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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

Faggete e abetine In Toscana le faggete sono le formazioni forestali che meglio<br />

caratterizzano l’orizzonte montano inferiore. Sono presenti sulla catena<br />

appenninica (compreso il Pratomagno), sulle Alpi Apuane, su rilievi montani<br />

isolati <strong>della</strong> parte centrale e meridionale <strong>della</strong> regione (Poggio di Montieri, Poggio<br />

<strong>della</strong> Mela, Monte Amiata ecc.) e in stazioni relitte di bassa quota (ad esempio<br />

nella Val di Farma, a circa 200 m, in presenza del tasso (Taxus bacchata),<br />

e nell’alta valle del Torrente Carfalo, sempre attorno ai 200 m); per la maggior<br />

parte si trovano comunque nella fascia altitudinale compresa fra i 900-1000 m<br />

e 1600-1700 m. In pratica rappresentano una variazione più orofila e mesoigrofila<br />

<strong>dei</strong> boschi di latifoglie decidue, tipica di climi temperati o temperati<br />

freddi, a elevata umidità e con nulla o molto scarsa aridità nei mesi estivi. In<br />

Toscana il governo e il trattamento prevalenti sono quelli <strong>dei</strong> cedui matricinati e<br />

delle fustaie, meno frequentemente <strong>dei</strong> cedui a sterzo; in totale, nella regione, i<br />

cedui rappresentano circa il 90% del totale. Si tratta per lo più di boschi monospecifici<br />

o paucispecifici, con relativamente scarso sottobosco; l’altitudine (e di<br />

conseguenza la temperatura) determina diverse composizioni specifiche <strong>della</strong><br />

flora associata (faggete termofile, mesotermiche e microtermiche) e ulteriori diversificazioni<br />

sono generate dalla natura del suolo (faggete acidofile, eutrofiche<br />

e moderatamente acidofile, faggete basofile, faggete calcicole e sub-neutrofile),<br />

che possono variamente combinarsi con le categorie precedenti.<br />

I boschi toscani in prevalenza di faggio (totale regionale 63.236 ettari) e misti<br />

di faggio e abete bianco (totale regionale 36.496 ettari), talora con la debole<br />

presenza di acero di monte (Acer pseudoplatanus), acero riccio (A. platanoides),<br />

frassino maggiore, carpino bianco, castagno, tiglio, cerro, rovere e agrifoglio,<br />

sono più che altro eutrofici (neutrofili o sub-acidofili) o acidofili e si sviluppano,<br />

rispettivamente, su suoli silicei più o meno lisciaviati e su suoli oligotrofici, talora<br />

degradati. Boschi puri o con prevalenza di faggio sono diffusi anche nei luoghi<br />

umidi montani, quali gli impluvi e le aree colluviali più o meno permanenti;<br />

si spingono inoltre fino al limite <strong>della</strong> vegetazione arborea, su suoli di regola<br />

acidi (faggete microtermiche). Oltre i 1500-1700 m, cioè nell’area cacuminale,<br />

il faggio è presente solo in forma di isolati cespugli, gli unici capaci di resistere<br />

ai forti venti che spirano in quota.<br />

La presenza dell’abete bianco sull’Appennino è senza dubbio naturale; la specie<br />

era notevolmente diffusa fino a 3000 anni fa, ma poi il suo areale si è notevolmente<br />

contratto, soprattutto a causa <strong>della</strong> concorrenza del faggio. Nuclei autoctoni<br />

sopravvivono in Toscana solo nei dintorni dell’Abetone (1350 m circa),<br />

assieme al faggio e all’abete rosso (Picea excelsa), e sul Monte Amiata (625-900<br />

m circa); tutte le restanti abetine presenti nella regione (in totale 2100 ettari)<br />

sono quasi sicuramente o sicuramente dovute a impianti artificiali, alcuni <strong>dei</strong><br />

quali piuttosto antichi e spesso legati all’attività di comunità monastiche (ad<br />

esempio a Camaldoli, alla Verna e a Vallombrosa). Più di recente l’abete bianco<br />

è stato utilizzato per rimboschimenti in aree montane denudate o in sostituzione<br />

di castagneti venuti meno per cause naturali o antropiche. Talora, oltre<br />

al faggio, nelle abetine sono presenti anche alcune latifoglie igrofile, quali ad<br />

esempio l’acero montano, la farnia e il sorbo <strong>degli</strong> uccellatori (Sorbus aucuparia);<br />

le quote in cui sono presenti boschi puri o prevalenti di abete bianco sono<br />

comprese nel territorio regionale fra 600 e 1300-1500 m.<br />

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