atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />
ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />
La ricerca effettuata ha portato all’acquisizione di numerose nuove conoscenze<br />
riguardo alla distribuzione nel territorio toscano delle diverse specie<br />
di Anfibi e Rettili e a precisare con maggiore esattezza i loro limiti altitudinali<br />
nella regione. Per alcune entità più comuni e/o di facile rilevamento i<br />
dati raccolti sono già soddisfacenti, anche se resta qua e là qualche lacuna<br />
conoscitiva, che contiamo comunque di colmare in un futuro aggiornamento<br />
del lavoro. Per altre, meno comuni e/o più difficilmente reperibili<br />
in natura, le attuali informazioni evidenziano di solito una distribuzione<br />
abbastanza estesa nel territorio in esame, ma con una minore densità di<br />
particelle U.T.M. coperte; per almeno una parte di esse è tuttavia probabile<br />
un qualche ampliamento delle conoscenze negli anni a venire. Altre ancora<br />
appaiono localizzate in alcune particolari aree <strong>della</strong> regione, ma praticamente<br />
i dati raccolti le hanno confermate in tutto il loro areale toscano o in<br />
una preponderante porzione di esso.<br />
A partire dai dati riuniti in questo Atlante, appare senza dubbio di primaria<br />
importanza, per la salvaguardia <strong>della</strong> fauna erpetologica regionale e per<br />
un’efficace opera di gestione e conservazione, una regolare e puntuale attività<br />
di monitoraggio, allo scopo di avere un quadro sempre aggiornato<br />
<strong>della</strong> situazione e di agire tempestivamente in caso di necessità. Il monitoraggio<br />
dovrà ovviamente concentrarsi soprattutto su quelle specie che già<br />
oggi mostrano una preoccupante rarefazione nel territorio toscano, seppure<br />
con cause e prospettive abbastanza diverse tra loro; mentre infatti per<br />
alcune di esse (come la testuggine palustre europea) il fenomeno, pur grave<br />
e in costante aumento, è noto, anche riguardo alle motivazioni, da vari anni<br />
e si hanno ancora popolazioni abbastanza consistenti in certe parti <strong>della</strong><br />
regione, per altre (come l’ululone dal ventre giallo appenninico) il crollo si<br />
è verificato solo negli ultimi tempi, senza ragioni facilmente spiegabili, e<br />
attualmente non esistono popolazioni sufficientemente grandi da tranquillizzare<br />
circa la futura permanenza di tali specie non solo in Toscana ma in<br />
tutta l’area di distribuzione. Per quest’ultime entità appaiono quindi particolarmente<br />
urgenti azioni mirate che consentano il mantenimento delle<br />
popolazioni superstiti e, auspicabilmente, la loro ripresa.<br />
Il territorio <strong>della</strong> regione è stato esplorato in tutta o quasi tutta la sua estensione,<br />
anche se ovviamente alcune parti di esso, soprattutto in relazione<br />
a regolari ricerche personali o ad altre commissionate al Museo di Storia<br />
Naturale dell’<strong>Università</strong> di Firenze da enti pubblici di vario tipo, risultano<br />
meglio conosciute e con una densità di dati sensibilmente più elevata. Più in<br />
particolare, le conoscenze sembrano ancora da migliorare in qualche zona<br />
<strong>della</strong> porzione centro-meridionale <strong>della</strong> regione (a cavallo delle province di<br />
Arezzo, Siena e Grosseto), in alcune zone collinari interne delle province di<br />
Grosseto, Livorno e Pisa e in certe aree <strong>della</strong> catena appenninica, soprattutto<br />
nella sua porzione nord-occidentale. Per ciò che riguarda le lacune<br />
conoscitive relative alla distribuzione delle singole specie nel territorio toscano,<br />
rimandiamo a quanto riportato nel paragrafo “Distribuzione in Toscana”<br />
nella scheda dedicata a ciascuna di esse.<br />
Il numero di specie rilevate (19 Anfibi autoctoni e 1 introdotto; 21 Rettili<br />
autoctoni, comprese 2 specie migratrici, e 3 introdotti), è piuttosto elevato<br />
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