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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

si hanno 1000-1500 mm annui, che salgono però a 1500-2000 mm nel gruppo<br />

del Falterona e sul Pratomagno. Nell’Appennino Tosco-Emiliano centrale e occidentale<br />

le precipitazioni sono invece comprese nella maggior parte <strong>dei</strong> casi fra<br />

1500 e 2000 mm, ma in alcune aree di alta quota possono superare anche i 2500<br />

mm. Nelle Alpi Apuane, a seconda dell’altitudine e dell’esposizione, i valori medi<br />

annuali vanno da 1250 a più di 3000 mm.<br />

La comparsa <strong>della</strong> neve è rara nelle isole e nella fascia costiera, più comune, ma<br />

in maniera assai variabile a seconda delle annate, nella zona collinare interna;<br />

costante e piuttosto frequente appare al contrario nelle aree montane. Nell’Appennino<br />

Tosco-Emiliano occidentale i giorni con precipitazioni nevose sono ad<br />

esempio compresi fra 21 e 40 all’anno, in quello centrale possono superare anche<br />

tale valore. La persistenza media del manto nevoso è meno di un giorno nella<br />

zona marittima, di 1-5 giorni in gran parte delle aree pianeggianti e collinari<br />

interne e sul maggiore rilievo dell’Elba, di 5-10 giorni nella porzione sommitale<br />

delle Colline Metallifere, di 10-100 giorni, a seconda <strong>della</strong> quota e dell’esposizione,<br />

sul Monte Amiata, di 10-50 giorni nell’Appennino Tosco-Emiliano orientale<br />

e di 50-100 giorni nella maggior parte di quello centrale e occidentale, con alcune<br />

zone cacuminali o con particolare esposizione con anche 100-150 giorni. Le<br />

precipitazioni di tipo temporalesco sembrano avere una frequenza decrescente<br />

dalla costa verso l’interno e dalla montagna verso la pianura: sono infatti più di<br />

30 all’anno a Pisa e a Grosseto, da 21 a 30 a Firenze, da 11 a 20 ad Arezzo, ma<br />

più di 30 al Passo <strong>della</strong> Cisa e nell’Appennino pistoiese-lucchese.<br />

Oltre al numero di giorni in cui si manifestano le precipitazioni, è di notevole<br />

importanza prendere in esame anche il regime pluviometrico, cioè la loro ripartizione<br />

nelle quattro stagioni. Esso influenza infatti in maniera rilevante il regime<br />

idrico annuale <strong>dei</strong> corpi d’acqua, che, soprattutto per quelli minori, è tra l’altro di<br />

fondamentale rilevanza per il regolare svolgimento del ciclo biologico <strong>degli</strong> Anfibi.<br />

In Toscana il regime pluviometrico è per la maggior parte submediterraneo<br />

(primo massimo autunnale, secondo massimo primaverile, minimo estivo), ma in<br />

certe aree, come la parte sud-occidentale <strong>della</strong> regione e una stretta fascia <strong>della</strong><br />

sua costa settentrionale, è più di tipo sublitoraneo (primo massimo autunnale,<br />

secondo massimo invernale, minimo estivo). Il minimo estivo è di regola in luglio,<br />

il massimo autunnale in ottobre e/o novembre, quello primaverile in aprile-maggio.<br />

Entrambi i regimi sono comunque accomunati da una scarsa piovosità estiva,<br />

ciò che determina talora una più o meno elevata aridità in tale periodo; l’indice di<br />

aridità di De Martonne, ottenuto dal rapporto fra le precipitazioni medie annue<br />

in mm e la temperatura media annua in °C + 10 e che risulta quindi tanto più<br />

piccolo quanto il fenomeno è accentuato, è grosso modo 20-30 nell’area costiera<br />

centrale e meridionale, 30-35 in gran parte del territorio regionale a sud dell’Arno<br />

e 45-60 in quello a nord di esso. Significativa, riguardo all’aridità, è anche la<br />

distribuzione <strong>dei</strong> massimi periodi con precipitazioni nulle, che sono in media 81-<br />

120 nella zona costiera centrale e meridionale e nella Toscana sud-occidentale<br />

e 40-80 nel resto <strong>della</strong> regione. L’esame <strong>dei</strong> diagrammi ombrotermici di varie<br />

stazioni <strong>della</strong> regione, mostra che in quelle appenniniche o comunque montane<br />

il periodo di aridità estiva è assente o molto ridotto, mentre in quelle collinari<br />

interne e ancor più in quelle costiere e insulari appare invece più o meno esteso<br />

e accentuato.<br />

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