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UNA VITA DONATA
tua voce profonda e melodiosa che cantava inni d’Amore al Signore;
soprattutto ricordo il tuo ascolto, un ascolto vero e sincero,
senza giudizi, accogliente, che mi faceva sentire “a casa
mia”, penso che riuscivi ad ascoltarmi con gli orecchi e il cuore
di Dio...». 13 Perché tale era la tua intimità con Lui. Come altrimenti
avrebbe potuto un uomo, straziato dal dolore di una terribile
malattia, avere la Fede di dire: “Grazie Signore, tutto è
Grazia”?. Ma come, stai morendo e ringrazi il Signore? 14
Eppure sì, perché non è la prima spada che ti penetra fino alle
giunture e alle midolla. Anche l’altra certamente non faceva
meno male. Quante cose il Signore ti ha chiesto, quante volte ha
stravolto completamente i tuoi progetti, eppure gli hai aperto il
cuore in modo straordinario, totale; ti sei fidato ciecamente e ti
sei abbandonato al Padre, al suo volere, con un po’ di timore
forse ma certo che quella era la via da seguire. 15 Tu eri allenato
a riconoscere quell’amore difficile da amare perché nascosto
dentro apparenze così faticose. Terribili a volte, per i cuori inesperti.
Dal cielo continua a vegliare sui tuoi genitori e su ognuno
di noi; continua ad accompagnarci per poter compiere anche
noi, con fede e speranza, il “santo viaggio”. 16 Perché ora ti so
esperto di Dio, ora anche tu mi attesti la sua paternità.
Per questo oso firmarmi ... tuo fratello.
“O
ggi di fronte all’altare, assieme al pane e al vino, consegneremo
la storia di ognuno di noi. E insieme alle
paure anche le attese, le speranze, i sogni che ognuno di noi
porta dentro il suo cuore.
E in questa celebrazione allora siamo chiamati ad assimilare, a
calare dentro di noi e ad assaporare tutta la dolcezza e il conforto
delle parole del Signore: “non avere paura”. E noi siamo certi
che ancora una volta egli manifesta a noi la sua presenza amo-