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Nell’analisi quantitativa di Rietveld, i singoli fattori di scala ed i parametri<br />

relativi al profilo dei picchi per ogni fase, vengono variati congiuntamente con<br />

il fondo ed i parametri di cella.<br />

Le informazioni sulla frazione in peso (Wi) delle fasi presenti in un sistema<br />

polifasico vengono calcolate dai fattori di scala, ottenuti dall’affinamento,<br />

relativi alle singole fasi:<br />

2<br />

Si<br />

ρ iVi<br />

Wi = . 2<br />

S ρ V<br />

∑<br />

i<br />

Dove Si, ρi, Vi sono rispettivamente fattore di scala, densità e volume della<br />

cella elementare della fase i-esima, e la sommatoria è estesa a tutte le fasi<br />

presenti nel sistema.<br />

Uno dei problemi principali nell'analisi di Rietveld è la definizione di un<br />

modello accurato per la funzione G(∆θik).<br />

62<br />

i<br />

La forma di un picco di diffrazione dipende da svariati parametri:<br />

sorgente della radiazione, distribuzione delle lunghezze d'onda nel fascio<br />

primario, caratteristiche del fascio (influenzate dalla configurazione di<br />

collimatori e slitte di Soller posti tra sorgente e monocromatore,<br />

monocromatore e campione, campione e rivelatore), sistema di rilevazione.<br />

Esistono diversi tipi di funzioni analitiche per descrivere la forma del picco,<br />

nella fattispecie si utilizza una miscela di funzioni Gaussiane (G) e Lorentziane<br />

(L), con gradi di miscelazione affinabili, denominata funzione pseudo-Voigt<br />

(pV):<br />

i<br />

( G)<br />

pV = ηL + 1 −η<br />

dove η rappresenta il parametro di mescolamento (0

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