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atlante degli anfibi e dei rettili della toscana - Università degli Studi ...

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ATLANTE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI DELLA TOSCANA<br />

Toscana è noto un maschio di 82 cm a fresco, catturato nei pressi di Montecarelli,<br />

in provincia di Firenze), ma di regola gli adulti sono compresi fra 45 e 70<br />

cm, con i maschi in media e in assoluto più lunghi delle femmine; i neonati misurano<br />

12-20 cm. I più sicuri caratteri distintivi nei confronti <strong>degli</strong> altri Serpenti<br />

rinvenibili in Toscana, sono la presenza <strong>dei</strong> denti veleniferi, la pupilla ellittica<br />

in senso verticale, le squame <strong>della</strong> parte superiore <strong>della</strong> testa di solito piccole e<br />

subeguali tra loro (simmetriche e regolarmente disposte nei Colubridi), l’occhio<br />

separato dalle squame labiali superiori da almeno una fila di squamette circumoculari,<br />

l’apice del muso leggermente rialzato. Le due natrici, che sono forse<br />

le specie che superficialmente più somigliano alla vipera comune, sono subito<br />

distinguibili da questa per il disegno ventrale chiaro e scuro a scacchiera; i giovani<br />

e i subadulti di quella dal collare posseggono inoltre un evidente collare<br />

giallo o bianco-giallastro. Il colubro liscio e quello di Ricciòli sono più slanciati<br />

e presentano le squame dorsali lisce; il secondo ha per di più anch’esso le parti<br />

inferiori tassellate di nero su fondo chiaro. In natura la più evidente caratteristica<br />

cromatica <strong>della</strong> vipera comune è forse il labbro superiore biancastro, marginato,<br />

dalla commessura buccale fino a dietro l’occhio, da una stria nerastra o<br />

bruno-nerastra circa di uguale altezza; la progressione sul terreno, in confronto<br />

a quella <strong>degli</strong> altri Serpenti toscani, è inoltre nettamente più lenta e abbastanza<br />

più rumorosa. L’esemplare raffigurato è <strong>dei</strong> dintorni di Monteloro (Pontassieve,<br />

Firenze).<br />

Distribuzione generale - L’areale <strong>della</strong> vipera comune comprende la Spagna<br />

nord-orientale, la Francia meridionale e centrale, la Germania sud-occidentale<br />

(estinta?), la Svizzera occidentale e meridionale e gran parte dell’Italia, comprese<br />

la Sicilia e due isole toscane. zuffi (2002), in base all’analisi di vari caratteri<br />

morfologici esterni e interni di oltre 400 esemplari di vipera provenienti<br />

dall’intera area di distribuzione <strong>della</strong> specie in senso lato, ha tuttavia avanzato<br />

l’ipotesi che i taxa zinnikeri (Pirenei francesi e spagnoli), atra (Francia orientale<br />

e sud-orientale, Italia nord-occidentale e Svizzera centro-occidentale) e hugyi<br />

(Italia meridionale e Sicilia), finora riferiti a Vipera aspis, siano in realtà tre specie<br />

a sé stanti; secondo l’Autore, il taxon francisciredi dovrebbe essere invece<br />

riferito ad aspis. Tali ipotesi sembrano però in evidente disaccordo con le risultanze<br />

di recenti studi su basi biochimiche (cfr. ad es. usenBacher et al., 2003),<br />

per cui preferiamo per il momento mantenere per V. aspis il tradizionale status<br />

tassonomico. Sulle Alpi si spinge fino a circa 3000 m di altezza.<br />

Distribuzione italiana - La vipera comune in senso lato è diffusa in tutta l’Italia<br />

continentale e peninsulare, in Sicilia e nelle Isole d’Elba e di Montecristo. La<br />

sottospecie francisciredi, quella presente anche nella Toscana continentale e<br />

all’Elba, è distribuita nella parte centrale e orientale dell’Italia settentrionale e<br />

in quella peninsulare fino alla Campania centro-settentrionale, all’Irpinia e alla<br />

Puglia settentrionale, Gargano escluso. La popolazione dell’Isola di Montecristo,<br />

geneticamente e morfologicamente indistinguibile da hugyi, è stata originata<br />

quasi sicuramente da esemplari di questo taxon introdotti dall’uomo in epoca<br />

storica.<br />

Distribuzione in Toscana - La vipera comune è diffusa in tutto il territorio<br />

regionale e in certe aree risulta anche abbondante. Come già detto nel paragrafo<br />

relativo alla distribuzione italiana, è pure presente nelle isole d’Elba e di<br />

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