

all’agricoltura sostenibile e ai prodotti industriali derivati dall’agricoltura, le riduzioni in termini di CO2<br />

prodotta e il conseguente “commercio di emissioni” secondo quanto stabilito dal protocollo di Kyoto. Queste<br />

colture di solito richiedono un basso input nella fase agricola e perciò si inseriscono bene in una agricoltura<br />

sostenibile. I prodotti ottenuti, essendo di origine vegetale, sono generalmente apprezzati da una fascia<br />

sempre più larga di consumatori che tende a privilegiare, e a volte anche a pagare di più, prodotti ritenuti<br />

amici dell'ambiente.<br />

Come ha dimostrato l’analisi di scenario precedente, tutte le filiere considerate nel presente progetto, se pur<br />

a diversi livelli di maturità commerciale, presentano buone opportunità di sviluppo.<br />

4.2 Il vincolo dei prezzi di mercato<br />

Ma questo scenario favorevole non implica garanzie di sviluppo per le colture non food della Toscana. Già<br />

oggi nell’attuale sviluppo delle filiere industriali del non food a livello internazionale un fattore determinante<br />

infatti è il prezzo delle materie prime agricole, che i trasformatori tendono ad acquistare laddove risultano<br />

più convenienti. E’ quanto avviene ad esempio nelle filiere dell’agrienergia e dei biopolimeri. E il fattore<br />

prezzo, già acuito dalla competizione delle materie prime agricole con i prodotti di origine petrolchimica,<br />

diventa prevalente quando la materia prima è una commodity derivabile da diverse colture con prestazioni<br />

comparabili: oli per uso energetico, amidi e zuccheri, fibre tecniche. Trattandosi oltretutto di materie prime a<br />

uso non alimentare, la qualità e la tracciabilità non appaiono fattori così stringenti per le politiche agricole<br />

nazionali e comunitarie (classica l’opinione che gli Ogm nel settore non food possano essere più accettabili).<br />

Riguardo alle grandi commodities (cereali, zucchero, ecc.), difficilmente la Toscana riuscirà a risultare<br />

competitiva con Paesi le cui agricolture sono molto ben strutturate, con grandi aziende, disponibilità di<br />

professionalità e servizi (ad es. USA, Canada, ecc.), o con Paesi in via di sviluppo dove la manodopera costa<br />

poco (ad es. India, Cina, ecc.). Potrà invece con buona probabilità competere su altre colture le cui<br />

produzioni sono difficilmente trasportabili da un punto di vista dei costi, per grande volume, basso peso<br />

specifico o comunque altre caratteristiche peculiari che complessivamente consigliano, o meglio impongono,<br />

una prima trasformazione in loco, a volte in grado di conferire un soddisfacente valore aggiunto.<br />

Il progetto Activa 167


4.3 Orientamenti nelle colture e nelle politiche del non food in Toscana<br />

Negli orientamenti delle politiche del non food in Toscana diventano quindi decisivi, più che le variabili<br />

generali di scenario, gli altri fattori condizionanti che abbiamo analizzato al cap.3. In particolare due<br />

condizioni ci sembrano preliminari negli orientamenti colturali dei prossimi anni<br />

- l’esistenza di filiere integrate commercialmente valide o quantomeno la possibilità di attivarle nel<br />

medio periodo. Significa privilegiare settori in cui il comparto toscano, senza soverchi ostacoli tecnici o<br />

economici, sia in grado potenzialmente di esprimere i principali segmenti di filiera – dalla produzione<br />

all’impiego industriale alla ricerca – perché questa è la condizione per attivare accordi e catene di prezzi<br />

remunerativi per l’agricoltura e per innescare circoli dinamici di innovazione. L’obiettivo dovrebbe<br />

essere la creazione di veri e propri “distretti agroindustriali” in Toscana, in grado di concentrare le<br />

principali competenze e fasi del ciclo e di favorire le economie di prossimità<br />

- la possibilità di sviluppare prodotti e processi dalle caratteristiche difficilmente replicabili. In altri<br />

termini, scegliere segmenti di mercato in cui principale barriera all’entrata, più che il prezzo, è la qualità<br />

oppure la localizzazione (legame col territorio, sinergie con altre attività economiche - vedi caso dei<br />

coloranti) o ancora lo sviluppo di coprodotti innovativi. Questa è la sola condizione – a parte le<br />

considerazioni sulle esternalità ambientali positive - per giustificare costi agricoli più elevati rispetto ai<br />

mercati internazionali.<br />

I progetti-pilota regionali sulle specifiche filiere dovrebbero esplorare queste due condizioni, assieme a<br />

un’analisi attenta della catena del valore per l’intera filiera, e favorirne lo sviluppo.<br />

Sulla base di queste condizioni, delle considerazioni analitiche svolte al cap. 3 e delle testimonianze<br />

espresse dai portatori di interesse nei tavoli di filiera, presentiamo un quadro sintetico dei temi di maggior<br />

rilevanza a nostro parere per le politiche istituzionali e di ricerca nei settori non food nei prossimi anni in<br />

Toscana. Ovviamente si tratta di proposte per il breve-medio termine, ossia per produzioni e filiere che<br />

possano offrire risultati concreti nell’arco dei prossimi 3-5 anni.<br />

Trattandosi di orientamenti rivolti innanzitutto al mondo dell’agricoltura, le indicazioni sono impostate<br />

sulla base delle scelte colturali, più che della specifica destinazione finale, dal momento che quasi tutte le<br />

colture considerate in questo studio possono potenzialmente offrire una gamma più o meno ampia di<br />

destinazioni d’uso (e viceversa, per ogni destinazione finale esiste una varietà di materie prime vegetali<br />

potenzialmente concorrenti delle colture toscane).<br />

4.3.a Oleaginose<br />

E’ il comparto senza dubbio più maturo per l’attivazione di filiere integrate commercialmente valide, con<br />

impianti già disponibili sul territorio regionale, e il più rilevante anche in termini quantitativi, a partire dal<br />

settore energetico, in grande effervescenza in quanto direttamente collegato all’aumento dei prezzi del<br />

petrolio. Lo sviluppo delle oleaginose per usi non food in Toscana può coinvolgere – oltre alle tradizionali<br />

colture del girasole (normale e ad alto oleico) e in misura minore del colza – altre Crucifere, in particolare<br />

specie di Brassicacee (es. Brassica carinata), sufficientemente conosciute sotto il profilo agronomico, ma<br />

con settori di sviluppo ancora non esplorati. La promozione di queste specie nell’agricoltura toscana<br />

offrirebbe diversi vantaggi:<br />

- si tratta di piante con olio ad alto contenuto di acido erucico, utilizzabili sia per la produzione energetica<br />

che per lubrificanti<br />

- il sottoprodotto, ossia la farina residua dall’estrazione dell’olio è utilizzabile per la produzione di<br />

concimi ad azione biocida naturale<br />

- sono colture invernali che offrono agli agricoltori un’alternativa alla monosuccessione colza/cereali e<br />

sembrano presentare, rispetto al colza, maggiore rusticità e resistenza ai principali parassiti e funghi<br />

patogeni (sperimentazioni del Centro Avanzi).<br />

Da tener presente che già esistono in Toscana gli attori disponibili al ritiro di queste produzione e già pronti<br />

alla commercializzazione dell’olio e dei panelli residui.<br />

La biomassa residua delle oleaginose potrebbe inoltre trovare impiego o per la produzione di biogas o (nel<br />

caso delle brassicacee) per sovescio per l’apporto di sostanza organica con una blanda azione ammendante<br />

del terreno.<br />

Il progetto Activa 168


Principali filiere ipotizzabili per le oleaginose:<br />

1. biodiesel per trasporti pubblici locali (v. proposta di progetto-pilota regionale), mezzi da diporto in<br />

acque di pregio e riscaldamento di edifici urbani laddove il metano non è presente. La produzione di<br />

diestere si può basare indifferentemente sia su girasole che su colza e brassicacee;<br />

2. olio tal quale per produzione combinata di elettricità/calore e o per autotrazione di mezzi agricoli<br />

(già in fase sperimentale in Germania, Austria e nella province di Padova e Firenze). La sperimentazione<br />

in forma associata di modalità di autoconsumo e di vendita a soggetti esterni sul territorio (grandi utenze<br />

o produttori di energia) dovrebbe avere come finalità prioritaria un’analisi attenta dei costi/benefici e la<br />

certificazione del prodotto. Il vantaggio economico potenziale per gli agricoltori può essere duplice:<br />

saltare la fase industriale del diestere e, nel caso di vendita, acquisire il valore aggiunto di un prodotto<br />

già trasformato (olio anziché granella);<br />

3. biolubrificanti: è in questo settore in particolare che la combinazione di oli di girasole ad alto oleico<br />

con oli di brassicacee (ad alto erucico) permetterebbe di ampliare notevolmente la gamma di impiego dei<br />

lubrificanti vegetali, coinvolgendo in progetti pilota comparti importanti come l’industria tessile,<br />

conciaria, cartaria (settori in cui l’olio da girasole alto oleico ha già dato ottimi risultati), estrattiva (es.<br />

lapidei delle Apuane) e meccanica (per le cui applicazioni l’olio ad alto erucico si mostra<br />

particolarmente idoneo).<br />

Orientamenti di ricerca per le oleaginose<br />

Fase agronomico-produttiva (comune tutte le applicazioni proposte):<br />

mentre la selezione varietale e le tecniche colturali del girasole alto oleico sono ormai sufficientemente<br />

studiate, di notevole interesse per quanto osservato in precedenza sarebbe la sperimentazione in Toscana<br />

di nuove specie ad alto erucico – della famiglia delle Brassicacee – valutandone l’adattabilità<br />

all’ambiente toscano, le tecniche colturali specifiche per le colture da energia, l’efficacia in rotazione con<br />

le colture tradizionali, nonché i costi colturali di specie che molto probabilmente possono offrire<br />

un’alternativa più economica del girasole alla produzione in Toscana di oli a uso energetico.<br />

Oli nel settore dei Biolubrificanti.<br />

- Fase tecnologica ottimizzare la preparazione degli oli, la loro formulazione e soprattutto l’utilizzo<br />

dei pannelli residui di estrazione. Si considera inoltre di grande interesse sul medio-lungo periodo<br />

esplorare nuove tecniche di disoleazione in grado di eliminare l’uso di solventi apolari a elevato rischio,<br />

quali l’esano<br />

- Fase di valutazione ambientale. Trattandosi di un’innovazione ambientale si ritiene di interesse<br />

ampliare le conoscenze di alcune caratteristiche dei formulati a base vegetale (tossicità verso l’uomo e<br />

verso l’ambiente, persistenza, biodegradabilità ecc.) al fine di meglio quantificare i benefit ambientali<br />

potenzialmente conseguibili.<br />

- Fase applicativa: i settori potenzialmente interessati all’innovazione sono numerosi, ed ognuno con<br />

storie, problematiche e prospettive diverse. In particolare: 1) Distretti tessile, cartario e conciario in cui<br />

già sono state svolte alcune esperienze e che necessitano un’ottimizzazione delle tecniche operative e un<br />

ampliamento delle applicazioni potenziali 2) Distretti lapideo ed estrattivo in cui non sono state ancora<br />

svolte esperienze applicative pur rappresentando delle gravi criticità ambientali in Toscana e che<br />

pertanto richiedono la definizione e l’attivazione della filiera produttiva per svolgere le prime<br />

applicazioni industriali sul territorio.<br />

Oli nel settore energetico.<br />

Mentre per quanto riguarda il biodiesel non sembra fondamentale ulteriore ricerca in senso stretto,<br />

bensì il passaggio alla fase applicativa, alcuni aspetti vanno chiariti per l’impiego dell’olio tal quale:<br />

• fase produttiva sviluppo ulteriore delle tecniche low input, compresa la semina su sodo, e<br />

valutazione economica dei costi della filiera dell’olio tal quale per riscaldamento o per<br />

cogenerazione elettricità/calore;<br />

• fase tecnologica e applicativa valutazione delle esigenze di rettifica degli oli vegetali per usi<br />

termici o di miscela olio/gasolio o oli freschi/oli esausti e dei costi di adeguamento di caldaie e<br />

motori e valutazione dell’efficienza energetica comparata rispetto al gasolio;<br />

• fase commerciale che preveda una identificazione precisa del prodotto (olio) in funzione<br />

della specie dal quale è stato ottenuto e del livello di rettifica al quale è stato soggetto<br />

Il progetto Activa 169


(degommaggio, deodorazione, decolorazione, ecc.) in modo da consentire una corretta taratura di<br />

motori e caldaie in funzione delle caratteristiche del carburante/combustibile utilizzabile.<br />

Fitofarmaci e fertilizzanti organici azotati derivati da oleaginose.<br />

La ricerca ha dimostrato che particolari oli emulsionati (in alternativa agli oli bianchi di origine<br />

minerale) e il panello di estrazione residuo di alcune oleaginose hanno attività biocida su alcuni patogeni<br />

delle piante, sia in campo che in fase di post-raccolta. Alcune linee di ricerca (strettamente correlate a<br />

quelle relative ai settori già descritti) potrebbero riguardare:<br />

• Fase agronomica volta all’ottimizzazione della scelta del germoplasma maggiormente<br />

vocato sia per la produzione dell’olio che delle farine e alla valutazione delle caratteristiche<br />

fertilizzanti delle farine disoleate;<br />

• Fase applicativa di valutazione. I prodotti biocidi di origine vegetale andranno valutati<br />

principalmente nel settore orticolo e floricolo toscano: 1) Nel controllo di alcuni patogeni del terreno<br />

(funghi, nematodi, elateridi) utilizzando prevalentemente sovesci freschi e/o secchi ad attività<br />

biocida 2) Nel controllo di alcuni patogeni dell’apparato epigeo delle piante (funghi, insetti)<br />

utilizzando prevalentemente formulati a base di oli vegetali emulsionati contenenti farine ad azione<br />

biocidi;<br />

• Fase ambientale. Pur proponendo di operare esclusivamente con prodotti di origine vegetale<br />

caratterizzati da una generale, bassa tossicità nei confronti dell’uomo si rende necessaria una<br />

valutazione della loro tossicità ambientale al fine di quantificare i benefici potenzialmente<br />

perseguibili.<br />

4.3.b Canapa<br />

Nel caso della canapa – altra coltura che potenzialmente può avere notevole estensione in Toscana e<br />

l’unica specie da fibra attualmente di forte interesse per l’agricoltura di questa regione – la filiera, come è<br />

noto, è ancora incompleta. Le ipotesi di sviluppo della produzione per fibra di qualità per il tessile sono<br />

subordinate agli esiti del progetto triennale <strong>Arsia</strong> in corso e in particolare alla soluzione delle fasi di raccolta<br />

e di macerazione controllata in acqua. Le soluzioni adottate non dovranno solo dimostrare la loro validità sul<br />

piano tecnico, ma anche sul piano dei costi. Riteniamo che le potenzialità strategiche di questa coltura<br />

saranno più chiare a fine 2006, ossia a fine del secondo anno del progetto.<br />

Altre filiere ipotizzabili per la canapa:<br />

• dato il valore agronomico e ambientale di questa pianta, non va comunque sottovalutata la<br />

potenzialità – complementare o alternativa alla produzione di fibra tessile – di una filiera di lavorazione<br />

della fibra tecnica, dato che si aprono prospettive crescenti di penetrazione nei mercati dei pannelli per<br />

edilizia, del tessile per arredamento e dei truciolari leggeri (canapulo). Lo sviluppo in corso di soluzioni<br />

economiche di stigliatura in campo potrebbe consentire la sostenibilità economica anche di una filiera<br />

finalizzata unicamente alla produzione di fibra tecnica e canapulo (come è il caso della canapa coltivata<br />

in Francia);<br />

• un altro settore di impiego di notevole importanza, rimasto ai margini del progetto triennale toscano,<br />

riguarda la costituzione di una filiera sperimentale per la produzione, trasformazione e impiego della<br />

canapa per seme, mercato attualmente egemonizzato dalle produzioni e dalle varietà francesi, che<br />

impongono prezzi di acquisto molto elevati (5-6 euro/kg di seme da riproduzione). Lo sviluppo di questa<br />

filiera aprirebbe le seguenti potenzialità di mercato:<br />

• sviluppo di varietà da seme più idonee ai territori toscani;<br />

• impieghi alimentari per l’uomo o per produzioni zootecniche di pregio;<br />

• cosmesi e erboristeria;<br />

• e come coprodotti di lavorazione: produzione di fibra corta, non macerata, per materiali di<br />

selleria, bioedilizia, compositi termoplastici e imballaggi alimentari.<br />

Orientamenti di ricerca per la canapa<br />

Oltre agli obiettivi della ricerca già in corso, di notevole interesse è lo sviluppo della filiera canapa da<br />

seme, dando priorità ai seguenti temi di ricerca:<br />

Il progetto Activa 170


1. fase agronomico-produttiva Individuazione delle varietà di canapa adatte all’ambiente toscano per la<br />

produzione di seme (anche biologico) per i seguenti specifici impieghi: a) varietà per la produzione di<br />

seme per usi alimentari – b) varietà per l’estrazione di oli essenziali dalla parte apicale dello stelo;<br />

2. fase applicativa valutazione del valore nutrizionale e salutistico dell’olio di canapa sia per<br />

alimentazione umana che per alimentazione in fasi particolari (es. allattamento) di varietà pregiate della<br />

zootecnia toscana<br />

4.3.c Piante tintorie<br />

Un terzo comparto che, pur nelle sue dimensioni colturali limitate, merita a nostro avviso forte sostegno<br />

delle politiche istituzionali è quello delle piante tintorie. Lo sviluppo della domanda di prodotti ‘al naturale’<br />

e la crescente preoccupazione per fenomeni di Dermatiti Allergiche da Contatto (di cui i “coloranti dispersi”<br />

sono stati individuati come principali responsabili) apre interessanti prospettive di mercato in diversi settori.<br />

Nel campo dell’edilizia, delle pelli e del tessile abbigliamento-arredamento lo sviluppo di piccole filiere<br />

integrate - per nicchie di mercati ad alto valore aggiunto - può qualificare determinati territori rurali toscani,<br />

l’artigianato e la piccola industria tessile, legando strettamente queste produzioni all’immagine di qualità<br />

artistica e ambientale della Toscana. I biocoloranti, ottenibili da piante tintorie come il guado, la robbia e la<br />

reseda con un’importante tradizione storica e culturale, possono consentire di sviluppare prodotti e processi<br />

innovativi dalle caratteristiche difficilmente replicabili sia per qualità (in termini estetici e salutistici) che per<br />

la loro localizzazione. Il guado dette impulso tra XIV e XVII secolo ad un grande sviluppo economico e<br />

sociale. Nelle Marche, nell’area appenninica del Montefeltro e nella Valtiberina toscana restano a<br />

testimonianza di questa antica economia e tradizione le macine da guado in pietra, veri e propri reperti di<br />

archeologia industriale recuperati nel territorio di Lamoli e nei suoi dintorni, e preziosi documenti d’archivio<br />

che raccontano di tecniche di coltivazione, di mescole, di unità di misura e di precise regole per la<br />

conduzione dei maceri. All’interno di alcune iniziative progettuali si è consolidata nel tempo una rete di<br />

collaborazioni tra Università, enti locali, agricoltori e PMI. La Comunità Montana della Valtiberina ha<br />

realizzato il progetto di marchio “Pianta Blu” della Valtiberina toscana, che può diventare un primo esempio<br />

di “distretto del colore naturale” con la compresenza di enti pubblici, agricoltori, industrie tessili locali,<br />

scuole di formazione, agriturismi e circuiti culturali associati.<br />

Le realtà che oggi utilizzano coloranti naturali sono per lo più attive nel settore dell’artigianato artistico. Un<br />

serio freno del resto a una produzione industriale di tinture al vegetale è rappresentato dal costo elevato della<br />

materia prima locale (non competitiva neppure con la base vegetale di importazione) e del procedimento di<br />

tintura al vegetale, più lungo e che richiede di essere adattato e perfezionato per essere utilizzabile a livello<br />

industriale.<br />

A livello della produzione della materia prima sussistono ancora alcuni problemi legati alla scarsa<br />

disponibilità di materiale genetico opportunamente selezionato per un alto contenuto in pigmenti, alle scarse<br />

conoscenze relative sia alla fase agronomico-produttiva, che a quella più direttamente connessa con la<br />

lavorazione e prima trasformazione del prodotto. Se questi problemi sono più evidenti nelle specie coloranti<br />

da giallo e da rosso - le quali sono state poco studiate sul territorio regionale - anche per le specie da indaco<br />

si pone l’urgenza di approfondire lo studio delle tecnologie estrattive, sia a livello di laboratorio che di<br />

impianto pilota, per migliorare la resa e la qualità dei pigmenti.<br />

Principali filiere ipotizzabili per le piante tintorie:<br />

1. tessile abbigliamento-arredamento: La tintura con colori vegetali permette la realizzazione di<br />

prodotti di ottima qualità su fibre sia animali che vegetali, impiegando mordenti meno tossici e<br />

inquinanti in sostituzione del cromo e di altri metalli pesanti;<br />

2. pelle – cuoio la tintura vegetale può diventare un complemento essenziale nel progetto ‘vera pelle al<br />

naturale’ già in atto nel distretto conciario di Santa Croce. Particolarmente avvertita l’esigenza per<br />

prodotti a contatto con la pelle, quali calzature e cinturini per orologio;<br />

3. bioedilizia questi prodotti offrono un’alternativa ecologica al problema dei prodotti ausiliari presenti<br />

nelle vernici sintetiche, a partire dai solventi (circa 400 kg di solvente/ton di vernice). Prodotti spesso<br />

tossici e inquinanti, alcuni dei quali riconosciuti cancerogeni dal Ministero della Sanità e molti dei quali<br />

ancora insufficientemente indagati;<br />

4. cosmesi i pigmenti vegetali tal quali e i loro estratti possono trovare impiego nel settore della<br />

cosmesi naturale e nella tintura dei capelli.<br />

Il progetto Activa 171


Orientamenti di ricerca per le piante tintorie<br />

La disponibilità di dati attendibili sulla riduzione del rischio tossico e allergenico connesso all’uso dei<br />

coloranti vegetali, soprattutto in prodotti che entrano a contatto diretto con la pelle (tessile-abbigliamento,<br />

calzature) dovrebbe essere comunicata correttamente al consumatore avviando anche azioni di sostegno e di<br />

indirizzo che possano influenzare in maniera decisiva lo sviluppo di mercato per questa filiera (es. politiche<br />

di marchio e tracciabilità). Indichiamo la seguente priorità di obiettivi:<br />

- fase agronomico- produttiva: individuare le specie coloranti più adatte ai diversi ambienti e le varietà<br />

vegetali in grado di produrre quantità elevate di pigmenti. Riprodurre o moltiplicare il materiale vegetale<br />

per poter fornire gli agricoltori materiale selezionato con un’alta resa in pigmenti, in quantità adeguata<br />

per avviare le coltivazioni su scala locale;<br />

- fase di trasformazione: mettere a punto tecniche di estrazione e formulazione dei pigmenti dalle tre<br />

specie principali (robbia, reseda, guado) in grado di garantire alte rese ed elevati standard qualitativi.<br />

Ottimizzare le operazioni di raccolta e prima lavorazione e la fase impiantistica di estrazione per<br />

abbassare i costi di allestimento e di gestione.<br />

- fase di applicazione avviare un progetto-pilota di filiera volto a verificare la possibilità tecnica, il costo e<br />

i benefici ambientali e salutistici dell’impiego di coloranti vegetali nella tintura naturale di fibre tessili, di<br />

pelle-cuoio e nella bioedilizia. Ciò consentirebbe di verificare da un lato la fattibilità tecnico-applicativa<br />

della tintura con colori vegetali e mordenti atossici a livello industriale, e dall’altro di raccogliere dati per<br />

verificare le proprietà salutistiche dei prodotti ottenuti<br />

- fase di consumo raccolta di dati epidemiologici e valutazione del valore salutistico di prodotti tinti al<br />

naturale.<br />

4.3.d Pioppicoltura a ciclo breve e colture erbacee dedicate da biomassa<br />

I dati economici e ambientali sulle colture energetiche dedicate, presentati dal prof. Bonari del SSSUP al<br />

tavolo di filiera Activa e confermati dai risultati del progetto Bioenergy Farm, presentati a inizio 2005,<br />

hanno suscitato interesse tra le aziende e le associazioni partecipanti. Tra le principali opzioni indicate –<br />

canna, miscanto, Short Rotation Forestry del pioppo (sorgo da fibra e cardo risultano inaccettabili in termini<br />

di redditività) – canna e miscanto risulterebbero le più efficienti in termini di resa e di redditività potenziale,<br />

ma presentano due problemi piuttosto seri: l’invasività e soprattutto l’alto contenuto di silice nelle ceneri. La<br />

pioppicoltura a ciclo breve (2-3 anni), oltre ad essere la più sperimentata tra le colture energetiche dedicate,<br />

ha il vantaggio di una filiera più facilmente attivabile e risulta decisamente migliore in termini di qualità di<br />

biomassa e di prestazioni ambientali. Costituisce una buona protezione per il terreno dai fenomeni erosivi e<br />

un ottimo rifugio per la fauna selvatica e la biomassa inoltre può avere impieghi alternativi, quali produzione<br />

di cellulosa o di truciolati. Quanto alla redditività, se venissero confermati i prezzi ottenuti dalla SRF di<br />

pioppo in alcune regioni del nord (65 euro/ton di s.s.), ipotizzando una produttività media di 16 ton/ha (ma<br />

nella piana pisana con turno biennale si possono raggiungere le 20 ton/ha) e un costo di circa 50 euro/ton, si<br />

può stimare un reddito lordo medio di 230-250 euro/ha. Questa stima non considera gli ulteriori premi<br />

derivanti dalla PAC e dal PSR per le colture energetiche. Restano tuttavia alcuni problemi essenziali per<br />

l’attivazione di una filiera toscana del pioppo SRF: la meccanizzazione della raccolta, di costo ancora troppo<br />

elevato per turnazioni superiori a 1-2 anni, la valutazione dell’impatto paesistico specie nel caso di turnazioni<br />

molto brevi, nonché delle esigenze di interventi fitosanitari.<br />

Principali filiere:<br />

- Biomassa per impianti termici e di cogenerazione calore-elettricità di dimensione medio-piccola<br />

Lo studio del Bionergy Farm ha individuato quattrro aree in Toscana particolarmente vocate alle colture<br />

energetiche dedicate: area della piana Pisana e della Valdera con estensioni nel Livornese, la parte centrooccidentale<br />

del Grossetano, un’area sense-aretina e un comprensorio chiantigiano.<br />

Orientamenti di ricerca per le colture dedicate<br />

Gli obiettivi prioritari in questa fase ci sembrano due;<br />

- valutazione di una serie di aspetti legati al ruolo multifunzionale delle colture da biomassa<br />

(fitodepurazione, frangivento, frangirumore, ricarica delle falde acquifere, creazione habitat per la<br />

selvaggina, mantenimento del paesaggio e della biodiversità), alla riduzione del prelievo idrico ed alla<br />

Il progetto Activa 172


conservazione dei suoli. E’ un obiettivo prioritario per valutare appieno il potenziale agroambientale<br />

delle colture dedicate, erbacee comprese, e rilanciarne l’interesse per le aziende agricole toscane;<br />

- individuazione di un progetto-pilota di filiera energetica integrata in un’area vocata per la<br />

pioppicoltura SRF, con la compresenza di altre fonti di biomassa lignocellulosica, per la verifica di una<br />

serie di problematiche già indicate, dalle tecniche colturali del materiale di propagazione, alla<br />

classificazione qualitativa della biomassa, agli aspetti di meccanizzazione della raccolta.<br />

4.3.e Piante amidacee per biopolimeri<br />

L’emendamento alla legge d’orientamento agricolo del 2006 votato recentemente dal Senato francese sul<br />

divieto di utilizzo di sacchetti in plastica non biodegradabile a partire dal 2010, (che il Parlamento<br />

all’unanimità in prima lettura aveva esteso addirittura a tutti gli imballaggi in plastica) testimonia l’interesse<br />

per il mercato dei biopolimeri in Europa. E’ prevedibile che nei prossimi anni, sulla spinta crescente<br />

dell’opinione pubblica e del legislatore, le stesse attività di ricerca e innovazione nel settore subiranno<br />

un’impennata molto forte, con l’ingresso probabile di nuovi operatori. Già oggi i numerosi tipi di<br />

bioplastiche possono sostituire le plastiche derivate dal petrolio in quasi tutte le applicazioni. Nel giro dei<br />

prossimi anni dovremmo perciò avere sul mercato prodotti innovativi, sempre più economici e affidabili. Col<br />

conseguente sviluppo anche in Toscana di piccole e medie imprese che trasformano le bioplastiche in<br />

prodotti per le diverse applicazioni, realizzando design specifici e nuovi canali distributivi.<br />

E’ importante sottolineare che i biopolimeri rivestono un interesse particolare per un’agricoltura di qualità<br />

non solo dal punto di vista della produzione di materia prima (aspetto ancora da verificare per la Toscana),<br />

ma in quanto possibilità di consumo di prodotti biodegradabili e compostabili (teli per pacciamatura, vasetti<br />

e tutori per piante ecc.). Già questo aspetto merita quindi forte attenzione in Toscana, soprattutto per settori<br />

di rilevante importanza di mercato, ma anche a criticità ambientale, quale la vivaistica.<br />

Tuttavia, malgrado le applicazioni disponibili e le previsioni di sviluppo molto lusinghiere, il mercato dei<br />

biopolimeri stenta ancora a decollare in Italia, Toscana compresa. Elemento chiave per il decollo del<br />

mercato, secondo il parere dei principali trasformatori (Novamont e NatureWorks), è l’avvio di una filiera<br />

del compost di qualità, con l’ingresso a pieno titolo dei biopolimeri. Sembra indispensabile la promozione<br />

del marchio di compostabilità, già presente in molti paesi europei, secondo la norma adottata anche<br />

dall’Italia, EN 13432. Questo potrebbe permettere, tra l’altro, ai distributori dei prodotti certificati di non<br />

pagare le tasse dovute agli imballaggi di plastica, come già avviene in Germania da quest’anno. Solo col<br />

decollo del mercato dei prodotti finali è ipotizzabile la realizzazione anche in Toscana di impianti di<br />

trasformazione e dunque l’avvio di una vera e propria filiera.<br />

Dal punto di vista di produzione di materia prima, oggi in Italia la fonte primaria è amido proveniente da<br />

mais alimentare e reperito sul mercato internazionale. Ma l’amido potrebbe anche essere derivato, se pur con<br />

rese inferiori rispetto al mais (9.1 t/ha), da patata (8.2), frumento tenero (5.5), orzo (5.3) riso o sorgo. Uno<br />

scenario possibile per la ricerca potrebbe perciò valutare l’utilizzo di nuovo germoplasma, evidenziando le<br />

differenze che questo comporterebbe nel ciclo di vita dei prodotti anche in considerazione delle diverse<br />

esigenze colturali<br />

Principali filiere per i biopolimeri<br />

- Prodotti per grande distribuzione (sacchetti, imballaggi, superassorbenti ecc.) con produzione finale<br />

di compost di qualità<br />

- Teli per pacciamatura o solarizzazione, vasetti per piante e altri prodotti di supporto all’agricoltura,<br />

macinati e interrati al termine del loro utilizzo<br />

Orientamenti di ricerca per i biopolimeri<br />

- Sperimentazione di una filiera di produzione di compost di qualità a partire dall’impiego di imballaggi<br />

in bioplastiche. Occorre verificare innanzitutto la disponibilità dei principali soggetti regionali (istituzioni,<br />

Toscana Ricicla, aziende di igiene urbana, grande distribuzione)<br />

- Ricerca e collaudo di nuove applicazioni a partire dalle bioplastiche già presenti sul mercato o prodotte<br />

solo in via sperimentale.<br />

Il progetto Activa 173


4.3.f Colture per bioetanolo<br />

Il bioetanolo, una delle produzioni non food commercialmente più estese a livello mondiale, era rimasto ai<br />

margini della nostra indagine perché non presentava, almeno fino all’inizio del 2005, condizioni sufficienti<br />

di sviluppo per la Toscana data l’assenza di elementi fondamentali della filiera: distillerie di dimensioni<br />

significative, eccedenze agricole che rendessero di qualche interesse il prezzo di acquisto della materia prima<br />

(assai più basso, nel caso di barbabietole e cereali, del prezzo per destinazione alimentare), senza contare il<br />

blocco perdurante dei finanziamenti statali per questo prodotto.<br />

Ma l’interesse per il bioetanolo è cresciuto dal 2005 in seguito a due eventi:<br />

• lo sblocco dei finanziamenti previsti già dalla Finanziaria 2001 per la defiscalizzazione parziale del<br />

bioetanolo (ETBE in particolare), in seguito alla Circolare delle Dogane del 13 luglio scorso e la nuova<br />

dotazione prevista dalla Finanziaria 2005 che eleva tali finanziamenti da 15 a 73 milioni lordi di<br />

euro/anno per i prossimi 3 anni (2005-2007 – entità equivalente alla produzione di circa 1 milione di<br />

ettanidri di alcol l’anno);<br />

• la possibile chiusura nel 2006 dei 2 zuccherifici dell’Italia centrale (Castiglion Fiorentino e Celano),<br />

che interessa in particolar modo la Toscana con la crisi definitiva della produzione bieticola locale.<br />

Si apre l’interrogativo, alla luce di queste nuove condizioni, se il bioetanolo possa rappresentare una filiera<br />

di potenziale interesse anche in Toscana e in Italia centrale, partendo magari dalla riconversione degli<br />

impianti zuccherieri (per la quale Bruxelles prevede un premio di 730 euro/ton se la ristrutturazione verrà<br />

attuata nel 2006-7). Una risposta attendibile richiede una valutazione dettagliata, che esula da questo studio,<br />

delle potenzialità e degli impatti economici (anche a livello di occupazione) e agroambientali di questa filiera<br />

e soprattutto della disponibilità dei soggetti agricoli e industriali a una simile ipotesi. Ma la prima domanda<br />

da porsi è la seguente: esistono colture idonee per gli areali toscani in grado di attivare una filiera locale<br />

“bioetanolo” economicamente sostenibile?. Anche nel caso del bioetanolo infatti il problema principale è la<br />

redditività delle fasi di produzione agricola e di trasformazione.<br />

4.4 Fattori critici di successo per il non food in Toscana<br />

Tutte le azioni proposte richiedono comunque delle azioni di accompagnamento per il loro successo che<br />

rientrano tra i “fattori condizionanti” elencati al capitolo 3. Dal dibattito dei tavoli di filiera sono emerse<br />

parecchie indicazioni, condivise dalla maggioranza dei partecipanti, relative alle principali azioni di<br />

accompagnamento. Queste indicazioni, in parte specifiche e in parte molto simili nei diversi tavoli, si<br />

possono riassumere in una serie di fattori critici di successo per una politica toscana del non food in generale.<br />

I più importanti ci sembrano i seguenti:<br />

1. accordi quadro di filiera (patto per lo sviluppo)<br />

2. posizionamento di mercato<br />

3. politiche di riduzione dei costi di produzione agricola e di prima lavorazione<br />

4. politiche di comunicazione e formazione<br />

5. politiche di certificazione (tracciabilità) e di marchio<br />

6. adeguatezza di aspetti normativi e regolamenti<br />

Accordi quadro di filiera<br />

Questa è probabilmente la condizione fondamentale per uscire da una fase di sperimentazione e progettipilota<br />

e per avviare vere e proprie politiche di mercato del non food. Il problema principale infatti è stato<br />

finora lo scarso rapporto tra industria e agricoltori e di conseguenza una cronica mancanza di condivisione<br />

delle problematiche della filiera, la scarsa partecipazione a tavoli di coordinamento interprofessionali, come<br />

del resto lo scarso livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare tra Agricoltura,<br />

Industria e Ambiente. Anche laddove i vari attori di filiera concordano sulle opportunità offerte dal non food,<br />

gli industriali lamentano una mancanza di garanzie sulla continuità e sulla qualità di forniture di materia<br />

prima agricola, e gli agricoltori lamentano mancanza di sicurezza su prezzi e redditività. Vari attori, pur<br />

sottolineando l’importanza di ‘tavoli forti’ a livello nazionale, hanno indicato il livello regionale come il più<br />

idoneo e più semplice per l’avvio di politiche di filiera. Gli obiettivi di accordi quadro regionali, o anche a<br />

scala più ridotta, sono essenzialmente tre: definizione comune dei prezzi, delle quantità e degli standard<br />

minimi di qualità delle forniture di materia prima vegetale. D’altronde gli agricoltori, ora che hanno un<br />

contributo uguale per tutte le colture, se potessero avere anche un prezzo stabile potrebbero pianificare<br />

Il progetto Activa 174


perfettamente la loro attività e si verrebbe così a formare un plafond costante di conferimento di interesse<br />

anche nel mondo dell’industria.<br />

Posizionamento di mercato<br />

Non è sufficiente individuare le potenzialità di una coltura-filiera senza aver definito un adeguato<br />

posizionamento di mercato dei suoi prodotti. Il problema riguarda un po’ tutti i settori: dalle fibre e tinture<br />

vegetali ai biopolimeri, ai biolubrificanti e ai biocarburanti. C’è il rischio concreto infatti che tutta una filiera<br />

faticosamente costruita possa svanire nel momento in cui l’industria decidesse di approvvigionarsi della<br />

materia prima vegetale sul mercato internazionale al prezzo più basso (come già avviene del resto per<br />

l’amido o per l’olio per diestere), aumentando le esternalità dovute ai costi di trasporto e soprattutto<br />

vanificando l’innovazione sperimentata in agricoltura, esponendosi così alla competizione con i paesi in via<br />

di sviluppo. Nel caso delle fibre e dei colori naturali è opinione prevalente dei diversi attori di filiera che non<br />

sia pensabile una competizione a livello industriale, ma sarebbe più opportuno una produzione orientata a<br />

Piccole Medie Imprese che fanno prodotti diversificati o di nicchia, aiutandole nel processo di innovazione.<br />

Anche nel caso dei lubrificanti sembra preferibile occupare una nicchia di mercato, difficilmente imitabile,<br />

frutto della proficua collaborazione di tutta la filiera. Va chiarito che il concetto di ‘nicchia’ in tutti questi<br />

casi è molto relativo, dato che le dimensioni di queste nicchie – vedi il caso della calzature ‘al naturale’ o<br />

delle 8.000 Pmi del solo comparto pratese – sono di tutto rispetto. Emergono poi ulteriori scelte o possibilità<br />

di differenziazione – nel caso delle tinture e delle fibre – tra filiere-mercati completamente artigianali o<br />

filiere-mercati comunque ampiamente meccanizzate.<br />

A fianco della scelta di posizionamento, è importante individuare anche target e canali di promozione<br />

specifici per prodotti ‘al naturale’ di alta qualità, quali ad esempio il circuito dei Parchi nazionali e regionali,<br />

del turismo e degli agriturismi, che in questo caso implicano un forte legame tra prodotto e territorio, oppure<br />

della moda e soprattutto della scuola, come veicolo di promozione nelle famiglie.<br />

Riduzione dei costi di produzione agricola e di prima lavorazione<br />

Per quanto si individuino prodotti differenziati o di nicchia rispetto ai mercati globali, i prezzi di molte<br />

materie prime non food sono ancora troppo elevati per stimolare un interesse di mercato. Emergono in<br />

particolare 5 campi di azione che si possono perseguire in parallelo:<br />

• miglioramento varietale: molti progressi sono ancora da compiere per quanto riguarda il girasole<br />

alto oleico, la canapa da fibra (varietà dioiche e monoiche), le piante tintorie e ancor più per quanto<br />

riguarda le oleaginose ad alto erucico e le piante per difesa da patogeni;<br />

• sviluppo delle tecniche low input: la diffusione di tali tecniche nell’ambito di adeguate rotazioni<br />

colturali permetterebbe di ridurre l’entità e la frequenza delle lavorazioni del terreno, l’efficienza delle<br />

concimazioni e la riduzione dell’impiego del diserbo chimico;<br />

• sviluppo delle filiere dei co-prodotti. E’ una condizione essenziale per garantire la redditività di<br />

molte colture non food. Esempio classico è la canapa da fibra tessile, che si remunera se si trovano<br />

mercati adeguati anche per la fibra tecnica e per il canapulo. Ma altri esempi sono il panello proteico<br />

residuo dei semi di girasole che può essere utilizzato come mangime in zootecnia, mentre quello delle<br />

brassicacee potrebbe essere utilizzato come fertilizzante ed ammendante per il miglioramento della<br />

fertilità del terreno e della produttività delle colture sfruttando l’azione biocida determinata dai prodotti<br />

di degradazione dei glucosinolati presenti in queste piante; oppure potrebbe essere detossificato e quindi<br />

usato come mangime estraendone quei composti che possono essere usati in medicina per la loro azione<br />

antitumorale. Ci sono aziende che producono l’acido erucico puro per produrre glutammide e altri<br />

prodotti oleochimici utili a produrre ad esempio molte delle pellicole da cucina di uso comune. In<br />

definitiva diversi settori sono in attesa di nuovi formulati vegetali. Per quanto riguarda la SRF, è<br />

interessante l’esperienza del consorzio Athena che dalle sue colture in Umbria, finalizzate tra l’altro<br />

anche al miglioramento delle sorgenti locali di acqua minerale, ricava non solo energia, ma anche<br />

materia prima per truciolari;<br />

3. Riduzione dei costi di trasporto tramite filiere corte E‘ un’altra condizione essenziale soprattutto per<br />

filiere che implicano l’azionamento di grandi volumi di biomassa, in cui tali costi possono<br />

compromettere il guadagno dell’agricoltore. Sia nel caso delle biomasse energetiche, che della canapa e<br />

dei biocarburanti, è emersa con forza l’importanza di individuare raggi di azione tra i campi di<br />

coltivazione e gli stabilimenti di prima lavorazione che non superino secondo i casi i 30-50 km;<br />

Il progetto Activa 175


4. Sistemi più efficienti di prima lavorazione. Particolarmente arretrati sono ancora i sistemi di<br />

raccolta e macerazione della canapa da fibra e i sistemi di estrazione del colore e tintoria dei coloranti<br />

vegetali.<br />

Politiche di comunicazione e formazione<br />

Un altro vincolo allo sviluppo delle filiere non food è al momento la comunicazione ai consumatori. E al<br />

tempo stesso si tratta di prevedere programmi educativi ad hoc nelle scuole. Si tratta di integrare nella<br />

comunicazione gli aspetti di rischio di molte sostanze attualmente in uso senza che il cittadino neppure lo<br />

sappia – vedi l’efficacia mediatica della campagna internazionale del WWF “Svelénati!” – con le opportunità<br />

e i benefici offerti dal non food. La promozione dei prodotti non food sarà insomma tanto più efficace nella<br />

percezione dei consumatori se inserita in un programma di sostituzione di prodotti pericolosi per la salute e<br />

per l’ambiente. Un caso esemplare è la veicolazione di un formulato Biovit in campo conciario nella<br />

produzione brevettata di una ‘pelle anallergica’. La definizione di un simile prodotto da una parte stimola un<br />

programma integrato di ricerca e sviluppo che riguarda la sostituzione non solo dell’olio minerale, ma di<br />

tutte le sostanze sospette utilizzate nella concia, come aldeidi, fenoli e altre sostanze tossiche. Dall’altra,<br />

l’offerta di una ‘pelle anallergica’ è un messaggio di estrema semplicità e chiarezza per il consumatore e<br />

profila un’opportunità reale per gli operatori economici assai più di tanti discorsi sui potenziali benefici<br />

agroambientali dei biolubrificanti, i gas serra eccetera.<br />

Il presupposto per l’efficacia di simili programmi e campagne finalizzate alla sostituzione di prodotti<br />

pericolosi è di considerare il processo di produzione nella sua globalità e di comparare correttamente l’intero<br />

ciclo di vita dei prodotti attualmente sul mercato con i loro omologhi di origine vegetale. Asserzioni senza<br />

fondamento o peggio mistificazioni potrebbero compromettere lo sviluppo di un’intera filiera.<br />

Politiche di marchio e certificazione<br />

L’attenzione ai cicli di vita dei prodotti è ancora più importante se si intendono promuovere marchi e<br />

politiche di certificazione. Queste ultime sono necessarie a fornire garanzie a tutti gli operatori della filiera e<br />

completano il quadro della comunicazione rivolta al consumatore, il quale, in questa maniera sarà<br />

consapevole del plusvalore che va acquistando. Sul tipo di certificazione da promuovere – oppure di<br />

autocertificazione - il dibattito ha registrato opinioni differenziate. Ma non c’è dubbio sulla necessità di<br />

garantire in qualche modo la tracciabilità di un prodotto il cui valore aggiunto è strettamente legato a un<br />

territorio e alla qualità dei materiali e dei processi impiegati. Secondo alcuni operatori presenti ai tavoli delle<br />

fibre e dei coloranti, il consumatore del resto è disposto a pagare il 20% in più per un prodotto che presenta<br />

certificazione ambientale e anche etica. A questo proposito la Regione Toscana, oltre ad aver aderito alla<br />

certificazione EMAS 2, ISO 14000 e Ecolabel, mette a disposizione delle risorse che consentono alle<br />

imprese di coprire il 50% dei costi della Certificazione etica e ambientale SA 8000. Icea inoltre ha definito i<br />

disciplinari per un prodotto tessile biologico. Ma nel caso delle filiere integrate qui proposte è altrettanto<br />

fondamentale garantire l’origine geografica dei prodotti, senza tuttavia creare eccessive confusioni per il<br />

consumatore e appesantimenti burocratici per gli operatori. La proposta più convincente è di puntare a<br />

marchi di rapida comprensione sul modello del “Pura lana vergine”. Proporre ad esempio un marchio “<br />

canapa italiana” (o “pura canapa italiana”) che garantisca che il capo acquistato è integralmente fatto di<br />

canapa prodotta, tessuta e confezionata in Italia e magari tinta con coloranti naturali.<br />

All’università il compito di definire le linee guida per un sistema di certificazione o di autocertificazione.<br />

Adeguamento degli aspetti normativi e dei regolamenti<br />

In alcuni casi – canapa, fitofarmaci vegetali, olio vegetale tal quale per usi energetici - questo fattore<br />

assume rilevanza decisiva per il decollo stesso delle filiere. Il decollo del mercato dei prodotti fitoiatrici di<br />

origine vegetale è ad esempio improponibile senza il perfezionamento dell’iter legislativo europeo per una<br />

registrazione semplificata o dei nuovi criteri di classificazione allo studio del governo italiano.<br />

Così pure la legislazione vigente in Italia espone tuttora i coltivatori di canapa da fibra, pur consentendone<br />

la produzione, alla spada di Damocle delle ispezioni e delle interpretazioni fuorvianti sul superamento della<br />

dose minima consentita. In questo caso - dato che non c’è da attendersi a breve miglioramenti legislativi – si<br />

tratta di garantire ai coltivatori toscani le migliori condizioni di convivenza con l’attuale sistema di norme.<br />

Due proposte avanzate dai tavoli sulle fibre vegetali andrebbero in particolare sostenute:<br />

• l’istituzione a livello regionale di un servizio di assistenza legale gratuita per tutti coltivatori di canapa<br />

autorizzati in Toscana;<br />

Il progetto Activa 176


• corsi di formazione adeguata per le forze dell’ordine, in modo da favorire la collaborazione e la<br />

prevenzione tra queste e i canapicoltori autorizzati.<br />

Ma anche in altri settori, lo sviluppo delle filiere esige adeguamenti di norme e regolamenti in diverse fasi<br />

della filiera. Nel caso del biodiesel (o anche dell’olio tal quale) per autonconsumo va verificata la possibilità<br />

che i biocarburanti siano equiparati al gasolio agricolo.<br />

Nel caso delle biomasse i problemi si pongono a diversi livelli:<br />

• in generale la politica nazionale di incentivi per le fonti alternative di energia pone sullo stesso piano le<br />

energie rinnovabili e le cosiddette “assimilate”, distraendo così parecchi fondi per fonti che rinnovabili<br />

non sono, quali la cogenerazione a metano;<br />

• in particolare, nel campo delle biomasse, vengono equiparate fonti derivate da materia prima agricola o<br />

forestale e combustibili derivati da rifiuti, come pure si confondono impianti alimentati a biomassa e<br />

termovalorizzatori di Rsu;<br />

• resta infine il problema della gestione delle ceneri, che potrebbero essere reimpiegate utilmente sui<br />

suoli agricoli.<br />

Problema analogo alle ceneri da biomasse agroforestali si potrebbe porre per i reflui da macerazione della<br />

canapa, dato che sembra mancare una regolamentazione ad hoc che consenta il loro reimpiego nella<br />

fertilizzazione dei suoli agricoli. E più in generale il problema di una legislazione carente o contraddittoria<br />

si pone per le fasi finali di quasi tutte le filiere indagate, dato che il legislatore non aveva preso finora in<br />

seria considerazione le caratteristiche di biodegradabilità e chiusura del ciclo agricolo dei prodotti alternativi<br />

proposti: le bioplastiche vanno assimilate alle plastiche e quindi smaltite secondo le regole vigenti? ? I<br />

biolubrificanti una volta esausti ai fini della rigenerazione saranno assimilati agli oli esausti o ai lubrificanti<br />

di origine fossile?<br />

Diventa quindi essenziale accompagnare le politiche di promozione delle filiere non food individuando<br />

volta per volta proposte specifiche di adeguamento normativo o almeno soluzioni tampone che tutelino al<br />

meglio gli agricoltori e gli altri attori della filiera.<br />

Il progetto Activa 177


Allegato A – <strong>Report</strong> dei tavoli di filiera<br />

Indice Allegato A<br />

a.1 Biocombustibili pag. 1<br />

a.2 Biolubrificanti pag. 6<br />

a.3 Biomasse da Colture Dedicate pag. 10<br />

a.4 Biopolimeri pag. 13<br />

a.5 Coloranti Naturali pag. 17<br />

a.6 Colture da Fibra pag. 28<br />

a.7 Fitofarmaci Vegetali pag. 32<br />

REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA SUI BIOLUBRIFICANTI<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Firenze- 8 novembre 2004<br />

L’incontro si poneva come obiettivo l’identificazione dei vincoli che impediscono l’avvio, a livello significativo,<br />

della filiera dei biocarburanti (bioetanolo e biodiesel). Di conseguenza alla riunione sono stati invitati i diversi<br />

“attori” della filiera biocarburanti: produttori agricoli, trasformatori primari (dai semi oleosi all’olio vegetale),<br />

trasformatori secondari (dall’olio ad diestere), utilizzatori primari (industria petrolifera) e secondari 1 , istituzioni<br />

pubbliche, esperti del settore, ecc.<br />

All’incontro, svoltosi nei locali dell’ARSIA, hanno preso parte la maggior parte dei soggetti di cui sopra ad<br />

eccezione dell’industria di trasformazione secondaria e degli utilizzatori primari (industria petrolifera).<br />

Nonostante l’assenza di queste due importanti figure della filiera, dal tavolo è scaturito un interessante e<br />

costruttivo confronto di opinioni.<br />

Dopo una concisa presentazione delle caratteristiche intrinseche del bioetanolo e del biodiesel da parte di<br />

Chiaramonte e Mazzoncini, si sono susseguiti una serie di interventi, come quello di Donnhauser, che hanno<br />

confermato l’opportunità di sviluppare questa filiera evidenziandone le positive ricadute a livello ambientale<br />

(anche in relazione alla recente adesione della Russia al protocollo di Kyoto) ma anche agricolo, soprattutto per<br />

una Regione come la Toscana che ha fatto della tutela dell’ambiente e del territorio i principi fondamentali della<br />

propria politica di sviluppo 2 . Dalle considerazioni di Donnhauser è emersa però anche la necessità di gestire in<br />

1 nel caso dei biocarburanti, non essendo commercializzati tal quali ma in miscela con carburanti di origine fossile si possono<br />

distinguere gli utilizzatori primari del biodiesel o del bioetanolo puro che operano la miscelazione con gasolio e benzina e<br />

mettono in rete il prodotto commerciale, dagli utilizzatori secondari che acquistano la miscela per autotrazione,<br />

riscaldamento, ecc.<br />

2 Sono stati riconosciuti come punti di forza della filiera dei biocarburanti: la rinnovabilità della risorsa energetica; l’impatto<br />

positivo sull’ambiente e la salute umana, in termini di bilancio del C, bilancio energetico, biodegradabilità del diestere,<br />

miglioramento della qualità delle emissioni dei motori alimentati con miscele contenenti dal 5 al 30% di biodiesel; la<br />

semplicità della tecnologia necessaria nelle diverse fasi della filiera; produzione di sottoprodotti di interesse crescente<br />

(proteine vegetali da semi oleosi); pronta introduzione in commercio (sia nel settore dell’autotrazione in miscela con gasolio<br />

di origine fossile senza variazioni sostanziali delle prestazioni motoristiche, sia nel settore del riscaldamento, grazie anche<br />

Il progetto Activa 178


Allegato A<br />

maniera ambientalmente ed agronomicamente corretta lo sviluppo di questa filiera che, se ben organizzata<br />

potrebbe portare alla creazione di vere e proprie aziende agricole destinate alla produzione di energia.<br />

Anche secondo gli interventi dei rappresentanti degli operatori della prima fase della filiera, quella agricola<br />

(Failoni, Cami, Donnini), la diffusione delle colture oleaginose destinate alla produzione di biodiesel è vista<br />

sicuramente come una concreta possibilità di diversificazione delle produzioni agricole, di un loro stabile sbocco<br />

sul mercato e di conservazione, nelle aziende toscane, di colture come il girasole, particolarmente indicate per la<br />

produzione di olio da transesterificazione e capaci come poche altre (colza) di valorizzare i difficili terreni della<br />

Regione. Tali considerazioni risultano rafforzate anche dal recente cambiamento della Politica Agricola<br />

Comunitaria (disaccoppiamento totale delle colture COLP, ecc.).<br />

Lo sviluppo della fase agricola della filiera troverebbe però dei limiti nello scarso rapporto tra industria e<br />

agricoltori (Donnini) che si concretizza in una cronica mancanza di condivisione delle problematiche della filiera<br />

e nella scarsa partecipazione a tavoli di coordinamento interprofessionali. Di conseguenza, negli anni, si è<br />

assistito al progressivo abbandono a livello nazionale delle colture “no-food” coltivate su set-aside (da circa<br />

62.500 ha nel 1994 a circa 4.000 nel 2004) e quindi alla riduzione dell’offerta di prodotto nazionale.<br />

La mancanza di produzioni reperibili sul territorio nazionale e quindi gravate di minori costi di trasporto, viene<br />

spesso richiamata dal mondo dall’industria di trasformazione primaria e secondaria come un limite allo sviluppo<br />

della filiera. Evidentemente ci troviamo di fronte ad un circolo vizioso che rappresenta uno dei maggiori vincoli<br />

allo sviluppo della filiera a livello nazionale: non si produce a sufficienza a livello nazionale perché il prezzo<br />

pagato dall’industria non risulta soddisfacente e quindi non si attiva neppure la domanda interna perché<br />

l’industria trova più convenite rivolgersi al mercato mondiale. Il prezzo al quale l’industria di trasformazione<br />

secondaria è disposta ad acquistare olio di colza o di girasole per destinarlo alla transesterificazione è infatti pari<br />

a quello di riferimento mondiale sul mercato di Rotterdam ed attualmente corrispondente a circa 550-580 /t; un<br />

prezzo che sembrerebbe lasciare pochi spazi agli utili dei produttori e dei trasformatori primari; di fatto quindi la<br />

filiera dei biocarburanti (relativamente al biodiesel), si basa attualmente sull’acquisto di consistenti partite di olio<br />

dall’estero.<br />

L’opinione dell’industria primaria, è stata riportata da Borgioli, contitolare di una industria di triturazione dei<br />

semi oleosi in provincia di Firenze, che ha sottolineato i problemi economici della filiera, con particolare<br />

riferimento alla difficoltà di comparare i prezzi nazionali dell’olio di colza o di girasole con quelli internazionali<br />

(quasi sempre più competitivi), ma, soprattutto alla difficoltà di ottenere a ciascun livello della filiera utili<br />

adeguati tenendo conto che il prezzo del prodotto finale (biodiesel) è definito a priori sulla base del prezzo del<br />

gasolio di origine fossile per autotrazione al lordo delle accise.<br />

Per questi motivi Borgioli ha proposto di puntare allo sviluppo della filiera dei biocarburanti attraverso<br />

l’utilizzazione diretta degli oli estratti dai semi delle colture oleaginose (girasole in particolare vista la<br />

vocazionaltà del territorio toscano e la propensione degli agricoltori verso questa coltura) da destinare alla<br />

produzione di energia elettrica attraverso la combustione in caldaia, svincolandosi così dal mercato<br />

dell’autotrazione all’interno del quale il biodiesel risulterebbe fortemente penalizzato a causa del prezzo ancora<br />

relativamente “basso” del gasolio fossile e della necessità di transesterificare l’olio vegetale da cui trae origine.<br />

A proposito di quest’ultimo aspetto, Mazzoncini ha sottolineato che volendo utilizzare gli oli vegetali come<br />

carburanti per i moderni motori diesel è necessario procedere alla loro transesterificazione al fine di ridurne<br />

densità e viscosità; una volta ottenuto il diestere questo potrebbe trovare utilizzazione diretta in caldaie<br />

appositamente tarate oppure essere miscelato al gasolio in misura del 5% per impieghi motoristici<br />

particolarmente gravosi (impiego prevalentemente urbano) e fino al 30% per trasferimenti fuori città.<br />

L’applicazione del biodiesel puro nei motori diesel veloci non sembra al momento attuabile sia per i maggiori<br />

rischi di corrosione di alcune componenti del sistema di distribuzione sia per la mancanza di garanzia sul motore<br />

offerta dalle case automobilistiche in caso di utilizzazione del biodiesel puro. Se si intende sviluppare la filiera<br />

del biodiesel per autotrazione su basi concrete è necessario quindi puntare alla produzione di carburanti che<br />

offrano assoluta garanzia nei confronti del funzionamento e della manutenzione dei motori diesel, ciò al fine di<br />

avvicinare in modo duraturo i consumatori a questo tipo di prodotto del quale dovrebbero percepire tutti i<br />

benefici ambientali senza nutrire alcun sospetto sulla sua effettiva funzionalità.<br />

Dalla discussione sono quindi emerse due linee di pensiero diverse in merito al possibile modello di sviluppo<br />

della filiera dei biocarburanti:<br />

linea 1: transesterificazione dell’olio estratto da semi oleosi e sua utilizzazione nel settore dell’autotrazione e del<br />

riscaldamento;<br />

linea 2: utilizzazione diretta dell’olio estratto da semi oleosi per la produzione di calore ed energia elettrica.<br />

La linea 2 è senza dubbio interessante perché consente di raccorciare la filiera escludendo due soggetti come<br />

l’industria di transesterificazione e quella petrolifera (che attualmente detiene il monopolio della distribuzione)<br />

in grado, con le loro scelte, di influenzare pesantemente lo sviluppo della filiera stessa. Di contro l’utilizzazione<br />

dell’olio vegetale come fonte energetica destinata alla produzione di calore e/o elettricità deve essere ancora<br />

attentamente valutata dal punto di vista dei rendimenti e della tecnologia specifica che comunque è legittimo<br />

immaginare relativamente semplice. Inoltre questa utilizzazione potrebbe risultare più sporadica rispetto a quella<br />

alla già esistente certificazione del prodotto “biodiesel”).<br />

Il progetto Activa 179


Allegato A<br />

della linea 1, e quindi vanificare, almeno in parte, i vantaggi ambientali del biodiesel utilizzato nelle grandi<br />

metropoli sia nel settore dell’autotrazione che del riscaldamento.<br />

Nel caso della linea 1, invece, la filiera è già ben definita come pure i vantaggi ambientali e agricoli ma molte<br />

perplessità persistono sotto l’aspetto economico. Proseguire nella linea di sviluppo n° 1 significa quindi cercare<br />

soluzioni alle problematiche economiche che rappresentano il principale “collo di bottiglia” della filiera stessa.<br />

Non vi è dubbio, infatti che:<br />

(i) il biodisel, privo di accisa (pari a circa 0,458 /kg al dicembre 2004) risulti più costoso del gasolio<br />

di origine fossile del 60% e del 30% se gravato di accisa;<br />

(ii) attualmente la filiera del biodiesel è rappresentata prevalentemente dall’industria secondaria e da<br />

quella petrolifera visto che il prezzo offerto dalla prima ai produttori agricoli è ritenuto da loro<br />

insufficiente a ripagare i costi di produzione o comunque a rendere la coltura da biodiesel<br />

economicamente interessante 3 come testimoniano le ridottissime superfici investite attualmente a<br />

colture no-food.<br />

Il superamento delle barriere di tipo “economico” è stato proposto a livello nazionale (come avviene anche negli<br />

altri Paesi della Comunità) attraverso la concessione di una esenzione di imposta per un quantitativo di biodiesel<br />

pari, attualmente a 300.000 t di biodiesel (corrispondente ad un mancato gettito per l’erario di oltre 106 milioni<br />

di euro).<br />

Dall’analisi della situazione nazionale emerge quindi che a fronte di uno “stanziamento potenziale” da parte del<br />

Governo di circa 137 milioni di euro (per 300.000 t di biodiesel defiscalizzato), la filiera dei biocarburanti risulta<br />

attivata, per circa 280.000 t/anno, soltanto nelle due sue fasi finali: la transesterificazione, la successiva<br />

miscelazione al 5% con gasolio ed infine l’immissione nella rete di distribuzione ad un prezzo identico a quello<br />

del gasolio di origine fossile. Ne deriva che, potenzialmente, con una disponibilità di 300.000 t di biodisel puro<br />

defiscalizzato possono essere immessi sul mercato 6.000.000 t di gasolio miscelato con biodiesel 4 .<br />

Evidentemente l’attuale meccanismo, che prevede tra l’altro l’importazione di buona parte del fabbisogno di olio<br />

vegetale, tende a penalizzare la prima fase della filiera, quella agricola, che di fatto risulta esclusa dalla filiera<br />

perché, secondo l’industria di trasformazione, incapace di fornire un prodotto nazionale a prezzi simili a quelli<br />

internazionali in maniera costante nel tempo.<br />

Escludendo la fase agricola però la filiera non può esprimere al meglio le proprie potenzialità in termini di<br />

riduzione dell’impatto ambientale (il trasporto dei semi oleosi, o dell’olio da essi estratto, dall’estero verso<br />

l’Italia, ha un costo energetico ed un impatto ambientale superiore a quello richiesto per trasferire a livello<br />

nazionale i semi oleosi dalle nostre aziende agricole ai centri di stoccaggio, triturazione e transesterificazione) e<br />

in termini di benefici per gli agroecosistemi (differenziazione delle colture agrarie, conservazione e protezione<br />

del territorio agricolo, ecc.).<br />

Il superamento delle barriere economiche di cui sopra dovrebbe quindi passare attraverso l’incremento della<br />

redditività della fase agricola ed una maggiore condivisione delle problematiche della filiera da parte di tutti gli<br />

attori; a tale scopo si potrebbe operare secondo le seguenti direzioni:<br />

(i) ridurre i costi di produzione agricola e di trasporto;<br />

(ii) incrementare la PLV delle colture oleaginose a destinazione non alimentare;<br />

(iii) istituire tavoli di concertazione interprofessionali permanenti.<br />

La riduzione dei costi potrebbe essere ottenuta attraverso la diffusione delle tecniche low-input nell’ambito di<br />

adeguate rotazioni colturali (che tendano a ridurre l’entità e la frequenza delle lavorazioni del terreno,<br />

l’efficienza delle concimazioni e la riduzione dell’impiego del diserbo chimico).<br />

Per quanto riguarda l’incremento della PLV, oltre all’utilizzazione dell’incentivo comunitario per la coltivazione<br />

di specie da energia 5 si potrebbe ipotizzare una migliore valorizzazione dei sottoprodotti (inclusi anche i<br />

glucosinolati nel caso delle brassicacee) e, soprattutto, di rivedere la distribuzione del margine di utile che si<br />

genera dalla vendita del gasolio miscelato al biodiesel allo stesso prezzo del gasolio di origine fossile 6 ;<br />

verosimilmente, allo stato attuale, questo surplus potrebbe ridistribuirsi tra l’industria di trasformazione<br />

secondaria e gli utilizzatori primari (industria petrolifera). Con una più equa distribuzione, considerando che<br />

anche soltanto 1/3 del maggiore reddito ottenuto dalla vendita della miscela gasolio-biodiesel tornasse agli<br />

agricoltori (che dovrebbero aver prodotto circa 740.000 t di semi per consentire all’industria di produrre 300.000<br />

t di biodiesel) si potrebbe incrementare di circa 0,054 la redditività di ogni kg di seme.<br />

3<br />

Gli accordi interprofessionali recentemente conclusi a livello nazionale per il girasole no-food oscillavano tra i 170/180 /t<br />

.<br />

4<br />

Considerando che attualmente in Italia si consumano circa 22 milioni di t di gasolio e che questi potrebbero essere tutti<br />

addizionati con biodiesel al 5% si renderebbero necessari 1.100.000 t di biodiesel pari ad un investimento di circa 1.2 milioni<br />

di ettari coltivati a oleaginose (valore mai raggiunto) !!<br />

5<br />

a livello comunitario, la nuova riforma della PAC offre un premio di 45 /ha (fino ad un massimo di 1.5 milioni di ettari<br />

coltivati nella UE) per la coltivazione di specie destinate alla produzione di energia.<br />

6<br />

la differenza tra la vendita di 6.000.000 di gasolio “normale” fiscalizzato (questo è il quantitativo che deriva dalla<br />

miscelazione al 5% di 300.000 t di biodiesel defiscalizzato con 5.700.000 t di gasolio fossile) e lo stesso quantitativo<br />

miscelato al 5% con biodiesel potrebbe risultare pari a circa 46.000.000 di euro.<br />

Il progetto Activa 180


Allegato A<br />

Gran parte delle ipotesi sopra formulate si basano però su stime dei costi di produzione della granella di girasole<br />

(tabella 1), dell’estrazione dell’olio e della transesterificazione (tabella 2) che dovranno essere verificate a breve<br />

con i vari attori della filiera.<br />

Tabella 1 – Costi colturali del girasole (pianura).<br />

Costi lavoraz. meccaniche (FRIMAT -25%)<br />

Affossatura<br />

Aratura a 25 cm<br />

Erpicatura a dischi 1°<br />

Erpicatura rotativa 1°<br />

Concim.pres.solida<br />

Semina<br />

Diserbo<br />

Mietitrebbiatura<br />

Totale lavoraz. mccaniche (/ha)<br />

Costi mezzi tecnici<br />

fertilizzanti<br />

sementi<br />

diserbanti<br />

Totale mezzi tecnici (/ha)<br />

TOTALE COSTI VARIABILI (/ha)<br />

premio produzioni energetiche<br />

TOT. COSTI VAR. (/ha)<br />

RESA (Kg/ha)<br />

COSTO PROD. /kg<br />

Tabella 2 – Costi di produzione del biodiesel.<br />

prezzi rilevati a fine dicembre 2004 da fatture Tamoil<br />

costo granella oleaginosa<br />

olio estraibile *<br />

costo granella per produrre 1 kg/l di olio<br />

costo trasp., stocc., tritur.-estrazione, rettifica<br />

valorizzazione farine<br />

Costo olio (*)<br />

costo esterificazione<br />

valorizzazione glicerina<br />

Costo del prodotto defiscalizzato al pompista<br />

oneri fiscali<br />

Costo del prodotto fiscalizzato al pompista<br />

differenza: Biodiesel defiscalizzato - Gasolio<br />

IVA<br />

ricarico pompista<br />

Costo gasolio fiscalizzato al consumatore<br />

Costo biodiesel defiscalizzato al consumatore<br />

differenza: Biodiesel defiscalizzato - Gasolio<br />

* 2.38 kg di seme per 1 kg di olio = 2.38 t seme per t olio<br />

11<br />

107<br />

44<br />

53<br />

20<br />

38<br />

35<br />

90<br />

398<br />

108<br />

30<br />

22<br />

160<br />

558<br />

45<br />

513<br />

BIODIESEL<br />

0,205<br />

0,420<br />

0,489<br />

0,193<br />

0,180<br />

0,501<br />

0,315<br />

0,037<br />

0,779<br />

0,458<br />

1,237<br />

-0,163<br />

0,156<br />

0,040<br />

0,975<br />

-0,195<br />

2500<br />

0,205<br />

EURO/kg<br />

GASOLIO<br />

0,484<br />

0,458<br />

0,942<br />

0,188<br />

0,040<br />

1,170<br />

64<br />

40<br />

5<br />

100<br />

BIODIESEL<br />

0,430<br />

0,169<br />

0,158<br />

0,441<br />

0,277<br />

0,033<br />

0,686<br />

0,403<br />

1,089<br />

-0,143<br />

0,137<br />

0,035<br />

0,858<br />

-0,172<br />

EURO/litro<br />

GASOLIO<br />

Ritornando alle due linee di sviluppo della filiera biocarburanti che si sono evidenziate nel corso dell’incontro e<br />

premesso che esse non si escludono l’una con l’altra ma anzi potrebbero integrarsi proficuamente al fine di<br />

mantenere stabile l’attività della filiera al variare delle condizioni al contorno (mercato, normative nazionali e<br />

comunitarie, ecc.), rimane da definire le strategie da adottare per consentire il loro sviluppo concreto.<br />

Nel caso della linea proposta da Borgioli, lo sviluppo della filiera dovrebbe concretizzarsi attraverso l’avvio di<br />

uno studio preliminare specifico 7 al quale, successivamente, far seguire adeguate azioni dimostrative.<br />

7 Lo studio, a carattere interdisciplinare, dovrebbe fornire tutte le informazioni utili a definire le tecnologie più appropriate<br />

Il progetto Activa 181<br />

0,88<br />

0,426<br />

0,403<br />

0,829<br />

0,166<br />

0,035<br />

1,030<br />

0,61<br />

0,31


Allegato A<br />

D’altro canto, per cercare di contribuire all’affermazione della filiera dei biocarburanti nella sua forma più<br />

“classica” (impiego del biodiesel per autotrazione e riscaldamento urbano) occorre dare una risposta concreta<br />

alle problematiche precedentemente esposte cercando dapprima di istituire un tavolo di concertazione a livello<br />

regionale composto dai principali attori della filiera animati dalla volontà di trovare soluzioni durature almeno a<br />

livello regionale.<br />

Operare a livello locale potrebbe infatti rendere più semplice il raggiungimento degli inevitabili compromessi tre<br />

le parti e, soprattutto, valorizzare alcune caratteristiche peculiari della nostra Regione come la presenza di ampie<br />

superfici vocate alla produzione di colture oleaginose (Toscana litoranea e centro-meridionale), l’esperienza<br />

maturata nel settore da moltissimi agricoltori, la volontà di voler continuare a mantenere negli avvicendamenti<br />

colturali specie come il girasole o la colza, la presenza di collaudati e efficienti reti di raccolta e stoccaggio dei<br />

prodotti (in provincia di Pisa, Livorno, Siena, Arezzo, ecc.), la presenza di significative industrie di<br />

trasformazione primaria (in provincia di Firenze) e secondaria (in provincia di Livorno) e l’esistenza di un polo<br />

petrolifero di notevoli dimensioni nella zona portuale di Livorno. Tali caratteristiche potrebbero consentire<br />

l’esercizio delle attività della filiera in un’area limitata (teoricamente, assimilandola ad un cerchio, il raggio non<br />

dovrebbe superare i 100-150 km), ciò consentirebbe di ridurre gli inevitabili costi di trasporto.<br />

In questo conteso, la presenza al tavolo di coordinamento di rappresentanti qualificati dei consumatori primari e<br />

secondari dovrebbe consentire di definire le quantità commercializzabili annualmente 8 , su questa base, produttori<br />

e trasformatori dovrebbero impegnarsi a fornire le quantità di biocarburanti stabilite individuando il prezzo di<br />

vendita in maniera da rendere vantaggiosa per tutti la partecipazione alle attività della filiera; non si dovrebbe<br />

escludere anche un intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei benefici ambientali prodotti<br />

dall’attivazione della filiera.<br />

per l’impiego degli oli vegetali tal quali nella produzione di energia elettrica e calore e valutare la convenienza economica ed<br />

energetica dell’intero processo.<br />

8 Al fine di rendere la domanda di biocarburanti più ampia possibile, tra i prodotti commercializzabili si dovrebbero<br />

annoverare, oltre al biodiesel per autotrazione anche quello per riscaldamento e per usi speciali.<br />

Il progetto Activa 182


REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA SUI BIOLUBRIFICANTI<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Lucca - 05 novembre 2004<br />

Allegato A<br />

1.Categorie merceologiche e piante oleaginose.<br />

I biolubrificanti coprono attualmente solo circa il 2% delle oltre 5 milioni di tonnellate di lubrificanti minerali<br />

e/o di sintesi consumate annualmente in Europa, anche se potrebbero essere utilizzati già oggi in molte<br />

applicazioni industriali come alternativa ecocompatibile ai lubrificanti derivati dal petrolio, generalmente senza<br />

richiedere alcuna modifica di processo o di impianto.<br />

In particolare:<br />

a. Nell’industria tessile, in fase di cardatura della lana per produrre il filato, si utilizzano oli minerali<br />

emulsionati in acqua. Soprattutto nei reparti di preparazione meno aggiornati dove la mista viene fatta<br />

ricadere dall'alto direttamente nei locali di lavoro (e non nei box), attraverso i cicloni; tali oli rimangono<br />

in sospensione nell’aria e determinano un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie<br />

dell’ambiente di lavoro che può comportare gravi problemi per gli operatori. Successivamente, in fase<br />

di finissaggio del tessuto, gli oli vengono quasi integralmente lavati e vengono così dispersi nelle acque<br />

superficiali insieme ai tensioattivi (in genere del tipo nonilfenoli e nonilfenoli etossilati) necessari per<br />

“lavarli” dalla lana. Necessitano di formulati che abbiano spiccate proprietà ingrassanti dei materiali<br />

oltre ad essere atossici e facilmente lavabili. Gli oli di origine vegetale, ed in particolare quelli ad alto<br />

contenuto di acido oleico, sono particolarmente adatti a questo tipo di utilizzo e si propongono come<br />

alternative a basso impatto ambientale.<br />

b. Nell’industria conciaria, si utilizzano oli sia nella fase di concia che in quella di finissaggio, per<br />

ammorbidire la pelle. I quantitativi di oli non assorbiti dai pellami durante la concia (perché usati in<br />

eccesso) vengono dispersi nelle acque superficiali ed in ogni caso i formulati assorbiti dal pellame<br />

vengono poi lentamente rilasciati ai vestiti dei consumatori. Vengono richieste al formulato buone<br />

proprietà ingrassanti, ma, contrariamente a quanto avviene nel comparto tessile, è richiesto anche che<br />

l’olio permanga a lungo nella pelle in modo da mantenerne la “morbidezza”. In questo caso la ridotta<br />

tossicità dei materiali determina importanti ricadute per la salute sia per gli operatori che per i<br />

consumatori. L’olio di brassicaceae alto erucico (nella concia) e l’olio di girasole alto oleico (nella fase<br />

di finissaggio) si propongono come alternative a ridotto impatto ambientale.<br />

c. Nell’industria cartaria gli oli sono sfruttati: 1) nella lubrificazione dei cuscinetti dove è richiesto un<br />

oleante con buone caratteristiche lubrificanti, elevata resistenza all’acqua ed alla temperatura medio-alta<br />

(140°C), in questo settore (che impiega anche meno del 20% degli oli necessari alla fabbricazione)<br />

l’utilizzo è a ciclo chiuso (vedi punto f), e quindi di ridotto contatto con l’ambiente (escludendo rotture<br />

dei macchinari e/o dei circuiti); 2) nella formulazione di prodotti antischiuma; 3) quali oli ausiliari<br />

distaccanti (utilizzo che richiede i quantitativi maggiori) utili a regolare la crespatura della carta, essi<br />

vengono spruzzati e quindi asciugati disperdendosi nell’ambiente in fase gassosa; 4) in altri usi<br />

accessori, come ad esempio per ausilio alla troncatrice. Parte di questi oli si ritrovano nel prodotto finito<br />

(in particolare nella carta tissue che comprende fazzoletti, carta igienica e altro), gli oleanti in eccesso<br />

sono depurati insieme alle acque di scarico. Il mercato degli oli per questo settore utilizza già in larga<br />

parte oli vegetali quali l’olio di colza, che però presenta un’insufficiente resistenza all’ossidazione<br />

determinando la presenza di morchie. Tali problemi potrebbero essere superati con l’uso di oli vegetali<br />

con migliori proprietà tecnologiche, quali gli oli ad alto contenuto in acido erucico. In generale gli oli<br />

vegetali nel cartario dovrebbero essere incentivati soprattutto per gli usi a dispersione.<br />

d. Nell’industria metallurgica gli oli sono usati per la lavorazione dei metalli in genere e nella tempra<br />

dei metalli in particolare. L’oleante deve avere elevato potere lubrificante, buona resistenza<br />

all’ossidazione e bassa tossicità dato che anche in questo caso viene disperso in fase gassosa<br />

nell’ambiente di lavoro. Gli oli vegetali sono caratterizzati da ottima bagnabilità dei metalli e completa<br />

atossicità.<br />

e. Nell’industria estrattiva e di escavazione gli oli sono impiegati nella lubrificazione delle trivelle per<br />

ridurre l’attrito alla penetrazione nel terreno o dei fili elicoidali nel settore lapideo. Vengono totalmente<br />

dispersi nel suolo e nel sottosuolo con rischio di inquinamento delle falde acquifere. Sono richiesti<br />

perciò oli ad elevato potere lubrificante e altamente biodegradabili, quali ad esempio oli derivati da<br />

Il progetto Activa 183


Allegato A<br />

alcune brassicacee. Analoghe considerazioni possono essere fatte anche per il settore estrattivo e<br />

lapideo.<br />

f. Nell’industria meccanica è richiesta all’oleante una bassa degradabilità e specifiche caratteristiche<br />

quali un’elevata viscosità. In questo settore la elevata biodegradabilità degli oli vegetali può essere un<br />

fattore limitante, tuttavia non trattandosi di utilizzo a dispersione, l’utilizzo di lubrificanti di sintesi (se<br />

conferiti agli appositi consorzi di smaltimento e rigenerazione) non produce impatti molto elevati. Gli<br />

oleanti vengono utilizzati principalmente nei sistemi idraulici per la trasmissione del movimento, dove<br />

si richiede anche una particolare resistenza alla compressione, e per la lubrificazione dei motori, dove<br />

sono richiesti un alto punto di infiammabilità, un basso punto di congelamento e minime variazioni<br />

anche a temperature molto elevate (la temperatura di esercizio è circa 125°C). Tali condizioni operative<br />

mal si prestano all’utilizzo di oli vegetali in considerazione della loro maggiore ossidabilità e del loro<br />

minimo rischio di dispersione ambientale.Tuttavia il ricorso a lubrificanti sintetizzati a partire da acidi<br />

grassi di origine vegetale potrebbe rappresentare una prospettiva di grande interesse applicativo nel<br />

settore, in considerazione delle performance superiori potenzialmente realizzabili sostituendo la<br />

molecola di glicerina degli oli vegetali con alcoli a maggiore resistenza dell’ossidazione (ad eccezione<br />

della lubrificazione di tutti i motori a scoppio a due tempi).<br />

g. Nell’ industria agroalimentare gli oli trovano impiego per la lubrificazione dei macchinari in genere e<br />

per alcune applicazioni particolari come ad esempio per la stampa delle vaschette in alluminio. La<br />

caratteristica principale richiesta è, oltre al buon potere lubrificante, la completa atossicità dei prodotti<br />

al fine di minimizzare la successiva fase di lavaggio dei manufatti e di rendere tollerabile la presenza di<br />

eventuali residui. Gli oli vegetali sono caratterizzati da ottima bagnabilità dei metalli e completa<br />

atossicità, e possono pertanto essere una alternativa tecnicamente possibile.<br />

h. Gli oli entrano come co-formulanti nella preparazione di molti altri prodotti come ad esempio i farmaci<br />

e i fitofarmaci, le plastiche, i detergenti e i prodotti per la cosmesi. Trattandosi di prodotti a dispersione<br />

e spesso ad alto valore aggiunto anche questi settori hanno interessanti possibilità applicative.<br />

Le colture al momento particolarmente interessanti per la produzione dei biolubrificanti sono:<br />

- il girasole alto oleico che, in alcune nuove varietà coltivate in Toscana nel corso del progetto Biovit, può<br />

raggiungere il 90% in acido oleico (richiesto dall’industria per le sue proprietà ingrassanti), mentre sul<br />

mercato è presente solo un olio alimentare con circa l’83 % in acido oleico ;<br />

- alcune brassicacee (la famiglia del colza), in particolare il Crambe abyssinica e la Brassica.carinata che<br />

sono piante particolarmente rustiche, ma con un contenuto in acido erucico che oscilla tra il 45 ed il 55%<br />

(richiesto dall’industria per le sue proprietà lubrificanti). Mostrano una elevata rusticità, adattandosi anche<br />

agli ambienti dove il girasole è poco produttivo.<br />

Trattandosi di piante da rinnovo, esse contribuiscono al recupero della sostanza organica nei suoli (restituendo<br />

al terreno circa il 50% della biomassa prodotta) e sono molto utili in un piano di rotazioni consentendo di<br />

interrompere le monosuccessioni a mais o grano. Non necessitano di trattamenti sistematici di fitofarmaci e sono<br />

caratterizzate da un ridotto consumo idrico. Inoltre il girasole grazie alle sue profonde radici ha buone capacità<br />

fitodepuranti e ha mostrato buone rese anche con un ridotto utilizzo di fertilizzanti, soprattutto se a lento rilascio<br />

(nella coltivazione a basso input si può ridurre la concimazione di 4 volte rispetto al mais).<br />

Otre a queste sono allo studio altre oleaginose particolari tra le quali Lunaria alba e Limnanthes annua che<br />

presentano ancora alcuni problemi agronomici (come la germinabilità), ma permetterebbero di disporre di<br />

ulteriori possibilità tecnologiche.<br />

2. Il contesto politico e normativo<br />

La coltivazione di oleaginose, in seguito agli elevati contributi comunitari concessi a partire dalla fine degli<br />

anni ’80, era molto diffusa anche in Toscana (con 57000 ettari coltivati a girasole), mentre oggi, alla luce anche<br />

della nuova PAC, sta attraversando un periodo di non semplice interpretazione. La nuova PAC, infatti,<br />

attraverso il disaccoppiamento che assegna un premio indipendentemente dal tipo di coltivazione effettuata,<br />

incentiva indirettamente le rotazioni e lo sviluppo di nuove colture. Nello stesso tempo, considerando il valore<br />

attuale attribuito alla granella, la coltivazione delle oleaginose è notevolmente meno redditizia di quella dei<br />

cereali, in considerazione delle rese ad ettaro chiaramente superiori. Intuire come il mercato reagirà a queste<br />

problematiche, se vogliamo, opposte non è semplice.<br />

Dovendo tener presente l’attuale limitazione in Italia alla coltivazione ed alla commercializzazione di<br />

organismi geneticamente modificati (OGM), è interessante notare che, a differenza del colza (così come soia e<br />

mais), né sul girasole né sulle altre oleaginose considerate per la produzione di biolubrificanti sono stati condotti<br />

studi di modifica del menoma. Durante la loro coltivazione e vendita non sussistono perciò rischi di<br />

contaminazioni da OGM.<br />

In Toscana sono presenti distretti industriali di fama internazionale particolarmente impattanti quali il<br />

distretto conciario di S.Croce (che si stima consumi circa 500-750 t/anno di oli minerali), il tessile di Prato (che<br />

si stima ne consumi circa 1000) e il cartario di Lucca (che si stima consumi circa 3000 t/anno di lubrificanti<br />

prevalentemente derivati da colza). Alcuni industriali appartenenti a questi distretti si sono dimostrati<br />

Il progetto Activa 184


Allegato A<br />

particolarmente interessati all’utilizzo dei biolubrificanti e, anche grazie al progetto PRAI-Biovit, sono in corso<br />

alcune sperimentazioni che hanno dato ottimi risultati. Se questi distretti sostituissero in toto i lubrificanti<br />

minerali con biolubrificanti, probabilmente non sarebbero sufficienti i terreni agricoli toscani, ma ad oggi questo<br />

non è certo un limite e testimonia, anzi, la possibilità di avere in prospettiva un bacino di utenza industriale<br />

toscano che potrebbe assorbire le produzioni agricole regionali di oleaginose.<br />

Nel settore tessile è già oggi in commercio un formulato biolubrificante che ha buone prospettive di mercato<br />

anche grazie al divieto dal 17 gennaio 2005 di usare nonilfenoli e nonilfenoli etossilati imposto dalla Direttiva<br />

Comunitaria 2003/53/CE. Anche nel settore conciario è stata avviata la commercializzazione di un formulato<br />

“Biovit”, utilizzato tra l’altro nella produzione, brevettata, di una pelle anallergica, in cui è stato eliminato oltre<br />

agli alchilbenzeni presenti nei lubrificanti minerali anche l’uso di aldeidi, fenoli ed altri composti tossici. Nel<br />

settore cartario, grazie a Raul Gardini ci fu un progetto di utilizzare le oleine di soia per la disincrostazione<br />

della carta da giornale, successivamente è stata prodotta una carta “biocide-free” utilizzando l’acido acetico e i<br />

terpeni d’arancio ed oggi in Germania esistono determinati standard molto restrittivi sulle percentuali di oli<br />

(minerali) accettate nel tissue. L’Enel sta valutando la possibilità di utilizzare biolubrificanti nelle perforazioni<br />

per la produzione di energia geotermica a Larderello.<br />

In alcuni settori infine,come nel tissue, la pressione della grande distribuzione (Coop, Esselunga, Carrefour)<br />

verso produzioni ecocompatibili potrebbe essere risolutiva verso un maggiore utilizzo di biolubrificanti.<br />

In alcuni casi lo sviluppo di biolubrificanti si è avuto a seguito di una emergenza ambientale che veniva<br />

pagata dalla comunità dei cittadini in termini di benessere sanitario e conseguentemente dalle istituzioni in<br />

termini di spese sanitarie e di disinquinamento. Ecco perché la pubblica amministrazione potrebbe risultare<br />

interessata a compensare il differenziale di prezzo che eventualmente potrebbe determinarsi prima del<br />

raggiungimento di un’economia di scala.<br />

3. I vantaggi e le potenzialità<br />

La possibilità di coltivare in Toscana varietà con un contenuto di acido oleico o di acido erucico così elevato<br />

da non essere facilmente disponibili sul mercato, potrebbe fornire all’industria prodotti tecnologicamente molto<br />

avanzati. La possibilità di miscelare opportunamente questi oli potrebbe risolvere le esigenze disparate<br />

dell’industria con ottimi risultati senza ricorrere ad additivi sintetici nelle formulazioni. Infatti in generale il<br />

lubrificante ha la caratteristica di poter essere usato in minori concentrazioni rispetto al lubrificante minerale a<br />

parità di prestazioni, permettendo di compensare i costi più alti. Inoltre, considerando che in genere i costi degli<br />

oleanti rispetto ai costi di produzione finali sono irrisori (ad esempio sono dell’1% nel tessile), i prezzi<br />

eventualmente maggiori risulterebbero comunque trascurabili a fronte delle potenziali ricadute positive per la<br />

sensibile riduzione di impatto sugli operatori e/o sull’ambiente e/o sui consumatori.<br />

E’ anche importante sottolineare che la sostituzione degli oli minerali con biolubrificanti generalmente non<br />

prevede variazioni di impianto né di processo, ma solo una ottimizzazione dei parametri operativi dovuti<br />

appunto alle variazioni nelle concentrazioni utilizzate, non richiede perciò significativi investimenti aggiuntivi.<br />

Il vero vantaggio tuttavia consiste nella possibilità di realizzare prodotti con particolari caratteristiche<br />

qualitative, che utilizzando gli oli minerali erano impensabili. Il maggiore valore aggiunto si è riscontrato ad<br />

esempio con la sperimentazione nel settore conciario che, come il tessile, è da sempre molto sensibile alla<br />

possibilità di creare nuove mode e di differenziare le produzioni di qualità superiore.<br />

In questa ottica il prodotto trattato con biolubrificanti deve essere inserito nei programmi di sostituzione di<br />

prodotti pericolosi per la salute e per l’ambiente, ad esempio nel settore cartario si utilizzano<br />

contemporaneamente da 2 fino a 4 prodotti chimici diversi tra cui i famigerati cloropropanolo e<br />

monocloropropandiolo. E’ infatti importante, se si intende ricorrere a marchi o certificazioni, considerare tutto<br />

il processo di produzione nella sua globalità, al fine di evitare mistificazioni che potrebbero essere<br />

controproducenti a livello di comunicazione. Le maggiori potenzialità del settore comunque si realizzano quando<br />

si viene a scoprire che con oli vegetali ad elevate prestazioni tecnologiche si possono raggiungere performance<br />

superiori rispetto ai prodotti minerali : se ad esempio nel settore cartario fosse messa a punto una formulazione<br />

in grado di determinare incrementi di allungamento della carta, probabilmente tutto il settore si convertirebbe a<br />

questi nuovi prodotti. Risulta perciò evidente come la ricerca e la sperimentazione siano indispensabili nei<br />

diversi settori industriali che usano lubrificanti.<br />

Una grossa potenzialità dei biolubrificanti è la possibile sinergia con altre filiere al fine di ridurre i prezzi di<br />

vendita (che soprattutto nel caso dell’olio alto erucico sono ancora piuttosto alti): il pannello proteico residuo dei<br />

semi di girasole può essere utilizzato come mangime in zootecnia, mentre quello delle brassicacee potrebbe<br />

essere utilizzato come corroborante per il miglioramento delle colture sfruttando l’azione biocida determinata dai<br />

prodotti di degradazione dei glucosinolati presenti in queste piante; oppure potrebbe essere detossificato e quindi<br />

usato come mangime estraendone questi composti che possono essere usati in medicina per la loro azione<br />

antitumorale. Ci sono aziende che producono l’acido erucico puro per produrre glutammide e altri prodotti<br />

oleochimici utili a produrre ad esempio molte delle pellicole da cucina di uso comune. In definitiva diversi<br />

settori sono in attesa di nuovi formulati vegetali.<br />

Inoltre il sistema economico italiano frazionato in molte piccole e medie imprese potrebbe essere più<br />

Il progetto Activa 185


Allegato A<br />

ricettivo rispetto alle proposte di innovazione e all’uso di composti e reagenti sempre più sofisticati ed<br />

ecocompatibili, anche nell’ottica di una approvazione della proposta di regolamento denominata Reach,<br />

destinata a modificare sensibilmente la disponibilità e la scelta degli ausiliari alle produzioni industriali.<br />

4. Vincoli e ostacoli alla diffusione dei biolubrificanti<br />

Il rapporto tra agricoltura e industria non è sempre stato idilliaco. Così il timore degli agricoltori è che<br />

l’industria richieda loro la materia prima senza preoccuparsi che risulti remunerativa o con richieste fluttuanti<br />

nel tempo. D’altro canto gli industriali temono che nonostante i loro sforzi verso la sperimentazione di questi<br />

prodotti l’agricoltura non segua le loro esigenze o, peggio, che in seguito a eventi siccitosi o altro la materia<br />

prima non sia sempre disponibile nelle quantità richieste, se non a un prezzo troppo elevato. Sarebbe<br />

opportuno ragionare nell’ottica del “patto per lo sviluppo” e fissare dei prezzi stabili sulla base delle mutue<br />

esigenze. D’altronde gli agricoltori, ora che hanno un contributo uguale per tutte le colture, se potessero avere<br />

anche un prezzo stabile potrebbero pianificare perfettamente la loro attività e si verrebbe così a formare un<br />

plafond di costanza di conferimento, che risulterebbe interessante anche per il mondo dell’industria.<br />

Anche il rapporto tra l’industria e i consumatori è molto delicato, pensiamo ad esempio ai problemi di<br />

irrancidimento che potevano presentare oli di colza solo 10 anni fa.<br />

In questo senso sarebbe importante che ogni tassello della filiera (che nel campo dei biolubrificanti è<br />

particolarmente lunga) crescesse contemporaneamente, ottimizzandosi passo dopo passo.<br />

Tutta la filiera faticosamente costruita potrebbe svanire nel momento in cui l’industria decidesse di<br />

approvvigionarsi dell’olio vegetale sul mercato internazionale al prezzo più basso, aumentando le esternalità<br />

dovute ai costi di trasporto e soprattutto vanificando l’innovazione sperimentata in agricoltura, esponendosi così<br />

ai rischi della competizione con i paesi in via di sviluppo. Sembra perciò preferibile occupare una nicchia di<br />

mercato, difficilmente imitabile, frutto della proficua collaborazione di tutta la filiera. Che inoltre riuscirebbe,<br />

presumibilmente, ad avere maggiore visibilità proprio perché composta da diversi settori della società.<br />

Un ulteriore limite allo sviluppo è considerare le tematiche ambientali come un vincolo e ritenere che il<br />

consumatore non senta l’esigenza di questa sostituzione, quando la mancata richiesta di ecocompatibilità è<br />

spesso dovuta al fatto che il mercato non conosce bene ciò che usa. E’ auspicabile invece comunicare<br />

onestamente gli sforzi fatti per il miglioramento della qualità del prodotto, delle condizioni igienico-sanitarie<br />

degli operatori, delle garanzie di salubrità per i consumatori e per l’ambiente. E proporsi verso le istuzioni e la<br />

società per un premio che valorizzi gli sforzi compiuti (come ad esempio lo sforzo di commercializzare un<br />

prodotto privo di sostanze di sintesi).<br />

Il progetto Activa 186


Allegato A<br />

REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA<br />

SULLE BIOMASSE LIGNOCELLULOSICHE DA COLTURE DEDICATE<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Pisa - 19 ottobre 2004<br />

Elementi introduttivi<br />

Il Tavolo di filiera sulle biomasse ha trattato prevalentemente le colture dedicate per la produzione di<br />

biomassa lignocellulosica a destinazione energetica, in modo integrato rispetto alle risorse forestali e ai residui<br />

delle colture agrarie (erbacee e legnose) e alla filiera dei biocombustibili. L’interesse nei confronti delle<br />

biomasse è stato trattato nell’ambito più generale delle colture no-food, che rappresentano una forma di<br />

differenziazione dell’indirizzo tradizionalmente alimentare dell’agricoltura, anche al fine di rispondere ad istanze<br />

di ordine ambientale. Da questo punto di vista è stato sottolineato come l’agricoltura abbia necessità di un<br />

cambiamento non solo tecnico-produttivo ma anche culturale e sociale.<br />

E’ stato, infatti, rilevato come le politiche comunitarie abbiamo contribuito negli anni a costruire<br />

ordinamenti produttivi che rispondevano a logiche basate sull’erogazione dei contributi, anziché a logiche di<br />

competitività. Da questo punto di vista è stato sottolineato da vari interlocutori che, per costruire una filiera<br />

innovativa come quella delle biomasse, il mondo imprenditoriale agricolo dovrà necessariamente coniugare la<br />

logica dell’efficienza (agronomica, tecnologica, commerciale o più in generale di gestione dell’energia prodotta)<br />

con una visione interaziendale e contestualizzata al territorio di riferimento.<br />

In questa prospettiva, il Tavolo si è proposto di valutare attraverso le testimonianze dei presenti se nel<br />

sistema agricolo italiano ed in particolare in quello regionale la filiera delle biomasse lignocellulosiche possa<br />

rappresentare un’alternativa valida alle convenzionali produzioni mercantili, anche alla luce dei nuovi assetti di<br />

mercato (derivati dalle politiche comunitarie, dall’allargamento dell’Europa, da una progressivo processo di<br />

liberalizzazione, da una industria agroalimentare sempre più accentrata) che più testimonianze hanno descritto<br />

come estremamente sfavorevoli, soprattutto per le colture industriali se non tipizzate sulla base di parametri<br />

qualitativi elevati.<br />

Rispetto ad osservazioni specifiche, il Tavolo ha concordato nel ritenere il tema delle energie alternative<br />

come strategicamente decisivo nel definire la competitività di un sistema economico. In proposito sono state<br />

richiamate le esperienze di alcuni Paesi del Nord-Europa (Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia) dove la<br />

pianificazione in campo energetico consente di aumentare il consumo pro-capite di energia, abbattendo<br />

contemporaneamente la produzione dei gas-serra.<br />

Al fine di sintetizzare gli elementi emersi in occasione del Tavolo di filiera sarà di seguito sommariamente<br />

elencato quanto proposto e discusso, con riferimento a due aree specifiche:<br />

A. elementi riconducibili al quadro politico-legislativo di interesse per la filiera;<br />

B. fattori (agronomico-produttivi, ecologico-ambientali, economico-organizzativi) favorevoli<br />

(opportunità) e sfavorevoli (vincoli) per l’organizzazione della filiera.<br />

A. Elementi politico-legislativi<br />

1) Il tema dell’introduzione delle colture da biomasse lignocellulosiche negli ordinamenti<br />

produttivi è stato dibattuto a partire dagli anni ’90, ma l’attenzione si concentrava sull’introduzione di<br />

tali colture sulle superfici a set-aside. I recenti orientamenti politici, con particolare riferimento a quelli<br />

della politica agricola comunitaria, stanno delineando un nuovo contesto entro il quale si sta<br />

sviluppando un’agricoltura europea, in cui le colture energetiche, tra cui quelle da biomassa, stanno<br />

acquisendo un ruolo equiparabile ai seminativi convenzionali.<br />

2) Il contributo riconosciuto e richiesto all’agricoltura per lo sviluppo e la tutela dei territori rurali<br />

si sta modificando notevolmente (si veda in proposito la c.d. legge di orientamento -Dlgs. 228/2001).<br />

Ciò se da un lato genera nuove opportunità per gli imprenditori agricoli (che possono diventare referenti<br />

per una fattiva gestione e manutenzione del territorio a seguito di contratti e convenzioni con le<br />

pubbliche amministrazioni), dall’altro ribadisce che l’attività produttiva, connessa all’agricoltura,<br />

concorre all’erogazione di servizi di interesse collettivo. In tal senso le colture da biomassa non solo<br />

costituiscono una produzione di interesse economico, ma anche l’occasione per concorrere<br />

all’abbattimento dei gas-serra, alla diffusione di colture con un positivo impatto ambientale, alla<br />

potenziale riqualificazione di terreni agricoli abbandonati.<br />

Il progetto Activa 187


Allegato A<br />

3) In alcuni casi, gli strumenti resi operativi dalla legislazione vigente non sono applicati<br />

compiutamente. In particolare, dal Tavolo di filiera sono emersi alcuni richiami in merito alla necessità:<br />

b. di una maggiore valorizzazione dello strumento degli “accordi quadro e di programma”<br />

settoriali e territoriali a livello regionale, anche per facilitare convenzioni tra<br />

l’imprenditorialità agricola e il settore dei servizi in modo tale da aumentare il valore aggiunto<br />

derivabile dalla produzione di energia (es. erogazione di servizi di teleriscaldamento a favore<br />

di enti pubblici). A questo proposito è stato rilevato da più interlocutori che la Regione<br />

Toscana si è mostrata particolarmente sensibile a questo argomento;<br />

c. della costruzione di “tavoli forti” a livello nazionale per definire politiche energetiche per<br />

l’agricoltura (es. certificati verdi di lungo periodo che facilitino la conversione da aziende<br />

agricole a vocazione agroalimentare ad aziende agricole energetiche);<br />

d. di una applicazione compiuta e quanto più estesa delle direttive comunitarie (con particolare<br />

riferimento alla Direttiva Biocombustibili 2003/30/CE).<br />

4) Dal Tavolo è inoltre emersa la necessità di una legislazione che regolamenti in modo più<br />

definito le fonti da cui derivano i combustibili e le modalità di utilizzo delle stesse. In particolare, è<br />

stata delineata una situazione che talvolta presenta elementi di non chiarezza tra l’utilizzo di fonti<br />

derivate dall’attività forestale e agricola e i combustibili derivati da rifiuti, così come tra gli impianti a<br />

biomasse e termovalorizzatori (soprattutto quando si tratta di impianti di grandi potenze), da cui deriva<br />

una problematica gestione delle ceneri ottenute da biomasse (oggi riconosciute come rifiuti) che<br />

potrebbero avere un’interessante applicazione in agricoltura.<br />

5) Rispetto alla organizzazione di filiere no-food, con particolare riferimento a quella delle<br />

biomasse, è stato sottolineato come elemento di debolezza lo scollamento delle politiche dei diversi<br />

Ministeri e Assessorati Regionali.<br />

6) Infine, il Tavolo ha rilevato che la legislazione nazionale tende a privilegiare forme di<br />

incentivazione rivolte al mondo industriale coinvolto nella produzione di energia da grandi centrali, il<br />

cui approvvigionamento spesso non ha un ricaduta locale ma usufruisce di importazioni, anche<br />

dall’estero, di grossi quantitativi di biomassa.<br />

B. Vincoli ed opportunità<br />

1) L’organizzazione di una filiera delle biomasse richiede di movimentare volumi notevoli che<br />

possono determinare costi di trasporto gravosi, con una riduzione del valore aggiunto derivante<br />

dall’attività. In tal senso è auspicabile operare su raggi non superiori a 50-80 Km, anche per rendere il<br />

sistema più efficiente da un punto di vista ambientale.<br />

2) Una strozzatura della filiera potrebbe essere rappresentata dall’utilizzatore. Nella costruzione<br />

di una linea di produzione è quindi necessario creare a valle un mercato che riconosca un prezzo equo al<br />

prodotto energetico dal momento che non c’è altra fonte che ci consente di legare in modo così stretto la<br />

produzione di energia con la cura del territorio.<br />

3) Dal Tavolo è emersa come valutazione comune che la sostenibilità ambientale dell’impianto di<br />

conversione sia necessariamente vincolata ad una piccola scala (si veda in proposito il punto 1 della<br />

presente Sezione). Sono state espresse valutazioni più o meno ottimistiche sullo stato dell’arte, ma è<br />

condivisa l’opinione di dover sviluppare tecnologie adeguate allo scopo, tali da ottenere costi di<br />

esercizio economicamente competitivi rispetto ad altre attività. Contrariamente ci sarebbe il rischio di<br />

generare un’applicazione tecnologica assistita che determina un’attività economica non duratura nel<br />

tempo.<br />

4) Rispetto al punto 3 della presente Sezione è comunque necessario tenere in considerazione le<br />

esternalità positive originate dalla produzione di biomassa; in tal senso sono auspicabili interventi di<br />

incentivazione che quantifichino economicamente la riduzione di costi sociali che deriva da attività<br />

produttive che generano cicli virtuosi da un punto di vista ambientale.<br />

5) Alcuni interlocutori hanno sottolineato che le aree marginali non possono essere prese a<br />

riferimento come comprensori di interesse per la produzione di biomassa, viste le ipotizzabili scarse<br />

rese; altri hanno sottolineato l’opportunità di analizzare per questi territori i potenziali costi colturali e la<br />

capacità produttiva, soprattutto per quanto riguarda le superfici a seminativo che per le condizioni di<br />

esercizio difficili non avranno convenienza a confrontarsi con il mercato, diventando così suscettibili<br />

all’abbandono.<br />

6) L’ipotesi di conversione alle colture energetiche trova un contesto favorevole, dal punto di<br />

vista logistico, nelle aziende di pianura che si sono strutturate appoggiandosi a grossi contoterzisti.<br />

Nella generalità dei casi si tratta di un contoterzismo con notevoli capacità di adattamento del parco<br />

macchine a quello che il mercato richiede, anche con riferimento allo specifico della realtà provinciale<br />

pisana.<br />

7) Si sta assistendo ad un fenomeno di overlapping, ossia ad un fenomeno di duplicazione delle<br />

esperienze ed in alcuni casi di duplicazione degli errori con perdite di risorse e di tempo. E’ quindi di<br />

Il progetto Activa 188


Allegato A<br />

fondamentale costruire una base informativa condivisa a livello nazionale. A questo proposito è stata<br />

sottolineata l’importanza del database bibliografico previsto come prodotto del progetto Activa.<br />

8) Il mondo della finanza di progetto sta mostrando un crescente interesse nei confronti della<br />

tematica energetica, con particolare riguardo a quella collegata al mondo dell’imprenditorialità agricola.<br />

Quest’ultima è, infatti, ben vista dal sistema bancario perché ritenuta particolarmente attenta al rischio<br />

di impresa.<br />

9) Per quanto riguarda la costruzione della filiera sono state indicate due strategie percorribili:<br />

a. “allungare la filiera all’interno del settore primario” riconoscendo nuovi ruoli all’agricoltura<br />

nella fornitura dei servizi calore, la cui applicabilità è strettamente connessa ad uno<br />

snellimento delle procedure autorizzative e burocratiche;<br />

b. identificare applicazioni sul piano tecnologico (semplici ed economiche) che rendano<br />

direttamente utilizzabili all’interno dell’azienda le biomasse e più in generale le fonti<br />

energetiche di derivazione agricola (es. semi oleosi da biocombustibili).<br />

10) In merito al punto 4 della Sezione “Elementi politico-legislativi” si sottolinea come i residui<br />

delle ceneri riutilizzabili e commercializzabili come fertilizzante potrebbero rappresentare un valore<br />

aggiunto del prodotto, oltre che un modo per misurare la qualità di ciò che si è bruciato.<br />

11) E’ stata rilevata la necessità di una più forte sinergia tra ricerca pubblica e privata.<br />

12) In generale sono stati indicati come elementi sensibili di ogni innovazione di processo e<br />

prodotto<br />

a. la normativa<br />

b. la comunicazione e l’informazione<br />

dal momento che in molti casi non sono in equilibrio con lo “stato dell’arte” della<br />

sperimentazione.<br />

Elementi specifici relativi alla costruzione della filiera a livello Regionale<br />

In concomitanza all’organizzazione del Tavolo, è stata espressa una dichiarazione di interesse<br />

da parte degli Assessorati dell’agricoltura, del lavoro e delle attività produttive della Provincia di Pisa.<br />

In occasione del Tavolo di filiera, il Dott. Carlo Chiostri (ARSIA) e la Dott.ssa Rita Montagni<br />

(regione Toscana) hanno ribadito la volontà di supportare con strumenti di pianificazione politica, di<br />

incentivazione economica, di sperimentazione la produzione di energia da biomasse.<br />

In occasione del Tavolo di filiera, è stata formulata la richiesta di costruire un forum tematico<br />

in rete.<br />

Il progetto Activa 189


REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA SUI BIOPOLIMERI<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Firenze- 10 dicembre 2004<br />

Allegato A<br />

1. Mercato e categorie merceologiche in rapporto all’agricoltura<br />

I biopolimeri sono polimeri, esattamente come le plastiche, ma a differenza di queste sono preparati attraverso<br />

processi biologici che conferiscono al prodotto finale un’elevata biodegradabilità. Possono essere:<br />

di origine sintetica come ad esempio i derivati da alcuni poliesteri, da alcune poliesteriammidi, da alcol<br />

polivinilico (come l’Hydrolene® prodotto a Montecatini) o policaprolattone (come il Capa® della Solvay) ecc.<br />

oppure derivati da materiali di origine vegetale e quindi rinnovabili come l’amido e le miscele di amido<br />

(come il Materbi® della Novamont, azienda italiana leader del mercato, che usa mais o il Solanyl®, che usa<br />

bucce di patate), l’acido polilattico derivato da zuccheri (come il PLA Natureworks® della Cargill Dow finora<br />

prodotto da mais), i poliidrossialcanoati (PHA) e altri.<br />

L’amido finora utilizzato per la produzione di biopolimeri proviene da mais alimentare ed è reperito sul<br />

mercato internazionale. Con rese in amido inferiori rispetto al mais ( 9.1 t/ha), potrebbe anche essere derivato da<br />

patata (8.2), frumento tenero (5.5), orzo (5.3) riso o sorgo. Future applicazioni interessanti potrebbero derivare<br />

dallo sviluppo di mutanti waxy caratterizzati da bassissime percentuali di amilosio rispetto all’amilopectina.<br />

Anche il destrosio utilizzato da Cargill-Dow è oggi estratto da mais (ma da un punto di vista tecnologico si<br />

potrebbe prevedere di utilizzare anche altri materiali quali barbabietola da zucchero o patate) nello stabilimento<br />

che produce 140 000 t di PLA (utilizzando 400 000 t di mais). In tale applicazione è in fase di studio l’utilizzo di<br />

una nuova tecnologia per produrre PLA dagli scarti delle lavorazioni di prodotti agricoli come ad esempio le<br />

stoppie di mais, si prevedono le prime ricadute applicative nel giro di 7-8 anni.<br />

Un’altra applicazione nel settore, che in prospettiva potrebbe essere molto interessante per l’agricoltura<br />

toscana, è la sostituzione nei biopolimeri degli oli minerali (utilizzati in percentuali ridotte per la loro azione<br />

plasticizzante e/o per migliorare le proprietà fisiche del prodotto finale) con biolubrificanti ad elevato valore<br />

tecnologico aggiunto.<br />

Le applicazioni dei biopolimeri già sperimentate e commercializzate riguardano diversi settori: sono, o<br />

saranno a breve sul mercato, sacchetti, imballaggi, superassorbenti, pneumatici, protesi biomedicali,<br />

biocompositi (biopolimeri associati a fibre di lino o canapa in sostituzione della fibra di vetro); nel settore<br />

agricolo sono commercializzati come vasetti per piante, supporti per il lento rilascio di feromoni o fertilizzanti,<br />

tutori per piante e anelli di sostegno per potature, teli per pacciamatura o solarizzazione.<br />

Rispetto al mercato delle plastiche derivate da petrolio, che nel 2002 in Europa era di circa 40 milioni di<br />

tonnellate annue (con un tasso di crescita del 4-5%), i biopolimeri hanno ad oggi un mercato di 30-35000 t/anno,<br />

con una potenzialità di crescita quindi molto elevata. La previsione è che in Europa saranno utilizzate oltre 0.5-1<br />

milione di t nel 2010 e 3-5 milioni nel 2020. Le potenziali ricadute sul mondo agricolo (anche riferite al territorio<br />

toscano) sono pertanto di assoluto interesse. Infatti se nel mondo la capacità produttiva dei biopolimeri nel 2002<br />

era già di 250-300.000 t/anno, di queste circa il 90% erano costituite da biopolimeri derivati da materie prime<br />

rinnovabili<br />

2. Il contesto politico e normativo<br />

La filiera dei biopolimeri è già presente sul mercato nazionale ed internazionale, anche se la concorrenza con<br />

il mercato delle plastiche, settore già ampiamente collaudato e operante ad un livello di economia di scala, risulta<br />

molto difficile senza poter beneficiare di forme di sostegno da parte dell’amministrazione pubblica, giustificate<br />

ampiamente dall’internalizzazione dei costi ambientali derivanti analizzando l’intero ciclo di vita dei prodotti.<br />

Il settore dei biopolimeri, al contrario, non si avvantaggia di alcun tipo di aiuto pubblico, neanche di forme di<br />

defiscalizzazione analoghe a quelle previste per il biodiesel. Una proposta in tal senso è stata promossa da<br />

un’importante associazione di amiderie francesi che, al fine di sostenere e consolidare il mercato dei biopolimeri,<br />

sosterrà una riduzione delle tasse a favore di chi utilizza imballaggi biodegradabili.<br />

In Italia a livello normativo, l’articolo 19 della legge 93/2001 (il cosiddetto Collegato ambientale) ha vietato<br />

la commercializzazione di bastoncini per la pulizia delle orecchie non biodegradabili secondo le norme UNI<br />

10785, con sanzioni che variano da 3 a 90 milioni ed una recidività che comporta il rischio della chiusura degli<br />

Il progetto Activa 190


Allegato A<br />

impianti o la revoca della concessione. Pare che inizialmente questo articolo, il cui fine è di prevenire la<br />

dispersione nell’ambiente di prodotti non biodegradabili, comprendesse anche le stoviglie di plastica, ma in ogni<br />

caso testimonia, e crea un precedente, della volontà del legislatore di vietare la commercializzazione di prodotti<br />

non biodegradabili qualora ne esistano alternative sul mercato.<br />

Inoltre, il Decreto Legislativo 22/97 ha previsto all’articolo 24 comma 1 il raggiungimento, in ogni ambito<br />

territoriale ottimale, di una percentuale minima di raccolta differenziata dei rifiuti urbani del 35% entro il<br />

2003. Questa quota in Toscana, al pari di numerose altre regioni italiane, non è stata ancora raggiunta (è circa al<br />

28%), e pare evidente che tale obiettivo sarà perseguibile solo attraverso un incremento della raccolta della<br />

frazione organica (che tuttavia nel 2003 in Toscana fu di oltre 200 000 tonnellate con un 45% proveniente da<br />

rifiuti domestici). E’ opinione dei soggetti di filiera che la promozione dei biopolimeri negli imballaggi non può<br />

prescindere da un consolidamento della filiera del compost di qualità, che può anche essere favorita ed<br />

incentivata da aiuti nella fase di commercializzazione sulla scia di esperienze già in essere in Emilia-Romagna,<br />

Piemonte e, in parte, in Lombardia.<br />

La possibilità di promuovere l’utilizzo di piante geneticamente modificate (OGM), nonostante sembri<br />

dimostrato che i biopolimeri non rilasciano alcun tipo di sostanze (ad esempio negli imballaggi alimentari), non<br />

sembra praticabile per non perdere il “bollino” virtuale di prodotto ecocompatibile che i consumatori associano<br />

ai biopolimeri. Tanto più che allo stato attuale si parla di materie prime rinnovabili la cui principale prerogativa<br />

deve essere la disponibilità sul mercato ad un prezzo vantaggioso, anche a parziale discapito della qualità<br />

molecolare e tecnica del prodotto.<br />

3. I vantaggi e le potenzialità<br />

Secondo un sondaggio svolto a Kassel, circa il 90% degli intervistati giudica estremamente positiva la<br />

sostituzione degli imballaggi con biopolimeri e li considera i prodotti da imballaggio maggiormente<br />

ecocompatibili, prima del vetro riciclabile e della carta. In effetti, uno studio sul ciclo di vita dei prodotti (LCA<br />

come standardizzato dalle ISO 14040), che ha confrontato il consumo d’energia e le emissioni di CO2 necessarie<br />

alla produzione del polietilene (PE) con quelle necessarie alla produzione di biopolimeri a partire da amido di<br />

mais, acido polilattico e PHA, ha verificato riduzioni del 15-80% variabili, tra l’altro, in funzione del materiale<br />

biopolimerico utilizzato: maggiori per i pellet di amido e leggermente inferiori per il PHA, che necessita di<br />

maggiore energia per essere prodotto.<br />

I biopolimeri possono essere molto diversi tra loro, almeno quanto lo sono i diversi tipi di plastiche<br />

tradizionali oggi in commercio (PE, PET, PS, PVC…), anche in considerazione degli innumerevoli settori<br />

d’applicazione. Questo comporta che in un mercato così ampio sussistano ampi margini di sviluppo anche per<br />

aziende produttrici di biopolimeri e delle relative materie prime relativamente piccole.<br />

Potenzialità particolarmente interessanti per il settore agricolo si prevedono per l’utilizzo di teli per<br />

pacciamatura e solarizzazione in Materbi. Alcune prime sperimentazioni hanno mostrato risultati molto<br />

incoraggianti anche in Toscana, dove i teli biodegradabili sono stati sperimentati in primavera e autunno su<br />

pomodoro, cavolo e melone. Nelle condizioni autunnali il Materbi tende a degradarsi più velocemente, anche se i<br />

tempi sono sempre superiori alla durata della coltura e ciò ha rilevanza nel caso del melone, che riesce così a<br />

essere protetto dai patogeni del suolo anche nel delicato momento antecedente la raccolta. Il consumo di acqua è<br />

risultato, rispetto alla pacciamatura con plastiche convenzionali, leggermente superiore (15-20%) in relazione<br />

alla maggiore traspirabilità del Materbi, anche se tale aspetto in colture ad alto reddito non sembra essere un<br />

fattore limitante. Dato che i costi di smaltimento dei teli in PE devono essere sostenuti dagli stessi agricoltori<br />

(che ora incorrono in sanzioni qualora i teli dopo l’uso siano bruciati o smaltiti al di fuori dei canali ammessi),<br />

tali costi risultano internalizzati ed il gap di prezzo con il prodotto tradizionale viene così notevolmente ridotto,<br />

anche in virtù di uno spessore (17-20 micron) inferiore rispetto al PE (30-50), che comporta sensibili riduzioni<br />

dei materiali in gioco. Inoltre, in una valutazione più completa dei benefici derivabili dall’utilizzo di materiali a<br />

base vegetale, devono essere valutati altri aspetti quali ad esempio il benefico effetto fertilizzante che la<br />

degradazione di questi prodotti produce nel suolo.<br />

Interessanti prospettive scaturiscono dai primi dati delle prove svolte sull’utilizzo di Materbi in coltivazioni<br />

che usano piccoli tunnel di durata inferiore al mese (dove il consumo di PE è molto elevato): il Materbi sembra<br />

consentire una maggiore trasparenza all’infrarosso e la sua maggiore traspirabilità non sembra ostacolare il<br />

mantenimento delle idonee condizioni di umidità all’interno della serra. Prospettive di applicazione<br />

s’intravedono anche nell’utilizzo di teli in biopolimeri per contenere le infestanti durante interventi di<br />

riforestazione dove già si usano prodotti in fibra di cocco o juta; anche se in questo caso la necessità di un telo<br />

che resista a lungo e poi si biodegradi velocemente è di per sé una contraddizione in termini e, forse, una<br />

chimera. Opportuno in questo senso è individuare i settori dove l’utilizzo dei biopolimeri che la ricerca ha<br />

prodotto fino ad oggi porti ad un effettivo vantaggio. Interessante anche il ruolo che potrebbe giocare la grande<br />

distribuzione, il cui interesse nei confronti di un’agricoltura di qualità e a ridotto impatto ambientale potrebbe<br />

inserire questi prodotti di origine vegetale nei propri disciplinari produttivi.<br />

L’internalizzazione dei costi sembra un punto centrale per lo sviluppo anche dei materiali che non sono a<br />

dispersione ambientale, quali ad esempio gli imballaggi. Una volta costituita la filiera della raccolta<br />

Il progetto Activa 191


Allegato A<br />

differenziata dell’organico ed incentivata la produzione di compost di qualità, il mercato è già pronto, le<br />

aziende si accordano e producono un marchio sulla base di precisi standard di biodegradabilità, com’è successo<br />

in Germania, Austria, Svizzera, Olanda e Inghilterra per merito dell’IBAW, che assegna il marchio<br />

“compostable” ai biopolimeri che superano i test EN 13432. In alcune zone della Svizzera le plastiche<br />

compostabili hanno addirittura una particolare “reticolatura” stampata, in modo da essere riconoscibili. L’Italia<br />

(con Spagna e Francia) è più indietro, ma le esperienze europee dimostrano che, attraverso una maggiore<br />

sensibilizzazione dei consumatori e delle amministrazioni pubbliche verso una raccolta differenziata<br />

dell’organico di qualità, è possibile uscire dal mercato di nicchia del consumatore “biologico” e convincere<br />

stabilmente il mercato ad utilizzare prodotti biodegradabili. Solo allora nuovi investitori locali potranno crearsi<br />

un loro spazio commerciale consentendo un ulteriore sviluppo del settore. Si presenterà così la possibilità di<br />

ampliare ed ottimizzare le conoscenze agronomiche e tecnologiche al fine di individuare nuove colture<br />

amidacee o particolari oleaginose come potenziali produttrici di materie prime per la realizzazione di<br />

biopolimeri. Solo allora, ma la volontà delle aziende sembra essere questa, si potranno costruire anche in<br />

Toscana impianti localizzati, con un proprio bacino di utenza agricola che consenta di annullare i costi dei<br />

trasporti con contratti stipulati anno dopo anno (così come ha fatto la Cargill Dow in Nebraska).<br />

4. Vincoli e ostacoli alla diffusione dei biopolimeri<br />

Nell’ambito di un rilancio e potenziamento della filiera per la raccolta differenziata della frazione organica<br />

per la produzione di compost di qualità, i costi degli imballaggi a base biopolimerica, anche se oggi risultano<br />

ancora superiori, non sembrano rappresentare, nel lungo periodo, un problema particolarmente grave.<br />

Soprattutto considerando che non ci sono ragioni per cui un polimero che abbia come base l’amido debba costare<br />

rilevantemente di più di un polimero tradizionale se non problematiche inerenti il raggiungimento di<br />

un’economia di scala e una maggiore esperienza di alcuni aspetti della produzione. Le plastiche tradizionali<br />

infatti sono prodotte in impianti costruiti negli anni ’50 in cui, non solo l’investimento è già stato ampiamente<br />

ammortizzato, ma anche la tecnologia e il mercato sono già ben consolidati.<br />

In quest’ottica il vincolo principale è, al momento, proprio l’informazione ai consumatori finali, necessaria<br />

ad ampliare e formare un mercato consolidato che permetta l’avvio di nuove ricerche e nuovi investimenti. Nel<br />

caso degli imballaggi la filiera può essere supportata da aiuti economici nella commercializzazione del compost,<br />

anche considerando il fatto che il riciclaggio della plastica è l’unica filiera del riciclaggio che non è indipendente<br />

e necessita di sovvenzioni statali.<br />

Per quanto riguarda i prodotti di uso comune, un importante incentivo potrebbe venire dal green<br />

procurement: il rapporto tra enti pubblici e biopolimeri è ancora tutto da costruire, e sarebbero opportune delle<br />

leggi ad hoc che favoriscano oltre al consumo di prodotti riciclati nella pubblica amministrazione anche<br />

l’utilizzo di prodotti biodegradabili e derivati da fonti rinnovabili.<br />

Diverso il discorso dei prodotti per l’agricoltura e per tutti i prodotti che internalizzano i costi dello<br />

smaltimento, dove sono necessarie delle campagne di sensibilizzazione verso gli utilizzatori finali. Altre<br />

potenzialità interessanti potrebbero avere i contenitori in biopolimero di fitofarmaci e fertilizzanti, anche se pare<br />

fondamentale che l’eventuale (e probabile) differenziale di prezzo del prodotto ecocompatibile non ricada sugli<br />

agricoltori che non potrebbero sostenerlo. In effetti un altro vincolo all’utilizzo di questi prodotti è la necessità di<br />

sperimentare i nuovi prodotti confrontandoli con i prodotti tradizionali esistenti sul mercato, considerando tra i<br />

costi di filiera anche quelli necessari allo smaltimento del prodotto dopo l’uso: il mondo dell’industria si dichiara<br />

perciò disponibile a fornire la materia prima alle Università, alle Agenzie regionali o a gruppi di utilizzatori<br />

seriamente interessati a collaudare e migliorare questi prodotti al fine di ricavarne una sorta di validazione<br />

dell’innovazione sul territorio.<br />

5. I biopolimeri per la produzione di un compost di qualità<br />

In Toscana la raccolta della frazione organica avviene principalmente attraverso una raccolta stradale, tecnica<br />

che, come dimostrato da diversi studi, aumenta rispetto alla raccolta porta a porta la percentuale di impurezze nel<br />

materiale in entrata e in uscita nell’impianto di compostaggio, così come la quantità di scarti. Se l’obiettivo della<br />

produzione di compost è l’apporto di sostanza organica di qualità ai suoli – che spesso ne hanno estremo bisogno<br />

– e non il “semplice” smaltimento dei rifiuti, allora è opportuno favorire l’introduzione di imballaggi<br />

biodegradabili, soprattutto per quei prodotti più rigidi che si rompono durante la movimentazione e poi non si<br />

riescono a separare con il vaglio della raffinazione. Come noto gli organismi decompositori tendono ad<br />

accumularsi sul substrato inerte dello scarto e così, se per ipotesi la metà degli imballaggi fosse biodegradabile,<br />

non solo sarebbe possibile dimezzare la percentuale di scarto, ma sarebbe anche possibile determinare un effetto<br />

sinergico all’attacco del materiale di sintesi a scarsa biodegradabilità, nel senso che un carico organico di<br />

materiale facilmente degradabile dalla popolazione microbica su un materiale di sintesi favorisce l’attacco anche<br />

del materiale di sintesi.<br />

L’utilizzo di sacchi biodegradabili, più cari di quelli in PE, per la raccolta dell’organico pare quindi un<br />

settore potenzialmente molto interessante, soprattutto se si considerano le ricadute sull’intera filiera produttiva. Il<br />

sacchetto infatti, dopo essere stato lacerato ma non sminuzzato dal rompisacco, viene scartato dal vaglio.<br />

Il progetto Activa 192


Allegato A<br />

Tuttavia l’utilizzo di un sacco biodegradabile contribuisce a sensibilizzare i cittadini ad una raccolta del<br />

materiale organico maggiormente mirata alla qualità del compost e alla riduzione degli scarti. E’ così possibile<br />

evitare il rischio che il conferimento in discarica dei flussi di scarti in uscita penalizzi l’economicità dell’intero<br />

processo. Inoltre il sacchetto biodegradabile, se contenuto in appositi contenitori areati, permette una perdita in<br />

peso del 15-20%, riducendo così i costi di trasporto ed i costi di pulizia dei cassonetti nel caso si utilizzi la<br />

raccolta stradale: questo metodo di raccolta non può avere la frequenza di un “porta a porta” e la pulizia per<br />

prevenire maleodorazioni e percolamenti, generalmente effettuata con tecnologia obsoleta, ha costi molto elevati.<br />

L’uso di materiale traspirante non fornisce una soluzione completa di questi problemi, ma indubbiamente<br />

contribuisce a minimizzarli.<br />

Una nuova organizzazione del conferimento all’impianto di compostaggio potrebbe consentire un ulteriore<br />

incremento della qualità del compost. Spesso ad un medesimo impianto conferiscono i rifiuti organici accumulati<br />

da diverse aziende municipalizzate di raccolta; si potrebbe allora operare come avviene per il conferimento dei<br />

rifiuti alle discariche: attraverso il riconoscimento di prezzi diversi a seconda della qualità del materiale in<br />

entrata, valorizzando così gli sforzi delle aziende di raccolta e certificando la filiera di raccolta. Tale approccio<br />

potrebbe anche permettere che gli eventuali “aiuti o incentivi”, che (come accade in altre regioni) ricadono<br />

direttamente su chi commercializza il compost, possano determinare ricadute positive sull’intera filiera di<br />

raccolta.<br />

Il progetto Activa 193


REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA SUI COLORANTI NATURALI<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Pisa – 19 novembre 2004<br />

Allegato A<br />

ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO SVOLTOSI IL 19 NOVEMBRE 2004 A PISA PRESSO LA<br />

FACOLTA’ DI AGRARIA DELL’UNIVERSITA’ DI PISA<br />

• Dott. Giuseppe Croce Legambiente Toscana Coordinamento Progetto Activa<br />

• Prof. Luciana Angelini Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema, Università di Pisa,<br />

Coordinatrice di filiera<br />

• Dott. Lorenzo D’Avino, Istituto Sperimentale per le Colture Industriali di Bologna<br />

• Dott. Alessandro Butta della Cooperativa Agricola La Campana (Ascoli Piceno)<br />

• Dott. Paolo Bottazzi, ARSIA TOSCANA<br />

• Dott.ssa Rossella Cilano e Sig.ra Fernanda Salice, Associazione tintura naturale Elda Salice (Milano)<br />

• Sig.ra Tania Vittori, studentessa della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa<br />

• Sig.ra Monica Gasperini, studentessa di Design ISIA Firenze<br />

• Sig. Roberto Mosca, SPRING COLOR s.r.l. (Osimo)<br />

• Sig. Massimo Baldini, Museo dei colori naturali Oasi San Benedetto (Urbino)<br />

• Sig.Sauro Passeri, Azienda Agricola Romanini (Cesena)<br />

• Dott.Emiliano Piccioni e Dott.ssa Claudia Di Bene, Scuola Superiore S. Anna di Pisa<br />

• Sig.Domenico Castello, Polo Tecnologico Conciario di Santa Croce sull’Arno<br />

• Dott. Federico Martinelli, Coldiretti Pisa<br />

• Dott. Maurizio Paffetti, ARSIA LAZIO<br />

• Sig.Carlo Bencini Azienda Agricola Campezzone (Ar),<br />

• Sig. Mauro Cornioli, BIOKYMA s.r.l.<br />

• Dott.ssa Paola Cicuta Ricerca e Consulenza Tintura Naturale(Milano<br />

• Dott. Francesco Tavanti, MELY’S MAGLIERIA (AR)<br />

• Dott. Stefano Panconesi, PAI NATURAL COLOR (PO)<br />

• Sig. Remo Petroselli, CHIMONT INTERNATIONAL (Pi)<br />

• Dott.ssa Adele Di Matteo, Coordinamento Toscano Produttori Biologici (CTPB)<br />

• Dott. Giorgio Cestelli, Istituto Statale d’Arte Sansepolcro (Ar)<br />

• Sig.Carlo Ligi e Dott.ssa Maria Luisa Maffucci, Comunità Montana Val Tiberina Toscana (Ar)<br />

• Dott.ssa Sabrina Tozzi e Dott.ssa Nicoletta Nassi Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema,<br />

Università di Pisa<br />

Premessa<br />

Il progetto Activa 194


Allegato A<br />

L’incontro del tavolo di filiera sui coloranti naturali si è articolato in due sezioni: nella prima parte è stato<br />

presentato lo stato dell’arte della ricerca sui coloranti naturali di origine vegetale, descrivendo i processi<br />

produttivi, le caratteristiche delle materie prime, le tecniche estrattive e le modalità di applicazione nel settore<br />

tessile. Nella seconda parte si è cercato di identificare l’attuale impiego dei colori naturali di origine vegetale nel<br />

settore tessile, in quello delle vernici per la bioedilizia e in quello conciario, con lo scopo di capire quali siano le<br />

materie prime utilizzate e le caratteristiche in esse ricercate. Durante la discussione, che ha visto la<br />

partecipazione attiva dei diversi soggetti coinvolti, sono stati focalizzati i punti critici di questa filiera la quale<br />

essendo ancora relativamente “giovane” presenta problemi sia di carattere tecnico che di carattere organizzativo<br />

nelle sue diverse fasi. Un aspetto più volte richiamato durante la discussione è stato la necessità di fornire al<br />

consumatore un’informazione corretta ed approfondita sul significato che l’impiego dei coloranti naturali, in<br />

sostituzione di quelli di sintesi, comporta sia per la salute dell’uomo che per la tutela dell’ambiente.<br />

Parallelamente è stata anche richiamata l’esigenza della certificazione e del controllo delle materie prime e dei<br />

metodi di produzione utilizzati al fine di fornire al consumatore garanzie sulla qualità dei prodotti, sulla loro<br />

origine e sulle tecniche adottate nella tintura naturale.<br />

La ricerca scientifica ha affrontato e risolto molti problemi tecnici relativi alla definizione delle tecniche<br />

agronomiche per una produzione sostenibile e per l’estrazione dei pigmenti, tuttavia alcuni aspetti rimangono<br />

ancora irrisolti per l’attivazione di una filiera locale, quali l’ottimizzazione delle tecniche di produzione della<br />

materia prima, l’approfondimento ulteriore delle condizioni di estrazione su scala aziendale - anche attraverso la<br />

risoluzione di problemi impiantistici che consentano costi di gestione ridotti - al fine di migliorare la resa, la<br />

qualità dei pigmenti in termini di purezza e ridurre i costi.<br />

Per la realizzazione della filiera dei coloranti naturali la valutazione della sua fattibilità economica è sicuramente<br />

un aspetto d’importanza cruciale, per la determinazione del quale è stato molto utile l’analisi multidisciplinare<br />

dei diversi anelli della filiera, condotta con l’intervento di molti soggetti coinvolti nei diversi aspetti sia della<br />

produzione che della commercializzazione.<br />

1. - I motivi di interesse: gli aspetti ambientali, sociali e salutistici e i vincoli normativi<br />

I coloranti naturali, di origine vegetale o animale, sono stati impiegati per millenni nel settore tessile, cosmetico,<br />

alimentare e in quello artistico (dai dipinti su tela e tavola ai tessuti e arazzi, alla miniatura). La maggior parte di<br />

essi sono stati soppiantati verso la fine del XIX secolo con l'avvento di quelli sintetici, caratterizzati da una<br />

maggiore uniformità e costi più contenuti.<br />

Recentemente nei Paesi industrializzati si sta assistendo ad un crescente interesse verso i prodotti di origine<br />

naturale, e tra questi i coloranti vegetali, percepiti come più salubri e più rispondenti alle esigenze di un<br />

consumatore maggiormente attento alla qualità della vita e alla tutela dell’ambiente. Le caratteristiche di<br />

maggiore biodegradabilità e compatibilità ambientale che caratterizzano i coloranti di origine naturale sta<br />

aprendo nuove opportunità di impiego in diversi settori industriali che tradizionalmente si rivolgono a materie<br />

prime provenienti da sintesi chimica. I coloranti di origine naturale potrebbero in parte sostituire i coloranti<br />

chimici utilizzati nel settore tessile, ricavati perlopiù da sottoprodotti del petrolio, come l’anilina e altri derivati<br />

aromatici, andando ad interessare una particolare fascia di mercato indirizzata a un consumatore attento non solo<br />

alla qualità del prodotto finito, ma anche alle caratteristiche di salubrità delle materie prime utilizzate, dalla fibra<br />

ai prodotti di finissaggio quali mordenti, coloranti e sbiancanti.<br />

L’impiego dei coloranti nei diversi settori produttivi, è oggi disciplinato da normative ben precise che indicano<br />

le sostanze consentite. Tali disposizioni di legge sono dettate dalla necessità di proteggere il consumatore da<br />

sostanze non controllate dal punto di vista dell’innocuità. La legislazione attuale si basa su alcune direttive<br />

dell’Unione Europea, recepite in Italia senza particolari modifiche, tuttavia la normativa comunitaria sui<br />

coloranti è in continua evoluzione soprattutto per quanto riguarda la non tossicità e l'innocuità nei diversi settori<br />

d’impiego.<br />

Nel tessile, l’uso di tecnologie e di prodotti chimici non ottimizzati dal punto di vista ambientale nei processi di<br />

trasformazione e nobilitazione, determina un sensibile impatto sia sull’ambiente e sulla salute dei lavoratori. A<br />

questo proposito la Direttiva 2002/61 CE ha posto delle restrizioni in materia di immissione sul mercato e d’ uso<br />

di alcune sostanze e preparati pericolosi, tra cui i coloranti azoici che possono rilasciare una o più ammine<br />

aromatiche potenzialmente cancerogene in concentrazione superiore a 30 ppm negli articoli finiti o nelle parti<br />

colorate degli stessi. Pertanto, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori, tali coloranti non<br />

devono essere usati in articoli tessili e in cuoio che potrebbero entrare in contatto diretto e prolungato con la<br />

pelle o la cavità orale umana. Inoltre, le crescenti segnalazioni di Dermatiti Allergiche da Contatto (DAC) da<br />

indumenti hanno reso ancora più sentito questo problema da parte del consumatore e dell’industria che<br />

tradizionalmente utilizza coloranti di sintesi. In Italia infatti, sulla base di un’indagine condotta su oltre 40.000<br />

Il progetto Activa 195


Allegato A<br />

casi, si stima che le DAC da indumenti alla metà degli anni ’90 rappresentassero circa il 10% delle DAC<br />

extraprofessionali. Come documentano numerosi studi scientifici, l'industria tessile ha utilizzato in tempi recenti,<br />

e tuttora utilizza largamente, prodotti che hanno un'azione allergizzante (Francalanci, 2002).<br />

Secondo alcune recenti ricerche (Francalanci, 2002; Seidenari e Giusti, 2002) l'allergia non è imputabile alle<br />

fibre tessili in sé, ma ai prodotti usati per il trattamento e il finissaggio delle stesse, e in primo luogo i coloranti e<br />

le resine apprettanti. E' ormai dimostrato, infatti, che i "coloranti dispersi" (chiamati così perché utilizzati nella<br />

tecnica di tintura delle fibre detta "per dispersione") sono i principali responsabili della dermatite allergica da<br />

contatto.<br />

Oltre agli aspetti salutistici anche gli aspetti ambientali legati all’uso dei coloranti di sintesi stanno assumendo<br />

un’attenzione crescente da parte dei diversi soggetti coinvolti nella filiera. Molti distretti tessili sono infatti<br />

caratterizzati da un elevato carico inquinante, e l’uso spesso indiscriminato di coloranti di sintesi, nonché di altre<br />

sostanze chimiche impiegate nella fase della tintura e del finissaggio, comporta non pochi problemi di<br />

compatibilità con le normative vigenti sulla tutela dell’ambiente. Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente il<br />

settore tessile produrrebbe dal 2 al 4% di tutti i rifiuti industriali. I regolamenti sull’uso dei coloranti in campo<br />

tessile si limitano a considerare l’inquinamento delle acque di scarico delle industrie, le emissioni nell’atmosfera,<br />

i problemi di stoccaggio delle materie prime, ecc., senza tenere conto delle conseguenze che l’uso dei coloranti<br />

può provocare sulla salute umana sia degli operatori dell’industria che del consumatore finale.<br />

Questa analisi, infine, non può prescindere da considerazioni relative agli aspetti economici e sociali che hanno<br />

coinvolto il settore tessile il quale è andato incontro negli ultimi decenni a un processo di destrutturazione che ha<br />

visto il trasferimento sia delle tecnologie che degli stessi impianti di produzione verso i paesi dell’Est Europa o<br />

del Sud - Est asiatico nei quali il costo del lavoro è più basso rispetto ai paesi occidentali. Vanno considerati<br />

pertanto gli effetti ambientali e sociali connessi alla delocalizzazione delle attività più inquinanti (come quella<br />

del finissaggio e tintura) e Labour - intensive verso questi paesi, seguendo condizioni di minori costi collegate<br />

spesso a minori garanzie sociali e a normative ambientali meno stringenti.<br />

2. I processi produttivi, le caratteristiche delle materie prime, le tecniche estrattive e le<br />

modalità di applicazione principalmente nel settore tessile<br />

Le piante in grado di fornire coloranti sono numerose e molto diversificate sia per caratteristiche botaniche<br />

(appartengono infatti a famiglie botaniche diverse) sia per areale di origine ed esigenze climatiche, che per ciclo<br />

biologico e organo della pianta utilizzabile per la produzione di pigmenti (radice, foglie, infiorescenze, semi<br />

ecc.).<br />

Molte regioni del centro Italia (Marche, Toscana, Umbria, Lazio, ecc.) vantano una lunga tradizione nella<br />

coltivazione di specie tintorie e nell’impiego di coloranti naturali nell’artigianato locale d’arte.<br />

Fino alla fine del XIX secolo, tutti i colori erano di origine naturale e la gamma di tali sostanze coloranti e la loro<br />

distribuzione geografica era molto ampia. Nel 1856 , l’inglese Perkin sintetizzò, a partire dall’anilina, il primo<br />

colorante sintetico, la malveina. Nel 1880 fu ottenuto il primo brevetto di sintesi dell’indaco dal tedesco A. von<br />

Baeyer da anilina, formaldeide e acido cianidrico. Alla fine del 1800 i coloranti sintetici erano già talmente<br />

diffusi che avevano quasi completamente sostituito molti coloranti naturali decretandone il loro graduale<br />

abbandono.<br />

Tra i coloranti naturali che potrebbero sostituire i coloranti di sintesi nel settore tessile troviamo:<br />

a) coloranti derivati dalle piante (classificazione del Colour index C.I. 75.000-75.999). Tra quelli più<br />

diffusi:<br />

- alizarina (da radici di Rubia tinctorium) C.I. 75330<br />

- luteolina ( da Reseda luteola) C.I. 75590<br />

- indaco naturale (da Isatis tinctoria, Indogofera tinctoria e Polygonum tinctorium) C.I. 75780<br />

b) coloranti per alimenti. Tra quelli più diffusi:<br />

- annatto, bissina, norbissina (da Bixa orellana)<br />

- acido carminio e acido chermetico (da insetti del genere Dactylopius spp. e Porphyrophora spp.)<br />

- curcumina (da Curcuma longa) C.I. 75300<br />

- carotenoidi (da specie diverse) C.I. 75130<br />

- clorofille (da spinacio e ortica) C.I. 75810<br />

- rosso di barbabietola, betanina<br />

c)coloranti minerali:<br />

- Al (C.I. 77000 – 77019)<br />

Il progetto Activa 196


- Ca (C.I. 77220 – 77250)<br />

- C (C.I. 77265 – 77268)<br />

- Fe (C.I. 77485 – 77543)<br />

- Mg (C.I. 77711 – 77718)<br />

- MN (C.I. 77726 – 77755)<br />

Allegato A<br />

Tra le numerose specie in grado di fornire coloranti vegetali ve ne sono alcune che, più di altre, presentano<br />

elevate potenzialità produttive ed un più facile inserimento nei tradizionali ordinamenti colturali. Tra queste degne<br />

di attenzione sono alcune specie in grado di fornire i tre colori fondamentali quali il rosso (Rubia tinctorum per<br />

l’alizarina), il giallo (Reseda tintoria per la produzione di luteolina) e il blu (Isatis tintoria e Polygonum tinctorium<br />

per la produzione di indaco). Dalla sperimentazione fin qui condotta, all’interno del progetto di ricerca europeo<br />

(SPINDIGO “Sustainable Production of Plant-derived Indigo” ovvero ‘Produzione Sostenibile di piante da Indaco’<br />

www.spindigo.net ) coordinato a livello nazionale dalla Prof. Angelini, sono emersi per i coloranti naturali in<br />

particolare per l’indaco, numerosi aspetti innovativi di cui è auspicabile una pronta applicazione. Un ruolo<br />

fondamentale per la produzione di indaco naturale è svolto da alcune specie erbacee come Isatis tintoria,<br />

originaria dell’areale europeo, e Polygonum tinctorium originario della penisola Indocinese che, hanno presentato<br />

ottime potenzialità produttive, e possibilità di realizzarne la coltivazione in modo completamente meccanizzato<br />

impiegando mezzi e tecniche disponibili per le tradizionali colture agrarie.<br />

Anche per numerose altre specie, quali reseda, robbia, camomilla dei tintori, ginestra dei tintori e altre, la<br />

sperimentazione agronomica fin qui condotta ha mostrato buona adattabilità all’ambiente di coltivazione,<br />

disponibilità di varietà ed ecotipi caratterizzati da buoni livelli produttivi per resa e contenuto in principi<br />

coloranti (www.agr.unipi.it/colorinaturali).<br />

La tintura con colori naturali, ad eccezione dell’indaco, prevede una fase di estrazione del colorante, generalmente<br />

in acqua o in solventi polari, per la predisposizione del bagno di tintura. I parametri che variano in questa prima<br />

fase sono la concentrazione del bagno e il rapporto in peso tra sostanza colorante e filato (ovvero il rapporto tra la<br />

quantità di polvere colorante impiegata e il peso del filato da tingere), la temperatura e i tempi di estrazione. La<br />

fase successiva è il procedimento di tintura vera e propria che consiste nell’immersione della fibra (in fiocco, in<br />

filo o pezza) preventivamente mordenzata, nel bagno di tintura in condizioni di pH, temperatura e tempi variabili<br />

a seconda del tipo di fibra e dell’intensità del colore che vogliamo ottenere. Lo stesso bagno di tintura può essere<br />

utilizzato ulteriormente per ottenere minori intensità di colorazione. La tintura con l‘indaco segue invece<br />

procedimenti di tipo diverso. Si può realizzare una tintura “al tino” mediante fermentazione dell’indaco che va<br />

incontro a riduzione biologica del colorante, oppure attraverso la riduzione dell’indaco con idrosolfito di sodio.<br />

Le diverse realtà che stanno utilizzando coloranti naturali sono perlopiù attive nel settore dell’artigianato artistico.<br />

La tintura con colori vegetali permette la realizzazione di prodotti di ottima qualità su fibre sia animali che<br />

vegetali, impiegando mordenti meno tossici e inquinanti in sostituzione del cromo e di altri metalli pesanti. L’uso<br />

di questi mordenti, nonché di agenti di finissaggio più eco-compatibili, consente comunque un legame stabile tra<br />

colorante e fibra e conferisce alla colorazione naturale una solidità alla luce e al lavaggio poco lontana da quella<br />

che caratterizza i prodotti realizzati con coloranti sintetici.<br />

Per la tintura naturale le principali difficoltà sono rappresentate prevalentemente dalla dimensione produttiva:<br />

finché parliamo in termini di impresa artigianale la tintura naturale si avvale di procedimenti nei quali le<br />

conoscenze e l’esperienza del tintore, unite a tempi di realizzazione più lunghi, giocano un ruolo cruciale<br />

permettendo la realizzazione di prodotti di alta qualità.<br />

Più difficile appare il trasferimento su scala industriale delle tecniche della tintura naturale che pongono ancora<br />

molte problematiche di tipo tecnico quali la difficoltà di controllare automaticamente i tempi e le condizioni delle<br />

diverse fasi del processo. Anche la formulazione del colorante, sotto forma di polvere o di estratto, può influire<br />

sulla qualità del risultato, essendo in molti impianti, difficile effettuare la tintura con le polveri ricavate dalle<br />

piante. A questo scopo risulta necessario investire in ricerca per ovviare a queste difficoltà e poter mettere a punto<br />

tecniche di tintura che si adattino alla tintura industriale.<br />

3. FATTORI PREDISPONENTI ED OSTACOLANTI LO SVILUPPO DELLA FILIERA<br />

Al fine di sintetizzare gli elementi emersi in occasione del Tavolo di filiera sarà di seguito sommariamente<br />

elencato quanto proposto e discusso, con riferimento a due aree specifiche: caratteristiche e condizioni del<br />

mercato dei coloranti vegetali e aspetti tecnici che ostacolano la realizzazione della filiera.<br />

3.1 Caratteristiche e condizioni del mercato dei coloranti vegetali<br />

Il progetto Activa 197


Allegato A<br />

3.1.1 Settore tessile – abbigliamento<br />

L’impiego dei coloranti vegetali nella tintura delle fibre naturali comporta un significativo aggravio sul costo del<br />

prodotto finito, sia per il costo della materia prima (al momento non solo non competitivo con il colorante di<br />

sintesi, ma neppure con il colorante vegetale di importazione), sia soprattutto per il costo del procedimento di<br />

tintura che richiede tempi più lunghi e maggiore impiego di manodopera. Esistono tuttavia notevoli differenze,<br />

sia di tipo tecnico che di costo, tra la tintura con pigmenti ottenuti dalle diverse specie, ad esempio tra la tintura<br />

con robbia, reseda o indaco.<br />

Attualmente sul territorio italiano è presente Arcobaleno Natural Color S.r.l., tintoria in capo che ha<br />

industrializzato il processo di tintura naturale dei laboratori artigianali, senza stravolgere nessun procedimento di<br />

lavorazione. Nel processo produttivo vengono impiegati esclusivamente coloranti naturali (dalla robbia, alla<br />

reseda, all’indaco al campeggio) al fine di coniugare la necessità di processi produttivi eco-compatibili, con le<br />

motivazioni salutistiche del consumatore, sempre più sensibile a una filosofia di vita che pone il benessere al<br />

primo posto nella scala dei valori individuali. La tintura in capo, principalmente su cotone e altre fibre<br />

cellulosiche, consente di abbattere i costi e si rivolge ad un mercato più di massa.<br />

In provincia di Modena opera la Tintoria Emiliana, una tintoria industriale che tinge in capo con colori vegetali<br />

sia su lana che su fibre liberiane. Inoltre presso Ascoli Piceno la cooperativa “La Campana” ha messo a punto<br />

una tintoria artigianale che tinge in fiocco e filato su lana. Entrambe queste realtà si rivolgono ad un mercato di<br />

nicchia di alto valore aggiunto.<br />

Alcune aziende che operano nell’alta moda, hanno già sperimentato, su indicazione di noti stilisti, l’impiego di<br />

coloranti naturali di origine vegetale, presentando collezioni di moda con diversi pigmenti naturali tra cui la<br />

robbia, la reseda, legno rosso del Brasile, la cocciniglia sia infine l’indaco da guado e da poligono proveniente<br />

dal Progetto Spindigo, associandole a fibre naturali quali l’ortica oppure al cashemire. In particolare l’azienda<br />

Karada Corpo9 ha presentato alla rassegna di Pitti Immagine Uomo 2002 una giacca di ortica colorata con<br />

l’indaco da guado, prodotto in Toscana dal Dipartimento di Agronomia dell’Università di Pisa, all’interno di un<br />

progetto su colori e fibre naturali. L’azienda Mely’s di Arezzo, dal 1956 leader nel settore della produzione di<br />

maglieria di alta qualità, ha deciso di entrare direttamente nel mondo della moda creando il progetto Kos<br />

(www.kosproject.com) che unisce pigmenti vegetali a materie preziose quali il cashemire e le pietre dure. Il<br />

concept stilistico è valorizzato da tonalità pastello che uniscono la morbidezza del cashemire alle tonalità dei<br />

colori naturali per soddisfare una clientela esigente, attenta al design e sensibile alle nuove sfide ambientali. Tale<br />

progetto è stato presentato in diverse rassegne di Pitti Immagine Uomo e viene proposto in diverse show room<br />

sia in Italia, Giappone e Stati Uniti. Queste iniziative si inseriscono in un mercato del tutto particolare nel quale<br />

il costo delle materie prime e dei procedimenti di tintura non rappresenta un grosso ostacolo. Il settore dell’alta<br />

moda, pur caratterizzato da andamenti ciclici, può contribuire alla formazione della filiera dei coloranti naturali<br />

con azioni a livello d’immagine che possono svolgere un ruolo molto importante nel lanciare questo tipo di<br />

prodottti anche su mercati meno elitari.<br />

3.1.2 Le potenzialità di mercato in Toscana: ricerca, innovazione trasferimento dell’innovazione per le<br />

PMI del tessile – abbigliamento<br />

In Toscana sono presenti distretti industriali tessili di fama internazionale, quali il distretto tessile di Prato e<br />

quello del Casentino. Le aziende pratesi che operano in questo settore tessile sono generalmente piccole e medie<br />

imprese. Sono circa 8.000 aziende che hanno da 2 a 7 addetti. Nel Casentino operano 221 piccole imprese del<br />

tessile e dell’abbigliamento con 1-2 addetti per un totale di circa 265 addetti. Per le piccole medie imprese è<br />

difficile investire in nuove competenze ed innovazione e in generale in ricerca. Queste aziende mostrano in<br />

genere interesse ma soffrono la concorrenza (come del resto l’intero comparto tessile italiano) di quei paesi<br />

(Cina, Turchia, India) dove i costi di produzione sono estremamente bassi. La scelta vincente sembra essere<br />

quella di collocarsi su mercati al di fuori della concorrenza dei Paesi extra - europei precedentemente citati. Il<br />

sistema moda e il made in Italy trovano molti spunti in Toscana. Il giro di affari del sistema moda in Toscana è<br />

intorno a 20 miliardi di euro e esso si caratterizza prevalentemente per una forte esportazione in particolare nei<br />

paesi dell’area del dollaro (la Toscana esporta il 19% in più rispetto alle altre regioni nell’area del dollaro). I<br />

consumatori finali apprezzano la qualità del prodotto e del processo e acquistando un prodotto di qualità essi<br />

comprano anche emozioni. In tal senso un prodotto di alta qualità fatto con colori vegetali uniti alle fibre naturali<br />

risponderebbe pienamente a questa esigenza di differenziarsi, proponendo un prodotto innovativo, che garantisce<br />

la tracciabilità delle materie e dei processi, un prodotto customerizzato e adattato al gusto del consumatore finale.<br />

Il consumatore infatti è disposto a pagare il 20% in più per un prodotto che presenta non solo certificazione<br />

ambientale ma anche etica. A questo proposito la Regione Toscana, oltre ad aver aderito alla certificazione<br />

EMAS 2, ISO 14000 e Ecolabel ha definito ed aderito alla Certificazione etica e ambientale SA 8000 mettendo a<br />

disposizione delle risorse che consentono alle imprese di coprire il 50% dei costi di certificazione. Questa<br />

iniziativa va nel senso di tailorizzare la proposta produttiva, infatti un errore molto grosso è quello di considerare<br />

il settore produttivo come un tutto indistinto.<br />

Il progetto Activa 198


Allegato A<br />

Risulta opportuno aiutare le aziende italiane ed in particolare quelle toscane a convertire i propri processi<br />

produttivi per riportare in Toscana le attività di prima trasformazione che assicurino il controllo delle materie<br />

prime e dei processi (ad oggi a Prato troviamo solo attività di tessitura e finissaggio). Disponendo di adeguate<br />

quantità di materie prime sia di fibra che di coloranti vegetali sarà possibile portare avanti progetti pilota e<br />

acquisire esperienza in termini di innovazione dei processi di tintura naturale.<br />

Esiste un know–how per ottenere un processo produttivo a partire dalla semina fino all’ottenimento delle polveri<br />

coloranti secondo processi eco-compatibili, è quindi necessario creare strutture di estrazione dei coloranti<br />

vegetali in loco per ottenere una contrazione della filiera (da sviluppare su un raggio di 50 km). In questo modo<br />

si potranno ridurre i costi di produzione andando a valorizzare a pieno le piante coloranti come risorsa<br />

rinnovabile. Ad oggi in Italia esistono solo tre impianti di estrazione dell’indaco situati a Pisa, a San Sepolcro e a<br />

Montefiore sull’Aso.<br />

All’interno del settore tessile è possibile sviluppare non solo prodotti per il tessile-abbigliamento ma anche altri<br />

prodotti per l’arredamento e la casa, quali tovaglie, tendaggi, rivestimenti e tessuti per il bagno, settori di<br />

“nicchia” ma interessanti per completare il quadro delle opportunità. A questo proposito la Ditta Busatti di San<br />

Sepolcro realizza preziosi tessuti per arredamento fatti ancora con il telaio a navetta a cui è stata abbinata la<br />

colorazione con indaco naturale prodotto in Val Tiberina. In questo modo all’elevata qualità del prodotto si va ad<br />

aggiungere anche il legame con il territorio e la riscoperta di antiche tradizioni, essendo stata la Val Tiberina nei<br />

secoli passati un importante sito di coltivazione del guado per la produzione di indaco naturale prima<br />

dell’avvento dei coloranti di sintesi.<br />

Per quanto riguarda altri settori di impiego dei coloranti vegetali una importante opportunità è rappresentata dal<br />

settore della pelle. La presenza del distretto conciario di Santa Croce dove opera il consorzio ”Vera Pelle<br />

conciata al vegetale” e dove sono in atto altre iniziative come quella della formulazione di una “pelle<br />

anallergica” - che prevede l’eliminazione di alchilbenzeni, presenti nei lubrificanti minerali, e di aldeidi, fenoli<br />

ed altri composti tossici- consente di esplorare nuove opportunità di impiego dei coloranti vegetali. A questo<br />

proposito al tavolo sono intervenuti Domenico Castello del Polo Tecnologico Conciario di Santa Croce<br />

sull’Arno e Remo Petroselli di Chimont International che hanno dichiarato la loro disponibilità a sperimentare la<br />

produzione di pelli colorate con colori naturali di origine vegetale mettendo in luce anche la necessità di<br />

muoversi in questa direzione conseguentemente all’approvazione della Direttiva Reach che determinerà una<br />

sostanziale diminuizione delle sostanze chimiche di sintesi impiegabili nel settore conciario.<br />

3.2 Fattori ostacolanti lo sviluppo della filiera<br />

3.2.1 Prezzi alti<br />

Nella fase agricola il costo di produzione delle piante tintorie è superiore solo di circa un 15-30% rispetto alle<br />

colture tradizionalmente presenti negli attuali ordinamenti colturali. Sono tuttavia i costi di estrazione e di<br />

formulazione del pigmento ad incidere maggiormente sul costo di produzione dei pigmenti vegetali. Oggi i<br />

coloranti naturali si trovano, quindi, ad avere prezzi ancora più alti rispetto a quelli di sintesi. Particolare è il caso<br />

dell’indaco che essendo ottenibile solo per mezzo di un processo piuttosto complesso, è necessariamente<br />

caratterizzato da prezzi elevati, infatti un chilogrammo di indaco sintetico ha un costo che può variare dai 6 agli<br />

8 il kg, contro i 70-80 /kg dell’indaco naturale di origine indiana e i 120-150 /kg dell’indaco naturale italiano<br />

o francese. Alla luce di questi prezzi la realizzazione di prodotti colorati con pigmenti naturali di origine vegetale<br />

sembra irrealizzabile ed è tale se la finalità è quella di fornire prodotti concorrenziali rispetto a quelli colorati con<br />

pigmenti sintetici. La chiave di lettura giusta per realizzare una filiera dei colori naturali di origine vegetale è<br />

quella di proporre un prodotto diverso da quello sintetico e non in antitesi con quest’ultimo; fondamentale sarà<br />

esaltare le peculiarità dei prodotti naturali e non puntare sul confronto con il colorante di sintesi. Per quanto<br />

riguarda la concorrenza originata dai coloranti naturali di origine extra – europea, disponibili sul mercato a costi<br />

minori, è importante mettere in evidenza che i prodotti toscani sono ottenuti senza lo sfruttamento della mano<br />

d’opera, incrementando così il loro valore di un significato etico fornendo altresì garanzie sulla loro origine<br />

attraverso un percorso di tracciabilità della materia prima. Attualmente infatti l’indaco indiano da Indigofera spp.<br />

è spesso adulterato con l’indaco di sintesi e non si ha la certezza sulla autenticità della sua origine biologica.<br />

I coloranti naturali derivanti da reseda e robbia presentano prezzi più bassi rispetto all’indaco, in quanto<br />

presentano una tipologia di lavorazione e di formulazione più semplice, per questo un chilogrammo di colorante<br />

naturale in polvere derivante da queste due specie si può trovare sul mercato a circa 12 . La differenza tra la<br />

tintura con coloranti di sintesi chimica e quelli naturali, non sta tanto nel costo della materia prima, quanto nella<br />

quantità minore di pigmento impiegata nella tintura con colori di sintesi e nei procedimenti di tintura più rapidi e<br />

più facilmente automatizzabili.<br />

Secondo il Dr Stefano Panconesi, che da anni opera come consulente di tintura naturale, la tintura con pigmenti<br />

Il progetto Activa 199


Allegato A<br />

di sintesi presenta un costo variabile da 2 a 30 per kg di filato o pezza o capo a seconda del tipo di tessuto su<br />

cui si effettua la tintura e a seconda del tipo di colore.<br />

La tintura con pigmenti naturali, se fatta su piccole quantità a livello artigianale, è caratterizzata in generale da<br />

costi elevati, in particolare per il maggiore impiego di manodopera. Mentre nel caso della tintura industriale, si<br />

rendono necessari adeguati investimenti per impianti specifici da destinare unicamente alla tintura naturale.<br />

Secondo il Dr Alessandro Butta della Cooperativa Agricola “La Campana” è possibile realizzare colorazioni con<br />

pigmenti di origine naturale a prezzi che variano intorno ai 18 - 25 per chilogrammo di fibra come è stato<br />

verificato per la tintura in fiocco di lana cashmere presso la sua azienda. Presso la tintoria Arcobaleno che<br />

realizza però tinture in capo su cotone il prezzo della tintura naturale è intorno a 25-30 al kg.<br />

3.2.2 Problemi ancora aperti<br />

Nella fase di produzione della materia prima le problematiche ancora irrisolte sono di tipo agronomicoproduttivo<br />

(organizzazione aziendale, tecnica colturale, stagionalità delle produzioni, stoccaggio), di tipo<br />

tecnologico (disponibilità di impianti che richiedano bassi costi di allestimento e di gestione e che siano in grado<br />

di operare on-farm), di tipo economico-sociale (costo finale di produzione del colorante, interventi di sostegno<br />

per la realizzazione di impianti di trasformazione e/o estrazione, formazione degli operatori) ed infine ecologico<br />

e ambientale (logistica dei trasporti, bilanci agro-ambientali, gestione dei reflui, consumo di acqua e energia).<br />

Sempre per quanto riguarda la fase della produzione agricola la verifica di medio termine della Politica Agricola<br />

Comunitaria può rappresentare una grande possibilità per le colture a destinazione non alimentare, tra cui le<br />

piante da coloranti. Infatti il “disaccoppiamento” previsto dalla nuova PAC assegna un premio<br />

indipendentemente dal tipo di coltivazione effettuata e incentiva indirettamente le rotazioni e lo sviluppo di<br />

nuove colture.<br />

Un grosso punto critico che dovrà necessariamente essere superato per avviare una filiera locale è la scarsa<br />

disponibilità di materiale di propagazione gamica o agamica opportunamente selezionato, indispensabile per<br />

l’attivazione della filiera su scala almeno aziendale. All’interno del progetto Spindigo è stato riprodotto seme di<br />

Isatis tintoria in quantità sufficiente per intraprendere la coltivazione su scala aziendale, ma non sufficiente per<br />

realizzare coltivazioni su vaste superfici. Per quanto riguarda il Polygonum tinctorium -specie da indaco molto<br />

più produttiva rispetto al guado e in grado di fornire indaco di migliore qualità- si rende necessario ampliare la<br />

superficie delle colture da seme presenti nella pianura pisana al fine di aumentare la produzione del seme e<br />

provvedere alla sua selezione. Inoltre per reseda, robbia o altre specie pur disponendo di varietà selezionate,<br />

queste non sono disponibili in quantità sufficiente per avviare la coltivazione e pertanto si rende necessario<br />

procedere alla loro moltiplicazione.<br />

Sempre per quanto riguarda la tecnica colturale, un problema ancora non sufficientemente risolto è la messa a<br />

punto di un’opportuna strategia di controllo delle piante infestanti che con la loro presenza possono andare ad<br />

incidere negativamente sulla qualità del prodotto. La non disponibilità di erbicidi chimici registrati per essere<br />

impiegati su queste nuove colture può rendere difficile un adeguato controllo delle piante infestanti soprattutto<br />

nelle primissime fasi dopo l’emergenza. In particolare alcune piante coloranti, come il Polygonum tinctorium<br />

presenta una grande affinità con le principali Polygonaceae macroterme (Polygonum aviculare, Polygonum<br />

laphatifolium ecc.) che infestano le nostre colture primaverili-estive. Isatis tintoria è considerata addirittura una<br />

specie infestante pericolosa in molti stati del Nord America, per la sua elevata rusticità e capacità di diffusione<br />

sia per seme che per porzioni di rizoma.<br />

Difficoltà, seppur di minor rilevanza perché ormai quasi completamente risolte esistono in relazione alla<br />

meccanizzazione di queste colture. Gli aspetti legati all’organizzazione aziendale, alla logistica della raccolta,<br />

stoccaggio ed estrazione sono particolarmente importanti per la coltura del guado in quanto le foglie devono<br />

essere “processate”immediatamente dopo la raccolta poiché i precursori dell’indaco presenti nelle foglie fresche<br />

sono molto instabili e vanno incontro a rapida degradazione. Questo comporta la necessità di organizzare le<br />

coltivazioni in diversi lotti di produzione, di raccolta ed estrazione in modo commisurato alla capacità di lavoro<br />

degli impianti. Sempre per il guado la stagionalità delle produzioni che comporta una gestione discontinua degli<br />

impianti, può essere superata organizzando delle semine scalari con diversi turni di taglio. Meno problematica<br />

risulta la raccolta e la trasformazione di reseda e robbia che richiedono un processo di essiccazione, cernita e<br />

successiva eventuale macinazione per ridurre la droga in polvere.<br />

La fase di estrazione, in particolare per l’indaco, richiede ulteriori studi sia di base che applicativi, al fine di<br />

definire meglio le condizioni di estrazione e ottimizzare così la resa (ancora troppo lontana dalla resa<br />

potenzialmente ottenibile) nonché la qualità del prodotto ottenuto (in termini di purezza). In questa fase un altro<br />

problema è rappresentato dall’elevato costo di produzione dovuto principalmente alla bassa resa e alla<br />

disponibilità di impianti che richiedono elevati costi di allestimento e di gestione. Questo problema potrebbe in<br />

parte, essere eventualmente risolvibile con una gestione consortile o cooperativa degli impianti per contenere i<br />

costi.<br />

Il progetto Activa 200


Allegato A<br />

Nella fase di tintura un aspetto importante da considerare è l’esigenza di avere tinture uniformi e resistenti alla<br />

luce, di adattare le macchine industriali utilizzate con colori di sintesi, alla tintura naturale e di avere a<br />

disposizione una vasta gamma di colori per poter rispondere alle esigenze di mercato.<br />

E’ necessario acquisire maggiori conoscenze sulle tipologie di formulazione dei coloranti naturali. Per alcuni tipi<br />

di tintura ad esempio potrebbe essere utilizzata la polvere colorante (paragonabile alla droga prodotta dalle<br />

piante officinali) mentre in altri casi potrebbe essere necessario poter disporre di estratti, da utilizzare negli<br />

impianti presenti nelle tintorie industriali.<br />

Le questioni ancora in sospeso sono legate, da un lato al fatto che si tratta di una filiera ancora “giovane” e<br />

dall’altro alla complessità della filiera stessa che in ogni sua fase ha implicazioni non solo di tipo tecnico, ma<br />

anche macro e micro economiche, politico - normative, ambientali e socio - territoriali.<br />

Confrontando però le diverse esperienze dei presenti al tavolo di filiera, le problematiche di tipo tecnicoproduttivo<br />

hanno assunto un ruolo secondario rispetto alla necessità di investire in comunicazione e divulgazione<br />

per far meglio comprendere al consumatore il significato di questi nuovi prodotti. Molti dei presenti, soprattutto<br />

coinvolti nella parte terminale della filiera, hanno messo in evidenza come al momento le possibilità di<br />

collocamento sul mercato di prodotti tessili naturali siano modeste e come sia prioritario favorire la<br />

comunicazione per ampliare le possibilità di mercato. La necessità di comunicare in modo adeguato e corretto al<br />

consumatore il significato e il valore salutistico e ambientale di un prodotto tessile, colorato con colori naturali e<br />

unito a fibre naturali potrebbero consentire di lanciare la filiera anche in presenza di alcune delle problematiche<br />

tecniche prima ricordate. In questo quadro risulta a nostro avviso importante tutelare l’agricoltore che<br />

rappresenta sicuramente l’anello più debole della filiera per far sì che parte del valore che si viene ad aggiungere<br />

alla materia prima ritorni almeno in parte alla fase della produzione consentendo così l’avvio di una filiera<br />

nazionale di fibre e colori naturali stabile e duratura.<br />

4. Vantaggi e potenzialità di una filiera dei coloranti naturali regionale<br />

Il quadro generale di riferimento in cui si dovrebbero inserire i coloranti naturali di origine vegetale presenta<br />

aspetti socio-economico legati alla globalizzazione dei mercati che fa si che i coloranti naturali prodotti nel<br />

nostro paese subiscano la concorrenza di prodotti di origine asiatica, caratterizzati da prezzi più bassi ma allo<br />

stesso tempo da incertezza sulla loro reale origine naturale, ed ottenuti in certi casi sfruttando il lavoro umano e/o<br />

mettendo a rischio specie spontanee. La maggiore qualità che spesso caratterizza le nostre produzioni e la<br />

possibilità di tracciare il loro percorso produttivo realizzato con tecniche di produzione sostenibile, può fornire<br />

nuove opportunità per un consumatore attento alla qualità dei prodotti e alla tutela dell’ambiente. Per questo è<br />

essenziale adeguarsi alle nuove esigenze di mercato che richiedono sempre più spesso flessibilità, tracciabilità e<br />

disponibilità all’innovazione tecnologica per raggiungere buoni risultati sia per le aziende agricole che per le<br />

piccole e medie imprese che operano non solo nel tessile ma anche in altri settori industriali.<br />

Da più parti viene messo in evidenza come per superare la crisi che stanno attraversando molti distretti tessili nel<br />

nostro paese si debbano individuare prodotti innovativi e di alto valore aggiunto, concorrenziali con quelli di<br />

fabbricazione extraeuropea. L’impiego di fibre e coloranti naturali, all’interno di una filiera innovativa, potrebbe<br />

generare nuove opportunità di sviluppo sia per gli agricoltori che per le piccole e medie imprese del settore<br />

tessile. I coloranti di origine naturale potrebbero in parte sostituire i coloranti chimici utilizzati nel settore tessile<br />

andando ad interessare una particolare fascia di mercato indirizzata a un consumatore attento non solo alla<br />

qualità e alla salubrità delle materie prime utilizzate, ma anche alle ripercussioni sull’ambiente che comportano i<br />

procedimenti di tintura e finissaggio.<br />

Queste nuove tendenze ben si sposano con l’impostazione della nuova PAC, la quale, come precedentemente<br />

accennato, mira in particolare a valorizzare tre elementi: il rapporto con il mercato; la vocazione del territorio;<br />

l'efficienza tecnica ed economica. In questa direzione, che lascia ampio spazio alla politica di sviluppo rurale,<br />

ben si collocano le colture non alimentari in ed in particolare le piante tintorie.<br />

Nuove opportunità per coloranti e materie prime rinnovabili, da impiegare nel settore tessile, vengono fornite<br />

anche dai vincoli normativi posti dalle direttive comunitarie che limitano l’impiego di coloranti di sintesi<br />

ritenuti tossici e responsabili dei crescenti casi di dermatiti allergiche da contatto. L'impiego dei coloranti nel<br />

settore tessile è, infatti, disciplinato da normative ben precise che indicano le sostanze e le dosi consentite. A tal<br />

proposito la direttiva 61/2002 CE ha bandito l’utilizzo di 23 coloranti di tipo azoico ed ha posto delle restrizioni<br />

alla immissione sul mercato di altre sostanze coloranti di sintesi ritenute pericolose.<br />

Per far sì che i colori naturali possano trovare una loro posizione sul mercato attuale devono essere presentati<br />

non come un’alternativa ai colori sintetici ma come qualcosa di diverso rispetto a questi ultimi. Devono essere<br />

messe in luce le caratteristiche positive di questi prodotti cioè la loro “atossicità”, e “anallergicità”, la<br />

sostenibilità ambientale, non meno importante la possibilità di avere un capo unico ed il legame con il territorio<br />

che possono avere queste prodotti, frutto di antiche tradizioni che si ripropongono.<br />

Il progetto Activa 201


Allegato A<br />

Per realizzare tutto questo è necessario sì informare realmente il consumatore, ma allo stesso tempo si devono<br />

formare anche agricoltori e tintori in modo da ottenere il miglior prodotto possibile e garantire oltre a tutte le<br />

caratteristiche positive dei coloranti naturali finora elencate, anche l’aspetto qualitativo. In questo quadro diventa<br />

di fondamentale importanza la tracciabilità del prodotto, dalle materie prime impiegate, al prodotto finito.<br />

Questo aspetto potrebbe andare a rappresentare un ulteriore un punto di forza per le aziende di tutta la filiera,<br />

rendendo competitivi i colori naturali prodotti nei paesi europei anche con quelli di origine extra - europea,<br />

sovente originati dallo sfruttamento della mano d’opera. In questo modo i nostri prodotti acquisterebbero un<br />

maggiore valore aggiunto dovuto alla loro sostenibilità etica.<br />

Lo sviluppo del mercato del tessile ecologico ha indotto le aziende a porre attenzione non solo alla provenienza e<br />

al tipo di fibra, ma anche alle altre sostanze chimiche che normalmente vengono impiegate nella fabbricazione<br />

del prodotto (mordenti, coloranti, sbiancanti e altri ausiliari). Quando le aziende decidono di utilizzare fibre<br />

tessili naturali, l’uso di un colorante di sintesi può compromettere la naturalità del prodotto, ricercata da un<br />

consumatore sempre più attento alla qualità, alle tematiche ambientali e alla tutela della propria salute.<br />

Per quanto riguarda la certificazione, diversi organismi di certificazione, più o meno legati alla filiera<br />

dell’agricoltura biologica, si stanno interessando al tessile. ICEA ha definito i disciplinari per il tessile biologico,<br />

ai quali hanno aderito alcune aziende tessili, ed inoltre si sta muovendo in accordo con IFOAM per definire e<br />

uniformare questi standard produttivi anche a livello internazionale.<br />

A tutela del consumatore è stata istituita fin dagli inizi degli anni novanta, l’etichetta ecologica europea Ecolabel,<br />

con il regolamento comunitario 880/92, con l’obiettivo di incentivare la presenza sul mercato di prodotti e<br />

servizi ‘puliti’. Il simbolo della margherita attesta infatti, che il prodotto su cui è apposto ha un ridotto impatto<br />

ambientale durante l’intero ciclo di vita, dalla produzione all’utilizzo, allo smaltimento finale. L’Ecolabel non<br />

può essere concesso a prodotti alimentari, farmaceutici, e dispositivi medici.<br />

Nel campo dell’edilizia per la pittura di esterni ed interni, i coloranti naturali potrebbero andare a sostituire i<br />

coloranti di sintesi in un formulato che include anche altri componenti organici naturali. Attualmente nella<br />

produzione di vernici vengono utilizzate circa 40.000 sostanze chimiche diverse che molto spesso vengono<br />

introdotte sul mercato senza un’analisi attenta del loro grado di tossicità per gli esseri viventi e del loro impatto<br />

sull’ambiente che ci circonda. Secondo Roberto Mosca - titolare della Spring Color, un’azienda da molti anni<br />

opera della bioedilizia - molte sostanze già dichiarate tossiche vengono ancora tranquillamente usate. Un dato<br />

per riflettere: da ogni tonnellata di pitture e vernici evaporano circa 400 kg di solventi tossici per l’uomo e<br />

dannosi per l’ambiente.<br />

Tra i componenti delle vernici acriliche o viniliche in particolare, sono presenti solventi alcuni dei quali<br />

riconosciuti cancerogeni dal Ministero della Sanità. Ma non solo i solventi sono i responsabili dei danni alla<br />

nostra salute, le vernici infatti sono composte anche da pigmenti (le materie coloranti), le cariche (le materie<br />

rinforzanti) e le colle (le materie leganti).<br />

Studi condotti dai più importanti enti di tutela della salute pubblica hanno verificato la tossicità di alcuni di<br />

questi materiali, ed in certi casi ne è stata provata la cancerogenicità, ma ancora molto c’è da fare.<br />

Nella composizione delle vernici ancora oggi possiamo trovare la presenza di metalli pesanti, estremamente<br />

pericolosi per la salute e per l’ambiente, come il cadmio, il cromo, il mercurio, l’arsenico e il titanio. Ovviamente<br />

va tenuto presente che una sostanza ha una carica di pericolosità che varia a seconda delle tecniche d’uso<br />

utilizzate, e a seconda della percentuale in cui esse sono presenti nel prodotto finito.<br />

La Bioedilizia propone l’utilizzo di prodotti che la natura mette a disposizione, senza costi ed aggravi aggiuntivi,<br />

prodotti a basso impatto ambientale, che permettono di vivere e sentirsi meglio nella propria abitazione. La<br />

soluzione quindi va cercata in tecniche e sostanze del tutto naturali.<br />

Tutti i componenti delle vernici e delle pitture utilizzate dalle ditte produttrici di materiali bioedili sono sempre<br />

dichiarate (la cosiddetta etichetta “trasparente”), secondo un codice etico che richiede la massima trasparenza<br />

sulla biografia del prodotto. Sono prodotti composti da materie prime naturali rinnovabili, esenti da emissioni<br />

nocive, la cui trasformazione avviene nel rispetto della natura, con l’esclusione di materie prime di sintesi<br />

petrolchimica. Si tratta di composti ottenuti da resine vegetali, oli vegetali, gomme e colle, oli essenziali,<br />

coloranti vegetali, prodotti di origine animale, sostanze minerali naturali elaborate.<br />

L’utilizzo di questi materiali evita i rischi di allergie e gli effetti dannosi conosciuti e non conosciuti, dei prodotti<br />

chimici derivati dal petrolio. La bioedilizia utilizza sostanze interamente naturali che mantengono la<br />

traspirabilità delle superfici trattate, mentre i pigmenti costituiti da terre naturali e materie prime vegetali, non<br />

comportano inquinamento essendo biodegradabili e offrono colori molto stabili, vivi e piacevoli al tatto. In<br />

questo quadro si inseriscono le esperienze della DURGA e della SPRING COLOR due aziende che producono<br />

per l’appunto prodotti per la bioedilizia di origine naturale. Di particolare interesse potrebbero essere le<br />

produzioni di vernici con coloranti naturali di origine vegetale nei quali il legame con l’ambiente toscano<br />

genererebbe un ulteriore incremento del valore aggiunto del prodotto dovuto non solo alle caratteristiche di<br />

salubrità ma anche al territorio di origine.<br />

Il progetto Activa 202


Allegato A<br />

Un altro settore che potenzialmente potrebbe utilizzare coloranti naturali e quello della pelle, settore che<br />

annovera tra la provincia di Pisa e Firenze, nel cosiddetto comprensorio del cuoio toscano, ben 400 concerie con<br />

10.000 addetti, con una dimensione media di 12 addetti per azienda e con un fatturato distrettuale di<br />

2.065.828.000 euro, sul quale le esportazioni incidono per il 40% (dati 2003). Nel distretto di Santa Croce<br />

sull’Arno è inoltre presente il Consorzio “Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale” che utilizza i tannini, presenti<br />

nel tronco e nella corteccia di alberi di diverse specie. La produzione di pellame conciato al vegetale è rivolta a<br />

quei manufatti che richiedono il diretto contatto con il corpo (ad es. i cinturini degli orologi, calzatura,<br />

borsetteria, valigeria, cinture, selleria, accessori e arredamento). Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento<br />

delle concerie che fanno concia al vegetale. L'estrazione di queste sostanze avviene nel pieno rispetto<br />

dell'ambiente, con metodi che ne garantiscono la salvaguardia permettendo altresì la naturale ricrescita delle<br />

piante. Questo tipo di produzione, se abbinato a colorazioni con pigmenti di origine vegetale, può ridurre i rischi<br />

di allergie e irritazioni, completando un ciclo di lavorazione totalmente naturale che esclude metalli pesanti e<br />

altre sostanze chimiche di sintesi potenzialmente dannose per la salute. Una adeguata azione di comunicazione al<br />

consumatore, supportata da politiche di marchio e tracciabilità potrebbe valorizzare questi prodotti più rispettosi<br />

dell’ambiente e della salute dei consumatori.<br />

5. Prospettive<br />

Per dare concretezza all’avvio di una filiera Toscana dei coloranti naturali di origine vegetale si rende necessario<br />

nel breve periodo intraprendere le seguenti azioni:<br />

A) Portare avanti la ricerca sia di base che applicativa per ottimizzare la fase di produzione e di estrazione<br />

–formulazione al fine di garantire alte rese e alti standard qualitativi in relazione alle esigenze<br />

dell’industria.<br />

B) Individuare le specie coloranti più adatte ai diversi ambienti e le varietà vegetali in grado di produrre<br />

quantità elevate di pigmenti. Riprodurre o moltiplicare il materiale vegetale da fornire agli agricoltori al<br />

fine di avviare le coltivazioni su scala locale. Al momento è disponibile solo il seme di guado mentre, la<br />

quantità di materiale di riproduzione di reseda, robbia e poligono è tuttora modesta.<br />

C) Mettere a punto metodi di estrazione/formulazione che garantiscano l’ottenimento di prodotti di qualità<br />

a costi concorrenziali. Ottimizzare la fase impiantistica per abbassare i costi di allestimento e di<br />

gestione.<br />

D) Avviare azioni di sostegno ed indirizzo, che possano influenzare in maniera decisiva lo sviluppo di<br />

mercato per questa filiera (es. la comunicazione ai cittadini e agli operatori economici, supportata dalle<br />

istituzioni, e le politiche di marchio e tracciabilità). Definire dei disciplinari di produzione/estrazione e<br />

utilizzazione di un marchio che attesti la tracciabilità del prodotto. Un’iniziativa di questo tipo è in<br />

corso in Val Tiberina Toscana con il marchio “Pianta blu” che garantisce l’origine dell’indaco naturale<br />

da guado prodotto in quel territorio.<br />

E) Fornire una diffusa e precisa informazione agli agricoltori riguardo alle tecniche colturali, alle tecniche<br />

di estrazione e alle specifiche tecnico-qualitative del prodotto (purezza etc.).<br />

F) Intensificare la sperimentazione in comparti diversi dal tessile, quali il settore della pelle, delle vernici e<br />

della cosmesi naturale per aumentare le possibilità d’ impiego dei coloranti naturali.<br />

G) Promuovere una stretta collaborazione tra i diversi enti di ricerca coinvolti nelle varie fasi della filiera,<br />

dagli aspetti più legati alla produzione e all’estrazione, a quelli connessi con i processi e le tecnologie<br />

manifatturiere.<br />

H) Realizzare soprattutto a livello regionale, accordi tra tutti i vari attori della filiera, basati su una<br />

definizione chiara e condivisa di prezzi, quantità e standard minimi di qualità.<br />

I) Creare un Coordinamento Nazionale per la filiera dei coloranti naturali nell’ambito della quale<br />

costituire uno spazio aperto per la condivisione di informazioni, conoscenze e progettualità dalla fase di<br />

produzione a quella della lavorazione dei colori naturali, anche alla luce dei recenti vincoli normativi<br />

proposti nella Direttiva Reach. Questa iniziativa dovrà operare secondo una visione comune e condivisa<br />

sui coloranti naturali di origine vegetale creando delle sinergie con quanto si sta facendo per le fibre<br />

Il progetto Activa 203


Allegato A<br />

vegetali e per la filiera del tessile ecologico o bio che utilizzi fibre e colori naturali made in Italy con lo<br />

scopo di coinvolgere operatori economici ad ogni livello della catena del valore .<br />

Gli attori del Tavolo<br />

Il sostegno allo sviluppo della coltivazione delle piante tintorie nei sistemi agricoli attuali, all’ottimizzazione<br />

ecologica dei processi produttivi e al rispetto dei diritti dei lavoratori, costituiscono oggi degli effettivi e<br />

prioritari campi d’intervento per una pluralità di soggetti e opportunità di sviluppo per le imprese agricole e per<br />

le PMI del settore tessile. Si dovranno pertanto realizzare sinergie tra più soggetti quali:<br />

- gli Enti di Ricerca<br />

- le Associazioni Ambientaliste<br />

- le Associazioni Culturali<br />

- le Organizzazioni dei Consumatori<br />

- le Associazioni degli agricoltori<br />

- le imprese del settore tessile, della bioedilizia e quelle del settore pelle/conciario<br />

- gli enti di certificazione<br />

Il progetto Activa 204


Elementi introduttivi<br />

REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA SULLE FIBRE VEGETALI<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Prato - 06 dicembre 2004<br />

Allegato A<br />

L’utilizzo delle materie prime derivate dalle specie vegetali da fibra rappresenta un argomento dibattuto in<br />

Italia da tempo. Dopo cicli di crisi e rilancio, recentemente (non solo in Italia, ma anche in Europa e in Paesi<br />

extraeuropei) si è mostrata la volontà di rilanciare questo tipo di coltivazioni nel quadro più generale delle<br />

colture no-food. Le specie vegetali da fibra sembrano rispondere bene alle odierne istanze socio-economiche: da<br />

un lato, si presentano come ottima alternativa colturale per gli agricoltori in risposta ai nuovi assetti di mercato<br />

che più testimonianze hanno descritto come estremamente sfavorevoli soprattutto per le colture industriali;<br />

dall’altro, si caratterizzano per essere conducibili con tecniche a basso impatto ambientale e fornire materie<br />

prime che rientrano nelle produzioni eco-compatibili.<br />

Per quanto riguardo la ricerca scientifica sono in atto numerose iniziative: in particolare da un progetto<br />

europeo coordinato dal prof. Venturi sono emersi per la canapa numerosi aspetti innovativi di cui è auspicabile<br />

una pronta applicazione. La Regione Toscana è all’avanguardia in questo settore: in alcune zone del senese<br />

esistono già piccole filiere artigianali basate sulla coltivazione della canapa, nate grazie a progetti orientati verso<br />

uno sviluppo rurale sostenibile (coerentemente alla politica regionale). In merito il dott. Chiostri (ARSIA) ha<br />

fatto presente che si tratta di “iniziative di nicchia” e che il Tavolo vuole fornire all’agricoltura Toscana<br />

prospettive di più ampio respiro approfondendo non solo gli aspetti agronomici ma anche tutte le varie<br />

problematiche presenti lungo l’intera filiera. Una filiera di tipo integrale che vede come protagonista<br />

l’agricoltore che costruisce ordinamenti produttivi non tanto basati sull’erogazione dei contributi, bensì su<br />

logiche di competitività in risposta ad una domanda di mercato.<br />

In quest’ottica la canapa si configura come un’ottima opportunità per l’agricoltore. Potenzialmente, la<br />

coltura fornisce molteplici prodotti com’è evidenziato in Tabella 1.<br />

Tabella 1 – Possibili usi della canapa<br />

SEME<br />

Alimentazione<br />

Cosmesi<br />

FIBRE LUNGHE<br />

Tessuti/cordame/carta/bioedilizia<br />

Combustibili/materie plastiche<br />

OLIO<br />

Alimentazione (animale e<br />

umana)/cosmesi/detergenti/vernici/<br />

Lubrificanti/combustibili/medicine<br />

CANAPULO<br />

Carta/lettiera per<br />

allevamento/bioedilizia/substrato per<br />

coltivazione n funghi piante da vivaio<br />

Combustibili/materie<br />

plastiche/composti (pannelli pressati)<br />

FIBRE CORTE<br />

Carta/componentistica per industria<br />

auto/tessuti ad uso medico/bioedilizia<br />

(isolanti)/usi geotessili/materie<br />

plastiche (film protettivi per<br />

piante)/combustibili/cordame<br />

Un’altra coltura della quale si è parlato al Tavolo (ma più brevemente) è stata il kenaf; anche per questa<br />

specie è possibile individuare diverse opportunità di mercato: cellulosa per carta, industria tessile, bioedilizia,<br />

componentistica per il settore automobilistico ecc…<br />

Fattori predisponenti ed ostacolanti lo sviluppo della filiera<br />

Al fine di sintetizzare gli elementi emersi in occasione del Tavolo di filiera sarà di seguito sommariamente<br />

elencato quanto proposto e discusso, con riferimento a due aree specifiche:<br />

C. caratteristiche e condizioni del mercato dei prodotti delle specie vegetali da fibra;<br />

D. aspetti agricoli.<br />

A. caratteristiche e condizioni del mercato dei prodotti delle specie vegetali da fibra:<br />

Il progetto Activa 205


Allegato A<br />

Per quanto riguarda la canapa (coltura alla quale si è rivolta principalmente l’analisi dei diversi operatori presenti<br />

al Tavolo) sono stati discussi i seguenti aspetti:<br />

1. Settore tessile - abbigliamento:<br />

a. Per quanto riguarda la capacità di penetrazione del mercato da parte dei prodotti ecocompatibili,<br />

una recente indagine di mercato ha evidenziato una reazione positiva per quanto<br />

riguarda i confezionisti e le aziende tessili del distretto di Prato, che nell’estate scorsa hanno<br />

presentato nel proprio campionario un 30 % di prodotti derivati da fibre naturali, canapa<br />

compresa. A livello di ufficio-acquisti si hanno invece risultati peggiori: il problema maggiore<br />

risultano essere i prezzi troppo alti del prodotto finito.<br />

b. Il settore dell’alta moda (Armani, Nike, Papiri) sta già sperimentando i tessuti in canapa, ma<br />

collocandosi in un mercato del tutto particolare non incontra problemi di prezzo. E’ stato<br />

comunque osservato che il settore dell’alta moda, in quanto per sua natura soggetto ad<br />

andamenti ciclici delle richieste, può contribuire alla formazione della filiera tessile della<br />

canapa solo con azioni a livello d’immagine.<br />

c. In generale la canapa ha tutte le potenzialità per andare a costituire la nuova identità del tessile<br />

toscano ed italiano, in risposta alla generale crisi del settore. La qualità delle produzioni (dal<br />

campo al prodotto finito) e l’informazione del consumatore sono stati riconosciuti<br />

all’unanimità come elementi chiave per lo sviluppo della filiera. Per la qualità sono<br />

fondamentali le certificazioni. Queste ultime sono necessarie a fornire garanzie a tutti gli<br />

operatori della filiera (dalle imprese tessili sino ai confezionisti) e completano il quadro della<br />

comunicazione rivolta al consumatore, il quale, in questa maniera sarà consapevole del<br />

plusvalore che va acquistando. E’ quindi condivisa l’esigenza di distinguere bene i prodotti<br />

della canapa all’interno del variegato mondo delle fibre naturali, per poter effettivamente<br />

ampliare le opportunità di mercato anche al di fuori di quei canali di vendita nei quali questi<br />

prodotti hanno già avuto successo (per esempio nell’ambito dei parchi naturali, dove il<br />

consumatore riconosce il valore della salvaguardia ambientale del “prodotto canapa”).<br />

d. Dal Tavolo emerge quindi l’importanza di puntare alla creazione di un “marchio canapa<br />

italiana” basato su canapa prodotta, tessuta e confezionata in Italia e preferibilmente tinta con<br />

coloranti naturali. Dall’esperienza degli operatori presenti al Tavolo, è emersa la difficoltà<br />

nell’ottenere certificazioni di materia prima prodotta in Italia. Inoltre, è stata rilevata la scarsità<br />

di produzione di canapa italiana, che risulta in gran parte assorbita dal settore dell’alta moda.<br />

e. Per quanto concerne la qualità delle produzioni, le aziende italiane risultano in grado di poter<br />

distinguere i filati di pura canapa dalle mistificazioni. Ad oggi, tale distinzione è resa possibile<br />

grazie all’esperienza degli operatori del settore più che all’utilizzo di metodiche e<br />

strumentazioni di laboratorio.<br />

f. Esiste un know-how per ottenere un processo produttivo a partire dalla semina fino alla filatura<br />

senza l’utilizzo di prodotti chimici. L’opportunità o meno di seminare in Toscana è legata alla<br />

possibilità di installare un impianto di stigliatura in loco. Si richiama quindi il concetto di<br />

filiera integrale (integrazione degli operatori) per garantire la qualità in ogni anello della catena<br />

di produzione e mantenere un adeguato margine di guadagno ad ogni livello della filiera.<br />

g. Le aziende del tessile pratese (in particolar modo la piccola e media impresa, ovvero circa<br />

8.000 aziende che vanno da 2-3 a 100 persone per azienda impiegando in totale circa 40.000<br />

addetti) mostrano interesse ma soffrono la concorrenza (come del resto l’intero comparto<br />

tessile italiano) di quei paesi (Cina, Turchia, India) dove i costi di produzione sono<br />

estremamente bassi. La scelta vincente più che cercare prodotti di alta qualità a bassi costi (che<br />

condurrebbe all’importazione) sembra essere quella di collocarsi su mercati al di fuori della<br />

concorrenza dei Paesi extra-europei precedentemente citati. In tal senso la canapa<br />

risponderebbe pienamente a questa esigenza di differenziarsi.<br />

h. Risulta opportuno aiutare le aziende italiane ed in particolare quelle pratesi a convertire i<br />

propri processi produttivi per riportare in Toscana le attività di prima trasformazione (ad oggi<br />

a Prato troviamo solo attività di tessitura e finissaggio) nell’ottica dell’accorciamento della<br />

filiera. Disponendo di adeguate quantità di materia prima sarà importante mettere a frutto<br />

l’esperienza in termini di innovazione dei processi di trasformazione della fibra di canapa (a<br />

partire dalla stigliatura e dalla macerazione) di alcuni operatori presenti al Tavolo.<br />

Dall’esperienza di queste aziende sembra, infatti, possibile ottenere filati di canapa con lo<br />

stesso titolo di finezza del lino e a costi equivalenti (oggi il filo di canapa costa 2-3 /kg in più<br />

del lino).<br />

i. E’ necessario creare strutture di trasformazione in loco per ottenere una filiera corta (da<br />

sviluppare su un raggio di 50-100 km). In questo modo si potranno ridurre i costi di<br />

Il progetto Activa 206


Allegato A<br />

produzione andando a valorizzare a pieno la canapa come risorsa rinnovabile. Ad oggi in Italia<br />

esiste un solo impianto di filatura della canapa situato nel Veneto.<br />

j. All’interno del settore tessile è possibile sviluppare anche altri prodotti quali tovaglie,<br />

tendaggi, rivestimenti e tessuti per il bagno, settori di “nicchia” ma interessanti per completare<br />

il quadro delle opportunità.<br />

2. Altri settori d’interesse:<br />

durante il dibattito è emerso come il tessile, restando comunque il settore dove è possibile<br />

incamerare il maggior valore aggiunto, non rappresenti l’unica opportunità di mercato. Tra i vari<br />

utilizzi della fibra meno pregiata della canapa (fibra corta) risultano esserci buone opportunità nei<br />

seguenti settori:<br />

a. geotessili: si tratta di tessuti e “tessuti non tessuti” applicati come supporti per il manto<br />

stradale, protezione delle dighe, filtri drenanti e rinforzi per gli argini. L’utilizzo di fibre<br />

vegetali presenta alte potenzialità di salvaguardia ambientale, ma a differenza di altri paesi<br />

come la Germania dove tali utilizzi sono ampiamente diffusi, in Italia ha difficoltà ad imporsi<br />

sia per problemi di ordine culturale che di rigidità da parte degli operatori del settore;<br />

b. bioedilizia: uso di fibra corta di canapa per produrre pannelli fonoassorbenti;<br />

c. settore auto - pannelli fonoassorbenti: anche in questo caso si parla di ingenti consumi (vedi<br />

Germania) ma con prezzi di ritiro del prodotto molto bassi. Esistono inoltre problemi di ordine<br />

tecnologico (l’odore del pannello stampato di canapa è diverso da quello dei pannelli<br />

tradizionali).<br />

Bisogna fare molta attenzione al costo del trasporto della materia prima che in questi settori incide enormemente.<br />

Durante il Tavolo di filiera sono stati illustrati brevemente anche i possibili sbocchi di mercato dei prodotti<br />

derivanti dal kenaf. Tra gli utilizzi più interessanti sono stati indicati i seguenti settori:<br />

a) bioedilizia come pannelli fonoassorbenti: appare l’utilizzo con maggiori prospettive anche se in Italia<br />

(Trentino Alto Adige escluso) il settore si muove lentamente;<br />

b) settore auto: si parla di sostituzione delle fibre di vetro nei pannelli laterali, l’uso in miscela con il<br />

propilene e in generale di sostituzione di tutte le parti in plastica interne. Lo sviluppo di questo settore<br />

va comunque a rilento per due ordini di motivi:<br />

a. resistenza da parte dei produttori di fibre di vetro;<br />

b. sensibilità all’umidità della fibra nel tempo e diverso odore del pannello stampato di kenaf<br />

rispetto ai pannelli tradizionali (problema comune alle fibre vegetali in genere);<br />

c) nel settore tessile: è il settore che mostra minori prospettive in quanto il kenaf produce una fibra corta e<br />

rigida. E’ ipotizzabile un impiego con fibre più pregiate.<br />

B. aspetti agricoli<br />

Durante il Tavolo di filiera si è più volte ricordato come l’intera analisi di scenario parta dalla volontà<br />

di cercare alternative produttive con un adeguato margine di guadagno per gli agricoltori, i quali al momento<br />

rappresentano l’anello più debole della filiera. Dall’analisi economiche condotte durante il progetto Toscanapa, è<br />

risultato indispensabile integrare l’agricoltore nelle strutture di prima trasformazione (si parla di stigliatura,<br />

ovvero la separazione della fibra dallo stelo) per poter effettivamente svincolare la coltivazione della canapa dai<br />

sussidi pubblici.<br />

Rilanciare una coltivazione come la canapa (coltura al centro delle discussioni del Tavolo di filiera)<br />

significa quindi che produzione e vendita devono camminare di pari passo, ovvero il ritorno economico deve<br />

necessariamente partire dal campo. In tal senso, il settore della fibra tessile (come risorsa che può incamerare un<br />

buon valore aggiunto) rappresenta il campo di maggior interesse ma dal punto di vista agricolo è importante<br />

guardare anche ai co-prodotti (la fibra rappresenta solo il 20-30% della bacchetta, il resto è canapulo) derivanti<br />

dalla produzione di fibra e anche a quelle piccole “nicchie di mercato” che possono creare ritorni economici<br />

straordinari; è il caso, per esempio, della produzione di olio essenziale: quest’anno un’azienda del cuneese,<br />

associata ad Assocanapa, ne ha ottenuto mediamente 6 l/ha, vendendolo ad almeno 1.200 /l e le richieste sono<br />

state maggiori delle loro produzioni. Per quanto riguarda invece le diverse possibili utilizzazioni del canapulo,<br />

nell’immediato sembrano presenti buone opportunità nel settore delle auto (pannelli con farina di canapulo) e<br />

nella mangimistica per ruminanti (esistono sperimentazioni con miscele al 10 % di canapulo condotte<br />

dall’aziende mangimistiche); sconsigliabile la vendita come biomassa a scopo energetico (si riesce a spuntare 60<br />

£/kg - 0,03 /kg); nel settore della carta, non sembra molto presente un mercato disposto a pagare di più la carta<br />

di canapa; ottimo potrebbe essere l’utilizzo come lettiera per cavalli, ma questo impiego soffre la concorrenza di<br />

altre materie prime (vedi per esempio il truciolo proveniente dall’Austria a 240 £/kg - 0,12 /kg) ma ancor più<br />

l’impossibilità di un rifornimento continuo.<br />

Secondo diversi operatori, per la coltivazione della canapa il problema è fondamentalmente di carattere<br />

economico. Due sembrano essere gli aspetti verso i quali porre particolare attenzione:<br />

Il progetto Activa 207


Allegato A<br />

a) trasporto materia prima: deve poter essere effettuato dall’agricoltore; sono necessari quindi impianti di prima<br />

trasformazione diffusi sul territorio come per esempio in Francia (10.000 ha in un raggio di 50 km intorno al<br />

punto di trasformazione) ed in Piemonte (distanze di trasporto di circa 50 km con conferimento eseguito dagli<br />

agricoltori) b) meccanizzazione, in termini di costo del parco macchine necessario per la coltivazione della<br />

canapa.<br />

Durante il Tavolo si è evidenziata, inoltre, la necessità di una più diffusa e precisa informazione degli<br />

agricoltori riguardo alle specifiche tecnico-qualitative del prodotto che devono fornire ed i prezzi che possono<br />

spuntare. Con queste conoscenze sarà poi importante andare ad affrontare quei problemi tecnici rimasti ancora<br />

irrisolti:<br />

produzione del seme: le prospettive sembrano comunque buone. Da recenti esperienze sono stati<br />

ottenuti 25 q/ha di seme con la cultivar Carmagnola e nel senese sono stati ottenuti 17-18 q/ha senza<br />

l’utilizzo della chimica (con una cultivar francese);<br />

modalità di conferimento ;<br />

continuità dei rifornimenti;<br />

standardizzazione della materia prima.<br />

Quest’ultimo aspetto si ricollega con la tracciabilità delle produzioni, un importante elemento della filiera<br />

più volte richiamato durante la discussione. A tale riguardo il prof. Venturi fa presente come all’interno di un<br />

progetto da lui coordinato sono in corso di valutazione (in laboratori italiani, olandesi e tedeschi) i possibili<br />

aspetti che influenzano e caratterizzano la qualità della fibra per l’intero processo di trasformazione: si va dalla<br />

fase di campo (densità d’impianto, momento della raccolta, impiego di cv. monoiche e/o dioiche, diverse<br />

situazioni climatiche), quella di trasformazione (lunghezza della fibra, presenza di fibra primaria e fibra<br />

secondaria, ecc…), fino ad arrivare al prodotto finito.<br />

Infine, è stato posto l’accento sulle difficoltà incontrate dagli agricoltori partecipanti al Tavolo (rischi di<br />

ritardi nella raccolta, imputazioni alle quali dover rispondere, ecc) riguardo ai controlli antidroga effettuati dalle<br />

forze dell’ordine. Si è quindi resa palese la necessità di una collaborazione reciproca tra agricoltori (farsi<br />

conoscere alle forze dell’ordine come coltivatori di canapa) e forze di polizia (cercare d’intralciare al minimo lo<br />

svolgersi delle operazioni di coltivazione). Infatti, a livello giuridico non esistono problemi, basta stare nelle<br />

regole presenti nei concordati interministeriali, quali, per esempio, la coltivazione di una superficie maggiore ad<br />

1 ha, dichiarazione di domanda di contributo P.A.C., dichiarazione ai carabinieri della dimensione della<br />

superficie coltivata. Per le piccole superfici dimostrative, è necessaria invece l’autorizzazione del Ministero della<br />

Salute.<br />

Elementi specifici relativi alla costruzione della filiera a livello Regionale<br />

• Le potenzialità di mercato dei prodotti derivanti dalla fibra di canapa sembrano elevate ma è importante<br />

verificare attentamente i costi di produzione e la qualità dei prodotti di una filiera completa (dal campo<br />

al prodotto finito) costruita in un raggio di 50-100 km.<br />

• Nei limiti delle proprie possibilità, il dott. Carlo Chiostri (ARSIA), volendosi fare portavoce delle<br />

problematiche incontrate dagli agricoltori per quanto concerne i controlli antidroga, oltre che creare le<br />

migliori condizioni per lo svolgimento di progetti pilota, ha proposto la realizzazione di corsi di<br />

formazione per le forze dell’ordine, come è già stato fatto per i controlli antisofisticazione nel settore<br />

delle produzioni biologiche. Il Dott. Chiostri richiama, inoltre, l’attenzione sull’importanza delle<br />

associazioni di categoria agricole nel segnalare nelle sedi istituzionali più opportune le diverse<br />

problematiche incontrate dai loro associati nella coltivazione della canapa.<br />

• E’ stato riconosciuto come le aziende del distretto tessile di Prato possano fornire un contributo<br />

significativo per il rilancio dei filati di canapa. Per questo è ritenuto importante la promozione da parte<br />

delle istituzioni pubbliche, di iniziative a sostegno della conversione e innovazione tecnologica dei<br />

processi produttivi di queste aziende.<br />

• In aggiunta al già previsto database sulla sperimentazione scientifica nel campo delle fibre vegetali, si<br />

propone un database di tutte le iniziative in essere sul sostegno e la promozione di questo settore.<br />

In occasione del Tavolo di filiera è stata lanciata alla Regione Toscana la proposta di una possibile iniziativa di<br />

comunicazione sul mondo dei prodotti derivati dalla canapa: sfruttare le copertine dei quaderni come un mezzo<br />

informativo rivolto alle scuole.<br />

Il progetto Activa 208


Allegato A<br />

REPORT<br />

TAVOLO DI FILIERA SUI FITOFARMACI DI ORIGINE VEGETALE<br />

PROGETTO ACTIVA<br />

Firenze- 12 novembre 2004<br />

1. Categorie merceologiche e colture da cui sono prodotte<br />

L’interesse nel valutare nuove tecniche per la difesa delle colture è un’emergenza ambientale molto sentita<br />

dalle amministrazioni locali e dalla pubblica opinione, ed anche in questo caso: le molecole di origine vegetale<br />

rispetto a quelle di sintesi sono rinnovabili, biodegradabili, non hanno impatto sulle emissioni di CO2, e sono<br />

generalmente classificate come ipotossiche. Vi sono inoltre ricadute sociali in quanto l’agricoltore stesso diventa<br />

produttore di questi composti ritagliandosi un guadagno (o un risparmio) che oggi è appannaggio della grande<br />

industria degli agrofarmaci.<br />

Uno degli obiettivi di questo lavoro è quello di trovare nuovi sbocchi per l’agricoltura, sviluppando nuovi<br />

mercati per la produzione di molecole vegetali ad elevata azione biocida che possono essere prodotti localmente.<br />

In questo contesto si sono evidenziate due strategie possibili:<br />

a) La coltivazione di piante miglioratrici, bioattive, che prevedono l’opportunità di una maggiore varietà<br />

nelle rotazioni, la possibilità di aumento della sostanza organica nel suolo tramite il sovescio e il rilascio di<br />

molecole biocide per il controllo dei patogeni. Scopo principale è di migliorare la fertilità chimica e biologica dei<br />

terreni al fine di accrescere le difese intrinseche del sistema agricolo e conseguentemente diminuire le necessità<br />

di interventi per il controllo dei patogeni. In questo caso la filiera è molto corta ed è opportuno utilizzare piante<br />

adatte ai nostri climi e la cui coltivazione richieda il minore impatto possibile sull’agroecosistema. La tecnica dei<br />

sovesci è una pratica secolare, ma oggi possiamo utilizzare essenze diverse da quelle convenzionali (favino,<br />

orzo, lupino ecc.) con accresciute potenzialità nel migliorare fertilità e autoimmunità dell’agroecosistema. Tra<br />

queste è compresa la viola che libera acido metilsalicilico, la ruta, la facezia e, più recentemente, le<br />

sperimentazioni riguardano l’utilizzo di Brassica juncea che al momento dell’interramento libera nel suolo allil<br />

isotiocianato e di sorgo (Sudangrass) che contiene composti cianogenici quali l’acido prussico.<br />

a)b) La coltivazione di piante come fonte di principi attivi che, trasformati in formulati dall’industria<br />

agrochimica, vengono rivenduti agli agricoltori che li utilizzano al pari di un prodotto di sintesi. Di questa<br />

categoria fanno parte anche le piante coltivate per produrre estratti, infusi, oli essenziali, farine o simili, ivi<br />

compresa un’ampia gamma di essenze che però non sono coltivabili nel centro nord Italia (come il Neem, la<br />

Teofrasia, il Chrysantemum da cui si estrae il piretro, la Quassia e il Picrosma, la Ryania, le leguminose tropicali<br />

da cui si estrae il rotenone). Non sono qui considerate nemmeno le molecole sintetizzate copiando le molecole<br />

naturali (come è avvenuto per il Callisto brevettato da Syngenta con potere erbicida e in generale per i principi<br />

attivi scoperti in Amazzonia e riprodotti per via sintetica). Alcune esperienze sono in corso utilizzando farine di<br />

semi di Brassica carinata 9 , aglio e cipolla, peperoncino, nicotina, propoli ed altre.<br />

Rimane inoltre di grande interesse, anche se non centrato sul tema della fitoiatria in senso stretto, la<br />

possibilità di usare molecole vegetali nella difesa delle colture, non solo come principi attivi, ma anche come<br />

coadiuvanti. In quest’ottica la coltivazione di piante il cui olio può essere utilizzato in sostituzione degli oli di<br />

origine minerale nella produzione di co-formulanti per gli agrofarmaci (sia di origine sintetica che naturale), è<br />

un’opzione che potrebbe consentire quantitativi superiori rispetto alla produzione di principi attivi. Alcune<br />

esperienze si sono svolte negli anni ’90 in Francia utilizzando olio di colza e resine di conifere. Dato lo sviluppo<br />

di nuove tecnologie e la scoperta di oli qualitativamente superiori, questo settore sembra avere interessanti<br />

potenzialità, e si prevede di approfondire tale tematica nell’ambito della filiera biolubrificanti nei prossimi tavoli<br />

di filiera previsti entro la fine del Progetto.<br />

9 Interessanti prospettive riguardano l’utilizzo di farine di semi di B.carinata non solo in pieno campo ma anche in postraccolta<br />

eliminando quasi del tutto i trattamenti durante la fase di maturazione del frutto: risultati preliminari su drupacee e<br />

pomacee mostrano una riduzione del 70-80% nelle perdite rispetto al testimone non trattato.<br />

Il progetto Activa 209


Allegato A<br />

2. Il contesto normativo ed i dossier registrativi<br />

Il legislatore è molto attento ai rischi correlati all’immissione nel mercato di prodotti chimici tossici per<br />

l’ambiente e per l’uomo (distinguendo la figura del consumatore da quella dell’operatore). Lo dimostrano<br />

l’imposizione di restrizioni e controlli per l’uso di numerosi fitofarmaci fino a prevederne l’eliminazione (come<br />

nel caso del Bromuro di Metile la cui abolizione è prevista all’interno del Protocollo di Kyoto), la cosiddetta<br />

proposta Reach che riguarda la valutazione delle caratteristiche ambientali dei prodotti chimici di sintesi e di<br />

origine fossile (rilanciata dalla Commissione appena insediatasi), l’obbligo di redigere onerosi dossier<br />

registrativi per la commercializzazione di molecole biocide, i limiti di residui a cui devono attenersi i prodotti<br />

agroalimentari. Nell’arco di 3-5 anni, l’Unione europea regolamenterà anche i metodi di utilizzo degli<br />

agrofarmaci: come ad esempio la certificazione delle attrezzature o lo smaltimento dei contenitori di fitofarmaci.<br />

Già ad oggi, comunque, qualsiasi prodotto fitoiatrico immesso sul mercato deve essere registrato; questo<br />

comporta che, tra la scoperta di una nuova molecola di sintesi e la sua commercializzazione, intercorrono circa<br />

12 anni, necessari alla preparazione dei dossier registrativi, con un investimento mediamente intorno ai 200<br />

milioni di euro. Pare incomprensibile che anche per i prodotti di origine naturale si prevedano gli stessi dossier<br />

dei prodotti di sintesi, non tenendo quindi in alcuna considerazione la maggiore ecocompatibilità intrinseca<br />

nell’uso di prodotti naturali. A livello europeo, infatti, per queste molecole si propone un approccio a”step”: se<br />

un primo gruppo di studi non evidenzia impatti significativi, è possibile ottenere subito la registrazione,<br />

altrimenti si richiede un secondo studio più approfondito e così via. La Commissione europea (DG V) sta<br />

studiando la revisione della lista 4 (che comprende le sostanze di cui parliamo) per cui è prevista una<br />

registrazione semplificata. L’auspicabile aumento della concentrazione di molecole bioattive nelle varietà<br />

dedicate attraverso interventi di selezione genetica classica, richiede però di definire quale unità di prodotto<br />

dovrà essere considerata per la registrazione.<br />

In Italia il DPR 290/2000 stabilì che le sostanze di origine naturale potevano essere immesse sul mercato<br />

senza registrazione, questo ha però comportato una deregulation del settore con conseguente squalifica del<br />

prodotto agrofarmaceutico. Una conseguenza immediata è stata quella di demotivare le società produttrici alla<br />

ricerca di nuovi prodotti di origine naturale, in quanto non difendibili a livello di registrazione. Questa legge è<br />

stata bocciata dalla Commissione europea; è ora al vaglio del MiPAF la possibilità di stilare ed aggiornare (e<br />

quindi supervisionare) una lista di sostanze denominate corroboranti (e non fitofarmaci) per le quali non è<br />

necessaria la registrazione. Tale lista comprende sostanze come la propoli o la polvere di roccia, sono però state<br />

escluse sostanze come il rotenone o l’azadiractina.<br />

3. I vantaggi del riequilibrio dell’agroecosistema<br />

L’agricoltura di qualità, parola chiave per gli sviluppi dell’agricoltura italiana, tra gli altri parametri individua<br />

nella riduzione dell’impatto sugli agroecosistemi un aspetto in grado di caratterizzare ulteriormente il prodotto<br />

finale. In questo l’esperienza dell’agricultura biologica è per molti aspetti esemplificativa, ma dobbiamo anche<br />

considerare che altre forme di agricoltura di qualità, volte alla “massima” riduzione dell’impatto, sono garantite<br />

ad esempio da alcuni marchi della grande distribuzione, che si è dimostrata molto interessata ad innovazioni<br />

tecniche che maggiormente garantiscano la salute del consumatore e un maggiore rispetto dell’ambiente.<br />

Lo sviluppo dei fitofarmaci di origine naturale trova quindi buone prospettive anche se bisogna ricordare che<br />

il loro utilizzo richiede un approccio diverso alla difesa delle colture in quanto raramente la sostituzione integrale<br />

dei prodotti di sintesi si è mostrata in grado di fornire risultati soddisfacenti. Le esperienze più interessanti sono<br />

state ottenute mediante sinergie tra le diverse tecniche come ad esempio il sovescio di piante ad azione biocida<br />

a cui segue la solarizzazione, come prevedono alcuni disciplinari proposti dalla grande distribuzione (Ortofinfiniper)<br />

e in corso di attuazione in campi di orticole in Sicilia, Sardegna, Lazio Campania e Puglia.<br />

Inoltre, le molecole vegetali sono generalmente in grado di sviluppare effetti sinergizzanti dati dalle proteine<br />

associate a queste molecole, come ad esempio le farine di Brassica carinata che sono state inizialmente valutate<br />

per le loro proprietà ammendanti piuttosto che per la loro azione biocida. L’aumento di sostanza organica<br />

sviluppa un effetto allelopatico che favorisce i meccanismi di competitività tra i patogeni e di autoimmunità<br />

dell’agroecosistema, consentendo un indubbio vantaggio nella difesa delle colture. Questi fenomeni comportano<br />

una maggiore difficoltà nell’analisi degli effetti sull’ambiente di una molecola naturale, rispetto all’immissione<br />

di una molecola di sintesi, i cui prodotti di degradazione sono conosciuti, facilmente isolabili e interagiscono con<br />

l’ambiente in modo relativamente meno complesso. Applicando disegni sperimentali classici (a parcelle<br />

randomizzate di limitate dimensioni e per periodi di tempo limitati), risulta difficile stabilire la reale efficacia di<br />

queste molecole per le quali occorre, viceversa, sviluppare e finanziare la ricerca di nuove metodologie di studio<br />

e sperimentazione.<br />

Utilizzando molecole biocide di origine naturale che hanno minore tossicità per l’uomo e per l’ambiente,<br />

sembra tuttavia che la capacità di risposta dell’agroecosistema sia maggiore e che l’effetto sia più “soft” proprio<br />

perché il principio attivo è modulato, tamponato grazie alle interazioni con l’ambiente. La maggiore complessità<br />

Il progetto Activa 210


Allegato A<br />

inoltre prevede una maggiore versatilità, nel senso di poter osservare la natura e sfruttare la varietà di sostanze,<br />

mezzi di difesa, concentrazioni ed equilibri che l’evoluzione ha prodotto, mentre l’approccio della chimica<br />

classica tende a trovare la cura a una specifica malattia della pianta, spesso incurante dei meccanismi naturali a<br />

lungo termine.<br />

La difesa delle colture non può perciò prescindere dalla fertilità del suolo e il rilancio dei sovesci sia con le<br />

piante tradizionali che con essenze miglioratrici del suolo ha positive ricadute anche sull’aspetto nutrizionale,<br />

aspetto non marginale se si considera che le matrici su cui lavora l’industria dei fertilizzanti organici sono in<br />

genere di natura animale e contengono molto spesso quantità non trascurabili di metalli pesanti. In quest’ottica il<br />

raggiungimento dell’autoimmunità non può certo prescindere nemmeno dal livello iniziale di stress e<br />

disequilibrio dell’agroecosistema e dalla sua capacità di ripresa.<br />

Con questi presupposti gli agricoltori che seguono queste pratiche potranno trarne vantaggio sia dal punto di<br />

vista dell’immagine delle loro produzioni che per una migliore e meno impattante gestione dell’azienda. Tale<br />

vantaggio diverrà ancora maggiore nel momento in cui alcune sostanze chimiche saranno proibite (come è<br />

successo nel caso del bromuro di metile) privando tutti gli agricoltori di prodotti convenzionali molto diffusi.<br />

Giova infine ricordare che la riduzione dell’impiego di fitofarmaci e soprattutto dei trattamenti a calendario<br />

esclude il rischio di contestazioni in seguito alla presenza di residui chimici superiore ai limiti consentiti, oltre<br />

alle evidenti ricadute sulla qualità dell’ambiente di lavoro degli addetti alla produzione.<br />

4. Vincoli alla diffusione dei fitofarmaci di origine vegetale<br />

La diffusione dei fitofarmaci naturali al di fuori del settore dell’agricoltura biologica è limitata ad alcuni<br />

prodotti in considerazione di numerosi vincoli di natura non solo economica. Ne sono stati riportati e discussi i<br />

principali:<br />

1) Costi. Numerosi prodotti mostrano costi non sostenibili per una produzione convenzionale. Gli estratti da<br />

prodotti naturali, infatti, hanno costi leggermente più elevati dei prodotti di origine chimica, ma probabilmente lo<br />

sviluppo di principi attivi prodotti localmente ed il raggiungimento di un’economia di scala azzerererebbero<br />

queste differenze. Rimane da definire il costo sociale dei prodotti impattanti in modo da poter prevedere aiuto o<br />

contributi agli agricoltori che sostituiscono i prodotti chimici. In altri casi come nel caso delle piante da sovescio<br />

i costi dei materiali sono irrisori, ma devono essere anche considerati i costi accessori quali il mancato reddito<br />

dovuto ai circa 90 giorni in cui il campo rimane “improduttivo”. L’utilizzo di materiale essiccato ad azione<br />

biocida (ad esempio sottoforma di pellet) potrebbe superare questo problema, consentendo anche un limitato<br />

apporto di sostanza organica naturalmente associato alle molecole ad azione biocida .<br />

2) Efficacia. La reale efficacia di un trattamento è molto spesso correlata con la sua persistenza, aspetto che è<br />

destinato a penalizzare le molecole naturali in quanto molto spesso la persistenza non è altro che l’altra faccia<br />

della medaglia della biodegradabilità. In alcuni paesi l’efficacia non fa parte del dossier registrativo risultando di<br />

responsabilità del produttore, mentre in Italia per terminare l’iter di registrazione sono richiesti anche dati di<br />

efficacia. Ciò è tuttavia auspicabile per una forma di tutela di chi acquista il prodotto per non squalificare il<br />

settore, ma non è certo possibile che questi prodotti debbano avere un’efficacia all’80% dello standard, come<br />

avviene per i prodotti chimici dove la ripetibilità dei test è totale. Molto spesso, infatti, la valutazione<br />

dell’efficacia è erroneamente scambiata per valutazione della ripetibilità dei risultati, parametro che può variare<br />

notevolmente in considerazione dei numerosi fattori che concorrono al risultato finale del trattamento. Inoltre, i<br />

prodotti di origine naturale devono essere supportati da un punto di vista tecnico al fine di ottimizzare i risultati ,<br />

e quindi il collegamento tra il produttore, il tecnico agronomo e l’utilizzatore devono essere più stretti possibile.<br />

E’ necessario formare i tecnici affinché forniscano informazioni chiare e dettagliate agli utilizzatori, risulta<br />

fondamentale in questo senso il ruolo delle associazioni di categoria.<br />

3)Reperibilità. Un altro vincolo alla diffusione di questi prodotti può essere la loro distribuzione che<br />

dovrebbe essere organizzata e capillare, mentre attualmente la maggior parte dei prodotti di origine vegetale<br />

sono difficilmente reperibili.<br />

4) Aspetti normativi .Occorre chiarire da subito la compatibilità di ciascuno di questi nuovi prodotti con i<br />

disciplinari del biologico e dell’integrato, sebbene l’utilizzo di queste tecniche esclusivamente in specifici<br />

settori di mercato non consentirebbe il miglioramento di tutta l’agricoltura.<br />

5)Anche l’informazione ai consumatori finali è molto importante: non è facile far arrivare non solo un<br />

prodotto, ma anche un’idea, un progetto, spiegare il valore di un sovescio rispetto a una bromurazione, magari a<br />

discapito di parametri estetici, anche se è vero che il consumatore è sempre più attento ai parametri qualitativi,<br />

ambientali e sociali secondo cui un articolo è stato prodotto.<br />

Un problema specifico che riguarda settori di nicchia (pur ad elevato impatto ambientale, come la<br />

floricoltura e le piccole coltivazioni di ortaggi in ambiente protetto) è che conviene economicamente tentare di<br />

registrare un prodotto su pieno campo piuttosto che su piccole colture. Questo comporta una carenza di prodotti<br />

specifici per questi settori, che viceversa potrebbero ottenere benefici particolarmente importanti dalla<br />

applicazione di molecole naturali.<br />

Il settore del florovivaismo è tradizionalmente lontano dall’agricoltura biologica in quanto le soglie di<br />

tolleranza estetica del prodotto finito sono praticamente zero. Inoltre il livello di produttività è in concorrenza<br />

Il progetto Activa 211


Allegato A<br />

con altre realtà che non hanno interesse a contenere l’uso di sostanze pericolose e nel considerare il terreno come<br />

un terreno di coltura inerte. In questo settore, di grande importanza nell’economia agricola italiana,<br />

l’applicazione dei principi di agroecologia sono quindi particolarmente difficili da trasmettere. Nel vivaismo le<br />

pressioni ambientali riguardano soprattutto l’uso di erbicidi, mentre nella floricoltura i trattamenti per la difesa<br />

sono molto frequenti, settimanali e le molecole che comportano minori rischi sanitari per gli operatori sono<br />

molto richieste. Attualmente però neem, propoli e piretro sono utilizzati in alternanza ai prodotti di sintesi, salvo<br />

qualche esperienza di lotta biologica su gerbera. Nonostante il settore abbia subito in questi ultimi anni una<br />

contrazione intorno al 30%, i limiti nell’utilizzo di molecole naturali non sono dovuti ai costi, quanto alla loro<br />

efficacia in quanto si tratta in floricoltura se si perde il controllo della difesa nemmeno i prodotti chimici<br />

riescono più a salvare la produzione. Rimane di interesse comunque anche nel settore florovivaistico<br />

l’applicazione di tecniche in grado di ripristinare un buon livello di fertilità e conseguentemente di limitare il<br />

successivo uso di trattamenti fitosanitari di difesa, spesso pericolosi per gli operatori.<br />

5. Alternative al bromuro di metile<br />

Il bromuro di metile sarà vietato a partire dal 2005 in tutti i paesi industrializzati; il protocollo di Kyoto<br />

prevedeva la possibilità di richiedere alla Comunità europea l’uso critico qualora non si fossero individuate<br />

alternative praticabili, questa clausola era stata concessa per settori molto particolari come ad esempio la<br />

fumigazione dei mobili di antiquariato. L’Italia dando voce al 60% degli utilizzatori di bromuro di metile, ha<br />

richiesto l’uso critico per più di 2800 tonnellate. Gli usi critici sono stati concessi in virtù della flessibilità<br />

dell’Unione europea nelle situazioni di transizione (l’unica nazione a cui non sono stati concessi è Israele poiché<br />

in quegli ambienti la solarizzazione è molto efficace), ma la concessione è temporanea.<br />

La Regione Toscana non è tra le prime consumatrici di bromuro di metile a livello nazionale anche se tale<br />

composto è applicato in numerosi areali produttivi; le zone dove l’uso è maggiore sono la Versilia e la<br />

Lucchesia, tuttavia è difficile sapere i reali quantitativi utilizzati perché c’è anche un uso illegale del fumigante,<br />

conseguenza del mancato rispetto della normativa che prevede un intervallo minimo (due anni) tra le<br />

applicazioni, mentre in alcuni casi le bromurazioni possono essere necessarie fino anche due volte l’anno.<br />

Questo succede un po’ in tutta Italia, ma ovviamente per questi quantitativi non è stato richiesto l’uso critico. Il<br />

problema perciò è serio, anche perché le alternative chimiche o sono caratterizzate da una minore efficacia o<br />

sono molto tossiche. Emblematico il tentativo fallito di registrazione dello ioduro di metile (con il nome di<br />

iodoalcano).<br />

Il bromuro di metile svolge una forte azione di sterilizzazione del terreno, inibendo la naturale fertilità dello<br />

stesso. L’unica alternativa possibile è quella del ripristino del riequilibrio del suolo e della sinergia tra diverse<br />

tecniche forse scontate, difficilmente contestabili, ma sostanzialmente non applicate che devono essere vagliate<br />

coltura per coltura, areale per areale in funzione delle tecniche colturali utilizzate. Tra queste si ricordano:<br />

- L’utilizzo di funghi antagonisti e in generale di lotta biologica<br />

- La solarizzazione per cui si applicano teli di plastica (anche biodegradabile) al fine di aumentare la<br />

temperatura del suolo in seguito all’irradiazione solare.<br />

- La biofumigazione che, oltre al sovescio di brassicacee o all’apporto di materiale proveniente da<br />

brassicacee di cui abbiamo parlato, prevede anche l’apporto di grandi quantità di sostanza organica che una volta<br />

bagnata mostra fenomeni di idrolisi e fermentazione con produzione di sostanze ad elevata attività biocida.<br />

- L’utilizzo di portainnesti resistenti che ha delle limitazioni derivanti dai costi elevati ma che possono<br />

risultare fondamentali nella fase di ripristino della fertilità biologica di un suolo<br />

- La sterilizzazione con vapore che però, se è vero che ha un basso impatto in termini di biodegradabilità<br />

e tossicità, non si può dire altrettanto in termini di consumi energetici e produzione di CO2 , soprattutto se<br />

applicata nei mesi invernali.<br />

Il progetto Activa 212


Allegato B – DATABASE BIBLIOGRAFICO<br />

Indice Allegato B<br />

b.1 Biocombustibili<br />

Tabella pubblicazioni<br />

b.1 Biocombustibili pag. 1<br />

b2 Biolubrificanti pag. 23<br />

b.3 Biomasse da Colture Dedicate pag. 35<br />

b.4 Biopolimeri pag. 138<br />

b.5 Coloranti Naturali pag. 154<br />

b.6 Colture da Fibra pag. 176<br />

b.7 Fitofarmaci Vegetali pag. 266<br />

Codice Autore Anno di Titolo Riferimenti Parola chiave Note e commenti<br />

Pubbl<br />

pubblicazione<br />

1 ANDRICH G., ZINNAI A., 1996 The effect of drought Agricoltura Mediterranea, num. Technological/Technical In questo articolo vengono presentati i risultati di<br />

BALZINI S., SILVESTRI<br />

stress on some<br />

3, vol. 126, pp. 285-292.<br />

una sperimentazione che ha previsto il confronto<br />

S., FIORENTINI R.,<br />

characteristics of<br />

di otto varietà di girasole in differenti condizioni<br />

GALOPPINI C.<br />

sunflower seeds<br />

di stress idrico con lo scopo di valutaarne le<br />

caratteristiche del seme prodotto.<br />

2 ALEMAW G. 1987 Review on breeding of Proc. 7 th Int. Raps. Congress,<br />

Ethiopian Mustard<br />

(Brassica Carinata A.<br />

Braun).<br />

Poznan 11-14 May: 593-597.<br />

Il progetto Activa 213


3 AMENDOLA F. 1996 La burocrazia rischia di<br />

affondare i biocarburanti<br />

4 AMENDOLA F. 1996 Fatto l’accordo per<br />

girasole e colza<br />

alimentare.<br />

5 BARTOLELLI V 1992 Inquadramento della<br />

problematica<br />

6 BONARI E.,<br />

MAZZONCINI M.<br />

7 CASAMENTI R.,<br />

PINNA L., VERSARI<br />

M.<br />

8 CASAMENTI R.,<br />

PINNA L., VERSARI<br />

M.<br />

1990 Problemi e prospettive<br />

del colza da granella in<br />

Toscana.<br />

1992 Carburanti alternativi di<br />

origine agricola: i<br />

derivati degli olii<br />

vegetali per ridurre<br />

l’inquinamento.<br />

L’impiego di materie<br />

prime di origine agricola<br />

a fini energetici.<br />

9 CHARLES LEONARD E 1992 High-erucic vegetable<br />

oils.<br />

L’Informatore Agrario, 11: 29-<br />

31<br />

L’Informatore Agrario, 29: 69-<br />

70.<br />

Agricoltura e Innovazione, 21:<br />

44-50.<br />

L’Informatore agrario, suppl 32,<br />

10-34<br />

L’Informatore Agrario, 40: 13-<br />

15.<br />

Ambiente, Risorse e Salute, 7:<br />

7-11.<br />

Industrial Crops and Products,<br />

Volume 1 Pag 119-123<br />

Allegato B<br />

Political/Normative Nel nostro Paese ci sono da sempre difficoltà per<br />

l'introduzione dei biocarburanti, e poco o nulla<br />

sono valse le ragioni degli ambientalisti, degli<br />

agricoltori e dei produttori di biocombustibili. La<br />

richiesta fondamentale è di metter in atto un<br />

sistema i quote duraturo nel tempo.<br />

Raggiunta l'intesa che gratifica i produttori<br />

rispetto al 1995. Preoccupa però l'estensione delle<br />

colture nelle zone non vocate al soo scopo di<br />

beneficiare degli aiuti. Dalle prime indicazioni<br />

sembra coperta la superficie assegnata all'Italia<br />

per le oleaginose.<br />

Economic L'obiettivo di questo articolo, inserito in un<br />

dossier sui biocombustibili, è quello di tracciare<br />

una panoramica delle prospettive legate all'uso<br />

non tradizionale, ed in particolare non alimentare,<br />

degli olii derivanti da colture erbacee.<br />

Technological/Technical Vengono esposte quelle che sono fino a quel<br />

momento le conoscenze riguardo alla<br />

coltivazione del colza in Italia e mette in evidenza<br />

i punti ancora irrisolti tra cui in particolare la<br />

necessità di varietà da poter destinare alla<br />

produzione di oli industriali ma anche di varietà<br />

con caratteri di resistenza al freddo, alla siccità<br />

primaverile, alla deiscenza delle silique.<br />

I crescenti problemi di inquinamento e la<br />

necessità di verificare le fonti<br />

d'approvvigionamento energetico hanno<br />

aumentato l'interesse nei confronti delle energie<br />

di origine agricola. Tra queste il biodiesel, deri<br />

vante dagli oli di colza, girasole e soia, sembra<br />

poter avere buone possibilità di utilizzo.<br />

Numerose città italiane hanno avviato programmi<br />

dimostrativi nel settore dei trasporti pubblici.<br />

Technological/Technical Gli oli vegetali derivati da specie quali il colza ed<br />

il crame , sono caratterizzati da un più<br />

considerevolmente contenuto di acido erucico. I<br />

derivati di questo acido grasso possono essere<br />

impiegati come additivi della plastica e nei saponi<br />

ed hanno ulteriori applicazioni anche nel settore<br />

Il progetto Activa 214


10 CONAMA (Consorzio<br />

Nazionale Meccanizzazione<br />

Agricola)<br />

11 DE VECCHI G.,<br />

TRERE’ R., GIAVAZZI<br />

F., PECCI G.<br />

1993 Studio di fattibilità sulla<br />

utilizzazione agricola dei<br />

combustibili alternativi<br />

al gasolio derivati da olii<br />

vegetali. (Rapporto a<br />

“Semi oleosi:<br />

utilizzazione per<br />

biocombustibile”<br />

elaborato dall’Istituto<br />

Ager).<br />

1994 Una panoramica sul<br />

biodiesel<br />

AgipPetroli - Euron.<br />

della chimica industriae.<br />

Allegato B<br />

12 DE VECCHI G. 1991 Dall’olio vegetale il Energia e Ambiente, vol. 5: 88carburante<br />

verde. 92.<br />

13 DONNINI C. 1996 Produzioni agricole per<br />

l’energia.<br />

Agricultura, 2: 8-11.<br />

14 FERERES E.,<br />

1983 Productivity of Brassica Proc. 6 th Int. Raps Congress<br />

FERNANDEZ J.,<br />

Juncea and Brassica Paris: 293-298.<br />

MINGUEZ I.,<br />

Carinata in relation to<br />

DOMINGUEZ J.<br />

rapeseed.<br />

15 FERNANDEZ -<br />

1982 Aspects and progress of Ed. I.S. Sunting World Crops,<br />

MARTINEZ J.,<br />

oil crop breeding in Vol. 5 Marthinus Nijkoff. The<br />

DOMINGUEZ.<br />

Spain. Production and<br />

utilization of protein oil<br />

seed crops.<br />

Haugue Netherland: 50-57.<br />

17 GREWAL V.,<br />

1993 Synthesis and properties Journal of the American Oil<br />

RAMAMURTHI S., Mc<br />

of erucic acid<br />

Chemists Society (JAOCS), vol.<br />

CURDY A.<br />

triacylglicerols. 70, 10, 955-959.<br />

18 GUIDUCCI G. 1995 La coltivazione dei semi<br />

oleosi: possibilità di<br />

incrementare la<br />

produzione.<br />

Agricultura, 1: 8-10.<br />

19 GUIDUCCI G 1995 L’esperienza francese sul<br />

biodiesel.<br />

Agricultura, 3: 7-10.<br />

20 GUIDUCCI G. 1996 Entro il 2000,<br />

L’Informatore Agrario, 16: 20. Political/Normative Il governo francese ha presentato un progetto di<br />

biocarburanti obbligatori.<br />

legge che prevede l'incorporazione di composti<br />

ossigenati nei carburanti tradizionali per ridurre<br />

l'inquinamento atmosferico.<br />

21 HARBERD D.J., Mc 1980 Meiotic analyses of some Ed. Tsunoda, Hinata and<br />

ARTHUR E.D.<br />

species and genus Gomez-Campo: 65-88.<br />

Il progetto Activa 215


hybrids in the<br />

Brassicaceae<br />

22 HEMINGWAY J.S. 1985 Mustard in evolution of<br />

23 KNOWLES P.F.,<br />

KEARNEY T.E. COHEN<br />

O.B<br />

24 LANGER R.H.M., HILL<br />

G.D.<br />

crop plants.<br />

1981 Species of rapeseed and<br />

mustard as oil crops in<br />

California. New sources<br />

of fats and oils.<br />

Ed. N.W. Simmons Lonman<br />

Scientific e Technical: 55-59.<br />

E.H. Pride (Ed.).<br />

1989 Piante Agrarie Edizione italiana a cura di<br />

Francesco Bonciarelli;<br />

Edagricole: 156- 158.<br />

Oleoscope 9: 13-14.<br />

25 LA TAILLE 1992 Colza érucique encore<br />

rare mais très utile.<br />

26 LAZZERI L.,<br />

1996 Crambe Abyssinica: una<br />

MALAGUTI L.<br />

nuova oleaginosa a<br />

destinazione nonalimentare.<br />

27 LOTTI G., BONARI E.,<br />

RIFFALDI R., MASONI<br />

A.<br />

1978 Ricerche sulla<br />

produttività,<br />

composizione chimica e<br />

valore nutritivo del colza<br />

in coltura da foraggio.<br />

28 MARIANELLI F. 1995 Seminiamo il gasolio Agricultura, 2: 8-9.<br />

29 MAZZONCINI M. 1996 Colza tutte le strategie<br />

colturali.<br />

30 MERIGO F. 1992 La grande promessa dei<br />

nuovi carburanti.<br />

31 MOTTA F 1962 Nel mondo della natura. Enciclopedia Motta di Scienze<br />

Naturali: 338-343, 779-781.<br />

33 ORTIZ - CANAVATE J. 1993 Plant oils and<br />

Biofuels; Agro-Industrial<br />

Methilesters<br />

Research Division: 8-9.<br />

34 PASQUON I.,<br />

ZANDERIGHI L.<br />

1987 La chimica verde. Ed. Hoepli<br />

35 PELLIZZI G. 1992 Possibilità e prospettive Agricoltura e Innovazione, 21:<br />

di usi non tradizionali<br />

degli olii vegetali.<br />

51-61.<br />

36 PRAKASH S., GUPTA<br />

S A<br />

1984 Synthetic Brassica<br />

C i li i<br />

Allegato B<br />

L’Informatore Agrario 4: 33-36. Alcuni anni di sperimentazione hanno fatto<br />

emergere la qualità del crambe, una oleaginosa<br />

che si è dimostrata particolarmente adatta alle<br />

condizioni pedoclimatiche dell'Italia centrosettentrionale.<br />

Il suo inserimento tra le colture da<br />

set aside , potrebbe rendere interessante un suo<br />

utilizzzo anche in alcuni ambienti meridionali.<br />

Agric., Ital., 107, 1-17.<br />

Terra e vita, 35, 66-70<br />

L’impresa Ambiente, 8: 28-34.<br />

Environmental/Biological In questo articolo vengono esposti i punti chiave<br />

della tecnica colturale del colza, specie molto<br />

adattabile a gran parte degli ambienti italiani.<br />

Cruciferae News Vol. 9: 36.<br />

propone un'analisi sulle possibilità di<br />

realizzazione della filiera dei biocarburanti in<br />

Italia fornendo informazioni riguardo sia agli<br />

aspetti tecnici che a quelli economici.<br />

Il progetto Activa 216


Allegato B<br />

S., RAUT R.N.,<br />

Carinata: a preliminary<br />

KARLA A.K.<br />

report.<br />

37 PROTO M. 1992 Gli usi non alimentari Ambiente, Risorse e Salute, 9:<br />

degli olii vegetali. 21-24.<br />

38 RIZZOTTI G. 1991 Gasolio vegetale Informatore Agrario 34:80-81. Technological/Technical Un semplice processo chimico consente di<br />

dall’olio di colza.<br />

trasformare l'olio di colza o di girasole in gasolio<br />

di origine vegetale in grado di alimentare senza<br />

problemi i motori dei trattori. In Austria, che è il<br />

Paese con gli studi più avanzati sull'argomento,<br />

sono già in attività complessi industriali e<br />

cooperative che producono biodiesel.<br />

39 ROBBELEN G.,<br />

1993 Rapeseed oils high in Industrial crops and Products 1:<br />

Contrariamente a quanto avviene per<br />

KRALING K.<br />

single fatty acid contents 303-309.<br />

l'alimentazione umana in cui è necessaria una<br />

for oleochemical uses.<br />

miscela equilibrata di acidi grassi lunghi<br />

C16/C18,alla realizzazione di prodotti<br />

oleochimici meglio si adattano gli oli vegetali che<br />

contengono un singolo acido grasso.<br />

Tradizionalmente, l'acido erucico è il costituente<br />

richiesto nell'olio di colza, ma recentemente i<br />

genotipi ricchi in acido oleico sono stati<br />

sviluppati. In entrambi i casi, i metodi di<br />

milioramento genetico convenzionali, per<br />

esempio selezione e/o mutagenesi , sono riusciti.<br />

In più, il lavoro è orientato anche verso<br />

l'aumento del contenuto di acido erucico con i<br />

metodi molecolari di trasferimento dei geni.<br />

40 ROCCHIETTA C. 1992 Le esperienze sul Agricoltura e Innovazione, 21: Economic Viene fatta una rassegna di quelle che sono state<br />

biodiesel in Italia ed in 67-71.<br />

fino a quel momento le principali esperienze di<br />

Europa.<br />

produzione ed impiego dei combustibili di origine<br />

vegetale nel continente europeo.<br />

41 SCARISRBRICK D.H.,<br />

DANIELS R.W.<br />

1986 Oilseed rape Collins.<br />

42 TCACENCO F.A., 1985 A numerical study of Z. Pflanzenzucht, 94: 192-200.<br />

FORD LLOYD B.V.,<br />

variation in a<br />

ASTLEY D.<br />

germoplasm collection of<br />

B. Carinata and allied<br />

specis from Ethiopia.<br />

43 TONIOLO L., MOSCA<br />

G.<br />

1986 Il Colza. Manuale Reda.<br />

44 TONIOLO L., MOSCA 1984 Colza: la coltura e le sue Italia Agricola - Le colture<br />

G.<br />

prospettive.<br />

oleaginose; anno 121 1: 130.<br />

45 VAISEY G.M., ESKIN 1982 Canola oil properties and Canola council of Canada<br />

A<br />

f<br />

bbl 60 39<br />

Il progetto Activa 217


M.N.A. performance. pubbl. 60: 39.<br />

46 VANNINI L. 1996 Il colza negli<br />

ordinamenti produttivi<br />

delle imprese italiane.<br />

48 AA.VV. 1996 Liquid fuels and<br />

industrial products from<br />

renewable resources.<br />

49 AHMED I, CLEMENTS<br />

L.D., VAN DYNE D.L.<br />

1997 Non fuel Industrial uses<br />

of soybean oil based<br />

esters.<br />

50 ARCOUMANIS C 2000 A Technical study on<br />

fuels technology related<br />

to the Auto-oil II<br />

Programme.<br />

51 ARCOUMANIS C. 1999 Emission factors of<br />

alternative fuels for<br />

transportation.<br />

52 CLEMENTS D.L 1996 Blending rules for<br />

formulating biodiesel<br />

53 CONNEMANN J.,<br />

FISCHER J.<br />

54 DE STEFANIS P., DI PALO C.,<br />

MONTANI R. ZAGAROLI M., DI PALO<br />

V., ROTATORI M.<br />

fuel.<br />

1999 Biodiesel quality 2000.<br />

Market experiences with<br />

FAME<br />

Emissioni da<br />

combustione di biodiesel<br />

in una caldaia da<br />

riscaldamento.<br />

55 DOE - NREL 1998 Life cycle inventory of<br />

biodiesel and petroleum<br />

diesel for use in an urban<br />

bus.<br />

56 HAUSCHILD M. AND WENZEL H. - Enviornmental<br />

assessment products.<br />

Volume 2: Scientific<br />

background. Chapter 2:<br />

stratospheric ozone<br />

L’Informatore Agrario, 34: 30-<br />

32.<br />

Proceedings of the third Liquid<br />

Fuel Conference - 15-16<br />

settembre 1996, Nashville,<br />

Tennessee.<br />

Presented to National Biodiesel<br />

Board.<br />

Final report.<br />

Bechel Ltd.<br />

University of Nebraska. ASAE<br />

CEN/TC 19 millennium<br />

symposion Nov 1999.<br />

NREL/SR-580-24089 UC 1503<br />

Chapman and Hall, London.<br />

Allegato B<br />

Economic Nell'atttuale organizzazione di mercato la<br />

coltivazione del colza è economicamente<br />

alternativa ad altre oleaginose in misura tanto più<br />

elevata quanto maggiore è la componente non<br />

mercato dell aPLV, che in pratica rende i risultati<br />

reddituali meno influenzati dalla scelta della<br />

coltura, della tecnica utilizzata e dal prezzo del<br />

prodotto.<br />

Il progetto Activa 218


57 KRAHL J, MUNACK A.,<br />

BAHADIR M.,<br />

SCHUMACHER L.,<br />

ELSER N.<br />

58 KRAHL J, BUNGER J.,<br />

MUNACK A., BAHADIR<br />

M., JEBERIEN H.E.,<br />

SCHUTT C., PRIEGER K.<br />

59 MORENO F., MUNOZ M.,<br />

MOREA-ROY J.<br />

60 PETERSON C., REECE D.,<br />

HAMMOND B.,<br />

THOMPSON J., BECK S.<br />

61 PETERSON C.L., REECE<br />

D.L., HAMMOND B.L.,<br />

THOMPSON J., BECK<br />

S.M.<br />

62 PRANKL H.,<br />

WORGETTER M.<br />

depletion as a criterion in<br />

the enviornmental<br />

assessment of products.<br />

1996 Survey about biodiesel<br />

exhaust emissions and<br />

their environmental<br />

effects.<br />

1996 Analyses of biodiesel<br />

exhaust emissions and<br />

determination of<br />

environmental and health<br />

effects.<br />

1999 - Sunflower Methyl ester<br />

as a fuel for automobile<br />

diesel engines.<br />

1995 Making and testing a<br />

biodiesel fuel made from<br />

ethanol and waste french<br />

fry oil.<br />

1996 Engine performance and<br />

emissions with Methyl<br />

and Ethyl esters of<br />

rapeseed oil.<br />

1996 Influence of the iodine<br />

number of biodiesel to<br />

the engine performance.<br />

63 SCHLAG S., 2000 New market for biodiesel<br />

in modern common rail<br />

diesel engines.<br />

64 SCHARP C. 1998 Exhaust emissions and<br />

performance of diesel<br />

engines with biodiesel<br />

65 THOMPSON J.C.,<br />

PETERSON C.L., REECE<br />

D.L., BECK S.M.<br />

fuels.<br />

1996 Two year storage study<br />

with Methyl and Ethyl<br />

Esters of Rapeseed.<br />

66 VAN GERPEN J. 1996 Cetane number testing of<br />

biodiesel.<br />

67 CHENG, V.M., WESSOL 1991 Biodegradable and<br />

A., BAUDOUIN P.,<br />

BENKINNEY M.T., AND<br />

NOVICK N.J.<br />

nontoxic hydraulic oils.<br />

ASAE, proceedings of the third<br />

liquid fuel conference.<br />

September 1996.<br />

ASAE, proceedings of the third<br />

liquid fuel conference.<br />

September 1996.<br />

ASAE<br />

Idaho Department of Water<br />

Resources <strong>Report</strong>.<br />

University of Idaho.<br />

ASAE 1996.<br />

Graz University of Technology.<br />

Southwest research institute.<br />

University of Idaho.<br />

ASAE 1996<br />

The 42nd annual SAE<br />

Earthmoving Industry<br />

Conference and Exposition in<br />

Peoria, II.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 219


68 COLE, M. 1993 Assesment and<br />

remediation of petroleum<br />

conteminated sites<br />

69 LYMAN, W.J.,<br />

REEHL,W.F. AND<br />

ROSENBLATT, D.H.<br />

1990 Handbook of chemical<br />

property estimation<br />

methods - Environmental<br />

behavior of organic<br />

compounds<br />

70 PETERSON, C. L. 1997 Commercialization of<br />

Biodiesel: Environmental<br />

and Health Benefits<br />

71 1996 Environmental and<br />

Health effects of<br />

Biodiesel<br />

72 CARDONE .,<br />

MAZZONCINI M.,<br />

MENINI S., ROCCO V.,<br />

SENATORE A.,<br />

SEGGIANI M. and<br />

VITOLO S.<br />

73 R. VENENDAAL, U.<br />

JØRGENSEN AND C. A.<br />

FOSTER<br />

74 NICOLAS B. C.<br />

AHOUISSOUSSI AND<br />

MICHAEL E.<br />

WETZSTEIN<br />

2003 Brassica carinata as an<br />

alternative oil crop for<br />

the production of<br />

biodiesel in Italy:<br />

agronomic evaluation,<br />

fuel production by<br />

transesterification and<br />

characterization<br />

1997 European energy crops:<br />

A synthesis<br />

1998 A comparative cost<br />

analysis of biodiesel,<br />

compressed natural gas,<br />

methanol, and diesel for<br />

transit bus systems<br />

75 RIZZOTTI G. 1991 Gasolio vegetale dall'olio<br />

di colza<br />

76 VANNINI L. 1995 La coltura non<br />

alimentare è conveniente<br />

Lewis Publishers:38-57<br />

American Chemical Society,<br />

Washington, DC<br />

Proceedings of a biodiesel<br />

conference. National Center for<br />

Advanced Transportation<br />

Technology, University of<br />

Idaho, Moscow, Idaho<br />

Proceedings of the third liquid<br />

fuel conference, 15-17<br />

September 1996, Nashville,<br />

Tennessee:166-176<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

Volume 25, Issue 6, Pag 623-<br />

636<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

Volume 13, Issue 3, Pag 147-<br />

185<br />

Resources and Energy<br />

Economics, Volume 20, Issue 1,<br />

Pages 1-15<br />

Allegato B<br />

In questo lavoro vengono valutati i costi per la<br />

realizzazione di una rete di mezzi pubblici<br />

alimentati con differenti combustibili quali il<br />

biodiesel, i gas naturali, il metanolo ed il diesel.<br />

Da quest'analisi emergono i costi elevati relativi<br />

all'impiego del biodiesel.<br />

L'informatore agrario 34:80-81 Technological/Technical Un semplice processo chimico consente di<br />

trasformare l'olio di colza o di girasole in gasolio<br />

di origine vegetale in grado di alimentare senza<br />

problemi i motori dei trattori. In Austria, che è il<br />

paese con gli studi più avanzati sull'argomento,<br />

sono già in attività complessi industriali e<br />

cooperative che producono biodiesel.<br />

L'informatore agrario 7: 61-63 Economic Dall'analisi costi/ricavi della coltivazione del set<br />

aside emerge per alcune aziende la convenienza<br />

Il progetto Activa 220


77 RIZZIOLI M 1995 Necessaria più<br />

programmazione per la<br />

coltura a fini energetici<br />

78 BALOCCO A. 1995 Le opportunità per il<br />

1995 del girasole non<br />

alimentare<br />

79 SURACE P. 1995 La filiera non alimentare<br />

dei semi oleosi deve<br />

essere tutelata<br />

80 CORTESI P. 1995 Agricoltura e industria<br />

insieme per difendere il<br />

Allegato B<br />

su set aside alla coltivazione non alimentare in alternativa alla<br />

gesioe del del terreno nudo. Per l'imprenditore<br />

chevuole integrare il proprio reddito diventa<br />

fondamentale individuare le condizioni di<br />

produzione e i margini di convenienza economica<br />

alla coltivazione del girasole non alimentare. Il<br />

reddito conseguibile dipende infatti dalle<br />

particolari caratteristiche di ciascuna azienda e<br />

non-food<br />

81 ROSSINI A. 1995 Premiare il biodiesel per<br />

promuovere le<br />

oleaginose<br />

82 BACCINO F: 1998 Soia boom, tagli in arrivo<br />

intanto riparte il<br />

biodiesel<br />

83 CANDITI D. 2000 Da colza e girasole il<br />

nuovo carburante<br />

dall'impiego dei mezzi disponibili.<br />

L'informatore agrario 7: 65 Political/Normative Il girasole gioca un ruolo primario nel possibile<br />

mutamento di indirizzo produttivo delle garndi<br />

colture da pieno campo che d fonti alimentari<br />

possono divenire fonti di energia e materie prime<br />

di uso industriale.<br />

L'informatore agrario 7: 66 Technological/Technical I sessantamila ettari raggiunti dal girasole nonfood<br />

nel 1994 pare rappresentino la soglia<br />

massima di investimento. Occorre quindi pensare<br />

alla possibilità di coltivare su set aside altre<br />

colture oleaginose non-food, prima tra tutte<br />

quella del colza.<br />

L'informatore agrario 7: 61-63 Political/Normative Occorre un quadro normativo che favorisca lo<br />

sviluppo della filiera in quanto così si può non<br />

solo risolvere il problema delle eccedenze ma<br />

anche offrire una risposta in termini di tutela<br />

dell'ambiente e di mantenimento dell'attività<br />

agricola su terreni a set aside o comunque<br />

interessati da processi di conversione colturale.<br />

L'informatore agrario 7: 67-68 Economic L'opinione da parte degli industriali della filiera<br />

sui possibili utilizzi delle produzioni di<br />

oleaginose a destinazione non alimentare.<br />

L'informatore agrario 7: 68 Economic Viene descritta l'esperienza della Novarol srl<br />

azienda produttrice di Biodiesel.<br />

Terra e vita 29: 15 - 17 Economic Bruxelles decurta gli aiuti ai semi oleosi. Vigo<br />

:"Il set aside al 10% è insufficiente". Allenaza<br />

strategica con i francesi per salvaguardare le<br />

colture oleaginose e introdurre misure in grado di<br />

evitare slafonamenti.<br />

Terra e vita 48: 81 - 83 Economic La produzione di biodiesel è ormai una realtà<br />

consolidata. Più che mai strategica oggi che il<br />

prezzo del gasolio è alle stelle. Coldiretti ne ha<br />

esaminato le prospettive.<br />

Il progetto Activa 221


84 GUIDUCCI G. 1995 L'esperienza francese sul Agricoltura 3: 7 - 10 Economic<br />

Allegato B<br />

In virtù di una legislazione particolarmente<br />

biodiesel<br />

favorevole allo sviluppo dei carburanti di origine<br />

agricola, la Francia è oggi il primo produttore<br />

mondiale di biodiesel con oltre 300.000<br />

tonnellate annue.<br />

85 AAVV 1992 Nuove tecnologie Dossier di AGRICOLTURA E Technological/Technical Viene proposta una visione completa della filiera<br />

energia biotecnologie: INNOVAZIONE dal Convegno<br />

dei biocarburanti che riguarda gli aspetti<br />

BIOCOMBUSTIBILI "La starda dei Combustibili da<br />

agronomici, gli aspetti tecnici legati alla<br />

Olii Vegetali"<br />

realizzazione del combustibilee gli aspetti<br />

economico-normativi.<br />

86 BONARI E., SILVETRI N.,<br />

La diminution des Convegno Mondiale sul girasole Technological/Technical Gli autori riportano i risultati di una<br />

MAZZONCINI M.<br />

intrants dans la culture<br />

sperimentazione di più anni volta a valutare gli<br />

de tournesol: premiers<br />

effetti della diminuzione di input chimici e<br />

résultats d'une recherche<br />

meccanici in una rotazione biennale girasole-<br />

faite en Italie centrale<br />

frumento. I tre livelli impiegati per la<br />

realizzazione della coltura (ridotto, intermedio,<br />

intensivo), tutti nel rispetto di una logica<br />

agronomica, sono caratterizzati da un impiego<br />

decrescente dei mezzi produttivi. Oltre al<br />

comportamento produttivo del girasole sono state<br />

fatte anche valutazioni di tipo economico ed<br />

energetico(bilancio input/output).<br />

87 Er. Co. 2001 L'Europa spinge per i L'informatore agrario 40: 19-20 Economic Attraverso l'obbligo di portare gradualmente la<br />

biocarburanti<br />

percentuale di biocarburanti nella benzina e nel<br />

gasolio al 5,75% nel 2010 e con la<br />

defiscalizzazione di questi prodotti, le colture non<br />

food potrebbero rilanciarsi.<br />

88 TRIFILETTI f. 2001 Nuove speranze sul Linformatore agrario 16: 17 Economic La distribuzione del prodotto per autotrazione,<br />

biodiesel<br />

sulla base di accordi di bacino tra agricoltori e<br />

industrie di trasformazione, unita ad un regime<br />

d'incentivazione dovrebbe offrire nuovi sbocchi<br />

alla coltura di semi oleosi.<br />

89 TONI B. 1998 Dossier colza Terra e vita 34 : 39 - 46 Technological/Technical La garanzia dei contratti in pre-semina: Eridania<br />

Beghin-Say assicura a chi semina l'acquisto del<br />

prodotto a 38.500 lire al quintale. Una coltura da<br />

professionisti: nella campagna appena chiusa<br />

produzioni molto buone si sono alternate a<br />

rendimenti decisamente modesti. Le pratiche<br />

agronomiche hanno fatto sentire il loro peso. Gli<br />

aspetti tecnici: nel centro-sud l'oleaginosa può<br />

essere un'importante alternativa soprattutto nelle<br />

aree interne dove i cereali a paglia sono coltivati<br />

in monosuccessione.Cultivar mediterranee per il<br />

Il progetto Activa 222


90 GNUDI G. 2001 Biocarburanti, qualcosa<br />

si muove<br />

91 A.A.V.V. acura di Giuliano<br />

Mosca<br />

1998 Oleaginose non<br />

alimentari<br />

92 2002 L'impegno di Du Pont<br />

nei biocarburanti<br />

93 BENVENUTI A.,<br />

VANNOZZI P.<br />

94 RAGAZZONI A.,<br />

RIVAROLI S.,<br />

CENTONZE R.<br />

1983 Prospettive dell'olio di<br />

girasole come carburante<br />

nei motori diesel<br />

2002 Prospettive incerte per le<br />

coltivazioni di colza non<br />

food<br />

95 GNUDI G. 2002 Senza un premio agli<br />

agricoltori, il biodiesel<br />

non decolla<br />

Allegato B<br />

Sud: si tratta di selezioni primaverili in semina<br />

autunnale. Vonsentono un sensibile anticipo di<br />

fioritura ed un notevole vantaggio produttivo<br />

rispetto ai tipi tradizionali seminati nello stesso<br />

periodo. Le condizioni climatiche ideali sono<br />

quelle del centro- sud.<br />

Terra e vita 12:11 Political/Normative L'accordo volontario di programma fra<br />

Professionali, industrie e enti pubblici è a un<br />

passo dalla firma anche se a livello europea<br />

l'Italia è comunque in ritardo.<br />

Edizioni Eagricole Technological/Technical Oltre ad informazioni suglia spetti generali e le<br />

prospettive di sviluppo delle colture per la<br />

produzione di olii tecnici viene presentata la<br />

tecnica di coltivazione di alcune specie<br />

tradizionali che potrebbero essere impiegate in<br />

questo settore e di altre specie innovative<br />

impiegabili nel medesimo settore.<br />

L'Informatore agrario 47: 82 Technological/Technical Il colosso americano della chimica è entrato a far<br />

parte di un consorzio di ricerca focalizzato sulla<br />

creazione di una bioraffineria allo scopo di<br />

sviluppare carburante a base di etanolo e sostanze<br />

Estratto da Rivista di<br />

Agronomia anno XVII n°1<br />

gennaio-marzo 1983<br />

Supplemento<br />

L'informatore agrario 34: 45 -<br />

48<br />

chimiche da fonti rinnovabili come il mais.<br />

Vengono esposte le caratteristiche dell'olio di<br />

girasole come combustibile e vengono prese in<br />

considerazione le possibilità di espansione della<br />

coltura per tal fini. Gli autori riferendosi ad una<br />

ipotetica azienda agraria caratterizzata da un<br />

determinato avvicendamento colturale nel quale<br />

rientra il girasole, ipotizzano il contributo di<br />

questa coltura al soddisfacimento delle esigenze<br />

dell'azienda stessa per quanto concerne le<br />

operazioni meccaniche ell'azienda stessa.<br />

Economic Nonostante le necessità di ridurre le emissioni di<br />

gas serra e le grandi aspettative create intorno alla<br />

possibilità di ricavare biocombustibili dalle<br />

colture agrarie, la mancanza di scelte politiche<br />

chiare a livello nazionale e comunitario rende al<br />

momento difficilmente praticabili, almeno dal<br />

punto di vista economico, le coltivazioni non<br />

L'Informatore agrario 8: 8 -10 Economic Il problema ambientale esplode. Politici e<br />

associazioni spingono per far partire la filiera. Ma<br />

i margini economici sono esigui e il produttore<br />

Il progetto Activa 223<br />

food.


96 AMENDOLA F. 1998 Biodiesel: si può fare di<br />

più<br />

97 ROTUNDO D. 2001 Accise sui carburanti,<br />

agevolazioni in scadenza<br />

98 POITRAT E. 1994 E'cobilan du colza<br />

énérgétique<br />

99 Tartarelli R., Bonari<br />

E.,Mazzoncini M.,Senatore<br />

A.,Vitolo S.,Bresci<br />

B.,Menini S.<br />

2000<br />

Produzione, analisi e<br />

valorizzazione del<br />

biodiesel di oli vegetali<br />

100 A.A.V.V. 1998 Oleaginose ad uso non<br />

alimentare<br />

101 LABANA K. S., AHUJA<br />

K.L., S:S. BANGA<br />

102 FERNANDEZ-MARTINEZ<br />

J. M., FERNANDEZ-<br />

ESCOBAR J., MUNOZ-<br />

RUZ J.<br />

1998 Evaluation ofsome<br />

ethiopian mustard<br />

(Brassica carinata)<br />

genotypes under indian<br />

conditions<br />

1989 Utilizacion de<br />

cruzamientos<br />

interspecificos en la<br />

mejora de especies del<br />

L'Informatore agrario 12: 13<br />

L'Informatore agrario 14: 10 -<br />

11<br />

Allegato B<br />

evita colza e girasole no food.<br />

Le aliquote agevolate concessedal governo nello<br />

scorso autunno per far fronte all'escalation dei<br />

costi del petrolio decadono dal prossimo primo<br />

luglio. E' opportuno invece che siano confermate<br />

in via definitiva.<br />

Olèoscope 21: 9-21 Environmental/Biological L acoltivazione del colzac come coltura da<br />

energia a conosciuto un grande successo da parte<br />

degli agricoltori che gli riconoscono un bilancio<br />

energetico positivo ed un contributo alla<br />

L’attività scientifica delle<br />

Università di Pisa e Corte.<br />

Progetto Interreg II Toscana-<br />

Corsica 1997-1999 pag 117-<br />

125.<br />

Atti del Convegno nazionale<br />

"Oleaginose ad uso non<br />

alimentare", Roma 12 Marzo<br />

1998.<br />

7th International Rapeseed<br />

Conference pag 373-378.<br />

salvaguardia dell'ambiente.<br />

Technological/Technical La sperimentazione ha avuto come obiettivo<br />

quello di valutare le caratteristiche agronomiche<br />

di Brassica carinata per la produzione di olio di<br />

colza da impiegare come biocarburante di<br />

caratterizzare il prodotto sia in termini di<br />

prestazioni che in termini di emissione di<br />

sostanze inquinanti.<br />

Durante il Convegno sono stati affrontati aspetti<br />

di carattere generali con una rassegna di tipo<br />

economico a cui poi è seguita la presentazione dei<br />

risultati agronomici ottenuti nell'ambito del<br />

Progetto PRisCA riguardo a diverse specie<br />

coinvolte nella filiera degli olii (brassicaee,<br />

girasole, lino, ricino, cartamo,e oleaginose<br />

minori) e poi la valutazione del settore sotto<br />

l'aspetto politico, economico ed ambientale, con i<br />

punti di vista del Ministero delle Politiche<br />

agricole, dei produttori agricoli,dell'industria di<br />

trasformazione e degli ambientalisti<br />

Technological/Technical Vengono presentati i risulatti di uno screening<br />

effettuato su 30 genotitpi di Brassica carinata dai<br />

quali è emersa una notevole varietà morfologica e<br />

nel raggiungimento delle diverse fasi fenologico<br />

ed differenze sotto il profilo qualitativo ma non<br />

quantitavo degli oli ricavati.<br />

Agr. Med Vol 119 pag 36-41 Sono presentati i risultati di un'incrocio<br />

interspecifico tra specie appartenenti al genere<br />

Brassica al fine di migliorare il contenuto in acido<br />

erucico.<br />

Il progetto Activa 224


103 STAAT F.,<br />

VERMEERSCH G.<br />

104 CECCHI G., BONFAND<br />

A.<br />

genero Brassica<br />

1993 Les esters méthyliques<br />

d'huile de colza comme<br />

carburants: bilan<br />

ènergétique<br />

1987 Conversion des huiles<br />

vègètales en carburants<br />

potentiels. Essais<br />

prélilmnaires.<br />

105 CAPELLE F. 2002 Biocarburants: une<br />

soolution …à la<br />

pollution?<br />

106 CHARPENTIER N.,<br />

BOSTYN S., COIC J. P.<br />

107 Ikwuagwu O.E., Ononogbu<br />

I.C., Njoku O.U.<br />

108 Geller D. P., Goodrum J.<br />

W., Knapp S. J.<br />

1998 Isolation of a rich<br />

glucosinolate fraction by<br />

liquid chromatography<br />

from an aqueous extract<br />

obtained by leaching<br />

dehulled rapeseed meal<br />

(Brassica napus L.)<br />

2000 Production of biodiesel<br />

using rubber<br />

[Hevea brasiliensis<br />

(Kunth. Muell.)] seed oil<br />

1999 Fuel properties of oil<br />

from genetically altered<br />

Cuphea<br />

Etude et Recherche N° 2 vol 5/6<br />

pag 167- 174<br />

Etude et Recherche N° 2 vol 9<br />

pag 397- 401<br />

Perspectives Agricoles 276: 22-<br />

28<br />

Industrial Crops and Products,<br />

Vol 8, Pag 151 - 158<br />

Industrial Crops and Products<br />

12: 57–62<br />

Industrial Crops and Products 9:<br />

85–91<br />

Allegato B<br />

Limpiego di estere di metile ricavato da oli<br />

vegetali, in particolare dall'olio di colza, possono<br />

andare a sostituire completamente o in parte i<br />

carburanti tradizionali. In questo articolo viene<br />

proposto un bilancio energetico della filiera di<br />

produzione al fine di determinare il bilancio<br />

energetico globle.<br />

Technological/Technical In questo articolo vengono affrontate<br />

problematiche legate alla fase di combustione<br />

degli oli vegetali .<br />

Environmental/Biological In assenza di nuove misure per limitare<br />

l'emissione dei gas responsabili dell'effetto serra<br />

in Francia, dove la produzione di questi<br />

aumenterà da 10 milioni di tonnellate nel 1990 a<br />

36 milioni di tonnellate nel 2010 è necessario<br />

valutare l'impiego di biocarburanti come possibile<br />

mezzo per la riduzione di questi gas inquinanti<br />

Technological/Technical In questo lavoro si espone un metodo volta a<br />

isolare i glucosinolati, sostanze antinutrizionali,<br />

contenute nel colza (Brassica napus), tale metodo<br />

è stato realizzato su scala di laboratorio con<br />

metodologia cromatografica ma è stato messo a<br />

punto al fine di poter lavorare successivamente su<br />

scala industriale.<br />

Technological/Technical L'olio di semi di Hevea brasiliensis è stato<br />

estratto e le relative caratteristiche fisiche e<br />

chimiche sono state determinate. L’olio è stato<br />

analizzato sia grezzo che dopo un particolare<br />

processo di lavorazione ed in entrambi casi si è<br />

proceduto al confronto con combustibile<br />

tradizionale. L'analisi delle proprietà ha indicato<br />

che la successiva lavorazione dell’olio ha<br />

migliorato le proprietà del combustibile. La<br />

viscosità è stata ridotta sostanzialmente e sono<br />

stati osservati miglioramenti anche in altre<br />

proprietà.<br />

Technological/Technical Piante geneticamente modificate appartenenti alla<br />

specie Cuphea Viscosissima VS-320 sono state<br />

identificate come produttrici di olio con livelli<br />

elevati di trigliceridi a catena media ed corta.<br />

Il progetto Activa 225


109 Raneses A.R., Glaser L.K. ,<br />

Price J.M., Duffield J.A.<br />

110 Vicente G., Coteron A.,<br />

Martinez M., Aracil J.<br />

Allegato B<br />

viscosissima Studi precedenti hanno suggerito che un tal olio<br />

può essere impiegato come combustibile diesel<br />

senza conversione chimica dei trigliceridi in<br />

esteri metilici. Questo articolo presenta la<br />

caratterizzazione fisico chimica di quest’olio<br />

Queste proprietà sono confrontate a quelle di<br />

diesel, di biodiesel e di oli vegetali. L'analisi di<br />

queste proprietà suggerisce la necessità di<br />

intraprendere ulteriori studi su questa pianta<br />

1999 Potential biodiesel<br />

markets and their<br />

economic effects on the<br />

agricultural sector of the<br />

United States<br />

1998 Application of the<br />

factorial design of<br />

experiments and<br />

response surface<br />

methodology to optimize<br />

biodiesel production<br />

111 2005 Evaluation of Camelina<br />

sativa oil as a feedstock<br />

Industrial Crops and Products 9:<br />

151–162<br />

Industrial Crops and Products 8:<br />

29–35<br />

Industrial Crops and Products<br />

21: 25–31<br />

come fonte di combustibile.<br />

Economic Questa analisi valuta la richiesta potenziale del<br />

biodiesel degli Stati Uniti in tre mercati specifici<br />

che l'industria del biodiesel degli Stati Uniti ha<br />

identificato come candidati probabili per la<br />

commercializzazione. Se una miscela del<br />

biodiesel di 20% si transforma in in un<br />

combustibile alternativo competitivo in avvenire,<br />

questi mercati potrebbero richiedere fino a 379<br />

Ml di biodiesel. Un modello econometrico è stato<br />

usato per valutare gli effetti di 76, 189 e 379 Ml<br />

di produzione soiaper la produzione di biodiesel.<br />

I risultati indicano che l’incremento della<br />

domanda di olio di soia aumenterebbe il prezzo<br />

negli Stati Uniti fino a 14.1%. Generando un<br />

aumento del prezzo della soia del 2.0% ed una<br />

diminuzione del prezzo della farina di soia pari al<br />

3.3%. Il reddito agricolo netto degli Stati Uniti<br />

aumenterebbe vicino fino a 0.3%.<br />

Technological/Technical In questo articolo è stata studiata la produzione di<br />

olio di girasole da impiegare per la realizzazione<br />

di biocombustibili. L’olio di girasole è stato<br />

raffinato impiegando diversi tipi di sostanze<br />

catalizzatrici e quello che ha dato i migliori<br />

risultati è stato l’idrossido di sodio. La<br />

temperatura e la concentrazione nel catalizzatore<br />

hanno avuto un'influenza positiva sulla<br />

conversione. Le condizioni ottimali per la<br />

produzione degli esteri metilici sono risultate<br />

temperature delicate (20-50°C) e grandi<br />

concentrazioni nel catalizzatore (1.3%).<br />

Technological/Technical Camelina sativa coltura oleaginosa (camelina) ha<br />

costi di produzione più bassi che il colza almeno<br />

in alcune zone climatiche. Per questo motivo, la<br />

Il progetto Activa 226


112 Kalam M.A. , Masjuki H.H. 2002 Biodiesel from<br />

palmoil—an analysis of<br />

its properties and<br />

potential<br />

113 Goodrum J.W. 2002 Volatility and boiling<br />

points of biodiesel from<br />

114 Monyem A., Van Gerpen J.<br />

H.<br />

Allegato B<br />

for biodiesel production produzione di estere metilico dall'olio di camelina<br />

da impiegare come biodiesel è stata valutata. La<br />

valutazione ha previsto un’analisi della qualità<br />

degli esteri prodotti in laboratorio ed in un<br />

impianto pilota, un esame dei metodi per<br />

migliorare le proprietà dell’olio a bassa<br />

vegetable oils and tallow<br />

2001 The effect of biodiesel<br />

oxidation on engine<br />

performance and<br />

emissions<br />

Biomass and Bioenergy 23:471<br />

– 479<br />

Biomass and Bioenergy 22: 205<br />

– 211<br />

Biomass and Bioenergy 20<br />

:317–325<br />

temperatura e prove su veicoli.<br />

Technological/Technical Le aree agricole possono essere impiegate per la<br />

destinazione di colture a destinazione non<br />

alimentare tra cui anche il biodiesels al fine di<br />

diminuire le importazioni dei quantitativi di<br />

energia per uso domestico. Attualmente,<br />

l’attenzione rivolta alle problematiche ambientali<br />

è stata la principale causa generatrice di questo<br />

filone di ricerca. Questo articolo presenta i<br />

risultati di una sperimentazione che a previsto<br />

l’aggiunta di additivi anticorrosivi a biodiesel<br />

derivante dall’olio di palma valutandone anche<br />

l’effetto sulle prestazioni dei motori, sulle<br />

emissioni e sui tempi di usura.<br />

Technological/Technical<br />

Il controllo delle proprietà combustibili del<br />

Biodiesel, come ad esempio la volatilità, è<br />

necessario per ottenere<br />

prestazioni costanti del motore. La pressione di<br />

vapore ed il punti di ebollizione degli oli vegetali<br />

metilici selezionati e dell'estere sono proposti<br />

come metrica di controllo di qualità per<br />

Biodiesel. Questo lavoro presenta una valutazione<br />

dei suddetti parametri ottenuta con un nuovo<br />

metodo basato sull'analisi termogravimetrica<br />

(TGA).<br />

Technological/Technical Il Biodiesel è un combustibile alternativo<br />

composto da monoesteri degli acidi grassi di oli<br />

vegetali. Ricerche precedenti hanno indicato che i<br />

motori alimentati con biodiesel sono meno<br />

inquinananti rispetto a quelli alimentati con<br />

combustibili tradizionali. Uno svantaggio del<br />

biodiesel è che è più incline a reazioni di<br />

ossidazione rispetto al diesel derivante dal<br />

petrolio. Questa ossidazione provocare la<br />

Il progetto Activa 227


115 PETERSON C.L. and<br />

HUSTRULID T<br />

116 PETERSON C. L., REECE<br />

D.L., THOMPSON J. C.,<br />

BECK S. M. and<br />

CHASES C.<br />

117 Zhang H. Y. , Hanna M. A.<br />

, Y. Ali, L.Nan<br />

1998 CARBON CYCLE FOR<br />

RAPESEED OIL<br />

BIODIESEL FUELS<br />

1996 ETHYL ESTER OF<br />

RAPESEED USED AS<br />

A BIODIESEL<br />

FUEL-A CASE STUDY<br />

1996 Yellow nut-sedge<br />

(Cyperus esculentus L.)<br />

tuber oil as a fuel.<br />

Biomass and Bioenergy Vol. 14,<br />

No. 2, pp. 91-101<br />

Biomass and Bioenergy Vol. 10.<br />

Nos 5/6, pp. 331-336<br />

Industrial Crops and Products<br />

5:177- 181<br />

Allegato B<br />

formazione di gomme e di sedimenti insolubili.<br />

L'obiettivo di questo studio è stato quello di<br />

valutare l'effetto delle sostanze generate<br />

dall'ossidazione del biodiesel sulle prestazioni e<br />

sulle emissioni dei motori.<br />

Technological/Technical L'effetto serra, responsabile del riscaldamento<br />

globale, è causato da gas che si accumulano<br />

nell'atmosfera della terra. L'anidride carbonica,<br />

principale responsabile di questo fenomeno, è<br />

prodotta durante i processi di combustione.<br />

Questo articolo fornisce un profilo del ciclo del<br />

carbonio per i biocombustibili derivati dall’olio di<br />

colza. Viene presentato un confronto delle<br />

emissioni di anidride carbonica prodotte dalla<br />

combustione del biodiesel e del diesel<br />

tradizionale e permette di giungere alla<br />

conclusione che l’impiego del biodiesel potrebbe<br />

ridurre l'accumulo di CO2 nell'atmosfera.<br />

Technological/Technical Nel 1994 un prototipo di camion a motore diesel<br />

ma alimentato con biodiesel derivante da colture<br />

di colza, è stato impiegato per percorre un<br />

viaggio dall'università de Idaho, fino a Mosca,<br />

Idall’daho a Los Angeles, dalla California di<br />

nuovo a Mosca ed da Mosca ad est di<br />

Washington e di nuovo da Mosca all’ Idaho.<br />

Questi viaggi hanno riguardato un totale di<br />

14.069 chilometri (8742 miglia). Il camion ha<br />

consumato in media 7.76 km/l (18.7 mile/gal)<br />

usando 1772 I (468 galloni) di estere etilico del<br />

bio combustibile. Alcun tipo di complicazioni<br />

sono stati incontrate con il funzionamento del<br />

camion. Il motore del camion non presentava<br />

alcun tipo di modifica rispeto ai motori diesel<br />

tradizionali ed è stato fatto funzionare al 100%<br />

con biodiesel.<br />

Technological/Technical Le proprietà fisiche del combustibile ricavato<br />

dall’olio di Cyperus esculentus L. sono state<br />

misurate per determinare il valore potenziale del<br />

combustibile. La viscosità, la gravità specifica, il<br />

contenuto di energia sono stati paragonati all’olio<br />

di soia, di girasole e di colza. L’olio di Cyperus<br />

ha dimostrato di avere ottime potenzialità<br />

d’impiego come combustibile presentando<br />

Il progetto Activa 228


118 Puhana S., Vedaramana N.,<br />

Rama B.V.B.,<br />

Sankarnarayananb G.,<br />

Jeychandranb K.<br />

119 Chiu C. W., Schumacher L.<br />

G., Suppes G. J.<br />

120 Tana R. R., Culabab A. B.,<br />

Purvisc M. R. I.,<br />

2005 Mahua oil (Madhuca<br />

Indica seed oil) methyl<br />

ester as biodieselpreparation<br />

and emission<br />

characterstics<br />

2004 Impact of cold flow<br />

improvers on soybean<br />

biodiesel blend<br />

2004 Carbon balance<br />

implications of coconut<br />

biodiesel utilization in<br />

the Philippine<br />

automotive transport<br />

sector<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28:87–93<br />

Biomass and Bioenergy 27:<br />

485–491<br />

Biomass and Bioenergy 26: 579<br />

– 585<br />

Allegato B<br />

caratteristiche fisiche e chimiche competitive<br />

rispetto a quelle degli altri oli con cui è stato<br />

confrontato.<br />

Technological/Technical C’è uno spiccato interesse in molti paesi nella<br />

ricerca di combustibili alternativi rispettosi<br />

dell’ambiente. Anche se gli oli vegetali possono<br />

essere usati così come sono nei motori diesel, la<br />

loro alte viscosità, la volatilità basse e le scarse<br />

capacità di scorrimento a freddo hanno generato<br />

la necessità di testare anche numerosi loro<br />

derivati. Il Biodiesel sotto forma di estere degli<br />

acidi grassi, che può essere ricavato da tutti gli oli<br />

vegetali è un combustibile rinnovabile,<br />

biodegradabile e non tossico. In questo studio,<br />

l'olio di semi di Madhuca indica è stato<br />

trasformato in metanolo usando l'idrossido di<br />

sodio come catalizzatore per ottenere l'estere<br />

metilico dell'olio. Questo biodiesel è stato<br />

esaminato in motori per valutarne le prestazioni e<br />

le emissioni.<br />

Technological/Technical In questo articolo vengono testate le<br />

caratteristiche di scorrimento del biodiesel nei<br />

climi freddi. Nei meccanismi del motore sono<br />

stati provati 100% biodiesel, diesel tradizionale e<br />

90% biodiesel, diesel tradizionale e 80 %<br />

biodiesel. Inoltre è stata valutata anche l’aggiunta<br />

di additivi con lo scopo sempre di migliorare le<br />

caratteristiche di scorrimento del biodiesel<br />

Technological/Technical Nelle Filippine è stato avviato un programma con<br />

lo scopo di diluire le emissioni di anidride<br />

carbonica utilizzando fonti energetiche alternative<br />

come il biodiesel ricavato dall’olio di noce di<br />

cocco. E’ stata valutata la riduzione delle<br />

emissioni nette della CO2 che ha presentato<br />

valori molto più elevati rispetto a quelli<br />

presentati per il biodiesel derivato da altri oli<br />

vegetali. Tuttavia, i vincoli dovuti alle produzioni<br />

agricole, ci permettono di prevedere che entro il<br />

2010, il biodiesel potrà sostituire l’ 8% di quello<br />

tradizionale complessivamente utilizzato nel<br />

paese facendo diminuire le tonnellate di anidride<br />

carbonica prodotte da 130 a 106.<br />

Il progetto Activa 229


121 TRIFILETTI F. 2001 Nuove speranze sul<br />

biodiesel<br />

122 CARTA D., CASULA A.,<br />

PACIOLLA C. M.,<br />

TRONCI S.<br />

123 a cura di MOSCA G. 1998 Oleaginose non<br />

alimentari<br />

124 MOSCA G., VENTURI G. 2001 Le produzioni agricole<br />

ad uso non alimentare.<br />

125 STAAT F.,<br />

VERMEERSCH G.<br />

126 BOUCHEREAU A.,<br />

CLOSSAIS-BESNARD N.,<br />

BENSAOUD A., LEPORT<br />

L., RENARD M.<br />

L'informatore agrario 16: 17 Environmental/Biological<br />

Allegato B<br />

La distribuzione del prodotto per autotrazione,<br />

sulla base di accordi di bacino tra agricoltori e<br />

industrie di trasformazione, unita ad un regime<br />

d'incentivazione dovrebbe offrire nuovi sbocchi<br />

alla coltura di semi oleosi.<br />

1998 Bioenergia: biodiesel, FLORYS s.p.a. per Convegno Technological/Technical Fornisce una overwieu sui biofuels e sulla<br />

bioetanolo,hydrocracking "L'energia da biomassa"<br />

presenza di Florys in questo settore. Viene<br />

delle biomasse.<br />

Coltano (PI), 29 Aprile 1998<br />

inquadrato il concetto di biomassa intesa come<br />

materia prima per la produzione dei biofuels in<br />

generale. Viene trattato l'argomento biodiesel e<br />

bioetanolo. Del biodiesel e del bioetanolo<br />

vengono illustrate le caratteristiche ed i principali<br />

vantaggi al loro impiego e di ognuno vengono<br />

indicate le principali innovazioni tecnologiche di<br />

prodottoe di processo proposte da Florys.<br />

Edagricole ISBN-88-206-4235- Environmental/Biological In questo volume vengono affrontate le<br />

2<br />

problematiche relative agli usi alternativi<br />

(produzione di biocombustibili e di olii tecnici) di<br />

specie oleaginose tradizionali come girasole,<br />

colza, lino e ricino e si propongono nuove specie<br />

oleaginose quali Brassica carinata, Camelina,<br />

Coriandolo, Crambe, ecc. La pubblicazione è<br />

stata realizzata nell'ambito del Progetto di Ricerca<br />

Nazionale PRisCA sulle colture alternative.<br />

Rivista di agronomia 3: 155- Environmental/Biological Vengono esaminati gli aspetti generali delle<br />

162.<br />

colture ad uso non alimentare discussi nel quadro<br />

della politica dell'UE e dei possibili sviluppi.<br />

Vengono esaminate le diverse filiere, tra cui<br />

anche quella dei biocombustibili e per ciascuna si<br />

illustra la situazione attuale, i principali problemi,<br />

le possibilità di sviluppo e gli obbiettivi della<br />

ricerca.<br />

1993 Les esteres méthyliques Etude et recherche n°2 40°anno Technological/Technical In questo articolo viene presentato un bilancio<br />

d'huile de colza comme n°5/6: 167-252<br />

energetico dell'intera filiera produttiva degli esteri<br />

carburants: bilan<br />

metilici derivanti dall'olio di colza. Il bilancio è<br />

énergétique.<br />

positivo e può essere ancora suscettibile ad<br />

ulteriori miglioramenti sia riguardo alla fase<br />

agricola che a quella industriale.<br />

1996 Water stress effects on European journal o agronomy 5: Environmental/Biological In questo aarticolo viene studiata la composizione<br />

rapeseed quality. 19-30.<br />

del seme di tre diversi genotipi di Brassica napus<br />

L. a in diverse condizioni di stres idrico e a<br />

diversi statdi di sviluppo.<br />

Il progetto Activa 230


127 WRIGHT P. R., MORGAN<br />

J. M., JESSOP R. S., CASS<br />

A.<br />

128 J. P. T. DERKESEN, B. G.<br />

MUUSE, F. PETRUS<br />

CUPERUS, W. M. J. VAN<br />

GELDER<br />

129 MAZZONCINI M.,<br />

VANNOZZI., MEGALE P.,<br />

SECCHIARI P., PISTOIA<br />

A., LAZZERI L.<br />

130 VICENTE G., MARTINEZ<br />

M., ARACIL J.<br />

131 antolin g., tinaut f.v.,<br />

briceno y., castano v., perez<br />

c., ramirez a.i.<br />

132 ALTIN R., CETINKAYA<br />

S., YUCESU H.S.<br />

1995 Comparative adaptation<br />

of canola (brassica<br />

napus) and Indian<br />

mustard (b. juncea) to<br />

soil water deficts: yield<br />

and yield components.<br />

1993 New seed oils for<br />

oleochemical industry:<br />

evaluation and enzymebioreactor<br />

mediated<br />

processing<br />

1993 Ethiopian mustard<br />

(Brassica carinata A.<br />

Braun) crop in central<br />

Italy. Note1:<br />

characterization and<br />

agronomic evaluation.<br />

2004 Integrated biodiesel<br />

production: a comparison<br />

of different<br />

homogeneous catalysts<br />

systems<br />

2002 Optimisation of biodiesel<br />

production by sunflower<br />

oil transesterification<br />

2001 The potential of using<br />

vegetable oil fuels as fuel<br />

for diesel<br />

engines<br />

Field Crops Research 42: 1-13 Environmental/Biological<br />

Allegato B<br />

Il questo lavoro vengono confrontate le<br />

caratteristiche produttive di due specie oleaginose<br />

a differenti livelli di stress idrico.<br />

Industrial crop and products 1:<br />

133-139.<br />

Agricoltura mediterranea 123:<br />

330-338.<br />

Bioresource Technology 92<br />

(2004) 297–305<br />

Bioresource Technology 83<br />

(2002) 111–114<br />

Energy Conversion and<br />

Management 42 (2001)<br />

529±538<br />

Technological/Technical In questo articolo vengono fornite informazioni<br />

riguardo ad alcune specie per la produzione di olii<br />

industriali. Vengono descritte le qualità dell'olio<br />

in relazione a diverse epoche di semina e di<br />

raccolta. Inoltre vengono esposte anche le<br />

tecniche di estrazione<br />

Environmental/Biological Questo articolo espone i risultati di uno studio<br />

quadriennale volto a determinare le caratteristiche<br />

di Brassica carinata negli ambienti della Toscana<br />

litoranea.<br />

Technological/Technical In questo lavoro vengono presentati i risultati di<br />

una ricerca avente lo scopo di paragonare diversi<br />

tipi di catalisi basica (con idrossido di potassio,<br />

idrossido di sodio ecc), step indispensabile per la<br />

produzione di biodiesel dall’olio di girasole.<br />

Technological/Technical In questo lavoro è stato studiato il processo di<br />

transesterificazione (sostituzione del glicerolo e<br />

dei trigliceridi con alcol a catena corta in<br />

presenza di un catalizzatore) dell’olio di girasole<br />

per ottenere biodiesel del quale sono state poi<br />

valutate le proprietà chimico-fisiche. I risultati<br />

mostrano che il biodiesel ottenuto può essere un<br />

ottimo sostituto dei combustibili tradizionali.<br />

Technological/Technical Gli oli vegetali sono prodotti ricavabili da<br />

numerosi semi di oleaginose. Alcuni di questi<br />

sono giàstati valutati come sostituti per i<br />

combustibili diesel tradizionali. Gli effetti dei<br />

combustibili derivanti da olii vegetali e dei loro<br />

esteri metilici (olio grezzo di girasole, olio grezzo<br />

di cotone, olio grezzo di soia e il corrispondente<br />

estere metilico, olio di colza) sono stati testati su<br />

motori diesel. I risultati indicano che dal punto di<br />

vista di delle prestazioni, il biodiesel non risulta<br />

inferiore ai combustibili tradizionali. Ma, a causa<br />

Il progetto Activa 231


133 PETERSON C. L.,<br />

HUSTRULID, T<br />

1998 Carbon cycle for<br />

rapeseed oil biodiesel<br />

fuels<br />

134 MITTELBACH M. 1996 DIESEL FUEL<br />

DERIVED FROM<br />

VEGETABLE OILS, VI:<br />

135 KNOTHE G., STEIDLEY<br />

R.<br />

SPECIFICATIONS<br />

AND QUALITY<br />

CONTROL OF<br />

BIODIESEL<br />

2005 Kinematic viscosity of<br />

biodiesel fuel<br />

components and related<br />

compounds.<br />

Influence of compound<br />

structure and comparison<br />

to<br />

136 LEUNGD.Y.C. , KOO B.C.P. , GUO Y.<br />

petrodiesel fuel<br />

components<br />

Degradation of biodiesel<br />

under different storage<br />

conditions<br />

137 CAO W. , Han H., Zhang J. 2005 Preparation of biodiesel<br />

from soybean oil using<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

1998,14, (2), 91-<br />

101.<br />

Bioresource Technolo~ 56<br />

(1996) 7-11<br />

Allegato B<br />

della loro alta viscosità ed alterabilità in<br />

condizioni di freddo, i combustibili di origine<br />

vegetali presentatno ancora alcune difficoltà di<br />

applicazione.<br />

Environmental/Biological In questo articolo viene analizzata la produzione<br />

di anidride carbonica legata alla produzione di<br />

biodiesel da colza (dalla fase agricola a quella<br />

industriale)e al suo impiego. I risultati vengono<br />

poi confrontati con le produzioni di anidride<br />

carbonica relativa al diesel tradizionale ricavato<br />

dal petrolio. I risultati dimostrano come l'impiego<br />

del biodiesel potrebbe garantire una diminuizione<br />

delle immssioni di anidride carbonica<br />

nell'atmosfera.<br />

Technological/Technical In questo articolo vengono proposti una serie di<br />

parametri per la valutazione qualitativa del<br />

biodiesel ed inoltre, sempre per valutarne la<br />

qualità, si presenta la messa a punto di una<br />

metodologia per la determinazione del contenuto<br />

in glicerolo e trigliceridi del biodiesel.<br />

Fuel 84 (2005) 1059–1065 Technological/Technical In questo articolo si fornisco informazioni<br />

riguardo alle caratteristiche di diversi tipi di<br />

biodiesel sia derivanti da grassi animali che da<br />

olii vegetali andando ad indagare in particolare<br />

una caratteristica fondamentale per questo<br />

prodotto che è la viscosità.<br />

ARTICLE IN PRESS<br />

Bioresource Technology<br />

Received 23 August 2004;<br />

received in revised form 3<br />

February 2005; accepted 18<br />

February 2005<br />

Technological/Technical Questo lavoro ha lo scopo di studiare le<br />

caratteristiche di degradazione del biodiesel in<br />

diverse condizioni di conservazione. A questo<br />

scopo venti campioni di biodiesel sono stati<br />

suddivisi in tre gruppi e conservati in diverse<br />

condizioni di temperatura. I risultati mostrano<br />

come le alte temperature e l'esposizione all'aria<br />

aumentino la degradazione del biodiesel.<br />

Fuel 84 (2005) 347–351 Technological/Technical In questo articolo viene descritto un metodo per<br />

la produzione di biodiesel dall'olio di soia<br />

Il progetto Activa 232


supercritical<br />

138 VAN GERPEN J.<br />

methanol and co-solvent<br />

Biodiesel processing and<br />

production<br />

139 MEHER L.C., VIDYA SAGAR D., NAIK<br />

S.N.<br />

140 CARRARETTO C.,<br />

MACOR A.,<br />

MIRANDOLA A.,<br />

STOPPATO A., TONON S.<br />

141 BALDASSARI L. T.,<br />

BATTISTELLI L., CONTI<br />

L., CREBELLI R., DE<br />

BERNARDIS B.,<br />

IAMICELI A. L.,<br />

GAMBINO M.,<br />

IANNACCONE S.<br />

Technical aspects of<br />

biodiesel production by<br />

transesterification—a<br />

review<br />

2004 Biodiesel as alternative<br />

fuel:Experimental<br />

analysis<br />

and energetic evaluations<br />

2004 Emission comparison of<br />

urban bus engine fueled<br />

with diesel oil<br />

and ‘biodiesel’ blend<br />

142 SAKA S., KUSDIANA D. 2001 Biodiesel fuel from<br />

rapeseed oil as prepared<br />

in supercritical methanol<br />

143 MA F., HANNA M. A. 1999 Biodiesel production: a<br />

review<br />

144 WORGETTER M et al. 1999 Biodiesel in Austria. An<br />

overview<br />

145 AHOUISSOUSSI N. B. C.,<br />

et al.<br />

1997 A comparative cost<br />

analysis of biodiesel,<br />

compressed<br />

ARTICLE IN PRESS Fuel<br />

Processing Technology<br />

www.elsevier.com/locate/fuproc<br />

ARTICLE IN PRESS<br />

Renewable and Sustainable<br />

EnergyReviews<br />

www.elsevier.com/locate/rser<br />

Received 17 February 2004;<br />

accepted 15 September 2004<br />

Allegato B<br />

caratterizzato da un minor impatto ambientale.<br />

Technological/Technical In questo areticolo viene descritto il<br />

procedimento necessario per laproduzione di<br />

biodiesela partire da olii vegetali e grassi animali.<br />

Technological/Technical In questo articolo vengono presi in esame diversi<br />

procedimenti per la produzione del biodiesele e<br />

vengono confrontati diverse combinazioni di olii<br />

e catalizzatori. Inoltre vengono passati in<br />

rassegna diversi metodi per il monitoraggio delle<br />

reazioni di esterificazione.<br />

Energy 29 (2004) 2195–2211 Environmental/Biological Allo scopo di valutare l'impatto ambientale<br />

relativo all'impiego del biodiesel sono stati fatti<br />

funzionare con questo carburante alternativo<br />

mezzi pubblici ed è stato realizzato un<br />

monitoraggio delle emissioni di anidride<br />

carbonica ed un bilancio energetico.<br />

Science of the Total<br />

Environment 327 (2004)<br />

147–162<br />

Environmental/Biological In questo articolo sono state studiate le<br />

caratteristiche chimiche e tossicologiche delle<br />

emissioni derivanti dai gas di scarico di autobus<br />

alimentati con diesel tradizionale e biodiesel.<br />

Fuel 80 (2001) 225±231 Technological/Technical La reazione di transesterificazione dell'olio di<br />

colza in metanolo supercritico è stato studiata<br />

Bioresource Technology, 1999,<br />

70, (I), l-15.<br />

Making Bus. Biomass Energy,<br />

Environ., Chemical,<br />

Fibers Muter., Proc. Biomass<br />

ConfAm., 3rd, 1997, (2), 1043-<br />

1053. Edited by<br />

Overend<br />

Resource and Energy<br />

Economics, 1997, 20, (l),<br />

1-15.<br />

senza impiegare alcun catalizzatore.<br />

Technological/Technical Viene esposta una descrizione delle tecniche per<br />

la produzione di biodisel a partire da olii di<br />

origine vegetale o grasssi animali.<br />

Economic In questo articolo sono desritti gli effetti<br />

dell'introduzione del biodiesel sul mercato<br />

austriaco. La tecnologia di produzione è stata<br />

sviluppata, è stta fatta una valutazione sulla<br />

eventuale nocività delle emissioni prodotte, è stat<br />

valutata la qualità del prodotto ottenuto<br />

Economic Quattro diversi tipi di carburante (biodiesel, gas<br />

naturale compresso, metanolo e diesel) sono stati<br />

usati per l'alimentazione di autobus e si è<br />

provveduto per ciascuno di essi alla valutazione<br />

Il progetto Activa 233


146 MAKAREVICIENE V.,<br />

JANULIS P.<br />

147 BONA S., MOSCA G.,<br />

VAMERALI T.<br />

148 VICENTE G., COTERON<br />

A., MARTINEZ M.,<br />

ARACIL J.<br />

natural gas, methanol,<br />

and diesel for transit bus<br />

systems<br />

2003 Environmental effect of<br />

rapeseed oil ethyl ester<br />

1999 OIL CROPS FOR<br />

BIODIESEL<br />

PRODUCTION IN<br />

ITALY<br />

1998 Application of the<br />

factorial design of<br />

experiments and<br />

response<br />

surface methodology to<br />

optimize biodiesel<br />

production<br />

149 KORBlTZ W. 1999 BIODIESEL<br />

PRODUCTION IN<br />

EUROPE AND NORTH<br />

AMERICA, AN<br />

ENCOURAGING<br />

PROSPECT.<br />

150 BOSCHIETTI A. 2005 La corsa ad ostacoli dei<br />

biocarburanti in Italia<br />

Tabella progetti<br />

Codice<br />

Progetto<br />

Renewable Energy, 2003, 28,<br />

(15)<br />

2395-2403.<br />

Renewable Energy 16 (1999)<br />

1053-1056<br />

Industrial Crops and Products 8<br />

(1998) 29–35<br />

Renewable Energy 16 (1999)<br />

1078-1083<br />

Ente finanziatore Periodo di durata Titolo Tipologia Note e commenti<br />

dei costo d'impiego.<br />

Allegato B<br />

Environmental/Biological In questo articolo vengono presentati i risultati di<br />

una sperimentazione volta alla valutazione delle<br />

sostanze inquinanti derivanti dai gas di scarico<br />

dei motori nel caso in cui si usi diesel tradizionale<br />

e biodiesel derivante da olio di colza.<br />

Technological/Technical C'è un vantaggio energetico nel produrre estri<br />

metilici da colture di girasole, colza e soia. Le tre<br />

specie prese in esame in questo lavoro sono<br />

caratterizzate dal poter essere realizzate con bassi<br />

input tali da garantire vantaggio energetico e<br />

salvaguardia ambientale.<br />

Environmental/Biological In questo articolo sono state studiate le diverse<br />

reazioni di raffinamento dell'olio di girasole a<br />

mezzo di diversi tipi di catalisi ed in diverse<br />

condizioni di temperatura al fine di ottimizzare il<br />

processo e conseguentemente la produzione di<br />

biodiesel.<br />

Economic Questo articolo fornisce informazioni riguardo<br />

alle quantità di biodiesel prodotte nel mondo, alle<br />

principali materie prime impiegate e le proprietà<br />

di questi combustibili alternativi. Evidenzia anche<br />

i vantaggi ambientali legati a questo tipo di<br />

combustibili alternativi, le strategie di vendita e le<br />

implicazioni micro e macro economiche generate<br />

dalla presenza di questi prodotti sul mercato.<br />

L'informatore agrario 14: 10-11 Economic Le fonti energetiche rinnovabili rappresentano un<br />

interessante possibilità per l'agricoltura italiana:<br />

tuttavia manca progettualità da parte del mondo<br />

agricolo e dello Stato: il contingente<br />

defiscalizzato di biodiesel è stato ridotto per il<br />

2005 da 300.000 t/anno del 2004 a 200.000<br />

t/anno.<br />

Il progetto Activa 234


1 Regine Toscana 2000- BIOENERGY FARM<br />

PROJECT<br />

2 MINISTERO<br />

DELLE<br />

POLITICHE<br />

AGRICOLE E<br />

FORESTALI<br />

3 UNIONE<br />

EUROPEA<br />

4 Regione Toscana<br />

"INNOVAZIONE<br />

TECNOLOGICA<br />

IN TOSCANA"<br />

programma<br />

regionale di<br />

azioni innovative<br />

Regionale<br />

Allegato B<br />

La realizzazione di questo programma progettuale ha lo scopo di definire le reali possibilità,<br />

soprattutto a scala aziendale e tenuto conto delle effettive dimensioni ed organizzazioni<br />

produttive delle aziende agrarie, di prevedere, nell'ambito dei diversi ambienti<br />

agropedoclimatici che caratterizzazano la Regione Toscana, un'eventuale organizzazione<br />

produttiva, agronomicamente sostenibile, mirata alla prevalente produzione di colture<br />

dedicate da energia e/o di possibili "prodotti agricoli complementari" ad alto valore aggiunto<br />

e/o di particolare pregio.<br />

1999-2004 PROBIO Nazionale Poiché l'obiettivo prioritario di questo Progetto è "l'avvio di azioni", non sono previsti<br />

interventi di sostegno "ordinario" al mondo produttivo, ma si mira all’attuazione di attività<br />

dimostrative/ divulgative con una forte caratterizzazione territoriale, in grado di stimolare sia<br />

le Amministrazioni locali che gli imprenditori agricoli ed industriali verso un ulteriore<br />

sviluppo dei biocombustibili, e potrà fare affidamento su forme di supporto ed incentivazioni<br />

provenienti da altre fonti. Ciò significa che le azioni previste dal PROBIO, pur incentrate sul<br />

settore primario, e quindi coordinate dal MiPAF, devono andare nel senso di stimolare le<br />

filiere biocombustibili in tutte le loro componenti. Le azioni previste sono strutturate su due<br />

livelli:<br />

1997-1999 Produzione analisi e<br />

valorizzazione del biodiesel<br />

da olii vagetali<br />

PROGETTO INTERREG<br />

TOSCANA-CORSICA<br />

Ricerca 4.2.13<br />

dicembre 2002dicembre2003<br />

BIOLUBRIFICANTI<br />

VEGETALI PER<br />

L'INDUSTRIA TOSCANA<br />

(BIOVIT)<br />

·centrale: coordinato direttamente dal MiPAF con il contributo di rappresentanti regionali;<br />

·regionale: basato essenzialmente su "progetti dimostrativi interregionali" in grado di<br />

ottimizzare l'impatto di PROBIO.<br />

Internazionale Progetto finalizzato alla determinazione delle migliori tecniche di coltivazione di colza e<br />

girasole per la produzione di biocombustibilie valutazione delle caratteristiche chimico<br />

fisiche degli olii da essi derivanti e relativi test d'impiego.<br />

Regionale L’obiettivo di fondo del progetto è quello di organizzare una rete di cooperazione tra soggetti<br />

appartenenti a settori diversi (mondo agricolo, industriale, della ricerca, della<br />

divulgazione/trasferimento), allo scopo di:<br />

individuare il fabbisogno di innovazione tecnica nel settore agricolo o industriale,<br />

cercare sinergie tra i settori e stimolare lo sviluppo di nuove forme di utilizzazione dei<br />

prodotti agricoli non alimentari (formulati oleanti nella fattispecie),<br />

collaudare e trasferire le tecnologie studiate e realizzate.<br />

Nello specifico, il progetto si propone di sostituire e/o integrare l’impiego dei lubrificanti<br />

sintetici di origine minerale con altri più biodegradabili ed atossici di origine vegetale derivati<br />

da semi di girasole alto oleico o di piante appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae,<br />

Il progetto Activa 235


5 Unione europea marzo 2001dicembre<br />

2002<br />

LIQUID BIOFUELS AND<br />

BIOGAS<br />

6 Unione Europea 1997-2000 Brassica carinata: The<br />

outset of a new crop for<br />

biomass and industrial nonfood<br />

oil - CARINATA<br />

7 Unione Europea 1995-1996 Programma di Ricerca<br />

Europeo ALTERNER:<br />

NON TECHNICAL<br />

BARRIERS TO THE<br />

DEVELOPMENT OF<br />

LIQUID BIOFUELS IN<br />

EUROPE.<br />

Allegato B<br />

attraverso la creazione di una filiera toscana che preveda la partecipazione dei produttori<br />

agricoli, dei trasformatori delle materie prime e degli utilizzatori finali ed il rilancio delle<br />

colture oleaginose sul territorio regionale.<br />

Internazionale Scopo di questo Progetto è studiare le posssibilitaà d'impiego degli olii vegetali e dei grassi di<br />

origine animale per la produzione di combustibili rinnovabili. Questa problematica verrà<br />

affrontata da tre diversi punti di vista:olii vegetali reciclati verranno impiegati in caldie per<br />

testare questa loro possibile applicazione, grassi verrano impiegati per la produzione di<br />

biodiesel e per la produzione di biogas<br />

Internazionale L'obiettivo principale è sviluppare la produzione di Brassica carinata come nuova fonte di<br />

materia prima non-alimentare e per la biomassa che potrebbe essere trasformata in energia e<br />

per l'olio contenuto nei semi che potrebbe essere trasformatin biodiesel o in prodotti ad alto<br />

valore aggiunto. Il progetto includeva diversi obbiettivi: La valutazione delle caratteristiche<br />

agronomiche di Brassica carinata andando a valutare l'adattamento ed il rendimento dei<br />

genotipi migliorati in in diverse condizioni climatiche. La riduzione dei glucosinolati dell'olio<br />

di semi.<br />

Internazionale Lo scopo del Progetto è stato quello di individuare le barriere di carattere non tecnico alla<br />

realizzazione della filiera produttiva dei biocarburanti e di individuarne delle possibili<br />

soluzioni. Per la realizzazione di questo fine si è quindi provveduto a determinare il bilancio<br />

energetico dei biocombustibili, valutare il reale impatto ambientale legato alla loro<br />

produzione, stabilire le condizioni economiche per la produzione dei biocombustibili e<br />

divulgare le notizie raccolte.<br />

Il progetto Activa 236


.2 Biolubrificanti<br />

Tabella Pubblicazioni<br />

Codice Autore Anno di Titolo Riferimenti Parola chiave Note e commenti<br />

Pubbl<br />

pubblicazione<br />

1 AA.VV. 2000 Proceedings of the final Conference<br />

CTVO-net<br />

Bonn (Germany) 20-21 june 2000 Economic<br />

2 Aitzetmuller K., Friedrich B, 2003 New database for seed oil fatty acids - the European Journal of Lipid Technological/Technical<br />

Matthaus H.,<br />

database SOFA,<br />

Science and Technology, Vol 105,<br />

Iss 2, pp 92-103<br />

3 Angelini L. 1998 Caratteristiche agronomiche e<br />

Atti Convegno Nazionale Environmental/Biological<br />

composizione dell'olio di nuove specie da "Oleaginose ad uso non<br />

oli industriali<br />

alimentare", AISO, p.71-77<br />

4 Angelini L. 1999 Madia sativa Mol., nuova oleaginosa da Atti XXXIII Convegno Annuale Technological/Technical<br />

oli tecnici industriali. Effetti dell'epoca e Società Italiana di Agronomia "Le<br />

della densità di semina sulle caratteristiche colture non alimentari", Legnaro,<br />

biologiche, produttive e sulla<br />

Padova 20-23 Settembre 1999, pp.<br />

composizione acidica<br />

227-228<br />

5 Angelini L., Moscheni E., 1997 Variation in agronomic characteristics and Industrial Crops and Products, 6: Technological/Technical<br />

Colonna G., Belloni P.,<br />

seed oil composition of new oilseed crops 313-323<br />

Bonari E.<br />

in central Italy<br />

6 Batchelor S.E, Booth E.J. 1995 Energy analysis of rape methyl ester Industrial Crops and<br />

Technological/Technical<br />

and Walker K.C.<br />

(RME) production from winter oil seed<br />

rape<br />

products,4:193-202<br />

7 Batchelor S.E., Knight<br />

B.E.A., Wilkinson A., Booth<br />

E.J., Walker K.C.,<br />

1996 Industrial Markets for Oildeed Rape Meal HGCA research Review N° OS11 Economic<br />

8 Bertini A., Forni E.,. Palazzo 1998 Test del rendimento di lavaggio dei Comunicazione presentata al Social<br />

A.B, Ruffo C., Valtorta L.<br />

detersivi per bucato ai fini della<br />

convegno “7° giornate cid”,<br />

concessione del marchio ecologico Genova, 22-24 ottobre<br />

europeo. Manuale pratico<br />

1997,Rivista Italiana delle<br />

Sostanze Grasse: 75, n° 2, pag.<br />

93/97<br />

9 Bondioli P., Berardi S., 1999 Oli di semi di spremitura. Sviluppi Rivista Italiana delle Sostanze Political/Normative<br />

Mariani C., Sala M.,<br />

Venturini S.<br />

normativi e ricadute sulla tecnologia Grasse: 76, n° 1, pag. 1/9<br />

10 Bondioli P., Folegatti L. 1996 Caratterizzazione chimica del seme di Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

zapote (Lucuma mammosa)<br />

Grasse: 73, n° 5, pag. 229/230.<br />

11 Bondioli P., Folegatti P., 1998 Native Crambe abyssinica oil and its Industrial crops and products 7 Technological/Technical<br />

Lazzeri L., Palmieri S.<br />

derivatives as renewable lubricants: an<br />

approach to improve its quality by<br />

pag. 231/238<br />

Il progetto Activa 237


12 Bondioli P., Gasparoli A.,<br />

Della bella L., Tagliabue S.<br />

13 Bondioli P., Inzaghi L.,<br />

Postorino G., Quartuccio P.,<br />

14 Bondioli P., Lanzani A.,<br />

Cortesi N., Fedeli E., Volpini<br />

A.,<br />

15 Bondioli P., Lazzeri L.,<br />

Palmieri S.<br />

chemical and biotechnological processes<br />

2002 Evaluation of biodiesel storage stability<br />

using reference methods<br />

1997 Crambe abyssinica oil and its derivative as<br />

renewable lubricants: synthesis and<br />

characterization of different esters based<br />

on crambe fatty acids<br />

1994 Oli di semi ottenuti per spremitura a<br />

freddo: caratteristiche del mercato e<br />

prospettive di sviluppo<br />

1998 Usi industriali delle sostanze grasse di<br />

origine vegetale<br />

16 Bondioli P., Sabarino G.P. 1997 Individuazione di esteri naturali e sintetici<br />

di origine vegetale in lubrificanti a base<br />

minerale<br />

17 Carrouthers S.P., Marsh J.S.,<br />

Turner P.W., Ellis F.B.,<br />

Murphy D.J., Slabas T. and<br />

Chapman B.A.<br />

18 Chelli S., Cozzoli O., Ferrari<br />

P., Fremiotti S., Ghio G.,<br />

Jobbi F., Lucchesi P.L.,<br />

Pollini S., Quartuccio P.,<br />

Sala M., Virtuani M.L.<br />

1995 Industrial Markets for UK-produced<br />

oilseeds<br />

1999 Sottocommissione oli minerali.<br />

“lubrificanti. Corrispondenze tra metodi<br />

analitici”(attività commissione tecnica)<br />

European Journal of Lipid<br />

science Technologies: 104, pag.<br />

777/784<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: 74, n° 4, pag. 137/141<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: n° 8, pag. 381/390<br />

Atti convegno “Oleaginose ad uso<br />

non alimentare” Confagricoltura,<br />

Roma, 12 Marzo, 1998, pp.27-32<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: 74, n° 9, pag. 423/429<br />

Environmental/Biological<br />

Technological/Technical<br />

Political/Normative<br />

Research Review OS9, HGCA Economic<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: 76, n° 11, pag. 483/493<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

19 Cortesi M., Fedeli E. 2000 Considerazioni sulla biosintesi degli acidi Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

grassi<br />

Grasse: 77, n°6, pag. 461/468<br />

20 Cunningham B., Battersby 2003 Sustainability Assessment of a<br />

Journal of Industrial Ecology Vol Environmental/Biological<br />

N., Wehrmeyer W.and<br />

Fothergill C.<br />

Biolubricant<br />

7, Iss 3-4, pp. 179 - 192<br />

21 Erhan S.Z. and Perz J.M. 2002 Biobased Industrial Fluids and Lubricants AOCS Press, Champaign, Illinois<br />

USA<br />

Technological/Technical<br />

22 Errani M., Lazzeri L., 1999 Prima caratterizzazione agronomica e XXXIII Convegno Annuale SIA “ Environmental/Biological<br />

Amaducci M.T., Palmieri S.,<br />

tecnologica di una nuova cultivar di Le colture non alimentari”<br />

Pirani V.<br />

Sinapis alba<br />

Legnaro (PD) 20-23 Settembre<br />

1999<br />

23 Fedeli E., Cortesi N. 1994 Lipidi questi ignoti Rivista italiana sostanze grasse:<br />

71, n° 1, pag. 1/2, 1994<br />

Social<br />

24 Fontana F., Lazzeri L., 1998 Agronomic characterisation of some Eur. J. Agr. 9, 117-126 Environmental/Biological<br />

Malaguti L., Galletti S.<br />

Crambe abyssinica genotypes in a locality<br />

of the Po Valley.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 238


25 Gunstone F. D. 2004 Rapeseed and canola oil, production Blackwell Publishing, CRC press, Technological/Technical<br />

Allegato B<br />

(in particolare<br />

properties and uses<br />

Boca Raton USA<br />

capitolo 7 usi<br />

non-food 7.3<br />

lubrificanti e cap.<br />

8 potenzialità e<br />

prospettive per<br />

l’olio di colza )<br />

26 Gunstone F. D. 2004 The chemistry of oils and fats, sources, Blackwell Publishing, CRC press, Technological/Technical in particolare<br />

composition properties and uses<br />

Boca Raton USA<br />

capitolo 11 usi<br />

non alimentari di<br />

oli e grassi. 11.5<br />

lubrificanti<br />

27 Gunstone F. D., Padley F. B. 1997 Lipid technologies and applications Marcel Dekker inc. New York Technological/Technical in particolare<br />

USA<br />

parte VI usi<br />

nonfood in<br />

particolare cap.<br />

28 lubricants<br />

28 Gasparoli A. 1998 Introduzione all'analisi delle sostanze Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

grasse utilizzate nel settore cosmetico Grasse: 75, n° 11, pag. 491/502<br />

29 Gasparoli A., Giovanessi L., 1996 Indagine analitica relativa all'olio di germe Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

Taormina E.<br />

di grano utilizzato in campo cosmetico Grasse: 73, n° 1, pag. 1/9.<br />

30 Gasparoli A., Mariani C., 1996 Indagine analitica relativa all'olio di Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

Cribioli G.<br />

mandorle dolci utilizzato in campo<br />

cosmetico. Nota 2<br />

Grasse: 73, n° 12, pag. 551/562<br />

31 Gasparoli A., Mariani C., 1996 Indagine analitica relativa all'olio di Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

Cribioli G.<br />

mandorle dolci utilizzato in campo<br />

cosmetico. Nota 1<br />

Grasse: 73, n° 11, pag. 511/519<br />

32 Hewstone R.K. 1994 Health, safety and environmental aspects The Science of the Total Environmental/Biological<br />

of used crankcase lubricating oils Environment, 156:255-268<br />

33 J. Janick 1999 Perspectives on new crops and new uses ASHS Press, Alexandria, VA,<br />

USA<br />

Political/Normative<br />

34 Kimber D. and McGregor 1995 Brassica Oilseeds, Production and Pub. CAB International<br />

Technological/Technical<br />

D.I.<br />

Utilisation<br />

Cambridge<br />

35 Lazzeri L, Leoni O. Manici 2002 Uso di farine vegetali come agenti Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Environmental/Biological<br />

M.L., Palmieri S., Patalano<br />

G.<br />

biotossici ad azione ammendante Brevetto N. BO 2002 A 000544<br />

36 Lazzeri L. 2000 A practical Italian experience of full field 2nd Workshop on Lubricants and Environmental/Biological<br />

cultivation under set-aside conditions Hydraulic fluids Milano, Italy 10-<br />

11 Febbraio 2000<br />

37 Lazzeri L., De Mattei F., 1999 Prospettive di utilizzazione dell’olio di XXXIII Convegno Annuale SIA “ Social<br />

Bucelli F., Palmieri S.<br />

Crambe abyssinica Hochst in settori non Le colture non alimentari”<br />

alimentari<br />

Legnaro (PD) 20-23 Settembre<br />

Il progetto Activa 239


38 Lazzeri L., De Mattei F.,<br />

Bucelli F., Palmieri S.<br />

40 Lazzeri L., De Mattei F.,<br />

Palmieri S.,<br />

41 Lazzeri L., Errani M., Leoni<br />

O., Venturi G.,<br />

42 Lazzeri L., Errani M.,<br />

Malaguti L., Palmieri S.,<br />

Venturi G.<br />

43 Lazzeri L., Fontana F.,<br />

Galletti S, Malaguti L.<br />

44 Lazzeri L., Fontana F.,<br />

Malaguti L., Cremaschi D.,<br />

45 Lazzeri L., Lapenta E.,<br />

Santangelo E., Malaguti L.,<br />

Ventrella D., Pinheiro M.<br />

46 Lazzeri L., Leoni O., Conte<br />

L.S., Palmieri S<br />

L. Lazzeri, M. Mazzoncini,<br />

A. Rossi, E. Balducci, G.<br />

Bartolini, L. Giovannelli, R.<br />

Pedriali, R. Petroselli, G.<br />

Patalano, G. Agnoletti, A.<br />

Borgioli, G. Croce and L.<br />

D’Avino<br />

47 Leto C., Syed K.,<br />

Tuttolomondo T., Zaffuto G.,<br />

Lazzeri L.<br />

1997 Crambe oil - a potential new hydraulic oil<br />

and quenchant<br />

1997 Preliminary results on Crambe abyssinica<br />

oil utilisation<br />

2002 Eruca sativa spp. Oleifera: a new non food<br />

crop<br />

1999 Valutazione della Eruca sativa (Mill)<br />

cultivar Prisca per una utilizzazione non<br />

alimentare<br />

1997 Evaluation of the main physiological and<br />

agronomic parameters of six varieties of<br />

Crambe abyssinica after three years<br />

cultivation in the Po Valley<br />

1999 Potenzialità agronomiche e principali<br />

caratteristiche tecnologiche del Crambe<br />

abyssinica Hochst<br />

1995 "Crambe abyssinica Hochst. Ex R.E.<br />

Fries: Agronomic Performance and oil<br />

Quality in Three Locations in Italy"<br />

1994 "Some Technological Characteristics and<br />

Potential Uses of Crambe abyssinica<br />

Products"<br />

2005 Biolubricants for the textile and tannery<br />

industries as an alternative to conventional<br />

mineral oils: an application experience in<br />

the Tuscany Province<br />

1997 Bio-Agronomical Behaviour of Safflower<br />

as Affected by Different Tillage Methods<br />

1999<br />

Industrial Lubrication and<br />

Tribology 49, 71-77<br />

Meeting of the Concerted Action<br />

“Crambe abyssinica: production<br />

and utilisation a comprehensive<br />

programme”. San Miniato (PI)15-<br />

16 Maggio<br />

Proceeding of Symposium<br />

Industrial Crops and Products.<br />

April, 24-25 2002 The Floriade,<br />

The Netherlands<br />

XXXIII Convegno Annuale SIA “<br />

Le colture non alimentari”<br />

Legnaro (PD) 20-23 Settembre<br />

Meeting of the Concerted Action<br />

“Crambe abyssinica: production<br />

and utilisation a comprehensive<br />

programme”. San Miniato (PI)15-<br />

16 Maggio<br />

XXXIII Convegno Annuale SIA “<br />

Le colture non alimentari”<br />

Legnaro (PD) 20-23 Settembre<br />

Agricoltura Mediterranea 125,<br />

251-266<br />

Industrial Crops and Products, 3,<br />

103-112<br />

Atti del convegno ” International<br />

Conference on Industrial Crops<br />

and Rural Development” 17-21<br />

Settembre 2005, Murcia, Spagna<br />

4th International Safflower<br />

Conference - Bari 2-7 June, 69-73<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

Environmental/Biological<br />

Environmental/Biological<br />

Technological/Technical<br />

Environmental/Biological<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

Environmental/Biological<br />

48 Mang T. and Diesel W., 2001 Lubricants and lubrication Weinheim, Germany: Wiley Technological/Technical<br />

49 Mariani C., Bellan G. 1996 Sulla presenza di tocoferoli,<br />

Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

deidrotocoferoli, tocodienoli, tocotrienoli Grasse: 73, n° 12, pag. 533/543<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 240


negli oli vegetali<br />

50 Mariani C., Bellan G. 2001 Sulla struttura della frazione cerosa degli<br />

oli di girasole<br />

51 Mariani C., Bellan G. 1997 Individuazione dell'olio di girasole in<br />

quello di cartamo<br />

52 Mazzoncini M., Angelini L. 1999 Brassicaceae e nuove specie oleaginose<br />

per usi industriali non alimentari<br />

53 McManus M. C., Hammond<br />

G. P.and Burrows C. R.<br />

54 Millam S., Mitchell S., Craig<br />

A., Paoli M., Moscheni E.,<br />

Angelini L.<br />

55 Monotti M., Del Pino A.M.,<br />

Bressan M., Capitanio R.,<br />

Conti D., Pirani V., Sunseri<br />

F., Cardone A.M., Lazzeri<br />

L., Montemurro F., Pino S.,<br />

Tanzi F.<br />

56 Mortier R.M. and Orszulik<br />

S.T.<br />

2003 Life-Cycle Assessment of Mineral and<br />

Rapeseed Oil in Mobile Hydraulic<br />

Systems<br />

1997 In vitro manipulation as a means for<br />

accelerated improvement of some<br />

potential oil crop species<br />

1996 Ciclo, produzione e tenore d’olio di<br />

varietà di girasole saggiate in Italia nel<br />

1995<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: 78, n° 7-8, pag. 395/402<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: 74, n° 6, pag. 225/230<br />

Relazione presentata al XXXIII<br />

Convegno Annuale Società<br />

Italiana di Agronomia "Le colture<br />

non alimentari", Legnaro, Padova<br />

20-23 Settembre 1999<br />

The Journal of Industrial Ecology<br />

Volume 7, Issue 3-4: 163–177<br />

Industrial Crops and Products, 6:<br />

213-219<br />

L’Informatore agrario, LII (6),35-<br />

52<br />

1997 Chemistry and Technology of Lubricants Blackie Academic and<br />

Professional- An Imprint of<br />

Chapmann and Hall, UK<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

Environmental/Biological<br />

Environmental/Biological<br />

Technological/Technical<br />

Social<br />

Technological/Technical<br />

57 Mosca G. 1998 Oleaginose non alimentari Edagricole - Edizioni Agricole<br />

Calderini, Bologna<br />

Environmental/Biological<br />

58 Moscheni, E., Angelini L., 1994 Agronomic potential and seed oil Industrial Crops and Products, Technological/Technical<br />

Macchia M.<br />

composition of Cuphea lutea and C.<br />

laminuligera<br />

3:3-9<br />

59 Muuse, B.G., F.P. Cuperus, 1994 Extraction and characterization of J. Am. Oil Chem. Soc. 71:313- Technological/Technical<br />

and J.T.P. Derksen<br />

Dimorphotheca pluvialis seed oil. 317<br />

60 Oliveira M. N., Baruffaldi 1995 Study of Attalea sp seed oil. Note 2 Rivista Italiana delle Sostanze Technological/Technical<br />

R., Fedeli E.,<br />

Grasse: 72, n° 2, pag. 83/86<br />

61 Piergiovanni L., Fava P. 1994 Atti del workshop Milano "imballaggio<br />

funzionale per una migliore qualità degli<br />

alimenti confezionati" a cura di - CNR-<br />

RAISA Flair Flow Europe<br />

Milano, 3-4 febbraio 1994 Social<br />

62 Palmieri S. 1998 Aspetti Qualitativi e Tecnologici degli Oli In: G. Mosca Ed. “Oleaginose non Technological/Technical<br />

Industriali di origine Vegetale<br />

alimentari” Edagricole Bologna.<br />

pp. 17-26<br />

63 Palmieri S. 2001 Crambe seeds: excellent source of Proceeding 3rd international Economic<br />

i d i l il hi h l i d C i l d f<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 241


industrial oil, high value proteins and<br />

chiral epi-progoitrin derivatives<br />

64 Palmieri S. 2002 Opportunità ed orientamento per lo<br />

sviluppo di alcune colture alternative e dei<br />

prodotti derivati per usi speciali<br />

65 Palmieri S. 2002 Does crambe seed arise as an economic<br />

source of industrial oil, proteins and epiprogoitrin?<br />

66 Palmieri S. 2003 Chimica verde e agroindustria: Ostacoli,<br />

sinergie, benefici.<br />

67 Palmieri S. 2003 Renewable industrial biobased products<br />

from agricultural resources<br />

68 Palmieri S., Venturi G. 1999 Industrial use of vegetable oils: Realty and<br />

Potential<br />

69 Paolini R., Principi M., Del 1998 Competitive effects between sunflower<br />

Puglia S., Lazzeri L.<br />

(Helianthus annuus L.) and six broadleaved<br />

weeds<br />

70 Quartuccio P. 1998 Lubrificanti, salute e ambiente: rassegna<br />

sulla normativa attuale e metodi di<br />

valutazione, relazione presentata alla<br />

giornata europea del lubrorefrigerante '98,<br />

milano 2 ottobre 1998<br />

71 Rovellini P., Cortesi N.,<br />

Congress on Material Made from<br />

Renewable Natural Resources”<br />

Erfurt (D) 5-6 September 2001<br />

Riv. Agr. 36, 77-79 Political/Normative<br />

Proceedings of 5th European Technological/Technical<br />

Symposium Industrial Crops and<br />

Products – Amsterdam (NL) 24-<br />

26 April 2002 – p. 90<br />

Chimica e Industria. 85 (4), 47-50 Social<br />

IENICA International South<br />

Europe Symposium Non-Food<br />

Crops: from Agriculture to<br />

Industry. Bologna 15-16 May<br />

2003<br />

Agro food Industry hi-tech 5, vol.<br />

10, 51-54<br />

Proceedings of 6th EWRS<br />

Mediterranean Symposium<br />

Montpellier France, 13-15<br />

Maggio, 81-88.<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Grasse: 75, n° 10, pag. 465/470<br />

1997 Ossidazione dei lipidi. Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Fedeli E.<br />

Grasse: 74, n° 5, pag. 181/189<br />

72 Ruffo C. 1994 La normativa italiana relativa a<br />

Rivista Italiana delle Sostanze<br />

tensioattivi e detergenti: attività della<br />

sottocommissione detergenti e tensioattivi<br />

della commissione tecnica<br />

Grasse: 72, n° 1, pag. 35/38.<br />

73 Ruffo C., Fedrigucci M.G., 1999 Biodegradation of anionic and non ionic Rivista Italiana delle Sostanze<br />

Valtorta L., Cavalli L.<br />

surfactants by CO2 evolution., Acclimated<br />

and non acclimated inoculum<br />

Grasse: 76, n° 6, pag. 277/283<br />

74 Sala M., Berardi S., Bondioli 1998 Amaranth seed: le potenzialità Rivista Italiana delle Sostanze<br />

P.<br />

Grasse: 75, n° 11, pag. 503/506<br />

75 Sevim Z. Erhan J. M. Perez 2002 Biobased Industrial Fluids and Lubricants Amer Oil Chemists Society ISBN:<br />

1893997308<br />

76 Torback, M., Norrby T., and 2002 Environmentally adapted lubricants in the Proceedings of the 13th<br />

di k l d l<br />

i l C ll i<br />

Political/Normative<br />

Economic<br />

Environmental/Biological<br />

Environmental/Biological<br />

Technological/Technical<br />

Political/Normative<br />

Environmental/Biological<br />

Technological/Technical<br />

Technological/Technical<br />

Economic<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 242


Kopp M. Nordic marketplace: Recent developments International Colloquium<br />

Tribology: Lubricants, Materials,<br />

and Lubrication Engineering,<br />

Vol.1<br />

77 Tyman J.H.P. and Gordon 1994 Developments in the analysis of lipids The Royal Society Of Chemistry,<br />

M.H<br />

pag. 73/81<br />

78 Vag, C., Marby A., Kopp M., 2002 A comparative life cycle assessment of the Journal of Synthetic Lubrication<br />

Furberg L. and Norby T.<br />

79 Wightman, P. S., Carruthers<br />

S. P. and Walker K. C.<br />

Tabella progetti<br />

Codice Ente<br />

Progetto finanziatore<br />

1 Unione<br />

Europea<br />

2 Unione<br />

Europea<br />

3 Unione<br />

Europea<br />

4 Unione<br />

Europea<br />

Periodo di<br />

durata<br />

01/01/1994<br />

Duration<br />

48 months<br />

01/12/1994<br />

Duration<br />

60 months<br />

01/01/1995<br />

Duration<br />

48 months<br />

01/01/1995<br />

Duration<br />

manufacture of base fluids for lubricants<br />

1999 Comparative life cycle assessment and<br />

cost benefit analysis of mineral and<br />

rapeseed oils<br />

19: 39–57<br />

Titolo Tipologia Note e commenti<br />

AIR2-CT93-1817: Vegetable<br />

Oils with Specific Fatty Acids<br />

(VOSFA) Agricultural and<br />

Industrial Development of<br />

Novel Oilseed Crops - MAFF<br />

Final Summary <strong>Report</strong><br />

AIR3-CT94-2003: Sunflower<br />

Oil For Industrial Applications<br />

- SOFIA<br />

AIR3-CT94-2178: Alternative<br />

oil-seed crop - Camelina Sativa<br />

AIR3-CT94-2199: The use of<br />

enzymes in the processing of<br />

Paper presented at the Seminar on<br />

Environmental Impact of Fluid<br />

Power Systems, Institute of<br />

Mechanical Engineers (IMechE),<br />

4 November 1999, London<br />

Technological/Technical<br />

Environmental/Biological<br />

Economic<br />

Allegato B<br />

Internazionale This project is investigating five species of novel plants capable of producing vegetable seed oils which<br />

have unusual specific fatty acids present in the feed oils: Dimorphoteca pluvialis and Lesquerella spp<br />

which contain hydroxy fatty acids; Euphorbia lagascae which contains epoxy fatty acids; Calendula<br />

officinalic, which contains fatty acids with conjugated double bonds; and Lunaria annua which contains<br />

long chain fatty acids. The fatty acids produced by these plants are of interest as synthetic intermediates<br />

for the chemical industry. The work has been divided into three section: primary production, processing<br />

and industrial applications. The objectives are to evaluate these plants and select the most promising for<br />

industrial use; to improve genetic stocks and cultivation practices; to optimise oil-recovery techniques<br />

and characterise by-products for animal feed; to evaluate and test the unusual oils for a range of<br />

industrial applications (oleochemistry, lubricants and coatings); to initiate an infrastructure for the<br />

commercialisation of selected novel oilseed crops.<br />

Internazionale The overall aim of the project is the production of transgenic sunflower plants producing oil of modified<br />

fatty acid composition. In particular, it was intend to produce plants with high oleic acid content and<br />

reduced content of stearic acid as well as plants producing short- and medium- chain fatty acids. This<br />

was to be achieved by incorporating genetic constructs carrying the appropriate promoter and coding<br />

sequences.<br />

Internazionale The aim of the project is to establish scientific, economic and political basis for introduction of Camelina<br />

sativa (CS) as an alternative oil-seed crop in European countries. The research programme consists of<br />

two integrated parts:studies on agronomic and environmental aspects of the cultivation of Camelina<br />

sativa at several sites; studies on the applicability of Camelina products (oil, oil-cakes and stalks) in<br />

food- and non-food industries<br />

Internazionale The aim of this project was to determine the conditions under which enzymes could be used to enhance<br />

the extraction of vegetable oils from novel oilseed crops, without the need to use solvents. The target<br />

Il progetto Activa 243


5 Unione<br />

Europea<br />

6 Unione<br />

Europea<br />

11 Unione<br />

Europea<br />

12 Unione<br />

Europea<br />

36 months new oilseeds (UEPNO) to<br />

industrial raw material<br />

01/01/1995<br />

Duration<br />

36 months<br />

01/01/1995<br />

Duration<br />

36 months<br />

01/01/1997<br />

Duration:<br />

48 months<br />

01/10/1997<br />

Duration<br />

36 Months<br />

AIR3-CT94-2324: Coordinated<br />

Improvement of Castor Oil<br />

Productivity and Quality for<br />

New Potential European<br />

Markets<br />

AIR3-CT94-2480: Crambe<br />

abyssinica - Production and<br />

Utilization - A Comprehensive<br />

Programme<br />

FAIR-CT96-1669: Integrated<br />

strategies for the management<br />

of stem canker of oilseed rape<br />

in Europe<br />

FAIR-CT96-1829:<br />

Polyglycerols chemistry<br />

ecology and applications of<br />

polyglycerol esters<br />

Allegato B<br />

species were plants that produce novel fatty acids of interest in oleochemistry. The objective was to<br />

produce a complete engineering concept, within which the enzyme treatment was an important part, with<br />

recovery yields of over 90%. In addition to process engineering the project also considered<br />

environmental aspects as well as analysis of the intermediate, final and by-products.<br />

Internazionale The castor project aims at improving by agronomic and genetic means the productivity and the<br />

technological quality of castor crops grown in European seeking new high value added outlets in the<br />

oleo chemical field in order to improve the economics of a future European castor production chain.<br />

Internazionale Crambe abyssinica is a cruciferous plant which is already quite widely grown in the USA. It can be<br />

grown as a spring crop in the EU, although available varieties may not be optimised for European<br />

climates. Sowing dates and rates for seeding, cultivation and harvesting are established, but pest and<br />

weed control still require trials. The crop produces oil with a high erucic acid content, as well as<br />

containing a glycosinolate which can be used as a precursor of fine chemicals and polymers, and<br />

generating a residue (the hulls) which can be used as a source of cellulose pulp. At present<br />

improvements are required in yield and more work needs to be done on utilisation. The purpose of this<br />

project is to bring people with relevant experience and interest together in order to increase the<br />

exploitation of this non-food crop in the EU.During the three years of the Concerted Action, trials were<br />

carried out on many aspects of seed production (breeding, agronomy) and on utilisation (hulls,<br />

glucosinolates for fine chemistry and pharmacy, use of oil in the mechanical industries and as an<br />

adjuvant for pesticides,). All these aspects as well as the economic factors were reviewed during a<br />

meeting that took place in San Miniato (Italy) in May 1997.<br />

Internazionale The objective of the proposed four-year project is to address these points, proposing integrated strategies<br />

to control the most damaging disease of oilseed rape and vegetable Brassicas in Europe: the stem canker<br />

(also termed Phoma and black-leg disease of crucifers), caused by the fungal pathogen Leptosphaeria<br />

maculans (anamorph: Phoma lingam). This work will assess the efficiency of resistance currently<br />

available in oilseed rape under various situations, identify novel sources of resistance, and propose<br />

disease resistance strategies fitting specific European situations, i.e. France, Germany, the UK, Poland<br />

and Portugal.<br />

Internazionale Conventional methods for polymerising glycerol require drastic process conditions, including high<br />

temperature and caustic content. As a result, the molecular composition of the product is very difficult to<br />

determine and correlations between structure and performances cannot be established. This limits the<br />

rational design of optimised structures. Several parameters, which have not yet been fully studied, need<br />

to be quantified, in terms of analytical data, performances, toxicology and enviroruncntal impact. These<br />

include:<br />

Nature and position of the hydrophobic chain.<br />

Degree of polymerization and polymerization profile.<br />

Linear versus branched or cyclic polyglycerols.<br />

Nature of by-products.<br />

These parameters are critical because some molecular descriptors such as linearity versus branching, or<br />

nature of the fatty chain can have a dramatic impact on biodegradation, and on meeting the market<br />

requirements, as far as performances is concerned.<br />

Il progetto Activa 244


13 Unione<br />

Europea<br />

14 Unione<br />

Europea<br />

15 Unione<br />

Europea<br />

18 Unione<br />

Europea<br />

19 Unione<br />

Europea<br />

20 Unione<br />

Europea<br />

01/01/1996<br />

Duration<br />

36 Months<br />

01/09/1997<br />

Duration<br />

24 Months<br />

01/09/1997<br />

Duration<br />

36 Months<br />

01/04/98<br />

Duration<br />

30 Months<br />

04/01/1999<br />

Duration<br />

36 months<br />

04/01/1999<br />

Duration<br />

18 Months<br />

FAIR-CT96-2025: Increase of<br />

performance of natural<br />

regrowing oils to lubricate<br />

earthmoving equipment<br />

FAIR-CT96-3130: Production<br />

of environmentally-friendly<br />

surfactants from agricultural<br />

coproducts of large-scale<br />

farming: agrisurfactants<br />

FAIR-CT96-3146: Production<br />

of polyunsaturated fatty acids<br />

(PUFAs) by algae: a complete<br />

bioprocessing concept for the<br />

large-scale production of high<br />

quality DHA containing oils<br />

FAIR-CT97-3884: Publication:<br />

CTVO-NET: Final Conference<br />

FAIR-CT98-4333: DiCra:<br />

Diversification with Crambe:<br />

an industrial oil crop<br />

FAIR-CT98-4460: The<br />

development of Euphorbia<br />

lagascae as a new oil crop<br />

within the European<br />

Community<br />

Allegato B<br />

Internazionale The aim of this research Project is to valorise some agricultural products new regrowing<br />

oils increasing its performance, combining with the last technology in additives chemistry,<br />

to overcome problems existing when using natural base stocks. To encourage end users and<br />

to make them more confident in using biodegradable vegetable lubricants, optimising its<br />

performance in praxis of relevant tests.<br />

Internazionale Demonstrate the technical feasibility, and the profitability of a new production process of surfactants<br />

derived from agro-industrial co-products and fatty alcohol originating from plants.<br />

Internazionale The main objective of the current proposal is to develop a complete, reliable and reproducible large scale<br />

fermentation and bioprocessing concept for the microbial production of polyunsaturated fatty acids<br />

(PUFAs), yielding high quality docosahexaenoic acid (DHA)-containing oil that can be used for (Infant)<br />

food or pharmaceutical applications. DHA is the most abundant PUFA in the grey matter of the brain<br />

and also in the outer rod segments of the retina of the eye. Therefore, DHA is thought to be essential for<br />

proper brain and vision development of infants. Although cold water marine fish and egg yolk are<br />

known sources of DHA, these sources are not so suitable for human consumption. Therefore, other<br />

sources are now actively being sought for commercial, large scale production of DHA containing oils.<br />

Internazionale The European Commission and several Member States have realised the importance of the chemicaltechnical<br />

utilisation of vegetable oils and support research and development activities in the whole<br />

production and processing chain. However, European oils have only a minor share of the current<br />

industrial utilisation of natural fats and oils. To find new market outlets for these oils in existing and new<br />

applications, requires a better co-ordination of research efforts and more exchange of information on a<br />

European level. The project, a concerted action, will assist in obtaining a clear picture of the state of the<br />

art in different non food applications of vegetable oils, defining the prospects for European oils, the<br />

requirements of industry and future research needs.<br />

Internazionale The first aim of DiCra was to strengthen the weak position of the novel oilseed crop crambe by various<br />

breeding-related investigations. In general the research as such was focused on improvement of seed<br />

yield and seed quality and adaptation of the crop to unfavourable environmental conditions.<br />

The evaluation of the germplasm collection has shown that the species C. hispanica has valuable<br />

characteristics for crambe breeding with respect to winter hardiness, early emergence, and in particular<br />

disease (Alternaria ) resistance. The gene pool of this species also showed significant variation in time of<br />

initial flowering.<br />

Internazionale The three objectives listed within the technical annex for the project were:<br />

To collate and evaluate existing information on crop development, production potential, adaptability to<br />

European conditions, oil composition and quality, oil extraction and industrial applications of the species<br />

E. lagascae.<br />

To assess suitability of E. lagascae for commercialisation for the benefit of European agriculture and the<br />

oleochemical industry.<br />

To identify gaps in current understanding and after discussion, outline a research programme to<br />

overcome current limitations with the objective of developing commercially sustainable applications of<br />

E. Lagascae.<br />

Il progetto Activa 245


21 Unione<br />

Europea<br />

22 Unione<br />

Europea<br />

23 Unione<br />

Europea<br />

24 Unione<br />

Europea<br />

01-05-2002<br />

Duration:<br />

48 months<br />

01-02-2001<br />

Duration:<br />

36 months<br />

03-05-2001<br />

Duration:<br />

12 months<br />

G1RD-2002-00740:<br />

Development of new<br />

environmentally acceptable<br />

lubricants, tribological tests and<br />

models for European sheet<br />

forming industry<br />

G5RD-2000-00410:<br />

Environmentally friendly<br />

lubricants and low friction<br />

coatings. A route towards<br />

sustainable products and<br />

production processes<br />

G5ST-2001-00253:<br />

Biodegradable esters partially<br />

obtained from vegetable oils in<br />

lubrication<br />

36 months Innovation/SMEs Lubrication<br />

in Inland and Coastal Water<br />

Activities (LLINCWA)<br />

Allegato B<br />

Internazionale The European sheet forming industries are facing considerable problems due to legal requirements of<br />

introducing environmentally acceptable lubricants as substitutes for the present hazardous/toxic ones.<br />

The objectives of this project are to develop new environmentally acceptable lubricants and an approach<br />

for prediction or prevention of lubricant film breakdown in sheet forming operations to facilitate a shift<br />

in the European industry towards environmentally acceptable lubricants.<br />

These objectives will be achieved by developing new environmentally acceptable lubricants based on<br />

pine oils and dry-film polymers, a system of experimental tests for sheet forming tribology combined<br />

with numerical modelling of lubricant film breakdown, which are integrated into a design support<br />

system. The expected output are new lubricants and a combined experimental and theoretical approach<br />

for prediction or prevention of lubricant film breakdown.<br />

Internazionale The objective of the LUBRICOAT project is to develop innovative, technologically performant<br />

tribological material combinations on the basis of vegetable oil-based lubricants combined with low<br />

friction surface coatings. Vegetable oil based lubricants are prone to thermal degradation, hence friction<br />

heating limit the lifetime of such environmentally adapted lubricants (EAL). The use of advanced low<br />

friction coatings offers an innovative solution to this problem. The result of the LUBRICOAT project<br />

will be the identification of application areas where the use of tribological systems making use of<br />

environmentally adapted lubricants in combination with solid lubrication is feasible and the optimisation<br />

of these systems.<br />

Internazionale The present project intends to:<br />

Promote the use of vegetable oils derivatives in unusual lubricant applications;<br />

Solve the problem of poor oxidation stability of vegetable oils, using short chain fatty acids: Their poor<br />

stability towards the oxygen attack is due to the double bonds, which are present on the fatty acid chain.<br />

Ester lubricants prepared starting from short chain saturated fatty acids are stable and in use for aviation<br />

applications. Unfortunately these esters have low viscosity and can't be used for the current heavy duty<br />

applications;<br />

Solve the problem of low viscosity of short chain fatty acids esters, using dicarboxylic acids (such as<br />

adipic, sebacic or azelaic) as condensing agents between two alcoholic moieties;<br />

Support Biodiesel manufacturers to improve economics of production plants. Actually, in the EU,<br />

biodiesel production has two limits: the first starids in a limited allowed tax free production for each<br />

manufacturer and the second depends on the seasonal biodiesel request concentrated during the winter<br />

period because it is used as heating fuel. These two combined facts make biodiesel plants under utilised<br />

and fixed costs must be charged only to limited amounts of finished product. With little and cheap<br />

modifications, these plants could be used also for ester synthesis;<br />

Offer new opportunities for EU farmers.<br />

Internazionale After three years of LLINCWA activities to stimulate the awareness on the existence of biolubricants,<br />

testing and demonstration of the performance of these products it can be concluded that biolubricants<br />

exist and that they form an excellent answer to the environmental demand for a reduction of the diffuse<br />

aquatic pollution with mineral oil. They exist but they are not available everywhere.They are available:<br />

1) on specific request, but not at all suppliers for all purposes, 2)but not always in the requested package<br />

size;3)in environmentally active countries, but in countries with a low pressure on a reduction of the<br />

environmental pollution they are absent;4)for may applications, but due to existing guarantee clauses on<br />

the used equipment and despite the low substitution-risk the user is not really stimulated to experiment<br />

Il progetto Activa 246


25 Unione<br />

Europea<br />

26 Unione<br />

Europea<br />

27 Unione<br />

Europea<br />

01-01-2001<br />

Duration:<br />

36 months<br />

01-11-2001<br />

Duration:<br />

24 months<br />

01-02-2001<br />

Duration:<br />

48 months<br />

28 Miur 48 mesi Processo pilota ad elevata<br />

produttività e ridotto impatto<br />

ambientale volto<br />

all`ottenimento di un nuovo<br />

poliolo con peculiari<br />

caratteristiche chimicofisiche...<br />

(continua in note)<br />

29 Unione<br />

Europea,<br />

Regione<br />

Toscana e<br />

Ministero<br />

dell'Economia<br />

e delle<br />

Finanze<br />

30 Unione<br />

Europea,<br />

Regione<br />

Toscana e<br />

Ministero<br />

dell'Economia<br />

e delle<br />

Finanze<br />

31 Regione<br />

Toscana<br />

intero anno<br />

2003<br />

intero anno<br />

2003<br />

2005 (6<br />

mesi)<br />

Allegato B<br />

QLK3-2000-00349: Rational Internazionale<br />

with biolubricants.http://www.ivam.uva.nl/llincwa/<br />

The substitution of the synthetic bases of fossil origin used in lubricant industry by environment-<br />

engineering of lipid<br />

respecting compounds has become a central question. In such respects, some of us have recently shown<br />

metabolism in flax to produce<br />

that one of the many of unusual fatty acids known to occur in nature, namely the branched-chain fatty<br />

branched-chain fatty acids,<br />

acids, BcFAs, could avantageously replace these synthetic bases. In contrast with other vegetable oils<br />

unusual fatty acids with potent<br />

used as lubricant bases, BcFA-containing oil has both excellent oxidative resistance and thermal<br />

biolubricant properties<br />

stability, thereby making it a potent substitute for high-temperature applications such as motor<br />

lubricants. The project REFLAX (for Rational Engineering of FLAX) is a feasibility programme and<br />

consists of a rational strategy for the engineering of oilseeds - and more specifically flax - towards the<br />

production of BcFAs.<br />

E! 2141 ECOLEATHER Internazionale In Order To Better Recycle Scraps And Depuration Sludges Generated In The Tanning Industry, Free-<br />

Chrome Compounds Will Be Utilised In The Industrial Process.<br />

E! 2528 EURO-OILTRACE Internazionale Intelligent oil tracers based on the use of dna taggants will be developed to trace oils and petroleum<br />

products. the objective is to perform non-disputable identification of oils and oil spill sources.<br />

BIOVIT BIOlubrificanti<br />

Vegetali per l’Industria<br />

Toscana. Programma<br />

Regionale azioni Innovative<br />

Regione Toscana<br />

INDICA Innovazione nel<br />

distretto cartario.<br />

Dulvit: diffusione e utilizzo dei<br />

lubrificanti vegetali per<br />

Nazionale (continua da titolo)...per impieghi in campo alimentare, chimico e farmaceutico.<br />

Sintesi ll progetto sarà focalizzato sullo studio e lo sviluppo di una particolare tipologia di poliolo che,<br />

allo stato attuale, presenta un notevole interesse potenziale per le applicazioni cui potrà essere destinato<br />

in funzione dell`ottenimento di avanzate caratteristiche chimico-fisiche, attraverso lo studio di un<br />

originale processo pilota ad elevata produttività di nuova concenzione.<br />

Cerestar S.p.A. Ferrara Tel. 0532590885 http://roma.cilea.it/Sirio/<br />

L.46/11<br />

Regionale Analisi della filiera biolubrificanti per applicazioni nel settore tessile e cartario<br />

http://www.chimicaverde.it/biovit/<br />

Regionale Di interesse per le prospettive di applicazione dei biolubrificanti nel cartario<br />

http://www.indica.lucense.it<br />

Regionale Analisi della filiera biolubrificanti per applicazioni nel settore tessile,conciario e cartario<br />

Il progetto Activa 247


l’industria toscana<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 248


.3 Biomasse da Colture Dedicate<br />

Tabella pubblicazioni<br />

Cod.<br />

Pubbl<br />

Autore Anno di<br />

pubblicazi<br />

one<br />

Titolo Riferimenti Parola chiave Note e commenti<br />

1 AAVV 2002 High-quality bio-electricity Renewable Energy Journal<br />

N. 12 Maggio 2002<br />

EurObserv'ER<br />

http://europa.eu.int/comm/<br />

energy/en/renewable/librar<br />

2 AAVV 2002 Combustibili legnosi. Calore<br />

sostenibile per gli edifici<br />

residenziali<br />

3 AAVV 1999 Le coltivazioni da biomassa<br />

per un'energia alternativa.<br />

y/rej_12.pdf<br />

Roma, ENEA, Ente per le<br />

Nuove Tecnologie,<br />

L'energia e l'Ambiente:<br />

16.<br />

http://www.bioheat.info/p<br />

df/brochure_it_dev.pdf<br />

Agricoltura anno XLVII<br />

(293): 57-99<br />

4 AAVV 2000 Woodpellets in Europe Risorsa internet,<br />

scaricabile dal sito<br />

dell'Austrian Energy<br />

Agency:<br />

http://www.eva.ac.at/(de)/<br />

publ/pdf/pellets_net_en.pd<br />

5 AAVV 2002 Riscaldamento dei grandi<br />

edifici con combustibili<br />

legnosi. Informazioni<br />

tecniche di base<br />

f<br />

Roma, ENEA, Ente per le<br />

Nuove Tecnologie,<br />

L'energia e l'Ambiente:<br />

16.<br />

Political/Normative Esposizione del progetto Arbre (UK) di installazione di una<br />

centrale di potenza a letto fluido. Destrizione dei contratti con gli<br />

agricoltori e vantaggi tecnologici. Aspetti politici-decisionali<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Documento informativo realizzato dall'ENEA nell'ambito del<br />

progetto "Bioheat I" finanziato dal Programma Altener. Riporta<br />

una semplice analisi dei vantaggi legati al riscaldamento a<br />

biomasse di edifici privati di grandi dimensioni dal punto di vista<br />

tecni<br />

Documento realizzato nell'ambito del progetto Alterner-bioguide.<br />

Traccia un interessante stato dell'arte tecnico ed economico sulla<br />

produzione di energia a partire dalla coltivazione di SRF e<br />

conversione energetica per la produzione di elettricità.<br />

Il documento è stato finanziato dalla Commissione Europea sotto<br />

il nome di "Industrial network on wood pellets". Presenta un<br />

quadro esaustivo della tecnica di produzione del pellet, il mercato<br />

e le normative e legislazione in materia in Svezia, Norvegia,<br />

Documento informativo realizzato dall'ENEA nell'ambito del<br />

progetto "Bioheat I" finanziato dal Programma Altener. Riporta<br />

un'analisi tecnica degli impianti per riscaldamento a biomasse di<br />

edificii di grandi dimensioni.<br />

6 AAVV 2004 Il mercato del pellet in Italia Monografia AIEL Economic Testo di introduzione del pellet in Italia. Analisi del mercato<br />

attuale, delle normative vigenti (o proposte per il futuro) e delle<br />

7 AAVV 2003 Come produrre energia dal<br />

legno<br />

Quaderno ARSIA 3/2003.<br />

Firenze.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

tecniche di produzione attualmente presenti.<br />

Pubblicazione tecnica-divulgativa sulla produzione di biomassa<br />

legnosa agricolo-forestale e sulle più comuni soluzioni adottate<br />

per la produzione di calore (caldaie a legna, cippato, pellet,<br />

impianti urbai e di teleriscaldamento).<br />

Il progetto Activa 249


8 Acaroglu M,<br />

Oguz H,<br />

Evcim U,<br />

Bilgen H,<br />

Degirmencio<br />

glu A, Demir<br />

V, Yalcin H,<br />

Ozden K<br />

9 Adegbidi, H.<br />

G., Volk<br />

T.A., et al.<br />

10 Agostinetto,<br />

L.<br />

11 Alakangas,<br />

E., B.<br />

Hillring, et<br />

al.<br />

2002 Energy farming and<br />

standardization of using<br />

biomass - biofuel.<br />

2001 Biomass and nutrient<br />

removal by willow clones in<br />

experimental bioenergy<br />

plantation in New York<br />

State.<br />

2004 Creare impianti a pieno<br />

campo per la filiera legno<br />

energia.<br />

2002 Trade of biofuels and fuel<br />

prices in Europe.<br />

12 Allegro, G. 1997 Conoscere e combattere il<br />

punteruolo del pioppo<br />

(Cryptorhynchus lapathi L.)<br />

13 Allegro, G. 1999 Il ritorno della farfalla bianca<br />

del pioppo (Leucoma salicis<br />

L.).<br />

14 Allegro, G. 1998 Biologia e controllo della<br />

Saperda maggiore del pioppo<br />

(Saperda carcharias L.).<br />

15 Allegro, G.<br />

and A.<br />

Giorcelli<br />

16 Allegro, G.<br />

and G. Della<br />

Beffa<br />

2004 Trattamenti per la difesa<br />

fitosanitaria dei vivai.<br />

2001 Un nuovo problema<br />

entomologico per la<br />

pioppicoltura italiana:<br />

Platypus mutauts Chapuis<br />

(coleoptera, platypodidae).<br />

Proceedings 8th<br />

International Congress on<br />

Mechanization and Energy<br />

in Agriculture, Kusadasi,<br />

Turkey, 15-17 October<br />

2002. 2002, 168-172; 38<br />

ref.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

20: 399-411.<br />

Alberi e territorio 10/11:<br />

40-43.<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 29: 33-38.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 49: 43-46.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 34: 35-40.<br />

Istituto Sperimentale per<br />

la Pioppicoltura<br />

www.populus.it<br />

http://www.populus.it/dife<br />

sadelvivaio.pdf<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 66: 31-34.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Commenti sull'impattto ambientale dell'implementazione della<br />

bioenergia.<br />

Studio sulle asportazioni di biomassa e nutrienti da parte di un<br />

ceduo a turno breve di salice.<br />

Analisi del materiale vivaistico, delle specie e delle tecniche<br />

possibili per la realizzazione di impianti di SRF<br />

Economic Analisi economica del commercio di biocombustibili in Europa. Il<br />

lavoro si focalizza sul Nord Europa<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Indicazioni tecniche per la difesa fitosanitaria del vivaio di pioppo<br />

in parte valide anche per le piantagioni a pieno campo di SRF di<br />

pioppo<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Il progetto Activa 250


17 Angelini, L.,<br />

Ceccarini, L.<br />

e Bonari E.<br />

18 Armstrong,<br />

A., C. Johns,<br />

Tubby, I.<br />

1999 Resa, composizione chimica<br />

e valutazione energetica<br />

della biomassa di specie<br />

erbacee annuali per la<br />

produzione di energia<br />

1999 Effect of spacing and cutting<br />

cycle on the yield of poplar<br />

grown as an energy crop.<br />

19 Arnoux, M. 1974 Recherches sur la canne de<br />

Provence (Arundo donax L.)<br />

en vue de sa production et de<br />

sa transformation en pate a<br />

20 Aronsson, P.<br />

G. and L. F.<br />

Bergstrom<br />

21 Atul Kumar,<br />

Pallav<br />

Purohit,<br />

Santosh<br />

Rana,<br />

Kandpal TC,<br />

Kumar A,<br />

Purohit P, &<br />

Rana S.<br />

22 Auclair, D.<br />

and L.<br />

Bouvarel<br />

papier.<br />

2001 Nitrate leaching from<br />

lysimeter- grown short<br />

rotation willow coppice in<br />

relation to N- application,<br />

irrigation and soil type.<br />

2002 An approach to the<br />

estimation of the value of<br />

agricultural residues used as<br />

biofuels.<br />

1992 Influence of spacing and<br />

short rotations on Populus<br />

trichocarpa x deltoides<br />

coppice.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Biomass and Bioenergy<br />

17: 305-314.<br />

Annales Ammelioration<br />

des Plantes 24(4): 349-<br />

376.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

21: 155-164.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22: (3). 195-203<br />

Canadian Journal of<br />

Forest Research 22: 541-<br />

548.<br />

23 Bacher, W. 1998 Poplar (Populus spp.). Capitolo del libro "Energy<br />

plant species" N. Bassam.<br />

Edizioni James and James:<br />

203-206. Londra, UK.<br />

24 Bain RL, & 2002 Biomass for heat and power. Forest Products Journal,<br />

Overend RP.<br />

25 Baldini, S.<br />

and R.<br />

Picchio M.<br />

2000 Raccolta di piante di<br />

eucalipto con una<br />

meccanizzazione leggera.<br />

52: (2). 12-15.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Valutazione qualitativa della biomassa di 5 specie erbacee annuali<br />

da energia.<br />

Studio sull'effetto di densità e turno di taglio sulla produttività<br />

degli impianti di SRF<br />

Tecniche di coltivazione della canna comune. Pubblicazione non<br />

recente ma a tutt'ora una delle più complete sulle tecniche di<br />

coltivazione di questa specie erbacea rizomatosa.<br />

Studio di una metodologia di ricerca su SRF di salice e degli<br />

inconvenienti riscontrati.<br />

Analisi del valore economico e qualitativo dei residui agricoli.<br />

Ricerca sull'influenza della densità d'impianto negli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Presentazione generale del pioppo come coltura da energia<br />

Biomassa per produzione energetica. Produzione elettricità e<br />

calore.<br />

Studio di abbattimento meccanizzato di SRF di eucalipto con<br />

attrezzatura leggera.<br />

Il progetto Activa 251


26 Baldini, S.,<br />

Calvani R. e<br />

Picchio M.<br />

27 Baldini,<br />

S.,Barbagallo<br />

A. e Picchio,<br />

R.<br />

28 Ballard, B.<br />

D., S. V.<br />

Stehman, et<br />

al.<br />

29 Balsari, P.<br />

and G.<br />

Airoldi<br />

30 Balsari, P.<br />

and G.<br />

Airoldi<br />

31 Balsari, P.<br />

and G.<br />

Airoldi<br />

32 Balsari, P.,<br />

G. Airoldi, et<br />

al.<br />

33 Balsari, P.,<br />

G. Airoldi, et<br />

al.<br />

34 Bartolelli, V.<br />

and G.<br />

Caserta<br />

2002 Abbattimento<br />

semimeccanico su impianti<br />

di robinia a ciclo breve<br />

2000 Biomasse forestali a uso<br />

energetico.<br />

1998 Aboveground Biomass<br />

Equation Development for<br />

five Salix Clones and one<br />

Poplar Clone.<br />

2000 Raccolta, trasporto e impiego<br />

energetico delle biomasse<br />

agricole ligno-cellulosiche.<br />

2000 Prime valutazioni sui costi<br />

economici ed energetici di<br />

una coltivazione a ciclo<br />

breve di pioppo.<br />

1999 Valutazione energetica ed<br />

economica di una<br />

coltivazione di pioppo per la<br />

produzione di biomassa.<br />

2002 Messa a dimora di un<br />

impianto di pioppo da<br />

biomassa.<br />

2002 Preparazione di talee di<br />

pioppo per biomassa.<br />

2000 I programmi nazionali in<br />

Europa per il sostegno e lo<br />

sviluppo della biomassa<br />

agro-forestale per l'energia.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 81: 39-44.<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Rapporto della State<br />

University of New York<br />

College of Environmental<br />

Science and Forestry: 28.<br />

http://www.esf.edu/willow<br />

/PDFs/1998%20biomasse<br />

q.pdf<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 81: 49-54.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 76: 39-44.<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

35 Bassam, N. 1998 Energy plant species. Editore James and James.<br />

Londra.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Sperimentazione di una metodologia di abbattimento<br />

semimeccanico per SRF.<br />

Analisi delle biomasse residuali e primarie di origine forestale per<br />

uso energetico.<br />

Sviluppo di una metodologia di stima della biomassa di SRF di<br />

pioppo e salice.<br />

Studio tecnico della logistica e della gestione delle biomasse<br />

lignocellulosiche di origine agricola.<br />

Economic Studio degli aspetti economici della coltivazione di SRF<br />

Economic Studio degli aspetti economici della coltivazione di SRF<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Studio di quattro macchinari per la messa a dimora di talee di<br />

pioppo.<br />

Tecniche di preparazione di talee per la realizzazione di impianti<br />

di SRF<br />

Political/Normative Analisi dei programmi nazionali ed europei nel settore della<br />

biomassa agro-forestale<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Il libro riporta in maniera molto sintetica le principali<br />

caratteristiche delle principali specie da biomassa a livello<br />

Il progetto Activa 252


36 Beale, C. V.<br />

and S. P.<br />

Long<br />

37 Beale, C. V.,<br />

J. L.<br />

Morison, et<br />

al.<br />

38 Beck C,<br />

Marshall N,<br />

& Priddy J.<br />

39 Belocchi, A.,<br />

A. M. Del<br />

Pino, et al.<br />

40 Benetka, V.,<br />

I. Bartakova,<br />

et al.<br />

1997 Seasonal Dynamics of<br />

nutrient accumulation and<br />

partitioning in the perennial<br />

C4 grasses Miscanthus x<br />

giganteus and Spartina<br />

cynosuroides.<br />

1999 Water use efficiency of C4<br />

perennial grasses in a<br />

temperate climate.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

12 (6): 419-428.<br />

Agricultural and Forestry<br />

Meteorology 96(1-3): 103-<br />

115.<br />

2002 Fuelwood for communities Scottish Forestry, 56: (3).<br />

159-162.<br />

1999 Adattamento e produzione di<br />

biomassa di varietà di sorgo<br />

per impieghi cartari in Italia<br />

centrale.<br />

2002 Productivity of Populus<br />

nigra L. ssp. nigra under<br />

short-rotation culture in<br />

marginal areas.<br />

41 Berg Staffan 2003 Harvesting technology and<br />

market forces affecting the<br />

production of forest fuels<br />

42 Berndes<br />

Goran,<br />

Hoogwijk<br />

Monique, &<br />

van den<br />

Broek<br />

Richard.<br />

43 Berndes, G.<br />

and P.<br />

Borjesson<br />

from Swedish forestry<br />

2003 The contribution of biomass<br />

in the future global energy<br />

supply: A review of 17<br />

studies.<br />

2001 The net energy balance of<br />

wastewater irrigation of<br />

salix.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Biomass and Bioenergy<br />

23: 327-336.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (4-5): 381-388.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (1): 1-28.<br />

Risorsa internet<br />

http://bioproductsbioenergy.gov/pdfs/bcota/<br />

session22.html (last visit<br />

2004)<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

mondiale.<br />

Studio fisiologico su 2 specie erbacee perenni da biomassa.<br />

Studio fisiologico su specie erbacee perenni da biomassa<br />

Social Uso di legname e cippato per la produzione di energia nelle<br />

comunità rurali<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Valutazione di varietà di sorgo per la produzione di biomassa.<br />

Valutazione di una specie di pioppo per la realizzazione di<br />

impianti di SRF<br />

Raccolta, aspetti economici.<br />

Analisi economica e ambientale secondo diversi scenari.<br />

Abstract sul bilancio energetico dell'irrigazione di salice con reflui<br />

urbani.<br />

44 Bernetti, G. 1995 Selvicoltura speciale Editore UTET. Torino Technological/Techni Tecniche di coltivazione (selvicoltura) ed ecologia delle principali<br />

cal<br />

specie forestali Italiane.<br />

45 Bernetti, J. 2003 Le potenzialità della filiera Convegno Biosit. Firenze. Economic Analisi del mercato delle biomasse in Toscana<br />

legno-energia in Toscana: http://www.etaflorence.it/<br />

Il progetto Activa 253


46 Bernetti, J. 1998<br />

Impianti tecnologici e<br />

modelli di stima delle risorse<br />

Il mercato delle biomasse a<br />

scopi energetici: un modello<br />

di offerta.<br />

47 Bernetti, J., 2000 Il mercato delle biomasse per<br />

C. Fagarazzi,<br />

et al.<br />

scopi energetici in Toscana.<br />

48 Bernetti, J.,<br />

C. Fagarazzi,<br />

et al.<br />

1998 La produzione di biomasse<br />

per uso energetico nei cedui<br />

della provincia di Firenze.<br />

49 Berthelot, A. 2001 Mélange de clones en taillis<br />

à courtes rotations de<br />

peuplier: influence sur la<br />

productivité et l'homogénéité<br />

50 Berthelot, A.,<br />

J. Ranger, et<br />

al.<br />

des produits récoltés.<br />

2000 Nutrient uptake and<br />

immobilization in a shortrotation<br />

coppice stand of<br />

hybrid poplars in north-west<br />

France.<br />

51 Berton, M. 2000 Il bosco da energia<br />

nell'azienda agricola.<br />

52 Bhattacharya 2002 Biomass energy use and<br />

, S. C.<br />

densification in developing<br />

countries.<br />

53 Bigi, F. 2000 Studio di fattibilità per<br />

l'utilizzo di biomasse a fini<br />

energetici<br />

54 Bilgen, S.;<br />

Kaygusuz,<br />

K.; Sari, A.<br />

2004 Renewable energy for a<br />

clean and sustainable future<br />

55 Bisoffi, S. 1999 I cloni di pioppo iscritti al<br />

registro nazionale dei cloni<br />

forestali.<br />

biosit/eventi.htm<br />

Rivista di Economia<br />

Agraria 53(3).<br />

Quaderni 1999-IV.<br />

Accademia dei Georgofili.<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomass<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali. Firenze.<br />

Annali dell'Accademia<br />

Italiana di Scienze<br />

Forestali: 45. Firenze.<br />

Canadian Journal of<br />

Forest Research 31: 1116-<br />

1126.<br />

Forest ecology and<br />

management 128: 167-<br />

179.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 59: 31-35.<br />

Pellets 2002: The First<br />

World Conference on<br />

Pellets, Stockholm,<br />

Sweden.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Energy Sources 26 (12):<br />

1119-1129<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 43: 25-26.<br />

Economic Studio del mercato delle biomasse a scopi energetici<br />

Economic Studio di mercato delle biomasse forestali in Toscana<br />

Allegato B<br />

Economic Studio degli aspetti economici della produzione di legna da ardere<br />

dai boschi cedui della provincia di Firenze<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Studio sulla potenzialità delle piantagioni miste di cloni diversi in<br />

SRF per limitare i danni biotici.<br />

Studio sulle asportazioni di nutrienti di un impianto di<br />

pioppicoltura<br />

Economic Quadro generale sulle potenzialità della SRF in terreni agricoli.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Studio sull'uso di biomasse per energia e sulla produzione e<br />

commercializzazione di pellet in paesi in via di sviluppo.<br />

Economic Analisi politica, normativa e studio comprensoriale<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Analisi ambientale per le diverse fonti di energia rinnovabile.<br />

Quadro delle principali caratteristiche dei cloni di pioppo<br />

coltivabili in Italia.<br />

Il progetto Activa 254


56 Bisoffi, S. 2000 Biomasse legnose da<br />

impianti a ciclo breve per la<br />

produzione di energia: sono<br />

una cosa seria?<br />

57 Bisoffi, S.<br />

and G.<br />

Facciotto<br />

58 Bisoffi, S.<br />

and L.<br />

Cagelli<br />

59 Bisoffi, S.<br />

and L.<br />

Cagelli<br />

60 Bjorheden<br />

Rolf,<br />

Gullberg<br />

Tomas, &<br />

Johansson<br />

Jerry<br />

61 Bjornstad E,<br />

& Skonhoft<br />

A<br />

62 Boeshertz<br />

Daniel<br />

63 Boman C,<br />

Nordin A, &<br />

Thaning L.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 54(54): 15-18.<br />

2000 I cedui a turno breve (SRF). Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 59: 21-23.<br />

1996 La commericalizzazione dei<br />

cloni di pioppo: normativa e<br />

problemi (seconda parte).<br />

1996 La commercializzazione dei<br />

cloni di pioppo: normativa e<br />

problemi (prima parte).<br />

2003 Systems analyses for<br />

harvesting small trees for<br />

forest fuel in urban forestry.<br />

2002 Wood fuel or carbon sink.<br />

Aspects of forestry in the<br />

climate question<br />

2002 The promotion of biofuels in<br />

the European Community<br />

internal market: Recent<br />

developments.<br />

2003 Effects of increased biomass<br />

pellet combustion on<br />

ambient air quality in<br />

residential areas: A<br />

parametric dispersion<br />

modeling study<br />

64 Bonari, E. 2001 Potenzialità e problematiche<br />

agronomiche della<br />

silvicoltura a breve rotazione<br />

come coltura da energia<br />

65 Bonari, E.<br />

and Pampana<br />

S.<br />

negli ambienti mediterranei.<br />

2002 Biomasse agricole e<br />

agroindustriali<br />

lignocellulosiche<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 17: 39-43.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 16: 41-45.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (4-5): 389-400.<br />

Environmental and<br />

Resource Economics, 23:<br />

(4). 447-465<br />

European Journal of Lipid<br />

Science and Technology,<br />

104 (6): 363-368.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (6): 465-474.<br />

Allegato B<br />

Economic Valutazioni di ordine tecnico ed economico sulle SRF per la<br />

produzione di biomassa da energia.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Studio sulle tecniche di coltivazione più appropriate per la SRF di<br />

pioppo.<br />

Political/Normative Metodologia di iscrizione dei cloni al Registro nazionale per la<br />

loro commercializzazione.<br />

Political/Normative Metodologia di iscrizione dei cloni al Registro nazionale per la<br />

loro commercializzazione.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Tecnica di raccolta della biomassa da residui di verde urbano<br />

Confronto delle opportunità di utilizzare la biomassa come<br />

combustibile o come riserva di carbonio.<br />

Economic Mercato della bioenergia in Europa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Agronomia 3: 188-199. Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Studio di contaminazione dell'aria per combusrtione di pellet in<br />

stufe specifiche.<br />

Analisi delle tecniche di coltivazione della SRF di specie arboree.<br />

Include valutazioni agronomiche, ambientali ed economiche.<br />

Analisi delle potenzialità delle colture erbacee ed arboree da<br />

energia.<br />

Il progetto Activa 255


66 Bonari, E.,<br />

G. Picchi, et<br />

al.<br />

67 Bonari, E.,<br />

G. Picchi, et<br />

al.<br />

68 Bonari, E.,<br />

M.<br />

Mazzoncini,<br />

et al.<br />

69 Bonari, E.,<br />

N. Silvestri,<br />

et al.<br />

70 Bonari, E.,<br />

Pampana, S.<br />

e Silvestri,<br />

N.<br />

71 Bonari, E.,<br />

R. Villani, et<br />

al.<br />

72 Bonari, E.,<br />

Sabbatini T.,<br />

Villani R.,<br />

Picchi G.<br />

2004 Poplar short rotation coppice<br />

behaviour under different<br />

harvesting treatments.<br />

2004 Bioenergy farm project -<br />

implementing bioenergy -<br />

1996 Effect of irrigation and<br />

nitrogen supply on biomass<br />

production from sorghum in<br />

northern-central Italy.<br />

1999 Silvicoltura a breve<br />

rotazione (SRF) e sistemi<br />

colturali erbacei: analisi<br />

comparata dei rischi<br />

ambientali.<br />

2000 Prime analisi di impatto<br />

ambientale della selvicoltura<br />

a breve rotazione (SRF)<br />

negli ambienti litoranei<br />

toscani.<br />

2004 Economic and financial<br />

comparison between high<br />

and low level input<br />

cultivation techniques in<br />

poplar short rotation coppice<br />

(SRC).<br />

2004 A Model of GIS-Based Land<br />

Suitability Analysis for<br />

Energy Crops<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Agricoltura Mediterranea<br />

126: 217-226.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Analisi delle tecniche di coltivazione della SRF di pioppo. Turni<br />

di taglio.<br />

Political/Normative Descrizione del progetto Bioenergy Farm. Implementazione della<br />

bioenergia a livello comprensoriale e di azienda agricola.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Studio sulla tecnica di coltivazione di sorgo da biomassa.<br />

Tecniche di irrigazione e concimazione.<br />

Analisi degli impatti ambientali su erosione del suolo e<br />

lisciviazione di inquinanti della SRF confrontata con comuni<br />

colture agricole.<br />

Analisi degli impatti ambientali su erosione del suolo e<br />

lisciviazione di inquinanti della SRF confrontata con comuni<br />

colture agricole.<br />

Economic Analisi economica della produzione di biomassa con impianti di<br />

SRF seguendo due diversi livelli di intensificazione colturale.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Analisi degli areali potenziali per la coltivazione di colture da<br />

energia.<br />

Il progetto Activa 256


73 Bonciarelli,<br />

F. and U.<br />

Bonciarelli<br />

1994 Coltivazioni erbacee. Edizioni<br />

Edagricole.Bologna.<br />

74 Borelli, M. 1996 Il bilancio della coltivazione<br />

del pioppo nell'azienda<br />

agraria.<br />

75 Borelli, M. 1997 Il sistema pioppo nazionale<br />

alle soglie del 2000 - alcune<br />

considerazioni di natura<br />

politico economia -.<br />

76 Börjesson,<br />

P.,<br />

Gustavsson<br />

L.<br />

1997 Future production and<br />

utilization fo biomass in<br />

Sweden: potentials and CO2<br />

mitigation.<br />

77 Bozzini, A. 2000 Agricoltura, biomassa ed<br />

energia.<br />

78 Bransby<br />

David I.<br />

79 Bransby, D.<br />

I., C. Y.<br />

Ward<br />

2002 Method of preparing and<br />

handling chopped plant<br />

materials.<br />

1989 Biomass production from<br />

selected herbaceous species<br />

in the southeaster USA.<br />

80 Brassoud, J. 2003 ITEBE action regarding<br />

wood pellets quality in Latin<br />

Europe.<br />

81 Bridgwater<br />

A V.<br />

82 Broek R van<br />

den, Wijk A<br />

van,<br />

Turkenburg<br />

W, den<br />

Broek R van,<br />

2003 Renewable fuels and<br />

chemicals by thermal<br />

processing of biomass.<br />

2002 Electricity from energy crops<br />

in different settings - a<br />

country comparison between<br />

Nicaragua, Ireland and the<br />

Netherlands<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 12: 43-47.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 26: 43-46.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

13 (6): 399-412.<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Official-Gazette-of-the-<br />

United-States-Patent-and-<br />

Trademark-Office-Patents.<br />

Nov. 26 2002; 1264 (4).<br />

Allegato B<br />

Technological/Techni Tecniche di coltivazione di colture erbacee. Alcune delle specie<br />

cal<br />

utilizzate per la produzione di biomassa vi sono incluse nelle loro<br />

varietà da fibra o alimentari (sorgo).<br />

Economic Valutazione economica della coltivazione della SRF di pioppo in<br />

Italia.<br />

Political/Normative Studio sulla pioppicoltura tradizionale in Italia.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Potenziale di mitigazione delle emissioni di CO2 in Svezia<br />

attraverso l'uso della bioenergia.<br />

Social Energie alternative, esperienze estere e potenzialità<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass 20: 187-197. Technological/Techni<br />

cal<br />

Risorsa elettronica sul sito<br />

dell'European Biomass<br />

Association.<br />

http://www.ecop.ucl.ac.be/<br />

aebiom/Pellets%20confere<br />

nce/4%20bis%20Brassoud<br />

%20paper.pdf<br />

Chemical Engineering<br />

Journal. 91 (2-3): 87-102.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22: (2). 79-98<br />

Produzione e logistica del cippato<br />

Studio sulla produzione di biomassa con colture erbacee dedicate<br />

negli Stati Uniti.<br />

Economic Analisi economica del mercato del pellet nei paesi del sud Europa:<br />

Francia, Italia, Spagna, Belgio e Svizzera.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Energia e prodotti chimici dalla biomassa: un approccio chimico<br />

Economic Analisi economica e tecnica della produzione di energia elettrica<br />

da biomassa<br />

Il progetto Activa 257


Allegato B<br />

83<br />

van den<br />

Broek R, &<br />

van Wijk A.<br />

Bungay, H. 2004 Confessions of a bioenergy Trends in Biotechnology Social Esposizione del potenziale valore e dell'utilità della bioenergia.<br />

R.<br />

advocate<br />

22 (2): 67-71<br />

84 Bunn, S. M.; 2004 Leaf-level productivity traits Forestry 77 (4): 307-323 Technological/Techni Analisi delle relazioni che legano la produzione fogliare con la<br />

Rae, A. M.;<br />

in Populus grown in short<br />

cal<br />

biomassa di SRF.<br />

Herbert, C.<br />

rotation coppice for biomass<br />

S.; Taylor,<br />

G.<br />

energy<br />

85 C. T. I. 1998 Meccanizzazione delle Rapporto Enel-Pal: 2-78. Technological/Techni Pioppo, macchinari, stoccaggio.<br />

operazioni di impianto di<br />

pioppeti e modalità di<br />

essiccagione e stoccaggio<br />

della biomassa<br />

Milano.<br />

cal<br />

86 C. T. I. 2004 Biocombustibili solidi.<br />

Caratterizzazione del pellet a<br />

fini energetici.<br />

www.cti2000.it Political/Normative Proposta di normativa per la qualità del pellet combustibile.<br />

87 Cagelli, L., 1998 Il pioppo nero (Populus nigra Sherwood - Foreste e Environmental/Biolo Ecologia e usi di una specie di potenziale interesse per la SRF.<br />

F. Lefèvre, et<br />

al.<br />

L.).<br />

alberi oggi 37: 43-47. gical<br />

88 Cannell 2003 Carbon sequestration and Biomass and Bioenergy, Technological/Techni Analisi del potenziale di energia prodotta con la biomassa e suo<br />

MGR.<br />

biomass energy offset:<br />

theoretical, potential and<br />

achievable capacities<br />

globally, in Europe and the<br />

UK<br />

24: (2). 97-116; 81 cal<br />

potenziale nel sequestro del carbonio<br />

89 Cannell, M. 1989 Physiological basis of wood Scandinavian Journal of Environmental/Biolo Studio della fisiologia della produzione di biomassa legnosa.<br />

G. R.<br />

production: a review. Forest Research 4: 459-<br />

490.<br />

gical<br />

90 Carbone, F. 2000 Legno da riciclare. Biomasse agricole e Political/Normative Studio sulla normativa e sulle potenzialità di utilizzare legname<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

riciclato per la produzione di energia.<br />

91 Carlini, M., 2000 Studio delle possibili Biomasse agricole e Technological/Techni Uso della sansa di oliva, residuo dell'industria agro-alimentare, per<br />

L. Cedola, et<br />

soluzioni, in Italia,<br />

forestali per uso<br />

cal<br />

la produzione di energia elettrica.<br />

al.<br />

dell'impiego di sansa d'oliva, energetico. Villa Cahen,<br />

per la produzione di energia Selva di Meana - Allerona<br />

elettrica in impianti dedicati. (Tr). Editore Agra.<br />

92 Carlo C. 2004 Aiuti finanziari sull'energia L'informatore Agrario 1 Economic Breve analisi degli aiuti finanziari volti a incentivare le iniziative<br />

rinnovabile<br />

nel campo della bioenergia.<br />

Il progetto Activa 258


93 Carlson A. 2002 Energy system analysis of<br />

the inclusion of monetary<br />

values of environmental<br />

damage<br />

94 Cavalli, R. 2000 Raccolta, trasporto,<br />

stoccaggio, trattamento e<br />

impiego.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22 (3): 169-177<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 81: 5-11.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 87: 11-16.<br />

Allegato B<br />

Social Valutazione dei sistemi energetici tradizionali e alternativi con<br />

l'inclusione del valore monetarizzato del danno ambientale.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Quadro della logistica della biomassa per usi energetici<br />

95 Cavalli, R. 2002 Linee innovative nella<br />

Technological/Techni Tecniche di produzione di biomassa legnosa forestale, anche per<br />

meccanizzazione forestale.<br />

cal<br />

uso energetico.<br />

96 Cavalli, R., 2003 Approvvigionamento di<br />

Technological/Techni Studio delle tecniche per la produzione di biomassa ad usi<br />

M.<br />

dendromassa per usi<br />

cal<br />

energetici da formazioni forestali.<br />

Confalonieri,<br />

et al.<br />

energetici.<br />

97 Ceccarini, L., 1999 Effetti della concimazione, XXXIII convenzione Technological/Techni Tecniche di coltivazione della Canna comune: specie erbacea<br />

L. Angelini,<br />

della densità di impianto e annuale Società Italiana cal<br />

rizomatosa poliennale da biomassa.<br />

et al.<br />

dell'epoca di raccolta sulla Argonomia (SIA),<br />

resa e sulle asportazioni di<br />

nutrienti in Arundo donax L.<br />

Agripolis (Pd).<br />

98 Ceccarini, L., 1999 Caratteristiche produttive e XXXIII convenzione Technological/Techni Analisi delle caratteristiche produttive e della qualità come<br />

L. Angelini,<br />

valutazione energetica della annuale Società Italiana cal<br />

combustibile di alcune specie erbacee poliennali da biomassa.<br />

et al.<br />

biomassa di Miscanthus Argonomia (SIA),<br />

sinensis Anderss, Arundo<br />

donax L. e Cynara<br />

cardunculus L. in prove<br />

condotte nella Toscana<br />

litoranea.<br />

Agripolis (Pd).<br />

99 Cehlar, M. 2004 Management technology of Metalurgija 43 (4): 339- Technological/Techni Tecniche di gestione, trattamento e utilizzo di legname di scarto<br />

wood waste for energetic<br />

purposes<br />

342<br />

cal<br />

per la produzione di energia.<br />

100 Ceulemans, 1999 Production physiology and Forest ecology and Technological/Techni Analisi delle potenzialità del pioppo (diversi cloni e specie) per la<br />

R. and W.<br />

growth potential of poplars management 121: 9-23. cal<br />

produzione dei biomassa con il governo a SRF<br />

Deraedt<br />

under short-rotation forestry<br />

culture.<br />

101 Ceulemans, 1996 A comparition among Biomass and Bioenergy Environmental/Biolo Modello di crescita di ceduo di diverse specie per SRF<br />

R., A. J. S.<br />

eucaliptus, poplar and 11: 215-231.<br />

gical<br />

McDonald,<br />

willow characteristics with<br />

et al.<br />

particular reference to a<br />

coppice, growth-modelling<br />

approach.<br />

102 Chen, S. G., 1994 Effects of plant canopy Journal of Quantile Environmental/Biolo Assorbimento della luce secondo la struttura aerea delle chiome<br />

Il progetto Activa 259


B. Y. Shao,<br />

et al.<br />

103 Christersson,<br />

L., L.<br />

Sennerby-<br />

Forsse, et al.<br />

structure on light<br />

interception and<br />

photosyntesis.<br />

1993 The role and significance of<br />

woody biomass plantations<br />

in Swedish agriculture.<br />

104 Christou, M. 1998 Presentation of the Arundo<br />

donax network.<br />

105 Christou, M.,<br />

M. Mardikis,<br />

et al.<br />

106 Christou, M.,<br />

M. Mardikis,<br />

et al.<br />

107 Christou, M.,<br />

M. Mardikis,<br />

et al.<br />

108 Christou, M.,<br />

M. Mardikis,<br />

et al.<br />

2002 Arundo donax productivity<br />

in the U.E. Results from the<br />

giant reed (Arundo donax L.)<br />

network (19997-2001).<br />

2003 Environmental studies on<br />

Arundo donax<br />

2002 Bio-energy chains from<br />

perennial crops in south<br />

Europe.<br />

2003 Environmental studies on<br />

Arundo donax.<br />

109 Ciccarese, L. 2004 Il ruolo dei suoli agricoli e<br />

forestali nel Protocollo di<br />

Kyoto<br />

110 Cielo, P. and<br />

R. Zanuttini<br />

1996 La sminuzzatura del legname<br />

in bosco.<br />

spectrosc. Transfer 52:<br />

115-123.<br />

Forestry Chronicles 69:<br />

687-698.<br />

Archivio Biobase<br />

dell'European Energy<br />

Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update<br />

1999)<br />

www.eeci.net<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

8th International<br />

Conference on<br />

Environmental Science<br />

and Technology, Lemnos<br />

Island, Greece.<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

8th International<br />

Conference on<br />

Environmental Science<br />

and Technology, Lemnos<br />

Island, Greece.<br />

gical degli alberi.<br />

Allegato B<br />

Social Analisi del ruolo delle colture arboree da energia nell'agricoltura<br />

svedese<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

L'informatore Agrario 5 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 17: 31-37.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Presentazione di un network di ricerca a livelllo europeo sulla<br />

canna comune<br />

Primi risultati sulla ricerca europea sulla canna comune.<br />

Produttività, tecniche di coltivazione.<br />

Usi ambientali della canna comune<br />

Analisi della problematica legata alla disponibilità stagionale di<br />

biomassa da colture dedicate.<br />

Studi ecologico/ambientali sulla canna comune<br />

Potenziale ruolo dei suoli agrricoli nel sequestro del carbonio o<br />

nella produzione di biomassa per sostituzione dei combustibili<br />

fossili.<br />

Studio della cippatura del legname in bosco per usi energetici.<br />

Il progetto Activa 260


111 Cielo, P., P.<br />

Settembri, et<br />

al.<br />

112 Ciria, M. P.,<br />

G. E., et al.<br />

113 Ciria, M. P.,<br />

M. P.<br />

Mazon, et al.<br />

114 Clendenen,<br />

G. W.<br />

115 Clifton-<br />

Brown, J. C.<br />

and I.<br />

Lewandowsk<br />

i<br />

116 Clifton-<br />

Brown, J. C.,<br />

B. Neilson,<br />

et al.<br />

117 Colonna<br />

Brocchi, M.<br />

and S.<br />

Cortina<br />

118 Confalonieri,<br />

M. and S.<br />

Bisoffi<br />

119 Corona, P.<br />

and S.<br />

Nocentini<br />

2002 I cantieri di utilizzazione del<br />

pioppo<br />

2002 The effect of fertilization and<br />

planting density on biomass<br />

productivity of poplar<br />

harvested after three-year<br />

rotation.<br />

2004 Poplar evolution on short<br />

rotation during three<br />

consecutive cycles on<br />

extreme continental climate.<br />

1996 Use of harmonized equations<br />

to estimate above-ground<br />

woody biomass for two<br />

hybrid poplar clones in the<br />

pacific northwest.<br />

2000 Water Use Efficiency and<br />

Biomass Partitioning of<br />

Three different Mischantus<br />

Genotypes with Limited and<br />

Unlimited water supply.<br />

2000 The modelled productivity of<br />

Miscanthusxgiganteus<br />

(GREEF et DEU) in Ireland.<br />

2004 Short rotation forestry<br />

coltura agronomica e<br />

forestale.<br />

Edizioni Compagnia delle<br />

foreste, Arezzo.<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

11 (6): 475-482.<br />

Annals of Botany 86: 191-<br />

200.<br />

Industrial crops and<br />

products 12: 97-109.<br />

Alberi e territorio 3: 28-<br />

32.<br />

1999 Pioppi transgenici. Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 41: 31-33.<br />

2000 Biomasse e residui legnosi<br />

dei boschi italiani.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Abbattimento e raccolta degli impianti di arboricoltura di pioppo<br />

Tecniche di coltivazione del pioppo in SRF<br />

Tecniche di coltivazione del pioppo in SRF<br />

Stima di biomassa in pioppo.<br />

Miscanto<br />

Miscanto, stima della produzione.<br />

SRF<br />

Pioppo<br />

Stima della biomassa in piedi e dei residui forestali.<br />

Il progetto Activa 261


120 Corona, P.,<br />

P. A.<br />

Marziliano,<br />

et al.<br />

121 Cosentino, S.<br />

L., V.<br />

Copani, et al.<br />

122 Cosentino, S.<br />

L., V.<br />

Copani, et al.<br />

123 Crow, P. and<br />

T. J. Houston<br />

124 Culshaw, D.<br />

and B.<br />

Stokes<br />

125 Curt MD,<br />

Sanchez G,<br />

& Fernandez<br />

J.<br />

126 de Jong, W.,<br />

A. Pirone, et<br />

al.<br />

2002 Top-down growth<br />

modelling: a prototipe for<br />

poplar plantations in Italy.<br />

1999 Valutazione di popolazioni<br />

di Arundo donax L. reperite<br />

in Sicilia e in Calabria.<br />

1999 Risposta di una coltura di<br />

sorgo (Sorghum bicolor L.<br />

Moench) a diversi livelli di<br />

imput.<br />

2004 The influence of soil and<br />

coppice cycle on the rooting<br />

habit of short rotation poplar<br />

and willow coppice.<br />

1995 Mechanisation of short<br />

rotation forestry.<br />

2002 The potential of Cynara<br />

cardunculus L. for seed oil<br />

production in a perennial<br />

cultivation system.<br />

2003 Pyrolysis of Miscanthus<br />

giganteus and wood pellets:<br />

TG-FTIR analysis and<br />

reaction kinetics.<br />

127 De Luca, E. 2004 Approvvigionamento e<br />

commercializzazione della<br />

128 De Paoli, L.<br />

and A.<br />

Lorenzoni<br />

129 DeBell, D. S.<br />

and A.<br />

Harrington<br />

130 Deckmyn,<br />

G.; Muys,<br />

B.; Quijano,<br />

J. G.;<br />

Ceulemans,<br />

R.<br />

legna da ardere.<br />

1999 Economia e politica delle<br />

fonti rinnovabili e della<br />

cogenerazione<br />

1997 Productivity of Populus in<br />

monoclonal and polyclonal<br />

blocks at three spacings.<br />

2004 Carbon sequestration<br />

following afforestation of<br />

agricultural soils: comparing<br />

oak/beech forest to shortrotation<br />

poplar coppice<br />

combining a process and a<br />

Forest ecology and<br />

management 161: 65-73.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Biomass and Bioenergy<br />

26: 497-505.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

9(1-5): 127-140.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

23: (1). 33-46<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Fuel 82: 1139-1147. Technological/Techni<br />

cal<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 102: 21-23.<br />

Editore Franco Angeli,<br />

Bologna.<br />

Canadian Journal of<br />

Forest Research 27: 978-<br />

985.<br />

Global Change Biology 10<br />

(9): 1482-1491<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Stima della biomassa di pioppo.<br />

Canna, selezione varietale.<br />

Sorgo, livelli colturali.<br />

Pioppo, salice<br />

Macchinari per la raccolta di SRF.<br />

Allegato B<br />

Cardo per la produzione di biomassa e olio per combustibili.<br />

Analisi del processo di pirolisi di miscanto e pellet di legno.<br />

Legna da ardere. Mercato.<br />

Economic Legislazione e aspetti economici legati alla produzione di energia<br />

da fonti rinnovabili.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Pioppo<br />

Sequestro di carbonio con diversi usi del suolo comparati.<br />

Il progetto Activa 262


carbon accounting model<br />

131 DEFRA 2001 Planting and growing<br />

Miscanthus.<br />

132 Demirbas, A. 2002 Production potential of<br />

electricity from biomass in<br />

Turkey.<br />

www.defra.gov.uk/erdp/p<br />

dfs/ecs/miscanthus-<br />

guide.pdf<br />

Energy Sources 24 (10):<br />

921-929.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Miscanto<br />

Potenziale bioenergia in Turchia<br />

Allegato B<br />

133 Demirbas, A. 2004 The importance of biomass Energy Sources 26 (4): Technological/Techni Valutazione del ruolo della biomassa come fonte enrgetica.<br />

361-366<br />

cal<br />

134 Dendoncker, 2004 Belgium's CO2 mitigation Agriculture Ecosystems & Environmental/Biolo Sequestro del carbonio con cambio di uso del suolo<br />

N.; Van<br />

potential under improved Environment 103 (1): 101- gical<br />

Wesemael,<br />

B.;<br />

Rounsevell,<br />

M. D. A.;<br />

Roelandt, C.;<br />

Lettens, S.<br />

cropland management 116<br />

135 Desiderio, E. 2001 Aspetti agronomici della Rivista di agronomia 35: Technological/Techni Sorgo, kenaf<br />

coltivazione del kenaf<br />

(Hibiscus cannabinus L.) e<br />

del sorgo per impieghi<br />

cartari (Sorghum bicolor L.<br />

Moench).<br />

240-252.<br />

cal<br />

136 Di Blasi, C., 1997 A study on the production of Biomass and Bioenergy Technological/Techni Residui agricoli.<br />

V. Tanzi, et<br />

al.<br />

agricultural residues in Italy. 12 (5): 321-331.<br />

cal<br />

137 Dickmann, 2001 Poplar colture in North Edizioni NRC Research Technological/Techni Pioppo.<br />

D., J. G.<br />

America<br />

Press. Ottawa, ON, cal<br />

Isebrands, et<br />

al.<br />

Canada.<br />

138 Dickmann, 1995 Effects of irrigation and Forest ecology and Technological/Techni Pioppo<br />

D., P.<br />

coppicing on above-ground management 80(80): 163- cal<br />

Nguyen, et<br />

growth, physiology, and fine 173.<br />

al.<br />

root dynamics of two fieldgrown<br />

hybrid poplar clones.<br />

139 Domac J, 2002 European biofuel exchange Sumarski List, 126: (7-8). Economic Mercato dei biocombustibili<br />

Jakopovic M,<br />

& Risovic S.<br />

in Croatia.<br />

401-406; 4 ref.<br />

140 Domac, J. 2002 Bioenergy and job<br />

Unasylva 53(211): 18-21. Social Creazione di lavoro e risvolti sociali positivi della bioenergia.<br />

generation.<br />

Sviluppo rurale.<br />

141 Dubuisson, 1998 Energy and CO2 balances in Biomass and Bioenergy Environmental/Biolo Bilanci del carbonio ed energetico della produzione di elettricità<br />

X. and I.<br />

different power generation 15: 379-390.<br />

gical<br />

da biomassa.<br />

Il progetto Activa 263


Allegato B<br />

Sintzoff routes using wood fuel from<br />

short rotation coppice.<br />

142 Edmonds, J. 2004 Modelling greenhouse gas Energy 29 (9-10): 1529- Technological/Techni Modelli di valutazione delle diverse tecnologie per la produzione<br />

A.; Clarke,<br />

energy technology responses 1536<br />

cal<br />

di energia.<br />

J.; Dooley,<br />

J.; Kim, S.<br />

H.; Smith, S.<br />

J.<br />

to climate change<br />

143 El Bassam, 1998 Energy plant species. Editore James and James. Technological/Techni Quadro generale delle specie da biomassa.<br />

N.<br />

Londra, UK.<br />

cal<br />

144 Ellis, E. A., 2000 A GIS-based database Computer and Electronics Technological/Techni Modellistica decisionale per pianificazione delle piantagioni.<br />

P. K. R.<br />

management application for in Agriculture 27: 41-55. cal<br />

Nair, et al.<br />

agroforestry planning and<br />

tree selection.<br />

145 Elowson, S. 1999 Willow as a vegetation filter Biomass and Bioenergy Environmental/Biolo Uso di SRF di salice come filtro vegetale<br />

for cleaning of polluted<br />

drainage water from<br />

agricoltural land.<br />

16: 281-290.<br />

gical<br />

146 Energiminist 1999 Wood for energy production Ministero dell'energia Technological/Techni Tecniche di produzione di energia dal legno.<br />

eriet<br />

Technology - Environment -<br />

Economy.<br />

danese: 69. Copenaghen cal<br />

147 Ercoli, L., M. 1999 Effect of irrigation and Field Crops Research 63: Technological/Techni Miscanto<br />

Mariotti, et<br />

nitrogen fertilization on 3-11.<br />

cal<br />

al.<br />

biomass yield and efficiency<br />

of energy use in crop<br />

production of Miscanthus.<br />

148 Ericsson, K. 2003 International biofuel trade - Biomass and Bioenergy Economic Commercio internazionale di biomassa<br />

and L. J.<br />

A study of the Swedish 26: 205-220.<br />

Nilsson<br />

import.<br />

149 Faaij, A. P. 2002 International trade of Unasylva 53(211): 28-29. Economic Commercio internazionale di biocombustibili.<br />

C.<br />

biofuels.<br />

150 Faaij, A., I. 1998 Exploration of the land Biomass and Bioenergy Technological/Techni Studio sulla potenziale superficie coltivata con colture da energia.<br />

Steetskamp,<br />

potential for the production 14: 439-456.<br />

cal<br />

et al.<br />

of biomass for energy in the<br />

Netherlands.<br />

151 Fabio, S. 2002 I pellets. Una nuova<br />

Sherwood - Foreste e Technological/Techni Pellet, residui.<br />

possibile forma d'impiego<br />

dei residui legnosi.<br />

alberi oggi 79: 27-33. cal<br />

152 Facciotto, G. 1998 Le lavorazioni del suolo in Sherwood - Foreste e Technological/Techni Pioppo.<br />

pioppicoltura.<br />

alberi oggi 31: 39-44. cal<br />

153 Facciotto, G. 2000 Esperienze italiane di colture Biomasse agricole e Technological/Techni SRF, pioppo, eucalipto.<br />

and G.<br />

forestali a turno breve di forestali per uso<br />

cal<br />

Il progetto Activa 264


Mughini pioppo ed eucalipto. energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

154 Facciotto, G.<br />

and G.<br />

Schenone<br />

155 Facciotto, G.,<br />

A. Giorcelli,<br />

et al.<br />

1998 Il pioppo fonte di energia<br />

rinnovabile.<br />

2003 I nuovi cloni di pioppo<br />

iscritti al Registro Nazionale<br />

dei Cloni Forestali.<br />

156 Faini, A. 2000 La produzione di calore da<br />

biomasse forestali:<br />

un'opportunità per le aziende<br />

157 Faini, A. and<br />

A. Paoli<br />

158 Faix, O., D.<br />

Meier, et al.<br />

159 Faundez<br />

Pablo<br />

160 Faundez<br />

Pablo.<br />

161 Ferm, A., J.<br />

Hytonen, et<br />

al.<br />

162 Fernandez,<br />

J., L.<br />

Marquez,<br />

Venturi, P.<br />

agricole.<br />

1999 L'acacia per impianti di short<br />

rotation forestry.<br />

1989 Analysis of Lignocelluloses<br />

and Lignins from Arundo<br />

donax L. and Miscanthus<br />

sinensis Anderss., and<br />

Hydroliquefaction of<br />

Miscanthus.<br />

2003 Potential costs of four shortrotation<br />

silvicultural regimes<br />

used for the production of<br />

energy.<br />

2003 Potential costs of four shortrotation<br />

silvicultural regimes<br />

used for the production of<br />

energy<br />

1989 Effect of spacing and<br />

nitrogen fertilization on the<br />

establishment and biomass<br />

production of short rotation<br />

poplar in Finland.<br />

1997 Technical and economic<br />

aspects of Cynara<br />

cardunculus L.: an energy<br />

crop for Mediterranean<br />

region.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 35: 19-26.<br />

Conferenza Alberi e<br />

Foreste nella pianura,<br />

Milano.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 53: 17-22.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Pioppo<br />

Political/Normative Pioppo<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass 18: 109-126. Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (4-5): 373-380.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (4-5): 373-380.<br />

Biomass 18: 95-108. Technological/Techni<br />

cal<br />

Medit 1: 48-51. Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomassa per riscaldamento.<br />

Robinia, SRF<br />

Qualità della biomassa, miscanto, canna.<br />

Economic Analisi economica. SRF<br />

Economic Analisi economica, SRF, Produzione di energia<br />

Salice, SRF<br />

Cardo, coltivazione, aspetti economici.<br />

163 Fiedler, F. 2004 The state of art of small- Renewable & sustainable Technological/Techni Tecnologie delle caldaie a pellet e normative.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 265


164 Finocchiaro,<br />

A., P.<br />

Martini, et al.<br />

165 Foereid<br />

Bente, Bro<br />

Rasmus,<br />

Mogensen<br />

Vagn<br />

Overgaard,<br />

& Porter<br />

John R.<br />

166 Foereid, B.;<br />

de<br />

Neergaard,<br />

A.; Hogh-<br />

Jensen, H.<br />

167 Ford-<br />

Robertson ..<br />

168 Foti, S. and<br />

S. L.<br />

Cosentino<br />

169 Foti, S., G.<br />

Mauromicale<br />

, et al.<br />

170 Foti, S., S. L.<br />

Cosentino, et<br />

al.<br />

171 Francescano,<br />

W. and R.<br />

Spinelli<br />

scale pellet-based heating<br />

systems and relevant<br />

regulations in Sweden,<br />

Austria and Germany.<br />

2000 Aspetti giuridici e<br />

amministrativi relativi<br />

all'acquisizione ed alla<br />

gestione degli impianti<br />

termici a biomasse.<br />

2002 Effects of windbreak strips<br />

of willow coppice:<br />

Modelling and field<br />

experiment on barley in<br />

Denmark.<br />

2004 Turnover of organic matter<br />

in a Miscanthus field: effect<br />

of time in Miscanthus<br />

cultivation and inorganic<br />

nitrogen supply<br />

1996 Estimating the net carbon<br />

balance of the plantation<br />

forest industry in New<br />

Zeland.<br />

2001 Colture erbacee annuali e<br />

poliennali da energia<br />

1999 Possible alternative<br />

utilization of Cynara ssp. I<br />

Biomass, grain yield and<br />

chemical composition of<br />

grain.<br />

1999 Effetti del regime idrico e<br />

della somministrazione di<br />

azoto su Miscanthus x<br />

giganteus Greff e Deu. in<br />

ambiente mediterraneo.<br />

2003 L'uso del legno cippato per il<br />

riscaldamento: la scelta della<br />

cippatrice.<br />

energy reviews 8: 201-<br />

221.<br />

Editori Regione Piemonte<br />

- Assessorato Politiche per<br />

la Montagna e Foreste;<br />

Federazione delle<br />

Associazioni Scientifiche<br />

e Tecniche. Torino<br />

Agriculture Ecosystems<br />

and Environment 93 (1-<br />

3): 25-32.<br />

Soil Biology &<br />

Biochemistry 36 (7):<br />

1075-1085<br />

Biomass and Bioenergy<br />

10: 7-10.<br />

Rivista di agronomia 35:<br />

200-215.<br />

Industrial crops and<br />

products 10: 219-228.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Vita in campagna 3: 43-<br />

45.<br />

cal<br />

Political/Normative Aspetti legali, centrali di teleriscaldamento<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Salice, frangivento, uso multiplo<br />

Miscanto, materia organica.<br />

Bilancio di carbonio.<br />

Colture da energia erbacee.<br />

Cardo<br />

Miscanto<br />

Allegato B<br />

Indicazioni tecniche per imprenditori agricoli sulla scelta delle<br />

cippatrici per la produzione di combustibile in azienda.<br />

Il progetto Activa 266


172 Francescato,<br />

W. and E.<br />

Antonini<br />

173 Fung PYH,<br />

Kirschbaum<br />

MUF, Raison<br />

RJ, &<br />

Stucley C.<br />

2004 Legno-energia, quando<br />

l'agricoltore è protagonista.<br />

2002 The potential for bioenergy<br />

production from Australian<br />

forests, its contribution to<br />

national greenhouse targets<br />

and recent developments in<br />

conversion processes.<br />

174 Gamborg, C. 1997 Maximising the production<br />

of fuelwood in different<br />

175 Garavaglia,<br />

R.<br />

176 Gelhaye, D.,<br />

J. Ranger, et<br />

al.<br />

silvicultural systems.<br />

2000 Il punto di vista<br />

dell'industria: EuroEnergy<br />

Group - Gruppo<br />

Marcegaglia.<br />

1997 Biomasse et minerallomasse<br />

d'un taillis à courte<br />

révolution de peuplier<br />

Beaupré installé sur un sol<br />

acide hors vallée, amélioré<br />

par fertilisation.<br />

177 Gerardi, V. 2000 Biomasse di origine agricola<br />

ed agroindustriale. Impieghi<br />

per grandi utilizzatori.<br />

178 Gherbin, P.<br />

and M.<br />

Monteleone<br />

179 Gherbin, P.,<br />

M.<br />

Monteleone,<br />

et al.<br />

180 Ghetti, P., L.<br />

Angelini, et<br />

al.<br />

181 Giardini, A.<br />

and R.<br />

1996 Analisi funzionale di crescita<br />

di un ibrido di sorgo da<br />

cellulosa sottoposto a diversi<br />

regimi idrici. II Aspetti<br />

agronomici.<br />

1999 Andamento temporale della<br />

produzione del cardo<br />

(Cynara cardunculus L.) in<br />

ambiente meridionale.<br />

1996 Thermal analysis of biomass<br />

and corresponding pyrolysis<br />

products.<br />

Alberi e territorio 3: 38-<br />

44.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22: (4). 223-236<br />

Biomass and Bioenergy<br />

13: 75-81.<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

Annales des Sciences<br />

Forestiers 54: 649-665.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Rivista di agronomia<br />

30(1): 50-57.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Social Produzione di biomassa in terreni agricoli<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Cattura di carbonio, foreste.<br />

Allegato B<br />

Tecniche selvicolturali e di utilizzazione per la massimizzazione<br />

di biomassa legnosa per fini energetici.<br />

Economic Esperienze industriali nel settore bioenergetico italiano<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di coltivazione di SRF di pioppo, biomassa prodotta e<br />

asportazioni in termini di nutrienti.<br />

Economic Logistica delle biomasse residuali agricole e agroindustriali per<br />

grandi utenze (centrali di potenza)<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Fuel 75: 565-573. Technological/Techni<br />

cal<br />

2000 Coltivazioni erbacee. Edizioni Patron. Bologna. Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di coltivazione. Sorgo<br />

Produzione nel tempo di impianti di cardo per biomassa<br />

Caratterizzazione qualitativa della biomassa delle principali specie<br />

dedicate.<br />

Testo sulle tecniche di coltivazioni erbacee.<br />

Il progetto Activa 267


Baldoni<br />

182 Gielen Dolf,<br />

Fujino<br />

Junichi,<br />

Hashimoto<br />

Seiji, &<br />

Moriguchi<br />

Yuichi<br />

2003 Modelling of global biomass<br />

policies<br />

183 Ginanni, M. 1999 Inserimento delle colture<br />

legnose da biomassa a<br />

rotazione breve (SRF) in un<br />

ambiente della Toscana<br />

litoranea.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (2): 177-195<br />

Tesi di dottorato del XI<br />

ciclo presso il<br />

Dipartimento di<br />

Agronomia e Coltivazioni<br />

Erbacee. Pisa, Università<br />

di Pisa: 111.<br />

Biomass and Bioenergy 9:<br />

Social Politiche di produzione e uso delle biomasse.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Studio sugli aspetti produttivi e ambientali della coltivazione di<br />

SRF di pioppo.<br />

184 Gingras, J.-F. 1995 Harvesting small trees and<br />

Technological/Techni Tecniche di raccolta di biomassa forestalke residuale<br />

forest residues.<br />

153-160.<br />

cal<br />

185 Giorcelli, A. 1999 I trattamenti per una corretta Sherwood - Foreste e Technological/Techni Tecniche di difesa fitosanitaria degli impianti di arboricoltura da<br />

and G.<br />

difesa fitosanitaria del alberi oggi 45(45): 39-44. cal<br />

legno di pioppo. Tecniche mutuabili alla SRF escludendo gli<br />

Allegro<br />

pioppo.<br />

interventi che salvaguadano la qualità del legno.<br />

186 Giorcelli, A. 1998 I trattamenti fitosanitari per Sherwood - Foreste e Technological/Techni Tecnica di difesa del vivaio di pioppo. In parte utile per la difesa<br />

and G.<br />

una corretta difesa<br />

alberi oggi 38: 31-37. cal<br />

degli impianti di SRF<br />

Allegro<br />

fitosanitaria del vivaio di<br />

pioppo.<br />

187 Goel, V. L. 1996 Fuelwood quality of<br />

Biomass and Bioenergy Technological/Techni Valutazione della qualità della biomassa combustibile per alcune<br />

and H. M.<br />

promising tree species for 10 (1): 57-61.<br />

cal<br />

specie arboree e diverse età dei fusti.<br />

Behl<br />

alkaline soils sites in relation<br />

to tree age.<br />

188 Grassi, G. 2000 Bioenergia nella UE. Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

Political/Normative Quadro dela politica europea nel settore delle biomasse.<br />

189 Grazioli, F. 2000 Il settore agricolo e la Quaderni dell' Accademia Social Analisi del settore agricoli italiano e delle potenzialità per la<br />

produzione di energia da dei Georgofili 1999-IV<br />

produzione di biomassa da energia.<br />

biomassa.<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

190 Grigal, D. F. 1998 Soil carbon changes<br />

Biomass and Bioenergy Environmental/Biolo Studio sull'effetto della pioppicoltura sul contenuto di carbonio nel<br />

and W. E.<br />

associated with short- 14 (4): 371-377.<br />

gical<br />

suolo.<br />

Berguson<br />

rotation systems.<br />

191 Grogan P, & 2002 A modelling analysis of the Soil Use and<br />

Environmental/Biolo SRF, sequestro del carbonio, suolo.<br />

Matthews R<br />

potential for soil carbon Management, 18: (3). 175- gical<br />

Il progetto Activa 268


192 Gruppe, A.,<br />

M. Fubeder,<br />

et al.<br />

193 Habyarimana<br />

, E., D.<br />

Laureti, et al.<br />

sequestration under short<br />

rotation coppice willow<br />

bioenergy plantations<br />

1999 Short rotation plantations of<br />

aspen and balsam poplar on<br />

former arable land in<br />

Germany: defoliation insects<br />

and leaf constituents.<br />

2004 Performances of biomass<br />

sorghum (Sorghum bicolor<br />

(L.) Moench) under different<br />

water regimes in<br />

Mediterranean region.<br />

183<br />

Forest ecology and<br />

management 121: 113-<br />

122.<br />

Industrial crops and<br />

products 20: 23-28.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Studio della relazione tra composizione fogliare ed attacchi di<br />

insetti fitofagi in impianti di SRF<br />

Irrigazione in sorgo in ambiente mediterraneo.<br />

194 Hall, J.P. 2002 Sustainable production of Forestry-Chronicle, 78: Technological/Techni Biomassa da foreste.<br />

forest biomass for energy. (3). 391-396.<br />

cal<br />

195 Hall, P., J. K. 2001 Delivery systems of forest Biomass and Bioenergy Technological/Techni Logistica della biomassa forestale.<br />

Gigler, et al.<br />

arising for energy production<br />

in New Zealand.<br />

21: 391-399.<br />

cal<br />

196 Hallam, A., 2001 Comparative economic Biomass and Bioenergy Economic Analisi economica di alcune colture da energia<br />

I. C.<br />

analysis of perennial, annual, 21: 407-424.<br />

Andrerson, et<br />

and intercrops for biomass<br />

al.<br />

production.<br />

197 Hamelinck, 2002 Long distance bioenergy 12th European Conference Economic Analisi tecnica del trasporto della biomassa su lunghe distanze.<br />

C. N., R.<br />

logistics -preliminary results- on Biomass for Energy,<br />

Suurs, et al.<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

198 Hanegraaf, 1998 Assessing the ecological and Biomass and Bioenergy Environmental/Biolo Analisi economica ed ambientale delle colture da energia.<br />

M. C., E. E.<br />

economic sustainability fo 15: 345-355.<br />

gical<br />

Biewinga, et<br />

al.<br />

energy crops.<br />

199 Hansen, E. 2004 Carbon sequestration in soil Biomass & Bioenergy 26 Environmental/Biolo Sequestro del carbonio, miscanto<br />

M.;<br />

beneath long-term<br />

(2): 97-105<br />

gical<br />

Christensen,<br />

Miscanthus plantations as<br />

B. T.;<br />

determined by C-13<br />

Jensen, L. S.;<br />

Kristensen,<br />

K.<br />

abundance<br />

200 Hartmann, 2002 Measuring bulk density of 12th European Conference Technological/Techni Metodologia di stima del volume apparente del pellet legnoso.<br />

H., T. Bohm,<br />

solid biofuels.<br />

on Biomass for Energy, cal<br />

Il progetto Activa 269


et al. Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

201 Hassegren,<br />

K.<br />

202 Heaton, E.;<br />

Voigt, T.;<br />

Long, S. P.<br />

203 Heilman, P.<br />

E. and R. J.<br />

Norby<br />

204 Heller<br />

Martin C,<br />

Keoleian<br />

Gregory A,<br />

& Volk<br />

Timothy A<br />

1998 Use of municipal waste<br />

products in energy forestry:<br />

Hightlights from 15 years of<br />

experience.<br />

2004 A quantitative review<br />

comparing the yields of two<br />

candidate C-4 perennial<br />

biomass crops in relation to<br />

nitrogen, temperature and<br />

water<br />

1998 Nutrient cycling and fertility<br />

management in temperate<br />

short rotation forest systems.<br />

2003 Life cycle assessment of a<br />

willow bioenergy cropping<br />

system.<br />

Florence.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

15: 71-74.<br />

Biomass & Bioenergy 27<br />

(1): 21-30<br />

Biomass and Bioenergy<br />

14 (4): 361-370.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (2): 147-165<br />

205 Hellrigl B. 2002 Domestic use of fuelwood in Sherwood -Foreste-edsome<br />

European countries Alberi-Oggi, 8: (3). 15-21<br />

206 Hellrigl, B. 2004 Il pellet. Notizie e<br />

Sherwood - Foreste e<br />

osservazioni sulla<br />

produzione e l'impiego.<br />

alberi oggi 104: 5-9.<br />

207 Helynen S, 2002 The possibilities of<br />

VTT-Tiedotteita. 2002,<br />

Flyktman M,<br />

bioenergy in reducing No.2145, 110 pp.; 48 ref.<br />

Makinen T,<br />

Sipila K, &<br />

Vesterinen P.<br />

greenhouse gases.<br />

208 Herland E 2002 The role of energy and Sverigesindustrial<br />

crops in Swedish Utsadesforeningsagriculture<br />

2020<br />

Tidskrift, 112: (1-2). 30-<br />

36.<br />

209 Herve, C. 1996 Short-rotation coppiced vs Biomass and Bioenergy<br />

and R.<br />

non-coppiced poplar: a 11 (2-3): 139-150.<br />

Ceulemans<br />

comparative study at two<br />

different fields sites.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Analisi delle esperienze maturate in 15 anni nell'uso di reflui<br />

urbani per l'irrigazione di SRF.<br />

miscanto, colture erbacee<br />

Mantenimento della fertilità del terreno con SRF di specie arboree.<br />

SRF, salice, durata della coltura<br />

Economic Bioenergia tradizionale in Europa<br />

Economic Studio sul mercato e le normative del pellet lignocellulosico in<br />

Italia e in Europa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Bioenergia, effetto serra<br />

Colture da energia<br />

Comparazione produttiva tra ceduo a turno breve di pioppo e<br />

pioppicoltura tradizionale<br />

Il progetto Activa 270


210 Hillring B. 2002 Rural development and<br />

bioenergy -- experiences<br />

from 20 years of<br />

development in Sweden.<br />

211 Hjuler, K. 2002 Use of additives to prevent<br />

ash sintering and slag<br />

formation.<br />

212 Hobart Perry,<br />

C., R. Miller,<br />

et al.<br />

213 Hoogwijk<br />

Monique,<br />

Faaij Andre,<br />

van den<br />

Broek<br />

Richard,<br />

Berndes<br />

Goran,<br />

Gielen Dolf,<br />

&<br />

Turkenburg<br />

Wim.<br />

214 Huisman, W.<br />

and W. J.<br />

Kortleve<br />

215 Huisman,<br />

W., p.<br />

Venturi, et<br />

al.<br />

216 Huston<br />

Michael A,<br />

& Marland<br />

Gregg.<br />

2001 Impacts of short-rotation<br />

hybrid poplar plantations on<br />

regional water yield.<br />

2003 Exploration of the ranges of<br />

the global potential of<br />

biomass for energy.<br />

1994 Mechanization of crop<br />

establishment, harvest and<br />

post-harvest conservation of<br />

Miscanthus sinensis<br />

"Giganteus".<br />

1997 Costs of supply chains of<br />

Mischantus giganteus.<br />

2003 Carbon management and<br />

biodiversity<br />

217 Hytonen, J. 1996 Biomass production and<br />

nutrition of short-rotation<br />

plantations.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

23: (6). 443-451<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

Forest ecology and<br />

management 143: 143-<br />

151.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (2): 119-133.<br />

Industrial crops and<br />

products 2: 289-297.<br />

Industrial crops and<br />

products 6: 353-366.<br />

Journal of Environmental<br />

Management. January<br />

2003; 67 (1 Special Issue):<br />

77-86.<br />

Tesi di dottorato. The<br />

Finnish Forest Institute.<br />

Kannus, University of<br />

Helsinki: 200 pp.<br />

Social Sviluppo rurale, colture da energia<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Studio sull'uso di addittivi nella produzione di pellet<br />

lignocellulosico per migliorarne le qualità tecniche come<br />

combustibile.<br />

Effetto della pioppicoltura sull'idrologia di bacino.<br />

Potrenziale bionenergia mondiale.<br />

Meccanizzazione della coltivazione di miscanto.<br />

Economic Costi protuttivi di biomassa con miscanto.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Conservazione del carbonio, sequestro di carbonio<br />

Studio sulle tecniche di coltivazione, raccolta e stima della SRF di<br />

salice e pioppo.<br />

Il progetto Activa 271


218 Hytonen, J. 1995 Ten-year biomass production<br />

and stand structure of Salix<br />

'aquatica' energy forest<br />

plantation in Southern<br />

Finland.<br />

219 Hytonen, J. 1994 Effect of cutting season,<br />

stump height and harvest<br />

damage on coppicing and<br />

biomass production of<br />

220 Hytonen, J.,<br />

I. Lumme, et<br />

al.<br />

221 Islam, M.;<br />

Fartaj, A.;<br />

Ting, D. S.<br />

K.<br />

willow and birch.<br />

1987 Comparison of methods for<br />

estimating willow biomass.<br />

2004 Current utilization and future<br />

prospects of emerging<br />

renewable energy<br />

applications in Canada<br />

Biomass and Bioenergy<br />

8(2): 63-71.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

6(5): 349-357.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass 14: 39-49. Technological/Techni<br />

cal<br />

Renewable & Sustainable<br />

Energy Reviews 8 (6):<br />

493-519<br />

222 ITEBE 2001 Pellet club Sito internet informativo<br />

sulle iniziative di ITEBE e<br />

del Pellet Club francese.<br />

http://www.itebe.org/porta<br />

il/affiche.asp?arbo=1&nu<br />

223 Jacobson, M.<br />

Z.<br />

224 Jannasch, R.,<br />

R. Samson,<br />

et al.<br />

225 Janssen R,<br />

Helm P,<br />

Grimm P,<br />

Grassi G,<br />

Coda B,<br />

Grassi A, &<br />

Agterberg A.<br />

2004 The short-term cooling but<br />

long-term global warming<br />

due to biomass burning<br />

2001 Switchgrass fuel pellet<br />

production in eastern<br />

Ontario: a market study.<br />

2002 A global network on<br />

bioenergy - objectives,<br />

strategies and first results<br />

226 Jirjis, R. 1995 Storage and drying of wood<br />

fuel.<br />

m=96<br />

Journal of Climate 17<br />

(15): 2909-2926<br />

Rapporto REAP, Canada.<br />

www.reapcanada.com/<strong>Report</strong>s/Pellet<br />

MarketStudy.htm<br />

http://www.reapcanada.com/<strong>Report</strong>s/repor<br />

tsindex.htm<br />

International Sugar<br />

Journal, 104: (1242). 274-<br />

278; 6 ref.<br />

Biomass and Bioenergy 9:<br />

181-190.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Allegato B<br />

Tecniche di coltivazione e stima di impianti di SRF di salice<br />

Tecniche di coltivazione della SRF di specie arboree.<br />

Studio della stima della biomassa di SRF.<br />

Colture da energia, residui, bioenergia.<br />

Political/Normative Opuscolo informativo su normative e caratteristiche<br />

merceologiche del pellet combustibile.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Bioenergia, aspetti negativi<br />

Relazione sullla produzione di pellet combustibile a partire da<br />

colture erbacee. Interessante la sezione dedicata alle caldaie<br />

specifiche per la combustione di biomassa erbacea.<br />

Network di ricerca e promozione della bioenergia<br />

Tecniche di toccaggio biomassa.<br />

Il progetto Activa 272


227 Jodice, R.<br />

and M.<br />

Vecchiet<br />

228 Johansson,<br />

L., B.<br />

Leckner, et<br />

al.<br />

229 Jørgensen, R.<br />

N., B. J.<br />

Jørgensen, et<br />

al.<br />

230 Jørgensen,<br />

U. and B.<br />

Sander<br />

231 Joslin, J. D.<br />

and S. H.<br />

Schoenholtz<br />

232 Junfeng Li,<br />

& Runqing<br />

Hu.<br />

233 Kahle, P., S.<br />

Beuch, et al.<br />

2001 Giant reed network.<br />

Improvement, productivity<br />

and biomass quality<br />

2004 Emissions characteristics of<br />

modern and old-type<br />

residential boilers fired with<br />

wood logs and wood pellets.<br />

1997 N2O emission from energy<br />

crop fields of miscanthus<br />

"giganteus" and winter rye.<br />

1997 Biomass requirements for<br />

power production: how to<br />

optimize the quality by<br />

agricultural management.<br />

1997 Measuring the environmental<br />

effects of converting<br />

croplands to short-rotation<br />

woody crops: a research<br />

approach.<br />

2003 Sustainable biomass<br />

production for energy in<br />

China.<br />

2001 Cropping of Miscanthus in<br />

Central Europe: biomass<br />

production and influence on<br />

nutrients and soil organic<br />

matter.<br />

234 Kamm, J. 2004 A new class of plants for a<br />

biofuel feedstock energy<br />

crop<br />

235 Karjalainen,<br />

T.<br />

236 Karjalainen,<br />

T.<br />

1996 Dynamics and potentials of<br />

carbon sequestration in<br />

managed stands and wood<br />

products in Finland under<br />

changing climatic<br />

conditions.<br />

1996 The carbon sequestration<br />

potential of unmanaged<br />

forest stands in Finland<br />

under changing climatic<br />

conditions.<br />

Rapporti del CETA<br />

(Centro di ecologia teorica<br />

ed applicata): 14. Trieste<br />

Atmospheric Environment<br />

38: 4183-4195.<br />

Atmospheric Environment<br />

31: 2899-2904.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

12 (3): 145-147.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

13 (4/5): 301-311.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (5): 483-499.<br />

European Journal of<br />

Agronomy 15: 171-184.<br />

Applied Biochemistry and<br />

Biotechnology 113-16:<br />

55-70<br />

Forest ecology and<br />

management 80: 113-132.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

10: 313-329.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Allegato B<br />

Tecnica di coltivazione e raccolta della canna comune.<br />

Emissioni inquinanti legate alle caldaie a biomassa tradizionali e<br />

moderne.<br />

Emissioni di gas serra da piantagioni di segale e miscanto.<br />

Tecniche agronomiche e gestionali per migliorare la qualità della<br />

biomassa combustibile.<br />

Effetto ambientale della conversione di terreni agricoli a SRF.<br />

Bioenergia come risorsa sostenibile<br />

Tecniche di coltivazione<br />

Colture da energia<br />

Sequestro di carbonio con i prodotti legnosi e la gestione forestale.<br />

Political/Normative Effetti della gestione forestale in Finlandia per l'accumulo di<br />

carbonio<br />

Il progetto Activa 273


237 Kauter, D., I.<br />

Lewandowsk<br />

i, et al.<br />

238 Kaygusuz,<br />

K.<br />

239 Kelley<br />

Stephen S,<br />

Davis Mark<br />

F, & Looker<br />

Michael J.<br />

240 Kenney, W.<br />

A., L.<br />

Sennerby-<br />

Forsse, et al.<br />

241 Kirschbaum<br />

Miko U F.<br />

242 Kjallstrand,<br />

J. and M.<br />

Olsson<br />

2003 Quantity and quality of<br />

harvestable biomass from<br />

Populus short rotation<br />

coppice for solid fuel use - a<br />

review of the physiological<br />

basis and management<br />

influences.<br />

2004 The role of renewables in<br />

future energy directions of<br />

Turkey<br />

2002 Comparison of rapid analysis<br />

tools for measuring the<br />

chemical composition of<br />

biomass.<br />

1990 A review of biomass quality<br />

research relevant to the use<br />

of poplar and willow for<br />

energy conversion.<br />

2003 To sink or burn. A<br />

discussion of the potential<br />

contributions of forests to<br />

greenhouse gas balances<br />

through storing carbon or<br />

providing biofuels.<br />

2004 Chimney emissions from<br />

small-scale burning of<br />

pellets and fuelwood -<br />

examples referring to<br />

different combustion<br />

appliances.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

24: 411-427.<br />

Energy Sources 26 (12):<br />

1131-1140<br />

Abstracts of Papers<br />

American Chemical<br />

Society. 2002; 223 (1-2):<br />

CELL 127.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass 21: 163-188. Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (4-5): 297-310.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

27: 557-561.<br />

243 Klaas, D. L. 1998 Biomass for renewable Edizioni Academic Press.<br />

energy, fuels, and chemicals. San Diego, USA.<br />

244 Klasnja, B., 2002 Wood and bark of some Biomass and Bioenergy<br />

S. Kopitovic,<br />

poplar willow clones as 23: 427-432.<br />

et al.<br />

fuelwood.<br />

245 Kwant Kees 2003 Renewable energy in The Biomass-and-Bioenergy.<br />

W.<br />

Netherlands: Policy and<br />

instruments<br />

24 (4-5): 265-267<br />

246 Kwok, Q. S. 2004 Characterization of bio-fuel Journal of Thermal<br />

M.; Jones, D.<br />

and bio-fuel ash<br />

Analysis and Calorimetry<br />

E. G.;<br />

78 (1): 173-184<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Qualità della biomassa legnosa come combustibile.<br />

Energia rinnovabile in Turchia<br />

Qualità della biomassa come combustibile.<br />

Qualità della biomassa legnosa come combustibile.<br />

Confronto tra le opzioni di sequestro di carbonio o produzione di<br />

energia alternativa<br />

Emissioni di fumi in diverse caldaie e stufe a pellet.<br />

Testo sull'uso energetico e chimico della biomassa.<br />

Qualità della biomassa legnosa come combustibile.<br />

Political/Normative Politiche di incentivazione della bioenergia, Olanda.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Caratterizzazione della qualità della biomassa come combustibile<br />

e delle ceneri prodotte.<br />

Il progetto Activa 274


Nunez, G. F.;<br />

Charland, J.<br />

P.; Dionne,<br />

S.<br />

247 Labrecque,<br />

M. and T.<br />

Teodorescu<br />

248 Labrecque,<br />

M., T.<br />

Teodorescu,<br />

et al.<br />

2003 High biomass yields<br />

achieved by Salix clones in<br />

SRIC following two 3-years<br />

coppice rotations on<br />

abandoned farmland in<br />

southern Quebec, Canada.<br />

1997 Biomass productivity and<br />

wood energy of salix species<br />

after 2 years growth in SRIC<br />

fertilized with wastewater<br />

sludge.<br />

249 Lal, R. 2004 Soil carbon sequestration<br />

impacts on global climate<br />

change and food security<br />

250 Lamb, A. 1999 Large scale trials of SRC for<br />

energy-crop removal and<br />

restoration.<br />

251 Landi, R. 1999 Sorghi ad alta energia<br />

contributo alla ricerca di<br />

efficienti costituzioni ibride<br />

e di appropriata tecnica<br />

252 Laureysens,<br />

I., J. Bogaert,<br />

et al.<br />

253 Laureysens,<br />

I., W.<br />

Deraedt, et<br />

al.<br />

colturale.<br />

2004 Biomass production of a 17<br />

poplar clones in a shortrotation<br />

coppice culture on a<br />

waste disposal site and its<br />

relation to soil<br />

characteristics.<br />

2003 Population dynamics in a 6year<br />

old coppice culture of<br />

poplar. I. Clonal differences<br />

in stool mortality, shoot<br />

dynamics and shoot diameter<br />

distribution in relation to<br />

biomass production.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

25: 135-146.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

12: 409-417.<br />

Science 304 (5677): 1623-<br />

1627<br />

Archivio Biobase<br />

dell'European Energy<br />

Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update<br />

1999)<br />

www.eeci.net<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Forest ecology and<br />

management 187: 295-<br />

309.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

24: 81-95.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di coltivazione di SRF di salice.<br />

Allegato B<br />

Tecnica di coltivazione di SRF di salice irrigato con reflui urbani.<br />

Sequestro del carbonio.<br />

Tecniche di espianto di SRF a termine produzione.<br />

Selezione di ibridi di sorgo per la produzione di biomassa.<br />

Comparazione di 17 cloni di pioppo per la produzione di biomassa<br />

con il governo a SRF<br />

Tecniche di coltivazione e monitoraggio dello sviluppo di SRF di<br />

pioppo<br />

Il progetto Activa 275


254 Laureysens,<br />

I.; Blust, R.;<br />

De<br />

Temmerman,<br />

L.;<br />

Lemmens,<br />

C.;<br />

Ceulemans,<br />

R.<br />

2004 Clonal variation in heavy<br />

metal accumulation and<br />

biomass production in a<br />

poplar coppice culture: I.<br />

Seasonal variation in leaf,<br />

wood and bark<br />

concentrations<br />

255 Lazzari, P. 2000 Realizzazione di sistemi di<br />

raccolta di residui agricoli<br />

lignocellulosici (potature).<br />

Environmental Pollution<br />

131 (3): 485-494<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Pioppo, fitoremedio, produzione di biomassa<br />

Allegato B<br />

Tecnica di raccolta dei residui agricoli legnosi (potature)<br />

256 Lazzari, P. 2000 L'utilizzo di residui agricoli<br />

Technological/Techni Logistica dei residui lignocellulosici agro-forestali.<br />

ligno-cellulosici<br />

alberi oggi 59: 25-29. cal<br />

257 Lehtikangas, 2000 Quality properties of Biomass and Bioenergy Technological/Techni Aspetti qualitativi della biomassa stoccata.<br />

P.<br />

pelletised sawdust, logging<br />

residues and bark.<br />

20: 351-360.<br />

cal<br />

258 Lehtikangas, 2000 Storage effects on pelletised Biomass and Bioenergy Technological/Techni Effetti dello stoccaggio della biomassa intera, cippata e pellettata.<br />

P.<br />

sawdust, logging residues<br />

and bark<br />

19: 287-293.<br />

cal<br />

259 Lettens S, 2003 Energy budget and<br />

Biomass and Bioenergy, Environmental/Biolo SRF, selvicoltura, riduzione gas effetto serra.<br />

Muys B,<br />

greenhouse gas balance 24: (3). 179-197<br />

gical<br />

Ceulemans<br />

evaluation of sustainable<br />

R, Moons E,<br />

coppice systems for<br />

Garcia J, &<br />

Coppin P.<br />

electricity production.<br />

260 Levandowski 1995 CO2 balance for the<br />

Biomass and Bioenergy 2: Environmental/Biolo Bilancio di carbonio per l'uso della biomassa di miscanto per la<br />

, I., A.<br />

cultivation and combustion 81-90.<br />

gical<br />

produzione di energia.<br />

Kicherer, et<br />

al.<br />

of Miscanthus.<br />

261 Lewandowsk 2003 Delayed harvest of<br />

European Journal of Technological/Techni Miscanto, tecniche di coltivazione<br />

i I, & Heinz<br />

miscanthus -- influences on Agronomy 19: (1). 45-63; cal<br />

A.<br />

biomass quantity and quality<br />

and environmental impacts<br />

of energy production.<br />

45 ref.<br />

262 Lewandowsk 2003 The influence of nitrogen Industrial crops and Technological/Techni Coltivazione di colture da energia.<br />

i I, & Kauter<br />

fertilizer on the yield and products, 17: (2). 103-117; cal<br />

D.<br />

combustion quality of whole<br />

grain crops for solid fuel use.<br />

30 ref.<br />

263 Lewandowsk 2003 Environment and harvest Agronomy Journal. 95 Technological/Techni Miscanto, tecniche di coltivazione e qualità.<br />

Il progetto Activa 276


i I, Clifton<br />

Brown J C,<br />

Andersson B,<br />

Basch G,<br />

Christian D<br />

G, Jorgensen<br />

U, Jones M<br />

B, Riche A<br />

B, Schwarz<br />

K U, Tayebi<br />

K, &<br />

Teixeira F.<br />

264 Lewandowsk<br />

i Iris,<br />

Scurlock<br />

Jonathan M<br />

O, Lindvall<br />

Eva, &<br />

Christou<br />

Myrsini.<br />

265 Lewandowsk<br />

i, I. and A.<br />

Heinz<br />

266 Lewandowsk<br />

i, I., J. C.<br />

Clifton-<br />

Brown, et al.<br />

267 Lewandowsk<br />

i, I., J. M. O.<br />

Scurlock, et<br />

al.<br />

268 Lewis, D. K.,<br />

D. P. Turner,<br />

et al.<br />

269 Liesebach,<br />

M., G. von<br />

time affects the combustion<br />

qualities of Miscanthus<br />

genotypes.<br />

2003 The development and current<br />

status of perennial<br />

rhizomatous grasses as<br />

energy crops in the US and<br />

Europe.<br />

2003 Delayed harvest of<br />

Miscanthus-influences on<br />

biomass quantity and quality<br />

and environmental impacts<br />

of energy production.<br />

2000 Miscanthus: European<br />

experience with a novel<br />

energy crop<br />

2003 The development and current<br />

status of perennial<br />

rhizomatous grasses as<br />

energy crops in the US and<br />

Europe.<br />

1996 An inventory-based<br />

procedure to estimate<br />

economic costs of forest<br />

management on a regional<br />

scale to conserve and<br />

sequester atmospheric<br />

carbon.<br />

1999 Aspen for short-rotation<br />

coppice plantations on<br />

(5): 1274-1280. cal<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (4): 335-361.<br />

European Journal of<br />

Agronomy 19: 45-63.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

19: 209-227.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

25: 335-361.<br />

Ecological Economics 16:<br />

35-49.<br />

Forest ecology and<br />

management (121): 25-39.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture da energia rizomatose, miscanto, canna.<br />

Tecniche di raccolta e qualità della biomassa.<br />

Tecniche di coltivazione, raccolta ed uso di miscanto.<br />

Allegato B<br />

Quadro tecnico delle colture erbacee rizomatore da energia in<br />

Europa e Nord America.<br />

Metodologia di valutazione di sequestro di carbonio con la<br />

gestione forestale.<br />

Valutazioni sulle tecniche di coltivazione del ceduo a turno breve<br />

di pioppo<br />

Il progetto Activa 277


Wuehlisch,<br />

et al.<br />

270 Liu, Z. and<br />

D. Dickmann<br />

agricultural sites in<br />

Germany: Effects of spacing<br />

and rotation time on growth<br />

and biomass production of<br />

aspen progenies.<br />

1996 Effects of water and nitrogen<br />

interaction on net<br />

photosynthesis, stomatal<br />

conductance, and water-use<br />

efficiency in two hybrid<br />

poplar clones.<br />

271 Londo, M. 2002 Energy farming in multiple<br />

land use.<br />

272 Londo, M.;<br />

Roose, M.;<br />

Dekker, J.;<br />

de Graaf, H.<br />

273 Lorenzoni,<br />

C. and A.<br />

Marocco<br />

2004 Willow short-rotation<br />

coppice in multiple land-use<br />

systems: evaluation of four<br />

combination options in the<br />

Dutch context<br />

1999 Selezione per tolleranza al<br />

freddo in sorgo da biomassa.<br />

274 Lunnan, A. 1997 Agriculture-based biomass<br />

energy supply - a survey of<br />

economic issues.<br />

275 M. Di 2004 Colture non food: ormai<br />

Candilo<br />

276 Macpherson<br />

G.<br />

277 Maltamo, M.<br />

and A.<br />

Kangas<br />

278 Mani, S.;<br />

Tabil, L. G.;<br />

Sokhansanj,<br />

S.<br />

279 Manley, A.<br />

and J.<br />

realtà l’uso a fini energetici<br />

2002 Bio-energy from the rural<br />

economy: a raft of solutions<br />

awaiting national recognition<br />

1998 Methods based on k-nearest<br />

neighbour regression in the<br />

prediction of basal area<br />

diameter distribution.<br />

2004 Grinding performance and<br />

physical properties of wheat<br />

and barley straws, corn<br />

stover and switchgrass<br />

1995 Silviculture and economic<br />

benefits of producing wood<br />

Physiologia plantarum 97:<br />

507-512.<br />

Tesi di dottorato,<br />

Agricultural economy.<br />

Utrecht, Utrecht<br />

University: 143.<br />

Biomass & Bioenergy 27<br />

(3): 205-221<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Energy Policy 25: 573-<br />

582.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecnico. Fisiologia pioppo. Risposta a acqua e azoto.<br />

Allegato B<br />

Economic Studio delle potenzialità di coltivazione e diffusione della SRF<br />

secondo diversi scenari economici, sociali e tecnici. Include<br />

valutazioni ambientali e valutazione dei benefici indiretti (prod.<br />

Acqua potabile).<br />

Political/Normative Analisi multicriterio dei possibili usi multipli della SRC di salice.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Selezione varietale sorgo.<br />

Economic Analisi economica della filiera bioenergetica<br />

L'informatore Agrario 1 Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture no food.<br />

Journal of the Royal<br />

Agricultural Society of<br />

England. 2002, 163: 52-61<br />

Social Sviluppo rurale<br />

Canadian Journal of Technological/Techni Metodi di stima della biomassa<br />

Forest Research 28: 1107-<br />

1115.<br />

cal<br />

Biomass & Bioenergy 27<br />

(4): 339-352<br />

Biomass and Bioenergy 9:<br />

89-105.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Residui colturali, qualità combustibile<br />

Analisi benefici-svantaggi e impatto ambientale della produzione<br />

di energia da biomassa forestale<br />

Il progetto Activa 278


Richardson energy from conventional<br />

forestry systems and<br />

measures to mitigate<br />

negative impacts.<br />

280 Marchi, E. 2002 Linee innovative nelle<br />

281 Mardikis,<br />

M., M.<br />

Christou, et<br />

al.<br />

282 Mariotti, M.,<br />

L. Ercoli, et<br />

al.<br />

utilizzazioni forestali.<br />

2002 Arundo donax L.<br />

propagation trials.<br />

2000 Valutazione di alcuni effetti<br />

di avvicendamento della<br />

coltura del miscanto.<br />

283 Martin, M. F. 2001 Biocombustibles solidos de<br />

origen forestal.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 81: 15-20.<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

Rivista di agronomia<br />

2(34): 246-250.<br />

Editore Asociacion<br />

Espanola de<br />

Normalizacion y<br />

Certificacion, pp 109.<br />

Madrid.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Tecniche di utilizzazioni forestali. Ottimizzazione biomassa<br />

residuale.<br />

Tecniche di impianto della canna comune.<br />

Studio sul rispristino del terreno dopo la coltura del miscanto.<br />

Analisi tecnica dei biocombustibili di origine forestale. Studio di<br />

noprmativa e confronto qualitativo biomassa legnosa.<br />

284 Martini, F. 1988 I salici d'Italia. Editore LiNT. Trieste. Technological/Techni Pubblicazione botanica sul genere Salix in Italia.<br />

and P. Paiero<br />

cal<br />

285 Masoni, A., 1996 Effect of temperature and Agricoltura Mediterranea Technological/Techni Risposta a temperatura e concimazione fosfatica.<br />

M. Mariotti,<br />

phosphorus fertilization on 126: 412-422.<br />

cal<br />

et al.<br />

sorghum growth.<br />

286 Mavrogianop 2002 Use of wastewater as a Bioresource Technology Technological/Techni Studio di utilizzo duplice della canna comune: produzione di<br />

oulos, G., V.<br />

nutrient solution in a closed 82: 103-107.<br />

cal<br />

biomassa e fitodepurazione.<br />

Volgi, et al.<br />

gravel hydroponic culture of<br />

giant reed (Arundo donax).<br />

287 Mazzoncini, 1999 Aspetti agronomici e XXXIII convenzione Technological/Techni Analisi tecnica-agronomica della SRF<br />

M., S.<br />

colturali dell'introduzione annuale Società Italiana cal<br />

Benvenuti, et<br />

della silvicoltura a breve Argonomia (SIA),<br />

al.<br />

rotazione (SRF) nella<br />

Toscana litoranea.<br />

Agripolis (Pd).<br />

288 McAlpine, 1966 Silage sycamore. Forest Farmer 26(1): 6- Technological/Techni Prima formalizzazione del concetto di Short rotation forestry<br />

R. G., C. L.<br />

Brown, et al.<br />

7,16.<br />

cal<br />

289 McKendry, 2002 Energy production from Bioresource Technology Technological/Techni Tecnologie di combustione.<br />

P.<br />

biomass. 2 Conversion<br />

technologies<br />

83: (1). 47-54.<br />

cal<br />

290 McLaughlin 2002 High-value renewable Environmental Science Technological/Techni Colture da energia<br />

Il progetto Activa 279


S B, de la<br />

Torre Ugarte<br />

D G, Garten<br />

C T Jr, Lynd<br />

L R,<br />

Sanderson M<br />

A, Tolbert V<br />

R, & Wolf D<br />

D.<br />

energy from prairie grasses. and Technology.36 (10):<br />

2122-2129.<br />

291 Menna, P. 1998 Come sta l'Italia delle fonti<br />

rinnovabili.<br />

292 Mezzalira, 2000 Impieghi per piccoli<br />

G.<br />

utilizzatori. Caldaie a<br />

fiamma inversa ed ambiente<br />

rurale.<br />

293 Mickelsson,<br />

K.<br />

294 Miles, R. T.<br />

and L. L.<br />

Baxter<br />

2002 Il mercato del pellet in Nord<br />

Europa.<br />

1996 Boiler deposit from firing<br />

biomass fuels.<br />

295 Minotta, G. 2000 Gli impianti di specie<br />

legnose a corta rotazione per<br />

la produzione di biomassa a<br />

fini energetici: quali<br />

prospettive per gli ambienti<br />

italiani?<br />

296 Mitchell, C. 1995 New cultural treatments and<br />

P.<br />

yield optimization.<br />

297 Mitchell, C.<br />

P., E. A.<br />

Stevens, et<br />

al.<br />

298 Moffat, A. J.,<br />

Armstrong<br />

A. T., et al.<br />

299 Mollersten<br />

Kenneth,<br />

1999 Short-rotation forestry -<br />

operations, productivity and<br />

costs based on experience<br />

gained in the UK.<br />

2001 The optimization of sewage<br />

sludge and effluent disposal<br />

on energy crops of short<br />

rotation hybrid poplar.<br />

2003 Potential market niches for<br />

biomass energy with CO2<br />

Energia, Ambiente,<br />

Innovazione 44.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Atti della conferenza:<br />

Pellet a uso energetico:<br />

ostacoli e prospettive della<br />

filiera e del mercato,<br />

Torino.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

10: 125-138.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

9(1-5): 11-33.<br />

Forest ecology and<br />

management 121: 123-<br />

136.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

20: 161-169.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

25 (3): 273-285.<br />

cal<br />

Social Considerazioni generali sulle energie rinnovabili.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Analisi delle caldaie e del loro uso potenziale in ambiente<br />

agricolo.<br />

Economic Quadro economico del mercato del pellet in Scandinavia e paesi<br />

del Mar Baltico.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Problemi tecnici legati alla combustione di biomassa.<br />

Quadro delle problematiche ambientali, sociali ed economiche per<br />

la coltivazione di SRF in Italia.<br />

Quadro delle tecniche agronomiche più idonee alla coltivazione di<br />

SRF.<br />

Studio delle tecniche di coltivazione, della produttività e analisi<br />

economica della coltivazione di SRF.<br />

Tecnica di uso multifunzionale della coltivazione di SRF irrigato<br />

con reflui urbani (fitodepurazione).<br />

Cattura di carbonio<br />

Il progetto Activa 280


Yan Jinyue,<br />

& Moreira<br />

Jose R.<br />

300 Monti A, e<br />

Venturi G.<br />

301 Monti, A.<br />

and G.<br />

Venturi<br />

302 Monti, A.,<br />

M. T.<br />

Amaducci, et<br />

al.<br />

303 Monti, A., S.<br />

Amaducci, et<br />

al.<br />

304 Mosca, G.<br />

and S. Bona<br />

305 Nabuurs G J,<br />

& Schelhaas<br />

M J.<br />

306 Nati C.,<br />

Spinelli R.,<br />

Fabbri P.,<br />

Mancini L.,<br />

Cosentino G.<br />

307 Nelson, R.<br />

G.; Walsh,<br />

capture and storage:<br />

Opportunities for energy<br />

supply with negative CO2<br />

emissions.<br />

2003 Comparison of the energy<br />

performance of fibre<br />

sorghum, sweet sorghum and<br />

wheat monocultures in<br />

northern Italy<br />

1999 Risposta della canna comune<br />

(Arundo donax L.) alla<br />

concimazione azotata.<br />

1999 Confronto tra specie da<br />

biomassa, Miscanthus x<br />

giganteus (Andersson),<br />

Hibiscus cannabinus (L.) e<br />

Sorghum bicolor (moench)<br />

in funzione della<br />

disponibilità idrica e azotata.<br />

1999 Valutazione di tecniche a<br />

basso impatto ambientale in<br />

sorgo da fibra e zuccherino<br />

(Sorghum bicolor L.<br />

Moench.).<br />

2000 Bilanci energetici e della<br />

CO2 di colture erbacee per<br />

bioenergia.<br />

2003 Spatial distribution of wholetree<br />

carbon stocks and fluxes<br />

across the forests of Europe:<br />

Where are the options for<br />

bio-energy?<br />

2004 Completamento della ricerca<br />

studio della raccolta<br />

meccanizzata di una<br />

piantagione lineare.<br />

2004 Methodology for estimating<br />

removable quantities of<br />

European Journal of<br />

Agronomy 19: (1). 35-43;<br />

33 ref.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Biomass and Bioenergy.<br />

24 (4-5): 311-320.<br />

http://www.biomassafores<br />

tale.org/ivalsa/file/Studio<br />

%20sulla%20raccolta%20<br />

meccanizzata%20di%20u<br />

na%20piantagione%20line<br />

are%20.pdf<br />

Applied Biochemistry and<br />

Biotechnology 113-16:<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Sorgo, selezione colturale.<br />

Coltivazione della canna comune<br />

Confronto tecnico tra colture da biomassa erbacee<br />

Tecniche di coltivazione di basso impatto ambientale.<br />

Allegato B<br />

Comparazione di bilanci di Co2 ed energetici di colture erbeacee<br />

da energia.<br />

Ruolo delle foreste, cattura di carbonio<br />

Piantagioni lineari in aziende agricole, meccanizzazione, analisi<br />

economica.<br />

qualità della biomassa<br />

Il progetto Activa 281


M.; Sheehan,<br />

J. J.;<br />

Graham, R.<br />

308 Neukirchen,<br />

D., M.<br />

Himken, et<br />

al.<br />

309 Ney RA, &<br />

Schnoor JL.<br />

310 Nikolaisen,<br />

L. and T.<br />

Norgaard<br />

Jesen<br />

agricultural residues for<br />

bioenergy and bioproduct<br />

use<br />

1999 Spatial and distribution of<br />

the root system and root<br />

nutrient content of<br />

established Miscanthus crop.<br />

2002 Incremental life cycle<br />

analysis: using uncertainty<br />

analysis to frame greenhouse<br />

gas balances from bioenergy<br />

systems for emission trading.<br />

2002 Quality characterization of<br />

biofuel pellets.<br />

311 Nonhebel S. 2002 Energy yields in intensive<br />

and extensive biomass<br />

312 Nunez<br />

Regueira, L.,<br />

Proupin<br />

Castineiras,<br />

J., &<br />

Rodriguez<br />

Anon, J.A.<br />

313 Nunez<br />

Regueira, L.,<br />

Rodriguez<br />

Anon, J.,<br />

Proupin, J.,<br />

& Romero<br />

Garcia, A.<br />

production systems.<br />

2002 Energy evaluation of forest<br />

residues originated from<br />

Eucalyptus globulus Labill<br />

in Galicia.<br />

2003 Energy evaluation of forest<br />

residues originated from pine<br />

in Galicia.<br />

314 Nurmi, J. 1999 The storage of logging<br />

residue for fuel.<br />

315 Nurmi, J. 1995 The effect of whole-tree<br />

storage on the fuelwood<br />

properties of short-rotation<br />

Salix crops.<br />

13-26<br />

European Journal of<br />

Agronomy 11: 301-309.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22: (4). 257-269<br />

12th European Conference<br />

on Biomass for Energy,<br />

Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam,<br />

The Netherlands. Editori<br />

WIP-Munich e ETA-<br />

Florence.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22: (3). 159-167<br />

Bioresource Technology<br />

82: (1). 5-13.<br />

Bioresource Technology<br />

88: (2). 121-130.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

17: 41-47.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

8(4): 245-249.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Sviluppo radicale di miscanto<br />

Commercio di crediti di carbonio.<br />

Allegato B<br />

Tecnica della determinazione di qualità dei pellet combustibili.<br />

Comparazione di sistemi produttivi intensivi ed estensivi<br />

Residui forestali<br />

Residui forestali<br />

Effetti dello stoccaggio di residui forestali e cippato.<br />

Effetti dello stoccaggio di fusti interi di SRF di salice.<br />

Il progetto Activa 282


316 Ohman, M.,<br />

A. Nordin, et<br />

al.<br />

317 Okello, B.<br />

O., T. G.<br />

O'Connor, et<br />

al.<br />

318 Olander, B.<br />

and B.<br />

Steenari<br />

319 Ollero P,<br />

Serrera A,<br />

Arjona R, &<br />

Alcantarilla<br />

S.<br />

320 Olsson M,<br />

Kjallstrand J,<br />

& Petersson<br />

G.<br />

321 Olsson, M.<br />

and J.<br />

Kjallstrand<br />

322 Onyekwelu,<br />

J. C.<br />

323 Paniz, A. and<br />

D. Pettenella<br />

2004 Reasons for slagging during<br />

stemwood pellet combustion<br />

and some measures for<br />

prevention.<br />

2001 Growth, biomass estimates<br />

and charcoal production of<br />

Acacia drepanolobium in<br />

Laikipia, Kenya.<br />

1995 Characterization of ashes<br />

from wood and straw.<br />

2003 The CO2 gasification<br />

kinetics of olive residue.<br />

2003 Specific chimney emissions<br />

and biofuel characteristics of<br />

softwood pellets for<br />

residential heating in<br />

Sweden<br />

2004 Emissions from burning of<br />

softwood pellets.<br />

2004 Above-ground biomass<br />

production and biomass<br />

equations for even-aged<br />

Gamelina arborea (ROXB)<br />

plantations in south-western<br />

Nigeria.<br />

2004 Il mercato del pellet in Italia.<br />

Da prodotto di nicchia a<br />

biocombustibile di massa?<br />

324 Pari, L. 2000 Le filiere agro-forestali:<br />

problematiche logistiche e<br />

organizzative.<br />

325 Pari, L. and<br />

P. Venturi<br />

1999 Propagazione delle colture<br />

da biomassa poliennali<br />

rizomatose.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

27: 597-605.<br />

Forest ecology and<br />

management 142: 143-<br />

153.<br />

Biomass and Bioenergy 8:<br />

105-115.<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

24: (2). 151-161<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

24: (1). 51-57<br />

Biomass and Bioenergy<br />

27: 607-611.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

26: 39-46.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Studio di problematiche e soluzioni legate alla fusione delle ceneri<br />

di pellet combustibile.<br />

Metodologia di stima di biomassa forestale.<br />

Caratterizzazione qualitativa delle ceneri di paglia di cereali e<br />

legno.<br />

Tecniche di combustione, residui.<br />

Emissioni da caldaie a pellet<br />

Emissioni gassose e di particolato dalla combustione di pellet<br />

legnoso in apparati domestici.<br />

Metodologia di stima della biomassa di specie forestali.<br />

Editore AIEL Economic Quadro economico e normativo in Italia del mercato del pellet<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Economic Analisi delle filiere della bioenergia.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di propagazione e impianto di specie erbacee rizomatose<br />

da biomassa (canna e miscanto).<br />

Il progetto Activa 283


326 Pari, L. and<br />

Sissot F.<br />

327 Pari, L. and<br />

Sissot F.<br />

328 Pari, L. and<br />

Sissot F.<br />

329 Paris, P., A.<br />

Musicanti, et<br />

al.<br />

330 Paris, P., G.<br />

Olimpieri, et<br />

al.<br />

331 Patterson, S.<br />

J.; Acharya,<br />

S. N.;<br />

Thomas, J.<br />

E.; Bertschi,<br />

A. B.;<br />

Rothwell, R.<br />

L.<br />

2000 Soluzioni tecniche a<br />

confronto per la raccolta di<br />

biomassa legnosa.<br />

2001 La rotoimballatura delle<br />

potature di pesco e olivo.<br />

2001 Prove di raccolta di cascami<br />

di vite e pesco con<br />

imballatrice Arbor RS 170.<br />

2000 Ricerche sulla "Robinia<br />

pseudacacia L."<br />

nell'arboricoltura a turno<br />

breve.<br />

1999 La robinia (Robinia<br />

pseudacacia L.) nella short<br />

rotation forestry: influenza<br />

della distanza d'impianto e<br />

del turno sulla produttività.<br />

2004 Barley biomass and grain<br />

yield and canola seed yield<br />

response to land application<br />

of wood ash<br />

332 Pellerano, A. 2000 Il recupero di biomasse di<br />

origine forestale.<br />

333 Pellis, A.,<br />

Laureysens<br />

I., et al.<br />

2004 Growth and production of a<br />

short rotation coppice culture<br />

of poplar I. Clonal<br />

differences in leaf<br />

characteristics in relation to<br />

biomass production.<br />

334 Perttu, K. L. 1999 Environmental and hygienic<br />

aspects of willow coppice in<br />

335 Perttu, K. L.<br />

and P. J.<br />

Sweden.<br />

1997 Salix vegetation filters for<br />

purification of waters and<br />

L'informatore agrario 39:<br />

59-62.<br />

L'informatore agrario 42:<br />

85-87.<br />

L'informatore Agrario 12:<br />

87-90.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Agronomy Journal 96 (4):<br />

971-977<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

27: 9-19.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

16: 291-297.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

12: 9-19.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Allegato B<br />

Tecnica della raccolta di biomassa legnosa residuale.<br />

Tecnica della raccolta di potature di colture arboree.<br />

Tecnica di raccolta di potature di colture arboree.<br />

Studio sull'utilizzo di robinia governata come ceduo a turno breve<br />

(SRF)<br />

Tecniche di coltivazione di SRF di robinia.<br />

Uso delle ceneri di combustione.<br />

Tecnica di raccolta dei residui forestali.<br />

Relazione sviluppo fogliare-produzione di biomassa in cloni di<br />

pioppo governati come ceduo a turno breve SRF.<br />

Uso depurativo della SRF di salice.<br />

Uso di SRF di salice come fitodepuratore e filtro vegetale.<br />

Il progetto Activa 284


Kowalik soils.<br />

336 Petrini, C.,<br />

R.<br />

Bazzocchi, et<br />

al.<br />

1996 Effect of irrigation and<br />

nitrogen supply on biomass<br />

production from Miscanthus<br />

in Northern-Central Italy.<br />

337 Pettenella, D. 2000 Costi di produzione e<br />

possibilità di marketing del<br />

legno cippato per impieghi<br />

energetici.<br />

338 Pettenella, D. 2000 Bilanci economicoambientali<br />

e sistemi di<br />

incentivazione per la<br />

produzione di biomasse<br />

legnose.<br />

339 Pettenella, D. 2000 Potenzialità e vincoli di<br />

mercato delle produzioni di<br />

biomasse legnose.<br />

340 Pettenella,<br />

D., S.<br />

Serafin, et al.<br />

1999 Produzione ed impiego di<br />

biomasse a fini energetici in<br />

impianti energetici a piccola<br />

scala: i filari cedui di<br />

platano.<br />

341 Philippot, S. 1996 Simulation models of shortrotation<br />

forestry production<br />

and coppice biology.<br />

342 Picchi, G. 2004 La seconda Conferenza<br />

mondiale sull'impiego<br />

energetico di biomasse.<br />

343 Piemonte, R. 1998 Biomasse lignocellulosiche<br />

per usi energetici.<br />

344 Pietrogrande,<br />

P.<br />

345 Pimentel D,<br />

Herz M,<br />

Glickstein<br />

M,<br />

Zimmerman<br />

2000 Il punto di vista<br />

dell'industria: ERGA -<br />

Gruppo ENEL.<br />

2002 Renewable energy: current<br />

and potential issues.<br />

Agricoltura Mediterranea<br />

126: 257-284.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 59: 37-42.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Biomass and Bioenergy<br />

11 (2/3): 85-93.<br />

Alberi e territorio 10/11:<br />

44-46.<br />

Monografia Regione<br />

Piemonte: 28. Torino<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

BioScience, 52: (12).<br />

1111-1120; many ref<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecnica di irrigazione e concimazione di miscanto.<br />

Allegato B<br />

Economic Analisi tecnica dell'utilizzo di legno cippato per la produzione di<br />

energia.<br />

Political/Normative Incentivi e normative.<br />

Political/Normative Aspetti legali e incentivi<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Uso di filari di specie legnose in aziende agricole.<br />

Modelli di simulazione. Produzione di biomassa con SRF<br />

Political/Normative Ricerca e iniziative politiche nel settore della bioenergia.<br />

Political/Normative Biomassa per teleriscaldamento<br />

Economic Punto di vista delle grandi centrali di potenza.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Il progetto Activa 285


M, Allen R,<br />

Becker K,<br />

Evans J,<br />

Hussain B,<br />

Sarsfeld R,<br />

Grosfeld A,<br />

& Seidel T.<br />

346 Pimentel, D. 1981 Biomass energy from crop<br />

347 Piscionieri,<br />

I., N.<br />

Sharma, et<br />

al.<br />

and forest residues.<br />

2000 Promising industrial enery<br />

crop, Cynara cardunculus: a<br />

potential source for biomass<br />

production and alternative<br />

energy.<br />

Science 212: 1110-1115. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Energy conversion and Technological/Techni<br />

management 41: 1091- cal<br />

1105.<br />

Allegato B<br />

Analisi della fattibilità dell'uso di biomassa per la produzione di<br />

energia.<br />

Analisi del cardo come coltura da biomassa.<br />

348 Piussi, P. 1994 Selvicoltura generale. Eduzioni UTET. Torino. Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di coltivazione del bosco.<br />

349 Ponette, Q., 2001 Aboveground biomass and Forest ecology and Technological/Techni Metodi di stima della biomassa forestale.<br />

J. Ranger, et<br />

nutrient content of five management 142: 109- cal<br />

al.<br />

Douglas-fir stands in France. 127.<br />

350 Pontailler, J. 1997 Linear and non-linear Annales des Sciences Technological/Techni Metodi di stima della biomassa di SRF.<br />

Y., R.<br />

functions of volume index to Forestiers 54: 335-345. cal<br />

Ceulemans,<br />

estimate woody biomass in<br />

et al.<br />

high density young poplar<br />

stands.<br />

351 Pontailler, J. 1999 Biomass yield of poplar after Forestry 72: 157-163. Technological/Techni Produzione di biomassa da SRF in un ciclo di dieci anni.<br />

Y., R.<br />

five 2-years coppice<br />

cal<br />

Ceulemans,<br />

et al.<br />

rotations.<br />

352 Popovici, E., 2002 Le recyclage de cendres de Bois energie 6: 46-47. Environmental/Biolo Utilizzo delle ceneri residue dalla combustione della biomassa per<br />

E. Benedetto,<br />

bois en foret.<br />

gical<br />

la restituzione dei minerali asportati dalla foresta con l'utilizzo dei<br />

et al.<br />

residui selvicolturali.<br />

353 Porté, A., P. 2002 Allometric relationships for Forest ecology and Technological/Techni Stime della produzione di biomassa in specie forestali.<br />

Trichet, et al.<br />

branch and tree woody<br />

biomass of Maritime pine (P.<br />

pinaster Ait.).<br />

management 158: 71-83. cal<br />

354 Postiglione, 2000 Colture erbacee per l'energia Quaderni dell' Accademia Social Colture erbacee da energia<br />

L.<br />

rinnovabile nell'Italia dei Georgofili 1999-IV<br />

meridionale: vantaggi e Valorizzazione energetica<br />

limiti.<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

355 Postiglione, 1999 Sorgo da energia in ambiente XXXIII convenzione Technological/Techni Sorgo, tecnica di coltivazione<br />

L. and M.<br />

mediterraneo: effetto della annuale Società Italiana cal<br />

Il progetto Activa 286


Fagnano concimazione azotata con Argonomia (SIA),<br />

limitati apporti idrici. Agripolis (Pd).<br />

356 Price, L., M. 2004 Identifying the yield Biomass and Bioenergy Technological/Techni<br />

Bullard, et al.<br />

potential of Miscanthus x<br />

giganteus: an assestament of<br />

the spatial and temporal<br />

variability of M. x giganteus<br />

biomass productivity across<br />

England and Wales<br />

26: 3-13.<br />

cal<br />

357 Proe, M. F., 1999 Comparison of biomass Biomass and Bioenergy Technological/Techni<br />

J. Craig, et<br />

production in coppice and 17: 141-151.<br />

cal<br />

al.<br />

single stem woodlands<br />

managements systems on an<br />

imperfectly drained clay soil<br />

in Central Scotland.<br />

358 Quaranta, F., 1999 Effetti della fittezza delle XXXIII convenzione Technological/Techni<br />

A. Belocchi,<br />

piante e di modalità di annuale Società Italiana cal<br />

et al.<br />

somministrazione dell'azoto Argonomia (SIA),<br />

nel sorgo da fibra (Sorghum<br />

bicolor L.Moench).<br />

Agripolis (Pd).<br />

359 Quaranta, F., 1999 Limitato sussidio idrico nella XXXIII convenzione Technological/Techni<br />

A. Belocchi,<br />

coltura del sorgo ibrido da annuale Società Italiana cal<br />

et al.<br />

fibra in Italia centrale. Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

360 Raccuia, S. 2004 Intraspecific variability in Journal of Arid<br />

Technological/Techni<br />

A., V.<br />

Cynara cardunculus L. var. Environment 56: 107-116. cal<br />

Cavallaro, et<br />

sylvestris Lam. Sicilian<br />

al.<br />

population: seed germination<br />

under salt and moisture<br />

stresses.<br />

361 Rae, A. M.; 2004 Morphological and<br />

Canadian Journal of Technological/Techni<br />

Robinson, K.<br />

physiological traits<br />

Forest Research 34 (7): cal<br />

M.; Street,<br />

influencing biomass<br />

1488-1498<br />

N. R.;<br />

productivity in short-rotation<br />

Taylor, G.<br />

coppice poplar<br />

362 Rafaschieri, 1999 Life cycle assessment of Energy conversion and Environmental/Biolo<br />

A., M.<br />

electricity production from management 40: 1477- gical<br />

Rapaccini, et<br />

poplar energy crops<br />

1493.<br />

al.<br />

compared with conventional<br />

fossil fuels.<br />

363 Raiko MO, 2003 Development and<br />

Biomass and Bioenergy, Technological/Techni<br />

Gronfors<br />

optimization of power plant 24: (1). 27-37<br />

cal<br />

THA, &<br />

concepts for local wet fuels.<br />

Analisi della produzione potenziale, miscanto.<br />

Allegato B<br />

Comparazione tra pioppicoltura tradizionale e SRF di pioppo.<br />

Sorgo, coltivazione<br />

Sorgo.<br />

Cardo<br />

Pioppo<br />

SRF, pioppo, bilancio energetico.<br />

Tecniche di combustione di biocombustibili<br />

Il progetto Activa 287


364<br />

Haukka P.<br />

Ranalli, P. 2004 L’industria nel futuro<br />

dell’agricoltura<br />

365 Reed, D. and 1998 Total aboveground biomass<br />

M. Tomé<br />

and net dry matter<br />

accumulation by plant<br />

component in young<br />

Eucaliptus globulus in<br />

response to irrigation.<br />

366 Regione 2003 L'utilizzo del legno come<br />

Piemonte<br />

fonte di calore.<br />

367 Ribeiro, C.<br />

A. A. S. and<br />

D. R. Betters<br />

1995 Single rotation vs coppice<br />

systems for short-rotation<br />

intensive culture plantationoptimality<br />

conditions for<br />

volume production.<br />

368 Ricca, L. C. 1996 Valutazione delle<br />

caratteristiche agronomiche,<br />

della composizione chimica<br />

e dell'efficienza della<br />

conversione energetica di<br />

specie erbacee utilizzabili<br />

per la produzione di energia.<br />

369 Rinaldi, L. 2000 Le biomasse e la loro<br />

incidenza sulle<br />

caratteristiche progettuali e<br />

gestionali degli impianti di<br />

produzione di energia<br />

elettrica.<br />

L'informatore Agrario 1 Technological/Techni<br />

cal<br />

Forest ecology and Technological/Techni<br />

management 103: 21-32. cal<br />

Monografia Regione<br />

Piemonte. Editore IPLA.<br />

Torino<br />

Biomass and Bioenergy<br />

8(6): 395-400.<br />

Tesi di laurea.<br />

Dipartimento di<br />

Agronomia. Università<br />

degli studi di Pisa: 108.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

370 Riva, G. 2004 Il pellet: aspetti generali. Atti della conferenza:<br />

Pellet per l'energia, stato<br />

dell'arte e prospettive<br />

future (Progetto Fuoco),<br />

371 Riva, G. 2000 La normazione tecnica dei<br />

biocombustibili solidi.<br />

372 Riva, G., E.<br />

Foppa<br />

2000 Tecnologie per l'utilizzo<br />

delle biomasse e loro livello<br />

23/3/04, Verona.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture da energia, SRF, conversione energetica<br />

Eucalipto<br />

Aspetti normativi e tecnica<br />

SRF<br />

sorgo, pioppo, canna, cardo, miscanto, kenaf.<br />

Conversione energetica.<br />

Pellet<br />

Political/Normative Qualità dei biocombustibili<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecnologia di combustione.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 288


Pedretti, et<br />

al.<br />

373 Robinson, D.<br />

J. and K. F.<br />

Raffa<br />

374 Roos, A.,<br />

Graham, R.<br />

L., Hektor,<br />

B., Rakos, C.<br />

375 Rosch, C.<br />

and M.<br />

Kaltschmitt<br />

376 Rosenqvist,<br />

H., P.<br />

Aronsson, et<br />

al.<br />

377 Rosso, F., M.<br />

Cerrato, et al.<br />

378 Royle, D. J.<br />

and M. E.<br />

Ostry<br />

di maturita. Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

1996 Productivity, drought<br />

tolerance and pest status of<br />

hybrid populus: tree<br />

improvement and<br />

silvicultural implications.<br />

1999 Critical factors to bioenergy<br />

implementation<br />

1999 Energy from biomass - do<br />

non-technical barriers<br />

prevent an increased use?<br />

1997 Economics of using<br />

municipal wastewaters<br />

irrigation of willow coppice<br />

crops.<br />

1999 Effetti della profondità di<br />

lavorazione del terreno e<br />

della scelta varietale sui<br />

parametri quanti-qualitativi<br />

della produzione del sorgo<br />

da granella (Sorghum bicolor<br />

L.).<br />

1995 Disease and pest control in<br />

the bioenergy crops poplar<br />

and willow.<br />

379 Rushton, K. 1999 Effects of summer<br />

harvesting on SRC.<br />

380 Rytter, L. 2002 Nutrient content in stems of<br />

hybrid aspen as affected by<br />

age and tree size, and<br />

nutrient removal with<br />

harvest.<br />

381 Rytter, R. M. 1996 Seasonal amount, growth<br />

and depth distribution of fine<br />

Biomass and Bioenergy<br />

14: 1-20.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

17: 113-126<br />

Biomass and Bioenergy<br />

16: 347-356.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

12: 1-8.<br />

XXXIII convenzione<br />

annuale Società Italiana<br />

Argonomia (SIA),<br />

Agripolis (Pd).<br />

Biomass and Bioenergy 9:<br />

1-5.<br />

Archivio Biobase<br />

dell'European Energy<br />

Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update<br />

1999)<br />

www.eeci.net<br />

Biomass and<br />

Bioenergy(23): 13-25.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

11: 129-137.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Pioppo<br />

Allegato B<br />

Political/Normative Analisi economica e politoco/normativa degli aspetti critici per lo<br />

sviluppo della bioenergia. Considera cinque casi di studio in USA,<br />

Svezia e Austria.<br />

Social Analisi barriere non tecniche alla diffusioe della bioenergia.<br />

Economic Analisi economica dell'uso di SRF come filtro vegetale per reflui<br />

urbani.<br />

Social Sorgo<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Malattie e avversità di SRF di salice e pioppo.<br />

SRF<br />

Pioppo, asportazioni<br />

Il progetto Activa 289<br />

Salice


382 Sabatti, M.,<br />

E.<br />

Kuzminsky,<br />

et al.<br />

roots in an irrigated and<br />

fertilized Salix viminalis L.<br />

plantation.<br />

2000 Sostenibilità colturale ed<br />

impiego di specie autoctone<br />

di pioppo per la produzione<br />

di biomassa legnosa.<br />

383 Saettini, M. 2000 Caratteristiche<br />

ecofisiologiche di pioppo<br />

(Populus deltoides L.)<br />

allevato con sistemi di<br />

selvicoltura a breve turno di<br />

rotazione.<br />

384 Sage, R. B. 1998 Short rotation coppice for<br />

energy: towards ecological<br />

guidelines<br />

385 Sander, B. 1997 Properties of Danish biofuels<br />

and the requirements for<br />

power production.<br />

386 Saporito, L. 2001 Prospettive di impiego per<br />

usi energetici della biomassa<br />

di eucalipto in Sicilia.<br />

387 Satkofsky A. 2002 Evolution of a biomass<br />

388 Scarascia-<br />

Mugnozza,<br />

G. E., R.<br />

Ceulemans,<br />

et al.<br />

entrepreneur<br />

1997 Production physiology and<br />

morphology of Populus<br />

species and their hybrids<br />

grown under short rotation.<br />

II. Biomass components and<br />

harvest index of hybrid and<br />

parental species clones.<br />

389 Schenone, G. 2000 Energia da biomasse per il<br />

riscaldamento delle<br />

abitazioni.<br />

390 Schenone, G. 1998 Selvicoltura a breve<br />

rotazione (SRF) per la<br />

produzione di biomassa ad<br />

uso energetico<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Tesi di laurea.<br />

Dipartimento di<br />

Agronomia. Pisa,<br />

Università di Pisa: 127.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

15 (1): 39-47.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

12: 177-183.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 70: 43-48.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Pioppo<br />

Pioppo<br />

SRF, aspetti ecologici e ambientali.<br />

Political/Normative Biocombustibile e normativa di qualità.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Eucalipto<br />

BioCycle, 43: (4). 37-39. Social Imprenditoria nella bioenergia<br />

Canadian Journal of<br />

Forest Research 27: 285-<br />

294.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Rapporto ENEL-PAL<br />

1996. Milano.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Pioppo, SRF<br />

Bioenergia per riscaldamento<br />

Pioppo, eucalipto, robinia. SRF.<br />

391 Scherpenzeel 1999 Experiences with Giant Archivio Biobase Technological/Techni Canna comune, miscanto.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 290


, J. Reeds and perennial C4<br />

grasses in Sicily.<br />

392 Schlamading<br />

er, B. and G.<br />

Marland<br />

393 Schlamading<br />

er, B. and J.<br />

Spitzer<br />

394 Schwarz, K.-<br />

U. and J.<br />

Greef<br />

395 Scott Green,<br />

D., E. L.<br />

Kruger, et al.<br />

1996 The role of forest and<br />

bioenergy strategies in the<br />

global carbon cycle.<br />

1995 Carbon balance of bioenergy<br />

from logging residues.<br />

1996 Perennial rhizomatous<br />

grasses.<br />

2003 Effects of polyethylene<br />

mulch in a short-rotation,<br />

poplar plantation vary with<br />

weed-control strategies, site<br />

quality and clone.<br />

396 Sedjo, R. A. 2001 From foraging to cropping:<br />

the transition to plantation<br />

forestry, and implications for<br />

wood supply demand.<br />

397 Semerari, A. 2000 Nuovo quadro di riferimento<br />

normativo per l'energia da<br />

biomassa.<br />

398 Senelwa, K.<br />

and R. E. H.<br />

Sims<br />

399 Sennerby-<br />

1999 Fuel characteristics of short<br />

rotation forest biomass<br />

dell'European Energy<br />

Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update<br />

1999)<br />

www.eeci.net<br />

Biomass and Bioenergy<br />

10: 275-300.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

82: 221-234.<br />

Capitolo del libro "Energy<br />

from crops" di Murphy<br />

P.L., Bramm A., Walker<br />

K.. Edizioni Semundo<br />

Limited, UK.<br />

Forest ecology and<br />

management 173: 251-<br />

260.<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Bilancio del carbonio.<br />

Bilancio del carbonio, residui forestali.<br />

Allegato B<br />

Miscanto, canna comune. Tecniche di coltivazione, impianto,<br />

raccolta e logistica.<br />

Pioppo, SRF, pacciamatura.<br />

Unasylva 52(204): 26. Economic Uso del suolo e bioenergia<br />

Quaderni dell' Accademia<br />

dei Georgofili 1999-IV<br />

Valorizzazione energetica<br />

delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

17: 127-140.<br />

1995 Growth processes. Biomass and Bioenergy 9:<br />

Forsse, L.<br />

35-43.<br />

400 Serafin, S. 1999 La convenienza economica Sherwood - Foreste e<br />

and D.<br />

nell'impiego di biomasse a alberi oggi 5(50).<br />

Pettenella<br />

fini energetici in impianti su<br />

piccola scala: i filari di<br />

ceduo di platano.<br />

401 Signorini, F. 2002 I pellets. Una nuova<br />

Sherwood - Foreste e<br />

possibile forma d'impiego alberi oggi 79: 27-33.<br />

Political/Normative Normative di incentivo e vincolo<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità del combustibile, SRF<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Modelli di crescita di SRF<br />

Economic Filari di arboree.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Analisi tecnica e economica del pellet combustibile in Italia.<br />

Il progetto Activa 291


402 Sims, R. E. 2004<br />

dei residui legnosi.<br />

All-year-round harvesting of<br />

H. and P.<br />

short rotation coppice<br />

Venturi<br />

eucalyptus compared with<br />

the delivered costs of<br />

biomass from more<br />

conventional short season,<br />

harvesting systems.<br />

403 Sims, R. E. 1998 Sustainable production of<br />

H. l. and D.<br />

short rotation forest biomass<br />

Riddel-Black<br />

crops using aqueous waste<br />

management systems.<br />

404 Singh, B. R. 1995 Agronomic and<br />

and D. P.<br />

Physiological responses of<br />

Singh<br />

sorghum, maize and pearl<br />

millet to irrigation.<br />

405 Son, Y., J. 2001 Allometry and biomass of<br />

W. Hwang,<br />

Korean pine ( Pinus<br />

et al.<br />

koraiensis) in central Korea.<br />

406 Souch, C. 1998 Growth, productivity and<br />

and W.<br />

water use in three hybrid<br />

Stephens<br />

poplar clones.<br />

407 Sperandio, 2000 Piantagioni a breve rotazione<br />

G. and V.<br />

per la produzione di<br />

Stefano<br />

biomassa ad uso energetico<br />

(elementi per un'analisi dei<br />

costi).<br />

408 Spinelli, R. 2004 L'utilizzo forestale delle<br />

macchine edili.<br />

409 Spinelli, R. 2001 La raccolta del pioppeto a<br />

ciclo accorciato.<br />

410 Spinelli, R. 1999 L'America ci insegna a<br />

produrre biomasse.<br />

411 Spinelli, R. 2004 Approvvigionamenti degli<br />

impianti di<br />

teleriscaldamento. Quale<br />

strategia?<br />

412 Spinelli, R. 2001 Strategie comparate per la<br />

and D.<br />

Pettenella<br />

produzione di cippato.<br />

413 Spinelli, R. 2001 Indagine sulla cippatura in<br />

and H. B.<br />

Italia.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

26: 27-37.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

15: 75-81.<br />

Field Crops Research 42:<br />

57-67.<br />

Bioresource Technology<br />

78: 251-255.<br />

Tree physiology 18: 829-<br />

835.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 62: 41-46.<br />

Alberi e territorio 1/2: 44-<br />

48.<br />

L'informatore agrario 44:<br />

39-41.<br />

L'informatore agrario 13:<br />

35-38.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 103: 29-34.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Monti e boschi 1: 32-37. Technological/Techni<br />

cal<br />

Contributi Scientifico-<br />

Pratici per una migliore<br />

Raccolta SRF<br />

Smaltimento reflui, SRF.<br />

Sorgo, tecniche di coltivazione<br />

Metodologia di stima di biomassa forestale.<br />

Pioppo, fisiologia.<br />

Economic Pioppo, SRF, analisi economica.<br />

Allegato B<br />

Technological/Techni Macchinari per la raccolta di specie arboree.<br />

cal<br />

Technological/Techni Macchinari, raccolta, SRF<br />

cal<br />

Technological/Techni SRF<br />

cal<br />

Economic Analisi economica, sociale e organizzativa della produzione di<br />

cippato per l'alimentazione di centrali di teleriscaldamento in<br />

comprensori forestali.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Macchinari, analisi tecnica ed economica. Cippato di legno.<br />

Analisi tecnica ed economica della produzione di cippato di legno.<br />

Macchinari.<br />

Il progetto Activa 292


414 Spinelli, R.<br />

and K.<br />

Stampfer<br />

415 Spinelli, R.<br />

and R.<br />

Spinelli<br />

416 Spinelli, R.<br />

and R.<br />

Spinelli<br />

417 Spinelli, R.<br />

and R.<br />

Spinelli<br />

418 Spinelli, R.<br />

and R.<br />

Spinelli<br />

419 Spinelli, R.<br />

and R.<br />

Spinelli<br />

420 Spinelli, R.<br />

and S.<br />

Verani<br />

421 Spinelli, R.<br />

and S.<br />

Verani<br />

422 Spinelli, R.,<br />

F. Ricci, et<br />

al.<br />

423 Spinelli, R.,<br />

F. Ricci, et<br />

al.<br />

424 Spinelli, R.,<br />

R. Spinelli,<br />

2002 Un harvester per i primi<br />

diradamenti.<br />

2000 L'esperienza europea sulla<br />

raccolta del ceduo a turno<br />

breve.<br />

1998 L'imballatura dei residui<br />

legnosi agroforestali.<br />

2000 Raccolta del ceduo a turno<br />

breve: l'esperienza in<br />

Europa.<br />

2000 Prove di imballatura delle<br />

potature di olivo.<br />

1999 Prove di abbattimento con la<br />

Hultdins Superfeller 560.<br />

2000 La raccolta della biomassa<br />

derivante dalle operazioni<br />

selvicolturali.<br />

2000 La raccolta del legno per uso<br />

energetico.<br />

1998 Colture forestali a breve<br />

rotazione: sistema americano<br />

e sistema svedese a<br />

confronto.<br />

1998 Prove in campo con una<br />

macchina abbattitrice: il<br />

feller-buncher "elmek<br />

enhar".<br />

1998 Il recupero dei residui di<br />

utilizzazione.<br />

conoscenza ed<br />

utilizzazione del legno.<br />

Firenze, Istituto per la<br />

ricerca sul legno: 112.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 75: 39-45.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

L'informatore agrario 46:<br />

59-62.<br />

L'informatore agrario 42:<br />

113-116.<br />

L'informatore agrario 4:<br />

101-104.<br />

L'informatore agrario 42:<br />

65-68.<br />

Biomasse agricole e<br />

forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen,<br />

Selva di Meana - Allerona<br />

(Tr). Editore Agra.<br />

Sherwood - Foreste e<br />

alberi oggi 59: 43-48.<br />

L'informatore agrario 26:<br />

57-59.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Monti e boschi 35: 41-45. Technological/Techni<br />

cal<br />

Monti e boschi 1: 35-39. Technological/Techni<br />

cal<br />

Macchinari, raccolta specie forestali.<br />

Macchinari, raccolta, SRF<br />

Residui, macchinari.<br />

Macchinari, raccolta, SRF.<br />

Residui, macchinari.<br />

Macchinari, raccolta specie forestali.<br />

Macchinari, raccolta, residui.<br />

Macchinari, raccolta, residui.<br />

SRF, tecniche di coltivazione.<br />

Macchinari per la raccolta di specie arboree.<br />

Raccolta dei residui forestali. Macchinari.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 293


et al.<br />

425 Spinelli, R.,<br />

R. Spinelli,<br />

et al.<br />

426 Steenackers,<br />

J., M.<br />

Steenackers,<br />

et al.<br />

427 Steenari, B.<br />

and O.<br />

Lindovist<br />

428 Stephens,<br />

W., Tyrrel<br />

S.F., et al.<br />

1999 Un gigante della cippatura." L'informatore agrario 30:<br />

47-49.<br />

1996 Poplar diseases,<br />

consequences on growth and<br />

wood quality.<br />

1997 Stabilization of biofuel ashes<br />

for recycling to forest soil.<br />

2000 Irrigating short rotation<br />

coppice with landfill<br />

leachate: constraints to<br />

productivity due to chloride.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

10 (5/6): 267-274.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

13: 39-50.<br />

Bioresource Technology<br />

75: 227-229.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Macchinari, cippatura.<br />

Pioppo, avversità.<br />

Ceneri, riciclaggio in foresta.<br />

SRF, filtri vegetali.<br />

429 Strehler, A. 1999 Technologies of wood Ecological Engineering Technological/Techni Tecnologie di combustione del legno.<br />

combustion.<br />

16: 25-40.<br />

cal<br />

430 Telenius, B. 1995 The influence of allometric Bioresource Technology Technological/Techni Metodologie di stima di specie forestali.<br />

and T.<br />

variation, vertical biomass 51: 247-253.<br />

cal<br />

Verwijst<br />

distribution and sampling<br />

procedure on biomass<br />

estimates in commercial<br />

short-rotation forests.<br />

431 Ter-<br />

1997 Biomass equations for sixty- Forest ecology and Technological/Techni Metodologia di stima di specie forestali.<br />

Mikaelian,<br />

five North American tree management 97: 1-24. cal<br />

M. T. and M.<br />

D.<br />

Korzukhin<br />

species.<br />

432 Tharakan, P. 2003 Energy feedstock<br />

Biomass and Bioenergy Technological/Techni Salice, pioppo, qualità della biomassa.<br />

J., T. A.<br />

characteristics of willow and 25: 571-580.<br />

cal<br />

Volk, et al.<br />

hybrid poplar clones at<br />

harvest age.<br />

433 Thek, G. and 2004 Wood pellet production costs Biomass and Bioenergy Technological/Techni<br />

I.<br />

under Austrian and in 27: 671-693.<br />

cal<br />

Obernberger<br />

comparison to Swedish<br />

framework conditions.<br />

434 Thompson 2002 Post-harvest processing Applied Biochemistry and Technological/Techni Qualità della biomassa, residui colturali.<br />

David N,<br />

methods for reduction of Biotechnology 113-16: cal<br />

Shaw Peter<br />

silica and alkali metals in 74-82<br />

G, & Lacey<br />

Jeffrey A.<br />

wheat straw.<br />

435 Thorsell, S.; 2004 Economics of a coordinated Biomass & Bioenergy 27 Economic Costo della biomassa<br />

Allegato B<br />

Analisi del mercato, delle normative e degli aspetti economici<br />

della produzione di pellet di legno.<br />

Il progetto Activa 294


Epplin, F.<br />

M.; Huhnke,<br />

R. L.;<br />

Taliaferro, C.<br />

M.<br />

436 Tolbert VR,<br />

Todd DE Jr.,<br />

Mann LK,<br />

Jawdy CM,<br />

Mays DA,<br />

Malik R,<br />

Bandaranaya<br />

ke W,<br />

Houston A,<br />

Tyler D, &<br />

Pettry DE.<br />

437 Tomé, M.<br />

and T.<br />

Verwijst<br />

438 Tommasetti,<br />

biorefinery feedstock harvest<br />

system: lignocellulosic<br />

biomass harvest cost<br />

2002 Changes in soil quality and<br />

below-ground carbon storage<br />

with conversion of<br />

traditional agricultural crop<br />

lands to bioenergy crop<br />

production.<br />

1996 Modelling competition in<br />

short rotation forests.<br />

(4): 327-337<br />

Environmental Pollution,<br />

116: (Suppl. 1). S97-S106<br />

Biomass and Bioenergy<br />

11: 177-187.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Carbonio e qualità del suolo<br />

Modello di competizione in SRF.<br />

Allegato B<br />

2000 I consumi di legna nelle Sherwood - Foreste e Social Analisi del consumo di dendroenergia in Italia. Sistemi di<br />

G.<br />

famiglie italiane.<br />

alberi oggi 6(59).<br />

combustione.<br />

439 Trinkaus, P. 1998 Short-rotation forestry: Biomass and Bioenergy Environmental/Biolo Aspetti ambientali ed ecologici della SRF.<br />

discussion of 10 Austrian<br />

principles from the<br />

viewpoint of preservation of<br />

environment and nature.<br />

15: 09-114.<br />

gical<br />

440 Trossero, M. 2002 Wood energy: the way Unasylva 53(211): 3-12. Economic Analisi del consumo di legna per energia nel mondo.<br />

A.<br />

ahead.<br />

441 Ture, S., D. 1997 The potential use of sweet Energy 22(1): 17-19. Technological/Techni Sorgo.<br />

Uzun, et al.<br />

sorghum as a non-polluting<br />

source of energy.<br />

cal<br />

442 Ubeda 1995 Energy possibilities from Biomass and Bioenergy 8: Technological/Techni Analisi territoriale della biomassa residuale potenziale.<br />

Delgado, J.<br />

forest residues in the region 21-28.<br />

cal<br />

and G.<br />

Antolin<br />

Giraldo<br />

of Castilla Y Leon in Spain.<br />

443 Updegraff, 2004 Environmental benefits of Biomass and Bioenergy Political/Normative Il lavoro compara economicamente e dal punto di vista della scelta<br />

K.,<br />

cropland conversion to 27, 411-428<br />

politica la conversione di terreni arati a SRF di pioppo. Sono<br />

Baughman,<br />

hybrid poplar: economic and<br />

considerati I benefici ambientali e di riduzione dei gas serra come<br />

M. J., Taff,<br />

S. J.<br />

policy considerations<br />

valori potenzialmente monetizzabili.<br />

444 Vamvuka, 2004 Predicting the behaviour of Fuel 83 (14-15): 2051- Technological/Techni Qualità del combustibile<br />

Il progetto Activa 295


D., Zografos,<br />

D.<br />

445 Vandenhove<br />

H, Goor F,<br />

O' Brien S,<br />

Grebenkov<br />

A, &<br />

Timofeyev S.<br />

446 Vandenhove,<br />

H., Y. Thiry,<br />

et al.<br />

447 Varela, M.,<br />

R. Saez, et<br />

al.<br />

448 Vecchiet, M.,<br />

R. Jodice, et<br />

al.<br />

449 Venendaal,<br />

R., U.<br />

Jørgensen, et<br />

al.<br />

ash from agricultural wastes<br />

during combustion<br />

2002 Economic viability of short<br />

rotation coppice for energy<br />

production for reuse of<br />

caesium-contaminated land<br />

in Belarus<br />

2001 Short rotation coppice for<br />

revaluation of contaminated<br />

land.<br />

2001 Large-scale economic<br />

integration of electricity<br />

from short-rotation woody<br />

crops.<br />

1994 La canna comune: riscoperta<br />

di una possibilità produttiva.<br />

1997 European energy crops: a<br />

synthesis.<br />

2057 cal<br />

Biomass and Bioenergy,<br />

22: (6). 421-431<br />

Journal of Environmental<br />

Radioactivity 56: 157/184.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

SRF e bioremediation<br />

Fitodepurazione. SRF.<br />

Allegato B<br />

Solar energy 70: 95-107. Economic SRF, analisi economica, produzione di energia elettrica.<br />

AEI 30/31: 78-85. Technological/Techni<br />

cal<br />

Biomass and Bioenergy<br />

13: 147-185.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Canna comune, tecniche di coltivazione e raccolta.<br />

Analisi dello stato dell'arte sulle colture da energia in Europa.<br />

450 Venturi, G. 2001 Canapa e specie minori da Rivista di agronomia 35: Technological/Techni Canapa, biomassa.<br />

fibra.<br />

253-258.<br />

cal<br />

451 Venturi, P. 1999 Economical and technical Renewable Energy 19: Economic Miscanto, Salice, SRF. Confronto economico e tecnico.<br />

and J. K.<br />

comparition between 1023-1026.<br />

Gigler<br />

herbaceous (Miscanthus x<br />

giganteus) and woody<br />

energy crops (Salix<br />

viminalis).<br />

452 Venturi, P. 1999 Filiera energetica -<br />

XXXIII convenzione Technological/Techni Meccanizzazione della raccolta e gestione di biomassa di<br />

and L. Pari<br />

meccanizzazione e logistica annuale Società Italiana cal<br />

miscanto.<br />

delle colture erbacce da Argonomia (SIA),<br />

biomassa.<br />

Agripolis (Pd).<br />

453 Venturi, P., 1998 Mechanization and costs of Journal of agricultural Economic Miscanto, aspetti economici e meccanizzazione.<br />

W. Huisman,<br />

primary production chains ingegneering resources:<br />

et al.<br />

for mischantus x giganteus in<br />

The Netherland.<br />

209-215.<br />

454 Verwijst, T. 1999 Biomass estimation<br />

Forest ecology and Technological/Techni Stima della biomassa di specie arboree, SRF.<br />

and B.<br />

procedures in short rotation management 121: 137- cal<br />

Telenius<br />

forestry.<br />

146.<br />

455 Vilcek Jozef. 2003 Bioenergy production of Ekologia-Bratislava. 2003; Technological/Techni<br />

Il progetto Activa 296


456 Vinterback,<br />

J.<br />

457 Vogel, K.P.,<br />

Brejda, J.J.,<br />

Walters,<br />

D.T., &<br />

Buxton, D.R.<br />

458 Wahlund, B.,<br />

J. Yan, et al.<br />

459 Weih, M.<br />

and N.<br />

Nordh<br />

460 Whiteman,<br />

A., J.<br />

Broadhead,<br />

et al.<br />

agricultural soils cover 22 (2): 177-182. cal<br />

2004 Pellets 2002: the first world Biomass and Bioenergy Technological/Techni<br />

conference on pellets. 27: 513-520.<br />

cal<br />

2002 Switchgrass biomass Agron-j, 94: (3). 413-420. Environmental/Biolo<br />

production in the Midwest<br />

USA: harvest and nitrogen<br />

management.<br />

gical<br />

2004 Increasing biomass<br />

utilisation in energy systems:<br />

A comparative study of CO2<br />

reduction and cost for<br />

different bioenergy<br />

processing options.<br />

2002 Characterising willows for<br />

biomass and<br />

phytoremediation: growth,<br />

nitrogen and water use of 14<br />

willows clones under<br />

different irrigation and<br />

fertilisation regimes.<br />

2002 The revision of woodfuel<br />

estimates in FAOSTAT.<br />

461 Wiklund, A. 1992 The genus Cynara L.<br />

(Asteraceae, Cardueae).<br />

462 Will, R. E.<br />

and R.<br />

Ceulemans<br />

463 Zevenhoven-<br />

Onderwater,<br />

M., R.<br />

Backman, et<br />

al.<br />

464 Zevenhoven-<br />

Onderwater,<br />

M., R.<br />

1997 Effects of elevated CO2<br />

concentration on<br />

photosyntesis, respiration<br />

and carbohydrate status of<br />

coppice Populus hybrids.<br />

2001 The ash chemistry in<br />

fluidised bed gasification of<br />

biomass fuels. Part I:<br />

predicting the chemistry of<br />

melting ashes and ash-bed<br />

material interaction.<br />

2001 The ash chemistry in<br />

fluidised ben gasifiction of<br />

biomass fuels. Part II: Ash<br />

Biomass and Bioenergy<br />

26: 531-544.<br />

Biomass and Bioenergy<br />

23: 397-413.<br />

Allegato B<br />

Commento riassuntivo sulla prima conferenza mondiale sul pellet<br />

combustibile.<br />

Economic Analisi ambientale ed economica dell'utilizzo della bioenergia.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Salice, fitodepurazione.<br />

Unasylva 53(211): 41-45. Political/Normative Metodologia di stima della biomassa per paese.<br />

Botanical Journal Of The<br />

Linnean Society 109: 75-<br />

123.<br />

Physiologia plantarum<br />

100: 933-939.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Fuel 80: 1489-1502. Technological/Techni<br />

cal<br />

Fuel 80: 1503-1512. Technological/Techni<br />

cal<br />

Descrizione botanica del cardo.<br />

Pioppo<br />

Caratterizzazione delle ceneri di biomassa.<br />

Ceneri, fusione.<br />

Il progetto Activa 297


Backman, et<br />

al.<br />

behaviour prediction versus<br />

bench scale agglomeration<br />

tests.<br />

465 Bignami, D. 2004 Biomasse, la convenienza<br />

tecnica c'è e quella<br />

467 Börjesson, P.<br />

and G.<br />

Berndes<br />

468 Fernández, J.<br />

and M.D.<br />

Curt<br />

469 Heimler,F.,<br />

A. Aigner<br />

and M.<br />

Kandler<br />

470 Kronbergs,<br />

E., A.<br />

Kakitis, I.<br />

Nulle, M.<br />

Smits<br />

471 Tullus, A.,<br />

H. Tullus, A.<br />

Vares, A.<br />

Kanal<br />

472 Merlo, L.<br />

and V.<br />

economica non è lontana<br />

2004 Bioenergy Based on<br />

Biomass from Willow<br />

Vegetation Filters<br />

2004 Low-cost Biodiesel from<br />

Cynara Oil<br />

2004 False Flax (Camelina<br />

sativa)-Mixed Cropping with<br />

Cereals for Combined<br />

Production of Biofuels and<br />

Food/Feed - First Results<br />

2004 Stalk Material Compositions<br />

as Solid Biofuel Resource<br />

2004 Hybrid Aspen Plantations as<br />

a New Promising Biomass<br />

Resource in Estonia<br />

2004 Investigation and<br />

Experiences on<br />

Terra e Vita, 42 Economic Analisi economica<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Salice, usi multipli<br />

Cynara, biodiesel<br />

Colture da energia<br />

Qualità della biomassa<br />

SRF, pioppo<br />

Colture da energia<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 298


Sardo Mediterranean Biomass in<br />

Sicily<br />

473 Year Effect<br />

on<br />

Switchgrass<br />

Biomass<br />

Production<br />

2004 E.A. Alexopoulou, M.<br />

Christou<br />

474 Berndes, G. 2004 The Implications of Large<br />

Scale Energy Crop<br />

Production for Future Global<br />

Water Demand and<br />

Availability<br />

475 Pari, L. 2004 An Innovative Pruning<br />

Harvester<br />

476 Elbersen, W.,<br />

D.G.<br />

Christian, N.<br />

El Bassam,<br />

G.<br />

Sauerbeck,<br />

E.<br />

Alexopoulou<br />

, N. Sharma,<br />

I. Piscioneri<br />

477 Pateras, D.,<br />

G.<br />

Mavrogianop<br />

oulos, D.<br />

Dimogiannis,<br />

S. Larsson,<br />

G. Zerva<br />

2004 A Management Guide for<br />

Planting and Production of<br />

Switchgrass as a Biomass<br />

Crop in Europe<br />

2004 Biomass Short Rotation<br />

Willow Coppice Fertilized<br />

with Nutrient from<br />

Municipal Wastewater of<br />

Larissa -Greece<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Panicum, tecnica di coltivazione<br />

Uso e disponibilità idrica con le colture da energia.<br />

Residui, meccanizzazione<br />

Panicum, tecnica di coltivazione<br />

Salice, SRC, fitodepurazione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 299


478 Tedeschi, A.,<br />

P. Tedeschi<br />

479 McCracken,<br />

A., W.<br />

Malcom<br />

Dawson, D.<br />

Carlisle<br />

480 Pasanen, K.,<br />

D. Röser, A.<br />

Asikainen<br />

481 Eleftheriadis,<br />

I.A.<br />

Chatziathana<br />

ssiou<br />

482 Hess, J.R., J.<br />

Steciak, R.L.<br />

Hoskinson,<br />

D.N.<br />

Thompson,<br />

D. Krapas,<br />

B. Cosby<br />

483 Fernando,A.<br />

L., M.P.<br />

Duarte, J.<br />

Morais, A.<br />

Catroga, G.<br />

Serras, S.<br />

Pizza, V.<br />

Godovikova,<br />

2004 The Potential of Hemp to<br />

Produce Bioenergy<br />

2004 Benefits of Growing Short<br />

Rotation Coppice (SRC)<br />

Willow in Genotype<br />

Mixtures<br />

2004 A Decision Support Model<br />

for Analyzing Benefits and<br />

Limitations of Forest<br />

Residue Recovery<br />

2004 Biomass Harvesting and<br />

Handling Operations in<br />

Pinus Halepensis Forests<br />

2004 Pretreatment of Cereal Straw<br />

Residue for Bioenergy<br />

Conversion<br />

2004 Characterization of Kenaf<br />

Potential in Portugal as an<br />

Industrial and Energy<br />

Feedstock- the Effect of<br />

Irrigation, Nitrogen<br />

Fertilization and Different<br />

Harvest Dates<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Cannabis<br />

Salix, tecnica di coltivazione<br />

Residui forestali<br />

Allegato B<br />

Biomassa forestale, meccanizzazione, tecniche di raccolta.<br />

Qualità della biomassa, residui colturali<br />

Kenaf, tecniche di coltivazione.<br />

Il progetto Activa 300


J.F. Santos<br />

Oliveira<br />

484 Kumar, A. 2004 Calotropis Procera: a<br />

Potential Plant for<br />

Hydrocarbons from Semi-<br />

Arid and Arid Regions<br />

485 Kumar, A.<br />

and N. Vijay<br />

486 Kumar, A.<br />

and A.<br />

Kotiya<br />

2004 Studies on Laticifer<br />

Development in Calotropis<br />

Procera an Important Plant<br />

Yielding Hydrocarbon and<br />

Improvement of its Growth<br />

Potential<br />

2004 Some Potential Plants for<br />

Bio-energy<br />

487 Pari, L. 2004 Adaptation of a Maize<br />

Chopper to SRF and Pruning<br />

Harvesting<br />

488 Pari, L. 2004 Agricultural Waste Energy<br />

Exploitation in Lazio Region<br />

489 Pari, L. 2004 An Alternative Approach to<br />

Hemp Mechanization<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Meccanizazione, SRC.<br />

Potenziale energetico territoriale.<br />

Meccanizzazione, Cannabis<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 301


490 Grigatti, M.,<br />

G. Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

2004 Perennial and Annual<br />

Energy Crops Comparison in<br />

Two Different Nitrogen<br />

Fertilization Regimes<br />

491 Pari, L. 2004 Chopped Olive Pruning<br />

Storage Tests<br />

492 Pari, L., M.<br />

Biocca<br />

493 Strasil, Z.,<br />

M. Javurek,<br />

M. Vach, M.<br />

Kas<br />

494 Gherbin, P.,<br />

A.S. De<br />

Franchi, F.<br />

Lupo<br />

495 Sokhansanj,<br />

S., L.<br />

Pordesimo,<br />

C.<br />

Igathinathane<br />

, A. Womac<br />

2004 Wood Residuals from Urban<br />

Tree Maintenance as<br />

Potential Source of<br />

Renewable Energy in the<br />

City of Rome<br />

2004 Study of Reed Canary Grass<br />

(Phalaris arundinacea L.) and<br />

Tall Fescue (Festuca<br />

arundinacea Schreb.) as<br />

Possible Phytomass Sources<br />

for Energy and Industry<br />

Utilization<br />

2004 Dry-farming Yield of<br />

Herbaceous Crops for<br />

Energy Grown in<br />

Mediterranean Environment.<br />

First Results<br />

2004 Moisture Content and Mass<br />

Fraction of Corn Stover<br />

Components during Harvest<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture da energia, tecniche di coltivazione<br />

Meccanizzazione, residui colturali<br />

Tecnica di raccolta, verde urbano<br />

Cannuccia, colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Qualità combustibile<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 302


496 van Loenen-<br />

Imming,<br />

D.V., R.<br />

Meij<br />

497 Rabou,<br />

L.P.L.M.,<br />

S.J.J. Lips,<br />

A.B.J.<br />

Ouldhuis<br />

498 Gonzàlez<br />

Cortés, J., F.<br />

Pérez<br />

Gragera, P.<br />

Berrocal<br />

Martìnez<br />

499 Gonzàlez<br />

Cortés, J.,<br />

M.C.<br />

Rodrìguez<br />

Molinas, A.<br />

Ayuso<br />

Mateos, D.<br />

Gonzàlez<br />

Primo<br />

500 Solano,<br />

M.L., M.P.<br />

Ciria, P.<br />

Soriano<br />

501 Monti, A., G.<br />

Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

2004 Inter and Intra Laboratory<br />

Comparison on the<br />

Determination of the<br />

Composition of Biomass<br />

2004 Biomass Biochemical Data<br />

in Phyllis Database<br />

2004 Productivity Experiments of<br />

Jerusalem Artichoke<br />

(Helianthus Tuberosus L.) in<br />

Southwestern Spain<br />

2004 Screening Cynara<br />

Cardunculus L. Plants in<br />

Field Trials to Optimise<br />

Biomass Yields in<br />

Southwestern Spain<br />

2004 Thermoanalytical<br />

Techniques for Estimating<br />

Biomass Composition<br />

2004 Effects of Nitrogen<br />

Fertilization on Biomass<br />

Productivity of a Six Year<br />

Plant of Giant Reed<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità della biomassa combustibile.<br />

Qualità della biomassa<br />

Cardo, tecniche di coltivazione<br />

Cardo, tecniche di coltivazione<br />

Qualità della biomassa combustibile<br />

Canna, tecniche di coltivazione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 303


502 Venturi, P.,<br />

A. Monti, G.<br />

Venturi<br />

503 Monti, A., G.<br />

Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

504 F. Nardin, F.<br />

Alasia<br />

505 Brunner, T.,<br />

I.<br />

Obernberger,<br />

M.<br />

Wellacher<br />

506 Gruenewald,<br />

H., B.K.<br />

Brandt, O.<br />

Bens, B.U.<br />

Schneider,<br />

R.F. Huettl<br />

507 Grigatti, M.,<br />

L. Barbanti,<br />

G. Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

2004 Evaluation of Harvesting and<br />

Post-harvesting Techniques<br />

for Energy Destination of<br />

Switchgrass<br />

2004 Evaluation of the<br />

Productivity of 18<br />

Genotypes of Switchgrass<br />

for Energy Destination in<br />

Northern Italy<br />

2004 Use of Selected Fast Growth<br />

Poplar Trees for a Woody<br />

Biomass Production Die<br />

Along the Po Valley<br />

2004 Waste Wood Processing in<br />

Order to Improve its Quality<br />

for Biomass Combustion<br />

2004 Production of Biomass for<br />

Energy Transformation<br />

Purposes in Agroforestry<br />

Systems<br />

2004 Comparison of Switchgrass<br />

(Panicum Virgatum L.)<br />

Genotypes as Potential<br />

Energy Crop<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Panicum, tecniche di coltivazione e stoccaggio.<br />

Panicum, selezione varietale<br />

Pioppo, selezione varietale<br />

Qualità, combustibile<br />

Panicum, selezione varietale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 304


508 Weger, J., M.<br />

Sir, O.<br />

Syrovàtka<br />

2004 Landscape Functions of<br />

Short Rotation Coppices<br />

(SRC) and Possibilities for<br />

Sustainable Land<br />

Management<br />

509 Omer, A.M. 2004 Biomass Energy Potential<br />

and Future Prospect in Sudan<br />

510 Di Virgilio,<br />

N., M.T.<br />

Amaducci,<br />

A. Vecchi,<br />

G. Venturi<br />

511 Ricciotti, L.,<br />

G. Scarascia<br />

Mugnozza,<br />

F. Nardin,<br />

M. Sabatti,<br />

E.<br />

Kuzminsky<br />

512 Sharma, N. I.<br />

Piscioneri,<br />

V. Pignatelli<br />

513 Fernando,<br />

A.L., M.P.<br />

Duarte, J.<br />

Morais, A.<br />

Catroga, G.<br />

Serras, S.<br />

2004 Effects of Environmental<br />

and Agronomic Factors on<br />

Kenaf (Hibiscus Cannabinus<br />

L.) in Po Valley<br />

2004 Poplar Germplasm<br />

Resources in Short Rotation<br />

Forestry: Implications for<br />

Biomass Production<br />

2004 Long Term Studies on the<br />

Production Potential of<br />

Miscanthus x Giganteus in<br />

Italy<br />

2004 Characterization of Kenaf<br />

Potential in Portugal as an<br />

Industrial and Energy<br />

Feedstock - the Effect of<br />

Different Varieties, Sowing<br />

Dates, Plant Populations and<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Social Impatto paesaggistico<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Potenziale energetico<br />

Kenaf, coltivazione<br />

SRF, pioppo, selezione varietale<br />

Miscanto<br />

Kenaf, tecniche colturali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 305


Pizza, V.<br />

Godovikova,<br />

J.F. Santos<br />

Oliveira<br />

514 Bungart,R.,<br />

R.F. Huettl<br />

515 Berndes, G.,<br />

P. Börjesson<br />

516 Berndes, G.,<br />

P. Börjesson<br />

517 Lowthe-<br />

Thomas,<br />

S.C., P.F.<br />

Randerson,<br />

F.M. Slater,<br />

R.K. Luxton<br />

518 Montero,G.,<br />

M. Muñoz,<br />

R. Vallejo<br />

519 Alexopoulou<br />

, E., A.<br />

Nicholaou,<br />

M. Christou,<br />

Harvest Dates ETA-Florence.<br />

2004 Growth, Biomass<br />

Production, Water Budget<br />

and Nutrition of a Short-<br />

Rotation Forest Plantation in<br />

the Post-Mining Landscape<br />

of Lusatia<br />

2004 Low Cost Biomass Produced<br />

in Multi-Functional<br />

Plantations - the Case of<br />

Willow Production in<br />

Sweden<br />

2004 The Energy Balance of<br />

Energy Crop Irrigation<br />

2004 A Comparison of Two Types<br />

of Machine Planter for<br />

Establishment of Short<br />

Rotation Willow Coppice in<br />

Upland Wales<br />

2004 Biomass Production and<br />

Carbon Fixation in Spanish<br />

Forests<br />

2004 The Influence of Sowing<br />

Time and Plant Population<br />

on Kenaf Growth and Yields<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

SRF, recupero terreni<br />

Salice, multi funzione<br />

Tecniche di coltivazione<br />

Meccanizzazione, SRF<br />

Selvicoltura, sequestro di carbonio<br />

Kenaf, tecnica di coltivazione.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 306


M. Mardikis Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

520 Matera, D.,<br />

G. Braccio,<br />

V. Motola<br />

521 Danalatos,<br />

N.G., S.<br />

Archontoulis<br />

522 Danalatos,<br />

N.G., S.<br />

Archontoulis<br />

523 Danalatos,<br />

N.G., S.<br />

Archontoulis<br />

524 Roy, S., A.<br />

Kumar<br />

525 Volk, T.A.,<br />

L.P.<br />

Abrahamson,<br />

E.H.<br />

WhiteT.A.<br />

2004 Biomass Availability from<br />

Agricultural Residues as<br />

Renewable Energy Source<br />

2004 Potential Growth and<br />

Biomass Productivity of<br />

Kenaf (Hibiscus Cannabicus<br />

L.) under Central Greek<br />

Conditions: II.The Influence<br />

of Variety, Sowing Time and<br />

Plant Density<br />

2004 Potential Growth and<br />

Biomass Productivity of<br />

Kenaf (Hibiscus Cannabicus<br />

L.) under Central Greek<br />

Conditions: I. The Influence<br />

of Fertilization and Irrigation<br />

2004 Influence of Plant Density<br />

and N-Fertilisation on the<br />

Growth and Biomass<br />

Productivity of Miscanthus<br />

Sinensis under Central Greek<br />

Conditions<br />

2004 Jatropha Curcas: A Potential<br />

Plant for Bio-Fuel<br />

2004 Integration of Cover Crops<br />

during the Establishment of<br />

Short-Rotation Woody Crops<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Residui colturali<br />

Hibiscus, tecniche colturali<br />

Kenaf, Tecniche di coltivazione.<br />

Miscanto, tecnica di coltivazione<br />

Colture da energia<br />

SRF, tecniche colturali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 307


526 Sánchez, S.,<br />

M.E.<br />

Martìnez, G.<br />

Hodaifa<br />

527 Kumar, A.,<br />

V.R. Kumar,<br />

S. Parveen,<br />

V.P.<br />

Shekhawat,<br />

A. Kotiya<br />

528 Kumar, A.,<br />

A. Singh,<br />

V.P.<br />

Shekhawat<br />

529 Kumar, A. S.<br />

Sharma<br />

2004 Use of Industrial Waste<br />

Waters from Olive-Oil<br />

Extraction in the Biomass<br />

Production of Scenedesmus<br />

Obliquus<br />

2004 Production and Improvement<br />

of Hydrocarbons in Laticifer<br />

Plants<br />

2004 Effect of Location on the<br />

Growth and Hydrocarbon<br />

Yield of Calotropis Procera:<br />

A Case Study<br />

2004 Improving Growth and<br />

Productivity of Euphorbia<br />

Antisyphilitica; a Potential<br />

Bio-Fuel Plant from Semi-<br />

Arid Regions<br />

530 Weger ,J. 2004 A Multi-Species Energy<br />

Crop System to Sustainably<br />

Produce Biomass in the<br />

Czech Republic<br />

531 Bridgwater,<br />

A. V., J.<br />

Dahl, B. Van<br />

de Beld, M.<br />

Coulson, I.<br />

Obernberger,<br />

2004 Ash Characteristics of<br />

Perennial Energy Crops and<br />

their Influence on Thermal<br />

Processing<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture da energia<br />

Culture da energia<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Qualità della biomassa, colture da energia.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 308


E.<br />

Gansekoele<br />

532 Adani, F., C.<br />

Ubbiali, G.<br />

D`Imporzano<br />

533 Wang, T. Y.<br />

Haiyan<br />

534 Cosentino,<br />

S.L., E.<br />

Riggi, G.<br />

D`Agosta<br />

535 Cosentino,<br />

S.L., E.<br />

Riggi, M.<br />

Mantineo<br />

536 Copani, V.,<br />

S.L.<br />

Cosentino,<br />

G.M.<br />

D`Agosta, G.<br />

Testa<br />

537 Copani,V.,<br />

S.L.<br />

Cosentino,<br />

M. Mantineo<br />

2004 Dynamic Respiration Index<br />

for the Measure of<br />

Biological Stability<br />

2004 The Development and<br />

Utilization of the Woody<br />

Energy Plants for Biodiesel<br />

in China<br />

2004 Leaf Photosynthesis in<br />

Kenaf (Hibiscus Cannabinus<br />

L.) in Response to Water<br />

Stress<br />

2004 Gas Exchange and Stomatal<br />

Behaviour in Kenaf<br />

(Hibiscus Cannabinus L.) as<br />

Affected by Artificial Light<br />

Intensity During Night<br />

Measurements<br />

2004 Yield and Development of<br />

Kenaf (Hibiscus Cannabinus<br />

L.) Crop in Relation to<br />

Genotype, Sowing Time and<br />

Plant Population in<br />

Mediterranean Environment<br />

2004 Behaviour of Fibre Hemp<br />

(Cannabis Sativa L.)<br />

Genotypes in the Arid<br />

Conditions of the South of<br />

Italy<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Colture da energia, produzione di combustibile.<br />

Colture da energia, produzione di combustibile<br />

Kenaf<br />

Kenaf<br />

Kenaf, tecnica colturale<br />

Cannabis, selezione varietale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 309


538 Fernando,<br />

A.L., J.F.<br />

Santos<br />

Oliveira<br />

539 Foti, S., S.<br />

Cosentino,<br />

C. Patanè,<br />

M. Mantineo<br />

540 Gonzàlez<br />

Moreno, A.,<br />

E.F. de<br />

Andrés, I.<br />

Walter, J.L.<br />

Tenorio<br />

541 Shipkovs, P.,<br />

G.<br />

Kashkarova,<br />

K. Lebedeva,<br />

M. Zeltina,<br />

M. Bekers,<br />

A.<br />

Danilevics,<br />

E.<br />

Gudriniece<br />

542 Kunikowski,<br />

G., M.<br />

Rutkowska-<br />

Filipczak, M.<br />

Pisarek, M.<br />

Rogulska<br />

543 Acaroglu,<br />

M., I. Gezer<br />

2004 Effects on Growth,<br />

Productivity and Biomass<br />

Quality of Miscanthus x<br />

Giganteus of Soils<br />

Contaminated with Heavy<br />

Metals<br />

2004 Sweet Sorghum in<br />

Mediterranean Environment<br />

2004 Kenaf Responses to<br />

Irrigation and Nitrogen<br />

Fertilization in Central<br />

Region of Spain<br />

2004 Bioenergy Utilization in<br />

Latria<br />

2004 Methods of Multicriterial<br />

Analysis of Bio-Energy<br />

Resources Potential<br />

2004 Renewable Energy Sources<br />

and Future of Biomass<br />

Energy in Turkey<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Miscanto, qualità della biomassa, tecnica colturale<br />

Sorgo<br />

Kenaf, tecnica colturale<br />

Valutazione delle risorse potenziali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 310


544 Kauter, D.,<br />

W. Claupein<br />

545 de Andrés, E.<br />

F., J.<br />

Gonzàlez<br />

Cortés, A.<br />

Ayuso<br />

Mateos,<br />

M.A. Pérez<br />

Rodrìguez,<br />

A. Gonzàlez<br />

Moreno,<br />

J.L.Tenorio<br />

546 Zhovmir, M.,<br />

G.<br />

Geletukha,<br />

A. Torosow,<br />

V. Korzhov<br />

547 Zenone, T.,<br />

G. Facciotto,<br />

G. Sperandio<br />

548 Sànchez<br />

Gonzàlez,<br />

D., I.<br />

Echeverrìa<br />

Goñi, A.<br />

Leranoz, M.<br />

Zalba, L.<br />

2004 Cropping Systems for<br />

Energy Supply with Catch<br />

Crops and Energy Maize in<br />

Central Europe: Principles<br />

and Agronomic Problems<br />

2004 Growth and Yield of Three<br />

Kenaf Varieties in Two<br />

Spain Locations<br />

2004 Territorial Distribution of<br />

Unused Forest Biomass in<br />

Ukraine<br />

2004 SRF in Italy: The Example<br />

of the Lombardy Region<br />

2004 Biomass Evaluation and<br />

Evolution Methodology<br />

Based on Vegetation Index<br />

Calculated by Satellite<br />

Images<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Imput energetico<br />

Kenaf, selezione varietale<br />

Analisi della biomassa potenziale<br />

Political/Normative SRF, normative di incentivazione<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Valutazione della biomassa, telerilevamento<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 311


Albizua, J.<br />

Gil<br />

549 Klasnja, B.,<br />

S. Orlovic, P.<br />

Ivanisevic,<br />

Z. Galic, N.<br />

Radosavljevi<br />

c<br />

551 Minelli, M.,<br />

L. Rapparini,<br />

G. Venturi<br />

552 Pelz, S.K. J.<br />

Bosch, U.<br />

Seeling<br />

554 Grassi, G.,<br />

O. Pastre, T.<br />

Fjällström<br />

555 Heisig, H., L.<br />

Paredes, J.<br />

Wiesel<br />

556 Masera,<br />

O.R., A.<br />

Ghilardi, R.<br />

Drigo, M.A.<br />

Trossero<br />

2004 Selection of Black Poplar<br />

Clones for Biomass<br />

Production<br />

2004 Weed Management in<br />

Switchgrass Crop<br />

2004 Influence of Wood Species<br />

and Bark Content on the<br />

Quality of Wood Pellets<br />

2004 Recovery of Semi-Arid<br />

Desertic Lands through<br />

Biomass Schemes<br />

2004 GIS- Based Energy Wood<br />

Resource Assessment in the<br />

Northern Black Forest<br />

Region<br />

2004 Woodfuel Integrated<br />

Supply/Demand Overview<br />

Mapping: WISDOM<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Pioppo, selezione varietale<br />

Panicum, tecnica colturale.<br />

Qualità del combustibile<br />

Colture da biomassa, usi ambientali<br />

Analisi territoriale, biomassa forestale<br />

Modellistica, valutazione risorse potenziali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 312


557 Hoogwijk,<br />

M., A. Faaij,<br />

B. de Vries,<br />

W.<br />

Turkenburg<br />

558 Stülpnagel,<br />

R.<br />

559 Wirsenius,<br />

S., C. Azar,<br />

G. Berndes<br />

560 Smeets, W.,<br />

A.P. Faaij, I.<br />

Lewandowsk<br />

i<br />

561 Rösch, C., A.<br />

Woitowitz<br />

562 Ericsson, K.,<br />

L. Nilsson<br />

2004 The Potential of Biomass<br />

Energy under Four Land-Use<br />

Scenarios Part B:<br />

Exploration of Regional and<br />

Global Cost-Supply Curves<br />

2004 Estimating the Potential of<br />

Biomass for Energy and<br />

Industry with Particular<br />

Respect to Political<br />

Directives to an Orderly<br />

Agriculture and C-<br />

Sequestration in Soils<br />

2004 Global Bioenergy Potentials:<br />

A New Approach Using a<br />

Model-Based Assessment of<br />

Biomass Flows and Land<br />

Demand in the Food and<br />

Agriculture Sector 2030<br />

2004 Global Land Use Patterns<br />

and the Production of<br />

Bioenergy to 2050<br />

2004 Land Availability for the<br />

Sustainable Production of<br />

Energy Crops in Germany<br />

2004 Assessment of the Potential<br />

Biomass Supply in Europe<br />

Using a Resource - Focused<br />

Approach<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Economic Valutazione potenziale biomassa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Sequestro del carbonio, normative<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 313


563 Jonsson, P.,<br />

O. Nyström<br />

564 Timperi, A.<br />

and C.<br />

Backlund<br />

565 Nibbi, L., G.<br />

Tondi, F.<br />

Martelli, S.<br />

Maltagliati,<br />

D.<br />

Chiaramonti,<br />

G. Riccio, I.<br />

Bernetti,C.<br />

Fagarazzi, R.<br />

Fratini<br />

2004 Utilisation of Local Biofuels<br />

in Industrial Cogeneration in<br />

ASEAN<br />

2004 Experiences of the Fuel<br />

Supply for the World's<br />

Largest Biomass Power<br />

Plant<br />

2004 GIS Methodology and Tool<br />

to Analyse and Optimise<br />

Biomass Resources<br />

Exploitation<br />

566 Zhang, W. 2004 Transportation Fuels from<br />

Biomass via Gasification<br />

567 Ranta, T. and<br />

S. Rinne<br />

568 Esteban, L.<br />

P. Ciria, J.<br />

Carrasco<br />

2004 Transportation Options and<br />

Profitability for Logging<br />

Residues in Finland<br />

2004 Outdoor Storage of Short<br />

Rotation Poplar. Variation of<br />

Physical and Chemical<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Valutazione potenziale biomassa/biocombustibili<br />

Logistica dei biocombustibili<br />

Valutazione/gestione risorse potenziali di biomassa<br />

Logistica biocombustibili<br />

Residui forestali, costi, logistica<br />

Gestione biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 314


569 Founti, M.,<br />

D.<br />

Giannopoulo<br />

s, A.J. Tolis,<br />

I.P.<br />

Tatsiopoulos,<br />

A. Rentizelas<br />

570 Haslinger,<br />

W., G. Eder,<br />

M. Wörgetter<br />

571 Rupar-Gadd,<br />

K., L.<br />

Wadsö, G.<br />

Holmstedt,<br />

B. Persson,<br />

P.<br />

Blomqvist,<br />

M. Sanati<br />

572 Turhollow,<br />

A. and S.<br />

Sokhansanj<br />

573 Stülpnagel,<br />

R. and M.K.<br />

Körschens<br />

574 Berends,<br />

R.H., and<br />

Characteristics of Biomass Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2004 Potentials and Perspectives<br />

of Logistics and Multi-<br />

Criteria Assessment<br />

Methodologies for<br />

Exploitation of Agricultural<br />

Biomass<br />

2004 Improvement of Straw<br />

Pellets Fuel Quality through<br />

Additives<br />

2004 Spontaneous Combustion of<br />

Biofuels caused by<br />

Microbial Activity<br />

2004 Minimizing the Cost of<br />

Supplying Agricultural<br />

Crops and Residues to a<br />

Conversion Facility<br />

2004 Calculation of the Need of<br />

Biomass for the<br />

Reproduction of the Soil<br />

Organic Matter (SOM) as a<br />

Precondition for the<br />

Estimation of the Potential of<br />

Biomass for Energy and<br />

Industry<br />

2004 Results of the First Long<br />

Duration Run of the HTU<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Residui colturali, logistica<br />

Qualità del combustibile<br />

Gestione biomassa<br />

Economic Gestione biomassa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità del suolo<br />

Gestione biomassa, produzione di energia<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 315


J.A.<br />

Zeevalkink,<br />

F.<br />

Goudriaan,<br />

J.E. Naber<br />

575 Möller B. 2004 Geographical Cost-Supply<br />

Analysis of Forest Biomass<br />

for Distributed Generation in<br />

Denmark<br />

576 Pecznik, P.<br />

and L.<br />

Fenyvesi<br />

577 Junginger,<br />

M., A. Faaij,<br />

R. Björheden<br />

578 Hamelinck,<br />

N., R.A.<br />

Suurs, A.P.<br />

Faaij<br />

579 Havlickova,<br />

J. Knapek, J.<br />

Vasicek<br />

580 Ust’ak, S.<br />

and V. Vána<br />

Pilot Plant at TNO-MEP Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

2004 Is Hungary the Source of<br />

Bioenergy for Europe?<br />

2004 Technological Learning and<br />

Cost Reductions in<br />

Woodfuel Supply Chains<br />

2004 Large Scale and Long<br />

Distance Biomass Supply<br />

Chains: Logistics, Costs,<br />

Energy Consumption,<br />

Emission Balances<br />

2004 The Economics of Short<br />

Rotation Coppices<br />

2004 Current and Potential<br />

Production and Use of<br />

Biomass as a Renewable<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Economic Analisi territoriale, costo biomassa<br />

Economic Potenziale di biomassa<br />

Economic Gestione della biomassa<br />

Economic Commercio biomassa, aspetti economici e ambientali<br />

Economic Costi SRF<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Potenziale di biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 316


582 Janota<br />

Bzowski, J.<br />

583 Geletukha,<br />

G. and Y.<br />

Matveev<br />

584 Sidiras,D.K.<br />

and F.A.<br />

Batzias<br />

Source of Energy in the<br />

Czech Republic<br />

2004 Biomass Resources in<br />

Poland and Prospects of<br />

Increasing Production and<br />

Use of Solid Biofuels in the<br />

Country<br />

2004 Status and Prospects of<br />

Biogas Energy Use in<br />

Ukraine<br />

2004 GIS-Assisted Planning of a<br />

Multi-Plant Agro-Industrial<br />

Scheme for Converting Crop<br />

Residuals to Bioethanol<br />

585 Acaroglu, M. 2004 Physical Properties of<br />

Biomass Briquets<br />

586 Cavalli, R.,<br />

S. Grigolato,<br />

S.<br />

Montibeller<br />

587 Llaneza, H.,<br />

J. Alvarez,<br />

M. Díaz<br />

Prado, L.<br />

2004 Development of an Energetic<br />

Plan in an Alpine District<br />

2004 Usage of Meat Industry<br />

Wastes for a Sustainably<br />

Closed Energy and Waste<br />

Cycle<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Potenziale di biomassa<br />

Potenziale di biomassa<br />

Valutazione e gestione potenziale biomassa<br />

Qualità del combustibile<br />

Social Gestione biomassa, residui forestali<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomassa residuale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 317


Leyda Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

588 Meneghetti,<br />

A., D.<br />

Chinese, E.<br />

Venturini<br />

589 Berghel, J.<br />

and R.<br />

Renström<br />

590 Hoogwijk,<br />

M., A. Faaij,<br />

B. Eickhout,<br />

B. de Vries,<br />

W.<br />

Turkenburg<br />

591 Christou, M.,<br />

B. Van de<br />

Beld, I.<br />

Obernberger,<br />

G. Venturi,<br />

A.<br />

Bridgwater,<br />

J. Fernández,<br />

G. Gosse, K.<br />

Scheurlen,P.<br />

Soldatos, G.<br />

Reinhardt<br />

592 Smeets, W.,<br />

A.P. Faaij, I.<br />

Lewandowsk<br />

i<br />

2004 A Methodology to Assess<br />

Forest Residual Potentials<br />

for Power Generation in<br />

Mountain Areas: The Case<br />

of North-Eastern Italy<br />

2004 Temperature Measurements<br />

as Indicator of the Spouting<br />

Quality when Non-screened<br />

Sawdust is Dried<br />

2004 The Potential of Biomass<br />

Energy under Four Land-use<br />

Scenarios: Part A: The<br />

Geographical Potential<br />

2004 Bio-Energy Chains from<br />

Perennial Crops in South<br />

Europe<br />

2004 Bioenergy Potentials from<br />

Forestry to 2050:<br />

Preliminary Results<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Analisi territoriale, potenziale biomassa, residui forestali<br />

Qualità del combustibile<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Gestione biomassa, tecnica colturale<br />

Potenziale biomassa, residui forestali<br />

Il progetto Activa 318


593 Hein, M. 2004 Pre-Normative Work on<br />

Sampling and Testing of<br />

Solid Biofuels for the<br />

Development of Quality<br />

Assurance Systems<br />

(BioNorm)<br />

594 Jensen, P. D.,<br />

H.<br />

Hartmann, T.<br />

Böhm, M.<br />

Temmerman,<br />

F. Rabier, B.<br />

Hudson, J.<br />

Rathbauer,<br />

L. Janowicz,<br />

J-L.<br />

Herserner,<br />

M. Lecourt,<br />

J. Burvall, R.<br />

Jirjis, D. H.<br />

Boavida, J.<br />

A. Calzoni<br />

595 Hartmann,<br />

H., T. Böhm,<br />

P. Daugbjerg<br />

Jensen, M.<br />

Temmerman,<br />

F. Rabier, M.<br />

Golser, P.<br />

Herzog<br />

596 Temmerman,<br />

M., F.<br />

Rabier, P.<br />

Daugbjerg<br />

Jensen, H.<br />

Hartmann, T.<br />

Böhm, J.<br />

Rathbauer, J.<br />

Carrasco,<br />

M.Fernandez<br />

2004 Methods for Rapid on-Site<br />

Moisture Determination of<br />

Solid Biofuels Test of<br />

Equipment<br />

2004 Methods for Size<br />

Classification of Wood Fuels<br />

2004 Methods for Durability and<br />

Particle Density<br />

Determination of Pellets and<br />

Briquettes<br />

597 Englisch, M. 2004 Determination of Sulfur,<br />

Chlorine and Nitrogen in<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 319


598 Bärnthaler,<br />

G., C.<br />

Haraldsson,<br />

M. Zischka,<br />

I.<br />

Obernberger<br />

599 Langheinrich<br />

, C., M.<br />

Kaltschmitt,<br />

M. Hein<br />

600 Alakangas,<br />

E., J.E.<br />

Levlin, J.<br />

Valtanen<br />

601 Shipkovs, P.,<br />

G.<br />

Kashkarova,<br />

K. Lebedeva<br />

602 Vrubliauskas<br />

, S. and N.<br />

Pedisius<br />

603 Ghilardi, A.,<br />

G. Guerrero,<br />

R. Drigo,<br />

Solid Biofuels Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

2004 Determination of Major and<br />

Minor Elements in Solid<br />

Biofuels<br />

2004 Development and<br />

Implementation of Quality<br />

Assurance Systems for Solid<br />

Biofuels<br />

2004 Classification, Specification<br />

and Quality Assurance for<br />

Solid Biofuels<br />

2004 Development of Solid<br />

Biofuel Market and<br />

Standards in Latvia<br />

2004 Development of Solid<br />

Biofuels Usage in Lithuania<br />

and Quality Assurance<br />

Problems<br />

2004 Multiscale Analysis of<br />

Fuelwood `Hot Spots` using<br />

the WISDOM Approach: A<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità della biomassa<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 320


O.R. Masera Case Study for Mexico Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

604 Drazic, D.,<br />

M. Drazic, S.<br />

Bojovic, M.<br />

Veselinovic,<br />

L. Jovanovic<br />

605 Hartmann,<br />

H., T. Böhm,<br />

P. Daugbjerg<br />

Jensen, M.<br />

Temmerman,<br />

F. Rabier, R.<br />

Jirjis, J.L.<br />

Hersener, J.<br />

Rathbauer, J.<br />

Burvall<br />

606 Drigo, R., N.<br />

Krajnc, Z.<br />

Veselich, M.<br />

Trossero<br />

607 Bendere, R.,<br />

D. Arina, L.<br />

Dubova, D.<br />

Zarina<br />

608 Böhm, T.<br />

and H.<br />

Hartmann<br />

2004 Short Rotation Plantation on<br />

Minespoil Banks of<br />

Opencast Coal Mines -<br />

Potential for Energy<br />

Biomass in Serbia<br />

2004 Methods for Bulk Density<br />

Determination of Solid<br />

Biofuels<br />

2004 Area-Based Woodfuel Flow<br />

Analysis using the<br />

WISDOM Approach: A<br />

Case Study for Slovenia<br />

2004 Treatment of Biodegradable<br />

Organic Municipal Waste<br />

using Composting<br />

Technologies<br />

2004 Measuring Particle Density<br />

of Wood Pellets<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

SRF, usi ambientali<br />

Qualità della biomassa<br />

Valutazione biomassa potenziale.<br />

Usi ambientali, biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 321


609 van Dun, B.,<br />

R. van den<br />

Broek, F.<br />

Schillig, N.<br />

Leek, C.<br />

Hamelinck<br />

610 Gergopoulos,<br />

S., K. Hjuler,<br />

H. Hofbauer,<br />

E. Koukios,<br />

R. Laitinen,<br />

J. Larfeldt,<br />

A. Nordin,<br />

H. Ollila,E.<br />

Padouvas,<br />

M. Tianen<br />

611 Branca, C.,<br />

C. Di Blasi,<br />

R.<br />

Capolongo<br />

612 Lédé, J., F.T.<br />

Ndiaye, F.<br />

Broust, M.<br />

Ferrer, S.<br />

Baumlin<br />

613 Antal, J. And<br />

T. Nunoura<br />

614 Henrich, E.,<br />

A. Koegel,<br />

K. Raffelt, R.<br />

Stahl, F.<br />

Weirich, E.<br />

2004 BioXchange: An Internet<br />

Based Trading Floor for the<br />

Complete Range of Biomass<br />

Energy Streams<br />

2004 Evaluation and Identification<br />

of the Best Appropriate<br />

Methods for the<br />

Determination of Ash<br />

Melting Behavior<br />

2004 Experimental Analysis and<br />

Empirical Correlations for<br />

the Devolatilization Times of<br />

Wood Particles in a<br />

Fluidized-Bed Reactor<br />

2004 Fast Pyrolysis of Biomass in<br />

a Cyclone Reactor:<br />

Experiments and Modelling<br />

2004 The Black Gold from Green<br />

Waste Project at the<br />

University of Hawai<br />

2004 A Two Stage Process for<br />

Synfuel from Biomass<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Economic Commercio biomassa<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Usi ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 322


Dinjus Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

615 Corella, J., 2004 Catalytic Hot Gas Cleaning 2nd World Conference Technological/Techni<br />

J.M. Toledo,<br />

with Monoliths in Biomass and Technology<br />

cal<br />

R. Padilla<br />

Gasification in Fluidised Exhibition on Biomass for<br />

Beds. 1.Their Effectiveness Energy, Industry and<br />

for Tar Elimination<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

616 Van de 2004 Multi Agricultural Fuelled 2nd World Conference Technological/Techni<br />

Steene, L., P.<br />

Staged Gasifier with Dry and Technology<br />

cal<br />

Girard, F.<br />

Gas Cleaning: LIFTOFF Exhibition on Biomass for<br />

Mermoud, T.<br />

Energy, Industry and<br />

Koch, M.W.<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Hansen<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

617 Marquard- 2004 New Approach for Biomass 2nd World Conference Technological/Techni<br />

Möllenstedt,<br />

Gasification to Hydrogen and Technology<br />

cal<br />

T., P.<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Sichler, M.<br />

Energy, Industry and<br />

Specht, M.<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Michel, R.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Berger,<br />

K.R.G. Hein,<br />

E.<br />

Höftberger,<br />

R. Rauch,H.<br />

Hofbauer<br />

ETA-Florence.<br />

618 Kübel, M., 2004 Hydrogen Rich Syngas 2nd World Conference Technological/Techni<br />

C. Gfrereis,<br />

Production from Steam and Technology<br />

cal<br />

J.<br />

Gasification of BCO in a FB Exhibition on Biomass for<br />

Waizmann,<br />

Reactor - Gas Composition Energy, Industry and<br />

M. Michel,<br />

and Tar Formation at Climate Protection, Roma.<br />

K.R.G. Hein<br />

Various Conditions<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

619 Zwart, R. 2004 High Efficiency Co- 2nd World Conference Technological/Techni<br />

and H.<br />

Production of Substitute and Technology<br />

cal<br />

Boerrigter<br />

Natural Gas (SNG) and Exhibition on Biomass for<br />

Fischer-Tropsch (FT) Energy, Industry and<br />

Transportation Fuels from Climate Protection, Roma.<br />

Biomass<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 323


620 Th. Metz, S.<br />

Kuhn, S.<br />

Karellas, R.<br />

Stocker, J.<br />

Karl, D. Hein<br />

621 Jönsson, K.<br />

and J. La<br />

Cour Jansen<br />

622 Phillips, B.D.<br />

and S.H.<br />

Hassett<br />

2004 Experimental Results of the<br />

Biomass Heatpipe Reformer<br />

2004 Nitrification Inhibition of<br />

Wastewater from Biomass-<br />

Based Energy Production<br />

2004 Technical and Economic<br />

Evaluation of a 70MWe<br />

Biomass IGCC using Emery<br />

Energy’s Gasification<br />

Technology<br />

623 Lettner, F. 2004 Health, Safety and<br />

Environmental Issues in<br />

Biomass Gasification Plants<br />

624 Vogel, F. and<br />

M. Waldner<br />

625 Kruse, A.<br />

and N.<br />

Dahmen<br />

2004 Catalytic Hydrothermal<br />

Gasification of Woody<br />

Biomass<br />

2004 The Influence of Alkali Salts<br />

on the Reaction Pathways in<br />

Hydrothermal Biomass<br />

Gasification<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Usi ambientali<br />

Tecniche di combustione, gestione biomassa<br />

Tecniche di combustione e gestione biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 324


626 Zanzi,R., D.<br />

Tito Ferro,<br />

A. Torres, P.<br />

Beaton Soler,<br />

E. Björnbom<br />

627 Sanchez,<br />

C.G. and<br />

F.L.P.<br />

Resende<br />

628 Flynn, P.C.,<br />

A. Kumar,<br />

J.B.<br />

Cameron<br />

629 Germanà, A.,<br />

P.U. Foscolo,<br />

R. Rauch, S.<br />

Brandani, A.<br />

Kiennemann,<br />

M.L. Pelizza,<br />

S.<br />

Heidenreich,<br />

G.<br />

Braccio,D.<br />

Matera, M.<br />

Zappaterra<br />

2004 Biomass Torrefaction 2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

2004 Experimental<br />

Characterization of the<br />

Kinetics of Slow and Fast<br />

Pyrolysis of Biomasses<br />

2004 Power from Biomass: The<br />

Economics of Gasification<br />

vs. Direct Combustion<br />

2004 Clean Energy from Biomass<br />

Coupling Biomass<br />

Gasification with Fuel Cell<br />

630 Turn S.Q. 2004 Prediction of Potassium,<br />

Sodium, and Chlorine<br />

Concentrations in Product<br />

Gas from Biomass<br />

Gasification<br />

631 Lettner, F.,<br />

C.<br />

Brandstetter<br />

2004 Development of a Wood<br />

Pyrolysing Unit -<br />

Performance and Quality<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Economic Tecniche di combustione<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa, aspetti ambientali<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 325


632 Hartmann,<br />

H., P.<br />

Roßmann, A.<br />

Marks, H.<br />

Link, R.<br />

Müller, E.<br />

Amann<br />

633 Grigiante,<br />

M., P.<br />

Baggio, A.<br />

Cemin, M.<br />

Ragazzi<br />

634 Branca, C.<br />

C. Di Blasi,<br />

M. Marotta<br />

635 Brem, F., J.<br />

Görtzen<br />

636 Granada, E.,<br />

G. Lareo, J.<br />

Moran, L.<br />

Ortíz, J.L.<br />

Miguez, J.<br />

Porteiro<br />

637 Moran, J.C.,<br />

E. Granada,<br />

J.L. Miguez,<br />

J. Porteiro, S.<br />

Parameters Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2004 Secondary Flue Gas<br />

Condensation for Domestic<br />

Wood Chip Boilers<br />

2004 Energy Balance and<br />

Emissions Evaluation of<br />

Combustion Processes<br />

Carried out on a Gasifying<br />

Wood Stove<br />

2004 Devolatilization and<br />

Combustion of Wood Chars<br />

in Air<br />

2004 Efficient Use of Biomass<br />

Residues for a Sustainable<br />

Cement Clinker Process<br />

2004 Co-Firing of Pellets and<br />

Crust of Pine in Small<br />

Boilers. General Behaviour<br />

2004 Grey Relational Analysis of<br />

a Small Pellet Stove<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Usi biomasssa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 326


Murillo Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

638 Porteiro, J.<br />

J.L. Miguez,<br />

J.R.<br />

Quintián,<br />

J.C. Morán,<br />

E. Granada,<br />

L.M. López<br />

639 Sáez, F., A.<br />

Cabañas,<br />

J.M.<br />

Martínez, R.<br />

Escalada, A.<br />

González<br />

640 Widmann,<br />

E., R.<br />

Scharler, I.<br />

Obernberger,<br />

G.<br />

Stubenberger<br />

641 Eskilsson,<br />

D., C. Tullin,<br />

H. Quicklund<br />

642 Harasek, M.,<br />

C. Jordan,<br />

M. Miltner,<br />

A. Friedl<br />

643 Pfeffer, M.,<br />

A. Friedl<br />

2004 Small Biomass Furnace<br />

Simulation<br />

2004 PAHS Emission from<br />

Brassica Carinata Biomass<br />

Combustion Process<br />

2004 Release of NOx Precursors<br />

from Biomass Fuel Beds and<br />

Application for CFD- Based<br />

NOx Postprocessing with<br />

Detailed Chemistry<br />

2004 Utilization of Novel Gas<br />

Sensors for Combustion<br />

Optimisation of Pellets<br />

Burners<br />

2004 CFD-Simulation of a Baled<br />

Biomass-Fired Furnace:<br />

Combustion Modelling and<br />

Design Optimisation for the<br />

Reduction of Emissions<br />

2004 Modelling of Energy<br />

Production from Biomass -<br />

A comparison of Biogas and<br />

Combustion Process<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 327


644 Kerschbaum,<br />

A., M.<br />

Pfeffer, G.<br />

Beckmann,<br />

A. Friedl<br />

645 Godoy, S.,<br />

H. Gang<br />

Chen<br />

646 Gaegauf,<br />

C.K., M.<br />

Schmid<br />

647 Stojiljkovic,<br />

D., M.<br />

Radovanovic<br />

, V.<br />

Jovanovic,<br />

N. Manic, I.<br />

Radulovic, S.<br />

Perisic<br />

648 Butala, V.,<br />

U. Stritih, G.<br />

Zupan, D.<br />

Stanicic, S.<br />

Merse<br />

649 Folgueras,<br />

M.B., R.M.<br />

Díaz, J.<br />

Xiberta<br />

2004 Comparison of Process-<br />

Simulation Programs for the<br />

Simulation of a Biomass-<br />

Fired Combustion-System<br />

2004 Potassium Release during<br />

Straw Devolatilisation<br />

2004 Measures in the Wood<br />

Combustion Process for<br />

Particle Emission Reduction<br />

2004 Household Small Furnaces<br />

Fired on Biomass: Increase<br />

of Efficiency and Reduction<br />

of CO<br />

2004 Exergy Analysis of the<br />

Biomass Utilization with an<br />

Example of Biomass<br />

Cogeneration in Slovenia<br />

2004 The Role of Some Additives<br />

of Sewage Sludge in the Co-<br />

Combustion of Sludge-Coal<br />

Blends<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 328


650 Arvelakis, S.,<br />

P.A. Jensen,<br />

K. Dam-<br />

Johansen<br />

651 Arvelakis, S.,<br />

K. Dam-<br />

Johansen, B.<br />

Folkedahl, J.<br />

Hurley<br />

652 Arvelakis, S.,<br />

F. Frandsen,<br />

K. Dam-<br />

Johansen<br />

653 Good, J., Th.<br />

Nussbaumer,<br />

J. Delcarte,<br />

Y. Schenkel<br />

654 Boman, C.,<br />

A. Nordin,<br />

R.<br />

Westerholm,<br />

M. Öhman,<br />

D. Boström<br />

655 Lundholm,<br />

K., D.<br />

Boström, A.<br />

Nordin<br />

2004 Use of Simultaneous<br />

Thermal Analysis (STA) for<br />

the Determination of the<br />

Melting and the Gas Phase<br />

Release Characterics of Ash<br />

from High Alkali Biomass<br />

2004 Viscosity Charactersitics of<br />

Various Biomass and<br />

Biomass Coal Ash Samples<br />

Using a High-Temperature<br />

Rotational Viscometer<br />

2004 Rheological Behavior of<br />

Waste Incineration Ash<br />

2004 Methods for Efficiency<br />

Determination for Biomass<br />

Heating Plants and Influence<br />

of Operation Mode on Plant<br />

Efficiency<br />

2004 Systematic Characterization<br />

and Quantification of<br />

Gaseous and Particulate<br />

Emissions from Present<br />

Residential Wood and Pellet<br />

Stoves and Potentials for<br />

Future Technology<br />

2004 Chemical Equilibrium and<br />

Experimental Study on<br />

Combustion of CCA Treated<br />

Wood and Peat<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Aspetti ambientali<br />

Aspetti ambientali, tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 329


656 Eriksson, M.,<br />

M. Öhman,<br />

A. Nordin,<br />

K. Wikman,<br />

M. Berg<br />

657 Nordin, A.,<br />

C.<br />

Andersson,<br />

P. M.<br />

Broström, O.<br />

Axne<br />

658 Sandström,<br />

M., D.<br />

Boström, A.<br />

Nordin<br />

659 Ciria, M.P.<br />

E. Gonzàlez,<br />

M.<br />

Fernàndez,<br />

M.L. Solano,<br />

J.E. Carrasco<br />

660 Bakker,<br />

R.R., R.J.A.<br />

Gosselink,<br />

R.H.W<br />

Maas, T. de<br />

Vrije, E. de<br />

Jong, J.W.<br />

van<br />

Groenestijn,<br />

J.H.O.<br />

Hazewinkel<br />

2004 Effects of Fluidization<br />

Velocity and Bed Particle<br />

Size on Bed Defluidization<br />

during Biomass Combustion<br />

2004 IACM - In-Situ Alkali<br />

Chloride Monitor<br />

2004 Phases of Relevance for Ash<br />

Formation during Thermal<br />

Processing of Biomass and<br />

Sludge's - Review of<br />

Thermodynamic Data, Phase<br />

Transition and Crystal<br />

Structures in the System<br />

CaO - K2O - P2O5<br />

2004 Study of the Variability in<br />

Energy and Chemical<br />

Characteristics of Brassica<br />

Carinata Biomass and its<br />

Influence on the Behaviour<br />

of this Biomass as a Solid<br />

Fuel<br />

2004 Biofuel Production from<br />

Acid-Impregnated Willow<br />

and Switchgrass<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa, aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

661 Thygesen, 2004 Hydrothermal Treatment of 2nd World Conference Environmental/Biolo Aspetti ambientali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 330


A., M.<br />

Hedegaard<br />

Thomsen,<br />

A.B.<br />

Thomsen, H.<br />

Jørgensen, B.<br />

Holm<br />

Christensen<br />

662 Bolhàr-<br />

Nordenkamp<br />

f, M.A., K.<br />

Jörg, H.<br />

Hofbauer,<br />

W. Baaske,<br />

J. Schmoll,<br />

G. Herdin<br />

663 Dasappa, S.,<br />

G. Sridhar,<br />

H.V. Sridhar,<br />

P.J. Paul,<br />

H.S.<br />

Mukunda,<br />

N.K.S. Rajan<br />

665 Mathias,<br />

A.J., A.D.<br />

Gonzales<br />

666 Meij, R., A.J.<br />

Sarabèr, B.H.<br />

te Winkel<br />

667 Silvennoinen<br />

J.<br />

Wheat Straw on a Pilot Plant<br />

Scale<br />

2004 Extension of a Biomass<br />

District Heating Plant with a<br />

Twin-Fire Fixed Bed<br />

Gasifier<br />

2004 On the Advances in Thermo<br />

Chemical Conversion<br />

Technology<br />

2004 Demonstration and Market<br />

Implementation of Bioenergy<br />

for Heat and<br />

Electricity in Southeast Asia:<br />

Financing Issues and CDM<br />

Potential<br />

2004 The Influence of Cocombustion<br />

in Coal-Fired<br />

Power Stations on the<br />

Environment<br />

2004 A Novel and Full Scale<br />

Proven Method to increase<br />

Share of Demanding<br />

Biomass in Energy<br />

Production<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Political/Normative Programmi di sviluppo<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 331


668 Bini, R. A.<br />

Duvia, A.<br />

Schwarz, M.<br />

Gaia, P.<br />

Bertuzzi, W.<br />

Righini<br />

669 Biedermann,<br />

F., I.<br />

Obernberger,<br />

H. Carlsen,<br />

M. Schöch<br />

670 Richards,<br />

K.M., A.M.<br />

Deveson, D.<br />

Støer, V.<br />

Nicholls<br />

671 Panoutsou,<br />

C. A. Lamb,<br />

I.<br />

Papamichael<br />

672 Heinimö, J.,<br />

J.P. van<br />

Buijtenen, J.<br />

Backman, A.<br />

Ojaniemi, H.<br />

Malinen<br />

673 Antolín, G.,<br />

J. Verdú, E.<br />

Borjabad, R.<br />

Ayuste, S.<br />

Díez<br />

2004 Operational Results of the<br />

First Biomass CHP Plant in<br />

Italy based on an Organic<br />

Rankine Cycle<br />

Turbogenerator and<br />

Overview of a Number of<br />

Plants in Operation in<br />

Europe since 1998<br />

2004 Small-Scale CHP Plant<br />

based on a 75 kWel<br />

Hermetic Eight Cylinder<br />

Stirling Engine for Biomass<br />

Fuels - Development,<br />

Technology and Operating<br />

Experiences<br />

2004 Putting Biomass Back in<br />

Britain<br />

2004 Biomass Cogeneration<br />

Network-BIOCOGEN<br />

2004 High-Speed ORC<br />

Technology for Distributed<br />

Electricity Production<br />

2004 Development of a CHP Plant<br />

with Flax Residues from an<br />

Agricultural Industry<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Social Promozione progetti<br />

Political/Normative Promozione progetti<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione, gestione impianti<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 332


674 Bentzen, J.D. 2004 User Friendly IT Tool for<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference Technological/Techni Gestione impianti<br />

Biomass Heating Plants and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

cal<br />

675 Brökeland, 2004 Investment and Emissions of 2nd World Conference Environmental/Biolo Aspetti ambientali<br />

R.<br />

Small Combustion Plants - and Technology<br />

gical<br />

Experiences from the 2nd Exhibition on Biomass for<br />

Technology Launch Project Energy, Industry and<br />

in Bavaria<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

676 Jørgensen, 2004 Renewable Energy Boilers 2nd World Conference Technological/Techni Tecniche di combustione<br />

K., J. Hansen<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

cal<br />

677 Subic, L., D. 2004 Removing Barriers to 2nd World Conference Political/Normative Promozione progetti<br />

Stanicic<br />

Bioenergy Projects in and Technology<br />

Slovenia<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

678 Hrastnik, B., 2004 Forest Fire Protection by 24h 2nd World Conference Environmental/Biolo Gestione biomassa, residui forestali.<br />

D.<br />

Monitoring, Wood<br />

and Technology<br />

gical<br />

Stipanicev,<br />

Collection Intended for Exhibition on Biomass for<br />

R. Vujcic<br />

District Heating Plants and Energy, Industry and<br />

Easy Access Routes<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Assigned to Firemen and Editori WIP-Munich e<br />

Tourism<br />

ETA-Florence<br />

679 Passalacqua, 2004 Pellets in Southern Europe. 2nd World Conference Technological/Techni Qualità della biomassa, risorse potenziali<br />

F., C. Zaetta,<br />

The State of the Art of and Technology<br />

cal<br />

R. Janssen,<br />

Pellets Utilisation in Exhibition on Biomass for<br />

M. Pigaht, G.<br />

Southern Europe. New Energy, Industry and<br />

Grassi, O.<br />

Perspectives of Pellets from Climate Protection, Roma.<br />

Pastre, A.<br />

Agri-Residues<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 333


Sandovar, L.<br />

Vegas, T.<br />

Tsoutsos, N.<br />

Karapanagiot<br />

is, T.<br />

Fjällström, S.<br />

Nilsson, J.<br />

Bjerg<br />

680 Bjerg, J. 2004 Pellets for Europe - Barriers<br />

and Perspectives for<br />

Increased Market Penetration<br />

681 Poulianitis,<br />

C., P.<br />

Tsiakaras<br />

2004 21st Century Scenario for<br />

Biomass and Fuel Cells<br />

Utilization<br />

682 Leuze, A. 2004 Large Biomass-Fired Power<br />

Plants – Completed Plants,<br />

Technical Features, and<br />

Operating Experience Using<br />

the Example of the Biomass-<br />

Fired Power Plant Centrale<br />

Termoelettrica Monopoli -<br />

683 Gallagher,<br />

M.<br />

684 Di Candilo,<br />

M., P.<br />

Ranalli, C.<br />

Cesaretti, P.<br />

Pasini<br />

Southern Italy<br />

2004 Demonstration and<br />

Commercialisation of Small<br />

Wood Fuelled Heat and<br />

Power Gasification<br />

2004 Biomass Production and<br />

Energy-Transformation<br />

Trials<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Economic Commercio biomassa<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Gestione impianti, tecniche di combustione.<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 334


685 Good, J., T.<br />

Nussbaumer<br />

686 Carreras<br />

Arroyo, N.,<br />

J.L.<br />

Dorronsoro,<br />

R. Pérez, S.<br />

Garcìa<br />

687 Passalacqua,<br />

F., C. Zaetta,<br />

G. Tondi<br />

688 Lesinsky, D.,<br />

J.<br />

Zamkovsky<br />

689 Caubilla,<br />

J.M., I.<br />

Martìnez de<br />

Ezquerecoch<br />

a, J. Ruiz de<br />

Angulo<br />

690 Shatalov, A.<br />

A., H.<br />

Pereira<br />

2004 Optimisation of Biomass<br />

Heating Plants<br />

2004 Corrosive Compounds<br />

(Siloxanes) and Energetic<br />

Potential of Spanish<br />

Landfills<br />

2004 The Pellet Market in Italy:<br />

Main Barriers and<br />

Perspectives<br />

2004 Biomass - A Challenge for<br />

Rural Slovakia<br />

2004 Actual Results on<br />

Gasification and Future<br />

Perspectives in GUASCOR<br />

Group<br />

2004 Papermaking Fibres from<br />

Giant Reed (Arundo Donax<br />

L.) by Sulfur-Free Pulping<br />

and Chlorine-Free Bleaching<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Tecniche di combustione<br />

Aspetti ambientali<br />

Economic Commercio biomassa<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecniche di combustione<br />

Canna, usi multipli<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 335


691 Känzig, J.,<br />

O. Jolliet, G.<br />

Houillon, M.<br />

Rocher, M.<br />

Orphelin, H.<br />

Bewa, L.<br />

Bodineau, E.<br />

Poitrait<br />

692 Sipilä, K., T.<br />

Mäkinen, C.<br />

Wilén<br />

693 Lopretti,<br />

M.I., M.<br />

Carlomagno,<br />

S. Gervasio,<br />

A.<br />

Giandomenic<br />

o<br />

694 Gustavsson,<br />

L., R. Sathre<br />

695 Uddin, N., L.<br />

Gustavsson,<br />

A. Joelsson<br />

696 Shatalov,<br />

A.A., H.<br />

Pereira<br />

2004 Comparison of the<br />

Environmental Impact of<br />

Bio-based Products<br />

2004 New Bioenergy Concepts for<br />

Solid Waste Treatment to<br />

Reduce Greenhouse Gas<br />

Emissions<br />

2004 Microbiological Production<br />

of Phenols from Wastes of<br />

the Paper Industry<br />

2004 Embodied Energy and CO2<br />

Emission of Wood- and<br />

Concrete-Framed Buildings<br />

in Sweden<br />

2004 Large-Scale Biomass-Based<br />

Heating Systems and Energy<br />

Conservation<br />

2004 Improved Delignification<br />

Kinetics of Arundo Donax L.<br />

as a Way to Increase the<br />

Quality of Non-Wood<br />

Papermaking Fibres<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Aspetti ambientali<br />

Aspetti ambientali<br />

Aspetti ambientali<br />

Sequestro del carbonio<br />

Aspetti ambientali, tecniche di combustione<br />

Canna, usi alternativi<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 336


697 Klasnja, B.,<br />

S. Orlovic,<br />

M. Drekic,<br />

M. Markovic<br />

698 Joelsson, A.,<br />

L.<br />

Gustavsson<br />

699 Ligero<br />

Martínez-<br />

Risco, P., A.<br />

Vega, M.<br />

Bao Iglesias<br />

700 Pedersen,<br />

A.J., L.M.<br />

Ottosen, P.<br />

Simonsen,<br />

T.C.<br />

Christensen<br />

701 Zabaniotou,<br />

A.A., G.<br />

Stavropoulos<br />

702 Sato, N., K.<br />

Mochidzuki,<br />

A. Sakoda<br />

2004 Wood of Selected Black<br />

Poplar Clones for<br />

Groundwood Production<br />

2004 Biomass-Based Heating<br />

Systems and Energy<br />

Conservation in Detached<br />

Houses<br />

2004 Efficient Delignification of<br />

Miscanthus Sinensis using<br />

the Milox Process<br />

2004 Electrodialytic Removal of<br />

CD From Biomass<br />

Combustion Fly Ash. A New<br />

Approach for Sustainable<br />

Re-Cycling of Bio Ashes<br />

2004 Super-Activated Carbons<br />

from Olive Kernels<br />

2004 Utilization of Cellulosic<br />

Biomass Residues for Fuel<br />

by Using Hydrothermal<br />

Carbonization<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Qualità di biomassa<br />

Aspetti ambientali, tecniche di combustione<br />

Miscanto, usi alternativi<br />

Usi alternativi<br />

Usi alternativi, residui colturali<br />

Tecnologie di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 337


703 Larsson, L. 2004 The Influence on Emissions<br />

from Potential Bio Fuel<br />

Based Industrial<br />

Cogeneration in ASEAN<br />

704 Brkic, M., T.<br />

Janic<br />

705 Alexopoulou<br />

, E., M.<br />

Christou, A.<br />

Nicholaou,<br />

M. Mardikis<br />

706 Graf, N., S.<br />

Wagner, H.<br />

Boechzelt,<br />

U. Begander,<br />

P. Trinkaus<br />

707 Bolhàr-<br />

Nordenkamp<br />

f, M., T.<br />

Pröll, H.<br />

Hofbauer, C.<br />

Aichernig<br />

708 Nussbaumer,<br />

T.<br />

2004 The Experience in Combined<br />

Usage of Biomass for<br />

Energy Purpose Industrial<br />

Products and Climate<br />

Protection<br />

2004 Biokenaf: A Network for<br />

Industrial Products and<br />

Biomass for Energy from<br />

Kenaf<br />

2004 Gaseous Emissions from<br />

Thermal Wood Modification<br />

as a Source for Fine<br />

Chemicals Recovery<br />

2004 Techno-Economical<br />

Assessment of Combined<br />

Heat and Power Production<br />

from Biomass<br />

2004 Cumulative Energy Demand<br />

of Energy Systems based on<br />

Biomass Combustion<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Tecnnolgie di combustione<br />

Allegato B<br />

Usi multipli, aspetti ambientali, tecnologie di combustione.<br />

Kenaf<br />

Aspetti ambientali, tecnologie di combustione<br />

Tecnologie di combustione<br />

Il progetto Activa 338


709 van Dam, J.,<br />

A. Faaij, E.<br />

Daugherty,<br />

B.<br />

Schlamading<br />

er, L.<br />

Gustavsson,<br />

M.A.<br />

Elsayed, R.E.<br />

Horne, N.D.<br />

Mortimer, R.<br />

Matthews, S.<br />

Soimakallio,<br />

P. Vikman<br />

710 Varela<br />

Conde, M.,<br />

R. Saez, H.<br />

Cabal, C.<br />

Lago, S.<br />

Kyritsis, L.<br />

Kallivroussis<br />

, P.G.<br />

Soldatos,<br />

J.C. Sourie,<br />

S. Rozakis,<br />

E.<br />

Castellano,<br />

M. Pellitero,<br />

H.<br />

Schwaiger,<br />

G. Jungmeier<br />

711 Schmidt, B.,<br />

E. Langer<br />

712 Chiodo, V.,<br />

F. Cipitì, S.<br />

Freni, V.<br />

Recupero<br />

2004 Development of Standard<br />

Tool for Evaluating<br />

Greenhouse Gas Balances<br />

and Cost-Effectiveness of<br />

Biomass Energy<br />

Technologies<br />

2004 Integration of Energy Crops<br />

by Using an Advanced<br />

Spatial Analysis<br />

2004 Industrial Use of Biomass: a<br />

10-Year Market Evaluation<br />

of Subsidised Projects in<br />

Bavaria<br />

2004 Energy Crops in Sicily:<br />

Techno-Economic Analysis<br />

of a Biomass Gasifiers<br />

Integrated with a Fuel Cell<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Political/Normative Incentivi<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Allegato B<br />

Metodologie di stima, riduzione emissioni, tecnologie di<br />

combustione<br />

Metologia di stima, potenziale biomasse.<br />

Tecnologie di combustione<br />

Il progetto Activa 339


713 Di Nunzio,<br />

A., F.<br />

Stampone, P.<br />

Bufarale, A.<br />

Cichelli, G.<br />

Moca<br />

716 Wang, C., J.<br />

Yan<br />

717 Batzias,<br />

F.A., N.P.<br />

Nikolaou,<br />

A.S. Kakos,<br />

D.K.. Sidiras<br />

718 Mahapatra,<br />

K., L.<br />

Gustavsson,<br />

R. Madlener<br />

719 Stary, O., M.<br />

Benes<br />

720 Ostwald, M.<br />

M. Palm, G.<br />

Berndes,<br />

N.H.<br />

Ravindranath<br />

System Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2004 Biomass from Agri-Forestal<br />

Products: Analyses of the<br />

Potentialities in the Province<br />

of Chieti<br />

2004 Feasibility Analysis of<br />

Potential Benefits by Using<br />

Wood Pellets to Substitute<br />

Fossil Fuels in China<br />

2004 Computer Aided Optimal<br />

Design of a Biomass<br />

Processing Unit Based on<br />

Economic Criteria<br />

2004 Economics of Diffusion of<br />

Pellet Heating Systems:<br />

System Boundaries,<br />

Alternative Model<br />

Specifications, and Policy<br />

Issues<br />

2004 Can Real Options Help to<br />

Renewable Energy Sources<br />

Development?<br />

2004 Clean Development<br />

Mechanism and Local<br />

Sustainable Development -<br />

Illustrations from Karnataka,<br />

India<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Potenziale biomasse<br />

Economic Modellizzazione<br />

Political/Normative<br />

Social<br />

Social Bioenergia, sviluppo rurale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 340


721 Schlamading<br />

er, B. E.<br />

Daugherty,<br />

A. Faaij<br />

722 Faaij, A.P.C.,<br />

R. Remmers,<br />

M. Wagener,<br />

K. Kwant<br />

723 Damen, K.J.<br />

A.P.C. Faaij<br />

724 Lewandowsk<br />

i, I., A.P.C.<br />

Faaij<br />

725 Nowicki, M.,<br />

M. Nyczaj<br />

726 Berndes, G.,<br />

J. Hansson,<br />

P. Börjesson<br />

2004 Should we trade Biomass,<br />

Electricity, Renewable<br />

Certificates, or CO2 Credits?<br />

2004 Launching a New Task<br />

under the IEA Bio-Energy<br />

Agreement; Sustainable<br />

International Bio-Energy<br />

Trade: Securing Supply and<br />

Demand<br />

2004 A Life Cycle Inventory of<br />

Existing Biomass Import<br />

Chains for "Green"<br />

Electrivity Production<br />

2004 Certification Options for<br />

Sustainable Biomass<br />

Production and Export<br />

Systems<br />

2004 Swapping Debts for<br />

Promotion of Bioenergy<br />

2004 International Bioenergy<br />

Trade - An Assessment of<br />

the Prospect for Large Scale<br />

Import of Biomass and<br />

Biofuels to Sweden<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Economic Mercato bioenergia<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse, crediti carbonio<br />

Economic Commercio biomasse, crediti di carbonio<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 341


727 Faaij, A., A.<br />

Wieczorek,<br />

M.<br />

Minnesma<br />

728 Panoutsou,<br />

C.<br />

2004 International Debate on<br />

International Biotrade<br />

2004 Strategic Analysis for the<br />

Future Implementation of<br />

Energy Crops<br />

729 Faaii, A.P.C. 2004 Bio-Energy in Europe;<br />

Changing Technology<br />

Choices<br />

730 Tajima,M.,<br />

M. Tanaka<br />

731 Clini, C., F.<br />

Fantozzi, G.<br />

Bidini, F.<br />

Cotana, C.<br />

Buratti<br />

733 Saliez, J-Y.,<br />

J-M. Jossart,<br />

F. Ghigny<br />

2004 High-Efficiency Bioenergy<br />

Conversion Project by<br />

NEDO<br />

2004 CRB - Biomass Research<br />

Centre<br />

2004 The Experience of Belgium<br />

(Walloon Region) in<br />

Creating the Market<br />

Conditions for Biomass for<br />

Bioenergy<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Progetti di implementazione bioenergie<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 342


734 Ortinger, W., 2004 The New Overall<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference Political/Normative Normative di incentivazione<br />

R. Schäfer<br />

Programme 2003 of<br />

and Technology<br />

Bavaria`s Biomass Policy Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

735 Nilsson, L.J., 2004 Bioenergy Policy and 2nd World Conference Political/Normative Normative di incentivazione<br />

K. Ericsson,<br />

Strategies for Poland and Technology<br />

M. Pisarek,<br />

Exhibition on Biomass for<br />

A. Oniszk-<br />

Energy, Industry and<br />

Poplawska,<br />

Climate Protection, Roma.<br />

J. Buriak, P.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Bucko<br />

ETA-Florence<br />

736 Hernàndez 2004 Biomass Energy in Spain 2nd World Conference Political/Normative Normative di incentivazione<br />

Gonzálvez,<br />

and Technology<br />

C., A.<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Olivas, C.A.<br />

Energy, Industry and<br />

Fernàndez,<br />

Climate Protection, Roma.<br />

R. Fernàndez<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

737 Kwant, 2004 An Action Plan for<br />

2nd World Conference Political/Normative Politica di incentivazione<br />

K.W., A.F.<br />

Implementation and a and Technology<br />

Schoof,<br />

Transition with Biomass in Exhibition on Biomass for<br />

E.W.J.<br />

the Netherlands<br />

Energy, Industry and<br />

Wissema<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

738 Johansson, 2004 Biomass in Sweden - 2nd World Conference Political/Normative Politica di incentivazione<br />

B.<br />

Historic Development and and Technology<br />

Future Potential under New Exhibition on Biomass for<br />

Policy Regimes<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

739 Schlamading 2004 Bioenergy and the Clean 2nd World Conference Political/Normative Politica di incentivazione<br />

er, B., I.<br />

Development Mechanism and Technology<br />

Jürgens<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 343


740 Lumicisi, A.,<br />

V. Tedeschi,<br />

V. Bartolelli<br />

741 Kerckow, B.,<br />

N. Lack<br />

742 Domac, J., B.<br />

Jelavic, V.<br />

Segon<br />

743 Segon, V., J.<br />

Domac, D.<br />

Støer, K.<br />

Young<br />

744 Jungmeier,<br />

G., B.<br />

Hillring, M.<br />

Humar, A.<br />

Fruehwald,<br />

A. Lang<br />

745 N. Krajnc, J.<br />

Domac<br />

2004 Biomass and Bioenergy in<br />

Italy: State of the Art and<br />

Further Steps<br />

2004 Bioenergy Policy and RTD<br />

in Germany: The Way<br />

Ahead<br />

2004 How to Make Biomass<br />

Work: New Legislation for<br />

Renewables in Croatia<br />

2004 Raising the Awareness of<br />

Bioenergy Benefits: Results<br />

of Two Public Surveys on<br />

Attitudes, Perceptions and<br />

Knowledge<br />

2004 COST Action E31 -<br />

Management of Recovered<br />

Wood<br />

2004 Modelling Socio-Economic<br />

Aspects of Bioenergy<br />

Systems Based on Natural<br />

Forests: SCORE Model<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Political/Normative Mercato della bioenergia<br />

Economic Mercato della bioenergia<br />

Political/Normative Incentivi<br />

Social Accettazione popolazione<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Scarti industriali<br />

Social Modellistica, sviluppo rurale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 344


746 Knapek, J., J.<br />

Vasicek<br />

747 Oniszk-<br />

Poplawska,<br />

A., L.<br />

Jaworski<br />

2004 Different Aspects of<br />

Electricity and Heat Price<br />

Produced from Planted<br />

Biomass - Case Example of<br />

the Czech Republic<br />

2004 Biomass in the First Europe<br />

Wide Delphi Study<br />

"Eurendel"<br />

748 Pari, L. 2004 The No Food-Energy Crops<br />

Lazio Region Project<br />

749 Devriendt,<br />

N., G.<br />

Vanuytsel<br />

750 Daey<br />

Ouwens, C.,<br />

G.P.J.<br />

Verbong,<br />

R.P.J.M.<br />

Raven<br />

751 Hunder, M.,<br />

L. Janowicz<br />

2004 Optimal Use of Waste Wood<br />

in Flanders<br />

2004 Why biomass? An Enquiry<br />

into Driving Forces,<br />

Arguments and Reasons for<br />

Biomass Research and<br />

Development<br />

2004 Development of Solid<br />

Biofuels Properties R&D<br />

and Standardisation in<br />

Poland<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

Economic Costi di produzione<br />

Economic Statistiche di consumo<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Social<br />

Valutazione potenziale biomasse<br />

Scarti industriali<br />

Political/Normative Qualita del combustibile<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 345


752 Kuzuhara, Y. 2004 Biomass Nippon Strategy -<br />

Why "Biomass Nippon"<br />

now?<br />

753 Marchal, D.,<br />

D. Vander<br />

Stricht, J-G.<br />

Baudoin, M.<br />

Novak, J-M.<br />

Jossart, C.<br />

Lecocq, M.<br />

Temmerman<br />

754 Rogulska,<br />

M., G.<br />

Wisniewski,<br />

E. Ganko<br />

755 El Bassam,<br />

N.<br />

757 Zhelyezna,<br />

T.<br />

758 Soliño, M.,<br />

A. Prada<br />

Blanco<br />

2004 Renewable Resources for<br />

Non-Food Processes:<br />

Initiatives to Develop the<br />

Role of Agriculture in<br />

Wallonia (Belgium)<br />

2004 Bioenergy in New Member<br />

States - Opportunities for<br />

Enlarged European Union<br />

2004 Integrated Renewable<br />

Energy Systems for Rural<br />

Settlement - Strategy<br />

Towards Sustainable<br />

Development, Energy, Food<br />

and Water Supply<br />

2004 Socio-Economic Impact of<br />

Bioenergy upon Ukraine<br />

2004 Environmental Externalities<br />

of Biomass Power Plants in<br />

an Atlantic European Region<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Political/Normative Incentivi<br />

Social Sviluppo rurale<br />

Political/Normative<br />

Social Sviluppo rurale<br />

Social<br />

Social Ruolo ambientale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 346


759 Panoutsou,<br />

C., I.<br />

Papamichael<br />

760 Toivonen,<br />

R., A-K.<br />

Rämö, L.<br />

Tahvanainen<br />

762 Faaij, A.P.C.,<br />

O. van Vliet,<br />

C. Dieperink<br />

763 Riedacker,<br />

A.<br />

764 Caputo,<br />

A.C., M.<br />

Palumbo<br />

Pelagagge,<br />

M. Pacifico,<br />

F. Scacchia<br />

765 Rosenqvist,<br />

H., M.,<br />

Dawson<br />

766 Larsson, S.,<br />

N. Calle<br />

Allegato B<br />

2004 Bioenergy in Greece<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2nd World Conference<br />

and Technology<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

Social<br />

2004 Bio-Energy on End-User 2nd World Conference Economic Mercato biomasse, percezione pubblico<br />

Markets - Consumer and Technology<br />

Perceptions and Experiences Exhibition on Biomass for<br />

about Wood as Energy Energy, Industry and<br />

Source<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2004 Forestry Projects Under the 2nd World Conference Environmental/Biolo Stoccaggio di carbonio<br />

Clean Development<br />

and Technology<br />

gical<br />

Mechanism?<br />

Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and<br />

Climate Protection, Roma.<br />

Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2004 An Integrated Spatial and 2nd World Conference Environmental/Biolo Stoccaggio di carbonio, riduzione gas serra<br />

Temporal Approach for and Technology<br />

gical<br />

Biomass, Land Use, Land Exhibition on Biomass for<br />

Use Change to Evaluate Energy, Industry and<br />

Long Term Benefits in Climate Protection, Roma.<br />

Combatting Climate Change Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence<br />

2005 Economics of biomass Biomass and Bioenergy Economic Tecnologie di combustione, logistica, gestione della biomassa.<br />

energy utilization in<br />

combustion and gasification<br />

plants: effects of logistic<br />

variables<br />

28:1-6<br />

2005 Economics of willow<br />

growing in Northern Ireland<br />

2005 A remote sensing<br />

methodology to assess the<br />

costs of preparing abandoned<br />

farmland for energy crop<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 7-14<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 35-51<br />

Economic SRF, Salice<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Valutazione potenziale biomassa, analisi dei costi<br />

Il progetto Activa 347


767 Uffe, J, T.<br />

Dalgaard,<br />

K.E. Steen<br />

768 Mirck, J.,<br />

J.G.<br />

Isebrands, T.<br />

Verwijst, S.<br />

Ledin<br />

769 Licht, L. A,<br />

J.G.,<br />

Isebrands<br />

cultivation in northern<br />

Sweden<br />

2005 Biomass energy in organic<br />

farming—the potential role<br />

of short rotation coppice<br />

2005 Development of shortrotation<br />

willow coppice<br />

systems for environmental<br />

purposes in Sweden<br />

2005 Linking phytoremediated<br />

pollutant removal to biomass<br />

economic opportunities<br />

770 Jirjis, R. 2005 Effects of particle size and<br />

pile height on storage and<br />

fuel quality of comminuted<br />

Salix viminalis<br />

771 Ranta, T. 2005 Logging residues from<br />

regeneration fellings for<br />

biofuel production–a GISbased<br />

availability analysis in<br />

Finland<br />

772 Skärbäck, E., 2005 Landscape perspective on<br />

P. Becht<br />

energy forests<br />

773 Fischer, G.,<br />

S. Prieler,<br />

van<br />

Velthuizen<br />

H.<br />

2005 Biomass potentials of<br />

miscanthus, willow and<br />

poplar: results and policy<br />

implications for Eastern<br />

Europe, Northern and<br />

Central Asia<br />

774 Silveira, S. 2005 Promoting bioenergy<br />

through the clean<br />

775 Domac, J.;<br />

Richards, K.;<br />

Risovic, S.<br />

development mechanism<br />

2005 Socio-economic drivers in<br />

implementing bioenergy<br />

projects<br />

776 Bonari, E. 2004 Le colture dedicate ad uso<br />

energetico: il progetto<br />

Bioenergy Farm<br />

777 Mineo, G. 2004 Calore per le serre dale<br />

biomasse agricole<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 237-248<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 219-228<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 203-218<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 193-201<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 171-182<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 151-159<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 119-132<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 107-117<br />

Biomass and Bioenergy<br />

28: 97-106<br />

Firenze.Quaderno <strong>Arsia</strong>:<br />

160<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

SRF, usi multipli, colture biologiche<br />

SRF, salice, usi ambientali, usi multipli<br />

Aspetti econimici, usi multipli<br />

Gestione biomassa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Paesaggio, SRF<br />

Economic Risorse biomassa<br />

Valutazione biomassa potenziale, residui forestali<br />

Political/Normative Sviluppo sostenibile, incentivi<br />

Social Sviluppo sostenibile, incentivi<br />

Technological/Techni<br />

cal<br />

Terra e vita 24: 65-68. Economic Esperienza innovativa<br />

778 Spinelli, R. 2003 Macchine a cantieri riuniti L’informatore agrario 14: Technological/Techni Esperienza innovativa<br />

Allegato B<br />

Opportunità e limiti per l'introduzione di colture dedicate nella<br />

Regioen Toscana<br />

Il progetto Activa 348


779 Repetti, O. 2004<br />

per la raccolta dei residui di<br />

potatura<br />

Energia, se la lolla non basta<br />

più si brucia il pioppo bianco<br />

Tabella progetti<br />

59-61. cal<br />

Terra e vita 50: 60-62 Economic Esperienza innovativa<br />

Allegato B<br />

Codice Ente finanziatore Periodo di Titolo Tipologia Note e commenti<br />

Progetto<br />

durata<br />

1 Commissione 2000-2002 Bioheat I Internazionale Progetto finalizzato alla promozione dell'utilizzo delle biomasse (cippato o pellet) per il riscaldamento di edifici di grandi dimensio<br />

Europea/Progetto<br />

Altener<br />

alberghi, edifici pubblici e amministrativi). Sito internet: www.bioheat.info<br />

Partner del progetto sono i seguenti:<br />

* Austria - Coordinator / E.V.A. - the Austrian Energy Agency<br />

* Denmark / dk-TEKNIK ENERGY & ENVIRONMENT<br />

* France / Biomasse Normandie<br />

* Greece / C.R.E.S. Centre for Renewable Energy Sources<br />

* Italy / ENEA Italian National Agency for New Technology, Energy and the Environment<br />

* Netherlands / TNO Environment, Energy and Process Innovation<br />

* Norway / Statoil ASA<br />

* Portugal / CBE - Biomass Centre for Energy<br />

* Spain / IDAE Instituto Para la Diversification y Ahorro de la Energia<br />

* Sweden / Svebio Swedish Bioenergy Association<br />

2 Commissione 2003-2004 Bioheat II Internazionale Progetto finalizzato alla promozione dell'utilizzo delle biomasse (cippato o pellet) per il riscaldamento di edifici di grandi dimensio<br />

Europea/Progetto<br />

Altener<br />

alberghi, edifici pubblici e amministrativi). Sito internet: www.bioheat.info<br />

Partner del progetto sono i seguent:<br />

3 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

1999-2004 Probio:<br />

Normativa<br />

amica<br />

* Austria - Coordinator / E.V.A. - the Austrian Energy Agency<br />

* Finland / VTT Processes<br />

* Germany / BEA - Berliner Energieagentur<br />

* Ireland / SEI - Sustainable Energy Ireland<br />

* Poland / KAPE - The Polish National Energy Conservation Agency<br />

* Portugal / CBE - Biomass Centre for Energy<br />

* Slovenia / APE - Energy Restructuring Agency<br />

* Spain / IDAE Instituto Para la Diversification y Ahorro de la Energia<br />

* United Kingdom - England & Wales / Green Land Reclamation Ltd<br />

* United Kingdom - Scotland / NIFES Consulting Group<br />

Regionale Regione Lombardia.<br />

Sviluppo di una normativa tecnica sulla qualità dei biocombustibili<br />

Il progetto Activa 349


4 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

5 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

6 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

7 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Piemonte<br />

8 Unione Europea<br />

FAIR<br />

9 Unione Europea<br />

FAIR<br />

10 Unione Europea<br />

FAIR<br />

1999-2004 Probio: Energia<br />

dall'agricoltura<br />

- Pellet<br />

1999-2004 Probio:<br />

Forestazione a<br />

rotazione breve<br />

e recupero<br />

residui quali<br />

alternative per<br />

la<br />

fitodepurazione<br />

dei reflui civili<br />

ed agricoli e per<br />

la produzione di<br />

energia.<br />

1999 Probio: Azienda<br />

agricola<br />

energeticamente<br />

sostenibile<br />

2000-2002 Probio:<br />

Sviluppo di<br />

distretti<br />

energetici basati<br />

sull'impiago di<br />

biomassa<br />

1994-1997 Poplar for<br />

farmers<br />

1992-1995 Miscanthus<br />

Productivity<br />

Network<br />

1993-1997 Genetic<br />

improvement of<br />

Willow (Salix)<br />

as a Source of<br />

bioenergy for<br />

the EC<br />

Regionale Regione Lombardia<br />

Sviiluppo di una normativa tecnica per la caratterizzazione del pellet lignocellulosico come combustibile.<br />

Regionale Regione Lombardia<br />

Allegato B<br />

Realizzazione di una filiera di produzione di biomassa energetica basata sull'allevamento dimostrativo di salice e/o pioppo a turnaz<br />

impianto di fitodepurazione. Test di combustione della biomassa prodotta per la sua caratterizzazione come combustibile.<br />

Regionale Progetto dimostrativo per la dimostrazione della sostenibiltà e l'autosufficienza energetica di un'azienda agricola attraverso l'uso de<br />

prevede un'analisi tecnica, gestionale e economica.<br />

Regionale Regione Piemonte<br />

Studio impianti a cippato per il teleriscaldamento<br />

Preparazione di studi tecnici e normativi per la realizzazione di impianti.<br />

Preparazione di un software per ottimizzare la gestione della biomassa.<br />

Internazionale Ricerca e promozione nella coltivazione di pioppi per legname e biomassa.<br />

Internazionale Studio delle potenzialità e dei possibili sviluppi del miscanto per biomassa ed usi alternativi.<br />

Internazionale Miglioramento genetico, studio delle tecniche colturali e disseminazione delle informazioni sulla coltivazione di SRF di salice.<br />

11 Altener (UE) Pellets for Internazionale Creazione di un network per lo studio e l'applicazione e l'utilizzo di pellet combustuibili lignocellulosici.<br />

Europe<br />

http://www.etaflorence.it/contenuti/project_Pellets.htm<br />

12 Life Ambiente<br />

Biosit Internazionale Sviluppo di un modello per la valutazione delle risorse potenziali di biomassa residuale forestale e di colture da energia. Stima del<br />

(UE)<br />

la combustione di biocombustibili.<br />

Il progetto Activa 350


13 Regione Lazio Studi di<br />

fattibilità per la<br />

valorizzazione<br />

delle biomasse<br />

agricole<br />

14 Cordis (UE) 2001-2003 Biomass<br />

Cogeneration<br />

network<br />

15 Cordis (UE) 2003-2004 Biomass-based<br />

climate change<br />

mitigation<br />

through<br />

renewable<br />

energy<br />

16 Cordis (UE) Small-scale<br />

CHP plant<br />

based on an<br />

hermetic fourcilinder<br />

stirling<br />

engine for<br />

biomass fuels<br />

17 Cordis (UE) 2001-2004 Forest energy -<br />

a solution for<br />

the future<br />

power needs<br />

18 Cordis (UE) 2001-2002 Information<br />

initiative<br />

concerning<br />

biomass energy<br />

experience from<br />

EU countries<br />

20 Cordis (UE) 2003-2005 New small scale<br />

innovative<br />

energy biomass<br />

combustor<br />

Allegato B<br />

http://www.etaflorence.it/contenuti/project_bisit.htm<br />

Analisi delle risorse potenziali di biomasse residuali agricole in Lazio. Studio di mercato e analisi economia.<br />

http://www.ingegneriaagraria.it/home/index.php?interno=progetti.php&idprogetto=23<br />

Internazionale Progetto di approfondimento sulla tecnica della cogenerazione. Potenziale energetico europeo.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=145262004-12-22&DOC=12&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale Studio sulle potenzialità della biomassa nella mitigazione dell'effetto serra.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=15&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Utilizzo di motori stirling per la produzione di energia elettrica e termica.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=18&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale Utilizzo delle risorse forestali per la riduzione dell'effetto serra.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=48&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale Disseminazione di informazioni e tecniche in paesi est europei<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=67&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=82&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

21 UE, Alpine space Alpenergywood Internazionale Incentivazione e sviluppo della bioenergia basata sulla biomassa forestale nell'arco alpino per lo sviluppo rurale.<br />

www.alpenergywood.org<br />

22 Altener (EU) 2000-2002 Eubionet Internazionale Programma di disseminazione e studio dei biocombustibili (solidi e liquidi). Normativa di qualità<br />

http://eubionet.vtt.fi/activities.html<br />

Il progetto Activa 351


.4 Biopolimeri<br />

Tabella pubblicazioni<br />

Codice Autore Anno di Titolo Riferimenti Parola chiave<br />

Pubbl<br />

pubblicazione<br />

1 Coszach P., Bogaert J.C., 2000 Biopolymers as viable alternatives to common prepared by Brussels Biotech (Galactica SA) Technological/Technical<br />

Naamani M.<br />

plastic materials (with special focus on polylactic<br />

acid and tentative comparison with other<br />

(bio)polymers)<br />

2 AA.VV. 1995 Plastiche biodegradabili Atti Giornata di Studio a<br />

Milano, 23 marzo 1995 a cura dell’AIM, Pisa<br />

www.aim.it Technological/Technical<br />

3 AA.VV. 2000 Biobased Industrial Products: Priorities for<br />

Research and Commercialization Committee on<br />

Biobased Industrial Products Board on Biology<br />

Commission on Life Sciences National Research<br />

Council<br />

National Academy Press, Washington, D.C. Economic<br />

4 AA.VV. 2001 Polimeri e agricoltura Atti Giornata di Studio a<br />

Palermo, 6 luglio 2001 a cura dell’AIM, Pisa<br />

www.aim.it Environmental/Biological<br />

5 Ames J 2002 New federal incentives promote biopower and<br />

biobased products<br />

Biocycle , Vol 43, Iss 11, p 52-55 Political/Normative<br />

6 Arena U., Mastellone M.L., 2003 Life cycle assessment of a plastic packaging International Journal of Life Cycle Assessment, , Vol 8, Iss 2, pp 92- Environmental/Biological<br />

Perugini F.<br />

recycling system<br />

98.<br />

7 Bellia G., Tosin M., Degli 2000 The test method of composting in vermiculite is Polymer Degradation and Stability 69 :113-120 Environmental/Biological<br />

Innocenti F.<br />

unaffected by the priming effect<br />

8 Buttignol A., Barozzi G., 1996 Bastoncini cotonati biodegradabili e solubili. gegneria Ambientale Nr. 25, pp. 492-496 Technological/Technical<br />

Degli Innocenti F., Tosin<br />

Studio della biodegradabilità in laboratorio ed in<br />

M., Bastioli C.<br />

un impianto di trattamento delle acque di scarico<br />

9 Chiellini E. and Solaro R. 2003 Biodegradable polymers and plastics Kluwer Academic/Plenum Publishers, New York Technological/Technical<br />

10 Chiellini E., Bizzarri R., 1999 New materials: multifunctional hydrophilic Journal of Macromolecular Science-Pure and Applied Chemistry, Technological/Technical<br />

Bonaguidi P., Talamelli P.,<br />

Solaro R.,<br />

polymers<br />

vol. A36, pp. 901-.<br />

11 Chiellini E., Cinelli P., 2004 Environmentally Degradable Biobased Polymeric Macromolecular Bioscience , vol. 4, pp. 218-231 Technological/Technical<br />

Chiellini F., Imam S. H.<br />

Blends and Composites<br />

12 Chiellini E., Cinelli P., Corti 2001 Composite Films Based on Waste Gelatin. Polymer Degradation and Stability, vol. 73, pp. 549-. Technological/Technical<br />

A., Kenawy El-R<br />

Thermal-Mechanical Properties and<br />

Biodegradation Testing<br />

13 Chiellini E., Cinelli P., 2002 Environmentally Degradable Polymeric<br />

Polymery, num. 7-8, vol. 47, pp. 538-544 Environmental/Biological<br />

D'Antone S., Ilieva V. I.<br />

Materials (EDPM) in Agricultural Applications -<br />

An Overview<br />

Il progetto Activa 352


14 Chiellini E., Cinelli P.,<br />

Imam S.H., Mao L.<br />

2001 Composite Films Based on Biorelated Agro-<br />

Industrial Waste and Poly(vinyl alcohol).<br />

Preparation and Mechanical Properties<br />

Characterization<br />

15 Chiellini E., Corti A. 2003 A Simple method suitable to test the ultimate<br />

biodegradability of environmentally degradable<br />

16 Chiellini E., Corti A., Solaro<br />

R<br />

17 Chiellini E., Corti A., Solaro<br />

R., Ceccanti A.<br />

polymers<br />

1999 Biodegradation of poly(vinyl alcohol) based<br />

blown films under different environmental<br />

conditions<br />

2000 Environmentally Degradable Plastics. Poly(vinyl<br />

alcohol) - A Case Study<br />

Allegato B<br />

Biomacromolecules, num. 3, vol. 2, pp. 1029 Technological/Technical<br />

Macromolecular Symposia, pp. 381-395 Environmental/Biological<br />

Polymer Degradation and Stability, vol. 64, pp. 305-. Environmental/Biological<br />

ICS-UNIDO Conference on Environmentally Degradable Polymers - Technological/Technical<br />

Plastic Materials and the Environment, vol. 1, pp. 103-, Doha (Qatar)<br />

2000<br />

Macromolecular Symposia, vol. 123, pp. 25-. Technological/Technical<br />

18 Chiellini E., D'Antone S., 1997 Biodegradable synthetic and semisynthetic<br />

Solaro R.<br />

polymers<br />

19 Chiellini E., Gil H., 2001 Biorelated Polymers - Sustainable Polymer Kluwer Academic Publishers Technological/Technical<br />

Braunegg G., Burchert J.,<br />

Gatenholm P., van der Zee<br />

M.<br />

Science and Technology<br />

20 Chiellini E., Miertus S 2001 An Outline on Environmentally Degradable European Polymer Federation - EPF, num. special issue, vol. JULY, Social<br />

Polymeric materials and Plastics - State of Art on<br />

Future Perspectives<br />

pp. 66<br />

21 Chiellini E., Miertus S. 2003 Il futuro delle plastiche e' bio? Imballaggio, vol. 562, pp. 64-74 Social<br />

22 Chiellini E. 2000 Environmentally Degradable Plastics. An ICS-UNIDO Conference of Environmentally Degradable Polymers - Environmental/Biological<br />

Overview<br />

Plastic materials and the Environment, vol. 1, pp. 1-, Doha (Qatar)<br />

2000<br />

23 Chiellini E., Solaro R., 1996 Biodegradable Polymeric Materials Advanced Materials, vol. 3, pp. 305 Technological/Technical<br />

24 Corti A., Solaro R., Chiellini 2002 Biodegradation of poly(vinyl alcohol) in selected Polymer Degradation and Stability, vol. 75, pp. 447-458 Environmental/Biological<br />

E.<br />

mixed microbial culture and relevant culture<br />

filtrate<br />

25 De Wilde B. 2002 Compostable packaging - A potential or a threat “Workshop Biological Treatment of Biodegradable Waste-Technical Environmental/Biological<br />

for compost<br />

Aspects” EC 1G Environment and EC JRC, Brussels, Belgium, April<br />

8-10<br />

26 De Wilde B. and Boelens J. 1998 Prerequisites for biodegradable plastic materials<br />

for acceptance in real-life composting plants and<br />

technical aspects<br />

Polymer Degradation and Stability, 59, 7-12 Technological/Technical<br />

27 De Wilde, B. 2003 Plastiques biodégradables - Emballages<br />

compostables: point de la situation<br />

Packnews, 154, 27-33 Social<br />

28 Dornburg V., Lewandowski 2004 Comparing the land requirements, energy savings Journal of Industrial Ecology, Special Issue on Biobased Products, Environmental/Biological<br />

I., Patel M.<br />

and greenhouse gas emission reduction of<br />

biobased polymers and bioenergy – An analysis<br />

and system extension of Life Cycle Assessment<br />

Vol. 7, Issue 3-4, pp. 93-116<br />

Il progetto Activa 353


Allegato B<br />

29 E. S. Stevens, 2002<br />

studies<br />

Green Plastics: An Introduction to the New<br />

Science of Biodegradable Plastics<br />

Princeton University Press, ISBN 069104967X Social<br />

30 Estermann R. and<br />

1998 Life cycle assessment of Mater-Bi bags for the Olten, Uerikon, Switzerland: Study prepared by COMPOSTO for Environmental/Biological<br />

Schwarzwälder B.<br />

collection of compostable waste.<br />

Novamont, Novara, Italy<br />

31 Feil H. 1995 Biodegradable plastics from vegetable raw<br />

materials<br />

Agro-food-Industry Hi-Tec, July-August 1995 Technological/Technical<br />

32 Fernandes E. G., Kenawy 2002 Environmentally Degradable Plastics: Thermal Polymery, num. 7-8, vol. 47, pp. 500-508 Technological/Technical<br />

E.-R., Miertus S., Chiellini<br />

Behvior of Polymer Blends based on Waste<br />

E.<br />

Gelatin<br />

33 Fishman M. L., Friedman R. 1994 Polymers from Agricultural Coproducts (ACS Symposium S.), ISBN: 0841230412 American Chemical Technological/Technical<br />

B., Huang S. J.<br />

Society, Columbus, USA<br />

34 Flieger M., Kantorova M.,<br />

Prell A., Rezanka T.,<br />

Votruba J.<br />

2003 Biodegradable plastics from renewable sources Folia Microbiologica, Vol 48, Iss 1, pp 27-44 Environmental/Biological<br />

35 Gennadios A. 2001 Protein-based Films and Coatings CRC Press, Boca Raton, pp. 69-122 Environmental/Biological<br />

36 Guaita M., Ciardelli F., La<br />

Mantia F., Pedemonte E., (a<br />

cura di)<br />

1998 Fondamenti di Scienza dei Polimeri Pacini Editore, Pisa Technological/Technical<br />

37 Hagan R. S. 1994 Plastics: Key Materials for Innovation and<br />

Productivity in Major Appliances<br />

http://sourcebook.plasticsresource.com Economic<br />

38 Hollaway L. C. 2004 Advanced polymer composites for structural<br />

applications in construction<br />

Woodhead Publishing Limited, UK Technological/Technical<br />

39 Johnson R.M., Mwaikambo<br />

L.Y. and Tucker N.<br />

2003 Biopolymers ChemTec Publishing, ISBN 1-85957-379-7, pages 158 Technological/Technical<br />

40 Kaplan, D. L. 1998 Biopolymers from Renewable Resources ISBN: 3-540-63567-X, Kluwer Academic Publishers Technological/Technical<br />

41 Kenawy E.R., Cinelli P., 1999 Biodegradable Composite Films Based on Waste Macromolecular Symposia, vol. 144, pp. 351 Technological/Technical<br />

Corti A., Miertus S.,<br />

Chiellini E.<br />

Gelatin<br />

42 Kennedy J. F., Phillips G. O. 1999 Recent advances in environmentally compatible Cellucon '99 proceedings, Woodhead Publishing Limited UK Technological/Technical<br />

and Williams P. A.<br />

polymers<br />

43 M. Baiardo, E. Zini, M.<br />

Scandola<br />

2004 Flax fibre-polyester composites Composites part A, 35 :703-710 Technological/Technical<br />

44 Mao L., Imam S., Gordon S., 2002 Extruded Cornstarch-Glycerol-Polyvinyl alcohol Journal of Polymers and the Environment, num. 4, vol. 8, pp. 205- Technological/Technical<br />

Cinelli P., Chiellini E.<br />

Blends: Mechanical Properties, Morphology, and<br />

Biodegradability<br />

211<br />

45 McCrum N.G., Buckley<br />

C.P., Bucknall C.B.<br />

1997 Principles of Polymer Engineering Oxford University Press Technological/Technical<br />

46 Mohanty A. K., Misra M. 2004 Natural fibres, biopolymers and their<br />

Woodhead Publishing Limited, UK Technological/Technical<br />

and Drzal L. T.<br />

biocomposites<br />

47 Cinelli P., S.H. Gordon, S.H. 2003 Characteristics and Degradation of Hybrid Macromolecular Symposia, pp. 143-155 Technological/Technical<br />

Chi lli i<br />

C i il d f A S h<br />

Il progetto Activa 354


Imam, E. Chiellini Composites Films Prepared from PVA, Starch<br />

and Lignocellulosics<br />

48 Patel M. 2003 Review of life cycle assessments of bioplastics.<br />

Part 2 - Discussion and conclusions<br />

49 Patel M. 2004 Surfactants based on renewable raw materials:<br />

Carbon dioxide reduction potential and policies<br />

and measures for the European Union.<br />

50 Patel M. 2003 Cumulative energy demand (CED) and<br />

cumulative CO2 emissions for products of the<br />

organic chemical industry<br />

51 Patel M., Bartle I., Bastioli<br />

C., Doutlik K., Ehrenberg J.,<br />

Johansson D., Käb H.,<br />

Klumpers J., Luther R.,<br />

Wittmeyer D.<br />

52 Patel M., Bartle I., Bastioli<br />

C., Doutlik K., Ehrenberg J.,<br />

Johansson D., Käb H.,<br />

Klumpers J., Luther R.,<br />

Wittmeyer D.<br />

53 Patel M., von Thienen N.,<br />

Worrell E.,<br />

54 Patel M.; Bastioli C., Marini<br />

L., Würdinger E<br />

2002 Towards the integration of renewable raw<br />

materials in EU climate policy, Part 1<br />

2003 Towards the integration of renewable raw<br />

materials in EU climate policy, Part 2<br />

Allegato B<br />

Food, Cosmetics and Drug Packaging, Vol. 26(2), pp. 35-39. Environmental/Biological<br />

Journal of Industrial Ecology, Special Issue on Biobased Products,<br />

Vol. 7, Issue 3-4, pp. 47 – 62<br />

Social<br />

Energy 28, pp.721-740 Environmental/Biological<br />

Agro-Food-Industry Hi-Tech, (Anno 13), pp.28-31 Political/Normative<br />

Agro-Food-Industry Hi-Tech, (Anno 14), No 1, pp.52-56 Political/Normative<br />

2000 Recycling of plastics in Germany Resources, Conservation and Recycling 29. Nos. 1-2, pp. 65-90 Social<br />

2003 Life-cycle assessment of bio-based polymers and Chapter in the encyclopaedia “Biopolymers”, Vol. 10, Wiley-VCH, , Environmental/Biological<br />

natural fibres<br />

pp.409-452<br />

55 Patel M. 2003 Review of life cycle assessments of bio plastics.<br />

Methodology and Results<br />

Food, Cosmetics and Drug Packaging, Vol. 26(1), pp. 13-19. Technological/Technical<br />

56 Patel, M. Reinhardt, G. A. 1999 Vegetable oils for biofuels versus surfactants: An Fett/Lipid 101, Nr. 9, S. 314-320. Wiley-VCH, Weinheim Environmental/Biological<br />

Zemanek, G.<br />

ecological comparison for energy and greenhouse<br />

gases<br />

57 Patel, M., Mutha N. 2004 Plastics production and energy "Encyclopedia of Energy" (C. J. Cleveland, R. Matsumura, eds.).<br />

Volume 5, Elsevier.<br />

Technological/Technical<br />

58 Peppas N. A., Langer R. S. 1995 Biopolymers II (Advances in Polymer Science) ISBN: 3540587888, Springer-Verlag Berlin and Heidelberg GmbH &<br />

Co. K<br />

Technological/Technical<br />

59 Reddy C.S.K., Ghai R.,<br />

Rashmi, Kalia V.C.<br />

2003 Polyhydroxyalkanoates: an overview Bioresource Technology, Vol 87, Iss 2, pp 137-146 Technological/Technical<br />

60 Sakai K., Taniguchi M., 2003 Making Plastics from Garbage: A Novel Process Journal of Industrial ecology, Vol. 7, Issues 3-4 - Industrial Ecology Technological/Technical<br />

Miura S., Ohara H.,<br />

of Poly-L-Lactate Production from Municipal of Biobased Products<br />

Matsumoto T. and Shirai Y.,<br />

Food Waste<br />

61 Solaro R., Corti A., Chiellini 1998 A new respirometric test simulating soil burial Journal of Environmental Polymer Degradation, num. 4, vol. 6, pp. Environmental/Biological<br />

E.<br />

conditions for the evaluation of polymer<br />

biodegradation<br />

203<br />

62 Steinbüchel A. 2003 Biopolymers, Volume 10, General Aspects and Weinheim,Germany: Wiley, ISBN 3527302298 Technological/Technical<br />

S i l A li i<br />

Il progetto Activa 355


63 Tosin M., Degli Innocenti<br />

F., Bastioli C.<br />

64 Vorwerg W., Dijksterhuis J.,<br />

Borghuis J., Radosta S.,<br />

Kroger A.<br />

Special Applications<br />

Allegato B<br />

1996 Effect of the Composting Substrate on<br />

Biodegradation of Solid Materials Under<br />

Controlled Composting Conditions<br />

Journal of Environmental Polymer Degradation, Vol. 4, No. 1. Environmental/Biological<br />

2004 Film properties of hydroxypropyl starch Starch - Starke, Vol 56, Iss 7, pp 297-306 Technological/Technical<br />

65 Chandra, R. and Rustgi, R. 1998 Biodegradable polymers Progress in Polymer Sciences 23: 1273 – 1335 Technological/Technical<br />

66 Garde, A., Schmidt, A.S., 2000 Agricultural crops and residuals<br />

Proceedings<br />

Technological/Technical<br />

Jonsson, G., Andersen, M.,<br />

as a basis for polylactate production in Denmark of the Food Biopack Conference, Copenhagen, 27 – 29 August 2000,<br />

Thomsen, A.B., Ahring,<br />

B.K. and Kiel, P.<br />

pp. 45 – 51<br />

67 Graaf, de L. A. and Kolster, 1998<br />

MacroMolecular Symposia 127, p. 51. Social<br />

P.<br />

Industrial proteins as green alternative for<br />

“petro”polymers: potentials and limitations<br />

68 Krochta, J.M. and De 1997 Edible and biodegradable polymer films: Food Technology 51: 60 – 74. Economic<br />

Mulder-Johnston, C.L.C.<br />

Challenges and opportunities<br />

69 Weber J.C. 2000 Biobased Packaging Materials for the Food<br />

Industry Status and perspectives<br />

http://www.mli.kvl.dk/foodchem/special/biopack/html/mission_1.htm Political/Normative<br />

Tabella Progetti<br />

Codice Ente finanziatore Periodo di<br />

Progetto<br />

durata<br />

1 Unione europea 01/12/1993<br />

Duration 36<br />

months<br />

2 Unione europea 01/09/1994<br />

Duration 48<br />

months<br />

Titolo Tipologia Note e commenti<br />

AIR2-CT93-1099:<br />

Biodegradability of<br />

Bioplastics: Prenormative<br />

Research, Biorecycling and<br />

Ecological Impacts<br />

AIR2-CT94-1187:<br />

Thermoplastic Starches for<br />

Industrial Non-Food Uses<br />

Internazionale In the European Union (EU) 5 to 10 million tons of plastic waste ends up in landfills or is incinerated. The<br />

application of biodegradable plastics and their disposal through composting and anaerobic digestion is now<br />

under discussion. For the labelling of materials as biodegradable or compostable, reliable test methods are<br />

needed. Biological disposal methods enable the biorecycling of natural resources used for the production of<br />

these bioplastics. In the project, standard test systems and methods for the assessment of the biodegradability o<br />

bioplastics were developed. Methods for the biorecycling of bioplastic waste, and to define ecological impacts<br />

of production, biodegradation and biorecycling of bioplastics were evaluated.<br />

Activities A set of bioplastics (Biopol, Bionolle, MaterBi, polycaprolactone, cellulose acetate) that are<br />

described as biodegradable was used. Several hundred microbial strains that degrade bioplastics in vitro were<br />

isolated and identified, revealing the biodiversity and biodegrading abilities of microorganisms that are able to<br />

degrade these materials in the environment. A range of standardised biodegradation tests were developed and<br />

optimised. A battery of in vitro tests with defined cultures of biodegrading microorganisms allows rapid and<br />

reproducible preliminary assessment of biodegradability of bioplastics, and yields excellent material for further<br />

documentation of biodegradation. This approach can be followed by highly standardised bench scale<br />

simulation tests in aqueous and solid environments.<br />

Internazionale The project was focused on the understanding of the concepts behind the well-known term "thermoplastic<br />

starch", in order to facilitate the development of specific products based on a thorough understanding of the<br />

material. Research within the project was sub-divided into the following tasks:<br />

Il progetto Activa 356


3 Unione europea 01/01/1995<br />

Duration 36<br />

months<br />

4 Unione europea 01/01/1995<br />

Duration 36<br />

Months<br />

5 Unione europea 01/01/1996<br />

Duration 36<br />

Months<br />

AIR3-CT94-2285:<br />

Development of Innovative<br />

Biodegradable Polylactic<br />

Acid Polymers, Based on<br />

Agricultural Raw Materials,<br />

for New Industrial<br />

Applications<br />

FAIR-CT95-0195: AFPP-<br />

QCPC: Annual fibre<br />

reinforced polypropylene<br />

composites for industrial<br />

applications: development<br />

of a quality controlled fibre<br />

production chain<br />

FAIR-CT95-0568:<br />

Production of novel starch<br />

polymers in maize, wheat,<br />

barley and potato<br />

Production and characterisation of starches and starchy fractions<br />

Optimisation of the melting process and analysis of its mechanisms<br />

Monitoring plasticisation and mobility properties<br />

(Bio)chemical modifications and blending<br />

Modelling of time dependent properties<br />

In-factory feasibility studies and application research<br />

Allegato B<br />

Internazionale A combination of increased environmental concern, legislation such as the recent EU Packaging Directive and<br />

the desire to find natural alternatives to petrochemical based products, has created a potential large market for<br />

lactic acid. This would be used as an intermediate for the production of biodegradable polymers, as is already<br />

occurring in the United States. This represents a unique opportunity for large scale industrial transformation of<br />

massive amounts of glucidic substrates from agro food by products (whey in particular) by fermentation. The<br />

purpose of this project is to evaluate the technology available and develop the complete chain from<br />

fermentation to final product. The activities were divided in two parts:<br />

ammonium lactate production was studied and optimised using high cell density bioreactor coupling<br />

fermentation and microfiltration module<br />

calcium lactate production coupling fermentation and extraction of calcium lactate by continuous<br />

crystallisation process<br />

Internazionale The main objectives were:<br />

Stimulation of the industrial use of annual fibre crops which can be grown in EU countries, especially<br />

indigenous crops such as flax and hemp.<br />

Development and optimisation of (pre)treatment and processing methods for annual fibres to specifically adapt<br />

them to function as reinforcers in composites with the synthetic thermoplastic polypropylene (PP).<br />

Development of a composite material composed of polypropylene, isotropically reinforced by randomly<br />

oriented annual fibres (AFPF) and use of such material in industrial applications particularly automotive<br />

components.<br />

Internazionale the most important EU crops. This could only be achieved if the understanding of structural specification in<br />

starch granules was improved and a full understanding of how technologically useful substructures are<br />

produced obtained. The project thus aimed both to generate such knowledge and using this to produce new<br />

polymers in potato, maize, barley and wheat.<br />

Activities: The work was divided into the following four majors tasks:<br />

Improving understanding of structural specification in starch granules<br />

Establishing the correlation between important technological attributes of starches and defined polysaccharide<br />

substructures<br />

Understanding fully how technically useful substructures are produced in plants<br />

Devising means by which novel structures can be produced and achieving the production of new starch<br />

polymers.<br />

Three breeding programmes involving wheat, maize and potato were integrated into these tasks with the<br />

following aims.<br />

Wheat was used to obtain low-amylose or amylose free starch-producing plants using an antisense RNA<br />

approach.<br />

The maize breeding programme consisted of producing, by crossing, several sets of mutant combinations that<br />

would yield starches with interesting properties.<br />

With potato the aim was to generate targeted mutations or randomly selected mutant alleles, with the<br />

Il progetto Activa 357


6 Unione europea 01/01/1996<br />

Duration 36<br />

Months<br />

7 Unione europea 01/01/1997<br />

Duration 36<br />

Months<br />

8 Unione europea 01/12/1996<br />

Duration 36<br />

Months<br />

9 Unione europea 01/12/1996<br />

Duration 48<br />

Months<br />

10 Unione europea 01/09/1997<br />

Duration 36<br />

Months<br />

FAIR-CT95-0837: Novel<br />

Polyol Intermediates<br />

Derived from<br />

Biosustainable Starch for<br />

Polymer Technologies -<br />

STARPOL<br />

FAIR-CT96-1780:<br />

PHAstics: Sustainable<br />

Production in<br />

Biodegradable Polyesters in<br />

Starch-Storing Crop Plants<br />

FAIR-CT96-1912:<br />

Biodegradable polyesters<br />

from 1,3-propanediol and<br />

succinate produced by<br />

fermentation of regrowing<br />

resources<br />

FAIR-CT96-1979: Wheat<br />

Gluten as Biopolymer for<br />

the Production of<br />

Renewable and<br />

Biodegradable Materials<br />

FAIR-CT96-3070:<br />

Production of<br />

biodegradable films and<br />

bottles made of polylactic<br />

acid polymers (PLA)<br />

Allegato B<br />

expectation of producing a diversity of starch structures comparable to that presently existing in maize<br />

Internazionale The principal objective of this project is to generate a range of novel biosustainable polyols for use as<br />

alternative intermediates to the conventional petrochemically derived materials, which are used in the<br />

production of advanced polymers by a range of European chemical industries.On the basis of the work carried<br />

out, the conclusions would be that:<br />

in the production of saturated polyester resins for powder coating systems, isosorbide can be a preferable<br />

alternative especially for hybrid systems where the weathering resistance is of minor importance.<br />

As far as the synthesis of medium and long oil alkyd resins is concerned, bio-sustainable tetrols offer an<br />

acceptable and attractive alternative of pentaerythritol resulting in coatings with excellent properties.<br />

For unsaturated polyester resins, with the price of isosorbide being, at present, higher than the price of glycol,<br />

there does not appear to be an incentive to switch towards this novel material.<br />

Internazionale The main objective of the current project was the sustainable production and application of biodegradable<br />

polyesters, poly (3-hydroxyalkanoates), PHAS, by starch-storing crop plants, supported by knowledge<br />

generated by bacterial PHA pathway engineering and fermentation. It is anticipated that the broad applicability<br />

of these biodegradable polyesters will contribute to a considerable decrease in the current accumulation of non-<br />

degradable plastics and a large number of other commodities produced from mineral oils.<br />

Internazionale The overall goal of the present project was the synthesis of biodegradable polyesters from two main monomers<br />

1,3-propanediol and succinate (produced by fermentation from renewable sources) and from other dicarboxylic<br />

acids (like terephthalic acid) used as an auxiliary monomers to modified the chemical and physical properties<br />

of the polyester. The main advantage of this approach compared to polyhydroxyalkanoates or polylactides (two<br />

biodegradable polyesters that can be produced from renewable sources) was the possibility to easily modify the<br />

physical properties of the polyester to the qualities required for articles made of plastic.<br />

In the framework of this project we have demonstrated that Clostridium butyricum can ferment low grade<br />

glycerol and produce 1, 3 propanediol. We have isolated and sequenced the genes encoding the butyrate, the<br />

glycerol oxidation and the glycerol reduction pathways of C. butyricum<br />

Internazionale This project will be looking at the development of plant constituents as a source of renewable materials for<br />

industry. It starts with an established agro-industrial product (protein known as gluten derived from wheat)<br />

which is mainly used in the food industry as an additive to improve bread made from soft wheat. The objective<br />

of this project is to investigate non-food use of films made from gluten, for example as biodegradable<br />

packaging material. This project has shown that biomatetials of varying mechanical properties can be prepared<br />

from industrial gluten (native or deamidated) and from gliadins and glutenin enriched fractions using either an<br />

aqueous casting procedure or thermomoulding. Casting could be performed in aqueous, alkaline or<br />

acidic/ethanolic conditions. Depending on the casting conditions, on plasticizer and protein/plasticizer ratio, the<br />

stress and strain of films generally ranged from I to 4.5 Mpa and 100 to 800%. For industrial gluten, these<br />

values were generally comprised between I and 3 Mpa and 300-500% respectively.<br />

Internazionale Considerable efforts are currently made to improve the quality of our environment, with particular attention<br />

given to the processing of refuse of which plastic materials counts for the major part. Within this framework,<br />

the use of products derived from a PLA (polylactic acid) polymer, would be a partial solution to this problem.<br />

Since, in addition to its biodegradable and biocompatible features, PLA also shows excellent mechanical<br />

characteristics.<br />

The development of this polymer also opens new opportunities for diversification within the European<br />

agricultural sector, which is currently under recession. Indeed, the development of this biodegradable polymer,<br />

Il progetto Activa 358


11 Unione europea 01/12/1997<br />

Duration 24<br />

Months<br />

12 Unione europea 01/10/1997<br />

Duration 30<br />

Months<br />

13 Unione europea 01-10-1996<br />

Duration 36<br />

Months<br />

14 Unione europea 01/06/1998<br />

Duration 36<br />

Months<br />

FAIR-CT96-3132:<br />

International Centre for<br />

Biopolymer Technology<br />

(ICBT)<br />

FAIR-CT96-3255:<br />

Biodegradable packaging<br />

film materials for high<br />

barrier applications<br />

FAIR-CT96-5036: The<br />

improvement of industrial<br />

corn gluten for non-food<br />

applications<br />

FAIR-CT98-3919: New<br />

functional biopolymer -<br />

natural fibre - composites<br />

from agricultural resources<br />

Allegato B<br />

synthesised from renewable sources, such as sugar, maize or other fermentable materials, will require the<br />

cultivation of hundreds of thousands hectares of agricultural land to produce the required feedstock.<br />

Internazionale The objective of the International Centre of Biopolymer Technology (ICBT) is to build and maintain an active<br />

communication network of leading European scientists. The network consists of university groups, research<br />

institutes, and industries all over Europe.<br />

Internazionale The overall aim of the project is to provide biodegradable polymer films, based on renewable resources, for<br />

medium and for high barrier flexible packaging applications. These are to be, in comparison to the<br />

conventional polymers presently used:<br />

competitive in terms of functionality (i.e. that they fulfil the technical and legislative requirements for<br />

application in the selected fields)<br />

comparable in integral costs for materials, processing, use and waste management<br />

compatible with anaerobic and aerobic biological waste management strategies<br />

allow improvements in terms of environmental impacts over the whole product life cycle<br />

The project aims to supply at least two different types of biodegradable packaging films, namely medium<br />

barrier films and high barrier films. In both cases conventional, non-biodegradable films, will serve as a<br />

reference in terms of technical performance. The packed products envisaged for this project are:<br />

hygiene articles (for application of the medium barrier films)<br />

herbs/spices and cereals (for application of the high barrier films)<br />

The waste management schemes foreseen for these products after their use are:<br />

conventional aerobic treatment together with the municipal bio-waste (composting) for the food packaging<br />

combined anaerobic / aerobic treatment in a communal waste water treatment plant, for the wrappings of<br />

hygiene articles<br />

The environmental impacts of the materials to be developed in the course of this project will be compared to<br />

those of their reference counterparts over their whole life cycle. Focus will be given to globally relevant<br />

environmental impact parameters, especially in terms of the relative impact of use of non-renewable and<br />

renewable energy dependent resources and their contribution to global warming.<br />

Internazionale Maize is one of the major cereal crops in the world and one of its main uses is as animal feed. However, maize<br />

is also processed, principally by wet milling. The main purpose of wet milling is for starch production, during<br />

which insolubles proteins (maize gluten and zeins) are obtained. Maize gluten is mainly used as animal feed. It<br />

does not possess any functional properties that are essential for food and non-food applications (coatings,<br />

adhesives, surfactants, disposables, binders for paint and ink). However, based on its biochemical structure<br />

such as high hydrophobicity, low price and high abundance, maize gluten is a potentially interesting source for<br />

these applications. This project focused on the improvement of the functional properties of this protein through<br />

modification. In addition it investigated the effect of industrial processing of the proteins in the maize gluten,<br />

especially as far as their functional properties were concerned.<br />

Internazionale The project has the following objectives:<br />

Selection of suitable fibre and matrix components based on agro-industrial resources.<br />

Providing chemically modified matrix materials from renewable resources.<br />

Optimising processing methods for the new biocomposites.<br />

Manufacturing demonstration parts on a pre-competitive level, with the automotive industry the main potential<br />

market.<br />

Characterising the new materials according to industrial standards.<br />

Il progetto Activa 359


15 Unione europea 01-01-1999<br />

Duration 19<br />

Months<br />

16 Unione europea 1-1-1999,<br />

DURATION:,<br />

24 MONTHS<br />

17 Unione europea 01-02-2001<br />

Duration: 36<br />

months<br />

FAIR-CT98-4046:<br />

Biobased food packaging:<br />

quality assurance and food<br />

safety<br />

FAIR-CT98-9715:<br />

Development of a low cost,<br />

environmentally friendly,<br />

starch-based packaging<br />

G1RD-2000-00338:<br />

AGRO-COMPOSITES:<br />

Highly efficient process for<br />

the production of a new<br />

environmentally-friendly<br />

resin and of innovative<br />

composite materials<br />

(continua in note)<br />

Allegato B<br />

Assessing bio-stability and biodegradability of the composites<br />

Manufacturing parts where there is a specific need for biodegradability.<br />

Establishing a cradle to grave analysis with respect to the environmental and economic impacts of the<br />

processed demonstration parts.<br />

Internazionale The biopolymer market is emerging fast and is anticipated to grow rapidly within the next ten years.<br />

Commercialisation has been devoted mainly to short duration applications like disposables and waste bags.<br />

Little attention has been devoted to biopackaging of food products, irrespective of the fact that food packaging<br />

might entail a wide range of new business opportunities based on consumers demands for non-synthetic<br />

packaging materials. An understanding of the interactions between foods and packaging materials is essential<br />

to ensure optimal quality of food products. Consequently, development of the optimal food packaging materials<br />

demands contributions both from food scientists and polymer chemists. Based on a collaboration between<br />

scientists with different backgrounds, this Concerted Action will contribute to form a clear picture of the state<br />

of the art of manufacturing and application of biobased food packaging, defining the prospects for European<br />

biobased food packaging and future research needs.<br />

Internazionale Each year, as industry produces more and more packaged products, we, in turn, throw away more and more<br />

rubbish. Many packaging materials will only be used once, then thrown away as garbage where they will last<br />

forever. Polystyrene foam, for instance, represents a prime example. It seems appropriate that products of this<br />

nature, which are not supposed to be durable, could be made from biodegradable materials, so that they can be<br />

returned to the environment after use. In recent years, most packaging industries are being forced by different<br />

product manufacturers and end users to supply the market with biodegradable alternatives and to assume a<br />

more responsible approach to packaging. The goal of this project has been to develop a starch-based foam for<br />

industrial packaging applications, such as protective packaging for ceramics and small electronic equipment.<br />

Various parameters such as starch source, processing temperature, water content, presence of nucleating agents<br />

production process and packaging requirements have been evaluated and optimised.<br />

Two approaches for manufacturing starch foams were identified and experimental work has been carried out to<br />

prove their feasibility and define the technical risks involved in these processes. These approaches Were: (i)<br />

Injection moulding of starch granulate into foamed products, whereby starch is molten at high temperatures in<br />

an injection moulding machine, and expanded in a pre-designed mould; and (ii) Hot air blowing expansion of<br />

starch granulate, using a similar process to that used in the manufacture of expanded polystyrene.<br />

Existing injection equipment and expandable polymer bead systems have been adapted for this proposed<br />

technology. Polystyrene and polyurethane foams used in packaging will have a more environmentally benign<br />

alternative. Practical applications have been validated for the ceramic industry and for low weight electronic<br />

devices.<br />

Internazionale (continua da titolo) using this resin in high tech and traditional industries.<br />

The increasing environmental concern of the community lead, over recent yearsyears, to the recognition of the<br />

need for new processes that would be versatile and eco-efficient. One partner of this project has discover and<br />

patented the synthesis of a new environmently-friendly resin based on vegetable oils. This is suitable for use in<br />

various application fields ranging from traditional to high tech industry.<br />

A consortium was created including several industrial partners from different areas in order to to develop new<br />

processes either using this resin or allowing its production. Such processes will be oriented towards modern<br />

factory use. The optimisation of these processes, to be realised within the present project, will allow production<br />

of some objects based on composite materials in the fields of the aeronautics, automotive, wood, textile and<br />

Il progetto Activa 360


18 Unione europea 01-06-2002<br />

Duration: 24<br />

months<br />

19 Unione europea 01-12-2001<br />

Duration: 36<br />

months<br />

20 Unione europea 06-07-2000<br />

Duration: 12<br />

months<br />

21 Unione europea 01-12-2001<br />

Duration: 24<br />

months<br />

22 Unione europea 01-12-2001<br />

Duration: 36<br />

months<br />

23 Unione europea 01-02-2000<br />

Duration: 48<br />

months<br />

G1ST-2002-50210:<br />

Production of easily<br />

recyclable co-extruded<br />

sheets based on the use of a<br />

renewable, biodegradable<br />

polymer as an inner layer<br />

G5RD-2001-00591: Dairy<br />

industry waste as source for<br />

sustainable polymeric<br />

material production<br />

G5ST-2000-00155:<br />

Biodegradable extruded<br />

starch based plastics for<br />

Packaging material<br />

G5ST-2001-50120:<br />

BIOdegradable extruded<br />

starch-based plastics for<br />

packaging material<br />

QLK1-2001-01823: Safe<br />

and eco-efficient packaging<br />

solutions for the food<br />

industry (ECO - PAC)<br />

QLK5-1999-01298:<br />

BIOFOAM: Bio-source<br />

based recyclable poly<br />

Internazionale<br />

Allegato B<br />

furniture industries. At the end of this project, it is expected that some new environment friendly processes<br />

suitable for rapid industrial development will have been developed and that these will permit the production of<br />

a wide range of products with decreased environmental impact and optimised production costs.<br />

Internazionale Polyhydroxyalkanoates (PHAs) are biologically synthesized and biodegradable polyesters that may substitute<br />

fossil oil-derived plastics. A new process for sustainable production of PHAs with controlled composition to be<br />

used as key components in the design and production of biodegradable plastic packaging items is proposed.<br />

Whey, a European wide surplus and waste material from dairy industry will be taken as cheap feed stock for<br />

the process.<br />

After assessment of raw materials and PHA producing bacterial strains, the biotechnological process will be<br />

optimised as well as polyester extraction, using nontoxic inexpensive solvents. Purified PHA will be<br />

chemically and physically characterized and, guided by the industrial converter partners and end-user needs, an<br />

integrated production process for novel biodegradable plastics dedicated to environmentally friendly packaging<br />

and containers, meeting the EC-directive 62/94, will be the ultimate project goal.<br />

Internazionale Packaging manufacturers cannot address the users need for biodegradable packaging material. A diversity of<br />

users like industry, retailers, farmers and medical care are faced with growing pressure to minimise non -<br />

degradable packaging waste. The driving force powering the development of biodegradable materials is the<br />

sheer quantity of packaging waste. The EC has defined this waste stream to receive priority attention. At<br />

present there is no biodegradable alternative for disposable plastics combining all the features, functionalities<br />

and economics to become real competitive. Current biodegradable packaging material lacks the combination of<br />

required biodegradability, properties, shape and product costs. This project however will develop a competitive<br />

alternative through a novel approach introducing micro-scale blends of starches and synthetic polymers using<br />

compatabiliser techniques. In Europe, the market potential is estimated up to about 500 000 ton/year.<br />

Internazionale<br />

Internazionale The common scientific and technological objective of this network is to promote and optimise recyclable<br />

packaging for a range of food products to conform to current food packaging legislation. This will be done<br />

using existing and/or new materials. There exists a very wide range of food products, which must be stored and<br />

prepared in different conditions. While the network proposes to identify solutions for most of these, it is<br />

necessary to be realistic and set specific targets to be achieved within the network. The primary target will be<br />

recyclable packaging for the replacement of plastic food packaging trays, films and cartons currently used for<br />

eg frozen goods, refrigerated goods, microwave products, ready oven-cook foods, fast-food products,<br />

perishable products (raw meat, cooked meat, fish, dairy, vegetables and fruit etc.).<br />

Internazionale The BIOFOAM project aims at developing foams from aliphatic segmented poly(ester-co-amide) and<br />

poly(ester-co-urethane) block copolymers synthesised with chemicals obtainable from renewable feedstock. In<br />

the first three years of the four years project, the RTD activities focused on developing flexible open cell foams<br />

Il progetto Activa 361


24 Unione europea 01-02-2000<br />

Duration: 36<br />

months<br />

25 Unione europea 01-02-2000<br />

Duration: 36<br />

months<br />

26 Unione europea 01-01-2001<br />

Duration: 48<br />

months<br />

27 Unione europea 01-01-2001<br />

Duration: 42<br />

months<br />

(ester-co-amide)s and poly<br />

(ester-co-urethane)s for<br />

industrial foam applications<br />

QLK5-1999-01355:<br />

BIOFLEX RENEW:<br />

Biocompatible flexible<br />

polymer alloys based on<br />

polyesters from renewable<br />

resources for massconsumer<br />

applications<br />

involving contact with<br />

human fluids and tissues<br />

QLK5-1999-01442:<br />

ENHANCE: Green<br />

chemicals and biopolymers<br />

from rapeseed meal with<br />

enhanced end-performances<br />

QLK5-2000-00044:<br />

Biodegradable plastics for<br />

environmentally friendly<br />

mulching and low-tunnel<br />

cultivation<br />

QLK5-2000-00766:<br />

BIOLIVE: Development of<br />

industrial solutions for the<br />

recycling and valorization<br />

of the olive oil fabrication<br />

residues for biopolymers<br />

and fine chemicals<br />

Allegato B<br />

from segmented poly(ester-co-amide) (PEA) block copolymers. The specific focus on PEA was imposed by the<br />

need to converge to a manageable RTD activity and the constraints on the ultimate polymer required in terms<br />

of renewable feedstock and intrinsic properties. Furthermore, the timeline dictated finding a balance between<br />

what is practically possible and ultimately desirable in terms of foam applications.<br />

Internazionale The massive consumption of crude fossil fuel, both as energy source and as raw material supply, results in<br />

environmental penalties incompatible with the concept of sustainable growth in a modern society. In this<br />

context, production of fine chemicals through their natural synthesis by fermentation of excess agricultural<br />

products or agro-industrial sub-products is a very appealing alternative compared to their conventional<br />

production from petrochemical sources. In particular, the synthesis from natural resources of polymers which<br />

could be blended with poly vinyl chloride (PVC), for production of polymer alloys with properties comparable<br />

to plasticised PVC grades. This could lead to a total replacement of phthalate PVC plasticisers nowadays<br />

heavily contested from both medical and environmental points of view, especially in highly demanding<br />

applications such as blood and plasma bags, medical tubing or toys, which will be an extremely successful<br />

development due to the very high volumes of productions involved and the resulting safety improvement for<br />

these highly demanding applications.<br />

Internazionale The objective of the enhance project is to expand the production and use of European oilseeds as biological raw<br />

materials in green chemicals and polymers, with enhanced end-use performances of meals and proteins, in<br />

versatile markets. Evaluating uses of oilseed protein products in innovative markets (floor coverings,<br />

insulation, cosmetics, paper coating), the multidisciplinary approach of the project shows clear market-led and<br />

industrial guidance. Considering the whole processing chain (meals and protein processing, innovative protein<br />

modifications, end-use performances and market) ensures that economic, social and environmental benefits<br />

(naturally based materials, modified proteins for paper industry and cosmetics, improved processing) will meet<br />

societal and consumer demands for a more competitive agriculture, sound environmental products and<br />

processes.<br />

Internazionale The development of biodegradable films suitable for soil mulching and/or covering of low-tunnels could offer<br />

a solution to environmental problems related to direct cover cultivation. The efficient and profitable use of such<br />

biodegradable films aiming at reducing pollution in rural areas through practising environmentally friendly,<br />

sustainable agriculture, involves several crucial agronomic and technological questions. These relate to<br />

definition of specifications for the development of bioplastic films production and testing of new biodegradable<br />

films suitable for mulching and low-tunnel or direct cultivation as well as the evaluation of the performance of<br />

the new bioplastic films.<br />

The overall aim of the project is to investigate all of the above mentioned aspects and to integrate them into<br />

well justified agricultural techniques using bioplastics for enhancing sustainable, environmentally friendly and<br />

economically optinised mulching, direct cover and low-tunnel cultivation in Europe<br />

Internazionale The olive oil industry is a major activity in Southern Europe and the Mediterranean basin, which produces 95%<br />

of the world's olive oil, as well as 2.4 Mt, and 30 Mt of solid/liquid residues called alpeorujo. The project will<br />

develop new processes to valorize the alpeorujo in the biopolymer and fine chemical industries. The lignin and<br />

cellulose contained in the solid residue orujillo will be transformed by liquefaction into new polymer<br />

components for polyurethane/phenoplaste polymers and will replace the polyol/phenol components issued from<br />

the petrochemistry. The fats contained in the liquid residue "alpechin" will be extracted by a vegetal adsorbent<br />

made with hydrophoded orujillo and other vegetal fibbers. This process should allow the recovery of fine<br />

chemical products from the fats for further valorisation in the pharmacology<br />

Il progetto Activa 362


28 Unione europea 01-12-2000<br />

Duration: 36<br />

months<br />

29 Unione europea 01-01-2003<br />

Duration: 36<br />

Months<br />

30 Unione europea 01-05-2002<br />

Duration 24<br />

Months<br />

31 Unione europea 01/06/2003<br />

Duration:36<br />

months<br />

32 Unione europea 01/01/2003<br />

Duration: 36<br />

months<br />

QLK5-2000-00799:<br />

BIOPACK: Proactive<br />

biobased cheese packaging<br />

QLK5-2001-02431:<br />

BIOPAL-Algae as raw<br />

material for production of<br />

bioplastics and<br />

biocomposites contributing<br />

to sustainable development<br />

of European Coastal<br />

Regions<br />

QLK5-2002-70847:<br />

GREENFOAM -100%<br />

biodegradable thermo<br />

insulating foam packaging<br />

for fastfood, ice and drinks<br />

E! 3064 EUROENVIRON<br />

BIOMIXEDPACK<br />

Multilayer Packaging<br />

Materials From Renewable<br />

Resources<br />

E! 2992 EUROENVIRON<br />

MINIEM Novel Water<br />

Borne Polymeric Binder<br />

And Polymerisation<br />

Process For Paint, Polymer<br />

And Building Industries<br />

33 POVALCOL, Production<br />

of a new sustainable<br />

polymer packaging material<br />

based on PVA and<br />

utilisable collagen waste<br />

Allegato B<br />

Internazionale BIOPACK is a new concept in food packaging. It will involve new approaches such as the use of oxygen<br />

scavengers, preservatives encapsulated in cyclodextrins (CDs) incorporated into PLA (polylactic acid) and<br />

PHB (poly 3-hydroxybutyrate) as active protective agents in this biobased system. In the first instance, this new<br />

proactive packaging will be targeted towards considerably improving the quality and safety of cheeses. The<br />

objective is to extend the shelf-life of cheeses from 2-3 months to 9 months. BIOPACK will aim to be costcompetitive<br />

and a successful concept could help to expand the market for hard and very hard cheeses<br />

considerably, especially through providing a new packaging which makes increased exports from Europe<br />

possible. This could be of major economic benefit to cheese producers directly and farmers indirectly in many<br />

regions of Europe. The BIOPACK principles will also be exploitable for the packaging of other foods.<br />

Internazionale agriculture, automotive and packaging industry as well as a biofilter systems for heavy metal accumulation<br />

including the biodegradation and bio-recycling aspects. A part of the project is dedicated for over all<br />

specification, collection, pre-treatment of algae, and the monitoring of algae proliferation as natural resource<br />

tasks. European socio-economic and environmental objectives will be mainly taken into consideration in order<br />

to create jobs and enhance rural economy of Coastal regions.<br />

Internazionale The aim of this project is to develop a 100% biodegradable foam, that is easily processable, and can be used for<br />

fastfood packaging. This sets specific demands on water, vegetable oil and heat resistance, as well as on<br />

microbiological properties.<br />

The project will use specific nano-composite know how from one of the partners to increase the water<br />

resistance of starch based formulations. Since there is limited knowhow within the participating SMEs relating<br />

to starch based formulations for mould-forming, complete recipes and processing methods will also be<br />

developed.<br />

Internazionale Development And Elaboration Of Prototype Production Of Multilayer Packaging Materials Consisting Of<br />

Paper Coated With New Polymers From Renewable Resources.<br />

Internazionale Development Of A Novel, Environmentally Friendly Polymeric Binder And Protective Coating For Wood<br />

Without Volatile Organic Compunds To Improve Protective Properties And Durability Of Wood. The Project<br />

Aims To Develop An Alkyd Acrylate Hybrid Emulsion<br />

Internazionale Le proteine come il collagene sono di particolare interesse perché questi biopolimeri non hanno un impatto<br />

negativo sulla salute umana o ambientale. Il collagene è un importante costituente delle strutture di supporto sia<br />

dei vertebrati che degli invertebrati. Nei mammiferi, il collagene rappresenta la proteina più presente nel corpo,<br />

a formare il principale costituente della pelle, tendini, cartilagine, ossa e tessuti connettivi. L'idrolisi enzimatica<br />

modificata degli scarti di collagene impiegata in Repubblica Ceca, ha aperto la possibilità di usare il collagene<br />

idrolizzato per diverse applicazioni (fertilizzanti, adesivi, misture di cemento, ecc.), così come additivi per<br />

materie plastiche che aumentano la loro sostenibilità. Perciò, il PVAL modificato con collagene idrolizzato<br />

studiato nel progetto, presenta una materia plastica sostenibile molto progressiva lavorabile in film per usi in<br />

Il progetto Activa 363


34 Fraunhofer- Institut<br />

System und<br />

Innovationforschung,<br />

Karlsruhe<br />

Germany<br />

11/2000 -<br />

2/2002<br />

Biotechnological<br />

production of value-added<br />

substances from industrial<br />

waste streams with special<br />

reference to energy carriers<br />

and biopolymers<br />

35 Miur Studio di materiali<br />

polimerici innovativi<br />

36 Miur 42 MESI Formazione di ricercatori<br />

altamente qualificati<br />

orientati alla realizzazione<br />

di imballi biodegradabili a<br />

base di prodotti da fonte<br />

rinnovabile per alimenti a<br />

media e lunga<br />

conservazione<br />

37 Miur 24 mesi Foglia espansa<br />

biodegradabile<br />

38 MIUR 36 mesi Studio, sviluppo ed<br />

applicazione di nuovi<br />

polimeri inerti o<br />

funzionalizzati per impiego<br />

nei processi di estrazione,<br />

Allegato B<br />

agricoltura, silvicoltura, imballaggio ecc.<br />

In questo progetto, svilupperemo la tecnologia per la produzione di prodotti polimerici biodegradabili e<br />

idrosolubili a base di alcool polivinilico (PVAL) e collagene idrolizzato (CH) fatto da scarti dell'industria del<br />

cuoio. I produttori di plastica delle PMI (piccole e medie imprese) nella partnership, hanno ottenuto l'aiuto di<br />

organizzazioni di ricerca con abilità appropriate, e di altre PMI produttrici di particolari manufatti per<br />

l'agricoltura. Si possono prevedere reciproci benefici per tutti i tipi di PMI che sono partner<br />

Nazionale Biotechnical processes offer considerable potentials in production-integrated environmental protection. In this<br />

research report, it is investigated whether environmentally friendly biotechnical processes could be more<br />

widely implemented in industry if they produce selected value-added substances and at the same time use<br />

industrial waste streams as cheap substrates. The investigation focusses on value-added substances based on<br />

renewable resources which may substitute functionally equivalent products made from fossil resources,<br />

especially on biotechnically producable polymers and the biofuels ethanol, acetone and butanol. The state of<br />

science and technology for the production of these value-added substances and for the utilization of industrial<br />

waste streams as substrates is presented. Processes sufficiently developed for large-scale application are<br />

assessed with respect to economic aspects, feasibility and environmental effects. Hindrances and R&D needs<br />

are identified. Only few biotechnically producable polymers based on renewable resources have been<br />

commercialized or are close to commercialization. They are restricted to market and application niches.<br />

Therefore, the contribution of biotechnical processes for saving fossil resources is presently quantitatively<br />

negligible and will also remain so in the foreseeable future. All bioprocesses which have been commercialized<br />

or are near commercialization use agricultural products (sugars, starch hydrolysate) as substrate, but no<br />

industrial waste streams. Therefore, there is at present no empirical support for the assumption that a<br />

commercial breakthrough of biotechnical production processes for value-added substances can be achieved by<br />

lowering substrate costs alone.<br />

Nazionale informazioni a Waste Recycling S.p.A. Castelfranco di Sotto (PI), tel. 05712901<br />

L.297/14 http://roma.cilea.it/Sirio/<br />

Nazionale Il progetto si prefigge il fine di formare ricercatori con specifiche competenze nella realizzazione di film e<br />

foglie multistrato completamente biodegradabili con elevato contenuto di materie prime da fonte rinnovabile e<br />

comunque in grado di ridurre le emissioni di gas con effetto serra in relazione all`intero ciclo di vita. Dovranno<br />

inoltre acquisire un`ampia visibilità sulle problematiche concernenti la gestione delle attività di ricerca e<br />

trasferimento di tecnologie, nonché sugli aspetti inerenti le interazioni tra ricerca, produzione e mercato.<br />

NOVAMONT S.P.A.<br />

Nazionale L`obiettivo della ricerca è la messa a punto di una foglia espansa biodegradabile, compostabile e/o solubile,<br />

prodotta con materiali a base di amido di maie e, parallelamente, della tecnologia di processo atta a realizzarla.<br />

Dovrà quindi essere sviluppata una gamma di foglie che siano successivamente trasformabili per<br />

termoformatura, imbutitura e altre tecniche più avanzate, in manufatti quali vaschette per alimenti, foglie<br />

laminate doppio strato, vaschette portauovo, bicchierini, pannelli da imballaggio ed altro<br />

Nazionale (continua da note) con tecnologia innovativa a letto mobile simulato e reimpiego dei suddetti polimeri usati ne<br />

settore agricolo come agenti fertilizzanti, ammendanti e correttori di pH del terreno<br />

Lo scopo del progetto concerne: a) messa a punto di nuovi polimeri inerti e funzionalizzati per impiego come<br />

fasi solide stazionarie per processi di cromatografia industriale e come fasi solide di supporto enzimatico; b)<br />

applicazione di tecnologie a letto mobile simulato continue/semicontinue per il processo cromatografico e<br />

Il progetto Activa 364


purificazione e biocatalisi<br />

Allegato B<br />

come reattori di bioconversione; c) impiego dei prodotti di cui al punto A provenienti dal ciclo produttivo come<br />

dei prodotti biologici<br />

agenti fertilizzanti, ammendanti e correttori di pH del terreno.<br />

naturali (continua in note)<br />

RESINDION S.R.L., Rinasco (MI),<br />

39 Miur 18 mesi FILMAGRO Nazionale Studio e ricerca teorico sperimentale dei materiali e delle tecnologie innovative di produzione dei film per<br />

agricoltura con riferimento al loro utilizzo. Verranno ricercate le condizioni operative, la formulazione del<br />

polimero ottimali e la quantità di stabilizzante per massimizzare la resistenza alla fotossidazione e alle proprietà<br />

meccaniche. A tale ricerca si collegano interventi di riattivazione con riconversione relativi ad un centro di<br />

ricerca ed attività di formazione<br />

40 Unione Europea 01-05-1998<br />

Duration: 28<br />

months<br />

41 Unione Europea 11-10-2001<br />

Duration: 6<br />

months<br />

42 Unione Europea 01-09-2002<br />

Duration: 24<br />

months<br />

BRST-98-5180 100%<br />

biodegradable diaper<br />

G1ST-2001-00345<br />

Obtainment of panels and<br />

other wooden and plastic<br />

accessories from recycled<br />

paper and cardboards<br />

through a semi-dry<br />

processtion<br />

G1ST-2002-50173<br />

STARCHMOULD:<br />

Thermal processing of<br />

biodegradable starch-based<br />

RI.MA. Plast S.C.R.L.,<br />

Internazionale A 100% biodegradable diaper will be developed during the proposed project.<br />

The problem is the 4,5 million ton of diaper waste, in volume 11,25 Mm3, that is produced in the EU on an<br />

annual basis. The proposed product will reduce the environmental hazard that is caused by this waste as well as<br />

providing a financial benefit since use of the proposed new type of 100 % biodegradable diaper could result in<br />

a saving of up to 200 MEuro. The diaper will be produced from base materials of agricultural origin, all being<br />

100 % biodegradable and having a short CO2 cycle. Adaptations, both on materials and on machinery (that is<br />

designed for producing conventional diapers) will have to be made, in order to process the materials and make<br />

the product appropriate to the market. At the same time new materials of agricultural origin will have to be<br />

developed and evaluated. Suppliers and processors of raw materials, as well of producers of semi-finished<br />

materials and components for diaper are spread throughout Europe. In this project SME's and RTD's from 3<br />

European countries have been identified and participate directly, enabling development of this product to be<br />

done in a European context. An important issue to be considered is European normalisation and validation of<br />

waste streams. The new diaper should be able to be composted and/or fermented, thus saving environmental<br />

pollution and burning costs.<br />

At the time the project was proposed the regulation relating to waste disposal differed between Member States.<br />

To create harmony in this respect throughout Europe is one of the aims of the project, while waste treatment<br />

and validation of the resulting compost is the main technical objective.<br />

It is expected that there will be a saleable product describned by the time the project finishes. The participating<br />

SME's and their associates will have a market for the newly developed products as suppliers and producers.<br />

The 100% biodegradable diaper is expected to be a break-through product, encouraging the development of<br />

other fully biodegradable consumer products.<br />

Internazionale The aim of the project is to study and to realise a process to transform paper and the discarded paper of the<br />

industries into panels, plastic and other material for furniture or other industries.<br />

With this project, a no-water recycling system will be made whose output will be some material for the<br />

furniture or plastic industries, ready to be used for furnishing with no need for other processing. The project<br />

answer to the requirements of a new European set of rules about sustainable growth. These rules concern<br />

mainly with defence and reformation of environmental goods: water is one of the most precious and important<br />

natural resource. The project reduces the use of wood and plastic for the furniture industry and increases the<br />

use of recycled paper. This is an important aspect, indeed all the European countries have many difficulties in<br />

the recycle of paper, because recycling is difficult, expensive and needs a lot of water.<br />

Internazionale<br />

Il progetto Activa 365


43 Unione europea 01/09/2003 to<br />

31/12/2005<br />

44 Unione Europea 01-FEB-1999<br />

to 01-AUG -<br />

2001<br />

nanocomposites<br />

LIFE03 ENV/IT/000377<br />

Biodegradable Coverages<br />

for Sustainable Agriculture<br />

LIFE Paperfoam:<br />

demonstration of the<br />

applicability of an<br />

innovative technology to<br />

produce packagings, made<br />

of natural fibres and starch,<br />

which are both<br />

environmental friendly and<br />

of a high quality<br />

Internazionale<br />

Allegato B<br />

Internazionale LIFE99 ENV/NL/000232 The Paperfoam project was carried out to show the industrial packaging market that<br />

the patented ‘injection moulding’ technology is a method that can be easily applied, is very competitive and is<br />

also an environmentally friendly alternative which can be used in the production of packaging for food<br />

(hamburgers, etc.) and non-food applications (electrical equipment, electronics etc.). The technology is based<br />

on the use of recyclable raw materials, such as potato starch, instead of the usual polystyrenes or cardboard.<br />

A aim of the project was to build and operate a demonstration plant in order to show the market that, having<br />

drawn up the specifications, using this technology in combination with design tools (CAD/CAM) and<br />

knowledge of recipes, it was possible to have a continuous production process for all conceivable types of<br />

packaging.<br />

Il progetto Activa 366


.5 Coloranti Naturali<br />

Tabella Pubblicazioni<br />

Codice Autore Anno di Titolo Riferimenti Parola chiave Note e commenti<br />

Pubbl<br />

pubbl.<br />

1 ANGELINI L., MAROTTI 1993 First results concerning Proceeding "Second European Environmental/Biological Presenta i primi risultati ottenuti neell'ambito del Progetto di<br />

M., MIONI G., BELLONI P.<br />

morpho-physiological Symposium on Industrial Crops<br />

Ricerca PRisCA relativi alle caratteristiche agronomiche e<br />

and agronomic<br />

and Products", 22-24<br />

biochimiche di alcune specie tintorie.<br />

characteristics of various<br />

dye species.<br />

November, Pisa, Italy.<br />

2 ANGELINI L., BELLONI P. 1993 Caratteristiche<br />

L'Informatore Agrario, 41: 52- Environmental/Biological Lavoro a carattere divulgativo per dare informazioni su<br />

botaniche, morfo- 60.<br />

quelle che sono le principali piante tintoree, le loro<br />

fisiologiche e<br />

possibilità di coltivazione ed i loro principali settori<br />

agronomiche di specie di<br />

interesse tintorio.<br />

d'impiego.<br />

3 ANGELINI L., BONARI E. 1995 Gli agronomi riscoprono S. Anna News, 5: 6-9. Environmental/Biological Articolo divulgativo sulla riscoperta delle principali piante<br />

le piante tintorie.<br />

tintoree, sulla loro importanza storica e una loro eventuale<br />

possibilità di reintroduzione nei sistemi colturali italiani.<br />

4 ANGELINI L., PISTELLI L., 1997 Rubia tinctorum a source Industrial Crops and Products, Environmental/Biological L'articolo mostra i risultati di una sperimentazione volta a<br />

BELLONI P., BERTOLI A.,<br />

of natural dyes: 6: 303-311. ISSN 0926-6690.<br />

determinare le caratteristiche agronomiche della robbia<br />

PANCONESI S.<br />

agronomic evaluation,<br />

(Rubia tinctorium) e la quantificazione del principio<br />

quantitative analysis of<br />

colorante, in questo caso l'alizarina, mediante una nuova<br />

alizarin and industrial<br />

assays.<br />

metodica con HPLC.<br />

5 ANGELINI L., BELLONI P., 1997 Amaranto. Quaderni sulle piante tintorie (a Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

BERTACCHI A.<br />

cura di M.Marotti), Calderini<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

Editore, Bologna, pp.51-<br />

55.ISBN 88-206-6041-5.<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

6 ANGELINI L., BELLONI P., 1997 Camomilla dei tintori. Quaderni sulle piante tintorie (a Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

BERTACCHI A.<br />

cura di M.Marotti), Calderini<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

Editore, Bologna, pp.64-67.<br />

ISBN 88-206-6041-5.<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

7 ANGELINI L., BELLONI P., 1997 Reseda o erba guada. Quaderni sulle piante tintorie (a Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

BERTACCHI A.<br />

cura di M.Marotti), Calderini<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

Editore, Bologna, pp.64-67.<br />

ISBN 88-206-6041-5.<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

8 ANGELINI L., BELLONI P., 1997 Robbia Quaderni sulle piante tintorie (a Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

BERTACCHI A.<br />

cura di M.Marotti), Calderini<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

Editore, Bologna, pp.64-67.<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

Il progetto Activa 367


9 ANGELINI L., MACCHIA<br />

M.<br />

1998 Problematiche della<br />

produzione del seme e<br />

caratteristiche<br />

germinative di alcune<br />

specie da coloranti<br />

naturali.<br />

10 ANGELINI L. 1998 Valutazione agronomica<br />

di Isatis tinctoria L.<br />

durante un sessennio di<br />

prove condotte in Italia<br />

centrale.<br />

11 ANGELINI L. 1998 Camomilla dei tintori,<br />

calendula, cartamo e<br />

tagete, specie da<br />

coloranti naturali di<br />

possibile impiego nel<br />

settore tessile.<br />

Valutazione agronomica,<br />

prove di tintura e<br />

controlli di qualita' delle<br />

tinture<br />

ISBN 88-206-6041-5.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona 13<br />

novembre 1997, Editografica,<br />

Bologna, pp. 29-45.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona 13<br />

novembre 1997, Editografica,<br />

Bologna, pp. 46-66.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona 13<br />

novembre 1997, Editografica,<br />

Bologna, pp. 67-90.<br />

12 ANGELINI L. 1999 Dyeing plants in Italy "Forum Färberpflanzen 1999"<br />

Gülzower Fachgespräche,<br />

Fachagentur Nachwachsende<br />

Rohstoffe e.V., Gülzow,<br />

Germany, pp. 209-220.<br />

13 ANGELINI L. 2001 Agronomic<br />

characterization of<br />

indigo delivering plants<br />

suitable for cultivation in<br />

14 ANGELINI L., BERTOLI A.,<br />

ROLANDELLI S., PISTELLI<br />

L.<br />

15 CECCARINI L., ANGELINI<br />

L.<br />

Italy.<br />

2002 Agronomic potential of<br />

Reseda luteola L. as new<br />

crop for natural dyes in<br />

textiles production.<br />

2003 Effect of harvest time on<br />

yield and luteolin<br />

Proceeding of World<br />

Conference On Medicinal And<br />

Aromatic Plants Budapest,<br />

Hungary 8-11 July 2001, p.<br />

214.<br />

Industrial Crops & Products,<br />

17(3): 199 – 207.<br />

Proceeding International South<br />

Europe Symposium IENICA<br />

Allegato B<br />

Environmental/Biological Vengono ripotatti i risultati di una sperimentazione avvenuta<br />

all'interno del Progetto Prisca per la determinazione delle<br />

caratteristiche del seme e la lunghezza del ciclo vitale (in<br />

particolare fioritura e fruttificazione) di alcune tra le<br />

principali specie tintorie.<br />

Environmental/Biological Sono statii presentati i risultati di uno screening condotto su<br />

diverse popolazioni di Isatis tinctoria nella Toscana litoranea<br />

Environmental/Biological In questa relazione sono esposti i risultati derivanti dalla<br />

valutazione agronomica di diverse accessioni di Anthemis<br />

tinctoria, Calendula officinalis, Carthamus tinctorius e<br />

Tagete erecta a cui sono seguite anche prove di tintura con il<br />

materiale derivante dalla medesima sperimentazione.<br />

Environmental/Biological Viene presentata l'attività di ricerca intrapresa in Italia su<br />

alcune specie tintoree con particolare attenzione alle<br />

ricerche svolte presso il Dipartimento di Agronomia e<br />

Gestione dell'agroecosistema dell'Università di Pisa che<br />

hanno preso in esame la valutazione delle caratteristiche<br />

agronomiche e biochimiche di alcune specie tra cui in<br />

particolare Reseda luteola L:, Rubia tinctorium L.e Isatis<br />

tinctoria L..<br />

Environmental/Biological Presentazione dei risultati relativi alla coltivazione,<br />

estrazione e quantificazione dei precusori dell'indaco in<br />

Isatis tinctoria e Polygonum tinctorium nell'ambito del<br />

Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro sei genotipi di Reseda luteola L. sono stati<br />

valutati, nel corso di quattro anni di sperimentazione, per le<br />

loro caratteristiche agronomiche per determinare le<br />

potenzialità produttive e il miglior momento di raccolta al<br />

fine di massimizzare la produzione di materia colorante.<br />

Environmental/Biological Vengono presentati i risultati ottenuti valutando la relazione<br />

tra diverse epoche di raccolta e contenuto in principio<br />

Il progetto Activa 368


16 JOHN P., ANGELINI L. 2003<br />

content in Reseda luteola<br />

L. grown in Central<br />

Italy.<br />

Spindigo – A new way<br />

of producing indigo.<br />

17 ANGELINI L., CAMPEOL<br />

E., TOZZI S., GILBERT G.<br />

K., COOKE D.T., JOHN P.<br />

18 DURANTE M., MANZO M.,<br />

BERNARDI R., CECCONI F.,<br />

SALVINI M., ANGELINI L.<br />

19 GILBERT G. K., MAULE<br />

H.G., RUDOLPH B., LEWES<br />

M., VANDENBURG H.,<br />

SALES E., TOZZI S.,<br />

COOKE D.T.<br />

20 ANGELINI L., TOZZI S.,<br />

NASSI O DI NASSO N.<br />

21 MINAMI, Y.; TAKAO, H.;<br />

KANAFUJI, T.; MIURA, K.;<br />

KONDO, M.; HARA-<br />

NISHIMURA, I.;<br />

NISHIMURA, M. E<br />

MATSUBARA, H.<br />

2003 A new HPLC-ELSD<br />

method to quantify<br />

indican in Polygonum<br />

tinctorium Ait. and to<br />

evaluate betaglucosidase<br />

hydrolysis of<br />

indican for indigo<br />

production<br />

2003 Studies of genes<br />

involved in the<br />

metabolic steps of indigo<br />

production in Isatis<br />

tinctoria.<br />

2004 Quantitative analysis of<br />

indigo and indigo<br />

precursors in leaves of<br />

Isatis spp. and<br />

Polygonum tinctorium.<br />

2004 Environmental factors<br />

affecting productivity,<br />

indican content and<br />

indigo yield in<br />

Polygonum tinctorium<br />

Ait., a subtropical crop<br />

grown under temperate<br />

conditions.<br />

1997 Beta-glucosidase in the<br />

indigo plants:<br />

intracellular localisation<br />

and tissue specific<br />

expression in leaves.<br />

Non-food crops: from<br />

Agriculture to Industry.<br />

Bologna, May 15-16, 2003.<br />

Proceeding International South<br />

Europe Symposium IENICA<br />

Non-food crops: from<br />

Agriculture to Industry.<br />

Bologna, May 15-16, 2003, vol<br />

1, 23.<br />

Biotechnology Progress, 19(6):<br />

1792-1797.<br />

XLVII Italian Society of<br />

Agricultural Genetics - SIGA<br />

Annual Congress, Verona<br />

24/27 September 2003. Poster<br />

presentation. ISBN 88 900622-<br />

4-X<br />

Biotechnology Progress 20:<br />

1289-1292.<br />

Journal of Agricultural and<br />

food chemistry, 52(25): 7541-<br />

7547.<br />

Plant Cell. Physiol., 38(9):<br />

1069-1074.<br />

Allegato B<br />

colorante (in questo specifico caso luteolina) di alcuni<br />

genotipi di reseda (Reseda luteola) cresciuta nelle condizioni<br />

climatiche che caratterizzano l'Italia centrale.<br />

Environmental/Biological Vengono prresentati parte dei risultati della sperimentazione<br />

avvenuta all'interno del Progetto Europeo Spindigo che<br />

prevede la valutazione delle possibilità di reintroduzione<br />

degli attuali sistemi colturali di specie per la produzione di<br />

indaco quali Isatis tinctoria L., Isatis indigotica F., e<br />

Polygonum tinctorium Ait..<br />

Environmental/Biological Vengono presentati i risultati della quantificazione<br />

dell'indacano in Polygonum tinctorium impiegando il<br />

metodo cromatografico e si mostra le relazioni che<br />

intercorrono tra i fattori ambientali con la produzione di<br />

indacano. Inoltre, essendo l'indacano idrolizzato<br />

naturalmente da un enzima contenuto nelle foglie per la<br />

produzione di indaco si è tentato l'impiego di enzimi di<br />

origine diversa<br />

Environmental/Biological Viene presentata la caratterizzazione dei geni legati alla via<br />

metabolica secondaria che porta alla produzione di<br />

precursori dell'indaco nelle piante di Isatis tinctoria.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro sono presentati i risultati di una<br />

sperimentazione volta alla determinazione della quantità di<br />

precursori dell'indaco e di indaco stesso presenti in diverse<br />

specie destinate alla produzione di questa materia colorante<br />

Environmental/Biological Vengono valutati i contenuti in indacano e indaco di tre<br />

diverse popolazioni di Polygonum tinctorium, specie<br />

originaria della fascia sub tropicale, con lo scopo di valutare<br />

le capacità di adattamento ed il possibile inserimento nei<br />

sistemi colturali dell'Italia Centrale, di questa specie.<br />

Environmental/Biological Le foglie di Polygonum tinctorium contengono un enzima<br />

contenuto nel vacuolo ed in altri organelli delle cellule,<br />

soprattutto quelle più giovani, che permette l'idrolisi del<br />

precursore indacano con la formazione di molecole di<br />

indossile da cui si ottiene l'indaco.<br />

Il progetto Activa 369


22 MINAMI,Y.; KANAFUJI, T.;<br />

MIURA, K.<br />

23 MAUGARD, T.; ENAUD, E.;<br />

DE LA SAYETTE, A.;<br />

CHOISY, P. E LEGOY, M. D.<br />

24 STOKER, K.; COOKE, D.T.;<br />

HILL, D.J.<br />

1996 Purification and<br />

characterisation of a ?glucosidase<br />

from<br />

Polygonum tinctorium,<br />

which catalyses<br />

preferentially the<br />

hydrolysis of indican.<br />

2002 Glucosidase-catalysed<br />

hydrolysis of indican<br />

from leaves of<br />

Polygonum tinctorium.<br />

1998 An improved method for<br />

the large-scale<br />

processing of woad<br />

(Isatis tinctoria) for<br />

possible commercial<br />

production of woad<br />

indigo.<br />

Biosci. Biotech. Biochem. 60:<br />

147-149.<br />

Biotechnol. Prog. 18: 1104-<br />

1108.<br />

J.agric. Engng. Res. 71: 315-<br />

320.<br />

Allegato B<br />

Environmental/Biological La rapida degradazione dell'indaco all'interno delle foglie<br />

macerate o danneggiate è mediata dall'azione dell'enzima<br />

contenuto nelle foglie di Polygonum tinctorium. Questo<br />

enzima, della classe delle glucosidasi, idrolizza l'indacano<br />

con conseguente formazione di indossile e glucosio.<br />

Environmental/Biological La glucosidasi contenuta nelle foglie di Polygonum<br />

tinctorium idrolizza substrati formati da una metà<br />

glucosidica legata ad un indossile come è appunto<br />

l'indacano. L'idrolisi enzimatica dell'indacano è una<br />

promettente reazione dal punto di vista ambientale. Questo<br />

tipo di tecnologia enzimatica sembra essere la più adeguata<br />

via di formazione dell'indaco poiché l'enzima è capace di<br />

idrolizzare molto velocemente tutto l'indacano presente nelle<br />

foglie senza la formazione di prodotti secondari<br />

Environmental/Biological Vengono esposti i primi risultati riguardo all'estrazione di<br />

indaco naturale da Isatis tinctoria utilizzando metodologie di<br />

labortorio applicate in seguito all'estrazione su larga scala.<br />

25 BALFOUR-PAUL, J. 1998 Indigo British Museum Press 264 pp. Social L'autrice ripercorre la storia dell'indaco naturale attraverso la<br />

storia di numerose civiltà, descrive le principali piante da<br />

indaco e le relative tecniche di estrazione e tintura naturale.<br />

26 CARDON, D., DU<br />

CHATENET, G.<br />

1990 Guide des Teintures<br />

Naturelles<br />

27 MINAMI Y. 2001 Indican metabolism in<br />

Polygonum tinctorium.<br />

D. Perret Ed., Neuchatel-Paris Environmental/Biological L'autrice propone una raccolta di informazioni su numerose<br />

piante tintorie quali:riferimenti storici legati ad impieghi<br />

nelle tradizioni del passato, caratteristiche morfologiche,<br />

Recent Res. Devel.Plant Biol. ,<br />

1: 155-162.<br />

principi coloranti e tecniche di tintura utilizzabili.<br />

Environmental/Biological L'unico precursore dell'indaco contenuto nelle foglie di<br />

Polygonum tinctorium è l'indacano,che è un prodotto del<br />

metabolismo secondario ed è immagazzinato nei vacuoli.<br />

Durante la germinazione non sono state individuate tracce<br />

del precursore nella pianta prima della formazione delle<br />

foglie. In seguito alla differenziazione delle foglie<br />

dicotiledonari il contenuto del precursore cresce<br />

rapidamente. Allo stesso modo le foglie più giovani di<br />

piante mature contengono concentrazioni più alte di<br />

indacano rispetto a foglie più vecchie. Questo fatto<br />

evidenzia che la sintesi del precursore ha una crescita<br />

esponenziale all'inizio della formazione delle foglie per poi<br />

diminuire con la crescita delle stesse.<br />

Il progetto Activa 370


28 BECHTOLD, T.; TURCANU,<br />

A.; GEISSLER, S.;<br />

GANGLBERGER, E.<br />

2002 Process balance and<br />

product quality in the<br />

production of natural<br />

indigo from Polygonum<br />

tinctorium Ait. applying<br />

low-technology methods.<br />

29 HILL D. J. 1992 Production of natural<br />

indigo in the United<br />

Kingdom<br />

30 BRUNELLO F. 1989 Le piante e l’uomo.<br />

Coloranti naturali.<br />

31 EPSTEIN E., NABORS M.<br />

W.<br />

32 GILBERT K. G., HILL D. J.,<br />

CRESPO C., RUDOLF B.,<br />

COOKE D.T.<br />

Bioresource Technology 81:<br />

171-177.<br />

Beitrage zur waidtagung , 4:<br />

23-26.<br />

Allegato B<br />

Environmental/Biological Nel seguente lavoro viene presentata una semplice<br />

procedura di estrazione dell' indaco da Polygonum<br />

tinctorium in relazione a diverse condizioni di<br />

conservazione della biomassa (per tempo e temperatura).<br />

L'idrolisi dell'indacano è stata studiata in condizioni di<br />

diverso pH e potenziale redox. Il contenuto di indaco viene<br />

determinato per via spettrofotometrica.<br />

Economic Storia e possibilità di sviluppo per la coltivazione di Isatis<br />

tinctoria in Gran Bretagna<br />

Erboristeria Domani, 11: 53-63 Social Ricostruzione storica sul ruolo del colore nella vita<br />

dell'uomo dalle prime civiltà fino all'epoca contemporanea<br />

con notizie riguardo a numerose piante coloranti e le loro<br />

possibilità e modi d'impiego.<br />

1967 Origin of indigo of woad Nature, 216: 547-549. Environmental/Biological Fornisce informazioni riguardo alla via metabolica che porta<br />

alla formazione dei precursori dell'indaco in Isatis tinctoria<br />

L.<br />

2000 Qualitative analysis of<br />

indigo precursors from<br />

woad by HPLC and<br />

HPLC-MS.<br />

33 GILBERT K., COOKE D. 2001 Dyes from plants: past<br />

usage, present<br />

understanding and<br />

potential<br />

34 GUARINO C., CASORIA P.,<br />

MENALE B.<br />

2000 Cultivation and use of<br />

Isatis tinctoria L. in<br />

Southern Italy.<br />

35 HILL D.J 1997 Is there a future for<br />

natural dyes?<br />

36 KOKUBUN T., EDMONDS J.<br />

E JOHN P.<br />

1998 Indoxyl derivatives in<br />

woad in relation to<br />

medieval indigo<br />

production.<br />

Phytochemical Anal., 11(1):<br />

18-20.<br />

Plant Growth Regulation, 34:<br />

57-69.<br />

Environmental/Biological Usando un HPLC accoppiato ad un particolare detector e ad<br />

uno spettrometro di massa è stato messo a punto un metodo<br />

quanti-qualitativo per analizzare i precursori dell'indaco in<br />

estratti di foglie di Isatis spp. Questa tecnica ha permesso<br />

l'indiviuduazione delll'indicano in estratti di foglie di Isatis<br />

tinctoria e di Isatis indigoltica. Quantità più elevate di<br />

indicano sono state trovate in Isatis indigotica.<br />

Economic Vengono descritti l'uso dei coloranti naturali nel passato e le<br />

loro attuali prospettive d'impiego alla luce del rinnovato<br />

interesse dei consumatori. Tuttavia, il mercato richiede<br />

grandi quantità di prodotto ed elevati standard produttivi.<br />

Per soddisfare queste richieste di alta qualità le piante in<br />

questione devono essere studiate e migliorate per permettere<br />

produzioni economicamente sostenibili.<br />

Econ. Bot., 54: 395-400 Social Fornisce informazioni storiche riguargo all'importanza della<br />

produzione di indaco naturale da guado (Isatis tinctoria)<br />

Rev. Prog. Coloration., 27: 18-<br />

25.<br />

nell' economia delle regioni dell'Italia meridionale.<br />

Economic Valutazioni generali sui limiti ed i vantaggi legati<br />

all'impiego dei coloranti naturali e alle loro prospettive<br />

d'impiego.<br />

Phytochemistry, 49(1): 79-87. Environmental/Biological Vengono presentati i risultati di una ricerca che ha previsto<br />

la quantificazione dei precursori dell'indaco in foglie di<br />

Isatis tinctoria di diversa età e in cui viene valutata<br />

l'efficienza del processo di estrazione tradizionale in<br />

relazione alla resa teorica.<br />

Il progetto Activa 371


37 MAIER W., SCHUMANN B., 1989 Biosynthesis of indoxyl Phytochemistry, 3(29): 817- Environmental/Biological<br />

Allegato B<br />

Studio riguardo alla via metabolica che porta alla<br />

GROGER D.<br />

derivatives in Isatis 819.<br />

formazione di molecole di natura indossilica, tra cui i<br />

tinctoria and Polygonum<br />

precursori dell'indaco, in Isatis tinctoria e Polygonum<br />

tinctorium.<br />

tinctorium.<br />

38 MARELLI A. 2002 Scoperto in Germania Trend, 21: 124-125. Technological/Technical Fornisce informazioni sulle tappe che caratterizzarono la<br />

l’indaco sintetico.<br />

scoperta dell'inadco sintetico da anilina alla fine del 19°<br />

secolo.<br />

39 MAROTTI M 1997 Persicaria dei tintori Le piante coloranti, Edagricole, Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

(Polygonum tinctorium Bologna, pp 104-108.<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

Ait.).<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

40 MOUGARD T., ENAUD E. E 2001 Identification of an Phytochemistry, 58(6): 897- Environmental/Biological Viene descritto un metodo HPLC per identificare e<br />

CHOISY P.<br />

indigo<br />

904.<br />

quantificare i pigmenti indigoidi (indaco,<br />

indirubina,isoindaco e isoindirubina) nonché i precursori<br />

precursor from leaves of<br />

dell'indaco prodotti da Isatis tinctoria L. Viene messo in<br />

Isatis tinctorium L.<br />

evidenza che i precursori dell'indaco sono dipendenti dalla<br />

specie e dall'epoca di raccolta. Viene individuato oltre<br />

all'isatano B e all'indacano un nuovo precursore dell'indaco<br />

chiamato isatan C.<br />

41 PANCONESI S. 1990 Storia della tintura Il giornale del chimico tessile, Social Indagine storica sulla tintura naturale, sulle materie prime<br />

naturale<br />

5: 14-19.<br />

impiegate e sulle tecniche in particolare per il settore<br />

tessile.<br />

42 PIGNATTI S. 1982 Flora d’Italia. Edagricole, BO. 1: 381 Environmental/Biological Caratterizzazione morfologica della specie Isatis tinctoria<br />

appartenente alla flora italiana.<br />

43 POLCRI F. 1992 Produzione e commercio Proposte e Ricerche, 28: 26-38. Social Notizie storiche riguardo la produzione del guado e la sua<br />

del guado nella<br />

commercializzazione nella Valtiberina toscana nel 16° e 17°<br />

Valtiberina toscana nel<br />

‘500 e nel ‘600.<br />

secolo.<br />

44 STOKER K.G., COOKE D., 1998 Influence of light on Plant Growth Regulation, 25: Environmental/Biological Fornisce informazioni sille relazioni che intercorrono tra<br />

HILL D.J.,<br />

natural indigo production 181-185<br />

produzione di indaco in Isatis tinctoria L. (determinato per<br />

from woad (Isatis<br />

via spettrofotometrica)e diverse intensità luminose e in<br />

tinctoria)<br />

presenza o assenza di una supplementare fonte di radiazione<br />

ultravioletta. Si osserva una maggiore produzione di indaco<br />

nelle pianta cresciute in condizioni di elevata intensità<br />

luminosa.<br />

45 WOUTERS J., VERHECKEN 1991 High- performance JSDC, 107: 266-269. Technological/Technical Al fine di aumentare le conoscenze sui coloranti naturali<br />

A.<br />

liquid chromatography<br />

utilizzati per la tintura di diversi tipi di filati in questo lavoro<br />

of blue and purple<br />

sono state individuate delle metodiche di riconoscimento<br />

indigoid natural dyes.<br />

mediante HPLC per separare i coloranti indigoidi di origine<br />

vegetale da quelli di origine animale.<br />

46 XIA ZHI-QIANG, ZENK 1992 Biosynthesis of Indigo Phytochemestry, 31(8): 18-25. Environmental/Biological Notizie riguardo alla alla via metabolica ed al tipo di<br />

M.H<br />

Precursors in Highter<br />

precursori che portano alla produzione di indaco in diverse<br />

Plants<br />

specie di piante tintorie.<br />

Il progetto Activa 372


47 BECHTOLD T.,<br />

BURTSCHER, E., AMANN<br />

A., BOBLETER O.<br />

48 FISCHER C.H., BISCHOF<br />

M., RABE J.G.<br />

1993 Alkali-stable iron<br />

complexes as mediators<br />

for the electrochemical<br />

reduction of dispersed<br />

organic dyestuffs.<br />

1990 Identification of natural<br />

and early synthetic<br />

textile dyes with HPLC<br />

and UV/VIS<br />

spectroscopy by diode<br />

array detection.<br />

49 HALICKA H. D. 1997 Apoptosis and cell cycle<br />

effects induced by<br />

extracts of the Chinese<br />

herbal preparation PC<br />

SPES.<br />

50 HARTLEB I., SEIFERT K. 1995 Acid constituents from<br />

Isatis tinctoria.<br />

J Chem Soc Faraday Trans. 89:<br />

2451-2456.<br />

Journal of liquid<br />

chromatography, 13(2): 319-<br />

331.<br />

International Journal of<br />

Oncology, 11: 437-448.<br />

Allegato B<br />

Technological/Technical Viene studiata la riduzione elettrochimica dell'indaco alla<br />

forma leuco, necessaria per la realizzazione della tintura,<br />

quale alternativa ai tradizionali metodi basati sull'impiego di<br />

sostanze chimiche.<br />

Technological/Technical In questo lavoro vengono presentate tecniche finalizzate<br />

all'identificazione delle caratteristiche dei coloranti<br />

impiegati nella colorazione dei tessuti. Sono descritte<br />

metodologie HPLC e l'impiego di spettrofotometro UV/viS.<br />

Environmental/Biological Studio riguardo ai possibili usi farmacologici di Isatis<br />

indigotica nelle terapie dei tumori alla prostata.<br />

Planta Med., 61: 95-96. Environmental/Biological Fornisce informazioni riguardo ai metaboliti secondari,<br />

diversi dai precursori dell'indaco, presenti in Isatis tinctoria<br />

e che risultano interessanti se applicati in campo<br />

farmacologico.<br />

51 LEPORINI A. 1999 Nell’oro dipinto di blu. Erboristeria Domani, 2: 46-52. Economic Articolo di carattere divulgativo in cui si fornisconoci<br />

moltepli informazioni su Isatis tinctoria:dalla sua importanza<br />

storica come fonte di indaco naturale, alle attuali possibilità<br />

di coltivazione ed i possibili impieghi come pianta colorante<br />

52 MINAMI Y., NISHIMURA<br />

O., HARA-NISHIMURA I.,<br />

NISHIMURA M.,<br />

MATSUBARA H.<br />

2000 Tissue and intracellular<br />

localization of indican<br />

and purification and<br />

caracterization of indican<br />

synthase from indigo<br />

plants.<br />

Plant Cell Physiol., 41(2):<br />

218-225.<br />

e non solo.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro vengono presentati i risulatti di uno studio<br />

finalizzato all' idenficazione e localizzazione nelle foglie di<br />

Polygonum tinctorium Ait dell' indacano (contenuto nel<br />

citoplasma cellulare) e della beta-glucosidasi (contenuta nel<br />

vacuolo), rispettivamente metabolita secondario e enzima<br />

responsabili della formazione di indaco naturale.<br />

53 SALICE M. E 1979 La tintura naturale Sonzogno, Milano, pp. 157. Technological/Technical In questo manuale pratico vengono esposte le diverse<br />

tecniche di tintura per la colorazione di tessuti con numerosi<br />

coloranti naturali di origine vegetale ed animale.<br />

54 VALLE F., BERTINO A. 2002 Il signore del blu Gardenia, 216: 78-84. Economic In questo articolo a carattere divulgativo si racconta la<br />

singolare esperienza di Henry Lambert coltivatore di Isatis<br />

tinctoria, produttore di indaco naturale e realizzatore di<br />

55 WARD M. 1998 Metti l’indaco nella tua<br />

stampante<br />

56 ALAM A.U., COUCH J. R.,<br />

C G C<br />

1968 The carotenoids of the<br />

i ld<br />

numerosi prodotti tinti con indaco naturale.<br />

Scienza Nuova. 21 Economic In questa breve nota si espone la possibilità di impiegare<br />

indaco naturale nelle stampanti così da diminuire l'impatto<br />

Canadian Journ. Botany, 46:<br />

139141<br />

ambientale legato al smaltimento delle cartucce tradizionali.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro vengono esposte le caratteristiche tintorie<br />

d l d l i idi<br />

Il progetto Activa 373


Allegato B<br />

CREGER C.R. marigold, Tagetes erecta 1539-1541. del tagete dovute al suo contenuto in carotenoidi.<br />

57 ANLIKER R., DURIG G.,<br />

STEINLE D., MORICONI<br />

E.J.<br />

58 APARNATHI K.D., LATA<br />

R., SHARMA R.S<br />

List of colorants to be<br />

classified as toxic.<br />

1990 Annatto (Bixa orellana<br />

L.) - Its cultivation,<br />

preparation and usage<br />

59 BALDRATI I. 1940 Indaco naturale e<br />

sintetico<br />

60 BELLUCCI A., DOLCINI L.,<br />

LANTERNA G., MOLIN<br />

PRADEL C., PERRONE DE<br />

ZARA C.,<br />

61 BERTOLOTTO C.,<br />

PISANELLI A.<br />

1991 Colori e coloranti la<br />

tintura nel restauro del<br />

tessile antico.<br />

1996 Quale futuro per le<br />

piante tintorie ?<br />

62 BRUNELLO F. 1989 Le piante e l'uomo.<br />

Coloranti naturali.<br />

63 CATIZONE P., MAROTTI<br />

M., TODERI G., TETENYI P.<br />

64 CHIAVARI G., PICCAGLIA<br />

R., GANDINI N.<br />

65 CZYGAN F.C., KRUEGER<br />

A.<br />

JSDC, 104: 99-100. Technological/Technical Propone un elenco di tutti i coloranti che presentano<br />

caratteristiche di tossicità. In questo particolare settore tale<br />

elenco può risultare importante per valutare quali dei<br />

coloranti ritenuti tossici possano essere sostituiti con<br />

International Journal of<br />

Tropical Agriculture, 8 (1): 80-<br />

88.<br />

L'Agricoltura coloniale ANNO<br />

34, 9(18): 1 - 7.<br />

Estratto fuori commercio dalla<br />

Rivista dell'Opificio delle<br />

Pietre dure e Laboratori di<br />

restauro di Firenze, n° 3 e n° 4,<br />

L'Informatore Agrario, 2: 47-<br />

49.<br />

1986 La Calendula. In: Coltivazione delle piante<br />

medicinali e aromatiche Patron<br />

1993 Primi approcci alla<br />

caratterizzazione di<br />

pigmenti di piante<br />

coloranti<br />

1981 Production of lutein and<br />

lutein esters in flowers of<br />

Tagetes erecta cultivars,<br />

a resource for feed<br />

colorants.<br />

66 DOLCIOTTI I. 1993 Coloranti naturali:<br />

produzione, impiego e<br />

mercato.<br />

coloranti naturali.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro viene descritta la tecnica di coltivazione, di<br />

preparazione della materia colorante e le possibilità di<br />

impiego di questa specie avente proprietà tintorie.<br />

Environmental/Biological Vengono riportate informazioni riguardo alle coltivazioni di<br />

Indigofera spp. in India ed America del Sud al fine di<br />

diffondere questa coltura anche in Eritrea.<br />

Technological/Technical Vengono descritti i colori ed i coloranti naturali utilizzati<br />

nella tintura del tessile antico riportando i risultati di una<br />

ricerca svolta dal settore arazzi dell'Opifici delle pietre dure<br />

di Firenze. Le analisi per la caratterizzazione dei coloranti<br />

originali qui riportate sono orientate ad aumentare la<br />

conoscenza della tintura e del restauro del tessile antico.<br />

Economic Articolo a carattere divulgativo che riporta i dati di<br />

un'indagine conoscitiva sulla domanda dei coloranti naturali<br />

in Italia. Vengono prese in esame specie tintorie ad utilizzo<br />

tessile, le imprese interessate all'utilizzo dei colori naturali, e<br />

la commercializzazione delle sostanze coloranti.<br />

Erboristeria Domani, 11: 53-63. Social Articolo a carattere divulgativo che fornisce informazioni<br />

riguardo all'impiego delle piante tintorie nella storia delle<br />

Editore, Bologna, pp. 127-131<br />

L'Informatore Agrario, 47: 65-<br />

66.<br />

Landwirtschaftliche-Forschung,<br />

34 (1-2): 8-12.<br />

L'Informatore Agrario, 47: 43-<br />

44.<br />

civiltà.<br />

Environmental/Biological Caratteristiche morfologiche e tecnica di coltivazione di<br />

questa specie.<br />

Environmental/Biological Fornisce informazioni su alcune piante tintorie e sui<br />

pigmenti in esse contenuti.Vengono passate in rassegna le<br />

tecniche estrattive e le condizioni analitiche adottate in<br />

determinazioni preliminari tese ad ottimizzare le metodiche.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro vengono fornite informazioni riguardo alla<br />

produzione di luteina e esteri di luteina in diverse cultivar di<br />

Tagete, sostanza impiegabile per la colorazione naturale<br />

anche di alimenti.<br />

Economic Si forniscono informazioni riguardo ai possibili settori<br />

d'impiego dei coloranti naturali: preparazione di alimenti,<br />

cosmetici, prodotti farmaceutici ecolorazione di tessuti. Si<br />

mettono in evidenza le buone potenzialità per lo sviluppo di<br />

Il progetto Activa 374


67 GUILLAUMIN A., 1946 Les plantes cultivées;<br />

histoire, economie.<br />

68 LETO C., CARRUBBA A., 1997 Cartamo (Carthamus<br />

tinctorius L.).<br />

69 MAROTTI M. 1997 Bietola rossa (Beta<br />

vulgaris L. var rubra).<br />

70 MAROTTI M 1997 Guado o Pastello (Isatis<br />

tinctoria L.).<br />

71 MAROTTI M 1997 Tagete (Tagetes erecta<br />

L.).<br />

72 MAROTTI M., MIONI G.,<br />

GIOVANNELLI E<br />

73 NARDI U., GAGLIARDI L.,<br />

PRAMPOLINI F.<br />

74 PICCAGLIA R., MAROTTI<br />

M., CHIAVARI G.,<br />

GANDINI N.,<br />

1993 Le piante coloranti:<br />

primi risultati sulla<br />

coltivazione in Emilia<br />

Romagna.<br />

Payot (Editor), Paris, pp. 176-<br />

181.<br />

In: Le piante coloranti (a cura<br />

di M. Marotti ) ed. Edagricole,<br />

Bologna: 70-73.<br />

In: Le piante coloranti (a cura<br />

di M. Marotti), Edagricole,<br />

Bologna: 54-57.<br />

In: Le piante coloranti (a cura<br />

di M. Marotti), Edagricole,<br />

Bologna, pp. 82-85.<br />

In: Le piante coloranti (a cura<br />

di M. Marotti), Edagricole,<br />

Bologna, pp. 82-85.<br />

L'Informatore Agrario, 47: 45-<br />

51.<br />

Allegato B<br />

nicchie di mercato, anche se un limite all'utilizzo dei<br />

coloranti naturali, quali sia il campo di applicazione,<br />

attualmente è rappresentato dall'avversione delle grandi<br />

multinazionali, detentrici delle quote maggiori della<br />

produzione dei coloranti e dei conservanti di sintesi.<br />

Social In una parte di questo vecchio testo si ripercorre la storia di<br />

alcune piante tintorie coltivate in passto in Francia e si<br />

forniscono informazioni riguardo a come la loro<br />

coltivazione fosse strettamente legata con l'economia di<br />

alcuni territori.<br />

Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

Environmental/Biological Scheda tecnica che riporta le caratteristiche botaniche, la<br />

tecnica di coltivazionesu, la caratterizzazione del principio<br />

colorante e le possibilità d'impiego di questa specie.<br />

Environmental/Biological Fornisce informazioni riguardo al primo anno di<br />

sperimentazione su alcune piante tintorie condotte<br />

nell'ambito del Progetto di Ricerca nazionale PriSCA. Sono<br />

state valutate sia le attitudini ambientali che quelle<br />

produttive di diverse specie e accessioni,tra cui Bietola<br />

rossa, tagete, calendula, reseda, fitolacca, robbia, camomilla<br />

dei tintori e cartamo.<br />

1991 La calendula. Erboristeria Domani, 3: 62-67. Environmental/Biological Articolo a carattere divulgativo in cui vengono esposte le<br />

caratteristiche botaniche, la tecnica di coltivazionesu, la<br />

caratterizzazione del principio colorante e le possibilità<br />

d'impiego di questa specie principalmente come pianta<br />

1997 Effects of harvesting<br />

date and climate on the<br />

flavonoid and carotenoid<br />

contents of marigold<br />

(Calendula officinalis<br />

75 PROSERPIO G., PIRRO C. 1981 Coloranti naturali<br />

funzionali in<br />

L.).<br />

Flavour and Fragrance Journal,<br />

12 (2): 85-90.<br />

officinale.<br />

Environmental/Biological In questo articolo si espongono i risultati di una<br />

sperimentazione che ha avuto come scopo l'individuazione<br />

dell'epoca di raccolta migliore e lo studio dei fattori<br />

ambientali sul contenuto in carotenoidi e flavonoidi della<br />

calendula.<br />

Erboristeria Domani, 3: 33-35. Technological/Technical In questo articolo a carattere divulgativo sono fornite<br />

informazioni riguardo ai coloranti naturali ed alla loro<br />

Il progetto Activa 375


76 SARNO R., LETO C.,<br />

CARRUBBA A.<br />

Allegato B<br />

fitocosmetica. possibilità di impiego anche nel settore della fitocosmetica.<br />

1993 Primi risultati<br />

dell'attività sperimentale<br />

sulle piante coloranti in<br />

Sicilia.<br />

77 TURCHI F. 1987 L’amaranto: una coltura<br />

poco nota ricca di<br />

interessanti prospettive.<br />

78 VOLTOLINA G.,<br />

VALLERANI C.<br />

79 ELLIOTT, M.C., STOWE,<br />

B.B<br />

80 FARAH K.O., TANAKA<br />

A.F., WEST N.E.<br />

81 ALAM, A.U., COUCH, J.R. E<br />

CREGER, C.R.<br />

82 HABÁN M., VAVERKOVÁ<br />

S., LABÁT R., BARANOVÁ<br />

E.<br />

1996 I coloranti "naturali"<br />

vegetali. Ipotesi ed<br />

esperienze di<br />

realizzazione di una<br />

filiera produttiva.<br />

1971 Indole compounds<br />

related to auxins and<br />

goitrogens of woad<br />

(Isatis tinctoria L.)<br />

1988 Autoecology and<br />

populations biology of<br />

dyes woad (Isatis<br />

tinctoria ).<br />

1968 The carotenoids of the<br />

marigold, Tagetes erecta.<br />

1998 Evaluation of quality<br />

parameters of dyer's<br />

chamomile (Anthemis<br />

tinctoria L.) flowers.<br />

83 HEAP J.W. 1997 Biology and control of<br />

Reseda lutea L. Life<br />

cycle: seedling<br />

emegence, recruitment,<br />

and vegetative<br />

reproduction.<br />

84 AA. VV. 1986 La fabbrica dei colori.<br />

Pigmenti e coloranti<br />

nella pittura e nella<br />

tintoria.<br />

85 BATIROV E.K.,<br />

TADZHIBAEV M.M.,<br />

MALIKOV V.M.<br />

1979 Flavonoids of Reseda<br />

luteola.<br />

L'informatore Agrario, 47: 61-<br />

64.<br />

Riv.Agric.SubtropTrop., pp.<br />

89-116.<br />

L'Informatore Agrario, 18: 55-<br />

62.<br />

Environmental/Biological In questo articolo a carattere divulgativo sono presentati i<br />

primi risultati dell'attività sperimentale sulle piante coloranti<br />

in Sicilia nell'ambito del Progetto Nazionale PRisCA. Sono<br />

state studiate le caratteristiche fenologiche di numerose<br />

piante tintorie in semina invernale e primaverile.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro vengono date notizie sulle caratteristiche<br />

botaniche, la tecnica di coltivazione, la caratterizzazione del<br />

principio colorante e le possibilità d'impiego di questa<br />

specie.<br />

Economic Articolo a carattere divulgativo che fornisce informazioni<br />

riguardo alla coltivazione delle piante tintorie ed alla<br />

possibilità di realizzazione di una filiera completa a partire<br />

dalla produzione della materia prima colorante fino alla<br />

realizzazione di prodotti colorati con pigmenti vegetali.<br />

Plant Physiol.,47: 366-367. Environmental/Biological Sono stati identificati e quantificati cinque derivati indolici<br />

presenti nei diversi tessuti di Isatis tinctoria L. : triptofano,<br />

isatano B, glucobrassicina, neo- glucograssicina e<br />

glucobrassicina-1-solfonato.<br />

Weed Science, 36: 186-193. Environmental/Biological Questo lavoro fornisce informazioni riguardo ad uno studio<br />

condotto nello Utah finalizzato a valutare il comportamento<br />

di Isatis tinctoria come specie infestante.<br />

Can. Jour. Bot., 46: 1539-1541. Environmental/Biological Fornisce informazioni riguardo al contenuto in carotenoidi<br />

nel tagete piante utilizzata come fonte di pigmenti coloranti.<br />

Esa Fifth Congress Proc., 1: Technological/Technical Espone i risultati relativi ad una valutazione delle<br />

307-308.<br />

caratteristiche qualitative del pigmento colorante ricavabile<br />

dai fiori di Anthemis tinctoria L.<br />

Aust. J. Res., 47: 517-524. Environmental/Biological Vengono fornite informazioni riguardo alla biologia ed alle<br />

tecniche di controllo Reseda luteola L. considerata come<br />

specie infestante.<br />

Il Bagatto, Roma. Technological/Technical In questo volume si parla dei coloranti in genere e sono<br />

presenti anche dei riferimenri sui coloranti naturali le piante<br />

da cui questi si ricavano e l'impiego che se ne faceva nel<br />

passato.<br />

Chemistry of natural<br />

compounds. USA, Sep.-Oct.,<br />

15 (5): 643-644.<br />

Environmental/Biological Fornisce informazioni riguardo ai flavonoidi contenuti in<br />

Reseda luteola, molecole responsabili della colorazione<br />

gialla ottenibile impiegndo questa specie e sulla loro<br />

Il progetto Activa 376


Allegato B<br />

86 BRUNELLO F. 1960 La tintura della lana “Laniera”, 74°, n. 8. Social<br />

estrazione e quantificazione.<br />

Espone le tecniche di colorazione della lana impiegando<br />

presso le antiche civiltà<br />

coloranti naturali secondo le antiche tradizioni dei paesi<br />

mediterranee.<br />

mediterranei.<br />

87 BRUNELLO F. 1968 L’arte della tintura nella Pozza, Vicenza, pp. 476. Social Ricostruzione storica delle tecniche di tintura nei diversi<br />

storia dell’umanità<br />

settori da quello tessile a quello manufattiero secondo le<br />

antiche tradizioni tramandate nelle diverse epoche storiche.<br />

88 BUZZINI P., ROSSI J. 1992 I flavonoidi: natura, Agricoltura Ricerca, anno XIV Technological/Technical Fornisce informazioni riguardo alle diverse caratteristiche<br />

funzioni, diffusione. 130:35-48.<br />

dei coloranti naturali appartenenti allla categoria dei<br />

flavonoidi.<br />

89 CARINELLI L. 1984 Possibilità e limiti Erboristeria Domani, 52-53. Technological/Technical Vengono forniti informazioni riguardo ai limiti legati<br />

d’impiego di coloranti e<br />

all'impiego dei coloranti naturali legati principalmente alla<br />

antiossidanti naturali.<br />

non adattabilità ai mercati di massa ed ai prezzi ancora<br />

molto elevati.<br />

90 CARINELLI L. 1997 Impiego dei coloranti Atti Convegno "Il colore dalla Social Viene esposta la possibilità di impiegare coloranti di origine<br />

naturali nei prodotti Natura. La riscoperta delle<br />

naturale non solo nel settore tessile ma anche in altri campi<br />

alimentari, cosmetici, piante coloranti", Ancona, 13<br />

di impiego quali quello alimentare, il cosmetico ed il<br />

farmaceutici.<br />

novembre, pp.180-199.<br />

farmaceutico dove l'impiego di coloranti di sintei può avere<br />

effetti dannosi sulla salute umana.<br />

91 GANADU M. L., USAI M., 1997 Applicazione dei Atti Convegno "Il colore dalla Social Sono state sudiate le seguenti specie tipiche dell'areale<br />

ATZEI A., SINI M. E., PIRISI<br />

coloranti naturali. Il Natura. La riscoperta delle<br />

sardo: Rubia peregrina, Pistacia lentiscus, Daphne gnidium e<br />

A., PIREDDA G.<br />

perché di una scelta. piante coloranti", Ancona, 13<br />

Myrthus communis. Da queste sono stati estratti e<br />

novembre, pp.150-162.<br />

quantificati diversi componenti utilizzando tecniche<br />

cromatografiche e spettroscopiche. Con gli estratti<br />

provenienti da queste piante sono state poi eseguite delle<br />

prove di tintura su filati di lana, cotone e seta.<br />

92 JACQUIN-DUBREUIL A. 1972 Dosage densitométric Journ. Chromatogr., 71: 497- Environmental/Biological In questo articolo vengono esposti i risultati di uno studio<br />

direct par réflexion des 498<br />

sui flavonoidi estratti da Reseda luteola L. utilizzando il<br />

flavonoïdes de la gaude<br />

(Reseda luteola L. )<br />

séparés par<br />

chromatographie sur<br />

couche mince.<br />

metodo della cromatografia su strato sottile.<br />

93 KAISER R. 1993 Quantitative analysis of Angew. Bot., 67 (3-4):128-131. Environmental/Biological In questo articolo viene presentato uno studio finalizzato alla<br />

flavonoids in yellow dye<br />

quantificazione di flavonoidi contenuti sia in Reseda luteola<br />

plant species weld<br />

(Reseda luteola L.) and<br />

saw-wort (Serratula<br />

tinctoria ).<br />

che in Serratula tinctoria.<br />

94 LETO C., SALAMONE A., 1997 Valutazione bio- Atti Convegno "Il colore dalla Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di un biennio di<br />

TUTTOLOMONDO T<br />

agronomica di alcune Natura. La riscoperta delle<br />

sperimentazonecondotta all'interno del Progetto PRisCA<br />

accessioni di Isatis piante coloranti", Ancona, 13<br />

durante il quale sono state analizzate le caratteristiche<br />

Il progetto Activa 377


95 LODHI A.H., SANT’ANA A. 1994<br />

tinctoria L. a diverse<br />

densità d'impianto.<br />

Quantitative Analysis of<br />

E. G., CHARLWOOD B. V.<br />

Alizarin in Tissue<br />

Cultures of Rubia<br />

species by High-<br />

Performance Liquid<br />

Chromatography.<br />

96 MOSCA R. 1997 Pitture murali<br />

esclusivamente naturali,<br />

con pigmenti vegetali e<br />

leganti a base di latte e<br />

uovo.<br />

97 VANNINI L., 1997 Il mercato e le<br />

prospettive dei coloranti<br />

naturali.<br />

98 PORTOGHESI P. 1997 Utilizzazioni nel settore:<br />

abbigliamento.<br />

novembre, pp.117-127.<br />

Allegato B<br />

produttive di diverse accessioni di Isatis tinctoria a diverse<br />

densità d'impianto nell'ambiente siciliano.<br />

Phytochemical Analysis, 5:261- Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di uno studio finalizzato alla<br />

265.<br />

quantificazione a mezzo di metodi cromatografici del<br />

contenuto in alizarina per Rubia spp. da colture in vitro.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

Natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona, 13<br />

novembre, pp. 171-179.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

Natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona, 13<br />

novembre, pp.150-167.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

Natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona, 13<br />

novembre, pp. 207-208.<br />

Technological/Technical Viene esposta la possibilità di impiegare nel campo della<br />

bioedilizia prodotti naturali quali appunto i pigmenti di<br />

origine vegetale.<br />

Economic Viene fatta una valutazione sulla reale consistenza del<br />

mercato dei coloranti naturali e vengono esposte eventuali<br />

prospettive per la coltivazione delle piante tinctorie<br />

nell'ambito della comunità europea.<br />

Economic Si tratta della testimonianza di un imprenditore tessile di<br />

Como che si è interassato ai prodotti naturali ed agli aspetti<br />

ecologici nel settore abbigliamento e moda. Affronta i<br />

problemi legati alla comunicazione e alle strategie di<br />

maketing per avvicinare consumatori sempre più attenti agli<br />

aspetti ecologici.<br />

99 SCHNEIDER G. 1981 Tingere con la natura Ottaviano, Milano. Technological/Technical Vengono riportate indicazioni riguardo alle specie più<br />

idonea alla tintura naturale e le possibili tecniche di<br />

100 SCHWEPPE H. 1989 Identification of Red<br />

Madder and Insect Dyes<br />

by Thin-Layer<br />

Chromatography.<br />

101 TOTH Z.A., RAATIKAINEN<br />

O., NAARANLAHTI T.,<br />

AURIOLA S<br />

1993 Isolation and<br />

determination of alizarin<br />

in cell cultures of Rubia<br />

tinctorum and emodin in<br />

Dermocybe sanguinea<br />

using solid-phase<br />

extraction and highperformance<br />

liquid<br />

chromatography.<br />

102 BIAGIANTI I. 1992 Gaetano Cioni e la<br />

coltura dell’indaco nella<br />

Toscana napoleonica.<br />

“Historic Textile and Paper<br />

Materials II” (Needles H. L.,<br />

Zeronian S. H., ed.), American<br />

Chemical Society: Washington,<br />

D. C., pp. 153-174.<br />

Journal of Chromatography,<br />

630: 423-428.<br />

Proposte e Ricerche, 28: 85-<br />

101.<br />

realizzazione.<br />

Technological/Technical Identificazione di rosso da robbia e da cocciniglia a mezzo<br />

di cromatografia su strato sottile su tessile antico.<br />

Environmental/Biological Una metodologia HPLC è stata sviluppata per la<br />

determinazione degli antrachinoni non glicosidici<br />

(alizarina),l'emodina e l'antrachinone. (9,10anthracenedione)<br />

in colture di cellule di Rubia tinctorium e<br />

Dermocybe sanguinea.<br />

Social Notizie storiche riguardo alla coltivazione del guadoin<br />

Toscana durante l'epoca napoleonica nonostante la presenza<br />

di indaco indiano sul mercato non rendesse più<br />

Il progetto Activa 378


Allegato B<br />

economicamente vantaggiosa questa coltura.<br />

103 BISCHI D. 1989 Le macine da guado. Proposte e Ricerche, 23: 63-79. Social Censimento delle macine da guado ancora presenti in alcune<br />

zone dell'Italia centrale ed importanza che esse ebbero per la<br />

104 BONAZZOLI V. 1992 Guado e scotano<br />

nell’economia del<br />

Pescarese fra Basso<br />

Medioevo ed Età<br />

moderna.<br />

105 CAMMARATA I. 2001 Oro blu, storia e<br />

geografia del gualdo di<br />

qua dal Po.<br />

106 CHERICI A. 1992 Macine da guado<br />

nell’aretino.<br />

107 CLARCK R.J.H., COOSEY<br />

C.J., DANIELS M.,<br />

WITNHNALL R.,<br />

1993 Indigo, woad and<br />

Tyranian Purple:<br />

important vat dyes from<br />

antiquity to the present.<br />

108 DELMAS M., GASET A. 1992 LE PASTEL D’HIER à<br />

AUJOURD’OUI.<br />

109 ELLIOT M. C. E STOWE<br />

B.B.<br />

1971 Distribution and<br />

variation of indole<br />

glucosinolates in woad<br />

(Isatis tinctoria L.).<br />

110 MAROTTI M., 1997 Calendula (Calendula<br />

officinalis L.).<br />

111 FORTUNE M. 1846 Family – Brassicaceae –<br />

Mustard or Crucifer<br />

112 GILBERT K. G., GARTON<br />

S., KARAM M.A.,ARNOLD<br />

G. M., KARP A. , EDWAEDS<br />

K. J., COOKE D.T., E<br />

BARKER J. H. A.<br />

Family.<br />

2002 An higher degree of<br />

genetic diversity is<br />

revealed in Isatis spp.<br />

(dyer’s woad) by<br />

amplified fragment<br />

length polymorphism<br />

(AFLP).<br />

Proposte e Ricerche, 28: 123-<br />

133.<br />

realizzazione della lavorazione del guado nell'antichità.<br />

Social Notizie storiche riguardo ad antiche coltivazioni di guado e<br />

scotano nel Pescarese.<br />

Edo- Edizioni Oltrepò, Pavia Social Questo saggio ha per oggetto Isatis tinctoria pianta tintorea<br />

di grande importanza per l'economia medievale nella zona<br />

dell'Oltrepò pavaese e ne ripercorre le vicende legate ad<br />

aspetti di coltivazione, estrazione e commercializzazione<br />

fino all'Ottocento.<br />

Proposte e Ricerche, 28: 48-56. Social Notizie storiche riguardo alle macine impiegate anticamente<br />

nella zona di Rieti per la lavorazione delle foglie del guado<br />

per la produzione di indaco.<br />

Endeavour, New series, 17(4):<br />

191-199<br />

Parfums, Cosmetiques,<br />

Aromes, 102: 75-81.<br />

Technological/Technical Descrizione dei processi per la realizzazione di tinture<br />

naturali riprese dal passato e riproposte per i giorni nostri.<br />

Social presenta quelli che sono i molteplici impieghi di isatis<br />

tinctoria non solo utilizzabile per la produzione di indaco<br />

naturale ma impiegabile anche in altri settori quali la<br />

cosmetica e la farmacologia.<br />

Plant Physiology, 48: 498-503. Environmental/Biological Studio relativo all'identificazione e valutazione del<br />

contenuto di gluco brassicina, neo-glucobrassicina e<br />

glucobrassicina-1-solfonato nelle diverse parti di Isatis<br />

In: Le piante coloranti (M.<br />

Marotti ed.), Edagricole,<br />

Bologna, pp. 58-61.<br />

Journal of the Horticultural<br />

Society of London, 1: 269.<br />

Theor. Appl. Genet., 104:<br />

1150-1156.<br />

tinctoria urante la germinazione la crescita e la fioritura.<br />

Environmental/Biological Per questa specie viene descritta la tecnica colturale, la<br />

struttura chimica dei pigmenti e la loro utilizzazione<br />

Environmental/Biological Caratteristiche botaniche della specie Isatis indigotica<br />

Environmental/Biological Sono state valutate le differenze genetiche tra 38 genotipi di<br />

Isatis tinctoria, 5 genotipi di Isatis indigotica e 5 genotipi di<br />

Isatis glauca mediante la tecnica AFLP. I dati ottenuti<br />

hanno messo in evidenza un livello più elevato di<br />

polimorfismo genetico in Isatis tinctoria; inoltre anche<br />

all'interno della stessa specie sono emerse differenze<br />

genetiche più elevate.<br />

Il progetto Activa 379


113 HILL D. J. 1998 Preparation of indigo<br />

from woad.<br />

114 MULLEROT H. 1992 Un’importante area<br />

coltivata a guado in<br />

Eoropa: il bacino<br />

turingico.<br />

Beitrage Zur Waidtagung, 4(5): Technological/Technical<br />

Allegato B<br />

Studio sulle metodologie di estarzione finalizzate alla<br />

23-26.<br />

produzione di indaco naturale a partire dalle foglie fresche<br />

di Isatis tinctoria L.<br />

Proposte e Ricerche, 28: 15-26. Social Vengono fornite informazioni storiche sulla produzione e la<br />

commercializzazione dell'indaco da guado, in antichità<br />

strettamente legato all'economia del bacino turingico.<br />

115 PASTOUREAU M. 2002 Blu, storia di un colore. Ed. Ponte alle Grazie, Milano. Social L'autore fornisce informazioni sul ruolo del colore blu nelle<br />

diverse epoche storiche.<br />

116 PETRONGARI A. 1992 Produzione e commercio Proposte e Ricerche, 28: 26-38. Social Notizie storiche riguardo agli aspetti di produzione e<br />

del guado a Rieti nei<br />

commercializzazione dell'indaco da guado nella provincia di<br />

secoli XVII e XVIII.<br />

Rieti nel XVII e nel XVIII secolo.<br />

117 VOLPE G. 1992 Molini a vento per la Proposte e Riceche, 28: 56-67. Social Notizie storiche riguardo all'impiego di molini a vento per la<br />

produzione del guado.<br />

macerazione delle foglie di guado per la produzione di<br />

indaco naturale.<br />

118 VOLTOLINA G. 1999 Il guado pianta tintorea Erboristeria domani, 9: 94-117. Technological/Technical Viene riproposta isatis tinctoria come pianta da indaco<br />

ed officinale.<br />

naturale, ne viene descritta la tecnica coltura e i possibili usi<br />

alternativi ripetto alla produzione del colorante.<br />

119 WU E., KOMOPOLIS K., 1999 Chemical extraction of Biotecnology Tech., 13(8): Environmental/Biological Studio riguardo all'ottimizzazione della metodologia<br />

WANG H. Y.<br />

indigo from Indigofera 567-569.<br />

estrattiva di indaco naturale da indigofera tinctoria al fine di<br />

tinctoria while attaining<br />

biological integrity.<br />

minimizzare le perdite del precursore indacano.<br />

120 WU. X., LIU Y., SHENG W., 1997 Chemical constituents of Planta Medica, 63: 55-57. Environmental/Biological Vengono presentate le caratteristiche tintorie di Isatis<br />

SUN J., QIN G.<br />

Isatis indigotica.<br />

indigotica specie di origine extra europea adatta alla<br />

produzione di indaco naturale in quanto contiene due<br />

precursori dell'inadco quali isatano B ed indacano.<br />

121 ZAMPIERI F. 1999 Una tradizione cinese. Erboristeria Domani, 2: 55-57. Technological/Technical Vengono elencate le droghe ottenibili da Isatis tinctoria L.<br />

utilizzate nella medicina tradizionale cinese.<br />

122 MOSCA R. 2001 Le finiture naturali per Maggioli editoreRepubblica di Technological/Technical Questo volume presenta in maniera esaustiva tutti i prodotti<br />

nuove opere,<br />

San Marino pp 243.<br />

naturali attualmente disponibili per i "lavori di finitura" per<br />

ristrutturazioni e restauri.<br />

l'edilizia ed il restauro,fornendo dettagliate comparazioni<br />

tecniche tra naturali e convenzionali.<br />

123 MOSCA R. 2001 Pitture & Pitture, Tumori Grafiche Scarponi Osimo, pp. Technological/Technical L'obiettivo di questo libro è mettere in evidenza i rischi<br />

& Tumori .<br />

142.<br />

legati all'impiego delle pitture e delle vernici convenzionalii<br />

per gli operatori del settore e per gli utilizzatori, mettendo in<br />

evidenza le caratteristiche cancerogene di alcune sostanze<br />

contenute in esse.<br />

124 GARCIA M. 2002 Couleurs vègètales. EDISUD Aix-en-Provence Technological/Technical Nel volume si trovano informazioni riguardo alla scelta dei<br />

Teintures, pigments et France, pp. 108.<br />

pigmenti naturali ed alle tecniche di tintura naturale<br />

encres.<br />

realizzabili con questi.<br />

125 CARDON D. 2003 Le monde des teintures Ed. BELIN Environmental/Biological Questo volume fornisce informazioni di carattere tecnico e<br />

naturelles .<br />

scientifico sulle piante tintorie, le materie coloranti<br />

Il progetto Activa 380


126 GOVERDINA C. H. D., VAN<br />

BEEK T. A., DE GROOT A.,<br />

CAPELLE A.<br />

127 FABBRI D., CHIAVARI G.,<br />

LING H.,<br />

128 KRIZSAN K., SZOKAN G.,<br />

TOTH Z. A., HOLLOSY F.,<br />

LASZLO M., KHLAFULLA.<br />

1998 High-performance liquid<br />

cromatographic method<br />

for the analysis of<br />

antraquinone glycosides<br />

and aglycones in madder<br />

root (Rubia tinctorum L.)<br />

2000 Analysis of<br />

anthraquinoid and<br />

indigoid dyes used in<br />

ancient artistic works by<br />

thermally assisted<br />

hydrolysis and<br />

methylation in the<br />

presence of<br />

tetramethylammonium<br />

hydroxide<br />

1996 HPLC analysis of<br />

anthraquinone<br />

derivatives in madder<br />

root (Rubia tinctorium)<br />

and its cell cultures.<br />

129 AA. VV. 2004 Spindigo - The<br />

Sustainable Production<br />

of Plant-derived indigo.<br />

130 BOND A.M., MARKEN F.,<br />

HILL E., COMPTON R.G.,<br />

HÜGEL H.<br />

1997 The electrochemical<br />

reduction of indigo<br />

dissolved in organic<br />

solvents and as a solid<br />

mechanically attached to<br />

a basal plane pyrolytic<br />

graphite electrode<br />

immersed in aqueous<br />

electrolyte solution.<br />

Journal of Chromatogaphy A.,<br />

816: 277-281<br />

J. Anal. Appl. Pyrolysis 56:<br />

167-178<br />

J. LIQ. CHROM. &<br />

TECHNOL. 19 (14): 2295-<br />

2314.<br />

Contract UE n. RS QLK5-CT-<br />

2000-30962. Final <strong>Report</strong>.<br />

746 pp.<br />

J Chem Soc Perkin Trans 2;<br />

1735-1742.<br />

Allegato B<br />

ricavabili da più di trecento piante e da una trentina di<br />

animali provenienti da tutto il mondo e sulle tecniche di<br />

tintura.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro viene sviluppata una metodologia HPLC<br />

per la determinazione di antrachinoni , glicosidi e agliconi<br />

presenti negli estatti ottenuti da radici di Rubia tinctorum L.<br />

Environmental/Biological Vengono esposti i risulttai di una sperimentazione per la<br />

messa a punto di una tecnica che prevede la combinazione di<br />

pirolisi, tecniche cromatografiche e spettrofotometriche per<br />

l'identificazione di coloranti antrachinonici ed indigoidi in<br />

antichi manufatti.<br />

Environmental/Biological In questo lavoro viene messo a punto un metodo HPLC per<br />

la quantificazione degli antrachinoni presenti negli estatti<br />

vegetali di radici di Rubia tinctorium L., coltivata in vitro.<br />

Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di una sperimentazione svolta<br />

nell'ambito del Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO, che<br />

ha riguardato azioni di ricerca e di sviluppo per la<br />

reintroduzione delle piante da indaco naturale negli attuali<br />

sistemi colturali europei. Sono stati studiati gli aspetti<br />

relativi alla produzione della materia prima,all'estrazione<br />

dell'indaco e dei suio precursori, la messa a punto di<br />

tecniche di tintura su scala industriale, affrontando anche<br />

l'analisi dell'impatto ambientale legato alla realizzazione di<br />

questa filiera.<br />

Technological/Technical Studio sulla possibilità di ridurre l'indaco naturale per via<br />

elettrochimica come alternativa al tradizionale intervento<br />

chimico.<br />

Il progetto Activa 381


131 FRANCALANCI, S., BRUSI<br />

C., GIORGINI S., ACCIAI<br />

M.C. and SERTOLI A.<br />

1996 Natural dyes in the<br />

prevention of nonoccupational<br />

clothing<br />

contacts dermatitis:<br />

chemical and<br />

allergological study.<br />

Annali italiani di dermatologia<br />

clinica e sperimentale. 50, 43-<br />

48.<br />

Allegato B<br />

Environmental/Biological Sono presentati i risultati di una sperimentazione condotta in<br />

ambito clinico-dermatologico confrontando Icoloranti<br />

sintetici e coloranti naturali in soggetti sensibili alle<br />

dermatiti allergiche da contatto.<br />

132 GREEN L. 1989 The solubility of indigo Dyes in History and<br />

Technological/Technical Vengono fornite informazioni riguardo alla solubilità<br />

Archaeology. 8 15-16.<br />

dell'indaco in diversi tipi di solventi.<br />

133 GREEN L.R., DANIELS, 1992 The Use of N-methyl-2- Dyes Hist. Archaeol. 11; 10- Technological/Technical Viene proposto l'uso del N-metil 2 pirrolidone quale<br />

V.D.<br />

pyrrolidone (NM2P) as a 18.<br />

solvente iutilizzabile nell'analisi dei coloranti indigoidi su<br />

solvent for the analysis<br />

of indigoid dyes.<br />

lana.<br />

134 MINAMI Y., SHIGETA Y., 1999 Cloning, sequencing, Plant Science. 142; 219-226. Environmental/Biological Studio approfondito sulle caratteristiche della beta -<br />

TOKUMOTO U., TANAKA<br />

characterization and<br />

glucosidasi enzima chiave per la trasformazione<br />

Y., YONEKURA-<br />

expression of a beta-<br />

dell'indacano in indaco nelle foglie di Polygonum<br />

SAKAKIBARA K., OH-OKA<br />

glucosidase cDNA from<br />

tinctorium. La beta - glucosidasi è stata clonata e<br />

H.<br />

the indigo plant.<br />

sequenziata ed è stata mostrata un'alta omologia con betaglucosidasi<br />

di altre piante e batteri.<br />

135 OBERTHÜR C.,<br />

2004 The elusive indigo Chemistry Biodiversity 1; 174- Environmental/Biological Studio dei precursori dell'indaco indacano e isatano B e<br />

SCHNEIDER B., GRAF H.,<br />

precursors in woad 182.<br />

ipotesi sull'esistenza di un terzo precursore denominato<br />

HAMBURGER M.<br />

(Isatis tinctoria L.) –<br />

identification of the<br />

major indigo precursor,<br />

isatan A, and a structure<br />

revision of isatan B.<br />

isatano A.<br />

136 TOZZI S., LERCARI B., 2004 Light quality influences Photochemistry and<br />

Environmental/Biological Effetto di luce a diversa lunghezza d'onda sulla capacità<br />

ANGELINI L.G.<br />

indigo precursors Photobiology. (on-line da<br />

germinativa e sulla produzioni di precursori dell'indaco in<br />

production and seed<br />

germination in Isatis<br />

tinctoria L. and Isatis<br />

indigotica Fort.<br />

marzo 2005).<br />

un confronto tra Isatis tinctoria e Isatis indigotica.<br />

137 GALLETTI S., LEONI O., 1999 Woad (Isatis tinctoria L.) Proceeding: 6th Symphosium Environmental/Biological Vengono riportati i risultati di uno studio volto a<br />

IORI R., PALMIERI S.<br />

leaves: a source of on Renewable<br />

quantificare il contenuto di glucobrassicina in cinque<br />

glucobrassicin.<br />

Resources,Schriftenreihe<br />

"Nachwachsende Rohstoffe"<br />

Band 14, Munster. pg 481 -<br />

485.<br />

diverse accessioni italiane di Isatis tinctoria L..<br />

138 DERKSEN G. C. H. 2001 Red, redder, madder: Phd thesis Wageningen 4 Environmental/Biological Vengono esposti i risultati relativi ad uno studio<br />

Analysis and isolation of settembre 2001.<br />

sull'estrazione, isolamento e purificazione degli antrachinoni<br />

anthraquinones from<br />

madder roots (Rubia<br />

tinctorium)<br />

da Rubia tinctorium a mezzo di metodi cromatografici.<br />

Il progetto Activa 382


139 MARINI F. a cura di 1998 Dossier piante coloranti Terra e Vita 16: 85 -104. Environmental/Biological<br />

Allegato B<br />

Vengono riportati gli interventi presentati al Convegno "il<br />

il colore dalla natura<br />

colore dalla natura" tenutosi ad Ancona il 13 Novembre<br />

1997 organizzato dal Progetto di Ricerca sulle colture<br />

alternative. In questo speciale è presentata una selezione dei<br />

lavori discussi in quella occasione. prendendo in esame i<br />

diversi aspetti della filiera: dalla coltivazione, agli aspetti di<br />

mercato, alle possibilità d'impiego.<br />

140 A.A.V.V. 1999 Convention on Natural Book of Papers 9-11 dicembre Technological/Technical Durante questo convegno sono state presentate le<br />

Dyes.<br />

1999 Departement of Textile<br />

prospettive future, le fonti e le possibilità di applicazione e<br />

Technology, IIT, Delhi.<br />

le tecniche di tintura legate ai coloranti naturali.<br />

141 A.A.V.V. 1999 Forum Farberpflanzen Guilzover Fachgesprache Environmental/Biological Nell'ambito di un Progetto di Ricerca supportato dal<br />

1999<br />

Dornburg 2-3 juni pp.232.<br />

Ministero dell'agricoltura tedesco vengono presentati i<br />

risultati relativi alla coltivazionedi alcune piante da coloranti<br />

naturali, alla quantificazione dei principi coloranti e agli<br />

aspetti biotecnologici e applicativi.<br />

142 VETTER A., SCHRWABE 199 Ergebnisse zum Anbau Forum Farberpflanzen 1999 Environmental/Biological Vengono esposti i risultati ottenuti nell'ambito di un<br />

A., BIERTUMPFEL A.<br />

und zur Erstverarbeitung Dornburg 2-3 juni, pp 68-82.<br />

Programma di Ricerca Europeo sulla valutazione<br />

von Farberpflanzen<br />

agronomica estrazione e quantificazione della materia<br />

colorante di diverse specie tintorie tra cui: Isatis tinctoria,<br />

Reseda luteola, Polygonum tinctorium, Solidago canadensis,<br />

Anthemis tinctoria e Rubia tinctorium.<br />

143 MARQUARD R.,<br />

1999 Zuchtung und Anbau Forum Farberpflanzen 1999 Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di uno studio condotto su diversi<br />

SIEBENBORN S.<br />

von Krapp in<br />

Dornburg 2-3 jun pg 83-93.<br />

genotipi di Rubia tinctorum L. di origine turca riguardo alla<br />

Deutschland und der<br />

metodologia di estrazione e quantificazione del contenuto in<br />

Turkei.<br />

alizarina mediante HPLC.<br />

144 BIERTUMPFEL A., VETTER 1999 Zuchterische<br />

Forum Farberpflanzen 1999 Environmental/Biological Vengono presenatati i risultati di una sperimentazione<br />

A.<br />

Bearbeitung von Dornburg 2-3 jun PG 94- 105.<br />

triennale su alcune specie tintoriequali Isatis tinctoria,<br />

Farberpflanzen<br />

Reseda luteola, Solidago canadensis, Centaurea<br />

jacea,Anthemis tinctoria, Chrysanthemum vulgare e<br />

Origanum vulgare. Delle quali è statovalutato il livello di<br />

resa ed il contenuto in principi attivi.<br />

145 HARTUNG H. 1999 Methodik der analyse Forum Farberpflanzen 1999 Environmental/Biological Metodi di analisi del contenuto dei principi attivi di alcun<br />

von Naturfarbstoffen. Dornburg 2-3 jun PG 134- 141.<br />

piante coloranti mediante HPLC e LC/MS<br />

146 WURL G., SCHWABE I.,<br />

Gewinnung von indigo Forum Farberpflanzen 1999 Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di una ricerca volta a ottimizzare<br />

HILL D.<br />

aus waid und<br />

Dornburg 2-3 jun PG 156- 166.<br />

la tecnica di estrazione per la produzione di indaco naturale<br />

Farberknoterich.<br />

da Isatis spp.<br />

147 GARCIA - MACIAS P., 2004 Formation of natural Journal of Agricultural and Environmental/Biological Viene presentato il risultato di uno studio svolto nell'ambito<br />

JOHN P.<br />

indigo derived from Food Chemistry 52: 7891 -<br />

del Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO volto a valutare<br />

woad (Isatis tinctoria L.) 7896.<br />

i meccanismi di formazione dell'indaco naturale, la sua<br />

in relation to product<br />

purity.<br />

purezza e la natura delle sostanze contaminanti.<br />

148 REGINI S. 1996-1997 Caratteristiche<br />

Tesi di Laurea del Corso di Environmental/Biological Vengono presentati i risulatati di una sperimentazione volta<br />

i h di<br />

i S i A i<br />

l l i ih ih di l i<br />

Il progetto Activa 383


149 ROLANDELLI S. 1997-1998<br />

agronomiche di nuove<br />

specie da coloranti<br />

naturali.<br />

Reseda luteola L. e<br />

Rubia tinctorum L.:<br />

nuove specie per la<br />

produzione di coloranti<br />

naturali. Potenzialità<br />

agronomiche,<br />

valutazione quantitativa<br />

dei pigmenti e prove di<br />

tintura.<br />

150 NASSI O DI NASSO N. 2001-2002 Riscoperta di Isatis spp.<br />

per la produzione di<br />

indaco naturale in un<br />

sistema di agricoltura<br />

sostenibile: valutazione<br />

delle caratteristiche<br />

agronomiche,<br />

biochimiche ed<br />

151 SBRANA I. 2002 -<br />

2003<br />

estrazione del pigmento.<br />

La coltivazione di<br />

Persicaria dei tintori<br />

(Polygonum tinctorium<br />

Ait.) per la produzione di<br />

indaco naturale:<br />

caratteristiche<br />

agronomiche, estrazione<br />

e aspetti biochimici<br />

152 CASALINI S. 2002-2003 Studio del fabbisogno<br />

idrico e risposta<br />

produttiva a diverse dosi<br />

irrigue di Isatis tinctoria<br />

e Polygonum tinctorium,<br />

nuove specie da indaco<br />

naturale.<br />

153 TOZZI S. 2005 Study of indigo and<br />

indigo precursors in<br />

indigo-yielding plants in<br />

a sustainable production<br />

system.<br />

Laurea in Scienze Agrarie,<br />

Facoltà di Agraria, Università<br />

degli Studi di Pisa.<br />

Tesi Corso di Laurea in<br />

Scienze Agrarie, Facoltà di<br />

Agraria, Università degli Studi<br />

di Pisa.<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze e Tecnologie Agrarie,<br />

Facoltà di Agraria, Università<br />

degli studi di Pisa.<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze e Tecnologie Agrarie,<br />

Facoltà di Agraria, Università<br />

degli studi di Pisa.<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze e Tecnologie Agrarie,<br />

Facoltà di Agraria, Università<br />

degli studi di Pisa.<br />

Tesi di Dottorato in Agricoltura<br />

eco-compatibile e qualità degli<br />

alimenti, Facoltà di Agraria,<br />

Università di Pisa.<br />

Allegato B<br />

a valutare le caratteristiche agronomiche di alcune specie<br />

tintorie.<br />

Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di una sperimentazione su Reseda<br />

luteola L. e Rubia tinctorum L.: nuove specie per la<br />

produzione di coloranti naturali, volta a caratterizzarne le<br />

potenzialità agronomiche,a quantificarne il contenuto di<br />

pigmenti e a valutare la qualità delle tinture ottenibili, su<br />

diversi tipi di filati.<br />

Environmental/Biological Vengono riportati parte dei risultati ottenuti nell'ambito del<br />

Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO riguardanti una<br />

valutazione delle caratteristiche agronomiche e biochimiche<br />

di diverse accessioni appartenenti alle due specie Isatis<br />

tinctoria e Isatis indigotica.<br />

Environmental/Biological Vengono riportati parte dei risultati ottenuti nell'ambito del<br />

Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO riguardanti una<br />

valutazione delle caratteristiche agronomiche e biochimiche<br />

di diverse accessioni di Polygonum tinctorium Ait..<br />

Environmental/Biological Vengono riportati parte dei risultati ottenuti nell'ambito del<br />

Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO riguardanti una<br />

valutazione delle rese produttive in termini di biomassa e<br />

contenuto di precursori dell'indaco in relazione a diverse<br />

dosi irrigue su due specie per la produzione di indaco<br />

naturale quali Isatis tinctoria e Polygonum tinctorium.<br />

Environmental/Biological Vengono riportati parte dei risultati ottenuti nell'ambito del<br />

Progetto di Ricerca Europeo SPINDIGO riguardanti una<br />

valutazionedel contenuto in precursori dell'indaco a mezzo<br />

di metodiche spettrofotometriche e cromatografiche in<br />

relazione a diverse condizioni di tecnica colturale per<br />

diverse accessione appartenenti alle specie Isatis tinctoria,<br />

Isatis indigotica e Polygonum tinctorium.<br />

Il progetto Activa 384


154 TAVANTI F. 1999-2000 Piante tintorie<br />

nell’industria tessile:<br />

studio sulla possibilità di<br />

attivazione di una filiera<br />

produttiva.<br />

155 BALDRATI I. 1950 Trattato delle colture<br />

tropicali e subtropicali.<br />

156 BAMBOZZI C. 1997 Esperienze di<br />

coltivazione nelle<br />

Marche.<br />

157 ANTUNEZ DE MAYOLO K.<br />

K.<br />

1989 Peruvian Natural Dye<br />

Plants.<br />

158 ZHANG X., LAURSEN R.A. 2005 Development of mild<br />

extraction methods for<br />

the analysis of natural<br />

dyes in textiles of<br />

historical interest using<br />

LC-Diode Array<br />

Detector MS.<br />

159 ORSKA-GAWRYS J.,<br />

SUROWIEC I., KEHL J.,<br />

REJNIAK H., URBANIAK<br />

K., TRJANOWICZ M.<br />

160 MEIER L. K., OLSEL O.,<br />

SORENSEN H.<br />

2003 Identification of natural<br />

dyes in archeological<br />

Coptic textiles by liquid<br />

chromatography with<br />

diode array detection<br />

1979 Acid amino acids in<br />

Reseda luteola.<br />

161 JACQUIN-DUBREUIL A. 1972 Dosage densiometrique<br />

direct par rèflexion des<br />

flavonoides de la gaude<br />

(Reseda luteola) séparés<br />

par chromatographie sur<br />

couche-mince.<br />

162 REDINI E. 2000-2001 Caratteristiche biologico<br />

riproduttive in Isatis<br />

tinctoria L. e Polygonum<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze Agrarie, Facoltà di<br />

Agraria, Università degli Studi<br />

di Firenze.<br />

Hoepli (Editore), Milano, pp.<br />

578-581.<br />

Atti Convegno "Il colore dalla<br />

Natura. La riscoperta delle<br />

piante coloranti", Ancona, 13<br />

novembre, pp. 136-149.<br />

Economic Botany, 43 (2):181-<br />

191.<br />

Anal. Chem (on line Web<br />

release date: 12 febbraio 2005)<br />

Journal of Chromatography A,<br />

989 : 239-248.<br />

Allegato B<br />

Technological/Technical Il lavoro si articola in un'indagine storica sulle piante tintorie<br />

e sulle tecniche di tintura,prendendo in consideraione<br />

principalmente Isatis tinctoria, Polygonum tinctorum, Rubia<br />

tinctorum, Cathamus tinctorius, Reseda luteola e Anthemis<br />

tinctoria. La parte sperimentale affronta la tintura di fibre<br />

animali e vegetali con indaco, robbia, reseda mettendo a<br />

punto le procedure tintoriali e valutando la qualità delle<br />

tinture ottenute.<br />

Environmental/Biological Vengono descritte le caratteristiche morfologiche, la tecnica<br />

colturale e l'estrazione dell'indaco per le specie appartenenti<br />

al genere Indigofera spp.<br />

Environmental/Biological Vengono esposti i risultati riguardo ad i primi approcci nella<br />

coltivazione di specie tintorie nelle Marche.<br />

Environmental/Biological Vengono descritte le principali piante tintorie presenti in<br />

Perù e si danno informazioni riguardo all'importanza dei<br />

coloranti naturali nell'artigianato locale.<br />

Technological/Technical Vengono proposti metodi di indagine dei pigmenti estratti<br />

da tessuti antichi per mezzo di HPLC e spettrofotometria al<br />

fine di raccogliere informazioni sulla storia del manufatto<br />

tessile.<br />

Technological/Technical Vengono esposti i risultati di uno studio che ha previsto<br />

l'identificazione di coloranti naturali in fibre di lana e seta<br />

provenienti da tessuti archeologici a mezzo di HPLC e<br />

spettrofotomtro UV-Vis.<br />

Phytochemistry 18: 1505-1509 Environmental/Biological Vengono riportati i risultati di uno studio che ha previsto la<br />

valutazione del contenuto in acidi amminoacidici nelle<br />

diverse parti della pianta Reseda luteola in diversi momenti<br />

Journal of chromatography 71:<br />

487-498<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze Agrarie, Facoltà di<br />

Agraria, Università degli Studi<br />

del ciclo biologico<br />

Environmental/Biological In questo lavoro viene descritto un metodo per la<br />

determinazione dei flavonoidi presenti in Reseda luteola<br />

analizzati con il metodo della cromatografia su strato sottile.<br />

Environmental/Biological Vengono esposti i risultati di una sperimentazione sulle<br />

problematiche relative alla produzione del seme e alla<br />

valutazione delle caratteristiche di germinazione in Isatis<br />

Il progetto Activa 385


163 MARCOZZI G., VITALI F. 1994 Coloranti naturali per<br />

uso alimentare<br />

164 SONNINO A. 2003 Unastoria piena di<br />

colore. Origini e vicende<br />

della coltivazione e della<br />

utilizzazione delle piante<br />

tintorie.<br />

165 ROESSLER A., XIUNAN J. 2003 State of the art<br />

technologies and new<br />

electrochemical<br />

166 ROESSLER A.,<br />

CRETTENAND D.,<br />

DOSSENBACH O., MARTE<br />

W., RYS P.<br />

Allegato B<br />

tinctorium Ait. di Firenze. tinctoria L. e Polygonum tinctorium Ait..<br />

methods for the<br />

reduction of vat dyes<br />

2002 Direct electrochemical<br />

reduction of indigo<br />

167 HARTL A., VOGL C. R. 2003 The Potential Use<br />

of Organically Grown<br />

Dye Plants<br />

in the Organic Textile<br />

Industry:<br />

Agricoltura e Innovzione<br />

28/29:78-84.<br />

Technological/Technical Vengono descritti i coloranti naturali utilizzabili per uso<br />

alimentare, le differenze tra coloranti naturali ed artificiali<br />

sia per formulazione che caratteristiche tecniche ,struttura<br />

chimica, tossicità e costi ed infine la loro disponibilità e il<br />

loro futuro alla luce delle evoluzioni normative.<br />

Biologi italiani 10: 22-30. Social Vengono passate in rassegna le piante utilizzate nella tintura<br />

naturale prendendo in considerazione la loro tassonomia, la<br />

parte della pianta che viene utilizzzata e il colore che se ne<br />

ricava. Inoltre viene trattata la tintura con colori vegetali<br />

nelle diverse civiltà, riportando anche testimonianze dell'uso<br />

delle piante tintorie ritrovate in diversi siti archeologici. In<br />

fine vengono riportate alcuni dati relativi alla produzione e<br />

Dyes and Pigments 59: 223-<br />

235<br />

Electrochimica Acta 47: 1989-<br />

1995<br />

Journal of Sustainable<br />

Agriculture, Vol. 23(2): 17-39.<br />

all'uso.<br />

Technological/Technical La tintura è un processo caratterizzato dall'impiego di<br />

numerose sostanze chimiche dtra le quali la più diffusa è il<br />

dionito di sodio. Queste sostanze però generarno<br />

sottoprodotti secondari che inquinano le acque reflue degli<br />

scarichi di tintura generando incrementi dei costi di<br />

produzione per la necessità di disinquinare queste acque di<br />

scarico. Per questo motivo la ricerca sta lavorando al fine di<br />

individuare metodi alternativi a basso impatto ambientale<br />

come ad esempio l'impiego di solventi organici e la<br />

riduzione elettrochimica. Questo articolo fornisce<br />

informazioni riguardo al livello di sviluppo raggiunto dalle<br />

sperimentazioni su tecniche di riduzione innovative basate<br />

sulla riduzione elettrochimica.<br />

Technological/Technical In questo articolo viene esposto il risultato di uno studio<br />

realizzato utilizzando spettrofotometri e voltametri in celle<br />

di laboratorio al fine di comprendere i meccanimi che<br />

regolano le reazioni e la cinetica dela riduzione<br />

elettrochimica diretta dell'indaco, considerata estremamente<br />

vantaggiosa in quanto caratterizzata da un basso impatto<br />

ambientale.<br />

Environmental/Biological La coltivazioni con metodi di agricoltura biologica delle<br />

piante da coloranti per soddisfare le esigenze dell'industria<br />

tessile naturale certificata può rappresentare una buona<br />

prospettiva di sviluppo per le aziende agricole bioogiche. A<br />

questo scopo in due aziende biologiche austriache sono state<br />

valutate le caratteristiche agronomiche di Anthemis tinctoria<br />

L., Polygonum tinctorium Ait. e Reseda luteola L.. Questa<br />

sperimentazione lascia intravedere possibilità di<br />

Il progetto Activa 386


Experiences and Results<br />

on Cultivation and<br />

Yields<br />

of Dyer’s Chamomile,<br />

Dyer’s Knotweed and<br />

Weld<br />

168 ATTANASIO A. 2002 Approccio preliminare<br />

all'isolamento di geni<br />

coinvolti nei processi di<br />

biosintesi dell'indaco in<br />

Isatis spp.<br />

169 BOCCARDI T. M. 2003-2004 Alfa-Triptofano sintetasi<br />

in Isatis tinctoria :<br />

clonaggio del gene e sua<br />

170 CERRATO A., DE SANTIS<br />

D., ; MORESI M.<br />

171 FERREIRA E. S. B. , HULME<br />

A. N., MCNAB H. , QUYE<br />

A.<br />

Tabella Progetti<br />

Cod Ente<br />

Prog finanziatore<br />

1 Comunità<br />

Europea<br />

espressione<br />

2002 Production of luteolin<br />

extracts from Reseda<br />

luteola and assessment<br />

of their dyeing properties<br />

2004 The natural constituents<br />

of historical textile dyes<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze e Tecnologie Agrarie,<br />

Facoltà di Agraria, Università<br />

degli studi di Pisa.<br />

Tesi del Corso di Laurea in<br />

Scienze e Tecnologie Agrarie,<br />

Facoltà di Agraria, Università<br />

degli studi di Pisa.<br />

Journal of the Science of Food<br />

and Agriculture, August 2002,<br />

vol. 82, no. 10, pp. 1189-<br />

1199(11)<br />

C h e m . S o c . R e v . , 3 3: pp<br />

3 2 9 – 3 3 6<br />

Environmental/Biological<br />

Environmental/Biological<br />

Allegato B<br />

realizzazione della coltivazione di queste specie anche se c'è<br />

la necessità di ulteriori ricerche per migliorare le rese dal<br />

punto di vista sia quantitativo che qualitativo e perfezionare<br />

le tecniche di estrazione dei pigmenti.<br />

Technological/Technical In questo lavoro sono presentati i risultati di una<br />

sperimentazione volta alla stesura di un protocollo di<br />

estrazione della luteolina da Reseda, alla realizzazione di<br />

tinture e alla valutazione della resistenza delle colorazioni<br />

realizzate confrontando tessuti di cotone e di lana.<br />

Technological/Technical Questo articolo presenta tutte quelle che in antichità erano le<br />

fonti di colore impiegate in occidente per la colorazione dei<br />

tessuti. I toni del blu erano ottenuti utilizzando l'indaco di<br />

specie come il guado. La colorazione sui toni del rosso era<br />

realizzata ricavando gli antrachinoni da piante o insetti<br />

specifici. Le colorazioni gialle erano ottenute estraendo<br />

flavonoidi da numerose specie. Inoltre molti altri colori<br />

erano realizzati miscelando i pigmenti relativi a questi tre<br />

colori base.<br />

Periodo di<br />

durata<br />

Titolo Tipologia Note e commenti<br />

2001 - 2004 SPINDIGO The Internazio Questo Progetto si propone di introdurre colture di piante da indaco naturale nel sistema agricolo europeo. Attualmente<br />

Sustainable Production of nale il mercato europeo richiede circa 8000 t per anno di indaco le quali sono per la quasi totalità soddisfatte dal prodotto di<br />

Plant-derived indigo.<br />

sintesi. Il progetto si pone come obiettivo di sostituire entro il 2005 almeno il 5% della richiesta di mercato con indaco<br />

Contract UE n. RS<br />

naturale, svolgendo al tempo stesso un’azione di promozione per ampliarne gli usi industriali.<br />

QLK5-CT-2000-30962<br />

Il Progetto ha una struttura fortemente interdisciplinare ed interessa 11 Parteners appartenenti a diversi Paesi europei,<br />

consentendo così di esplorare un’ampia area geografica, dalla Finlandia alla Spagna. Esso prevede azioni di ricerca e<br />

sviluppo che interessano sia la fase della produzione della materia prima che quella di estrazione ed utilizzazione<br />

Il progetto Activa 387


2 Agenzia di<br />

Sviluppo<br />

Agricolo delle<br />

Marche<br />

(ASSAM)<br />

3 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole<br />

4 Comunità<br />

Economica<br />

Europea<br />

dal 1996 al<br />

2000<br />

dal 1992 al<br />

1997<br />

1° gennaio<br />

1994- 31<br />

Dicembre<br />

1996<br />

Progetto Cilestre<br />

(Cilestre era il nome con<br />

cui veniva chiamato in<br />

Italia quel pigmento blu<br />

ottenuto dal guado cioè<br />

l’indaco)<br />

PRISCA (Progetto di<br />

Ricerca sulle Colture<br />

Alternative)<br />

Cultivation and<br />

Extraction of Natural<br />

Dyes for Industrial Use<br />

in Natural Textiles<br />

Production AIR2-CT94-<br />

0981<br />

5 CNR - Raisa Studio delle microfiliere<br />

di successo in aree<br />

collinari e montane.<br />

6 REGIONE<br />

LAZIO<br />

7 Ministero del<br />

Welfare<br />

1998-2000 Sviluppo di produzioni<br />

vegetali ad alto valore<br />

aggiunto per gli<br />

ecosistemi collinari e<br />

montani del Lazio<br />

2003 - 2006 Nuove forme di<br />

occupazione e<br />

orientamento nei territori<br />

rurali<br />

Allegato B<br />

industriale del prodotto finito.Esso si articola in diversi sotto – obiettivi:<br />

1. identificazione delle specie più appropriate per le diverse regioni geografiche;<br />

2. messa a punto di tecniche agronomiche per una produzione sostenibile;<br />

3. sviluppo di tecniche di estrazione che possano essere utilizzate nelle singole aziende e che permettano una rapida ed<br />

efficace estrazione dell’indaco dalle piante coltivate;<br />

4. sviluppo di un processo biotecnologico per la purificazione dell’indaco;<br />

5. la standardizzazione e il controllo di qualità dell’indaco naturale prodotto;<br />

6. analisi e valutazione dell’impatto ambientale relativo all’introduzione di nuove specie e nuove tecnologie.<br />

Nazionale Questo progetto, promosso dall’Università di Bologna ha coinvolto otto aziende agricole in una sperimentazione<br />

agronomica su guado, reseda (Reseda luteola L.), robbia (Rubia tinctorum L.) nonché su altre specie alternative.<br />

Nazionale Questo progetto ha visto impegnate le Università di Bologna, Firenze, Pisa, Palermo e Sassari, che hanno effettuato<br />

prove di adattabilità di diverse specie, confrontando varietà ed ecotipi e valutandone la resa ed il contenuto in principi<br />

coloranti.<br />

Le conoscenze acquisite all’interno di questo progetto nazionale di ricerca hanno consentito di intraprendere alcune<br />

iniziative di sviluppo e dimostrazione in diverse Regioni quali Veneto, Marche e Lazio nell’ambito del Regolamento<br />

Internazio<br />

nale<br />

comunitario 2052/88, obiettivo 5b.<br />

Gli obiettivi principali del progetto sono stati: - sviluppare un sistema di coltivazione di specie tintorie ecocompatibile -<br />

permettere la produzione di materia prima - realizzare un contenimento dei costi -raggiungingere standard<br />

qualitativi accettabili dall'industria - limitare l'impatto ambientale dei reflui delle industrie tintorie.<br />

Nazionale Nell'ambito di questo Progeto di Ricerca è stata condotta un'indagine conoscitiva sulle caratteristiche della domanda di<br />

coloranti naturali da parte delle industrie tessili e degli eventuali operatori commerciali intermedi. L'obiettivo<br />

perseguito era valutare le prospettive della coltivazione delle piante tintorie ad uso tessile, con particolare riferimento<br />

alle aree collinari e montane dell'Italia centrale e meridionale, in funzione delle attuali richieste del mercato.<br />

Regionale La Ricerca coordinata e promossa da ARSIAL in collaborazione con il CONSORZIO AGRITAL RICERCHE è stata<br />

finanziata dalla regione Lazio nel quadro del Regolamento CEE 2081/93 obiettivo 5b, Asse I sottoprogramma 1<br />

Misura I.1.1. Per le piante coloranti lo scopo del progetto è stato quello di valutare: l'adattabilità delle diverse specie<br />

alle condizioni locali, le migliori tecniche agronomiche, la risposta di genotipi diversi, le possibilità di meccanizzazione<br />

della raccolta, le possibilità di estrazione dei principi coloranti e la qualità del prodotto ottenibile.<br />

Nazionale Il progetto il cui obiettivo è quello di comunicare alle popolazioni di territori rurali le risorse occupazionali reali e<br />

potenziali che tali territori possono offrire, si svolge nelle aree dell'Alta Valsugana (TN), Casentino e Valtiberina<br />

Toscana (AR) e Fortore Alto Tammaro (BN)<br />

All'interno di questo Progetto è stata realizzata un'attività di comunicazione (rivolta a tutta la popolazione) che vede<br />

coinvolti in varie attività didattiche gli studenti di alcune scuole superiori delle aree.In particolare, è iniziata una<br />

collaborazione per far conoscere e valorizzare il panno del Casentino ed le coltivazioni di piante tintorie tipiche, ed è in<br />

corso d'opera una sperimentazione di colorazione del panno col guado coltivato in Valtiberina.<br />

Il progetto Activa 388


.6 Colture da Fibra<br />

Tabella Pubblicazioni<br />

Codic<br />

e<br />

Pubbl<br />

Autore Anno di<br />

pubblicazione<br />

1 AAVV 2002 High-quality bioelectricity<br />

2 AAVV 2002 Combustibili legnosi.<br />

Calore sostenibile per gli<br />

edifici residenziali<br />

3 AAVV 1999 Le coltivazioni da<br />

biomassa per un'energia<br />

alternativa.<br />

Titolo Riferimenti Parola chiave Note e commenti<br />

Renewable Energy Journal N. 12<br />

Maggio 2002 EurObserv'ER<br />

http://europa.eu.int/comm/energy/en/re<br />

newable/library/rej_12.pdf<br />

Roma, ENEA, Ente per le Nuove<br />

Tecnologie, L'energia e l'Ambiente:<br />

16.<br />

http://www.bioheat.info/pdf/brochure_<br />

it_dev.pdf<br />

Political/Normative Esposizione del progetto Arbre (UK) di installazione di una<br />

centrale di potenza a letto fluido. Destrizione dei contratti con gli<br />

agricoltori e vantaggi tecnologici. Aspetti politici-decisionali<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Agricoltura anno XLVII (293): 57-99 Technological/Techn<br />

ical<br />

4 AAVV 2000 Woodpellets in Europe Risorsa internet, scaricabile dal sito<br />

dell'Austrian Energy Agency:<br />

http://www.eva.ac.at/(de)/publ/pdf/pell<br />

5 AAVV 2002 Riscaldamento dei grandi<br />

edifici con combustibili<br />

legnosi. Informazioni<br />

tecniche di base<br />

6 AAVV 2004 Il mercato del pellet in<br />

Italia<br />

7 AAVV 2003 Come produrre energia<br />

dal legno<br />

8 Acaroglu M,<br />

Oguz H, Evcim<br />

U, Bilgen H,<br />

Degirmencioglu<br />

A, Demir V,<br />

Yalcin H,<br />

2002 Energy farming and<br />

standardization of using<br />

biomass - biofuel.<br />

ets_net_en.pdf<br />

Roma, ENEA, Ente per le Nuove<br />

Tecnologie, L'energia e l'Ambiente:<br />

16.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Documento informativo realizzato dall'ENEA nell'ambito del<br />

progetto "Bioheat I" finanziato dal Programma Altener. Riporta una<br />

semplice analisi dei vantaggi legati al riscaldamento a biomasse di<br />

edifici privati di grandi dimensioni dal punto di vista tecni<br />

Documento realizzato nell'ambito del progetto Alterner-bioguide.<br />

Traccia un interessante stato dell'arte tecnico ed economico sulla<br />

produzione di energia a partire dalla coltivazione di SRF e<br />

conversione energetica per la produzione di elettricità.<br />

Il documento è stato finanziato dalla Commissione Europea sotto il<br />

nome di "Industrial network on wood pellets". Presenta un quadro<br />

esaustivo della tecnica di produzione del pellet, il mercato e le<br />

normative e legislazione in materia in Svezia, Norvegia,<br />

Documento informativo realizzato dall'ENEA nell'ambito del<br />

progetto "Bioheat I" finanziato dal Programma Altener. Riporta<br />

un'analisi tecnica degli impianti per riscaldamento a biomasse di<br />

edificii di grandi dimensioni.<br />

Monografia AIEL Economic Testo di introduzione del pellet in Italia. Analisi del mercato<br />

attuale, delle normative vigenti (o proposte per il futuro) e delle<br />

Quaderno ARSIA 3/2003. Firenze. Technological/Techn<br />

ical<br />

Proceedings 8th International<br />

Congress on Mechanization and<br />

Energy in Agriculture, Kusadasi,<br />

Turkey, 15-17 October 2002. 2002,<br />

168-172; 38 ref.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

tecniche di produzione attualmente presenti.<br />

Pubblicazione tecnica-divulgativa sulla produzione di biomassa<br />

legnosa agricolo-forestale e sulle più comuni soluzioni adottate per<br />

la produzione di calore (caldaie a legna, cippato, pellet, impianti<br />

urbai e di teleriscaldamento).<br />

Commenti sull'impattto ambientale dell'implementazione della<br />

bioenergia.<br />

Il progetto Activa 389


Ozden K<br />

9 Adegbidi, H. G.,<br />

Volk T.A., et al.<br />

2001 Biomass and nutrient<br />

removal by willow clones<br />

in experimental bioenergy<br />

plantation in New York<br />

State.<br />

10 Agostinetto, L. 2004 Creare impianti a pieno<br />

campo per la filiera legno<br />

11 Alakangas, E.,<br />

B. Hillring, et<br />

al.<br />

energia.<br />

2002 Trade of biofuels and fuel<br />

prices in Europe.<br />

12 Allegro, G. 1997 Conoscere e combattere il<br />

punteruolo del pioppo<br />

(Cryptorhynchus lapathi<br />

L.)<br />

13 Allegro, G. 1999 Il ritorno della farfalla<br />

bianca del pioppo<br />

(Leucoma salicis L.).<br />

14 Allegro, G. 1998 Biologia e controllo della<br />

Saperda maggiore del<br />

pioppo (Saperda<br />

carcharias L.).<br />

15 Allegro, G. and<br />

A. Giorcelli<br />

16 Allegro, G. and<br />

G. Della Beffa<br />

17 Angelini, L.,<br />

Ceccarini, L. e<br />

Bonari E.<br />

2004 Trattamenti per la difesa<br />

fitosanitaria dei vivai.<br />

2001 Un nuovo problema<br />

entomologico per la<br />

pioppicoltura italiana:<br />

Platypus mutauts Chapuis<br />

(coleoptera,<br />

platypodidae).<br />

1999 Resa, composizione<br />

chimica e valutazione<br />

energetica della biomassa<br />

di specie erbacee annuali<br />

per la produzione di<br />

energia<br />

Biomass and Bioenergy 20: 399-411. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Alberi e territorio 10/11: 40-43. Technological/Techn<br />

ical<br />

12th European Conference on Biomass<br />

for Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 29:<br />

33-38.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 49:<br />

43-46.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 34:<br />

35-40.<br />

Istituto Sperimentale per la<br />

Pioppicoltura www.populus.it<br />

http://www.populus.it/difesadelvivaio.<br />

pdf<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 66:<br />

31-34.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Allegato B<br />

Studio sulle asportazioni di biomassa e nutrienti da parte di un<br />

ceduo a turno breve di salice.<br />

Analisi del materiale vivaistico, delle specie e delle tecniche<br />

possibili per la realizzazione di impianti di SRF<br />

Economic Analisi economica del commercio di biocombustibili in Europa. Il<br />

lavoro si focalizza sul Nord Europa<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Indicazioni tecniche per la difesa fitosanitaria del vivaio di pioppo<br />

in parte valide anche per le piantagioni a pieno campo di SRF di<br />

pioppo<br />

Lavoro scientifico su una delle avversità possibili degli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Valutazione qualitativa della biomassa di 5 specie erbacee annuali<br />

da energia.<br />

18 Armstrong, A., 1999 Effect of spacing and Biomass and Bioenergy 17: 305-314. Technological/Techn Studio sull'effetto di densità e turno di taglio sulla produttività degli<br />

Il progetto Activa 390


C. Johns,<br />

Tubby, I.<br />

cutting cycle on the yield<br />

of poplar grown as an<br />

energy crop.<br />

19 Arnoux, M. 1974 Recherches sur la canne<br />

de Provence (Arundo<br />

donax L.) en vue de sa<br />

production et de sa<br />

transformation en pate a<br />

20 Aronsson, P. G.<br />

and L. F.<br />

Bergstrom<br />

21 Atul Kumar,<br />

Pallav Purohit,<br />

Santosh Rana,<br />

Kandpal TC,<br />

Kumar A,<br />

Purohit P, &<br />

Rana S.<br />

22 Auclair, D. and<br />

L. Bouvarel<br />

papier.<br />

2001 Nitrate leaching from<br />

lysimeter- grown short<br />

rotation willow coppice in<br />

relation to N- application,<br />

irrigation and soil type.<br />

2002 An approach to the<br />

estimation of the value of<br />

agricultural residues used<br />

as biofuels.<br />

1992 Influence of spacing and<br />

short rotations on Populus<br />

trichocarpa x deltoides<br />

coppice.<br />

Annales Ammelioration des Plantes<br />

24(4): 349-376.<br />

ical impianti di SRF<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 21: 155-164. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy, 22: (3). 195-<br />

203<br />

Canadian Journal of Forest Research<br />

22: 541-548.<br />

23 Bacher, W. 1998 Poplar (Populus spp.). Capitolo del libro "Energy plant<br />

species" N. Bassam. Edizioni James<br />

and James: 203-206. Londra, UK.<br />

24 Bain RL, & 2002 Biomass for heat and Forest Products Journal, 52: (2). 12-<br />

Overend RP.<br />

25 Baldini, S. and<br />

R. Picchio M.<br />

26 Baldini, S.,<br />

Calvani R. e<br />

Picchio M.<br />

27 Baldini,<br />

S.,Barbagallo A.<br />

e Picchio, R.<br />

power.<br />

2000 Raccolta di piante di<br />

eucalipto con una<br />

meccanizzazione leggera.<br />

2002 Abbattimento<br />

semimeccanico su<br />

impianti di robinia a ciclo<br />

breve<br />

2000 Biomasse forestali a uso<br />

energetico.<br />

15.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 81:<br />

39-44.<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Tecniche di coltivazione della canna comune. Pubblicazione non<br />

recente ma a tutt'ora una delle più complete sulle tecniche di<br />

coltivazione di questa specie erbacea rizomatosa.<br />

Studio di una metodologia di ricerca su SRF di salice e degli<br />

inconvenienti riscontrati.<br />

Analisi del valore economico e qualitativo dei residui agricoli.<br />

Ricerca sull'influenza della densità d'impianto negli impianti di<br />

SRF di pioppo<br />

Presentazione generale del pioppo come coltura da energia<br />

Technological/Techn Biomassa per produzione energetica. Produzione elettricità e<br />

ical<br />

calore.<br />

Technological/Techn Studio di abbattimento meccanizzato di SRF di eucalipto con<br />

ical<br />

attrezzatura leggera.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Sperimentazione di una metodologia di abbattimento<br />

semimeccanico per SRF.<br />

Analisi delle biomasse residuali e primarie di origine forestale per<br />

uso energetico.<br />

28 Ballard, B. D., 1998 Aboveground Biomass Rapporto della State University of Technological/Techn Sviluppo di una metodologia di stima della biomassa di SRF di<br />

Il progetto Activa 391


S. V. Stehman,<br />

et al.<br />

29 Balsari, P. and<br />

G. Airoldi<br />

30 Balsari, P. and<br />

G. Airoldi<br />

31 Balsari, P. and<br />

G. Airoldi<br />

32 Balsari, P., G.<br />

Airoldi, et al.<br />

33 Balsari, P., G.<br />

Airoldi, et al.<br />

34 Bartolelli, V.<br />

and G. Caserta<br />

Equation Development for<br />

five Salix Clones and one<br />

Poplar Clone.<br />

2000 Raccolta, trasporto e<br />

impiego energetico delle<br />

biomasse agricole ligno-<br />

cellulosiche.<br />

2000 Prime valutazioni sui costi<br />

economici ed energetici di<br />

una coltivazione a ciclo<br />

breve di pioppo.<br />

1999 Valutazione energetica ed<br />

economica di una<br />

coltivazione di pioppo per<br />

la produzione di<br />

biomassa.<br />

2002 Messa a dimora di un<br />

impianto di pioppo da<br />

biomassa.<br />

2002 Preparazione di talee di<br />

pioppo per biomassa.<br />

2000 I programmi nazionali in<br />

Europa per il sostegno e<br />

lo sviluppo della biomassa<br />

agro-forestale per<br />

l'energia.<br />

New York College of Environmental<br />

Science and Forestry: 28.<br />

http://www.esf.edu/willow/PDFs/1998<br />

%20biomasseq.pdf<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 81:<br />

49-54.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 76:<br />

39-44.<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

ical pioppo e salice.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Studio tecnico della logistica e della gestione delle biomasse<br />

lignocellulosiche di origine agricola.<br />

Economic Studio degli aspetti economici della coltivazione di SRF<br />

Economic Studio degli aspetti economici della coltivazione di SRF<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

35 Bassam, N. 1998 Energy plant species. Editore James and James. Londra. Technological/Techn<br />

ical<br />

36 Beale, C. V. and<br />

S. P. Long<br />

37 Beale, C. V., J.<br />

L. Morison, et<br />

al.<br />

38 Beck C,<br />

Marshall N, &<br />

1997 Seasonal Dynamics of<br />

nutrient accumulation and<br />

partitioning in the<br />

perennial C4 grasses<br />

Miscanthus x giganteus<br />

and Spartina<br />

cynosuroides.<br />

1999 Water use efficiency of<br />

C4 perennial grasses in a<br />

temperate climate.<br />

2002 Fuelwood for<br />

communities<br />

Biomass and Bioenergy 12 (6): 419-<br />

428.<br />

Agricultural and Forestry Meteorology<br />

96(1-3): 103-115.<br />

Studio di quattro macchinari per la messa a dimora di talee di<br />

pioppo.<br />

Technological/Techn Tecniche di preparazione di talee per la realizzazione di impianti di<br />

ical<br />

SRF<br />

Political/Normative Analisi dei programmi nazionali ed europei nel settore della<br />

biomassa agro-forestale<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Il libro riporta in maniera molto sintetica le principali<br />

caratteristiche delle principali specie da biomassa a livello<br />

mondiale.<br />

Studio fisiologico su 2 specie erbacee perenni da biomassa.<br />

Studio fisiologico su specie erbacee perenni da biomassa<br />

Scottish Forestry, 56: (3). 159-162. Social Uso di legname e cippato per la produzione di energia nelle<br />

comunità rurali<br />

Il progetto Activa 392


Priddy J.<br />

39 Belocchi, A., A.<br />

M. Del Pino, et<br />

al.<br />

40 Benetka, V., I.<br />

Bartakova, et al.<br />

1999 Adattamento e produzione<br />

di biomassa di varietà di<br />

sorgo per impieghi cartari<br />

in Italia centrale.<br />

2002 Productivity of Populus<br />

nigra L. ssp. nigra under<br />

short-rotation culture in<br />

marginal areas.<br />

41 Berg Staffan 2003 Harvesting technology<br />

and market forces<br />

affecting the production<br />

of forest fuels from<br />

42 Berndes Goran,<br />

Hoogwijk<br />

Monique, & van<br />

den Broek<br />

Richard.<br />

43 Berndes, G. and<br />

P. Borjesson<br />

Swedish forestry<br />

2003 The contribution of<br />

biomass in the future<br />

global energy supply: A<br />

review of 17 studies.<br />

2001 The net energy balance of<br />

wastewater irrigation of<br />

salix.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 23: 327-336. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy. 24 (4-5): 381-<br />

388.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy. 25 (1): 1-28. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Risorsa internet http://bioproductsbioenergy.gov/pdfs/bcota/session22.ht<br />

ml (last visit 2004)<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Valutazione di varietà di sorgo per la produzione di biomassa.<br />

Valutazione di una specie di pioppo per la realizzazione di impianti<br />

di SRF<br />

Raccolta, aspetti economici.<br />

Analisi economica e ambientale secondo diversi scenari.<br />

Abstract sul bilancio energetico dell'irrigazione di salice con reflui<br />

urbani.<br />

44 Bernetti, G. 1995 Selvicoltura speciale Editore UTET. Torino Technological/Techn Tecniche di coltivazione (selvicoltura) ed ecologia delle principali<br />

ical<br />

specie forestali Italiane.<br />

45 Bernetti, J. 2003 Le potenzialità della Convegno Biosit. Firenze.<br />

Economic Analisi del mercato delle biomasse in Toscana<br />

filiera legno-energia in http://www.etaflorence.it/biosit/eventi.<br />

Toscana: Impianti<br />

tecnologici e modelli di<br />

stima delle risorse<br />

htm<br />

46 Bernetti, J. 1998 Il mercato delle biomasse<br />

a scopi energetici: un<br />

modello di offerta.<br />

Rivista di Economia Agraria 53(3). Economic Studio del mercato delle biomasse a scopi energetici<br />

47 Bernetti, J., C. 2000 Il mercato delle biomasse Quaderni 1999-IV. Accademia dei Economic Studio di mercato delle biomasse forestali in Toscana<br />

Fagarazzi, et al.<br />

per scopi energetici in Georgofili. Valorizzazione energetica<br />

Toscana.<br />

delle biomass<br />

Valorizzazione energetica delle<br />

biomasse agro-forestali. Firenze.<br />

48 Bernetti, J., C. 1998 La produzione di Annali dell'Accademia Italiana di Economic Studio degli aspetti economici della produzione di legna da ardere<br />

Fagarazzi, et al.<br />

biomasse per uso<br />

energetico nei cedui della<br />

provincia di Firenze.<br />

Scienze Forestali: 45. Firenze.<br />

dai boschi cedui della provincia di Firenze<br />

49 Berthelot, A. 2001 Mélange de clones en Canadian Journal of Forest Research Technological/Techn Studio sulla potenzialità delle piantagioni miste di cloni diversi in<br />

Il progetto Activa 393


50 Berthelot, A., J.<br />

Ranger, et al.<br />

taillis à courtes rotations<br />

de peuplier: influence sur<br />

la productivité et<br />

l'homogénéité des<br />

produits récoltés.<br />

2000 Nutrient uptake and<br />

immobilization in a shortrotation<br />

coppice stand of<br />

hybrid poplars in northwest<br />

France.<br />

31: 1116-1126. ical SRF per limitare i danni biotici.<br />

Forest ecology and management 128:<br />

167-179.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Allegato B<br />

Studio sulle asportazioni di nutrienti di un impianto di<br />

pioppicoltura<br />

51 Berton, M. 2000 Il bosco da energia Sherwood - Foreste e alberi oggi 59: Economic Quadro generale sulle potenzialità della SRF in terreni agricoli.<br />

nell'azienda agricola. 31-35.<br />

52 Bhattacharya, S. 2002 Biomass energy use and Pellets 2002: The First World Technological/Techn Studio sull'uso di biomasse per energia e sulla produzione e<br />

C.<br />

densification in Conference on Pellets, Stockholm, ical<br />

commercializzazione di pellet in paesi in via di sviluppo.<br />

developing countries. Sweden.<br />

53 Bigi, F. 2000 Studio di fattibilità per Biomasse agricole e forestali per uso Economic Analisi politica, normativa e studio comprensoriale<br />

l'utilizzo di biomasse a energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

fini energetici<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

54 Bilgen, S.; 2004 Renewable energy for a Energy Sources 26 (12): 1119-1129 Environmental/Biolo Analisi ambientale per le diverse fonti di energia rinnovabile.<br />

Kaygusuz, K.;<br />

clean and sustainable<br />

gical<br />

Sari, A.<br />

future<br />

55 Bisoffi, S. 1999 I cloni di pioppo iscritti al Sherwood - Foreste e alberi oggi 43: Technological/Techn Quadro delle principali caratteristiche dei cloni di pioppo<br />

registro nazionale dei<br />

cloni forestali.<br />

25-26.<br />

ical<br />

coltivabili in Italia.<br />

56 Bisoffi, S. 2000 Biomasse legnose da Sherwood - Foreste e alberi oggi Economic Valutazioni di ordine tecnico ed economico sulle SRF per la<br />

impianti a ciclo breve per<br />

la produzione di energia:<br />

sono una cosa seria?<br />

54(54): 15-18.<br />

produzione di biomassa da energia.<br />

57 Bisoffi, S. and 2000 I cedui a turno breve Sherwood - Foreste e alberi oggi 59: Technological/Techn Studio sulle tecniche di coltivazione più appropriate per la SRF di<br />

G. Facciotto<br />

(SRF).<br />

21-23.<br />

ical<br />

pioppo.<br />

58 Bisoffi, S. and 1996 La commericalizzazione Sherwood - Foreste e alberi oggi 17: Political/Normative Metodologia di iscrizione dei cloni al Registro nazionale per la loro<br />

L. Cagelli<br />

dei cloni di pioppo:<br />

normativa e problemi<br />

(seconda parte).<br />

39-43.<br />

commercializzazione.<br />

59 Bisoffi, S. and 1996 La commercializzazione Sherwood - Foreste e alberi oggi 16: Political/Normative Metodologia di iscrizione dei cloni al Registro nazionale per la loro<br />

L. Cagelli<br />

dei cloni di pioppo:<br />

normativa e problemi<br />

(prima parte).<br />

41-45.<br />

commercializzazione.<br />

60 Bjorheden Rolf, 2003 Systems analyses for Biomass and Bioenergy. 24 (4-5): 389- Technological/Techn Tecnica di raccolta della biomassa da residui di verde urbano<br />

Gullberg<br />

harvesting small trees for 400.<br />

ical<br />

Tomas, &<br />

forest fuel in urban<br />

Johansson Jerry<br />

forestry.<br />

Il progetto Activa 394


61 Bjornstad E, &<br />

Skonhoft A<br />

62 Boeshertz<br />

Daniel<br />

63 Boman C,<br />

Nordin A, &<br />

Thaning L.<br />

2002 Wood fuel or carbon sink.<br />

Aspects of forestry in the<br />

climate question<br />

2002 The promotion of biofuels<br />

in the European<br />

Community internal<br />

market: Recent<br />

developments.<br />

2003 Effects of increased<br />

biomass pellet combustion<br />

on ambient air quality in<br />

residential areas: A<br />

parametric dispersion<br />

modeling study<br />

64 Bonari, E. 2001 Potenzialità e<br />

problematiche<br />

agronomiche della<br />

silvicoltura a breve<br />

rotazione come coltura da<br />

energia negli ambienti<br />

65 Bonari, E. and<br />

Pampana S.<br />

66 Bonari, E., G.<br />

Picchi, et al.<br />

67 Bonari, E., G.<br />

Picchi, et al.<br />

68 Bonari, E., M.<br />

Mazzoncini, et<br />

al.<br />

69 Bonari, E., N.<br />

Silvestri, et al.<br />

mediterranei.<br />

2002 Biomasse agricole e<br />

agroindustriali<br />

lignocellulosiche<br />

2004 Poplar short rotation<br />

coppice behaviour under<br />

different harvesting<br />

treatments.<br />

2004 Bioenergy farm project -<br />

implementing bioenergy -<br />

1996 Effect of irrigation and<br />

nitrogen supply on<br />

biomass production from<br />

sorghum in northerncentral<br />

Italy.<br />

1999 Silvicoltura a breve<br />

rotazione (SRF) e sistemi<br />

colturali erbacei: analisi<br />

comparata dei rischi<br />

Environmental and Resource<br />

Economics, 23: (4). 447-465<br />

European Journal of Lipid Science and<br />

Technology, 104 (6): 363-368.<br />

Biomass and Bioenergy. 24 (6): 465-<br />

474.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Allegato B<br />

Confronto delle opportunità di utilizzare la biomassa come<br />

combustibile o come riserva di carbonio.<br />

Economic Mercato della bioenergia in Europa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Agronomia 3: 188-199. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Agricoltura Mediterranea 126: 217-<br />

226.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Studio di contaminazione dell'aria per combusrtione di pellet in<br />

stufe specifiche.<br />

Analisi delle tecniche di coltivazione della SRF di specie arboree.<br />

Include valutazioni agronomiche, ambientali ed economiche.<br />

Analisi delle potenzialità delle colture erbacee ed arboree da<br />

energia.<br />

Analisi delle tecniche di coltivazione della SRF di pioppo. Turni di<br />

taglio.<br />

Political/Normative Descrizione del progetto Bioenergy Farm. Implementazione della<br />

bioenergia a livello comprensoriale e di azienda agricola.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Studio sulla tecnica di coltivazione di sorgo da biomassa. Tecniche<br />

di irrigazione e concimazione.<br />

Analisi degli impatti ambientali su erosione del suolo e<br />

lisciviazione di inquinanti della SRF confrontata con comuni<br />

colture agricole.<br />

Il progetto Activa 395


70 Bonari, E.,<br />

Pampana, S. e<br />

Silvestri, N.<br />

71 Bonari, E., R.<br />

Villani, et al.<br />

72 Bonari, E.,<br />

Sabbatini T.,<br />

Villani R.,<br />

Picchi G.<br />

73 Bonciarelli, F.<br />

and U.<br />

Bonciarelli<br />

ambientali.<br />

2000 Prime analisi di impatto<br />

ambientale della<br />

selvicoltura a breve<br />

rotazione (SRF) negli<br />

ambienti litoranei toscani.<br />

2004 Economic and financial<br />

comparison between high<br />

and low level input<br />

cultivation techniques in<br />

poplar short rotation<br />

coppice (SRC).<br />

2004 A Model of GIS-Based<br />

Land Suitability Analysis<br />

for Energy Crops<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Allegato B<br />

Analisi degli impatti ambientali su erosione del suolo e<br />

lisciviazione di inquinanti della SRF confrontata con comuni<br />

colture agricole.<br />

Economic Analisi economica della produzione di biomassa con impianti di<br />

SRF seguendo due diversi livelli di intensificazione colturale.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

1994 Coltivazioni erbacee. Edizioni Edagricole.Bologna. Technological/Techn<br />

ical<br />

74 Borelli, M. 1996 Il bilancio della<br />

coltivazione del pioppo<br />

nell'azienda agraria.<br />

75 Borelli, M. 1997 Il sistema pioppo<br />

nazionale alle soglie del<br />

2000 - alcune<br />

considerazioni di natura<br />

76 Börjesson, P.,<br />

Gustavsson L.<br />

politico economia -.<br />

1997 Future production and<br />

utilization fo biomass in<br />

Sweden: potentials and<br />

CO2 mitigation.<br />

77 Bozzini, A. 2000 Agricoltura, biomassa ed<br />

energia.<br />

78 Bransby David<br />

I.<br />

79 Bransby, D. I.,<br />

C. Y. Ward<br />

2002 Method of preparing and<br />

handling chopped plant<br />

materials.<br />

1989 Biomass production from<br />

selected herbaceous<br />

species in the southeaster<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 12:<br />

43-47.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 26:<br />

43-46.<br />

Biomass and Bioenergy 13 (6): 399-<br />

412.<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Official-Gazette-of-the-United-States-<br />

Patent-and-Trademark-Office-Patents.<br />

Nov. 26 2002; 1264 (4).<br />

Analisi degli areali potenziali per la coltivazione di colture da<br />

energia.<br />

Tecniche di coltivazione di colture erbacee. Alcune delle specie<br />

utilizzate per la produzione di biomassa vi sono incluse nelle loro<br />

varietà da fibra o alimentari (sorgo).<br />

Economic Valutazione economica della coltivazione della SRF di pioppo in<br />

Italia.<br />

Political/Normative Studio sulla pioppicoltura tradizionale in Italia.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Potenziale di mitigazione delle emissioni di CO2 in Svezia<br />

attraverso l'uso della bioenergia.<br />

Social Energie alternative, esperienze estere e potenzialità<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass 20: 187-197. Technological/Techn<br />

ical<br />

Produzione e logistica del cippato<br />

Studio sulla produzione di biomassa con colture erbacee dedicate<br />

negli Stati Uniti.<br />

Il progetto Activa 396


USA.<br />

80 Brassoud, J. 2003 ITEBE action regarding<br />

wood pellets quality in<br />

Latin Europe.<br />

81 Bridgwater A<br />

V.<br />

2003 Renewable fuels and<br />

chemicals by thermal<br />

Risorsa elettronica sul sito<br />

dell'European Biomass Association.<br />

http://www.ecop.ucl.ac.be/aebiom/Pell<br />

ets%20conference/4%20bis%20Brasso<br />

ud%20paper.pdf<br />

Chemical Engineering Journal. 91 (2-<br />

3): 87-102.<br />

Allegato B<br />

Economic Analisi economica del mercato del pellet nei paesi del sud Europa:<br />

Francia, Italia, Spagna, Belgio e Svizzera.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Energia e prodotti chimici dalla biomassa: un approccio chimico<br />

82 Broek R van 2002<br />

processing of biomass.<br />

Electricity from energy Biomass and Bioenergy, 22: (2). 79-98 Economic Analisi economica e tecnica della produzione di energia elettrica da<br />

den, Wijk A<br />

crops in different settings<br />

biomassa<br />

van, Turkenburg<br />

- a country comparison<br />

W, den Broek R<br />

between Nicaragua,<br />

van, van den<br />

Ireland and the<br />

Broek R, & van<br />

Wijk A.<br />

Netherlands<br />

83 Bungay, H. R. 2004 Confessions of a<br />

bioenergy advocate<br />

Trends in Biotechnology 22 (2): 67-71 Social Esposizione del potenziale valore e dell'utilità della bioenergia.<br />

84 Bunn, S. M.; 2004 Leaf-level productivity Forestry 77 (4): 307-323 Technological/Techn Analisi delle relazioni che legano la produzione fogliare con la<br />

Rae, A. M.;<br />

traits in Populus grown in<br />

ical<br />

biomassa di SRF.<br />

Herbert, C. S.;<br />

short rotation coppice for<br />

Taylor, G.<br />

biomass energy<br />

85 C. T. I. 1998 Meccanizzazione delle Rapporto Enel-Pal: 2-78. Milano. Technological/Techn Pioppo, macchinari, stoccaggio.<br />

operazioni di impianto di<br />

pioppeti e modalità di<br />

essiccagione e stoccaggio<br />

della biomassa<br />

ical<br />

86 C. T. I. 2004 Biocombustibili solidi.<br />

Caratterizzazione del<br />

pellet a fini energetici.<br />

www.cti2000.it Political/Normative Proposta di normativa per la qualità del pellet combustibile.<br />

87 Cagelli, L., F. 1998 Il pioppo nero (Populus Sherwood - Foreste e alberi oggi 37: Environmental/Biolo Ecologia e usi di una specie di potenziale interesse per la SRF.<br />

Lefèvre, et al.<br />

nigra L.).<br />

43-47.<br />

gical<br />

88 Cannell MGR. 2003 Carbon sequestration and Biomass and Bioenergy, 24: (2). 97- Technological/Techn Analisi del potenziale di energia prodotta con la biomassa e suo<br />

biomass energy offset:<br />

theoretical, potential and<br />

achievable capacities<br />

globally, in Europe and<br />

the UK<br />

116; 81<br />

ical<br />

potenziale nel sequestro del carbonio<br />

89 Cannell, M. G. 1989 Physiological basis of Scandinavian Journal of Forest Environmental/Biolo Studio della fisiologia della produzione di biomassa legnosa.<br />

R.<br />

wood production: a<br />

review.<br />

Research 4: 459-490.<br />

gical<br />

90 Carbone, F. 2000 Legno da riciclare. Biomasse agricole e forestali per uso Political/Normative Studio sulla normativa e sulle potenzialità di utilizzare legname<br />

Il progetto Activa 397


91 Carlini, M., L.<br />

Cedola, et al.<br />

2000 Studio delle possibili<br />

soluzioni, in Italia,<br />

dell'impiego di sansa<br />

d'oliva, per la produzione<br />

di energia elettrica in<br />

impianti dedicati.<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

riciclato per la produzione di energia.<br />

Allegato B<br />

Uso della sansa di oliva, residuo dell'industria agro-alimentare, per<br />

la produzione di energia elettrica.<br />

92 Carlo C. 2004 Aiuti finanziari<br />

L'informatore Agrario 1 Economic Breve analisi degli aiuti finanziari volti a incentivare le iniziative<br />

sull'energia rinnovabile<br />

nel campo della bioenergia.<br />

93 Carlson A. 2002 Energy system analysis of Biomass and Bioenergy, 22 (3): 169- Social Valutazione dei sistemi energetici tradizionali e alternativi con<br />

the inclusion of monetary<br />

values of environmental<br />

damage<br />

177<br />

l'inclusione del valore monetarizzato del danno ambientale.<br />

94 Cavalli, R. 2000 Raccolta, trasporto, Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Quadro della logistica della biomassa per usi energetici<br />

stoccaggio, trattamento e energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

impiego.<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

95 Cavalli, R. 2002 Linee innovative nella Sherwood - Foreste e alberi oggi 81: Technological/Techn Tecniche di produzione di biomassa legnosa forestale, anche per<br />

meccanizzazione<br />

forestale.<br />

5-11.<br />

ical<br />

uso energetico.<br />

96 Cavalli, R., M. 2003 Approvvigionamento di Sherwood - Foreste e alberi oggi 87: Technological/Techn Studio delle tecniche per la produzione di biomassa ad usi<br />

Confalonieri, et<br />

dendromassa per usi 11-16.<br />

ical<br />

energetici da formazioni forestali.<br />

al.<br />

energetici.<br />

97 Ceccarini, L., L. 1999 Effetti della<br />

XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Tecniche di coltivazione della Canna comune: specie erbacea<br />

Angelini, et al.<br />

concimazione, della Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

rizomatosa poliennale da biomassa.<br />

densità di impianto e<br />

dell'epoca di raccolta sulla<br />

resa e sulle asportazioni di<br />

nutrienti in Arundo donax<br />

L.<br />

(Pd).<br />

98 Ceccarini, L., L. 1999 Caratteristiche produttive XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Analisi delle caratteristiche produttive e della qualità come<br />

Angelini, et al.<br />

e valutazione energetica Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

combustibile di alcune specie erbacee poliennali da biomassa.<br />

della biomassa di<br />

Miscanthus sinensis<br />

Anderss, Arundo donax L.<br />

e Cynara cardunculus L.<br />

in prove condotte nella<br />

Toscana litoranea.<br />

(Pd).<br />

99 Cehlar, M. 2004 Management technology Metalurgija 43 (4): 339-342 Technological/Techn Tecniche di gestione, trattamento e utilizzo di legname di scarto per<br />

of wood waste for<br />

energetic purposes<br />

ical<br />

la produzione di energia.<br />

100 Ceulemans, R. 1999 Production physiology Forest ecology and management 121: Technological/Techn Analisi delle potenzialità del pioppo (diversi cloni e specie) per la<br />

Il progetto Activa 398


and W. Deraedt and growth potential of<br />

poplars under shortrotation<br />

forestry culture.<br />

101 Ceulemans, R.,<br />

A. J. S.<br />

McDonald, et<br />

al.<br />

102 Chen, S. G., B.<br />

Y. Shao, et al.<br />

103 Christersson, L.,<br />

L. Sennerby-<br />

Forsse, et al.<br />

1996 A comparition among<br />

eucaliptus, poplar and<br />

willow characteristics<br />

with particular reference<br />

to a coppice, growth-<br />

modelling approach.<br />

1994 Effects of plant canopy<br />

structure on light<br />

interception and<br />

photosyntesis.<br />

1993 The role and significance<br />

of woody biomass<br />

plantations in Swedish<br />

agriculture.<br />

104 Christou, M. 1998 Presentation of the<br />

Arundo donax network.<br />

105 Christou, M.,<br />

M. Mardikis, et<br />

al.<br />

106 Christou, M.,<br />

M. Mardikis, et<br />

al.<br />

107 Christou, M.,<br />

M. Mardikis, et<br />

al.<br />

108 Christou, M.,<br />

M. Mardikis, et<br />

al.<br />

2002 Arundo donax<br />

productivity in the U.E.<br />

Results from the giant<br />

reed (Arundo donax L.)<br />

network (19997-2001).<br />

2003 Environmental studies on<br />

Arundo donax<br />

2002 Bio-energy chains from<br />

perennial crops in south<br />

Europe.<br />

2003 Environmental studies on<br />

Arundo donax.<br />

109 Ciccarese, L. 2004 Il ruolo dei suoli agricoli e<br />

forestali nel Protocollo di<br />

110 Cielo, P. and R.<br />

Zanuttini<br />

Kyoto<br />

1996 La sminuzzatura del<br />

legname in bosco.<br />

Allegato B<br />

9-23. ical produzione dei biomassa con il governo a SRF<br />

Biomass and Bioenergy 11: 215-231. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Journal of Quantile spectrosc. Transfer<br />

52: 115-123.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Modello di crescita di ceduo di diverse specie per SRF<br />

Assorbimento della luce secondo la struttura aerea delle chiome<br />

degli alberi.<br />

Forestry Chronicles 69: 687-698. Social Analisi del ruolo delle colture arboree da energia nell'agricoltura<br />

svedese<br />

Archivio Biobase dell'European<br />

Energy Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update 1999)<br />

www.eeci.net<br />

12th European Conference on Biomass<br />

for Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

8th International Conference on<br />

Environmental Science and<br />

Technology, Lemnos Island, Greece.<br />

12th European Conference on Biomass<br />

for Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

8th International Conference on<br />

Environmental Science and<br />

Technology, Lemnos Island, Greece.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

L'informatore Agrario 5 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 17:<br />

31-37.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Presentazione di un network di ricerca a livelllo europeo sulla<br />

canna comune<br />

Primi risultati sulla ricerca europea sulla canna comune.<br />

Produttività, tecniche di coltivazione.<br />

Usi ambientali della canna comune<br />

Analisi della problematica legata alla disponibilità stagionale di<br />

biomassa da colture dedicate.<br />

Studi ecologico/ambientali sulla canna comune<br />

Potenziale ruolo dei suoli agrricoli nel sequestro del carbonio o<br />

nella produzione di biomassa per sostituzione dei combustibili<br />

fossili.<br />

Studio della cippatura del legname in bosco per usi energetici.<br />

Il progetto Activa 399


111 Cielo, P., P. 2002 I cantieri di utilizzazione Edizioni Compagnia delle foreste, Technological/Techn<br />

Allegato B<br />

Abbattimento e raccolta degli impianti di arboricoltura di pioppo<br />

Settembri, et al.<br />

del pioppo<br />

Arezzo.<br />

ical<br />

112 Ciria, M. P., G. 2002 The effect of fertilization 12th European Conference on Biomass Technological/Techn Tecniche di coltivazione del pioppo in SRF<br />

E., et al.<br />

and planting density on for Energy, Industry and Climate ical<br />

biomass productivity of Protection, Amsterdam, The<br />

poplar harvested after Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

three-year rotation. ETA-Florence.<br />

113 Ciria, M. P., M. 2004 Poplar evolution on short 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Tecniche di coltivazione del pioppo in SRF<br />

P. Mazon, et al.<br />

rotation during three Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

consecutive cycles on Energy, Industry and Climate<br />

extreme continental Protection, Roma. Editori WIPclimate.<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

114 Clendenen, G. 1996 Use of harmonized Biomass and Bioenergy 11 (6): 475- Technological/Techn Stima di biomassa in pioppo.<br />

W.<br />

equations to estimate<br />

above-ground woody<br />

biomass for two hybrid<br />

poplar clones in the<br />

pacific northwest.<br />

482.<br />

ical<br />

115 Clifton-Brown, 2000 Water Use Efficiency and Annals of Botany 86: 191-200. Technological/Techn Miscanto<br />

J. C. and I.<br />

Biomass Partitioning of<br />

ical<br />

Lewandowski<br />

Three different<br />

Mischantus Genotypes<br />

with Limited and<br />

Unlimited water supply.<br />

116 Clifton-Brown, 2000 The modelled productivity Industrial crops and products 12: 97- Technological/Techn Miscanto, stima della produzione.<br />

J. C., B.<br />

of Miscanthusxgiganteus 109.<br />

ical<br />

Neilson, et al.<br />

(GREEF et DEU) in<br />

Ireland.<br />

117 Colonna 2004 Short rotation forestry Alberi e territorio 3: 28-32. Technological/Techn SRF<br />

Brocchi, M. and<br />

coltura agronomica e<br />

ical<br />

S. Cortina<br />

forestale.<br />

118 Confalonieri, 1999 Pioppi transgenici. Sherwood - Foreste e alberi oggi 41: Technological/Techn Pioppo<br />

M. and S.<br />

Bisoffi<br />

31-33.<br />

ical<br />

119 Corona, P. and 2000 Biomasse e residui Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Stima della biomassa in piedi e dei residui forestali.<br />

S. Nocentini<br />

legnosi dei boschi italiani. energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

ical<br />

120 Corona, P., P. 2002 Top-down growth Forest ecology and management 161: Technological/Techn Stima della biomassa di pioppo.<br />

A. Marziliano,<br />

modelling: a prototipe for 65-73.<br />

ical<br />

et al.<br />

poplar plantations in Italy.<br />

121 Cosentino, S. 1999 Valutazione di<br />

XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Canna, selezione varietale.<br />

L., V. Copani,<br />

popolazioni di Arundo Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

Il progetto Activa 400


Allegato B<br />

et al. donax L. reperite in<br />

Sicilia e in Calabria.<br />

(Pd).<br />

122 Cosentino, S. 1999 Risposta di una coltura di XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Sorgo, livelli colturali.<br />

L., V. Copani,<br />

sorgo (Sorghum bicolor L. Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

et al.<br />

Moench) a diversi livelli<br />

di imput.<br />

(Pd).<br />

123 Crow, P. and T. 2004 The influence of soil and Biomass and Bioenergy 26: 497-505. Technological/Techn Pioppo, salice<br />

J. Houston<br />

coppice cycle on the<br />

rooting habit of short<br />

rotation poplar and willow<br />

coppice.<br />

ical<br />

124 Culshaw, D. and 1995 Mechanisation of short Biomass and Bioenergy 9(1-5): 127- Technological/Techn Macchinari per la raccolta di SRF.<br />

B. Stokes<br />

rotation forestry. 140.<br />

ical<br />

125 Curt MD, 2002 The potential of Cynara Biomass and Bioenergy, 23: (1). 33-46 Technological/Techn Cardo per la produzione di biomassa e olio per combustibili.<br />

Sanchez G, &<br />

cardunculus L. for seed<br />

ical<br />

Fernandez J.<br />

oil production in a<br />

perennial cultivation<br />

system.<br />

126 de Jong, W., A. 2003 Pyrolysis of Miscanthus Fuel 82: 1139-1147. Technological/Techn Analisi del processo di pirolisi di miscanto e pellet di legno.<br />

Pirone, et al.<br />

giganteus and wood<br />

pellets: TG-FTIR analysis<br />

and reaction kinetics.<br />

ical<br />

127 De Luca, E. 2004 Approvvigionamento e Sherwood - Foreste e alberi oggi 102: Technological/Techn Legna da ardere. Mercato.<br />

commercializzazione<br />

della legna da ardere.<br />

21-23.<br />

ical<br />

128 De Paoli, L. and 1999 Economia e politica delle Editore Franco Angeli, Bologna. Economic Legislazione e aspetti economici legati alla produzione di energia<br />

A. Lorenzoni<br />

fonti rinnovabili e della<br />

cogenerazione<br />

da fonti rinnovabili.<br />

129 DeBell, D. S. 1997 Productivity of Populus in Canadian Journal of Forest Research Technological/Techn Pioppo<br />

and A.<br />

monoclonal and 27: 978-985.<br />

ical<br />

Harrington<br />

polyclonal blocks at three<br />

spacings.<br />

130 Deckmyn, G.; 2004 Carbon sequestration Global Change Biology 10 (9): 1482- Environmental/Biolo Sequestro di carbonio con diversi usi del suolo comparati.<br />

Muys, B.;<br />

following afforestation of 1491<br />

gical<br />

Quijano, J. G.;<br />

agricultural soils:<br />

Ceulemans, R.<br />

comparing oak/beech<br />

forest to short-rotation<br />

poplar coppice combining<br />

a process and a carbon<br />

accounting model<br />

131 DEFRA 2001 Planting and growing www.defra.gov.uk/erdp/pdfs/ecs/misc Technological/Techn Miscanto<br />

Miscanthus.<br />

anthus-guide.pdf<br />

ical<br />

Il progetto Activa 401


132 Demirbas, A. 2002 Production potential of<br />

electricity from biomass<br />

in Turkey.<br />

133 Demirbas, A. 2004 The importance of<br />

134 Dendoncker, N.;<br />

Van Wesemael,<br />

B.; Rounsevell,<br />

M. D. A.;<br />

Roelandt, C.;<br />

Lettens, S.<br />

biomass<br />

2004 Belgium's CO2 mitigation<br />

potential under improved<br />

cropland management<br />

135 Desiderio, E. 2001 Aspetti agronomici della<br />

coltivazione del kenaf<br />

(Hibiscus cannabinus L.)<br />

e del sorgo per impieghi<br />

cartari (Sorghum bicolor<br />

L. Moench).<br />

136 Di Blasi, C., V.<br />

Tanzi, et al.<br />

137 Dickmann, D.,<br />

J. G. Isebrands,<br />

et al.<br />

138 Dickmann, D.,<br />

P. Nguyen, et al.<br />

139 Domac J,<br />

Jakopovic M, &<br />

Risovic S.<br />

1997 A study on the production<br />

of agricultural residues in<br />

Italy.<br />

2001 Poplar colture in North<br />

America<br />

1995 Effects of irrigation and<br />

coppicing on aboveground<br />

growth,<br />

physiology, and fine root<br />

dynamics of two fieldgrown<br />

hybrid poplar<br />

clones.<br />

2002 European biofuel<br />

exchange in Croatia.<br />

Energy Sources 24 (10): 921-929. Technological/Techn<br />

ical<br />

Potenziale bioenergia in Turchia<br />

Allegato B<br />

Energy Sources 26 (4): 361-366 Technological/Techn<br />

ical<br />

Valutazione del ruolo della biomassa come fonte enrgetica.<br />

Agriculture Ecosystems &<br />

Environmental/Biolo Sequestro del carbonio con cambio di uso del suolo<br />

Environment 103 (1): 101-116 gical<br />

Rivista di agronomia 35: 240-252. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 12 (5): 321-<br />

331.<br />

Edizioni NRC Research Press. Ottawa,<br />

ON, Canada.<br />

Forest ecology and management<br />

80(80): 163-173.<br />

Sumarski List, 126: (7-8). 401-406; 4<br />

ref.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Sorgo, kenaf<br />

Residui agricoli.<br />

Pioppo.<br />

Pioppo<br />

Economic Mercato dei biocombustibili<br />

140 Domac, J. 2002 Bioenergy and job Unasylva 53(211): 18-21. Social Creazione di lavoro e risvolti sociali positivi della bioenergia.<br />

generation.<br />

Sviluppo rurale.<br />

141 Dubuisson, X. 1998 Energy and CO2 balances Biomass and Bioenergy 15: 379-390. Environmental/Biolo Bilanci del carbonio ed energetico della produzione di elettricità da<br />

and I. Sintzoff<br />

in different power<br />

generation routes using<br />

wood fuel from short<br />

rotation coppice.<br />

gical<br />

biomassa.<br />

142 Edmonds, J. A.; 2004 Modelling greenhouse gas Energy 29 (9-10): 1529-1536 Technological/Techn Modelli di valutazione delle diverse tecnologie per la produzione di<br />

Clarke, J.;<br />

energy technology<br />

ical<br />

energia.<br />

Il progetto Activa 402


Dooley, J.; Kim,<br />

S. H.; Smith, S.<br />

J.<br />

responses to climate<br />

change<br />

Allegato B<br />

143 El Bassam, N. 1998 Energy plant species. Editore James and James. Londra, UK. Technological/Techn<br />

ical<br />

Quadro generale delle specie da biomassa.<br />

144 Ellis, E. A., P. 2000 A GIS-based database Computer and Electronics in Technological/Techn Modellistica decisionale per pianificazione delle piantagioni.<br />

K. R. Nair, et al.<br />

management application<br />

for agroforestry planning<br />

and tree selection.<br />

Agriculture 27: 41-55.<br />

ical<br />

145 Elowson, S. 1999 Willow as a vegetation Biomass and Bioenergy 16: 281-290. Environmental/Biolo Uso di SRF di salice come filtro vegetale<br />

filter for cleaning of<br />

polluted drainage water<br />

from agricoltural land.<br />

gical<br />

146 Energiministerie 1999 Wood for energy Ministero dell'energia danese: 69. Technological/Techn Tecniche di produzione di energia dal legno.<br />

t<br />

production Technology -<br />

Environment - Economy.<br />

Copenaghen<br />

ical<br />

147 Ercoli, L., M. 1999 Effect of irrigation and Field Crops Research 63: 3-11. Technological/Techn Miscanto<br />

Mariotti, et al.<br />

nitrogen fertilization on<br />

biomass yield and<br />

efficiency of energy use in<br />

crop production of<br />

Miscanthus.<br />

ical<br />

148 Ericsson, K. and 2003 International biofuel trade Biomass and Bioenergy 26: 205-220. Economic Commercio internazionale di biomassa<br />

L. J. Nilsson<br />

- A study of the Swedish<br />

import.<br />

149 Faaij, A. P. C. 2002 International trade of<br />

biofuels.<br />

Unasylva 53(211): 28-29. Economic Commercio internazionale di biocombustibili.<br />

150 Faaij, A., I. 1998 Exploration of the land Biomass and Bioenergy 14: 439-456. Technological/Techn Studio sulla potenziale superficie coltivata con colture da energia.<br />

Steetskamp, et<br />

potential for the<br />

ical<br />

al.<br />

production of biomass for<br />

energy in the Netherlands.<br />

151 Fabio, S. 2002 I pellets. Una nuova Sherwood - Foreste e alberi oggi 79: Technological/Techn Pellet, residui.<br />

possibile forma d'impiego<br />

dei residui legnosi.<br />

27-33.<br />

ical<br />

152 Facciotto, G. 1998 Le lavorazioni del suolo Sherwood - Foreste e alberi oggi 31: Technological/Techn Pioppo.<br />

in pioppicoltura. 39-44.<br />

ical<br />

153 Facciotto, G. 2000 Esperienze italiane di Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn SRF, pioppo, eucalipto.<br />

and G. Mughini<br />

colture forestali a turno energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

breve di pioppo ed<br />

eucalipto.<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

154 Facciotto, G. 1998 Il pioppo fonte di energia Sherwood - Foreste e alberi oggi 35: Technological/Techn Pioppo<br />

and G.<br />

rinnovabile.<br />

19-26.<br />

ical<br />

Il progetto Activa 403


Schenone<br />

155 Facciotto, G., A.<br />

Giorcelli, et al.<br />

2003 I nuovi cloni di pioppo<br />

iscritti al Registro<br />

Nazionale dei Cloni<br />

Forestali.<br />

156 Faini, A. 2000 La produzione di calore<br />

da biomasse forestali:<br />

un'opportunità per le<br />

157 Faini, A. and A.<br />

Paoli<br />

158 Faix, O., D.<br />

Meier, et al.<br />

aziende agricole.<br />

1999 L'acacia per impianti di<br />

short rotation forestry.<br />

1989 Analysis of<br />

Lignocelluloses and<br />

Lignins from Arundo<br />

donax L. and Miscanthus<br />

sinensis Anderss., and<br />

Hydroliquefaction of<br />

Miscanthus.<br />

159 Faundez Pablo 2003 Potential costs of four<br />

short-rotation silvicultural<br />

regimes used for the<br />

production of energy.<br />

160 Faundez Pablo. 2003 Potential costs of four<br />

short-rotation silvicultural<br />

regimes used for the<br />

161 Ferm, A., J.<br />

Hytonen, et al.<br />

162 Fernandez, J., L.<br />

Marquez,<br />

Venturi, P.<br />

production of energy<br />

1989 Effect of spacing and<br />

nitrogen fertilization on<br />

the establishment and<br />

biomass production of<br />

short rotation poplar in<br />

Finland.<br />

1997 Technical and economic<br />

aspects of Cynara<br />

cardunculus L.: an energy<br />

crop for Mediterranean<br />

region.<br />

163 Fiedler, F. 2004 The state of art of smallscale<br />

pellet-based heating<br />

systems and relevant<br />

regulations in Sweden,<br />

Conferenza Alberi e Foreste nella<br />

pianura, Milano.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 53:<br />

17-22.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Political/Normative Pioppo<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass 18: 109-126. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy. 24 (4-5): 373-<br />

380.<br />

Biomass and Bioenergy. 24 (4-5): 373-<br />

380.<br />

Biomass 18: 95-108. Technological/Techn<br />

ical<br />

Medit 1: 48-51. Technological/Techn<br />

ical<br />

Renewable & sustainable energy<br />

reviews 8: 201-221.<br />

Biomassa per riscaldamento.<br />

Robinia, SRF<br />

Qualità della biomassa, miscanto, canna.<br />

Economic Analisi economica. SRF<br />

Economic Analisi economica, SRF, Produzione di energia<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Salice, SRF<br />

Cardo, coltivazione, aspetti economici.<br />

Tecnologie delle caldaie a pellet e normative.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 404


164 Finocchiaro, A.,<br />

P. Martini, et al.<br />

165 Foereid Bente,<br />

Bro Rasmus,<br />

Mogensen Vagn<br />

Overgaard, &<br />

Porter John R.<br />

166 Foereid, B.; de<br />

Neergaard, A.;<br />

Hogh-Jensen,<br />

H.<br />

167 Ford-Robertson<br />

..<br />

Austria and Germany.<br />

2000 Aspetti giuridici e<br />

amministrativi relativi<br />

all'acquisizione ed alla<br />

gestione degli impianti<br />

termici a biomasse.<br />

2002 Effects of windbreak<br />

strips of willow coppice:<br />

Modelling and field<br />

experiment on barley in<br />

Denmark.<br />

2004 Turnover of organic<br />

matter in a Miscanthus<br />

field: effect of time in<br />

Miscanthus cultivation<br />

and inorganic nitrogen<br />

supply<br />

1996 Estimating the net carbon<br />

balance of the plantation<br />

forest industry in New<br />

Zeland.<br />

2001 Colture erbacee annuali e<br />

Editori Regione Piemonte -<br />

Assessorato Politiche per la Montagna<br />

e Foreste; Federazione delle<br />

Associazioni Scientifiche e Tecniche.<br />

Torino<br />

Agriculture Ecosystems and<br />

Environment 93 (1-3): 25-32.<br />

Soil Biology & Biochemistry 36 (7):<br />

1075-1085<br />

Political/Normative Aspetti legali, centrali di teleriscaldamento<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 10: 7-10. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Salice, frangivento, uso multiplo<br />

Miscanto, materia organica.<br />

Bilancio di carbonio.<br />

Allegato B<br />

168 Foti, S. and S.<br />

Rivista di agronomia 35: 200-215. Technological/Techn Colture da energia erbacee.<br />

L. Cosentino<br />

poliennali da energia<br />

ical<br />

169 Foti, S., G. 1999 Possible alternative Industrial crops and products 10: 219- Technological/Techn Cardo<br />

Mauromicale, et<br />

utilization of Cynara ssp. I 228.<br />

ical<br />

al.<br />

Biomass, grain yield and<br />

chemical composition of<br />

grain.<br />

170 Foti, S., S. L. 1999 Effetti del regime idrico e XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Miscanto<br />

Cosentino, et al.<br />

della somministrazione di Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

azoto su Miscanthus x<br />

giganteus Greff e Deu. in<br />

ambiente mediterraneo.<br />

(Pd).<br />

171 Francescano, 2003 L'uso del legno cippato Vita in campagna 3: 43-45. Technological/Techn Indicazioni tecniche per imprenditori agricoli sulla scelta delle<br />

W. and R.<br />

per il riscaldamento: la<br />

ical<br />

cippatrici per la produzione di combustibile in azienda.<br />

Spinelli<br />

scelta della cippatrice.<br />

172 Francescato, W. 2004 Legno-energia, quando Alberi e territorio 3: 38-44. Social Produzione di biomassa in terreni agricoli<br />

and E. Antonini<br />

l'agricoltore è<br />

protagonista.<br />

173 Fung PYH, 2002 The potential for Biomass and Bioenergy, 22: (4). 223- Environmental/Biolo Cattura di carbonio, foreste.<br />

Kirschbaum<br />

bioenergy production 236<br />

gical<br />

MUF, Raison<br />

from Australian forests,<br />

Il progetto Activa 405


RJ, & Stucley<br />

C.<br />

its contribution to national<br />

greenhouse targets and<br />

recent developments in<br />

conversion processes.<br />

174 Gamborg, C. 1997 Maximising the<br />

production of fuelwood in<br />

different silvicultural<br />

systems.<br />

175 Garavaglia, R. 2000 Il punto di vista<br />

dell'industria: EuroEnergy<br />

Group - Gruppo<br />

176 Gelhaye, D., J.<br />

Ranger, et al.<br />

Marcegaglia.<br />

1997 Biomasse et<br />

minerallomasse d'un<br />

taillis à courte révolution<br />

de peuplier Beaupré<br />

installé sur un sol acide<br />

hors vallée, amélioré par<br />

fertilisation.<br />

177 Gerardi, V. 2000 Biomasse di origine<br />

agricola ed<br />

agroindustriale. Impieghi<br />

178 Gherbin, P. and<br />

M. Monteleone<br />

179 Gherbin, P., M.<br />

Monteleone, et<br />

al.<br />

180 Ghetti, P., L.<br />

Angelini, et al.<br />

per grandi utilizzatori.<br />

1996 Analisi funzionale di<br />

crescita di un ibrido di<br />

sorgo da cellulosa<br />

sottoposto a diversi regimi<br />

idrici. II Aspetti<br />

agronomici.<br />

1999 Andamento temporale<br />

della produzione del cardo<br />

(Cynara cardunculus L.)<br />

in ambiente meridionale.<br />

1996 Thermal analysis of<br />

biomass and<br />

corresponding pyrolysis<br />

products.<br />

Biomass and Bioenergy 13: 75-81. Technological/Techn<br />

ical<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Annales des Sciences Forestiers 54:<br />

649-665.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Allegato B<br />

Tecniche selvicolturali e di utilizzazione per la massimizzazione di<br />

biomassa legnosa per fini energetici.<br />

Economic Esperienze industriali nel settore bioenergetico italiano<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Rivista di agronomia 30(1): 50-57. Technological/Techn<br />

ical<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Tecniche di coltivazione di SRF di pioppo, biomassa prodotta e<br />

asportazioni in termini di nutrienti.<br />

Economic Logistica delle biomasse residuali agricole e agroindustriali per<br />

grandi utenze (centrali di potenza)<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Fuel 75: 565-573. Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di coltivazione. Sorgo<br />

Produzione nel tempo di impianti di cardo per biomassa<br />

Caratterizzazione qualitativa della biomassa delle principali specie<br />

dedicate.<br />

181 Giardini, A. and 2000 Coltivazioni erbacee. Edizioni Patron. Bologna. Technological/Techn Testo sulle tecniche di coltivazioni erbacee.<br />

R. Baldoni<br />

ical<br />

182 Gielen Dolf, 2003 Modelling of global Biomass and Bioenergy. 25 (2): 177- Social Politiche di produzione e uso delle biomasse.<br />

Fujino Junichi,<br />

Hashimoto<br />

biomass policies 195<br />

Il progetto Activa 406


Seiji, &<br />

Moriguchi<br />

Yuichi<br />

183 Ginanni, M. 1999 Inserimento delle colture<br />

legnose da biomassa a<br />

rotazione breve (SRF) in<br />

un ambiente della<br />

Toscana litoranea.<br />

184 Gingras, J.-F. 1995 Harvesting small trees and<br />

forest residues.<br />

Tesi di dottorato del XI ciclo presso il<br />

Dipartimento di Agronomia e<br />

Coltivazioni Erbacee. Pisa, Università<br />

di Pisa: 111.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Studio sugli aspetti produttivi e ambientali della coltivazione di<br />

SRF di pioppo.<br />

Biomass and Bioenergy 9: 153-160. Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di raccolta di biomassa forestalke residuale<br />

185 Giorcelli, A. 1999 I trattamenti per una Sherwood - Foreste e alberi oggi Technological/Techn Tecniche di difesa fitosanitaria degli impianti di arboricoltura da<br />

and G. Allegro<br />

corretta difesa<br />

45(45): 39-44.<br />

ical<br />

legno di pioppo. Tecniche mutuabili alla SRF escludendo gli<br />

fitosanitaria del pioppo.<br />

interventi che salvaguadano la qualità del legno.<br />

186 Giorcelli, A. 1998 I trattamenti fitosanitari Sherwood - Foreste e alberi oggi 38: Technological/Techn Tecnica di difesa del vivaio di pioppo. In parte utile per la difesa<br />

and G. Allegro<br />

per una corretta difesa<br />

fitosanitaria del vivaio di<br />

pioppo.<br />

31-37.<br />

ical<br />

degli impianti di SRF<br />

187 Goel, V. L. and 1996 Fuelwood quality of Biomass and Bioenergy 10 (1): 57-61. Technological/Techn Valutazione della qualità della biomassa combustibile per alcune<br />

H. M. Behl<br />

promising tree species for<br />

alkaline soils sites in<br />

relation to tree age.<br />

ical<br />

specie arboree e diverse età dei fusti.<br />

188 Grassi, G. 2000 Bioenergia nella UE. Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

Political/Normative Quadro dela politica europea nel settore delle biomasse.<br />

189 Grazioli, F. 2000 Il settore agricolo e la Quaderni dell' Accademia dei Social Analisi del settore agricoli italiano e delle potenzialità per la<br />

produzione di energia da Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

produzione di biomassa da energia.<br />

biomassa.<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

190 Grigal, D. F. 1998 Soil carbon changes Biomass and Bioenergy 14 (4): 371- Environmental/Biolo Studio sull'effetto della pioppicoltura sul contenuto di carbonio nel<br />

and W. E.<br />

associated with short- 377.<br />

gical<br />

suolo.<br />

Berguson<br />

rotation systems.<br />

191 Grogan P, & 2002 A modelling analysis of Soil Use and Management, 18: (3). Environmental/Biolo SRF, sequestro del carbonio, suolo.<br />

Matthews R<br />

the potential for soil<br />

carbon sequestration<br />

under short rotation<br />

coppice willow bioenergy<br />

plantations<br />

175-183<br />

gical<br />

192 Gruppe, A., M. 1999 Short rotation plantations Forest ecology and management 121: Environmental/Biolo Studio della relazione tra composizione fogliare ed attacchi di<br />

Fubeder, et al.<br />

of aspen and balsam<br />

poplar on former arable<br />

land in Germany:<br />

113-122.<br />

gical<br />

insetti fitofagi in impianti di SRF<br />

Il progetto Activa 407


Allegato B<br />

193 Habyarimana, 2004<br />

defoliation insects and<br />

leaf constituents.<br />

Performances of biomass Industrial crops and products 20: 23- Technological/Techn Irrigazione in sorgo in ambiente mediterraneo.<br />

E., D. Laureti,<br />

sorghum (Sorghum 28.<br />

ical<br />

et al.<br />

bicolor (L.) Moench)<br />

under different water<br />

regimes in Mediterranean<br />

region.<br />

194 Hall, J.P. 2002 Sustainable production of Forestry-Chronicle, 78: (3). 391-396. Technological/Techn Biomassa da foreste.<br />

forest biomass for energy.<br />

ical<br />

195 Hall, P., J. K. 2001 Delivery systems of forest Biomass and Bioenergy 21: 391-399. Technological/Techn Logistica della biomassa forestale.<br />

Gigler, et al.<br />

arising for energy<br />

production in New<br />

Zealand.<br />

ical<br />

196 Hallam, A., I. C. 2001 Comparative economic Biomass and Bioenergy 21: 407-424. Economic Analisi economica di alcune colture da energia<br />

Andrerson, et al.<br />

analysis of perennial,<br />

annual, and intercrops for<br />

biomass production.<br />

197 Hamelinck, C. 2002 Long distance bioenergy 12th European Conference on Biomass Economic Analisi tecnica del trasporto della biomassa su lunghe distanze.<br />

N., R. Suurs, et<br />

logistics -preliminary for Energy, Industry and Climate<br />

al.<br />

results-<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

198 Hanegraaf, M. 1998 Assessing the ecological Biomass and Bioenergy 15: 345-355. Environmental/Biolo Analisi economica ed ambientale delle colture da energia.<br />

C., E. E.<br />

and economic<br />

gical<br />

Biewinga, et al.<br />

sustainability fo energy<br />

crops.<br />

199 Hansen, E. M.; 2004 Carbon sequestration in Biomass & Bioenergy 26 (2): 97-105 Environmental/Biolo Sequestro del carbonio, miscanto<br />

Christensen, B.<br />

soil beneath long-term<br />

gical<br />

T.; Jensen, L.<br />

Miscanthus plantations as<br />

S.; Kristensen,<br />

determined by C-13<br />

K.<br />

abundance<br />

200 Hartmann, H., 2002 Measuring bulk density of 12th European Conference on Biomass Technological/Techn Metodologia di stima del volume apparente del pellet legnoso.<br />

T. Bohm, et al.<br />

solid biofuels.<br />

for Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

ical<br />

201 Hassegren, K. 1998 Use of municipal waste Biomass and Bioenergy 15: 71-74. Environmental/Biolo Analisi delle esperienze maturate in 15 anni nell'uso di reflui urbani<br />

products in energy<br />

forestry: Hightlights from<br />

15 years of experience.<br />

gical<br />

per l'irrigazione di SRF.<br />

202 Heaton, E.; 2004 A quantitative review Biomass & Bioenergy 27 (1): 21-30 Technological/Techn miscanto, colture erbacee<br />

Il progetto Activa 408


Voigt, T.; Long,<br />

S. P.<br />

203 Heilman, P. E.<br />

and R. J. Norby<br />

204 Heller Martin C,<br />

Keoleian<br />

Gregory A, &<br />

Volk Timothy A<br />

comparing the yields of<br />

two candidate C-4<br />

perennial biomass crops<br />

in relation to nitrogen,<br />

temperature and water<br />

1998 Nutrient cycling and<br />

fertility management in<br />

temperate short rotation<br />

forest systems.<br />

2003 Life cycle assessment of a<br />

willow bioenergy<br />

cropping system.<br />

205 Hellrigl B. 2002 Domestic use of fuelwood<br />

in some European<br />

countries<br />

206 Hellrigl, B. 2004 Il pellet. Notizie e<br />

osservazioni sulla<br />

207 Helynen S,<br />

Flyktman M,<br />

Makinen T,<br />

Sipila K, &<br />

Vesterinen P.<br />

produzione e l'impiego.<br />

2002 The possibilities of<br />

bioenergy in reducing<br />

greenhouse gases.<br />

208 Herland E 2002 The role of energy and<br />

industrial crops in<br />

209 Herve, C. and<br />

R. Ceulemans<br />

Swedish agriculture 2020<br />

1996 Short-rotation coppiced vs<br />

non-coppiced poplar: a<br />

comparative study at two<br />

different fields sites.<br />

210 Hillring B. 2002 Rural development and<br />

bioenergy -- experiences<br />

from 20 years of<br />

development in Sweden.<br />

211 Hjuler, K. 2002 Use of additives to<br />

prevent ash sintering and<br />

slag formation.<br />

212 Hobart Perry,<br />

C., R. Miller, et<br />

2001 Impacts of short-rotation<br />

hybrid poplar plantations<br />

Biomass and Bioenergy 14 (4): 361-<br />

370.<br />

Biomass and Bioenergy. 25 (2): 147-<br />

165<br />

Sherwood -Foreste-ed-Alberi-Oggi, 8:<br />

(3). 15-21<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 104:<br />

5-9.<br />

VTT-Tiedotteita. 2002, No.2145, 110<br />

pp.; 48 ref.<br />

Sveriges-Utsadesforenings-Tidskrift,<br />

112: (1-2). 30-36.<br />

Biomass and Bioenergy 11 (2-3): 139-<br />

150.<br />

Biomass and Bioenergy, 23: (6). 443-<br />

451<br />

12th European Conference on Biomass<br />

for Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Forest ecology and management 143:<br />

143-151.<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Mantenimento della fertilità del terreno con SRF di specie arboree.<br />

SRF, salice, durata della coltura<br />

Economic Bioenergia tradizionale in Europa<br />

Economic Studio sul mercato e le normative del pellet lignocellulosico in<br />

Italia e in Europa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Bioenergia, effetto serra<br />

Colture da energia<br />

Comparazione produttiva tra ceduo a turno breve di pioppo e<br />

pioppicoltura tradizionale<br />

Social Sviluppo rurale, colture da energia<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Studio sull'uso di addittivi nella produzione di pellet<br />

lignocellulosico per migliorarne le qualità tecniche come<br />

combustibile.<br />

Effetto della pioppicoltura sull'idrologia di bacino.<br />

Il progetto Activa 409


al. on regional water yield.<br />

213 Hoogwijk<br />

Monique, Faaij<br />

Andre, van den<br />

Broek Richard,<br />

Berndes Goran,<br />

Gielen Dolf, &<br />

Turkenburg<br />

Wim.<br />

214 Huisman, W.<br />

and W. J.<br />

Kortleve<br />

2003 Exploration of the ranges<br />

of the global potential of<br />

biomass for energy.<br />

1994 Mechanization of crop<br />

establishment, harvest and<br />

post-harvest conservation<br />

of Miscanthus sinensis<br />

Biomass and Bioenergy. 25 (2): 119-<br />

133.<br />

Industrial crops and products 2: 289-<br />

297.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Potrenziale bionenergia mondiale.<br />

Meccanizzazione della coltivazione di miscanto.<br />

Allegato B<br />

215 Huisman, W., p. 1997<br />

"Giganteus".<br />

Costs of supply chains of Industrial crops and products 6: 353- Economic Costi protuttivi di biomassa con miscanto.<br />

Venturi, et al.<br />

Mischantus giganteus. 366.<br />

216 Huston Michael 2003 Carbon management and Journal of Environmental<br />

Environmental/Biolo Conservazione del carbonio, sequestro di carbonio<br />

A, & Marland<br />

biodiversity<br />

Management. January 2003; 67 (1 gical<br />

Gregg.<br />

Special Issue): 77-86.<br />

217 Hytonen, J. 1996 Biomass production and Tesi di dottorato. The Finnish Forest Technological/Techn Studio sulle tecniche di coltivazione, raccolta e stima della SRF di<br />

nutrition of short-rotation Institute. Kannus, University of ical<br />

salice e pioppo.<br />

plantations.<br />

Helsinki: 200 pp.<br />

218 Hytonen, J. 1995 Ten-year biomass Biomass and Bioenergy 8(2): 63-71. Technological/Techn Tecniche di coltivazione e stima di impianti di SRF di salice<br />

production and stand<br />

structure of Salix<br />

'aquatica' energy forest<br />

plantation in Southern<br />

Finland.<br />

ical<br />

219 Hytonen, J. 1994 Effect of cutting season, Biomass and Bioenergy 6(5): 349-357. Technological/Techn Tecniche di coltivazione della SRF di specie arboree.<br />

stump height and harvest<br />

damage on coppicing and<br />

biomass production of<br />

willow and birch.<br />

ical<br />

220 Hytonen, J., I. 1987 Comparison of methods Biomass 14: 39-49. Technological/Techn Studio della stima della biomassa di SRF.<br />

Lumme, et al.<br />

for estimating willow<br />

biomass.<br />

ical<br />

221 Islam, M.; 2004 Current utilization and Renewable & Sustainable Energy Environmental/Biolo Colture da energia, residui, bioenergia.<br />

Fartaj, A.; Ting,<br />

future prospects of Reviews 8 (6): 493-519<br />

gical<br />

D. S. K.<br />

emerging renewable<br />

energy applications in<br />

Canada<br />

222 ITEBE 2001 Pellet club Sito internet informativo sulle Political/Normative Opuscolo informativo su normative e caratteristiche merceologiche<br />

Il progetto Activa 410


223 Jacobson, M. Z. 2004 The short-term cooling<br />

but long-term global<br />

warming due to biomass<br />

224 Jannasch, R., R.<br />

Samson, et al.<br />

225 Janssen R,<br />

Helm P, Grimm<br />

P, Grassi G,<br />

Coda B, Grassi<br />

A, & Agterberg<br />

A.<br />

burning<br />

2001 Switchgrass fuel pellet<br />

production in eastern<br />

Ontario: a market study.<br />

2002 A global network on<br />

bioenergy - objectives,<br />

strategies and first results<br />

iniziative di ITEBE e del Pellet Club<br />

francese.<br />

http://www.itebe.org/portail/affiche.as<br />

p?arbo=1&num=96<br />

Journal of Climate 17 (15): 2909-2926 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Rapporto REAP, Canada. www.reapcanada.com/<strong>Report</strong>s/PelletMarketStud<br />

y.htm<br />

http://www.reap-<br />

canada.com/<strong>Report</strong>s/reportsindex.htm<br />

International Sugar Journal, 104:<br />

(1242). 274-278; 6 ref.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

del pellet combustibile.<br />

Bioenergia, aspetti negativi<br />

Allegato B<br />

Relazione sullla produzione di pellet combustibile a partire da<br />

colture erbacee. Interessante la sezione dedicata alle caldaie<br />

specifiche per la combustione di biomassa erbacea.<br />

Network di ricerca e promozione della bioenergia<br />

226 Jirjis, R. 1995 Storage and drying of Biomass and Bioenergy 9: 181-190. Technological/Techn Tecniche di toccaggio biomassa.<br />

wood fuel.<br />

ical<br />

227 Jodice, R. and 2001 Giant reed network. Rapporti del CETA (Centro di Technological/Techn Tecnica di coltivazione e raccolta della canna comune.<br />

M. Vecchiet<br />

Improvement,<br />

ecologia teorica ed applicata): 14. ical<br />

productivity and biomass<br />

quality<br />

Trieste<br />

228 Johansson, L., 2004 Emissions characteristics Atmospheric Environment 38: 4183- Environmental/Biolo Emissioni inquinanti legate alle caldaie a biomassa tradizionali e<br />

B. Leckner, et<br />

of modern and old-type 4195.<br />

gical<br />

moderne.<br />

al.<br />

residential boilers fired<br />

with wood logs and wood<br />

pellets.<br />

229 Jørgensen, R. 1997 N2O emission from Atmospheric Environment 31: 2899- Environmental/Biolo Emissioni di gas serra da piantagioni di segale e miscanto.<br />

N., B. J.<br />

energy crop fields of 2904.<br />

gical<br />

Jørgensen, et al.<br />

miscanthus "giganteus"<br />

and winter rye.<br />

230 Jørgensen, U. 1997 Biomass requirements for Biomass and Bioenergy 12 (3): 145- Technological/Techn Tecniche agronomiche e gestionali per migliorare la qualità della<br />

and B. Sander<br />

power production: how to<br />

optimize the quality by<br />

agricultural management.<br />

147.<br />

ical<br />

biomassa combustibile.<br />

231 Joslin, J. D. and 1997 Measuring the<br />

Biomass and Bioenergy 13 (4/5): 301- Environmental/Biolo Effetto ambientale della conversione di terreni agricoli a SRF.<br />

S. H.<br />

environmental effects of 311.<br />

gical<br />

Schoenholtz<br />

converting croplands to<br />

short-rotation woody<br />

Il progetto Activa 411


Allegato B<br />

232 Junfeng Li, & 2003<br />

crops: a research<br />

approach.<br />

Sustainable biomass Biomass and Bioenergy. 25 (5): 483- Technological/Techn Bioenergia come risorsa sostenibile<br />

Runqing Hu.<br />

production for energy in<br />

China.<br />

499.<br />

ical<br />

233 Kahle, P., S. 2001 Cropping of Miscanthus European Journal of Agronomy 15: Technological/Techn Tecniche di coltivazione<br />

Beuch, et al.<br />

in Central Europe:<br />

biomass production and<br />

influence on nutrients and<br />

soil organic matter.<br />

171-184.<br />

ical<br />

234 Kamm, J. 2004 A new class of plants for a Applied Biochemistry and<br />

Technological/Techn Colture da energia<br />

biofuel feedstock energy<br />

crop<br />

Biotechnology 113-16: 55-70 ical<br />

235 Karjalainen, T. 1996 Dynamics and potentials Forest ecology and management 80: Environmental/Biolo Sequestro di carbonio con i prodotti legnosi e la gestione forestale.<br />

of carbon sequestration in<br />

managed stands and wood<br />

products in Finland under<br />

changing climatic<br />

conditions.<br />

113-132.<br />

gical<br />

236 Karjalainen, T. 1996 The carbon sequestration Biomass and Bioenergy 10: 313-329. Political/Normative Effetti della gestione forestale in Finlandia per l'accumulo di<br />

potential of unmanaged<br />

forest stands in Finland<br />

under changing climatic<br />

conditions.<br />

carbonio<br />

237 Kauter, D., I. 2003 Quantity and quality of Biomass and Bioenergy 24: 411-427. Technological/Techn Qualità della biomassa legnosa come combustibile.<br />

Lewandowski,<br />

harvestable biomass from<br />

ical<br />

et al.<br />

Populus short rotation<br />

coppice for solid fuel use<br />

- a review of the<br />

physiological basis and<br />

management influences.<br />

238 Kaygusuz, K. 2004 The role of renewables in Energy Sources 26 (12): 1131-1140 Technological/Techn Energia rinnovabile in Turchia<br />

future energy directions of<br />

Turkey<br />

ical<br />

239 Kelley Stephen 2002 Comparison of rapid Abstracts of Papers American Technological/Techn Qualità della biomassa come combustibile.<br />

S, Davis Mark<br />

analysis tools for Chemical Society. 2002; 223 (1-2): ical<br />

F, & Looker<br />

measuring the chemical CELL 127.<br />

Michael J.<br />

composition of biomass.<br />

240 Kenney, W. A., 1990 A review of biomass Biomass 21: 163-188. Technological/Techn Qualità della biomassa legnosa come combustibile.<br />

L. Sennerby-<br />

quality research relevant<br />

ical<br />

Forsse, et al.<br />

to the use of poplar and<br />

willow for energy<br />

Il progetto Activa 412


241 Kirschbaum<br />

Miko U F.<br />

242 Kjallstrand, J.<br />

and M. Olsson<br />

conversion.<br />

2003 To sink or burn. A<br />

discussion of the potential<br />

contributions of forests to<br />

greenhouse gas balances<br />

through storing carbon or<br />

providing biofuels.<br />

2004 Chimney emissions from<br />

small-scale burning of<br />

pellets and fuelwood -<br />

examples referring to<br />

different combustion<br />

appliances.<br />

243 Klaas, D. L. 1998 Biomass for renewable<br />

energy, fuels, and<br />

244 Klasnja, B., S.<br />

Kopitovic, et al.<br />

chemicals.<br />

2002 Wood and bark of some<br />

poplar willow clones as<br />

fuelwood.<br />

245 Kwant Kees W. 2003 Renewable energy in The<br />

Netherlands: Policy and<br />

246 Kwok, Q. S. M.;<br />

Jones, D. E. G.;<br />

Nunez, G. F.;<br />

Charland, J. P.;<br />

Dionne, S.<br />

247 Labrecque, M.<br />

and T.<br />

Teodorescu<br />

248 Labrecque, M.,<br />

T. Teodorescu,<br />

et al.<br />

instruments<br />

2004 Characterization of biofuel<br />

and bio-fuel ash<br />

2003 High biomass yields<br />

achieved by Salix clones<br />

in SRIC following two 3years<br />

coppice rotations on<br />

abandoned farmland in<br />

southern Quebec, Canada.<br />

1997 Biomass productivity and<br />

wood energy of salix<br />

species after 2 years<br />

growth in SRIC fertilized<br />

with wastewater sludge.<br />

249 Lal, R. 2004 Soil carbon sequestration<br />

impacts on global climate<br />

change and food security<br />

Biomass and Bioenergy. 24 (4-5): 297-<br />

310.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 27: 557-561. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Edizioni Academic Press. San Diego,<br />

USA.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 23: 427-432. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass-and-Bioenergy. 24 (4-5):<br />

265-267<br />

Journal of Thermal Analysis and<br />

Calorimetry 78 (1): 173-184<br />

Allegato B<br />

Confronto tra le opzioni di sequestro di carbonio o produzione di<br />

energia alternativa<br />

Emissioni di fumi in diverse caldaie e stufe a pellet.<br />

Testo sull'uso energetico e chimico della biomassa.<br />

Qualità della biomassa legnosa come combustibile.<br />

Political/Normative Politiche di incentivazione della bioenergia, Olanda.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 25: 135-146. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 12: 409-417. Technological/Techn<br />

ical<br />

Science 304 (5677): 1623-1627 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Caratterizzazione della qualità della biomassa come combustibile e<br />

delle ceneri prodotte.<br />

Tecniche di coltivazione di SRF di salice.<br />

Tecnica di coltivazione di SRF di salice irrigato con reflui urbani.<br />

Sequestro del carbonio.<br />

250 Lamb, A. 1999 Large scale trials of SRC Archivio Biobase dell'European Technological/Techn Tecniche di espianto di SRF a termine produzione.<br />

Il progetto Activa 413


for energy-crop removal<br />

and restoration.<br />

251 Landi, R. 1999 Sorghi ad alta energia<br />

contributo alla ricerca di<br />

efficienti costituzioni<br />

ibride e di appropriata<br />

252 Laureysens, I.,<br />

J. Bogaert, et al.<br />

253 Laureysens, I.,<br />

W. Deraedt, et<br />

al.<br />

254 Laureysens, I.;<br />

Blust, R.; De<br />

Temmerman,<br />

L.; Lemmens,<br />

C.; Ceulemans,<br />

R.<br />

tecnica colturale.<br />

2004 Biomass production of a<br />

17 poplar clones in a<br />

short-rotation coppice<br />

culture on a waste<br />

disposal site and its<br />

relation to soil<br />

characteristics.<br />

2003 Population dynamics in a<br />

6-year old coppice culture<br />

of poplar. I. Clonal<br />

differences in stool<br />

mortality, shoot dynamics<br />

and shoot diameter<br />

distribution in relation to<br />

biomass production.<br />

2004 Clonal variation in heavy<br />

metal accumulation and<br />

biomass production in a<br />

poplar coppice culture: I.<br />

Seasonal variation in leaf,<br />

wood and bark<br />

concentrations<br />

255 Lazzari, P. 2000 Realizzazione di sistemi<br />

di raccolta di residui<br />

agricoli lignocellulosici<br />

(potature).<br />

256 Lazzari, P. 2000 L'utilizzo di residui<br />

agricoli ligno-cellulosici<br />

257 Lehtikangas, P. 2000 Quality properties of<br />

pelletised sawdust,<br />

logging residues and bark.<br />

258 Lehtikangas, P. 2000 Storage effects on<br />

pelletised sawdust,<br />

logging residues and bark<br />

Energy Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update 1999)<br />

www.eeci.net<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Forest ecology and management 187:<br />

295-309.<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 24: 81-95. Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental Pollution 131 (3): 485-<br />

494<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 59:<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Selezione di ibridi di sorgo per la produzione di biomassa.<br />

Comparazione di 17 cloni di pioppo per la produzione di biomassa<br />

con il governo a SRF<br />

Tecniche di coltivazione e monitoraggio dello sviluppo di SRF di<br />

pioppo<br />

Pioppo, fitoremedio, produzione di biomassa<br />

Tecnica di raccolta dei residui agricoli legnosi (potature)<br />

Technological/Techn Logistica dei residui lignocellulosici agro-forestali.<br />

25-29.<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 20: 351-360. Technological/Techn<br />

ical<br />

Aspetti qualitativi della biomassa stoccata.<br />

Biomass and Bioenergy 19: 287-293. Technological/Techn<br />

ical<br />

Effetti dello stoccaggio della biomassa intera, cippata e pellettata.<br />

Il progetto Activa 414


259 Lettens S, Muys<br />

B, Ceulemans<br />

R, Moons E,<br />

Garcia J, &<br />

Coppin P.<br />

260 Levandowski,<br />

I., A. Kicherer,<br />

et al.<br />

261 Lewandowski I,<br />

& Heinz A.<br />

262 Lewandowski I,<br />

& Kauter D.<br />

263 Lewandowski I,<br />

Clifton Brown J<br />

C, Andersson B,<br />

Basch G,<br />

Christian D G,<br />

Jorgensen U,<br />

Jones M B,<br />

Riche A B,<br />

Schwarz K U,<br />

Tayebi K, &<br />

Teixeira F.<br />

264 Lewandowski<br />

Iris, Scurlock<br />

Jonathan M O,<br />

Lindvall Eva, &<br />

Christou<br />

Myrsini.<br />

265 Lewandowski,<br />

I. and A. Heinz<br />

2003 Energy budget and<br />

greenhouse gas balance<br />

evaluation of sustainable<br />

coppice systems for<br />

electricity production.<br />

1995 CO2 balance for the<br />

cultivation and<br />

combustion of<br />

Miscanthus.<br />

2003 Delayed harvest of<br />

miscanthus -- influences<br />

on biomass quantity and<br />

quality and environmental<br />

impacts of energy<br />

production.<br />

2003 The influence of nitrogen<br />

fertilizer on the yield and<br />

combustion quality of<br />

whole grain crops for<br />

solid fuel use.<br />

2003 Environment and harvest<br />

time affects the<br />

combustion qualities of<br />

Miscanthus genotypes.<br />

2003 The development and<br />

current status of perennial<br />

rhizomatous grasses as<br />

energy crops in the US<br />

and Europe.<br />

2003 Delayed harvest of<br />

Miscanthus-influences on<br />

biomass quantity and<br />

quality and environmental<br />

impacts of energy<br />

production.<br />

Biomass and Bioenergy, 24: (3). 179-<br />

197<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 2: 81-90. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

European Journal of Agronomy 19:<br />

(1). 45-63; 45 ref.<br />

Industrial crops and products, 17: (2).<br />

103-117; 30 ref.<br />

Agronomy Journal. 95 (5): 1274-<br />

1280.<br />

Biomass and Bioenergy. 25 (4): 335-<br />

361.<br />

European Journal of Agronomy 19:<br />

45-63.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

SRF, selvicoltura, riduzione gas effetto serra.<br />

Allegato B<br />

Bilancio di carbonio per l'uso della biomassa di miscanto per la<br />

produzione di energia.<br />

Miscanto, tecniche di coltivazione<br />

Coltivazione di colture da energia.<br />

Miscanto, tecniche di coltivazione e qualità.<br />

Colture da energia rizomatose, miscanto, canna.<br />

Tecniche di raccolta e qualità della biomassa.<br />

Il progetto Activa 415


266 Lewandowski,<br />

I., J. C. Clifton-<br />

Brown, et al.<br />

267 Lewandowski,<br />

I., J. M. O.<br />

Scurlock, et al.<br />

268 Lewis, D. K., D.<br />

P. Turner, et al.<br />

269 Liesebach, M.,<br />

G. von<br />

Wuehlisch, et<br />

al.<br />

270 Liu, Z. and D.<br />

Dickmann<br />

2000 Miscanthus: European<br />

experience with a novel<br />

energy crop<br />

2003 The development and<br />

current status of perennial<br />

rhizomatous grasses as<br />

energy crops in the US<br />

and Europe.<br />

1996 An inventory-based<br />

procedure to estimate<br />

economic costs of forest<br />

management on a regional<br />

scale to conserve and<br />

sequester atmospheric<br />

carbon.<br />

1999 Aspen for short-rotation<br />

coppice plantations on<br />

agricultural sites in<br />

Germany: Effects of<br />

spacing and rotation time<br />

on growth and biomass<br />

production of aspen<br />

progenies.<br />

1996 Effects of water and<br />

nitrogen interaction on net<br />

photosynthesis, stomatal<br />

conductance, and wateruse<br />

efficiency in two<br />

hybrid poplar clones.<br />

271 Londo, M. 2002 Energy farming in<br />

multiple land use.<br />

272 Londo, M.;<br />

Roose, M.;<br />

Dekker, J.; de<br />

Graaf, H.<br />

273 Lorenzoni, C.<br />

and A. Marocco<br />

2004 Willow short-rotation<br />

coppice in multiple landuse<br />

systems: evaluation of<br />

four combination options<br />

in the Dutch context<br />

1999 Selezione per tolleranza al<br />

freddo in sorgo da<br />

biomassa.<br />

274 Lunnan, A. 1997 Agriculture-based<br />

biomass energy supply - a<br />

Biomass and Bioenergy 19: 209-227. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 25: 335-361. Technological/Techn<br />

ical<br />

Ecological Economics 16: 35-49. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Forest ecology and management (121):<br />

25-39.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Physiologia plantarum 97: 507-512. Technological/Techn<br />

ical<br />

Tesi di dottorato, Agricultural<br />

economy. Utrecht, Utrecht University:<br />

143.<br />

Allegato B<br />

Tecniche di coltivazione, raccolta ed uso di miscanto.<br />

Quadro tecnico delle colture erbacee rizomatore da energia in<br />

Europa e Nord America.<br />

Metodologia di valutazione di sequestro di carbonio con la gestione<br />

forestale.<br />

Valutazioni sulle tecniche di coltivazione del ceduo a turno breve<br />

di pioppo<br />

Tecnico. Fisiologia pioppo. Risposta a acqua e azoto.<br />

Economic Studio delle potenzialità di coltivazione e diffusione della SRF<br />

secondo diversi scenari economici, sociali e tecnici. Include<br />

valutazioni ambientali e valutazione dei benefici indiretti (prod.<br />

Acqua potabile).<br />

Biomass & Bioenergy 27 (3): 205-221 Political/Normative Analisi multicriterio dei possibili usi multipli della SRC di salice.<br />

XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Selezione varietale sorgo.<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

ical<br />

Energy Policy 25: 573-582. Economic Analisi economica della filiera bioenergetica<br />

Il progetto Activa 416


survey of economic<br />

issues.<br />

275 M. Di Candilo 2004 Colture non food: ormai<br />

realtà l’uso a fini<br />

energetici<br />

276 Macpherson G. 2002 Bio-energy from the rural<br />

economy: a raft of<br />

solutions awaiting<br />

277 Maltamo, M.<br />

and A. Kangas<br />

278 Mani, S.; Tabil,<br />

L. G.;<br />

Sokhansanj, S.<br />

279 Manley, A. and<br />

J. Richardson<br />

national recognition<br />

1998 Methods based on knearest<br />

neighbour<br />

regression in the<br />

prediction of basal area<br />

diameter distribution.<br />

2004 Grinding performance and<br />

physical properties of<br />

wheat and barley straws,<br />

corn stover and<br />

switchgrass<br />

1995 Silviculture and economic<br />

benefits of producing<br />

wood energy from<br />

conventional forestry<br />

systems and measures to<br />

mitigate negative impacts.<br />

L'informatore Agrario 1 Technological/Techn<br />

ical<br />

Journal of the Royal Agricultural<br />

Society of England. 2002, 163: 52-61<br />

Canadian Journal of Forest Research<br />

28: 1107-1115.<br />

Colture no food.<br />

Social Sviluppo rurale<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass & Bioenergy 27 (4): 339-352 Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 9: 89-105. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Metodi di stima della biomassa<br />

Residui colturali, qualità combustibile<br />

Allegato B<br />

Analisi benefici-svantaggi e impatto ambientale della produzione di<br />

energia da biomassa forestale<br />

280 Marchi, E. 2002 Linee innovative nelle Sherwood - Foreste e alberi oggi 81: Technological/Techn Tecniche di utilizzazioni forestali. Ottimizzazione biomassa<br />

utilizzazioni forestali. 15-20.<br />

ical<br />

residuale.<br />

281 Mardikis, M., 2002 Arundo donax L. 12th European Conference on Biomass Technological/Techn Tecniche di impianto della canna comune.<br />

M. Christou, et<br />

propagation trials. for Energy, Industry and Climate ical<br />

al.<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

282 Mariotti, M., L. 2000 Valutazione di alcuni Rivista di agronomia 2(34): 246-250. Technological/Techn Studio sul rispristino del terreno dopo la coltura del miscanto.<br />

Ercoli, et al.<br />

effetti di avvicendamento<br />

della coltura del miscanto.<br />

ical<br />

283 Martin, M. F. 2001 Biocombustibles solidos Editore Asociacion Espanola de Technological/Techn Analisi tecnica dei biocombustibili di origine forestale. Studio di<br />

de origen forestal. Normalizacion y Certificacion, pp 109.<br />

Madrid.<br />

ical<br />

noprmativa e confronto qualitativo biomassa legnosa.<br />

284 Martini, F. and 1988 I salici d'Italia. Editore LiNT. Trieste. Technological/Techn Pubblicazione botanica sul genere Salix in Italia.<br />

P. Paiero<br />

ical<br />

285 Masoni, A., M. 1996 Effect of temperature and Agricoltura Mediterranea 126: 412- Technological/Techn Risposta a temperatura e concimazione fosfatica.<br />

Mariotti, et al.<br />

phosphorus fertilization 422.<br />

ical<br />

Il progetto Activa 417


on sorghum growth.<br />

286 Mavrogianopoul 2002 Use of wastewater as a<br />

os, G., V. Volgi,<br />

nutrient solution in a<br />

et al.<br />

closed gravel hydroponic<br />

culture of giant reed<br />

287 Mazzoncini, M.,<br />

S. Benvenuti, et<br />

al.<br />

288 McAlpine, R.<br />

G., C. L.<br />

Brown, et al.<br />

(Arundo donax).<br />

1999 Aspetti agronomici e<br />

colturali dell'introduzione<br />

della silvicoltura a breve<br />

rotazione (SRF) nella<br />

Toscana litoranea.<br />

Bioresource Technology 82: 103-107. Technological/Techn<br />

ical<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

1966 Silage sycamore. Forest Farmer 26(1): 6-7,16. Technological/Techn<br />

ical<br />

289 McKendry, P. 2002 Energy production from<br />

biomass. 2 Conversion<br />

technologies<br />

290 McLaughlin S<br />

B, de la Torre<br />

Ugarte D G,<br />

Garten C T Jr,<br />

Lynd L R,<br />

Sanderson M A,<br />

Tolbert V R, &<br />

Wolf D D.<br />

2002 High-value renewable<br />

energy from prairie<br />

grasses.<br />

291 Menna, P. 1998 Come sta l'Italia delle<br />

fonti rinnovabili.<br />

292 Mezzalira, G. 2000 Impieghi per piccoli<br />

utilizzatori. Caldaie a<br />

fiamma inversa ed<br />

ambiente rurale.<br />

293 Mickelsson, K. 2002 Il mercato del pellet in<br />

Nord Europa.<br />

Bioresource Technology 83: (1). 47-<br />

54.<br />

Environmental Science and<br />

Technology.36 (10): 2122-2129.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Studio di utilizzo duplice della canna comune: produzione di<br />

biomassa e fitodepurazione.<br />

Analisi tecnica-agronomica della SRF<br />

Prima formalizzazione del concetto di Short rotation forestry<br />

Tecnologie di combustione.<br />

Colture da energia<br />

Energia, Ambiente, Innovazione 44. Social Considerazioni generali sulle energie rinnovabili.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Atti della conferenza: Pellet a uso<br />

energetico: ostacoli e prospettive della<br />

filiera e del mercato, Torino.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Analisi delle caldaie e del loro uso potenziale in ambiente agricolo.<br />

Economic Quadro economico del mercato del pellet in Scandinavia e paesi del<br />

Mar Baltico.<br />

294 Miles, R. T. and 1996 Boiler deposit from firing Biomass and Bioenergy 10: 125-138. Technological/Techn Problemi tecnici legati alla combustione di biomassa.<br />

L. L. Baxter<br />

biomass fuels.<br />

ical<br />

295 Minotta, G. 2000 Gli impianti di specie Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Quadro delle problematiche ambientali, sociali ed economiche per<br />

legnose a corta rotazione energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

la coltivazione di SRF in Italia.<br />

per la produzione di<br />

biomassa a fini energetici:<br />

quali prospettive per gli<br />

ambienti italiani?<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Il progetto Activa 418


296 Mitchell, C. P. 1995 New cultural treatments Biomass and Bioenergy 9(1-5): 11-33. Technological/Techn<br />

Allegato B<br />

Quadro delle tecniche agronomiche più idonee alla coltivazione di<br />

and yield optimization.<br />

ical<br />

SRF.<br />

297 Mitchell, C. P., 1999 Short-rotation forestry - Forest ecology and management 121: Technological/Techn Studio delle tecniche di coltivazione, della produttività e analisi<br />

E. A. Stevens, et<br />

operations, productivity 123-136.<br />

ical<br />

economica della coltivazione di SRF.<br />

al.<br />

and costs based on<br />

experience gained in the<br />

UK.<br />

298 Moffat, A. J., 2001 The optimization of Biomass and Bioenergy 20: 161-169. Technological/Techn Tecnica di uso multifunzionale della coltivazione di SRF irrigato<br />

Armstrong A.<br />

sewage sludge and<br />

ical<br />

con reflui urbani (fitodepurazione).<br />

T., et al.<br />

effluent disposal on<br />

energy crops of short<br />

rotation hybrid poplar.<br />

299 Mollersten 2003 Potential market niches Biomass and Bioenergy. 25 (3): 273- Environmental/Biolo Cattura di carbonio<br />

Kenneth, Yan<br />

for biomass energy with 285.<br />

gical<br />

Jinyue, &<br />

CO2 capture and storage:<br />

Moreira Jose R.<br />

Opportunities for energy<br />

supply with negative CO2<br />

emissions.<br />

300 Monti A, e 2003 Comparison of the energy European Journal of Agronomy 19: Technological/Techn Sorgo, selezione colturale.<br />

Venturi G.<br />

performance of fibre<br />

sorghum, sweet sorghum<br />

and wheat monocultures<br />

in northern Italy<br />

(1). 35-43; 33 ref.<br />

ical<br />

301 Monti, A. and 1999 Risposta della canna XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Coltivazione della canna comune<br />

G. Venturi<br />

comune (Arundo donax Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

L.) alla concimazione<br />

azotata.<br />

(Pd).<br />

302 Monti, A., M. T. 1999 Confronto tra specie da XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Confronto tecnico tra colture da biomassa erbacee<br />

Amaducci, et al.<br />

biomassa, Miscanthus x Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

giganteus (Andersson),<br />

Hibiscus cannabinus (L.)<br />

e Sorghum bicolor<br />

(moench) in funzione<br />

della disponibilità idrica e<br />

azotata.<br />

(Pd).<br />

303 Monti, A., S. 1999 Valutazione di tecniche a XXXIII convenzione annuale Società Environmental/Biolo Tecniche di coltivazione di basso impatto ambientale.<br />

Amaducci, et al.<br />

basso impatto ambientale Italiana Argonomia (SIA), Agripolis gical<br />

in sorgo da fibra e<br />

zuccherino (Sorghum<br />

bicolor L. Moench.).<br />

(Pd).<br />

304 Mosca, G. and 2000 Bilanci energetici e della Quaderni dell' Accademia dei Environmental/Biolo Comparazione di bilanci di Co2 ed energetici di colture erbeacee da<br />

S. Bona<br />

CO2 di colture erbacee Georgofili 1999-IV Valorizzazione gical<br />

energia.<br />

per bioenergia.<br />

energetica delle biomasse agro-<br />

Il progetto Activa 419


305 Nabuurs G J, &<br />

Schelhaas M J.<br />

306 Nati C., Spinelli<br />

R., Fabbri P.,<br />

Mancini L.,<br />

Cosentino G.<br />

307 Nelson, R. G.;<br />

Walsh, M.;<br />

Sheehan, J. J.;<br />

Graham, R.<br />

308 Neukirchen, D.,<br />

M. Himken, et<br />

al.<br />

309 Ney RA, &<br />

Schnoor JL.<br />

310 Nikolaisen, L.<br />

and T. Norgaard<br />

Jesen<br />

2003 Spatial distribution of<br />

whole-tree carbon stocks<br />

and fluxes across the<br />

forests of Europe: Where<br />

are the options for bio-<br />

energy?<br />

2004 Completamento della<br />

ricerca studio della<br />

raccolta meccanizzata di<br />

una piantagione lineare.<br />

2004 Methodology for<br />

estimating removable<br />

quantities of agricultural<br />

residues for bioenergy and<br />

bioproduct use<br />

1999 Spatial and distribution of<br />

the root system and root<br />

nutrient content of<br />

established Miscanthus<br />

crop.<br />

2002 Incremental life cycle<br />

analysis: using uncertainty<br />

analysis to frame<br />

greenhouse gas balances<br />

from bioenergy systems<br />

for emission trading.<br />

2002 Quality characterization<br />

of biofuel pellets.<br />

311 Nonhebel S. 2002 Energy yields in intensive<br />

and extensive biomass<br />

312 Nunez<br />

Regueira, L.,<br />

Proupin<br />

Castineiras, J.,<br />

& Rodriguez<br />

Anon, J.A.<br />

production systems.<br />

2002 Energy evaluation of<br />

forest residues originated<br />

from Eucalyptus globulus<br />

Labill in Galicia.<br />

forestali, Firenze.<br />

Biomass and Bioenergy. 24 (4-5): 311-<br />

320.<br />

http://www.biomassaforestale.org/ival<br />

sa/file/Studio%20sulla%20raccolta%2<br />

0meccanizzata%20di%20una%20piant<br />

agione%20lineare%20.pdf<br />

Applied Biochemistry and<br />

Biotechnology 113-16: 13-26<br />

European Journal of Agronomy 11:<br />

301-309.<br />

Biomass and Bioenergy, 22: (4). 257-<br />

269<br />

12th European Conference on Biomass<br />

for Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Amsterdam, The<br />

Netherlands. Editori WIP-Munich e<br />

ETA-Florence.<br />

Biomass and Bioenergy, 22: (3). 159-<br />

167<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Bioresource Technology 82: (1). 5-13. Technological/Techn<br />

ical<br />

Ruolo delle foreste, cattura di carbonio<br />

Allegato B<br />

Piantagioni lineari in aziende agricole, meccanizzazione, analisi<br />

economica.<br />

qualità della biomassa<br />

Sviluppo radicale di miscanto<br />

Commercio di crediti di carbonio.<br />

Tecnica della determinazione di qualità dei pellet combustibili.<br />

Comparazione di sistemi produttivi intensivi ed estensivi<br />

Residui forestali<br />

313 Nunez 2003 Energy evaluation of Bioresource Technology 88: (2). 121- Technological/Techn Residui forestali<br />

Il progetto Activa 420


Regueira, L.,<br />

Rodriguez<br />

Anon, J.,<br />

Proupin, J., &<br />

Romero Garcia,<br />

A.<br />

forest residues originated<br />

from pine in Galicia.<br />

130. ical<br />

Allegato B<br />

314 Nurmi, J. 1999 The storage of logging Biomass and Bioenergy 17: 41-47. Technological/Techn Effetti dello stoccaggio di residui forestali e cippato.<br />

residue for fuel.<br />

ical<br />

315 Nurmi, J. 1995 The effect of whole-tree Biomass and Bioenergy 8(4): 245-249. Technological/Techn Effetti dello stoccaggio di fusti interi di SRF di salice.<br />

storage on the fuelwood<br />

properties of shortrotation<br />

Salix crops.<br />

ical<br />

316 Ohman, M., A. 2004 Reasons for slagging Biomass and Bioenergy 27: 597-605. Technological/Techn Studio di problematiche e soluzioni legate alla fusione delle ceneri<br />

Nordin, et al.<br />

during stemwood pellet<br />

combustion and some<br />

measures for prevention.<br />

ical<br />

di pellet combustibile.<br />

317 Okello, B. O., 2001 Growth, biomass Forest ecology and management 142: Technological/Techn Metodologia di stima di biomassa forestale.<br />

T. G. O'Connor,<br />

estimates and charcoal 143-153.<br />

ical<br />

et al.<br />

production of Acacia<br />

drepanolobium in<br />

Laikipia, Kenya.<br />

318 Olander, B. and 1995 Characterization of ashes Biomass and Bioenergy 8: 105-115. Technological/Techn Caratterizzazione qualitativa delle ceneri di paglia di cereali e<br />

B. Steenari<br />

from wood and straw.<br />

ical<br />

legno.<br />

319 Ollero P, 2003 The CO2 gasification Biomass and Bioenergy, 24: (2). 151- Technological/Techn Tecniche di combustione, residui.<br />

Serrera A,<br />

Arjona R, &<br />

Alcantarilla S.<br />

kinetics of olive residue. 161<br />

ical<br />

320 Olsson M, 2003 Specific chimney Biomass and Bioenergy, 24: (1). 51-57 Technological/Techn Emissioni da caldaie a pellet<br />

Kjallstrand J, &<br />

emissions and biofuel<br />

ical<br />

Petersson G.<br />

characteristics of<br />

softwood pellets for<br />

residential heating in<br />

Sweden<br />

321 Olsson, M. and 2004 Emissions from burning Biomass and Bioenergy 27: 607-611. Environmental/Biolo Emissioni gassose e di particolato dalla combustione di pellet<br />

J. Kjallstrand<br />

of softwood pellets.<br />

gical<br />

legnoso in apparati domestici.<br />

322 Onyekwelu, J. 2004 Above-ground biomass Biomass and Bioenergy 26: 39-46. Technological/Techn Metodologia di stima della biomassa di specie forestali.<br />

C.<br />

production and biomass<br />

equations for even-aged<br />

Gamelina arborea<br />

(ROXB) plantations in<br />

south-western Nigeria.<br />

ical<br />

323 Paniz, A. and D. 2004 Il mercato del pellet in Editore AIEL Economic Quadro economico e normativo in Italia del mercato del pellet<br />

Il progetto Activa 421


Pettenella Italia. Da prodotto di<br />

nicchia a biocombustibile<br />

di massa?<br />

324 Pari, L. 2000 Le filiere agro-forestali:<br />

problematiche logistiche e<br />

organizzative.<br />

325 Pari, L. and P.<br />

Venturi<br />

326 Pari, L. and<br />

Sissot F.<br />

1999 Propagazione delle colture<br />

da biomassa poliennali<br />

rizomatose.<br />

2000 Soluzioni tecniche a<br />

confronto per la raccolta<br />

di biomassa legnosa.<br />

2001 La rotoimballatura delle<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Economic Analisi delle filiere della bioenergia.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

L'informatore agrario 39: 59-62. Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Tecniche di propagazione e impianto di specie erbacee rizomatose<br />

da biomassa (canna e miscanto).<br />

Tecnica della raccolta di biomassa legnosa residuale.<br />

327 Pari, L. and<br />

L'informatore agrario 42: 85-87. Technological/Techn Tecnica della raccolta di potature di colture arboree.<br />

Sissot F.<br />

potature di pesco e olivo.<br />

ical<br />

328 Pari, L. and 2001 Prove di raccolta di L'informatore Agrario 12: 87-90. Technological/Techn Tecnica di raccolta di potature di colture arboree.<br />

Sissot F.<br />

cascami di vite e pesco<br />

con imballatrice Arbor RS<br />

170.<br />

ical<br />

329 Paris, P., A. 2000 Ricerche sulla "Robinia Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Studio sull'utilizzo di robinia governata come ceduo a turno breve<br />

Musicanti, et al.<br />

pseudacacia L." energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

(SRF)<br />

nell'arboricoltura a turno<br />

breve.<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

330 Paris, P., G. 1999 La robinia (Robinia XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Tecniche di coltivazione di SRF di robinia.<br />

Olimpieri, et al.<br />

pseudacacia L.) nella Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

short rotation forestry:<br />

influenza della distanza<br />

d'impianto e del turno<br />

sulla produttività.<br />

(Pd).<br />

331 Patterson, S. J.; 2004 Barley biomass and grain Agronomy Journal 96 (4): 971-977 Environmental/Biolo Uso delle ceneri di combustione.<br />

Acharya, S. N.;<br />

yield and canola seed<br />

gical<br />

Thomas, J. E.;<br />

yield response to land<br />

Bertschi, A. B.;<br />

Rothwell, R. L.<br />

application of wood ash<br />

332 Pellerano, A. 2000 Il recupero di biomasse di Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Tecnica di raccolta dei residui forestali.<br />

origine forestale. energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

ical<br />

333 Pellis, A., 2004 Growth and production of Biomass and Bioenergy 27: 9-19. Environmental/Biolo Relazione sviluppo fogliare-produzione di biomassa in cloni di<br />

Laureysens I., et<br />

a short rotation coppice<br />

gical<br />

pioppo governati come ceduo a turno breve SRF.<br />

al.<br />

culture of poplar I. Clonal<br />

differences in leaf<br />

characteristics in relation<br />

Il progetto Activa 422


to biomass production.<br />

334 Perttu, K. L. 1999 Environmental and<br />

hygienic aspects of<br />

willow coppice in<br />

335 Perttu, K. L. and<br />

P. J. Kowalik<br />

336 Petrini, C., R.<br />

Bazzocchi, et al.<br />

Sweden.<br />

1997 Salix vegetation filters for<br />

purification of waters and<br />

soils.<br />

1996 Effect of irrigation and<br />

nitrogen supply on<br />

biomass production from<br />

Miscanthus in Northern-<br />

Central Italy.<br />

337 Pettenella, D. 2000 Costi di produzione e<br />

possibilità di marketing<br />

del legno cippato per<br />

impieghi energetici.<br />

338 Pettenella, D. 2000 Bilanci economicoambientali<br />

e sistemi di<br />

incentivazione per la<br />

produzione di biomasse<br />

legnose.<br />

339 Pettenella, D. 2000 Potenzialità e vincoli di<br />

mercato delle produzioni<br />

di biomasse legnose.<br />

340 Pettenella, D.,<br />

S. Serafin, et al.<br />

1999 Produzione ed impiego di<br />

biomasse a fini energetici<br />

in impianti energetici a<br />

piccola scala: i filari cedui<br />

di platano.<br />

341 Philippot, S. 1996 Simulation models of<br />

short-rotation forestry<br />

production and coppice<br />

biology.<br />

342 Picchi, G. 2004 La seconda Conferenza<br />

mondiale sull'impiego<br />

energetico di biomasse.<br />

343 Piemonte, R. 1998 Biomasse<br />

lignocellulosiche per usi<br />

energetici.<br />

Biomass and Bioenergy 16: 291-297. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 12: 9-19. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Agricoltura Mediterranea 126: 257-<br />

284.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 59:<br />

37-42.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Biomass and Bioenergy 11 (2/3): 85-<br />

93.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Uso depurativo della SRF di salice.<br />

Allegato B<br />

Uso di SRF di salice come fitodepuratore e filtro vegetale.<br />

Tecnica di irrigazione e concimazione di miscanto.<br />

Economic Analisi tecnica dell'utilizzo di legno cippato per la produzione di<br />

energia.<br />

Political/Normative Incentivi e normative.<br />

Political/Normative Aspetti legali e incentivi<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Uso di filari di specie legnose in aziende agricole.<br />

Modelli di simulazione. Produzione di biomassa con SRF<br />

Alberi e territorio 10/11: 44-46. Political/Normative Ricerca e iniziative politiche nel settore della bioenergia.<br />

Monografia Regione Piemonte: 28.<br />

Torino<br />

Political/Normative Biomassa per teleriscaldamento<br />

344 Pietrogrande, P. 2000 Il punto di vista Quaderni dell' Accademia dei Economic Punto di vista delle grandi centrali di potenza.<br />

Il progetto Activa 423


345 Pimentel D,<br />

Herz M,<br />

Glickstein M,<br />

Zimmerman M,<br />

Allen R, Becker<br />

K, Evans J,<br />

Hussain B,<br />

Sarsfeld R,<br />

Grosfeld A, &<br />

Seidel T.<br />

dell'industria: ERGA -<br />

Gruppo ENEL.<br />

2002 Renewable energy:<br />

current and potential<br />

issues.<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

BioScience, 52: (12). 1111-1120;<br />

many ref<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

346 Pimentel, D. 1981 Biomass energy from crop Science 212: 1110-1115. Environmental/Biolo Analisi della fattibilità dell'uso di biomassa per la produzione di<br />

and forest residues.<br />

gical<br />

energia.<br />

347 Piscionieri, I., 2000 Promising industrial enery Energy conversion and management Technological/Techn Analisi del cardo come coltura da biomassa.<br />

N. Sharma, et<br />

crop, Cynara cardunculus: 41: 1091-1105.<br />

ical<br />

al.<br />

a potential source for<br />

biomass production and<br />

alternative energy.<br />

348 Piussi, P. 1994 Selvicoltura generale. Eduzioni UTET. Torino. Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di coltivazione del bosco.<br />

349 Ponette, Q., J. 2001 Aboveground biomass Forest ecology and management 142: Technological/Techn Metodi di stima della biomassa forestale.<br />

Ranger, et al.<br />

and nutrient content of<br />

five Douglas-fir stands in<br />

France.<br />

109-127.<br />

ical<br />

350 Pontailler, J. Y., 1997 Linear and non-linear Annales des Sciences Forestiers 54: Technological/Techn Metodi di stima della biomassa di SRF.<br />

R. Ceulemans,<br />

functions of volume index 335-345.<br />

ical<br />

et al.<br />

to estimate woody<br />

biomass in high density<br />

young poplar stands.<br />

351 Pontailler, J. Y., 1999 Biomass yield of poplar Forestry 72: 157-163. Technological/Techn Produzione di biomassa da SRF in un ciclo di dieci anni.<br />

R. Ceulemans,<br />

after five 2-years coppice<br />

ical<br />

et al.<br />

rotations.<br />

352 Popovici, E., E. 2002 Le recyclage de cendres Bois energie 6: 46-47. Environmental/Biolo Utilizzo delle ceneri residue dalla combustione della biomassa per<br />

Benedetto, et al.<br />

de bois en foret.<br />

gical<br />

la restituzione dei minerali asportati dalla foresta con l'utilizzo dei<br />

residui selvicolturali.<br />

353 Porté, A., P. 2002 Allometric relationships Forest ecology and management 158: Technological/Techn Stime della produzione di biomassa in specie forestali.<br />

Trichet, et al.<br />

for branch and tree woody<br />

biomass of Maritime pine<br />

(P. pinaster Ait.).<br />

71-83.<br />

ical<br />

354 Postiglione, L. 2000 Colture erbacee per Quaderni dell' Accademia dei Social Colture erbacee da energia<br />

Il progetto Activa 424


355 Postiglione, L.<br />

and M. Fagnano<br />

356 Price, L., M.<br />

Bullard, et al.<br />

357 Proe, M. F., J.<br />

Craig, et al.<br />

358 Quaranta, F., A.<br />

Belocchi, et al.<br />

359 Quaranta, F., A.<br />

Belocchi, et al.<br />

360 Raccuia, S. A.,<br />

V. Cavallaro, et<br />

al.<br />

361 Rae, A. M.;<br />

Robinson, K.<br />

M.; Street, N.<br />

R.; Taylor, G.<br />

l'energia rinnovabile<br />

nell'Italia meridionale:<br />

vantaggi e limiti.<br />

1999 Sorgo da energia in<br />

ambiente mediterraneo:<br />

effetto della concimazione<br />

azotata con limitati<br />

apporti idrici.<br />

2004 Identifying the yield<br />

potential of Miscanthus x<br />

giganteus: an assestament<br />

of the spatial and temporal<br />

variability of M. x<br />

giganteus biomass<br />

productivity across<br />

England and Wales<br />

1999 Comparison of biomass<br />

production in coppice and<br />

single stem woodlands<br />

managements systems on<br />

an imperfectly drained<br />

clay soil in Central<br />

Scotland.<br />

1999 Effetti della fittezza delle<br />

piante e di modalità di<br />

somministrazione<br />

dell'azoto nel sorgo da<br />

fibra (Sorghum bicolor<br />

L.Moench).<br />

1999 Limitato sussidio idrico<br />

nella coltura del sorgo<br />

ibrido da fibra in Italia<br />

centrale.<br />

2004 Intraspecific variability in<br />

Cynara cardunculus L.<br />

var. sylvestris Lam.<br />

Sicilian population: seed<br />

germination under salt<br />

and moisture stresses.<br />

2004 Morphological and<br />

physiological traits<br />

influencing biomass<br />

productivity in short-<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 26: 3-13. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 17: 141-151. Technological/Techn<br />

ical<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Journal of Arid Environment 56: 107-<br />

116.<br />

Canadian Journal of Forest Research<br />

34 (7): 1488-1498<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Sorgo, tecnica di coltivazione<br />

Analisi della produzione potenziale, miscanto.<br />

Allegato B<br />

Comparazione tra pioppicoltura tradizionale e SRF di pioppo.<br />

Sorgo, coltivazione<br />

Il progetto Activa 425<br />

Sorgo.<br />

Cardo<br />

Pioppo


otation coppice poplar<br />

362 Rafaschieri, A., 1999 Life cycle assessment of<br />

M. Rapaccini, et<br />

electricity production<br />

al.<br />

from poplar energy crops<br />

compared with<br />

363 Raiko MO,<br />

Gronfors THA,<br />

& Haukka P.<br />

conventional fossil fuels.<br />

2003 Development and<br />

optimization of power<br />

plant concepts for local<br />

wet fuels.<br />

Energy conversion and management<br />

40: 1477-1493.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy, 24: (1). 27-37 Technological/Techn<br />

ical<br />

SRF, pioppo, bilancio energetico.<br />

Tecniche di combustione di biocombustibili<br />

364 Ranalli, P. 2004 L’industria nel futuro L'informatore Agrario 1 Technological/Techn Colture da energia, SRF, conversione energetica<br />

dell’agricoltura<br />

ical<br />

365 Reed, D. and M. 1998 Total aboveground Forest ecology and management 103: Technological/Techn Eucalipto<br />

Tomé<br />

biomass and net dry<br />

matter accumulation by<br />

plant component in young<br />

Eucaliptus globulus in<br />

response to irrigation.<br />

21-32.<br />

ical<br />

366 Regione 2003 L'utilizzo del legno come Monografia Regione Piemonte. Technological/Techn Aspetti normativi e tecnica<br />

Piemonte<br />

fonte di calore.<br />

Editore IPLA. Torino<br />

ical<br />

367 Ribeiro, C. A. 1995 Single rotation vs coppice Biomass and Bioenergy 8(6): 395-400. Technological/Techn SRF<br />

A. S. and D. R.<br />

systems for short-rotation<br />

ical<br />

Betters<br />

intensive culture<br />

plantation-optimality<br />

conditions for volume<br />

production.<br />

368 Ricca, L. C. 1996 Valutazione delle Tesi di laurea. Dipartimento di Technological/Techn sorgo, pioppo, canna, cardo, miscanto, kenaf.<br />

caratteristiche<br />

Agronomia. Università degli studi di ical<br />

agronomiche, della<br />

composizione chimica e<br />

dell'efficienza della<br />

conversione energetica di<br />

specie erbacee utilizzabili<br />

per la produzione di<br />

energia.<br />

Pisa: 108.<br />

369 Rinaldi, L. 2000 Le biomasse e la loro Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Conversione energetica.<br />

incidenza sulle<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

caratteristiche progettuali<br />

e gestionali degli impianti<br />

di produzione di energia<br />

elettrica.<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

370 Riva, G. 2004 Il pellet: aspetti generali. Atti della conferenza: Pellet per Technological/Techn Pellet<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 426


371 Riva, G. 2000 La normazione tecnica dei<br />

biocombustibili solidi.<br />

372 Riva, G., E.<br />

Foppa Pedretti,<br />

et al.<br />

373 Robinson, D. J.<br />

and K. F. Raffa<br />

374 Roos, A.,<br />

Graham, R. L.,<br />

Hektor, B.,<br />

Rakos, C.<br />

375 Rosch, C. and<br />

M. Kaltschmitt<br />

376 Rosenqvist, H.,<br />

P. Aronsson, et<br />

al.<br />

377 Rosso, F., M.<br />

Cerrato, et al.<br />

378 Royle, D. J. and<br />

M. E. Ostry<br />

2000 Tecnologie per l'utilizzo<br />

delle biomasse e loro<br />

livello di maturita.<br />

1996 Productivity, drought<br />

tolerance and pest status<br />

of hybrid populus: tree<br />

improvement and<br />

silvicultural implications.<br />

1999 Critical factors to<br />

bioenergy implementation<br />

1999 Energy from biomass - do<br />

non-technical barriers<br />

prevent an increased use?<br />

1997 Economics of using<br />

municipal wastewaters<br />

irrigation of willow<br />

coppice crops.<br />

1999 Effetti della profondità di<br />

lavorazione del terreno e<br />

della scelta varietale sui<br />

parametri quantiqualitativi<br />

della<br />

produzione del sorgo da<br />

granella (Sorghum bicolor<br />

L.).<br />

1995 Disease and pest control<br />

in the bioenergy crops<br />

poplar and willow.<br />

379 Rushton, K. 1999 Effects of summer<br />

harvesting on SRC.<br />

l'energia, stato dell'arte e prospettive<br />

future (Progetto Fuoco), 23/3/04,<br />

Verona.<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agroforestali,<br />

Firenze.<br />

ical<br />

Political/Normative Qualità dei biocombustibili<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 14: 1-20. Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecnologia di combustione.<br />

Pioppo<br />

Allegato B<br />

Biomass and Bioenergy 17: 113-126 Political/Normative Analisi economica e politoco/normativa degli aspetti critici per lo<br />

sviluppo della bioenergia. Considera cinque casi di studio in USA,<br />

Svezia e Austria.<br />

Biomass and Bioenergy 16: 347-356. Social Analisi barriere non tecniche alla diffusioe della bioenergia.<br />

Biomass and Bioenergy 12: 1-8. Economic Analisi economica dell'uso di SRF come filtro vegetale per reflui<br />

urbani.<br />

XXXIII convenzione annuale Società<br />

Italiana Argonomia (SIA), Agripolis<br />

(Pd).<br />

Social Sorgo<br />

Biomass and Bioenergy 9: 1-5. Technological/Techn<br />

ical<br />

Archivio Biobase dell'European<br />

Energy Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update 1999)<br />

www.eeci.net<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

380 Rytter, L. 2002 Nutrient content in stems Biomass and Bioenergy(23): 13-25. Environmental/Biolo Pioppo, asportazioni<br />

Malattie e avversità di SRF di salice e pioppo.<br />

Il progetto Activa 427<br />

SRF


381 Rytter, R. M. 1996<br />

of hybrid aspen as<br />

affected by age and tree<br />

size, and nutrient removal<br />

with harvest.<br />

Seasonal amount, growth<br />

and depth distribution of<br />

fine roots in an irrigated<br />

and fertilized Salix<br />

382 Sabatti, M., E.<br />

Kuzminsky, et<br />

al.<br />

viminalis L. plantation.<br />

2000 Sostenibilità colturale ed<br />

impiego di specie<br />

autoctone di pioppo per la<br />

produzione di biomassa<br />

legnosa.<br />

383 Saettini, M. 2000 Caratteristiche<br />

ecofisiologiche di pioppo<br />

(Populus deltoides L.)<br />

allevato con sistemi di<br />

selvicoltura a breve turno<br />

di rotazione.<br />

384 Sage, R. B. 1998 Short rotation coppice for<br />

energy: towards<br />

ecological guidelines<br />

385 Sander, B. 1997 Properties of Danish<br />

biofuels and the<br />

requirements for power<br />

production.<br />

386 Saporito, L. 2001 Prospettive di impiego per<br />

usi energetici della<br />

biomassa di eucalipto in<br />

Sicilia.<br />

387 Satkofsky A. 2002 Evolution of a biomass<br />

388 Scarascia-<br />

Mugnozza, G.<br />

E., R.<br />

Ceulemans, et<br />

al.<br />

entrepreneur<br />

1997 Production physiology<br />

and morphology of<br />

Populus species and their<br />

hybrids grown under short<br />

rotation. II. Biomass<br />

components and harvest<br />

index of hybrid and<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 11: 129-137. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomasse agricole e forestali per uso<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

Tesi di laurea. Dipartimento di<br />

Agronomia. Pisa, Università di Pisa:<br />

127.<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 15 (1): 39-47. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Salice<br />

Pioppo<br />

Pioppo<br />

SRF, aspetti ecologici e ambientali.<br />

Biomass and Bioenergy 12: 177-183. Political/Normative Biocombustibile e normativa di qualità.<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 70:<br />

43-48.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Eucalipto<br />

BioCycle, 43: (4). 37-39. Social Imprenditoria nella bioenergia<br />

Canadian Journal of Forest Research<br />

27: 285-294.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Pioppo, SRF<br />

389 Schenone, G. 2000<br />

parental species clones.<br />

Energia da biomasse per il Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Bioenergia per riscaldamento<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 428


390 Schenone, G. 1998<br />

riscaldamento delle<br />

abitazioni.<br />

Selvicoltura a breve<br />

rotazione (SRF) per la<br />

produzione di biomassa<br />

ad uso energetico<br />

391 Scherpenzeel, J. 1999 Experiences with Giant<br />

Reeds and perennial C4<br />

grasses in Sicily.<br />

392 Schlamadinger,<br />

B. and G.<br />

Marland<br />

393 Schlamadinger,<br />

B. and J. Spitzer<br />

394 Schwarz, K.-U.<br />

and J. Greef<br />

395 Scott Green, D.,<br />

E. L. Kruger, et<br />

al.<br />

1996 The role of forest and<br />

bioenergy strategies in the<br />

global carbon cycle.<br />

1995 Carbon balance of<br />

bioenergy from logging<br />

residues.<br />

1996 Perennial rhizomatous<br />

grasses.<br />

2003 Effects of polyethylene<br />

mulch in a short-rotation,<br />

poplar plantation vary<br />

with weed-control<br />

strategies, site quality and<br />

clone.<br />

396 Sedjo, R. A. 2001 From foraging to<br />

cropping: the transition to<br />

plantation forestry, and<br />

implications for wood<br />

supply demand.<br />

397 Semerari, A. 2000 Nuovo quadro di<br />

riferimento normativo per<br />

l'energia da biomassa.<br />

398 Senelwa, K. and<br />

R. E. H. Sims<br />

399 Sennerby-<br />

Forsse, L.<br />

400 Serafin, S. and<br />

D. Pettenella<br />

1999 Fuel characteristics of<br />

short rotation forest<br />

biomass<br />

energetico. Villa Cahen, Selva di<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

ical<br />

Rapporto ENEL-PAL 1996. Milano. Technological/Techn<br />

ical<br />

Pioppo, eucalipto, robinia. SRF.<br />

Archivio Biobase dell'European<br />

Energy Crop internetwork.<br />

www.eeci.net (last update 1999)<br />

www.eeci.net<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 10: 275-300. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 82: 221-234. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Capitolo del libro "Energy from crops"<br />

di Murphy P.L., Bramm A., Walker<br />

K.. Edizioni Semundo Limited, UK.<br />

Forest ecology and management 173:<br />

251-260.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Canna comune, miscanto.<br />

Bilancio del carbonio.<br />

Bilancio del carbonio, residui forestali.<br />

Allegato B<br />

Miscanto, canna comune. Tecniche di coltivazione, impianto,<br />

raccolta e logistica.<br />

Pioppo, SRF, pacciamatura.<br />

Unasylva 52(204): 26. Economic Uso del suolo e bioenergia<br />

Quaderni dell' Accademia dei<br />

Georgofili 1999-IV Valorizzazione<br />

energetica delle biomasse agro-<br />

forestali, Firenze.<br />

Biomass and Bioenergy 17: 127-140. Technological/Techn<br />

ical<br />

Political/Normative Normative di incentivo e vincolo<br />

Qualità del combustibile, SRF<br />

1995 Growth processes. Biomass and Bioenergy 9: 35-43. Technological/Techn<br />

ical<br />

Modelli di crescita di SRF<br />

1999 La convenienza Sherwood - Foreste e alberi oggi Economic Filari di arboree.<br />

economica nell'impiego di<br />

biomasse a fini energetici<br />

5(50).<br />

Il progetto Activa 429


in impianti su piccola<br />

scala: i filari di ceduo di<br />

platano.<br />

401 Signorini, F. 2002 I pellets. Una nuova<br />

possibile forma d'impiego<br />

402 Sims, R. E. H.<br />

and P. Venturi<br />

403 Sims, R. E. H. l.<br />

and D. Riddel-<br />

Black<br />

404 Singh, B. R. and<br />

D. P. Singh<br />

405 Son, Y., J. W.<br />

Hwang, et al.<br />

406 Souch, C. and<br />

W. Stephens<br />

407 Sperandio, G.<br />

and V. Stefano<br />

dei residui legnosi.<br />

2004 All-year-round harvesting<br />

of short rotation coppice<br />

eucalyptus compared with<br />

the delivered costs of<br />

biomass from more<br />

conventional short season,<br />

harvesting systems.<br />

1998 Sustainable production of<br />

short rotation forest<br />

biomass crops using<br />

aqueous waste<br />

management systems.<br />

1995 Agronomic and<br />

Physiological responses of<br />

sorghum, maize and pearl<br />

millet to irrigation.<br />

2001 Allometry and biomass of<br />

Korean pine ( Pinus<br />

koraiensis) in central<br />

Korea.<br />

1998 Growth, productivity and<br />

water use in three hybrid<br />

poplar clones.<br />

2000 Piantagioni a breve<br />

rotazione per la<br />

produzione di biomassa<br />

ad uso energetico<br />

(elementi per un'analisi<br />

dei costi).<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 79:<br />

27-33.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 26: 27-37. Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 15: 75-81. Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Field Crops Research 42: 57-67. Technological/Techn<br />

ical<br />

Bioresource Technology 78: 251-255. Technological/Techn<br />

ical<br />

Tree physiology 18: 829-835. Technological/Techn<br />

ical<br />

Sherwood - Foreste e alberi oggi 62:<br />

41-46.<br />

Allegato B<br />

Analisi tecnica e economica del pellet combustibile in Italia.<br />

Raccolta SRF<br />

Smaltimento reflui, SRF.<br />

Sorgo, tecniche di coltivazione<br />

Metodologia di stima di biomassa forestale.<br />

Pioppo, fisiologia.<br />

Economic Pioppo, SRF, analisi economica.<br />

408 Spinelli, R. 2004 L'utilizzo forestale delle Alberi e territorio 1/2: 44-48. Technological/Techn Macchinari per la raccolta di specie arboree.<br />

macchine edili.<br />

ical<br />

409 Spinelli, R. 2001 La raccolta del pioppeto a L'informatore agrario 44: 39-41. Technological/Techn Macchinari, raccolta, SRF<br />

ciclo accorciato.<br />

ical<br />

410 Spinelli, R. 1999 L'America ci insegna a L'informatore agrario 13: 35-38. Technological/Techn SRF<br />

produrre biomasse.<br />

ical<br />

411 Spinelli, R. 2004 Approvvigionamenti degli Sherwood - Foreste e alberi oggi 103: Economic Analisi economica, sociale e organizzativa della produzione di<br />

Il progetto Activa 430


impianti di<br />

29-34.<br />

Allegato B<br />

cippato per l'alimentazione di centrali di teleriscaldamento in<br />

teleriscaldamento. Quale<br />

strategia?<br />

comprensori forestali.<br />

412 Spinelli, R. and 2001 Strategie comparate per la Monti e boschi 1: 32-37. Technological/Techn Macchinari, analisi tecnica ed economica. Cippato di legno.<br />

D. Pettenella<br />

produzione di cippato.<br />

ical<br />

413 Spinelli, R. and 2001 Indagine sulla cippatura in Contributi Scientifico-Pratici per una Technological/Techn Analisi tecnica ed economica della produzione di cippato di legno.<br />

H. B.<br />

Italia.<br />

migliore conoscenza ed utilizzazione<br />

del legno. Firenze, Istituto per la<br />

ricerca sul legno: 112.<br />

ical<br />

Macchinari.<br />

414 Spinelli, R. and 2002 Un harvester per i primi Sherwood - Foreste e alberi oggi 75: Technological/Techn Macchinari, raccolta specie forestali.<br />

K. Stampfer<br />

diradamenti.<br />

39-45.<br />

ical<br />

415 Spinelli, R. and 2000 L'esperienza europea sulla Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Macchinari, raccolta, SRF<br />

R. Spinelli<br />

raccolta del ceduo a turno energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

breve.<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

416 Spinelli, R. and 1998 L'imballatura dei residui L'informatore agrario 46: 59-62. Technological/Techn Residui, macchinari.<br />

R. Spinelli<br />

legnosi agroforestali.<br />

ical<br />

417 Spinelli, R. and 2000 Raccolta del ceduo a turno L'informatore agrario 42: 113-116. Technological/Techn Macchinari, raccolta, SRF.<br />

R. Spinelli<br />

breve: l'esperienza in<br />

Europa.<br />

ical<br />

418 Spinelli, R. and 2000 Prove di imballatura delle L'informatore agrario 4: 101-104. Technological/Techn Residui, macchinari.<br />

R. Spinelli<br />

potature di olivo.<br />

ical<br />

419 Spinelli, R. and 1999 Prove di abbattimento con L'informatore agrario 42: 65-68. Technological/Techn Macchinari, raccolta specie forestali.<br />

R. Spinelli<br />

la Hultdins Superfeller<br />

560.<br />

ical<br />

420 Spinelli, R. and 2000 La raccolta della biomassa Biomasse agricole e forestali per uso Technological/Techn Macchinari, raccolta, residui.<br />

S. Verani<br />

derivante dalle operazioni energetico. Villa Cahen, Selva di ical<br />

selvicolturali.<br />

Meana - Allerona (Tr). Editore Agra.<br />

421 Spinelli, R. and 2000 La raccolta del legno per Sherwood - Foreste e alberi oggi 59: Technological/Techn Macchinari, raccolta, residui.<br />

S. Verani<br />

uso energetico.<br />

43-48.<br />

ical<br />

422 Spinelli, R., F. 1998 Colture forestali a breve L'informatore agrario 26: 57-59. Technological/Techn SRF, tecniche di coltivazione.<br />

Ricci, et al.<br />

rotazione: sistema<br />

americano e sistema<br />

svedese a confronto.<br />

ical<br />

423 Spinelli, R., F. 1998 Prove in campo con una Monti e boschi 35: 41-45. Technological/Techn Macchinari per la raccolta di specie arboree.<br />

Ricci, et al.<br />

macchina abbattitrice: il<br />

feller-buncher "elmek<br />

enhar".<br />

ical<br />

424 Spinelli, R., R. 1998 Il recupero dei residui di Monti e boschi 1: 35-39. Technological/Techn Raccolta dei residui forestali. Macchinari.<br />

Spinelli, et al.<br />

utilizzazione.<br />

ical<br />

425 Spinelli, R., R. 1999 Un gigante della L'informatore agrario 30: 47-49. Technological/Techn Macchinari, cippatura.<br />

Spinelli, et al.<br />

cippatura."<br />

ical<br />

426 Steenackers, J., 1996 Poplar diseases, Biomass and Bioenergy 10 (5/6): 267- Technological/Techn Pioppo, avversità.<br />

Il progetto Activa 431


Allegato B<br />

M. Steenackers,<br />

consequences on growth 274. ical<br />

et al.<br />

and wood quality.<br />

427 Steenari, B. and 1997 Stabilization of biofuel Biomass and Bioenergy 13: 39-50. Environmental/Biolo Ceneri, riciclaggio in foresta.<br />

O. Lindovist<br />

ashes for recycling to<br />

forest soil.<br />

gical<br />

428 Stephens, W., 2000 Irrigating short rotation Bioresource Technology 75: 227-229. Environmental/Biolo SRF, filtri vegetali.<br />

Tyrrel S.F., et<br />

coppice with landfill<br />

gical<br />

al.<br />

leachate: constraints to<br />

productivity due to<br />

chloride.<br />

429 Strehler, A. 1999 Technologies of wood Ecological Engineering 16: 25-40. Technological/Techn Tecnologie di combustione del legno.<br />

combustion.<br />

ical<br />

430 Telenius, B. and 1995 The influence of Bioresource Technology 51: 247-253. Technological/Techn Metodologie di stima di specie forestali.<br />

T. Verwijst<br />

allometric variation,<br />

vertical biomass<br />

distribution and sampling<br />

procedure on biomass<br />

estimates in commercial<br />

short-rotation forests.<br />

ical<br />

431 Ter-Mikaelian, 1997 Biomass equations for Forest ecology and management 97: 1- Technological/Techn Metodologia di stima di specie forestali.<br />

M. T. and M. D.<br />

sixty-five North American 24.<br />

ical<br />

Korzukhin<br />

tree species.<br />

432 Tharakan, P. J., 2003 Energy feedstock Biomass and Bioenergy 25: 571-580. Technological/Techn Salice, pioppo, qualità della biomassa.<br />

T. A. Volk, et<br />

characteristics of willow<br />

ical<br />

al.<br />

and hybrid poplar clones<br />

at harvest age.<br />

433 Thek, G. and I. 2004 Wood pellet production Biomass and Bioenergy 27: 671-693. Technological/Techn Analisi del mercato, delle normative e degli aspetti economici della<br />

Obernberger<br />

costs under Austrian and<br />

in comparison to Swedish<br />

framework conditions.<br />

ical<br />

produzione di pellet di legno.<br />

434 Thompson 2002 Post-harvest processing Applied Biochemistry and<br />

Technological/Techn Qualità della biomassa, residui colturali.<br />

David N, Shaw<br />

methods for reduction of Biotechnology 113-16: 74-82 ical<br />

Peter G, &<br />

silica and alkali metals in<br />

Lacey Jeffrey<br />

A.<br />

wheat straw.<br />

435 Thorsell, S.; 2004 Economics of a Biomass & Bioenergy 27 (4): 327-337 Economic Costo della biomassa<br />

Epplin, F. M.;<br />

coordinated biorefinery<br />

Huhnke, R. L.;<br />

feedstock harvest system:<br />

Taliaferro, C.<br />

lignocellulosic biomass<br />

M.<br />

harvest cost<br />

436 Tolbert VR, 2002 Changes in soil quality Environmental Pollution, 116: (Suppl. Environmental/Biolo Carbonio e qualità del suolo<br />

Todd DE Jr.,<br />

and below-ground carbon 1). S97-S106<br />

gical<br />

Il progetto Activa 432


Mann LK,<br />

Jawdy CM,<br />

Mays DA,<br />

Malik R,<br />

Bandaranayake<br />

W, Houston A,<br />

Tyler D, &<br />

Pettry DE.<br />

437 Tomé, M. and<br />

T. Verwijst<br />

storage with conversion of<br />

traditional agricultural<br />

crop lands to bioenergy<br />

crop production.<br />

Allegato B<br />

1996 Modelling competition in Biomass and Bioenergy 11: 177-187. Technological/Techn Modello di competizione in SRF.<br />

short rotation forests.<br />

ical<br />

438 Tommasetti, G. 2000 I consumi di legna nelle Sherwood - Foreste e alberi oggi Social Analisi del consumo di dendroenergia in Italia. Sistemi di<br />

famiglie italiane. 6(59).<br />

combustione.<br />

439 Trinkaus, P. 1998 Short-rotation forestry: Biomass and Bioenergy 15: 09-114. Environmental/Biolo Aspetti ambientali ed ecologici della SRF.<br />

discussion of 10 Austrian<br />

principles from the<br />

viewpoint of preservation<br />

of environment and<br />

nature.<br />

gical<br />

440 Trossero, M. A. 2002 Wood energy: the way<br />

ahead.<br />

Unasylva 53(211): 3-12. Economic Analisi del consumo di legna per energia nel mondo.<br />

441 Ture, S., D. 1997 The potential use of sweet Energy 22(1): 17-19. Technological/Techn Sorgo.<br />

Uzun, et al.<br />

sorghum as a nonpolluting<br />

source of<br />

energy.<br />

ical<br />

442 Ubeda Delgado, 1995 Energy possibilities from Biomass and Bioenergy 8: 21-28. Technological/Techn Analisi territoriale della biomassa residuale potenziale.<br />

J. and G.<br />

forest residues in the<br />

ical<br />

Antolin Giraldo<br />

region of Castilla Y Leon<br />

in Spain.<br />

443 Updegraff, K., 2004 Environmental benefits of Biomass and Bioenergy 27, 411-428 Political/Normative Il lavoro compara economicamente e dal punto di vista della scelta<br />

Baughman, M.<br />

cropland conversion to<br />

politica la conversione di terreni arati a SRF di pioppo. Sono<br />

J., Taff, S. J.<br />

hybrid poplar: economic<br />

considerati I benefici ambientali e di riduzione dei gas serra come<br />

and policy considerations<br />

valori potenzialmente monetizzabili.<br />

444 Vamvuka, D., 2004 Predicting the behaviour Fuel 83 (14-15): 2051-2057 Technological/Techn Qualità del combustibile<br />

Zografos, D.<br />

of ash from agricultural<br />

wastes during combustion<br />

ical<br />

445 Vandenhove H, 2002 Economic viability of Biomass and Bioenergy, 22: (6). 421- Technological/Techn SRF e bioremediation<br />

Goor F, O'<br />

short rotation coppice for 431<br />

ical<br />

Brien S,<br />

energy production for<br />

Grebenkov A,<br />

reuse of caesium-<br />

& Timofeyev S.<br />

contaminated land in<br />

Belarus<br />

446 Vandenhove, 2001 Short rotation coppice for Journal of Environmental Environmental/Biolo Fitodepurazione. SRF.<br />

Il progetto Activa 433


Allegato B<br />

H., Y. Thiry, et<br />

revaluation of<br />

Radioactivity 56: 157/184. gical<br />

al.<br />

contaminated land.<br />

447 Varela, M., R. 2001 Large-scale economic Solar energy 70: 95-107. Economic SRF, analisi economica, produzione di energia elettrica.<br />

Saez, et al.<br />

integration of electricity<br />

from short-rotation woody<br />

crops.<br />

448 Vecchiet, M., R. 1994 La canna comune: AEI 30/31: 78-85. Technological/Techn Canna comune, tecniche di coltivazione e raccolta.<br />

Jodice, et al.<br />

riscoperta di una<br />

possibilità produttiva.<br />

ical<br />

449 Venendaal, R., 1997 European energy crops: a Biomass and Bioenergy 13: 147-185. Technological/Techn Analisi dello stato dell'arte sulle colture da energia in Europa.<br />

U. Jørgensen, et<br />

al.<br />

synthesis.<br />

ical<br />

450 Venturi, G. 2001 Canapa e specie minori da Rivista di agronomia 35: 253-258. Technological/Techn Canapa, biomassa.<br />

fibra.<br />

ical<br />

451 Venturi, P. and 1999 Economical and technical Renewable Energy 19: 1023-1026. Economic Miscanto, Salice, SRF. Confronto economico e tecnico.<br />

J. K. Gigler<br />

comparition between<br />

herbaceous (Miscanthus x<br />

giganteus) and woody<br />

energy crops (Salix<br />

viminalis).<br />

452 Venturi, P. and 1999 Filiera energetica - XXXIII convenzione annuale Società Technological/Techn Meccanizzazione della raccolta e gestione di biomassa di miscanto.<br />

L. Pari<br />

meccanizzazione e Italiana Argonomia (SIA), Agripolis ical<br />

logistica delle colture<br />

erbacce da biomassa.<br />

(Pd).<br />

453 Venturi, P., W. 1998 Mechanization and costs Journal of agricultural ingegneering Economic Miscanto, aspetti economici e meccanizzazione.<br />

Huisman, et al.<br />

of primary production<br />

chains for mischantus x<br />

giganteus in The<br />

Netherland.<br />

resources: 209-215.<br />

454 Verwijst, T. and 1999 Biomass estimation Forest ecology and management 121: Technological/Techn Stima della biomassa di specie arboree, SRF.<br />

B. Telenius<br />

procedures in short<br />

rotation forestry.<br />

137-146.<br />

ical<br />

455 Vilcek Jozef. 2003 Bioenergy production of Ekologia-Bratislava. 2003; 22 (2): Technological/Techn<br />

agricultural soils cover 177-182.<br />

ical<br />

456 Vinterback, J. 2004 Pellets 2002: the first Biomass and Bioenergy 27: 513-520. Technological/Techn Commento riassuntivo sulla prima conferenza mondiale sul pellet<br />

world conference on<br />

pellets.<br />

ical<br />

combustibile.<br />

457 Vogel, K.P., 2002 Switchgrass biomass Agron-j, 94: (3). 413-420. Environmental/Biolo Panicum, tecniche di coltivazione<br />

Brejda, J.J.,<br />

production in the Midwest<br />

gical<br />

Walters, D.T.,<br />

USA: harvest and<br />

& Buxton, D.R.<br />

nitrogen management.<br />

458 Wahlund, B., J. 2004 Increasing biomass Biomass and Bioenergy 26: 531-544. Economic Analisi ambientale ed economica dell'utilizzo della bioenergia.<br />

Il progetto Activa 434


Yan, et al. utilisation in energy<br />

systems: A comparative<br />

study of CO2 reduction<br />

and cost for different<br />

bioenergy processing<br />

459 Weih, M. and<br />

N. Nordh<br />

460 Whiteman, A.,<br />

J. Broadhead, et<br />

al.<br />

options.<br />

2002 Characterising willows for<br />

biomass and<br />

phytoremediation: growth,<br />

nitrogen and water use of<br />

14 willows clones under<br />

different irrigation and<br />

fertilisation regimes.<br />

2002 The revision of woodfuel<br />

estimates in FAOSTAT.<br />

Biomass and Bioenergy 23: 397-413. Technological/Techn<br />

ical<br />

Salice, fitodepurazione.<br />

Unasylva 53(211): 41-45. Political/Normative Metodologia di stima della biomassa per paese.<br />

461 Wiklund, A. 1992 The genus Cynara L. Botanical Journal Of The Linnean Technological/Techn Descrizione botanica del cardo.<br />

(Asteraceae, Cardueae). Society 109: 75-123.<br />

ical<br />

462 Will, R. E. and 1997 Effects of elevated CO2 Physiologia plantarum 100: 933-939. Environmental/Biolo Pioppo<br />

R. Ceulemans<br />

concentration on<br />

photosyntesis, respiration<br />

and carbohydrate status of<br />

coppice Populus hybrids.<br />

gical<br />

463 Zevenhoven- 2001 The ash chemistry in Fuel 80: 1489-1502. Technological/Techn Caratterizzazione delle ceneri di biomassa.<br />

Onderwater, M.,<br />

fluidised bed gasification<br />

ical<br />

R. Backman, et<br />

of biomass fuels. Part I:<br />

al.<br />

predicting the chemistry<br />

of melting ashes and ashbed<br />

material interaction.<br />

464 Zevenhoven- 2001 The ash chemistry in Fuel 80: 1503-1512. Technological/Techn Ceneri, fusione.<br />

Onderwater, M.,<br />

fluidised ben gasifiction<br />

ical<br />

R. Backman, et<br />

of biomass fuels. Part II:<br />

al.<br />

Ash behaviour prediction<br />

versus bench scale<br />

agglomeration tests.<br />

465 Bignami, D. 2004 Biomasse, la convenienza<br />

tecnica c'è e quella<br />

economica non è lontana<br />

Terra e Vita, 42 Economic Analisi economica<br />

467 Börjesson, P. 2004 Bioenergy Based on 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Salice, usi multipli<br />

and G. Berndes<br />

Biomass from Willow Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Vegetation Filters Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 435


468 Fernández, J.<br />

and M.D. Curt<br />

469 Heimler,F., A.<br />

Aigner and M.<br />

Kandler<br />

470 Kronbergs, E.,<br />

A. Kakitis, I.<br />

Nulle, M. Smits<br />

471 Tullus, A., H.<br />

Tullus, A.<br />

Vares, A. Kanal<br />

472 Merlo, L. and<br />

V. Sardo<br />

473 Year Effect on<br />

Switchgrass<br />

Biomass<br />

Production<br />

2004 Low-cost Biodiesel from<br />

Cynara Oil<br />

2004 False Flax (Camelina<br />

sativa)-Mixed Cropping<br />

with Cereals for<br />

Combined Production of<br />

Biofuels and Food/Feed -<br />

First Results<br />

2004 Stalk Material<br />

Compositions as Solid<br />

Biofuel Resource<br />

2004 Hybrid Aspen Plantations<br />

as a New Promising<br />

Biomass Resource in<br />

Estonia<br />

2004 Investigation and<br />

Experiences on<br />

Mediterranean Biomass in<br />

Sicily<br />

2004 E.A. Alexopoulou, M.<br />

Christou<br />

474 Berndes, G. 2004 The Implications of Large<br />

Scale Energy Crop<br />

Production for Future<br />

Global Water Demand<br />

and Availability<br />

475 Pari, L. 2004 An Innovative Pruning<br />

Harvester<br />

476 Elbersen, W.,<br />

D.G. Christian,<br />

2004 A Management Guide for<br />

Planting and Production<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Cynara, biodiesel<br />

Colture da energia<br />

Qualità della biomassa<br />

SRF, pioppo<br />

Colture da energia<br />

Panicum, tecnica di coltivazione<br />

Uso e disponibilità idrica con le colture da energia.<br />

Residui, meccanizzazione<br />

Panicum, tecnica di coltivazione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 436


N. El Bassam,<br />

G. Sauerbeck,<br />

E. Alexopoulou,<br />

N. Sharma, I.<br />

Piscioneri<br />

477 Pateras, D., G.<br />

Mavrogianopoul<br />

os, D.<br />

Dimogiannis, S.<br />

Larsson, G.<br />

Zerva<br />

478 Tedeschi, A., P.<br />

Tedeschi<br />

479 McCracken, A.,<br />

W. Malcom<br />

Dawson, D.<br />

Carlisle<br />

480 Pasanen, K., D.<br />

Röser, A.<br />

Asikainen<br />

481 Eleftheriadis,<br />

I.A.<br />

Chatziathanassi<br />

ou<br />

482 Hess, J.R., J.<br />

Steciak, R.L.<br />

Hoskinson,<br />

D.N.<br />

Thompson, D.<br />

Krapas, B.<br />

Cosby<br />

483 Fernando,A.L.,<br />

M.P. Duarte, J.<br />

Morais, A.<br />

Catroga, G.<br />

Serras, S. Pizza,<br />

of Switchgrass as a<br />

Biomass Crop in Europe<br />

2004 Biomass Short Rotation<br />

Willow Coppice Fertilized<br />

with Nutrient from<br />

Municipal Wastewater of<br />

Larissa -Greece<br />

2004 The Potential of Hemp to<br />

Produce Bioenergy<br />

2004 Benefits of Growing Short<br />

Rotation Coppice (SRC)<br />

Willow in Genotype<br />

Mixtures<br />

2004 A Decision Support<br />

Model for Analyzing<br />

Benefits and Limitations<br />

of Forest Residue<br />

Recovery<br />

2004 Biomass Harvesting and<br />

Handling Operations in<br />

Pinus Halepensis Forests<br />

2004 Pretreatment of Cereal<br />

Straw Residue for<br />

Bioenergy Conversion<br />

2004 Characterization of Kenaf<br />

Potential in Portugal as an<br />

Industrial and Energy<br />

Feedstock- the Effect of<br />

Irrigation, Nitrogen<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Salice, SRC, fitodepurazione<br />

Cannabis<br />

Salix, tecnica di coltivazione<br />

Residui forestali<br />

Allegato B<br />

Biomassa forestale, meccanizzazione, tecniche di raccolta.<br />

Qualità della biomassa, residui colturali<br />

Kenaf, tecniche di coltivazione.<br />

Il progetto Activa 437


V. Godovikova,<br />

J.F. Santos<br />

Oliveira<br />

Fertilization and Different<br />

Harvest Dates<br />

484 Kumar, A. 2004 Calotropis Procera: a<br />

Potential Plant for<br />

Hydrocarbons from Semi-<br />

Arid and Arid Regions<br />

485 Kumar, A. and<br />

N. Vijay<br />

486 Kumar, A. and<br />

A. Kotiya<br />

2004 Studies on Laticifer<br />

Development in<br />

Calotropis Procera an<br />

Important Plant Yielding<br />

Hydrocarbon and<br />

Improvement of its<br />

Growth Potential<br />

2004 Some Potential Plants for<br />

Bio-energy<br />

487 Pari, L. 2004 Adaptation of a Maize<br />

Chopper to SRF and<br />

Pruning Harvesting<br />

488 Pari, L. 2004 Agricultural Waste<br />

Energy Exploitation in<br />

Lazio Region<br />

489 Pari, L. 2004 An Alternative Approach<br />

to Hemp Mechanization<br />

490 Grigatti, M., G.<br />

Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

2004 Perennial and Annual<br />

Energy Crops Comparison<br />

in Two Different Nitrogen<br />

Fertilization Regimes<br />

491 Pari, L. 2004 Chopped Olive Pruning<br />

Storage Tests<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Meccanizazione, SRC.<br />

Potenziale energetico territoriale.<br />

Meccanizzazione, Cannabis<br />

Colture da energia, tecniche di coltivazione<br />

Meccanizzazione, residui colturali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 438


492 Pari, L., M.<br />

Biocca<br />

493 Strasil, Z., M.<br />

Javurek, M.<br />

Vach, M. Kas<br />

494 Gherbin, P.,<br />

A.S. De<br />

Franchi, F.<br />

Lupo<br />

495 Sokhansanj, S.,<br />

L. Pordesimo,<br />

C.<br />

Igathinathane,<br />

A. Womac<br />

496 van Loenen-<br />

Imming, D.V.,<br />

R. Meij<br />

497 Rabou,<br />

L.P.L.M., S.J.J.<br />

Lips, A.B.J.<br />

Ouldhuis<br />

498 Gonzàlez<br />

Cortés, J., F.<br />

Pérez Gragera,<br />

P. Berrocal<br />

Martìnez<br />

499 Gonzàlez<br />

Cortés, J., M.C.<br />

2004 Wood Residuals from<br />

Urban Tree Maintenance<br />

as Potential Source of<br />

Renewable Energy in the<br />

City of Rome<br />

2004 Study of Reed Canary<br />

Grass (Phalaris<br />

arundinacea L.) and Tall<br />

Fescue (Festuca<br />

arundinacea Schreb.) as<br />

Possible Phytomass<br />

Sources for Energy and<br />

Industry Utilization<br />

2004 Dry-farming Yield of<br />

Herbaceous Crops for<br />

Energy Grown in<br />

Mediterranean<br />

Environment. First<br />

Results<br />

2004 Moisture Content and<br />

Mass Fraction of Corn<br />

Stover Components<br />

during Harvest<br />

2004 Inter and Intra Laboratory<br />

Comparison on the<br />

Determination of the<br />

Composition of Biomass<br />

2004 Biomass Biochemical<br />

Data in Phyllis Database<br />

2004 Productivity Experiments<br />

of Jerusalem Artichoke<br />

(Helianthus Tuberosus L.)<br />

in Southwestern Spain<br />

2004 Screening Cynara<br />

Cardunculus L. Plants in<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technological/Techn<br />

Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technological/Techn<br />

Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecnica di raccolta, verde urbano<br />

Cannuccia, colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Qualità combustibile<br />

Qualità della biomassa combustibile.<br />

Qualità della biomassa<br />

Cardo, tecniche di coltivazione<br />

Cardo, tecniche di coltivazione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 439


Rodrìguez<br />

Molinas, A.<br />

Ayuso Mateos,<br />

D. Gonzàlez<br />

Primo<br />

500 Solano, M.L.,<br />

M.P. Ciria, P.<br />

Soriano<br />

501 Monti, A., G.<br />

Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

502 Venturi, P., A.<br />

Monti, G.<br />

Venturi<br />

503 Monti, A., G.<br />

Pritoni, G.<br />

Venturi<br />

504 F. Nardin, F.<br />

Alasia<br />

505 Brunner, T., I.<br />

Obernberger,<br />

M. Wellacher<br />

506 Gruenewald, H.,<br />

B.K. Brandt, O.<br />

Bens, B.U.<br />

Schneider, R.F.<br />

Huettl<br />

507 Grigatti, M., L.<br />

Barbanti, G.<br />

Pritoni, G.<br />

Field Trials to Optimise<br />

Biomass Yields in<br />

Southwestern Spain<br />

2004 Thermoanalytical<br />

Techniques for Estimating<br />

Biomass Composition<br />

2004 Effects of Nitrogen<br />

Fertilization on Biomass<br />

Productivity of a Six Year<br />

Plant of Giant Reed<br />

2004 Evaluation of Harvesting<br />

and Post-harvesting<br />

Techniques for Energy<br />

Destination of<br />

Switchgrass<br />

2004 Evaluation of the<br />

Productivity of 18<br />

Genotypes of Switchgrass<br />

for Energy Destination in<br />

Northern Italy<br />

2004 Use of Selected Fast<br />

Growth Poplar Trees for a<br />

Woody Biomass<br />

Production Die Along the<br />

Po Valley<br />

2004 Waste Wood Processing<br />

in Order to Improve its<br />

Quality for Biomass<br />

Combustion<br />

2004 Production of Biomass for<br />

Energy Transformation<br />

Purposes in Agroforestry<br />

Systems<br />

2004 Comparison of<br />

Switchgrass (Panicum<br />

Virgatum L.) Genotypes<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa combustibile<br />

Canna, tecniche di coltivazione<br />

Panicum, tecniche di coltivazione e stoccaggio.<br />

Panicum, selezione varietale<br />

Pioppo, selezione varietale<br />

Qualità, combustibile<br />

Panicum, selezione varietale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 440


Venturi as Potential Energy Crop Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

508 Weger, J., M. 2004 Landscape Functions of 2nd World Conference and<br />

Social Impatto paesaggistico<br />

Sir, O.<br />

Short Rotation Coppices Technology Exhibition on Biomass for<br />

Syrovàtka<br />

(SRC) and Possibilities Energy, Industry and Climate<br />

for Sustainable Land Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Management<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

509 Omer, A.M. 2004 Biomass Energy Potential 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Potenziale energetico<br />

and Future Prospect in Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Sudan<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

510 Di Virgilio, N., 2004 Effects of Environmental 2nd World Conference and<br />

Environmental/Biolo Kenaf, coltivazione<br />

M.T. Amaducci,<br />

and Agronomic Factors Technology Exhibition on Biomass for gical<br />

A. Vecchi, G.<br />

on Kenaf (Hibiscus Energy, Industry and Climate<br />

Venturi<br />

Cannabinus L.) in Po Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Valley<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

511 Ricciotti, L., G. 2004 Poplar Germplasm 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn SRF, pioppo, selezione varietale<br />

Scarascia<br />

Resources in Short Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Mugnozza, F.<br />

Rotation Forestry: Energy, Industry and Climate<br />

Nardin, M.<br />

Implications for Biomass Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Sabatti, E.<br />

Kuzminsky<br />

Production<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

512 Sharma, N. I. 2004 Long Term Studies on the 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Miscanto<br />

Piscioneri, V.<br />

Production Potential of Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Pignatelli<br />

Miscanthus x Giganteus Energy, Industry and Climate<br />

in Italy<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

513 Fernando, A.L., 2004 Characterization of Kenaf 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Kenaf, tecniche colturali<br />

M.P. Duarte, J.<br />

Potential in Portugal as an Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Morais, A.<br />

Industrial and Energy Energy, Industry and Climate<br />

Catroga, G.<br />

Feedstock - the Effect of Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Serras, S. Pizza,<br />

Different Varieties, Munich e ETA-Florence.<br />

V. Godovikova,<br />

Sowing Dates, Plant<br />

J.F. Santos<br />

Populations and Harvest<br />

Oliveira<br />

Dates<br />

514 Bungart,R., R.F. 2004 Growth, Biomass 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn SRF, recupero terreni<br />

Huettl<br />

Production, Water Budget Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

and Nutrition of a Short- Energy, Industry and Climate<br />

Rotation Forest Plantation Protection, Roma. Editori WIPin<br />

the Post-Mining<br />

Landscape of Lusatia<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 441


515 Berndes, G., P.<br />

Börjesson<br />

516 Berndes, G., P.<br />

Börjesson<br />

517 Lowthe-<br />

Thomas, S.C.,<br />

P.F. Randerson,<br />

F.M. Slater,<br />

R.K. Luxton<br />

518 Montero,G., M.<br />

Muñoz, R.<br />

Vallejo<br />

519 Alexopoulou,<br />

E., A.<br />

Nicholaou, M.<br />

Christou, M.<br />

Mardikis<br />

520 Matera, D., G.<br />

Braccio, V.<br />

Motola<br />

521 Danalatos,<br />

N.G., S.<br />

Archontoulis<br />

522 Danalatos,<br />

N.G., S.<br />

Archontoulis<br />

2004 Low Cost Biomass<br />

Produced in Multi-<br />

Functional Plantations -<br />

the Case of Willow<br />

Production in Sweden<br />

2004 The Energy Balance of<br />

Energy Crop Irrigation<br />

2004 A Comparison of Two<br />

Types of Machine Planter<br />

for Establishment of Short<br />

Rotation Willow Coppice<br />

in Upland Wales<br />

2004 Biomass Production and<br />

Carbon Fixation in<br />

Spanish Forests<br />

2004 The Influence of Sowing<br />

Time and Plant<br />

Population on Kenaf<br />

Growth and Yields<br />

2004 Biomass Availability from<br />

Agricultural Residues as<br />

Renewable Energy Source<br />

2004 Potential Growth and<br />

Biomass Productivity of<br />

Kenaf (Hibiscus<br />

Cannabicus L.) under<br />

Central Greek Conditions:<br />

II.The Influence of<br />

Variety, Sowing Time and<br />

Plant Density<br />

2004 Potential Growth and<br />

Biomass Productivity of<br />

Kenaf (Hibiscus<br />

Cannabicus L.) under<br />

Central Greek Conditions:<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Salice, multi funzione<br />

Tecniche di coltivazione<br />

Meccanizzazione, SRF<br />

Selvicoltura, sequestro di carbonio<br />

Kenaf, tecnica di coltivazione.<br />

Residui colturali<br />

Hibiscus, tecniche colturali<br />

Kenaf, Tecniche di coltivazione.<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 442


523 Danalatos,<br />

N.G., S.<br />

Archontoulis<br />

524 Roy, S., A.<br />

Kumar<br />

525 Volk, T.A., L.P.<br />

Abrahamson,<br />

E.H. WhiteT.A.<br />

526 Sánchez, S.,<br />

M.E. Martìnez,<br />

G. Hodaifa<br />

527 Kumar, A., V.R.<br />

Kumar, S.<br />

Parveen, V.P.<br />

Shekhawat, A.<br />

Kotiya<br />

528 Kumar, A., A.<br />

Singh, V.P.<br />

Shekhawat<br />

529 Kumar, A. S.<br />

Sharma<br />

I. The Influence of<br />

Fertilization and Irrigation<br />

2004 Influence of Plant Density<br />

and N-Fertilisation on the<br />

Growth and Biomass<br />

Productivity of<br />

Miscanthus Sinensis<br />

under Central Greek<br />

Conditions<br />

2004 Jatropha Curcas: A<br />

Potential Plant for Bio-<br />

Fuel<br />

2004 Integration of Cover<br />

Crops during the<br />

Establishment of Short-<br />

Rotation Woody Crops<br />

2004 Use of Industrial Waste<br />

Waters from Olive-Oil<br />

Extraction in the Biomass<br />

Production of<br />

Scenedesmus Obliquus<br />

2004 Production and<br />

Improvement of<br />

Hydrocarbons in Laticifer<br />

Plants<br />

2004 Effect of Location on the<br />

Growth and Hydrocarbon<br />

Yield of Calotropis<br />

Procera: A Case Study<br />

2004 Improving Growth and<br />

Productivity of Euphorbia<br />

Antisyphilitica; a<br />

Potential Bio-Fuel Plant<br />

from Semi-Arid Regions<br />

530 Weger ,J. 2004 A Multi-Species Energy<br />

Crop System to<br />

Sustainably Produce<br />

Biomass in the Czech<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Miscanto, tecnica di coltivazione<br />

Colture da energia<br />

SRF, tecniche colturali<br />

Colture da energia<br />

Culture da energia<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Colture da energia<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 443


531 Bridgwater, A.<br />

V., J. Dahl, B.<br />

Van de Beld, M.<br />

Coulson, I.<br />

Obernberger, E.<br />

Gansekoele<br />

532 Adani, F., C.<br />

Ubbiali, G.<br />

D`Imporzano<br />

533 Wang, T. Y.<br />

Haiyan<br />

534 Cosentino, S.L.,<br />

E. Riggi, G.<br />

D`Agosta<br />

535 Cosentino, S.L.,<br />

E. Riggi, M.<br />

Mantineo<br />

536 Copani, V., S.L.<br />

Cosentino, G.M.<br />

D`Agosta, G.<br />

Testa<br />

537 Copani,V., S.L.<br />

Cosentino, M.<br />

Mantineo<br />

Republic Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Ash Characteristics of<br />

Perennial Energy Crops<br />

and their Influence on<br />

Thermal Processing<br />

2004 Dynamic Respiration<br />

Index for the Measure of<br />

Biological Stability<br />

2004 The Development and<br />

Utilization of the Woody<br />

Energy Plants for<br />

Biodiesel in China<br />

2004 Leaf Photosynthesis in<br />

Kenaf (Hibiscus<br />

Cannabinus L.) in<br />

Response to Water Stress<br />

2004 Gas Exchange and<br />

Stomatal Behaviour in<br />

Kenaf (Hibiscus<br />

Cannabinus L.) as<br />

Affected by Artificial<br />

Light Intensity During<br />

Night Measurements<br />

2004 Yield and Development of<br />

Kenaf (Hibiscus<br />

Cannabinus L.) Crop in<br />

Relation to Genotype,<br />

Sowing Time and Plant<br />

Population in<br />

Mediterranean<br />

Environment<br />

2004 Behaviour of Fibre Hemp<br />

(Cannabis Sativa L.)<br />

Genotypes in the Arid<br />

Conditions of the South of<br />

Italy<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa, colture da energia.<br />

Colture da energia, produzione di combustibile.<br />

Colture da energia, produzione di combustibile<br />

Kenaf<br />

Kenaf<br />

Kenaf, tecnica colturale<br />

Cannabis, selezione varietale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 444


538 Fernando, A.L.,<br />

J.F. Santos<br />

Oliveira<br />

539 Foti, S., S.<br />

Cosentino, C.<br />

Patanè, M.<br />

Mantineo<br />

540 Gonzàlez<br />

Moreno, A.,<br />

E.F. de Andrés,<br />

I. Walter, J.L.<br />

Tenorio<br />

541 Shipkovs, P., G.<br />

Kashkarova, K.<br />

Lebedeva, M.<br />

Zeltina, M.<br />

Bekers, A.<br />

Danilevics, E.<br />

Gudriniece<br />

542 Kunikowski, G.,<br />

M. Rutkowska-<br />

Filipczak, M.<br />

Pisarek, M.<br />

Rogulska<br />

543 Acaroglu, M., I.<br />

Gezer<br />

544 Kauter, D., W.<br />

Claupein<br />

545 de Andrés, E.<br />

F., J. Gonzàlez<br />

Cortés, A.<br />

Ayuso Mateos,<br />

2004 Effects on Growth,<br />

Productivity and Biomass<br />

Quality of Miscanthus x<br />

Giganteus of Soils<br />

Contaminated with Heavy<br />

Metals<br />

2004 Sweet Sorghum in<br />

Mediterranean<br />

Environment<br />

2004 Kenaf Responses to<br />

Irrigation and Nitrogen<br />

Fertilization in Central<br />

Region of Spain<br />

2004 Bioenergy Utilization in<br />

Latria<br />

2004 Methods of Multicriterial<br />

Analysis of Bio-Energy<br />

Resources Potential<br />

2004 Renewable Energy<br />

Sources and Future of<br />

Biomass Energy in<br />

Turkey<br />

2004 Cropping Systems for<br />

Energy Supply with Catch<br />

Crops and Energy Maize<br />

in Central Europe:<br />

Principles and Agronomic<br />

Problems<br />

2004 Growth and Yield of<br />

Three Kenaf Varieties in<br />

Two Spain Locations<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Miscanto, qualità della biomassa, tecnica colturale<br />

Sorgo<br />

Kenaf, tecnica colturale<br />

Valutazione delle risorse potenziali<br />

Imput energetico<br />

Kenaf, selezione varietale<br />

Il progetto Activa 445


M.A. Pérez<br />

Rodrìguez, A.<br />

Gonzàlez<br />

Moreno,<br />

J.L.Tenorio<br />

546 Zhovmir, M., G.<br />

Geletukha, A.<br />

Torosow, V.<br />

Korzhov<br />

547 Zenone, T., G.<br />

Facciotto, G.<br />

Sperandio<br />

548 Sànchez<br />

Gonzàlez, D., I.<br />

Echeverrìa<br />

Goñi, A.<br />

Leranoz, M.<br />

Zalba, L.<br />

Albizua, J. Gil<br />

549 Klasnja, B., S.<br />

Orlovic, P.<br />

Ivanisevic, Z.<br />

Galic, N.<br />

Radosavljevic<br />

551 Minelli, M., L.<br />

Rapparini, G.<br />

Venturi<br />

552 Pelz, S.K. J.<br />

Bosch, U.<br />

Seeling<br />

554 Grassi, G., O.<br />

Pastre, T.<br />

Fjällström<br />

2004 Territorial Distribution of<br />

Unused Forest Biomass in<br />

Ukraine<br />

2004 SRF in Italy: The<br />

Example of the Lombardy<br />

Region<br />

2004 Biomass Evaluation and<br />

Evolution Methodology<br />

Based on Vegetation<br />

Index Calculated by<br />

Satellite Images<br />

2004 Selection of Black Poplar<br />

Clones for Biomass<br />

Production<br />

2004 Weed Management in<br />

Switchgrass Crop<br />

2004 Influence of Wood<br />

Species and Bark Content<br />

on the Quality of Wood<br />

Pellets<br />

2004 Recovery of Semi-Arid<br />

Desertic Lands through<br />

Biomass Schemes<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Analisi della biomassa potenziale<br />

Political/Normative SRF, normative di incentivazione<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Valutazione della biomassa, telerilevamento<br />

Pioppo, selezione varietale<br />

Panicum, tecnica colturale.<br />

Qualità del combustibile<br />

Colture da biomassa, usi ambientali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 446


555 Heisig, H., L.<br />

Paredes, J.<br />

Wiesel<br />

556 Masera, O.R.,<br />

A. Ghilardi, R.<br />

Drigo, M.A.<br />

Trossero<br />

557 Hoogwijk, M.,<br />

A. Faaij, B. de<br />

Vries, W.<br />

Turkenburg<br />

2004 GIS- Based Energy Wood<br />

Resource Assessment in<br />

the Northern Black Forest<br />

Region<br />

2004 Woodfuel Integrated<br />

Supply/Demand<br />

Overview Mapping:<br />

WISDOM<br />

2004 The Potential of Biomass<br />

Energy under Four Land-<br />

Use Scenarios Part B:<br />

Exploration of Regional<br />

and Global Cost-Supply<br />

Curves<br />

558 Stülpnagel, R. 2004 Estimating the Potential<br />

of Biomass for Energy<br />

and Industry with<br />

Particular Respect to<br />

Political Directives to an<br />

Orderly Agriculture and<br />

559 Wirsenius, S.,<br />

C. Azar, G.<br />

Berndes<br />

560 Smeets, W.,<br />

A.P. Faaij, I.<br />

Lewandowski<br />

561 Rösch, C., A.<br />

Woitowitz<br />

562 Ericsson, K., L.<br />

Nilsson<br />

C-Sequestration in Soils<br />

2004 Global Bioenergy<br />

Potentials: A New<br />

Approach Using a Model-<br />

Based Assessment of<br />

Biomass Flows and Land<br />

Demand in the Food and<br />

Agriculture Sector 2030<br />

2004 Global Land Use Patterns<br />

and the Production of<br />

Bioenergy to 2050<br />

2004 Land Availability for the<br />

Sustainable Production of<br />

Energy Crops in Germany<br />

2004 Assessment of the<br />

Potential Biomass Supply<br />

in Europe Using a<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Analisi territoriale, biomassa forestale<br />

Modellistica, valutazione risorse potenziali<br />

Economic Valutazione potenziale biomassa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Sequestro del carbonio, normative<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 447


Allegato B<br />

Resource - Focused Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Approach<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

563 Jonsson, P., O. 2004 Utilisation of Local 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Valutazione potenziale biomassa/biocombustibili<br />

Nyström<br />

Biofuels in Industrial Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Cogeneration in ASEAN Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

564 Timperi, A. and 2004 Experiences of the Fuel 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Logistica dei biocombustibili<br />

C. Backlund<br />

Supply for the World's Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Largest Biomass Power Energy, Industry and Climate<br />

Plant<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

565 Nibbi, L., G. 2004 GIS Methodology and 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Valutazione/gestione risorse potenziali di biomassa<br />

Tondi, F.<br />

Tool to Analyse and Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Martelli, S.<br />

Optimise Biomass Energy, Industry and Climate<br />

Maltagliati, D.<br />

Resources Exploitation Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Chiaramonti, G.<br />

Riccio, I.<br />

Bernetti,C.<br />

Fagarazzi, R.<br />

Fratini<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

566 Zhang, W. 2004 Transportation Fuels from 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Logistica biocombustibili<br />

Biomass via Gasification Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

ical<br />

567 Ranta, T. and S. 2004 Transportation Options 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Residui forestali, costi, logistica<br />

Rinne<br />

and Profitability for Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Logging Residues in Energy, Industry and Climate<br />

Finland<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

568 Esteban, L. P. 2004 Outdoor Storage of Short 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Gestione biomassa<br />

Ciria, J.<br />

Rotation Poplar. Variation Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Carrasco<br />

of Physical and Chemical Energy, Industry and Climate<br />

Characteristics of Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Biomass<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

569 Founti, M., D. 2004 Potentials and<br />

2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Residui colturali, logistica<br />

Giannopoulos,<br />

Perspectives of Logistics Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

A.J. Tolis, I.P.<br />

and Multi-Criteria Energy, Industry and Climate<br />

Tatsiopoulos, A.<br />

Assessment<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Rentizelas<br />

Methodologies for<br />

Exploitation of<br />

Agricultural Biomass<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Il progetto Activa 448


570 Haslinger, W.,<br />

G. Eder, M.<br />

Wörgetter<br />

571 Rupar-Gadd, K.,<br />

L. Wadsö, G.<br />

Holmstedt, B.<br />

Persson, P.<br />

Blomqvist, M.<br />

Sanati<br />

572 Turhollow, A.<br />

and S.<br />

Sokhansanj<br />

573 Stülpnagel, R.<br />

and M.K.<br />

Körschens<br />

574 Berends, R.H.,<br />

and J.A.<br />

Zeevalkink, F.<br />

Goudriaan, J.E.<br />

Naber<br />

2004 Improvement of Straw<br />

Pellets Fuel Quality<br />

through Additives<br />

2004 Spontaneous Combustion<br />

of Biofuels caused by<br />

Microbial Activity<br />

2004 Minimizing the Cost of<br />

Supplying Agricultural<br />

Crops and Residues to a<br />

Conversion Facility<br />

2004 Calculation of the Need of<br />

Biomass for the<br />

Reproduction of the Soil<br />

Organic Matter (SOM) as<br />

a Precondition for the<br />

Estimation of the<br />

Potential of Biomass for<br />

Energy and Industry<br />

2004 Results of the First Long<br />

Duration Run of the HTU<br />

Pilot Plant at TNO-MEP<br />

575 Möller B. 2004 Geographical Cost-Supply<br />

Analysis of Forest<br />

Biomass for Distributed<br />

Generation in Denmark<br />

576 Pecznik, P. and<br />

L. Fenyvesi<br />

577 Junginger, M.,<br />

A. Faaij, R.<br />

Björheden<br />

2004 Is Hungary the Source of<br />

Bioenergy for Europe?<br />

2004 Technological Learning<br />

and Cost Reductions in<br />

Woodfuel Supply Chains<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità del combustibile<br />

Gestione biomassa<br />

Economic Gestione biomassa<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità del suolo<br />

Gestione biomassa, produzione di energia<br />

Economic Analisi territoriale, costo biomassa<br />

Economic Potenziale di biomassa<br />

Economic Gestione della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 449


Allegato B<br />

578 Hamelinck, N., 2004 Large Scale and Long<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Economic Commercio biomassa, aspetti economici e ambientali<br />

R.A. Suurs,<br />

Distance Biomass Supply Technology Exhibition on Biomass for<br />

A.P. Faaij<br />

Chains: Logistics, Costs, Energy, Industry and Climate<br />

Energy Consumption, Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Emission Balances Munich e ETA-Florence.<br />

579 Havlickova, J. 2004 The Economics of Short 2nd World Conference and<br />

Economic Costi SRF<br />

Knapek, J.<br />

Rotation Coppices Technology Exhibition on Biomass for<br />

Vasicek<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

580 Ust’ak, S. and 2004 Current and Potential 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Potenziale di biomassa<br />

V. Vána<br />

Production and Use of Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Biomass as a Renewable Energy, Industry and Climate<br />

Source of Energy in the Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Czech Republic Munich e ETA-Florence.<br />

582 Janota Bzowski, 2004 Biomass Resources in 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Potenziale di biomassa<br />

J.<br />

Poland and Prospects of Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Increasing Production and Energy, Industry and Climate<br />

Use of Solid Biofuels in Protection, Roma. Editori WIPthe<br />

Country<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

583 Geletukha, G. 2004 Status and Prospects of 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Potenziale di biomassa<br />

and Y. Matveev<br />

Biogas Energy Use in Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Ukraine<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

584 Sidiras,D.K. and 2004 GIS-Assisted Planning of 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Valutazione e gestione potenziale biomassa<br />

F.A. Batzias<br />

a Multi-Plant Agro- Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Industrial Scheme for Energy, Industry and Climate<br />

Converting Crop Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Residuals to Bioethanol Munich e ETA-Florence.<br />

585 Acaroglu, M. 2004 Physical Properties of 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Qualità del combustibile<br />

Biomass Briquets Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

ical<br />

586 Cavalli, R., S. 2004 Development of an 2nd World Conference and<br />

Social Gestione biomassa, residui forestali<br />

Grigolato, S.<br />

Energetic Plan in an Technology Exhibition on Biomass for<br />

Montibeller<br />

Alpine District<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

587 Llaneza, H., J. 2004 Usage of Meat Industry 2nd World Conference and Environmental/Biolo Biomassa residuale<br />

Il progetto Activa 450


Alvarez, M.<br />

Díaz Prado, L.<br />

Leyda<br />

588 Meneghetti, A.,<br />

D. Chinese, E.<br />

Venturini<br />

589 Berghel, J. and<br />

R. Renström<br />

590 Hoogwijk, M.,<br />

A. Faaij, B.<br />

Eickhout, B. de<br />

Vries, W.<br />

Turkenburg<br />

591 Christou, M., B.<br />

Van de Beld, I.<br />

Obernberger, G.<br />

Venturi, A.<br />

Bridgwater, J.<br />

Fernández, G.<br />

Gosse, K.<br />

Scheurlen,P.<br />

Soldatos, G.<br />

Reinhardt<br />

592 Smeets, W.,<br />

A.P. Faaij, I.<br />

Lewandowski<br />

Wastes for a Sustainably<br />

Closed Energy and Waste<br />

Cycle<br />

2004 A Methodology to Assess<br />

Forest Residual Potentials<br />

for Power Generation in<br />

Mountain Areas: The<br />

Case of North-Eastern<br />

Italy<br />

2004 Temperature<br />

Measurements as<br />

Indicator of the Spouting<br />

Quality when Non-<br />

screened Sawdust is Dried<br />

2004 The Potential of Biomass<br />

Energy under Four Landuse<br />

Scenarios: Part A: The<br />

Geographical Potential<br />

2004 Bio-Energy Chains from<br />

Perennial Crops in South<br />

Europe<br />

2004 Bioenergy Potentials from<br />

Forestry to 2050:<br />

Preliminary Results<br />

593 Hein, M. 2004 Pre-Normative Work on<br />

Sampling and Testing of<br />

Solid Biofuels for the<br />

Development of Quality<br />

Assurance Systems<br />

(BioNorm)<br />

594 Jensen, P. D., H.<br />

Hartmann, T.<br />

2004 Methods for Rapid on-<br />

Site Moisture<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Analisi territoriale, potenziale biomassa, residui forestali<br />

Qualità del combustibile<br />

Valutazione potenziale biomassa<br />

Gestione biomassa, tecnica colturale<br />

Potenziale biomassa, residui forestali<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa<br />

Il progetto Activa 451


Böhm, M.<br />

Temmerman, F.<br />

Rabier, B.<br />

Hudson, J.<br />

Rathbauer, L.<br />

Janowicz, J-L.<br />

Herserner, M.<br />

Lecourt, J.<br />

Burvall, R.<br />

Jirjis, D. H.<br />

Boavida, J. A.<br />

Calzoni<br />

595 Hartmann, H.,<br />

T. Böhm, P.<br />

Daugbjerg<br />

Jensen, M.<br />

Temmerman, F.<br />

Rabier, M.<br />

Golser, P.<br />

Herzog<br />

596 Temmerman,<br />

M., F. Rabier, P.<br />

Daugbjerg<br />

Jensen, H.<br />

Hartmann, T.<br />

Böhm, J.<br />

Rathbauer, J.<br />

Carrasco,<br />

M.Fernandez<br />

Determination of Solid<br />

Biofuels Test of<br />

Equipment<br />

2004 Methods for Size<br />

Classification of Wood<br />

Fuels<br />

2004 Methods for Durability<br />

and Particle Density<br />

Determination of Pellets<br />

and Briquettes<br />

597 Englisch, M. 2004 Determination of Sulfur,<br />

Chlorine and Nitrogen in<br />

Solid Biofuels<br />

598 Bärnthaler, G.,<br />

C. Haraldsson,<br />

M. Zischka, I.<br />

Obernberger<br />

599 Langheinrich,<br />

C., M.<br />

Kaltschmitt, M.<br />

Hein<br />

2004 Determination of Major<br />

and Minor Elements in<br />

Solid Biofuels<br />

2004 Development and<br />

Implementation of Quality<br />

Assurance Systems for<br />

Solid Biofuels<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 452


600 Alakangas, E.,<br />

J.E. Levlin, J.<br />

Valtanen<br />

601 Shipkovs, P., G.<br />

Kashkarova, K.<br />

Lebedeva<br />

602 Vrubliauskas, S.<br />

and N. Pedisius<br />

603 Ghilardi, A., G.<br />

Guerrero, R.<br />

Drigo, O.R.<br />

Masera<br />

604 Drazic, D., M.<br />

Drazic, S.<br />

Bojovic, M.<br />

Veselinovic, L.<br />

Jovanovic<br />

605 Hartmann, H.,<br />

T. Böhm, P.<br />

Daugbjerg<br />

Jensen, M.<br />

Temmerman, F.<br />

Rabier, R. Jirjis,<br />

J.L. Hersener, J.<br />

Rathbauer, J.<br />

Burvall<br />

606 Drigo, R., N.<br />

Krajnc, Z.<br />

Veselich, M.<br />

Trossero<br />

607 Bendere, R., D.<br />

Arina, L.<br />

2004 Classification,<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Specification and Quality Technology Exhibition on Biomass for<br />

Assurance for Solid Energy, Industry and Climate<br />

Biofuels<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Development of Solid 2nd World Conference and<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Biofuel Market and Technology Exhibition on Biomass for<br />

Standards in Latvia Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Development of Solid 2nd World Conference and<br />

Political/Normative Qualità della biomassa<br />

Biofuels Usage in Technology Exhibition on Biomass for<br />

Lithuania and Quality Energy, Industry and Climate<br />

Assurance Problems Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Multiscale Analysis of 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Valutazione potenziale biomassa<br />

Fuelwood `Hot Spots` Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

using the WISDOM Energy, Industry and Climate<br />

Approach: A Case Study Protection, Roma. Editori WIPfor<br />

Mexico<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Short Rotation Plantation 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn SRF, usi ambientali<br />

on Minespoil Banks of Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Opencast Coal Mines - Energy, Industry and Climate<br />

Potential for Energy Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Biomass in Serbia Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Methods for Bulk Density 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Qualità della biomassa<br />

Determination of Solid Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Biofuels<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Area-Based Woodfuel<br />

Flow Analysis using the<br />

WISDOM Approach: A<br />

Case Study for Slovenia<br />

2004 Treatment of<br />

Biodegradable Organic<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Valutazione biomassa potenziale.<br />

Usi ambientali, biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 453


Dubova, D.<br />

Zarina<br />

608 Böhm, T. and<br />

H. Hartmann<br />

609 van Dun, B., R.<br />

van den Broek,<br />

F. Schillig, N.<br />

Leek, C.<br />

Hamelinck<br />

610 Gergopoulos,S.,<br />

K. Hjuler, H.<br />

Hofbauer, E.<br />

Koukios, R.<br />

Laitinen, J.<br />

Larfeldt, A.<br />

Nordin, H.<br />

Ollila,E.<br />

Padouvas, M.<br />

Tianen<br />

611 Branca, C., C.<br />

Di Blasi, R.<br />

Capolongo<br />

612 Lédé, J., F.T.<br />

Ndiaye, F.<br />

Broust, M.<br />

Ferrer, S.<br />

Baumlin<br />

613 Antal, J. And T.<br />

Nunoura<br />

614 Henrich, E., A.<br />

Koegel, K.<br />

Raffelt, R.<br />

Stahl, F.<br />

Municipal Waste using<br />

Composting Technologies<br />

2004 Measuring Particle<br />

Density of Wood Pellets<br />

2004 BioXchange: An Internet<br />

Based Trading Floor for<br />

the Complete Range of<br />

Biomass Energy Streams<br />

2004 Evaluation and<br />

Identification of the Best<br />

Appropriate Methods for<br />

the Determination of Ash<br />

Melting Behavior<br />

2004 Experimental Analysis<br />

and Empirical<br />

Correlations for the<br />

Devolatilization Times of<br />

Wood Particles in a<br />

Fluidized-Bed Reactor<br />

2004 Fast Pyrolysis of Biomass<br />

in a Cyclone Reactor:<br />

Experiments and<br />

Modelling<br />

2004 The Black Gold from<br />

Green Waste Project at<br />

the University of Hawai<br />

2004 A Two Stage Process for<br />

Synfuel from Biomass<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa<br />

Economic Commercio biomassa<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Usi ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 454


Weirich, E.<br />

Dinjus<br />

615 Corella, J., J.M.<br />

Toledo, R.<br />

Padilla<br />

616 Van de Steene,<br />

L., P. Girard, F.<br />

Mermoud, T.<br />

Koch, M.W.<br />

Hansen<br />

617 Marquard-<br />

Möllenstedt, T.,<br />

P. Sichler, M.<br />

Specht, M.<br />

Michel, R.<br />

Berger, K.R.G.<br />

Hein, E.<br />

Höftberger, R.<br />

Rauch,H.<br />

Hofbauer<br />

618 Kübel, M., C.<br />

Gfrereis, J.<br />

Waizmann, M.<br />

Michel, K.R.G.<br />

Hein<br />

619 Zwart, R. and<br />

H. Boerrigter<br />

620 Th. Metz, S.<br />

Kuhn, S.<br />

Karellas, R.<br />

Stocker, J. Karl,<br />

D. Hein<br />

621 Jönsson, K. and<br />

J. La Cour<br />

2004 Catalytic Hot Gas<br />

Cleaning with Monoliths<br />

in Biomass Gasification in<br />

Fluidised Beds. 1.Their<br />

Effectiveness for Tar<br />

Elimination<br />

2004 Multi Agricultural Fuelled<br />

Staged Gasifier with Dry<br />

Gas Cleaning: LIFTOFF<br />

2004 New Approach for<br />

Biomass Gasification to<br />

Hydrogen<br />

2004 Hydrogen Rich Syngas<br />

Production from Steam<br />

Gasification of BCO in a<br />

FB Reactor - Gas<br />

Composition and Tar<br />

Formation at Various<br />

Conditions<br />

2004 High Efficiency Co-<br />

Production of Substitute<br />

Natural Gas (SNG) and<br />

Fischer-Tropsch (FT)<br />

Transportation Fuels from<br />

Biomass<br />

2004 Experimental Results of<br />

the Biomass Heatpipe<br />

Reformer<br />

2004 Nitrification Inhibition of<br />

Wastewater from<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Usi ambientali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 455


Jansen Biomass-Based Energy<br />

Production<br />

622 Phillips, B.D. 2004 Technical and Economic<br />

and S.H. Hassett<br />

Evaluation of a 70MWe<br />

Biomass IGCC using<br />

Emery Energy’s<br />

Gasification Technology<br />

623 Lettner, F. 2004 Health, Safety and<br />

Environmental Issues in<br />

Biomass Gasification<br />

Plants<br />

624 Vogel, F. and<br />

M. Waldner<br />

625 Kruse, A. and<br />

N. Dahmen<br />

626 Zanzi,R., D.<br />

Tito Ferro, A.<br />

Torres, P.<br />

Beaton Soler, E.<br />

Björnbom<br />

627 Sanchez, C.G.<br />

and F.L.P.<br />

Resende<br />

628 Flynn, P.C., A.<br />

Kumar, J.B.<br />

Cameron<br />

629 Germanà, A.,<br />

P.U. Foscolo, R.<br />

Rauch, S.<br />

Brandani, A.<br />

Kiennemann,<br />

2004 Catalytic Hydrothermal<br />

Gasification of Woody<br />

Biomass<br />

2004 The Influence of Alkali<br />

Salts on the Reaction<br />

Pathways in<br />

Hydrothermal Biomass<br />

Gasification<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2004 Biomass Torrefaction 2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

2004 Experimental<br />

Characterization of the<br />

Kinetics of Slow and Fast<br />

Pyrolysis of Biomasses<br />

2004 Power from Biomass: The<br />

Economics of Gasification<br />

vs. Direct Combustion<br />

2004 Clean Energy from<br />

Biomass Coupling<br />

Biomass Gasification with<br />

Fuel Cell<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione, gestione biomassa<br />

Tecniche di combustione e gestione biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Economic Tecniche di combustione<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 456


M.L. Pelizza, S.<br />

Heidenreich, G.<br />

Braccio,D.<br />

Matera, M.<br />

Zappaterra<br />

630 Turn S.Q. 2004 Prediction of Potassium,<br />

Sodium, and Chlorine<br />

Concentrations in Product<br />

Gas from Biomass<br />

631 Lettner, F., C.<br />

Brandstetter<br />

632 Hartmann, H.,<br />

P. Roßmann, A.<br />

Marks, H. Link,<br />

R. Müller, E.<br />

Amann<br />

633 Grigiante, M.,<br />

P. Baggio, A.<br />

Cemin, M.<br />

Ragazzi<br />

634 Branca, C. C.<br />

Di Blasi, M.<br />

Marotta<br />

635 Brem, F., J.<br />

Görtzen<br />

636 Granada, E., G.<br />

Lareo, J. Moran,<br />

L. Ortíz, J.L.<br />

Miguez, J.<br />

Porteiro<br />

637 Moran, J.C., E.<br />

Granada, J.L.<br />

Miguez, J.<br />

Gasification<br />

2004 Development of a Wood<br />

Pyrolysing Unit -<br />

Performance and Quality<br />

Parameters<br />

2004 Secondary Flue Gas<br />

Condensation for<br />

Domestic Wood Chip<br />

Boilers<br />

2004 Energy Balance and<br />

Emissions Evaluation of<br />

Combustion Processes<br />

Carried out on a Gasifying<br />

Wood Stove<br />

2004 Devolatilization and<br />

Combustion of Wood<br />

Chars in Air<br />

2004 Efficient Use of Biomass<br />

Residues for a Sustainable<br />

Cement Clinker Process<br />

2004 Co-Firing of Pellets and<br />

Crust of Pine in Small<br />

Boilers. General<br />

Behaviour<br />

2004 Grey Relational Analysis<br />

of a Small Pellet Stove<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence.<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa, aspetti ambientali<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Usi biomasssa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 457


Porteiro, S.<br />

Murillo<br />

638 Porteiro, J. J.L.<br />

Miguez, J.R.<br />

Quintián, J.C.<br />

Morán, E.<br />

Granada, L.M.<br />

López<br />

639 Sáez, F., A.<br />

Cabañas, J.M.<br />

Martínez, R.<br />

Escalada, A.<br />

González<br />

640 Widmann, E.,<br />

R. Scharler, I.<br />

Obernberger, G.<br />

Stubenberger<br />

641 Eskilsson, D.,<br />

C. Tullin, H.<br />

Quicklund<br />

642 Harasek, M., C.<br />

Jordan, M.<br />

Miltner, A.<br />

Friedl<br />

643 Pfeffer, M., A.<br />

Friedl<br />

644 Kerschbaum,<br />

A., M. Pfeffer,<br />

G. Beckmann,<br />

A. Friedl<br />

645 Godoy, S., H.<br />

Gang Chen<br />

2004 Small Biomass Furnace<br />

Simulation<br />

2004 PAHS Emission from<br />

Brassica Carinata<br />

Biomass Combustion<br />

Process<br />

2004 Release of NOx<br />

Precursors from Biomass<br />

Fuel Beds and<br />

Application for CFD-<br />

Based NOx<br />

Postprocessing with<br />

Detailed Chemistry<br />

2004 Utilization of Novel Gas<br />

Sensors for Combustion<br />

Optimisation of Pellets<br />

Burners<br />

2004 CFD-Simulation of a<br />

Baled Biomass-Fired<br />

Furnace: Combustion<br />

Modelling and Design<br />

Optimisation for the<br />

Reduction of Emissions<br />

2004 Modelling of Energy<br />

Production from Biomass<br />

- A comparison of Biogas<br />

and Combustion Process<br />

2004 Comparison of Process-<br />

Simulation Programs for<br />

the Simulation of a<br />

Biomass-Fired<br />

Combustion-System<br />

2004 Potassium Release during<br />

Straw Devolatilisation<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technological/Techn<br />

Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Qualità della biomassa<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 458


646 Gaegauf, C.K.,<br />

M. Schmid<br />

647 Stojiljkovic, D.,<br />

M.<br />

Radovanovic,<br />

V. Jovanovic,<br />

N. Manic, I.<br />

Radulovic, S.<br />

Perisic<br />

648 Butala, V., U.<br />

Stritih, G.<br />

Zupan, D.<br />

Stanicic, S.<br />

Merse<br />

649 Folgueras,<br />

M.B., R.M.<br />

Díaz, J. Xiberta<br />

650 Arvelakis, S.,<br />

P.A. Jensen, K.<br />

Dam-Johansen<br />

651 Arvelakis, S., K.<br />

Dam-Johansen,<br />

B. Folkedahl, J.<br />

Hurley<br />

652 Arvelakis, S., F.<br />

Frandsen, K.<br />

Dam-Johansen<br />

2004 Measures in the Wood<br />

Combustion Process for<br />

Particle Emission<br />

Reduction<br />

2004 Household Small<br />

Furnaces Fired on<br />

Biomass: Increase of<br />

Efficiency and Reduction<br />

of CO<br />

2004 Exergy Analysis of the<br />

Biomass Utilization with<br />

an Example of Biomass<br />

Cogeneration in Slovenia<br />

2004 The Role of Some<br />

Additives of Sewage<br />

Sludge in the Co-<br />

Combustion of Sludge-<br />

Coal Blends<br />

2004 Use of Simultaneous<br />

Thermal Analysis (STA)<br />

for the Determination of<br />

the Melting and the Gas<br />

Phase Release<br />

Characterics of Ash from<br />

High Alkali Biomass<br />

2004 Viscosity Charactersitics<br />

of Various Biomass and<br />

Biomass Coal Ash<br />

Samples Using a High-<br />

Temperature Rotational<br />

Viscometer<br />

2004 Rheological Behavior of<br />

Waste Incineration Ash<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione, qualità della biomassa<br />

Qualità della biomassa, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 459


653 Good, J., Th.<br />

Nussbaumer, J.<br />

Delcarte, Y.<br />

Schenkel<br />

654 Boman, C., A.<br />

Nordin, R.<br />

Westerholm, M.<br />

Öhman, D.<br />

Boström<br />

655 Lundholm, K.,<br />

D. Boström, A.<br />

Nordin<br />

656 Eriksson, M.,<br />

M. Öhman, A.<br />

Nordin, K.<br />

Wikman, M.<br />

Berg<br />

657 Nordin, A., C.<br />

Andersson, P.<br />

M. Broström, O.<br />

Axne<br />

658 Sandström, M.,<br />

D. Boström, A.<br />

Nordin<br />

659 Ciria, M.P. E.<br />

Gonzàlez, M.<br />

Fernàndez, M.L.<br />

Solano, J.E.<br />

2004 Methods for Efficiency<br />

Determination for<br />

Biomass Heating Plants<br />

and Influence of<br />

Operation Mode on Plant<br />

Efficiency<br />

2004 Systematic<br />

Characterization and<br />

Quantification of Gaseous<br />

and Particulate Emissions<br />

from Present Residential<br />

Wood and Pellet Stoves<br />

and Potentials for Future<br />

Technology<br />

2004 Chemical Equilibrium and<br />

Experimental Study on<br />

Combustion of CCA<br />

Treated Wood and Peat<br />

2004 Effects of Fluidization<br />

Velocity and Bed Particle<br />

Size on Bed<br />

Defluidization during<br />

Biomass Combustion<br />

2004 IACM - In-Situ Alkali<br />

Chloride Monitor<br />

2004 Phases of Relevance for<br />

Ash Formation during<br />

Thermal Processing of<br />

Biomass and Sludge's -<br />

Review of<br />

Thermodynamic Data,<br />

Phase Transition and<br />

Crystal Structures in the<br />

System CaO - K2O -<br />

P2O5<br />

2004 Study of the Variability in<br />

Energy and Chemical<br />

Characteristics of Brassica<br />

Carinata Biomass and its<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione<br />

Aspetti ambientali<br />

Aspetti ambientali, tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa, aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Qualità della biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 460


Carrasco Influence on the<br />

Behaviour of this Biomass<br />

as a Solid Fuel<br />

660 Bakker, R.R.,<br />

R.J.A.<br />

Gosselink,<br />

R.H.W Maas, T.<br />

de Vrije, E. de<br />

Jong, J.W. van<br />

Groenestijn,<br />

J.H.O.<br />

Hazewinkel<br />

661 Thygesen, A.,<br />

M. Hedegaard<br />

Thomsen, A.B.<br />

Thomsen, H.<br />

Jørgensen, B.<br />

Holm<br />

Christensen<br />

662 Bolhàr-<br />

Nordenkampf,<br />

M.A., K. Jörg,<br />

H. Hofbauer,<br />

W. Baaske, J.<br />

Schmoll, G.<br />

Herdin<br />

663 Dasappa, S., G.<br />

Sridhar, H.V.<br />

Sridhar, P.J.<br />

Paul, H.S.<br />

Mukunda,<br />

N.K.S. Rajan<br />

665 Mathias, A.J.,<br />

A.D. Gonzales<br />

666 Meij, R., A.J.<br />

Sarabèr, B.H. te<br />

Winkel<br />

2004 Biofuel Production from<br />

Acid-Impregnated Willow<br />

and Switchgrass<br />

2004 Hydrothermal Treatment<br />

of Wheat Straw on a Pilot<br />

Plant Scale<br />

2004 Extension of a Biomass<br />

District Heating Plant<br />

with a Twin-Fire Fixed<br />

Bed Gasifier<br />

2004 On the Advances in<br />

Thermo Chemical<br />

Conversion Technology<br />

2004 Demonstration and<br />

Market Implementation of<br />

Bio-energy for Heat and<br />

Electricity in Southeast<br />

Asia: Financing Issues<br />

and CDM Potential<br />

2004 The Influence of Cocombustion<br />

in Coal-Fired<br />

Power Stations on the<br />

Environment<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Qualità della biomassa<br />

Aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Political/Normative Programmi di sviluppo<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Tecniche di combustione, aspetti ambientali<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 461


667 Silvennoinen J. 2004 A Novel and Full Scale<br />

Proven Method to<br />

increase Share of<br />

Demanding Biomass in<br />

668 Bini, R. A.<br />

Duvia, A.<br />

Schwarz, M.<br />

Gaia, P.<br />

Bertuzzi, W.<br />

Righini<br />

669 Biedermann, F.,<br />

I. Obernberger,<br />

H. Carlsen, M.<br />

Schöch<br />

670 Richards, K.M.,<br />

A.M. Deveson,<br />

D. Støer, V.<br />

Nicholls<br />

671 Panoutsou, C.<br />

A. Lamb, I.<br />

Papamichael<br />

672 Heinimö, J., J.P.<br />

van Buijtenen,<br />

J. Backman, A.<br />

Ojaniemi, H.<br />

Malinen<br />

673 Antolín, G., J.<br />

Verdú, E.<br />

Borjabad, R.<br />

Ayuste, S. Díez<br />

Energy Production<br />

2004 Operational Results of the<br />

First Biomass CHP Plant<br />

in Italy based on an<br />

Organic Rankine Cycle<br />

Turbogenerator and<br />

Overview of a Number of<br />

Plants in Operation in<br />

Europe since 1998<br />

2004 Small-Scale CHP Plant<br />

based on a 75 kWel<br />

Hermetic Eight Cylinder<br />

Stirling Engine for<br />

Biomass Fuels -<br />

Development, Technology<br />

and Operating<br />

Experiences<br />

2004 Putting Biomass Back in<br />

Britain<br />

2004 Biomass Cogeneration<br />

Network-BIOCOGEN<br />

2004 High-Speed ORC<br />

Technology for<br />

Distributed Electricity<br />

Production<br />

2004 Development of a CHP<br />

Plant with Flax Residues<br />

from an Agricultural<br />

Industry<br />

674 Bentzen, J.D. 2004 User Friendly IT Tool for<br />

Biomass Heating Plants<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione<br />

Social Promozione progetti<br />

Political/Normative Promozione progetti<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione, gestione impianti<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Gestione impianti<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 462


675 Brökeland, R. 2004 Investment and Emissions<br />

of Small Combustion<br />

Plants - Experiences from<br />

the 2nd Technology<br />

676 Jørgensen, K., J.<br />

Hansen<br />

677 Subic, L., D.<br />

Stanicic<br />

678 Hrastnik, B., D.<br />

Stipanicev, R.<br />

Vujcic<br />

679 Passalacqua, F.,<br />

C. Zaetta, R.<br />

Janssen, M.<br />

Pigaht, G.<br />

Grassi, O.<br />

Pastre, A.<br />

Sandovar, L.<br />

Vegas, T.<br />

Tsoutsos, N.<br />

Karapanagiotis,<br />

T. Fjällström, S.<br />

Nilsson, J. Bjerg<br />

Launch Project in Bavaria<br />

2004 Renewable Energy<br />

Boilers<br />

2004 Removing Barriers to<br />

Bioenergy Projects in<br />

Slovenia<br />

2004 Forest Fire Protection by<br />

24h Monitoring, Wood<br />

Collection Intended for<br />

District Heating Plants<br />

and Easy Access Routes<br />

Assigned to Firemen and<br />

Tourism<br />

2004 Pellets in Southern<br />

Europe. The State of the<br />

Art of Pellets Utilisation<br />

in Southern Europe. New<br />

Perspectives of Pellets<br />

from Agri-Residues<br />

680 Bjerg, J. 2004 Pellets for Europe -<br />

Barriers and Perspectives<br />

for Increased Market<br />

Penetration<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Aspetti ambientali<br />

Tecniche di combustione<br />

Political/Normative Promozione progetti<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Gestione biomassa, residui forestali.<br />

Qualità della biomassa, risorse potenziali<br />

Economic Commercio biomassa<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 463


681 Poulianitis, C.,<br />

P. Tsiakaras<br />

2004 21st Century Scenario for<br />

Biomass and Fuel Cells<br />

Utilization<br />

682 Leuze, A. 2004 Large Biomass-Fired<br />

Power Plants – Completed<br />

Plants, Technical<br />

Features, and Operating<br />

Experience Using the<br />

Example of the Biomass-<br />

Fired Power Plant<br />

Centrale Termoelettrica<br />

Monopoli - Southern Italy<br />

683 Gallagher, M. 2004 Demonstration and<br />

Commercialisation of<br />

Small Wood Fuelled Heat<br />

and Power Gasification<br />

684 Di Candilo, M.,<br />

P. Ranalli, C.<br />

Cesaretti, P.<br />

Pasini<br />

685 Good, J., T.<br />

Nussbaumer<br />

686 Carreras<br />

Arroyo, N., J.L.<br />

Dorronsoro, R.<br />

Pérez, S. Garcìa<br />

687 Passalacqua, F.,<br />

C. Zaetta, G.<br />

Tondi<br />

688 Lesinsky, D., J.<br />

Zamkovsky<br />

2004 Biomass Production and<br />

Energy-Transformation<br />

Trials<br />

2004 Optimisation of Biomass<br />

Heating Plants<br />

2004 Corrosive Compounds<br />

(Siloxanes) and Energetic<br />

Potential of Spanish<br />

Landfills<br />

2004 The Pellet Market in Italy:<br />

Main Barriers and<br />

Perspectives<br />

2004 Biomass - A Challenge<br />

for Rural Slovakia<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Tecniche di combustione<br />

Gestione impianti, tecniche di combustione.<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Tecniche di combustione<br />

Aspetti ambientali<br />

Economic Commercio biomassa<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 464


689 Caubilla, J.M.,<br />

I. Martìnez de<br />

Ezquerecocha,<br />

J. Ruiz de<br />

Angulo<br />

690 Shatalov, A. A.,<br />

H. Pereira<br />

691 Känzig, J., O.<br />

Jolliet, G.<br />

Houillon, M.<br />

Rocher, M.<br />

Orphelin, H.<br />

Bewa, L.<br />

Bodineau, E.<br />

Poitrait<br />

692 Sipilä, K., T.<br />

Mäkinen, C.<br />

Wilén<br />

693 Lopretti, M.I.,<br />

M. Carlomagno,<br />

S. Gervasio, A.<br />

Giandomenico<br />

694 Gustavsson, L.,<br />

R. Sathre<br />

695 Uddin, N., L.<br />

Gustavsson, A.<br />

Joelsson<br />

696 Shatalov, A.A.,<br />

H. Pereira<br />

2004 Actual Results on<br />

Gasification and Future<br />

Perspectives in<br />

GUASCOR Group<br />

2004 Papermaking Fibres from<br />

Giant Reed (Arundo<br />

Donax L.) by Sulfur-Free<br />

Pulping and Chlorine-Free<br />

Bleaching<br />

2004 Comparison of the<br />

Environmental Impact of<br />

Bio-based Products<br />

2004 New Bioenergy Concepts<br />

for Solid Waste Treatment<br />

to Reduce Greenhouse<br />

Gas Emissions<br />

2004 Microbiological<br />

Production of Phenols<br />

from Wastes of the Paper<br />

Industry<br />

2004 Embodied Energy and<br />

CO2 Emission of Woodand<br />

Concrete-Framed<br />

Buildings in Sweden<br />

2004 Large-Scale Biomass-<br />

Based Heating Systems<br />

and Energy Conservation<br />

2004 Improved Delignification<br />

Kinetics of Arundo Donax<br />

L. as a Way to Increase<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecniche di combustione<br />

Canna, usi multipli<br />

Aspetti ambientali<br />

Aspetti ambientali<br />

Aspetti ambientali<br />

Sequestro del carbonio<br />

Aspetti ambientali, tecniche di combustione<br />

Canna, usi alternativi<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 465


Allegato B<br />

the Quality of Non-Wood Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Papermaking Fibres Munich e ETA-Florence<br />

697 Klasnja, B., S. 2004 Wood of Selected Black 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Qualità di biomassa<br />

Orlovic, M.<br />

Poplar Clones for Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Drekic, M.<br />

Groundwood Production Energy, Industry and Climate<br />

Markovic<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

698 Joelsson, A., L. 2004 Biomass-Based Heating 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Aspetti ambientali, tecniche di combustione<br />

Gustavsson<br />

Systems and Energy Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Conservation in Detached Energy, Industry and Climate<br />

Houses<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

699 Ligero 2004 Efficient Delignification 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Miscanto, usi alternativi<br />

Martínez-Risco,<br />

of Miscanthus Sinensis Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

P., A. Vega, M.<br />

using the Milox Process Energy, Industry and Climate<br />

Bao Iglesias<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

700 Pedersen, A.J., 2004 Electrodialytic Removal 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Usi alternativi<br />

L.M. Ottosen, P.<br />

of CD From Biomass Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Simonsen, T.C.<br />

Combustion Fly Ash. A Energy, Industry and Climate<br />

Christensen<br />

New Approach for Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Sustainable Re-Cycling of<br />

Bio Ashes<br />

Munich e ETA-Florence<br />

701 Zabaniotou, 2004 Super-Activated Carbons 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Usi alternativi, residui colturali<br />

A.A., G.<br />

from Olive Kernels Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Stavropoulos<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

702 Sato, N., K. 2004 Utilization of Cellulosic 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Tecnologie di combustione<br />

Mochidzuki, A.<br />

Biomass Residues for Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Sakoda<br />

Fuel by Using<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Hydrothermal<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Carbonization<br />

Munich e ETA-Florence<br />

703 Larsson, L. 2004 The Influence on 2nd World Conference and<br />

Environmental/Biolo Tecnnolgie di combustione<br />

Emissions from Potential Technology Exhibition on Biomass for gical<br />

Bio Fuel Based Industrial Energy, Industry and Climate<br />

Cogeneration in ASEAN Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

704 Brkic, M., T. 2004 The Experience in 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Usi multipli, aspetti ambientali, tecnologie di combustione.<br />

Janic<br />

Combined Usage of Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Biomass for Energy Energy, Industry and Climate<br />

Purpose Industrial Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Products and Climate Munich e ETA-Florence<br />

Il progetto Activa 466


705 Alexopoulou,<br />

E., M. Christou,<br />

A. Nicholaou,<br />

M. Mardikis<br />

706 Graf, N., S.<br />

Wagner, H.<br />

Boechzelt, U.<br />

Begander, P.<br />

Trinkaus<br />

707 Bolhàr-<br />

Nordenkampf,<br />

M., T. Pröll, H.<br />

Hofbauer, C.<br />

Aichernig<br />

Protection<br />

2004 Biokenaf: A Network for<br />

Industrial Products and<br />

Biomass for Energy from<br />

Kenaf<br />

2004 Gaseous Emissions from<br />

Thermal Wood<br />

Modification as a Source<br />

for Fine Chemicals<br />

Recovery<br />

2004 Techno-Economical<br />

Assessment of Combined<br />

Heat and Power<br />

Production from Biomass<br />

708 Nussbaumer, T. 2004 Cumulative Energy<br />

Demand of Energy<br />

Systems based on<br />

Biomass Combustion<br />

709 van Dam, J., A.<br />

Faaij, E.<br />

Daugherty, B.<br />

Schlamadinger,<br />

L. Gustavsson,<br />

M.A. Elsayed,<br />

R.E. Horne,<br />

N.D. Mortimer,<br />

R. Matthews, S.<br />

Soimakallio, P.<br />

Vikman<br />

710 Varela Conde,<br />

M., R. Saez, H.<br />

Cabal, C. Lago,<br />

S. Kyritsis, L.<br />

Kallivroussis,<br />

P.G. Soldatos,<br />

J.C. Sourie, S.<br />

Rozakis, E.<br />

Castellano, M.<br />

Pellitero, H.<br />

2004 Development of Standard<br />

Tool for Evaluating<br />

Greenhouse Gas Balances<br />

and Cost-Effectiveness of<br />

Biomass Energy<br />

Technologies<br />

2004 Integration of Energy<br />

Crops by Using an<br />

Advanced Spatial<br />

Analysis<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Kenaf<br />

Aspetti ambientali, tecnologie di combustione<br />

Tecnologie di combustione<br />

Allegato B<br />

Metodologie di stima, riduzione emissioni, tecnologie di<br />

combustione<br />

Metologia di stima, potenziale biomasse.<br />

Il progetto Activa 467


Schwaiger, G.<br />

Jungmeier<br />

711 Schmidt, B., E.<br />

Langer<br />

712 Chiodo, V., F.<br />

Cipitì, S. Freni,<br />

V. Recupero<br />

713 Di Nunzio, A.,<br />

F. Stampone, P.<br />

Bufarale, A.<br />

Cichelli, G.<br />

Moca<br />

716 Wang, C., J.<br />

Yan<br />

717 Batzias, F.A.,<br />

N.P. Nikolaou,<br />

A.S. Kakos,<br />

D.K.. Sidiras<br />

718 Mahapatra, K.,<br />

L. Gustavsson,<br />

R. Madlener<br />

719 Stary, O., M.<br />

Benes<br />

720 Ostwald, M. M.<br />

Palm, G.<br />

Berndes, N.H.<br />

Ravindranath<br />

2004 Industrial Use of<br />

Biomass: a 10-Year<br />

Market Evaluation of<br />

Subsidised Projects in<br />

Bavaria<br />

2004 Energy Crops in Sicily:<br />

Techno-Economic<br />

Analysis of a Biomass<br />

Gasifiers Integrated with a<br />

Fuel Cell System<br />

2004 Biomass from Agri-<br />

Forestal Products:<br />

Analyses of the<br />

Potentialities in the<br />

Province of Chieti<br />

2004 Feasibility Analysis of<br />

Potential Benefits by<br />

Using Wood Pellets to<br />

Substitute Fossil Fuels in<br />

China<br />

2004 Computer Aided Optimal<br />

Design of a Biomass<br />

Processing Unit Based on<br />

Economic Criteria<br />

2004 Economics of Diffusion<br />

of Pellet Heating Systems:<br />

System Boundaries,<br />

Alternative Model<br />

Specifications, and Policy<br />

Issues<br />

2004 Can Real Options Help to<br />

Renewable Energy<br />

Sources Development?<br />

2004 Clean Development<br />

Mechanism and Local<br />

Sustainable Development<br />

- Illustrations from<br />

Karnataka, India<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Political/Normative Incentivi<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Tecnologie di combustione<br />

Potenziale biomasse<br />

Economic Modellizzazione<br />

Political/Normative<br />

Social<br />

Social Bioenergia, sviluppo rurale<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 468


721 Schlamadinger,<br />

B. E.<br />

Daugherty, A.<br />

Faaij<br />

722 Faaij, A.P.C., R.<br />

Remmers, M.<br />

Wagener, K.<br />

Kwant<br />

723 Damen, K.J.<br />

A.P.C. Faaij<br />

724 Lewandowski,<br />

I., A.P.C. Faaij<br />

725 Nowicki, M.,<br />

M. Nyczaj<br />

726 Berndes, G., J.<br />

Hansson, P.<br />

Börjesson<br />

727 Faaij, A., A.<br />

Wieczorek, M.<br />

Minnesma<br />

2004 Should we trade Biomass,<br />

Electricity, Renewable<br />

Certificates, or CO2<br />

Credits?<br />

2004 Launching a New Task<br />

under the IEA Bio-Energy<br />

Agreement; Sustainable<br />

International Bio-Energy<br />

Trade: Securing Supply<br />

and Demand<br />

2004 A Life Cycle Inventory of<br />

Existing Biomass Import<br />

Chains for "Green"<br />

Electrivity Production<br />

2004 Certification Options for<br />

Sustainable Biomass<br />

Production and Export<br />

Systems<br />

2004 Swapping Debts for<br />

Promotion of Bioenergy<br />

2004 International Bioenergy<br />

Trade - An Assessment of<br />

the Prospect for Large<br />

Scale Import of Biomass<br />

and Biofuels to Sweden<br />

2004 International Debate on<br />

International Biotrade<br />

728 Panoutsou, C. 2004 Strategic Analysis for the<br />

Future Implementation of<br />

Energy Crops<br />

729 Faaii, A.P.C. 2004 Bio-Energy in Europe;<br />

Changing Technology<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Economic Mercato bioenergia<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse, crediti carbonio<br />

Economic Commercio biomasse, crediti di carbonio<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 469


730 Tajima,M., M.<br />

Tanaka<br />

731 Clini, C., F.<br />

Fantozzi, G.<br />

Bidini, F.<br />

Cotana, C.<br />

Buratti<br />

733 Saliez, J-Y., J-<br />

M. Jossart, F.<br />

Ghigny<br />

734 Ortinger, W., R.<br />

Schäfer<br />

735 Nilsson, L.J., K.<br />

Ericsson, M.<br />

Pisarek, A.<br />

Oniszk-<br />

Poplawska, J.<br />

Buriak, P.<br />

Bucko<br />

736 Hernàndez<br />

Gonzálvez, C.,<br />

A. Olivas, C.A.<br />

Fernàndez, R.<br />

Fernàndez<br />

737 Kwant, K.W.,<br />

A.F. Schoof,<br />

E.W.J. Wissema<br />

Choices Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2004 High-Efficiency<br />

Bioenergy Conversion<br />

Project by NEDO<br />

2004 CRB - Biomass Research<br />

Centre<br />

2004 The Experience of<br />

Belgium (Walloon<br />

Region) in Creating the<br />

Market Conditions for<br />

Biomass for Bioenergy<br />

2004 The New Overall<br />

Programme 2003 of<br />

Bavaria`s Biomass Policy<br />

2004 Bioenergy Policy and<br />

Strategies for Poland<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2004 Biomass Energy in Spain 2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

2004 An Action Plan for<br />

Implementation and a<br />

Transition with Biomass<br />

in the Netherlands<br />

738 Johansson, B. 2004 Biomass in Sweden -<br />

Historic Development and<br />

Future Potential under<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Economic Progetti di implementazione bioenergie<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Economic Commercio biomasse<br />

Political/Normative Normative di incentivazione<br />

Political/Normative Normative di incentivazione<br />

Political/Normative Normative di incentivazione<br />

Political/Normative Politica di incentivazione<br />

Political/Normative Politica di incentivazione<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 470


New Policy Regimes Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

739 Schlamadinger, 2004 Bioenergy and the Clean 2nd World Conference and<br />

Political/Normative Politica di incentivazione<br />

B., I. Jürgens<br />

Development Mechanism Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

740 Lumicisi, A., V. 2004 Biomass and Bioenergy in 2nd World Conference and<br />

Political/Normative Mercato della bioenergia<br />

Tedeschi, V.<br />

Italy: State of the Art and Technology Exhibition on Biomass for<br />

Bartolelli<br />

Further Steps<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

741 Kerckow, B., N. 2004 Bioenergy Policy and 2nd World Conference and<br />

Economic Mercato della bioenergia<br />

Lack<br />

RTD in Germany: The Technology Exhibition on Biomass for<br />

Way Ahead<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

742 Domac, J., B. 2004 How to Make Biomass 2nd World Conference and<br />

Political/Normative Incentivi<br />

Jelavic, V.<br />

Work: New Legislation Technology Exhibition on Biomass for<br />

Segon<br />

for Renewables in Croatia Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

743 Segon, V., J. 2004 Raising the Awareness of 2nd World Conference and<br />

Social Accettazione popolazione<br />

Domac, D.<br />

Bioenergy Benefits: Technology Exhibition on Biomass for<br />

Støer, K. Young<br />

Results of Two Public Energy, Industry and Climate<br />

Surveys on Attitudes, Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Perceptions and<br />

Knowledge<br />

Munich e ETA-Florence<br />

744 Jungmeier, G., 2004 COST Action E31 - 2nd World Conference and<br />

Technological/Techn Scarti industriali<br />

B. Hillring, M.<br />

Management of Technology Exhibition on Biomass for ical<br />

Humar, A.<br />

Recovered Wood Energy, Industry and Climate<br />

Fruehwald, A.<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Lang<br />

Munich e ETA-Florence<br />

745 N. Krajnc, J. 2004 Modelling Socio- 2nd World Conference and<br />

Social Modellistica, sviluppo rurale<br />

Domac<br />

Economic Aspects of Technology Exhibition on Biomass for<br />

Bioenergy Systems Based Energy, Industry and Climate<br />

on Natural Forests: Protection, Roma. Editori WIP-<br />

SCORE Model<br />

Munich e ETA-Florence<br />

746 Knapek, J., J. 2004 Different Aspects of 2nd World Conference and<br />

Economic Costi di produzione<br />

Vasicek<br />

Electricity and Heat Price Technology Exhibition on Biomass for<br />

Produced from Planted Energy, Industry and Climate<br />

Biomass - Case Example Protection, Roma. Editori WIPof<br />

the Czech Republic Munich e ETA-Florence<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 471


747 Oniszk-<br />

Poplawska, A.,<br />

L. Jaworski<br />

2004 Biomass in the First<br />

Europe Wide Delphi<br />

Study "Eurendel"<br />

748 Pari, L. 2004 The No Food-Energy<br />

Crops Lazio Region<br />

Project<br />

749 Devriendt, N.,<br />

G. Vanuytsel<br />

750 Daey Ouwens,<br />

C., G.P.J.<br />

Verbong,<br />

R.P.J.M. Raven<br />

751 Hunder, M., L.<br />

Janowicz<br />

2004 Optimal Use of Waste<br />

Wood in Flanders<br />

2004 Why biomass? An<br />

Enquiry into Driving<br />

Forces, Arguments and<br />

Reasons for Biomass<br />

Research and<br />

Development<br />

2004 Development of Solid<br />

Biofuels Properties R&D<br />

and Standardisation in<br />

Poland<br />

752 Kuzuhara, Y. 2004 Biomass Nippon Strategy<br />

- Why "Biomass Nippon"<br />

now?<br />

753 Marchal, D., D.<br />

Vander Stricht,<br />

J-G. Baudoin,<br />

M. Novak, J-M.<br />

Jossart, C.<br />

Lecocq, M.<br />

Temmerman<br />

754 Rogulska, M.,<br />

G. Wisniewski,<br />

E. Ganko<br />

2004 Renewable Resources for<br />

Non-Food Processes:<br />

Initiatives to Develop the<br />

Role of Agriculture in<br />

Wallonia (Belgium)<br />

2004 Bioenergy in New<br />

Member States -<br />

Opportunities for<br />

Enlarged European Union<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Economic Statistiche di consumo<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Technological/Techn<br />

ical<br />

Social<br />

Valutazione potenziale biomasse<br />

Scarti industriali<br />

Political/Normative Qualita del combustibile<br />

Political/Normative Incentivi<br />

Social Sviluppo rurale<br />

Political/Normative<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 472


755 El Bassam, N. 2004 Integrated Renewable<br />

Energy Systems for Rural<br />

Settlement - Strategy<br />

Towards Sustainable<br />

Development, Energy,<br />

Food and Water Supply<br />

757 Zhelyezna, T. 2004 Socio-Economic Impact<br />

of Bioenergy upon<br />

Ukraine<br />

758 Soliño, M., A.<br />

Prada Blanco<br />

759 Panoutsou, C., I.<br />

Papamichael<br />

760 Toivonen, R.,<br />

A-K. Rämö, L.<br />

Tahvanainen<br />

762 Faaij, A.P.C., O.<br />

van Vliet, C.<br />

Dieperink<br />

2004 Environmental<br />

Externalities of Biomass<br />

Power Plants in an<br />

Atlantic European Region<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2004 Bioenergy in Greece 2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

2004 Bio-Energy on End-User<br />

Markets - Consumer<br />

Perceptions and<br />

Experiences about Wood<br />

as Energy Source<br />

2004 Forestry Projects Under<br />

the Clean Development<br />

Mechanism?<br />

763 Riedacker, A. 2004 An Integrated Spatial and<br />

Temporal Approach for<br />

Biomass, Land Use, Land<br />

Use Change to Evaluate<br />

Long Term Benefits in<br />

Combatting Climate<br />

764 Caputo, A.C.,<br />

M. Palumbo<br />

Pelagagge, M.<br />

Pacifico, F.<br />

Scacchia<br />

Change<br />

2005 Economics of biomass<br />

energy utilization in<br />

combustion and<br />

gasification plants: effects<br />

of logistic variables<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

2nd World Conference and<br />

Technology Exhibition on Biomass for<br />

Energy, Industry and Climate<br />

Protection, Roma. Editori WIP-<br />

Munich e ETA-Florence<br />

Social Sviluppo rurale<br />

Social<br />

Social Ruolo ambientale<br />

Social<br />

Economic Mercato biomasse, percezione pubblico<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Stoccaggio di carbonio<br />

Stoccaggio di carbonio, riduzione gas serra<br />

Allegato B<br />

Biomass and Bioenergy 28:1-6 Economic Tecnologie di combustione, logistica, gestione della biomassa.<br />

Il progetto Activa 473


765 Rosenqvist, H.,<br />

M., Dawson<br />

766 Larsson, S., N.<br />

Calle<br />

767 Uffe, J, T.<br />

Dalgaard, K.E.<br />

Steen<br />

768 Mirck, J., J.G.<br />

Isebrands, T.<br />

Verwijst, S.<br />

Ledin<br />

769 Licht, L. A,<br />

J.G., Isebrands<br />

2005 Economics of willow<br />

growing in Northern<br />

Ireland<br />

2005 A remote sensing<br />

methodology to assess the<br />

costs of preparing<br />

abandoned farmland for<br />

energy crop cultivation in<br />

northern Sweden<br />

2005 Biomass energy in<br />

organic farming—the<br />

potential role of short<br />

rotation coppice<br />

2005 Development of shortrotation<br />

willow coppice<br />

systems for environmental<br />

purposes in Sweden<br />

2005 Linking phytoremediated<br />

pollutant removal to<br />

biomass economic<br />

opportunities<br />

770 Jirjis, R. 2005 Effects of particle size and<br />

pile height on storage and<br />

fuel quality of<br />

comminuted Salix<br />

viminalis<br />

771 Ranta, T. 2005 Logging residues from<br />

regeneration fellings for<br />

biofuel production–a GISbased<br />

availability analysis<br />

in Finland<br />

772 Skärbäck, E., P. 2005 Landscape perspective on<br />

Becht<br />

773 Fischer, G., S.<br />

Prieler, van<br />

Velthuizen H.<br />

energy forests<br />

2005 Biomass potentials of<br />

miscanthus, willow and<br />

poplar: results and policy<br />

implications for Eastern<br />

Europe, Northern and<br />

Central Asia<br />

774 Silveira, S. 2005 Promoting bioenergy<br />

through the clean<br />

development mechanism<br />

Biomass and Bioenergy 28: 7-14 Economic SRF, Salice<br />

Biomass and Bioenergy 28: 35-51 Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 28: 237-248 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 28: 219-228 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 28: 203-218 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Biomass and Bioenergy 28: 193-201 Technological/Techn<br />

ical<br />

Biomass and Bioenergy 28: 171-182 Technological/Techn<br />

ical<br />

Valutazione potenziale biomassa, analisi dei costi<br />

SRF, usi multipli, colture biologiche<br />

SRF, salice, usi ambientali, usi multipli<br />

Aspetti econimici, usi multipli<br />

Gestione biomassa<br />

Biomass and Bioenergy 28: 151-159 Environmental/Biolo<br />

gical<br />

Paesaggio, SRF<br />

Biomass and Bioenergy 28: 119-132 Economic Risorse biomassa<br />

Valutazione biomassa potenziale, residui forestali<br />

Biomass and Bioenergy 28: 107-117 Political/Normative Sviluppo sostenibile, incentivi<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 474


775 Domac, J.;<br />

Richards, K.;<br />

Risovic, S.<br />

2005 Socio-economic drivers in<br />

implementing bioenergy<br />

projects<br />

776 Bonari, E. 2004 Le colture dedicate ad uso<br />

energetico: il progetto<br />

Bioenergy Farm<br />

777 Mineo, G. 2004 Calore per le serre dale<br />

biomasse agricole<br />

778 Spinelli, R. 2003 Macchine a cantieri riuniti<br />

per la raccolta dei residui<br />

di potatura<br />

779 Repetti, O. 2004 Energia, se la lolla non<br />

basta più si brucia il<br />

pioppo bianco<br />

Tabella Progetti<br />

Biomass and Bioenergy 28: 97-106 Social Sviluppo sostenibile, incentivi<br />

Firenze.Quaderno <strong>Arsia</strong>: 160 Technological/Techn<br />

ical<br />

Terra e vita 24: 65-68. Economic Esperienza innovativa<br />

L’informatore agrario 14: 59-61. Technological/Techn<br />

ical<br />

Allegato B<br />

Opportunità e limiti per l'introduzione di colture dedicate nella<br />

Regioen Toscana<br />

Esperienza innovativa<br />

Terra e vita 50: 60-62 Economic Esperienza innovativa<br />

Codice Ente finanziatore Periodo di Titolo Tipologia Note e commenti<br />

Progetto<br />

durata<br />

1 Commissione 2000-2002 Bioheat I Internazionale Progetto finalizzato alla promozione dell'utilizzo delle biomasse (cippato o pellet) per il riscaldamento di edifici di grandi dimensio<br />

Europea/Progetto<br />

alberghi, edifici pubblici e amministrativi). Sito internet: www.bioheat.info<br />

Altener<br />

Partner del progetto sono i seguent:<br />

* Austria - Coordinator / E.V.A. - the Austrian Energy Agency<br />

* Denmark / dk-TEKNIK ENERGY & ENVIRONMENT<br />

* France / Biomasse Normandie<br />

* Greece / C.R.E.S. Centre for Renewable Energy Sources<br />

* Italy / ENEA Italian National Agency for New Technology, Energy and the Environment<br />

* Netherlands / TNO Environment, Energy and Process Innovation<br />

* Norway / Statoil ASA<br />

* Portugal / CBE - Biomass Centre for Energy<br />

* Spain / IDAE Instituto Para la Diversification y Ahorro de la Energia<br />

* Sweden / Svebio Swedish Bioenergy Association<br />

2 Commissione 2003-2004 Bioheat II Internazionale Progetto finalizzato alla promozione dell'utilizzo delle biomasse (cippato o pellet) per il riscaldamento di edifici di grandi dimensio<br />

Europea/Progetto<br />

Altener<br />

alberghi, edifici pubblici e amministrativi). Sito internet: www.bioheat.info<br />

Partner del progetto sono i seguent:<br />

* Austria - Coordinator / E.V.A. - the Austrian Energy Agency<br />

* Finland / VTT Processes<br />

* Germany / BEA - Berliner Energieagentur<br />

* Ireland / SEI - Sustainable Energy Ireland<br />

* Poland / KAPE - The Polish National Energy Conservation Agency<br />

* Portugal / CBE - Biomass Centre for Energy<br />

* Slovenia / APE - Energy Restructuring Agency<br />

Il progetto Activa 475


3 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

4 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

5 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

6 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Lombardia<br />

7 Ministero delle<br />

Politiche<br />

Agricole e<br />

Forestali/Regione<br />

Piemonte<br />

8 Unione Europea<br />

FAIR<br />

9 Unione Europea<br />

FAIR<br />

10 Unione Europea<br />

FAIR<br />

1999-2004 Probio:<br />

Normativa<br />

amica<br />

1999-2004 Probio: Energia<br />

dall'agricoltura<br />

- Pellet<br />

1999-2004 Probio:<br />

Forestazione a<br />

rotazione breve<br />

e recupero<br />

residui quali<br />

alternative per<br />

la<br />

fitodepurazione<br />

dei reflui civili<br />

ed agricoli e per<br />

la produzione di<br />

energia.<br />

1999 Probio: Azienda<br />

agricola<br />

energeticamente<br />

sostenibile<br />

2000-2002 Probio:<br />

Sviluppo di<br />

distretti<br />

energetici basati<br />

sull'impiago di<br />

biomassa<br />

1994-1997 Poplar for<br />

farmers<br />

1992-1995 Miscanthus<br />

Productivity<br />

Network<br />

1993-1997 Genetic<br />

improvement of<br />

* Spain / IDAE Instituto Para la Diversification y Ahorro de la Energia<br />

* United Kingdom - England & Wales / Green Land Reclamation Ltd<br />

* United Kingdom - Scotland / NIFES Consulting Group<br />

Regionale Regione Lombardia.<br />

Sviluppo di una normativa tecnica sulla qualità dei biocombustibili<br />

Regionale Regione Lombardia<br />

Sviiluppo di una normativa tecnica per la caratterizzazione del pellet lignocellulosico come combustibile.<br />

Regionale Regione Lombardia<br />

Allegato B<br />

Realizzazione di una filiera di produzione di biomassa energetica basata sull'allevamento dimostrativo di salice e/o pioppo a turnaz<br />

impianto di fitodepurazione. Test di combustione della biomassa prodotta per la sua caratterizzazione come combustibile.<br />

Regionale Progetto dimostrativo per la dimostrazione della sostenibiltà e l'autosufficienza energetica di un'azienda agricola attraverso l'uso de<br />

prevede un'analisi tecnica, gestionale e economica.<br />

Regionale Regione Piemonte<br />

Studio impianti a cippato per il teleriscaldamento<br />

Preparazione di studi tecnici e normativi per la realizzazione di impianti.<br />

Preparazione di un software per ottimizzare la gestione della biomassa.<br />

Internazionale Ricerca e promozione nella coltivazione di pioppi per legname e biomassa.<br />

Internazionale Studio delle potenzialità e dei possibili sviluppi del miscanto per biomassa ed usi alternativi.<br />

Internazionale Miglioramento genetico, studio delle tecniche colturali e disseminazione delle informazioni sulla coltivazione di SRF di salice.<br />

Il progetto Activa 476


Willow (Salix)<br />

as a Source of<br />

bioenergy for<br />

the EC<br />

11 Altener (UE) Pellets for<br />

12 Life Ambiente<br />

(UE)<br />

13 Regione Lazio Studi di<br />

fattibilità per la<br />

valorizzazione<br />

delle biomasse<br />

Allegato B<br />

Internazionale Creazione di un network per lo studio e l'applicazione e l'utilizzo di pellet combustuibili lignocellulosici.<br />

Europe<br />

http://www.etaflorence.it/contenuti/project_Pellets.htm<br />

Biosit Internazionale Sviluppo di un modello per la valutazione delle risorse potenziali di biomassa residuale forestale e di colture da energia. Stima del<br />

la combustione di biocombustibili.<br />

agricole<br />

14 Cordis (UE) 2001-2003 Biomass<br />

Cogeneration<br />

network<br />

15 Cordis (UE) 2003-2004 Biomass-based<br />

climate change<br />

mitigation<br />

through<br />

renewable<br />

energy<br />

16 Cordis (UE) Small-scale<br />

CHP plant<br />

based on an<br />

hermetic fourcilinder<br />

stirling<br />

engine for<br />

biomass fuels<br />

17 Cordis (UE) 2001-2004 Forest energy -<br />

a solution for<br />

the future<br />

power needs<br />

18 Cordis (UE) 2001-2002 Information<br />

initiative<br />

concerning<br />

biomass energy<br />

experience from<br />

EU countries<br />

20 Cordis (UE) 2003-2005 New small scale<br />

i i<br />

http://www.etaflorence.it/contenuti/project_bisit.htm<br />

Analisi delle risorse potenziali di biomasse residuali agricole in Lazio. Studio di mercato e analisi economia.<br />

http://www.ingegneriaagraria.it/home/index.php?interno=progetti.php&idprogetto=23<br />

Internazionale Progetto di approfondimento sulla tecnica della cogenerazione. Potenziale energetico europeo.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=145262004-12-22&DOC=12&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale Studio sulle potenzialità della biomassa nella mitigazione dell'effetto serra.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=15&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Utilizzo di motori stirling per la produzione di energia elettrica e termica.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=18&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale Utilizzo delle risorse forestali per la riduzione dell'effetto serra.<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=48&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale Disseminazione di informazioni e tecniche in paesi est europei<br />

http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=67&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Internazionale http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?ACTION=D&SESSION=146552004-12-22&DOC=82&TBL=EN_PROJ&RCN=EP_DUR:<br />

Il progetto Activa 477


Allegato B<br />

21 UE, Alpine space<br />

innovative<br />

energy biomass<br />

combustor<br />

Alpenergywood Internazionale Incentivazione e sviluppo della bioenergia basata sulla biomassa forestale nell'arco alpino per lo sviluppo rurale.<br />

www.alpenergywood.org<br />

22 Altener (EU) 2000-2002 Eubionet Internazionale Programma di disseminazione e studio dei biocombustibili (solidi e liquidi). Normativa di qualità<br />

http://eubionet.vtt.fi/activities.html<br />

Il progetto Activa 478


.7 Fitofarmaci Vegetali<br />

Tabella Pubblicazioni<br />

Autore Anno di pubblicazione Titolo Riferimenti Note e commenti Tipologia Codice Pubbl<br />

Akiew, S., 1996 Mustard green manure reduces bacterial wilt Bacterial Wilt FIT<br />

Environmental/Biological 1<br />

Trevorrow, P. R.,<br />

Newsletter 13: 5-6 (BIOFUMIGAZIO<br />

& Kirkegaard, J. A.<br />

NE)<br />

Angus J. F.,<br />

Gardner P. A.,<br />

Kirkegaard J. A.,<br />

Desmarchelier J.<br />

M.<br />

Arcuti P., Di<br />

Stefano A., Lazzeri<br />

L., Manici L. M.,<br />

Rosati C.<br />

Auger J., Dugravot<br />

S., Naudin A.,<br />

Abo-Ghalia, Pierre<br />

D., Thibout E.,<br />

Auger J., Thibout<br />

E.<br />

1994 Biofumigation: isothiocyanates released from<br />

brassica roots inhibit growth of take-all<br />

fungus<br />

2001 Solarizzazione e sovesci su fragola<br />

alternativi al bromuro di metile<br />

2002 Possible use of Allium allelochemicals in<br />

integrated control.<br />

2002 Substances soufrées des Allium et des<br />

crucifères et leurs potentialités<br />

phytosanitaires<br />

Bell A. 1981 Biochemical mechanisms of disease<br />

resistance<br />

Plant and Soil<br />

162, 107-112<br />

L’Inf. Agr. 37, 51-<br />

54<br />

IOBC wprs<br />

Bulletin 25, 295.<br />

in: Biopesticides<br />

d’origine végétale,<br />

Ed Tec et Doc,<br />

pp.77- 95<br />

Ann. Rev Plant<br />

Physiology 32:<br />

21-81<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Environmental/Biological 2<br />

Social 3<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 4<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE, AGLIO)<br />

Technological/Technical 5<br />

FIT 6<br />

Il progetto Activa 479


Bello, A., Lopez-<br />

Perez, J. A. &<br />

Garcia-Alvarez<br />

2002 Biofumigation as an alternative to methyl<br />

bromide<br />

Bending G 1999 Does biofumigation arise from both GLS and<br />

amino acid derived volatile sulfur<br />

compounds?<br />

Bending G.D.,<br />

Lincoln S.D.<br />

Bialy Z., Oleszek<br />

W., Lewis J.,<br />

Fenwick G.R<br />

Bialy, Z., Jurzysta,<br />

M., Mella, M. and<br />

Tava, A.<br />

Bianchi A.,<br />

Zambonelli A.,<br />

Zechini D'Aurelo<br />

A., Bellesia F.,<br />

Bjergegaard C. Li<br />

P.W., Michaelsen<br />

S., Møller P., Otte<br />

J. and Sørensen H.<br />

2000 Inhibition of soil nitrifying bacteria<br />

communities and their activities by<br />

glucosinolate hydrolysis products<br />

1990 Allelopathic potential of glucosinolates<br />

(mustard oil glycosides) and their<br />

degradation products against wheat<br />

2004 saponins from aerial parts of Medicago<br />

arabica L.<br />

1997 Ultrastructural studies of the effects of<br />

Allium sativum on phytopathogenic fungi in<br />

vitro<br />

1994 Glucosinolates and their transformation<br />

products – compounds with a broad<br />

biological activity<br />

In: International<br />

conference on<br />

alternatives to<br />

methyl bromide<br />

Proceedings,<br />

Sevilla, Spain, 5-8<br />

March 2002: 221-<br />

225<br />

Horticulture<br />

Biofumigation<br />

Update 199 pp.1.<br />

CSIRO<br />

Entomology, PO<br />

Wembley, WA<br />

6014, Australia<br />

Soil Biol.<br />

Biochem, 32,<br />

1261–1269<br />

Plant and Soil<br />

129, 277-281<br />

Triterpene<br />

Journal of<br />

Agricultural and<br />

Food Chemistry,<br />

in press.<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Social 7<br />

Technological/Technical 8<br />

Environmental/Biological 9<br />

Environmental/Biological 10<br />

FIT (MEDICA) 11<br />

Plant dis. 81, 1241 FIT (AGLIO) Technological/Technical 12<br />

Bioactive<br />

substances in<br />

Food of Plant<br />

Origin,<br />

Proceedings of the<br />

International Euro<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Environmental/Biological 13<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 480


Block W.J., Lamers<br />

J.A ,<br />

Termorshuizen<br />

A.J., Bollen G.J.<br />

Borek V., Elberson<br />

L.R., McCaffrey<br />

J.P., Morra M.J.<br />

Borek V., Elberson<br />

L.R., McCaffrey<br />

J.P., Morra M.J.<br />

Borek V., Elberson<br />

L.R., McCaffrey<br />

J.P., Morra, M.J<br />

Boyd D. W. and<br />

Alverson D.R<br />

Boydston, R. A. &<br />

Hang, A.<br />

1998 Control of soilborne plant pathogens by<br />

incorporating fresh organic amendments<br />

followed by tarping<br />

1995 Toxicity of aliphatic and aromatic<br />

isothiocyanates to eggs of the black vine<br />

weevil (Coleoptera: Curculionidae)<br />

1997 Toxicity of rapeseed meal and methyl<br />

isothiocyanate to larvae of the black vine<br />

weevil (Coleoptera: Curculionidae)<br />

1998 Toxicity of isothiocyanates produced by<br />

glucosinolates in Brassicaceae species to<br />

black vine weevil eggs<br />

2000 Repellency effects of garlic extracts on two<br />

spotted spider mite, Tetranychus urticae<br />

Koch<br />

1995 Rapeseed (Brassica napus) green manure<br />

crop suppresses weeds in potato (Solanum<br />

tuberosum)<br />

Food Tox IV<br />

Conference,<br />

Olsztyn, Poland.<br />

Eds.1, 1-15<br />

Phytopathology,<br />

90, 253-259<br />

J. Econ. Entomol.<br />

88, 1192-1196<br />

J. Econ. Entomol.<br />

90, 109-112<br />

J. Econ. Entomol.<br />

46, 5318-5323<br />

J. Entomol. Sci.<br />

35 85<br />

Weed Technology<br />

9: 669-675<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE E OLI)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Environmental/Biological 14<br />

Environmental/Biological 15<br />

Environmental/Biological 16<br />

Environmental/Biological 17<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 18<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Environmental/Biological 19<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 481


Brenna S.,<br />

Pampaluna M.,<br />

Riparbelli C.,<br />

Auteri D.,<br />

Azimonti, G.<br />

Benardinelli I.,<br />

Mammone T.,<br />

Maroni M., Capri,<br />

E., Trevisan M.,<br />

Montanarella L.<br />

Brown P.D., Morra<br />

M.J<br />

Brown P.D., Morra<br />

M.J.<br />

Brown P.D., Morra<br />

M.J.<br />

Brown, P.D., Morra<br />

M.J.<br />

Brown, P.D.,<br />

Morra, M.J.,<br />

McCaffrey, J.P.,<br />

Auld, D.L.&<br />

Williams, L.W.<br />

Capella A.,<br />

Guarnone A.,<br />

Viccinelli R.,<br />

Basilico M.,<br />

1999 Supplying local authorities and farmers with<br />

an innovative tool to support a sustainable<br />

agricultural production<br />

1997 Control of soil-borne plant pests using<br />

glucosinolate-containing plants<br />

1997 Control of soil-borne plant pests using<br />

glucosinolate-containing plants<br />

1996 Hydrolysis products of glucosinolates in<br />

Brassica napus tissues as inhibitors of seed<br />

germination<br />

1995 Glucosinolate-containing plant tissues as<br />

bioherbicides<br />

1991 Allelochemicals produced during<br />

glucosinolate degradation in soil<br />

2000 Oikos®: insetticida naturale a base di<br />

azadiractina.<br />

In: Human and<br />

Environment<br />

exposure to<br />

xenobiotics, Del<br />

Re et al., eds, La<br />

Goliardica Pavese,<br />

Pavia, 831-834<br />

Adv. Agron. 61,<br />

167-231<br />

Adv. Agron. 61,<br />

167-231<br />

Plant Soil 181,<br />

307-316<br />

J. Agric. Food<br />

Chem. 43, 3070-<br />

3074<br />

Journal of<br />

Chemical Ecology<br />

17: 2021-2034<br />

Informatore<br />

fitopatologico, 9<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(AZARIDACTINA<br />

)<br />

Social 20<br />

Economic 21<br />

22<br />

Environmental/Biological 23<br />

Environmental/Biological 24<br />

Technological/Technical 25<br />

Technological/Technicalt 26<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 482


Caprioli V.,<br />

Androni N., Cappai<br />

A., Daniele E.<br />

Cebolla V., Busto<br />

J., Ferrer A.,<br />

Miguel A., Maroto<br />

V.<br />

Ceciliani F.,<br />

Bortolotti F.,<br />

Menegatti E.,<br />

Ronchi S., Ascenzi<br />

P., Palmieri S.<br />

Chellemi D. O.,<br />

Olson S. M.,<br />

Mitchell D. J.,<br />

Secker I., McSorley<br />

R.<br />

Coventry E., Noble<br />

R., Mead A.,<br />

Whipps J.M.,<br />

Curto G.,<br />

Dallavalle E., Santi<br />

R., Malaguti L. and<br />

Lazzeri L<br />

Cutler S. J. and<br />

Cutler H. G<br />

1990 Potenzialità in campo antiparassitario di<br />

alcuni alcaloidi del lupino.<br />

2000 Methyl bromide alternatives on horticultural<br />

crops<br />

1994 Purification, Inhibitory Properties, Amino<br />

Acid Sequence and Identification of the<br />

Reactive Site of a New Serine Proteinase<br />

Inhibitor from oil-rape (Brassica napus)<br />

1997 Adaptation of soil solarization to the<br />

integrated management of soilborne pests of<br />

tomato under humid conditions<br />

2002 Control of Allium white rot (Sclerotium<br />

cepivorum) with composted onion waste<br />

2002 Prove preliminari sull’attività in vitro dei<br />

prodotti di degradazione di alcuni<br />

glucosinolati verso una popolazione del<br />

nematode Meloidogyne incognita (Kofoid et<br />

White)<br />

2000 Biologically Active Natural Products:<br />

Agrochemicals<br />

Informatore<br />

fitopatologico 53-<br />

57<br />

Acta Horticulturae<br />

532, 237-242<br />

Seed. FEBS Lett.,<br />

342, 221-224<br />

Phytopathology<br />

87 (3), 250-258<br />

Soil Biol.<br />

Biochem. 34,<br />

1037<br />

Chitw. Nematol.<br />

Medit. 30<br />

Supplemento: 71-<br />

74<br />

CRC Press, Lewis<br />

Publishers Boca<br />

Raton, USA<br />

FIT(ALCALOIDI) Technological/Technicalt 27<br />

FIT<br />

(ALTERNATIVE<br />

BROMURO DI<br />

METILE)<br />

FIT(BIOCHIMICA<br />

)<br />

FIT<br />

(SOLARIZZAZIO<br />

NE)<br />

Social 28<br />

Technological/Technical 29<br />

Environmental/Biological 30<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 31<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Environmental/Biological 32<br />

FIT (GENERICO) Technological/Technical 33<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 483


D’Avino L., Gaggi<br />

C., Leoni O., Cinti<br />

S., Lazzeri L.<br />

Pubblicazione sulla<br />

rivista<br />

internazionale con<br />

referee:<br />

2004 Effects of biocidal plants (Brassica carinata<br />

and Brassica juncea) manure on soil<br />

biological quality: environmental fate,<br />

ecotoxicology and evaluation via QBS index.<br />

Agroindustria 3: 3<br />

settembredicembre<br />

2004<br />

Del Fabro A 2001 Antiparassitari naturali Giunti Editore<br />

(FI) su licenza di<br />

Demetra, ISBN<br />

8844026414<br />

Donohoe J. 2004 Regulation of cyanogenic glucoside<br />

synthesis in Sorghum bicolor.<br />

Dugravot S.,<br />

Grolleau F.,<br />

Macherel D.,<br />

Rochetaing A., Hue<br />

B., Stanckiewicz<br />

M., Huignard J.,<br />

Lapied B<br />

Dugravot S., Sanon<br />

A., Thibout E.,<br />

Huignard J.,<br />

European<br />

Commission<br />

European<br />

Commission<br />

2003 Dimethyl disulfide exerts insecticidal<br />

neurotoxicity through mitochondrial<br />

dysfunction and activation of insect KATP<br />

channels<br />

2002 Susceptibility of Callosobruchus maculatus<br />

(Coleoptera: Bruchidae) and its parasitoid<br />

Dinarmus basalis (Hymenoptera:<br />

Pteromalidae) to sulphur-containing<br />

compounds: Consequences on biological<br />

control<br />

1999 Detailing the application of council<br />

regulation (EC) no. 1251/1999, establishing a<br />

support system for producers of certain<br />

arable crops<br />

2002 Communication to the Council, the European<br />

Parliament and the Economic and Social<br />

Committee Towards a Thematic Strategy on<br />

the Sustainable Use of Pesticides<br />

http://pig.ag.uq.ed<br />

u.au<br />

J. Neurophysiol.<br />

90, 259<br />

Environ. Entomol.<br />

31, 550.<br />

Commission<br />

regulation (EC)<br />

no. 2316/1999 of<br />

22nd October<br />

1999 , pp. 43-65<br />

COM(2002) 349<br />

final<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT (GENERICO-<br />

PRATICO)<br />

Environmental/Biological 34<br />

Technological/Technical 35<br />

FIT (SORGO) Environmental/Biological 36<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 37<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 38<br />

FIT (SOSTEGNO<br />

ALLE<br />

COLTIVAZIONI)<br />

FIT<br />

(SOSTENIBILITA'<br />

PESTICIDI)<br />

Economic 39<br />

Political/Normative 40<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 484


Ferary S. and<br />

Auger J.<br />

Flint H.M., Parks<br />

N. J., Holmes J.E.,<br />

Jones J.A., Higuera<br />

C.M.<br />

Furlan L., Bonetto<br />

L., Patalano G.,<br />

Lazzeri L.<br />

1996. What is the true odor of cut Allium?<br />

Complementary of various hyphenated<br />

methods: gas chromatography-mass<br />

spectrometry and high-performance liquid<br />

chromatography-mass spectrometry with<br />

particle beam and atmospheric pressure<br />

ionization interfaces in..<br />

1995 Test garlic oil fro control of the silverleaf<br />

whitefly, Bermisia argentifolii Bellows and<br />

Perring (Homoptera: Aleyrodidae) in cotton<br />

2004 Potential of biocidal meals to control<br />

wireworm population<br />

Gamliel A. 2000 Soil amendments : A nonchemical approach<br />

to the management of soilborne pest<br />

Gamliel A., Katan<br />

J.<br />

Gardiner J.B.,<br />

Morra M.J.,<br />

Eberlein C.V.,<br />

Brown P.D., Borek<br />

V<br />

Goud, J.C.,<br />

Termorshuizen,<br />

A.J, Blok, W.J.,<br />

Bruggen, A.H.C.<br />

van<br />

1991 Involvement of flourescent pseudomonas and<br />

other migrorganism in increased growth<br />

response of plants in solarized soils<br />

1999 Allelochemicals released in soil following<br />

incorporation of rapeseed (Brassica napus)<br />

green manures<br />

2003 Long-term effect of biological soil<br />

disinfestation on verticillium wilt<br />

J. Chromatogr. A<br />

750, 63<br />

Southw. Entomol.<br />

20, 137<br />

Agroindustria 3,<br />

3, 313-316<br />

Symp. Chemical<br />

and non-chemical<br />

soil and substrate<br />

disinfestation,<br />

Sept. 11-15, 2000<br />

: Acta<br />

Horticulturae 532,<br />

2-47<br />

Phytopathology<br />

81, 494-502<br />

J. Agric. Food<br />

Chem. 47, 3837-<br />

3842<br />

Plant Disease 88:<br />

688-694<br />

FIT (AGLIO)<br />

continuazione<br />

titolo...sulphenic<br />

acids<br />

rearrangement<br />

components<br />

discrimination<br />

Technological/Technical 41<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 42<br />

FIT(BIOFUMIGA<br />

ZIONE)<br />

FIT<br />

(BIOPESTICIDI)<br />

FIT<br />

(SOLARIZZAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE,<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE, EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 43<br />

Environmental/Biological 44<br />

Environmental/Biological 45<br />

Technological/Technical 456<br />

Environmental/Biological 47<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 485


Gullino M.L.,<br />

Caponagra A.,<br />

Gasparrini G.,<br />

Rizzo V., Clini. C.<br />

and Garibaldi A.<br />

Gullino M.L., Clini<br />

C.<br />

Gurusubramanian<br />

G., Krishna S.S.<br />

Harding, R. &<br />

Wicks, T.<br />

2003 Replacing Methyl Bromide for Soil<br />

Disinfestation – The Italian Experience and<br />

Implication for Other Countries<br />

1999 Alternatives to methyl bromide for soil<br />

disinfestations: results, problems and<br />

perspectives. The Italian view<br />

1996 The effects of exposing eggs of four cotton<br />

insects pests to volatiles of Allium sativum<br />

(Liliaceae).<br />

2000 In vitro suppression of mycelial growth of<br />

potato pathogens by volatiles released from<br />

Brassicae residues<br />

Harman G. E. 2000 Myths and dogmas of biocontrol. Changes in<br />

perceptions derived from research on<br />

Trichoderma harzianum T-22<br />

Ho S.H., Koh L.,<br />

Ma Y., Huang Y.,<br />

Sim K.Y.<br />

1996 The oil of garlic, Allium sativum L.<br />

(Amaryllidaceae), as a potential grain<br />

protectant against Tribolium casteneum<br />

(Herbst) and Sitophilus zeamais Motsch<br />

Hori M. 1996 Settling inhibition and insecticidal activity of<br />

garlic and onion against Myzus persicae<br />

(Sulzer) (Homoptera: Aphididae)<br />

Plant Disease /<br />

Vol. 87 No.9,<br />

1012-1021<br />

Proc. Earth<br />

Technologies<br />

Forum,<br />

Washington, DC,<br />

54-56<br />

Bull. Entomol.<br />

Res. 86, 29<br />

In: Potatoes 2000<br />

Conference<br />

Proceedings,<br />

Adelaide, 31 July<br />

- 3 August 2000:<br />

261-263<br />

Plant disease 84<br />

(4), 377-393<br />

Postharvest Biol.<br />

Technol. 9, 41<br />

Appl. Entomol.<br />

Zool. 31, 605<br />

FIT(SOSTITUZIO<br />

NE BROMURO<br />

DI METILE)<br />

FIT<br />

(SOSTITUZIONE<br />

BROMURO<br />

METILE)<br />

Political/Normative 48<br />

Political/Normative 49<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 50<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE, EFFICACIA)<br />

FIT (EFFICACIA<br />

BIOCONTROLLO<br />

)<br />

Environmental/Biological 51<br />

Environmental/Biological 52<br />

FIT (AGLIO) Technological/Technical 53<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 54<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 486


Huang Y., Chen<br />

S.X., Ho S.H.<br />

International<br />

Programme on<br />

Chemical Safety<br />

(IPCS)<br />

James R.L,<br />

Knudsen G.R.,<br />

Morra M.J.<br />

Kierkeegard, J. A.,<br />

Gardner P. A.,<br />

Desmarchelier J.<br />

M., Angus J. F.<br />

Kirkegaard J. A.,<br />

Sarwar M.,<br />

Matthiessen J. N.<br />

Kirkegaard, J. A. &<br />

Sarwar, M.<br />

2000 Bioactivities of Methyl Allyl Disulfide and<br />

Diallyl Trisulfide from Essential Oil of<br />

Garlic to Two Species of Stored-Product<br />

Pests, Sitophilus zeamais (Coleoptera:<br />

Curculionidae) and Tribolium castaneum<br />

(Coleoptera: Tenebrionidae)<br />

J. Econ. Entomol.<br />

93, 537<br />

1992 Rotenone Health and Safety Guide, Number 73<br />

http://www.inche<br />

m.org/documents/<br />

hsg/hsg/hsg073.ht<br />

m<br />

2004 Pre-plant soil treatments to improve<br />

production of Douglas-fir seedlings in the<br />

USDA Forest Service Nursery, Coeur<br />

d’Alene Idaho<br />

1993 Biofumigation using Brassica species to<br />

control pests and deseases in horticolture and<br />

agriculture<br />

1998 Assessing the biofumigation potential of<br />

crucifers<br />

1998 Biofumigation potential of Brassicas.<br />

Variation in glucosinolate profiles of diverse<br />

field-grown Brassicas<br />

USDA Forest<br />

Service, Northern<br />

Region, Forest<br />

Health Protection.<br />

<strong>Report</strong> 04-10. 14p<br />

In:Wratten N.and<br />

R. J. Mailer (Eds)<br />

9th Australian<br />

Research<br />

Assembly on<br />

Brassicas.<br />

Agricultural<br />

Research Institute,<br />

Wagga Wagga,<br />

Australia, pp. 77-<br />

82<br />

Acta Horticulturae<br />

459, 105-111<br />

Plant and Soil<br />

201: 71 – 89<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 55<br />

FIT(ROTENONE) Technological/Technicalt 56<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE PER<br />

RIMBOSCHIMEN<br />

TO)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE E<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

Technological/Technical 57<br />

Environmental/Biological 58<br />

Social 59<br />

Technological/Technical 60<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 487


Kirkegaard, J.A &<br />

Matthiessen, J.N.<br />

Klingen I., Hajek<br />

A., Meadow R. and<br />

Renwick J.A.A.<br />

Lamers, J.G.,<br />

Evenhuis, A.,<br />

Wanten, P., Blok,<br />

W.J.<br />

Lamers, J.G.,<br />

Kanters, F.M.L.,<br />

Blok, W.J.<br />

Lattanzio V.,<br />

Cardinali A., Di<br />

Venere D.,<br />

Linsalata V.,<br />

Palmieri S.<br />

Lattanzio V.,<br />

Cardinali A.,<br />

Palmieri S.<br />

1999 Biofumigation research – beyond empiricism Proc. 1st<br />

Australasian<br />

Soilborne Disease<br />

Symposium. R.C.<br />

Magarey (ed.).<br />

Bureau of Sugar<br />

Experiment<br />

Stations,<br />

Brisbane. pp155-<br />

2002 Effect of brassicaceous plants on the survival<br />

and infectivity of insect pathogenic fungi<br />

2001 Biological soil disinfestation to control<br />

Verticillium dahliae in strawberries<br />

2001 Control of early decline of asparagus by<br />

biological soil disinfestation<br />

1994 Browning Phenomena in Stored Artichoke<br />

(Cynara scolymus L.) Heads: Enzymic or<br />

Chemical Reaction?<br />

1994 The Role of Phenolics in Postharvest<br />

Physiology of Fruits and Vegetables:<br />

Browning Reactions and Fungal Diseases<br />

157.<br />

Biocontrol 47,<br />

411-425<br />

Book of<br />

Abstracts, 8th<br />

International<br />

Verticillium<br />

symposium,<br />

Cordoba, Spain,<br />

p.99.<br />

Workshop Aspire<br />

17-20 july 2001,<br />

PPO Lelystad<br />

Food Chem. 50,<br />

1-7<br />

Ital. J. Food Sci.<br />

1, 3-30<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Technological/Technical 61<br />

Environmental/Biological 62<br />

FIT (EFFICACIA) Environmental/Biological 63<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOCHIMICA)<br />

FIT<br />

(POSTRACCOLT<br />

A EFFICACIA)<br />

Social 64<br />

Technological/Technical 65<br />

Environmental/Biological 66<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 488


Lattanzio V.,<br />

Palmieri S.<br />

1994 Ruolo di Alcune Sostanze Naturali nelle<br />

Malattie degli Ortofrutticoli in Post-Raccolta<br />

Lazzeri L. 2003 GL-containing plants in biofumigation: new<br />

perspectives<br />

Lazzeri L. and<br />

Manici L.M.<br />

Lazzeri L., Baruzzi<br />

G., Malaguti L,<br />

Antoniacci L<br />

Lazzeri L.,<br />

D’Avino L.,<br />

Malaguti L.,.,<br />

Lazzeri L., Leoni<br />

O., Manici L.M.<br />

Lazzeri L.,<br />

Malaguti L., Cinti<br />

S., Baruzzi G.<br />

2000 The glucosinolate myrosinase system: a<br />

natural and practical tool for biofumigation<br />

2003 Replacing Methyl Bromide in annual<br />

strawberry production with glucosinolate<br />

containing green manure crops<br />

2005 Con le piante biocide migliora anche la<br />

fertilità dei terreni<br />

2002 Biocidal plant dried pellets<br />

for soil biofumigation<br />

Frutticoltura, 5,<br />

33-44.<br />

Agroindustria, 2:<br />

91—94<br />

Acta Hort. 532:<br />

89-95<br />

Pest Manag. Sci.<br />

59 9:983-990<br />

FIT (POST-<br />

RACCOLTA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Agricoltura : 4 FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Proceedings of<br />

International<br />

Congress & Trade<br />

Show Products,<br />

April, 24-25 2002,<br />

The Floriade, The<br />

Netherlands<br />

2003 I sovesci di piante biocide nella rotazione Colture protette<br />

1:53-56.<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Technological/Technical 67<br />

Technological/Technical 68<br />

Social 69<br />

Technological/Technical 70<br />

Technological/Technicalt 71<br />

Technological/Technical 72<br />

Technological/Technical 73<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 489


Lazzeri L., Manici<br />

L., Leoni O.,<br />

Baruzzi G.,<br />

Palmieri S<br />

Lazzeri L., Manici<br />

L., Malaguti L.,<br />

Lazzeri L., Manici<br />

L.M., Leoni O.,<br />

Palmieri S.<br />

Lazzeri L., Manici<br />

M<br />

Lazzeri L., Manici<br />

M.L., Baruzzi G.,<br />

Leoni O., Malaguti<br />

L.<br />

Lazzeri L., Manici<br />

M.L., Baruzzi G.,<br />

Malaguti L., Cinti<br />

S., Leoni O.,<br />

Antoniacci L<br />

1999 Glucosinolates containing plants as a<br />

possible alternative to methyl bromide<br />

Proceedings of the<br />

Sixth Symposium<br />

of Industrial<br />

Crops and<br />

Products, Bonn<br />

(G) 23-25 March<br />

1999<br />

65. 1999 L’azione dei sovesci di piante biocide XXXIII<br />

Convegno<br />

Annuale SIA “ Le<br />

colture non<br />

alimentari”<br />

Legnaro (PD) 20-<br />

23 Settembre<br />

1998 Soil borne phytopathogenic fungi control by<br />

Cleome hassleriana green manure<br />

2001 Allelopathic effect of glucosinolatecontaining<br />

plant green manure on Pythium<br />

sp. and total fungal population in soil<br />

2000 Ottimizzazione della tecnica dei sovesci con<br />

piante biocide per la lotta agronomica a<br />

patogeni del terreno in colture orticole e<br />

fragola<br />

1998 Sovesci di piante biocide per il controllo<br />

naturale di alcuni patogeni del terreno<br />

1999<br />

XXV<br />

International<br />

Horticultural<br />

Congress,<br />

Bruxelles, 2-7<br />

Agosto 1998<br />

Hort. Sci. 36:<br />

1283-1289<br />

In “Ricerca e<br />

Sperimentazione<br />

sulla Agricoltura<br />

Biologica e<br />

Sostenibile in<br />

Italia” pp 88-90.<br />

Atti del Convegno<br />

Nazionale La<br />

fragola verso il<br />

2000 Verona, 13<br />

Febbraio 1998 pp.<br />

225-234<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT(BIOFUMIGA<br />

ZIONE NEL<br />

BIOLOGICO)<br />

FIT(BIOFUMIGA<br />

ZIONE<br />

EFFICACIA)<br />

Technological/Technical 74<br />

Environmental/Biological 75<br />

Technological/Technical 76<br />

Environmental/Biological 77<br />

Environmental/Biological 78<br />

Social 79<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 490


Lazzeri L., Tacconi<br />

R., Palmieri S<br />

Leoni O., Mari M.,<br />

Rossi A., Lazzeri<br />

L., Palmieri S.<br />

1993 In vitro activity of some glucosinolates and<br />

their reaction products toward a population<br />

of the nematode Heterodera schachtii<br />

2002 Isothiocyanates from Brassicaceae an<br />

Effective Alternative for Post-harvest Fungal<br />

Disease control.<br />

J. Agric. Food<br />

Chem.,<br />

41:825–829<br />

Proceeding of<br />

Symposium<br />

Industrial Crops<br />

and<br />

Products.April,<br />

24-25 2002 The<br />

Floriade, The<br />

Netherlands<br />

Liener I.E. 1980 Toxic constituents of plant foodstuffs Food science and<br />

technology.<br />

Academic press<br />

Manici L. M.,<br />

Lazzeri L, Baruzzi<br />

G. e Malaguti L<br />

Manici L. M.,<br />

Lazzeri L., Palmieri<br />

S.<br />

Manici L., Leoni<br />

O., Lazzeri L.,<br />

Galletti S., Palmieri<br />

S.<br />

Manici L.M.,<br />

Lazzeri L. and<br />

Palmieri S.<br />

2000 L’impiego delle piante biocide nella coltura<br />

della fragola<br />

1997 In vitro antifungal activity of glucosinolates<br />

and their enzyme derived products towards<br />

plant pathogenic fungi<br />

1999 Fungitoxic activity of four thiofunctionalised<br />

glucosinolate enzyme-derived<br />

products on ten soil-borne pathogens<br />

1997 In vitro Fungitoxic Activity of Some<br />

Glucosinolates and Their Enzyme-Derived<br />

Products toward Plant Pathogenic Fungi<br />

Atti del Convegno<br />

Nazionale “ La<br />

fragola nel 2000”<br />

Metaponto (MT)<br />

11-13 Aprile 2000<br />

J. Agric. Food<br />

Chem. 45, 2768-<br />

2773<br />

Pesticide Science<br />

55: 486-503<br />

J. Agric. Food<br />

Chem. 45(7),<br />

2768-2773<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

Environmental/Biological 80<br />

Technological/Technical 81<br />

FIT Technological/Technicalt 82<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA E<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Technological/Technical 83<br />

Environmental/Biological 84<br />

Environmental/Biological 85<br />

Environmental/Biological 86<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 491


Manici L.M.,<br />

Lazzeri L., Baruzzi<br />

G., Leoni O.,<br />

Galletti S., Palmieri<br />

S.<br />

Manici M. L.,<br />

Lazzeri L., Leoni<br />

O., Palmieri S.<br />

Manici M.L.,<br />

Lazzeri L., Leoni<br />

O., Baruzzi G.,<br />

Palmieri S.<br />

Mari M. L., Leoni<br />

O., Iori R., Cembali<br />

T.<br />

Mari M., Iori R.,<br />

Leoni O., Marchi<br />

A.<br />

Mari M., Leoni O.,<br />

Iori R., Cembali T.<br />

2000 Suppressive activity of some glucosinolate<br />

enzyme degradation products on Pythium<br />

irregulare and Rhizoctonia solani in sterile<br />

soil<br />

1998 Plants with high content of thiofunctionalised<br />

glucosinolates as green manure to control<br />

soil-borne fungi<br />

1998 Glucosinolate-myrosinase system of<br />

Brassicaceae for controlling soilborne<br />

pathogens<br />

1998 Antifungal activity of allyl-isothiocyanate<br />

against Pennicillum expansum on pears<br />

1996 Bioassays of glucosinolate-derived<br />

isothiocyanates against postharvest pear<br />

pathogens<br />

2002 Antifungal vapour-phase activity of allylisothiocyanate<br />

against Penicillium expansum<br />

in pears<br />

Pest Manag. Sci.<br />

56, 921-926<br />

7th International<br />

Congress of Plant<br />

Pathology. Book<br />

of abstract n°3.<br />

Edimburgh,<br />

Scotland, 9-16<br />

August 1998.<br />

Journal of Plant<br />

Pathology. Vol.<br />

80 (3) pp 260<br />

Proc. Cost 95<br />

Physiological and<br />

technological<br />

aspects of gaseous<br />

and thermal<br />

treatments of<br />

fresch fruit and<br />

vegetables.<br />

Madrid, Spain,<br />

October 15-16<br />

Plant Pathol. 45,<br />

753-760.<br />

Plant Pathol. 51,<br />

231-236<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE<br />

POSTRACCOLTA<br />

)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE POST-<br />

RACCOLTA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE<br />

POSTRACCOLTA<br />

)<br />

87<br />

Environmental/Biological 88<br />

Social 89<br />

Environmental/Biological 90<br />

Technological/Technical 91<br />

Environmental/Biological 92<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 492


Marouli E. I.,<br />

Tzavella-Klonari<br />

K.<br />

2002 Control of Rhizoctonia solani (Kühn)<br />

camping-off in tomato seedbeds using<br />

alternative methods to methyl bromide<br />

Martin FN 2003 Development of alternative strategies for<br />

management of soilborne pathogens<br />

currently controlled with methyl bromide<br />

Mayton, H. S.,<br />

Olivier, C.,<br />

Vaughn, S. F., &<br />

Loria, R.<br />

McLeod RW and<br />

Steele CC<br />

McLeod, R.W.,<br />

Kirkegaard, J.A.<br />

and Steel C.C.<br />

Minuto G., Versari<br />

M., Guerrini S.,<br />

Garibaldi A.<br />

Mojahedi H., G.,<br />

Santo S,. Hang A.<br />

N, and Wilson J. H.<br />

1996 Correlation of fungal activity of Brassica<br />

species with allyl isothiocyanate production<br />

in macerated leaf tissue<br />

1999 Effects of Brassica leaf green manures and<br />

crops on activity and reproduction of<br />

Meloidogyne javanica.<br />

2001 Invasion, development, growth and egglaying<br />

by Meloidogyne javanica in<br />

Brassicaceae crops<br />

2003 Effectiveness of biodegradabile film in<br />

controlling weeds<br />

1991 Suppression of root-knot nematode<br />

populations with selected rapeseed cultivars<br />

as green manure<br />

Acta Horticulturae<br />

579, 517-520<br />

Annual Reviews<br />

in Phytopathology<br />

41, 325-50<br />

Phytopathology<br />

86: 267-271<br />

Nematology 1,<br />

613-624<br />

Nematology 3,<br />

463-472<br />

Informatore<br />

Agrario 59 (20),<br />

39-41<br />

J. Nematol.<br />

23:170-174<br />

FIT<br />

(ALTERNATIVE<br />

AL BROMURO<br />

DI METILE<br />

EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(ALTERNATIVE<br />

AL BROMURO<br />

DI METILE,<br />

EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(SOLARIZZAZIO<br />

NE CON<br />

MATERBI)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 93<br />

Economic 94<br />

Environmental/Biological 95<br />

Environmental/Biological 96<br />

Environmental/Biological 97<br />

Economic 98<br />

Environmental/Biological 99<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 493


Mojtahedi, H.,<br />

Santo, G. S.,<br />

Wilson, J. H., &<br />

Hang, A. N.<br />

Odoardi M, Tava<br />

A.<br />

Olivier C., Vaughn<br />

S.F., Mizubuti<br />

E.S.G. and Loria R.<br />

1991 Managing Meliodogyne chitiwoodi on potato<br />

with rapeseed as green manure<br />

1999 Impiego delle specie foraggere per usi non<br />

alimentary: produzione di metabolite<br />

secondary ad attività biologica<br />

1999 Variation in allyl isothiocyanate production<br />

within Brassica species and correlation with<br />

fungicidal activity<br />

Palmieri S. 1998 Alcuni Aspetti Biochimici e Tecnologici di<br />

Piante ad Attività Biocida<br />

Palmieri S. 1999 Glucosinolates as a source for novel<br />

bioactive formulations<br />

Palmieri S. 1994 Bioactivity of Some Glucosinolates and<br />

Their Derived Breackdown Products<br />

Obtained Using Immobilized Myrosinase<br />

Palmieri S., Manici<br />

L.M., Lazzeri L.,<br />

Antoniacci L.,<br />

Malaguti L., Ceredi<br />

G<br />

1998 Utilizzazione di piante crocifere e di alcuni<br />

loro composti secondari ad attività biologica<br />

per la lotta agronomica a funghi patogeni in<br />

piante orticole<br />

Plant Disease 77:<br />

42-46<br />

XXXIII<br />

Convegno annuale<br />

SIA. “Le colture<br />

non alimentari”<br />

Padova, 20-23<br />

Settembre 1999<br />

J. Chem. Ecol. 25,<br />

2687-2701<br />

In: G. Mosca Ed.<br />

“Oleaginose non<br />

alimentari”<br />

Edagricole<br />

Bologna., pp. 15-<br />

21<br />

Proceedings of the<br />

Sixth Symposium<br />

of Industrial<br />

Crops and<br />

Products, Bonn<br />

(G) 23-25 March<br />

1999<br />

Proceedings of the<br />

International Euro<br />

Food Tox IV<br />

Conference, pp.<br />

40-45<br />

In Ricerca e<br />

Sperimentazione<br />

sulla Agricoltura<br />

Sostenibile in<br />

Italia pp 115<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Economic 100<br />

FIT(MEDICA) Technological/Technicalt 101<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA E<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE E<br />

BIOCHIMICA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 102<br />

Technological/Technical 103<br />

Social 104<br />

Technological/Technical 105<br />

Social 106<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 494


Perez M.P., Navas-<br />

Cortes J.O.,<br />

Pasqual- Villalobos<br />

M.J. and Castillo P.<br />

Potter M, Davies K<br />

and Rathjen A<br />

Pratella G.C.,<br />

Bertoluzza A.,<br />

Budini R., Palmieri<br />

S. Visai C.<br />

Rakariyatham N.,<br />

Sakorn P.<br />

Rosa E. A. S.,<br />

Rodrigues P. M. F.<br />

Rosa E.A.S.,<br />

Heaney R.K.,<br />

Fenwick G.R., and<br />

Portas C.A.M<br />

2003 Nematicidal activity of essential oils and<br />

organic amendments from Asteraceae against<br />

root-knot nematodes<br />

1998 Suppressive impact of glucosinolates in<br />

Brassica vegetative tissues on root lesion<br />

nematodes (Pratylenchus neglectus)<br />

1994 L'Innovazione nella Tecnologia e nella<br />

Difesa Post-Raccolta degli Ortofrutticoli:<br />

Stress, Lotta Biologica, e Mezzi Alternativi<br />

2002 Biodegradation of glucosinolates in brown<br />

mustard seed meal (Brassica juncea) by<br />

Aspergillus sp NR-4201 in liquid and solidstate<br />

cultures<br />

1999 Towards a more sustainable agriculture<br />

system: The effect of glucosinolates on the<br />

control of soil-borne diseases<br />

Plant Pathology<br />

52: 395-401<br />

Journal of<br />

Chemical Ecology<br />

24, 67-80<br />

Atti Convegno<br />

MACFRUT, 7<br />

Maggio 1994,<br />

Cesena<br />

Biodegradation,<br />

Vol 13, Iss 6, pp<br />

395-399<br />

Journal of<br />

Horticultural<br />

Science &<br />

Biotechnology 74,<br />

(6) 667-674<br />

1997 Glucosinolates in crop plants Hort. Rev. 19, 99-<br />

215<br />

Rowe, R.C. 1993 Potato health management: a holistic<br />

approach pp. 154-156<br />

In: Potato Health<br />

Management R.<br />

C. Rowe (ed).<br />

APS Press, St.<br />

Paul, Minnesota<br />

FIT (OLI<br />

EFFICACIA)<br />

FIT(BIOFUMIGA<br />

ZIONE<br />

EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(POSTRACCOLT<br />

A)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE<br />

BIODEGRADABI<br />

LITYA')<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Environmental/Biological 107<br />

Environmental/Biological 108<br />

Technological/Technical 109<br />

Environmental/Biological 110<br />

Social 111<br />

Technological/Technical 112<br />

FIT Social 113<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 495


Sarwar M.,<br />

Kirkegaard J.A.,<br />

Wong P.T.W. and<br />

Desmarchelier J.M.<br />

Sarwar, M. &<br />

Kirkegaard, J.A.<br />

Schneider N.,<br />

Anderson B.<br />

Serra B., Rosa E.,<br />

Iori R., Barillari J.,<br />

Cardoso A., Abreu<br />

C<br />

Siddiqui M.A.,<br />

Alam M.M.,<br />

1998 Biofumigation potential of brassicas. III. In<br />

vitro toxicity of isothiocyanates to soil-borne<br />

fungal pathogens<br />

1998 Biofumigation potential of brassicas. II.<br />

Effect of environment and ontogeny on<br />

glucosinolate production and implications for<br />

screening<br />

Plant and Soil<br />

201, 103-112<br />

Plant and Soil<br />

201: 91-101<br />

1997 Prussic acid poisoning www.ianr.unl.edu/<br />

pubs/range/g775.h<br />

tm<br />

2002 In vitro activity of 2-phenylethyl<br />

glucosinolate, and its hydrolysis derivatives<br />

on the root-knot nematode Globodera<br />

rostochiensis<br />

1997 Integrated Control of Plant Parasitic<br />

Nematodes with Organic Soil<br />

Amendments/Nematicides and Ploughing on<br />

Okra<br />

Smith B. 2001 A complex mode of action for<br />

biofumigation?<br />

Smith B.J. and<br />

Kirkegaard J.A.<br />

2002 In vitro inhibition of soil microrganisms by<br />

2-phenylethyl isothiocyanate<br />

Sci. Hort. 92, 75-<br />

81<br />

Proceedings of<br />

Indian National<br />

Science<br />

Academic,<br />

B63(6):545-550.<br />

Horticulture<br />

Biofumigation<br />

Update. pp 1.<br />

CSIRO<br />

Entomology, PO<br />

Wembley, WA<br />

6014, Australia.<br />

Plant Pathology<br />

51, 585-593<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE<br />

DEGRADAZIONE<br />

)<br />

Environmental/Biological 114<br />

Environmental/Biological 115<br />

FIT (SORGO) Technological/Technicalt 116<br />

FIT(BIOFUMIGA<br />

ZIONE<br />

EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 117<br />

FIT Technological/Technical 118<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT(BIOFUMIGA<br />

ZIONE<br />

EFFICACIA)<br />

Social 119<br />

Environmental/Biological 120<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 496


Smolinska U.,<br />

Knudsen G.R.,<br />

Morra M.J. and<br />

Borek V.,<br />

Smolinska U.,<br />

Morra M.J.,<br />

Knudsen G.R. and<br />

Brown P.D.<br />

Smolinska U.,<br />

Morra M.J.,<br />

Knudsen G.R.,<br />

James R.L.<br />

Stapleton, J. J &<br />

Duncan, R. A.<br />

Stevens PM,<br />

Davoren CW and<br />

Wicks T<br />

Subbarao K.V.,<br />

Hubbard J.C.<br />

Tacconi R., Lazzeri<br />

L., Palmieri S.<br />

1997 Inhibition of Aphanomyces euteiches f.sp.<br />

pisi by volatiles produced by hydrolysis of<br />

Brassica napus seed meal<br />

1997 Toxicity of glucosinolate degradation<br />

products from Brassica napus seed meal<br />

towards Aphanomyces euteiches f.sp. Pisi<br />

2003 Isothiocyanates produced by Brassicaceae<br />

species as inhibitors of Fusarium oxysporum<br />

1998 Soil disinfestation with cruciferous<br />

amendments and sublethal heating: effects on<br />

Meloidogyne incognita, Sclerotium rolfsii<br />

and Pythium ultimum<br />

1999 Effect of methyl bromide, metham sodium<br />

and the biofumigants Indian mustard and<br />

canola on the incidence of soilborne fungal<br />

pathogens and growth of grapevine nursery<br />

stock<br />

1996 Interactive effects of broccoli residue and<br />

temperature on Verticillium dahliae<br />

microsclerotia in soil and wilt in cauliflower<br />

2000 Effetto del sistema glucosinolati-mirosinasi<br />

contenuto nelle radici di Raphanus Sativus<br />

ssp. Oleiformis su Heterodera Shachtii<br />

Plant Dis. 81,<br />

288-292<br />

Phytopathology<br />

87, 77-82<br />

Plant Dis. 87,<br />

407-412.<br />

Plant Pathology<br />

47: 737-742.<br />

Australasian Plant<br />

Pathology 28,<br />

187-196<br />

Phytopathology<br />

86, 1303-1310.<br />

Suppl.<br />

Nematologia<br />

Mediterranea, 28<br />

55-63<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(SOLARIZZAZIO<br />

NE E<br />

BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

FIT<br />

(ALTERNATIVA<br />

ALK BROMURO<br />

DI METILE<br />

EFFICACIA)<br />

FIT (SOVESCIO<br />

EFFICACIA)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 121<br />

Environmental/Biological 122<br />

Environmental/Biological 123<br />

Environmental/Biological 124<br />

Social 125<br />

Environmental/Biological 126<br />

Environmental/Biological 127<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 497


Termorshuizen,<br />

A.J., Blok, W.J.,<br />

Lamers, J.G.<br />

Thibout E., Auger<br />

J.<br />

Trematerra P.,<br />

Lanzotti V.<br />

Tronsmo A. and<br />

Hjeljord L. G<br />

Tugnoli V., Cioni<br />

F., Lazzeri L.<br />

Villeneuve F.,<br />

Granel C., Ronget<br />

D., Lempire C.,<br />

Chapoux F.<br />

2000 Biological soil disinfestation to control V.<br />

dahliae by incorporation of fresh organic<br />

material followed by tarping<br />

1997 Composés soufrés des Allium et lutte contre<br />

les insects<br />

1999 The activity of some compounds extracts by<br />

Allium on stored-product insects<br />

Oryzaephilus surinamensis (L.), Sitophilus<br />

oryzae (L.) and Tribolium castaneum<br />

(Herbst).<br />

In: Tjamos, E.C.,<br />

Rowe, R.C.,<br />

Heale, J.B.,<br />

Fravel, D.R.,<br />

Advances in<br />

Verticillium<br />

research and<br />

disease<br />

management, pp.<br />

328-331APS<br />

Press St. Paul,<br />

USA<br />

Acta Bot. Gallica<br />

144, 419<br />

J. Pest. Science<br />

72, 122<br />

1998 Biological control with Trichoderma species In: Plant-microbe<br />

interaction and<br />

biological control.<br />

Pp 111-126.<br />

Boland and<br />

Kuykendall eds.<br />

Marcel Dekker.<br />

1999 Primi risultati positivi nella lotta contro lo<br />

sclerozio<br />

2002 Etude de techniques de protection non<br />

chimiques contre le Rhizoctonia solani<br />

applicables à la carotte, Daucus carota<br />

Inc. New York.<br />

L’Inf. Agr. 45/99<br />

5-6<br />

2ème Conf. Inter.<br />

sur les moyens<br />

alternatifs de lutte<br />

contre les<br />

organismes<br />

nuisibles des<br />

FIT (SOVESCIO<br />

EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 128<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 129<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 130<br />

FIT (EFFICACIA<br />

INOCULI)<br />

FIT<br />

(BIOFUMIGAZIO<br />

NE EFFICACIA)<br />

Technological/Technical 131<br />

Social 132<br />

FIT Technological/Technical 133<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 498


Villeneuve F.,<br />

Lepaumier B.<br />

Vough L. R ,<br />

Kassel E.K.<br />

Waller,G.R.,<br />

Yamasaki,K., (a<br />

cura di)<br />

Weissling T.J.,<br />

Lewis T.M.,<br />

McDonough L.M.,<br />

Horton D.R<br />

Widmer T.L. and<br />

Abawi G.S.<br />

2000 Biofumigation, first results on lettuce in<br />

protected culture<br />

2002 Prussic Acid Poisoning of Livestock: Causes<br />

and Prevention<br />

végétaux ; Lille,<br />

4,5,6 et 7 mars<br />

2002, pp.259-266<br />

Chemical and<br />

Non-Chemical<br />

Soil and Substrate<br />

Disinfestation,<br />

sept 11-15 2000,<br />

Acta Horticulturae<br />

532, 65-70<br />

http://agbiopubs.s<br />

dstate.edu/articles/<br />

ExEx4016.pdf<br />

1996 Saponins used in food and agriculture Plenum Press:<br />

New York<br />

1997 Reduction in pear psylla<br />

(Homoptera:Psyllidae) oviposition and<br />

feeding by foliar application of various<br />

materials<br />

2000 Mechanism of Suppression of Meloidogyne<br />

Hapla and Its Damage by Green Manure of<br />

Sudan Grass<br />

Canad. Entomol.<br />

129, 637<br />

Plant Disease,<br />

84:562-568<br />

Wood R.K.S 1982 Active defense Mechanisms in plants NATO advanced<br />

study institutes<br />

series<br />

FIT (EFFICACIA<br />

BIOFUMIGAZIO<br />

NE)<br />

Technological/Technical 134<br />

FIT(SORGO) social 135<br />

FIT(MEDICA) Technological/Technicalt 136<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 137<br />

FIT (SUDAN<br />

GRASS<br />

EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 138<br />

FIT 139<br />

Allegato B<br />

Il progetto Activa 499


Yu J.R. 1999 Allelopathic suppression of Pseudomonas<br />

solanacearum infection of tomato<br />

(Lycopersicon esculentum) in tomatochinese<br />

chive (Allium tuberosum)<br />

intercropping system.<br />

Zaghi C., Conti<br />

M.E. and Cecchetti<br />

G.<br />

Zoon, F.C., van<br />

Bruggen, A.S., de<br />

Heij, A., Asjes,<br />

C.J.,<br />

Tabella Progetti<br />

2002 White paper on chemicals and Stockholm<br />

convention on persistent organic pollutants:<br />

perspectives for environmental risk<br />

management<br />

2002 Effect of green manure crops and organic<br />

amendments on incidence of nematode-borne<br />

tobacco rattle virus.<br />

Ente finanziatore Periodo di<br />

durata<br />

Unione europea 01/01/1996<br />

Duration 48<br />

Months<br />

Unione europea 01/01/96<br />

Duration 48<br />

Months<br />

J. Am. Chem.<br />

Soc. 69, 273<br />

Int. J. Risk<br />

Assessment and<br />

Management, Vol.<br />

3, No. 2/3/4, 234-<br />

245<br />

In: Littlejohn G.,<br />

Venter R.,<br />

Lombard C. (eds).<br />

Proceedings of the<br />

8th international<br />

symposium on<br />

flowerbulbs, Acta<br />

Horticulturae 570,<br />

287-292<br />

FIT (AGLIO) Environmental/Biological 140<br />

FIT Political/Normative 141<br />

FIT (SOVESCI<br />

EFFICACIA)<br />

Environmental/Biological 142<br />

Allegato B<br />

Titolo Rilevanza Note e commenti Codice<br />

Progetto<br />

FAIR-CT95-0260: High quality oils, Internazionale Double low oilseed rape and other cruciferous crops are well suited for 1<br />

protein and bioactive products for food<br />

agricultural production of high quality vegetable oil and proteins. In<br />

and non-food purposes based on<br />

addition, the seeds of these plants contain a great number of other<br />

biorefining of cruciferous oilseed crops<br />

compounds, which have a potential high value<br />

FAIR-CT95-0722: Production,<br />

Processing and Practical Application of<br />

Natural Antifungal Crop Protectants<br />

Internazionale Spoilage and plant pathogenic fungi are responsible for some 20% loss<br />

of the potential global plant production for food and non-food use. The<br />

very large amount of chemical crop protectants used to control these<br />

losses is detrimental for the environment an<br />

Il progetto Activa 500<br />

2


Unione europea 01/01/1996<br />

Duration 36<br />

Months<br />

Unione europea 01/01/1997<br />

Duration: 40<br />

months<br />

Unione europea 01.01.1997<br />

End<br />

31.12.1999<br />

Unione europea 01/08/1997<br />

Duration: 48<br />

months<br />

Unione europea 01/01/1997<br />

Duration 36<br />

Months<br />

Unione europea 01/01/1997<br />

Duration: 39<br />

months<br />

FAIR-CT95-0363: Development of<br />

Pyrethre Cultivation in Mediterranean<br />

Europe, for Valorisation on Domestic<br />

Insecticide and Public Health Markets<br />

FAIR-CT96-1302: PHEROMAIZE<br />

Application of pheromones and other<br />

semiochemicals for pest control in<br />

maize<br />

FAIR-CT96-1314: European Network<br />

for Research Coordination on<br />

Biocontrol of Oilseed Rape (BORIS)<br />

FAIR-CT96-1373: Improvement of<br />

biological seed treatments against<br />

damping-off in crop production<br />

FAIR-CT96-1436: IMPROBIOSEED<br />

Improvement of efficiency and<br />

reduction of application rates of<br />

preferable naturally grown biocides by<br />

complexing with gamma cyclodextrin<br />

FAIR-CT96-1648: INSECT PEPTIDES<br />

AS INSECTICIDE Signaling insect<br />

peptides as natural insecticides for crop<br />

protection (SIPS)<br />

Internazionale The goal of the project is to create an improved variety of<br />

Allegato B<br />

3<br />

Chrysanthemum cinerariaefolium adapted to the European mechanised<br />

cultivation methods and able to successfully enter in competition with<br />

both the traditional varieties cultivated in Africa and th<br />

Internazionale This proposal brings together two private firms and six R&D public<br />

institutions from four European countries. All of them are very<br />

experienced with working on pheromones and MCB, and in the last few<br />

years have obtained significant results in the research<br />

Internazionale The aim of this Concerted Action was to establish a network and<br />

provide a forum for information and technological exchange to coordinate<br />

and exploit existing knowledge on natural enemies of oilseed<br />

rape pests for the overall benefit of the environment an<br />

Internazionale Seedling damping-off caused by soil-borne fungal pathogens results in<br />

persistent commercial losses in agriculture and horticulture. Seed<br />

treatment with antagonistic bacteria or fungi is an alternative to<br />

fungicides in the control of damping-off. However,<br />

Internazionale In accordance with the common agricultural policy concept towards<br />

new, less intensive production and application systems, which are not<br />

only environmentally friendly but are also economically viable, this<br />

project is using gamma-cyclodextrin as an auxiliar<br />

Internazionale Modern agriculture faces the challenge of securing the food supply in<br />

an environmentally compatible manner. Weeds, diseases and pests are<br />

among the most serious problems threatening the production of a<br />

successful harvest. The tools at the disposal of the<br />

Il progetto Activa 501<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8


Unione europea 01/12/1996<br />

Duration 48<br />

Months<br />

Unione europea 01/07/1997<br />

Duration 36<br />

Months<br />

Unione europea 36 Months<br />

from 01-01-97<br />

FAIR-CT96-1781: Terpenes as Natural<br />

Chiral Starting Materials For the<br />

Synthesis of Flavours, Fragrances,<br />

Pharmaceuticals and Biocontrol Agents<br />

FAIR-CT96-3116: Improvement of a<br />

process technology to scale-up liquid<br />

cultures of biocontrol nematodes<br />

FAIR-CT96-5014: Product formation in<br />

tissue cultures of neem (Azadirachta<br />

indica) for the control of insect pests<br />

Unione europea 24 months FAIR-CT98-9573: Biological control as<br />

part of an environment friendly future<br />

for eradicating dry rot in buildings<br />

Unione europea 01-04-2000<br />

Duration: 48<br />

months<br />

Unione europea 01-02-2000<br />

Duration: 48<br />

months<br />

QLK5-1999-01065: Development of<br />

biocontrol agents for commercial<br />

application against post-harvest diseases<br />

of perishable foods<br />

QLK5-1999-01471: Development of<br />

diagnostic tools and host plant<br />

resistance to control the rapid spread of<br />

lettuce big-vein and ring necrosis<br />

disease in leafy vegetables<br />

Allegato B<br />

Internazionale 1) The screening of agro-industrial crop plants and agro-industrial<br />

waste products for<br />

abundantly available terpenes that can serve as starting material for the<br />

production of useful compounds for flavours, fragrances,<br />

pharmaceutical intennediates and bio<br />

9<br />

Internazionale Biocontrol nematodes are safe antagonists of soil insect pests in<br />

ornamentals, vegetables, fruit and turf. The main aim of the<br />

PRONEMA project was to provide highly effective nematodes for<br />

outdoor control of insect pests at economically reasonable product<br />

Internazionale Seeds of the neem tree, Azadirachta indica, contain a variety of<br />

secondary metabolites with biological activity. The major chemical is<br />

azadirachtin, an effective, environmentally sound, insect control agent<br />

for use in crop protection. Production of such i<br />

Internazionale The overall objectives of the project are:<br />

To determine if a biological control system based on two previously<br />

identified antagonistic fungi (Trichoderma virens and T harzianum),<br />

can be used to supplement environmental technology in controlling dry<br />

rot<br />

Internazionale Post-harvest diseases of perishable commodities represent one of the<br />

most severe causes of loss and reduction in quality in the EU. The<br />

development of environmentally friendly methods of disease control, as<br />

substitutes for chemicals, is an important goal<br />

Internazionale Lettuce big-vein and leaf necrosis disease are the most serious of soilborne<br />

fungus-transmitted viral diseases in leafy vegetables in Europe.<br />

They are extremely difficult to control because of the lack of major<br />

resistance genes in the current varieties a<br />

Il progetto Activa 502<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14


Unione europea 01-01-2001<br />

Duration: 36<br />

months<br />

Unione europea 2001/09/01<br />

Duration<br />

(months) 36<br />

Unione europea 01/09/01<br />

Duration: 36<br />

months<br />

QLK5-2000-00777: Chitosan activates<br />

resistance against pathogens after<br />

exposure. Production of chitosans from<br />

shrimp shells for applications in plant<br />

disease protection<br />

QLK5-2000-01458: Recycling<br />

horticultural wastes to produce<br />

pathogen suppressant composts for<br />

sustainable vegetable crop production<br />

QLK5-2000-01967: Fate and toxicity of<br />

allelochemicals (natural plant toxins) in<br />

relation to environment and consumer<br />

(FATEALLCHEM)<br />

Unione europea 36 months QLK5-2000-02445: Natural oxylipins<br />

and defence in ornamentals (NODO)<br />

Unione europea 48 months QLK5-2000-31447: MASTER:<br />

Integrated pest management strategies<br />

incorporating bio-control for European<br />

oilseed rape pests<br />

Unione europea 01-OCT-2002<br />

End date 01-<br />

MAY-2005<br />

Internazionale A consortium of five scientific, one governmental, and three<br />

Allegato B<br />

15<br />

commercial partners has convened to develop and exploit the economic<br />

and ecological potential of the abundant biological raw material chitin<br />

isolated from waste shrimp shells that will be up-gra<br />

Internazionale This project will research methods to recycle problem plant-based<br />

wastes through controlled composting into pest and pathogen-free<br />

composts which have a consistent value in suppressing soil-borne<br />

pathogens in organic and low-input vegetable production. Th<br />

Internazionale In recent years there has been an increasing focus on the prospects of<br />

exploiting allelopathy as an alternative strategy for controlling weeds,<br />

insects and diseases. However, the environmental and toxicological<br />

consequences of this should be investigated.<br />

Internazionale Aims: Engineer plant oxylipin synthesis in vitro to assess their<br />

usefulness as 'green' antimicrobial and pesticidal chemoprotectants.<br />

Manipulate plant oxylipin biosynthesis in vivo to modify defence<br />

reactions for improved resistance to pests and pathogens<br />

Internazionale Crop protection in oilseed rape, a major European crop, currently relies<br />

on pesticides and lags behind recent scientific advances. MASTER will<br />

construct and evaluate, through a trans-European collaborative<br />

experiment, economically viable and environmental<br />

E! 2858 'PLANT FOR PLANT'PFP Internazionale Environmentally-Friendly Plant Growth Regulators And Plant<br />

Protection Agents Produced From Different Forest And Field Plant<br />

Materials Will Be Developed And Evaluated For Use In Organic<br />

Agriculture<br />

Il progetto Activa 503<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20


Miur 48 mesi Composti naturali ottenuti per sintesi o<br />

messa a punto della loro metodologia<br />

sintetica.<br />

Miur 24 mesi Composti di origine naturale ad<br />

applicazione agronomica.<br />

ARSIA PROBIORN Produzione biologica di<br />

piante ornamentali<br />

Unione Europea 01/04/1999<br />

Duration 24<br />

months<br />

ARSIA 2003<br />

1 anno<br />

FAIR-CT98-4297: AHIPA: Exploring<br />

the Potential of a Sustainable Crop as an<br />

Alternative Non-Food Source<br />

Prove agro-tecnologiche volte ad<br />

ottimizzare le tecniche di coltivazione<br />

delle piante biocide, con particolare<br />

attenzione alla componente radicale<br />

delle piante ed alla semina primaverile<br />

Regione Emilia-Romagna 2002-2004 Impiego di sovesci di piante biocide per<br />

il controllo dei parassiti del terreno nella<br />

coltivazione di alcune orticole<br />

Nazionale L`Attività dell`ENDURA S.p.A. è quella di produzione e<br />

Allegato B<br />

21<br />

commercializzazione di principi attivi per insetticidi di uso domestico<br />

ed igienico sanitario. Il progetto si propone di individuare le<br />

metodologie sintetiche atte a preparare prodotti, attualmente d`<br />

Nazionale L`intero progetto è legato da un unico filo conduttore: sviluppare<br />

prodotti bio-compatibili in grado di sostituire i tradizionali prodotti<br />

chimici nei trattamenti agronomici. La possibilità di sviluppare prodotti<br />

in grado di produrre effetti benefici alle<br />

Regionale http://www.cespevi.it/probiorn/probiorn.htm 23<br />

Internazionale Of the different tuber-forming legumes, ahipa (Pachyrhizus ahipa<br />

(Wedd.) Parodi) is presently the only cultivated one which can be<br />

grown under European conditions. With its origin in Andean Valleys,<br />

where it was cultivated by the Inca civilisation, it was<br />

Regionale<br />

Regionale<br />

Il progetto Activa 504<br />

22<br />

24


Allegato C - GRIGLIE DI VALUTAZIONE PER I TAVOLI DI FILIERA<br />

Denominazione del soggetto<br />

Società/Ente di appartenenza<br />

Attività prevalente<br />

Via e numero<br />

Città<br />

C.A.P.<br />

Telefono<br />

Fax<br />

Indirizzo E-mail<br />

SEZIONE ANAGRAFICA<br />

Il progetto Activa 505


GRIGLIA DEGLI SCENARI<br />

Allegato C<br />

Indicare il tavolo di filiera di appartenenza 1 :_______________________________<br />

La invitiamo ad indicare la tipologia di operatore/referente che Lei rappresenta<br />

per la filiera di riferimento:<br />

_ Produttori (soggetti agricoli che realizzano la materia prima)<br />

_ Trasformatori primari (soggetti industriali che operano una prima<br />

trasformazione della materia prima e che intrattengono un rapporto diretto con<br />

i produttori)<br />

_ Trasformatori secondari (soggetti industriali che rendono la materia prima<br />

semi-trasformata utilizzabile nei processi produttivi e che non hanno rapporti<br />

diretti con i produttori)<br />

_ Utilizzatori primari (soggetti industriali che utilizzano nel processo produttivo la<br />

materia prima trasformata)<br />

_ Utilizzatori secondari (soggetti industriali che utilizzano nel processo produttivo<br />

i prodotti intermedi derivati dalla materia prima trasformata)<br />

_ Distributori (soggetti partecipanti alla fase distributiva del prodotto finale,<br />

direttamente o indirettamente a contatto con i consumatori)<br />

_ Gestori degli ouput secondari (gestori dei sottoprodotti/coprodotti delle colture<br />

no-food, siano essi soggetti agricoli o industriali e i gestori dei rifiuti e dei reflui<br />

derivanti dai processi produttivi delle colture no-food)<br />

_ Organismi di ricerca<br />

_ Organismi di assistenza tecnica<br />

_ Organizzazioni di settore<br />

_ Amministrazione pubblica<br />

o Comunale<br />

o Provinciale<br />

o Regionale<br />

o Nazionale<br />

o Comunitaria<br />

1<br />

• Biomasse lignocellulosiche a destinazione energetica<br />

• Coloranti naturali<br />

• Fibre vegetali<br />

• Biocombustibili<br />

• Biolubrificanti<br />

• Biopolimeri<br />

• Fitofarmaci di origine vegetale<br />

Il progetto Activa 506


GRIGLIA DEGLI SCENARI<br />

Rivolta ai PRODUTTORI<br />

Allegato C<br />

Indicare la/e coltura/e no-food attualmente coltivata/e o che avete intenzione di introdurre nella<br />

vostra produzione.<br />

Coltura 1:<br />

Coltura 2:<br />

Coltura 3:<br />

Che cosa sostituisce o andrebbe a sostituire la/e coltura/e no-food di riferimento? (Barrare la<br />

risposta corrispondente)<br />

Altre colture (se sì, specificare di seguito quali)<br />

Set-aside<br />

Mettete o mettereste la/e coltura/e no-food in rotazione? Se sì, con quali altre colture?<br />

Come valutate l'idoneità del vostro territorio alla/e coltura/e no-food in questione (sia dal punto<br />

di vista delle rese che della qualità)? (Indicare l'ambito territoriale di riferimento)<br />

Quali implicazioni può avere l'introduzione della/e coltura/e no-food di riferimento dal punto di<br />

vista ambientale (input chimici, irrigazione, input energetici, fertilità del suolo, ecc.)?<br />

Quali implicazioni può avere l'introduzione della/e coltura/e no-food dal punto di vista del<br />

reddito aziendale?<br />

Prevedete la possibilità di vendita e/o di utilizzo aziendale di co-prodotti derivanti dalla/e<br />

coltura/e no-food in questione? Se sì, quali?<br />

Il progetto Activa 507


Allegato C<br />

A quali condizioni sarebbe possibile la coltivazione delle colture no-food? (Barrare le<br />

condizioni ritenute necessarie e indicarne la motivazione)<br />

Condizioni interne Motivazione<br />

Variazione di tecniche di<br />

coltivazione<br />

Adeguamento del parco<br />

macchine<br />

Cambiamenti organizzativi<br />

Condizioni economiche (costi di<br />

produzione, prezzo di vendita)<br />

Altro (specificare)<br />

Condizioni esterne Motivazione<br />

Accettabilità/richiesta da parte<br />

dell'industria<br />

Apertura di particolari mercati<br />

Soluzione di problemi tecnologici<br />

Autorizzazioni amministrative,<br />

ecc.<br />

Regime di incentivazione<br />

Altro (specificare)<br />

Il progetto Activa 508


GRIGLIA DEGLI SCENARI<br />

Allegato C<br />

Rivolta ai: TRASFORMATORI PRIMARI, TRASFORMATORI<br />

SECONDARI, UTILIZZATORI PRIMARI, UTILIZZATORI SECONDARI<br />

Quali sono le caratteristiche merceologiche del prodotto convenzionale ritenute<br />

indispensabili?<br />

Quali sono le caratteristiche merceologiche del prodotto sostitutivo (ottenuto da colture nofood)<br />

che potrebbero differenziare positivamente o negativamente il prodotto?<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, quali altre caratteristiche, oltre a quelle merceologiche,<br />

differenziano l'output finale (inteso sia in termini di prodotto finito, es. capo di abbigliamento,<br />

che di produzione finale, es. calore, energia) ottenuto attraverso processi che utilizzano<br />

materie prime di origine vegetale (colture no-food)?<br />

Il progetto Activa 509


Allegato C<br />

A quali condizioni sarebbe possibile l’utilizzo del prodotto derivante da materia prima di<br />

origine vegetale (da colture no-food)? (Barrare le condizioni ritenute necessarie e indicarne la<br />

motivazione)<br />

Condizioni interne Motivazione<br />

Variazioni impiantistiche<br />

Variazioni di processo<br />

Cambiamenti organizzativi<br />

Condizioni economiche (costi,<br />

prezzo del prodotto finale)<br />

Altro (specificare)<br />

Condizioni esterne Motivazione<br />

Accettabilità/richiesta da parte<br />

dei consumatori<br />

Apertura di particolari mercati<br />

Soluzione di problemi tecnologici<br />

Autorizzazioni amministrative,<br />

ecc.<br />

Regimi di incentivazione<br />

Altro (specificare)<br />

Il progetto Activa 510


GRIGLIA DEGLI SCENARI<br />

Rivolta ai DISTRIBUTORI<br />

Allegato C<br />

Quali caratteristiche merceologiche del prodotto ottenuto attraverso processi che utilizzano<br />

materie prime di origine vegetale (colture no-food) sono ritenute importanti rispetto al prodotto<br />

convenzionale per favorirne il consumo?<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, quali altre caratteristiche, oltre a quelle merceologiche,<br />

differenziano l'output finale (inteso sia in termini di prodotto finito, es. capo di abbigliamento,<br />

che di produzione finale, es. calore, energia) ottenuto attraverso processi che utilizzano<br />

materie prime di origine vegetale (colture no-food)?<br />

Quali condizioni possono favorire il consumo di questi prodotti? (Barrare le condizioni ritenute<br />

necessarie e indicarne la motivazione)<br />

Condizioni Motivazione<br />

Azioni informative e promozionali<br />

Accessibilità del prezzo<br />

(indicare la % massima di<br />

maggiorazione sostenibile)<br />

Adeguatezza delle caratteristiche<br />

merceologiche<br />

Presenza di incentivazioni da<br />

parte pubblica<br />

Rispondenza all'evoluzione del<br />

quadro normativo<br />

Altro (specificare)<br />

Il progetto Activa 511


GRIGLIA DEGLI SCENARI<br />

Rivolta ai GESTORI DEGLI OUTPUT SECONDARI<br />

GESTIONE SOTTOPRODOTTI/COPRODOTTI<br />

Allegato C<br />

Prevedete la possibilità di sviluppo di un mercato dei sottoprodotti/coprodotti derivanti dalla/e<br />

coltura/e no-food di riferimento? Se sì, quali? (Elencare in ordine di importanza decrescente)<br />

Ritenete, inoltre, che il grado di sviluppo dei mercati già esistenti sia soddisfacente o che sia<br />

necessario incrementarli? (Specificare i mercati di riferimento)<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, a quali condizioni sarebbe possibile uno sviluppo stabile e<br />

duraturo nel tempo di tali mercati? (Barrare le condizioni ritenute necessarie e indicarne la<br />

motivazione)<br />

Condizioni interne Motivazione<br />

Variazione di tecniche di<br />

coltivazione<br />

Adeguamento del parco<br />

macchine<br />

Cambiamenti organizzativi<br />

Condizioni economiche (costi di<br />

produzione, prezzo di vendita)<br />

Consolidato sviluppo della filiera<br />

no-food nel suo complesso<br />

Altro (specificare)<br />

Il progetto Activa 512


Condizioni esterne Motivazione<br />

Accettabilità/richiesta da parte<br />

dell'industria<br />

Apertura di particolari mercati<br />

Soluzione di problemi tecnologici<br />

Autorizzazioni amministrative,<br />

ecc.<br />

Regime di incentivazione<br />

Altro (specificare)<br />

GESTIONE RIFIUTI/REFLUI<br />

Allegato C<br />

Prevedete una riduzione dei costi di gestione ambientale (smaltimento dei rifiuti, trattamento<br />

dei reflui, ecc.) con la messa in atto della filiera no-food di riferimento? (Motivare la risposta)<br />

Su quali output di scarto, derivanti dalla/e coltura/e no-food in questione, riservate le principali<br />

aspettative ai fini del loro recupero, riutilizzo e riciclaggio?<br />

Intravedete la possibilità di sviluppo di un mercato del compost di qualità derivante dal<br />

recupero dei materiali di scarto prodotti attraverso i processi produttivi relativi alla/e coltura/e<br />

no-food di riferimento?<br />

Il progetto Activa 513


GRIGLIA DEGLI SCENARI<br />

Allegato C<br />

Rivolta agli: ORGANISMI DI RICERCA,<br />

ORGANISMI DI ASSISTENZA TECNICA, ORGANIZZAZIONI DI<br />

SETTORE, AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, come può essere definito il livello della ricerca attualmente<br />

raggiunto relativamente al settore no-food di appartenenza? (Insufficiente, scarso, buono,<br />

ottimo; motivare la risposta)<br />

Sulla base delle vostre conoscenze, esiste la concreta possibilità di sviluppo della ricerca<br />

nell'ambito del settore no-food di appartenenza (interesse, prospettive di sviluppo, ecc.)?<br />

Il livello di coinvolgimento della ricerca, secondo voi, dovrebbe essere regionale, nazionale o<br />

europeo/internazionale? (Motivare la risposta)<br />

Esistono squilibri nel livello di ricerca tra le diverse fasi della filiera (es. alcuni settori -<br />

agricolo, industriale, ecc. - sono attualmente più sviluppati di altri)? Quali dovrebbero essere<br />

gli aggiustamenti da perseguire e apportare?<br />

Il progetto Activa 514


Allegato C<br />

Esistono squilibri nel livello di ricerca tra le diverse filiere no-food (es. una filiera più sviluppata<br />

di altre)? Quali dovrebbero essere gli aggiustamenti da perseguire e apportare?<br />

A vostro parere, è attualmente sufficiente il livello di ricerca relativo al rapporto tra le singole<br />

filiere e il contesto in cui sono inserite (impatti ambientali e socio economici, sinergie, ecc.)?<br />

Quanto giudicate essere importante il coinvolgimento diretto degli operatori della filiera<br />

nell'ambito dei progetti di ricerca?<br />

Il progetto Activa 515


GRIGLIA DI ANALISI QUANTITATIVA<br />

Rivolta ai: PRODUTTORI, TRASFORMATORI PRIMARI,<br />

TRASFORMATORI SECONDARI, UTILIZZATORI PRIMARI,<br />

UTILIZZATORI SECONDARI, ORGANISMI DI RICERCA,<br />

ORGANIZZAZIONI DI SETTORE<br />

Produttori<br />

Estensione delle colture interessate - Coltura 1 (ha)<br />

Estensione delle colture interessate - Coltura 2 (ha)<br />

Estensione delle colture interessate - Coltura 3 (ha)<br />

Produzione complessiva (t)<br />

Resa del prodotto principale (t/ha)<br />

Resa co-prodotto/i (t/ha)<br />

Costi di produzione totali (Euro/ha)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/t)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/t)<br />

Trasformatori primari<br />

Resa di trasformazione/sintesi (%)<br />

Resa co-prodotto/i (%)<br />

Costo di trasformazione/sintesi (Euro/t)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/t)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/t)<br />

Tradizionale<br />

(alimentare)<br />

Tradizionale<br />

(alimentare)<br />

Trasformatori secondari Convenzionale<br />

Resa di trasformazione/sintesi (%)<br />

Resa co-prodotto/i (%)<br />

Costo di trasformazione/sintesi (Euro/kg)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/kg)<br />

Prezzo co-prodotto/i (Euro/kg)<br />

Utilizzatori (primari e secondari) Convenzionale<br />

Imprese coinvolte nel settore in Toscana (n°)<br />

Produzione complessiva del settore in Toscana (t; kg; m;<br />

n° pezzi; ecc.)<br />

Produzione aziendale (t; kg; m; n° pezzi; ecc.)<br />

Costo di approvvigionamento del prodotto trasformato<br />

(Euro/t; Euro/kg)<br />

Prezzo del prodotto principale (Euro/t; Euro/kg; Euro/m;<br />

Euro/pz.; ecc.)<br />

Allegato C<br />

Sostitutiva<br />

(non alimentare)<br />

Sostitutiva<br />

(non alimentare)<br />

Sostitutivo (di<br />

origine vegetale)<br />

Sostitutivo (di<br />

origine vegetale)<br />

Il progetto Activa 516


Prezzo co-prodotto/i (Euro/t; Euro/kg;Euro/m; Euro/pz.;<br />

ecc.)<br />

GRIGLIA DEI VINCOLI E DELLE OPPORTUNITÀ<br />

Allegato C<br />

Indicare il tavolo di filiera di appartenenza 2 :_______________________________<br />

La invitiamo ad indicare la tipologia di operatore/referente che Lei rappresenta<br />

per la filiera di riferimento:<br />

_ Produttori (soggetti agricoli che realizzano la materia prima)<br />

_ Trasformatori primari (soggetti industriali che operano una prima<br />

trasformazione della materia prima e che intrattengono un rapporto diretto con<br />

i produttori)<br />

_ Trasformatori secondari (soggetti industriali che rendono la materia prima<br />

semi-trasformata utilizzabile nei processi produttivi e che non hanno rapporti<br />

diretti con i produttori)<br />

_ Utilizzatori primari (soggetti industriali che utilizzano nel processo produttivo la<br />

materia prima trasformata)<br />

_ Utilizzatori secondari (soggetti industriali che utilizzano nel processo produttivo<br />

i prodotti intermedi derivati dalla materia prima trasformata)<br />

_ Distributori (soggetti partecipanti alla fase distributiva del prodotto finale,<br />

direttamente o indirettamente a contatto con i consumatori)<br />

_ Gestori degli ouput secondari (gestori dei sottoprodotti/coprodotti delle colture<br />

no-food, siano essi soggetti agricoli o industriali e i gestori dei rifiuti e dei reflui<br />

derivanti dai processi produttivi delle colture no-food)<br />

_ Organismi di ricerca<br />

_ Organismi di assistenza tecnica<br />

_ Organizzazioni di settore<br />

_ Amministrazione pubblica<br />

o Comunale<br />

o Provinciale<br />

o Regionale<br />

2<br />

• Biomasse lignocellulosiche a destinazione energetica<br />

• Coloranti naturali<br />

• Fibre vegetali<br />

• Bio-combustibili<br />

• Biolubrificanti<br />

• Biopolimeri<br />

• Fitofarmaci di origine vegetale<br />

Il progetto Activa 517


o Nazionale<br />

o Comunitaria<br />

Allegato C<br />

Dal suo punto di vista quali informazioni possono condizionare la scelta produttiva e in che<br />

misura?<br />

Indicare per ciascuna tipologia sotto elencata in che modo le<br />

informazioni possono condizionare la scelta produttiva.<br />

Informazioni relative agli aspetti colturali<br />

(es. specifiche sulle tecniche colturali)<br />

Informazioni relative agli aspetti tecnici/tecnologici<br />

(es. disponibilità di macchine agricole/tecnologie di<br />

trasformazione)<br />

Informazioni relative agli aspetti economici<br />

(es. costi di produzione, forme di incentivazione)<br />

Informazioni relative agli aspetti di mercato<br />

(es. inserimento del prodotto sul mercato,<br />

dimensioni del mercato)<br />

Informazioni relative agli aspetti di carattere<br />

organizzativo<br />

(es. accordi di fornitura, contratti con l’industria di<br />

trasformazione)<br />

Informazioni relative agli aspetti<br />

amministrativi/burocratici (es. procedure<br />

autorizzative)<br />

Informazioni relative agli aspetti normativi<br />

(es. norme che regolano il potenziale utilizzo dei<br />

prodotti)<br />

Altro (specificare eventuali altre categorie di<br />

informazioni non indicate)<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta nel suo complesso:<br />

Irrilevante Debole Considerevole Decisivo<br />

Il progetto Activa 518


Allegato C<br />

Dal suo punto di vista in che modo le seguenti tipologie di servizi favoriscono e consolidano i<br />

rapporti tra gli operatori di filiera?<br />

Indicare per ciascuna tipologia in che modo alcuni servizi<br />

possono condizionare il rapporto tra gli operatori di filiera.<br />

Servizi di intermediazione da parte di<br />

organizzazioni di categoria, cooperative,<br />

soggetti pubblici, ecc.<br />

Servizi di supporto sul piano produttivo<br />

(es. contoterzismo)<br />

Servizi di consulenza sul piano tecnico<br />

Irrilevante Debole Considerevole Decisivo<br />

Servizi di consulenza sul piano commerciale<br />

Servizi di consulenza sul piano finanziario<br />

Attività di ricerca e relativa disponibilità di<br />

risultati sperimentali trasferibili alla realtà locale<br />

Altro (specificare eventuali altri servizi non<br />

indicati)<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta nel suo complesso:<br />

Dal suo punto di vista quale dei seguenti aspetti organizzativi è da ritenersi più problematico<br />

per la strutturazione e/o il consolidamento della filiera:<br />

Indicare gli aspetti organizzativi ritenuti più problematici per la strutturazione della filiera.<br />

Più problematico/i<br />

Aspetti organizzativi legati al rapporto tra produttori e trasformatori primari<br />

Aspetti organizzativi legati al rapporto tra trasformatori primari e trasformatori<br />

secondari<br />

Aspetti organizzativi legati ai rapporti tra trasformatori e utilizzatori<br />

Aspetti organizzativi legati ai rapporti tra operatori di filiera e altri soggetti (es. enti di<br />

controllo e certificazione)<br />

Altro (specificare eventuali altri rapporti tra operatori di filiera non indicati)<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta:<br />

Il progetto Activa 519


Allegato C<br />

Dal suo punto di vista in che modo le varie politiche di finanziamento/agevolazione/supporto<br />

contribuiscono nella fase attuale alla strutturazione o al consolidamento della filiera?<br />

Indicare per ciascuna tipologia in che modo gli indirizzi politici<br />

possono contribuire alla strutturazione della filiera. Irrilevante Debole Considerevole Decisivo<br />

Politiche agricole e di sviluppo rurale<br />

Politiche a supporto dell'innovazione industriale<br />

Politiche a sostegno dell'imprenditoria giovanile<br />

Politiche di agevolazione fiscale<br />

Politiche della formazione<br />

Politiche a supporto della ricerca applicata<br />

Altro (specificare eventuali altre politiche ritenute<br />

di interesse per la filiera)<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta:<br />

Dal suo punto di vista quale politica di finanziamento/agevolazione/supporto è ritenuta<br />

strategicamente più rilevante per garantire nel futuro l’avvio o il consolidamento della filiera?<br />

Indicare gli indirizzi politici ritenuti strategicamente più rilevanti per la strutturazione della filiera. Strategicamente<br />

più rilevante/i<br />

Politiche agricole e di sviluppo rurale<br />

Politiche a supporto dell'innovazione industriale<br />

Politiche a sostegno dell'imprenditoria giovanile<br />

Politiche di agevolazione fiscale<br />

Politiche della formazione<br />

Politiche a supporto della ricerca applicata<br />

Altro (specificare eventuali altre politiche ritenute di interesse per la filiera)<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta:<br />

Il progetto Activa 520


Dal suo punto di vista, in sintesi, quali dei seguenti aspetti rappresentano i vincoli più<br />

significativi per la filiera:<br />

(assegnare un punteggio da 1 a 10 in funzione della minore o maggiore importanza attribuita agli aspetti sotto elencati)<br />

Ecologici (es. impatti sull’ecosistema)<br />

Agro-pedo-climatici (es. adattabilità delle colture alle condizioni ambientali locali)<br />

Infrastrutturali (es. non adeguatezza della viabilità) e strutturali (es. inadeguatezza dei<br />

capannoni aziendali/industriali)<br />

Tecnici e tecnologici (es. adozione di macchine agricole, tecnologie di produzione o<br />

trasformazione non ordinarie)<br />

Organizzativi (es. rapporti con nuovi soggetti di filiera)<br />

Economici (es. costi aggiuntivi rispetto alla produzione/trasformazione di materie prime<br />

ordinarie)<br />

Di mercato (es. identificazione del mercato su cui posizionare il prodotto)<br />

Normativi (es. aspetti normativi specifici per il settore)<br />

Conoscitivi/culturali (es. conoscenze specifiche per la produzione/trasformazione di materie<br />

prime da colture no-food)<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta:<br />

Dal suo punto di vista, in sintesi, quali dei seguenti aspetti rappresentano le opportunità più<br />

significative per la filiera:<br />

(assegnare un punteggio da 1 a 10 in funzione della minore o maggiore importanza attribuita agli aspetti sotto elencati)<br />

Agro-ambientali (es. aumento della fertilità per la diversificazione colturale) e paesaggistici<br />

(es. riqualificazione di aree abbandonate/marginali)<br />

Produttivi (es. valorizzazione di aree non competitive per produzioni convenzionali)<br />

Economici (es. incremento del reddito aziendale)<br />

Di mercato (es. sbocchi alternativi di mercato)<br />

Commerciali (es. immagine più caratterizzata della propria produzione)<br />

Agevolazioni pubbliche (es. finanziamenti, detassazioni, priorità nei finanziamenti ecc)<br />

Sicurezza sul luogo di lavoro (es. riduzione dei rischi da utilizzo di prodotti tossici)<br />

Riduzione dei costi di smaltimento o trattamento dei reflui rispetto ai processi industriali<br />

convenzionali<br />

Si prega di motivare, anche sinteticamente, la risposta:<br />

Allegato C<br />

Il progetto Activa 521


Allegato D - Griglie Soggetti di Filiera<br />

d.1 Biocarburanti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

FORNITORI (relativamente ai<br />

produttori)<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

PRODUTTORI<br />

TRASFORMATORI<br />

UTILIZZATORI<br />

Primari<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Industria<br />

sementiera<br />

Aziende agricole<br />

Aziende agricole<br />

estere (Canada,<br />

paesi<br />

extracomunitari)<br />

Industria di<br />

spremitura dei<br />

semi oleosi<br />

Industria di<br />

triturazione dei<br />

semi oleosi estere<br />

(paesi<br />

extracomunitari)<br />

Industrie<br />

petrolifere che<br />

commercializzano<br />

l’olio puro per<br />

produzione di<br />

energia elettrica e<br />

calore<br />

Industrie di<br />

raffinazione<br />

dell’olio vegetale<br />

Industrie petrolifere e affini<br />

(gas naturale, elettricità,<br />

idrogeno, etc.)<br />

Industrie di raffinazione<br />

dell’olio vegetale<br />

Industrie chimiche produttrici<br />

di bioetanolo estere (Brasile,<br />

Stati Uniti, Spagna)<br />

Industrie petrolifere che<br />

miscelano e<br />

commercializzano il<br />

bioetanolo<br />

Industria di<br />

estrazione dello<br />

zucchero dalle<br />

materie prime<br />

agricole<br />

Industrie chimiche<br />

produttrici di<br />

biodiesel (transesterificazione)<br />

Industrie chimiche<br />

produttrici di<br />

bioetanolo<br />

(fermentazione)<br />

Industrie chimiche<br />

produttrici di ETBE (da<br />

reazione del<br />

bioetanolo con<br />

isobutilene)<br />

Mangimifici<br />

(panelli proteici)<br />

Industrie dei<br />

fertilizzanti<br />

(panelli<br />

proteici)<br />

Il progetto Activa 522


UTILIZZATORI<br />

Secondari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

DISTRIBUTORI<br />

Indicare i principali soggetti<br />

CONSUMATORI<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di UTILIZZO Primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di UTILIZZO Primario<br />

Industria<br />

cosmetica<br />

(glicerina:<br />

sottoprodotto<br />

della transesterificazione)<br />

Distributori<br />

locali di<br />

carburanti<br />

Consumatori di<br />

carburanti per<br />

auto-trazione<br />

privati, pubblici<br />

Petrolio<br />

(processo di<br />

raffinazione)<br />

Olio vegetale<br />

(da<br />

oleaginose)<br />

Gasolio per<br />

autotrazione e<br />

riscaldamento<br />

Olio vegetale<br />

tal quale<br />

Industria farmaceutica<br />

(glicerina)<br />

Imprese locali di<br />

stoccaggio e vendita<br />

(biocarburanti per il<br />

riscaldamento)<br />

Consumatori di<br />

carburanti per il<br />

riscaldamento<br />

Etanolo<br />

Etanolo di origine<br />

vegetale (da cerali:<br />

sorgo zuccherino,<br />

grano, etc.)<br />

Benzina per<br />

autotrazione<br />

Industria chimica<br />

(glicerina)<br />

Vendita<br />

all'ingrosso di oli<br />

e lubrificanti<br />

Consumatori di<br />

carburanti per la<br />

produzione di<br />

energia elettrica<br />

N da<br />

azotofissazione<br />

industriale<br />

Proteine vegetali<br />

(come mangimi o<br />

fertilizzanti)<br />

Gas metano per<br />

autotrazione e<br />

riscaldamento<br />

Industrie petrolifere<br />

che miscelano e<br />

commercializzano il<br />

biodiesel<br />

Vendita al dettaglio<br />

di oli e lubrificanti<br />

GPL per<br />

autotrazione e<br />

riscaldamento<br />

Biodiesel Bioetanolo ETBE<br />

Industrie petrolifere<br />

che miscelano e<br />

commercializzano<br />

l’ETBE<br />

Energia elettrica<br />

Allegato D<br />

Aziende produttrici di<br />

kit per l’impiego<br />

dell’olio vegetale tal<br />

quale per<br />

autotrazione<br />

Il progetto Activa 523


d.2 Biolubrificanti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

FORNITORI (relativamente ai<br />

produttori)<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

PRODUTTORI<br />

Concorrenti<br />

TRASFORMATORI<br />

Primari<br />

TRASFORMATORI<br />

Secondari<br />

UTILIZZATORI<br />

Primari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Ditte sementiere per oleaginose non food<br />

Aziende agricole con seminativo inserito nella<br />

PAC<br />

Aziende che estraggono il petrolio<br />

Aziende che estraggono e raffinano olio<br />

Aziende petrolchimiche<br />

Aziende che preparano formulati BL<br />

attraverso additivazioni con prodotti<br />

rinnovabili e/o a ridotto impatto ambientale<br />

Aziende che preparano formulati lubrificanti<br />

da materiali di origine fossile<br />

Industria:<br />

• Tessile (a)<br />

• Conciaria (b)<br />

• Cartaria (c)<br />

• Meccanica (lavorazione metalli d1,<br />

trivellazione d2, idraulica d3,<br />

lubrificazione motori d4)<br />

• Agroalimentare (e)<br />

Le stesse tipologie di imprese che utilizzano<br />

lubrificanti di origine fossile<br />

Aziende che preparano formulati lubrificanti<br />

di sintesi a base di prodotti di origine<br />

vegetale<br />

Aziende che preparano formulati lubrificanti<br />

sintetici<br />

Allegato D<br />

Il progetto Activa 524


UTILIZZATORI<br />

Secondari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

DISTRIBUTORI<br />

Indicare i principali soggetti<br />

CONSUMATORI<br />

Indicare i principali soggetti che si<br />

occupano dello SMALTIMENTO<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di UTILIZZO primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di UTILIZZO primario<br />

Confezionisti che utilizzano materiali trattati<br />

con BL (a,b,)<br />

Confezionisti che utilizzano materiali<br />

tradizionali (a,b)<br />

Distribuzione all’ingrosso<br />

in genere operata<br />

direttamente dai<br />

trasformatori secondari<br />

(a,b,c,d,e)<br />

Distribuzione al<br />

dettaglio del prodotto<br />

finito (a,b,c,d4,e)<br />

Cittadini (a,b,c, d4,e) Nei casi d1, d2, d3<br />

sono gli stessi<br />

utilizzatori primari<br />

Consorzio nazionale di<br />

raccolta e trattamento<br />

degli oli e dei grassi<br />

vegetali e animali esausti<br />

Consorzio Obbligatorio<br />

degli Oli Usati (COOU)<br />

(minerali e sintetici)<br />

Petrolio Sostanze di sintesi<br />

Olio di girasole alto oleico Olio di brassicacee alto<br />

erucico<br />

Formulati derivati dal<br />

petrolio (alchilbenzeni)<br />

Formulati derivati da oli<br />

vegetali a diversa viscosità<br />

Prodottori di carta e cartoni con l’utilizzo di<br />

BL (c)<br />

Allegato D<br />

Artigiani che<br />

utilizzano pelli<br />

trattate con BL (b)<br />

Prodottori di carta e cartoni tradizionali (c) Artigiani che<br />

utilizzano pelli<br />

trattate con oli fossili<br />

(b)<br />

Costruttori di impianti di<br />

smaltimento dei reflui (a,b)<br />

Numerose applicazioni (a,b,c,d1,d2) non<br />

prevedono smaltimento in quanto utilizzati a<br />

dispersione<br />

Altri oli Oli di sintesi a base di prodotti vegetali<br />

Il progetto Activa 525


Informazioni-guida per la lettura della griglia dei biolubrificanti<br />

Allegato D<br />

I biolubrificanti possono essere utilizzati in molte applicazioni industriali in cui vengono oggi utilizzati i lubrificanti derivati dal petrolio (alchilbenzeni) generalmente<br />

senza modifiche di processo; nella griglia si fa riferimento a oleanti utilizzati:<br />

a. nell’industria tessile in fase di cardatura della lana per produrre il filato, si utilizzano oli minerali in diluizione con acqua. Soprattutto nei reparti di<br />

preparazione meno aggiornati dove la mista viene fatta ricadere dall'alto attraverso i cicloni, direttamente nei locali di lavoro e non nei box, tali oli<br />

rimangono in sospensione nell’aria e possono essere pericolosi per gli operatori. In fase di finissaggio gli oli vengono poi quasi integralmente lavati e<br />

vengono così dispersi nelle acque superficiali insieme ai tensioattivi (in genere nonilfenoli) necessari per “lavarli” dalla lana. Si tratta di formulati che<br />

devono avere spiccate proprietà ingrassanti oltre ad essere atossici e facilmente lavabili. Gli oli di origine vegetale ad alto contenuto di acido oleico sono<br />

particolarmente adatti a questo tipo di utilizzo e si propongono come alternative a baso impatto ambientale.<br />

b. Nell’industria conciaria, sia nella fase di concia che in quella di finissaggio, per ammorbidire la pelle. Se usati in eccesso durante la concia vengono poi<br />

dispersi nelle acque superficiali, mentre in ogni caso vengono poi lentamente rilasciati dal pellame ai vestiti dei consumatori. Anche in questo caso<br />

vengono richieste al formulato buone proprietà ingrassanti, ma, contrariamente a quanto avviene nel comparto tessile, è richiesto un olio che permanga a<br />

lungo nella pelle in modo che ne mantenga la “morbidezza”. In questo caso la non tossicità è richiesta sia per gli operatori che per i consumatori. L’olio di<br />

brassicacea alto erucico e l’olio di girasole alto oleico si propongono come alternative a ridotto impatto ambientale.<br />

c. nell’industria cartaria nella lubrificazione dei cuscinetti. E’ richiesto un oleante con buone caratteristiche lubrificanti, elevata resistenza all’acqua ed alla<br />

temperatura medio-alta (140°C). La chimica verde propone oli vegetali ad alto contenuto di acido erucico e olio di girasole alto oleico)<br />

d. nell’industria meccanica:<br />

1) per la lavorazione dei metalli in genere e nella tempra dei metalli in particolare. L’oleante deve avere elevato potere lubrificante, buona<br />

resistenza all’ossidazione e bassa tossicità dato che viene disperso nell’aria in ambiente di lavoro. Gli oli vegetali sono caratterizzati da ottima<br />

bagnabilità dei metalli e completa atossicità.<br />

2) per l’escavazione di pozzi idraulici e geotermici, nella lubrificazione delle trivelle per ridurre l’attrito alla penetrazione nel terreno. Vengono<br />

totalmente dispersi nel suolo e nel sottosuolo con rischio di inquinamento delle falde acquifere. Sono richiesti oli ad elevato potere lubrificante e<br />

altamente biodegradabili, quali ad esempio oli derivati da alcune brassicacee.<br />

3) nei sistemi idraulici, per la trasmissione del movimento. E’richiesta una bassa degradabilità e specifiche caratteristiche quali la viscosità e la<br />

resistenza alla compressione. In questo settore la biodegradabilità degli oli vegetali può essere un fattore limitante, in questi casi tuttavia non<br />

trattandosi di utilizzo a dispersione, l’utilizzo di lubrificanti di sintesi (se conferiti agli appositi consorzi di smaltimento e rigenerazione) non<br />

produce impatti molto elevati.<br />

4) nella lubrificazione dei motori. E’ richiesta una bassa degradabilità e stabilità ossidativa, alto punto di infiammabilità, basso punto di<br />

congelamento e minime variazioni anche a temperature molto elevate (la temperatura di esercizio è circa 125°C) Tale utilizzazione mal si presta<br />

all’utilizzo di oli vegetali in considerazione della loro maggiore ossidabilità ad eccezione della lubrificazione di tutti i motori a scoppio a due tempi.<br />

e. nelle industrie agroalimentari per la lubrificazione dei macchinari in genere e per alcune applicazioni particolari come ad esempio per la fase di<br />

stampaggio delle vaschette in alluminio. La caratteristica principale richiesta è, oltre al buon potere lubrificante, la completa atossicità dei prodotti al fine<br />

di minimizzare la successiva fase di lavaggio e dui tollerare la presenza di eventuali residui. Gli oli vegetali sono caratterizzati da ottima bagnabilità dei<br />

metalli e completa atossicità.<br />

Il progetto Activa 526


d.3 Biomasse<br />

Indicare i principali soggetti<br />

FORNITORI (relativamente ai<br />

produttori)<br />

PRODUTTORI<br />

TRASFORMAT<br />

ORI<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Aziende agricole<br />

agricole<br />

• residui di cereali (a)<br />

• arboricoltura da legno<br />

(b, c)<br />

• pioppicoltura (b, c)<br />

• frutteti, oliveti, vigna (c)<br />

• colture dedicate erbacee<br />

(a)<br />

• colture dedicate arboree<br />

(b, c)<br />

Industrie di prima<br />

trasformazione estere (es.<br />

Canada, Svezia, Finlandia,<br />

Austria, Congo, Ecuador)<br />

con trasporto su nave e<br />

treno (c, d)<br />

Ditte di pellettizzazione (a, b,<br />

c, e)<br />

Pannellifici (cippato di legno)<br />

(b)<br />

Aziende e<br />

cooperative di<br />

utilizzazioni<br />

forestali<br />

boschive<br />

• legna da<br />

ardere (b)<br />

• residui di<br />

interventi<br />

selvicolturali (c)<br />

Imprese boschive<br />

ed aziende<br />

agricole estere<br />

(es. Austria,<br />

Francia, Europa<br />

Orientale) con<br />

trasporto su treno<br />

ed autotreno (b)<br />

Cartiere<br />

(tronchetti e<br />

cippato di alta<br />

qualità) (b)<br />

Aziende di prima<br />

trasformazione del<br />

legno (segherie)<br />

di prima<br />

trasformazione del<br />

legno (segherie)<br />

• refili e scarti di<br />

taglio(c)<br />

• segatura (d)<br />

Allevamenti zootecnici<br />

(residui di cereali per<br />

lettiera) (a)<br />

Aziende di<br />

seconda<br />

trasformazione del<br />

legno (es.<br />

mobilifici)<br />

di seconda<br />

trasformazione<br />

del legno<br />

(mobilifici, pallet)<br />

• scarti (c)<br />

• segatura (d)<br />

Ditte di<br />

pellettizzazione<br />

estere (es. Svezia,<br />

Austria,<br />

Germania, USA)<br />

(e)<br />

Industrie agroalimentari<br />

agro-alimentari<br />

di prima<br />

trasformazione<br />

(es. pula di riso,<br />

gusci di frutta<br />

secca)<br />

(a, c)<br />

Allegato D<br />

Società di servizi<br />

di gestione del<br />

verde urbano<br />

residui di<br />

potatura e<br />

manutenzione<br />

(b, c)<br />

Il progetto Activa 527


UTILIZZATORI<br />

Primari<br />

UTILIZZATORI<br />

Secondari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

DISTRIBUTORI<br />

Indicare i principali soggetti<br />

CONSUMATORI<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di TRASFORMAZIONE<br />

Privati o pubblici dotati di<br />

caldaie medio piccole per il<br />

riscaldamento di abitazioni e<br />

strutture aziendali (b,c,e)<br />

Privati o pubblici dotati di<br />

caldaie tradizionali a<br />

combustibili fossili (metano,<br />

gasolio, gpl)<br />

Imprese di gestione della<br />

rete elettrica<br />

Grossisti di pellet,<br />

cippato e biomassa<br />

ligno-cellulosica di<br />

pezzatura maggiore<br />

Utenti pubblici e privati<br />

dotati di caldaia propria<br />

Petrolio<br />

Privati o pubblici<br />

dotati di caldaie<br />

di dimensione<br />

medio/grande e<br />

rete di<br />

teleriscaldamento<br />

(a, b)<br />

Centrali elettriche<br />

a combustibili<br />

fossili (carbone,<br />

petrolio)<br />

Industrie che<br />

utilizzano calore<br />

o vapore prodotti<br />

da terzi per i<br />

propri processi<br />

produttivi<br />

Vendita diretta di<br />

pellet e legna in<br />

ciocchi<br />

Utenti pubblici o<br />

privati collegati<br />

alla rete di<br />

teleriscaldamento<br />

Centrali elettriche a<br />

biomasse (solo<br />

elettrico o<br />

cogenerazione) (a, b)<br />

Centrali di potenza<br />

Segatura Cippato Paglie<br />

Industrie che<br />

producono calore<br />

o vapore per i<br />

propri processi<br />

produttivi (b,c,e)<br />

Residui grossolani<br />

(refili, sciaveli,<br />

toppi, etc.)<br />

Allegato D<br />

Il progetto Activa 528


Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di UTILIZZO primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di UTILIZZO primario<br />

Gasolio GPL Metano Carbone<br />

Cippato Pellet Legna in ciocchi<br />

Informazioni-guida per la lettura della griglia biomasse<br />

Residui industriali<br />

omogenei (gusci<br />

di nocciole, etc.)<br />

Paglie<br />

Allegato D<br />

La biomassa lignocellulosica per usi energetici può essere prodotta a partire da molte specie vegetali. Queste possono essere coltivate esclusivamente per<br />

questo fine oppure essere colture tradizionali che forniscono assieme ad un prodotto principale (es. il grano) altri prodotti o scarti (es. paglie di grano).<br />

Si può fare una suddivisione qualitativa delle biomasse in base alla loro attitudine alla combustione:<br />

• Biomassa erbacea che presenta alti contenuti percentuali in ceneri ricche di ossidi bassofondenti e corrosivi. Questa caratteristica limita il loro uso<br />

richiedendo generalmente caldaie specifiche in cui la combustione viene controllata per non superare i 700°C circa (temperatura di rammollimento delle ceneri).<br />

Questa limitazione di temperatura riduce il livello di efficienza energetica sia nella produzione di calore che, in maniera molto rilevante, nella produzione di<br />

energia elettrica.<br />

• Biomassa legnosa che presenta contenuti in ceneri estremamente più bassi e normalmente povere di ossidi bassofondenti. La combustione può essere<br />

realizzata a circa 1.000°C, in condizioni ottimali, con un più efficace abbattimento delle emissioni nocive (CO, NOx, etc…) e una effettiva ottimizzazione<br />

energetica.<br />

La biomassa può essere prodotta e commercializzata in varie pezzature a seconda del produttore e che si tratti di residui o coltura dedicata:<br />

• Fusti interi, tondame e legna in ciocchi sono i prodotti tradizionali della selvicoltura e dell’arboricoltura. La legna in ciocchi (legna da ardere) è la forma<br />

tradizionale di “bioenergia” ma rientra appieno nel quadro di una innovativa fonte di energia rinnovabile grazie all’uso di modernissime caldaie a fiamma inversa<br />

per riscaldamento di singoli edifici. Le altre pezzature (o assortimenti) hanno normalmente un loro mercato (segagione, costruzioni, carta) ma in taluni casi<br />

possono essere utilizzati per la produzione di energia, in questo caso devono essere previamente ridotti in ciocchi o cippati. Le colture da energia arboree (cedui<br />

a turno breve) possono essere raccolte e vendute come fusti interi, questo viene normalmente fatto quando i fusti vengono lasciati in campo ad essiccare prima<br />

del loro utilizzo.<br />

• Cippato o scaglie viene prodotto a partire da fusti o ramaglie e residui industriali irregolari (sciaveli, refili, toppi e scarti di utilizzo). La cippatura viene<br />

realizzata per rendere la biomassa omogenea in pezzatura (le scaglie hanno una dimensione massima di 4-5 cm) e facilitare il trasporto e l’utilizzo finale. Le<br />

scaglie possono essere movimentate con coclee e nastri trasportatori assimilandole ad un fluido, rendendo altamente automatizzate tutte le fasi e<br />

particolarmente l’alimentazione delle caldaie a partire da magazzini in cui la biomassa viene accumulata.<br />

Le colture da energia, erbacee ed arboree vengono normalmente cippate direttamente alla raccolta e vendute in questa forma.<br />

• Segatura di legno viene prodotta dalle segherie e non può essere utilizzata direttamente per la conversione energetica ma è il materiale di partenza ideale<br />

per la produzione di pellet. Questi sono granuli di biomassa compattata di forma cilindrica. Il processo industriale deve essere alimentato con biomassa<br />

finemente tritata, per cui se si esclude la segatura, la biomassa deve essere previamente macinata fino alle dimensioni adeguate. I pellet possono essere prodotti<br />

Il progetto Activa 529


Allegato D<br />

con biomassa di qualunque tipo di specie vegetale e con mix di diversi tipi volti a raggiungere determinati parametri di qualità. I grandi vantaggi dei pellet sono la<br />

dimensione estremamente omogenea (ancor più gestibili del cippato), la densità apparente elevata ed il ridottissimo contenuto in umidità. Per via di queste<br />

caratteristiche spunta i migliori prezzi nel mercato delle biomasse da energia.<br />

Gli utilizzatori della biomassa si possono distinguere per il tipo di prodotto (calore o elettricità) e per la dimensione:<br />

• Caldaie domestiche per il riscaldamento di ambienti o edifici interi (anche di svariate migliaia di metri cubi). Possono essere alimentate a mano, nel caso di<br />

legna da ardere o presse di residui legnose o erbacei, o automatiche se impiegano cippato, pellet o residui industriali come gusci di nocciole e di mandorle. In<br />

questo caso l’utilizzatore consuma direttamente il calore e può trattarsi dello stesso produttore della biomassa (azienda agricola).<br />

• Caldaie medio grandi generalmente dotate di rete di teleriscaldamento per la distribuzione del calore agli utenti. Queste caldaie sono sempre alimentate a<br />

cippato ed automatizzate ed hanno sempre una dimensione locale sia come modello gestionale che per l’approvvigionamento della biomassa. Il calore viene<br />

venduto ad utenti pubblici o privati entro un raggio ridotto (fino a pochi Km) attraverso la rete di teleriscaldamento che rappresenta facilmente l’investimento più<br />

oneroso. In alcuni casi queste caldaie, ottimizzate per la produzione di calore, possono effettuare anche cogenerazione, combinando al calore anche la<br />

produzione di elettricità.<br />

• Centrali di potenza di grandi dimensioni, ottimizzate per la produzione di elettricità, richiedono una grande quantità di biomassa per il loro funzionamento.<br />

Raramente sono basate sulla cogenerazione (il calore viene disperso nell’ambiente) ed il rendimento massimo di elettricità è del 20-25% dell’energia contenuta<br />

nella biomassa (contro un 85-95% nella produzione di calore). Generalmente il bacino di raccolta della biomassa è molto ampio e spesso ricorrono a fonti di<br />

approvvigionamento estere.<br />

Il progetto Activa 530


d.4 Biopolimeri<br />

Indicare i principali soggetti<br />

FORNITORI (relativamente ai<br />

produttori)<br />

PRODUTTORI<br />

TRASFORMATORI<br />

Primari<br />

TRASFORMATORI<br />

Secondari<br />

UTILIZZATORI<br />

Primari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Ditte sementiere per piante<br />

ad elevato contenuto di<br />

amido o destrosio<br />

Aziende agricole che<br />

producono mais o altre<br />

piante da cui si ricava<br />

amido<br />

Aziende agricole che<br />

coltivano piante da cui non<br />

si ricava amido o destrosio<br />

Aziende agricole che producono mais o<br />

altre piante da cui si ricava destrosio<br />

Aziende che estraggono il petrolio<br />

Amiderie Aziende che trasformano il destrosio<br />

Aziende petrolchimiche<br />

Aziende che sintetizzano i<br />

BP da sostanze prime<br />

rinnovabili<br />

Aziende che sintetizzano<br />

plastiche tradizionali<br />

derivate dal petrolio<br />

Industria<br />

dell’imballag<br />

gio<br />

Aziende<br />

che<br />

producono<br />

protesi<br />

biomedicali<br />

Aziende che utilizzano<br />

plastiche tradizionali<br />

Aziende che sintetizzano bioplastiche<br />

da sostanze non rinnovabili<br />

Aziende agricole<br />

(teli per<br />

pacciamatura) e<br />

florovivaistiche<br />

(vasi)<br />

Aziende costruttrici<br />

di materiali<br />

compositi rinforzati<br />

con fibre naturali<br />

Aziende che<br />

producono legno o<br />

cellulosa<br />

Aziende tessili (BP<br />

per abbigliamento)<br />

Costruttori di<br />

pneumatici (BP<br />

per biofiller)<br />

Allegato D<br />

Aziende di<br />

catering<br />

Il progetto Activa 531


UTILIZZATORI<br />

Secondari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

DISTRIBUTORI<br />

Indicare i principali soggetti<br />

CONSUMATORI<br />

Indicare i principali soggetti che si<br />

occupano dello SMALTIMENTO<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di UTILIZZO primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di UTILIZZO primario<br />

Aziende di<br />

compostagg<br />

io che<br />

raccolgono<br />

sacchetti in<br />

BP per la<br />

frazione<br />

organica<br />

Medici che<br />

innestano<br />

protesi<br />

biomedicali<br />

Aziende<br />

automobilistiche<br />

per l’uso di<br />

compositi rinforzati<br />

con fibre naturali<br />

Distribuzione all’ingrosso (supermercati) Distribuzione al dettaglio<br />

(negozi)<br />

Cittadini (imballaggi, piatti e bicchieri,<br />

shoppers, materiali compositi, abbigliamento,<br />

auto e pneumatici, super-assorbenti)<br />

Consorzio Nazionale per la Raccolta, il<br />

Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di<br />

Imballaggi in Plastica (COREPLA). Fa parte<br />

di Conai.<br />

Confezionisti che<br />

utilizzano materiali<br />

contenenti BP<br />

Distributori di<br />

biomateriali per le<br />

aziende<br />

Allegato D<br />

Ditte che<br />

appaltano<br />

servizi ad<br />

esempio alla<br />

pubblica<br />

amministrazione<br />

Agricoltori (teli per pacciamatura Floricoltura (vasi) Pazienti (protesi<br />

bioplastiche)<br />

POLIECO - Consorzio per il<br />

riciclaggio dei beni in polietilene<br />

Petrolio Sostanze di sintesi<br />

Amido, destrosio, legno, cellulosa<br />

Plastiche derivate da petrolio Materiali compositi che<br />

utilizzano fibre di vetro<br />

Diverse sostanze polimeriche brevettate<br />

provenienti da:<br />

amido (es. materbi)<br />

destrosio (es. PLA)<br />

legno o cellulosa<br />

Materiali compositi che<br />

utilizzano fibre naturali di origine<br />

vegetale<br />

Associazione<br />

Italiana Ricostruttori<br />

Pneumatici AIRP<br />

Consorzio italiano<br />

compostatori<br />

(CIC)<br />

Il progetto Activa 532


d.5 Coloranti naturali<br />

Indicare i principali soggetti<br />

FORNITORI (relativamente ai<br />

produttori)<br />

PRODUTTORI<br />

TRASFORMAT<br />

ORI<br />

UTILIZZATORI<br />

Primari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Industria<br />

sementiera<br />

Aziende agricole<br />

Aziende agricole<br />

produttrici di colori<br />

naturali estere (India, El<br />

Salvador, nord<br />

America, sud-est<br />

asiatico)<br />

Aziende agricole (prima<br />

trasformazione e/o<br />

estrazione)<br />

Aziende agricole estere<br />

(India, El Salvador, sudest<br />

asiatico, Europa)<br />

Aziende di filatura<br />

tessile<br />

Aziende produttrici di<br />

vernici ecologiche per<br />

la bioedilizia ed il<br />

settore artistico<br />

Aziende vivaistiche<br />

Industrie chimiche di<br />

sintesi di coloranti<br />

Aziende di prima<br />

trasformazione<br />

(eventuale lavaggio,<br />

essiccazione)<br />

Aziende di prima<br />

trasformazione<br />

estere (India, El<br />

Salvador, sud-est<br />

asiatico, Europa)<br />

Aziende di<br />

estrazione<br />

Aziende di<br />

estrazione estere<br />

(India, El Salvador,<br />

sud-est asiatico,<br />

Europa)<br />

Aziende di tessitura Maglifici Tintorie tessili<br />

Aziende di cosmesi<br />

naturale<br />

Aziende del settore<br />

tessileabbigliamento<br />

che<br />

realizzano una<br />

integrazione<br />

verticale della filiera<br />

(compresa la<br />

produzione)<br />

Allegato D<br />

Concerie (tintura<br />

della pelle al<br />

naturale - fase di<br />

finissaggio)<br />

Il progetto Activa 533


UTILIZZATORI<br />

Secondari<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

DISTRIBUTORI<br />

Indicare i principali soggetti<br />

CONSUMATORI<br />

Aziende di filatura<br />

tessile che utilizzano<br />

coloranti di sintesi<br />

Aziende di cosmesi<br />

chimica<br />

Confezionisti<br />

Confezionisti di abiti<br />

tinti con coloranti di<br />

sintesi<br />

Vendita<br />

all'ingrosso<br />

dell'estratto<br />

concentrato e dei<br />

pigmenti<br />

Vendita<br />

all'ingrosso di<br />

vernici per la<br />

bioedilizia ed il<br />

settore artistico<br />

Consumatori di<br />

tessuti e prodotti<br />

tessili finiti<br />

Aziende di tessitura<br />

che utilizzano<br />

coloranti di sintesi<br />

Aziende estere<br />

utilizzatrici primarie<br />

di coloranti naturali<br />

(Francia, Germania,<br />

Giappone , Korea)<br />

Confezionisti di capi<br />

di abbigliamento in<br />

pelle<br />

Confezionisti di capi<br />

di abbigliamento in<br />

pelle tinti con<br />

coloranti di sintesi<br />

Vendita al dettaglio<br />

dell'estratto<br />

concentrato e dei<br />

pigmenti<br />

Vendita al dettaglio<br />

di vernici per la<br />

bioedilizia ed il<br />

settore artistico<br />

Consumatori di<br />

prodotti in pelle finiti<br />

Maglifici che<br />

utilizzano coloranti di<br />

sintesi<br />

Tintorie tessili che<br />

utilizzano coloranti<br />

di sintesi<br />

Calzaturifici Pelletterie<br />

Calzaturifici<br />

produttori di<br />

calzature in pelle<br />

tinte con coloranti di<br />

sintesi<br />

Vendita all'ingrosso<br />

di prodotti tessili<br />

colorati con coloranti<br />

naturali<br />

Vendita all'ingrosso<br />

dei prodotti della<br />

cosmesi naturale<br />

Consumatori di<br />

prodotti per la<br />

bioedilizia ed il<br />

settore artistico<br />

Pelletterie<br />

produttrici di<br />

borse, cinture,<br />

portafogli, etc.,<br />

tinti con coloranti<br />

di sintesi<br />

Vendita al<br />

dettaglio di<br />

prodotti tessili<br />

colorati con<br />

coloranti naturali<br />

Vendita al<br />

dettaglio dei<br />

prodotti della<br />

cosmesi naturale<br />

Consumatori di<br />

cosmetici naturali<br />

Concerie che<br />

utilizzano coloranti<br />

di sintesi<br />

Aziende estere<br />

utilizzatrici<br />

secondarie di<br />

coloranti naturali<br />

(India, Giappone,<br />

Germania, Francia)<br />

Vendita all'ingrosso<br />

dei prodotti della<br />

pelle (capi<br />

abbigliamento,<br />

calzature, prod. di<br />

pelletteria) colorati<br />

con coloranti<br />

naturali<br />

Allegato D<br />

Aziende produttrici<br />

di vernici di sintesi<br />

Vendita al<br />

dettaglio dei<br />

prodotti della pelle<br />

(capi<br />

abbigliamento,<br />

calzature, prod. di<br />

pelletteria) colorati<br />

con coloranti<br />

naturali<br />

Il progetto Activa 534


Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di UTILIZZO Primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di UTILIZZO Primario<br />

Derivati del<br />

petrolio<br />

Materia prima<br />

vegetale fresca o<br />

essiccata<br />

Colori di sintesi<br />

Parte utile della<br />

pianta tintoria<br />

essiccata<br />

Polvere: estratto non<br />

purificato<br />

Estratto concentrato<br />

delle piante tintorie<br />

Pigmento (indaco e<br />

altri)<br />

Allegato D<br />

Il progetto Activa 535


d.6 Colture da fibra<br />

FORNITORI<br />

PRODUTTORI<br />

TRASFORMATOR<br />

I<br />

FILIERA<br />

TESSILE<br />

Aziende agricole<br />

Tipologie produttrici di canapa,<br />

lino, kenaf<br />

• Nell'ambito<br />

dell'azienda tutte le<br />

colture non da fibra.<br />

• Produzioni estere di<br />

cotone, lino, canapa<br />

Concorrenti<br />

ed altre fibre<br />

vegetali.<br />

• Fibre sintetiche<br />

Tipologie<br />

• Aziende agrarie o<br />

industrie in grado di<br />

effettuare la separazione<br />

della fibra<br />

prima oppure dopo<br />

la macerazione.<br />

• Industrie di<br />

stigliatura,<br />

pettinatura, filatura,<br />

tessitura.<br />

Allegato D<br />

• Ditte sementiere fornitrici di seme di canapa, lino e kenaf.<br />

• Ditte produttrici di macchine per raccolta colture da fibra.<br />

• Ditte produttrici di macchine per la prima lavorazione di colture da fibra.<br />

• Ditte fornitrici di mezzi tecnici per l'agricoltura (macchine, concimi, fitofarmaci, ecc.).<br />

FILIERA<br />

FIBRE TECNICHE<br />

Aziende agricole produttrici di<br />

canapa, lino, kenaf<br />

• Nell'ambito dell'azienda<br />

tutte le colture non da<br />

fibra.<br />

• Fibre sintetiche.<br />

• Fibre vegetali importate.<br />

• Fibre di recupero.<br />

• Aziende agrarie o<br />

industrie in grado di<br />

effettuare la separazione<br />

della fibra prima oppure<br />

dopo la macerazione.<br />

• Industrie di stigliatura.<br />

FILIERA<br />

CELLULOSA E CARTA<br />

Aziende agricole produttrici di<br />

canapa, lino, kenaf<br />

• Nell'ambito dell'azienda<br />

tutte le colture non da<br />

fibra.<br />

• Produttori legname<br />

• Importatori legname e<br />

fibre.<br />

• Raccoglitori di carta da<br />

macero e residui di<br />

legname.<br />

• Produttori di pasta da<br />

cellulosa che utilizzano la<br />

pianta intera oppure<br />

separatamente fibra e<br />

parte legnosa.<br />

FILIERA<br />

ENERGIA<br />

Aziende agricole produttrici di canapa,<br />

lino, kenaf<br />

• Nell'ambito dell'azienda tutte le<br />

colture non da fibra.<br />

• Altre colture da energia dedicate e<br />

no.<br />

• Altre fonti di energia<br />

• Energia importata (aziende agricole<br />

o boschive e industrie estere di<br />

prima trasformazione).<br />

• Residui industriali, agroin-dustriali,<br />

urbani, ecc..<br />

• Aziende agrarie o impianti<br />

industriali che imballano, cippano,<br />

pellettizzano le produzioni per fini<br />

energe-tici.<br />

Il progetto Activa 536


UTILIZZATORI<br />

PRIMARI<br />

UTILIZZATORI<br />

SECONDARI<br />

DISTRIBUTORI<br />

Concorrenti<br />

Tipologie<br />

Concorrenti<br />

Tipologie<br />

Concorrenti<br />

• Industrie che<br />

utilizzano fibre di<br />

importazione o<br />

sintetiche.<br />

• Industrie che utilizzano<br />

fibre di importazione o<br />

sintetiche.<br />

• Industria tessile. • Aziende che utilizzano<br />

piante da fibra per<br />

biocompositi, biopolimeri,<br />

tessuti non tessuti, feltri,<br />

pannelli precompressi,<br />

• Industria tessile che<br />

utilizza fibre<br />

importate e<br />

materiale sintetico.<br />

• Abbigliamento,<br />

moda, arredo.<br />

• Utilizzatori di fibre<br />

importate, sintetiche<br />

o animali.<br />

• Grossisti o<br />

dettaglianti.<br />

ecc..<br />

• Industrie che utilizzano<br />

materiale sintetico o fibre<br />

importate.<br />

• Agricoltura e<br />

florovivaismo, industria,<br />

bioedilizia, industria<br />

automobilistica.<br />

• Utilizzatori di materiale<br />

tradizionale.<br />

• Fabbriche di cellulosa che<br />

utilizzano piante legnose,<br />

paglia di cereali, carta da<br />

riciclo, residui di<br />

imballaggi, ecc..<br />

Allegato D<br />

• Imprese che utilizzano altre materie<br />

prime: colture legnose o erbacee<br />

annuali o poliennali, dedicate o no;<br />

oppure qualsiasi altra fonte<br />

energetica.<br />

• Ditte estere di pellettizza-zione o<br />

fabbricanti di pannelli.<br />

• Cartiere • Centrali termiche di grandi o piccole<br />

dimensioni che producono calore o<br />

vapore per uso interno o per il<br />

mercato (riscaldamento abitazioni o<br />

strutture aziendali).<br />

• Cartiere che utilizzano<br />

cellulosa di altra<br />

derivazione.<br />

• Imballaggi, editoria carte<br />

pregiate, carte moneta,<br />

carte da sigarette<br />

• Utilizzatori di carte<br />

fabbricate con cellulosa di<br />

altra fonte.<br />

• Grossisti o dettaglianti. • Rapporti diretti con<br />

produttori di cellulosa.<br />

• Centrali elettriche.<br />

• Centrali elettriche con cogenerazione.<br />

• Utilizzatori pubblici o privati di tutte<br />

le altre fonti energetiche (metano,<br />

gpl, gasolio) per caldaie tradizio-nali<br />

e centrali elettriche a combustibili<br />

fossili (carbone o petrolio) o<br />

idroelettrici.<br />

• Industrie, edifici pubblici e privati.<br />

• Utilizzatori di altre fonti energetiche.<br />

• Rapporti diretti con grandi centrali<br />

termiche.<br />

• Grossisti.<br />

• Dettaglianti per pellets, cippato,<br />

canapulo, kenapulo.<br />

Il progetto Activa 537


CONSUMATORI<br />

A<br />

B<br />

C<br />

D<br />

• Acquirenti abiti o<br />

arredo.<br />

• Industria, agricoltura,<br />

acquirenti abitazioni.<br />

• Consumatori di cartoni,<br />

carte per imballaggio e<br />

pregiate. Lettori di libri e<br />

giornali. Fumatori.<br />

• Prodotti di sintesi e fibre<br />

importate.<br />

• Pianta intera o fibra e<br />

parte legnosa.<br />

• Enti pubblici.<br />

• Privati.<br />

Allegato D<br />

• Prodotti di sintesi e • Prodotti di sintesi e fibre<br />

• Petrolio, gasolio.<br />

fibre importate.<br />

importate.<br />

• Fibre di canapa e • Fibre di canapa, lino,<br />

• Pianta intera di canapa e kenaf o<br />

lino.<br />

kenaf.<br />

solo parte legnosa.<br />

• Fibre importate - • Fibra importate - prodotti • Legname, residui e riciclo. • Altre fonti energetiche (gasolio, gpl,<br />

prodotti di sintesi. di sintesi.<br />

metano, carbone).<br />

• Abbigliamento o • Materiali compositi diversi • Carte e cartoni fabbricati • Canapulo, kenapulo, pellets,<br />

arredo con utilizzo a base di fibre di canapa, utilizzando canapa, lino, cippato.<br />

di fibre di canapa,<br />

lino e kenaf..<br />

lino, kenaf.<br />

kenaf.<br />

N.B. - Le filiere hanno valore aggiunto decrescente (tessile, fibre tecniche, cellulosa, energia). La materia prima può facilmente cambiare destinazione verso<br />

un uso meno "nobile". Nell'ambito di ogni filiera coesistono molte possibili diversificazioni.<br />

- Sono state considerate solo tre colture che possono interessate la Toscana (non il cotone), con caratteristiche qualitative decrescenti (lino, canapa e,<br />

con distacco, kenaf).<br />

- La filiera Fibre vegetali in Italia praticamente è ancora da sviluppare. Esistono solo 2 realtà: a) un Consorzio che produce, direttamente o tramite<br />

contratti con produttori, canapa da fibra e provvede alle successive trasformazioni, fino all'ottenimento di capi di abbigliamento per una casa di moda;<br />

b) una Società che produce piante di kenaf e utilizza l'intera pianta per produrre pannelli. Altre iniziative sono in fase di concretizzazione con l'obiettivo<br />

di produrre fibra tessile o fibre tecniche. Anche il settore relativo alla pasta da cellulose non è attivo.<br />

Il progetto Activa 538


d.7 Fitofarmaci vegetali<br />

Indicare i principali soggetti<br />

FORNITORI (relativamente ai<br />

produttori)<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

PRODUTTORI<br />

Concorrenti<br />

TRASFORMATORI<br />

Primari<br />

UTILIZZATORI<br />

Primari<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Tipologie di<br />

impresa<br />

Concorrenti<br />

Indicare i principali soggetti<br />

DISTRIBUTORI<br />

Indicare i principali soggetti<br />

CONSUMATORI<br />

Indicare i principali soggetti che si<br />

occupano dello SMALTIMENTO<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di TRASFORMAZIONE<br />

Ditte sementiere per la produzione di piante<br />

contenenti composti ad attività biocida<br />

Allegato D<br />

Aziende agricole estensive afferenti alla PAC<br />

Produttori di principi attivi di sintesi<br />

Aziende agricole orto-frutticole Aziende agricole biologiche<br />

intensive ed estensive<br />

Aziende chimiche che estraggono e purificano i<br />

principi attivi di origine vegetale<br />

Aziende chimiche che formulano i principi attivi<br />

di sintesi<br />

Aziende agricole intensive ed estensive, sia<br />

biologiche che convenzionali<br />

Aziende agricole convenzionali che utilizzano<br />

principi attivi di sintesi<br />

Aziende<br />

sementiere<br />

Aziende agricole che trasformano i<br />

materiali vegetali per l’applicazione dei<br />

principi attivi alla coltura<br />

Strutture per la conservazione dei prodotti<br />

ortofrutticoli nella fase di postraccolta<br />

Aziende che distribuiscono prodotti per<br />

l’agricoltura in particolare quelle<br />

specializzate in prodotti per il biologico<br />

Aziende agricole al momento<br />

dell’interramento della coltura<br />

ad attività biocida<br />

Agroindustrie di trasformazione di<br />

materiali vegetali<br />

Agroindustria Filiera ortofrutticola Consumatori<br />

I contenitori dei fitofarmaci e i sacchi<br />

delle sementi trattate sono considerati<br />

rifiuti speciali non pericolosi ed esistono<br />

consorzi in genere provinciali che ne<br />

favoriscono la raccolta<br />

Principi attivi di sintesi<br />

I fitofarmaci sono a dispersione<br />

nell’ambiente e pertanto non è previsto<br />

smaltimento<br />

Il progetto Activa 539


Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di TRASFORMAZIONE<br />

Indicare i PRODOTTI<br />

CONVENZIONALI relativi alla fase<br />

di UTILIZZO primario<br />

Indicare i PRODOTTI SOSTITUTIVI<br />

(di origine vegetale) relativi alla<br />

fase di UTILIZZO primario<br />

Piante e semi da cui utilizzare estrarre<br />

e/o purificare i fitofarmaci di origine<br />

vegetale<br />

Fitofarmaci di sintesi per il controllo dei<br />

patogeni epigei ed ipogei ( fungicidi,<br />

rodenticidi, nematocidi, acaricidi,<br />

insetticidi molluschicidi)<br />

Fumiganti di sintesi per il controllo di<br />

patogeni ipogei e per la fumigazione in<br />

ambienti controllati in fase di postraccolta<br />

Piante da sovescio ad azione biocida Materiale vegetale trasformato<br />

contenente principi attivi vegetali<br />

Allegato D<br />

Principi attivi estratti e/o purificati da<br />

piante e semi<br />

Il progetto Activa 540


Allegato E - GRIGLIE CATEGORIE MERCEOLOGICHE<br />

E.1 “BIOCARBURANTI”<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Categoria<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

“A”<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica Mercato nazionale dei Mercato nazionale dei Costo di produzione della<br />

Biodiesel<br />

colturale, al fine di stabilizzare<br />

le rese e ridurre i costi di<br />

carburanti (quantità di biodiesel<br />

defiscalizzata: 200.000 t da<br />

carburanti con una maggiore<br />

quota defiscalizzata e con<br />

granella nei confronti delle<br />

aziende estere (Romania -<br />

produzione<br />

Finanziaria 2005)<br />

specifiche caratteristiche girasole, Germania, Francia,<br />

qualitative (miscela al 5% con<br />

gasolio nei centri urbani e fino<br />

al 30% in periferia)<br />

Olanda, Canada - colza)<br />

Spremitura del seme Difficoltà di un adeguato<br />

Mercato del biodiesel per il Costo di produzione dell’olio nei<br />

(trasformatori)<br />

investimento (colza)<br />

riscaldamento di edifici pubblici confronti del mercato<br />

e privati, strutture agricole di<br />

diversa natura<br />

internazionale<br />

Raffinazione dell’olio Instabilità delle produzioni<br />

Mercato per l’alimentazione di Prezzo del biodiesel (ipotetico)<br />

(trasformatori)<br />

(girasole)<br />

motori marini (nautica da<br />

diporto) per la navigazione<br />

nelle acque interne e costiere,<br />

in ambienti soggetti a vincoli<br />

ambientali (riserve naturali,<br />

lagune, laghi, etc.)<br />

rispetto al prezzo del gasolio<br />

Trans-esterificazione<br />

Messa a punto di oli più idonei<br />

Aumentata offerta della<br />

(trasformatori)<br />

alla produzione di biodiesel<br />

glicerina sul mercato (rif.<br />

(maggiore capacità lubrificante)<br />

(Brassica carinata, Crambe<br />

abyssinica, etc.)<br />

mercato potenziale)<br />

Miscelazione (utilizzatori<br />

Difficoltà di definire accordi<br />

primari)<br />

interprofessionali sul prezzo a<br />

cui l’industria è disposta a<br />

ritirare la granella prodotta dagli<br />

agricoltori<br />

Scarsa conoscenza del<br />

consumatore nei confronti del<br />

biodiesel (necessità di<br />

maggiore informazione e<br />

comunicazione) (rif. mercato<br />

potenziale)<br />

Necessità di una chiara<br />

identificazione del biodiesel<br />

commercializzato<br />

Il progetto Activa 541


Categoria<br />

merceologica<br />

“B”<br />

Panelli proteici<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

“C”<br />

Glicerina<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

“D”<br />

Olio vegetale tal quale<br />

Allegato E<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Coltivazione (produttori) Adozione ed individuazione di Settore mangimistico Mangimistica di alta qualità Assenza di indicazioni<br />

varietà o ibridi<br />

sull’origine della fonte proteica<br />

quantitativamente e<br />

qualitativamente interessanti<br />

dal punto di vista proteico<br />

Spremitura<br />

(trasformatori)<br />

del seme<br />

Settore fertilizzanti<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Trans-esterificazione<br />

Settore cosmetico Ipotetico surplus di offerta sul<br />

(trasformatori)<br />

mercato internazionale e<br />

corrispondente riduzione del<br />

prezzo del prodotto, con riflessi<br />

negativi sul costo di produzione<br />

del biodiesel<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici<br />

Settore farmaceutico<br />

Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica Industrie di trans-esterificazione Settore energetico (produzione Mancanza in Italia di un<br />

colturale, al fine di stabilizzare per la produzione di biodiesel, di calore-energia elettrica) riconoscimento normativo<br />

le rese e ridurre i costi di previa raffinazione<br />

dell’olio vegetale tal quale<br />

produzione<br />

come combustibile per la<br />

Spremitura del seme Difficoltà di una adeguata<br />

produzione di calore-energia, a<br />

meno che non possa essere<br />

configurato ai fini fiscali come<br />

biomassa.<br />

Mancanza in Italia di una<br />

(trasformatori)<br />

densità della coltura (colza)<br />

adeguata caratterizzazione<br />

merceologica dell’olio vegetale<br />

t.q.<br />

Instabilità delle produzioni<br />

(girasole)<br />

Taratura del sistema di<br />

iniezione delle caldaie destinate<br />

ad utilizzare olio vegetale t.q.<br />

Il progetto Activa 542


Allegato E<br />

Categoria<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

“E”<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica Industrie di trans-esterificazione Settore dell’autotrazione (può Mancanza in Italia di un<br />

Olio vegetale raffinato<br />

colturale, al fine di stabilizzare<br />

le rese e ridurre i costi di<br />

per la produzione di biodiesel essere utilizzato puro<br />

l’utilizzo degli specifici kit)<br />

con riconoscimento normativo<br />

dell’olio vegetale come<br />

produzione<br />

combustibile per autotrazione,<br />

per questo motivo non è<br />

attualmente commercializzabile<br />

a questo scopo<br />

Spremitura del seme Difficoltà di una adeguata<br />

Costi di istallazione del kit per<br />

(trasformatori)<br />

densità della coltura (colza)<br />

l’utilizzo dell’olio tal quale per<br />

autotrazione relativamente alti<br />

Raffinazione dell’olio Instabilità delle produzioni<br />

Mancanza in Italia di una<br />

(trasformatori)<br />

(girasole)<br />

adeguata caratterizzazione<br />

merceologica dell’olio vegetale<br />

t.q.<br />

Messa a punto dei motori<br />

endotermici destinati ad<br />

Categoria<br />

Processo produttivo<br />

utilizzare olio vegetale t.q.<br />

Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

“F”<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica Mercato nazionale dei Mercato nazionale dei Costo di produzione della<br />

Bioetanolo<br />

(alcool etilico)<br />

colturale, al fine di stabilizzare<br />

le rese e ridurre i costi di<br />

produzione anche individuando<br />

carburanti defiscalizzati<br />

(quantità di bioetanolo<br />

defiscalizzata: circa 100.000<br />

carburanti con una maggiore<br />

quota defiscalizzata e con<br />

specifiche caratteristiche<br />

materia prima agricola nei<br />

confronti della materia prima di<br />

origine minerale (petrolio)<br />

le specie e le varietà più idonee ettanidri da Finanziaria 2005) qualitative (miscela al 15%<br />

ai diversi ambienti di<br />

nella benzina, dall’utilizzo puro<br />

coltivazione<br />

fino all’85% nei veicoli con uso<br />

flessibile del carburante)<br />

Estrazione dello zucchero Messa a punto di tecniche di<br />

Costo di produzione del<br />

(trasformatori)<br />

produzione del bioetanolo a<br />

bioetanolo nei paesi esteri<br />

partire da scarti di produzione<br />

notevolmente inferiore a quello<br />

agricola al fine di ridurre i costi<br />

nazionale (Brasile, Stati Uniti,<br />

di produzione<br />

Spagna)<br />

Fermentazione (trasformatori) Prezzo del bioetanolo<br />

Miscelazione (utilizzatori<br />

(ipotetico) rispetto al prezzo<br />

della benzina<br />

Difficoltà di definire accordi<br />

primari)<br />

interprofessionali sul prezzo a<br />

cui l’industria è disposta a<br />

ritirare la materia prima<br />

prodotta dagli agricoltori<br />

Il progetto Activa 543


Categoria<br />

merceologica<br />

“G”<br />

ETBE<br />

(EtilTerButilEtere)<br />

Allegato E<br />

Scarsa conoscenza del<br />

consumatore nei confronti del<br />

bioetanolo (necessità di<br />

maggiore informazione e<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali<br />

comunicazione) (rif. mercato<br />

potenziale)<br />

Punti critici<br />

merceologici<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica<br />

colturale, al fine di stabilizzare<br />

le rese e ridurre i costi di<br />

produzione anche individuando<br />

le specie e le varietà più idonee<br />

ai diversi ambienti di<br />

coltivazione<br />

Estrazione dello zucchero<br />

(trasformatori)<br />

Messa a punto di tecniche di<br />

produzione dell’ETBE a partire<br />

da bioetanolo prodotto da scarti<br />

di produzione agricola, al fine di<br />

ridurre i costi di produzione<br />

Mercato nazionale dei<br />

carburanti defiscalizzati (circa<br />

900.000 ettanidri di bioetanolo<br />

destinato alla produzione di<br />

ETBE da Finanziaria 2005)<br />

Mercato nazionale dei<br />

carburanti con una maggiore<br />

quota defiscalizzata del<br />

bioetanolo e con specifiche<br />

caratteristiche qualitative<br />

(miscela fino al 15% nella<br />

benzina)<br />

Costo di produzione della<br />

materia prima agricola nei<br />

confronti della materia prima di<br />

origine minerale (petrolio)<br />

Costo di produzione del<br />

bioetanolo, e di conseguenza<br />

dell’ETBE, nei paesi esteri<br />

notevolmente inferiore a quello<br />

nazionale (Brasile, Stati Uniti,<br />

Spagna)<br />

Fermentazione (trasformatori) Prezzo dell’ETBE (ipotetico)<br />

rispetto al prezzo della benzina<br />

Reazione chimica del<br />

bioetanolo con isobutilene<br />

(utilizzatori primari)<br />

Miscelazione (utilizzatori<br />

primari)<br />

Difficoltà di definire accordi<br />

interprofessionali sul prezzo a<br />

cui l’industria è disposta a<br />

ritirare la materia prima<br />

prodotta dagli agricoltori<br />

Scarsa conoscenza del<br />

consumatore nei confronti<br />

dell’ETBE (necessità di<br />

maggiore informazione e<br />

comunicazione) (rif. mercato<br />

potenziale)<br />

Il progetto Activa 544


Allegato E<br />

E.2 “BIOLUBRIFICANTI (FORMULATI LUBRIFICANTI A BASE VEGETALE)”<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Categoria<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica Mercato europeo circa Nell’industria tessile, in fase di Costo di produzione della<br />

colturale al fine di stabilizzare le 102.000 t rispetto al totale cardatura della lana per produrre il granella nei confronti delle<br />

rese e ridurre i costi di di lubrificanti utilizzati (circa filato (alcuni formulati sono già in aziende estere (Romania -<br />

produzione<br />

5 milioni di t) (fonte: Oils commercio)<br />

girasole, Germania, Francia,<br />

and Fats international, gen<br />

2003)<br />

Olanda, Canada - colza)<br />

“A”<br />

formulati biolubrificanti<br />

1 nel tessile (da girasole<br />

alto oleico e da colza)<br />

2 nel conciario (da<br />

girasole alto oleico)<br />

3 nel cartario (da colza)<br />

4 come co-formulanti in<br />

cosmetica<br />

5 altro (sperimentazioni)<br />

Triturazione del seme ed<br />

estrazione olio (trasformatori )<br />

Difficoltà di un adeguato<br />

investimento<br />

formulazione (trasformatori) Instabilità delle produzioni<br />

(girasole)<br />

Messa a punto di coltivazione,<br />

estrazione e formulazione di<br />

biolubrificanti idonei a<br />

particolari applicazioni<br />

(cfr.mercati potenziali) derivati<br />

da oleaginose quali Brassica<br />

carinata, Crambe abyssinica,<br />

Lunaria alba e Limnanthes<br />

annua<br />

Nell’industria conciaria, sia nella<br />

fase di concia che in quella di<br />

finissaggio, per ammorbidire la<br />

pelle (alcuni formulati sono già in<br />

commercio)<br />

Nell’industria cartaria 1) nella<br />

lubrificazione dei cuscinetti (anche<br />

meno del 20% degli oli necessari<br />

alla fabbricazione); 2) nella<br />

formulazione di prodotti<br />

antischiuma; 3) quali oli ausiliari<br />

distaccanti (utilizzo che richiede i<br />

quantitativi maggiori); 4) in altri usi<br />

accessori, come ad esempio per<br />

ausilio alla troncatrice. (alcuni<br />

formulati sono già in commercio nei<br />

settori 2 e 3)<br />

Nell’industria metallurgica per la<br />

lavorazione dei metalli in genere e<br />

nella tempra dei metalli in<br />

particolare (non risultano ancora<br />

formulati in commercio, ma c’è<br />

interesse da parte di Houghton<br />

Italia)<br />

Nell’industria estrattiva e di<br />

escavazione nella lubrificazione<br />

delle trivelle per ridurre l’attrito alla<br />

penetrazione nel terreno o dei fili<br />

elicoidali nel settore lapideo (non<br />

risultano ancora formulati in<br />

commercio, ma c’è interesse da<br />

parte di Enel)<br />

Costo di produzione dell’olio nei<br />

confronti del mercato<br />

internazionale<br />

Raggiungimento di standard<br />

tecnologici comparabili o<br />

migliori di quelli previsti dai<br />

lubrificanti a causa della<br />

necessità di ricerca e sviluppo<br />

dei nuovi formulati (comprese<br />

le miscele di differenti oli) in<br />

rapporto alle innumerevoli<br />

applicazioni specifiche<br />

Difficoltà distributive rispetto a<br />

un mercato consolidato e<br />

globalizzato quale è quello dei<br />

lubrificanti minerali<br />

Difficoltà di definire accordi<br />

interprofessionali sul prezzo del<br />

prodotto a partire dal<br />

produttore fino all’utilizzatore<br />

finale<br />

Il progetto Activa 545


Categoria<br />

merceologica<br />

“B”<br />

Panelli proteici<br />

Nell’industria meccanica nei sistemi<br />

idraulici per la trasmissione del<br />

movimento e per la lubrificazione<br />

dei motori (difficoltà nella<br />

sostituzione dei lubrificanti minerali<br />

a causa della minore resistenza<br />

all’ossidazione dei biolubrificanti)<br />

(non risultano ancora formulati in<br />

commercio)<br />

Nell’ industria agroalimentare per la<br />

lubrificazione dei macchinari in<br />

genere e per alcune applicazioni<br />

particolari come ad esempio per la<br />

stampa delle vaschette in alluminio<br />

(non risultano ancora formulati in<br />

commercio, ma c’è interesse da<br />

parte di Houghton Italia)<br />

Come co-formulanti nella<br />

preparazione di molti altri prodotti<br />

come ad esempio i farmaci e i<br />

fitofarmaci, le plastiche, i detergenti<br />

e i prodotti per la cosmesi (alcuni<br />

formulati sono già in commercio<br />

come componenti di prodotti<br />

farmaceutici, cosmetici e per la<br />

pulizia, c’è interesse da parte di<br />

Agripharma per i fitofarmaci e di<br />

Novamont e altri per le plastiche)<br />

Allegato E<br />

Necessità di maggiore<br />

informazione e comunicazione<br />

agli utilizzatori industriali sotto<br />

la spinta di una crescente<br />

sensibilizzazione di operatori,<br />

consumatori, amministrazioni<br />

pubbliche e cittadini<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Coltivazione (produttori) Adozione ed individuazione di Settore mangimistico Mangimistica di alta qualità Assenza d’indicazioni sull’origi-<br />

varietà o ibridi<br />

ne della fonte proteica<br />

quantitativamente<br />

qualitativamente interessanti<br />

e<br />

Triturazione del seme<br />

Farine ad azione fertilizzante e/o Informazione agli agricoltori<br />

(trasformatori)<br />

biocida per il trattamento della della possibilità di usare panelli<br />

colture<br />

proteici come corroboranti<br />

Il progetto Activa 546


Allegato E<br />

E.3 “BIOMASSE DA ENERGIA”<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Categoria<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

“Legna in ciocchi” Coltivazione del ceduo<br />

Tutte le fasi produttive<br />

Piccole utenze di riscaldamento Incremento di tutti i settori di La movimentazione del<br />

forestale secondo le comuni presentano un bassissimo domestico con sistemi<br />

mercato già esistenti.<br />

materiale e l’alimentazione<br />

pratiche silvicole (produttori) o grado di meccanizzazione. Le tradizionali di produzione di Applicazione di tecnologie più delle caldaie viene realizzata<br />

di filari di alberi in terreno operazioni vengono realizzate calore (caminetti, stufe, caldaie, moderne (fiamma inversa, inevitabilmente a mano.<br />

agricolo.<br />

con motosega, trattori forestali, termocamini e termocucine) e accumulatori) che consentano Non esistono delle vere<br />

PRODUTTORI<br />

verricelli e rimorchi.<br />

potenza installata da 5 kW/h ad un utilizzo più semplice e normative di qualità per la<br />

un massimo di 90 kW/h funzionale ampliando la<br />

possibile utenza.<br />

legna in ciocchi.<br />

Abbattimento, allestimento ed Operazione realizzata con una Pizzerie, forni e limitate utenze<br />

esbosco.<br />

scarsa meccanizzazione commerciali.<br />

PRODUTTORI<br />

utilizzando motoseghe, trattori<br />

forestali, e verricelli.<br />

Depezzatura e trasporto del Con spaccaciocchi idraulico o<br />

prodotto finito. PRODUTTORI manualmente.<br />

Essiccazione.<br />

Realizzata naturale in cataste,<br />

PRODUTTORI<br />

anche senza copertura.<br />

Categoria<br />

Prodotto con la sminuzzatura di A seconda della biomassa di Utenze medio-grandi dotate di Espansione del mercato Il cippato presenta tipicamente<br />

merceologica<br />

“Cippato”<br />

materiale arboreo o erbaceo.<br />

La biomassa può essere<br />

espressamente prodotta<br />

partenza la meccanizzazione<br />

può essere più o meno spinta.<br />

Il trasporto può essere<br />

caldaie da 30 kW/h ad oltre un<br />

MW/h per riscaldamento<br />

domestico o per la vendita di<br />

attuale.<br />

un’umidità elevata che ne<br />

complica lo stoccaggio e ne<br />

riduce la qualità come<br />

(colture dedicate erbacee od convenientemente effettuato calore attraverso una rete di<br />

combustibile. Viene<br />

arboree -S.R.F.-) oppure soltanto per distanze brevi (25 teleriscaldamento. Gli impianti<br />

normalmente prodotto a partire<br />

essere materiale di scarto di km circa).<br />

più grandi possono produrre<br />

da attività stagionali (silvicole o<br />

altre attività (ramaglie,<br />

elettricità per cogenerazione.<br />

agricole) che portano ad una<br />

diradamenti, sfolli, schianti dalle<br />

disomogenea distribuzione<br />

attività selvicolturali; cedui<br />

dell’offerta del prodotto<br />

forestali di specie di scarso<br />

nell’arco dell’anno o<br />

valore; pulizia verde urbano;<br />

dell’inverno, a fronte di una<br />

potature di colture agricole<br />

domanda che può essere<br />

arboree). PRODUTTORI o<br />

costante per tutto l’anno.<br />

TRASFORMATORI<br />

Non esistono normative di<br />

Industria di prima e seconda<br />

qualità del prodotto, il controllo<br />

trasformazione del legno<br />

di questa è effettuata<br />

TRASFORMATORI<br />

Centrali di potenza per la<br />

produzione di energia elettrica<br />

con potenza installata<br />

generalmente superiore ai 5<br />

Mw/h<br />

direttamente dal consumatore.<br />

Il progetto Activa 547


Categoria<br />

merceologica<br />

“Paglie”<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

“Residui agroindustriali”<br />

(gusci, semi, sanse)<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

“Pellet”<br />

Scarti di coltivazioni cerealicole<br />

PRODUTTORI<br />

Scarti di attività industriali come<br />

gusci (noci, nocciole, mandorle,<br />

ecc.), noccioli, sansa, vinacce.<br />

TRASFORMATORI<br />

Compressione di materiale<br />

lignocellulosico sminuzzato e<br />

macinato. TRASFORMATORI<br />

Dato il ridotto valore<br />

commerciale il suo trasporto è<br />

realizzabile soltanto per ridotte<br />

distanze (circa 25 km)<br />

Spesso caratterizzati da scarsa<br />

conservabilità e stoccaggio non<br />

agevole.<br />

Il processo di pellettazione ha<br />

un costo abbastanza elevato e<br />

la tecnica può essere ancora<br />

perfezionata.<br />

In ridottissima misura industrie<br />

di pellettazione.<br />

Aziende zootecniche (lettiere)<br />

Utilizzo a livello locale in<br />

caldaie apposite costruite,<br />

generalmente da piccole ditte<br />

locali.<br />

Pellet di legno puro in piccole<br />

pezzature può essere utilizzato<br />

in stufe e caldaie domestiche.<br />

Pellet di biomassa varia e<br />

qualità inferiore, con diametri<br />

maggiori, utilizzato in centrali di<br />

teleriscaldamento e di potenza.<br />

Utenze agricole di dimensioni<br />

medio-piccole per il<br />

riscaldamento di edifici ed<br />

annessi. Centrali di potenza o<br />

di teleriscaldamento dedicate a<br />

questa biomassa.<br />

Data la scarsa disponibilità il<br />

mercato è relativamente saturo.<br />

Per alcuni scarti (es. sansa) ci<br />

potrebbe essere la possibilità di<br />

un uso più razionale e “legale”<br />

in centrali di grandi dimensioni.<br />

Allegato E<br />

Sono necessarie<br />

apparecchiature specifiche per<br />

la gestione delle presse<br />

(movimentazione, apertura,<br />

alimentazione caldaia) e<br />

particolari caldaie per la<br />

combustione di questa<br />

biomassa con alto contenuto in<br />

ceneri.<br />

Il DPCM 8/03/02 sancisce che<br />

siano utilizzabili come<br />

biomasse combustibili soltanto<br />

legno vergine e scarti della sola<br />

lavorazione meccanica di<br />

prodotti agricoli, per cui non<br />

deve esserci nessun<br />

trattamento chimico nel<br />

processo industriale.<br />

Estensione del mercato attuale Filiera non strutturata. Non<br />

definita una normativa sulla<br />

qualità del prodotto a livello<br />

nazionale.<br />

Estensione del mercato attuale Filiera non strutturata. Non<br />

definita una normativa sulla<br />

qualità del prodotto a livello<br />

nazionale.<br />

Il progetto Activa 548


Allegato E<br />

E.4 “BIOPOLIMERI DA FONTI RINNOVABILI”<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Categoria<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

“A”<br />

Coltivazioni generalmente non Produzione di biopolimeri a Mercato europeo circa 35- Nella produzione di shopper e Costano di più delle plastiche<br />

biopolimeri da<br />

1)amido da mais ,patate<br />

o grano (es. Mater-Bi<br />

dedicate (produttori)<br />

Aziende agrochimiche quali ad<br />

esempio le amiderie<br />

(trasformatori )<br />

costi paragonabili a quelli delle<br />

plastiche e/o con caratteristiche<br />

tecnologiche superiori<br />

Difficoltà di elevati investimenti<br />

per colture da commodity<br />

40000 t/anno (prevalentemente<br />

da fonti rinnovabili), rispetto<br />

circa 40 milioni di t/anno di<br />

polimeri derivati dal petrolio<br />

(fonte: IBAW su dati EU 15 del<br />

2003)<br />

sostitutivi del polietilene e del<br />

polipropilene (leader in Italia<br />

Novamont)<br />

Nella produzione di imballaggi<br />

in sostituzione di prodotti in<br />

PET, PS, PVC e altri polimeri<br />

tradizionali perché queste si<br />

avvantaggiano di un’economia<br />

di scala, di mercati consolidati e<br />

di impianti i cui costi sono ormai<br />

ammortizzati. La<br />

defiscalizzazione dei<br />

biopolimeri, così come un loro<br />

inserimento nel green<br />

procurement, potrebbero<br />

contribuire allo sviluppo del<br />

settore<br />

Informazione presso i<br />

consumatori dell’esistenza e<br />

dei vantaggi di questi nuovi<br />

(leader in Italia Cargill Dow e materiali e delle evidenti<br />

Novamont)<br />

potenzialità ambientali e/o<br />

tecnologiche (in particolare in<br />

Produttori di<br />

(trasformatori)<br />

biopolimeri Ottimizzazione delle<br />

trasformazioni chimiche e/o<br />

In agricoltura e florovivaismo<br />

nella produzione di film per<br />

quei casi come ad esempio i<br />

film per pacciamatura dove i<br />

costi di smaltimento possono<br />

essere internalizzati)<br />

Assenza a livello nazionale di<br />

una completa filiera del<br />

della fermentazione<br />

produrre biopolimeri<br />

per<br />

pacciamatura e solarizzazione<br />

(leader in Italia Protema) e in<br />

compost in modo da poter<br />

etichettare questi prodotti come<br />

prospettiva nell’utilizzo di film<br />

per piccoli tunnel in orticoltura o<br />

florovivaismo. Inoltre per<br />

supporti per il lento rilascio di<br />

feromoni o fertilizzanti, tutori<br />

compostabili e quindi favorirne<br />

un uso corretto con appropriate<br />

campagne di sensibilizzazione<br />

per piante, anelli di sostegno<br />

per potature, nella produzione<br />

di vasi per piante e fitocelle<br />

®<br />

Italia, Solanyl ®<br />

Olanda, Bioplast ® e<br />

Biopur ®<br />

Germania,Cohpol TM<br />

Finlandia, Lysorb TM<br />

Canada, Evercorn TM<br />

Giappone, Plantic TM<br />

Australia, Earthshell ®<br />

California, Starch<br />

Tech ® Minnesota)<br />

2)acido lattico (es. PLA<br />

Natureworks TM<br />

Nebraska,Ecoloju ®<br />

Giappone)<br />

3) lignina (es. Arboform ®<br />

Germania) o cellulosa<br />

(es. Enviroplastic ® Z<br />

come acetato di<br />

cellulosa da alberi)<br />

4) poliesteri da fonti<br />

rinnovabili (glucosio<br />

e/o acidi grassi)(es.<br />

Nodax TM Procter &<br />

Gamble,<br />

Metabolix TM Trasformatori di biopolimeri per<br />

le diverse applicazioni<br />

Necessità di predisporre gli<br />

impianti di compostaggio per la<br />

Nella produzione di super<br />

assorbenti per bambini, donne,<br />

Adeguata sperimentazione e<br />

collaudo delle svariate materie<br />

(trasformatori)<br />

trasformazione in compost dei<br />

anziani e per l’imballaggio della prime bioplastiche in tutte le<br />

Massachu<br />

biopolimeri<br />

carne<br />

loro innumerevoli applicazioni<br />

Il progetto Activa 549


Metabolix TM Massachu<br />

ssetts)<br />

Qui non considerati<br />

perché non<br />

coinvolgono<br />

l’agricoltura<br />

5) poliesteri da fonti non<br />

rinnovabili (da alcool<br />

polivinilico o derivati<br />

del petrolio) (es.<br />

Hydrolene ®<br />

Montecatini, Biomax ®<br />

Dupont, Ecoflex ®<br />

BASF, Capa ® Solvay,<br />

Tone TM Union<br />

Carbide, Bak Bayer)<br />

Nella produzione di pneumatici<br />

(biotire) (leader: goodyear, Gt3<br />

parzialmente in Mater-Bi)<br />

Nella produzione di protesi<br />

medicali, punti di sutura e altri<br />

elementi che devono essere<br />

compatibili (più o meno<br />

temporaneamente) con<br />

l’organismo umano<br />

Allegato E<br />

Assenza di una reale filiera in<br />

quanto ad oggi nessun<br />

biopolimero in Italia viene<br />

prodotto da coltivazioni<br />

dedicate, consolidatosi il<br />

mercato è necessario costruire<br />

impianti che insistano su uno<br />

specifico territorio agricolo<br />

dedicato<br />

6)da materiali di scarto<br />

formaggi, rifiuti,<br />

alghe(sperimentazioni<br />

)<br />

Categoria<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

merceologici<br />

“B”<br />

Al medesimo processo Adozione ed individuazione di Ad oggi sono state svolte solo Soprattutto nel campo delle Mettere a conoscenza gli<br />

Biocompositi<br />

biopolimeri con fibre<br />

vegetali in sostituzione di<br />

produttivo per i biopolimeri<br />

bisogna sommare la<br />

produzione di fibre vegetali,<br />

nonché l’assemblaggio dei due<br />

varietà o ibridi<br />

quantitativamente e<br />

qualitativamente interessanti<br />

alcune sperimentazioni plastiche per auto, ma<br />

interessanti prospettive anche<br />

in agricoltura (tutori protettivi<br />

per piante in rimboschimenti,<br />

utilizzatori (privati, aziende o<br />

pubblica amministrazione)<br />

dell’esistenza e delle<br />

potenzialità dei biocompositi<br />

materiali compositi componenti<br />

anelli di sostegno temporaneo grazie alla divulgazione e alla<br />

(plastiche e fibra di vetro)<br />

per piante es. in viticoltura) e<br />

nelle costruzioni (sostegno<br />

costruzione<br />

distributiva<br />

di una rete<br />

temporaneo di terrapieni,<br />

tubature interrate temporanee,<br />

recupero di scarpate e cave)<br />

Il progetto Activa 550


E.5 “COLORANTI NATURALI”<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

“A”<br />

Parte utile della pianta<br />

tintoria essiccata<br />

(polvere)<br />

Categoria<br />

merceologica<br />

“B”<br />

Estratti concentrati di<br />

piante tintorie<br />

Allegato E<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Coltivazione (produttori) Reperimento della materia Artigianato tessile Incremento di tutti i settori di Standardizzazione e uniformità<br />

prima selezionata e certificata<br />

mercato già esistenti<br />

del prodotto<br />

Raccolta – eventuale lavaggio Meccanizzazione delle Tintoria industriale Sviluppo del mercato tessile e Dimensione della produzione<br />

(produttori)<br />

operazioni colturali<br />

della moda<br />

Essiccazione - cernita<br />

Meccanizzazione delle Industria dei pigmenti e vernici Alti costi di produzione<br />

(trasformatori)<br />

operazioni di selezione e<br />

cernita<br />

Macinazione (trasformatori) Controllo della qualità e Prodotti per la bioedilizia e<br />

Necessità di una certificazione<br />

standardizzazione<br />

produzione<br />

della settore artistico<br />

del prodotto finito<br />

Necessità di maggiore<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali<br />

comunicazione e informazione<br />

nei confronti sia degli operatori<br />

della filiera che dei consumatori<br />

del prodotto finito<br />

Punti critici<br />

merceologici<br />

Estrazione con solventi diversi Messa a punto di formulati Artigianato tessile Incremento di tutti i settori di Standardizzazione e uniformità<br />

(trasformatori)<br />

impiegabili nella tintura<br />

mercato già esistenti<br />

del prodotto<br />

industriale e nella produzione di<br />

vernici ecologiche (non<br />

prevedono l'uso di collanti e<br />

additivi<br />

chimicamente)<br />

sintetizzati<br />

Concentrazione dell'estratto Necessità di disporre di prodotti Tintoria industriale Sviluppo del mercato tessile e Dimensione della produzione<br />

(trasformatori)<br />

liquidi (e non di polveri)<br />

della moda<br />

caratterizzati da buona<br />

uniformità (per qualità e<br />

Stabilizzazione e<br />

concentrazione del principio<br />

colorante)<br />

Messa a punto di tecniche di Industria dei pigmenti e vernici Alti costi di produzione<br />

conservazione (trasformatori) tintura naturale<br />

Definizione delle concentrazioni<br />

del principio colorante nel<br />

bagno di tintura, dei tempi e<br />

della temperatura da adottare<br />

nella tintura delle diverse<br />

tipologie di fibra naturale<br />

Prodotti per la bioedilizia e<br />

settore artistico<br />

Necessità di una certificazione<br />

del prodotto finito<br />

Il progetto Activa 551


Categoria<br />

merceologica<br />

“C”<br />

Indaco (pigmento)<br />

Messa a punto di mordenti e di<br />

agenti di finissaggio che siano<br />

collocabili in un'ottica di tintura<br />

naturale (vedi norme sul tessile<br />

bio e altre normative)<br />

Necessità di un controllo di<br />

qualità più efficiente<br />

Realizzazione di tinture che<br />

siano caratterizzate da elevata<br />

resistenza allo scolorimento<br />

alla luce, allo sfregamento<br />

secco e umido, al lavaggio, alla<br />

traspirazione<br />

Realizzazione di vernici per la<br />

bioedilizia ed il settore artistico<br />

caratterizzate da buona<br />

resistenza ai fattori di degrado<br />

Allegato E<br />

Necessità di maggiore<br />

comunicazione e informazione<br />

nei confronti sia degli operatori<br />

della filiera che dei consumatori<br />

del prodotto finito<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Estrazione della materia fresca Per la produzione di indaco da Artigianato tessile Incremento di tutti i settori di Standardizzazione e uniformità<br />

(trasformatori)<br />

guado, il processo deve partire<br />

dalla materia prima fresca e,<br />

mercato già esistenti<br />

del prodotto<br />

pertanto, gli impianti di<br />

estrazione devono essere<br />

Filtrazione - lavaggio<br />

localizzati in prossimità dei<br />

luoghi di produzione.<br />

Ottimizzazione della logistica, Tintoria industriale Sviluppo del mercato tessile e Dimensione della produzione<br />

(trasformatori)<br />

dal luogo di raccolta all'impianto<br />

di estrazione<br />

della moda<br />

Essiccazione (trasformatori) Ottimizzazione dell'estrazione<br />

per ottenere alta resa e un<br />

prodotto con elevata purezza<br />

Industria dei pigmenti e vernici Alti costi di produzione<br />

Il progetto Activa 552


Categoria<br />

merceologica<br />

“D”<br />

Filati e tessuti<br />

Macinazione (trasformatori) Per l'indaco è necessario<br />

procedere alla riduzione della<br />

molecola nella forma leuco,<br />

affinchè questo si renda<br />

solubile e si possa legare alla<br />

fibra. La riduzione viene<br />

effettuata con idrosolfito di<br />

sodio (irritante, infiammabile,<br />

inquinante, crea notevoli<br />

problemi di contaminazione<br />

delle acque di scarico); si<br />

stanno studiando alternative al<br />

processo di riduzione suddetto<br />

(riduz. elettrochimica, uso di<br />

riducenti biologici, di resine,<br />

etc.)<br />

Difficoltà a rendere i colori<br />

solubili e a veicolarli nelle<br />

diverse matrici<br />

Difficoltà nel controllo degli<br />

effluenti derivanti dal processo<br />

di estrazione<br />

Prodotti per la bioedilizia e<br />

settore artistico<br />

Allegato E<br />

Necessità di una certificazione<br />

del prodotto finito<br />

Necessità di maggiore<br />

comunicazione e informazione<br />

nei confronti sia degli operatori<br />

della filiera che dei consumatori<br />

del prodotto finito<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Tintura in fiocco (utilizzatori Messa a punto dei Filati e tessuti bio e del tessile Espansione del mercato del Costo elavato della tintura<br />

primari):<br />

macchinari:<br />

naturale<br />

tessile biologico e naturale naturale<br />

- eventuale mordenzatura progettazione ex novo e/o<br />

- messa a punto dei macchinari adattamento di macchinari<br />

- preparazione del bagno di tradizionalmente impiegati nella<br />

tintura utilizzando polvere o<br />

estratti<br />

- riduzione del bagno per la<br />

tintura con indaco<br />

- tintura: definizione delle<br />

condizioni di pH, tempi e<br />

temperature<br />

- lavaggio<br />

- essiccazione del fiocco<br />

- cardatura e filatura<br />

tintura con colori di sintesi<br />

Il progetto Activa 553


Tintura in filo (utilizzatori<br />

primari):<br />

- eventuale mordenzatura<br />

-messa a punto dei macchinari<br />

- preparazione del bagno di<br />

tintura utilizzando polvere o<br />

estratti<br />

- riduzione del bagno per la<br />

tintura con indaco<br />

- tintura: definizione delle<br />

condizioni di pH, tempi e<br />

temperature<br />

- lavaggio<br />

- essiccazione<br />

- tessitura<br />

Tintura in pezza/capo<br />

(utilizzatori primari):<br />

- eventuale mordenzatura<br />

- messa a punto dei macchinari<br />

- preparazione del bagno di<br />

tintura utilizzando polvere o<br />

estratti<br />

- riduzione bagno per la tintura<br />

con indaco<br />

- tintura: definizione delle<br />

condizioni di pH, tempi e<br />

temperature<br />

-lavaggio<br />

- essiccazione<br />

Messa a punto del<br />

procedimento di tintura:<br />

pH del bagno di tintura<br />

Messa a punto del<br />

procedimento di tintura:<br />

tempi e temperature del<br />

procedimento di tintura<br />

Messa a punto del<br />

procedimento di tintura<br />

Scelta di mordenti e di agenti di<br />

finissaggio che siano<br />

compatibili con la tintura<br />

naturale; esclusione di mordenti<br />

che contengono metalli pesanti<br />

con tossicità riconosciuta (es.<br />

piombo, cromo, rame, nichel,<br />

cadmio, stagno, zinco, ecc.);<br />

uso di allume e cremor tartaro<br />

sia come mordenti che come<br />

agenti di finissaggio; uso di<br />

gomme e oli vegetali (gomma<br />

di tara etc.)<br />

Allegato E<br />

Abbigliamento Eco-fashion La tintura in capo è più<br />

economica ma meno uniforme;<br />

si può fare anche per il cotone<br />

e può consentire di produrre<br />

capi da destinare ad un<br />

mercato di massa.<br />

Arredamento Abbigliamento per l’infanzia Certificazione e controllo:<br />

necessità di adottare standard<br />

e procedure operative che<br />

siano comuni e certificate<br />

Prodotti per l’infanzia Biancheria per la casa<br />

(lenzuola, bed-linen, etc,)<br />

Necessità di maggiore<br />

comunicazione e informazione<br />

nei confronti sia degli operatori<br />

della filiera che dei consumatori<br />

del prodotto finito<br />

Il progetto Activa 554


Categoria<br />

merceologica<br />

Controllo della qualità della<br />

tintura<br />

Solidità alla luce, al lavaggio,<br />

allo sfregamento (secco e<br />

umido), alla traspirazione;<br />

uniformità della tintura sia in filo<br />

(problema della uniformità nel<br />

punto di legatura delle matasse<br />

nella tintura in filo)<br />

Per la tintura in fiocco tinta con<br />

indaco naturale si possono<br />

avere problemi durante la<br />

cardatura dovuti<br />

all’imbrattamento dei<br />

macchinari che necessitalo di<br />

essere ripuliti prima di poter<br />

effettuare la tintura successiva,<br />

utilizzando lana di scarto<br />

Gestione dei rifiuti solidi e<br />

liquidi (costo elevato delle<br />

analisi chimiche, necessità di<br />

impianti con requisiti adeguati e<br />

di scarichi idrici con COD e<br />

BOD conforme).<br />

Consumo elevato di acqua<br />

Allegato E<br />

Oggettistica Necessità di costruire la<br />

domanda dei consumatori – il<br />

mondo della ricerca, le<br />

imprese, le associazioni<br />

ambientaliste e del biologico<br />

devono lavorare insieme, al fine<br />

di accrescere la<br />

consapevolezza nel<br />

consumatore del valore<br />

addizionale insito nei colori e<br />

nelle fibre naturali<br />

Far capire al consumatore ed<br />

agli operatori i rischi per la<br />

salute connessi all’uso di<br />

coloranti di sintesi, spesso<br />

tossici e/o cancerogeni.<br />

Fabbisogno di ricerca<br />

Organizzare meglio la filiera<br />

anche attraverso specifiche<br />

organizzazioni di prodotto<br />

Necessità di integrazione tra i<br />

diversi soggetti che operano<br />

lungo la filiera e della<br />

tracciabilità delle materie prime<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici merceologici<br />

Il progetto Activa 555


“E”<br />

Pelli conciate, colorate e<br />

rifinite con prodotti<br />

naturali<br />

Concia e finissaggio di pelli<br />

al naturale (utilizzatori<br />

primari):<br />

- pulizia della pelle (lavaggio) e<br />

“rinverdimento”;<br />

- concia con tannini vegetali;<br />

- ingrasso e tintura, oppure,<br />

viceversa, tintura e ingrasso;<br />

- essiccamento,<br />

condizionamento e rifinizione<br />

Messa a punto del processo<br />

di concia, tintura, e<br />

finissaggio<br />

Non esiste una<br />

sperimentazione relativa<br />

all’impiego di coloranti naturali<br />

vegetali nella tintura della pelle.<br />

Messa a punto del processo<br />

di tintura e finissaggio<br />

Non si conosce come i coloranti<br />

naturali vegetali reagiscono al<br />

contatto con le altre sostenne<br />

impiegate nel processo sia di<br />

concia che di ingrasso e<br />

finissaggio.<br />

Messa a punto del processo<br />

di tintura e finissaggio<br />

Non si conosce come i colori<br />

naturali vegetali applicati alla<br />

pelle reagiscono con le<br />

sostanze concianti (in questo<br />

caso i tannini) e quando vanno<br />

applicati (prima o dopo la<br />

concia; prima o dopo l’ingrasso)<br />

Messa a punto del processo<br />

di mordenzatura e tintura<br />

Necessità di individuare<br />

sostanze alternative ai tannini<br />

impiegate per la concia al<br />

naturale (rabarbaro? Coloranti<br />

stessi?)<br />

Controllo della qualità<br />

Non si conosce la qualità delle<br />

tinture ottenute e la loro<br />

resistenza ai fattori di<br />

alterazione, come la luce, la<br />

traspirazione etc.<br />

Attualmente, esiste solo il<br />

mercato dei prodotti in pelle<br />

conciata al naturale (con<br />

l'utilizzo di tannini vegetali:<br />

mimosa, castagno, etc.), non si<br />

fa, per il momento, alcun<br />

riferimento all’uso di colori<br />

naturali nel processo di tintura<br />

Allegato E<br />

Eco-leather Necessità di maggiore<br />

comunicazione e informazione<br />

nei confronti sia degli operatori<br />

della filiera che dei consumatori<br />

del prodotto finito<br />

Pelletteria per accessori,<br />

abbigliamento, calzatura<br />

Necessità di costruire la<br />

domanda dei consumatori – il<br />

mondo della ricerca, le<br />

imprese, le associazioni<br />

ambientaliste e del biologico<br />

devono lavorare insieme, al fine<br />

di accrescere la<br />

consapevolezza nel<br />

consumatore del valore<br />

addizionale insito nei prodotti<br />

con pelli conciate, colorate e<br />

rifinite con prodotti naturali<br />

Far capire al consumatore ed<br />

agli operatori i rischi per la<br />

salute connessi all’uso di<br />

coloranti di sintesi, concianti e<br />

ausiliari che, in genere, sono<br />

tossici e/o cancerogeni<br />

Fabbisogno di ricerca<br />

Necessità di organizzare<br />

meglio la filiera anche<br />

attraverso specifiche<br />

organizzazioni di prodotto<br />

Il progetto Activa 556


Categoria<br />

merceologica<br />

“F”<br />

Vernici ecologiche e<br />

colori di pitture murali<br />

(tinte a calce, tempere e<br />

velature)<br />

Allegato E<br />

Necessità di maggiore<br />

integrazione tra i diversi<br />

soggetti che operano lungo la<br />

filiera e di una tracciabilità delle<br />

materie prime<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologici<br />

Produzione della miscela Non c’è una estesa Vernici, colori e pitture murali Incremento di tutti i settori di Necessità di maggiore<br />

pittorica (utilizzatori primari) sperimentazione al riguardo,<br />

mercato già esistenti<br />

comunicazione e informazione<br />

Una miscela pittorica (pittura o quindi esiste la necessità di<br />

nei confronti, sia degli operatori<br />

vernice) è formata da quattro perfezionare molti procedimenti<br />

della filiera che dei consumatori<br />

elementi essenziali: cariche,<br />

leganti, solventi - additivi -<br />

coadiuvanti e pigmenti<br />

del prodotto finito<br />

Le cariche sono di natura Messa a punto delle diverse Vernici e velature per il<br />

Necessità di costruire la<br />

inorganica (carbonati di Ca, miscele pittoriche sia per interni trattamento del legno<br />

domanda dei consumatori – il<br />

talco, sabbie fini, etc.)<br />

che per esterni<br />

mondo della ricerca, le<br />

imprese, le associazioni<br />

ambientaliste e della<br />

bioarchitettura - devono<br />

I leganti rappresentano le Individuazione di solventi e Settore artistico e delle belle<br />

lavorare insieme, al fine di<br />

accrescere la consapevolezza<br />

nel consumatore del valore<br />

addizionale insito nelle vernici,<br />

colori e pitture murali formulate<br />

con prodotti naturali sicuri per<br />

la salute del consumatore<br />

Far capire al consumatore ed<br />

materie prime collanti, anche se composti che siano rispondenti arti<br />

agli operatori i rischi per la<br />

sono presenti in quantità alla norme di sicurezza vigenti<br />

salute connessi con l’uso di<br />

minore rispetto alle cariche e e conformi ai disciplinari della<br />

vernici e pitture che spesso<br />

rappresentano l’elemento più bioarchitettura<br />

presentano composti tossici e<br />

importante della pittura (leganti<br />

inorganici come calce e silicati,<br />

leganti organici come caseina<br />

lattica, albume e tuorlo d’uomo,<br />

cere animali e vegetali (cera<br />

d’api), resine, gomme (guar), oli<br />

siccativi come lino, papavero<br />

etc., amidi (di riso, di fumento,<br />

fecola di patate), cellulosa<br />

esterificata).<br />

cancerogeni<br />

Il progetto Activa 557


Categoria<br />

merceologica<br />

“G”<br />

Cosmetici naturali<br />

I principali coadiuvanti sono:<br />

borace, borati di calcio, allume,<br />

oili essenziali, estratti vegetali,<br />

saponi, aceto, alcool, metil<br />

cellulosa, propoli.<br />

I pigmenti sono materie<br />

coloranti minerali (terre naturali,<br />

ossidi di ferro e di altri metalli<br />

leggeri, boli, argille bianche e<br />

verdi, coloranti vegetali).<br />

Necessità di maggiori<br />

conoscenze circa la solubilità e<br />

il comportamento di alcuni<br />

coloranti nelle diverse miscele<br />

pittoriche<br />

Necessità di maggiori<br />

conoscenze sulla resistenza<br />

delle miscele pittoriche,<br />

soprattutto da esterni, ai fattori<br />

di scolorimento, in particolare<br />

alla luce<br />

Allegato E<br />

Artigianato artistico, oggettistica Fabbisogno di ricerca<br />

Pitture murali, colori e vernici<br />

per bioarchitettura e edifici<br />

pubblici, quali scuole, ospedali,<br />

etc.<br />

Esigere, per i prodotti<br />

tradizionali, la documentazione<br />

e le schede tecniche spesso<br />

completamente assenti<br />

Processo produttivo Punti critici tecnologici Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici merceologici<br />

Produzione di miscele<br />

cosmetiche (utilizzatori<br />

primari)<br />

Un cosmetico è rappresentato<br />

da una miscela di prodotti<br />

diversi; nella cosmesi naturale,<br />

sono stati banditi dai processi<br />

produttivi coloranti e profumi<br />

sintetici, derivati dal petrolio,<br />

derivati da gas velenosi,<br />

composti alogeni organicati<br />

tossici, conservanti che<br />

rilasciano sostanze tossiche,<br />

EDTA, tensioattivi irritanti per la<br />

pelle, OGM, etc.<br />

Il colorante naturale è uno dei<br />

tanti composti che entra a far<br />

parte della cosmesi naturale. Il<br />

colorante naturale può rientrare<br />

tra i componenti del cosmetico<br />

solo se rientra tra le sostante<br />

ammesse nell’Allegato 4 del<br />

DL 713 dell’ 11 ottobre 1986 e<br />

successive modificazioni. Nel<br />

caso che non faccia parte delle<br />

sostanze ammesse, deve<br />

essere presentata una richiesta<br />

con relativa domanda al<br />

Comitato Scientifico Nazionale<br />

di Cosmesi e al Comitato<br />

Scientifico dei prodotti destinati<br />

al consumatore<br />

Cosmesi tradizionale Incremento dei settori di<br />

mercato già esistenti<br />

Necessità di maggiore<br />

comunicazione e informazione<br />

nei confronti sia degli operatori<br />

della filiera che dei consumatori<br />

del prodotto finito<br />

Il progetto Activa 558


Le aziende che producono<br />

cosmetici naturali si sono autoregolamentate<br />

definendo un<br />

disciplinare di produzione e<br />

relativi standard qualitativi a cui<br />

attenersi. I produttori di<br />

cosmesi si sono riuniti in una<br />

Associazione denominata<br />

Co.Co.Nat. (Associazione di<br />

Produttori di Cosmesi<br />

Contrallata Naturale) ed è stato<br />

definito un Marchio di qualità.<br />

L’Associazione si rifà a criteri di<br />

non tossicità e di naturalità<br />

delle materie prime utilizzate<br />

Un aspetto critico relativo<br />

all’inserimento del colorante<br />

naturale nella miscela<br />

cosmetica è legato alla purezza<br />

delle materia prima colorante,<br />

in quanto ne sono necessari<br />

elevati livelli<br />

Le impurità devono essere<br />

caratterizzate e, se elevate,<br />

rientrare tra quelle ammesse<br />

nell’Allegato 4 del DL 713 dell’<br />

11 ottobre 1986 e successive<br />

modificazioni<br />

Necessità di ricerca sul fronte<br />

delle materie prime per trovare<br />

nuovi conservanti, emulsionanti<br />

e tensioattivi utilizzati in<br />

cosmesi naturale<br />

Cosmesi naturale (fortemente<br />

in crescita)<br />

Allegato E<br />

Cosmesi certificata biologica Necessità di costruire la<br />

domanda dei consumatori – il<br />

mondo della ricerca, le<br />

imprese, le associazioni<br />

ambientaliste e del biologico<br />

devono lavorare insieme, al fine<br />

di accrescere la<br />

consapevolezza nel<br />

consumatore del valore<br />

addizionale insito nella cosmesi<br />

naturale<br />

Far capire al consumatore ed<br />

agli operatori i rischi per la<br />

salute connessi con l’uso di<br />

composti spesso tossici,<br />

allergenici e cancerogeni<br />

Fabbisogno di ricerca<br />

Messa a punto di disciplinari di<br />

produzione da parte di ICEA e<br />

del CCPB<br />

Il progetto Activa 559


E.6 “COLTURE DA FIBRA<br />

Categoria merceologica "A" – Fibre per usi tessili<br />

CARATTERIZZAZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO CARATTERIZZAZIONE DEGLI ASPETTI MERCEOLOGICI DELL'INTERA FILIERA<br />

Allegato E<br />

PROCESSO PRODUTTIVO PUNTI CRITICI TECNOLOGICI MERCATI ATTUALI MERCATI POTENZIALI PUNTI CRITICI MERCEOLOGICI<br />

1) Coltivazione<br />

(produttori)<br />

2) Raccolta<br />

(produttori)<br />

3) Macerazione<br />

(produttori o trasformatori primari)<br />

della pianta intera o della sola<br />

fibra<br />

4) Stigliatura<br />

(produttori o trasformatori primari)<br />

5) Pettinatura, filatura<br />

(trasformatori primari e secondari)<br />

6) Tessitura<br />

(trasformatori secondari)<br />

abbigliamento, arredo, ecc.<br />

(trasformatori secondari,<br />

utilizzatori primari)<br />

• Reperimento sementi certifica-te di<br />

varietà idonee.<br />

• Ottimizzazione della fitotecni-ca in<br />

relazione alle specifiche situazioni<br />

di coltura.<br />

• Mancanza di macchine da raccolta<br />

moderne efficienti ed in grado di<br />

garantire qualità del prodotto per la<br />

canapa.<br />

• Messa a punto di impianti<br />

industriali di grande efficienza in<br />

grado di garantire costanza di<br />

qualità della fibra.<br />

• Messa a punto di macchine<br />

efficienti (qualità e capacità di<br />

lavoro).<br />

• Variazioni della "filiera lino" per<br />

lavorare adeguatamente anche<br />

fibre di canapa.<br />

• Necessità di innovazione continua.<br />

Categoria merceologica "B" – Fibre per usi non tessili<br />

• In Italia la produzione è di circa<br />

1000 ettari di canapa e pochi di<br />

lino.<br />

• Incremento dei settori di mer-cato<br />

esistenti.<br />

• Temporanea apertura di merca-ti<br />

esteri (Cina, ecc.).<br />

• Costi di produzione elevati in<br />

confronto a fibre sintetiche e<br />

naturali di importazione.<br />

• Dimensioni limitate dell'offer-ta<br />

perciò difficoltà nell'avvio della<br />

filiera.<br />

• Mancanza di standard di quali-tà<br />

accettati da trasformatori e<br />

utilizzatori finali.<br />

• Difficoltà ad assicurare unifor-mità<br />

e costanza di produzione.<br />

• Mancanza di tracciabilità della<br />

filiera.<br />

• In sintesi, mancanza di una filiera<br />

organizzata.<br />

CARATTERIZZAZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO CARATTERIZZAZIONE DEGLI ASPETTI MERCEOLOGICI DELL'INTERA FILIERA<br />

Il progetto Activa 560


Allegato E<br />

PROCESSO PRODUTTIVO PUNTI CRITICI TECNOLOGICI MERCATI ATTUALI MERCATI POTENZIALI PUNTI CRITICI MERCEOLOGICI<br />

1) Coltivazione<br />

(produttori)<br />

2) Raccolta<br />

(produttori)<br />

3) Separazione fibra<br />

(produttori o trasformatori primari)<br />

con o senza previa macerazione<br />

4) Utilizzazione fibra e parte legnosa<br />

separatamente,<br />

oppure pianta intera<br />

(trasformatori primari o<br />

secondari)<br />

per compositi, tessuti non tessuti,<br />

pasta di cellulosa, pannelli<br />

precompressi, energia<br />

• Reperimento sementi di varietà<br />

idonee certificate (soprattutto per<br />

kenaf).<br />

• Ottimizzazione di qualche aspetto<br />

di tecnica colturale.<br />

• Migliorare l'efficienza della raccolta<br />

meccanica anche solo con<br />

adattamento delle macchi-ne<br />

esistenti.<br />

• Migliorare l'efficienza delle<br />

macchine esistenti o sviluppa-re<br />

nuove tecnologie.<br />

• Per ciascuno dei settori,<br />

miglioramento degli impianti<br />

esistenti o realizzazioni di nuovi<br />

con tecnologie inno-vative.<br />

• In Italia la produzione di circa<br />

800 ettari di kenaf e di canapa di<br />

qualità non idonea all'uso tessile;<br />

scarti di lavorazione della scarsa<br />

produzione di lino.<br />

• Buone prospettive per l'impie-go di<br />

biocompositi nell'indu-stria<br />

automobilistica, e in minor misura<br />

nella bioedilizia.<br />

• Una amplissima gamma di settori è<br />

mercato potenziale per tessuti non<br />

tessuti e in generale biocompositi.<br />

• Industria cellulosa e carta per carte<br />

pregiate (fibra) o carte comuni e<br />

cartoni (intera pianta).<br />

• Lettiere per animali o substrati per<br />

ortofloricoltura (parti legnose).<br />

• Materiali adsorbenti per inqui-nanti<br />

oleosi.<br />

• Utilizzazione per energia.<br />

• Costo della materia prima.<br />

• Filiera inesistente.<br />

• Offerta limitata.<br />

N.B. Per le due categorie merceologiche "A" e "B" (Fibre per usi tessili e non tessili) la caratterizzazione del processo produttivo è suddivisa per fasi, mentre la caratterizzazione degli aspetti<br />

merceologici si riferisce all'intera filiera.<br />

Il progetto Activa 561


Allegato E<br />

E.7 “FITOFARMACI DI ORIGINE VEGETALE”<br />

Caratterizzazione del processo produttivo Caratterizzazione degli aspetti merceologici<br />

Categoria Processo produttivo Punti critici<br />

Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

tecnologici<br />

merceologici<br />

“A”<br />

Produzione di sementi Ricerca e sperimentazione di Alcune sperimentazioni sono in atto, Inserimento delle piante Informazione presso gli<br />

Piante miglioratrici,<br />

bioattive, ad azione<br />

biocida<br />

varietà con elevata attività<br />

biocida<br />

non si può ancora parlare di un vero e<br />

proprio mercato di varietà ad azione<br />

biocida. Sono state coltivate viola,<br />

ruta, facezia e, più recentemente,<br />

miglioratrici nelle rotazioni in<br />

seguito ad azione delle<br />

associazioni di agricoltori e/o<br />

di interventi delle istituzioni<br />

agricoltori dei principi di<br />

agroecologia e della<br />

convenienza nell’uso di queste<br />

tecniche che mirano ad<br />

diverse Brassiche tra cui Brassica pubbliche o private<br />

accrescere la fertilità e<br />

juncea e sorgo (Sudangrass)<br />

l’autoimmunità<br />

dell’agroecosistema<br />

Coltivazione (produttori) Ottimizzazione della tecnica<br />

colturale al fine di ridurre i<br />

costi di produzione ed i tempi<br />

fenologici della coltura da<br />

sovescio<br />

Utilizzazione (gli stessi<br />

Categoria<br />

produttori tramite sovescio)<br />

Processo produttivo Punti critici<br />

Mercati attuali Mercati potenziali Punti critici<br />

merceologica<br />

tecnologici<br />

merceologici<br />

“B”<br />

Coltivazione (aziende Ricerca e sperimentazione di Mercato di nicchia soprattutto per In generale le potenzialità Costi elevati dovuti al mancato<br />

prodotti ad azione<br />

fitoiatrica<br />

1)estratti, oli essenziali,<br />

agricole estensive afferenti<br />

alla PAC )<br />

varietà con elevata attività<br />

biocida e dei prodotti<br />

maggiormente richiesti dal<br />

mercato<br />

coltivazioni biologiche con alcune<br />

essenze non coltivabili in Toscana<br />

(come il Neem, la Teofrasia, il<br />

Chrysantemum da cui si estrae il<br />

riguardano la diffusione dei<br />

preparati oggi testati in via<br />

sperimentale<br />

raggiungimento di un’economia<br />

di scala<br />

farine o simili<br />

piretro, la Quassia e il Picrosma, la<br />

2)formulati veri e propri<br />

Ryania, le leguminose tropicali da cui<br />

si estrae il rotenone)<br />

Estrazione (aziende agricole<br />

Alcune esperienze sono in corso Interessanti prospettive Metodi per testare la reale<br />

e/o aziende chimiche che<br />

utilizzando farine di semi di Brassica riguardano l’utilizzo di farine efficacia di questi prodotti<br />

producono fitofarmaci)<br />

carinata, aglio, cipolla, peperoncino, di semi di B.carinata non<br />

nicotina, propoli ed altre<br />

solo in pieno campo<br />

(sottoforma di pellet) ma<br />

anche in post-raccolta.<br />

Buone prospettive per aglio<br />

e nicotina<br />

Difficile reperibilità e<br />

distribuzione dei prodotti<br />

Informazione agli agricoltori e ai<br />

consumatori finali dei prodotti<br />

agricoli<br />

Il progetto Activa 562


Allegato E<br />

Compatibilità dei fitofarmaci<br />

vegetali con i disciplinari<br />

consigliati o imposti dalla<br />

pubblica amministrazione e/o<br />

dalla grande distribuzione<br />

Il progetto Activa 563


AllegatoF - Griglie fattori condizionanti<br />

f.1 Biocarburanti<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food dei biocarburanti in Toscana<br />

Colture: B-M termine - girasole e colza (applicazione con maggiori prospettive a livello regionale) x biodiesel; M-L<br />

termine - barbabietola, sorgo zuccherino, grano, mais, eccedenze viniche (vinacce), frutta x bioetanolo; brassica<br />

carinata x biodiesel .<br />

Settori di applicazione: B-M termine – biodiesel: autotrazione nel settore dei trasporti privati e pubblici (in servizio<br />

su linee urbane ed extraurbane) in miscela dal 5% nei centri urbani al 30% in periferia, puro per usi termici per il<br />

riscaldamento di edifici pubblici e privati, strutture agricole di diversa natura (es. per l'essiccazione e lo stoccaggio<br />

dei prodotti, nelle serre) e trazione nelle aziende agricole, olio tal quale: per la produzione di calore-energia ad uso<br />

pubblico e privato, bioetanolo: per autotrazione, in miscela fino al 15% con la benzina o puro utilizzando le auto<br />

con motore flex, Etbe: per autotrazione, in miscela fino al 15% con la benzina; M-L termine – olio raffinato: per<br />

autotrazione, ad utilizzo puro mediante l’uso di kit.<br />

Fattori condizionanti<br />

Selezione: V/O, S<br />

Globale<br />

SCALA<br />

SPAZIALE<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la<br />

Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10 dicembre 1997);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di<br />

S X X X X<br />

emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal primo gennaio<br />

2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per la<br />

S X X X<br />

riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) (decisione del<br />

Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

S X X X<br />

Riforma di medio termine della PAC; S X X X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; S X<br />

Livello di applicazione dell'obiettivo strategico della Cina di produrre entro il<br />

2010 il 10% di energia da fonti rinnovabili;<br />

Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia elettrica da fonti<br />

S X<br />

rinnovabili, chiamando ogni Stato membro a fissare un proprio obiettivo<br />

produttivo ed a monitorarlo (recepita in Italia con il Decreto Legislativo 387/03);<br />

Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell'uso dei biocarburanti, prevede di<br />

utilizzare carburanti di origine agricola per il 2% di tutta la benzina e del diesel<br />

per trasporti, entro il 31 dicembre 2005 e del 5,75% entro il 31 dicembre 2010 (da<br />

S X X X<br />

recepire negli Stati membri entro il 31 dicembre 2004, in Italia, il 06 marzo 2005 è<br />

giunta la lettera di costituzione di mora da parte della Commissione per la non<br />

avvenuta comunicazione dell'obiettivo riguardante la % di biocarburanti da<br />

raggiungere nell’anno 2005);<br />

Dlgs. 30 maggio 2005, n. 128, Gazzetta Ufficiale 12 luglio 2005 n.160 in<br />

S X X X<br />

attuazione della Direttiva 2003/30/CE, riduce la percentuale nazionale al di sotto<br />

di quella programmata (1% biocarburanti entro 31 dicembre 2005, 2,5% entro 31<br />

dicembre 2010);<br />

Direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei<br />

S X X<br />

prodotti energetici e dell'elettricità e prevede agevolazioni strutturali per la<br />

diffusione dei biocarburanti;<br />

S X<br />

Finanziaria 2005 ha ridotto il contingente annuo defiscalizzato a 200.000 t per i S X X<br />

Il progetto Activa 564<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


prossimi sei anni (2005-2010), l’introduzione della quota di defiscalizzazione del<br />

biodiesel risale al Decreto Ministero dell'Economia n. 256 del 25/07/'03, stabilisce<br />

che nell'ambito del progetto pilota per il triennio 1/07/'01-30/06/'04 l'accisa sui<br />

carburanti non sia applicata su un contingente di 300.000 t di biodiesel, ma solo<br />

sulle quantità eccedenti;<br />

Finanziaria 2005 (Decreto n. 96 del 2004) stanzia 73 milioni di euro per la<br />

produzione di bioetanolo da utilizzare tal quale (4,5% dello stanziamento), per la<br />

produzione di Etbe (85,5%) e di additivi e riformulati (10%) (corrispondenti alla<br />

produzione e commercializzazione di 100.000 ettanidri di bioetanolo tal quale e<br />

900.000 ettanidri di Etbe ogni anno);<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare tra<br />

Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

Programma nazionale "biocombustibili" PROBIO predisposto dal Ministero delle<br />

politiche agricole e forestali in ottemperanza all'Art.3 della Legge n. 423 del 1998;<br />

Disponibilità di politiche volte a promuovere, riconoscere ed incentivare processi<br />

produttivi a basso impatto ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la<br />

salute dei consumatori;<br />

Stato del rapporto tra industriali (mancanza di garanzie sulla continuità e sulla<br />

qualità delle forniture di materia prima agricola) e agricoltori (mancanza di<br />

sicurezza sui prezzi e la redditività) e livello di condivisione delle problematiche<br />

della filiera e di partecipazione ai tavoli di coordinamento interprofessionali;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione (programmi educativi ad<br />

hoc nelle scuole e per cittadini / consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere<br />

non-food;<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che garantiscano la<br />

tracciabilità di prodotti con valore aggiunto strettamente legato al territorio, alla<br />

qualità e all'ecologicità dei materiali;<br />

Capacità di adeguamento normativo, in accompagnamento alle politiche di<br />

promozione delle filiere non-food;<br />

Grado di presenza in ambito regionale dei soggetti e le competenze per l'avvio di<br />

una filiera regionale e capacità di messa in atto di ipotesi progettuali (progetti<br />

pilota) per applicazioni nell'ambito dei trasporti pubblici locali;<br />

Decreto Legislativo 79/99 con il quale viene superato il criterio di incentivazione<br />

tariffaria (CIP 6/92) introducendo titoli commerciali con cui si passa a un<br />

meccanismo di mercato competitivo basato su "titoli ambientali negoziabili": i<br />

Certificati Verdi (operativi dal 2002);<br />

Decreto Ministeriale del 24 aprile 2001, introduce i Certificati Bianchi (operativi<br />

dal 2004) con lo scopo di attestare l'efficienza energetica favorendo la diffusione<br />

di elettrotecnologie che garantiscono un risparmio energetico;<br />

Possibilità di ottenimento da parte di produttori di energie rinnovabili di certificati<br />

RECS (Renewable Energy Certificate System) per produzioni superiori a 1 MWh<br />

(utilizzabile per gli impianti esclusi dal D.Lgs. 79/99);<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientale volontaria secondo la<br />

norma internazionale UNI EN ISO 14001;<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientali volontarie, es. EMAS e di<br />

marchi ecologici di prodotto, es. Ecolabel;<br />

Livello di sviluppo di strategie e politiche della qualità e della certificazione<br />

ambientale sviluppate a livello di impresa e di distretti industriali toscani (es.<br />

sperimentazioni EMAS di distretto e percorsi di Agenda21);<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale composto dai<br />

principali attori della filiera con lo scopo di individuazione di soluzioni durature<br />

almeno a livello regionale, per il raggiungimento di compromessi tra le parti;<br />

Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (patto per lo sviluppo) per uscire<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetti pilota e avviare vere e proprie politiche<br />

di mercato del non-food, attraverso la definizione comune dei prezzi, quantità e<br />

standard minimi di qualità delle forniture di materia prima vegetale;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei benefici prodotti<br />

dall'attivazione della filiera;<br />

Allegato F<br />

S X X<br />

S X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Il progetto Activa 565


Economici<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Globale<br />

Allegato F<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X X X X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; S X X X X<br />

Livello di presenza di brevetti;<br />

Possibilità di miscelazione del biodiesel con il gasolio tradizionale in percentuale<br />

S X X X X<br />

non superiore al 25% (da Decreto del Ministero dell'Economia n. 256 del<br />

25/07/'03);<br />

V/O X X<br />

Possibilità da parte delle pubbliche amministrazioni di effettuare acquisti verdi<br />

(green public procurement) relativamente ai biocarburanti;<br />

Possibilità di ottenimento da parte di produttori di energie rinnovabili di certificati<br />

V/O X X<br />

RECS (Renewable Energy Certificate System) per produzioni superiori a 1 MWh<br />

vendibili sul mercato (utilizzabile per gli impianti esclusi dal D.Lgs. 79/99);<br />

Decreto Legislativo 79/99 introduce i Certificati Verdi (operativi dal 2002)<br />

V/O X X X X<br />

rilasciati ai produttori di energia da fonti rinnovabili per produzioni superiori a<br />

100 MWh 3 con attuale validità di 8 anni che possono essere venduti ad un prezzo<br />

medio di 7,5-8 cEuro/kWh;<br />

V/O X X<br />

Decreto Ministeriale del 24 aprile 2001, introduce i Certificati Bianchi (operativi<br />

dal 2004), titoli commerciali che attestano un risparmio di energia elettrica;<br />

Capacità delle aziende agricole di destinare una parte o la totalità delle colture alla<br />

V/O X X<br />

produzione di energia (rinnovabile) con conseguenti possibili incrementi della<br />

redditività aziendale (si aggiunge la possibilità di vendita diretta dell'energia);<br />

V/O X X<br />

Possibilità di percepire l’aiuto comunitario previsto per le colture energetiche<br />

dalla nuova Pac, pari a 45 euro/ha;<br />

Grado di competitività delle aziende agricole italiane e regionali nei confronti di<br />

V/O X X X<br />

quelle estere / extracomunitarie produttrici di girasole e colza a costi più bassi di<br />

produzione;<br />

V/O X X<br />

Livello di redditività delle colture in oggetto; V/O X X X<br />

Grado di reperibilità delle produzioni sul territorio nazionale e regionale (gravate<br />

da minori costi di trasporto);<br />

V/O X X<br />

Percentuale di importazione della granella dal mercato estero / extraeuropeo; V/O X X<br />

Livello di garanzia di uno sbocco stabile sul mercato delle produzioni agricole in<br />

oggetto;<br />

V/O X X<br />

Andamento dei prezzi di ritiro della granella non-food all'agricoltore da parte<br />

dell'industria di estrazione;<br />

V/O X X<br />

Andamento del prezzo delle varie categorie merceologiche della filiera<br />

biocarburanti (olio tal quale, olio raffinato, biodiesel, bioetanolo, ETBE);<br />

V/O X X<br />

Presenza di accordi interprofessionali sul prezzo del prodotto dal produttore<br />

all'utilizzatore finale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione dell'olio sul mercato internazionale; V/O X X<br />

Livello di redditività del settore di estrazione dell'olio vegetale;<br />

Capacità di ottenere un utile adeguato a ciascun livello della filiera, ai fini<br />

V/O X X<br />

dell'attivazione di una domanda di prodotti agricoli interna, per riuscire a<br />

contrastare la concorrenza del mercato mondiale;<br />

V/O X X<br />

Grado di valorizzazione dei co-prodotti (farine e/o panello proteico per<br />

l'alimentazione animale);<br />

Capacità di ottenere un ipotetico surplus di offerta sul mercato internazionale di<br />

V/O X X<br />

glicerina (sottoprodotto a livello di trans-esterificazione) con conseguente<br />

riduzione del prezzo e dei riflessi negativi sugli utili a livello di produzione del<br />

biodiesel;<br />

V/O X X<br />

Capacità di introduzione/utilizzazione del biodiesel mediante canali preferenziali<br />

specifici (aree marine protette, Parchi naturali, aree umide, ecc.);<br />

V/O X X<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 566<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


conseguenti ritorni positivi a livello economico;<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente apprezzamento da parte<br />

dei consumatori di prodotti meno impattanti per l'ambiente, realizzati con processi<br />

produttivi a basso impatto ambientale;<br />

Grado di presenza, a livello regionale, dei soggetti della filiera che potrebbe<br />

consentire l'esercizio delle attività in un'area limitata (raggio di circa 100-150 km),<br />

riducendo notevolmente i costi di trasporto della materia prima.<br />

Ambientali / Biologici<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio);<br />

Presenza di rischi correlati alla possibilità di esclusione della fase agricola dalla<br />

S X<br />

filiera (importazione dell'olio vegetale) e conseguenti ripercussioni a livello<br />

ambientale ed agro-ecosistemico;<br />

V/O X X<br />

Livello di prelievo idrico e di utilizzo di mezzi tecnici dovuto alla coltivazione di<br />

colture scarsamente esigenti dal punto di vista agronomico (girasole, colza);<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della fertilità del terreno,<br />

V/O X X<br />

in relazione alla coltivazione di colture da rinnovo inserite nell'avvicendamento<br />

colturale (caso girasole e colza);<br />

V/O X X<br />

Livello di riduzione del rischio idrogeologico, in relazione alla coltivazione di<br />

colture che mantengono il terreno coperto durante i mesi invernali (caso colza);<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di colture agricole GM e non: colza e girasole rispettivamente; V/O X X<br />

Livello di biodiversità dell'agro-ecosistema, in relazione alla possibilità di<br />

diversificazione delle produzioni agricole;<br />

V/O X X X<br />

Grado di contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per<br />

le produzioni convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Livello di inquinamento da CO2 (es. -2,0 kg di CO2 per ogni kg di gasolio<br />

sostituito da biodiesel), in riferimento alle prestazioni dei biocarburanti;<br />

Livello dei consumi energetici del processo produttivo (consumi energetici del<br />

V/O X X<br />

biodiesel nettamente inferiori al gasolio, rapporto energia consumata su energia<br />

prodotta 0:2-2,5 u.e. sottoforma di combustibile);<br />

Livello di inquinamento atmosferico [caso biodiesel: assenza di composti<br />

V/O X X<br />

aromatici (precursori degli IPA) e di zolfo, maggior contenuto di O2 che<br />

garantisce una minore produzione di CO e di composti incombusti (minore<br />

produzione di particolato)], in riferimento alle prestazioni dei biocarburanti;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi produttivi industriali<br />

e di smaltibilità dei prodotti esausti;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale;<br />

V/O X X X X<br />

Livello di impatto ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti;<br />

Grado di presenza a livello regionale dei soggetti della filiera: che potrebbe<br />

V/O X X<br />

consentire l'esercizio delle attività in un'area limitata (raggio di circa 100-150 km),<br />

riducendo l'impatto ambientale dovuto al trasporto su lunghe distanze della<br />

materia prima;<br />

V/O X<br />

Livello di presenza di una coltura simbolo di un'area, elemento di tipicità del<br />

modello agricolo toscano (caso del girasole);<br />

Grado di conservazione nelle aziende toscane di colture, come il girasole ed il<br />

V/O X<br />

colza, che come poche altre sono capaci di valorizzare i difficili terreni della<br />

Regione;<br />

V/O X<br />

Livello di presenza in ambito regionale di ampie superfici vocate alla produzione<br />

di colture oleaginose (Toscana litoranea e centro - meridionale);<br />

V/O X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Il progetto Activa 567<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Tecnici / Tecnologici<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Globale<br />

Allegato F<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie meccaniche; S X X X X<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze chimiche di<br />

origine minerale e/o sintetica;<br />

Livello di informazione/formazione presso gli operatori della filiera, riguardo alle<br />

S X X X X<br />

tecniche colturali, alle tecniche di estrazione, trasformazione ed alle specifiche<br />

tecnico-qualitative del prodotto;<br />

V/O X X X<br />

Capacità di attuazione/allungamento della rotazione colturale in relazione<br />

all'aumento delle opportunità di differenziazione produttiva;<br />

V/O X X<br />

Grado di coltivazione di colture non irrigue scarsamente esigenti dal punto di vista<br />

agronomico (girasole, colza);<br />

V/O X X<br />

Grado di coltivazione di colture che mantengono il terreno coperto durante i mesi<br />

invernali, in relazione alla loro riduzione del rischio idrogeologico (caso colza);<br />

V/O X X<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione al livello di<br />

biodiversità dell'agro-ecosistema;<br />

V/O X X<br />

Livello di efficacia di utilizzazione degli impianti di triturazione; V/O X X<br />

Grado di semplicità tecnologica delle diverse fasi della filiera e dell'appurata<br />

conoscenza di adeguate soluzioni tecnologiche;<br />

V/O X X X X<br />

Prestazioni dei biocarburanti nelle applicazioni motoristiche e negli impianti di<br />

riscaldamento;<br />

V/O X X X X<br />

Grado di presenza di aziende agricole che includono nel loro indirizzo produttivo<br />

la produzione di energia (rinnovabile);<br />

V/O X X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale; V/O X X X<br />

Disponibilità di varietà/ibridi delle specie di interesse, selezionate per la<br />

produzione di biocarburanti e per la stabilizzazione delle rese;<br />

V/O X X X<br />

Grado di esperienza maturata dagli agricoltori in ambito regionale nel settore delle<br />

oleaginose;<br />

V/O X<br />

Livello di presenza in ambito regionale di collaudati ed efficienti reti di raccolta e<br />

stoccaggio della granella da oleaginose;<br />

V/O X<br />

Disponibilità di risultati relativi a ricerche locali sull’applicazione del biodiesel<br />

agli autobus di linea;<br />

V/O X<br />

Grado di adattamento dei motori e delle caldaie alla utilizzazione di oli vegetali<br />

raffinati<br />

V/O X X X<br />

Capacità di installazione e manutenzione di caldaie alimentate a olio vegetale (più<br />

o meno raffinato)<br />

V/O X X X<br />

Sociali<br />

Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori dei benefici ambientali e<br />

salutistici derivanti dall'utilizzo dei biocarburanti;<br />

Possibilità di realizzare opportunità di sviluppo rurale attraverso la coltivazione e<br />

la trasformazione delle colture in oggetto;<br />

Livello di percezione del rischio per gli operatori della filiera a livello industriale<br />

(es. rischi di tossicità o cancerogenicità);<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto ambientale<br />

provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Globale<br />

Europea<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 568


vivibilità del territorio;<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del miglioramento<br />

dell'immagine aziendale, sia a livello agricolo che industriale;<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei diversi operatori<br />

che operano lungo la filiera produttiva e consapevolezza del proprio ruolo;<br />

Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori della possibilità di<br />

beneficiare di una fonte energetica alternativa rinnovabile;<br />

Capacità di ottenere una chiara identificazione del biodiesel commercializzato<br />

(conoscenza da parte dei consumatori della presenza di biodiesel e delle<br />

percentuali di miscelazione);<br />

Livello di sensibilizzazione dei cittadini / consumatori nei confronti dei<br />

biocarburanti;<br />

Capacità di mantenimento di colture tipiche del paesaggio regionale, in termini di<br />

ritorno d'immagine su base territoriale;<br />

Allegato F<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

Il progetto Activa 569


f.2 Biolubrificanti<br />

Allegato F<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food dei biolubrificanti vegetali in<br />

Toscana<br />

Colture: B-M termine - girasole alto oleico, M-L termine - altre oleaginose ad alto erucico (Crambe abyssinica,<br />

Brassica carinata, ecc.) fondamentali per l'allargamento dello spettro di applicazione.<br />

Settori di applicazione: B-M termine - tessile, conciario, cartario, lapideo e di escavazione, M-L termine -<br />

metallurgica, agro-alimentare, co-formulanti in cosmesi, farmaceutica e fitoiatria.<br />

Fattori condizionanti<br />

CONTESTO<br />

Globale<br />

SCALA<br />

SPAZIALE<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la<br />

Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10 dicembre 1997);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di<br />

S X X X X<br />

emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal primo gennaio<br />

2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per<br />

S X X X<br />

la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) (decisione del<br />

Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

S X X<br />

Riforma di medio termine della PAC; S X X X<br />

Livello di applicazione dell'obiettivo strategico della Cina di produrre entro il<br />

2010 il 10% di energia da fonti rinnovabili;<br />

S X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; S X<br />

Applicazione a livello nazionale della Direttiva 2003/53/CE che vieta la<br />

commercializzazione e l'impiego di nonilfenolo e di nonilfenolo etossilato;<br />

S X X X<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare tra<br />

Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

Livello di applicazione della Registrazione ambientale volontaria EMAS e del<br />

S X X<br />

marchio ecologico di prodotto Ecolabel, recentemente unificato a livello europeo<br />

anche per quanto riguarda i lubrificanti;<br />

Disponibilità di politiche di promozione dei prodotti biologici nel settore non<br />

V/O X X X<br />

alimentare del tessile biologico e della bioedilizia e definizione di disciplinari di<br />

produzione che includano coloranti naturali;<br />

Disponibilità di politiche volte a promuovere, riconoscere ed incentivare processi<br />

V/O X X X<br />

produttivi a basso impatto ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la<br />

salute dei consumatori;<br />

Stato del rapporto tra industriali (mancanza di garanzie sulla continuità e sulla<br />

V/O X X X<br />

qualità delle forniture di materia prima agricola) e agricoltori (mancanza di<br />

sicurezza sui prezzi e la redditività) e livello di condivisione delle problematiche<br />

della filiera e di partecipazione ai tavoli di coordinamento interprofessionali;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione (programmi educativi ad<br />

V/O X X<br />

hoc nelle scuole e per cittadini / consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere<br />

non-food;<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che garantiscano la<br />

V/O X X<br />

tracciabilità di prodotti con valore aggiunto strettamente legato al territorio, alla<br />

qualità e all'ecologicità dei materiali;<br />

V/O X X<br />

Capacità di adeguamento normativo, in accompagnamento alle politiche di<br />

promozione delle filiere non-food;<br />

V/O X X<br />

Grado di presenza in ambito regionale dei soggetti e delle competenze per l'avvio<br />

di una filiera regionale e capacità di messa in atto di ipotesi progettuali (progetti<br />

V/O X<br />

Il progetto Activa 570<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


pilota);<br />

Livello di applicazione di programmi di sostituzione di prodotti pericolosi per la<br />

salute e per l'ambiente (per i prodotti ottenuti con l'utilizzo di coloranti naturali);<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientale volontaria secondo la<br />

norma internazionale UNI EN ISO 14001;<br />

Livello di applicazione della Registrazione ambientale volontaria EMAS e del<br />

marchio ecologico di prodotto Ecolabel, Ökotest;<br />

Livello di sviluppo di strategie e politiche della qualità e della certificazione<br />

ambientale sviluppate a livello di impresa e di distretti industriali toscani (es.<br />

sperimentazioni EMAS di distretto e percorsi di Agenda21);<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale composto dai<br />

principali attori della filiera con lo scopo di individuazione di soluzioni durature<br />

almeno a livello regionale, per il raggiungimento di compromessi tra le parti;<br />

Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (patto per lo sviluppo) per uscire<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetti pilota e avviare vere e proprie politiche<br />

di mercato del non-food, attraverso la definizione comune dei prezzi, quantità e<br />

standard minimi di qualità delle forniture di materia prima vegetale;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei benefici prodotti<br />

dall'attivazione della filiera;<br />

Economici<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X X X X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati (es. caso tessile -<br />

abbattimento dei dazi);<br />

S X X X X<br />

Livello di presenza di brevetti; S X X X X<br />

Grado di dipendenza dal mercato del petrolio; S X X X X<br />

Ricerca di innovazione tecnologiche di prodotto e di distretto volte a differenziare<br />

le produzioni sul mercato globalizzato;<br />

V/O X X X X<br />

Disponibilità di biolubrificanti e di oli vegetali sul mercato; V/O X X X<br />

Livello di responsabilità sociale d’impresa come valore aggiunto per molte PMI<br />

del settore tessile e abbigliamento;<br />

Livello di presenza di azioni di sostegno ed indirizzo, che possano influenzare lo<br />

V/O X X X<br />

sviluppo del mercato per la filiera dei biolubrificanti vegetali (es. la<br />

comunicazione ai cittadini e agli operatori economici, supportata dalle istituzioni,<br />

e le politiche di marchio e tracciabilità);<br />

V/O X X X<br />

Grado di competitività delle aziende agricole estere / extracomunitarie produttrici<br />

di girasole e colza a costi più bassi di produzione;<br />

V/O X X X<br />

Livello di redditività colturale delle colture in oggetto; V/O X X X<br />

Grado di reperibilità delle produzioni sul territorio nazionale e regionale (gravate<br />

da minori costi di trasporto);<br />

V/O X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale<br />

consentendo ulteriori riduzioni dei costi di produzione;<br />

V/O X X<br />

Percentuale di importazione della granella dal mercato estero / extraeuropeo; V/O X X<br />

Livello di garanzia di uno sbocco stabile sul mercato delle produzioni agricole in<br />

oggetto;<br />

V/O X X<br />

Andamento dei prezzi di ritiro della granella non-food all'agricoltore da parte<br />

dell'industria di estrazione;<br />

V/O X X<br />

Presenza di accordi interprofessionali sul prezzo del prodotto dal produttore<br />

all'utilizzatore finale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione dei biolubrificanti sul mercato internazionale; V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione dell'olio sul mercato internazionale; V/O X X X<br />

Livello di redditività del settore di estrazione dell'olio vegetale; V/O X X<br />

Grado di valorizzazione dei sottoprodotti (farine e/o panello proteico per V/O X<br />

Il progetto Activa 571<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

l'alimentazione animale);<br />

Capacità di ottenere un utile adeguato a ciascun livello della filiera, ai fini<br />

X<br />

dell'attivazione di una domanda di prodotti agricoli interna, per riuscire a<br />

contrastare la concorrenza del mercato mondiale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione e dei prezzi di vendita dei formulati a base vegetale<br />

nei confronti dei formulati convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Valore del costo dell'oleante rispetto ai costi complessivi del processo produttivo;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello economico;<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente apprezzamento da parte<br />

V/O X X<br />

dei consumatori di prodotti meno impattanti per l'ambiente, realizzati con processi<br />

produttivi a basso impatto ambientale;<br />

Grado di presenza a livello regionale dei soggetti della filiera che potrebbe<br />

V/O X X<br />

consentire l'esercizio delle attività in un'area limitata (raggio di circa 100-150 km),<br />

riducendo notevolmente i costi di trasporto della materia prima;<br />

Capacità di potenziamento (attraverso le produzioni non-food) della produzione di<br />

V/O X<br />

beni di alta qualità, differenziabili in termini di sicurezza, ecologicità,<br />

posizionabili su mercati di nicchia;<br />

V/O X X<br />

Andamento delle strategie gestionali a livello di singola impresa (agricola, PMI<br />

tessili, conciarie, cartarie, ecc.) presenti sul territorio;<br />

V/O X<br />

Ambientali / Biologici<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio);<br />

Livello di prelievo idrico e di utilizzo di mezzi tecnici dovuto alla coltivazione di<br />

S X<br />

colture scarsamente esigenti dal punto di vista agronomico (girasole, oleaginose<br />

ad alto erucico);<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della fertilità del terreno,<br />

V/O X X<br />

in relazione alla coltivazione di colture da rinnovo inserite nell'avvicendamento<br />

colturale (caso girasole);<br />

Livello di riduzione del rischio idrogeologico, in relazione alla coltivazione di<br />

V/O X X<br />

colture che mantengono il terreno coperto durante i mesi invernali (caso altre<br />

oleaginose);<br />

V/O X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale (low-input,<br />

biologico);<br />

V/O X X X<br />

Disponibilità di colture agricole non GM per assenza di studi di modifica del<br />

genoma;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodiversità dell'agro-ecosistema, in relazione alla possibilità di<br />

diversificazione delle produzioni agricole;<br />

V/O X X X<br />

Grado di contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per<br />

le produzioni convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di materie prime conformi alle nuove normative in campo<br />

ambientale;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di prodotti biodegradabili a basso impatto ambientale da utilizzare<br />

nei processi produttivi industriali;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi produttivi industriali<br />

e di smaltibilità dei prodotti esausti;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale;<br />

V/O X X X X<br />

Livello di impatto ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti; V/O X X<br />

Livello di produzione e successivo utilizzo di risorse rinnovabili (biolubrificanti); V/O X X<br />

Il progetto Activa 572<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

Grado di presenza di processi produttivi industriali che utilizzano prodotti<br />

biodegradabili a basso impatto ambientale;<br />

Difficoltà degli impianti di depurazione delle acque di mantenere standard<br />

V/O X X<br />

qualitativi delle acque in uscita accettabili ed in ogni caso al di sotto dei limiti di<br />

legge;<br />

V/O X X<br />

Presenza nelle aziende toscane di colture (es. girasole e colza), capaci di<br />

valorizzare anche terreni difficili;<br />

V/O X<br />

Presenza in ambito regionale di ampie superfici vocate alla produzione di colture<br />

oleaginose (Toscana litoranea e centro-meridionale);<br />

V/O X<br />

Livello di presenza di colture tipiche del paesaggio regionale (caso girasole); V/O X<br />

Disponibilità di formulati, conformi alle nuove normative in campo ambientale<br />

(divieto di utilizzo dei nonilfenoli);<br />

V/O X<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; S X X X X<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze chimiche di<br />

origine minerale e/o sintetica;<br />

S X X X X<br />

Possibilità di performance qualitative dei biolubrificanti superiori ai tradizionali<br />

oli sintetici e di sintesi;<br />

Livello di informazione/formazione presso gli operatori della filiera, riguardo alle<br />

V/O X X<br />

tecniche colturali, alle tecniche di estrazione, trasformazione ed alle specifiche<br />

tecnico-qualitative del prodotto;<br />

V/O X X X<br />

Capacità di attuazione/allungamento della rotazione colturale in relazione<br />

all'aumento delle opportunità di differenziazione produttiva;<br />

V/O X X<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione al livello di<br />

biodiversità dell'agro-ecosistema;<br />

V/O X X<br />

Grado di presenza di colture da rinnovo (caso girasole) nell'ambito<br />

dell'avvicendamento colturale,<br />

Grado di coltivazione di colture non irrigue scarsamente esigenti dal punto di vista<br />

V/O X X X X<br />

agronomico (girasole, oleaginose ad alto erucico) anche per ambienti dell’Italia<br />

meridionale;<br />

Grado di coltivazione di colture che mantengono il terreno coperto durante i mesi<br />

V/O X X<br />

invernali, in relazione alla loro riduzione del rischio idrogeologico (oleaginose<br />

alto eruciche);<br />

V/O X X<br />

Livello di efficacia di utilizzazione degli impianti di estrazione dell'olio;<br />

Presenza di variazioni a livello impiantistico e di processo o di ottimizzazione dei<br />

V/O X X<br />

parametri operativi (dovuta alle variazioni nelle concentrazioni di oleante<br />

utilizzate);<br />

V/O X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale (low-input,<br />

biologico);<br />

Disponibilità di varietà colturali specifiche per le produzioni non-food (es.<br />

V/O X X X<br />

girasole con contenuto di acido oleico superiore al 90%, oleaginose ad alto<br />

contenuto di acido erucico) e per la stabilizzazione delle rese;<br />

V/O X X X<br />

Livello di sperimentazione di formulati, a base di olio vegetale, diversificati in<br />

relazione alle innumerevoli applicazioni specifiche;<br />

V/O X X X X<br />

Capacità di messa a punto dei diversi formulati, in relazione ai diversi impieghi<br />

industriali;<br />

V/O X X<br />

Livello di sviluppo della sperimentazione dei biolubrificanti in comparti diversi da<br />

quelli tradizionali per aumentare le loro possibilità d’impiego;<br />

V/O X X X X<br />

Grado di esperienza a livello regionale nella coltivazione delle oleaginose; V/O X X X<br />

Grado di presenza in ambito regionale di reti di raccolta e stoccaggio della<br />

granella da oleaginose;<br />

V/O X<br />

Il progetto Activa 573<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

Presenza dell'industria di estrazione della granella in ambito regionale;<br />

Livello di collaborazione tra i diversi enti di ricerca coinvolti nelle varie fasi della<br />

V/O X<br />

filiera, dagli aspetti più legati alla produzione e all’estrazione, a quelli connessi<br />

con i processi e le tecnologie manifatturiere;<br />

V/O X<br />

Presenza di industrie o PMI interessate ad utilizzare o che già utilizzano<br />

biolubrificanti vegetali;<br />

Livello di esaurimento delle risorse che stanno alla base dei settori di applicazione<br />

V/O X<br />

(es. giacimenti marmiferi per il settore lapideo, soffioni per escavazione di pozzi<br />

geotermici);<br />

V/O X X<br />

Sociali<br />

Livello di percezione delle problematiche ambientali e di quelle legate alla salute<br />

da parte dei cittadini / consumatori;<br />

V/O X X X X<br />

Sfruttamento della manodopera a basso costo nella fase di coltivazione e<br />

trasformazione nei paesi extraeuropei;<br />

V/O X X X X<br />

Capacità di realizzare opportunità di sviluppo rurale attraverso la coltivazione e la<br />

trasformazione di piante per la produzione di biolubrificanti;<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione del rischio per gli operatori della filiera a livello industriale<br />

(es. tossicità o cancerogenicità);<br />

V/O X X X<br />

Grado di salubrità dell’ambiente di lavoro; V/O X X<br />

Livello di percezione del rischio per i consumatori finali (es. rischi allergenici);<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto ambientale<br />

V/O X X X<br />

provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla<br />

vivibilità del territorio;<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del miglioramento<br />

dell'immagine aziendale, sia a livello agricolo che industriale;<br />

V/O X X X<br />

Possibile incremento della richiesta da parte dei consumatori di oli vegetali,<br />

attualmente penalizzati dalla nuova PAC;<br />

V/O X X<br />

Possibilità di creare una nuova immagine sociale a livello di distretto industriale; V/O X X<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei diversi operatori<br />

che operano lungo la filiera produttiva e consapevolezza del proprio ruolo;<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 574<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


f.3 Biomasse<br />

Allegato F<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food delle biomasse da colture dedicate<br />

in Toscana<br />

Colture: B-M termine –colture legnose da Short Rotation Forestry (con particolare riferimento al pioppo), M-L<br />

termine – colture erbacee lignocellulosiche (es. miscanto – Mischauntus x giganteus; cardo – Cynara cardunculus ;<br />

canna comune - Arundo donax; Sorgo da fibra – Sorghum bicolor).<br />

Settori di applicazione: B-M termine –, biomassa legnosa M-L termine – biomassa erbacea<br />

Fattori condizionanti<br />

CONTESTO<br />

Globale<br />

SCALA<br />

SPAZIALE<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la<br />

Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10 dicembre 1997);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per<br />

S X X X X<br />

la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) (decisione del<br />

Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di<br />

emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal primo gennaio<br />

S X X<br />

2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto, recepita in Italia con la<br />

Legge 30 dicembre 2004 , n. 316 che disciplina il rilascio dell’autorizzazione ad<br />

emettere gas ad effetto serra per i gestori degli impianti rientranti nell’Allegato I<br />

della Direttiva);<br />

Riforma di medio termine della PAC: Regolamento (CE) n. 1782/2003 che<br />

S X X X<br />

istituisce regimi di sostegno a favore degli agricoltori (le colture da energia<br />

possono usufruire di un premio supplementare, oltre al premio aziendale unico);<br />

S X X X<br />

Modalità di applicazione delle politiche di sviluppo rurale e del programma<br />

Leader (entrambi in fase di definizione per la programmazione 2007-2013);<br />

Modalità di applicazione dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013: FESR<br />

S X X X<br />

(Fondo europeo di sviluppo regionale), del FSE (Fondo Sociale Europeo) e del<br />

Fondo di coesione<br />

S X X X<br />

Modalità di revisione delle politica ambientale (EPR) e della strategia di sviluppo<br />

sostenibile (SDS) dell’UE (da realizzarsi nel 2005);<br />

S X X X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; S X<br />

Livello di applicazione dell'obiettivo strategico della Cina di produrre entro il<br />

2010 il 10% di energia da fonti rinnovabili;<br />

Direttiva 2002/3/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa all'ozono<br />

S X<br />

nell'aria, anche in riferimento ai gas prodotti da combustibili fossili (recepimento<br />

della direttiva in Italia con Decreto Legislativo del 7 maggio 2004);<br />

S X X X<br />

Direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti<br />

atmosferici (recepita in Italia con Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171);<br />

Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate<br />

S X X<br />

dell'inquinamento (recepita in Italia con il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005,<br />

n. 59);<br />

Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia elettrica da fonti<br />

S X X<br />

rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità, chiamando ogni Stato membro a<br />

fissare un proprio obiettivo produttivo ed a monitorarlo (recepita in Italia con il<br />

Decreto Legislativo 387/03);<br />

S X X X<br />

Direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei<br />

prodotti energetici e dell'elettricità;<br />

S X X X<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare tra<br />

Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

S X X<br />

Il progetto Activa 575<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

Livello di applicazione di politiche internazionali a sostegno delle fonti<br />

rinnovabili (es. convenzioni, accordi, protocolli);<br />

V/O X X<br />

Livello di applicazione di politiche a supporto dell’utilizzo del calore e della<br />

cogenerazione per conseguire risparmi energetici e riduzione delle emissioni;<br />

Livello di applicazione di politiche finalizzate all’utilizzo dei rifiuti come<br />

V/O X X<br />

biomassa da energia (materia che trova un’applicazione assai diversificata a<br />

livello dei singoli Stati membri);<br />

V/O X X<br />

Livello di coordinamento ed integrazione delle politiche energetiche, agroforestali<br />

e ambientali;<br />

Livello di applicazione delle politiche di sviluppo rurale (Reg. 1257/99 e succ.<br />

V/O X X<br />

mod.) e del programma Leader (entrambi in fase di definizione per la<br />

programmazione 2007-2013);<br />

Livello di applicazione e modalità di riforma dei Fondi strutturali per il periodo<br />

V/O X X<br />

2007-2013: FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), del FSE (Fondo Sociale<br />

Europeo) e del Fondo di coesione;<br />

Modalità di applicazione della legge 388/2003 e succ. mod. che prevede il<br />

finanziamento di misure di incentivazione in campo energetico sulla base di un<br />

V/O X X<br />

programma approvato dal CIPE (fino ad ora questo strumento è stato attivato solo<br />

nel 2002). Le misure previste sono: la ricerca di base e applicata in campo<br />

energetico e l’elaborazione ed attuazione di piani di sostenibilità (es. progetti<br />

legati alle biomasse);<br />

Livello di applicazione di azioni comuni tra più agenzie regionali operanti nel<br />

settore agro-forestale, energetico e ambientale (strategie settoriali di mercato,<br />

V/O X X<br />

elaborazione di standard e di norme, analisi delle condizioni giuridiche, socioeconomiche<br />

e amministrative più favorevoli alla diffusione delle energie<br />

rinnovabili, dell’efficienza energetica e del miglioramento nei consumi di<br />

energia);<br />

Modalità di programmazione delle politiche di sviluppo rurale (Reg. 1257/99 e<br />

succ. mod.) e del programma Leader (entrambi in fase di definizione per la<br />

V/O X X<br />

programmazione 2007-2013): politiche regionali (PSR) e locali (PSRL) volte a<br />

promuovere, riconoscere ed incentivare processi produttivi a basso impatto<br />

ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio;<br />

Modalità di programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013: FESR<br />

(Fondo europeo di sviluppo regionale), FSE (Fondo Sociale Europeo) e Fondo di<br />

V/O X X<br />

coesione: politiche regionali e locali volte a promuovere, riconoscere ed<br />

incentivare processi produttivi a basso impatto ambientale, la tutela dell'ambiente<br />

e del territorio;<br />

Livello di applicazione del Piano agricolo regionale: sarà il documento che<br />

V/O X X<br />

permetterà di riunire ed armonizzare tutti gli interventi finanziari regionali a<br />

sostegno dell'economia rurale;<br />

Livello di applicazione di azioni congiunte tra agenzie regionali e provinciali<br />

operanti nei settori agro-forestali, energetici, ambientali (strategie settoriali di<br />

V/O X<br />

mercato, elaborazione di standard e di norme, analisi delle condizioni giuridiche,<br />

socio-economiche e amministrative più favorevoli alla diffusione delle energie<br />

rinnovabili, dell’efficienza energetica e del miglioramento nei consumi di<br />

energia);<br />

V/O X<br />

Livello di applicazione del Piano energetico regionale e di quelli provinciali;<br />

Disponibilità di politiche volte a promuovere, riconoscere ed incentivare processi<br />

V/O X<br />

produttivi a basso impatto ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la<br />

salute dei consumatori;<br />

Stato del rapporto tra industriali (mancanza di garanzie sulla continuità e sulla<br />

V/O X X X<br />

qualità delle forniture di materia prima agricola) e agricoltori (mancanza di<br />

sicurezza sui prezzi e la redditività) e livello di condivisione delle problematiche<br />

della filiera e di partecipazione ai tavoli di coordinamento interprofessionali;<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che garantiscano la<br />

V/O X X<br />

tracciabilità di prodotti con valore aggiunto strettamente legato al territorio, alla<br />

qualità e all'ecologicità dei materiali;<br />

V/O X X<br />

Livello di applicazione di politiche finalizzate all’utilizzo dei rifiuti come V/O X X X<br />

Il progetto Activa 576


iomassa da energia (materia che trova un’applicazione assai diversificata a<br />

livello dei singoli Stati membri);<br />

Capacità di adeguamento normativo, in accompagnamento alle politiche di<br />

promozione delle filiere non-food;<br />

Grado di presenza in ambito regionale dei soggetti e le competenze per l'avvio di<br />

una filiera regionale e capacità di messa in atto di ipotesi progettuali (progetti<br />

pilota)<br />

Decreto Legislativo 79/99 con il quale viene superato il criterio di incentivazione<br />

tariffaria (CIP 6/92) introducendo titoli commerciali con cui si passa a un<br />

meccanismo di mercato competitivo basato su "titoli ambientali negoziabili": i<br />

Certificati Verdi (operativi dal 2002);<br />

Decreto Ministeriale del 24 aprile 2001, introduce i Certificati Bianchi (operativi<br />

dal 2004) con lo scopo di attestare l'efficienza energetica favorendo la diffusione<br />

di elettrotecnologie che garantiscono un risparmio energetico;<br />

Possibilità di ottenimento da parte di produttori di energie rinnovabili di certificati<br />

RECS (Renewable Energy Certificate System) per produzioni superiori a 1 MWh<br />

(utilizzabile per gli impianti esclusi dal D.Lgs. 79/99);<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientale volontaria secondo la<br />

norma internazionale UNI EN ISO 14001;<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientali volontarie, es. EMAS e di<br />

marchi ecologici di prodotto, es. Ecolabel;<br />

Livello di sviluppo di strategie e politiche della qualità e della certificazione<br />

ambientale sviluppate a livello di impresa e di distretti industriali toscani (es.<br />

sperimentazioni EMAS di distretto e percorsi di Agenda21);<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale composto dai<br />

principali attori della filiera con lo scopo di individuazione di soluzioni durature<br />

almeno a livello regionale, per il raggiungimento di compromessi tra le parti;<br />

Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (patto per lo sviluppo) per uscire<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetti pilota e avviare vere e proprie politiche<br />

di mercato del non-food, attraverso la definizione comune dei prezzi, quantità e<br />

standard minimi di qualità delle forniture di materia prima vegetale;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei benefici prodotti<br />

dall'attivazione della filiera;<br />

Modalità di applicazione della legge regionale “Disciplina dei distretti rurali (LR<br />

21/2004) con riferimento ai distretti bioenergetici;<br />

Modalità di applicazione delle misure previste dal D.L. 18 maggio 2001, n. 228<br />

(Orientamento e modernizzazione del settore agricolo) in materia di rapporti con<br />

le pubbliche amministrazioni (capo III), con riferimento all’erogazione di servizi;<br />

Economici<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X X X X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; S X X X X<br />

Livello di presenza di brevetti; S X X X X<br />

Applicazione di politiche per il controllo del commercio internazionale della<br />

biomassa;<br />

V/O X<br />

Revisione delle politica ambientale (EPR) e della strategia di sviluppo sostenibile<br />

(SDS) dell’UE (da realizzarsi nel 2005);<br />

V/O X X X<br />

Possibilità da parte delle pubbliche amministrazioni di effettuare acquisti verdi<br />

(green public procurement) relativamente alle biomasse;<br />

Possibilità di ottenimento da parte di produttori di energie rinnovabili di certificati<br />

V/O X X<br />

RECS (Renewable Energy Certificate System) per produzioni superiori a 1 MWh<br />

vendibili sul mercato (utilizzabile per gli impianti esclusi dal D.Lgs. 79/99);<br />

V/O X X X X<br />

Decreto Legislativo 79/99 introduce i Certificati Verdi (operativi dal 2002)<br />

rilasciati ai produttori di energia da fonti rinnovabili per produzioni superiori a<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 577<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

100 MWh 3 con attuale validità di 8 anni che possono essere venduti ad un prezzo<br />

medio di 7,5-8 cEuro/kWh;<br />

Decreto Ministeriale del 24 aprile 2001, introduce i Certificati Bianchi (operativi<br />

dal 2004), titoli commerciali che attestano un risparmio di energia elettrica;<br />

Capacità di destinazione delle aziende agricole alla produzione di energia<br />

V/O X X<br />

(rinnovabile) e conseguenti possibili incrementi della redditività aziendale (si<br />

aggiunge la possibilità di vendita diretta dell'energia);<br />

V/O X X<br />

Grado di presenza di aziende agricole che includono nel loro indirizzo produttivo<br />

la produzione di energia (rinnovabile);<br />

V/O X X X<br />

Grado di competitività delle aziende agricole italiane e regionali nei confronti di<br />

quelle estere / extracomunitarie capaci di produrre a costi più bassi di produzione;<br />

V/O X X<br />

Livello di redditività colturale delle colture in oggetto; V/O X X X<br />

Grado di reperibilità delle produzioni sul territorio nazionale e regionale (gravate<br />

da minori costi di trasporto);<br />

V/O X X<br />

Percentuale di importazione della granella dal mercato estero / extraeuropeo; V/O X X<br />

Livello di garanzia di uno sbocco stabile sul mercato delle produzioni agricole in<br />

oggetto;<br />

V/O X X<br />

Andamento dei prezzi di ritiro della biomassa all'agricoltore da parte dell'industria<br />

di trasformazione;<br />

V/O X X<br />

Andamento del prezzo delle varie categorie merceologiche della filiera biomasse<br />

(pellet, cippato, legna in ciocchi, ecc.);<br />

V/O X X<br />

Presenza di accordi interprofessionali sul prezzo del prodotto dal produttore<br />

all'utilizzatore finale;<br />

V/O X X<br />

Livello di frammentazione della proprietà fondiaria, associata a dimensioni ridotte<br />

delle aziende agricole;<br />

V/O X X<br />

Livello di redditività della produzione di energia da biomasse; V/O X X<br />

Grado di valorizzazione delle ceneri, ora normate come rifiuto;<br />

Capacità di ottenere un utile adeguato a ciascun livello della filiera, ai fini<br />

V/O X X X<br />

dell'attivazione di una domanda di prodotti agricoli interna, per riuscire a<br />

contrastare la concorrenza del mercato mondiale;<br />

Livello di informazione sull’indice di fattibilità economica per biomassa da<br />

V/O X X<br />

colture dedicate (allo stato attuabile difficilmente definibile perché in stretta<br />

dipendenza da un regime di incentivi finalizzato a breve termine);<br />

Disponibilità della biomassa utile agli adempimenti previsti dal D.Lgs. 387/2003<br />

V/O X X<br />

(stabilisce che la quota minima – 2%- di elettricità prodotta da impianti alimentati<br />

da fonti rinnovabili sia aumentata di 0,35% nel periodo 2004-2006)<br />

Modalità di applicazione della legge 388/2003 e succ. mod. che prevede il<br />

finanziamento di misure di incentivazione in campo energetico sulla base di un<br />

V/O X X<br />

programma approvato dal CIPE (fino ad ora questo strumento è stato attivato solo<br />

nel 2002). Le misure previste sono: la ricerca di base e applicata in campo<br />

energetico e l’elaborazione ed attuazione di piani di sostenibilità (es. progetti<br />

legati alle biomasse)<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello economico;<br />

Modalità di applicazione dei Titoli di efficienza energetica (certificati bianchi)<br />

V/O X X<br />

che comprende anche il teleriscaldamento a biomasse (DM del 20 luglio 2004<br />

sull’efficienza energetica, Allegato 1, Tabella A);<br />

V/O X X X<br />

Modalità di applicazione dei certificati verdi concernenti la produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili (D.Lgs. 387/2003);<br />

V/O X X X<br />

Grado di approvvigionamento garantibile dalla produzione interna; V/O X X<br />

Livello di supporto tecnico (pubblico e/o privato) per richieste di finanziamento<br />

nell’ambito di programmi dell’Unione Europea;<br />

V/O X X<br />

Livello di defiscalizzazione (deduzione di imponibile, detrazioni di imposta) dei<br />

processi produttivi e del consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili;<br />

V/O X X<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente apprezzamento da parte<br />

dei consumatori di prodotti meno impattanti per l'ambiente, realizzati con processi<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 578


produttivi a basso impatto ambientale;<br />

Grado di presenza a livello regionale dei soggetti della filiera che potrebbe<br />

consentire l'esercizio delle attività in un'area limitata (raggio di circa 100-150 km),<br />

riducendo notevolmente i costi di trasporto della materia prima;<br />

Ambientali / Biologici<br />

Allegato F<br />

V/O X<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Livello di inquinamento da gas tossici derivati dall’utilizzo di fonti fossili; S X X X X<br />

Livello di emissione di anidride carbonica ottenuta dallo sviluppo economico dei<br />

Paesi in transizione (es. Cina e India);<br />

S X X X X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio);<br />

Presenza di rischi correlati alla possibilità di esclusione della fase agricola locale<br />

S X<br />

dalla filiera (importazione della biomassa) e conseguenti ripercussioni a livello<br />

ambientale ed agro-ecosistemico;<br />

V/O X X<br />

Livello di prelievo idrico e di utilizzo di mezzi tecnici dovuto alla coltivazione di<br />

colture scarsamente esigenti dal punto di vista agronomico;<br />

V/O X X<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della fertilità del terreno; V/O X X<br />

Livello di riduzione del rischio idrogeologico, in relazione alla coltivazione di<br />

colture che mantengono il terreno coperto durante i mesi invernali;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di colture agricole non GM; V/O X X<br />

Livello di biodiversità dell'agro-ecosistema, in relazione alla possibilità di<br />

diversificazione delle produzioni agricole;<br />

V/O X X X<br />

Grado di contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per<br />

le produzioni convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Livello di impatto ambientale dei processi di conversione, con riferimento<br />

all’emissione dei gas di combustione;<br />

V/O X X X<br />

Possibilità di creare contesti ambientali con valori ricreativi e paesaggistici<br />

attraverso la coltivazione di colture da biomassa;<br />

V/O X X X<br />

Livello dei consumi energetici del processo produttivo; V/O X X<br />

Livello di biodegradabilità e delle possibilità di riutilizzo delle ceneri derivate<br />

dalla combustione<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale;<br />

V/O X X X X<br />

Grado di coltivazione di colture che mantengono il terreno coperto durante i mesi<br />

invernali, in relazione alla loro riduzione del rischio idrogeologico;<br />

V/O X X<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione al livello di<br />

biodiversità dell'agro-ecosistema;<br />

V/O X X<br />

Livello di impatto ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti; V/O X X<br />

Livello di produzione e successivo utilizzo di risorse rinnovabili (biomasse);<br />

Grado di presenza a livello regionale dei soggetti della filiera: che potrebbe<br />

V/O X X<br />

consentire l'esercizio delle attività in un'area limitata (raggio di circa 100-150 km),<br />

riducendo l'impatto ambientale dovuto al trasporto su lunghe distanze della<br />

materia prima;<br />

V/O X<br />

Presenza in ambito regionale di ampie superfici vocate a colture dedicate; V/O X<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Grado di efficacia e di diffusione dell’innovazione tecnologica per la riduzione<br />

dell’emissione dei gas serra nei processi energetici, produttivi e di trasporto;<br />

Contesto<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Globale<br />

Europea<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

S X X X X<br />

Il progetto Activa 579


Allegato F<br />

Grado di efficacia e di diffusione dell’innovazione tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi di conversione della biomassa in energia;<br />

Modalità di applicazione del Piano d’azione per le tecnologie ambientali (ETAP) -<br />

S X X X X<br />

nel corso del 2005 saranno valutati i risultati ottenuti nel primo anno di<br />

applicazione;<br />

Livello e modalità di applicazione del VI (2002-2006) e del VII Programma<br />

V/O X X X<br />

quadro di ricerca e sviluppo tecnologico dell’Unione Europea (2006-2010).<br />

Entrambi includono le tematiche energetiche tra gli assi principali;<br />

Livello e modalità di applicazione del Programma energia intelligente (EIE I<br />

2003-2006 e EIE II 2007/2013 “competitività ed innovazione”). Questo ultimo<br />

anche in riferimento al Programma Quadro per la competitività e l’innovazione<br />

V/O X X X<br />

(PCI 2007-2013) in fase di esame alla Commissione Europea che andrebbe ad<br />

includere il programma Imprenditorialità e innovazione, il programma di sostegno<br />

alle politiche in materia di TIC (tecnologie dell'informazione e della<br />

comunicazione) e lo stesso programma Energia Intelligente Europa;<br />

Livello e modalità di applicazione del VI programma di azione per l'ambiente<br />

V/O X X X<br />

(2001-2010). Si pone tra gli obiettivi prioritari: stabilizzare le concentrazioni<br />

atmosferiche di gas di serra ad un livello che non generi variazioni innaturali del<br />

clima terrestre;<br />

V/O X X X<br />

Livello di diffusione di progetti dimostrativi sulla base delle conoscenze fino a<br />

questo momento conseguite;<br />

V/O X X X<br />

Livello di miglioramento dei rendimenti della generazione elettrica da biomassa; V/O X X X<br />

Livello di miglioramento delle tecniche di co-combustione della biomassa con<br />

altri combustibili;<br />

V/O X X X<br />

Livello di recupero del calore di processo quando la biomassa è destinata alla<br />

produzione di energia elettrica;<br />

Livello di applicazione delle Reti di eccellenza (per la diffusione della conoscenza<br />

V/O X X X<br />

scientifica più avanzata) e di Progetti integrati (per generare massa critica in<br />

termini di progettualità su tematiche comuni), già previsti dal VI Programma<br />

Quadro nell’ambito dello spazio Europeo della Ricerca;<br />

Livello di economicità delle tecnologie di microgenerazione (con particolare<br />

V/O X X X<br />

riferimento alla cogenerazione), ossia impianti al di sotto di 1 MW elettrico alla<br />

luce del D.Lgs. 387/2003;<br />

Modalità di applicazione della Legge 388/2003 e succ. mod. che prevede il<br />

finanziamento di misure di incentivazione in campo energetico sulla base di un<br />

V/O X X<br />

programma approvato dal CIPE (fino ad ora questo strumento è stato attivato solo<br />

nel 2002). Le misure previste sono: la ricerca di base e applicata in campo<br />

energetico e l’elaborazione ed attuazione di piani di sostenibilità (es. progetti<br />

legati alle biomasse);<br />

V/O X X<br />

Capacità di attuazione/allungamento della rotazione colturale in relazione<br />

all'aumento delle opportunità di differenziazione produttiva;<br />

V/O X X<br />

Grado di semplicità tecnologica delle diverse fasi della filiera e dell'appurata<br />

conoscenza di adeguate soluzioni tecnologiche;<br />

V/O X X X X<br />

Prestazioni delle biomasse nelle applicazioni per la produzione di energia; V/O X X X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale; V/O X X X<br />

Disponibilità di varietà colturali specifiche per la produzione di biomasse; V/O X X X<br />

Sociali<br />

Livello di informazione sulle problematiche ambientali connesse al cambiamento<br />

climatico a livello globale per effetto della CO2 e degli altri gas serra da parte di<br />

cittadini e consumatori (es. impatto sugli ecosistemi, aumento di fenomeni<br />

atmosferici estremi, innalzamento del livello dei mari, scioglimento delle calotte<br />

glaciali);<br />

S X X X X<br />

Livello di informazione sulle problematiche sociali derivanti dai cambiamenti S X X X X<br />

Il progetto Activa 580<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


climatici globali (es. accesso alle risorse idriche e impatto sull’agricoltura, con<br />

conseguente pericolo di carestie in aree particolarmente sensibili);<br />

Livello di informazione sulle perdite economiche dovute ad eventi atmosferici<br />

eccezionali, ascrivibili in parte ai cambiamenti climatici globali (in UE le perdite<br />

economiche sono aumentate negli ultimi 20 anni, passando da una media annua<br />

inferiore a 5 miliardi di dollari a una media di 11 miliardi di dollari);<br />

Possibilità di realizzare opportunità di sviluppo rurale attraverso la coltivazione e<br />

la trasformazione delle colture in oggetto;<br />

Livello di lobbing da parte di movimenti ambientalisti e altre forme associative<br />

(es. di cittadini);<br />

Livello di accettazione sociale di impianti da biomasse per scarsa informazione o<br />

per la mancanza di procedure chiare (es. il controllo della qualità dell’aria relativo<br />

alle emissioni di polveri);<br />

Livello di diffusione di un efficace sistema di relazioni interprofessionali per<br />

gestire i rapporti contrattuali tra industria e sistema agricolo nell’ambito della<br />

filiera;<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto ambientale<br />

provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla<br />

vivibilità del territorio;<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del miglioramento<br />

dell'immagine aziendale, sia a livello agricolo che industriale;<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei diversi operatori<br />

che operano lungo la filiera produttiva e consapevolezza del proprio ruolo;<br />

Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori della possibilità di<br />

beneficiare di una fonte energetica alternativa rinnovabile;<br />

Livello di sensibilizzazione dei cittadini / consumatori nei confronti dell’utilizzo<br />

delle biomasse;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione (programmi educativi ad<br />

hoc nelle scuole e per cittadini / consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere<br />

non-food;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione (programmi educativi ad<br />

hoc nelle scuole e per cittadini / consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere<br />

non-food;<br />

Livello di informazione/formazione presso gli operatori della filiera, riguardo alle<br />

tecniche colturali, alle tecniche di trasformazione ed alle specifiche tecnicoqualitative<br />

del prodotto;<br />

Allegato F<br />

S X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 581


f.4 Biopolimeri<br />

Allegato F<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food dei biopolimeri (BP) in Toscana<br />

I prodotti sono già commercialmente validi e presenti sul mercato, ma la condizione necessaria per avviare una<br />

domanda di materia prima locale è il decollo innanzitutto di una filiera del compostaggio per i BP in Toscana e in Italia<br />

centrale.<br />

Colture: M-L termine – amidacee (mais, ma potenzialmente anche sorgo, patata, riso e grano) che potrebbero essere<br />

prodotti anche da coltivazioni dedicate investendo in cultivar con particolari caratteristiche tecnologiche; per quanto<br />

riguarda la produzione di acido lattico a partire da destrosio, possono risultare di interesse anche altre materie prime<br />

vegetali tipo stoppie di mais e barbabietola da zucchero.<br />

Settori di applicazione: B-M termine – Già sul mercato, i biopolimeri si prestano a numerose utilizzazioni : shopper,<br />

tutti i tipi di stoviglie , imballaggi, superassorbenti, pneumatici, prodotti per l’agricoltura (teli per pacciamatura e<br />

solarizzazione, vasi, supporti per trappole a feromoni, ecc.), protesi medicali e altri prodotti sanitari, agroindustria<br />

(film edibili), costruzioni o rivestimenti auto (biocompositi), giochi per bambini, supporti per il golf ed altri prodotti<br />

ancora. Le potenzialità applicative sul lungo periodo sono straordinarie, molto dipenderà dal mercato e dalla capacità<br />

di costruzione di una filiera agro-industriale locale, al fine di incrementare la qualità del prodotto finale e non<br />

dipendere dal mercato internazionale.<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene<br />

ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10<br />

dicembre 1997);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle<br />

quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE<br />

(operativa dal primo gennaio 2005, volta all’applicazione del<br />

Protocollo di Kyoto);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le<br />

azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del<br />

Protocollo di Kyoto) (decisione del Ministero dell'Ambiente da<br />

prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

S X<br />

CONTESTO<br />

Europ<br />

eo<br />

S X<br />

Riforma di medio termine della PAC; S X<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

S X X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach, pensando<br />

ad una registrazione semplificata per le sostanze di origine<br />

vegetale;<br />

S X<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in<br />

particolare tra Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

S X X<br />

Grado di sviluppo della legislazione in materia di OGM; S X X X<br />

Stato della ricerca tossicologica su plastiche convenzionali e loro<br />

additivi;<br />

S X X X<br />

Presenza di normative volte alla limitazione di materiali organici<br />

S X X<br />

persistenti (POP);<br />

Livello di applicazione e di ampliamento delle Direttive<br />

(2002/72/CE, 2002/16/CE, 1990/128/CE e successive modifiche)<br />

che limitano la migrazione di sostanze contenute in alcune<br />

plastiche e loro additivi negli alimenti con i quali vengono a<br />

contatto;<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientale volontaria<br />

secondo la norma internazionale UNI EN ISO 14001;<br />

Livello di applicazione della Registrazione ambientale volontaria<br />

EMAS e del marchio ecologico di prodotto Ecolabel (i BP sono già<br />

utilizzati in diversi imballaggi a marchio Ecolabel);<br />

Stato del rapporto tra industriali (mancanza di garanzie sulla<br />

continuità e sulla qualità delle forniture di materia prima agricola) e<br />

agricoltori (mancanza di sicurezza sui prezzi e la redditività) e<br />

S X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 582


livello di condivisione delle problematiche della filiera e di<br />

partecipazione ai tavoli di coordinamento interprofessionali;<br />

Disponibilità di politiche volte a promuovere, riconoscere ed<br />

incentivare prodotti e processi produttivi a basso impatto<br />

ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la salute dei<br />

consumatori;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione<br />

(programmi educativi ad hoc nelle scuole e per cittadini /<br />

consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere non-food;<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che<br />

garantiscano la tracciabilità di prodotti con valore aggiunto<br />

strettamente legato al territorio, alla qualità e all'ecologicità dei<br />

materiali;<br />

Capacità di adeguamento normativo, in accompagnamento alle<br />

politiche di promozione delle filiere non-food;<br />

Livello di sviluppo di strategie e politiche della qualità e della<br />

certificazione ambientale sviluppate a livello di impresa e di<br />

distretti industriali (es. sperimentazioni EMAS di distretto e<br />

percorsi di Agenda21);<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale<br />

composto dai principali attori della filiera con lo scopo di<br />

individuazione di soluzioni durature almeno a livello regionale, per<br />

il raggiungimento di compromessi tra le parti;<br />

Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (patto per lo<br />

sviluppo) per uscire dalla fase di sperimentazione e di progetti<br />

pilota e avviare vere e proprie politiche di mercato del non-food,<br />

attraverso la definizione comune dei prezzi, quantità e standard<br />

minimi di qualità delle forniture di materia prima vegetale;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei<br />

benefici prodotti dall'attivazione della filiera;<br />

Allegato F<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Presenza di divieto di commercializzazione di materiali non<br />

biodegradabili per alcuni prodotti (es. articolo 19 legge 93/2001),<br />

quando esistono prodotti sostitutivi;<br />

V/O X X<br />

Promozione della ricerca e della diffusione di BP da nuove fonti<br />

rinnovabili;<br />

V/O X X X<br />

Inserimento dei BP nei green public procurement; V/O X X X<br />

Promozione nell’utilizzo in sagre e feste di stoviglie in BP da fonti<br />

rinnovabili;<br />

V/O X X<br />

Incentivi nell’utilizzo di BP nelle mense; V/O X X<br />

Grado di diffusione dei BP di origine vegetale, rispetto a BP<br />

biodegradabili, ma provenienti da fonti non rinnovabili;<br />

V/O X X X X<br />

Grado di diffusione di plastiche compostabili (UNI EN 13432) e<br />

V/O X X<br />

grado di sviluppo della filiera del compost di qualità;<br />

Grado di diffusione presso le aziende municipalizzate della raccolta<br />

differenziata della frazione organica dei rifiuti facendo uso di<br />

sacchetti compostabili;<br />

Inserimento di tutti i biopolimeri ottenuti e ottenibili (vale a dire<br />

tutti quelli che la ricerca riuscirà a polimerizzare) da fonti<br />

rinnovabili nelle liste di materiali che possono essere usati<br />

liberamente per il confezionamento di alimenti;<br />

Grado di sviluppo della bioedilizia ed in particolare dell’utilizzo<br />

dei biocompositi;<br />

Livello di pressione esercitata per ottenere un aumento dei costi di<br />

smaltimento delle plastiche convenzionali;<br />

Grado di sviluppo dell’utilizzo di plastiche convenzionali<br />

provenienti da raccolta differenziata per la produzione di energia in<br />

termovalorizzatori;<br />

Grado di diffusione dell’utilizzo di imballaggi prodotti con BP da<br />

parte della grande distribuzione;<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 583


Economici<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Allegato F<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; S X<br />

Livello di presenza e di conseguimento di brevetti;<br />

Grado di competitività delle aziende agricole italiane e regionali<br />

S X X X X<br />

nei confronti di quelle estere / extracomunitarie produttrici di<br />

amido a costi più bassi di produzione;<br />

V/O X X<br />

Livello di redditività colturale delle colture in oggetto; V/O X X<br />

Grado di reperibilità delle produzioni sul territorio nazionale e<br />

regionale a costi più contenuti ;<br />

V/O X X<br />

Percentuale di importazione della granella di mais dal mercato<br />

estero / extraeuropeo;<br />

V/O X X X<br />

Livello di garanzia di uno sbocco stabile sul mercato delle<br />

produzioni agricole in oggetto;<br />

V/O X X X<br />

Andamento dei prezzi di ritiro della granella non-food<br />

all'agricoltore da parte dell'industria di estrazione;<br />

V/O X X X<br />

Andamento del prezzo dei diversi BP, rispetto al prezzo dei<br />

prodotti plastici;<br />

V/O X X X X<br />

Presenza di accordi interprofessionali sul prezzo del prodotto dal<br />

produttore all'utilizzatore finale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione dell'amido e del destrosio sul<br />

mercato internazionale;<br />

V/O X X X X<br />

Livello di redditività del settore di prima trasformazione (chimica o<br />

V/O X X<br />

biologica) delle materie prime necessarie a produrre BP;<br />

Livello del prezzo pagato dall'industria di trasformazione<br />

secondaria all'estrattore / agricoltore, ai fini dell'attivazione di una<br />

domanda interna, in alternativa al mercato mondiale;<br />

Grado di valorizzazione degli additivi naturali usati come<br />

plasticizzanti;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o<br />

registrazioni ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici<br />

di prodotto (Ecolabel) con conseguenti ritorni positivi a livello<br />

economico;<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente<br />

apprezzamento da parte dei consumatori di prodotti meno<br />

impattanti per l'ambiente, realizzati con processi produttivi a basso<br />

impatto ambientale;<br />

Grado di presenza a livello regionale o nazionale dei soggetti della<br />

filiera che potrebbero consentire l'esercizio delle attività in un'area<br />

limitata, con un migliore rapporto costo-qualità della materia<br />

prima;<br />

Capacità di ridurre il consumo energetico nella produzione di BP e<br />

di valorizzarlo con studi sul ciclo di vita dei prodotti;<br />

Capacità di introduzione/utilizzazione dei BP mediante canali<br />

preferenziali specifici del settore pubblico (ad esempio settori dove<br />

vi è un elevato consumo di materiali “usa e getta” come gli<br />

ospedali);<br />

Livello di penetrazione nel mercato dei BP, in campi specifici, con<br />

prodotti ad elevato valore aggiunto (teli pacciamanti e solarizzanti,<br />

cosmesi, giochi per bambini, protesi medicali, pneumatici,<br />

superassorbenti);<br />

Possibilità di utilizzo di materia prima a costo zero (sottoprodotti<br />

vegetali, rifiuti organici, alghe);<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

Sviluppo dell’utilizzo di coformulanti di origine vegetale; V/O X X X<br />

Ottimizzazione dei processi produttivi dei BP e conseguente V/O X X X<br />

Il progetto Activa 584


Allegato F<br />

miglioramento del rapporto costo-qualità;<br />

Raggiungimento di economie di scala sia a livello agricolo che<br />

industriale e conseguente riduzione del costo finale del prodotto;<br />

V/O X X X<br />

Possibilità di defiscalizzazione degli imballaggi di origine vegetale; V/O X<br />

Possibilità di ottenere di incentivi per lo sviluppo di nuove imprese<br />

V/O X X<br />

trasformatrici e produttrici di BP;<br />

Capacità di integrazione dei BP con altre filiere della chimica verde<br />

per la produzione di materiali interamente rinnovabili e per ridurre<br />

i prezzi dei prodotti da agricoltura non-food sul mercato;<br />

Ambientali / Biologici<br />

V/O X X X X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

Livello dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio);<br />

Presenza di rischi correlati alla possibilità di esclusione della fase<br />

S X<br />

agricola dalla filiera (importazione delle materie prime) e<br />

conseguenti ripercussioni a livello ambientale ed agroecosistemico;<br />

V/O X X<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della<br />

fertilità del terreno e alla biodiversità aziendale;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di colture agricole geneticamente modificate e non,<br />

mais in particolare;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodiversità dell'agroecosistema, in relazione alla<br />

V/O X X<br />

possibilità di diversificazione delle produzioni agricole;<br />

Contenimento dei processi di abbandono delle aree meno<br />

competitive per le produzioni convenzionali, in termini di qualità e<br />

quantità;<br />

Livello di inquinamento da CO2 utilizzando plastiche derivate dal<br />

petrolio;<br />

Livello di inquinamento atmosferico generato dalla combustione in<br />

inceneritore delle plastiche (in particolare diossine);<br />

Livello di biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi<br />

produttivi industriali e di smaltibilità dei prodotti esausti;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o<br />

registrazioni ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici<br />

di prodotto (Ecolabel) con conseguenti ritorni positivi a livello<br />

ambientale;<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

Possibilità di realizzazione di processi produttivi meno impattanti; V/O X X<br />

Livello di produzione ed utilizzo di risorse rinnovabili (BP);<br />

Grado di presenza a livello regionale dei soggetti della filiera: che<br />

V/O X X<br />

potrebbe consentire una corta filiera di produzione, riducendo<br />

l'impatto ambientale dovuto al trasporto su lunghe distanze della<br />

materia prima;<br />

V/O X<br />

Livello di presenza in ambito regionale di ampie superfici vocate<br />

alla produzione di colture amidacee dedicate;<br />

V/O X<br />

Livello di produzione di compost di qualità; V/O X X<br />

Grado di presenza di rischi di inquinamento ambientale, nel caso di<br />

incidente, negli impianti produttivi o durante il trasporto di materie<br />

prime;<br />

Grado di conoscenze relative agli effetti del contatto dei BP con la<br />

pelle (caso dei superassorbenti);<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; S X X<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

Il progetto Activa 585


Allegato F<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche nei processi<br />

fermentativi;<br />

S X X<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da<br />

sostanze chimiche di origine minerale e/o sintetica;<br />

S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie meccaniche di processo; V/O X X<br />

Livello di informazione/formazione presso gli operatori della<br />

filiera, riguardo alle possibilità offerte dai nuovi materiali;<br />

Capacità di attuazione/allungamento della rotazione colturale in<br />

V/O X<br />

relazione all'aumento delle opportunità di differenziazione<br />

produttiva;<br />

V/O X X<br />

Grado di coltivazione di colture a basso impatto per la produzione<br />

di amido o zucchero;<br />

V/O X X<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione al<br />

livello di biodiversità dell'agroecosistema;<br />

V/O X X<br />

Livello di efficacia di utilizzazione degli impianti di prima<br />

trasformazione (es. amiderie);<br />

V/O X X<br />

Grado di semplicità tecnologica delle diverse fasi della filiera e del<br />

know-how di adeguate soluzioni tecnologiche;<br />

V/O X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto<br />

ambientale;<br />

Disponibilità di varietà colturali con particolari caratteristiche<br />

V/O X X<br />

qualitative e loro produttività per la coltivazione di piante di<br />

interesse per la produzione di BP;<br />

V/O X X<br />

Grado di esperienza maturata dagli agricoltori in ambito regionale<br />

nel settore delle amidacee;<br />

V/O X<br />

Livello di presenza in ambito regionale di collaudati ed efficienti<br />

reti di raccolta, essiccazione e stoccaggio della granella di mais;<br />

V/O X<br />

Grado di presenza e diffusione di tecnologie di riciclaggio e di<br />

riutilizzo delle plastiche convenzionali;<br />

V/O X X X X<br />

Capacità di produrre BP compostabili con diversi tempi di<br />

biodegradabilità in base ai diversi utilizzi;<br />

V/O X X X<br />

Sviluppo di tecnologie per l’utilizzo di additivi di origine naturale<br />

(plasticizzanti, impermeabilizzanti, ecc.);<br />

V/O X X X<br />

Sviluppo di impianti di compostaggio che prevedano la<br />

compostabilità dei BP;<br />

V/O X X<br />

Possibilità di modellamento dei BP (es. estrusione,<br />

termoformazione);<br />

Capacità di assemblaggio di diversi BP e della loro interazione con<br />

V/O X X X<br />

altri materiali organici per soddisfare le esigenze produttive (negli<br />

imballaggi o nel settore medicale, ma anche nei biocompositi e nei<br />

superassorbenti );<br />

V/O X X X<br />

Presenza di una rete di distribuzione adeguata dei BP; V/O X X<br />

Sociali<br />

Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori dei benefici<br />

ambientali e salutistici derivanti dall'utilizzo dei BP, in sostituzione<br />

delle plastiche convenzionali;<br />

Possibilità di realizzare opportunità di sviluppo industriale<br />

attraverso la trasformazione delle materie prime di origine<br />

vegetale;<br />

Livello di percezione del rischio per gli operatori della filiera a<br />

livello industriale (es. rischi di tossicità o cancerogenicità);<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto<br />

ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera<br />

e del loro effetto sulla vivibilità del territorio;<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del V/O X X X<br />

Il progetto Activa 586


miglioramento dell'immagine aziendale, sia a livello agricolo che<br />

industriale;<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei<br />

diversi operatori che operano lungo la filiera produttiva e<br />

consapevolezza del proprio ruolo;<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto<br />

ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera<br />

e del loro effetto sulla vivibilità del territorio;<br />

Livello di pressione da parte dell’opinione pubblica riguardo alla<br />

riduzione nell’utilizzo di plastiche convenzionali e ai rischi<br />

connessi all’industria petrolchimica;<br />

Allegato F<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X X<br />

Livello di coinvolgimento dei “consumatori critici” all’importanza<br />

degli imballaggi dei prodotti che si professano ecocompatibili (es.<br />

ortofrutta biologica, prodotti per l’infanzia, prodotti a marchio<br />

Ecolabel);<br />

V/O X X X X<br />

Livello di diffusione delle informazioni sulle potenzialità dei BP; V/O X X X X<br />

Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori dei benefici<br />

ambientali derivanti dalla produzione di compost di qualità;<br />

V/O X X X X<br />

Sensibilità degli organizzatori (e fruitori) di sagre, feste ed eventi<br />

V/O X<br />

pubblici ad utilizzare stoviglie in BP;<br />

Recepimento da parte degli imprenditori locali delle possibilità<br />

offerte dai nuovi materiali;<br />

V/O X<br />

Il progetto Activa 587


f.5 Coloranti Naturali<br />

Allegato F<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food dei coloranti naturali in Toscana<br />

Colture: B-M termine - guado, persicaria dei tintori, reseda e robbia, M-L termine – camomilla dei tintori, ginestra<br />

tintoria, solidago.<br />

Settori di applicazione: B-M termine - tessile, conciario (cuoio, calzaturiero), bioedilizia (vernici per interni e restauri<br />

artistici in edilizia), M-L termine - co-formulanti in cosmesi.<br />

Fattori condizionanti<br />

Selezione V/O, S<br />

Globale<br />

SCALA<br />

SPAZIALE<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la<br />

Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10 dicembre 1997);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di<br />

S X X X X<br />

emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal primo gennaio<br />

2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per<br />

S X X X<br />

la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) (decisione del<br />

Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

S X X<br />

Riforma di medio termine della PAC; S X X X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach;<br />

Livello di applicazione della Direttiva 61/2002 CE che vieta l’utilizzo di coloranti<br />

S X<br />

di tipo azoico e pone restrizioni alla immissione sul mercato di altre sostanze<br />

coloranti di sintesi ritenute pericolose;<br />

Presenza dei DIN Standards per i coloranti di sintesi cancerogeni o con proprietà<br />

S X X X<br />

allergeniche DIN 54231/2004 (es. Blu disperso, Bruno disperso; Arancio disperso;<br />

Giallo disperso; Rosso disperso);<br />

Capacità di recepimento della Direttiva 67/548/CEE (relativa alla<br />

“Classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose”, consente<br />

di individuare i pericoli associati all’uso di sostanze chimiche prima che le<br />

sostanze vengano commercializzate ed utilizzate, con eventuali conseguenti danni<br />

S X X X<br />

per la salute umana e per l’ambiente), al fine di porre il divieto di utilizzo di<br />

sostanze chimiche, tra cui alcuni coloranti di sintesi, etichettati con la sigla R45<br />

“Può provocare il cancro” e R49 ”Può provocare il cancro per inalazione” che non<br />

sono al momento vietati in Italia (la Legge 256 del 1974, abrogata, era nata con<br />

questo obiettivo) (durante il suo corso ha avuto 14 modifiche e 29 adeguamenti);<br />

S X X X<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare tra<br />

Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

Disponibilità di politiche di promozione dei prodotti biologici nel settore non<br />

S X X<br />

alimentare del tessile biologico e della bioedilizia e definizione di disciplinari di<br />

produzione che includano coloranti naturali;<br />

Disponibilità di politiche volte a promuovere, riconoscere ed incentivare processi<br />

V/O X X X<br />

produttivi a basso impatto ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la<br />

salute dei consumatori;<br />

Stato del rapporto tra industriali (mancanza di garanzie sulla continuità e sulla<br />

V/O X X X<br />

qualità delle forniture di materia prima agricola) e agricoltori (mancanza di<br />

sicurezza sui prezzi e la redditività) e livello di condivisione delle problematiche<br />

della filiera e di partecipazione ai tavoli di coordinamento interprofessionali;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione (programmi educativi ad<br />

V/O X X<br />

hoc nelle scuole e per cittadini / consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere<br />

non-food;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che garantiscano la V/O X X<br />

Il progetto Activa 588<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


tracciabilità di prodotti con valore aggiunto strettamente legato al territorio, alla<br />

qualità e all'ecologicità dei materiali;<br />

Capacità di adeguamento normativo, in accompagnamento alle politiche di<br />

promozione delle filiere non-food;<br />

Grado di presenza in ambito regionale dei soggetti e delle competenze per l'avvio<br />

di una filiera regionale e capacità di messa in atto di ipotesi progettuali (progetti<br />

pilota);<br />

Livello di applicazione di programmi di sostituzione di prodotti pericolosi per la<br />

salute e per l'ambiente (per i prodotti ottenuti con l'utilizzo di coloranti naturali);<br />

Presenza di normative tecniche nell’ambito della bioedilizia che richiedono la<br />

completa dichiarazione dei componenti del prodotto e che essi siano di<br />

derivazione naturale, ottenuti e trasformati nell’ambito del ciclo biofisico naturale,<br />

similmente alle trasformazioni non invasive presenti in natura;<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientale volontaria secondo la<br />

norma internazionale UNI EN ISO 14001;<br />

Livello di applicazione della Registrazione ambientale volontaria EMAS e del<br />

marchio ecologico di prodotto Ecolabel, Ökotest;<br />

Livello di sviluppo di strategie e politiche della qualità e della certificazione<br />

ambientale sviluppate a livello di impresa e di distretti industriali toscani (es.<br />

sperimentazioni EMAS di distretto e percorsi di Agenda21);<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale composto dai<br />

principali attori della filiera con lo scopo di individuare di soluzioni durature<br />

almeno a livello regionale, per il raggiungimento di compromessi tra le parti;<br />

Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (patto per lo sviluppo) per uscire<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetti pilota e avviare vere e proprie politiche<br />

di mercato del non-food, attraverso la definizione comune dei prezzi, quantità e<br />

standard minimi di qualità delle forniture di biomateriali;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei benefici prodotti<br />

dall'attivazione della filiera;<br />

Economici<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X X X X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati (es. caso tessile -<br />

abbattimento dei dazi);<br />

S X X X X<br />

Influenza del livello di presenza di brevetti nel settore della chimica industriale; S X X X X<br />

Livello di interesse da parte di PMI e di industrie del settore tessile, cartario, della<br />

bioedilizia, del conciario e della pelle;<br />

V/O X X X<br />

Sfruttamento della manodopera a basso costo nella fase di coltivazione e<br />

trasformazione da parte dei paesi extraeuropei che producono coloranti naturali;<br />

V/O X<br />

Livello di responsabilità sociale d’impresa come valore aggiunto per molte PMI<br />

del settore tessile e abbigliamento;<br />

Livello di presenza di azioni di sostegno ed indirizzo, che possano influenzare lo<br />

V/O X X X<br />

sviluppo del mercato per la filiera dei coloranti di origine vegetale (es. la<br />

comunicazione ai cittadini e agli operatori economici, supportata dalle istituzioni,<br />

e le politiche di marchio e tracciabilità);<br />

Possibilità di definizione di disciplinari di produzione/estrazione e di un marchio<br />

V/O X X X<br />

che attesti la tracciabilità del prodotto (Ecolabel, Ökotest, Tessile bio, eco-textile<br />

labels, ecc.);<br />

Grado di competitività delle aziende agricole estere/extracomunitarie produttrici<br />

V/O X X X<br />

di coloranti naturali capaci di produrre a costi più bassi, senza sottostare a vincoli<br />

di carattere ambientale e/o sociale<br />

V/O X X X X<br />

Livello di importazione di coloranti naturali dal mercato estero / extraeuropeo; V/O X X<br />

Livello di redditività colturale delle colture in oggetto; V/O X X X<br />

Possibilità dei biocoloranti di competere in termini di costi con quelli ottenuti da V/O X X X X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Il progetto Activa 589<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

sintesi chimica (alizarina sintetica vs alizarina da robbia)<br />

Livello di garanzia di uno sbocco stabile sul mercato delle produzioni agricole in<br />

oggetto;<br />

V/O X X<br />

Presenza di accordi interprofessionali sul prezzo del prodotto dal produttore<br />

all'utilizzatore finale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione dei coloranti naturali sul mercato internazionale; V/O X X<br />

Livello di redditività del settore di estrazione dei coloranti vegetali;<br />

Capacità di ottenere un utile adeguato a ciascun livello della filiera, ai fini<br />

V/O X X<br />

dell'attivazione di una domanda di prodotti agricoli interna, per riuscire a<br />

contrastare la concorrenza del mercato mondiale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione e dei prezzi di vendita dei formulati a base vegetale<br />

nei confronti dei formulati convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Valore del costo del colorante naturale rispetto ai costi complessivi del processo<br />

produttivo (tintura naturale, formulazione di vernici, ecc.);<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello economico;<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente apprezzamento da parte<br />

V/O X X<br />

dei consumatori di prodotti meno impattanti per l'ambiente, realizzati con processi<br />

produttivi a basso impatto ambientale;<br />

Capacità di potenziamento (attraverso le produzioni non-food) della produzione di<br />

V/O X X<br />

beni di alta qualità, differenziabili in termini di sicurezza, ecologicità, V/O X X<br />

posizionabili su mercati di nicchia;<br />

Andamento delle strategie gestionali a livello di singola impresa (agricola, PMI<br />

tessili, conciarie e di bioedilizia) presenti sul territorio;<br />

Ambientali / Biologici<br />

V/O X<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio) utilizzate per<br />

produzione di coloranti di sintesi a livello industriale;<br />

S X<br />

Rischi di depauperamento delle risorse vegetali e della biodiversità (raccolta<br />

spontanea di specie vegetali coloranti);<br />

Livello di prelievo idrico e di utilizzo di mezzi tecnici dovuto alla coltivazione di<br />

V/O X X<br />

colture scarsamente esigenti dal punto di vista agronomico (robbia, reseda, guado,<br />

camomilla dei tintori, ginestra tintoria);<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della fertilità del terreno,<br />

V/O X X<br />

in relazione alla coltivazione di colture da rinnovo inserite nell'avvicendamento<br />

colturale (caso robbia, guado, reseda);<br />

V/O X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale (low-input,<br />

biologico);<br />

V/O X X X<br />

Disponibilità di colture agricole non GM per assenza di studi di modifica del<br />

genoma;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodiversità dell'agro-ecosistema, in relazione alla possibilità di<br />

diversificazione delle produzioni agricole;<br />

V/O X X X<br />

Grado di contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per<br />

le produzioni convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di materie prime conformi alle nuove normative in campo<br />

ambientale;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di prodotti biodegradabili a basso impatto ambientale da utilizzare<br />

nei processi produttivi industriali;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi produttivi industriali<br />

e di smaltibilità dei prodotti esausti;<br />

V/O X X<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni V/O X X X X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Il progetto Activa 590<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale;<br />

Livello di impatto ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti; V/O X X<br />

Livello di produzione e successivo utilizzo di risorse rinnovabili (coloranti di<br />

origine vegetale);<br />

V/O X X<br />

Grado di presenza di processi produttivi industriali che utilizzano prodotti<br />

biodegradabili a basso impatto ambientale;<br />

V/O X X<br />

Livello di presenza di colture tipiche del paesaggio regionale (caso guado nella<br />

Val Tiberina Toscana; robbia provincia di Pisa);<br />

Presenza in ambito regionale di ampie superfici vocate alla produzione di colture<br />

V/O X<br />

da coloranti naturali (Toscana litoranea, Val Tiberina Toscana; coltivazioni<br />

sperimentali in provincia di Pisa);<br />

V/O X<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Grado di influenza delle biotecnologie (estrazione, purificazione, formulazione,<br />

tintura);<br />

S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle conoscenze biochimiche e chimiche industriali; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie di meccanica agraria e meccanica industriale; S X X X X<br />

Grado di influenza delle fitotecniche; S X X X X<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze chimiche di<br />

origine minerale e/o sintetica;<br />

S X X X X<br />

Capacità di attuazione della coltivazione in relazione alla disponibilità di materiale<br />

di propagazione selezionato per un alto contenuto di principi coloranti;<br />

V/O X X X<br />

Capacità di attuazione della coltivazione in relazione alla preparazione tecnicaorganizzativa<br />

degli imprenditori agricoli;<br />

V/O X X X<br />

Possibilità di ottimizzazione della fitotecnica, in relazione alle specifiche<br />

situazioni di coltura;<br />

V/O X X X<br />

Possibilità di ottenere biocoloranti con caratteristiche qualitative migliori rispetto<br />

ai coloranti ottenuti con sintesi chimica (alizarina da robbia);<br />

V/O X X X X<br />

Livello di sviluppo delle conoscenze relative alla meccanizzazione delle<br />

operazioni colturali e grado di adeguamento delle tecniche e dei mezzi disponibili;<br />

Livello di informazione/formazione presso gli agricoltori riguardo alle tecniche<br />

V/O X X X X<br />

colturali, alle tecniche di estrazione e alle specifiche tecnico-qualitative del<br />

prodotto e ai requisiti richiesti dall’industria (purezza, ecc.);<br />

V/O X X X<br />

Capacità di attuazione/allungamento della rotazione colturale in relazione<br />

all'aumento delle opportunità di differenziazione produttiva;<br />

V/O X X<br />

Grado di coltivazione di colture scarsamente esigenti dal punto di vista<br />

agronomico (robbia, reseda, guado, ecc.);<br />

V/O X X<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione al livello di<br />

biodiversità dell'agro-ecosistema;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di varietà altamente produttive e con alto contenuto di composti<br />

coloranti, caratterizzate da rese stabili e adatte ai diversi ambienti di coltivazione;<br />

V/O X X X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale (low-input,<br />

biologico);<br />

V/O X X<br />

Livello di sviluppo delle conoscenze relative alla estrazione dei composti<br />

coloranti;<br />

Disponibilità di tecnologie e di impianti di estrazione efficaci in grado di<br />

V/O X X X<br />

migliorare la resa e la purezza e rendere competitivo il colorante naturale con il<br />

prodotto importato;<br />

V/O X X X<br />

Livello di sviluppo di tecnologie e di impianti in grado di migliorare la resa dei<br />

pigmenti coloranti e la loro purezza;<br />

V/O X X X X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Il progetto Activa 591<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

Capacità di messa a punto di diversi formulati, in relazione ai diversi impieghi<br />

industriali;<br />

Livello di sviluppo della sperimentazione in comparti diversi dal tessile, quali il<br />

V/O X X<br />

settore della pelle, delle vernici e della cosmesi naturale per aumentare le<br />

possibilità di impiego dei coloranti naturali;<br />

Possibilità di variazioni a livello impiantistico e di processo o di ottimizzazione<br />

V/O X X X X<br />

dei parametri operativi industriali per la tintura con coloranti naturali rispetto a<br />

quella con coloranti di sintesi;<br />

V/O X X X<br />

Livello di sviluppo delle tecniche di tintura naturale su scala industriale;<br />

Livello di collaborazione tra i diversi enti di ricerca coinvolti nelle varie fasi della<br />

V/O X X X X<br />

filiera, dagli aspetti più legati alla produzione e all’estrazione, a quelli connessi<br />

con i processi e le tecnologie manifatturiere;<br />

Grado di esperienza a livello regionale nella coltivazione delle piante coloranti<br />

V/O X<br />

(coltivazioni di guado nella Val Tiberina Toscana, coltivazioni di numerose piante<br />

tintorie presso il DAGA Università di Pisa);<br />

V/O X<br />

Grado di presenza in ambito regionale di impianti di estrazione dei coloranti; V/O X<br />

Presenza di industrie o PMI interessate ad utilizzare o che già utilizzano coloranti<br />

naturali vegetali;<br />

V/O X<br />

Sociali<br />

Livello di percezione delle problematiche ambientali e di quelle legate alla salute<br />

da parte dei cittadini / consumatori;<br />

Sfruttamento della manodopera a basso costo nella fase di coltivazione e<br />

trasformazione nei paesi extraeuropei;<br />

Capacità di realizzare nei paesi extraeuropei, opportunità di sviluppo rurale<br />

attraverso la coltivazione e la trasformazione di piante da coloranti naturali;<br />

Livello di percezione del rischio per gli operatori della filiera a livello industriale<br />

(es. tossicità o cancerogenicità di molti coloranti di sintesi altri co-formulati);<br />

Livello di percezione del rischio per i consumatori finali (es. rischi allergenici,<br />

Dermatiti Allergiche da Contatto da coloranti chimici dispersi);<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto ambientale<br />

provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla<br />

vivibilità del territorio;<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del miglioramento<br />

dell'immagine aziendale, sia a livello agricolo che industriale;<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei diversi operatori<br />

che operano lungo la filiera produttiva e consapevolezza del proprio ruolo;<br />

Contesto<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 592


f.6 Colture da Fibra<br />

Allegato F<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food delle fibre vegetali in Toscana<br />

Colture: B-M termine - canapa, M-L termine – lino, kenaf.<br />

Settori di applicazione: B-M termine – tessile, M-L termine – automobilistico (biocompositi), bioedilizia (pannelli<br />

isolanti e fonoassorbenti), cartario (cellulosa e carta per carte pregiate-fibra o carte comuni e cartoni-intera pianta),<br />

geotessile (tessuto non tessuto applicato come supporto per il manto stradale, protezione delle dighe, filtri drenanti,<br />

rinforzi per gli argini), zootecnico (lettiere per animali), mangimistico (mangimi per ruminanti), agricolo (substrati per<br />

ortofloricoltura), energetico, produzione di materiali adsorbenti per inquinanti oleosi.<br />

Fattori condizionanti<br />

SELEZIONE V/O, S<br />

Globale<br />

SCALA<br />

SPAZIALE<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la<br />

Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10 dicembre 1997);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di<br />

S X X X X<br />

emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal primo gennaio<br />

2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per<br />

S X X X<br />

la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) (decisione del<br />

Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

S X X<br />

Riforma di medio termine della PAC;<br />

Regolamento (CE) 1251/99 (Allegato XII), successive modifiche ed integrazioni:<br />

S X X X<br />

possibilità di semina della canapa esclusivamente con sementi di varietà certificate<br />

a tenore di THC non superiore allo 0,2%;<br />

Decreto MiPAF del 9.12. 2004 n. D/580 – Definizione delle modalità per la<br />

determinazione del quantitativo minimo di sementi certificate per ettaro, al fine<br />

S X X X<br />

della corresponsione dell’aiuto supplementare nel settore dei seminativi, di cui<br />

all’Art. 69 del Reg. CE 1782/03, l’Allegato 1 indica il quantitativo minimo di<br />

seme certificato, per la canapa 35 kg/ha (in realtà è necessario utilizzare da 40 a<br />

60 kg/ha);<br />

S X X<br />

Ddl Fini sulle tossicodipendenze (mancanza della definizione dei livelli di Thc<br />

nelle varietà di canapa da fibra);<br />

S X X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; S X<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare tra<br />

Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

Disponibilità di politiche di promozione dei prodotti biologici nel settore non<br />

S X X<br />

alimentare del tessile biologico e della bioedilizia e definizione di disciplinari di<br />

produzione che includano le fibre vegetali;<br />

Disponibilità di politiche volte a promuovere, riconoscere ed incentivare processi<br />

V/O X X X<br />

produttivi a basso impatto ambientale, la tutela dell'ambiente e del territorio e la<br />

salute dei consumatori;<br />

Stato del rapporto tra industriali (mancanza di garanzie sulla continuità e sulla<br />

V/O X X X<br />

qualità delle forniture di materia prima agricola) e agricoltori (mancanza di<br />

sicurezza sui prezzi e la redditività) e livello di condivisione delle problematiche<br />

della filiera e di partecipazione ai tavoli di coordinamento interprofessionali;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione (programmi educativi ad<br />

V/O X X<br />

hoc nelle scuole e per cittadini / consumatori adulti) per lo sviluppo delle filiere<br />

non-food;<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che garantiscano la<br />

V/O X X<br />

tracciabilità di prodotti con valore aggiunto strettamente legato al territorio, alla<br />

qualità e all'ecologicità dei materiali;<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 593<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Capacità di adeguamento normativo, in accompagnamento alle politiche di<br />

promozione delle filiere non-food;<br />

Grado di presenza in ambito regionale dei soggetti e delle competenze per l'avvio<br />

di una filiera regionale e capacità di messa in atto di ipotesi progettuali (progetti<br />

pilota);<br />

Livello di applicazione di programmi di sostituzione di prodotti pericolosi per la<br />

salute e per l'ambiente (per i prodotti ottenuti con l'utilizzo di fibre vegetali);<br />

Presenza di normative tecniche nell’ambito della bioedilizia che richiedono la<br />

completa dichiarazione dei componenti del prodotto e che essi siano di<br />

derivazione naturale, ottenuti e trasformati nell’ambito del ciclo biofisico naturale,<br />

similmente alle trasformazioni non invasive presenti in natura;<br />

Livello di applicazione della Certificazione ambientale volontaria secondo la<br />

norma internazionale UNI EN ISO 14001;<br />

Livello di applicazione della Registrazione ambientale volontaria EMAS e del<br />

marchio ecologico di prodotto Ecolabel, Ökotest;<br />

Livello di sviluppo di strategie e politiche della qualità e della certificazione<br />

ambientale sviluppate a livello di impresa e di distretti industriali toscani (es.<br />

sperimentazioni EMAS di distretto e percorsi di Agenda21);<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale composto dai<br />

principali attori della filiera con lo scopo di individuare soluzioni durature almeno<br />

a livello regionale, per il raggiungimento di compromessi tra le parti;<br />

Capacità di stipulare accordi quadro di filiera (patto per lo sviluppo) per uscire<br />

dalla fase di sperimentazione e di progetti pilota e avviare vere e proprie politiche<br />

di mercato del non-food, attraverso la definizione comune dei prezzi, quantità e<br />

standard minimi di qualità delle forniture di materia prima vegetale;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei benefici prodotti<br />

dall'attivazione della filiera;<br />

Economici<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X X X X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati (es. caso tessile -<br />

abbattimento dei dazi);<br />

S X X X X<br />

Influenza del livello di presenza di brevetti; S X X X X<br />

Sfruttamento della manodopera a basso costo nella fase di coltivazione e<br />

trasformazione da parte dei paesi extraeuropei produttori di fibre tessili;<br />

V/O X<br />

Livello di responsabilità sociale d’impresa come valore aggiunto per molte PMI<br />

del settore tessile e abbigliamento;<br />

Livello di presenza di azioni di sostegno ed indirizzo, che possano influenzare lo<br />

V/O X X X<br />

sviluppo del mercato per la filiera delle fibre vegetali (es. la comunicazione ai<br />

cittadini e agli operatori economici, supportata dalle istituzioni, e le politiche di<br />

marchio e tracciabilità);<br />

Possibilità di definizione di disciplinari di produzione/estrazione e di un marchio<br />

V/O X X X<br />

che attesti la tracciabilità del prodotto (ecolabel, eco-textile labels, tessile bio,<br />

ecc.);<br />

V/O X X X<br />

Livello di importazione di fibre vegetali dal mercato estero / extraeuropeo (es.<br />

canapa);<br />

Grado di competitività delle aziende agricole estere / extracomunitarie produttrici<br />

V/O X X<br />

di fibre vegetali capaci di produrre a costi più bassi di produzione, senza sottostare<br />

a vincoli di carattere ambientale o sociale;<br />

V/O X X X X<br />

Grado di competitività delle colture da fibra, rispetto alle altre colture, sia<br />

tradizionali che innovative;<br />

V/O X X X X<br />

Livello di redditività colturale delle colture in oggetto; V/O X X X<br />

Grado di reperibilità delle produzioni sul territorio nazionale e regionale (gravate<br />

da minori costi di trasporto);<br />

V/O X X<br />

Il progetto Activa 594<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale<br />

consentendo un'ulteriore riduzione dei costi di produzione colturale;<br />

V/O X X X<br />

Livello di garanzia di uno sbocco stabile sul mercato delle produzioni agricole in<br />

oggetto;<br />

V/O X X X<br />

Andamento dei prezzi di ritiro della materia prima non-food all'agricoltore da<br />

parte dell'industria di estrazione;<br />

V/O X X<br />

Presenza di accordi interprofessionali sul prezzo del prodotto dal produttore<br />

all'utilizzatore finale;<br />

V/O X X<br />

Valore dei costi di produzione delle fibre vegetali sul mercato internazionale; V/O X X<br />

Livello di redditività del settore di prima trasformazione (macerazione, stigliatura)<br />

delle fibre vegetali;<br />

Capacità di ottenere un utile adeguato a ciascun livello della filiera, ai fini<br />

V/O X X<br />

dell'attivazione di una domanda di prodotti agricoli interna, per riuscire a<br />

contrastare la concorrenza del mercato mondiale;<br />

V/O X X<br />

Valore del costo della fibra vegetale rispetto ai costi complessivi del processo<br />

produttivo;<br />

V/O X X X<br />

Grado di valorizzazione dei co-prodotti (es. caso canapa);<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

V/O X X X<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello economico;<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente apprezzamento da parte<br />

V/O X X<br />

dei consumatori di prodotti meno impattanti per l'ambiente, realizzati con processi<br />

produttivi a basso impatto ambientale;<br />

Grado di presenza a livello regionale dei soggetti della filiera che potrebbe<br />

V/O X X<br />

consentire l'esercizio delle attività in un'area limitata (raggio di circa 100-150 km),<br />

riducendo notevolmente i costi di trasporto della materia prima;<br />

Capacità di potenziamento (attraverso le produzioni non-food) della produzione di<br />

V/O X<br />

beni di alta qualità, differenziabili in termini di sicurezza, ecologicità,<br />

posizionabili su mercati di nicchia;<br />

V/O X X<br />

Andamento delle strategie gestionali a livello di singola impresa (agricola, PMI<br />

tessili, conciarie e di bioedilizia) presenti sul territorio;<br />

V/O X<br />

Ambientali / Biologici<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; S X X X X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio) utilizzate per<br />

produzione di fibre sintetiche a livello industriale;<br />

S X X X X<br />

Livello di utilizzo di mezzi tecnici dovuto alla coltivazione di colture scarsamente<br />

esigenti dal punto di vista agronomico (canapa);<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della fertilità del terreno,<br />

V/O X X<br />

in relazione alla coltivazione di colture da rinnovo inserite nell'avvicendamento<br />

colturale (canapa);<br />

V/O X X<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale (low-input,<br />

biologico);<br />

V/O X X X<br />

Disponibilità di colture agricole non GM per assenza di studi di modifica del<br />

genoma;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodiversità dell'agro-ecosistema, in relazione alla possibilità di<br />

diversificazione delle produzioni agricole;<br />

V/O X X X<br />

Grado di contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive per<br />

le produzioni convenzionali;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di prodotti biodegradabili a basso impatto ambientale da utilizzare<br />

nei processi produttivi industriali;<br />

V/O X X<br />

Livello di biodegradabilità dei prodotti utilizzati nei processi produttivi industriali<br />

e di smaltibilità dei prodotti esausti;<br />

V/O X X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Il progetto Activa 595<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Allegato F<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o registrazioni<br />

ambientali (ISO 14001, EMAS) e di marchi ecologici di prodotto (Ecolabel) con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale;<br />

V/O X X X X<br />

Livello di impatto ambientale provocato dalla produzione di fibre di origine<br />

sintetica;<br />

V/O X X<br />

Livello di produzione ed utilizzo di risorse rinnovabili (fibre vegetali); V/O X X<br />

Livello di inquinamento da CO2 per l’uso di materie prime non rinnovabili; V/O X X X<br />

Grado di presenza di processi produttivi industriali che utilizzano prodotti<br />

biodegradabili a basso impatto ambientale;<br />

V/O X X<br />

Livello di presenza di colture tipiche del paesaggio regionale (canapa); V/O X<br />

Livello di utilizzo di mezzi tecnici dovuto alla coltivazione di colture scarsamente<br />

esigenti dal punto di vista agronomico (canapa);<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della fertilità del terreno,<br />

V/O X<br />

in relazione alla coltivazione di colture da rinnovo inserite nell'avvicendamento V/O X<br />

colturale (canapa) in alternativa ai cereali;<br />

Presenza in ambito regionale di ampie superfici vocate alla produzione di colture<br />

da fibra;<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

V/O X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; S X X X X<br />

Grado di influenza delle tecnologie meccaniche; S X X X X<br />

Grado di influenza delle fitotecniche S X X X X<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze chimiche di<br />

origine minerale e/o sintetica;<br />

S X X X X<br />

Capacità di attuazione della coltivazione in relazione alla preparazione tecnicoorganizzativa<br />

degli imprenditori agricoli;<br />

Livello di informazione/formazione presso gli agricoltori riguardo alle tecniche<br />

V/O X X X<br />

colturali, alle tecniche di prima trasformazione ed alle specifiche tecnicoqualitative<br />

del prodotto;<br />

V/O X X X<br />

Capacità di attuazione/allungamento della rotazione in relazione all'aumento delle<br />

opportunità di differenziazione produttiva;<br />

V/O X X<br />

Grado di coltivazione di colture scarsamente esigenti dal punto di vista<br />

agronomico (canapa);<br />

V/O X X<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione al livello di<br />

biodiversità dell'agro-ecosistema;<br />

V/O X X<br />

Possibilità di ottimizzazione della fitotecnica in relazione alle specifiche situazioni<br />

di coltura;<br />

V/O X X<br />

Disponibilità di sementi certificate di varietà idonee per le applicazioni non-food,<br />

caratterizzate da rese stabili e adatte ai diversi ambienti di coltivazione;<br />

V/O X X X<br />

Disponibilità di macchine per la raccolta della coltura, efficienti ed in grado di<br />

garantire la qualità del prodotto;<br />

V/O X X X<br />

Livello di sviluppo delle conoscenze relative ai processi di trasformazione<br />

primaria della canapa (macerazione, stigliatura);<br />

Disponibilità di tecnologie e di impianti di trasformazione primaria (macerazione,<br />

V/O X X X X<br />

stigliatura) efficienti, in grado di garantire costanza di qualità della fibra vegetale<br />

e renderla competitiva sul mercato;<br />

Possibilità di variazioni a livello impiantistico e di processo o di ottimizzazione<br />

V/O X X<br />

dei parametri operativi industriali per la tessitura di fibre vegetali innovative<br />

(canapa, kenaf) mediante adattamenti della filiera lino;<br />

V/O X X X X<br />

Livello di sviluppo della sperimentazione in comparti di utilizzo diversi dal<br />

tessile;<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 596<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


Livello di collaborazione tra i diversi enti di ricerca coinvolti nelle varie fasi della<br />

filiera, dagli aspetti più legati alla produzione e all’estrazione, a quelli connessi<br />

con i processi e le tecnologie manifatturiere;<br />

Grado di esperienza a livello regionale nella coltivazione di piante da fibra<br />

(canapa);<br />

Grado di presenza in ambito regionale di impianti di prima lavorazione della fibra<br />

vegetale;<br />

Presenza di industrie o PMI interessate ad utilizzare o che già utilizzano fibre<br />

vegetali, quali canapa o kenaf;<br />

Sociali<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Selezione<br />

V/O, S<br />

Livello di percezione delle problematiche ambientali e di quelle legate alla salute<br />

da parte dei cittadini / consumatori;<br />

V/O X X X X<br />

Sfruttamento della manodopera a basso costo nella fase di coltivazione e<br />

trasformazione nei paesi extraeuropei;<br />

V/O X X X X<br />

Capacità di realizzare nei paesi extraeuropei, opportunità di sviluppo rurale<br />

attraverso la coltivazione e la trasformazione di piante da fibra vegetale;<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione del rischio per gli operatori della filiera a livello industriale<br />

(es. tossicità o cancerogenicità dei prodotti utilizzati nel ciclo produttivo tessile);<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione del rischio per i consumatori finali (es. rischi allergenici);<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto ambientale<br />

V/O X X X<br />

provocato dai processi produttivi coinvolti nella filiera e del loro effetto sulla<br />

vivibilità del territorio;<br />

V/O X X X<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del miglioramento<br />

dell'immagine aziendale, sia a livello agricolo che industriale;<br />

V/O X X X<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei diversi operatori<br />

che operano lungo la filiera produttiva e consapevolezza del proprio ruolo;<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 597<br />

Globale<br />

Europea<br />

Nazionale<br />

Regionale<br />

/Locale


f.7 Fitofarmaci<br />

Allegato F<br />

Determinazione dei fattori condizionanti l'attivazione delle filiere non-food dei Fitofarmaci naturali in Toscana<br />

Colture: B-M termine – Aglio, Cipolla, Brassicaceae (applicazione con maggiori prospettive a livello regionale); M-L<br />

termine - Sorgo bicolor, Erba medica).<br />

Settori di applicazione: B-M termine – Difesa dei patogeni terricoli anche in alternativa al Bromuro di metile.<br />

Controllo di alcuni insetti fitofagi; M-L termine – Difesa delle derrate alimentari e della fase del post-raccolta più in<br />

generale. Difesa dalle più comuni fitopatie dell’apparato epigeo, attraverso l’uso di soluzioni e sospensioni di piante o<br />

parti di pianta.<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene<br />

ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del<br />

10 dicembre 1997);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle<br />

quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE<br />

(operativo dal primo gennaio 2005, volta all’applicazione del<br />

Protocollo di Kyoto);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le<br />

azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del<br />

Protocollo di Kyoto) (decisione del Ministero dell'Ambiente da<br />

prendere entro il 30 dicembre 2006);<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

CONTESTO<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

S X X X X<br />

S X X X<br />

S X X<br />

Riforma di medio termine della PAC; S X<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Montreal relativo alle<br />

date di Phase out del Bromuro di metile ed alla definizione dei<br />

cosiddetti “usi critici” ammessi in deroga;<br />

S X X<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; S X<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in<br />

S X X<br />

particolare tra Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

Disponibilità di politiche comunitarie, nazionali e regionali ed in<br />

alcuni casi locali volte a promuovere, riconoscere ed incentivare<br />

processi produttivi a basso impatto ambientale e con un ridotto<br />

uso di fitofarmaci di sintesi, la tutela dell'ambiente e del territorio<br />

e della salute dei cittadini/consumatori;<br />

Disponibilità di politiche di comunicazione e formazione<br />

(programmi educativi ad hoc nelle scuole e per cittadini /<br />

consumatori adulti) per lo sviluppo della conoscenza di<br />

fitofarmaci naturali;<br />

Disponibilità di politiche di marchio e certificazione che<br />

garantiscano la tracciabilità di prodotti con valore aggiunto<br />

strettamente legato al territorio, alla qualità e all'ecologicità dei<br />

materiali;<br />

Grado di presenza in ambito regionale dei soggetti e le<br />

competenze per l'avvio di una filiera regionale e capacità di<br />

messa in atto di ipotesi progettuali (progetti pilota) per<br />

applicazioni di fitofarmaci vegetali;<br />

Capacità di istituire un tavolo di concertazione a livello regionale<br />

composto dai principali attori della filiera con lo scopo di<br />

individuazione di soluzioni durature almeno a livello regionale,<br />

per il raggiungimento di una riduzione dell’impiego di<br />

fitofarmaci di sintesi;<br />

Livello di intervento della Regione a titolo di riconoscimento dei<br />

benefici prodotti dall'attivazione della filiera;<br />

Entrata in vigore dell’art. 38 del DPR 290 del 2000, sulle norme<br />

burocratiche per la registrazione di prodotti fitosanitari tra cui gli<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

V/O X<br />

Il progetto Activa 598


estratti vegetali per l’agricoltura biologica;<br />

Attivazione di una sorta di “corsia preferenziale” nella<br />

registrazione al Ministero dei prodotti di origine vegetale, inclusi<br />

gli estratti vegetali;<br />

Promozione della ricerca tossicologica su fitofarmaci di sintesi e<br />

adjuvants in agricoltura;<br />

Incentivazione dei marchi di qualità ed inserimento, ove<br />

possibile, dell’uso di molecole vegetali in alternativa a<br />

fitofarmaci di sintesi nei loro protocolli produttivi;<br />

Incoraggiare le grandi catene di distribuzione ad applicare ove<br />

possibile protocolli produttivi che puntino alla riduzione dell’uso<br />

di fitofarmaci di sintesi;<br />

Economici<br />

V/O X<br />

V/O X X X<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; S X<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; S X<br />

Livello di presenza di brevetti; S X X X X<br />

Possibilità di registrare fitofarmaci di origine vegetale;<br />

Capacità di individuazione di sistemi colturali a ridotto impatto<br />

S X X<br />

ambientale in grado di fornire un’alternativa economicamente<br />

compatibile ai tradizionali fitofarmaci di sintesi;<br />

V/O X X<br />

Capacità di individuazione di alternative ai trattamenti di sintesi<br />

V/O X X X<br />

anche al fine di diminuire i costi di fumigazione dei suoli;<br />

Capacità di introduzione/utilizzazione dei fitofarmaci di origine<br />

vegetale mediante canali preferenziali specifici (Parchi naturali,<br />

aree umide, aree marine protette, ecc.);<br />

Misura delle potenzialità di mercato legate al crescente<br />

apprezzamento da parte dei consumatori di prodotti meno<br />

impattanti per l'ambiente e più sani, realizzati con processi<br />

produttivi a ridotto impatto ambientale;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o<br />

registrazioni ambientali e di marchi ecologici di prodotto con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale ed economico;<br />

Capacità di raggiungimento di economie di scala, sia a livello<br />

agricolo che industriale e conseguente riduzione del costo finale<br />

del prodotto;<br />

Ambientali / Biologici<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

Livello dei cambiamenti climatici globali; S X<br />

Grado di salubrità ambientale; S X X X X<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio);<br />

Grado di conservazione / miglioramento della struttura e della<br />

S X<br />

fertilità del terreno, in relazione alla coltivazione di colture da V/O X X<br />

sovescio inserite nell'avvicendamento colturale di colture ortive;<br />

Livello di riduzione del rischio idrogeologico, in relazione alla<br />

coltivazione di colture che mantengono il terreno coperto durante<br />

i mesi invernali (cover crops);<br />

V/O X X<br />

Possibilità di sostituzione di prodotti di sintesi con prodotti<br />

rinnovabili, biodegradabili, ipotossici e di nessun effetto sul<br />

livello di anidride carbonica;<br />

V/O X X X X<br />

Possibilità di incremento del livello di biodiversità<br />

dell'agroecosistema;<br />

V/O X X<br />

Grado di contenimento dei processi di abbandono delle aree V/O X X<br />

Il progetto Activa 599


meno competitive per le produzioni convenzionali, in termini di<br />

qualità e quantità;<br />

Capacità di ottenimento, da parte delle aziende, di certificazioni o<br />

registrazioni ambientali e di marchi ecologici di prodotto con<br />

conseguenti ritorni positivi a livello ambientale ed economico;<br />

Possibilità di incrementare il livello di sostanza organica del<br />

terreno con chiare ricadute sulla fertilità dei suoli e con una<br />

buona “immobilizzazione” di anidride carbonica;<br />

Livello di impatto ambientale provocato dalla coltivazione di<br />

colture ad alto reddito in pieno campo e/o in ambiente protetto;<br />

Possibilità di applicare tecniche di coltivazione meno impattanti e<br />

con un ridotto uso di fitofarmaci di sintesi;<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Capacità di messa a punto di alternative vegetali a sostanze<br />

chimiche di origine minerale e/o sintetica;<br />

Capacità di attuazione/accorciamento della rotazione colturale<br />

senza il consueto aumento di alcuni patogeni del terreno;<br />

Grado di ricorso a tecniche di coltivazione a basso impatto<br />

ambientale;<br />

Grado di coltivazione di colture che mantengono il terreno<br />

coperto durante i mesi invernali, in relazione alla loro riduzione<br />

del rischio idrogeologico;<br />

Livello di diversificazione delle produzioni agricole, in relazione<br />

al livello di biodiversità dell'agroecosistema;<br />

Sociali<br />

Livello di percezione da parte dei cittadini/consumatori dei<br />

benefici ambientali e salutistici derivanti dalla sostituzione di<br />

fitofarmaci di sintesi con molecole di origine naturale;<br />

Possibilità di realizzare opportunità di sviluppo rurale ed<br />

industriale attraverso la coltivazione e la trasformazione delle<br />

colture contenenti fitofarmaci vegetali;<br />

Livello di percezione del rischio per gli operatori della filiera<br />

agricola ed industriale (es. rischi di tossicità o cancerogenicità);<br />

Livello di percezione del rischio per la cittadinanza posta a<br />

contatto con i trattamenti di origine vegetale trovandosi a vivere<br />

in areali ad elevata densità colturale (es. rischi di tossicità o<br />

cancerogenicità);<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica dell'impatto<br />

ambientale provocato dai processi produttivi coinvolti nella<br />

filiera e del loro effetto sulla vivibilità del territorio;<br />

Livello di percezione da parte dell'opinione pubblica del<br />

miglioramento dell'immagine aziendale e della valorizzazione del<br />

marchio, sia a livello agricolo che industriale;<br />

Livello di diffusione delle informazioni sulle potenzialità dei<br />

fitofarmaci vegetali e delle loro potenzialità in numerose filiere<br />

agrarie;<br />

Grado di visibilità dell’intero processo produttivo da parte dei<br />

diversi operatori che operano lungo la filiera produttiva e<br />

consapevolezza del proprio ruolo;<br />

Allegato F<br />

V/O X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X<br />

Selezione:<br />

V/O, S<br />

Global<br />

e<br />

Europ<br />

eo<br />

Nazion<br />

ale<br />

Region<br />

ale<br />

/Local<br />

e<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X<br />

V/O X X X X<br />

V/O X X X<br />

Il progetto Activa 600


Allegato G - Griglie Variabili di Scenario<br />

g.1 Biocarburanti<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi Importanza Certezza Totale Identificazione delle variabili di scenario<br />

Riforma di medio termine della PAC; 5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

Finanziaria 2005 ha ridotto il contingente annuo defiscalizzato a 200.000<br />

t per i prossimi sei anni (2005-2010), l’introduzione della quota di<br />

defiscalizzazione del biodiesel risale al Decreto Ministero dell'Economia<br />

n. 256 del 25/07/'03, stabilisce che nell'ambito del progetto pilota per il<br />

triennio 1/07/'01-30/06/'04 l'accisa sui carburanti non sia applicata su un<br />

contingente di 300.000 t di biodiesel, ma solo sulle quantità eccedenti;<br />

Finanziaria 2005 (Decreto n. 96 del 2004) stanzia 73 milioni di euro per<br />

la produzione di bioetanolo da utilizzare tal quale (4,5% dello<br />

stanziamento), per la produzione di Etbe (85,5%) e di additivi e<br />

riformulati (10%) (corrispondenti alla produzione e commercializzazione<br />

di 100.000 ettanidri di bioetanolo tal quale e 900.000 ettanidri di Etbe<br />

ogni anno);<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato<br />

con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10 dicembre<br />

1997);<br />

Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell'uso dei biocarburanti,<br />

prevede di utilizzare carburanti di origine agricola per il 2% di tutta la<br />

benzina e del diesel per trasporti, entro il 31 dicembre 2005 e del 5,75%<br />

entro il 31 dicembre 2010 (da recepire negli Stati membri entro il 31<br />

dicembre 2004, in Italia, il 06 marzo 2005 è giunta la lettera di<br />

costituzione di mora da parte della Commissione per la non avvenuta<br />

comunicazione dell'obiettivo riguardante la % di biocarburanti da<br />

raggiungere nell’anno 2005);<br />

5 5 5<br />

5 5 5<br />

5 4 4,5<br />

5 4 4,5<br />

Il progetto Activa 601


Dlgs. 30 maggio 2005, n. 128, Gazzetta Ufficiale 12 luglio 2005 n.160 in<br />

attuazione della Direttiva 2003/30/CE, riduce la percentuale nazionale al<br />

di sotto di quella programmata (1% biocarburanti entro 31 dicembre<br />

2005, 2,5% entro 31 dicembre 2010);<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per la<br />

riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) (decisione del<br />

Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di<br />

emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal primo<br />

gennaio 2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia elettrica da<br />

fonti rinnovabili, chiamando ogni Stato membro a fissare un proprio<br />

obiettivo produttivo ed a monitorarlo (recepita in Italia con il Decreto<br />

Legislativo 387/03);<br />

5 4 4,5<br />

5 4 4,5<br />

5 2 3,5<br />

4 3 3,5<br />

Direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la<br />

tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità e prevede agevolazioni<br />

strutturali per la diffusione dei biocarburanti;<br />

4 3 3,5<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in particolare<br />

tra Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

3 4 3,5<br />

Livello di applicazione dell'obiettivo strategico della Cina di produrre<br />

entro il 2010 il 10% di energia da fonti rinnovabili;<br />

4 2 3<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; 3 2 2,5<br />

Economici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 5 5 5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; 5 4 4,5<br />

Livello di presenza di brevetti; 3 2 2,5<br />

Ambientali / Biologici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 4 4,5<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio); 5 4 4,5<br />

Grado di salubrità ambientale; 4 3 3,5<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 602


Tecnici / Tecnologici Importanza Certezza Totale<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche; 4 3 3,5<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze<br />

chimiche di origine minerale e/o sintetica;<br />

4 3 3,5<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie meccaniche; 4 2 3<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 603


g.2 Biolubrificanti<br />

Allegato G<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi Importanza Certezza Totale<br />

Riforma di medio termine della PAC;<br />

Identificazione delle variabili di scenario<br />

5 5 5<br />

Applicazione a livello nazionale della Direttiva<br />

2003/53/CE che vieta la commercializzazione e<br />

l'impiego di nonilfenolo e di nonilfenolo etossilato;<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di<br />

scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra<br />

all'interno dell'UE (operativo dal primo gennaio 2005,<br />

5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia<br />

viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120,<br />

dopo la firma del 10 dicembre 1997);<br />

5 5 5<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le<br />

azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4<br />

del Protocollo di Kyoto) (decisione del Ministero<br />

5 4 4,5<br />

dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e<br />

regionali, in particolare tra Agricoltura, Industria e<br />

5 1 3<br />

Ambiente;<br />

Livello di applicazione dell'obiettivo strategico della<br />

Cina di produrre entro il 2010 il 10% di energia da fonti<br />

3 3 3<br />

rinnovabili;<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva<br />

4 2 3<br />

Reach; 3 2 2,5<br />

Economici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 5 5 5<br />

Grado di dipendenza dal mercato del petrolio; 5 5 5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; 5 4 4,5<br />

Livello di presenza di brevetti; 5 2 3,5<br />

Ambientali / Biologici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 5 5<br />

Il progetto Activa 604


Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es.<br />

petrolio); 5 5 5<br />

Grado di salubrità ambientale; 4 4 4<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento<br />

Importanza Certezza Totale<br />

da sostanze chimiche di origine minerale e/o sintetica;<br />

4 3 3,5<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche; 4 1 2,5<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 605


g.3 Biomasse da colture dedicate<br />

Allegato G<br />

Fattori condizionanti<br />

Identificazione delle variabili di scenario<br />

Politico / Normativi<br />

Riforma di medio termine della PAC: Regolamento (CE) n.<br />

1782/2003 che istituisce regimi di sostegno a favore degli agricoltori<br />

(le colture da energia possono usufruire di un premio supplementare,<br />

Importanza Certezza Totale<br />

oltre al premio aziendale unico);<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene<br />

ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10<br />

5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

dicembre 1997);<br />

Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità,<br />

chiamando ogni Stato membro a fissare un proprio obiettivo<br />

produttivo ed a monitorarlo (recepita in Italia con il Decreto<br />

5 4 4,5<br />

Legislativo 387/03);<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote<br />

di emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal<br />

primo gennaio 2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto,<br />

recepita in Italia con la Legge 30 dicembre 2004 , n. 316 che<br />

disciplina il rilascio dell’autorizzazione ad emettere gas ad effetto<br />

serra per i gestori degli impianti rientranti nell’Allegato I della<br />

5 4 4,5<br />

Direttiva);<br />

Modalità di applicazione delle politiche di sviluppo rurale e del<br />

programma Leader (entrambi in fase di definizione per la<br />

5 4 4,5<br />

programmazione 2007-2013);<br />

Modalità di applicazione dei Fondi strutturali per il periodo 2007-<br />

2013: FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), del FSE (Fondo<br />

4 4 4<br />

Sociale Europeo) e del Fondo di coesione<br />

Modalità di revisione delle politica ambientale (EPR) e della<br />

strategia di sviluppo sostenibile (SDS) dell’UE (da realizzarsi nel<br />

4 4 4<br />

2005); 4 4 4<br />

Il progetto Activa 606


Direttiva 2002/3/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa<br />

all'ozono nell'aria, anche in riferimento ai gas prodotti da<br />

combustibili fossili (recepimento della Direttiva in Italia con Decreto<br />

Legislativo del 7 maggio 2004);<br />

4 4 4<br />

Direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di<br />

alcuni inquinanti atmosferici (recepita in Italia con Decreto<br />

Legislativo 21 maggio 2004, n. 171);<br />

Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate<br />

dell'inquinamento (recepita in Italia con il Decreto Legislativo 18<br />

4 4 4<br />

febbraio 2005, n. 59);<br />

Capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le<br />

azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del<br />

Protocollo di Kyoto - decisione del Ministero dell'Ambiente da<br />

4 4 4<br />

prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

Direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la<br />

5 2 3,5<br />

tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità;<br />

Livello di applicazione dell'obiettivo strategico della Cina di<br />

4 3 3,5<br />

produrre entro il 2010 il 10% di energia da fonti rinnovabili;<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in<br />

4 2 3<br />

particolare tra Agricoltura, Industria e Ambiente; 3 3 3<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; 3 2 2,5<br />

Economici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 5 5 5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; 5 4 4,5<br />

Livello di presenza di brevetti; 3 2 2,5<br />

Ambientali / Biologici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 5 5<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio);<br />

Livello di inquinamento da gas tossici derivati dall’utilizzo di fonti<br />

5 5 5<br />

fossili;<br />

Livello di emissione di anidride carbonica ottenuta dallo sviluppo<br />

5 4 4,5<br />

economico dei Paesi in transizione (es. Cina e India); 4 4 4<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 607


Grado di salubrità ambientale; 4 4 4<br />

Tecnici / Tecnologici<br />

Grado di efficacia e di diffusione dell’innovazione tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi di conversione della biomassa in<br />

Importanza Certezza Totale<br />

energia;<br />

Grado di efficacia e di diffusione dell’innovazione tecnologica per la<br />

riduzione dell’emissione dei gas serra nei processi energetici,<br />

5 4 4,5<br />

produttivi e di trasporto;<br />

Grado di efficacia e di diffusione dell’innovazione in campo genetico<br />

4 4 4<br />

per l’ottenimento di biomassa di elevato livello qualitativo; 3 3 3<br />

Sociali<br />

Livello di informazione sulle problematiche ambientali connesse al<br />

cambiamento climatico a livello globale per effetto della CO2 e degli<br />

altri gas serra da parte di cittadini e consumatori (es. impatto sugli<br />

ecosistemi, aumento di fenomeni atmosferici estremi, innalzamento<br />

Importanza Certezza Totale<br />

del livello dei mari, scioglimento delle calotte glaciali);<br />

Livello di informazione sulle problematiche sociali derivanti dai<br />

cambiamenti climatici globali (es. accesso alle risorse idriche e<br />

impatto sull’agricoltura, con conseguente pericolo di carestie in aree<br />

3 4 3,5<br />

particolarmente sensibili);<br />

Livello di informazione sulle perdite economiche dovute ad eventi<br />

atmosferici eccezionali, ascrivibili in parte ai cambiamenti climatici<br />

globali (in UE le perdite economiche sono aumentate negli ultimi 20<br />

anni, passando da una media annua inferiore a 5 miliardi di dollari a<br />

3 4 3,5<br />

una media di 11 miliardi di dollari);<br />

3 4 3,5<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 608


g.4 Biopolimeri<br />

Allegato G<br />

Fattori condizionanti<br />

Identificazione delle variabili di scenario<br />

Politico / Normativi<br />

Stato della ricerca tossicologica su plastiche convenzionali e loro<br />

Importanza Certezza Totale<br />

additivi;<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene<br />

ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10<br />

5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

dicembre 1997);<br />

Presenza di normative volte alla limitazione di materiali organici<br />

5 4 4,5<br />

persistenti (POP);<br />

Livello di applicazione e di ampliamento delle Direttive<br />

(2002/72/CE, 2002/16/CE, 1990/128/CE e successive modifiche) che<br />

limitano la migrazione di sostanze contenute in alcune plastiche e<br />

5 4 4,5<br />

loro additivi negli alimenti con i quali vengono a contatto;<br />

5 4 4,5<br />

Grado di sviluppo della legislazione in materia di OGM;<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in<br />

4 4 4<br />

particolare tra Agricoltura, Industria e Ambiente;<br />

5 3 4<br />

Riforma di medio termine della PAC;<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote<br />

di emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE (operativo dal<br />

5 2 3,5<br />

primo gennaio 2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto);<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste<br />

per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto)<br />

(decisione del Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31<br />

5 2 3,5<br />

dicembre 2006);<br />

5 2 3,5<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; 5 2 3,5<br />

Economici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 5 5 5<br />

Grado di dipendenza dal mercato del petrolio 5 5 5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; 5 4 4,5<br />

Livello di presenza di brevetti; 5 3 4<br />

Ambientali / Biologici Importanza Certezza Totale<br />

Il progetto Activa 609


Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 5 5<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio); 5 5 5<br />

Grado di salubrità ambientale; 4 4 4<br />

Tecnici / Tecnologici Importanza Certezza Totale<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze<br />

chimiche di origine minerale e/o sintetica; 5 3 4<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; 4 3 3,5<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche nei processi<br />

fermentativi; 4 2 3<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 610


g.5 Coloranti naturali<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi Importanza Certezza Totale<br />

Riforma di medio termine della PAC;<br />

Allegato G<br />

Identificazione delle variabili di scenario<br />

5 5 5<br />

Livello di applicazione della Direttiva 61/2002 CE che vieta<br />

l’utilizzo di coloranti di tipo azoico e pone restrizioni alla<br />

immissione sul mercato di altre sostanze coloranti di sintesi ritenute<br />

pericolose;<br />

Applicazione dei DIN Standards per i coloranti di sintesi<br />

cancerogeni o con proprietà allergeniche DIN 54231/2004 (es. Blu<br />

disperso, Bruno disperso; Arancio disperso; Giallo disperso; Rosso<br />

5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

disperso);<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene<br />

ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10<br />

5 4 4,5<br />

dicembre 1997);<br />

Capacità di recepimento della Direttiva 67/548/CEE (relativa alla<br />

“Classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze<br />

pericolose”, consente di individuare i pericoli associati all’uso di<br />

sostanze chimiche prima che le sostanze vengano commercializzate<br />

ed utilizzate, con eventuali conseguenti danni per la salute umana e<br />

per l’ambiente), al fine di porre il divieto di utilizzo di sostanze<br />

chimiche, tra cui alcuni coloranti di sintesi, etichettati con la sigla<br />

R45 “Può provocare il cancro” e R49 ”Può provocare il cancro per<br />

inalazione” che non sono al momento vietati in Italia (la Legge 256<br />

del 1974, abrogata, era nata con questo obiettivo) (durante il suo<br />

corso ha avuto 14 modifiche e 29 adeguamenti);<br />

5 4 4,5<br />

5 4 4,5<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle<br />

quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE<br />

(operativo dal primo gennaio 2005, volta all’applicazione del<br />

Protocollo di Kyoto);<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste<br />

per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto)<br />

(decisione del Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31<br />

5 2 3,5<br />

dicembre 2006);<br />

5 1 3<br />

Il progetto Activa 611


Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in<br />

particolare tra Agricoltura, Industria e Ambiente; 3 3 3<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; 3 2 2,5<br />

Economici Importanza Incertezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 5 5 5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati;<br />

Influenza del livello di presenza di brevetti nel settore della chimica<br />

5 4 4,5<br />

industriale 4 2 3<br />

Ambientali / Biologici Importanza Incertezza Totale<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 5 5<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio); 5 5 5<br />

Grado di salubrità ambientale; 4 4 4<br />

Tecnici / Tecnologici Importanza Incertezza Totale<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche;<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze<br />

4 3 3,5<br />

chimiche di origine minerale e/o sintetica;<br />

Grado di influenza delle conoscenze biochimiche e chimiche<br />

4 3 3,5<br />

industriali;<br />

Grado di influenza delle tecnologie di meccanica agraria e meccanica<br />

4 3 3,5<br />

industriale; 4 3 3,5<br />

Grado di influenza delle fitotecniche;<br />

Grado di influenza delle biotecnologie (estrazione, purificazione,<br />

4 3 3,5<br />

formulazione, tintura); 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; 4 2 3<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 612


g.6 Colture da fibra<br />

Fattori condizionanti<br />

Allegato G<br />

Politico / Normativi Importanza Certezza Totale<br />

Riforma di medio termine della PAC;<br />

Identificazione delle variabili di scenario<br />

5 5 5<br />

Regolamento (CE) 1251/99 (Allegato XII), successive modifiche ed<br />

integrazioni: possibilità di semina della canapa esclusivamente con<br />

sementi di varietà certificate a tenore di THC non superiore allo<br />

0,2%;<br />

Ddl Fini sulle tossicodipendenze (mancanza della definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa da fibra per poterle definire tali,<br />

impedendo alle forze dell’ordine di poter separare la figura del<br />

colpevole di atti illeciti dall’agricoltore; nella normativa comunitaria<br />

è specificato che la percentuale deve essere inferiore allo 0,3% );<br />

5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene<br />

ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la firma del 10<br />

dicembre 1997);<br />

5 5 5<br />

4 4 4<br />

Decreto MiPAF del 9.12. 2004 n. D/580 – Definizione delle<br />

modalità per la determinazione del quantitativo minimo di sementi<br />

certificate per ettaro, al fine della corresponsione dell’aiuto<br />

supplementare nel settore dei seminativi, di cui all’Art. 69 del Reg.<br />

CE 1782/03, l’Allegato 1 indica il quantitativo minimo di seme<br />

certificato, per la canapa 35 kg/ha (in realtà è necessario utilizzare da<br />

40 a 60 kg/ha); 4 3 3,5<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle<br />

quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno dell'UE<br />

(operativo dal primo gennaio 2005, volta all’applicazione del<br />

Protocollo di Kyoto); 4 2 3<br />

Livello di integrazione delle politiche nazionali e regionali, in<br />

particolare tra Agricoltura, Industria e Ambiente; 3 3 3<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste<br />

per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto)<br />

(decisione del Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31<br />

dicembre 2006); 4 1 2,5<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; 3 2 2,5<br />

Il progetto Activa 613


Economici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 5 5 5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; 5 4 4,5<br />

Livello di presenza di brevetti; 4 2 3<br />

Ambientali / Biologici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 5 5<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio); 5 5 5<br />

Grado di salubrità ambientale; 4 4 4<br />

Tecnici / Tecnologici Importanza Certezza Totale<br />

Grado di influenza delle tecnologie genetiche;<br />

Capacità di messa a punto di sistemi di disinquinamento da sostanze<br />

4 3 3,5<br />

chimiche di origine minerale e/o sintetica; 4 3 3,5<br />

Grado di influenza delle fitotecniche; 4 3 3,5<br />

Grado di influenza delle nanotecnologie; 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie informatiche; 4 2 3<br />

Grado di influenza delle tecnologie meccaniche; 4 2 3<br />

Allegato G<br />

Il progetto Activa 614


g.7 Fitofarmaci vegetali.<br />

Fattori condizionanti<br />

Politico / Normativi Importanza Certezza Totale<br />

Riforma di medio termine della PAC;<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Montreal relativo<br />

alle date di Phase out del Bromuro di metile ed alla<br />

definizione dei cosiddetti “usi critici” ammessi in deroga;<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia<br />

viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo<br />

la firma del 10 dicembre 1997);<br />

5 5 5<br />

Allegato G<br />

Identificazione delle variabili di scenario<br />

5 5 5 Punteggio 4,5-5<br />

5 5 5<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio<br />

delle quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno<br />

dell'UE (operativo dal primo gennaio 2005, volta<br />

all’applicazione del Protocollo di Kyoto); 5 2 3,5<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni<br />

previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del<br />

Protocollo di Kyoto) (decisione del Ministero<br />

dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006); 5 2 3,5<br />

Livello di applicabilità della Proposta di Direttiva Reach; 4 2 3<br />

Economici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei prezzi del petrolio; 4 5 4,5<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati; 5 4 4,5<br />

Possibilità di registrare fitofarmaci di origine vegetale; 5 3 4<br />

Livello di presenza di brevetti; 3 2 2,5<br />

Ambientali / Biologici Importanza Certezza Totale<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali; 5 5 5<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio); 5 5 5<br />

Grado di salubrità ambientale; 5 5 5<br />

Il progetto Activa 615


Allegato H - Griglie scenari<br />

h.1 Biocarburanti<br />

Scenari biocombustibili<br />

Variabili di scenario<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della Mancanza di diffusione<br />

della PAC<br />

coltivazione delle colture coltivazione delle colture della coltivazione di<br />

non-food da non-food da colture non-food da<br />

biocombustibili solo biocombustibili anche biocombustibili<br />

nell’ambito dei terreni nei terreni non riservati a<br />

riservati a set-aside set-aside<br />

b Finanziaria 2005 ha ridotto il Contingente<br />

Ripristino del Mantenimento della<br />

contingente annuo defiscalizzato (200.000 t) quantitativo<br />

stessa quota<br />

defiscalizzato a 200.000 t per non sufficiente ad defiscalizzato di defiscalizzata o ulteriore<br />

i prossimi sei anni (2005- assorbire il quantitativo di biodiesel a livelli riduzione con l’avvento<br />

2010)<br />

produzione annua superiori (300.000 t ed della nuova finanziaria<br />

potenziale di biodiesel oltre) con l’approvazione<br />

della nuova finanziaria<br />

c Finanziaria 2005 stanzia 73 Stanziamenti a favore di Aumento degli Riduzione degli<br />

milioni di euro per la Etbe e bioetanolo idonei stanziamenti a favore di stanziamenti a favore di<br />

produzione di bioetanolo da all’avvio dello sviluppo Etbe e bioetanolo con Etbe e bioetanolo con<br />

utilizzare tal quale (4,5% del settore<br />

l’avvento della nuova l’avvento della nuova<br />

dello stanziamento), per la<br />

produzione di Etbe (85,5%) e<br />

di additivi e riformulati<br />

(10%)<br />

finanziaria<br />

finanziaria<br />

d Livello di applicazione del Il livello di applicazione I principali paesi Alcuni dei principali<br />

Protocollo di Kyoto<br />

del Protocollo di Kyoto si produttori di gas serra Paesi firmatari, non<br />

stabilizza sui livelli attuali ratificano il Protocollo di applicano il Protocollo di<br />

(non lo ratificano Stati Kyoto (Stati Uniti, India, Kyoto<br />

Uniti, India, Cina e Cina, come<br />

Australia)<br />

preannunciato durante il<br />

vertice di Johannesburg<br />

nel 2002, Australia)<br />

e Direttiva 2003/30/CE sulla Recepimento della Recepimento della Assenza di recepimento<br />

promozione dell'uso dei Direttiva europea da parte Direttiva europea da della Direttiva europea da<br />

biocarburanti, prevede di dei principali stati parte dei principali stati parte dei principali stati<br />

utilizzare carburanti di membri con percentuali membri<br />

membri<br />

origine agricola per il 2% di nazionali inferiori a<br />

tutta la benzina e del diesel<br />

per trasporti, entro il 31<br />

dicembre 2005 e del 5,75%<br />

entro il 31 dicembre 2010<br />

quelle europee<br />

f Dlgs. 30 maggio 2005, n. Le % obiettivo nazionali Adeguamento normativo Inadempienza delle %<br />

128, Gazzetta Ufficiale 12 di utilizzo di a livello nazionale percentuali obiettivo<br />

luglio 2005 n. 160 in biocarburanti risultano rispetto agli obiettivi fissate dalla normativa<br />

attuazione della Direttiva inferiore alle % obiettivo fissati a livello europeo nazionale<br />

2003/30/CE, riduce la fissate a livello europeo<br />

g<br />

percentuale nazionale al di<br />

sotto di quella programmata<br />

(1% biocarburanti entro 31<br />

dicembre 2005, 2,5% entro<br />

31 dicembre 2010);<br />

Inserimento della gestione Inserimento della Inserimento della La gestione delle terre<br />

Il progetto Activa 616


delle terre agricole tra le<br />

azioni previste per la<br />

riduzione delle emissioni<br />

(Art. 3.4 del Protocollo di<br />

Kyoto)<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

h Andamento dei prezzi del<br />

petrolio<br />

i Andamento del processo di<br />

globalizzazione dei mercati<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

l Andamento dei cambiamenti<br />

climatici globali<br />

m Livello degli stock di risorse<br />

non rinnovabili (es. petrolio)<br />

gestione delle terre<br />

agricole tra le azioni<br />

previste per la riduzione<br />

delle emissioni ottenendo<br />

scarso successo a livello<br />

applicativo<br />

gestione delle terre<br />

agricole tra le azioni<br />

previste per la riduzione<br />

delle emissioni<br />

ottenendo buoni esiti a<br />

livello applicativo<br />

Allegato H<br />

agricole non viene<br />

inserita tra le azioni<br />

previste per la riduzione<br />

delle emissioni<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

Il prezzo del petrolio si<br />

stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di<br />

globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui<br />

livelli attuali<br />

Il prezzo del petrolio<br />

tende all’aumento<br />

continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della<br />

risorsa stessa.<br />

Il processo di<br />

globalizzazione dei<br />

mercati subisce una<br />

riduzione rispetto ai<br />

livelli attuali<br />

Il prezzo del petrolio<br />

diminuisce riassestandosi<br />

ai livelli degli scorsi anni.<br />

Il processo di<br />

globalizzazione dei<br />

mercati aumenta<br />

considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali si assesta<br />

sugli attuali andamenti<br />

I consumi degli stock di<br />

risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali subisce<br />

un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

diminuire in maniera<br />

consistente in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali tende al<br />

miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei<br />

diversi provvedimenti<br />

previsti in materia<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad<br />

una riduzione dei<br />

consumi<br />

Il progetto Activa 617


h.2 Biolubrificanti<br />

Scenari biolubrificanti<br />

Allegato H<br />

Variabili di scenario Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della Mancanza di diffusione<br />

della PAC<br />

coltivazione delle colture coltivazione delle colture della coltivazione di<br />

non-food da non-food da biolubrificanti colture non-food da<br />

biolubrificanti solo anche nei terreni non biolubrificanti<br />

nell’ambito dei terreni<br />

riservati a set-aside<br />

riservati a set-aside<br />

b Applicazione a livello I nonilfenoli vengono I nonilfenoli vengono I nonilfenoli continuano ad<br />

nazionale della Direttiva sostituiti con prodotti di sostituiti con tensioattivi a essere impiegati (non<br />

2003/53/CE che vieta la analogo impatto basso impatto ambientale, applicazione della<br />

commercializzazione e ambientale, non biodegradabili che ben si Direttiva)<br />

l'impiego di nonilfenolo e di biodegradabili<br />

adattano all’utilizzo<br />

nonilfenolo etossilato<br />

combinato<br />

biolubrificanti<br />

con i<br />

c Direttiva 2003/87/CE che Il sistema di scambi di Il sistema di scambi di Il sistema di scambi di<br />

istituisce un sistema di autorizzazioni per le autorizzazioni per le autorizzazioni per le<br />

scambio delle quote di emissioni di gas a effetto emissioni di gas a effetto emissioni di gas a effetto<br />

emissione dei gas a effetto serra riceve un grado di serra si sviluppa serra non si sviluppa<br />

serra all'interno dell'UE sviluppo medio.<br />

notevolmente<br />

pienamente.<br />

d Livello di applicazione del Il livello di applicazione I principali paesi Alcuni dei principali Paesi<br />

Protocollo di Kyoto del Protocollo di Kyoto produttori di gas serra firmatari, non applicano il<br />

si stabilizza sui livelli ratificano il Protocollo di Protocollo di Kyoto<br />

attuali (non lo ratificano Kyoto (Stati Uniti, India,<br />

Stati Uniti, India, Cina e Cina, come preannunciato<br />

Australia)<br />

durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002,<br />

Australia)<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del Il prezzo del petrolio si Il prezzo del petrolio tende Il prezzo del petrolio<br />

petrolio<br />

stabilizza sui livelli all’aumento continuo, in diminuisce riassestandosi<br />

attuali<br />

relazione all’esaurimento<br />

della risorsa stessa.<br />

ai livelli degli scorsi anni.<br />

f Grado di dipendenza dal Utilizzo dei Riduzione del grado di Aumento del grado di<br />

mercato del petrolio biolubrificanti<br />

dipendenza dal mercato dipendenza dal mercato<br />

fortemente di pendente del petrolio, in relazione del petrolio, in relazione<br />

dal mercato del petrolio all’aumento dei prezzi del ad una riduzione degli<br />

(livello dei prezzi) petrolio<br />

attuali prezzi del petrolio<br />

g Andamento del processo di Il processo di Il processo di Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati globalizzazione dei globalizzazione dei globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui mercati subisce una mercati aumenta<br />

livelli attuali<br />

riduzione rispetto ai livelli considerevolmente rispetto<br />

attuali<br />

ai livelli attuali<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti<br />

cambiamenti climatici climatici globali si climatici globali subisce climatici globali tende al<br />

globali<br />

assesta sugli attuali un peggioramento rispetto miglioramento, grazie<br />

andamenti<br />

ai livelli attuali<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in<br />

materia<br />

i Livello degli stock di I consumi degli stock di Gli stock di risorse non Gli stock di risorse non<br />

risorse non rinnovabili (es. risorse non rinnovabili rinnovabili tendono a rinnovabili tendono a<br />

petrolio)<br />

tendono a stabilizzarsi diminuire in maniera stabilizzarsi sui livelli<br />

Il progetto Activa 618


sui livelli attuali consistente in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Allegato H<br />

attuali, in relazione ad una<br />

riduzione dei consumi<br />

Il progetto Activa 619


h.3 Biomasse<br />

Scenari colture agrarie dedicate da energia<br />

Allegato H<br />

Variabili di scenario<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della Mancanza di diffusione<br />

della PAC<br />

coltivazione delle colture coltivaz i o n e d elle della coltivazione di<br />

non-food da biomasse da colture non-food da colture non-food da<br />

colture dedicate solo biomasse da colture biomasse da colture<br />

nell’ambito dei terreni dedicate anche nei dedicate<br />

riservati a set-aside terreni non riservati a<br />

set-aside<br />

b Livello di applicazione del Il livello di applicazione I principali paesi Alcuni dei principali Paesi<br />

Protocollo di Kyoto<br />

del Protocollo di Kyoto si produttori di gas serra firmatari, non applicano il<br />

stabilizza sui livelli attuali ratificano il Protocollo Protocollo di Kyoto<br />

(non lo ratificano Stati di Kyoto (Stati Uniti,<br />

Uniti, India, Cina e India, Cina, come<br />

Australia)<br />

preannunciato durante il<br />

vertice di Johannesburg<br />

nel 2002, Australia)<br />

c Direttiva 2001/77/EC che Fissazione degli obiettivi Impostazione e Mancanza di fissazione<br />

promuove la produzione di produttivi in tempi attuazione degli obiettivi degli obiettivi produttivi<br />

energia elettrica da fonti relativamente lunghi produttivi e del nei tempi stabiliti<br />

rinnovabili nel mercato<br />

programma di<br />

interno dell’elettricità<br />

monitoraggio in tempi<br />

relativamente brevi<br />

d Direttiva 2003/87/CE che Il sistema di scambi di Il sistema di scambi di Il sistema di scambi di<br />

istituisce un sistema di autorizzazioni per le autorizzazioni per le autorizzazioni per le<br />

scambio delle quote di emissioni di gas a effetto emissioni di gas a emissioni di gas a effetto<br />

emissione dei gas a effetto serra riceve un grado di effetto serra si sviluppa serra non si sviluppa<br />

serra all'interno dell'UE sviluppo medio.<br />

notevolmente.<br />

pienamente.<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del Il prezzo del petrolio si Il prezzo del petrolio Il prezzo del petrolio<br />

petrolio<br />

stabilizza sui livelli attuali tende all’aumento diminuisce riassestandosi<br />

continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della<br />

risorsa stessa.<br />

ai livelli degli scorsi anni.<br />

f Andamento del processo di Il processo di Il processo di Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati globalizzazione dei globalizzazione dei globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui mercati subisce una mercati aumenta<br />

livelli attuali<br />

riduzione rispetto ai considerevolmente rispetto<br />

livelli attuali<br />

ai livelli attuali<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

g Andamento dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali<br />

climatici globali si assesta climatici globali subisce climatici globali tende al<br />

sugli attuali andamenti un peggioramento miglioramento, grazie<br />

rispetto ai livelli attuali all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in<br />

materia<br />

h Livello degli stock di risorse I consumi degli stock di Gli stock di risorse non Gli stock di risorse non<br />

non rinnovabili (es. petrolio) risorse non rinnovabili rinnovabili tendono a rinnovabili tendono a<br />

tendono a stabilizzarsi sui diminuire in maniera stabilizzarsi sui livelli<br />

livelli attuali<br />

consistente in tempi attuali, in relazione ad una<br />

relativamente brevi riduzione dei consumi<br />

i Livello di inquinamento da Il livello di inquinamento Il livello di Il livello di inquinamento<br />

gas tossici derivati da gas tossici derivati inquinamento da gas da gas tossici derivati<br />

Il progetto Activa 620


dall’utilizzo di fonti fossili; dall’utilizzo di fonti<br />

fossili si stabilizza sui<br />

livelli attuali<br />

l Grado di efficacia e di<br />

diffusione dell’innovazione<br />

tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi<br />

di conversione della<br />

biomassa in energia;<br />

Il grado di efficacia e di<br />

diffusione<br />

dell’innovazione<br />

tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei<br />

processi di conversione<br />

della biomassa in energia<br />

si stabilizza sui livelli<br />

attuali<br />

tossici derivati<br />

dall’utilizzo di fonti<br />

fossili subisce un forte<br />

peggioramento<br />

Il grado di efficacia e di<br />

diffusione<br />

dell’innovazione<br />

tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei<br />

processi di conversione<br />

della biomassa in<br />

energia migliora<br />

notevolmente<br />

Allegato H<br />

dall’utilizzo di fonti fossili<br />

subisce una significativa<br />

riduzione<br />

Il grado di efficacia e di<br />

diffusione<br />

dell’innovazione<br />

tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei<br />

processi di conversione<br />

della biomassa in energia<br />

non ha prospettive di<br />

miglioramento<br />

Il progetto Activa 621


h.4 Biopolimeri<br />

Scenari biopolimeri<br />

Allegato H<br />

Variabili di scenario<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Scenario della ricerca Lo Scenario della ricerca La ricerca tossicologica La ricerca tossicologica su<br />

tossicologica su plastiche tossicologica su plastiche su plastiche plastiche convenzionali e<br />

convenzionali e loro convenzionali e loro convenzionali e loro loro additivi subisce un<br />

additivi<br />

additivi si stabilizza sui additivi si sviluppa arresto<br />

livelli attuali<br />

gradualmente nel tempo,<br />

superando di gran lunga<br />

gli attuali livelli<br />

b Livello di applicazione del Il livello di applicazione I principali paesi Alcuni dei principali Paesi<br />

Protocollo di Kyoto del Protocollo di Kyoto si produttori di gas serra firmatari, non applicano il<br />

stabilizza sui livelli attuali ratificano il Protocollo Protocollo di Kyoto<br />

(non lo ratificano Stati di Kyoto (Stati Uniti,<br />

Uniti, India, Cina e India, Cina, come<br />

Australia)<br />

preannunciato durante il<br />

vertice di Johannesburg<br />

nel 2002, Australia)<br />

c Presenza di normative volte Carenza di normative volte Adeguato sviluppo di Mancanza di sviluppo di<br />

alla limitazione di materiali alla limitazione di normative volte alla normative volte alla<br />

organici persistenti (POP) materiali organici limitazione di materiali limitazione di materiali<br />

persistenti (POP)<br />

organici<br />

(POP)<br />

persistenti organici persistenti (POP)<br />

d Livello di applicazione e di La migrazione negli La migrazione negli La migrazione negli<br />

ampliamento delle Direttive alimenti di sostanze alimenti di sostanze alimenti di sostanze<br />

(2002/72/CE, 2002/16/CE, chimiche contenute in chimiche contenute in chimiche contenute in<br />

1990/128/CE e successive alcune plastiche e loro alcune plastiche e loro alcune plastiche e loro<br />

modifiche) che limitano la additivi viene limitata in additivi viene limitata in additivi non subisce alcuna<br />

migrazione di sostanze maniera consistente in maniera consistente in limitazione (le Direttive<br />

contenute in alcune tempi relativamente lunghi tempi brevi<br />

non vengono applicate)<br />

plastiche e loro additivi<br />

negli alimenti con i quali<br />

vengono a contatto<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del Il prezzo del petrolio si Il prezzo del petrolio Il prezzo del petrolio<br />

petrolio<br />

stabilizza sui livelli attuali. tende all’aumento diminuisce riassestandosi<br />

continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della<br />

risorsa stessa<br />

ai livelli degli scorsi anni.<br />

f Grado di dipendenza dal Utilizzo dei biopolimeri Riduzione del grado di Aumento del grado di<br />

mercato del petrolio fortemente di pendente dal dipendenza dal mercato dipendenza dal mercato del<br />

mercato del petrolio del petrolio, in relazione petrolio, in relazione ad<br />

(livello dei prezzi) all’aumento dei prezzi una riduzione degli attuali<br />

del petrolio<br />

prezzi del petrolio<br />

g Andamento del processo di Il processo di Il processo di Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati globalizzazione dei mercati globalizzazione dei globalizzazione dei<br />

si stabilizza sui livelli mercati subisce una mercati aumenta<br />

attuali<br />

riduzione rispetto ai considerevolmente rispetto<br />

livelli attuali<br />

ai livelli attuali<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti<br />

cambiamenti climatici climatici globali si assesta climatici globali subisce climatici globali tende al<br />

globali<br />

sugli attuali andamenti un peggioramento miglioramento, grazie<br />

rispetto ai livelli attuali all’applicazione dei diversi<br />

Il progetto Activa 622


i Livello degli stock di<br />

risorse non rinnovabili (es.<br />

petrolio)<br />

I consumi degli stock di<br />

risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

diminuire in maniera<br />

consistente in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Allegato H<br />

provvedimenti previsti in<br />

materia<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una<br />

riduzione dei consumi<br />

Il progetto Activa 623


h.5 Coloranti naturali<br />

Scenari coloranti naturali<br />

Allegato H<br />

Variabili di scenario Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della Mancanza di diffusione della<br />

della PAC<br />

coltivazione delle colture coltivaz i o n e d elle coltivazione di colture non-<br />

non-food da coloranti colture non-food da food da coloranti naturali<br />

naturali solo nell’ambito coloranti naturali anche<br />

dei terreni riservati a set- nei terreni non riservati a<br />

aside<br />

set-aside<br />

b Livello di applicazione I coloranti di tipo azoico I coloranti di tipo azoico I coloranti di tipo azoico<br />

della Direttiva 61/2002 CE vengono sostituiti nella vengono sostituiti nella continuano ad essere<br />

che vieta l’utilizzo di maggior parte dei casi maggior parte dei casi impiegati (non applicazione<br />

coloranti di tipo azoico e con prodotti di analoga con coloranti naturali della Direttiva)<br />

pone restrizioni alla pericolosità il cui uso è<br />

immissione sul mercato di permesso a livello<br />

altre sostanze coloranti di<br />

sintesi ritenute pericolose;<br />

normativo<br />

c Applicazione dei DIN Limitata applicazione Applicazione scrupolosa Mancanza di applicazione<br />

Standards per i coloranti di degli standards imposti degli standards imposti degli standard imposti dalla<br />

sintesi cancerogeni o con<br />

proprietà allergeniche DIN<br />

dalla normativa DIN dalla normativa DIN normativa DIN<br />

54231/2004 (es. Blu<br />

d<br />

disperso, Bruno disperso;<br />

Arancio disperso; Giallo<br />

disperso; Rosso disperso);<br />

Livello di applicazione del Il livello di applicazione I principali paesi Alcuni dei principali Paesi<br />

Protocollo di Kyoto del Protocollo di Kyoto produttori di gas serra firmatari, non applicano il<br />

si stabilizza sui livelli ratificano il Protocollo Protocollo di Kyoto<br />

attuali (non lo ratificano di Kyoto (Stati Uniti,<br />

Stati Uniti, India, Cina e India, Cina, come<br />

Australia)<br />

preannunciato durante il<br />

vertice di Johannesburg<br />

nel 2002, Australia)<br />

e Capacità di recepimento Assenza di divieti per Introduzione del divieto Mancanza di introduzione<br />

della Direttiva 67/548/CEE, l’utilizzo e la all’utilizzo di coloranti del divieto all’utilizzo di<br />

al fine di porre il divieto di commercializzazione di di sintesi etichettati con coloranti di sintesi etichettati<br />

utilizzo di sostanze coloranti di sintesi le sigle R45 “Può con le sigle R45 “Può<br />

chimiche, tra cui alcuni etichettati con le sigle provocare il cancro” e provocare il cancro” e R49<br />

coloranti di sintesi, R45 “Può provocare il R49 ”Può provocare il ”Può provocare il cancro per<br />

etichettati con la sigla R45 cancro” e R49 ”Può cancro per inalazione” inalazione” negli anni a<br />

“Può provocare il cancro” e provocare il cancro per<br />

venire<br />

R49 ”Può provocare il<br />

cancro per inalazione” che<br />

inalazione”<br />

non sono al momento<br />

vietati in Italia<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

Trend attuale<br />

+ sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

f Andamento dei prezzi del Il prezzo del petrolio si Il prezzo del petrolio Il prezzo del petrolio<br />

petrolio<br />

stabilizza sui livelli tende all’aumento diminuisce riassestandosi ai<br />

attuali<br />

continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della<br />

risorsa stessa.<br />

livelli degli scorsi anni.<br />

g Andamento del processo di Il processo di Il processo di Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati globalizzazione dei globalizzazione dei globalizzazione dei mercati<br />

mercati si stabilizza sui mercati subisce una aumenta considerevolmente<br />

livelli attuali<br />

riduzione rispetto ai<br />

livelli attuali<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Il progetto Activa 624


Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

h Andamento dei<br />

cambiamenti<br />

globali<br />

climatici<br />

i Livello degli stock di<br />

risorse non rinnovabili (es.<br />

petrolio)<br />

Trend attuale<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali si<br />

assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

I consumi degli stock di<br />

risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi<br />

sui livelli attuali<br />

Allegato H<br />

+ sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali subisce<br />

un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

diminuire in maniera<br />

consistente in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali tende al<br />

miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in<br />

materia<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una<br />

riduzione dei consumi<br />

Il progetto Activa 625


h.6 Colture da Fibra<br />

Scenari fibre vegetali<br />

Allegato H<br />

Variabili di scenario<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della Mancanza di diffusione<br />

della PAC<br />

coltivazione delle colture coltivazione delle colture della coltivazione di<br />

non-food da fibre vegetali non-food da fibre colture non-food da fibre<br />

solo nell’ambito dei vegetali anche nei terreni vegetali<br />

terreni riservati a setaside<br />

non riservati a set-aside<br />

b Regolamento (CE) 1251/99 Possibilità di coltivare la Possibilità di ottenere un Assenza di possibilità di<br />

(Allegato XII), successive canapa sottostando a alleggerimento<br />

ottenere un<br />

modifiche ed integrazioni: vincoli normativi che burocratico ed alleggerimento<br />

possibilità di semina della presuppongono un economico (riduzione del burocratico ed economico<br />

canapa esclusivamente con significativo sforzo prezzo delle sementi<br />

sementi di varietà certificate economico (acquisto delle certificate)<br />

a tenore di THC non sementi certificate) e<br />

superiore allo 0,2%;<br />

burocratico<br />

(presentazione<br />

domande)<br />

delle<br />

c Ddl Fini sulle Assenza di un Introduzione di un Impossibilità di<br />

tossicodipendenze (mancanza riconoscimento legale riconoscimento legale introduzione di un<br />

della definizione dei livelli di della canapa da fibra a della canapa da fibra a riconoscimento legale<br />

Thc nelle varietà di canapa da livello nazionale<br />

livello nazionale della canapa da fibra a<br />

fibra per poterle definire tali,<br />

livello nazionale<br />

impedendo alle forze<br />

d<br />

dell’ordine di poter separare<br />

la figura del colpevole di atti<br />

illeciti dall’agricoltore);<br />

Livello di applicazione del Il livello di applicazione I principali paesi Alcuni dei principali<br />

Protocollo di Kyoto<br />

del Protocollo di Kyoto si produttori di gas serra Paesi firmatari, non<br />

stabilizza sui livelli attuali ratificano il Protocollo di applicano il Protocollo di<br />

(non lo ratificano Stati Kyoto (Stati Uniti, India, Kyoto<br />

Uniti, India, Cina e Cina, come<br />

Australia)<br />

preannunciato durante il<br />

vertice di Johannesburg<br />

nel 2002, Australia)<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del Il prezzo del petrolio si Il prezzo del petrolio Il prezzo del petrolio<br />

petrolio<br />

stabilizza sui livelli attuali tende all’aumento diminuisce riassestandosi<br />

continuo, in relazione ai livelli degli scorsi anni.<br />

all’esaurimento<br />

risorsa stessa.<br />

della<br />

f Andamento del processo di Il processo di Il processo di Il processo di<br />

globalizzazione dei mercati globalizzazione dei globalizzazione dei globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui mercati subisce una mercati aumenta<br />

livelli attuali<br />

riduzione rispetto ai considerevolmente<br />

livelli attuali<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

g Andamento dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti<br />

climatici globali<br />

climatici globali si assesta climatici globali subisce climatici globali tende al<br />

sugli attuali andamenti un peggioramento miglioramento, grazie<br />

rispetto ai livelli attuali all’applicazione dei<br />

diversi provvedimenti<br />

previsti in materia<br />

Il progetto Activa 626


h Livello degli stock di risorse<br />

non rinnovabili (es. petrolio)<br />

I consumi degli stock di<br />

risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

diminuire in maniera<br />

consistente in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Allegato H<br />

Gli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a<br />

stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad<br />

una riduzione dei<br />

consumi<br />

Il progetto Activa 627


h.7 Fitofarmaci vegetali<br />

Scenari fitofarmaci di origine vegetale<br />

Allegato H<br />

Variabili di scenario Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Politico / Normative Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine Diffusione della Diffusione della coltivazione Mancanza di diffusione<br />

della PAC<br />

coltivazione delle delle colture non-food da della coltivazione di colture<br />

colture non-food da fitofarmaci di origine non-food da fitofarmaci di<br />

fitofarmaci di origine vegetale anche nei terreni non origine vegetale<br />

vegetale solo riservati a set-aside<br />

nell’ambito dei terreni<br />

riservati a set-aside<br />

b Livello di applicazione Il Phase out del Il Phase out del Bromuro di Il Phase out del Bromuro di<br />

del Protocollo di Bromuro di metile e la metile e la definizione degli metile e la definizione degli<br />

Montreal relativo alle definizione degli “usi “usi critici” ammessi in “usi critici” ammessi in<br />

date di Phase out del critici” ammessi in deroga vengono applicati in deroga non vengono<br />

Bromuro di metile ed alla deroga vengono tempi brevi<br />

applicati (il Protocollo di<br />

definizione dei cosiddetti applicati in tempi<br />

Montreal non viene<br />

“usi critici” ammessi in<br />

deroga<br />

relativamente lunghi<br />

applicato)<br />

c Livello di applicazione Il livello di I principali paesi produttori di Alcuni dei principali Paesi<br />

del Protocollo di Kyoto applicazione del gas serra ratificano il firmatari, non applicano il<br />

Protocollo di Kyoto si Protocollo di Kyoto (Stati Protocollo di Kyoto<br />

stabilizza sui livelli Uniti, India, Cina, come<br />

attuali (non lo preannunciato durante il<br />

ratificano Stati Uniti, vertice di Johannesburg nel<br />

India, Cina e Australia) 2002, Australia)<br />

Variabili di scenario<br />

Economiche<br />

Trend attuale<br />

+ sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

d Andamento dei prezzi del Il prezzo del petrolio si Il prezzo del petrolio tende Il prezzo del petrolio<br />

petrolio<br />

stabilizza sui livelli all’aumento continuo, in diminuisce riassestandosi ai<br />

attuali.<br />

relazione all’esaurimento<br />

della risorsa stessa<br />

livelli degli scorsi anni.<br />

e Andamento del processo Il processo di Il processo di globalizzazione Il processo di<br />

di globalizzazione dei globalizzazione dei dei mercati subisce una globalizzazione dei mercati<br />

mercati<br />

mercati si stabilizza sui riduzione rispetto ai livelli aumenta considerevolmente<br />

livelli attuali<br />

attuali<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Variabili di scenario<br />

Ambientali / Biologiche<br />

Trend attuale<br />

+ sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

f Andamento dei Il trend dei Il trend dei cambiamenti Il trend dei cambiamenti<br />

cambiamenti climatici cambiamenti climatici climatici globali subisce un climatici globali tende al<br />

globali<br />

globali si assesta sugli peggioramento rispetto ai miglioramento, grazie<br />

attuali andamenti livelli attuali<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in<br />

materia<br />

g Livello degli stock di I consumi degli stock Gli stock di risorse non Gli stock di risorse non<br />

risorse non rinnovabili di risorse non rinnovabili tendono a rinnovabili tendono a<br />

(es. petrolio)<br />

rinnovabili tendono a diminuire in maniera stabilizzarsi sui livelli<br />

stabilizzarsi sui livelli consistente in tempi attuali, in relazione ad una<br />

attuali<br />

relativamente brevi<br />

riduzione dei consumi<br />

h Grado di salubrità Il grado di salubrità Il grado di salubrità Il grado di salubrità<br />

ambientale<br />

ambientale si assesta ambientale migliora ambientale peggiora<br />

sugli attuali livelli considerevolmente, grazie rispetto ai livelli attuali, in<br />

all’applicazione dei numerosi relazione all’inadempienza<br />

provvedimenti in materia dei vari provvedimenti in<br />

materia<br />

Il progetto Activa 628


I - Griglie analisi di scenario<br />

i.1 Biocarburanti<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Riforma di medio termine della PAC<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da biocarburanti<br />

solo nell’ambito dei terreni riservati a<br />

set-aside<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da biocarburanti<br />

anche nei terreni non riservati a setaside<br />

Mancanza di diffusione della<br />

coltivazione di colture non-food da<br />

biocarburanti<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

biocarburanti<br />

biocarburanti<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biocarburanti<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buona possibilità di sviluppo di Elevata possibilità di sviluppo di Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e normative volte a favorire e normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei incentivare l’impiego dei incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni, biocarburanti (defiscalizzazioni, biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di stanziamenti, % obbligatorie di stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

utilizzo)<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei biocarburanti torna ad<br />

biocarburanti con i conseguenti utilizzo dei biocarburanti con i essere solo una possibilità attuabile<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte dei biocarburanti da parte dei biocarburanti da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 629


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Finanziaria 2005 ha ridotto il contingente annuo defiscalizzato a 200.000 t per i prossimi sei anni (2005-2010),<br />

l’introduzione della quota di defiscalizzazione del biodiesel risale al Decreto Ministero dell'Economia n. 256 del<br />

25/07/'03, stabilisce che nell'ambito del progetto pilota per il triennio 1/07/'01-30/06/'04 l'accisa sui carburanti non sia<br />

applicata su un contingente di 300.000 t di biodiesel, ma solo sulle quantità eccedenti;<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Contingente defiscalizzato (200.000<br />

t) non sufficiente ad assorbire il<br />

quantitativo di produzione annua<br />

potenziale di biodiesel<br />

Ripristino del quantitativo<br />

defiscalizzato a livelli superiori<br />

(300.000 t ed oltre) con<br />

l’approvazione della nuova<br />

finanziaria<br />

Mantenimento della stessa quota<br />

defiscalizzata o ulteriore riduzione<br />

con l’avvento della nuova finanziaria<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Elevata possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

L’utilizzo dei biocarburanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 630


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Finanziaria 2005 (Decreto n. 96 del 2004) stanzia 73 milioni di euro per la produzione di bioetanolo da utilizzare tal<br />

quale (4,5% dello stanziamento), per la produzione di Etbe (85,5%) e di additivi e riformulati (10%) (corrispondenti<br />

alla produzione e commercializzazione di 100.000 ettanidri di bioetanolo tal quale e 900.000 ettanidri di Etbe ogni<br />

anno);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Stanziamenti a favore di Etbe e<br />

bioetanolo idonei all’avvio dello<br />

sviluppo del settore<br />

Aumento degli stanziamenti a favore<br />

di Etbe e bioetanolo con l’avvento<br />

della nuova finanziaria<br />

Riduzione degli stanziamenti a favore<br />

di Etbe e bioetanolo con l’avvento<br />

della nuova finanziaria<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Non si sviluppa pienamente<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono basse probabilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buona possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Elevata possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

L’utilizzo dei biocarburanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 631


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la<br />

firma del 10 dicembre 1997)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di applicazione si stabilizza<br />

sui livelli attuali (non ratificano il<br />

Protocollo Stati Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

I principali paesi produttori di gas<br />

serra ratificano il Protocollo (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002, Australia)<br />

Alcuni dei principali Paesi firmatari,<br />

non applicano il Protocollo<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Elevata possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

L’utilizzo dei biocarburanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 632


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell'uso dei biocarburanti, prevede di utilizzare carburanti di origine agricola<br />

per il 2% di tutta la benzina e del diesel per trasporti, entro il 31 dicembre 2005 e del 5,75% entro il 31 dicembre 2010<br />

(da recepire negli Stati membri entro il 31 dicembre 2004, in Italia, il 06 marzo 2005 è giunta la lettera di costituzione<br />

di mora da parte della Commissione per la non avvenuta comunicazione dell'obiettivo riguardante la % di biocarburanti<br />

da raggiungere nell’anno 2005);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Recepimento della Direttiva europea<br />

da parte dei principali stati membri<br />

con percentuali nazionali inferiori a<br />

quelle europee<br />

Recepimento della Direttiva europea<br />

da parte dei principali stati membri<br />

Assenza di recepimento della<br />

Direttiva europea da parte dei<br />

principali stati membri<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli rilevanti Potrebbe subire un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un rilevante salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Rilevanti possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Rilevante possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce il livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

rilevante possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

L’utilizzo dei biocarburanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 633


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Dlgs. 30 maggio 2005, n. 128, Gazzetta Ufficiale 12 luglio 2005 n.160 in attuazione della Direttiva 2003/30/CE, riduce<br />

la percentuale nazionale al di sotto di quella programmata (1% biocarburanti entro 31 dicembre 2005, 2,5% entro 31<br />

dicembre 2010);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Le % obiettivo nazionali di utilizzo di<br />

biocarburanti risultano inferiore alle<br />

% obiettivo fissate a livello europeo<br />

Adeguamento normativo a livello<br />

nazionale rispetto agli obiettivi fissati<br />

a livello europeo<br />

Inadempienza delle % percentuali<br />

obiettivo fissate dalla normativa<br />

nazionale<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli rilevanti Subisce un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un rilevante salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Rilevanti possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Rilevante possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce il livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

rilevante possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

L’utilizzo dei biocarburanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 634


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del<br />

Protocollo di Kyoto) (decisione del Ministero dell'Ambiente da prendere entro il 31 dicembre 2006);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Inserimento della gestione delle terre<br />

agricole tra le azioni previste per la<br />

riduzione delle emissioni ottenendo<br />

scarso successo a livello applicativo<br />

Inserimento della gestione delle terre<br />

agricole tra le azioni previste per la<br />

riduzione delle emissioni ottenendo<br />

buoni esiti a livello applicativo<br />

La gestione delle terre agricole non<br />

viene inserita tra le azioni previste<br />

per la riduzione delle emissioni<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli molto elevati Potrebbe subire un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biocarburanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Elevate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

L’utilizzo dei biocarburanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 635


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

biocarburanti<br />

biocarburanti<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biocarburanti<br />

domanda di biocarburanti di livello<br />

molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di sviluppo di Elevate possibilità di sviluppo di Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e normative volte a favorire e normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei incentivare l’impiego dei incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni, biocarburanti (defiscalizzazioni, biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di stanziamenti, % obbligatorie di stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

utilizzo)<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei biocarburanti torna ad<br />

biocarburanti con i conseguenti utilizzo dei biocarburanti con i essere solo una possibilità attuabile<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte dei biocarburanti da parte dei biocarburanti da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 636


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

biocarburanti<br />

biocarburanti<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

biocarburanti<br />

di biocarburanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di sviluppo di Rilevanti possibilità di sviluppo di Scarse possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e normative volte a favorire e normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei incentivare l’impiego dei incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni, biocarburanti (defiscalizzazioni, biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di stanziamenti, % obbligatorie di stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

utilizzo)<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Possibilità di crescita dell’utilizzo dei L’utilizzo dei biocarburanti potrebbe<br />

livelli dell’utilizzo dei biocarburanti biocarburanti con i conseguenti tornare ad essere solo una possibilità<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo dei biocarburanti da parte dei di biocarburanti da parte dei dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 637


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Probabili rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la probabile crescita<br />

della domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un salto<br />

di qualità, dato il possibile aumento<br />

della domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

sugli attuali livelli<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Rilevanti possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

biocarburanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

livelli dell’utilizzo dei biocarburanti<br />

Probabile stabilizzazione del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 638


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti Domanda biocarburanti<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali Prezzi carburanti convenzionali<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biocarburanti<br />

Probabili aumenti della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Probabili consistenti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biocarburanti<br />

Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

di sviluppo di una redditività propria<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a<br />

svilupparsi per soddisfare la<br />

crescente domanda di biocarburanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

notevole salto di qualità dovendo<br />

soddisfare ad una domanda di<br />

biocarburanti di livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

arresto, dato che la domanda di<br />

biocarburanti potrebbe svilupparsi in<br />

maniera non adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Elevate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di<br />

utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Possibile concretizzazione<br />

dell’utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita consistente del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biocarburanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Limitate possibilità di sviluppo di<br />

normative volte a favorire e<br />

incentivare l’impiego dei<br />

biocarburanti (defiscalizzazioni,<br />

stanziamenti, % obbligatorie di<br />

utilizzo)<br />

Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo dei biocarburanti con i<br />

conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

Possibile crescita limitata del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei biocarburanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biocarburanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 639


i.2 Biolubrificanti<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Riforma di medio termine della PAC<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da biolubrificanti<br />

solo nell’ambito dei terreni riservati a<br />

set-aside<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da biolubrificanti<br />

anche nei terreni non riservati a setaside<br />

Allegato I<br />

Mancanza di diffusione della<br />

coltivazione di colture non-food da<br />

biolubrificanti<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biolubrificanti<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

sostanze chimiche pericolose, oltre ai di altre sostanze chimiche pericolose, settore che favoriscano l’impiego di<br />

nonilfenoli<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

biolubrificanti<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei biolubrificanti torna ad<br />

biolubrificanti con i conseguenti utilizzo dei biolubrificanti con i essere solo una possibilità attuabile<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 640


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Applicazione a livello nazionale della Direttiva 2003/53/CE che vieta la commercializzazione e l'impiego di<br />

nonilfenolo e di nonilfenolo etossilato<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I nonilfenoli vengono sostituiti con<br />

prodotti di analogo impatto<br />

ambientale, non biodegradabili<br />

I nonilfenoli vengono sostituiti con<br />

tensioattivi a basso impatto<br />

ambientale, biodegradabili che ben si<br />

adattano all’utilizzo combinato con i<br />

biolubrificanti<br />

I nonilfenoli continuano ad essere<br />

impiegati (non applicazione della<br />

Direttiva)<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biolubrificanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Scarsa possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

settore che favoriscano l’impiego di<br />

biolubrificanti<br />

L’utilizzo dei biolubrificanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 641


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno<br />

dell'UE (operativo dal primo gennaio 2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il sistema di scambi di autorizzazioni<br />

per le emissioni di gas a effetto serra<br />

riceve un grado di sviluppo medio.<br />

Il sistema di scambi di autorizzazioni<br />

per le emissioni di gas a effetto serra<br />

si sviluppa notevolmente.<br />

Il sistema di scambi di autorizzazioni<br />

per le emissioni di gas a effetto serra<br />

non si sviluppa pienamente.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Non si sviluppa pienamente<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono basse probabilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biolubrificanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre<br />

sostanze chimiche pericolose, oltre ai<br />

nonilfenoli<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

settore che favoriscano l’impiego di<br />

biolubrificanti<br />

L’utilizzo dei biolubrificanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

**<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 642


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la<br />

firma del 10 dicembre 1997)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di applicazione si stabilizza<br />

sui livelli attuali (non ratificano il<br />

Protocollo Stati Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

I principali paesi produttori di gas<br />

serra ratificano il Protocollo (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002, Australia)<br />

Alcuni dei principali Paesi firmatari,<br />

non applicano il Protocollo<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biolubrificanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre<br />

sostanze chimiche pericolose, oltre ai<br />

nonilfenoli<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

settore che favoriscano l’impiego di<br />

biolubrificanti<br />

L’utilizzo dei biolubrificanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 643


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biolubrificanti<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

sostanze chimiche pericolose, oltre ai di altre sostanze chimiche pericolose, settore che favoriscano l’impiego di<br />

nonilfenoli<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

biolubrificanti<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei biolubrificanti torna ad<br />

biolubrificanti con i conseguenti utilizzo dei biolubrificanti con i essere solo una possibilità attuabile<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 644


Variabile di scenario Economica:<br />

Grado di dipendenza dal mercato del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Utilizzo dei biolubrificanti<br />

fortemente di pendente dal mercato<br />

del petrolio (livello dei prezzi)<br />

Riduzione del grado di dipendenza<br />

dal mercato del petrolio, in relazione<br />

all’aumento dei prezzi del petrolio<br />

Allegato I<br />

Aumento del grado di dipendenza dal<br />

mercato del petrolio, in relazione ad<br />

una riduzione degli attuali prezzi del<br />

petrolio<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

livelli<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Elevate possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

biolubrificanti<br />

Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare ad una<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato<br />

che la domanda tenderà a<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Scarsa possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

settore che favoriscano l’impiego di<br />

biolubrificanti<br />

L’utilizzo dei biolubrificanti torna ad<br />

essere solo una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 645


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

biolubrificanti<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

biolubrificanti<br />

di biolubrificanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile stabilizzazione della Rilevanti possibilità di messa al Possibili difficoltà di sviluppo di<br />

normativa di settore rispetto alla bando di altre sostanze chimiche normative di settore che favoriscano<br />

situazione attuale<br />

pericolose, oltre ai nonilfenoli l’impiego di biolubrificanti<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Possibilità di crescita dell’utilizzo dei L’utilizzo dei biolubrificanti potrebbe<br />

livelli dell’utilizzo dei biolubrificanti biolubrificanti con i conseguenti tornare ad essere solo una possibilità<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo dei biolubrificanti da parte dei biolubrificanti da parte dei dei biolubrificanti da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 646


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabili rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la probabile crescita<br />

della domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un salto<br />

di qualità, dato il possibile aumento<br />

della domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

sugli attuali livelli<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile aumento della capacità di<br />

messa al bando di altre sostanze<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai<br />

Possibile aumento della capacità di<br />

messa al bando di altre sostanze<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Possibile stabilizzazione della<br />

normativa di settore rispetto alla<br />

situazione attuale<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

livelli dell’utilizzo dei biolubrificanti<br />

Probabile stabilizzazione del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 647


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabili aumenti della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabili consistenti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

di sviluppo di una redditività propria<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a<br />

svilupparsi per soddisfare la<br />

crescente domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

notevole salto di qualità dovendo<br />

soddisfare ad una domanda di<br />

biolubrificanti di livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

arresto, dato che la domanda di<br />

biolubrificanti potrebbe svilupparsi in<br />

maniera non adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile aumento della capacità di<br />

messa al bando di altre sostanze<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai<br />

Probabili elevate possibilità di messa<br />

al bando di altre sostanze chimiche<br />

pericolose, oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Possibile concretizzazione<br />

dell’utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita consistente del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biolubrificanti<br />

ha elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Probabile scarsa possibilità di messa<br />

al bando di altre sostanze chimiche<br />

pericolose, oltre ai nonilfenoli<br />

Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

Possibile crescita limitata del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biolubrificanti ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 648


i.3 Biomasse<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Riforma di medio termine della PAC<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da biomasse da<br />

colture dedicate solo nell’ambito dei<br />

terreni riservati a set-aside<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da biomasse da<br />

colture dedicate anche nei terreni non<br />

riservati a set-aside<br />

Allegato I<br />

Mancanza di diffusione della<br />

coltivazione di colture non-food da<br />

biomasse da colture dedicate<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biomasse da colture dedicate domanda di biomasse da colture<br />

dedicate di livello consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di fissazione di obiettivi di Buone possibilità di fissazione di Alta probabilità di fissazione di<br />

produzione di energia elettrica da obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

fonti rinnovabili basati sulla elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

coltivazione di biomasse da energia sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo delle Si concretizza la possibilità di L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i utilizzo delle biomasse da colture dedicate torna ad essere solo una<br />

conseguenti effetti benefici dedicate con i conseguenti effetti possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

rispetto e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità<br />

dell’ambiente<br />

Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo delle<br />

di utilizzo delle biomasse da colture delle biomasse da colture dedicate da biomasse da colture dedicate da parte<br />

dedicate da parte dei parte dei cittadini/consumatori dei cittadini/consumatori subisce un<br />

cittadini/consumatori<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 649


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la<br />

firma del 10 dicembre 1997)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di applicazione si stabilizza<br />

sui livelli attuali (non ratificano il<br />

Protocollo Stati Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

I principali paesi produttori di gas<br />

serra ratificano il Protocollo (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002, Australia)<br />

Alcuni dei principali Paesi firmatari,<br />

non applicano il Protocollo<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Ci sono discrete possibilità di Ci sono ottime possibilità di sviluppo Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

di una redditività propria del settore di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una non completo sviluppo della<br />

di biomasse da colture dedicate domanda di biomasse da colture domanda di biomasse da colture<br />

dedicate di livello molto consistente dedicate<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di fissazione di obiettivi di Buone possibilità di fissazione di Alta probabilità di fissazione di<br />

produzione di energia elettrica da obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

fonti rinnovabili basati sulla elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

coltivazione di biomasse da energia sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo delle Si concretizza la possibilità di L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i utilizzo delle biomasse da colture dedicate rappresenta una possibilità<br />

conseguenti effetti benefici dedicate con i conseguenti effetti attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo delle<br />

di utilizzo delle biomasse da colture delle biomasse da colture dedicate da biomasse da colture dedicate da parte<br />

dedicate da parte dei parte dei cittadini/consumatori dei cittadini/consumatori tende a<br />

cittadini/consumatori<br />

subire un arresto<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 650


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel mercato interno<br />

dell’elettricità, chiamando ogni Stato membro a fissare un proprio obiettivo produttivo ed a monitorarlo (recepita in<br />

Italia con il Decreto Legislativo 387/03);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Fissazione degli obiettivi produttivi<br />

in tempi relativamente lunghi<br />

Impostazione e attuazione degli<br />

obiettivi produttivi e del programma<br />

di monitoraggio in tempi<br />

relativamente brevi<br />

Mancanza di fissazione degli obiettivi<br />

produttivi nei tempi stabiliti<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a buoni livelli Subisce un arresto<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Ci sono limitate possibilità di Ci sono buone possibilità di sviluppo Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

di una redditività propria del settore di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione, tecnologico tende a svilupparsi, tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

dato il non completo sviluppo della dovendo soddisfare una domanda di non completo sviluppo della<br />

domanda di biomasse da colture biomasse da colture dedicate di buoni domanda di biomasse da colture<br />

dedicate<br />

livelli<br />

dedicate<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di fissazione di obiettivi di Buone possibilità di fissazione di Alta probabilità di fissazione di<br />

produzione di energia elettrica da obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

fonti rinnovabili basati sulla elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

coltivazione di biomasse da energia sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo delle Buona possibilità di utilizzo delle L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i biomasse da colture dedicate con i dedicate rappresenta una possibilità<br />

conseguenti effetti benefici conseguenti effetti benefici attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di Buona crescita del livello di La crescita del livello di percezione<br />

percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo delle<br />

delle biomasse da colture dedicate da delle biomasse da colture dedicate da biomasse da colture dedicate da parte<br />

parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori dei cittadini/consumatori tende a<br />

subire un arresto<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 651


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra all'interno<br />

dell'UE (operativo dal primo gennaio 2005, volta all’applicazione del Protocollo di Kyoto, recepita in Italia con la<br />

Legge 30 dicembre 2004, n. 316 che disciplina il rilascio dell’autorizzazione ad emettere gas ad effetto serra per i<br />

gestori degli impianti rientranti nell’Allegato I della Direttiva);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il sistema di scambi di autorizzazioni<br />

per le emissioni di gas a effetto serra<br />

riceve un grado di sviluppo medio.<br />

Il sistema di scambi di autorizzazioni<br />

per le emissioni di gas a effetto serra<br />

si sviluppa notevolmente.<br />

Il sistema di scambi di autorizzazioni<br />

per le emissioni di gas a effetto serra<br />

non si sviluppa pienamente.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Non si sviluppa pienamente<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Ci sono discrete possibilità di Ci sono ottime possibilità di sviluppo Ci sono basse probabilità di sviluppo<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

di una redditività propria del settore di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce una riduzione,<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una dato il non completo sviluppo della<br />

di biomasse da colture dedicate domanda di biomasse da colture domanda di biomasse da colture<br />

dedicate di livello molto consistente dedicate<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di fissazione di obiettivi di Buone possibilità di fissazione di Alta probabilità di fissazione di<br />

produzione di energia elettrica da obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

fonti rinnovabili basati sulla elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

coltivazione di biomasse da energia sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo delle Si concretizza la possibilità di L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i utilizzo delle biomasse da colture dedicate rappresenta una possibilità<br />

conseguenti effetti benefici dedicate con i conseguenti effetti attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce in maniera consistente il La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza livello di percezione dell’importanza dell’importanza di utilizzo delle<br />

di utilizzo delle biomasse da colture di utilizzo delle biomasse da colture biomasse da colture dedicate da parte<br />

dedicate da parte dei dedicate da parte dei dei cittadini/consumatori tende a<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

subire un arresto<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 652


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biomasse da colture dedicate domanda di biomasse da colture<br />

dedicate di livello molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di fissazione di obiettivi di Buone possibilità di fissazione di Alta probabilità di fissazione di<br />

produzione di energia elettrica da obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

fonti rinnovabili basati sulla elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

coltivazione di biomasse da energia sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo delle Si concretizza la possibilità di L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i utilizzo delle biomasse da colture dedicate torna ad essere solo una<br />

conseguenti effetti benefici dedicate con i conseguenti effetti possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

rispetto<br />

dell’ambiente<br />

e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo delle<br />

di utilizzo delle biomasse da colture delle biomasse da colture dedicate da biomasse da colture dedicate da parte<br />

dedicate da parte dei parte dei cittadini/consumatori dei cittadini/consumatori subisce un<br />

cittadini/consumatori<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 653


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

biomasse da colture dedicate<br />

di biomasse da colture dedicate<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di fissazione di Rilevanti possibilità di fissazione di Alta probabilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

sulla coltivazione di biomasse da sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Possibilità di crescita dell’utilizzo L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

livelli dell’utilizzo delle biomasse da delle biomasse da colture dedicate dedicate potrebbe tornare ad essere<br />

colture dedicate<br />

con i conseguenti effetti benefici solo una possibilità attuabile tra le<br />

sull’ambiente<br />

tante per il rispetto e la salvaguardia<br />

dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo delle biomasse da colture delle biomasse da colture dedicate da delle biomasse da colture dedicate da<br />

dedicate da parte dei parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 654


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Probabile aumento della possibilità di Probabili rilevanti possibilità di Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

sviluppo di una redditività propria del sviluppo di una redditività propria del redditività propria del settore<br />

settore<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico potrebbe subire un salto tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

per soddisfare la probabile crescita di qualità, dato il possibile aumento sugli attuali livelli<br />

della domanda di biomasse da colture della domanda di biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di fissazione di Rilevanti possibilità di fissazione di Buone probabilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

sulla coltivazione di biomasse da sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo Possibilità di crescita dell’utilizzo Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

delle biomasse da colture dedicate delle biomasse da colture dedicate livelli dell’utilizzo delle biomasse da<br />

con i conseguenti effetti benefici con i conseguenti effetti benefici colture dedicate<br />

sull’ambiente<br />

sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di Probabile crescita del livello di Probabile stabilizzazione del livello<br />

percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo di percezione dell’importanza di<br />

delle biomasse da colture dedicate da delle biomasse da colture dedicate da utilizzo delle biomasse da colture<br />

parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori dedicate da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 655


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

Probabili aumenti della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

colture dedicate<br />

Probabili consistenti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

colture dedicate<br />

Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

di sviluppo di una redditività propria<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a<br />

svilupparsi per soddisfare la<br />

crescente domanda di biomasse da<br />

colture dedicate<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

notevole salto di qualità dovendo<br />

soddisfare ad una domanda di<br />

biomasse da colture dedicate di<br />

livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

arresto, dato che la domanda di<br />

biomasse da colture dedicate<br />

potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati<br />

sulla coltivazione di biomasse da<br />

energia<br />

Elevate possibilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati<br />

sulla coltivazione di biomasse da<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di<br />

utilizzo delle biomasse da colture<br />

dedicate con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Possibile concretizzazione<br />

dell’utilizzo delle biomasse da<br />

colture dedicate con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo delle<br />

biomasse da colture dedicate da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha buone<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Probabile crescita consistente del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo delle biomasse da colture<br />

dedicate da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Buone probabilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo delle biomasse da colture<br />

dedicate con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Possibile crescita limitata del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo delle biomasse da colture<br />

dedicate da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 656


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello di inquinamento da gas tossici derivati dall’utilizzo di fonti fossili;<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di inquinamento da gas<br />

tossici derivati dall’utilizzo di fonti<br />

fossili si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il livello di inquinamento da gas<br />

tossici derivati dall’utilizzo di fonti<br />

fossili subisce un forte<br />

peggioramento<br />

Allegato I<br />

Il livello di inquinamento da gas<br />

tossici derivati dall’utilizzo di fonti<br />

fossili subisce una significativa<br />

riduzione<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

livelli<br />

attuali<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Ci sono limitate possibilità di Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione, tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

dato il non completo sviluppo della di qualità dovendo soddisfare ad una che la domanda tenderà a<br />

domanda di biomasse da colture domanda di biomasse da colture riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

dedicate<br />

dedicate di livello consistente<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di fissazione di Elevate possibilità di fissazione di Alte probabilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

sulla coltivazione di biomasse da sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo delle Si concretizza la possibilità di L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i utilizzo delle biomasse da colture dedicate torna ad essere solo una<br />

conseguenti effetti benefici dedicate con i conseguenti effetti possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

rispetto e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità<br />

dell’ambiente<br />

Comunità<br />

Limitata crescita del livello di Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo delle<br />

delle biomasse da colture dedicate da delle biomasse da colture dedicate da biomasse da colture dedicate da parte<br />

parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori dei cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 657


Allegato I<br />

Variabile di scenario Tecnica/Tecnologica:<br />

Grado di efficacia e di diffusione dell’innovazione tecnologica per l’ottimizzazione dei processi di conversione della<br />

biomassa in energia;<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il grado di efficacia e di diffusione<br />

dell’innovazione tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi di<br />

conversione della biomassa in<br />

energia si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il grado di efficacia e di diffusione<br />

dell’innovazione tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi di<br />

conversione della biomassa in<br />

energia migliora notevolmente<br />

Il grado di efficacia e di diffusione<br />

dell’innovazione tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi di<br />

conversione della biomassa in energia<br />

non ha prospettive di miglioramento<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture Domanda biomasse da colture<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

dedicate<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali Prezzi combustibili convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

livelli<br />

attuali<br />

Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da Redditività del settore biomasse da<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

colture dedicate<br />

Ci sono limitate possibilità di Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione, tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

dato il non completo sviluppo della di qualità dovendo soddisfare ad una che la domanda tenderà a<br />

domanda di biomasse da colture domanda di biomasse da colture riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

dedicate<br />

dedicate di livello consistente<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di fissazione di Elevate possibilità di fissazione di Alte probabilità di fissazione di<br />

obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia obiettivi di produzione di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati elettrica da fonti rinnovabili basati su<br />

sulla coltivazione di biomasse da sulla coltivazione di biomasse da fonti alternative alle biomasse da<br />

energia<br />

energia<br />

energia<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo delle Si concretizza la possibilità di L’utilizzo delle biomasse da colture<br />

biomasse da colture dedicate con i utilizzo delle biomasse da colture dedicate torna ad essere solo una<br />

conseguenti effetti benefici dedicate con i conseguenti effetti possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

rispetto<br />

dell’ambiente<br />

e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo delle<br />

delle biomasse da colture dedicate da delle biomasse da colture dedicate da biomasse da colture dedicate da parte<br />

parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori dei cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

**<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha limitate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*****<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera biomasse da<br />

colture dedicate ha scarse<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Il progetto Activa 658


i.4 Biopolimeri<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Scenario della ricerca tossicologica su plastiche convenzionali e loro additivi<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Lo Scenario della ricerca<br />

tossicologica su plastiche<br />

convenzionali e loro additivi si<br />

stabilizza sui livelli attuali<br />

La ricerca tossicologica su plastiche<br />

convenzionali e loro additivi si<br />

sviluppa gradualmente nel tempo,<br />

superando di gran lunga gli attuali<br />

livelli<br />

Allegato I<br />

La ricerca tossicologica su plastiche<br />

convenzionali e loro additivi subisce<br />

un arresto<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Potrebbe non svilupparsi in maniera<br />

adeguata<br />

Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe non svilupparsi pienamente<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Le possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

redditività propria del settore<br />

potrebbero essere limitate<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione, tecnologico subisce un salto di tecnologico potrebbe subire un<br />

dato il probabile non completo qualità dovendo soddisfare una arresto, dato il possibile non<br />

sviluppo della domanda di domanda di biopolimeri di livello completo sviluppo della domanda di<br />

biopolimeri<br />

consistente<br />

biopolimeri<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro<br />

additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile limitata possibilità di Si può realmente concretizzare la L’utilizzo dei biopolimeri rappresenta<br />

utilizzo dei biopolimeri con i possibilità di utilizzo dei biopolimeri solo una possibilità attuabile tra le<br />

conseguenti effetti sull’ambiente con i conseguenti effetti benefici tante per il rispetto e la salvaguardia<br />

sull’ambiente<br />

dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile limitata crescita del livello Potrebbe crescere fortemente il La crescita del livello di percezione<br />

di percezione dell’importanza di livello di percezione dell’importanza dell’importanza di utilizzo dei<br />

utilizzo dei biopolimeri da parte dei di utilizzo dei biopolimeri da parte biopolimeri da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

**<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 659


Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Presenza di normative volte alla limitazione di materiali organici persistenti (POP)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Carenza di normative volte alla<br />

limitazione di materiali organici<br />

persistenti (POP)<br />

Adeguato sviluppo di normative volte<br />

alla limitazione di materiali organici<br />

persistenti (POP)<br />

Allegato I<br />

Mancanza di sviluppo di normative<br />

volte alla limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Potrebbe svilupparsi solo in maniera Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe non svilupparsi in maniera<br />

limitata<br />

adeguata<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Ci sono limitate possibilità di Ci sono elevate possibilità di Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

sviluppo di una redditività propria del sviluppo di una redditività propria del di una redditività propria del settore<br />

settore<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire una tecnologico potrebbe subire un salto tecnologico potrebbe subire un<br />

riduzione, dato il non completo di qualità dovendo soddisfare ad una arresto, dato il possibile non<br />

sviluppo della domanda di probabile domanda di biopolimeri di completo sviluppo della domanda di<br />

biopolimeri<br />

livello consistente<br />

biopolimeri<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro<br />

additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti; difficoltà di<br />

sviluppo di normative di settore che<br />

favoriscano l’impiego di biopolimeri<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei Probabile concretizzazione della L’utilizzo dei biopolimeri rappresenta<br />

biopolimeri con i conseguenti effetti possibilità di utilizzo dei biopolimeri solo una possibilità attuabile tra le<br />

benefici sull’ambiente<br />

con i conseguenti effetti benefici tante per il rispetto e la salvaguardia<br />

sull’ambiente<br />

dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di Cresce in maniera consistente il La crescita del livello di percezione<br />

percezione dell’importanza di utilizzo livello di percezione dell’importanza dell’importanza di utilizzo dei<br />

dei biopolimeri da parte dei di utilizzo dei biopolimeri da parte biopolimeri da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

**<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 660


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione e di ampliamento delle Direttive (2002/72/CE, 2002/16/CE, 1990/128/CE e successive<br />

modifiche) che limitano la migrazione di sostanze contenute in alcune plastiche e loro additivi negli alimenti con i<br />

quali vengono a contatto<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

La migrazione negli alimenti di<br />

sostanze chimiche contenute in<br />

alcune plastiche e loro additivi<br />

subisce una limitazione consistente in<br />

tempi relativamente lunghi<br />

La migrazione negli alimenti di<br />

sostanze chimiche contenute in<br />

alcune plastiche e loro additivi<br />

subisce una limitazione consistente in<br />

tempi brevi<br />

La migrazione negli alimenti di<br />

sostanze chimiche contenute in<br />

alcune plastiche e loro additivi non<br />

subisce alcuna limitazione (le<br />

Direttive non vengono applicate)<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Probabilmente continua a crescere Potrebbe giungere a livelli rilevanti Potrebbe non si svilupparsi<br />

pienamente<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Ci sono discrete possibilità di Ci sono rilevanti possibilità di Ci sono scarse probabilità di sviluppo<br />

sviluppo di una redditività propria del sviluppo di una redditività propria del di una redditività propria del settore<br />

settore<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce una riduzione,<br />

per soddisfare la probabile crescente qualità dovendo soddisfare una dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di biopolimeri<br />

domanda di biopolimeri di livello<br />

molto consistente<br />

domanda di biopolimeri<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Rilevanti possibilità di messa al Scarse possibilità di messa al bando<br />

sostanze chimiche pericolose bando di altre sostanze chimiche di altre sostanze chimiche pericolose<br />

contenute in alcune plastiche e loro pericolose contenute in alcune contenute in alcune plastiche e loro<br />

additivi e di limitazione di materiali plastiche e loro additivi e di additivi e di limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

limitazione di materiali organici<br />

persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di Possibile concretizzazione della L’utilizzo dei biopolimeri rappresenta<br />

utilizzo dei biopolimeri con i possibilità di utilizzo dei biopolimeri una possibilità attuabile tra le tante<br />

conseguenti effetti benefici con i conseguenti effetti benefici per il rispetto e la salvaguardia<br />

sull’ambiente<br />

sull’ambiente<br />

dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di Probabile crescita consistente del La crescita del livello di percezione<br />

crescita del livello di percezione livello di percezione dell’importanza dell’importanza di utilizzo dei<br />

dell’importanza di utilizzo dei di utilizzo dei biopolimeri da parte biopolimeri da parte dei<br />

biopolimeri da parte dei dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori potrebbe subire<br />

cittadini/consumatori<br />

un arresto<br />

***<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 661


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di biopolimeri<br />

domanda di biopolimeri di livello<br />

molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro<br />

additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei biopolimeri torna ad<br />

biopolimeri con i conseguenti effetti utilizzo dei biopolimeri con i essere solo una possibilità attuabile<br />

benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei biopolimeri da parte dei biopolimeri da parte dei biopolimeri da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 662


Variabile di scenario Economica:<br />

Grado di dipendenza dal mercato del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Utilizzo dei biopolimeri fortemente<br />

di pendente dal mercato del petrolio<br />

(livello dei prezzi)<br />

Riduzione del grado di dipendenza<br />

dal mercato del petrolio, in relazione<br />

all’aumento dei prezzi del petrolio<br />

Allegato I<br />

Aumento del grado di dipendenza dal<br />

mercato del petrolio, in relazione ad<br />

una riduzione degli attuali prezzi del<br />

petrolio<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

livelli<br />

attuali<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Ci sono limitate possibilità di Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione, tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

dato il non completo sviluppo della di qualità dovendo soddisfare ad una che la domanda tenderà a<br />

domanda di biopolimeri<br />

domanda di biopolimeri di livello<br />

consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro contenute in alcune plastiche e loro<br />

additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali additivi e di limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei biopolimeri torna ad<br />

biopolimeri con i conseguenti effetti utilizzo dei biopolimeri con i essere solo una possibilità attuabile<br />

benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

dei biopolimeri da parte dei dei biopolimeri da parte dei biopolimeri da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

**<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 663


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

biopolimeri<br />

di biopolimeri<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando Rilevanti possibilità di messa al Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose bando di altre sostanze chimiche di altre sostanze chimiche pericolose<br />

contenute in alcune plastiche e loro pericolose contenute in alcune contenute in alcune plastiche e loro<br />

additivi e di limitazione di materiali plastiche e loro additivi e di additivi e di limitazione di materiali<br />

organici persistenti (POP)<br />

limitazione di materiali organici<br />

persistenti (POP)<br />

organici persistenti (POP)<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Rilevanti possibilità di crescita L’utilizzo dei biopolimeri potrebbe<br />

livelli dell’utilizzo dei biopolimeri dell’utilizzo dei biopolimeri con i tornare ad essere solo una possibilità<br />

conseguenti effetti benefici attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo dei biopolimeri da parte dei dei biopolimeri da parte dei dei biopolimeri da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 664


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Probabile aumento della possibilità di Probabili rilevanti possibilità di Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

sviluppo di una redditività propria del sviluppo di una redditività propria del redditività propria del settore<br />

settore<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico potrebbe subire un salto tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

per soddisfare la probabile crescita di qualità, dato il possibile aumento sugli attuali livelli<br />

della domanda di biopolimeri della domanda di biopolimeri<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile aumento della capacità di Possibile aumento della capacità di Possibile stabilizzazione della<br />

messa al bando di altre sostanze messa al bando di altre sostanze normativa di settore rispetto alla<br />

chimiche pericolose, oltre ai chimiche pericolose, oltre ai situazione attuale<br />

nonilfenoli<br />

nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei Possibilità di crescita dell’utilizzo dei Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

biopolimeri con i conseguenti effetti biopolimeri con i conseguenti effetti livelli dell’utilizzo dei biopolimeri<br />

benefici sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di Probabile crescita del livello di Probabile stabilizzazione del livello<br />

percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo di percezione dell’importanza di<br />

dei biopolimeri da parte dei dei biopolimeri da parte dei utilizzo dei biopolimeri da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

**<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 665


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri Domanda biopolimeri<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali Prezzi plastiche convenzionali<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri Redditività del settore biopolimeri<br />

Probabili aumenti della possibilità di Probabili consistenti possibilità di Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

sviluppo di una redditività propria del sviluppo di una redditività propria del di sviluppo di una redditività propria<br />

settore<br />

settore<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a tecnologico potrebbe subire un tecnologico potrebbe subire un<br />

svilupparsi per soddisfare la notevole salto di qualità dovendo arresto, dato che la domanda di<br />

crescente domanda di biopolimeri soddisfare ad una domanda di biopolimeri potrebbe svilupparsi in<br />

biopolimeri di livello consistente maniera non adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile aumento della capacità di Probabili elevate possibilità di messa Probabile scarsa possibilità di messa<br />

messa al bando di altre sostanze al bando di altre sostanze chimiche al bando di altre sostanze chimiche<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai pericolose, oltre ai nonilfenoli pericolose, oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di Possibile concretizzazione Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo dei biopolimeri con i dell’utilizzo dei biopolimeri con i utilizzo dei biopolimeri con i<br />

conseguenti effetti benefici conseguenti effetti benefici conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

sull’ambiente<br />

sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di Probabile crescita consistente del Possibile crescita limitata del livello<br />

crescita del livello di percezione livello di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di<br />

dell’importanza di utilizzo dei di utilizzo dei biopolimeri da parte utilizzo dei biopolimeri da parte dei<br />

biopolimeri da parte dei dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

**<br />

La filiera biopolimeri ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 666


i.5 Coloranti naturali<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Riforma di medio termine della PAC<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da coloranti naturali<br />

solo nell’ambito dei terreni riservati a<br />

set-aside<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da coloranti naturali<br />

anche nei terreni non riservati a setaside<br />

Allegato I<br />

Mancanza di diffusione della<br />

coltivazione di colture non-food da<br />

coloranti naturali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

naturali<br />

naturali<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di coloranti naturali<br />

domanda di coloranti naturali di<br />

livello consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altri Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

coloranti di sintesi ritenuti pericolosi di altri coloranti di sintesi ritenuti di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

oltre a quelli di tipo azoico<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei coloranti naturali torna<br />

coloranti naturali con i conseguenti utilizzo dei coloranti naturali con i ad essere solo una possibilità<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da dei coloranti naturali da parte dei coloranti naturali da parte dei<br />

parte dei cittadini/consumatori cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha buone possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 667


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione della Direttiva 61/2002 CE che vieta l’utilizzo di coloranti di tipo azoico e pone restrizioni alla<br />

immissione sul mercato di altre sostanze coloranti di sintesi ritenute pericolose;<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I coloranti di tipo azoico vengono<br />

sostituiti nella maggior parte dei casi<br />

con prodotti di analoga pericolosità il<br />

cui uso è permesso a livello<br />

normativo<br />

I coloranti di tipo azoico vengono<br />

sostituiti nella maggior parte dei casi<br />

con coloranti naturali<br />

I coloranti di tipo azoico continuano<br />

ad essere impiegati (non applicazione<br />

della Direttiva)<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

naturali<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di coloranti naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di coloranti naturali di<br />

livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di coloranti naturali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

coloranti naturali con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei coloranti naturali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da<br />

parte dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

L’utilizzo dei coloranti naturali<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 668


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Applicazione dei DIN Standards per i coloranti di sintesi cancerogeni o con proprietà allergeniche DIN 54231/2004<br />

(es. Blu disperso, Bruno disperso; Arancio disperso; Giallo disperso; Rosso disperso);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Limitata applicazione degli standards<br />

imposti dalla normativa DIN<br />

Applicazione scrupolosa degli<br />

standards imposti dalla normativa<br />

DIN<br />

Mancanza di applicazione degli<br />

standard imposti dalla normativa DIN<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Non si sviluppa pienamente<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

naturali<br />

Ci sono basse probabilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di coloranti naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di coloranti naturali di<br />

livello molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di coloranti naturali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

coloranti naturali con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei coloranti naturali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da<br />

parte dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da<br />

parte dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

L’utilizzo dei coloranti naturali<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 669


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la<br />

firma del 10 dicembre 1997)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di applicazione si stabilizza<br />

sui livelli attuali (non ratificano il<br />

Protocollo Stati Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

I principali paesi produttori di gas<br />

serra ratificano il Protocollo (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002, Australia)<br />

Alcuni dei principali Paesi firmatari,<br />

non applicano il Protocollo<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

naturali<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di coloranti naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di coloranti naturali di<br />

livello molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di coloranti naturali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altri<br />

coloranti di sintesi ritenuti pericolosi<br />

oltre a quelli di tipo azoico<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

coloranti naturali con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei coloranti naturali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da<br />

parte dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha buone possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

L’utilizzo dei coloranti naturali<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 670


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa<br />

Capacità di recepimento della Direttiva 67/548/CEE (relativa alla “Classificazione, imballaggio ed etichettatura delle<br />

sostanze pericolose”, consente di individuare i pericoli associati all’uso di sostanze chimiche prima che le sostanze<br />

vengano commercializzate ed utilizzate, con eventuali conseguenti danni per la salute umana e per l’ambiente), al fine<br />

di porre il divieto di utilizzo di sostanze chimiche, tra cui alcuni coloranti di sintesi, etichettati con la sigla R45 “Può<br />

provocare il cancro” e R49 ”Può provocare il cancro per inalazione” che non sono al momento vietati in Italia (la<br />

Legge 256 del 1974, abrogata, era nata con questo obiettivo) (durante il suo corso ha avuto 14 modifiche e 29<br />

adeguamenti);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Assenza di divieti per l’utilizzo e la<br />

commercializzazione di coloranti di<br />

sintesi etichettati con le sigle R45<br />

“Può provocare il cancro” e R49<br />

”Può provocare il cancro per<br />

inalazione”<br />

Introduzione del divieto all’utilizzo<br />

di coloranti di sintesi etichettati con<br />

le sigle R45 “Può provocare il<br />

cancro” e R49 ”Può provocare il<br />

cancro per inalazione”<br />

Mancanza di introduzione del divieto<br />

all’utilizzo di coloranti di sintesi<br />

etichettati con le sigle R45 “Può<br />

provocare il cancro” e R49 ”Può<br />

provocare il cancro per inalazione”<br />

negli anni a venire<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

livelli<br />

attuali<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Elevate possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

naturali<br />

Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di coloranti naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare ad una<br />

domanda di coloranti naturali di<br />

livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato<br />

che la domanda tenderà a<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

coloranti naturali con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei coloranti naturali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

L’utilizzo dei coloranti naturali torna<br />

ad essere solo una possibilità<br />

attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

*<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 671


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

naturali<br />

naturali<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di coloranti naturali<br />

domanda di coloranti naturali di<br />

livello molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altri Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

coloranti di sintesi ritenuti pericolosi di altri coloranti di sintesi ritenuti di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

oltre a quelli di tipo azoico<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei coloranti naturali torna<br />

coloranti naturali con i conseguenti utilizzo dei coloranti naturali con i ad essere solo una possibilità<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da dei coloranti naturali da parte dei coloranti naturali da parte dei<br />

parte dei cittadini/consumatori cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha buone possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

*<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 672


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

naturali<br />

naturali<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

coloranti naturali<br />

di coloranti naturali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando Rilevanti possibilità di messa al Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti bando di altri coloranti di sintesi di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico ritenuti pericolosi oltre a quelli di<br />

tipo azoico<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Rilevanti possibilità di crescita L’utilizzo dei coloranti naturali<br />

livelli dell’utilizzo dei coloranti dell’utilizzo dei coloranti naturali con potrebbe tornare ad essere solo una<br />

naturali<br />

i conseguenti effetti benefici possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

rispetto<br />

dell’ambiente<br />

e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo dei coloranti naturali da parte dei coloranti naturali da parte dei dei coloranti naturali da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha rilevanti<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha scarse possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 673


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Probabili rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la probabile crescita<br />

della domanda di coloranti naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un salto<br />

di qualità, dato il possibile aumento<br />

della domanda di coloranti naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

sugli attuali livelli<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altri<br />

coloranti di sintesi ritenuti pericolosi<br />

oltre a quelli di tipo azoico<br />

Rilevanti possibilità di messa al<br />

bando di altri coloranti di sintesi<br />

ritenuti pericolosi oltre a quelli di<br />

tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

coloranti naturali con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

coloranti naturali con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha buone possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha rilevanti<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Limitate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

livelli dell’utilizzo dei coloranti<br />

naturali<br />

Probabile stabilizzazione del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei coloranti naturali da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 674


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali Domanda coloranti naturali<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi Prezzi coloranti di sintesi<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti Redditività del settore coloranti<br />

naturali<br />

Probabili aumenti della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Probabili consistenti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

naturali<br />

Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

di sviluppo di una redditività propria<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a<br />

svilupparsi per soddisfare la<br />

crescente domanda di coloranti<br />

naturali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

notevole salto di qualità dovendo<br />

soddisfare ad una domanda di<br />

coloranti naturali di livello<br />

consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

arresto, dato che la domanda di<br />

coloranti naturali potrebbe svilupparsi<br />

in maniera non adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altri<br />

coloranti di sintesi ritenuti pericolosi<br />

oltre a quelli di tipo azoico<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di<br />

utilizzo dei coloranti naturali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Possibile concretizzazione<br />

dell’utilizzo dei coloranti naturali con<br />

i conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

coloranti naturali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha buone possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Probabile crescita consistente del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei coloranti naturali da<br />

parte dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera coloranti<br />

naturali ha elevate<br />

possibilità di sviluppo in<br />

Toscana<br />

Limitate possibilità di messa al bando<br />

di altri coloranti di sintesi ritenuti<br />

pericolosi oltre a quelli di tipo azoico<br />

Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo dei coloranti naturali con i<br />

conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

Possibile crescita limitata del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei coloranti naturali da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera coloranti naturali<br />

ha limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 675


i.6 Fibre vegetali<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Riforma di medio termine della PAC<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da fibre vegetali<br />

solo nell’ambito dei terreni riservati a<br />

set-aside<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da fibre vegetali<br />

anche nei terreni non riservati a setaside<br />

Allegato I<br />

Mancanza di diffusione della<br />

coltivazione di colture non-food da<br />

fibre vegetali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

vegetali<br />

vegetali<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di fibre vegetali<br />

domanda di fibre vegetali di livello<br />

consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di definizione dei Elevate possibilità di definizione dei Scarse possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa livelli di Thc nelle varietà di canapa livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa da fibra nell’ambito della normativa da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

nazionale<br />

nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei fibre vegetali torna ad<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti utilizzo dei fibre vegetali con i essere solo una possibilità attuabile<br />

benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei fibre<br />

di utilizzo dei fibre vegetali da parte dei fibre vegetali da parte dei vegetali da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 676


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Regolamento (CE) 1251/99 (Allegato XII), successive modifiche ed integrazioni: possibilità di semina della canapa<br />

esclusivamente con sementi di varietà certificate a tenore di THC non superiore allo 0,2%;<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Possibilità di coltivare la canapa<br />

sottostando a vincoli normativi che<br />

presuppongono un significativo<br />

sforzo economico (acquisto delle<br />

sementi certificate) e burocratico<br />

(presentazione delle domande)<br />

Possibilità di ottenere un<br />

alleggerimento burocratico ed<br />

economico (riduzione del prezzo<br />

delle sementi certificate)<br />

Assenza di possibilità di ottenere un<br />

alleggerimento burocratico ed<br />

economico<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli rilevanti Subisce un arresto<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Ci sono rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di fibre vegetali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un salto di<br />

qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di fibre vegetali di livello<br />

consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di fibre vegetali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Rilevanti possibilità di definizione<br />

dei livelli di Thc nelle varietà di<br />

canapa da fibra nell’ambito della<br />

normativa nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei fibre vegetali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce in maniera consistente il<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei fibre vegetali da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

rilevante possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

L’utilizzo dei fibre vegetali<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei fibre<br />

vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 677


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Ddl Fini sulle tossicodipendenze (mancanza della definizione dei livelli di Thc nelle varietà di canapa da fibra per<br />

poterle definire tali, impedendo alle forze dell’ordine di poter separare la figura del colpevole di atti illeciti<br />

dall’agricoltore; nella normativa comunitaria è specificato che la percentuale deve essere inferiore allo 0,3%);<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Assenza di un riconoscimento legale<br />

della canapa da fibra a livello<br />

nazionale<br />

Introduzione di un riconoscimento<br />

legale della canapa da fibra a livello<br />

nazionale<br />

Impossibilità di introduzione di un<br />

riconoscimento legale della canapa da<br />

fibra a livello nazionale<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Non si sviluppa pienamente Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

livelli<br />

attuali<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

Ci sono limitate possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Elevate possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

vegetali<br />

Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce una riduzione,<br />

dato il non completo sviluppo della<br />

domanda di fibre vegetali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare ad una<br />

domanda di fibre vegetali di livello<br />

consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato<br />

che la domanda tenderà a<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Definizione dei livelli di Thc nelle<br />

varietà di canapa da fibra nell’ambito<br />

della normativa nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Limitata possibilità di utilizzo dei<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei fibre vegetali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Limitata crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Impossibilità di definizione dei livelli<br />

di Thc nelle varietà di canapa da fibra<br />

nell’ambito della normativa nazionale<br />

L’utilizzo dei fibre vegetali torna ad<br />

essere solo una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei fibre<br />

vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

*<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 678


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la<br />

firma del 10 dicembre 1997)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di applicazione si stabilizza<br />

sui livelli attuali (non ratificano il<br />

Protocollo Stati Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

I principali paesi produttori di gas<br />

serra ratificano il Protocollo (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002, Australia)<br />

Alcuni dei principali Paesi firmatari,<br />

non applicano il Protocollo<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

vegetali<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di fibre vegetali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di fibre vegetali di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di fibre vegetali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Elevate possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei fibre vegetali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei fibre vegetali da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Scarse possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

L’utilizzo dei fibre vegetali<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei fibre<br />

vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 679


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

vegetali<br />

vegetali<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di fibre vegetali<br />

domanda di fibre vegetali di livello<br />

molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di definizione dei Elevate possibilità di definizione dei Scarse possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa livelli di Thc nelle varietà di canapa livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa da fibra nell’ambito della normativa da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

nazionale<br />

nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei fibre vegetali torna ad<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti utilizzo dei fibre vegetali con i essere solo una possibilità attuabile<br />

benefici sull’ambiente<br />

conseguenti effetti benefici tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei fibre<br />

di utilizzo dei fibre vegetali da parte dei fibre vegetali da parte dei vegetali da parte dei<br />

dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori subisce un<br />

arresto<br />

***<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 680


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Allegato I<br />

Scenario 1 ** Scenario 2 ***** Scenario 3 *<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

vegetali<br />

vegetali<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

fibre vegetali<br />

di fibre vegetali<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di definizione dei Rilevanti possibilità di definizione Scarse possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa dei livelli di Thc nelle varietà di livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa canapa da fibra nell’ambito della da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

normativa nazionale<br />

nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Rilevanti possibilità di crescita L’utilizzo dei fibre vegetali potrebbe<br />

livelli dell’utilizzo dei fibre vegetali dell’utilizzo dei fibre vegetali con i tornare ad essere solo una possibilità<br />

conseguenti effetti benefici attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo dei fibre vegetali da parte dei dei fibre vegetali da parte dei dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 681


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Probabili rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la probabile crescita<br />

della domanda di fibre vegetali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un salto<br />

di qualità, dato il possibile aumento<br />

della domanda di fibre vegetali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

sugli attuali livelli<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Rilevanti possibilità di definizione<br />

dei livelli di Thc nelle varietà di<br />

canapa da fibra nell’ambito della<br />

normativa nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

fibre vegetali con i conseguenti effetti<br />

benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Limitate possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

livelli dell’utilizzo dei fibre vegetali<br />

Probabile stabilizzazione del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 682


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali Domanda fibre vegetali<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi Prezzi fibre di sintesi<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre Redditività del settore fibre<br />

vegetali<br />

Probabili aumenti della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Probabili consistenti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

vegetali<br />

Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

di sviluppo di una redditività propria<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a<br />

svilupparsi per soddisfare la<br />

crescente domanda di fibre vegetali<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

notevole salto di qualità dovendo<br />

soddisfare ad una domanda di fibre<br />

vegetali di livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

arresto, dato che la domanda di fibre<br />

vegetali potrebbe svilupparsi in<br />

maniera non adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Buone possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Elevate possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di<br />

utilizzo dei fibre vegetali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Possibile concretizzazione<br />

dell’utilizzo dei fibre vegetali con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei fibre<br />

vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita consistente del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei fibre vegetali da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Limitate possibilità di definizione dei<br />

livelli di Thc nelle varietà di canapa<br />

da fibra nell’ambito della normativa<br />

nazionale<br />

Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo dei fibre vegetali con i<br />

conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

Possibile crescita limitata del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei fibre vegetali da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fibre vegetali ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 683


i.7 Fitofarmaci di origine vegetale<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Riforma di medio termine della PAC<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da fitofarmaci di<br />

origine vegetale solo nell’ambito dei<br />

terreni riservati a set-aside<br />

Diffusione della coltivazione delle<br />

colture non-food da fitofarmaci di<br />

origine vegetale anche nei terreni non<br />

riservati a set-aside<br />

Allegato I<br />

Mancanza di diffusione della<br />

coltivazione di colture non-food da<br />

fitofarmaci di origine vegetale<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

Continua a crescere Giunge a livelli elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di fitofarmaci di origine vegetale domanda di fitofarmaci di origine<br />

vegetale di livello consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

sostanze chimiche pericolose come il di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

Bromuro di Metile utilizzate nei come il Bromuro di Metile utilizzate come il Bromuro di Metile utilizzate<br />

fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei fitofarmaci di origine<br />

fitofarmaci di origine vegetale con i utilizzo dei fitofarmaci di origine vegetale torna ad essere solo una<br />

conseguenti effetti benefici vegetale con i conseguenti effetti possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

rispetto e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità<br />

dell’ambiente<br />

Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei fitofarmaci di origine dei fitofarmaci di origine vegetale da fitofarmaci di origine vegetale da<br />

vegetale da parte dei parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

subisce un arresto<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 684


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Montreal relativo alle date di Phase out del Bromuro di metile ed alla<br />

definizione dei cosiddetti “usi critici” ammessi in deroga<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il Phase out del Bromuro di metile e<br />

la definizione degli “usi critici”<br />

ammessi in deroga vengono applicati<br />

in tempi relativamente lunghi<br />

Il Phase out del Bromuro di metile e<br />

la definizione degli “usi critici”<br />

ammessi in deroga vengono applicati<br />

in tempi brevi<br />

Il Phase out del Bromuro di metile e<br />

la definizione degli “usi critici”<br />

ammessi in deroga non vengono<br />

applicati (il Protocollo di Montreal<br />

non viene applicato)<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

Probabilmente continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe subire un arresto<br />

Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

Possibilità di sviluppo di una Ottime possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la probabile crescente qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

domanda di fitofarmaci di origine domanda di fitofarmaci di origine riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

vegetale<br />

vegetale di livello consistente<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

sostanze chimiche pericolose come il di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

Bromuro di Metile utilizzate nei come il Bromuro di Metile utilizzate come il Bromuro di Metile utilizzate<br />

fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di Probabile concretizzazione della L’utilizzo dei fitofarmaci di origine<br />

utilizzo dei fitofarmaci di origine possibilità di utilizzo dei fitofarmaci vegetale torna probabilmente ad<br />

vegetale con i conseguenti effetti di origine vegetale con i conseguenti essere solo una possibilità attuabile<br />

benefici sull’ambiente<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di Potrebbe crescere fortemente il La crescita del livello di percezione<br />

crescita del livello di percezione livello di percezione dell’importanza dell’importanza di utilizzo dei<br />

dell’importanza di utilizzo dei di utilizzo dei fitofarmaci di origine fitofarmaci di origine vegetale da<br />

fitofarmaci di origine vegetale da vegetale da parte dei parte dei cittadini/consumatori<br />

parte dei cittadini/consumatori cittadini/consumatori<br />

potrebbe subire un arresto<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 685


Allegato I<br />

Variabile di scenario Politico/Normativa:<br />

Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto (in Italia viene ratificato con la Legge 1° giugno 2002, n. 120, dopo la<br />

firma del 10 dicembre 1997)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il livello di applicazione si stabilizza<br />

sui livelli attuali (non ratificano il<br />

Protocollo Stati Uniti, India, Cina e<br />

Australia)<br />

I principali paesi produttori di gas<br />

serra ratificano il Protocollo (Stati<br />

Uniti, India, Cina, come<br />

preannunciato durante il vertice di<br />

Johannesburg nel 2002, Australia)<br />

Alcuni dei principali Paesi firmatari,<br />

non applicano il Protocollo<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono discrete possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono ottime possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

biolubrificanti<br />

Ci sono scarse possibilità di sviluppo<br />

di una redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un notevole salto<br />

di qualità dovendo soddisfare una<br />

domanda di biolubrificanti di livello<br />

molto consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico subisce un arresto, dato il<br />

non completo sviluppo della<br />

domanda di biolubrificanti<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre<br />

sostanze chimiche pericolose, oltre ai<br />

nonilfenoli<br />

Elevate possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose,<br />

oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Si concretizza la possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Cresce fortemente il livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Difficoltà di sviluppo di normative di<br />

settore che favoriscano l’impiego di<br />

biolubrificanti<br />

L’utilizzo dei biolubrificanti<br />

rappresenta una possibilità attuabile<br />

tra le tante per il rispetto e la<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

La crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori tende a subire<br />

un arresto<br />

*<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 686


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento dei prezzi del petrolio<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il prezzo del petrolio si stabilizza sui<br />

livelli attuali.<br />

Il prezzo del petrolio tende<br />

all’aumento continuo, in relazione<br />

all’esaurimento della risorsa stessa.<br />

Allegato I<br />

Il prezzo del petrolio diminuisce<br />

riassestandosi ai livelli degli scorsi<br />

anni.<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

Continua a crescere Giunge a livelli molto elevati Subisce un arresto<br />

Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad un costante aumento Tendono a diminuire rispetto ai livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

Aumentano le possibilità di sviluppo Elevate possibilità di sviluppo di una Scarse possibilità di sviluppo di una<br />

di una redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un notevole salto tecnologico subisce un arresto, dato<br />

per soddisfare la crescente domanda di qualità dovendo soddisfare una che la domanda tenderà a<br />

di fitofarmaci di origine vegetale domanda di fitofarmaci di origine<br />

vegetale di livello molto consistente<br />

riconcentrarsi su prodotti di altro tipo<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

sostanze chimiche pericolose come il di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

Bromuro di Metile utilizzate nei come il Bromuro di Metile utilizzate come il Bromuro di Metile utilizzate<br />

fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Cresce la possibilità di utilizzo dei Si concretizza la possibilità di L’utilizzo dei fitofarmaci di origine<br />

fitofarmaci di origine vegetale con i utilizzo dei fitofarmaci di origine vegetale torna ad essere solo una<br />

conseguenti effetti benefici vegetale con i conseguenti effetti possibilità attuabile tra le tante per il<br />

sull’ambiente<br />

benefici sull’ambiente<br />

rispetto e la salvaguardia<br />

Comunità Comunità<br />

dell’ambiente<br />

Comunità<br />

Aumenta la possibilità di crescita del Cresce fortemente il livello di La crescita del livello di percezione<br />

livello di percezione dell’importanza percezione dell’importanza di utilizzo dell’importanza di utilizzo dei<br />

di utilizzo dei fitofarmaci di origine dei fitofarmaci di origine vegetale da fitofarmaci di origine vegetale da<br />

vegetale da parte dei parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

subisce un arresto<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 687


Variabile di scenario Economica:<br />

Andamento del processo di globalizzazione dei mercati<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati si stabilizza sui livelli attuali<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati subisce una riduzione rispetto<br />

ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il processo di globalizzazione dei<br />

mercati aumenta considerevolmente<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

Tende a mantenersi sui livelli attuali Potrebbe aumentare rispetto agli Potrebbe subire una riduzione rispetto<br />

attuali livelli<br />

agli attuali livelli<br />

Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi<br />

Tenderanno a stabilizzarsi sui livelli Tenderanno ad aumentare rispetto ai Tenderanno a diminuire rispetto ai<br />

attuali<br />

livelli attuali<br />

livelli attuali<br />

Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una Aumentano le possibilità di sviluppo Diminuiscono le possibilità di<br />

redditività propria del settore di una redditività propria del settore sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi tecnologico potrebbe aumentare, dato tecnologico potrebbe ridursi, data la<br />

sugli attuali livelli<br />

il possibile aumento della domanda di possibile diminuzione della domanda<br />

fitofarmaci di origine vegetale di fitofarmaci di origine vegetale<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Limitate possibilità di messa al bando Rilevanti possibilità di messa al Scarse possibilità di messa al bando<br />

di altre sostanze chimiche pericolose bando di altre sostanze chimiche di altre sostanze chimiche pericolose<br />

come il Bromuro di Metile utilizzate pericolose come il Bromuro di Metile come il Bromuro di Metile utilizzate<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

utilizzate nei fitofarmaci di sintesi nei fitofarmaci di sintesi<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali Rilevanti possibilità di crescita L’utilizzo dei fitofarmaci di origine<br />

livelli dell’utilizzo dei fitofarmaci di dell’utilizzo dei fitofarmaci di origine vegetale potrebbe tornare ad essere<br />

origine vegetale<br />

vegetale con i conseguenti effetti solo una possibilità attuabile tra le<br />

benefici sull’ambiente<br />

tante per il rispetto e la salvaguardia<br />

dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile stabilizzazione del livello Probabile crescita del livello di Probabile riduzione del livello di<br />

di percezione dell’importanza di percezione dell’importanza di utilizzo percezione dell’importanza di utilizzo<br />

utilizzo dei fitofarmaci di origine dei fitofarmaci di origine vegetale da dei fitofarmaci di origine vegetale da<br />

vegetale da parte dei parte dei cittadini/consumatori parte dei cittadini/consumatori<br />

cittadini/consumatori<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 688


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Andamento dei cambiamenti climatici globali<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali si assesta sugli attuali<br />

andamenti<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali subisce un peggioramento<br />

rispetto ai livelli attuali<br />

Allegato I<br />

Il trend dei cambiamenti climatici<br />

globali tende al miglioramento, grazie<br />

all’applicazione dei diversi<br />

provvedimenti previsti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Buone probabilità di crescita Potrebbe giungere a livelli consistenti Tende a mantenersi sui livelli attuali<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono a stabilizzarsi sui livelli Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali<br />

attuali<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabili rilevanti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Stabili possibilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi<br />

per soddisfare la probabile crescita<br />

della domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un salto<br />

di qualità, dato il possibile aumento<br />

della domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe stabilizzarsi<br />

sugli attuali livelli<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile aumento della capacità di<br />

messa al bando di altre sostanze<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai<br />

Possibile aumento della capacità di<br />

messa al bando di altre sostanze<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Possibilità di crescita dell’utilizzo dei<br />

biolubrificanti con i conseguenti<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita del livello di<br />

percezione dell’importanza di utilizzo<br />

dei biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

rilevanti possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Possibile stabilizzazione della<br />

normativa di settore rispetto alla<br />

situazione attuale<br />

Probabile stabilizzazione sugli attuali<br />

livelli dell’utilizzo dei biolubrificanti<br />

Probabile stabilizzazione del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 689


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio)<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

I consumi degli stock di risorse non<br />

rinnovabili tendono a stabilizzarsi sui<br />

livelli attuali<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a diminuire in maniera<br />

consistente in tempi relativamente<br />

brevi<br />

Allegato I<br />

Gli stock di risorse non rinnovabili<br />

tendono a stabilizzarsi sui livelli<br />

attuali, in relazione ad una riduzione<br />

dei consumi<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti Domanda biolubrificanti<br />

Continua a crescere Potrebbe giungere a livelli elevati Potrebbe svilupparsi in maniera non<br />

adeguata<br />

Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali Prezzi lubrificanti convenzionali<br />

Tendono alla stabilità o ad un lieve Tendono ad aumentare Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

aumento rispetto ai livelli attuali<br />

livelli<br />

Redditività del settore Redditività del settore Redditività del settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabili aumenti della possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Probabili consistenti possibilità di<br />

sviluppo di una redditività propria del<br />

settore<br />

biolubrificanti<br />

Potrebbero esserci limitate possibilità<br />

di sviluppo di una redditività propria<br />

del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico tende a continuare a<br />

svilupparsi per soddisfare la<br />

crescente domanda di biolubrificanti<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

notevole salto di qualità dovendo<br />

soddisfare ad una domanda di<br />

biolubrificanti di livello consistente<br />

La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico potrebbe subire un<br />

arresto, dato che la domanda di<br />

biolubrificanti potrebbe svilupparsi in<br />

maniera non adeguata<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibile aumento della capacità di<br />

messa al bando di altre sostanze<br />

chimiche<br />

nonilfenoli<br />

pericolose, oltre ai<br />

Probabili elevate possibilità di messa<br />

al bando di altre sostanze chimiche<br />

pericolose, oltre ai nonilfenoli<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Possibile concretizzazione<br />

dell’utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti<br />

sull’ambiente<br />

effetti benefici<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di<br />

crescita del livello di percezione<br />

dell’importanza di utilizzo dei<br />

biolubrificanti da parte dei<br />

cittadini/consumatori<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Probabile crescita consistente del<br />

livello di percezione dell’importanza<br />

di utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

*****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Probabile scarsa possibilità di messa<br />

al bando di altre sostanze chimiche<br />

pericolose, oltre ai nonilfenoli<br />

Probabile limitata possibilità di<br />

utilizzo dei biolubrificanti con i<br />

conseguenti effetti benefici<br />

sull’ambiente<br />

Possibile crescita limitata del livello<br />

di percezione dell’importanza di<br />

utilizzo dei biolubrificanti da parte<br />

dei cittadini/consumatori<br />

**<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

limitate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

Il progetto Activa 690


Variabile di scenario Ambientale/Biologica:<br />

Grado di salubrità ambientale<br />

Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Il grado di salubrità ambientale si<br />

assesta sugli attuali livelli<br />

Il grado di salubrità ambientale<br />

migliora considerevolmente, grazie<br />

all’applicazione dei numerosi<br />

provvedimenti in materia<br />

Allegato I<br />

Il grado di salubrità ambientale<br />

peggiora rispetto ai livelli attuali, in<br />

relazione all’inadempienza dei vari<br />

provvedimenti in materia<br />

Effetti 1 Effetti 2 Effetti 3<br />

Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine Domanda fitofarmaci di origine<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

Probabilmente continua a crescere Potrebbe giungere a livelli rilevanti Potrebbe non svilupparsi pienamente<br />

Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi Prezzi fitofarmaci di sintesi<br />

Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali Tendono a stabilizzarsi sugli attuali<br />

livelli<br />

livelli o ad aumentare ulteriormente livelli o a diminuire ulteriormente<br />

Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci Redditività del settore fitofarmaci<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

di origine vegetale<br />

Ci potrebbero essere discrete Ci potrebbero essere elevate Ci potrebbero essere scarse<br />

possibilità di sviluppo di una possibilità di sviluppo di una probabilità di sviluppo di una<br />

redditività propria del settore redditività propria del settore redditività propria del settore<br />

Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica Innovazione tecnica/tecnologica<br />

La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e La ricerca in ambito tecnico e<br />

tecnologico continua a svilupparsi tecnologico subisce un salto di tecnologico subisce una riduzione,<br />

per soddisfare la probabile crescente qualità dovendo soddisfare una dato il probabile non completo<br />

domanda di fitofarmaci di origine domanda di fitofarmaci di origine sviluppo della domanda di<br />

vegetale<br />

vegetale<br />

consistente<br />

di probabile livello fitofarmaci di origine vegetale<br />

Normativa di settore Normativa di settore Normativa di settore<br />

Possibilità di messa al bando di altre Elevate possibilità di messa al bando Scarse possibilità di messa al bando<br />

sostanze chimiche pericolose come il di altre sostanze chimiche pericolose di altre sostanze chimiche pericolose<br />

Bromuro di Metile utilizzate nei come il Bromuro di Metile utilizzate come il Bromuro di Metile utilizzate<br />

fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

nei fitofarmaci di sintesi<br />

Ambiente Ambiente Ambiente<br />

Probabile crescita della possibilità di Possibile concretizzazione della L’utilizzo dei fitofarmaci di origine<br />

utilizzo dei fitofarmaci di origine possibilità di utilizzo dei fitofarmaci vegetale rappresenta una possibilità<br />

vegetale con i conseguenti effetti di origine vegetale con i conseguenti attuabile tra le tante per il rispetto e la<br />

benefici sull’ambiente<br />

effetti benefici sull’ambiente<br />

salvaguardia dell’ambiente<br />

Comunità Comunità Comunità<br />

Probabile aumento della possibilità di Probabile crescita consistente del La crescita del livello di percezione<br />

crescita del livello di percezione livello di percezione dell’importanza dell’importanza di utilizzo dei<br />

dell’importanza di utilizzo dei di utilizzo dei fitofarmaci di origine fitofarmaci di origine vegetale da<br />

fitofarmaci di origine vegetale da vegetale da parte dei parte dei cittadini/consumatori<br />

parte dei cittadini/consumatori cittadini/consumatori<br />

potrebbe subire un arresto<br />

***<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

buone possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

*****<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

elevate possibilità di<br />

sviluppo in Toscana<br />

*<br />

La filiera fitofarmaci ha<br />

scarse possibilità di sviluppo<br />

in Toscana<br />

Il progetto Activa 691


Legenda analisi degli scenari<br />

Legenda<br />

Trend Giudizio<br />

Negativo <br />

Stabile <br />

Positivo <br />

Possibilità di sviluppo della<br />

filiera in Toscana<br />

Giudizio<br />

Scarse *<br />

Limitate **<br />

Buone ***<br />

Rilevanti ****<br />

Elevate *****<br />

Allegato I<br />

Il progetto Activa 692


Allegato J - Griglie della possibilità di sviluppo<br />

Possibilità di sviluppo della filiera biocombustibili in relazione ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative<br />

Scenario 1<br />

Trend attuale<br />

Scenario 2<br />

+ sviluppo filiera<br />

Scenario 3<br />

- sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Finanziaria 2005 ha ridotto il contingente<br />

annuo defiscalizzato a 200.000 t per i<br />

prossimi sei anni (2005-2010)<br />

** ***** *<br />

c Finanziaria 2005 stanzia 73 milioni di euro<br />

per la produzione di bioetanolo da utilizzare<br />

tal quale (4,5% dello stanziamento), per la<br />

produzione di Etbe (85,5%) e di additivi e<br />

riformulati (10%)<br />

*** ***** **<br />

d Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto<br />

*** ***** *<br />

e Direttiva 2003/30/CE sulla promozione<br />

dell'uso dei biocarburanti, prevede di<br />

utilizzare carburanti di origine agricola per il<br />

2% di tutta la benzina e del diesel per<br />

trasporti, entro il 31 dicembre 2005 e del<br />

5,75% entro il 31 dicembre 2010<br />

** ***** *<br />

f Dlgs. 30 maggio 2005, n. 128, Gazzetta<br />

Ufficiale 12 luglio 2005 n. 160 in attuazione<br />

della Direttiva 2003/30/CE, riduce la<br />

percentuale nazionale al di sotto di quella<br />

programmata (1% biocarburanti entro 31<br />

dicembre 2005, 2,5% entro 31 dicembre<br />

2010);<br />

** **** *<br />

g Inserimento della gestione delle terre agricole<br />

tra le azioni previste per la riduzione delle<br />

emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto)<br />

** ***** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

i Andamento del processo di globalizzazione<br />

dei mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

l Andamento dei cambiamenti climatici<br />

globali<br />

*** **** **<br />

m Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

Il progetto Activa 693


Allegato J<br />

Possibilità di sviluppo della filiera dei biolubrificanti in relazione ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Applicazione a livello nazionale della ** ***** *<br />

Direttiva 2003/53/CE che vieta la<br />

commercializzazione e l'impiego di<br />

c<br />

nonilfenolo e di nonilfenolo etossilato<br />

Direttiva 2003/87/CE che istituisce un<br />

sistema di scambio delle quote di emissione<br />

dei gas a effetto serra all'interno dell'UE<br />

*** ***** **<br />

d Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto<br />

*** ***** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

f Grado di dipendenza dal mercato del petrolio ** ***** *<br />

g Andamento del processo di globalizzazione<br />

dei mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

i Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

Possibilità di sviluppo della filiera delle colture agrarie dedicate da energia in relazione<br />

ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative<br />

Scenario 1<br />

Trend attuale<br />

Scenario 2<br />

+ sviluppo filiera<br />

Scenario 3<br />

- sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Livello di applicazione del Protocollo di Kyoto *** ***** *<br />

c Direttiva 2001/77/EC che promuove la<br />

produzione di energia elettrica da fonti<br />

rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità<br />

** *** *<br />

d Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema<br />

di scambio delle quote di emissione dei gas a<br />

effetto serra all'interno dell'UE<br />

*** ***** **<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

f Andamento del processo di globalizzazione dei<br />

mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali / Biologiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

g Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

h Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

i Livello di inquinamento da gas tossici derivati<br />

dall’utilizzo di fonti fossili;<br />

** ***** *<br />

l Grado di efficacia e di diffusione ** ***** *<br />

dell’innovazione tecnologica per<br />

l’ottimizzazione dei processi di conversione<br />

della biomassa in energia;<br />

Il progetto Activa 694


Allegato J<br />

Possibilità di sviluppo della filiera dei biopolimeri in relazione ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Scenario della ricerca tossicologica su<br />

plastiche convenzionali e loro additivi<br />

** ***** *<br />

b Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto<br />

*** ***** *<br />

c Presenza di normative volte alla limitazione<br />

di materiali organici persistenti (POP)<br />

** ***** *<br />

d Livello di applicazione e di ampliamento<br />

delle Direttive (2002/72/CE, 2002/16/CE,<br />

1990/128/CE e successive modifiche) che<br />

limitano la migrazione di sostanze contenute<br />

in alcune plastiche e loro additivi negli<br />

alimenti con i quali vengono a contatto<br />

*** **** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

f Grado di dipendenza dal mercato del petrolio ** ***** *<br />

g Andamento del processo di globalizzazione<br />

dei mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

i Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

Possibilità di sviluppo della filiera dei coloranti naturali in relazione ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Livello di applicazione della Direttiva<br />

61/2002 CE che vieta l’utilizzo di coloranti di<br />

tipo azoico e pone restrizioni alla immissione<br />

sul mercato di altre sostanze coloranti di<br />

sintesi ritenute pericolose;<br />

** ***** *<br />

c Applicazione dei DIN Standards per i<br />

coloranti di sintesi cancerogeni o con<br />

proprietà allergeniche DIN 54231/2004 (es.<br />

Blu disperso, Bruno disperso; Arancio<br />

disperso; Giallo disperso; Rosso disperso);<br />

** ***** *<br />

d Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto<br />

*** ***** *<br />

e Capacità di recepimento della Direttiva<br />

67/548/CEE, al fine di porre il divieto di<br />

utilizzo di sostanze chimiche, tra cui alcuni<br />

coloranti di sintesi, etichettati con la sigla R45<br />

“Può provocare il cancro” e R49 ”Può<br />

provocare il cancro per inalazione” che non<br />

sono al momento vietati in Italia<br />

** ***** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

f Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

Il progetto Activa 695


Allegato J<br />

g Andamento del processo di globalizzazione<br />

dei mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale<br />

+ sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

h Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

i Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

Possibilità di sviluppo della filiera delle fibre vegetali in relazione ai diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative<br />

Scenario 1<br />

Trend attuale<br />

Scenario 2<br />

+ sviluppo filiera<br />

Scenario 3<br />

- sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Regolamento (CE) 1251/99 (Allegato XII),<br />

successive modifiche ed integrazioni:<br />

** **** *<br />

possibilità di semina della canapa<br />

c<br />

esclusivamente con sementi di varietà<br />

certificate a tenore di THC non superiore allo<br />

0,2%;<br />

Ddl Fini sulle tossicodipendenze (mancanza<br />

della definizione dei livelli di Thc nelle<br />

varietà di canapa da fibra per poterle definire<br />

tali, impedendo alle forze dell’ordine di poter<br />

separare la figura del colpevole di atti illeciti<br />

dall’agricoltore);<br />

** ***** *<br />

d Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto<br />

*** ***** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

e Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

f Andamento del processo di globalizzazione<br />

dei mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

g Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

h Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

Il progetto Activa 696


Allegato J<br />

Possibilità di sviluppo della filiera dei fitofarmaci di origine vegetale in relazione ai<br />

diversi scenari<br />

Variabili di scenario Politico / Normative Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3<br />

Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

a Riforma di medio termine della PAC *** ***** *<br />

b Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Montreal relativo alle date di Phase out del<br />

Bromuro di metile ed alla definizione dei<br />

cosiddetti “usi critici” ammessi in deroga<br />

*** ***** *<br />

c Livello di applicazione del Protocollo di<br />

Kyoto<br />

*** ***** *<br />

Variabili di scenario Economiche Trend attuale + sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

d Andamento dei prezzi del petrolio *** ***** *<br />

e Andamento del processo di globalizzazione<br />

dei mercati<br />

** **** *<br />

Variabili di scenario Ambientali /<br />

Biologiche<br />

Trend attuale<br />

+ sviluppo filiera - sviluppo filiera<br />

f Andamento dei cambiamenti climatici globali *** **** **<br />

g Livello degli stock di risorse non rinnovabili<br />

(es. petrolio)<br />

*** ***** **<br />

h Grado di salubrità ambientale *** ***** *<br />

Legenda<br />

Trend Giudizio<br />

Negativo ?<br />

Stabile ?<br />

Positivo ?<br />

Possibilità di sviluppo della<br />

filiera in Toscana<br />

Giudizio<br />

Scarse *<br />

Limitate **<br />

Buone ***<br />

Rilevanti ****<br />

Elevate *****<br />

Il progetto Activa 697

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