09.06.2013 Views

atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

I boschi decidui di latifoglie interessano due diversi orizzonti: quello delle latifoglie<br />

eliofile (boschi termofili soprattutto di roverella e cerro) e quello misto<br />

di latifoglie (soprattutto querceti mesofili e castagneti). Di sostanziale importanza<br />

è comunque anche la natura del suolo, che fa sì che i boschi neutrobasofili<br />

o al limite subacidofili si alternino, a seconda del substrato, a quelli<br />

invece nettamente acidofili, rappresentati da alcune specie in comune con i<br />

precedenti e da altre invece caratteristiche. I più frequenti tipi di boschi decidui<br />

non acidofili sono quelli termofili a dominanza di roverella, quelli di cerro<br />

(il quale è peraltro assai adattabile alle diverse situazioni edafico-ecologiche)<br />

e quelli di carpino nero, prevalente nelle situazioni a buona pendenza, rocciose<br />

e fresche.<br />

I querceti termofili a prevalenza di roverella sono diffusi soprattutto fra la vegetazione<br />

a sclerofille sempreverdi e 700 m di quota, per un totale regionale<br />

di 121.608 ettari, il 91% <strong>dei</strong> quali mantenuto a ceduo e il 9% a fustaia. Al loro<br />

interno sono presenti anche arbusti di varie specie, come lo spino cervino, la<br />

lentaggine, la lonicera etrusca, l’asparago, l’erica arborea, l’erica scoparia, il<br />

ligustro, il sanguinello, la rosa selvatica, i biancospini, il prugnolo, oltre ad altre<br />

specie arboree, quali il cerro, il leccio, l’orniello (Fraxinus ornus), alcuni aceri<br />

(Acer sp.), il carpino bianco e quello nero, il sorbo (Sorbus domestica), il melo<br />

selvatico (Malus sylvestris). Il carpino nero è la specie dominante negli ostrieti<br />

più o meno termofili (totale regionale 56.144 ettari), spesso in associazione<br />

all’orniello, al cerro e alla roverella e talvolta al leccio, al castagno, al carpino<br />

bianco, al nocciòlo (Corylus avellana) e al faggio; estese formazioni forestali<br />

così costituite sono presenti, in Toscana, soprattutto nelle aree collinari apuane<br />

e preappenniniche interne, fino a circa 1000 m, su suolo spesso di natura calcarea,<br />

neutro, basico o debolmente acido. Nelle cerrete neutrofile o subacidofile,<br />

accanto al cerro e al frassino meridionale (Fraxinus oxycarpa), sono presenti, a<br />

seconda <strong>della</strong> quota e del tipo di suolo, anche l’orniello, alcuni aceri, il carpino<br />

bianco, il carpino nero, il leccio, il frassino maggiore (Fraxinus excelsior), il ciliegio<br />

selvatico (Prunus avium), il faggio, l’abete bianco (Abies alba); nelle formazioni<br />

planiziali, al cerro si aggiungono alcune entità più igrofile, come l’ontano<br />

nero (Alnus glutinosa), i pioppi (Populus sp.) e la farnia.<br />

Nell’area collinare superiore e submontana iniziano a prevalere le formazioni<br />

forestali mesofile, rappresentate soprattutto da cerrete, ostrieti, castagneti<br />

non o debolmente acidofili, boschi misti di acero e carpino bianco, boschi misti<br />

di latifoglie mesofile. Spesso esse si spingono anche nei fondovalle freschi<br />

ed esposti a settentrione, talora fino alla zona planiziaria; al limite superiore<br />

trapassano invece gradatamente nella faggeta termofila. Sono tra gli altri tipicamente<br />

presenti il cerro, il carpino bianco, l’orniello, il carpino nero, la roverella,<br />

alcune specie di Acer e Tilia, il ciliegio selvatico, la farnia, il nocciòlo, il<br />

frassino meridionale e il castagno. I castagneti impiantati su rocce calcaree dure<br />

o su scisti arenaceo-argillosi, cui corrispondono suoli neutro-subacidi, sono<br />

più scarsi e meno rigogliosi e produttivi di quelli più decisamente acidofili; in<br />

Toscana essi sono presenti sulle Alpi Apuane e in alcune stazioni dell’Appennino<br />

Tosco-Emiliano centrale e orientale, soprattutto sul versante adriatico, in<br />

genere fra 500 e 800 m. In caso di abbandono, nei castagneti neutrofili si ha la<br />

sostituzione progressiva e invasiva da parte del carpino nero.<br />

63

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!