09.06.2013 Views

atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

stale); a loro volta i piani sono suddivisibili in orizzonti, caratterizzati da particolari<br />

condizioni fisionomiche o da variazioni floristico-ecologiche locali. In Toscana<br />

sono presenti tutti e tre i piani sopra ricordati; quello basale, tenendo conto<br />

anche <strong>della</strong> zonalità, comprende le formazioni forestali di sclerofille sempreverdi<br />

e le formazioni forestali di latifoglie decidue, quello montano è compreso fra il<br />

limite inferiore delle faggete e delle abetine e il limite superiore delle faggete<br />

microtermiche, a quello cacuminale appartengono infine i prati culminali e i vaccinieti<br />

e i ginepreti ipsofili, cioè non legati a ben definiti consorzi forestali.<br />

Non è qui ovviamente possibile prendere in esame nel dettaglio floristico e fitosociologico<br />

tutti i vari tipi di vegetazione presenti in Toscana; ci limiteremo<br />

quindi ad analizzarli in forma riassuntiva, seguendo la classificazione riportata<br />

nei già citati volumi “Boschi e macchie di Toscana”. I nomi scientifici di regola<br />

sono riportati solamente per le specie arboree ed esclusivamente in associazione<br />

alla prima citazione nel testo del nome italiano.<br />

Vegetazione di sclerofille sempreverdi Questo tipo di vegetazione è caratterizzato<br />

dalla presenza, come specie dominanti, di entità sempreverdi e sclerofilliche,<br />

cioè a foglie coriacee, ed è diffuso nelle aree a clima mediterraneo,<br />

con inverni miti ed estati caldo-aride. In Toscana si trova soprattutto nelle aree<br />

costiere e insulari e nella porzione meridionale <strong>della</strong> regione, ad esempio nelle<br />

colline interne <strong>della</strong> Maremma; ancora più all’interno è presente nelle esposizioni<br />

meridionali e sui substrati calcarei, spesso in forma di rupi rocciose, a causa<br />

<strong>della</strong> loro minore disponibilità idrica (ad esempio in Lunigiana, in Garfagnana e<br />

sulle Alpi Apuane, in certi casi fino a 1000-1200 m). Le specie più rappresentative<br />

sono il leccio (Quercus ilex), la sughera (Quercus suber), il laurotino (Viburnum<br />

tinum), le filliree (Phyllirea latifolia e P. angustifolia), il lentisco (Pistacea<br />

lentiscus), il mirto (Myrtus communis), il corbezzolo (Arbutus unedo), l’alaterno<br />

(Rhamnus alaternus), i cisti (Cistus sp.), l’oleastro (Olea europaea var. sylvestris),<br />

l’erica arborea (Erica arborea), la stracciabrache (Smilax aspera), l’alloro (Laurus<br />

nobilis), l’oleandro (Nerium oleander), il pino di Aleppo (Pinus halepensis).<br />

Le più diffuse formazioni forestali sempreverdi sono i boschi di leccio, a ceduo o<br />

a fustaia, più o meno puri (totale regionale 60.576 ettari) o variamente associati<br />

ad altre sclerofille sempreverdi (totale regionale 53.200 ettari); gli stadi di degradazione,<br />

dovuti in particolare all’azione diretta o indiretta dell’uomo, danno<br />

origine a formazioni sclerofilliche e termo-xerofile come boscaglie, “forteti”,<br />

macchie (soprattutto di leccio arbustivo, erica arborea e scoparia, corbezzolo,<br />

ginestra spinosa, ginestrone, mirto, filliree, lentisco, rosmarino, euforbia arborea,<br />

olivastro, ginepro coccolone, sabina marittima, teucrio arbustivo, cisti e,<br />

ma solo nella parte più meridionale, palma nana) e garighe e, al limite estremo,<br />

a prati effimeri stagionali di graminacee.<br />

Verso le quote più elevate (ad esempio nelle colline interne occidentali e meridionali),<br />

si formano le cosiddette “leccete di transizione”, nelle quali si infiltrano<br />

in sempre maggior quantità specie decidue più igrofile e a ciclo vegetativo<br />

estivo (roverella, cerro, orniello, carpino nero, frassino meridionale, aceri, olmo<br />

campestre ecc.). Le sugherete, non risultano molto frequenti in Toscana (totale<br />

regionale 3184 ettari); spesso favorite da specifici interventi colturali, esse sono<br />

più che altro presenti nell’area costiera centrale e meridionale, nelle colline in-<br />

61

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!