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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

forma di alterazione è spesso resa ancora più grave dal fatto che l’uomo per<br />

mantenere in vita i Pesci è disposto a stravolgere il naturale carattere temporaneo<br />

di molti di questi ambienti (fattore che di per sè permetterebbe il ripristino<br />

delle condizioni ecologiche naturali dopo la siccità estiva) mediante un approvvigionamento<br />

idrico forzato anche durante i periodi di siccità di pozze, vasche,<br />

piccoli stagni ecc.. Quest’ultima pratica permette così ai pesci introdotti di superare<br />

indenni tali periodi, con il risultato che la compromissione dell’habitat si<br />

mantiene inalterata nel tempo.<br />

Per quanto riguarda le immissioni d’ittiofauna nei corpi idrici nell’Appennino<br />

Tosco-Emiliano (in particolare per alcune aree dell’Appennino Modenese), già<br />

lanza nel 1948 e 1966 riferiva i danni prodotti sulle popolazioni di Anfibi (Triturus<br />

alpestris apuanus) dall’introduzione di Pesci (nel caso specifico trote). Come<br />

sottolinea scoccianti (2001a), oltre al problema <strong>dei</strong> rilasci di Pesci praticati da<br />

singoli cittadini di propria iniziativa, il fenomeno delle immissioni periodiche di<br />

ittiofauna su vasta scala nei corsi d’acqua e nei laghi (“ripopolamento ittico”) è<br />

stato ed è tuttora una pratica pianificata e realizzata, nella più totale noncuranza<br />

<strong>dei</strong> danni provocati sulle biocenosi, dalle amministrazioni locali con contributi<br />

pubblici, in accordo con le associazioni di pescatori. Dato che anche i tratti <strong>dei</strong><br />

corsi d’acqua posti più a monte, dove mai prima i Pesci erano stati presenti, sono<br />

stati anch’essi fatti oggetto di questi interventi di immissione, la situazione è divenuta<br />

estremamente grave per molte specie di Anfibi che erano soliti riprodurvisi<br />

(ad esempio in molti torrenti e torrentelli dell’Appennino Tosco-Emiliano).<br />

Solo recentemente, per la prima volta in Italia, grazie ai risultati di uno studio<br />

sui problemi di conservazione <strong>degli</strong> Anfibi promosso dal Parco Nazionale delle<br />

Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (scoccianti & teDalDi, ined.), alcuni<br />

corsi d’acqua siti all’interno di quest’area sono stati esclusi dagli interventi<br />

di ripopolamento ittico programmati dall’Amministrazione Provinciale di Forlì-<br />

Cesena, proprio per i possibili rischi per le locali popolazioni di Anfibi.<br />

Tutte le specie di Pesci che più frequentemente vengono introdotte nell’ambiente<br />

naturale sono capaci di arrecare gravi danni alla maggior parte delle specie di Anfibi.<br />

Generalmente l’impatto <strong>della</strong> predazione si verifica a carico delle uova e delle<br />

larve ma è noto anche su individui adulti. Gli effetti dovuti alla presenza di Pesci<br />

negli habitat riproduttivi <strong>degli</strong> Anfibi possono essere di tipo diretto e indiretto.<br />

La morte per predazione costituisce l’effetto più evidente ma ugualmente degne<br />

di nota ai fini del successo riproduttivo e <strong>della</strong> sopravvivenza delle popolazioni<br />

sono anche le conseguenze dello stress indotto sugli individui dalla presenza <strong>dei</strong><br />

predatori, che in molte specie può determinare notevoli modificazioni del comportamento<br />

(clausnitzer, 1983; sih & kats, 1991; sih et al., 1992; holoMuzki, 1995;<br />

WilBur, 1997; griffiths & foster, 1998; lefcort, 1998; scoccianti, 2001a). Numerosissimi<br />

sono gli studi a livello mondiale che hanno dimostrato gli effetti negativi<br />

sulle popolazioni di Anfibi in séguito all’introduzione di specie ittiche. Per quanto<br />

riguarda la regione Toscana non sono mai state eseguite ricerche specifiche su<br />

questo tipo di impatto, il quale è comunque di gravi e diffuse proporzioni.<br />

Anche quando si tratta di progettare interventi di conservazione con creazione<br />

di habitat riproduttivi per gli Anfibi, è necessario tenere sempre presente il tipo<br />

di problema sopra ricordato. Vi sono infatti zone che possono essere considerate<br />

a più alto rischio per la possibile invasione da parte dell’ittiofauna; gene-<br />

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