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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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suolo per fini legati più o meno strettamente alle attività umane, la Toscana<br />

conserva ancora vaste aree propriamente boscate, per un totale di 891.600 ettari<br />

(di cui 317.632 in montagna, 528.212 in collina e 45.756 in pianura), pari<br />

al 38,8% <strong>della</strong> superficie regionale, valore che risulta molto più elevato <strong>della</strong><br />

media nazionale (22,7%) e inferiore, in Italia, solo a quelli <strong>della</strong> Liguria (53,2%) e<br />

del Trentino-Alto Adige (46,5%); il numero di ettari di bosco per 100 abitanti è<br />

25,5 (dati ISTAT, 2001).<br />

Pur se abbastanza cospicua anche al giorno d’oggi, la superficie forestale <strong>toscana</strong><br />

ha comunque subìto una riduzione piuttosto rilevante rispetto a qualche<br />

secolo fa; nel 1400, ad esempio, come si desume dai documenti dell’epoca<br />

riportati in studi effettuati sull’argomento, il manto boscato era molto più<br />

esteso, soprattutto nella fascia costiera e nella parte centrale, nord-orientale e<br />

sud-orientale <strong>della</strong> regione, nonostante che al tempo si facesse largo uso del<br />

legname per le costruzioni abitative, le imbarcazioni, il riscaldamento, la cucina.<br />

Il disboscamento, oltre che per gli usi diretti del materiale, è stato attuato<br />

per la maggior parte per ottenere più estese superfici coltivabili, soprattutto a<br />

partire dal XVIII secolo. Se si esamina l’uso attuale del suolo <strong>della</strong> Toscana, si<br />

può notare che tutt’oggi il 35% di essa è dedicato alle colture agrarie (di cui 21%<br />

seminativi e simili, 9% colture arboree e 5% oliveti) e il 10% ai pascoli. I boschi<br />

sono presenti, come già detto, nel 39% circa del territorio regionale e le aree<br />

urbanizzate nel 5%, mentre il restante 11% comprende zone rocciose e sterili,<br />

incolti, arbusteti, corsi d’acqua, zone umide ecc..<br />

Quando si parla di tipi di vegetazione di un determinato territorio, si fa generalmente<br />

riferimento alle specie che dal punto di vista qualitativo e/o quantitativo<br />

servono a caratterizzarlo; in realtà all’interno di questi tipi per così dire principali<br />

sono comprese variazioni secondarie, che sono legate in particolar modo<br />

alle condizioni ambientali locali e portano con sé tutta una diversificazione <strong>della</strong><br />

fisionomia, <strong>della</strong> struttura e <strong>della</strong> composizione floristica. Va precisato che<br />

la fisionomia indica le caratteristiche generali <strong>della</strong> vegetazione, indipendentemente<br />

dalla sua composizione floristica (come bosco, boscaglia, arbusteto,<br />

macchia, gariga, prato, cespuglieto ecc.), mentre la struttura mette in luce in<br />

che modo, sia in senso verticale sia in quello orizzontale, i vari individui sono<br />

organizzati nel costituire la vegetazione stessa. La composizione floristica, com’è<br />

ovvio, analizza invece quali specie e in che proporzione sono presenti in<br />

quel dato tipo vegetazionale.<br />

Nella definizione <strong>dei</strong> tipi di vegetazione, alcune specie risultano più delle altre<br />

significative nell’esprimere le principali caratteristiche ecologiche e climatiche<br />

dell’associazione vegetale e a esse si fa quindi particolare riferimento; è tuttavia<br />

molto importante considerare anche i gruppi di specie indicatrici dal punto di<br />

vista fitosociologico, che, a livello di associazione, esprimono in maniera più<br />

dettagliata la correlazione fra le caratteristiche bio-ecologiche <strong>della</strong> vegetazione<br />

e quelle fisico-geografiche dell’area. Parimenti importante è analizzare le diversità<br />

vegetazionali relative sia alla latitudine (diversità zonale) sia all’altitudine. A<br />

proposito di quest’ultimo aspetto, si riconoscono un piano basale o inferiore o<br />

pedemontano (coste, pianure e colline), uno montano o intermedio (montagne<br />

fino al limite superiore <strong>della</strong> vegetazione forestale) e uno cacuminale o culminale<br />

o superiore (parte sommitale delle montagne, al di sopra <strong>della</strong> vegetazione fore-

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