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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

mente al di sotto <strong>dei</strong> 700 m, il tritone alpestre e la salamandra pezzata, che,<br />

seppure presenti fino alla medio-bassa collina, sembrano concentrati soprattutto<br />

nella zona montana.<br />

Specie mesofile: ne fanno parte alcune specie, come la salamandrina dagli occhiali,<br />

l’ululone dal ventre giallo appenninico e la rana appenninica, che, sebbene<br />

si spingano in particolari situazioni ecologiche fino alla bassa collina o,<br />

all’opposto, fino alla regione montana, sono rinvenibili più che altro nella fascia<br />

medio-collinare.<br />

Specie termofile: vi appartengono quelle entità che prediligono le condizioni<br />

climatiche temperato-calde, come il geco comune, il geco verrucoso, la testuggine<br />

di Hermann e in parte la lucertola campestre, e si spingono pertanto solo<br />

fino alle quote in cui si verificano situazioni termiche adatte alle loro esigenze;<br />

la lucertola campestre, sui versanti ben esposti, è presente sino alla fascia<br />

inferiore <strong>della</strong> regione montana, mentre le altre specie citate raggiungono al<br />

massimo la media collina.<br />

Specie eurieche e/o eurizonali: sono tutte quelle entità, quali ad esempio il tritone<br />

carnefice e quello punteggiato, il geotritone italiano, la raganella italiana, il<br />

rospo comune, la rana dalmatina, le rane verdi, la lucertola muraiola, il ramarro,<br />

l’orbettino, il biacco, il saettone comune, la natrice dal collare e la vipera comune,<br />

che sono rinvenibili in un ampio intervallo altitudinale, praticamente dal livello del<br />

mare alla regione alto-montana. Alcune forme di questo raggruppamento sono<br />

anche eurieche, adattabili cioè a una vasta gamma di situazioni ecologiche diverse;<br />

altre, pur essendo legate a particolari tipi di ambiente, non mostrano tuttavia<br />

limiti significativi per quanto riguarda la distribuzione verticale.<br />

Oltre alla rana toro, alle testuggini greca e marginata e alla testuggine palustre<br />

dalle orecchie rosse, introdotte ma da considerare ormai naturalizzate, anche<br />

in Toscana capita non di rado che siano reperiti in libertà, tanto nell’ambiente<br />

urbano quanto in quello naturale, sporadici esemplari appartenenti a faune<br />

esotiche; ricordiamo, per fare solo qualche esempio relativo agli ultimi anni, una<br />

piccola popolazione di Agama sp. nell’area portuale di Livorno, un Python regius<br />

a Pomino (Firenze), un Python molurus nei dintorni di Massa, una Lampropeltis<br />

getula a Ponte a Ema (Firenze). Si tratta evidentemente di individui arrivati in<br />

Italia con le merci trasportate dalle navi, come nel caso di Livorno, o sfuggiti alla<br />

poco vigile sorveglianza di qualche terrariofilo o addirittura liberati in natura dal<br />

proprietario per non sottostare a qualche specifica norma legislativa riguardante<br />

la detenzione di questi Rettili; anche quando non appartenenti a specie velenose,<br />

il loro ritrovamento in libertà non manca peraltro di suscitare apprensione<br />

e paura nella popolazione, che richiede puntualmente l’intervento delle forze di<br />

polizia o <strong>dei</strong> vigili del fuoco a tutela <strong>della</strong> pubblica incolumità. Quasi sempre il<br />

“caso” finisce per diventare oggetto di articoli più o meno fantasiosi sulla stampa<br />

locale e talora un mezzo per farsi pubblicità gratuita da parte di qualche “eroico”<br />

personaggio, che si dedica con sorprendente solerzia e perseveranza alla<br />

caccia e alla cattura del “pericoloso” animale. Nell’ottobre 2003 tenne banco per<br />

vari giorni sui quotidiani toscani il caso relativo alla presenza addirittura di un<br />

coccodrillo o di un alligatore nel Lago di Massaciuccoli (Lucca-Pisa), che molti<br />

giuravano di aver visto con i propri occhi ma che poi, a quanto ne sappiamo,<br />

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