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3.2.4 Metodo delle polveri<br />
Dopo la grande intuizione di Laue ed Edwald riguardante la diffrazione di<br />
raggi X per opera di cristalli singoli, che vengono assimilati a “reticoli” con<br />
“fenditure” (gli atomi diffondenti) poste a distanze adatte a dare una figura di<br />
diffrazione che contenga memoria della struttura atomica del cristallo, vennero<br />
osservati fenomeni di diffrazione da parte di campioni cristallini, polverizzati<br />
in modo da ottenere un elevatissimo numero di individui cristallini con<br />
dimensione dell’ordine di grandezza di 0,01 mm. Poiché la popolazione degli<br />
individui cristallini è orientata statisticamente, ve ne saranno certamente alcuni<br />
disposti in modo tale da soddisfare la condizione di diffrazione di Bragg, cioè<br />
la relazione:<br />
λ = 2 senθ<br />
, (eq.3.12)<br />
d hkl<br />
I raggi diffratti formano un cono di apertura angolare 4θ (Figura 3.4), per ogni<br />
famiglia di piani reticolari si origina un cono di differente apertura angolare.<br />
Figura 3.4 Generazione del cono di diffrazione<br />
La formazione di questi coni può essere spiegata in termini di reticolo<br />
reciproco: poiché vi è un grandissimo numero di cristalliti orientati in tutte le<br />
direzioni possibili, i punti del reticolo reciproco relativi ad una stessa famiglia<br />
di piani hkl, appartenente a cristalliti diversi, si troveranno sulla superficie di<br />
una sfera di raggio<br />
1<br />
d hkl<br />
*<br />
= d , (eq.3.13)<br />
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