atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...
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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />
più importanti sono da ricordare La Peraiola o Isola <strong>dei</strong> Gabbiani (Capraia W), lo<br />
Scoglio <strong>della</strong> Paolina, lo Scoglietto di Portoferraio, l’Isola <strong>dei</strong> Topi, l’Isolotto di<br />
Ortano e le due Isole Gemini (Elba), La Scola e La Scarpa (rispettivamente Pianosa<br />
E e N) e l’Isolotto <strong>della</strong> Cappa (Giglio W). Anche il Monte Argentario, isola<br />
fossile saldatasi definitivamente alla terraferma in tempi storici, ha le proprie<br />
isolette satelliti: l’Isolotto Argentarola a NW, l’Isola Rossa a SW e l’Isolotto di<br />
Port’Ercole a SE. La superficie delle sette isole maggiori è di 223,5 km 2 per l’Elba<br />
(terza isola italiana dopo la, Sicilia e la Sardegna), 21,3 km 2 per il Giglio, 19,5<br />
km 2 per Capraia, 10,4 km 2 per Montecristo, 10,3 km 2 per Pianosa, 2,6 km 2 per<br />
Giannutri e 2,2 km 2 per Gorgona.<br />
Dal punto di vista altimetrico la Toscana è piuttosto varia, anche se la parte<br />
collinare è quella nettamente preponderante; essa occupa infatti il 66,5% del<br />
territorio, contro il 25,1% <strong>della</strong> montagna e appena l’8,4% <strong>della</strong> vera e propria<br />
pianura. Le fasce altimetriche prevalenti sono così rappresentate nella regione:<br />
22% 0-100 m, 32% 100-300 m, 22% 300-500 m, 11% 500-700 m, 7% 700-900<br />
m, 6% più di 900 m. La parte montana è costituita più che altro dalla catena<br />
dell’Appennino Tosco-Emiliano, che interessa tutta la parte settentrionale <strong>della</strong><br />
regione, con andamento NW-SE, e raggiunge le quote maggiori nella porzione<br />
nord-occidentale, con vette che superano spesso i 1800-1900 m (Monte Orsaro,<br />
1831 m; Monte Matto, 1837 m; Monte Sillara, 1861 m; Punta Buffanaro,<br />
1878 m; Monte Alto, 1904 m; Monte Sillano, 1875 m; Monte Castellino, 1918<br />
m; Monte Prado, 2054 m; Monte Vecchio, 1982 m; Monte Giovo, 1991 m; Monte<br />
Rondinaio, 1964 m; Alpe delle Tre Potenze, 1940 m; Libro Aperto, 1937 m;<br />
Monte Spigolino, 1827 m; Monte Gennaio, 1814 m). A partire dalla porzione<br />
nord-orientale <strong>della</strong> provincia di Pistoia verso est, si assiste a un decremento<br />
piuttosto rilevante delle massime quote raggiunte, fenomeno ancor più accentuato<br />
nell’area appenninica che sovrasta la conca del Mugello (la cosiddetta<br />
“Depressione mugellana”), dove le vette oltrepassano di rado i 1100-1200 m<br />
(Monte Freddi, 1275 m; Monte Beni, 1263 m; Monte Oggioli, 1290 m; Monte<br />
Canda, 1158 m; Monte Gazzaro, 1125 m; Monte Carzolano, 1187 m; Alpe di<br />
Vitigliano, 1117; Monte Lavane, 1241 m) e i valichi sono situati di regola a 700-<br />
950 m. Una nuova ripresa di altitudine si ha a partire dal confine appenninico<br />
fra le province di Firenze e Arezzo, con il Monte Falco e il Monte Falterona che<br />
superano entrambi i 1600 m (rispettivamente 1658 e 1654 m) e varie altre cime<br />
i 1400-1500 m (Monte Acuto, 1481 m; Poggio Piancancelli, 1576 m; Monte<br />
Gabrendo, 1539 m; Il Poggione, 1424 m; Poggio Scali, 1520 m; Poggio Porcareccio,<br />
1456 m; Poggio allo Spillo, 1449 m); gran parte delle montagne situate<br />
più a est dell’ultima altura citata è comunque compresa fra 1100 e 1350 m e<br />
nella porzione più orientale <strong>della</strong> provincia di Arezzo solo il Sasso di Simone<br />
e il Monte Simoncello (rispettivamente 1204 e 1221 m), il Monte Maggiore e<br />
il Monte <strong>dei</strong> Frati (Alpe <strong>della</strong> Luna; rispettivamente 1384 e 1453 m) e il Monte<br />
Sodo Pulito (1225 m) superano i 1200 m di quota.<br />
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