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stimandone l’abbondanza in maniera stechiometrica, a partire dalla fase<br />

cristallina idrata ad essa correlata, l’idrossido di calcio. In questo modo risulta<br />

possibile correggere ulteriormente la frazione di amorfo fin qui calcolata.<br />

Per la tecnica in-situ nasce un'ulteriore complicazione: oltre ai prodotti<br />

di idratazione scarsamente cristallini c'è da considerare l'acqua libera, cioè<br />

l'acqua che non ha ancora preso parte alle reazioni di idratazione, questa si<br />

comporta come le altre fasi amorfe e contribuisce al rumore di fondo della<br />

misura, concorrendo ad aumentare l'imprecisione dell'analisi di Rietveld.<br />

Per avere dei risultati ragionevoli da un'analisi mineralogica quantitativa<br />

XRD/Rietveld in-situ su campioni di cemento idratati è quindi necessario<br />

discriminare l'acqua libera dall'acqua legata nei prodotti di idratazione (o acqua<br />

cristallina), in modo da poterla così sottrarre alla percentuale di materiale<br />

amorfo, ottenuta con il metodo dello standard interno.<br />

La procedura, nel suo complesso, richiede diversi passi e risulta in fine in una<br />

quantificazione percentuale in peso (normalizzata a 1) di fasi mineralogiche<br />

cristalline (anidre ed idrate), fasi mineralogiche amorfe, acqua libera e<br />

materiale amorfo non identificato.<br />

Nel corso della Tesi vengono trattati i due metodi di analisi<br />

mineralogica quantitativa su cementi idratati; il metodo tradizionale è stato<br />

abbandonato a favore della tecnica in-situ, dopo aver verificato che la<br />

procedura di preparazione del campione per l’analisi ne alterava le<br />

caratteristiche.<br />

Il corpo del progetto di Tesi consiste nell’applicazione del metodo<br />

XRD/Rietveld in-situ a paste di cemento, attraverso lo sviluppo di un metodo<br />

di calcolo che consenta la correzione dei risultati sperimentali, affetti dai già<br />

accennati errori sistematicamente connessi alla misura.<br />

L’aspetto innovativo di questo lavoro risiede nell’integrazione,<br />

all’interno di un’unica procedura analitica, di diversi accorgimenti, finora<br />

trattati separatamente in letteratura - [Le Saoût et al., 2001], (Metodo dello<br />

standard interno); [Goetz-Neunhoeffer et al. 2006], [Neubauer et al., 2006]<br />

(stima C-S-H e acqua libera) - necessari al fine di permettere l’applicazione<br />

dell’analisi XRD/Rietveld a sistemi di cemento idratati.<br />

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