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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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Fig. 16. Faggeta presso Fonte del Borbotto (San Godenzo, Firenze).<br />

In Toscana l’abete rosso autoctono è presente solo nei dintorni dell’Abetone,<br />

fra 1350 e 1800 m circa; la specie è comunque diffusa per impianto artificiale,<br />

spesso associata all’abete bianco o ad altre conifere esotiche, in varie località<br />

montane del territorio regionale (ad esempio nelle Foreste Casentinesi, ove è<br />

stata immessa alla fine del ’700).<br />

Boschi di origine artificiale Ne fanno parte i boschi di impianto più o meno<br />

recente, nei quali è chiaramente riconoscibile o documentabile l’intervento dell’uomo.<br />

Nella parte costiera la vegetazione mediterranea degradata a macchia e<br />

a gariga, su suolo sabbioso poco acidificato, è stata spesso rimboschita con pini<br />

di diverse specie (pino domestico, Pinus pinea; pino marittimo, P. pinaster; pino<br />

di Aleppo, P. halepensis; pino laricio, P. laricio); in queste formazioni, di solito<br />

indicate come pinete artificiali mediterranee (totale regionale 58.304 ettari), le<br />

macchie e garighe originarie, mantenute in loco, si sono sviluppate in formazioni<br />

sclerofilliche, anche se un po’ diverse a seconda del clima e <strong>degli</strong> interventi messi<br />

in atto, oppure sono state quasi del tutto eliminate e quindi attualmente predominano<br />

specie pioniere erbacee e suffruticose. In alcuni casi si assiste al progressivo<br />

ritorno alla vegetazione naturale prima esistente (leccete e boschi misti di<br />

sclerofille sempreverdi). Il sottobosco nelle pinete artificiali costiere è di regola<br />

rappresentato da erica multiflora e scoparia, filliree, corbezzolo, laurotino, mirto,<br />

ginepro coccolone, sabina, cisti, alaterno e lentisco, talora con abbondante felce<br />

aquilina. Una parte (circa 80 ettari) delle pinete con macchia mediterranea situate<br />

in provincia di Pisa, soprattutto attorno alla foce dell’Arno e del Serchio, risulta<br />

più o meno fortemente danneggiata in conseguenza dell’inquinamento marino.

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