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Capitolo 4<br />

CALCOLO DELLA COMPOSIZIONE<br />

MINERALOGICA DI UN CEMENTO PORTLAND<br />

4.1 Introduzione<br />

La conoscenza della composizione mineralogica di un cemento non è soltanto<br />

un dettaglio di interesse scientifico, ma una importante informazione per la<br />

valutazione di fattori come il fabbisogno termico teorico durante il processo<br />

produttivo, o per il controllo sulla qualità del prodotto.<br />

Il calcolo può essere fatto secondo diversi metodi: il più affidabile e<br />

universalmente riconosciuto è la conta per punti al microscopio ottico, metodo<br />

che risulta però altamente laborioso e richiede tempi relativamente lunghi (è<br />

necessaria infatti la conta di almeno 5000 – 10.000 punti per avere una<br />

sufficiente statistica) oltre a necessitare di operatori esperti. Per questi motivi,<br />

la conta per punti viene utilizzata soltanto in applicazioni particolari e verrà<br />

tralasciata in questa trattazione.<br />

La composizione mineralogica può essere calcolata anche con un metodo<br />

stechiometrico, sulla base dell’analisi chimica del clinker, con il cosiddetto<br />

metodo di Bogue [Bogue & Lerch, 1934]].<br />

Il metodo maggiormente all’avanguardia è il metodo di Rietveld, uno<br />

strumento di calcolo iterativo, basato sull’analisi di un diffrattogramma digitale<br />

ottenuto da esperimenti di diffrazione dei raggi X (Paragrafo 3.2) sul campione<br />

in esame.<br />

Il metodo risulta estremamente rapido rispetto agli altri due, in quanto tutte le<br />

operazioni di calcolo sono affidate ad un calcolatore elettronico. Per contro, i<br />

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