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RICORDIAMOCI DI DIO - parrocchiapontevecchio

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<strong>RICOR<strong>DI</strong>AMOCI</strong> <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O<br />

DON GIOVANNI TACCHI, parroco di Pontevecchio dal 1978 al 1983.<br />

Questa è una raccolta di conversazioni che Don Giovanni Tacchi fece in momenti di incontro.<br />

CONVERSAZIONI <strong>DI</strong> DON GIOVANNI TACCHI<br />

<strong>RICOR<strong>DI</strong>AMOCI</strong> <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O (Novembre '78)<br />

Tutte le settimane, al nostro incontro, mi pare che siamo portati, io e voi, a dover riflettere sugli avvenimenti<br />

da cui siamo circondati e mi pare anche giusto perché Dio, il Dio della rivelazione, il Dio che ci ama, parla<br />

nella nostra storia.<br />

Certo che qualcuno a questo punto potrebbe domandarsi: ma come parla questo Dio, oggi che lo si sente<br />

così assente .... queste carneficine, aprendo il giornale si rimane esterrefatti, siamo in una guerra ad<br />

oltranza. Giustamente diceva un commentatore della radio Vaticana che sono da rimpiangere i tempi in cui i<br />

briganti assalivano i viandanti sulla strada perché quelli chiedevano o la borsa o la vita; ora cercano<br />

direttamente la vita. Si apre il giornale e si vede questi giovani che con allucinante spregiudicatezza si<br />

picchiano un colpo di pistola nel cervello. Bambini, persone, giovani rapiti; e viene questa oppressione no?<br />

Ma la domanda che io vorrei buttare lì è molto più grave degli avvenimenti a cui stiamo assistendo.<br />

Cosa può pretendere uno Stato, uno Stato che accetta come una grande vittoria i rapporti sugli aborti che<br />

avvengono nelle varie cliniche. Stavo leggendo l'altro giorno sul giornale uno di questi rapporti; era<br />

agghiacciante: si contavano il numero degli aborti a quindicimila, a centomila, a duecentomila così come se<br />

si contasse non so, delle cose; e sono omicidi.<br />

Uno Stato che si fa dare dalle varie cliniche un rapporto sugli aborti compiuti, così come se si facesse un<br />

rapporto sulle lampadine bruciate. Non per intervenire, ma per vedere che è presa sul serio la legge della<br />

liberazione degli aborti compiuti e gli aborti vengono fatti. E questi aborti sono omicidi. Uno stato dunque<br />

che accetta l'omicidio del bambino più indifeso, del bambino che non ha fatto niente a nessuno, che non ha<br />

neanche una ricchezza da custodire. Nulla; uno Stato che accetta l'uccisione dell’infante come un progresso<br />

non so, ma che cosa si deve aspettare, cosa si deve aspettare? Le Brigate Rosse o i gruppi autonomi di<br />

uccisione, ma sono niente, hanno preso sul serio questa permissività Statale, e cosa può pretendere uno<br />

Stato adesso, non so io. Uccidere. Uccidere un bambino nel grembo materno e uccidere appoggiati dalla<br />

legge, cosa diffonde questo costume, diffonde un'idea, diffonde una strana certezza, una strana ed<br />

agghiacciante certezza: che la vita è niente. La vita è uno schifo, lasciavano scritto quei giovani che si sono<br />

suicidati a Parabiago. E uno si domanderà allora in tutto questo dov'è Dio? Ma carissimi Dio è presente,<br />

ma non lo sentite presente in tutta questa storia di sangue. Dio è presente con la sua assenza. Proprio<br />

perché si è tolto Dio, questo benedetto Parlamento che non vuole più sentir la parola Dio, ha dato il via libera<br />

all'uccisione dell'uomo. Queste scuole in cui si deride la parola Dio, sono la fucina di studenti suicidi.<br />

Queste famiglie in cui non si prega più sono il semenzaio della espressione: “La vita è uno schifo”. Proprio<br />

perché abbiamo abbandonato Dio, non si capisce più il valore dell'uomo, il valore della vita, la gioia di vivere.<br />

Stavo parlando l'altra sera con un gruppo di giovani, eravamo in un bar e la domanda era stata esplicita da<br />

parte loro: c'è la gioia? che cos'è la gioia? Si che c'è la gioia cari giovani e la gioia è questa: sentire che sei<br />

appoggiato a Dio. Ecco ci sono due modi di affrontare la vita. C'è il modo in cui uno dice io affronto la vita<br />

con sicurezza perché io sono forte, e questa idea ti pone in uno stato di chiusura verso gli altri, di prepotenza<br />

e quindi di mancanza di gioia, mentre ti porta la noia.<br />

C'è l'altro modo. La vita esce ogni mattina dalle mani di Dio, io 1'affronto, affronto COSI’ le cose, le<br />

situazioni, le persone con semplicità perché in me c'è la potenza di Dio che tutto trasforma in mio bene e in<br />

bene di colui che mi è di fronte.<br />

E allora ci si accorge che la vita è un’avventura, perché ogni incontro può riservare una svolta della tua vita<br />

che tu non immaginavi, ma certo una svolta sempre bella. La vita è un'avventura perché niente ti fa paura e<br />

tu affronti tutto quello che c'è da affrontare sapendo che c'è un Padre, che sa già quello che tu incontrerai. E<br />

se tu guardi Lui credendo che Lui ti ama, appoggiato su questa certezza che Lui ti ama, tu affronti questa<br />

realtà con una assoluta libertà, tu ti senti veramente te stesso; è la gioia.


Ecco, l'aver dimenticato questa cosa, questa verità,1'aver dimenticato questo Dio, ha armato ed arma tante<br />

mani, l'aver dimenticato questo Dio strappa tanti bambini dal grembo materno. L'aver dimenticato questo<br />

Dio, riempie le pistole di proiettili contro noi stessi. L'aver dimenticato questo Dio dà ad uno Stato il disarmo<br />

completo contro la violenza, uno Stato che è boccheggiante, boccheggiante perché sa che la morte potrebbe<br />

afferrarlo da un momento all'altro. Si parla di agguati, di rapine, di rapimenti ebbene tutte queste persone<br />

che rapiscono che ci estorcono danaro, noi li disprezziamo.<br />

Eppure sono persone che hanno avuto il terribile coraggio di portare alle estreme conseguenze una nostra<br />

persuasione, la persuasione che la sicurezza viene dal denaro. Abbiamo abbandonato Dio ed ecco che<br />

questo Dio che abbiamo reso assente dalla nostra vita fa sentire il suo vuoto, il vuoto di sé che noi ci siamo<br />

scavati. Abbiamo tentato di riempire questo vuoto col denaro e questo denaro è la causa di altro infinito male<br />

e quanta tristezza e quanto buio! Carissimi non vi dicono niente tutte queste cronache dei giornali, non è<br />

forse ora di ricordarci di Dio? Ricordiamoci di Dio, quando apriamo questo giornale, ricordiamoci di Dio<br />

quando la televisione ci porta gli avvenimenti filmati di cose lugubri, ricordiamoci di Dio quando pensando ai<br />

figli veniamo presi da un senso di paura di cosa potrà succedere loro, cosa potrà avvenire nella loro vita.<br />

Ricordiamoci di Dio, mia cara gente!

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